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Strain & Seed Bank: Onda Calabra, lo strain Made in Italy
from Dolce Vita 68
by Dolce Vita
ONDA CALABRA, LO STRAIN MADE IN ITALY
Abbiamo incontrato i ragazzi di Zoe’s Seeds, che, con un progetto innovativo, hanno pensato di esportare un po’ di Italia nel mondo degli strain. Ovviamente il nostro Paese è ancora restio dal regolamentare e favorire lo sviluppo di seedbank nazionali; ecco perché i ragazzi che abbiamo intervistato sono dovuti emigrare nella vicina Spagna portando con loro le ricchezze del nostro territorio. Vi presentiamo Onda Calabra Auto, una varietà più unica che rara che rischiava l’estinzione in Italia, a causa del proibizionismo, dell’albanese ammoniacata e della massiccia diffusione dei semi olandesi.
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Dove si svolge il vostro lavoro breeding? Zoe’s Seeds è lieta di presentare la propria linea di semi creata negli ultimi 6 anni grazie al lavoro congiunto tra breeder operanti a Granada e Valencia.
Quanto tempo di lavoro c’è dietro alle vostre genetiche? I nostri breeder operano nel settore da moltissimi anni e i loro progressi sono frutto della loro dedizione che dura da più di dieci anni. Per quanto concerne le autofiorenti siamo alla quarta generazione di piante stabilizzate ed i breeder che si occupano del progetto sono gli stessi che si sono presi cura delle prime autofiorenti senza mai smettere di modificarle, dalla White Dwarf in poi. Le varietà Ruderalis hanno tutte la stessa origine comune: la Janisch. Questo ceppo è stato descritto e classificato per la prima volta nel 1924 dal botanico russo Janischevsky attraverso studi effettuati su varietà spontanee cresciute nel centro della Russia. Dopo anni di selezione su varietà regolari e femminizzate i breeder, con i quali collaboriamo dal 2005, hanno iniziato ad incrociare il fenotipo autofiorente con tutte le genetiche a loro disposizione.
Quale varietà Ruderalis utilizzate per incrociare la vostra Onda Calabra? La varietà utilizzata è la nostra Northern Light XXL una versione extralarge in termini di produzione rispetto alla Northern Light classica. Abbiamo unito questo storico strain ad una varietà di ruderalis creando un’autofiorente dal carattere principalmente indica ma dalla struttura importante che ha ottimizzato il fattore produttività. Un ceppo ormai stabilizzato da diverso tempo, tanto da aver ridotto al massimo i suoi caratteri autofiorenti permettendo così un’ibridazione con la varietà dell’Altopiano Silano al 50% del rapporto tra carattere indico e sativo.
Quanti e quali fenotipi esprime questa vostra genetica? Prevalentemente si è cercato un fenotipo unico, mediterraneo, di cui negli anni ‘80 era particolarmente ricco il nostro territorio, un fenotipo prevalentemente sativo con un sapore forte, tendente al legno, che riproducesse la forma anche un po’ selvatica di allora. La nostra selezione si è basata perseguendo le seguenti caratteristiche: gusti e sapori stile “mandarine” e struttura simile alla MaxiGom.
Di norma, che dimensioni (reali) raggiunge in outdoor e che produzione ha in media? È un’ibridazione al 50% tra carattere indico e sativa. In outdoor è imbattibile in fatto di resistenza, è “maltrattabile” e, reagendo bene anche alle carenze idriche, si eleva fino a 1.50 metri. La sua struttura in indoor raggiunge al massimo 1.30 metri e permette di dedicarsi serenamente a tecniche come il SOG e LST. In terra dà il massimo ma si comporta bene anche in idroponica e in cocco. È una pianta resistentissima in tutte le sue fasi di vita e questa caratteristica ne fa una scelta obbligata per chi è alle prime esperienze.
È una pianta resistente all’overfeeding ed in generale al rapporto alto di fertilizzanti? Le autofiorenti in generale non amano gli eccessi perché selezionate per resistere a condizioni critiche di carenze. Una buona preparazione del terreno ed una corretta nutrizione senza dosi eccessive garantiscono risultati sorprendenti.
Avete investito molto in questo prodotto “italiano”, credete di poter lavorare con altre genetiche del Belpaese? L’Italia è uno dei paesi più ricchi di biodiversità. L’Onda Calabra ma più ancora sua nonna, acclimatatasi nelle serre calabresi dell’altipiano della Sila, ne sono un esempio lampante. Da quando l’abbiamo presentata sul mercato siamo stati contattati da diversi breeder italiani che hanno riconosciuto nelle proprie varietà sviluppate localmente degli esempi di questa meravigliosa biodiversità. Stiamo già lavorando su alcuni fenotipi che dovrebbero vedere la luce nel 2018.