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Sostenibilità ambientale dipende anche dai nostri consumi tecnologici

La sostenibilità ambientale dipende anche dai nostri consumi tecnologici

di / Maurizio Dino* / presidente di Informatici Senza Frontiere

Negli ultimi anni si è parlato sempre più spesso di sostenibilità, un argomento che riguarda la nostra capacità di mantenere uno stile di vita compatibile con le risorse disponibili sulla Terra, ma si è parlato anche di sostenibilità associata alle tecnologie digitali. Nell’agenda 2030 della Comunità europea tutti i 17 obiettivi parlano di sostenibilità, ambiente, inclusione. Il PNRR stesso parla di digitalizzazione e di transizione digitale.

Anche il tema principale del festival di Informatici Senza Frontiere, l’associazione che rappresento, quest’anno ha avuto come titolo “domani è un altro giorno”, per far riflettere sulla necessità di un cambiamento che coinvolga tutti noi.

Perché si associano le tecnologie digitali alla sostenibilità?

Le ricerche in qualsiasi campo, dal medico al biologico, dall’agroalimentare all’industriale e quindi tutte le innovazioni che ci porteranno ad avere un mondo diverso, fanno uso di tali tecnologie. Già “oggi” sperimentiamo automobili che si guidano da sole, semafori intelligenti che ottimizzano i flussi di traffico, chiediamo aiuto a dei robot per attività domestiche ma è imperativo chiedersi se “domani” tutte queste opportunità ci aiuteranno ad accrescere la sostenibilità ambientale, a preservate risorse limitate e pregiate, a garantire un futuro dove non solo la vita possa continuare ma si possa eliminare la povertà, dove l’obiettivo di tutti diventi migliorare le condizioni di ciascuno e non il profitto di pochi.

La domanda è duplice: ci saranno gli strumenti? Ma soprattutto, saremo in grado di usarli con intelligenza e volontà per realizzare un “domani” diverso e migliore?

Sappiamo che un uso appropriato delle tecnologie digitali può eliminare le code nel traffico cittadino, riducendo le emissioni, che può ottimizzare i processi industriali eliminando sprechi e riducendo l’inquinamento, sappiamo che può migliorare la produzione agricola e ridurre lo spreco di acqua, oppure può, come è successo, realizzare un vaccino in meno di un anno e salvare vite umane.

Anche se non ci sono ancora dati scientificamente provati, l’impatto energetico delle nuove tecnologie, va ben valutato. Si stima che almeno un 3% delle emissioni globali di CO2 sia dovuto proprio all’uso dei dispositivi elettronici, per non parlare dell’impatto ambientale e sociale, insostenibile, dell’estrazione e raffinazione delle terre rare (+9,1% di utilizzo ogni anno), ampiamente usate per i nostri telefonini.

A tal riguardo pensiamo che per estrarre un chilogrammo di materiale utile si producono 1,4 chilogrammi di materiali radioattivi, che il peso ambientale di una semplice operazione informatica di bitcoin, o criptovalute, vale quanto un mese di consumo di una famiglia tipo. La sostenibilità, quindi, passa anche da una trasformazione digitale realizzata in modo intelligente e consapevole, tenendo in considerazione tutti questi aspetti.

Va poi sgombrato il campo dalla credenza che il passaggio tecnologico verso un mondo sostenibile sia compito solamente delle grandi industrie o delle infrastrutture dei Paesi: il nostro ruolo come cittadini è fondamentale per cambiare la cultura, e con essa i comportamenti di miliardi di persone: iniziamo a fare del nostro quotidiano un esempio virtuoso.

Qualche semplice suggerimento?

Forse non serve cambiare telefonino ogni anno per avere quello più reclamizzato: le funzionalità che usiamo in fondo rimangono sempre le stesse; forse non serve usare Internet in continuazione per i nostri giochi online o per ricevere la posta; se proprio vogliamo giocare col computer facciamolo scollegati dalla rete; se usiamo la posta apriamola una o massimo due volte al giorno; se facciamo una video-conferenza teniamo aperta la telecamera solo quando interveniamo e non durante l’intero collegamento.

Queste semplici attenzioni limiterebbero l’uso di terre rare e il consumo di CO2 di tutti i server di rete usati per i giochi o per la comunicazione.

*Informatici Senza Frontiere è una onlus nata nel 2005 con oltre 300 soci in tutta Italia che operano per promuovere un uso della tecnologia più intelligente, sostenibile e solidale, la cui rilevanza è riconosciuta dall’ONU.

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