Canti Alieni
NEOGEO Volume IV
Dj Pohnzi Raccolta di poesie musica e video
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Raccolta di poesie musica e video
NEOGEO Volume IV
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Š 2018 By Orizzonti Alieni
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Table des matières DIARIO DI BORDO 1/1/2018 .................................................................................................................... 5 La Bestia del Gévaudan ........................................................................................................................... 6 Guarda e passa ........................................................................................................................................ 9 L'ultima sigaretta ................................................................................................................................... 11 L ' artificiere ........................................................................................................................................... 13 l'assenza assoluta .................................................................................................................................. 15 Il poeta mascalzone ............................................................................................................................... 16 Il naufragio............................................................................................................................................. 18 Svegliarsi tra mille anni.......................................................................................................................... 20 Robé....................................................................................................................................................... 22 Giulio Verne ........................................................................................................................................... 23 l'uomo che rise al mondo ...................................................................................................................... 24 Dove osano gli aquiloni, L'alfabeto della libertà ................................................................................... 25 Dilemma riflesso .................................................................................................................................... 27 Due cuori umanisti ................................................................................................................................ 28 Il castello nella nebbia ........................................................................................................................... 29 Due bambini .......................................................................................................................................... 31 VIDEOPOESIE ......................................................................................................................................... 33 Dove sognano gli aquiloni ..................................................................................................................... 34 Sto andando a casa................................................................................................................................ 34 Mare astrale .......................................................................................................................................... 35 L’uomo di passaggio .............................................................................................................................. 36 Il robot ................................................................................................................................................... 37 Memorie eterne .................................................................................................................................... 38
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DIARIO DI BORDO 1/1/2018
Raccolta di poesie e videomusicali pubblicate durante l’anno 2017 sul blog :
http://blog.libero.it/poesieresitenza
e sul canale youtube :
https://www.youtube.com/channel/UCayGPCegdL4Y0xNBc5K7mRg
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La Bestia del Gévaudan Stanotte Il vento glaciale spazza le pianure d'Occitania .
Vorrei raccontarvi quello scritto nell’urlo della bestia La follia grida ma una scintilla di ragione resta Mondo in fiamme sulle lancette d’un tempo dannato “Bestia del Gévaudan” è il nome che mi fu dato
La verità è che nulla mi tocca la fortuna m’ha lasciato Sotto un cielo plumbeo corro verso un Dio abbandonato Odo i profeti del nulla sullo sfondo il canto dei lupi Seguo il mio istinto foresta nera uomini ciechi destini muti
So che faccio paura sul mio pelo sbavo sui lividi M’invidiano per i brividi che mi danno sentieri ripidi Mi temono per ciò che mai uomo riesce a prendere Nella crudeltà essere per quello che si appare essere
Incasso la mancanza d’un padre dei baci d’una madre D’essermi ustionato le ferite sul fuoco delle strade Incasso le incomprensioni le delusioni il non lasciare traccia Forse l’esser perla di luce nell’oceano d’acqua marcia
Incasso una vita a correr sul ciglio d’una rupe Tra minuti a valere solo per la paura che s’incute Incasso le vipere i serpi i demoni le corone di rovi Ed il cervello vostro dove si nascondon mostri
Son Bestia! Come spiegarti se non sai afferrare Mostrarti gli occhi rossi se non li sai guardare
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Prendi il mare d’inverno e gettaci la polvere Avrai solo la mia storia scritta in parole povere
E venne il giorno al volgere del secolo dei lumi Mi diedero la caccia, circondato , i cieli eran cupi Mi spensi sotto i colpi in una macabra danza Mi spararono per non sparare alla loro ignoranza
Venne il giorno in cui una pallottola porto via Un mondo di poesia dentro mille sbarre di pazzia Di speranze di magia di tremare per un tuono D’un sole atteso dentro le gabbie d’un nuovo giorno
Fui “bestia” dissero perché mancavan le parole Perché le mani che portavan carità eran vuote Li lascio nell’era degli orologi senza tempo Addio al Dio numero per l’umanità che ha perso
post scriptum
Ora sentilo il mio grido controvento alle vele Nato contromano é il chiarore delle sere Corro sempre gambe spezzate buchi nel petto Mi temono di più ora che mi fecero spettro
Azzanno bandiere con su scritti i vostri orgogli Effige d'un mondo andato ammarato tra gli scogli Figlio del sangue versato riflesso d'un cielo scarlatto In prima linea tra i reietti sbrano al primo sbalzo
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Sono nella bandiera che sventola senza vento Nell oceano d'idee che nasce da un ruscello Nel NO dei servi nel pomeriggio di Liboni Su un deserto senz'acqua ricoperto di fiori
Sentile le notti rigate dal mostro sono ululato Raccontare ai fantasmi come mordere il fato Anarchia sulle punte aguzze del tempo Abbatto stati chiese i muri possenti d'ogni castello
Solco le primavere son nel canto degli schiavi Nuovo battito nel cuore d' uomini stanchi Nei gridi spenti nel sudore di chi sconta pene Monolite al centro della storia e le sue bufere
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Guarda e passa Guarda e passa bimbo dagli occhi smarriti Non son bello ma neanche loro arricchiti A farti ridere davanti a un piatto che piange Scappa o resterai piccolo anche da grande
Guarda e passa col sorriso che non si veste Son cinto di stracci ma arricchito di pezze Conto le parole dipinte questa è la mia boria Leggila sui muri del mondo questa la mia storia
Mi vedi tra persone perse intente a errare Son scorto tra i rifiuti sul cemento da arare Bimbo in loro la povertà si fa sempre più acuta Passano vita a ringraziare ricchezza ricevuta
Guarda respira passa sul mondo e vai O resterai in una bottiglia che non si svuota mai A bere miseria che uomo creò nel giorno peggiore Raccontando storie di sogni su un mondo migliore
Vedo fieri attorcigliati legati al suolo Sanno una catena é catena anche se d'oro ? Silenzioso arcangelo le parole son miei pennelli Son tra i pochi invisibili tra i troppi inesistenti
Sai che i denari son la domanda dei folli ? Non ha risposte se non di curvarti nei giorni 9
Sai che sono come i ricordi nella stanza? Nessuno ne avrĂ mai troppi mai abbastanza
Ingenuo ti porteranno città di abbaglianti luci A piene mani regali di divertenti nuovi ludi Sai senz’ ombre non si curvano rami sui clivi? Che eresia il pensare umano d'esserne privi Ti isseranno con menzogne su una zattera senza vela Bugie come stelle "le guerre si vincon la pancia piena" Disprezzerai uomini e dubiterai dei tuoi passi Vortici di rumori l'inferno saranno sempre gli altri
Passa e mi troverai sempre qui immobile Sotto la rugiada a tremare con le foglie Imperturbabile sotto la neve e la pioggia Roccia "ex schiava" mai scavata dalla goccia
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L'ultima sigaretta
Ricchezza al vento ma il tuo profumo addosso Dietro uomini in dolore davanti mare mosso Mi chiedete come tutto ebbe Origine? Non so , tutta la storia di verità fu fuliggine
Avvolgo tutti i rimpianti i miei rimorsi le notte di baci dati per ricever morsi L’ ultimo sforzo lascio i miei sogni all’etere Non è uomo il fuoco brucia senza chiedere
Da questa finestra che presto finestra non sarà più Fumo nel giorno di nessuna differenza tra qui e laggiù Nessuno a consigliare che smetta inspiro profondo Quattro tiri in presa diretta 10 grammi e reggo il mondo
Infine non più dilemma tra essere e apparire Nell’ allegro dramma tutto sta per sparire Arrivano i bagliori che ci preparano al viaggio Come i venti che della tempesta danno assaggio
Ironia della storia e delle sue vie contorte Che ci spinge a vivere chiusi nella malasorte Viviamo soli senza essere uniti dalla sorte Gioiamo d’ essere uniti si , ma nella morte
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Quando la vita è niente ci vuol niente a volerla tutta Ben poco vederla strisciare sul tempo che erutta Questo tempo sarcastico che da solo si sbeffeggia Vita che della vita stessa si ammala e si beffa
Un ultimo minuto ancora un ultima sigaretta Aspiro il resto di vita da questa assolata finestra Sbuffo ciò che ho fuggito e non ho mai capito All’onda che arriva l’ultima sbuffata per l’addio
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L ' artificiere Cammino leggero sul mondo convulso d'atarassia Sulla scia di tutti i conflitti che uomo sbuffa per pazzia Intorno il fuoco si diletta avvolge la mia immagine Smino tutto il giorno è il mio destino fare argine
Nel frastuono altro uomo salvato dalla corrente D'un mondo che s'agita e parla ma poco sente Spessa coltre di voci il fuoco davanti me ha spento Ora li porta in viaggio col sorriso spento il vento
Taglio il filo bianco ancora un'esistenza salvata Lancette s'incrociano su schegge di realtà dilaniata Blaterano col ticchettio il tempo che non so se resta Ai sogni che bambino crea e uomo infine spezza
Nel mondo ciò che motiva l’odio è ciò che l’uomo ama L’intelligenza non fa rumore ma solo l’uomo che spara Genti lontani crepe immense son qui a colmare il guado Con te il mare quando il mondo sarà detribalizzato
Fumo esplosioni bombe ci sono ma il senso dove sta?? Forse nella morsa della chimera che nulla mai cambierà In mezzo al fragore persino il silenzio s’è spento Mentre stridevo col tuo viso nell'ombra da cui ti penso
Collassano idee che accesero il mio sguardo tempo fa Nel groviglio di fili s'intrecciano ricchezza e povertà Si mescola amore con violenza cenere con incenso 13
Goccia di sangue tinge nuvole nel cielo immenso
Attraverso il deserto osservo tasto il suolo Vedo lupi improvvisare agnelli nello stesso ruolo Sotto il cielo non ascolto ma sommergono suoni Dialoghi di proiettili tra corvi e pattuglie di droni
Granata mi turba la vista e scompiglia l'esistenza S'intrufola nella mia vita giĂ intrisa di violenza Oltre la cortina ardente mi vedrai sullo sfondo Mai leggerai mio nome sui monumenti del mondo
Nel giardino delle ombre risuona il mio primo passo La luce cade in coma non vedrĂ un nuovo anno Cosa resterĂ se non il freddo dell'ultima valle? Dall Inferno scrivo un nuovo capitolo per Dante
Spezzo il filo scarlatto che unisce guerra e pace Tra il rumore di cingolati sopra idee disgregate Nell'eclisse d' un padre che uccide suo figlio Disinnesco il buio partorito da questo ordigno
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l'assenza assoluta Forse resterà un battito sotto il dolore immenso Dove sfumò il tuo viso per riallacciarsi al tempo L’assenza colò dal palmo si fece lacrima densa S’elevò e raccolse luce persa divenendo perla L’Ironia del camminare senza colmare la distanza Per chi carica le persone andate di somma speranza Esistere quando il vento sempre dice di partire Quando angeli discreti curvano ali per non morire Lasciasti su visi inespressi l'impronta di felicità Oltre la percezione racconto etereo d'aldilà La stagione d' incontro tra l'idea di tutti i giorni Fosti il vuoto assoluto di chimere e falsi sogni Polvere abissale della storia caduca riempie orme La percezione del passato sfuma in strane forme Tu fidanzata d’un suono che porta il tuo nome Il cuore s’ agita e scrive sull’anima che dorme Posa ancora la mano l’ultima volta sulla mia fronte Sulla mia pelle che si leghi al viaggio di Caronte In silenzio nelle meraviglie che regala il mondo Cosa sono se non chi colma divario tra cielo e suolo? Schiocca la lancetta gira a segnalare l’assenza Fosti fuoco che a volte divampa senza favella E ripensare ancora il tuo viso diradare nubi Soffiare sulle vele portar uomini a porti sicuri Sentire il mare che si cruccia di non farsi amare Rivedere nel lontano le rive estenuarsi a chiamare Manchi come l' abbraccio tra vincitori e vinti Sei la mancanza di bacio d’una madre ai suoi figli
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Il poeta mascalzone Bello l’amore strano il ricordo dei giorni storti Gioca con la memoria confonde volti e corpi Sbatto la testa al muro ripeto questo è il colmo Non rammento neanche più perché non ebbi sonno Ero fra le braccia d’una mancanza affettiva Cara, l’amore non prospera senza inventiva Il pennello d’ogni pittore al tuo viso fa affronto Sei bella più di tutte.. insomma di quelle che incontro Sorrido sotto il tuo balcone e sempre torno Poco importa se sole o la luna fan da sfondo La più bella poesia al tuo viso reca danno Bella più di tutte ...insomma di quelle che la danno Cerco parole da dedicarti per farti sognare Verbi amici del cielo giuro ti faranno tornare Guardo la penna ma lei guarda il foglio invano Finite le rime con “ti amo” ne ho con “scopi....o” (censurato) Sul gelo dell' anima dipingevo cieli tersi Combinavo suoni davo musica ai miei versi Catarsi di corpi fan della vita uno stuolo di seta Il bagliore lunare ci guidava in una vita cieca Dimentichiamoci d'avere forse un domani Baci stretti fra due copri in fiamme curan mali Via i rimorsi i rancori gli squarci di vite passate Vai prima che Chronos ci porti in dono l'Ade Dai salta dal balcone ti frenerò con un bacio Nota della melodia nel cammino che ti traccio Autunno sinfonia sulla pelle dei tristi invisi visi Cuori arsi tra le foglie morte d'eterni Campi Elisi Senza te son la domanda che rende uomini folli Senza te credimi la notte tra due giorni storti Solo come le barche sulla spiaggia di Monnet Vuoto, l'assenza di risposte davanti ad un perché Sei l'eccezione che rende diversa ogni mattina il lampo di pensiero che squarcia in due la brina Il cielo d'Islanda che appara sempre irreale Disegni di luce sul buio mia aurora boreale 16
Una notte o una vita fan lo stesso per l’universo Ci amiamo e ci perdiamo nel suo tempo immenso Fra la pioggia l’alba anela il suo tenue pallore Nell’ora scissa dal sudore riuscirò a salvare l’amore Aspetto ove il tempo sublima tutto in meglio di prima Si diradano incertezza ed il sole scioglie la brina Dove cresce solo chi riesce infine a baciare il dolore Ed il cielo mi prende per mano per salvare l'amore
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Il naufragio
Mi confido alla mia penna ora che affondo Cade il velo sul resto del poco mondo intorno Scrivo due parole sulla luna per noi nelle celle Luna ornata dal nero e da un mazzo di stelle
Astro ridente nella tua silenziosa solitudine Muta nelle notti senza risposte per abitudine Stanotte invece schizzano parole dalla tue vene Non dai mai risposte ma ora le dai tutte insieme
Nelle ossa del vascello tremo e vado a fondo Mi dai mille anni di sentenze in un secondo La follia è saggezza non vederla come una pena Spinge ad esser pazzi quando ne vale la pena
In questa sera triste sfumano idee che credevo forti Forse è giorno forse no vedo fari spenti cercare porti Dove mi trovo in fine se non sul prato di miei torti ? Se questo mare fosse foresta sarebbe d’alberi morti
Un boato mi ricorda la fine viene senza preavviso
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Collassano le colonne d'Ercole i sorrisi del tuo viso Rimorsi e rancori affilati tagliano come grandine Per intero il mio mondo a fondo come Atlantide
Escono affilate parole che non seppi mai dire Gridano per abbagliare in silenzio il mio sentire Tranciano i fili quando il niente ci aspetta Di chi si attorciglia ai fili della marionetta
Le vele si gonfiano come fu la mia ambizione La povertà della ricchezza fu la mia dannazione Scrivo lettere al nulla il mare piange sulla chiglia La mia fine confesso di questo vento ne sarà la figlia
Terra ignara che hai pianto tutte le lacrime Riempiendo l’oceano per dissetare le anime Cara amica mi bagni e mi fido solo di te Quando piango sento l'eco del tuo pianto per me
A un Dio che disse porgi sempre l’altra guancia Anche a chi sanguina con la lancia spezzata in pancia Offro con due mani quest’acqua al creatore Una goccia per ogni giorno in cui fui santo e peccatore
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Svegliarsi tra mille anni Mi sveglierò tra mille anni non penso prima Senza più nome con un bagaglio di stracci Vorrei aprirò gli occhi per la prima volta Ritrovare il sentiero in cui raccolsi quel pugno di terra in cui adesso pianto un seme, un nuovo inizio Mi sveglierò lontano in un secolo d’anno domini Lontano dalla storia spazzato dai venti cosmici Ricorderò la terra tremare sotto uomini immobili Ma non erano eroici i 300 delle Termopili L’ultima immagine che avrò, oceani immersi nei pianti Vascelli in fiamme vite di carbone solcate da falsi santi Ricorderò rive a baciare tramonti morti ghiacciati Fuochi tenui danzare senza sole dal buio lacerati
E quanti inganni tracciarono le rotte del mio vivere Abbagli tra gli sprazzi lasciati vuoti del mio ridere La speranza, un silenzio che rimbalza sul muro d' urla L’amore , una freccia scagliata a mano contro il nulla
Tutto si vendeva tutto si comprava ignoranza al cubo La verità valore del passato il nulla l’oro del futuro Bambino che non sa piangere gabbiano che non sa volare Un “pianista sull oceano” che non sa più come suonare
Perso nel mondo al collasso d’un Cristo mai risorto Perso come un pezzo di futuro ancorato ad un ricordo Perso a fissare un pezzo di materia in mezzo al vuoto Gli occhi blu d’una sirena persi in mezzo al mare moto Realtà sfocata o confusione tra coraggio e viltà Felicità in penombra a chiedere al sole pietà Uomini a rincorrersi baciati dal buio della cecità Per loro bastava pure un’emozione fatta a metà
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Città vuote necropoli piene verità sempre taciute Ora niente perdite di tempo su strade mai volute Riparerò amori che non s’affliggono mai di soffrire Accetterò solo sogni che il mio cuore vuol custodire
Mi siederò davanti al mare ascoltando le sue storie Di marinai partiti e mai tornati di sconfitte e di vittorie Finalmente qualcosa d’utile suggerito dagli astri Costruire un idea per dar vita a quella degli altri
Chiediamo sempre troppo o forse in fondo troppo poco Nel rogo ricevemmo gocce d’odio per spegnere il fuoco “Natura matrigna” ingrata senza risposte e mille mali Dio diede una piuma ad un uomo che solo chiese ali
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Robé Robé smetti di piangere non fai che affogare Il tuo martirio sta nella follia del tuo stesso negare Sei solo al bar nessuno t’aspetta e sta chiudendo Non troverai salvezza nei vigneti in ciò che pare bello So cosa fa l’amore che nella sua innocenza mente Quando la lacrima confonde l’addio con i per sempre I dispiaceri son gocce nei bicchieri ove il domani beve Dove affogano navi le sere in cui ingannan maree Non sarà più bello il suo nome con voce balbuziente Di lei rimane la cenere d’una sigaretta come dire niente
Robé Il destino ti aspetta e viene sempre il tuo turno Lo so ti fa ingoiare la primavera e sputare l’autunno Robé la vita ci plasma sembra spesso incomprensibile Tra il bianco ed il nero il disegno qui resta invisibile
Robé nuota anche se inverno il mare non si vede più Non vedrai più nessuno ma nel nulla ci sei sempre tu Ricordi la fantasia ci accompagnava ad ogni passo Valli e fiumi nelle mani un pianeta sopra un sasso
Robé questi sono tempi strani tempi folli Non buttare idee in pasto a chi non ha più sogni Accendevamo stelle nelle notti senza senso Sulla vita involo quando guardava di traverso
Oggi l’amore uccide chi nel mondo posto non ha Dio non lo ritrovi sentendo in colpa ora alzati e va Vivi la vita lei si muove anche dentro un rifiuto Nell’attesa dell’amore che per sempre appare muto
Robé ricordi le notti ad ascoltare il mare Di lotte tra spuma e roccia è un eterno parlare D’un campo di guerra che è campo da arare Nelle cicatrici ove vi è il verbo ricominciare
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Giulio Verne Stasera nel mondo deforme il buio prende forma Bombe nell’aria giungo al dunque qui nulla torna Risputo i mali i pregiudizi i limiti vago controcorrente Nel cuore oceani d’oro dove giungono ardite vele Il cielo d’Amiens era corrugato chiuso su se stesso Foglio bianco alle paure si risposi con l’amplesso Su una zattera tra scogliere di chi non sa osare Sul campo in fiamme nel luccichio ci vedevo il mare Volto ombroso in fuga a mani nude sulle rupi Perché tanto si soccombe ai suoi sogni o ai suoi incubi Scrivo finché trovo il posto che non trovi senza perderti Non chiesi mai a nessuno di leggermi ma di leggersi Dal nulla creo ponti arcobaleni per i bassifondi Su spiaggia desolate canti e vita di nuovi porti Il mio pianeta eccolo colori per occhi allibiti Che il mondo non si cambia è l’alibi de falliti Ho fogli sparsi tagli nelle rughe del cervello Racconto di ombre e luci dalle vie dell'inferno Mi chiedono se ne capisco se il mondo lo subisco Nel collasso della storia un domani lo percepisco So che il mare sta sempre vicino ad una duna Come noi sulla terra cava siamo vicini alla luna Parole a freccia oltre il tempo letto sugli orologi Narrano di cose a cui gli uomini non danno nomi Vedo immagini dell’uomo che spicca il volo Tratto dopo tratto la forma del mio capolavoro L’oceano dove un pesce divenne sottomarino Chiamala se vuoi la nostra parte di divino
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l'uomo che rise al mondo L’oscurità traccia tra i rami stizziti resti di un mondo andato Non capii mai nulla del mondo del suo tanto o troppo amore Stetti una vita in equilibrio accartocciando la gioia al dolore Poi il primo colpo di vento la primavera che scompiglia pagine già scritte e con i suoi colori quadri già dipinti… Sfrontato e arrogante come un colpo di sole Che ridà colore a facce avvolte nel pallore In piena notte lungo le strade annebbiate Si sedette al tavolo a ridere con nessuno Viso rugato di passione e delusioni appassite Ponti quando le vie del signore furon poi finite Ogni solco grido d’una storia che non vuol finire La puntina del tempo lo scolpì come un vinile Un innamorato non dell’amore ma della vita Senza re né idoli solo per la gioia di vivere Rideva sul dorso del rumore del mondo Un sorriso uccise mai chiesto tanta mostruosità Capii che aveva vinto ogni sfida Sia contro la morte che contro la vita Con la fantasia sopra un vita a farsi male Non avrà risposte ma non confuse le domande Capii senza vergogna né violenza Che tra 10 anni e cento non fa differenza Quando uno sguardo piega la carta E diventa regina delle rondini di primavera Nulla era fatto per farci incontrare Come l’inverno che incrocia l’estate ridiedi agli uomini il mio colore della pelle restituii i soldi i trofei i collari una vita di barre Fu la strada dei miracoli che nascono senza domandare Dei viali oscuri che non percorre chi non vuol rischiare Grande il mistero di chi non bussa per entrare E porta via con un sorriso chi si sposa al lamentare
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Dove osano gli aquiloni, L'alfabeto della libertà
Nel cielo senza fiato son soffio d'ispirazione Leggero più di voi capisci la mia espressione Il mio osare lo vedi ma non lo puoi comprare A me una ventata d’ idee basta già a volare
Inchiodati al suolo punti vuoti sul selciato Impigliati nel ricordo d'un passato ormai odiato Stupenda esistenza d’un pezzo di legno inerte Più bella e viva di vuoto essere cosciente
Sopra il passato prima che il vento spiri Vivo come voi ma non vivo come i vivi Non emetto suoni ma più di voi so ascoltare Tremo per il mondo questo è il mio parlare
il sole sfuma la luce per colorare il giorno muore e risorgerà ed io fletto ma non crollo Svetto in alto compio il mio destino Accendo fuoco negli occhi d' un bambino
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La sabbia m' avvolge mio mantello di seta Muto realizzo il sogno lotto con furia cieca Aggiungo nuova linfa a sprazzi di vita A chi in basso s 'esprime con le grida
Ed il rumore della gente poi scemerà Ne resterà il nulla non so chi lo vorrà Io legato ad un sogno altri ad una catena Il vento m’imbocca parole mio anatema
Mondo indifferente tocco i raggi del sole Li sostengo con la tela il giorno mai muore Dipingo sull'orizzonte la mia eredità Sul foglio d'aria l'alfabeto della libertà
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Dilemma riflesso Ricordi era notte gridavo al mare di novembre L’amore finisce solo il dubbio resta per sempre Di te di noi del tutto che non c’è e ferisce A noi in fondo si sopravvive solo se si impazzisce Sdraiati sul pavimento nel corpo d’una trincea Siam baci mai dati profumi infranti orchidea Viviam alla mercé d’ una mano tesa a mendicare Un piatto di ferite che solo unghie san graffiare Piange nero sull’asfalto della realtà che sbianca A ritroso goccia dopo goccia traccia dopo traccia Viviam alla mercé d’un mondo intero che casca Tranciato dalla gioia nata spessa e morta piatta E per terra sogni e futuro stanno appassendo Non abbiam preso forma siamo rimasti tassello I tuoi capelli onde sulle schiena del tormento Abbracciati intorno al vuoto che si sta chiudendo Punteggiano l’azzurro punti d’ aquiloni o aeroplani? Identici forme per chi confonde lo ieri ed il domani Due corpi nell’eclisse d’un battito di farfalla Gridano nel silenzio più pesante del vuoto che passa Due cuori soli coperti di fango Ci credevamo stesi su un suolo di cristallo Due cuori soli due mani stanche Mi strappo versi dalle vene in queste notti bianche I tuoi occhi impressi mentre cola rimmel Partirò da questa casa vuota il temporale insiste Siamo rimasti a rincorrer sogni senza più fiato Non a rincorrer futuro ma a scappare dal passato Partirò una notte sotto un manto di speme Oscillando tra una foglia e un fiocco di neve Invisibile nel dilemma e le sue promesse scaltre Tra la scelta d’una vita e l’ignoto delle altre
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Due cuori umanisti Figlio sta sera poco importa le lacrime di ieri Le palpebre chiuse che trattengono dispiaceri I cuori strappati dall’ultimo giorno di gioia Dall’ uomo che ti uccide e dall’altro che ti odia Non importano i roghi che dipingono l’orizzonte I libri mai scritti la solitudine di chi segue le folle Se non ci saranno stelle in giorni nati notte Sottopelle le luci son lucciole non son interrotte Poco importano le praterie dei sogni infranti Gli incubi dei cimiteri che riempiono valli Se ti accorgi che ogni uomo vive sulla sua croce E dimentica il suono di ogni corpo e ogni voce Le parole che amavi che il tempo lasciò estinte Le sere di primavera troppo belle mai dipinte I ripianti i rimorsi che il tempo per noia lascia Se niente ci sorpassa prima o poi tutto passa Tagliati dalle grida di litania che sulle pelle ferisce L’ombra dentro che il cielo sopra incupisce Ricordati delle foglie morte sotto il temporale La follia di raccoglierle le gesta che non son vane Le grida sperando che risponda un aquilone Il passato pesante che rende le persone meno sole Pensa alle solitudine che fan uomini altruisti Ai bicchieri pieni versati per due cuori umanisti
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Il castello nella nebbia
Qui arrivai di notte perduta tra posti sperduti Dove ci si graffia di carezze si dimenticano saluti E colsi andandoci le tue lacrime e pezzi di sorrisi I baci che mi portai dietro sull’ultima luce dei visi
Era primavera ma c’era nebbia in quel castello Mi restavano tele bianche mi si ruppe il pennello Il mio destino sai ora lo capisco fu maledetto Si nascondeva nelle tue frasi in ogni mio non detto
Campi di battaglia si posarono su campi di grano Li porto dentro col tuo mormorio che il tempo rese vano Le pianure di rose morte disegnavano il cordoglio Ove si spense l’amore trafitto da un scheggia di sogno
Mi chiusi ricchezza o povertà facevano lo stesso In una torre la tua attesa mi rischiara l’inverno Non ascoltai L’autunno che riprende i suoi figli Solo il caldo del tuo sorriso su un prato di gigli
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Lancette non fanno che lasciar in sospensione Ogni minuto é pausa ogni secondo ustione Gelida la mano su un piano a cercare note In questa valle d'ansia a ricreare la tue voce
Principessa nel mondo senza cielo né terra Ove la più ampia radura si può fare cella Le mie parole son sangue che cercò le vene Che ti diedi una sera in cui cercavi da bere
I muri non son loro che mi imprigionano Sono i ricordi di due corpi che non si donano Stasera le polveri degli amanti piangono Le eternità promesse tra i crisantemi che languono
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Due bambini Notte fonda l’ asfalto riflette i deboli fari Unici astri tra gli infiniti calanti sipari Abbassati dall’alto di un domani verso lo ieri Al tenue lume sommergono distratti pensieri Il faro d’una candela solleva il giorno che scema Sovviene quel poco calore che i sogni anela Sinuosa si torce la fiamma con gran carità Impreca la luce non sia abbagliata dell’oscurità La dolce cera non porta il chiaro di maggio Ma basta a sollevare il mondo con un raggio Ci rischiara i segreti celati dal falso vero Le fabbriche partoriranno le nuvole nel cielo?? Un giorno d’ ombre senza sole che soffre Qui molto a nord il freddo solo questo offre Crescemmo tra profumi d'acciaio e nebbia uguale L’orizzonte piatto? mai lo sapemmo confermare Nascemmo senza vestiti due cuori nudi Ove la bellezza si trova immaginata sui muri Non alzammo la voce per paura d’osare Per paura che da lontano si svegliasse i mare Laura la vita un tessuto cucito di rinunce Noi bambini a disegnar oceani sulle guance Il cielo sveglia i nostri sogni e poi li beve Vi invidiamo il sole ci invidiate la neve Eravamo due bimbi sotto il telo nero per mano I sogni non si rincorrono lascia che accadano Il sorriso di gioia la "non scelta" sorte flagella Sul mondo fu distesa la nostra miseria più bella Crescemmo con l'inganno del giallo a giugno Non del suo sole ma delle foglie d'autunno La miseria schiacciava sul cuore i suoi carboni Lasciando tracce di sangue che Dio ci perdoni
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In fila nelle acciaierie che sbuffano illusioni Ridipingevamo giorno e notte senza ombre di colori Le fornaci non forgiavan alcuna forma d' illusione Se non d'una farfalla stinta su un fiore di carbone Cercavamo il paradiso ai bordi della cittĂ Ma i cammini sputavano chiasso e nessuna veritĂ La confusione del rumore ci confuse le rotte Fu la fine del giorno o l'inizio della notte ?
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VIDEOPOESIE
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Dove sognano gli aquiloni
Sto andando a casa
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Mare astrale
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L’uomo di passaggio
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Il robot
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Memorie eterne
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