Periodico bimestrale sul Tango • Numero 4 • Giugno 2012 Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia
Ambasciata della Repubblica dell’Uruguay
24 MAGGIO IN CAMPIDOGLIO - 3RD EUROPEAN CHAMPIONSHIP 1/ 8 LUGLIO
Libertango
l’analisi musicale
Roma Capitaledel tango
di Meri Lao
La Doble Hoja ospita
Fútbol & Tango «El Hincha»
Discepolín di Max Civili
II Edizione CONCORSO LETTERARIO “Volango, parole, tango e nuvole” Premiazione: Roma, 5 luglio GALLERIA ALBERTO SORDI Tutti i testi sul sito
www.faitango.it
Il più celebre poeta contemporaneo del tango scrive in esclusiva per la Doble
UN OMAGGIO A PIAZZOLLA 4 LUGLIO 2012 A VENT’ANNI DALLA SCOMPARSA
Retrato de Astor di Horacio Ferrer
Foto Jpeg
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LE OPINIONI DELLA DOBLE
Il porteño romano di Marcelo Alvarez
L’italiano a Buenos Aires di Pier Aldo Vignazia
SOMMARIO
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HOMENAJE A PIAZZOLLA (1)
Retrato de Astor di Horacio Ferrer
10 In copertina: 24 maggio 2012. Sotto le stelle del Campidoglio a passo di Tango
HOMENAJE A PIAZZOLLA (2)
Libertango. Un’analisi musicale di Meri Lao
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PER LA FIESTA NACIONAL ARGENTINA
Campidoglio 24 maggio 2012. Il cuore di Roma a ritmo di Tango di Manuela Pelati
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14 Todi e gli spiriti del Tango di Max Civili
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LA DOBLE OSPITA EL TANGAUTA
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HOMENAJE A PIAZZOLLA (3)
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PSICOTANGOTERAPIA CON IL METODO TROSSERO
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Inserto speciale sul Festival 11 giugno - serata «Libertango» Tangoterapia, sperimentazione per la qualità della vita di Anna Costantini
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FÚTBOL & TANGO
Le due anime argentine di Enrique Santos Discepolo di Max Civili
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la DOBLE HOJA del TANGO Direttore Responsabile: Manuela Pelati Ideazione: Marcelo Alvarez In redazione: Manuela Pelati, Max Civili (dall’Italia) Pier Aldo Vignazia e Nancy Miranda (da Buenos Aires) Collaboratori: Anna Maria Fabbri e Antonio Lalli Si ringrazia per la consulenza Carlos Ochoa Grafica e impaginazione Pia ‘t Lam Stampa Edisegno srl - P.zza G. Tavani Arquati 113 - 00153 Roma Reg. Tribunale Civile di Roma N 344/2011 del 10-11-2011 di Edisegno srl Per contattare la redazione: mpelati@ladoblehoja.it, mcivili@ladoblehoja.it, malvarez@ladoblehoja.it Per prenotare la propria inserzione pubblicitaria: ladoblehoja@hotmail.com Chiuso in redazione il 28 giugno 2012
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PRATICHE E MILONGHE
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IL RACCONTO
Pratiche e milonghe estive a Roma Quando Querer diventa Queer di Mario Abbati
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TANGO & CINEMA
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LA DOMENICA DELL’ARTE
Il “gaucho” Gassman di Anna Maria Fabbri, foto di Mario Giannini
MILANO
Scarpe per il tango
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+39 3356868588 isidoro.guarrera@gmail 4
IL PORTEÑO ROMANO di Marcelo Alvarez
Ma la competizione premia davvero i migliori? Il sociologo Alessandro Dal Lago: «Se competere è nella natura umana, la competizione, nella maggior parte dei casi, si svolge in modi che sono tutto fuorché naturali»
Con questa domanda il sociologo Alessandro Dal Lago sull’Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche affronta il tema della competizione. «Vincere è decisivo in politica, nell’economia di mercato, in un concorso per un posto di lavoro, e, in larga misura, anche nella scuola. La vita di un individuo insomma è un susseguirsi continuo di prove, nei quali il successo è spesso determinato dal fatto di riuscire a ottenere risultati migliori rispetto agli altri» scrive Dal Lago. Ma la risposta alla
Questo concetto riporta la competizione a un’esperienza interiore del singolo atleta. «La preparazione è la cosa più importante ed è l’unico pensiero che serve per affrontare una gara» diceva De Coubertin che aveva rifondato le Olimpiadi sull’esempio dell’antica Grecia. Ma spesso le logiche e i meccanismi del risultato finale di una gara sono legati a una molteplicità di fattori, non facilmente individuabili. Soprattutto per le competizioni lega-
La coppia colombiana (Hernández-Arboleda) e quella venezuelana (Erban-Sánchez) rispettivamente primi e secondi al Mundial 2011 nello stile “salón“
Stefania Tormenta Panucci e Gianluca Mascitti sono tra i protagonisti della milonga “EL VIEJO LAVADERO”, una volta al mese nell’ex Ospedale Psichiatrico di Santa Maria della Pietà a Roma. Oltre alle serata di tango, l’associazione che occupa l’edificio organizza mostre, convegni e attività sociali di grande impegno per i partecipanti, non solo del quartiere. La milonga, che si svolge all’interno della lavanderia dell’ex nosocomio, il due giugno ha visto la partecipazione di circa 500 persone
domanda se la competizione premia davvero i migliori è questa: «A volte non è così e l’impressione che se ne trae è che la partita, spesso e volentieri, sia truccata. In economia, per esempio, il più delle volte non vince l’imprenditore geniale o che ha saputo meglio investire, ma quello che ha una rendita di posizione, una linea di credito agevolato o una soffiata sulle previsioni di mercato. Non parliamo poi dello sport, dove a vincere non è più l’atleta migliore, ma quello che ha alle spalle l’organizzazione più efficiente». E trae la conclusione: «Il risultato è sconfortante, perché, se competere è nella natura umana, la competizione, nella maggior parte dei casi, si svolge in modi che sono tutto fuorché naturali» Nel tentativo di nobilitare la sua creatura, i Giochi Olimpici, il Barone De Coubertin diceva che: «L’importante non è vincere, ma partecipare».
te alla forma artistica, che non sono come la corsa d’atletica dei 100 metri, dove i secondi impiegati determinano la classifica. E le gare di tango del Mundial de Buenos Aires (foto) sono legate alla forma artistica. Inoltre è importantissima la giuria che ha dei propri criteri di valutazione, unici ed esclusivi. Se ce ne fosse un’altra sarebbe diverso, ad esempio in Italia le gare di tango sono organizzate anche dalla Federazione della Danza, per le quali il regolamento è diverso da quello del Mundial. «Quello che a noi importa è l’eleganza» affermava Juan Manuel Fernandez, presidente della giuria del Mundial nel 2011. «Un concetto, quello dell’eleganza, che prende le sfumature dall’estetica del movimento, dall’interpretazione della musica e dall’armonia che i ballerini offrono in coppia» ■
la DOBLE HOJA del TANGO | numero quattro
LA MILONGA DEL MESE
malvarez@ladoblehojadeltango.it 5
L’ITALIANO A BUENOS AIRES di Pier Aldo Vignazia
Le “Golondrinas”di Baires ricercando il nido del tango
Golondrinas de un solo verano con ansias constantes de cielos lejanos. Alma criolla, errante y viajera, querer detenerla es una quimera... Golondrinas con fiebre en las alas peregrinas borrachas de emoción... Siempre sueña con otros caminos la brújula loca de tu corazón...
Rondini di una sola estate Con l’ansia constante di cieli lontani Anima criolla (latino-americana), errante e viaggiatrice Cercare di fermarla è un’illusione… Rondini con febbre sulle ali Pellegrine inebriate di emozioni… Sempre sogna altri percorsi la pazza bussola del tuo cuore…
Valmont, e poi a nanna in hotel, che domani c’è l’aereo. Però gli altri stranieri, turisti, ma proprio turisti turisti, non lo sono. Uno non è un semplice turista se prende lezioni di tango per anni a Roma, a Parigi o a New York, compra vestiti assurdi (le donne) e scarpe bicolori (gli uomini) e si fa ventiquattro ore di aereo per fermarsi una settimana a ballare a tutte le ore in tutte le milonghe di Buenos Aires. Queste persone, più che turisti, sono pellegrini del tango, sono uomini e donne che realizzano il loro viaggio della vita, che giungono alla loro Mecca o al loro Santiago de Compostela intimo e personale per il quale si sono preparati per mesi se non per anni. E poi ci sono le golondrinas. Non sono turisti, e nemmeno pellegrini. Spesso si distinguono poco anche per abbigliamento: l’altezza è genetica, fuori discussione. Sono stranieri, è vero, ma chi non è un po’ straniero (o, se vogliamo, quale straniero non è un po’ porteño...), a Buenos Aires, dove nell’elenco telefonico ci sono cognomi di tutto l’orbe terracqueo finora conosciuto? Sono golondrinas, sono rondini, che regolamente appaiono nelle milongas e settimane o mesi dopo spariscono, per poi misteriosamente sempre tornare. Sono “il francese”, “l’austriaca”, “quella di Singapore”, “la tana” , “il gallego”, “la svedese”. Per alcuni di noi hanno anche un nome, per tutti sono presenze importanti, e la milonga non sarebbe la stessa senza di loro. Qualcuno parla castigliano, altri si arrangiano, ma tutti comunicano col cuore la stessa lingua del tango. E tutti siamo felici quando li rivediamo, e ci sentiamo un po’ tristi quando se ne vanno, anche se sappiamo che prima o poi avremo la gioia di vederli tornare. Come cantava Carlos Gardel nel tango Golondrinas. ■
la DOBLE HOJA del TANGO | numero quattro
Golondrinas (Tango del 1934) Música: Carlos Gardel Letra: Alfredo Le Pera
Di tanto in tanto, a ondate, le milongas di Buenos Aires si riempiono di stranieri. Ora un po’ meno, a dire il vero, data la crisi economica che colpisce il nord del mondo, e la strana mescola di prezzi locali sempre più alti e valore del “peso” ugualmente elevato al cambio, che rende di giorno in giorno meno appetibile un viaggio in Argentina. Per fortuna, Di Sarli riesce a mettere d’accordo tutti, sia i fanatici di Pugliese sia quelli di D’Arienzo. E così, fra le note del bandoneón di Troilo e quelle del pianoforte di Maderna si insinuano con maggiore o minore frequenza, a seconda della stagione, persone che poco hanno a che vedere con lo stereotipo criollo: uomini allampanati e biondi che ballano con gli occhiali sul naso e la cintura dei pantaloni sopra la linea dell’ombelico, donne (altrettanto lunghe) che prima di entrare in milonga hanno saccheggiato l’atelier di Christian Dior (di Parigi). Turisti, si direbbe. Sì, molti sono turisti: soprattutto lo sono quei gruppetti o quelle coppie in scarpe da ginnastica, giacca a vento e zaino che vengono accomodati nei tavoli agli angoli, un po’ defilati, e che, estratte cineprese e fotocamere, si dedicano alla parte tanguera del loro safari fotografico sudamericano, fra le balene della Penisola Valdez, i gauchos della pampa e gli spruzzi delle cascate di Iguazú. Quelli sono i veri turisti: restano un paio di ore, il tempo di fare il loro spuntino di empanadas e di scolarsi la bottiglia di
vignazia.pieraldo@gmail.com
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Retrato de
Astor “
Tra le tante situazioni vissute insieme, i viaggi o le tournée a Parigi, Roma, Buenos Aires... voglio ricordarne una: Libertador 1088 piso 14, dept C
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crivere riguardo l’influenza italiana nel Tango e abbozzare un ritratto di Astor Piazzolla, sul quale già tanti libri e saggi sono stati scritti - data la sua importanza come uno dei più grendi artisti del continente americano – significa per me dipingere anche la mia stessa vita, con tutto l’affetto e la venerazione che ho per lui. Astor è: Astor Pantaleón Piazzolla Manetti. Lui pronuncia Pantaleón così: Panta-leone, e mi dice che Astor è un nome italiano che originariamente sarebbe Astorre. Vicente, suo padre, glielo ha messo in omaggio a un suo amico e musicista, Astor Bolognini, membro di una famiglia di musicisti. Astor, nasce a Mar del Plata, Provincia di Buenos Aires, Repubblica Argentina, l’11 marzo del 1921 sotto il segno dei Pesci. Quarant’anni di amicizia fraterna ci hanno uniti. Io ne ho quindici, quando lo conosco, lui ne ha undici più di me. Da lì a breve c’è stata la pubblicazione del mio primo libro di poesie e ho avuto il privilegio - tra tanti poeti possibili – di essere stato scelto con entusiasmo per comporre testi e lavorare insieme a lui. Per due decenni. Tra tutte le sfaccettature che compongono la sua straordinaria personalità, ce n’è una che lo caratterizza e lo distingue: quello di essere sempre, sempre in viaggio. Ancora prima di essere giunto in un luogo, sta già pensando a orizzonti futuri, così come le sue creazioni si susseguono incessantemente appena realizzata una, lui già immagi-
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di Horacio Ferrer
IL DVD Contiene lo spettacolo a teatro El Poeta y la Musica con l’Orchestra Marcucci. In più interviste e tratti di conferenza tenuta al Teatro Regio di Torino nel 2007
HORACIO FERRER, poeta, scrittore, autore di più di 70 tanghi per Astor Piazzolla e Presidente dell’Accademia del Tango di Buenos Aires, ha conosciuto Piazzolla quando pubblicò il suo primo libro di poesie nel 1968. Fu proprio quello che sarebbe diventato il suo amico Astor, che lo spinse a trasferirsi a Buenos Aires da Montevideo, in Uruguay dove era nato nel 1933. Ferrer aveva studiato architettura e ingegneria, fin da giovane suonava il bandoneon e scriveva. Nel 1959 pubblicò «El Tango. Su historia y evolución». Nel 1968 compone insieme a Piazzolla «María de Buenos Aires», portandola a teatro nel ruolo del duende con Amelita Baltar cantante. Nel 1969 scrive la serie di tanghi chiamate ballate, tra le quali la celebre «Balada para un loco». Ma in concerto con Piazzolla e con ben otto bandoneon, è rimasta famosa anche la spettacolare serata al Luna Park di Buenos Aires dalla quale uscì il disco «Astor Piazzolla y Horacio Ferrer en persona». Ferrer è considerato il poeta contemporaneo più famoso e riconosciuto in Argentina e Uruguay, che nel 2004 fu candidato anche al Nobel per la Letteratura
na la seguente: Para lucirse, Lo que vendrá, Adiós Nonino, Fracanapa, Concierto de nácar, Vardarito, Las estaciones porteñas, Oblivion, Escualo, Libertango, Camorra, Suite Troileana. Questo comunque non vale solo per le sue composizioni: quando esce di casa, o da uno studio, o da un teatro dove ha suonato, cammina sempre venti metri davanti agli altri. Già durante la sua infanzia i suoi genitori Vicente e Asunta danno un impulso al suo destino portandolo con loro a vivere per dieci anni a New York. E negli Stati Uniti tornerà con l’idea di lavorarci e stabilircisi definitivamente intorno al 1960, quando muore suo padre «Nonino», come lo chiamavano Diana e Daniel, i figli avuti con la prima moglie Dedé Wolff. Di questo periodo conservo una quarantina di lettere scritte da lui. Dopo vivrà per un lungo periodo a Parigi, poi a Roma, infine si stabilì a Punta del Este, in Uruguay. E se non viaggiava quasi più, lo si deve alla sua quasi insuperabile avversione per gli aerei: un’angoscia esistenziale, che gli crea ansia, che lo affligge, che lo soffoca e che gli rende vano ogni sforzo. Il famoso filosofo spagnolo José Ortega y Gasset afferma che la sete di viaggi è un chiaro sintomo di intelligenza. Ma l’aspetto intellettuale in Piazzolla viene sovrastato dal suo enorme talento. Nato per essere musicista, predestinato a produrre un’opera formidabile, Astor è una sorgente per la musica. Tra le tante situazioni che abbiamo vissuto insieme, durante i viaggi, o le tournée, a Parigi, Roma, Madrid,
Foto storiche gentilmente concesse dall’Academia Nacional del Tango
20 anni dalla scomparsa (1992-2012)
Il Tango e la musica di Piazzolla viaggiano per tutti gli orizzonti del mondo, oltre la vita e al di là della morte
la DOBLE HOJA del TANGO | numero quattro
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portante (ne portò una copia in Francia nonostante l’eccedenza di peso), ho scritto un suo ritratto e prima di pubblicarlo per delicatezza gliel’ho voluto leggere. Diceva, dice: «L’arte porteña e argentina di Astor Piazzolla è una sintesi poderosa, integra, è la decantazione di un’etica musicale intuitiva, la somma di un ideale caparbio e frenetico e l’amore per la terra che gli buca la suola delle scarpe e gli risuona nel cuore. È stato lui a segnare il profilo di una costellazione cosmica, il massimo esponente di un gruppo di compadres, con l’incanto dei romantici, la forza del carattere e il nutrimento per il futuro del tango. Per tutto il tango. A volte eretico, contraddittorio, incauto, la sua forza sembra essersi intorpidita per attraversare la vita nella desolazione suprema di una persona allucinata che un giorno intravede il numero magico nel proprio essere e sa, con euforia e con timore, che i giorni che gli rimangono risulteranno pochi per rivelarla tutta». Socchiuse gli occhi sussurrando: «Scrivilo così, tale e quale: questo sono io». Ancora adesso, come lui stesso viveva allora, il suo Tango e la sua musica viaggiano per tutti gli orizzonti del mondo, al di là della vita e della morte. ■
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Londra e Buenos Aires, voglio ricordarne una: Libertador 1088 piso 14 departamento C. Lì, ancora assopito nel mio letto, lo sento che si alza alle nove di mattina con un caffè, per poi sedersi al pianoforte e lasciarlo non prima delle sette di sera, quando, allora sì, si permette uno scotch. In quelle dieci ore lo vedo riempire con un pezzetto di matita, senza quasi usare la gomma, mucchi di carta pentagrammata, annotando con la mano sinistra - è mancino temi e melodie assolutamente inediti. Mentre con la destra, solo ogni tanto, prova - in modo disadorno, quasi silenziosamente, con le punte delle dita - qualche accordo sulla tastiera. Perché la musica è già tutta dentro di lui. E mi confessa: compongo sul pianoforte perché mi dà l’idea di avere l’orchestra davanti e soprattutto perché sono un pianista talmente mediocre e faccio un sacco di errori, dai quali poi mi vengono delle idee che mi piacciono. Io avevo già raccontato la storia del Tango ma, con a fianco questo complice, con le nostre composizioni, la Operita María de Buenos Aires, El pueblo joven, Las Baladas, i Poemas, Chiquilín, 3001, La bicicleta e tutte le altre, abbiamo rinnovato il Tango... con lui ho potuto scrivere un altro pezzo importante di questa storia. Un pomeriggio del 1979, per una riedizione di El Libro del Tango di cui ero l’autore, un trattato in tre tomi che pesava dieci chili e che lui adorava e me lo chiedeva sempre quando doveva fare un regalo im-
* Abbiamo scelto di tradurre le parole di Ferrer per il pubblico italiano. Ma la traduzione non rende la poetica del grande scrittore che lasceremo in originale sul prossimo numero (Manuela Pelati, direttore responsabile della Doble)
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LIBERTANGO di Meri Lao
Analisi musicale per chi non legge le note
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arebbe piaciuta molto a Piazzolla. Quando nel 1974 l’ho conosciuto a Roma, avevo appena consegnato all’editore Bompiani il mio primo libro sul genere rioplatense, Tempo di Tango. Ci avevo incluso una lunga scheda su di lui, e gli chiesi se gli era possibile controllarla e correggere eventuali errori prima che andasse in stampa. Si offrì di farlo subito, per telefono. Mentre leggevo, dall’altra parte dell’apparecchio era piombato un silenzio assoluto, ma alla fine sbottò con un: “¡Perfecto! ¡Por fin un retrato musical en el que me reconozco!” Da lì in poi ha voluto che fossi io a scrivere i commenti musicali dei suoi programmi di concerto in Italia e di tutto il materiale registrato alla RSI di Lugano, e non dimenticò mai di citarmi quando i giornalisti argentini lo intervistavano sugli anni vissuti in Europa. Sono sicura che avrebbe apprezzato questo tentativo di “alfabetizzazione musicale” prendendo come esempio il suo Libertango. Con qualsiasi materia si abbia a che fare, un glossario minimo ci vuole. Facciata, porta, finestra, tetto, colonna, arco, cemento armato, mattone, legno: sono tutti termini che abbiamo acquisito sin da bambini e che ci permettono, senza sforzo, di seguire qualcuno che parla di architettura. Siamo anche riusciti a impossessarci, da adulti, di un linguaggio apparentemente ostico formato da parole straniere, neologismi e acronimi, il che ci consente di discorrere col tecnico che ci risolve i problemi del computer, e di destreggiarci vivaddio nel mondo dell’informatica. Con la musica non succede così. E le scuole italiane ormai non garantiscono quel minimo di rudimenti e di pratica che consentano agli allievi di diventare un pubblico consapevole o almeno di uscire dalla limitatezza del commento “Mi ha regalato una grande emozione”, ripetuto come un mantra dai blogger di YouTube (cliccare per credere). Tutti i musicisti provano un certo imbarazzo a sentir opinare di musica i profani. Astor Piazzolla, davanti a una siffatta situazione,
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MERI LAO, musicista e scrittrice, milanese di nascita, vissuta a Buenos Aires, Montevideo, Parigi, L’Avana, risiede a Roma. Fedele a certe tematiche (la musica, il femminile, l’America Latina), è nota per i suoi spettacoli con gli allievi dei Licei Sperimentali, per la canzone che impernia la scena della festa nel film di Fellini “La città delle donne”, e per i suoi libri sulle Sirene e sul Tango, nonché i numerosissimi articoli e interventi in convegni internazionali. “Tanghitudine” è il titolo del suo onewoman show, andato dieci anni in tournée. Nell’ottobre 1983 a Lugano ha coinciso con Astor Piazzolla nella stagione di concerti della Radio TV della Svizzera Italiana
andava su tutte le furie, senza risparmio di improperi. Circola un cospicuo aneddotario al riguardo, in cui i detrattori (Borges compreso) ne escono con le ossa rotte. Per converso, i musicisti gli meritavano il massimo rispetto. Ha fatto tesoro delle osservazioni musicali più drastiche di Nadia Boulanger, la maestra parigina, che l’ha convinto a coltivare la sua unicità. Ha dato tutto lo spazio espressivo alle sue soliste, esaltandone l’alterità: ricordiamo Amelita Baltar, Mina, Milva. Ha affidato, da pari, a una musicista (Eladia Blázquez), il compito di scrivere le parole di Adiós Nonino, la sua opera più privata, uno specialissimo thrénos dedicato a suo padre e inizialmente concepito per bandoeón e orchestra. Al lavoro, dunque. Bisogna conoscere due importanti forme musicali, per cui ricorreremo a un lessico specifico adeguato, che segneremo in neretto. Forma suite – Bach, Haydn, Mozart e Domenico Scarlatti hanno scritto dei capolavori su questa forma, alla quale obbediscono la quasi totalità delle composizioni canzonettistiche e tanghistiche. L’unità di misura delle forme musicali è la battuta, periodi di tempo più o meno regolari, che si scandiscono in battere e in levare (pensate alla marcia: il piede che batte per terra e il piede alzato). Le forme si organizzano in serie di quattro, otto, sedici battute aventi un senso compiuto. La forma suite è bipartita e monotematica. Bipartita perché si svolge in due parti AB, che spesso vengono ripetute: ABAB. E ha un solo tema musicale. Il tema musicale è ciò che ci permette di capire, ricordare, riconoscere, ripetere quel brano. Autoreferenziale, diremmo oggi, tale e quale l’enunciato verbale. Ma, siccome con le parole abbiamo più dimestichezza che con la musica, sarà opportuno analizzare una canzone in forma suite ABAB. In questo caso la parte A si denomina strofa, che, quando si ripete, impiega altre parole (pensate al tango Volver, che all’inizio dice: “Yo adivino el parpadeo...”, e nella ripetizione cambia: “Tengo miedo del
Foto: Mario Giannini Marcelo Alvarez e Sabrina Amato ballano Libertango, in una trascrizione per quartetto d’archi, contrabbasso e cajon, durante il Rome Chamber Music Festival a Palazzo Barberini l'11 giugno 2012
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encuentro...”). La parte B invece si mano destra. La chiave di Fa o di chiama ritornello, torna la musica basso serve a leggere le note più Libertango è in forma con le stesse parole (“Volver con la gravi, che si suonano con la siniAllegro-sonata. Beethoven frente marchita...”), perciò è la parte stra. Subito dopo le chiavi possiaha portato alle estreme che viene ricordata più facilmente. mo vedere un segno simile a una Forma Allegro-sonata – Beethoven C: significa che ciascuna battuta conseguenze questa forma, ha portato alle estreme conseguencontiene quattro tempi, 4/4 come caratteristica di sonate ze questa forma, caratteristica di viene spesso segnato (se invece di sonate, quartetti, quintetti, sinfonie, un tango fosse un valzer, i tempi come di sinfonie concerti per strumento solista e di battuta sarebbero tre e si segneorchestra, ouverture. La forma rebbero con la frazione 3/4). È un Allegro-sonata è tripartita e bitematica. Sempre organiz- brano brioso, veloce, e ciò si desume dal numero indicato zata in battute in numero multiple di quattro, ma le dal metronomo in cima: 152 quarti al minuto (se invece dimensioni si sono allargate. I due temi sono ben distinti: fosse una marcia, ci sarebbe scritto 120, che è il normale il primo ritmico e il secondo melodico, il primo percussivo passo del marciare). Non fate caso ai numeri collocati sulle e il secondo soave, e così via. Le tre parti ABA si denomina- note: essi attengono alla diteggiatura, cioè alle dita che deve no Esposizione - Sviluppo - Ripresa. Nell’Esposizione si mettere il pianista perché gli riesca più comodo un passagmostrano i due temi in tutta la loro diversità, uno dopo l’al- gio musicale. tro, occupando ciascuno lo stesso numero di battute. Nello Sul pentagramma superiore vediamo il primo tema, così Sviluppo avviene la libera elaborazione dei temi, che si familiare all’ascolto da poterne seguire la raffigurazione inseguono, si intrecciano, lottano, si spezzano, sembrano scritta: gli accenti (ad angolo, circonflessi) a marcare certe scambiarsi le peculiarità. Nella Ripresa tornano entrambi i note, le pause (simili a un sette) che, messe sul primo temi, ma il secondo si ripresenta nella stessa tonalità (cioè tempo di battuta, producono quello spostamento inatteso la stessa armonia, gli stessi accordi) del primo tema. Una nella metrica regolare del brano che si chiama contrattemvittoria più che annunciata (pensate al potente inizio della po. Sul pentagramma inferiore vediamo l’accompagnaQuinta Sinfonia beethoveniana). mento, con la tipica scansione piazzolliana 3+3+2, il cui valore aritmetico è pur sempre 8, riconducibile a 4/4, ma pieno di sincopi, un’altra particolarità ritmica e dinamica che crea un effetto a sorpresa come il contrattempo.
la DOBLE HOJA del TANGO | numero quattro
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Qui abbiamo le quattro battute iniziali del Libertango che, come avrete capito, è in forma Allegro-sonata. Le battute sono indicate da linee verticali che attraversano il pentagramma. I pentagrammi, uniti da una graffa, sono due, perché si tratta di uno spartito per pianoforte. Pure due sono le chiavi, che precisano l’altezza del pentagramma. La chiave di Sol o di violino serve a leggere dalle note centrali della tastiera alle note più acute, che si suonano con la
Qui abbiamo otto battute con il secondo tema del Libertango. Osservate la grande diversità grafica nei confronti del primo tema. Quanto quello era breve, fitto, ripetitivo, questo è largo, spazioso, fatto da lunghe note sincopate, che si prolungano fino alla battuta successiva (il che viene indicato dalle legature di valore, quel segno curvo posto sopra le note della stessa altezza). ■ 11
CAMPIDOGLIO - ROMA, 24 MAGGIO 2012
Il cuore di Roma a ritmo di TANGO per la Fiesta Nacional Argentina
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di Manuela Pelati
pettacolare, unica e indimenticabile. La noche dal titolo «Sotto le stelle del Campidoglio a passo di Tango» che si è svolta a Roma il 24 maggio, ha lasciato un segno. In una serata dall’aria tiepida e il sapore estivo, la forza delle emozioni e delle passioni, unita da tante realtà differenti, ha fatto sognare. La serata organizzata dall’Ambasciata della Repubblica Argentina a Roma insieme con il Comune di Da sinistra: la vice sindaco di Roma Capitale, Sveva Belviso che balla con Leonardo Roma Capitale, era voluta per celebrare l’anniversario de Elias; l’ambasciatore della Repubblica argentina a Roma Torcuato di Tella e l’assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale, Dino Gasperini La Fiesta Nacional Argentina, con tanto di Inno Nazionale a mezzanotte in punto. Durante la noche si sono esibiti i maestri delle scuole roma- Roma Capitale, Sveva Belviso (ideatrice della serata), ne ed è andata in scena la milonga per il ballo sociale fino l’Ambasciatore della Repubblica Argentina a Roma, a mezzanotte. Con la musica dal vivo dell’orchestra Torcuato di Tella (che con l’ufficio culturale ha organizzato Alfredo Marcucci (italiana) e quella Cachivache (argenti- la noche) e l’assessore al Comune di Roma Capitale, Dino na) migliaia di persone sono state accolte sul colle più an- Gasperini che già nel 2011 aveva offerto al tango la splentico di Roma, nella piazza disegnata nel ‘500 da dida Terrazza Caffarelli – adiacente alla piazza – per la preMichelangelo Buonarroti, dove è posta la statua in bronzo miazione del concorso letterario «Volango, parole, tango e (una copia dell’originale) dell’Imperatore Marco Aurelio. nuvole» indetto dalla nostra rivista. Un patrimonio storico e artistico che ha teso la mano al Il tango, soprattutto per la musica e il ballo, batte sempre «Bene culturale immateriale del tango», inserito più forte nel cuore degli italiani. «La melodia è ciò che del dall’Unesco nel 2009, tra i patritango più mi ha catturato, quanmoni dell’umanità. do ho cominciato a suonarlo» ha Gianni Iorio: Sono saliti sul colle degli imperadetto Gianni Iorio, direttore (dal tori romani centinaia di argentini 2010) dell’Orchestra Típica «Quando viaggio che vivono a Roma, turisti e citAlfredo Marcucci dopo la scomin Puglia e leggo i cartelli tadini a passeggio, ma soprattutparsa del fondatore argentino. sulla strada statale 16: to (quasi) l’intera tribù dei balleIorio, pugliese di origine e prorini romani: più di tremila persoveniente da una formazione “mobilificio Troilo”, ne si sono ritrovate nello spettaclassica in conservatorio, è un mi viene da sorridere…» colo che ha unito antichità e moesempio di fusione artistica tra dernità. Tutti hanno partecipato Italia e Argentina. «Per me il all’allegria della Fiesta del 25 de tango è stato una scelta naturamayo, una delle più sentite e cele» ha asserito. «Astor Piazzolla lebrate in Argentina. E il giorno diceva che il contributo italiano dopo su internet si sono moltial tango è dell’ottanta per cento. plicati i messaggi di entusiasmo E io quando viaggio in Puglia e e approvazione dei tangueri, leggo i cartelli sulla strada statatanto che una pagina su le 16: “mobilificio Troilo”, mi Facebook dal titolo “ARGENviene da sorridere…». TITALY, il tango nelle piazze Il Campidoglio, a pochi passi dai romane» ha raggiunto in sole 3 Fori dove nel 44 a. C. fu ucciso ore, 750 iscritti. Giulio Cesare in una congiura, è Ad aprire la serata all’imbrunire il primo dei sette colli di Roma, sono stati la Vice Sindaco di sede del potere politico fin dal-
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In alto: la pista montata sulla piazza del Campidoglio. In basso a destra: l’orchestra Marcucci, a sinistra quella Cachivache. Il disegno è stato realizzato durante la serata da Valerio Scarapazzi
l’epoca dei re (VII sec. a.C.). La piazza ospita anche i Musei Capitolini che contengono sculture, pitture, reperti e documenti storici tra i più importanti della città, capitale d’Italia. Sulla piazza si affacciano anche gli uffici della giunta e del sindaco di Roma. La Fiesta Nacional Argentina del 25 de Mayo celebra la cosiddetta «rivoluzione di maggio» del 1810, quando si è costituito il primo governo argentino indipendente dalla Spagna. Un rovesciamento avvenuto in conseguenza dell’avanzata europea di Napoleone e del crollo dei Borbone. In realtà l’indipendenza argentina vera e propria fu dichiarata il 9 luglio 1816. ■
Todi e gli spiriti
U
del
tango
na volta l’anno, per qualche giorno, con l’approssimarsi dell’estate, nelle stradine che collegano i rioni medievali di Todi riecheggia senza sosta il suono del bandoneón, degli archi e delle percussioni delle grandi orchestre che hanno fatto la storia del tango. Sono i giorni in cui si tiene il Todi Tango Festival. Alcuni di quelli che hanno preso parte alle precedenti due edizioni del festival giurano di essersi imbattuti, di ritorno dalla milonga, in una tarda notte di fine primavera, nello spirito paffuto di Anibal Troilo, di aver intravisto Di Sarli, con indosso i suoi occhiali scuri, e il maestro Pugliese intenti a contemplare la facciata romanica del Duomo di Piazza del Popolo. Anche quest’anno, dal 28 giugno al primo luglio, il tango (e i suoi benevoli spiriti) tornano a Todi grazie a Paolo Selmi e alle sue “creature” la scuola Alice Tango e la società di comunicazione Spaccio di Sale. Il cartellone di eventi prevede una quattro giorni di milonghe, esibizioni, workshop e stage con ospiti di caratura internazionale, su tutti i campioni mondiali in carica di “escenario” Max Van de Voorde e Solange Acosta.
La milonga in Piazza del Popolo “Il programma previsto per questa terza edizione è denso di appuntamenti” afferma Paolo Selmi. “Avremo quattro coppie di ballerini e maestri di fama internazionale del calibro di Fabian Peralta e Josefina Bermudez, Alberto Colombo e Mariela Sametband, Christian Marquez e Virginia Gomez, Bruno Tombari e Mariangeles Caamano. Oltre a Van de Voorde e all’Acosta, si esibiranno i campioni italiani 2012 Luciano Donda e Cinzia Lombardi che saranno i protagonisti dei pomeriggi di piazza del Popolo, che per l’occasione sarà aperta al pubblico gratuitamente. E anche per quest’anno, parteciperà al festival quella che ritengo tra le migliori orchestre di tango in Europa: la Silencio Orchestra Tipica. L’orchestra reinterpreta una formazione classica del tango argentino degli anni 50, pur mantenendo connotazioni tradizionali, sviluppando una ricerca ritmica e sonora innovativa”. Per maggiori info sul Todi Tango Festival: www.toditangofestival.com. Relativamente agli spiriti del tango di Todi vi invitiamo a verificare di persona. (Max Civili)
Ver cobertura completa en El Tangauta • Revista Nº 210 (ABR) Edición especial 16º aniversario
EL TANGAUTA • FESTIVAL INSPIRACIÓN • 22+23 MARZO 2012
Una excusa para encontrarnos Hacía tiempo que queríamos retomar el contacto con todos ustedes a través de las producciones propias, interrumpidas hace ya algunos años. El 16º aniversario de los medios de El Tangauta, la salida de una versión impresa de la revista en Italia y el relanzamiento de Tango Bazar nos dieron la excusa perfecta.
A
penas comenzó a correr el rumor de la fiesta, adhirieron inmediata y desinteresadamente cerca de 200 artistas y hacedores del tango de hoy, todos excepcionales. Esta devolución irrefutable de cariño, que no estamos seguros de merecer, nos honra profundamente. Y además nos emociona. Porque la participación de estos protagonistas de la escena tanguera actual, hizo que el encuentro resultara una memorable muestra interdisciplinaria del potencial del tango con clima de reunión de amigos. No fueron sólo profesionales de prestigio y trayectoria, sino además creadores comprometidos con el género que admiramos y queremos y que dieron lo mejor de sí en presentaciones fuera de lo habitual. El material que presentamos aquí es sólo un pequeño anticipo de lo que seguiremos compartiendo. No fue fácil seleccionarlo, lo que demoró la salida de la edición como ocurre en toda edición especial, pero no podíamos dejar de compartir aquellas dos jornadas extraordinarias en este número aniversario histórico. Nuestro agradecimiento a todos los que lo hicieron posible, a quienes habrían estado si hubieran podido y a quienes piden que se repita. Se repetirá, sin dudas, porque hay muchísimo más tango para compartir. Ésa es precisamente nuestra inspiración, desde hace 16 años. ¡Muchas, muchísimas gracias!
Compañía Milena Plebs
Compañía Leonardo Cuello
Corporación Tangos
En el Festival Inspiración se estrenó en Argentina de La voz de tus zapatos, obra coreográfica sobre una idea de Milena Plebs, inspirada en el cuento homónimo de Alberto Ruy Sánchez. Una puesta innovadora en un espacio inusual, ¡Qué honor!
También creado para teatro y adaptado especialmente para la pista del Festival Inspiración, la compañía presentó Entre tus brazos, un fragmento de la obra coreográfica Tetralogía. Un ballet impecable bajo la mirada de un coreógrafo exquisito.
La compañía creada y dirigida por Alejandra Armenti y Daniel Juárez presentó Libertango, uno de los cuadros coreográficos del espectáculo Vibraciones del Alma, que ha cortado la respiración de los más diversos públicos. ¡Emociones sin red!
Comparsa Tragicómica
El arte del filete
¡Maestros!
Con humor, sensibilidad y buen gusto, la Comparsa Tragicómica Tanguera dio vida a esos personajes que habitan en todo reducto tanguero que se precie de tal, incluídas nuestras almas. Un genial espejo de nuestro pequeño gran universo.
El artista Jorge Muscia prodigó filetes porteños. El jueves 22, la primera modelo fue Alejandra Hobert (foto), más linda que nunca con su encanto de futura mamá. Al día siguiente Alejandra Mantiñán, cuya espalda se aprecia en la portada de esta edición.
Las clases y prácticas temáticas se planearon bajo el concepto de unión. Así, en el mismo espacio y simultáneamente, se unieron para dar clases maestros que suelen dar clases cada uno en su espacio. Fue una muestra de amplitud y voluntad de trabajar juntos. ¡Qué estimulante!
E ST R E N O
» Personajes de la comparsa
» Jorge Muscia y Alejandra Hobert
» Juan Carlos Copes durante su clase magistral, exhibe con su hija Johana. Atrás Lola Díaz y Fabián Salas.
DIGITAL Descarga gratuita | Free download ELTANGAUTA.com/ed_digital • JUN 2012
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Exhibiciones | Performances
Durante las dos noches disfrutamos de las exhibiciones de extraordinarios e irrepetibles bailarines profesionales que en cada performance pusieron el alma. Lo sabemos, lo sentimos, ¡nos lo llevamos grabado en el corazón!
» Genoveva Fernández y Tanguito Cejas
» Martha Anton y el Gallego Manolo.
» Nito y Elba
» Guillermina Quiroga y Hugo Daniel
» Gachi Fernández y Mingo Pugliese
» Juana Sepúlveda y hicho Frumboli » Mariana Flores y Eduardo Cappussi
» Lucila Cionci y Joe Corbata
» Dana Frigoli, Adrián Ferreyra y la Compañía DNI Tangos
» Juan Corvalán y Lucía Ohyana
» PAF : Pancho Martínez Pey, Ariel Pérez y Flavio Catuara » Marcelo Varela y Analía Vega
» Johana Copes y Ernesto Candal
» Claudio González y Silvia Fuentes
» Laura Melo y Ricky Barrios
>> Guadalupe García y Ojeda PARA VER LOS VIDEOS, POR FAVOR, SUSCRIBITE GRATIS A: TO WATCH THE VIDEOS, PLEASE, SUBSCRIBE FOR FREE TO: >> Alejandra Mantiñán y Martín Ojeda
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INTERACTIVA Para leer en línea | To read online ELTANGAUTA.com
» Grupo Olga Besio
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Quinteto Real
Demoliendo + Fernández
Ardit y su orquesta típica
Además de su humor, su calidez y su repertorio habituales, el Quinteto Real trajo al festival la novedad de Milongas y Milongueros, una nueva composición de César Salgán que interpretan por pirimera vez en una milonga argentina.
Demoliendo Tangos (Luis Longhi en bandoneón y Federico Mizrahi en piano), interpretó tres exquisitas composicions de Mizrahi. Luego se sumó guillermo Fernández que, en el final, nos dedicó su tango Deseo.
Antes de subir al escenario con su Orquesta Típica, y respondiendo a un pedido especial de El Tangauta, Ardit estrenó su versión del Himno Nacional Argentino preparado e interpretado junto al pianista Andrés Linetzky.
E ST R E N O
E ST R E N O
» Mizrahi, Fernández, Longhi
» César Salgán al frente del Quinteto
Narcotango
Pablo Agri
Tanghetto
Estrenó dos proyectos: el debut en Argentina del dúo Carlos Libedinsky (bandoneón) y Mariano Castro (piano) y luego, la presentación de Narcotango “Unplugged”. Cierre inspirado de la primera jornada. ¡Gracias, gente que sí!
Escogió un repertorio inmejorable para sus solos de violín. Con el instrumento de su padre; interpretó Desde adentro (Antonio Agri y José Carli) entre Nostalgias y Adiós Nonino, con arreglos de Antonio. ¡Los dos Agri conjurando!
Al enterarse que en la misma fecha de su concierto en teatro haríamos nuestra fiesta, lo reprogramaron para una semana después y se sumaron a la propuesta artística de Festival Inspiración. ¡Un gesto invalorable!
Milonga
Acústicos de Ave Tango
Más música...
En el gran salón de la UTHGRA, Silvia Ceriani coordinó y musicalizó las tandas de la milonga. Elina Roldán recibió a los milongueros de hoy y de mañana. Los artistas prodigaban emociones.
Con la coordinación y el acompañamiento en guitarra de Julián Hermidase presentaron Carlos Morel, Roberto Minondi, Luis Filipelli, Néstor Basurto y Roxana Fontán, que interpretó su propio poema Silvestre.
Pancho Martínez Pey se presentó con Los 3 Martínez, Los Hermanos Miranda, interpretaron obras folclóricas, y el Dúo Agustín Fuertes y Ariel Varnerin trajo la brisa primaveral de las serenatas.
E ST R E N O
» Libedinsky, Castro, Toth, Del Castillo
» Fontán acompañada por Hermida y Basurto
» Vista general del salón
Locución Luis Longhi y Pablo Banchero fueron dos maestros de ceremonia de lujo. Además de alternar la locución durante los dos días, cada uno sumó su música en vivo. Luis partició con Demoliendo Tangos. Mientras que Pablo cantó Bailarín de la vida, obra que compuso con Juan Malizia, en plena pista y visiblemente conmovido, una emoción que no pasó inadvertida ni para los que estábamos bailando.
» Dúo Fuertes Varnerin
Tapas
Durante las dos noches se proyectaron las 209 tapas de la revista El Tangauta, desde sus comienzos en tabloide blanco y negro, hasta la última publicada.
Fotos El público recorrió la muestra del estudio Foong | Toscano y del fotógrafo Gabriel Cano.
La kermesse milonguera Hebe Martínez, con la ayuda de Guillermo Nieto y Gabriel Di Prinzio, organizó en el patio juegos de kermesse a los que se animaron los guapos más temerarios y las minas fieles de gran corazón.
>> Últimos ajustes técnicos bajo la mirada de Carlitos
Lee todas las FORMACIONES, GRUPOS y REPERTORIOS en la versión digital Read all ORCHESTRAS, GROUPS and REPERTOIRES in the digital version (El Tangauta Nº 210 (ABR 2012)
AUSPICIARON
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El Tangauta Tango – Online! Todos los meses lee en línea o descarga gratis la edición completa y accede a la agenda más completa y actualizada del tango vivo
info domingo viernes
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El Arranque BAILE
JUEVES Clases: 21 a 22:30 hs • Milonga: 22:30 a 4 hs.
Humberto Iº 1462
15 4147-8687 / 15 5108-7567 / 4305-7310 nino.bien.milonga@hotmail.com
CHIQUE
Bartolomé Mitre 1759 4371-6767 • elarranquetangos@hotmail.com
Rivadavia 1392 Clase 20 hs. Práctica 21:30 hs. 4300 3487 / 155 458 3423 lamarshallmilonga@yahoo.com.ar www.lamarshall.com.ar
“LA MILONGA del CORAZÓN”
MARTES M MA ARTES y JUEVES de 16 a 23 hs.
Milonga Ta TTango ang ngo o Quee Q Queer ueerr
Una sensible emoción en la cordial noche tanguera
Martes de 22.00 a 2.00
J U E V E S 20:00 a 03:00 hs.
Intercambio de roles (Roles interchange)
SAN JOSE 224 Piso 1º Casa de Galicia
(Tuesdays from 22.00 to 2.00)
Piso de parquet • Amb. Climatizado
en Buenos Aires Club • Perú 571, San Telmo
Organizan: RUBEN Y MARCELA / Musicaliza: DANI BORELLI Reservas: Cel. 1551379061 Estacionamiento c/dto. Moreno 1442 nuevochique@gmail.com / www.nuevochique.blogspot.com
La Rioja 1180 (Club Gricel)
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Organizan: Juan Lencina y Daniel Rezk Reservas: 15 6724-7359 / 4803-9100 / 4903-3551
miércoles 22:30 hs.
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Alsina 2540 Clase 22:30 hs. Baile 23:30 hs.
Serata
«Libertango»
Tutte le foto sono di Mario Giannini
11 GIUGNO 2012
In omaggio ad Astor Piazzolla di cui ricorre il ventennale della morte, si è svolta a Palazzo e Terrazza Barberini la serata «Libertango» a cura della nostra rivista. Nel concerto a palazzo, nell’ambito del Rome Chamber Music Festival di Robert McDuffie, stati stati dedicati quattro brani al celebre compositore di tango: Vayamos al Diable, Oblivion, Retrato de Alfredo Gobbi e Libertango, quest’ultimo ballato da Marcelo Alvarez e Sabrina Amato. Tra violini, contrabbassi e pianoforte, la musica di Beethoven ha preceduto la dedica a Piazzolla, nella sala delle Gran Feste del seicentesco Palazzo Barberini, sotto l’affresco che copre l’intero soffitto, realizzato da Pietro da Cortona, dal titolo La Divina Provvidenza. Nel frattempo sulla terrazza adiacente, aperta al tango fin dalle 20, si svolgeva la serata di milonga a cura del dj Antonio Lalli, proseguita fino a tarda notte. Intorno alle 23, alle fine del concerto di musica da camera, il pubblico si è unito ai milongueri per concludere l’omaggio a Piazzolla a passo di tango
1° CORSO DI FORMAZIONE IN TANGOTERAPIA IN ITALIA CON IL METODO TROSSERO
La
Tangoterapia,
ricerca e sperimentazione per la qualità della vita
P
di Anna Costantini*
er il secondo anno l’Ospedale Sant’Andrea, Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università Sapienza di Roma, ha aperto le porte alla Tangoterapia, come metodo di intervento innovativo con interessanti potenzialità terapeutiche per pazienti con diverse patologie sia organiche che psichiche.
la maglia
La terapia L’iniziativa nasce nel 2011 nell’ambito della mia attività di Direttore di Unità Operativa di Psiconcologia dell’Ospedale Sant’Andrea e Coordinatore Scientifico del Master in Psiconcologia e relazione con il paziente. Come è ormai noto, la Psiconcologia è un’area clinica di confine tra psicologia, oncologia e psichiatria che ha avuto uno sviluppo importante negli ultimi 25 anni, con l’istituzione di Servizi Ospedalieri e la messa a punto di interventi psicoterapeutici «nuovi» rivolti alle esigenze specifiche dei nostri pazienti. Abbiamo osservato ulteriori interessanti possibilità nei Programmi di Medicina Integrativa presenti in oltre 40 Università negli USA che si affiancano alle tradizionali cure mediche e che comprendono tra le altre terapie definite «creative» quali arteterapia, musicoterapia, terapia attraverso i passi base di danza in un’ottica di recupero del benessere del paziente ampia e globale. La Tangoterapia si inserisce in questo filone di ricerca e sperimentazione di interventi utili al miglioramento della qualità della vita dei pazienti.
* Direttore Unità di Psiconcologia Ospedale sant’Andrea, Facoltà di Medicina e Psicologia, La Sapienza Università di Roma (mail annacostantini@alice.it, acostantini@ospedalesantandrea.it) 20
11-15 giugno 2012 La settimana dedicata alla Tangoterapia si è aperta con una Conferenza tenuta nell’ambito del Master in Psiconcologia e aperta al pubblico, cui hanno partecipato oltre a chi scrive e a Federico Trossero, Paolo Marchetti Ordinario di Oncologia Medica, Mario Pelle Ceravolo Chirurgo Plastico, Luciano De Biase Vicepresidente del Corso di Laurea in Medicina e Associato di Cardiologia uniti dalla passione per la scienza e per il tango. Lo scorso anno la prima Conferenza sulla Tangoterapia era stata presieduta dall’Ambasciatore della Repubblica argentina in Italia, Torcuato Di Tella e dal Preside della nostra Facoltà, Vincenzo Ziparo, a testimoniare un interesse congiunto. La conferenza Le relazioni e il dibattito si sono concentrate su temi quali l’efficacia dell’esercizio fisico e della danza, il loro effetto sul cervello (ad esempio sui processi di plasticità neuronale, sul rilascio di dopamina, serotonina), così come gli effetti della musica sul cervello documentati dai recenti studi nell’ambito delle neuroscienze. In particolare sono stati affrontati gli effetti fisici e psicologici del tango argentino, della sua musica documentati da studi effettuati sia con la Risonanza magnetica funzionale, sia valutati attraverso questionari psicometrici. Sono anche stati riportati i risultati di gruppi di ricerca in Università degli
USA, Germania e Australia (ad es Università di Brisbane, Università del Texas) sugli effetti del tango sulla salute sia su pazienti con malattie neurologiche e degenerative (Parkinson, maculopatia degenerativa) sia con disturbi psicopatologici (depressione lieve e moderata). Il corso Alla conferenza è seguito il 1° Corso regolare di Formazione in Tangoterapia di 25 ore svolto in Italia e rivolto a 28 tra psicoterapeuti, psicologi, medici e cultori o maestri di tango e in cui si sono alternate lezioni teoriche ad esercizi esperienziali e a discussioni di gruppo. Il clima è stato davvero straordinario e si è creata un forte spirito di gruppo con una bella serata finale per la consegna degli attestati con milonga. Per chiarezza va detto che la Tangoterapia è condotta da uno psicoterapeuta, affiancato da un assistente (non psicoterapeuta, ma esperto nel ballo del tango argentino) che non interviene in alcun modo nel processo psicoterapeutico, ma che gestisce la parte di movimento e di musica strettamente pratica in modo da sollevare lo psicoterapeuta da questo ruolo, e che deve essere formato per questa specifica funzione. Per Tangoterapia non si intende «sentirsi meglio ballando il tango» o «ascoltando la musica del tango» ma una psicoterapia di gruppo che utilizza il piccolo gruppo (10 - 12 persone) con le sue dinamiche alternando la parte di elaborazione verbale ad una parte più pratica (con esercizi di percezione sensomotoria e consapevolezza che utilizzano passi base di tango e brani di musica appositamente selezionata). Gli attestati L’attestato di terapeuta (corso di base) è stato dunque rilasciato a chi era già psicoterapeuta iscritto all’albo e che ha frequentato e concluso una scuola di specializzazione in psicoterapia riconosciuta nel nostro Paese. A tutti gli altri (medici, psicologi, maestri di tango) è stato rilasciato un attestato di assistente. Abbiamo ritenuto importante tuttavia effettuare il corso base in modo congiunto per permettere a tutti di comprendere i rispettivi ruoli e le implicazioni della loro integrazione. Il programma futuro è ripetere un Corso base di Formazione in Tangoterapia, avendo già una lunga lista di attesa e manualizzare l’intervento al fine di poterlo replicare e valutarne l’efficacia in uno studio italiano multicentrico. ■
L’INTERVISTA Il contatto con le emozioni che si mostrano ballando di Nancy Miranda da Buenos Aires La Tango-Terapia nasce nell’anno 2006 quando il dottor Federico Trossero, medico psicoanalista, ballerino e coreografo, pubblica il suo libro. La materia è alla portata di tutti quelli che hanno voglia di seguire una cura per la quale si è disponibili ad attraversare un mondo esistenziale. Il tango come percorso terapeutico offre la possibilità di dare delle risposte alle nostre domande e questo pone la Tango-Terapia come un metodo di avanguardia. Abbiamo intervistato il Dottor Trossero nella sua città dove vive e lavora, Rosario in Argentina.
Dottor Trossero, in che consiste il suo metodo e qual è la teoria? «Lo sviluppo della Tango-Terapia parte da alcuni presupposti teorici che sorgono dalla terapia di gruppo, dalla psicanalisi, dalla fenomenologia, dalla neuropsicologia, neuroscienza, psicodramma... e altre forme di analisi che permettono questo tipo di lavoro. A seconda degli obiettivi preposti, cambiano i termini dell’applicazione della terapia. Si lavora in gruppi ridotti, possono essere gruppi omogenei, come per esempio persone che desiderano liberarsi dalla dipendenza, o dalla psicosi o anche con bambini in situazioni di rischio sociale (…)». Corpo, gesti, spazi dell’universo tanguero. In che momento entrano in gioco le parole, la verbalizzazione? «Il gruppo assume una sua dinamica e si esprime in uno sviluppo di ballo. In generale questo permetterà di entrare in contatto con i sentimenti, pensieri, sensazioni, emozioni che si mostrano ballando. Ovviamente se fosse necessario parlare perchè si accennano degli argomenti prima della lezione di ballo, si pone e si affronta il tema senza nessun impedimento (…)» (L’intervista integrale sul prossimo numero della Doble)
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Tango & Fútbol di Max Civili
«Matrimonio? Che avete in testa voi donne? E i colori? E la vergogna del quartiere? Se la squadra non vince e non sarà famosa, noi moriamo tutti scapoli».
Le due anime di Enrique Santos
L’
Argentina, il tango e il «fútbol», tre nomi sempre accostati, dall’inizio del ventesimo secolo a oggi.
Quando il calcio fu esportato nelle città portuali dai commercianti inglesi, verso la fine dell’800, sembrava dovesse rimanere una questione puramente «anglo»: non solo nelle prime riunioni dei dirigenti della Argentine Football Association era vietato parlare lo spagnolo ma i nomi delle prime squadre di calcio erano quasi tutti inglesi (Old Caledonians, Saint Andrew’s, English High School). Questo «divertimento d’importazione» che avrebbe dovuto riempire gli ozi dei ragazzi-bene di Buenos Aires e Mar del Plata, invece attecchì subito, proprio come il tango, nelle orillas, in periferia. E da lì in poi fu un processo inarrestabile. Criollos e immigrati impararono a convivere grazie al fútbol: i lavoratori espulsi dalle campagne argentine (pamperos) e quelli espulsi dalle campagne europee, parlavano lingue diverse e incomprensibili ma si capivano perfettamente quando improvvisavano uno spazio per giocare a calcio nelle polverose strade degli arrabales porteños. E si capivano altrettanto bene quando, al calare della sera, si ritrovavano di nuovo in strada per muovere qualche passo al suono di un bandoneón.
Il «filosofo del tango» autore di indimenticabili tanghi come Cambalache e Cafetin de Buenos Aires, ma anche tifoso sfegatato
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Discepolo
L’esperanto del fútbol e del tango faceva da collante tra i locali e i nuovi arrivati, il linguaggio del gioco, del ballo e del lavoro andava favorendo lo sviluppo del tessuto sociale che avrebbe dato vita a un’identità culturale unica e resistito alle intemperie delle dittature. Non a caso, quando poco meno di un secolo dopo, l’Argentina vinse la sua prima coppa del mondo nel 1978, il nome scelto dagli organizzatori per il pallone ufficiale della competizione, fu proprio «Tango». Un vero e proprio marchio sull’anima del Paese, con il ferro e il fuoco dei simboli nazionali più facilmente distinguibili in quegli anni terribili in cui tutto era in mano ai golpisti. Le immagini del capitano argentino Passarella che alza la coppa dopo la vittoria finale sono indimenticabili anche se la dittatura aveva usato il Mondiale di calcio per mascherare tutto ciò che succedeva fuori dagli stadi. Un tema, questo che merita ampio spazio, e che la Doble si riserva di trattare in un’altra puntata (ndr).
Elegante e passionale Il pallone Tango Mundial 1978 «Adidas Tango» fu il pallone usato per la prima volta ai Mondiali di calcio in Argentina nel 1978 e poi per altre 6 coppe mondiali, fino a quella in Francia nel 1998. Il disegno è composto da venti pezzi «triangolari» che creano l’illusione ottica di 12 circoli identici. Adidas scelse il nome Tango, per imprimere al pallone le stesse caratteristiche del ballo argentino per eccellenza: eleganza e passionalità.
Nacque a Buenos Aires il 27 marzo 1901 e sceneggiò il film El hincha (il tifoso) nel 1951, poco prima di morire. Compositore di tanghi indimenticabili come Cambalache (1935), Uno (1943) e Cafetìn de Buenos Aires (1948) Discepolo era anche attore, drammaturgo e cineasta. Orfano a nove anni, fu cresciuto dal fratello Armando, un drammaturgo del grottesco rioplatense che gli trasmise la passione per il teatro. Debuttò come attore nel 1917 e come drammaturgo nel 1918 con Los Duendes. Nel 1925 iniziò a comporre tanghi, con parole piene di ansia esistenziale, filosofia amara ma anche ironia, caratteristiche per le quali fu considerato un grande innovatore
Un secolo di storia, o poco più, quello caratterizzato dal tango e dal fútbol in Argentina, che si racconta anche attraverso il rapporto profondissimo tra scrittori e parolieri di tanghi e i club del tifoso. Nel numero precedente abbiamo parlato di Homero Manzi (autore dei memorabili tanghi Milonga Sentimental, Sur, Malena) e del suo rapporto con la squadra dell’Huracan, un amore viscerale celebrato ancora oggi, nato sulle tribune dello stadio Ducò di barrio Parque Patricios negli anni ‘40. Questa volta abbiamo individuato Enrique Santos Discepolo, il «filosofo del tango» autore di indimenticabili tanghi come Cambalache e Cafetin de Buenos Aires, ma anche tifoso sfegatato come dimostra nel film del 1951 da lui stesso scritto e interpretato: «El Hincha» (il tifoso). «Discepolín» nel film è El Ñato, un operaio meccanico ma soprattutto un tifoso accanito (quasi malato) di calcio, una passione che antepone all’amore per la sua fi-
danzata: «Per che cosa lavora uno se non per andare la domenica allo stadio a rompersi i polmoni, gridando per un ideale?» dice rivolto alla madre. Discepolìn nel film è molto chiaro: «Prima regola: niente è più importante dei colori della squadra». Celebre è la scena in cui con il certificato di pre-nuziale in mano parla con lo zio della ragazza, che gli chiede quando intende sposare la giovane. «Hai rinviato quattro volte» gli dice lo zio. Ma lui serafico gli risponde che lo farà, e poi gli spiega: «Una volta non ho potuto perché ero allo stadio mentre pioveva e mi sono raffreddato, la seconda perché sono andato in carcere dopo un litigio alla partita contro l’Atlanta, la terza volta perché mi sono intossicato allo stadio di Lanus mangiando chorizo… sai quella gente che cibo cattivo che usa…» e poi conclude: «Io sogno tutti i giorni di sposarmi però i colori del club ti mandano fuori di testa!». E poi quando la madre, i parenti e gli amici cercano di calmare la sua passione e il suo furore, lui risponde: «Io dormire? Io non dormo fino alla fine del campionato. Che sarebbe un tifoso senza il club? Una sacca vuota». Un rapporto, quello del tifoso con la sua squadra, di amore reciproco, incondizionato: «Che sarebbe un club senza un tifoso? Un tifoso è l’anima dei suoi colori, fa tutto senza aspettasi niente in cambio». Cosa ben diversa dal legame con una donna, come dice ad un certo punto: «Matrimonio? Che avete in testa voi donne? Non è possibile che le donne pensino solo alla casa, ai figli... E i colori? E la vergogna del quartiere? Se la squadra non vince e non sarà famosa, noi moriamo tutti scapoli». El Ñato rimarrà assai deluso quando, verso la fine del film, scoprirà che gli interessi commerciali sono la priorità assoluta dei dirigenti del suo amato club. Il film ha fatto da spartiacque nella storia della cinematografia argentina e del rapporto tra calcio e gli “hinchas”. ■
la DOBLE HOJA del TANGO | numero quattro
ENRIQUE SANTOS DISCEPOLO
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Pratiche
e Milonghe ESTIVE
La Milonga del Rio Parco Rosati viale delle Tre Fontane 24 Con Doble A Tango con Marcelo Alvarez y Sabrina Amato (info: 338 3263609). Tutti i corsi si svolgono dalle 19.00 alle 22.00 per tutti i livelli: principianti, intermedi, avanzati
PRATICHE
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MILONGHE ESTIVE A ROMA
LUNEDÌ
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La Milonga del Rio Parco Rosati viale delle Tre Fontane 24 Con Royal Tango con Roberto Castrucci e Alessia Leoni (info: 346 3481823) Milonga de Barrio - La Pulperia Via Filippo de Magistris, 91/93 (Pigneto) Dalle 22.00-02.00 Costo: e 2,00 + consumazione - Dj: Francesco Ritrovato Contatti: Francesco 3206032732. Si può cenare, dalle 20:30 alle 22:00 Pratica guidata EUR/Tintoretto Per il mese di luglio, da lunedì 2 a lunedì 30, pratica condotta da Antonio Lalli e Paola Lievore (dalle 19.00 alle 20.15) presso l’A.S.D. Body Flex Club, in via del Tintoretto, 310 Eur-Roma. Info e prenotazioni: Antonio 339 7177038 Portici di piazza Augusto Imperatore con Cesare Magrini tutti i lunedì dalle 22,30
MARTEDÌ ElettroTango@bar Casa del Jazz - Viale di Porta Ardeatina, 55 (Ostiense). Orari: 19.30-01.30 Costo: e 8,00 Dj: argentino / gustavo&gabriela Contatti: 3355913434 - patrizia.messina@yahoo.it. Apericena + lezione + live + djsetTango Giardino del Tango con Bairestango di Bibiana Reynoso e Paola Lievore. ore 18.45: Corso di Tango - Principianti II Livello con Bibiana e Aejandro Fasanini. ore 20.00: Corso di Tango Principianti Assoluti con Bibiana Reynoso e Mariano Navone. ore 21.30: Lezione Tematica Intermedi / Avanzati. ore 22.30: inizio milonga. Musicalizador: Horacio Quota
Milonga San Salvador Via dell’Oceano Atlantico, 271 (Eur) - Orari: 20.30-02.00 Costo: e 8,00 con drink - Dj: Elio Astor - Contatti: 339 8209385, 347 4099140. Apericena dalle ore 20:30! Tango tradizionale e contemporaneo
RTM Roma Tango Meeting
La quinta edizione del ROMA TANGO MEETING si è tenuta al Salone delle Fontane dell’Eur dal 21 al 24 giugno 2012. Il festival internazionale ha offerto le lezioni e le esibizioni di Mariano Chicho Frumboli y Juana Sepulveda, Fabian Salas y Lola Diaz, Damian Rosenthal y Celine Ruiz. I musicalizadores sono stati Supersabino, Marcelo Rojas, Horacio Luis Gabriel Quota e Mauro Berardi. Nel breve ma intenso spazio di tre serate il tango ha attirato migliaia di persone da ogni parte d’Italia ed Europa. QUIZ!! Chi sono i due che ballano nella foto qui sotto? Invia la tua risposta a: ladoblehoja@hotmail.com
MERCOLEDÌ Giardino del Tango I mercoledì dell’abbraccio 4 LUGLIO con Roberta Coen e Gerardo Quiroz. ore 20.00: Corso di Tango - Tutti i Livelli. ore 21.15: Pratica di Tango - Tutti i Livelli. ore 22.30: inizio milonga. 11 LUGLIO con Pino Bongiorno e Giulia Galante ore 20.30: Pratica di Tango - Tutti i Livelli. ore 22.30: inizio milonga. ore 24.00: Esibizione dei Maestri. 18 LUGLIO con Cristian Petricca e Roberta Giddio. ore 18.30: Corso di Tango Principianti Assoluti. ore 20.30: Pratica di Tango - Tutti i Livelli. ore 22.30: inizio milonga. 25 LUGLIO con Cristian Petricca e Roberta Giddio. ore 18.30: Corso di Tango Principianti Assoluti. ore 20.30: Pratica di Tango - Tutti i Livelli.- ore 22.30: inizio milonga. Costi, solo Ballo: e 8.00 Ballo + Pratica: e 10.00. Ballo + Pratica + Formula Pizza: e 20.00 La Milonga del Rio Parco Rosati viale delle Tre Fontane 24 Con Daniel Montano y Natalia Ochoa (info: 327 3214129). Tutti i corsi si svolgono dalle 19.00 alle 22.00 per tutti i livelli: principianti, intermedi, avanzati Milonga Tangueria (gratuita) Parco Madre Teresa di Calcutta, viale Palmiro Togliatti (Centocelle) il mercoledì dalle 22 Tango sul terrazzo All’hotel a S.Maria Maggiore (by Natalia Ochoa) ogni 3° mercoledì
GIOVEDÌ Giardino del Tango La milonga de la gran flauta con Giulia Zimei e Maurizio Bovini. ore 18.30: Corso di Tango - Principianti I Livelli con Lora Capodaglio e Fabrizio Calvieri. ore 20.00: Corso di Tango Principianti I Livello. ore 21.15: Pratica di Tango - Tutti i Livelli. ore 22.30: inizio milonga La Milonga del Rio Parco Rosati viale delle Tre Fontane 24 Con Tango Ideal di Moira Agrimi e Daniele Rosa (info: 346 3481823). Tutti i corsi si svolgono dalle 19.00 alle 22.00 per tutti i livelli: principianti, intermedi, avanzati Querer Caffè Palombini al Salone delle Fontane, via Ciro il Grande (Eur) info: 348 3862271
a Roma VENERDÌ Corallo Beach Lungomare Amerigo Vespucci, 112 (Ostia) Orari: 22.30-02.30 Costo: e 8,00 con drink Dj: Elio Astor - Contatti: Elio 347.4099140 Faty 339.8209385 Giardino del Tango La milonga dell’abbraccio con i Los Hermanos Petricca. ore 19.00: Corso di Tango – Principianti. ore 20.00: Corso di Tango – Intermedi. ore 21.15: Corso di Milonga Liscia e con Traspiè - Tutti i Livelli. ore 22.30: inizio milonga. Musicalizador: Cristian Petricca
La DOBLE consiglia:
ORANGOTANGO di Alicia Vaccarini (nella foto)
Ballare a Milano: MARTEDÌ Milonga le Banque Via Porrone Bassano, 6 - orario: dalle 19.00 - www.lebanque.it MERCOLEDÌ E VENERDÌ La Liberty di Casa Cambalache Largo Marinai d’Italia, 1 oriario: dalle 22.30 - info Tita Firpo 333.4711727 335.5243176 titafirpo@yahoo.com DOMENICA Sentimento Gaucho c/o Il Principe Viale Jenner, 67 - info Loredana 02.69018437 Per le altre info sulle milonghe a Milano: http://milongheamilano.blogspot.com/
Ballare a Padova: tuttoiltangoapadova.it Tutti gli eventi dell’agenda milonguera di TangoNordest DOMENICA Milonga Tango Viejo Relaxclub Via Ponticello 32A (San Lazzaro) info 348.3009593-366.363999 MERCOLEDÌ Milonga Medialuz Via Bernina (Stazione ferroviaria) info: 328.4156801 GIOVEDÌ Milonga Eclipses Club Via Breda, n 36 Limena Padova ovest info: Maria 348.3009593 MARTEDÌ Milonga del Geco Via Artigianato 1 (Albignasego zona industriale) - info: 349.230190 VENERDÌ Milonga Amusement Park Via Fogazzaro 8/D info: 347.9061425
Ballare a Caserta
CORSO di LINGUA “Parole, musica e traduzione dei tanghi” Tutte le domeniche ad Orangotango, Conversando tangos con Sebas!! Uno spazio per tradurre, conoscere e vivere i testi dei tanghi che balliamo.... Venite!
INFO: ORANGOTANGO segreteria@tangoargentinoroma.it www.tangoargentinoroma.it Telefono: 349 2942190
Milonga “Raccontango” di caserTango ultima domenica del mese orario: dalle 21.00 o dalle 21.30 Enoteca-Ristorante Ex-Libris, C.so Gran Priorato di Malta, Capua (CE) Milonguita “La Tela di Tecla” Via Cimabue a Caserta. ogni giovedì dalle 21.30 info@casertango.it La Milonguita informale del Miercoles Circolo Unificato dell’Esercito Via C. Battisti - info 338.5400470
Ballare a Salerno Milonga Federal Via Generale Salvador AllendeSP175a (Villaggio del Sole) info 335.1990808 Milonga mi Amor Battipaglia - Centro Sociale Via Guicciardini info 338.8353799
VENERDÌ (segue) La Milonga del Rio Parco Rosati viale delle Tre Fontane 24 Con Mariano Navone e Monica Proietto (info: 349 4785107). Tutti i corsi si svolgono dalle 19.00 alle 22.00 per tutti i livelli: principianti, intermedi, avanzati Tanguera Bruja viale Appio Claudio, 115 (accesso solo da via Appia Nuova) dalle 22 all’alba – piscina balneabile – possibilità di cenare, bar. info e prenotazioni: 346 1411095
SABATO Giardino del Tango con TANGUEDIA di Dario Pizzini e Emanuela Pansera. 19.45 nuovo corso di tango per principianti assoluti. 20.30 pratica di tango per tutti i livelli. www.tanguedia.net, info@tanguedia.net, Dario (349 2450585), Emanuela (347 5856051) La Milonga del Rio Parco Rosati viale delle Tre Fontane 24 Con Lucas Gatti e Daniela Demofonti (info: 333 4520843). Tutti i corsi si svolgono dalle 19.00 alle 22.00 per tutti i livelli: principianti, intermedi, avanzati Mio Tango Via Filoteo Alberini, 53 (zona Bufalotta) Massimo 329/9170544 Maria Rita 349/4417006 email: miotango@gmail.com Salon Monumental Tanguera via degli Angeli 146 presso circolo ARCA
DOMENICA La Milonga del Rio Parco Rosati viale delle Tre Fontane 24 Con Gustavo Guarnieri y Gabriela Perea (info: 346 3481823). Tutti i corsi si svolgono dalle 19.00 alle 22.00 per tutti i livelli: principianti, intermedi, avanzati El Beso Al Parco Egeria via dell’Almone info: 333 4098772
la DOBLE HOJA del TANGO | numero quattro
I consigli della Doble
Obscura c/o Altraeconomia al Macro di Testaccio, piazza Dino Frisullo tutte le domeniche di luglio
NB. Le pratiche e le milonghe inserite sono SOLAMENTE quelle pervenute in redazione. La direzione non risponde di segnalazioni non avvenute perché non comunicate. Per mandare le segnalazioni per il periodo dal 1 settembre al 30 ottobre inviare una mail a:
ladoblehoja@hotmail.com
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IL RACCONTO di Mario Abbati
Quando QUERER diventa QUEER
E
ntro nella Confitería Ideal, al civico 380 di Suipacha, alle dodici meno un quarto di mattina. Con l’entusiasmo che quasi lambisce il soffitto. È la prima volta che viaggio «Qua a Buenos Aires i matrimoni fra nella mecca del tango, non volevo perdermi nemmeno un evento. Così, quando ho pizzicato persone dello stesso sesso sono legali già da quell’annuncio su internet sono entrato in fibrillazione. due anni. Poche settimane fa il parlamento Nel giro di pochi minuti mi sono messo in contatto con ha approvato una norma secondo cui un gli organizzatori, ho prenotato il pacchetto completo workshop più ingressi alle serate e gli ho spedito per cittadino avrà il diritto di cambiare il genere mail la copia del bonifico. E ora eccomi qua. Al Buenos sulla carta d’identità a seconda della sua Aires Querer Tango Festival. Querer in spagnolo significa percezione. Ci pensi, ognuno sarà libero di amare, tango significa passione, che voglio di più, mi aspetta una giornata di fuoco, non vedo l’ora di calzare scegliere se essere uomo o donna a le scarpe e buttarmi nella mischia. prescindere dal suo apparato sessuale» Mi accosto al bancone della segreteria, dietro armeggia una ragazza dai capelli biondo platino tagliati corti alla maschiaccio. da una parte e due donne dall’altra, che strano. Decido «Buenos días!» la saluto sfoderando il mio spagnolo ma- che non è il caso di preoccuparsi, ripongo il materiale e de-in-italy. «Sono qui per il festival.» mi avvio fischiettando come un nano di biancaneve. Trenta secondi dopo che le ho consegnato il passaporto, La sala da ballo è un androne immenso con le pareti rila fanciulla me lo restituisce insieme a una vestite di legno e la pista delimitata da una L’AUTORE cartellina blu notte. doppia fila di colonne di marmo, subito fuo«Ci trovi il materiale» sorride con profesri c’è un banchetto con dietro una ragazza sionalità. «Gli ingressi per la milonga e i sul dark. Il nero radicale dei suoi abiti convoucher dei corsi.» trasta col rosso spinto delle labbra e i conRingrazio e mi allontano. Scorgo in lontatorni degli occhi, un ciuffo anarchico di cananza un’area parcheggio, scelgo un tavolo pelli color petrolio le scende in diagonale a caso e mi siedo. Sistemo la cartellina prosul naso. prio sotto il mio naso. Sul davanti, ricama«Hola! Sono qui per il corso su postura e coto a caratteri dorati, il titolo della manifemunicazione.» stazione. Querer Tango…. Oddio, manca Con uno scatto deciso alza la testa e si riporMario Abbati nasce a Roma ta indietro la frangia. una erre. C’è scritto Queer Tango Festival. nel 1966. Perseguitato dal «Mi dai il voucher?» Apro la cartellina, tiro fuori i depliant, non suo profilo zodiacale (è dei Non è una donna. è possibile, l’intestazione è la stessa su Gemelli) sin dall’infanzia «La prenotazione» insiste. ognuno di loro. Buenos Aires Queer Tango sperpera energie nelle attività C’impiego qualche istante per reagire. Apro Festival. Che vuol dire queer? Mai sentita più varie. Da piccolo colleziola cartellina blu, estraggo il foglio dei corsi e questa parola. È spagnola o inglese? Chi se na tutti gli album di figurine glielo passo. Lei, lui, ancora non riesco a inne frega, non sarà una consonante di meno disponibili in edicola senza quadrarlo, stacca uno dei quadratini e lo laa rovinarmi il buonumore. Do una controlmai terminarne uno, superata scia cadere in una scatola mezza piena. lata veloce al programma dei corsi, non la maggior’età si laurea prima in ingegneria elettroni«Sei single o accoppiato?» vorrei che mi fossi sbagliato pure là. No, il ca, poi in filosofia, ma non ha «Single.» workshop che inizia fra pochi minuti coinancora deciso cosa fare da «Non c’è problema. Tanto ogni dieci minuti cide con quello che ho prenotato sul sito. grande. Da un po’ di tempo si si cambia coppia.» Postura e comunicazione: come giocare sta orientando sulla mappa Oltrepasso la soglia e sfocio nel salone. usando l’abbraccio. Con Fernando e della letteratura universale in Dovrei spalancare la bocca di fronte a queMiguel, i due fuoriclasse del tango porteño. cerca di una collocazione più st’apoteosi di eleganza un po’ neoclassica, In parallelo, nell’altra sala, danno Boleos appropriata. un po’ barocca, invece no, è il pubblico che Lineari con Daniela e Ingrid. Due uomini
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IL ROMANZO L’UOMO CHE VIVE DUE VOLTE
È la storia di Andrea Orti Greppi, nato nel 1870, proprio il giorno della presa di Roma da parte dei bersaglieri, la sua vita avventurosa, anche a causa di una di un particolare metabolismo rallentaL’uomo che vive due volte to che lo fa vivere più a lungo degli altri di Roberto Litta esseri umani e lo rende portatore di una Albatros Edizioni Missione millenaria (La teoria degli Eletti). Questo gli permette di attraversare da protagonista la storia del nostro Paese: dall’avvenuta unità d’Italia all’sperienza da emigrante che lascia l’Italia per l’Argentina, agli inizi del 900. È proprio lì che si innamora delle magiche atmosfere del tango. Andrea farà ritorno in Italia negli anni ‘30, e permette anche di raccontare la fine della seconda guerra mondiale. «Raccontando la vita di Andrea, ho voluto raccontare un po’ della Storia del nostro Paese, che ci lascia sempre spazi non sufficientemente scrutati» è il commento dell’autore
gico maschile? E che a essere portata dev’essere per forza una femmina? È una convenzione sociale. Nel tango non contano i cromosomi, conta la sensibilità. Chiunque può fungere da Uomo o Donna. O svolgere entrambi i ruoli.» «In teoria sì.» «Non puoi capire che ti perdi. Quando ti conducono in un tango chiudi gli occhi e lasci che sia l’altra persona a decidere. Può essere un maschio, una femmina, che ti frega. L’importante è che si stabilisca la connessione.» «Senti, Valter…» «Dimmi.» «Quindi tu… oltre a portare, sai anche ballare da donna, giusto?» «Certo.» Giro su me stesso come un faro arrugginito, questo pubblico variegato che più variegato non si può. «Io quando inizia lo stage ballo con tutti, te lo giuro» incrocio gli indici e li bacio. «Me ne fotto dei sessi, le convenzioni sociali. Il tango è sentimento, non c’entra coi cromosomi, eccetera.» «Eh.» «Però ti chiedo un favore» tra un po’ unisco le mani e casco in ginocchio. «I primi dieci minuti, giusto per riscaldarmi. Te li fai con me?» ■
la DOBLE HOJA del TANGO | numero quattro
mi lascia sconcertato. Calvi muscolari in canotta selvaggia, baffoni cinquantenni stile village people, uomini col trucco e i capelli lunghi, donne rasate a zero coperte di tatuaggi, sembra la fiera della diversità, pure un paio di drag-queen in tuta da ginnastica che sfiorano i due metri. Sto per ingranare la retromarcia, quando mi sfreccia davanti un viso conosciuto. È Valter. L’afferro per un braccio prima che sparisca in questa folla variopinta. Lui si volta, serio, un attimo dopo la sua espressione si riempie di sorpresa. «Ehi, ciao!» mi dà il cinque. «Pure tu qui?» «Già.» «Sei il primo di Roma che incontro.» «Senti» vado al dunque. «Mi spieghi che significa queer?» Rimane un attimo bloccato, poi mi punta addosso un dito incredulo. «Vuoi dire che…» «Ti giuro, non lo so.» Scoppia a ridere. «Allora che ci sei venuto a fare?» Mi stringo nelle spalle. «Su internet ho letto che c’era il Tango Festival» del mio irrisorio e fatale equivoco linguistico preferisco tacere. «Proprio nei giorni che stavo a Buenos Aires.» Scuote la testa, non ci crede. «La comunità Queer » mi rivela, «comprende tutti quelli che non si riconoscono sotto un’etichetta sessuale.» «Tipo i gay e le lesbiche.» «No, no» s’irrigidisce. «Ecco, vedi? Quando dici gay, tu senza volere introduci una categoria, imprimi lo stesso timbro a un gruppo di persone. Invece no. Per i Queer esistono due estremi, il maschio e la femmina. E uno può spaziare in libertà attraverso tutte le sfumature intermedie. Qua ci trovi omosessuali, chiaro. Ma anche bisessuali, transessuali, transgender, intersessuati.» «Allora tu…» «Sono omosessuale.» «Ma a Roma…» La frase mi si spegne nella gola, vorrei dirgli che quando lo vedo non gli schiodo mai gli occhi di dosso, che mi fa morire d’invidia perché sta sempre appiccicato alle tanguere più spaziali della milonga. «Roma è una città provinciale» mi fa. «Se balli con un altro uomo, dopo un po’ si girano tutti, senti i commenti che ti fioccano sulla schiena tipo raffiche di mitra. Qua a Buenos Aires è diverso. I matrimoni fra persone dello stesso sesso sono legali già da due anni. Poche settimane fa il parlamento ha approvato una norma secondo cui un cittadino avrà il diritto di cambiare il genere sulla carta d’identità a seconda della sua percezione. Ci pensi, ognuno sarà libero di scegliere se essere uomo o donna a prescindere dal suo apparato sessuale.» «Senti» taglio corto. «Ma il festival è aperto anche agli etero?» A ogni domanda che pongo Valter mi guarda sempre più avvilito. «L’eterosessualità è una delle sfumature.» «Che c’entra col tango?» «Nel tango si fa una confusione enorme tra ruoli e sessi» emette un sospiro profondo. «I ruoli sono due, chi porta e chi viene portato. Chi l’ha detto che il primo dev’essere impersonato per forza da un individuo di sesso biolo-
NARRATIVA
Dal 19 al 25 novembre 2012 si terrà il VI FESTIVAL INTERNACIONAL DE TANGO QUEER a Buenos Aires. La città di New York sarà l’invitata speciale con la presenza di Walter Pérez, Leonardo Sardella y Sidney Grant, insegnanti e organizzatori di diversi eventi di tango queer a New York. Il Festival si svolgerà nelle principali sale da ballo della città con milonghe, pratiche, esibizioni, orchestre dal vivo e lezioni di tango con i più importanti maestri argentini. Gli organizzatori sono: Augusto Balizano y Mariana Docampo. La madrina del Festival: Aurora Lúbiz (www.festivaltangoqueer.com.ar)
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TANGO & CINEMA
Gassman, il
«gaucho»
a Mar
del Plata
di Max Civili
B
uenos Aires, barrio San Nicolas. 1963, o giù di lì. Su calle Libertad, appoggiato alle colonne del mastodontico palazzo in stile barocco, sede del leggendario Teatro Colon, intravediamo un personaggio dall’aspetto familiare. È longilineo, aitante... ma si, è Vittorio Gassman. Attorniato da un nugolo di curiosi e giornalisti, Gassman sembra, come al solito, essere perfettamente a suo agio. Sospinto dal successo ottenuto ne «Il sorpasso» e nei film che a quello han fatto seguito («I mostri», «Se permette parliamo di donne», ecc.) il personaggio Vittorio Gassman ha attraversato l’Oceano, approdando in Argentina per girare «Il gaucho», diretto da Dino Risi. Il film ha tra i protagonisti attori del calibro di Nino Manfredi e Silvana Pampanini. Un cast di tutta eccezione per una commedia che sarà però ambientata soprattutto a Mar del Plata. Torniamo a Buenos Aires, calle Libertad. Vittorio Gassman, sempre appoggiato alle colonne del Colon, è incalzato da uno dei giornalisti: «Il tango? È l’anima argentina in un grumo irrazionale. Al tango ti puoi avvicinare ma resta una cosa loro, questi sono una razza particolarissima, il tango gli assomiglia». Prosegue Gassman: «il tango è un misto di innamoramenti, di bei seni femminili, di ricordi e comEL GAUCHO con Vittorio Gassman Regia di Dino Risi, 1965 Una delegazione del cinema italiano giunge a Buenos Aires per partecipare al Festival di Mar del Plata.Traffici, maneggi, intrighi. Commedia spesso sopra le righe, bruciata alla brava per offrire pretesti agli attori che ne profittano fin troppo, ma con due o tre scene azzeccate. Vittorio Gassman lo ricorda così: «Soffrì molto di essere girato in un paese assai disorganizzato. Le cose non funzionavano, andavamo tutti un po’ in fretta... a rivederlo guadagna... aveva una carica di volgarità e di cattiveria umoristica genuina... Avevamo un po’ perso la misura. Ma il film non era stupido»
«Il tango? È l’anima argentina in un grumo irrazionale. Al tango ti puoi avvicinare ma resta una cosa loro, questi sono una razza particolarissima, il tango gli assomiglia» plessi. Afferri una dama, lei ti si incolla addosso e la fai ballare come una dea. Una esagerazione resistentissima alla golosità degli estranei. Qualcosa che segna la cultura e il costume di questo Paese in modo assolutamente originale». Gassman si lascia andare, filosofeggia, si mette a parlare anche di Ernesto Sabato, il grande scrittore argentino «ha scritto Sabato: “il tango è la metafisica di un popolo che ha la sensazione di vivere questa vita di passaggio in un accampamento, in mezzo a un cataclisma universale e senza il sostegno dell’Eternità, che all’Europa viene dalla sua tradizione millenaria” è la metafisica nietzschiana della strada, del piccolo uomo in carne ed ossa». All’improvviso un taxi si ferma davanti al Colon: dall’interno, Dino Risi fa cenno a Gassman di salire. L’attore si divincola dalla folla e s’infila nell’autovettura. Il nugolo di curiosi e giornalisti si disperde velocemente nelle avenidas e calles di Buenos Aires dove la vita continua a scorrere veloce. Gassman quelle parole sul tango le disse veramente. Furono riprese – e reintepretate - più volte negli anni successivi. L’ultima volta vennero inserite in un pezzo pubblicato da Il Messaggero nel 2005 sulla crescita esponenziale del tango in Italia dalla giornalista di cultura e spettacolo Rita Sala. Il rapporto tra l’Argentina e l’attore romano (ma solo d’adozione, nacque infatti a Genova) è stato molto profondo. Gassman grazie alle sue interpretazioni nei film sopra menzionati ma anche grazie a «Il Gaucho» divenne popolarissimo tra gli italo-argentini. Nel 1987 l’attore andò in scena a Buenos Aires con «Poesia la vita», uno spettacolo che ebbe un successo enorme che lo legò in maniera ancora più intima a quel paese, dove tornò ancora nel 1999, poco prima della sua morte, per recitare Shakespeare. C’è una frase celebre che Gassman pronuncia ne «Il Gaucho» mentre descrive all’italiano d’Argentina Nino Manfredi l’Italia degli anni ‘60: «ma quale benessere?! Stefano, tu hai letto i giornali arretrati, sai. Insomma, in Italia c’è il malessere che te se porta via! ». Mai frase fu più vera e premonitrice di quella! ■
LA DOMENICA DELL’ARTE foto di Mario Giannini - testo di Anna Maria Fabbri
Arte, cibo e tango: la cultura senza perdere la leggerezza Per noi che viviamo di passioni c’è ormai un appuntamento al quale non possiamo più rinunciare: dall’inizio di quest’anno, una domenica al mese la viviamo all’insegna dell’arte, dell’amicizia, della buona tavola, del divertimento e del tango. Un evento sostenuto dalla Doble Hoja del Tango, nato da un’idea del nostro caro amico Dott. Alfredo Bassoni che, come di consueto, ci fa magistralmente da guida per farci conoscere nei particolari le bellezze storico-artistiche di Roma. Lo scorso 3 giugno Alfredo Bassoni ci ha condotti nella più piccola piazza della Minerva, con il simpatico e celebre elefantino un po’ tozzo e grassoccio somigliante ad un maialino. L’animale è sormontato da un obelisco sul cui basamento è inciso: «La solida sapienza poggia sempre su una mente robusta». Sulla piazza si affacciano la chiesa gotica di Santa Maria Sopra Minerva, sede dei frati domenicani, ed il Grand Hotel de la Minerve, uno dei più antichi di Roma, che ha ospitato personaggi illustri come Ariosto e Mascagni e nel 1846 vi soggiornò il Generale Don José De San Martin, uno dei padri fondatori della nazione Argentina. La passeggiata è continuata nella vicinissima piazza della Rotonda per visitare il Pantheon, il monumento antico meglio conservato di Roma, il cui nome significa «Tempio Visita al Pantheon di tutti gli dei». Fu fatto erigere dal generale di Cesare Augusto Imperatore, il console Marco con piazza della Minerva Agrippa nel 25 a.C. con una pianta rettangolare che ha il lato più lungo trasversale dalla parte dell’entrata. Mentre l’attuale forma cilindrica e la cupola con foro centrale e interno a cassettoni sono opera di una sua ricostruzione voluta dall’imperatore Adriano nel 118-136 d.C., in seguito a vari incendi subiti. Nel Pantheon sono sepolti personaggi illustri come Re Vittorio Emanuele II° , Re Umberto I°, ed anche il grande Raffaello Sanzio, artista dall’animo gentile che aspirava alla perfezione, sulla cui tomba è inciso l’epitaffio «Quando nacque, la natura temette di essere vinta, quando morì ebbe paura di morire con lui». Nel 1905, per attutire il rumore del passaggio dei cavalli che disturbava il sonno eterno dei due primi Re d’Italia sepolti nel Pantheon, venne fatta costruire una pavimentazione in legno sulla piazza della Rotonda, opera donata dal comune di Buenos Aires. Un pavimento che nell’immaginario fa pensare a una milonga a cielo aperto… che oggi potrebbe essere usata per ballare il tango in Piazza… E dopo un’ora di arte, il cibo. A un passo dal Pantheon ci aspettava il Ristorante Baires, in Corso Rinascimento 1, dove in una sala riservata, abbiamo gustato le specialità argentine con zuppa di mais e bife de chorizo, accompagnate da vino Malbec, per finire con il dulce de leche fatto in casa. Durante la pausa caffè sono stati presentati degli acquerelli sul tango di Maria Luisa Russo e due libri: «Psicotangoterapia» della dottoressa Veronica Marsiglia (insieme con Edoardo Giusti) e «Tanto di cappello» di Antonio Lalli. Poi la poesia, la musica e il ballo hanno fatto il resto: la nostra amica Paola ha letto il Trilussa, Anna Maria ha intonato stornelli romaneschi e per finire, spostati i tavoli e cambiate le scarpe, tutti a ballare il tango! Per info e prenotazioni: 3479217725 (Alfredo)
MILONGA DEL RIO tutti i martedi
Foto: Simone Nunzi
Associazione Doble A Tango
CORSI ESTIVI E PRATICHE ALLA
via delle tre Fontane, 24 (EUR)
A SETTEMBRE
LEZIONI DIMOSTRATIVE Roma Nord e Roma Sud
Doble A Tango corsi, workshop, lezioni a tema, pratiche, show, spettacoli, festival, lezioni private, vacanze tango INFO: 3315474334 3383263609 amasabrina@hotmail.com
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