Dono&Vita - dicembre 2018

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Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XL - n.4 - dicembre 2018 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2 NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97

Dono&Vita È il clima, l’assassino?

Numero 4 - dicembre 2018 Tiratura e diffusione: 101.000 copie Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue - il nostro sito: www.donoevita.it Dicembre2018_OP.indd 1

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Quanti siamo, dove siamo in Italia e Veneto

Sommario L’EDITORIALE · Difendere l’ambiente si può, partendo da tutti e da ciascuno

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LA PAGINA DEL DIRETTORE · Pillole di memoria e aneddoto inedito su un protagonista Avis

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L’INTERVISTA/Pietro Bartolo · “L’inarrestabile emorragia del mondo”: le verità di un Medico

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L’INCHIESTA

Dono&Vita Anno XL - n° 4 - dicembre 2018 Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue TIRATURA E DIFFUSIONE: 101.000 copie Distribuzione gratuita ai soci Avis-Abvs del Veneto e alle 3.400 sedi Avis comunali, provinciali, regionali in Italia. Editore - Segreteria - Amministrazione AVIS Regionale via Ospedale, 1 - 31100 Treviso tel. 0422 405088 - avis.veneto@avis.it

· Clima impazzito? L’ambiente dev’essere tutelato a tutti i livelli pag. 8 · Cambia la geografia delle colture Made in Italy. E perfino il vino... pag. 9

REDAZIONE Via Ospedale, 1 - 31100 TREVISO - tel. 0422 346544 Cell. 320 4784837 - 320 4784832 e-mail: redazione.dono-vita@avis.it

ATTUALITÀ TRASFUSIONALE

Presidente Avis Regionale Veneto e Direttore Editoriale: Giorgio Brunello

· Segno meno per la raccolta, anche per il trasfuso, però... pag. 10 · La battaglia del plasma, tutti in campo per l’obiettivo comune pag. 12 · Un dibattito a tutto tondo su una materia prima strategica pag. 14 · Lavoro di squasra: gli emofilici salvadoregni avranno le cure e nasce un’associazione di donatori gratuiti pag. 15

PRŒMIO SAMARITANO 2018

Direttore Responsabile: Beppe Castellano - b.castellano@avis.it Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - m.rossato@avis.it Coordinamento grafico-editoriale: Costantino Gugliuzza Redattori responsabili per le provinciali AVIS-ABVS

· È “Venemontese” il samaritano 2018, ma ecco le storie di tutti · In breve le “vite” dei 5 candidati e le menzioni speciali

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BELLUNO: Barbara Iannotta, Giulia Frigimelica; PADOVA: Roberto Sartori; ROVIGO: Gianluca Munegato, Giovanni Chioldin; TREVISO: Paolo Dussin, Paolo Zanatta; VENEZIA: Giorgia Chiaro, Dario Piccolo, Manuela Fossa, Silvano Vello VERONA: Costantino Gugliuzza, Mario Lappa, Nereo Marchi. VICENZA: Enrico Iseppi.

· Nasce grazie anche ad Avis il Centro sociosanitario di Arquata · Da gennaio ad aprile va adeguato lo Statuto associativo · In Bolivia è arrivata attrezzatura radiologica grazie ad Abds · Fondazione TES: il Ministero autorizza esperimenti “in vivo”

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Collaboratori fissi e rubriche:

REGIONALE E... OLTRE

CONVEGNI

& INIZIATIVE

· Avis e Comunità marocchine nel giorno della “Marcia Verde” · Dono, religione e laicità nello spazio-tempo. Un convegno per il gemellaggio Venezia-Roma-San Pietro

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AVIS E GIOVANI · Bergamo: oltre 1350 giovani parlano del loro “valore” in Avis · Il forum 2018 di Treviso spazia e guarda oltre i confini europei · Facebook non serve solo per selfie o fake news: grazie Chiara! · Il banchetto in piazza funziona? Sì, purché... · I nomi dei ragazzi del Servizio civile 2019 in Veneto

pag. 22 pag. 27 pag. 27 pag. 28 pag. 28

INSERTO BILANCIO SOCIALE · L’estratto del Bilancio sociale 2017 da staccare e conservare da pag. 23

LE SETTE SORELLE · Vicenza da pag. 30 · Venezia da pag. 32 · Treviso da pag. 35 · Verona da pag. 38 · Belluno da pag. 41 · Rovigo da pag. 44

AVIS & SPORT · A Soave il “DonoDay 2018” si riempie di testimonial sportivi pag. 46 · San stino di Livenza: in 600 per una “camminata” tutta a colori pag. 46 · Noale, un’intera squadra di calcio tutta a donare pag. 47 · Castelfranco: “targati” Avis i nuovi campioni d’Italia di Risiko! pag. 47

Quest’anno va di moda il GIALLO Distinguiti, dona il PLASMA

Ottaviano Cereser (Il Bello del Veneto), Lisa Baesso (Alimentazione), Giovanni Lenzo (Attualità trasfusionale), Elena Galbiati e Laura Elia (Scuola).

Hanno collaborato a questo numero: Bernardino Spaliviero, Carlo Assi, Pietro Bartolo, Ufficio stampa Avis nazionale, Gino Foffano, Giuseppe Polo, Roberto Sartori, Laura Zanardo, Alessio Fontana, Luigi Piva, Tanji Bouchaib, Roberto Belli, Silvia Girardi, Enrico Michieletto, Valentina Covre, Chiara... E Avis Salzano, Giuseppe Sciessere, Alice D’Este, Lucia Delsole, Elisa Righetto, Vanda Pradal, Michela Maggiolo, Davide Del Negro, Emanuele zanon, Maurizio Borsetto, Osvaldo Rossi.

Contributi fotografici©: Archivio Beppe Castellano, Ottaviano Cereser, Barbara Iannotta, Michela Rossato. Idea Grafica: Sara Pinali - Chiara Ridolfi - Verona Impaginazione: Art&Media-Castelfranco Veneto (TV) Ottimizzazione immagini: Opero srl - Verona Stampa: Elcograf - Verona Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR) Chiuso in redazione il 6 dicembre 2018. Il prossimo numero uscirà a marzo 2019. IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASO ENTRO IL 31 gennaio 2019. Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO&VITA, Via Ospedale, 1 31100 TREVISO - mail: redazione.dono-vita@avis.it Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE.

Felice anno a tutti i nostri lettori e a tutti gli amici di Avis

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L’EDITORIALE

LA PAGINA DEL DIRETTORE

di Giorgio Brunello presidente Avis regionale

di Beppe Castellano

Difendere l’ambiente si può, partendo da tutti e da ciascuno

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erché Avis si confronta anche con i temi ambientali? Nei mesi scorsi nella nostra regione, con particolare violenza nel territorio montano, abbiamo assistito ad un pauroso scatenarsi di eventi atmosferici senza precedenti, dalla laguna di Venezia alle Dolomiti. Anche noi intendiamo dare il nostro contributo, nei fatti come abbiamo sempre fatto come nel caso del tornado della Riviera del Brenta quando raccogliemmo insieme ad altri 70.000 euro, ma anche nella riflessione e sensibilizzazione. I donatori veneti amano la loro terra, le donne e gli uomini che ci abitano ma anche quanto di bello c’è sul territorio, montagna, fiumi, laghi, mare, paesi e città, quanto di più bello non potremmo desiderare. Vediamo anche come il territorio viene calpestato, distrutto e come il clima stia peggiorando anno dopo anno, ciò che una volta si pensava interessasse solo paesi lontani, oggi è alle nostre porte. Questa terra ci è stata donata, è un bene prezioso che stiamo però distruggendo. Dobbiamo preservarla per consegnarla ai nostri figli e nipoti. Certamente chi governa ha le sue responsabilità, ma il rispetto dell’ambiente, l’uso intelligente delle risorse, acqua, energia, differenziare i rifiuti, è un dovere di tutti e di ciascuno, anche dei donatori di sangue. Questi ultimi dimostrano un alto senso civico ogni volta che vanno a donare e sappiamo che sono in prima linea anche quando si difende l’ambiente. Contiamo sulla forza che tali messaggi contengono, anche verso i giovani. Sapremo impegnarci direttamente, lasciamo ad altri le analisi e ricerche, la programmazione, noi intendiamo fare la nostra parte, in

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silenzio, come quando doniamo e non sappiamo a chi. Riprendiamo in altre pagine del periodico la riflessione sulla solidarietà senza confini perchè i donatori sono cittadini del mondo e non fa differenza il colore della pelle. È solidarietà quando, portando Fattori plasmatici in Salvador grazie all’impegno di alcune Regioni italiane, si preservano dalla sofferenza e dalla morte circa 200 emofilici che “non hanno nulla”. Solidarietà è anche quando l’Avis della Riviera del Brenta porta il dott. Bartolo di Lampedusa, un vero samaritano dei nostri tempi, a parlare a 350 giovani a Dolo: dei drammi che ha vissuto e vive, di chi ha salvato, dei miracoli accaduti. Li ho guardati attentamente, mentre Pietro Bartolo parlava: quei giovani, quei ragazzi anche giovanissimi, sono rimasti in silenzio oltre un’ora senza nemmeno toccarli gli smartphone. E non sarebbero serviti a nulla, in altri casi, i richiami delle insegnanti che li accompagnavano. Ma ritornando ai nostri temi, ci preoccupa il calo della raccolta plasma. Tante le cause: norme più rigorose, aumento della quantità raccolta perciò durata del prelievo e altro che non riprendiamo, ma che ripetiamo da tempo. Occorre riflettere e soprattutto mettere in campo azioni forti come la campagna “Giallo plasma” di Avis nazionale, ogni nostra Avis può e deve lavorare per aumentare la raccolta di plasma e di sangue intero, buon lavoro a tutti. Dall’altra parte, però, ci deve essere maggiore apertura, impiego di risorse e flessibilità nel venire incontro ai “tempi” dei donatori. Infine, al centro della nostra azione vi è, e sempre ci sarà, la soli-

Pillole di memoria e aneddoto inedito su un protagonista Avis

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darietà, la salute degli ammalati. Dobbiamo ricordare sempre, anche nei momenti più difficili, personali o del Paese, che bisogna donare e far donare. Donare con più frequenza e la passione di sempre, consapevoli che è sempre la salute degli ammalati che ci sta a cuore. Su questo, come associazione e donatori, non abbasseremo mai la guardia. Colgo l’occasione delle imminenti feste per fare gli auguri, anche a nome del direttivo regionale, a voi dirigenti avisini, a tutti i donatori, ai vostri cari.

Un felice 2019 a tutti i nostri lettori e a tutti gli amici di Avis

o assistito a un affollato incontro di una Comunale del milanese: Cernusco sul Naviglio. C’ero “per caso”, la sera prima di un’intensa giornata del gruppo Comunicazione nazionale. Era l’ultima serata del PerCorso formativo voluto dal presidente Comunale Carlo Assi, intitolato a una figura storica di Avis: Pietro Varasi. Utilissime le informazioni dei relatori (in particolare sul problema delle vaccinazioni). L’intervento video del figlio Stefano mi ha rammentato l’iniziale rapporto “da avversari” fra questa testata e il “vecchio” Pietro. Negli anni sfociò in franca amicizia. Scomparso un anno fa a 79 anni le ultime parole che mi rivolse sorridendo furono: “non molli mai, sempre sul pezzo sei!” Entrava, sorretto, in assemblea nazionale di Milano 2017. Si festeggiava il 90° di Avis e le sue “memorie storiche”. Io, si capisce, lo stavo “mitragliando” con la mia Nikon. Pietro Varasi era fra gli ultimi “allievi” di Formentano, il fondatore. Non tutti sanno però che, quando nel 1994 rinacque Dono&Vita (allora Avis-Abvs Veneto) Varasi, vicepresidente nazionale, fu uno

dei più fieri oppositori. Le cronache del Veneto dovevano confluire in 16 pagine-inserto del periodico nazionale Avis SOS. Avis Veneto tirò invece dritto per la sua strada, che continua tutt’oggi: arrivare a tutti. Con non pochi mugugni di Pietro. Inizio 2007, 80° Avis, sempre Pietro al sottoscritto: “Affido anche a te questo CD, sarà in buone mani”. Erano tutte le scansioni di documenti e foto a rischio deperimento dell’archivio Avis di Milano dal 1927 in poi. Perle preziose di storia che Pietro aveva testardamente voluto salvare, preservare e trasmettere a chi seguiva...

Insieme ricominciamo Avis nazionale ha lanciato una raccolta fondi per le zone danneggiate dal maltempo di fine ottobre. La raccolta terminerà al 31 gennaio. È possibile contribuire tramite bonifico bancario sul conto corrente di Banca Prossima – filiale di Milano intestato ad Associazione Volontari Italiani del Sangue – AVIS NAZIONALE, IBAN: IT21V0335901600100000065611, BIC: BCITITMX (Causale: emergenza maltempo + nome sede o donatore). Per quanto riguarda progetti e/o interventi da sostenere, scrivere a: avis.nazionale@avis.it

Un primario trasfusionista e un avisino Doc, due amici, un saluto a Giorgio e Dante

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uasi certamente non si erano mai conosciuti. Non lo faccio mai, ma ad ogni regola c’è un’eccezione. Voglio ricordare l’ex primario del Dimt di Venezia, Giorgio Marchiori (a destra) e un appassionato avisino di Massanzago (Pd). Se ne sono andati quasi alla stessa età (68 e 67 anni) e negli stessi giorni di settembre. Ambedue “tosti”, su queste pagine hanno dato un notevole contributo alla... discussione. Che è conoscenza. Ciao, Giorgio. Ciao Dante. 4/2018 · DONO&VITA · 5

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L’INTERVISTA

“L’inarrestabile emorragia del mondo”: le verità di un Medico di Beppe Castellano

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ietro Bartolo, da Lampedusa. Un volto segnato dal mare e da chi il mare ha portato. Vivi, moribondi, morti: nelle stive delle “carrette” del mare o direttamente recuperati dal fondo, del mare. Pietro Bartolo, un Uomo, un Medico Padre pescatore, ex pescatore anche lui: “Quando tornavo dalla Sicilia per le vacanze estive, per pagarmi gli studi andavo tre mesi per mare. E anch’io ho fatto naufragio, ho imparato cosa vuol dire stare ore in mare ad attendere la morte”. È medico responsabile del presidio sanitario delle Isole Pelagie, figlio di quella Lampedusa che, dal 1991 ad oggi, è stata la porta della “speranza” di centinaia di migliaia di ragazzi, uomini, donne, bambini. Di quella Lampedusa le cui acque sono la tomba di migliaia di ragazzi, uomini, donne, bambini... Di quella Lampedusa dove, anche se non ne parla più nessuno, approdano ancora... “clandestini”. Qualcuno ancora. Gli altri restano in fondo al mare o sgozzati - questo quando gli va bene - nei campi di “accoglienza” della Libia. Ma di questo non parla mai nessuno... È scomodo. Ne ha parlato lui, il 3 dicembre, a 350 giovani delle scuole della Riviera del Brenta. In un silenzio tombale, con qualcuno che non ha resistito all’emozione di racconti e immagini ed è uscito dalla sala piangente, quando non pallido come un cencio. Ma la verità, quella che pochi hanno il coraggio di raccontare, si sa... fa male. A noi per queste pagine Pietro Bartolo, Medico e da 27 anni “pescatore di uomini”, l’ha raccontata venendoci a trovare in redazione con l’amico Giuseppe Polo, Avis riviera del Brenta. Anche se non bastano ancora i suoi due li6 · DONO&VITA · 4/2018

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bri (“Lacrime di sale” del 2016 e “Le stelle di Lampedusa” del 2018) per raccontarla tutta... Dottor Bartolo, quando ha iniziato la sua attività di medico a Lampedusa? Intanto chiamami Pietro... Esattamente nel 1991, proprio l’anno in cui iniziarono i primi sparuti sbarchi. Ricordi quale fu il primo? Furono tre ragazzi. Arrivarono di notte, su una barchetta a remi. Si rifugiarono per riposare in un hotel ancora in costruzione, credevano fosse disabitato. Al mattino li trovarono i muratori, che dormivano. La notizia si sparse in un baleno, per noi era una novità, mai vista. Erano neri neri: “Sugno arrivati li turchi”... Per i lampedusani chi era nero era “turco”, è la nostra storia di isola sperduta in mezzo al mare. 113 chilometri dall’Africa, 200 dalla Sicilia. Poi cominciarono ad aumentare gli sbarchi dei migranti con le cosidette “carrette del mare”... Non amo i termini migranti o peggio “clandestini”. Sono persone, semplicemente. Persone che cercano di fuggire da guerre, torture, stupri, uccisioni e fame. E neanche le “carrette” erano per la maggior parte tali. Erano all’inizio pescherecci come i nostri. Negli anni 90 l’afflusso era dal Maghreb, dal Sub Sahara. Poi via via aumentarono, arrivavano dal Centro Africa, Sudan, Eritrea, Somalia. In base alle “ondate” delle guerre locali che - ricordiamocelo sempre - sono sempre frutto di noi “colonizzatori” bianchi. abbiamo sfruttato e comtinuiamo a sfruttare e spremere il continente più ricco di risorse naturali al mondo. Oro, diamanti, plutonio, uranio, petrolio, minerali rari necessari alla nostra tecnologia... In mano a chi sono, questi mercati?

È una inarrestabile emorragia del mondo, le migliaia e migliaia di vite la cui storia non conosceremo mai. Ma torniamo a Lampedusa, come abitanti siete circa 6000. Come avete vissuto la continua emergenza immigrazione? Anche la parola “emergenza” è fin troppo abusata. Entra nella testa causando insicurezza diffusa. È l’arma di chi vuole fare politica sfuttando la miseria. La vera emergenza è la gente che muore, che muore in mare annegata, che muore nei campi di concentramento libici, torturata, violentata, sgozzata e decapitata in 7 secondi da “professionisti” come in una catena di montaggio, se ha finito i soldi. O non può più onorare il debito fatto dalla famiglia, magari perché si è ammalato nel lungo e infernale viaggio. Davanti agli altri, per spargere il terrore e convincerli a pagare, a pagare, a pagare. Ho visto arrivare ragazzi scuoiati vivi. I lampedusani? I miei concittadini le conoscono queste cose, dai racconti di chi è

arrivato, dalle foto e dai video che ci mostrano dai telefonini. I lampedusani sono pescatori, conoscono la legge del mare che impone di soccorrere il naufrago. O di recuperare i morti, sott’acqua. I lampedusani lia hanno sempre accolti, ci vivono, ci convivono pacificamente fino a quando non vanno via. Quanti ne hai visti, visitati in questi anni, come responsabile del Presidio sanitario? Oltre 350mila, uno per uno. Assieme ai miei collaboratori li visitiamo e, se necessario, diamo loro le prime cure nel nostro Pronto Soccorso. I più gravi vengono portati dal nostro elisoccorso in Sicilia. Ma quando arriva una nave che ha raccolto i naufraghi, sono io che devo salire a bordo per dare il nulla osta perché scendano. Per evitare di far scendere qualcuno con gravi malattie infettive? Anche questa è una bugia, quella che “gli immigrati ci portano le malattie, l’Aids, ecc.”. Non è vero! È una balla inventata per spargere la paura e prendere voti e consensi. In tutti questi anni sarei dovuto morire mille volte infettato, visto che li ho visitati tutti e molti li ho operati o fatto partorire donne in emergenza sulla tolda di una nave della Guardia Costiera. Magari legando il cordone ombelicale con il lacci delle mie scarpe, non avendo altro a disposizione. La verità è che arrivano sì provati, ma dalle fatiche immani dei trasferimenti nel deserto, dalle torture, con traumi, con ipotermia.O con la scabbia che non è una malattia, ma una infestazione

di acari. Che, come i pidocchi, si prende in quei letamai di campi “di accoglienza” nel deserto, dove si dorme nella sporcizia ammassati gli uni sugli altri in attesa del viaggio... Viaggi che si sono diradati, da qualche mese a questa parte, anzi da prima, anche. O no? Oh certo! (E qui gli occhi passano da un’espressione di rabbia, quasi alle lacrime, ndr). Prima il precedente governo a fare accordi con tribù fuori da ogni controllo che li “tengano lì”, visto che da quando hanno fatto fuori Gheddafi vige la più totale anarchia. Poi con la chiusura dei porti e il divieto oggettivo alle Ong di operare in mare. Divieto anche per la nostra Marina, navi e persone che hanno onorato l’Umanità salvando tante persone, persone come noi. Gli sbarchi ci sono ancora, più radi, certo. Vengono eliminati prima di partire, dopo aver pagato i trafficanti, oppure scompaiono in mare sui “canotti” che gli vengono dati. Canotti, non gommoni! I gommoni hanno i compartimenti stagni, ai canotti basta un buco, e affondano. Oppure vengono affondati dalla Guardia costiera libica al limite delle acque territoriali. C’è semplicemente una percentuale maggiore di morti: da uno su 20 a uno su sette. Solo che questi morti noi non li vediamo e ci tranquillizziamo la coscienza. Tanto... Anche prima erano solo numeri, dati dai TG a ora di cena. Assuefazione. Quanti ne ha visti, di quanti ha dovuto certificare la morte?

Penso di avere anche questo, di record al mondo, pur non essendo un anatomopatologo. Migliaia, a migliaia ho dovuto effettuare le ispezioni cadaveriche e “conservare” qualcosa di loro. Come un dito con le impronte digitali o un pezzo di osso, per poter risalire al Dna e poter dare loro un... nome. E una dignità. Tocca a me farlo. Ma con l’immigrazione c’è chi dice che importiamo anche terroristi, estremisti... Bugie anche queste. Ma ti pare che un terrorista dell’Isis o di Al Qaeda voglia venire in Italia ed Europa rischiando la pelle per mare? In Italia, comunque, a differenza di altri Paesi attentati non ce ne sono stati. Perché? Due ragioni: un’ottima intelligence e anche il fatto che li abbiamo accolti, finora, con umanità. Negli altri Paese gli attentati sono stati opera di giovani di seconda o terza generazione. Prova tu a essere discriminato perché sei nero. Certo, vivi lì ma sei continuamente ritenuto “inferiore”, la rabbia e l’odio montano e portano all’estremismo. Può succedere in Italia, allora? Se non si ferma questa anticultura razzista, fomentata dalle bugie non basate sui fatti in futuro la rabbia potrà montare e... I nostri figli e nipoti ci chiederanno conto di questo e del genocidio in atto. Non potremo dire “non sapevamo”. Eppure io so che la gente non è cattiva... È solo “cattivamente” informata. E tenuta nell’ignoranza, dei fatti.

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L’INCHIESTA

Clima impazzito? L’ambiente dev’essere tutelato a tutti i livelli di Beppe Castellano

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a copertina di questo numero, una foto originale di Daniele Fontana (grazie al donatore dell’Abvs Alessio Fontana di Santo Stefano di Cadore), parla. Quasi urla. La montagna sullo sfondo è il Peralba, da dove nasce il Piave... Fiume sacro alla Patria dalla fine della Grande Guerra. L’abbiamo voluta dedicare, insieme a questa breve inchiesta, a tutti i veneti - ma anche a tutti gli italiani - che fra fine ottobre e inizio novembre scorsi sono stati flagellati da un maltempo fuori dall’ordinario. Ma che sempre più, purtroppo, diventerà all’ordine del giorno. E delle stagioni. Se le stagioni esisteranno ancora. Gli ultimi dati disponibili forniti dall’Arpav del Veneto sottolineano come, nel 2017, le precipitazioni medie sul nostro territorio siano state molto inferiori alla media del periodo 1993-2016. E infatti nel 2017 vi fu “l’allarme siccità” che mise a rischio, e in alcuni casi in gionocchio, molti operatori e aziende agricole. Estati torride e secche, improvvisi fortunali, trombe d’aria e tornado anche su zone dove non si erano mai visti stanno diventando

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“normalità”. Ma l’ondata di maltempo, con tutta la violenza che si è abbattuta sulle nostre montagne, era difficile da preventivare. Da Asiago fino al Friuli pare che gli elementi abbiano voluto “rammentarci” il centenario della Grande Guerra, quando ma in quel caso era opera diretta dell’uomo - ugualmente boschi e foreste furono letteralmente rase al suolo. Come oggi, quando in certe valli del Cadore e del Comelico i venti hanno soffiato all’improvviso a 160-180 km/ora. E così, oltre ai danni materiali alle cose “umane” (come strade, ponti, infrastrutture, case), sono scomparsi in pochi minuti interi ambienti naturali: boschi, foreste secolari, sentieri. Alberi schiantati e sradicati, animali morti o in fuga... Certe ferite inferte, ulteriormente, al nostro già martoriato teritorio potranno essere guarite solo in decine d’anni. Come accadde al patrimonio narurale montano dopo la fine della guerra ‘15-’18. Solo in Veneto sono stati resi subito “disponibili” dal vento circa 400mila metri cubi di alberi, sradicati o letteralmente

spezzati. È di 14 milioni invece la stima degli alberi caduti complessivamente in Veneto, Trentino e Friuli. Una nuova geografia dell’ambiente naturale, ricchezza delle nostre montagne, dovrà essere ridisegnata. Sparito, abbattuto e spianato dalla furia del vento il famoso “Bosco degli Urogalli, di Mario Rigoni Stern sull’Altopiano di Asiago. È scomparsa la Foresta “degli Stradivari” di Paneveggio, vicino a Tarvisio in Friuli, così come la strada che correva sul fondo de I Serrai de Sottoguda, descritto in passato sulle pagine de “Il Bello di Veneto” del nostro giornale. È a rischio la biodiversità di tutte le nostre Alpi, ma anche la stessa economia futura di quelle zone che si basa sul turismo e sulla “filiera” del legno. La Coldiretti ha già denunciato, a metà novembre, come il prezzo del legno sia precipitato in pochi giorni del 30%. Dati allarmanti sul fronte anche del lavoro. “Ai danni ambientali provocati dal vento eccezionale che ha abbattuto le piante si aggiungono ora quelli economici con effetti sul piano occupazionale e il rischio spopolamento nelle aree di montagna - ha scritto in un comunicato stampa la Coldiretti - Il disastro sta attirando le attenzioni degli speculatori con le piante abbattute entrate nel mirino delle segherie austriache. Hanno anche sorvolato in elicottero le aree del disastro - continua Coldiretti - Per fermare un effetto valanga sull’intera produzione nazionale il consiglio è di non svendere il legno italiano a prezzi di saldo. L’intero mercato del legno lungo l’arco alpino in Italia e oltre confine - sottolinea la nota - è sotto pressione con prezzi al ribasso in alcuni casi anche dimezzati con

il rischio di un tracollo del valore per tutte le tipologie di legname, da costruzione, da ardere, da biomassa, da carta e da mobilio, a causa della presenza di un fiume di milioni di metri cubi di tronchi rasi al suolo dal maltempo in Italia ai quali si aggiungono quelli danneggiati in territorio austriaco”. C’è anche da considerare che, per ripulire tutte le zone colpite

dagli alberi abbattuti - qualunque fine facciano - serviranno per alcuni almeno 2 anni, per altri almeno il doppio. Questo prima di poter pensare a una riforestazione. E invece bisognerebbe agire più in fretta possibile, una volta passato l’inverno. Questo per evitare danni ancora maggiori agli alberi rimasti in piedi. Si rischia, infatti, “nel Nord Est una massiccia infestazione di parassiti,

gli scolitidi. Come il bostrico dell’abete rosso”. Piermaria Corona, Direttore del Centro di ricerca Foreste e Legno del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) ha avvertito come: “Il coleottero entra da sotto le cortecce e mangia il legno. Vista l’abbondanza di materia prima a terra, si riprodurrà in modo molto rapido con i primi caldi e attaccherà anche gli alberi vivi. È essenziale quindi intervenire il più presto possibile per recuperare fusti e legna”. Ma, come vediamo nel riquadro sotto, i danni all’ambiente e all’economia non solo del Veneto si allargano anche ad altri comparti. Mentre chiudevamo questo numero si apriva la 24ª Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici a Katowice, Polonia, che durava dal 3 al 14 dicembre. L’obiettivo del negoziatori dei 196 Paesi rappresentati sarebbe quello di limitare il riscaldamento del pianeta sotto il +1,5°. Un compito molto arduo, intanto il vino... sale di grado.

Cambia la geografia delle colture Made in Italy. E perfino il vino...

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ubbi, ormai ce ne sono ben pochi. Nonostante qualcuno continui a definire i cambiamenti climatici un fenomeno “naturale” (USA, Trump). Per restare in Italia, il 2018 si è rivelato come l’anno più “bollente” dal 1800. Dall’inizio del XIX secolo, infatti, iniziarono le rilevazioni delle temperature medie. Ebbene il 2018 ha fatto rilevare nel nostro Paese una temperatura superiore di 1,49 gradi rispetto alla media degli ultimi due secoli. Sono dati del CNR, basati sui primi 9 mesi dell’anno, che non fanno assolutamente ben sperare, visto che - sempre per restare in Italia - tale concentrazione di anni più caldi si registra nell’ultimo decennio. Anche gli anni dal 2012 al 2017 (con l’eccezione del 2013) avevano avuto finora il record dell’incremento delle temperature. Si sta assistendo, quindi, a una vera e propria “tropicalizzazione” del nostro

clima, con evidenti ripercussioni anche sui fenomeni metereologici. Le cosiddette “bombe d’acqua” (e di vento) sono sempre più frequenti, perfino in adriatico (e non stiamo parlando di Oceani) sono sempre più frequenti le trombe d’aria. La Coldiretti, ma in genere tutto il mondo agricolo su cui - ricordiamolo - si basa la nostra alimentazione e gran parte della nostra economia già a ottobre aveva ri-lanciato l’allarme. “Il surriscaldamento è un fenomeno che sta cambiando via via le caratteristiche delle coltivazioni. Quelle dell’ulivo, colture tipicamente mediterranea, lambiscono ormai le Alpi, mentre Sicilia e Calabria vedono arrivare le piante di banane e altri frutti esotici come l’avocado.” Perfino il tempo della vendemmia è sempre più anticipato, perfino di un mese rispetto al tradizionale settembre. Ma non solo. “La gradazione del vino italiano con il maggior

caldo - sottolineano dalla Coldiretti - è aumentata mediamente di un grado negli ultimi 30 anni”. E anche le condizioni climatiche “tradizionali”, che variano con il surriscaldamento, mettono a rischio le filiere di lavorazione, stagionatura e affinamento di formaggi e salumi tipici. I danni, quindi, potrebbero andare ben oltre i “semplici” fenomeni atmosferici estremi come quelli di fine ottobre, mettendo in pericolo le eccellenze alimentari Made in Italy. Insieme al turismo la nostra vera ricchezza. Come ha dichiarato il presidente della Coldiretti: “i cambiamenti climatici impongono nuove sfide per le aziende agricole che devono interpretare gli effetti della metereologia sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque (è del 2017 la siccità estiva che mise in ginocchio molte aziende, ndr) e sulla sicurezza del territorio”. 4/2018 · DONO&VITA · 9

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ATTUALITÀ TRASFUSIONALE

Segno meno per la raccolta, anche per il trasfuso, però... di Giovanni Lenzo, direttore sanitario Avis Veneto

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prodotti strategici per l’autosufficienza regionale e nazionale, i cosiddetti prodotti driver, sono rappresentati dai globuli rossi, che risultano gli emocomponenti di maggiore utilizzo clinico, e dal plasma destinato al frazionamento per la produzione di medicinali plasmaderivati. La programmazione annuale per l’autosufficienza regionale e nazionale del sangue ed emocomponenti è complessivamente in grado di garantire un sistematico equilibrio quali-quantitativo, sostanzialmente adeguato, fra produzione e fabbisogno di emocomponenti. Il dato regionale aggiornato a fine ottobre indica che sono state raccolte 213.792 unità di sangue intero a fronte di 215.168 unità raccolte nell’analogo periodo 2017. Il trasfuso da gennaio a ottobre 2018 è stato di meno 1.690 unità rispetto al 2017. Per cui, con una sostan-

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ziale stabilità fra la differenza tra raccolto e trasfuso, siamo riusciti a contribuire al fabbisogno extra regionale, tenendo fede a quanto programmato.

La situazione della raccolta di plasma e il successivo conferimento all’industria per la plasmaderivazione ci vede invece ancora in sofferenza, -4,9%, rispetto ai primi 10

mesi dello scorso anno, in linea con il dato di giugno dove la differenza era di -5.0%. Stiamo assistendo a un calo di consumo di globuli rossi analogo a quello che si osserva negli altri paesi europei e destinato a diminuire ulteriormente in virtù dell’attuazione delle PBM (Patient Blood Management). Questo, però, non deve distrarci in quanto, se da un lato le nuove tecniche chirurgiche (robotica e mini invasiva) e i nuovi approcci medici consentono una riduzione di utilizzo di globuli rossi, dall’altro l’aumento della speranza di vita e soprattutto la qualità che dobbiamo garantire ai nostri malati, non ci deve far abbassare la guardia. Non è pensabile, al momento attuale, che la quota di plasma da frazionamento possa compensare la diminuzione del plasma da aferesi. Bisogna, pertanto, concentrare gli sforzi per riportare le procedure di plasmaferesi ai numeri degli scorsi anni, se vogliamo garantire il quantitativo di plasma necessario per la produzione almeno dei prodotti driver Immunoglobuline e albumina. La raccolta non è uniforme su tutto il territorio regionale e abbiamo delle realtà provinciali in cui si raccoglie per mille abitanti di più della media regionale ed altri in cui si

raccoglie meno. La raccolta media di sangue intero è comunque 52.26 per mille abitanti. Per migliorare il dato e uniformarlo in tutti i dipartimenti, dobbiamo migliorare l’efficacia dei servizi di chiamata e la capacità dei Centri trasfusionali nell’avere maggiore flessibilità di orari e di aperture. Fra le più grandi criticità che ostacolano la possibilità di crescita c’è la carenza di personale medico. Una poco accorta programmazione ha fatto sì che ci sia una carenza di medici in quasi tutti i reparti, compresi i servizi trasfusionali. Sarebbe bastato, a chi l’ha fatta, inserire le date di nascita dei medici dipendenti per sapere anno per anno quanti sarebbero stati i pensionamenti. Un modo per garantire, se non la totale sostituzione, almeno un adeguato rapporto tra medici e popolazione. Altra grossa difficoltà è la capa-

cità dei medici dei Centri trasfusionali di modificare le abitudini, cioè modificare gli orari di apertura dei centri, rendendoli idonei al nuovo sistema di lavoro. Perché se i donatori ci sono di domenica, i centri devono restare aperti la domenica sia per la raccolta di sangue intero sia per quella di plasma. Il sangue può arrivare al laboratorio anche in orari diversi, se queste sono le esigenze dei donatori si modificano gli orari dei laboratoristi. Credo non sia di nessun aiuto per i nostri malati scaricare le colpe sui donatori, i donatori ci sono e hanno voglia di donare; deve essere permesso loro di poterlo fare. Il sistema si deve adeguare, i donatori non sono dei professionisti. I donatori devono garantire uno stile di vita e un comportamento adeguato, ma non sono loro che si devono adeguare al sistema. 4/2018 · DONO&VITA · 11

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ATTUALITÀ TRASFUSIONALE

La battaglia del plasma, tutti in campo per l’obiettivo comune a cura di Beppe Castellano

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ai prima d’ora s’era visto un tale dispiegamento di forze sulla questione “Plasma e plasmaderivati”. Da parte di associazioni, Avis in primis, società scientifica dei trasfusionisti, Centro nazionale sangue, Fiods internazionale il piede preme sull’acceleratore per poter far raggiungere all’Italia l’autosufficienza, ancorché parziale, per i plasmaderivati.

Prodotti medicinali che, sempre più, nel mondo stanno registrando un’impennata dei fabbisogni per le cure degli ammalati. Tanti sono stati, negli ultimi mesi, i convegni, i work shop, le conferenze programmatiche, le iniziative con al centro il sempre più preziosoliquido giallo fornito dalle vene dei donatori. Liquido da dove si ricavano innumerevoli farmaci che, lo ricorda-

remo sempre, in Italia grazie a un modello virtuoso “inventato” proprio dal Veneto (Avis, trasfusionisti e Regione assieme negli anni ‘80) fa rimanere sempre materia prima e prodotti finiti di proprietà pubblica. Fra i momenti topici del trimestre la Campagna nazionale di promozione del dono del plasma lanciata a Milano nel corso di una affollata conferenza stampa-convegno vo-

luta da Avis nazionale (foto a lato), presenti anche le altre associazioni e tanti operatori del settore. Sono stati particolarmente interessanti (anche per gli addetti ai lavori) i dati forniti da Avis alla stampa. Svolto dall’Agenzia Ipsos nel mese di ottobre, su un campione rappresentativo della popolazione italiana in età “donazionale”, il sondaggio ha fatto emergere che: - Ben il 79% degli italiani non conosce la differenza fra la donazione di sangue e di plasma; - Per il 69% degli intervistati la parola “plasma” è associata al dono del sangue, il 16% invece (a stragrande maggioranza giovani 18-34 anni) la associano a “televisore”. - Solo l’1% degli italiani non ha mai sentito nominare l’Avis, mentre il 32% dichiara di conoscerla molto bene e il 49% “abbastanza”.Il resto solo per sentito dire. - Per il 44% donare è un gesto di solidarietà ed altruismo, per il 42% un atto di responsabilità visto che non si “fabbrica”. - Se il 36% sembra disposto a donare plasma in futuro (ma di questi “certamente” solo il 6%), fra quelli che non hanno nessuna intenzione “vincono (54%) coloro che si dicono convinti di “non essere abbastanza in salute” per farlo, il 22% dichiara di... avere paura. Interessante è esaminare le ca-

tegorie (vedi tabella sotto) preponderanti nei due gruppi. Fra questi emerge che è la “paura dell’ago” a farla da padrona fra i più giovani (18-34), mentre i “problemi di salute” sono convinti di averli di più le donne e gli ultra 45enni. La campagna “gialla”, la prima in Italia di questo genere, è quindi quantomai attuale, soprattutto per quelle zone che, per storia o logistica, sono ancora “indietro”nella rac-

colta. Ma anche di quelle che, già ben “corazzate”, stanno vedendo via via calare i donatori di plasma. Come il nostro Veneto. Ma la flessione nel Veneto (vedi dati tabella a fronte) se confermata, sarà al centro di più ampia inchiesta futura. Intanto, per chi vuole sfruttare il materiale della campagna messo a disposizione gratuitamente dalla nazionale: https://www.avis. it/2018/11/06/gialloplasma.

Problemi di salute e paura i due freni alla donazione del plasma Q. Qual è il motivo principale per cui non ha intenzione di donare il plasma?

Raccolta e lavorazione plasma: Italia in salita, Veneto in discesa

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ubblichiamo i dati del Centro nazionale sangue, relativi al periodo 1° gennaio/31 ottobre 2018, relativi ai Kg di plasma inviati dalle varie regioni al conto lavorazione per produrre medicinali plasmaderivati. sono messi a confronto con lo stesso periodo del 2017.

Molte regioni del centro-sud stanno crescendo come raccolta e invio facendo segnare un +2,5%. Non altrettanto accade per regioni come il nostro Veneto che ha visto una flessione complessiva pari a 2247 chili. Un calo dovuto soprattutto alle plasmaferesi, sempre meno gradite dai donatori.

54%

Perché il mio stato di salute non me lo consente

22%

Per paura

12%

Perché non ci ho mai pensato

8%

Per mancanza di tempo Perché non c’è nessuna sede vicina a me dove andare a donare Altro motivo

1%

3%

PER PROBLEMI DI SALUTE soprattutto tra: ▪ le donne ▪ coloro che hanno dai 45 ai 60 anni ▪ i diplomati ▪ impiegati e operai ▪ I residenti nel nord est ▪ i residenti nelle città con più di 100.000 abitanti ▪ coloro che vanno a messa minimo due volte al mese ▪ coloro che in passato sono stati donatori di sangue PER PAURA soprattutto tra: ▪ coloro che hanno tra i 18 e i 34 anni ▪ i laureati ▪ gli studenti ▪ i residenti nel nord ovest e nel sud e isole ▪ i residenti nelle città con meno di 10.000 abitanti ▪ i collocati politicamente a sinistra ▪ coloro che non vanno mai o quasi mai a messa ▪ coloro che oggi sono donatori di sangue

Base: coloro che non hanno intenzione di donare plasma in futuro pur avendo l’età per poterlo fare

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PIANETA PLASMA

Un dibattito a tutto tondo su una materia prima strategica

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MPD (Medicinali plasmaderivati) stanno conoscendo, ma ne avevamo già parlato in anteprima a dicembre 2017, un boom senza precedenti a livello mondiale. I dati sempre più sempre più in ascesa (vedi tabella a fianco relativa ad alcuni farmaci plasmatici) fanno prevedere per i prossimi 10 anni seri rischi per chi non conserverà la proprietà della “materia prima” plsma. Rischio di essere in balìa del mercato internazionale, (due terzi del plasma mondiale è fornito dagli USA dove si ricava da datori a pagamento) e rischio di non avere farmaci sufficienti per i propri pazienti se non ai prezzi “imposti” dalla domanda-offerta. L’autunno avisino, e non solo, è stato davvero “affollato” da momenti di incontro a tutti i livelli per ribadire la necessità davvero “strategica” di difendere, migliorare e... esportare il “modello Italia” basato solo su donatori gratuiti. In Calabria a Catanzaro Lido, a fine ottobre, si è svolta una “due giorni” mondiale, organizzata dalla Fiods presieduta da Gianfranco Massaro, e dedicata esclusivamente al “Plasma Italia, un percorso strategico”. Erano presenti, oltre a esperti internazionali e esponenti delle case farmaceutiche che possono produrre farmaci da plasma italiano in c/lavorazione, anche numerosi responsabili dei Centri regionali sangue (vedi foto a destra) e, ovviamente, dirigenti ai massimi livelli delle associazioni di donatori, Avis in testa con il presidente nazionale Briola. Il quale ultimo era presente la settimana prima anche al convegno di Avis Piemonte, svoltosi a Grinzane Cavour il 21 ottobre, durante il quale un’importante sessione è stata dedicata al “pianeta plasma”. 14 · DONO&VITA · 4/2018

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Trend domanda internazionale dei principali MPD

Incremento %

Ig

Albumina

Fattore VIII (PD e ricombinante)

Stati Uniti 2003-2015

+ 137% (7,4% anno)

+ 76% (4,8% anno)

Canada 2003-2015

+ 126% (7% anno)

+ 82% (5,1% anno)

+ 43% (3% anno)

Giappone 2003-2015

+ 39% (5,2% anno)

-26% (-2,5% anno)

+ 522% (16,5% anno)

Cina 2003-2015

+ 317% (12,6% anno)

+ 268% (11,5 %anno)

+ 600% (17,6% anno)

Brasile 2001-2013

+ 458% (15,4% anno)

+ 14% (1,1% anno)

+ 202% (9,7% anno)

Venezuela 2001-2013

+ 50% (3,5% anno)

+ 52% (3,5% anno)

+ 350% (13,4% anno)

Germania 2002-2014

+ 159% (8,3% anno)

+ 13% (1,1% anno)

+ 65% (4,3% anno)

Russia 2002-2014

+ 308% (12,4% anno)

+ 271% (11,5% anno)

+ 2600% (31,6% anno)

Regno Unito 2002-2014

+ 214% (10% anno)

+ 134% (7,3% anno)

+ 93% (5,6% anno)

Particolarmente interessante è stata l’affermazione di un esponente di un’industria di trasformazione: “al di là dei modelli di raccolta, all’industria interessa la qualità della “materia prima” plasma... se il “modello Italia” fosse replicato a livello internazionale, non vi sarebbe necessità di raccolta privata e a pagamento di plasma”. L’argomento plasma ha tenuto banco anche durante la Conferenza programmatica Avis nazionale

+ 94% (5,7% anno)

di Milano del 10-11 novembre. Un momento di “conoscenza” fra le varie realtà regionali e di sintesi sui percorsi comuni. Si è fatto il punto, a proposito di obiettivi comuni, tramite due circostanziate relazioni di un responsabile di Centro regionale sangue e di un dirigente avisino, sullo stato dell’arte del settore. Ampia la discussione sulle azioni congiunte per perseguire il traguardo del “modello Italia”: autosufficienza B.C. anche per i MPD.

Lavoro di squadra fra Avis, Fiods, IlLA e Centro nazionale sangue: gli emofilici salvadoregni avranno le cure e nasce un’associazione di donatori gratuiti

D

al Centro nazionale sangue, 22 novembre: “In questi giorni in Salvador una delegazione italiana sta partecipando alla cerimonia di consegna di 1,5 milioni di unità di fattore VIII, farmaco plasmaderivato fondamentale per la terapia dell’emofilia, come momento culminante di un progetto che ha portato alla nascita di una ‘rete del sangue’ nel paese sul modello di quella italiana… Grazie ad Avis e Fiods è nato il volontariato del sangue nel paese, che si è concretizzato nell’Asdas: Asociación salvadoreña de donantes altruistas de sangre.” Per una volta invece di “succhiare il sangue” ai popoli latinoamericani, doniamo loro un po’ del nostro, frutto del dono dei Donatori italiani non remunerati, dal quale si ottengono farmaci salvavita. Il FVIII plasmatico è un farmaco essenziale per il trattamento delle emorragie gravi e anche mortali che colpiscono gli emofilici. L’emofilia è una malattia genetica ereditaria; il 70% degli emofilici nel mondo non ha accesso alle cure per il costo del farmaco e per questo muoiono bambini. Il Sistema Trasfusionale italiano è ora in grado di produrne più delle esigenze nazionali; poterne offrire agli emofilici di El Salvador, nell’ambito del Progetto di cooperazione trasfusionale, è una gioia grande e rara. Non posso dimenticare i colloqui con il dott. Alvaro Salgado, direttore dell’Ospedale pediatrico Benjamin Bloom quando con parole calme spiegava l’impossibilità di trattare i bambini emofilici, e la profonda amarezza che traspariva dallo sguardo e dalla voce. In uno scambio di messaggi il dr. Giuliano Grazzini primo Direttore del CNS, in pensione ma sempre attivo e presente in El Salvador ci

ha riferito: “Le autorità salvadoregne sono entusiaste!! Ringraziano di vero cuore i donatori italiani. Li avvieremo poco alla volta alle GMP per utilizzare il loro plasma per produrre emoderivati”. Sarebbe a dire: invece di regalargli il pesce insegniamogli a pescare! L’avisino Gianfranco Massaro, presidente Fiods, la Federazione Internazionale dei Donatori di Sangue non remunerati, ha commentato così la notizia: “In questi giorni è stato donato il fattore VIII a El Salvador da parte del CNS; questo sogno diventato realtà nasce dal progetto “Miglioramento della Sicurezza e Qualità

Trasfusionale in Bolivia, El Salvador e Guatemala”, progetto nato da una mia idea, coinvolgendo prima gli Ambasciatori dell’America Latina e successivamente il Ministero degli Affari Esteri italiano. In questo momento di gioia, ringrazio innanzitutto Giovanna Donia dell’IILA (Istituto Italo-Latino Americano) che ha avuto un ruolo determinante nell’approvazione del progetto, i dirigenti Avis del Veneto che per primi partirono con progetti di Cooperazione internazionale con l’America Latina, in particolare chi testardamente ha voluto che nel progetto di El Salvador si facesse riferimento alla donazione del Fattore VIII e la Dottoressa Maryuri Villatoro Coordinadora de la Red national de bancos de sangre (MINSAL) di El Salvador che si è adoperata per risolvere le difficoltà burocratiche”. Ringraziamo anche il Settore plasma del Centro nazionale sangue e le Regioni italiane che hanno messo a disposizione gratuitamente il farmaco, senza rinunciare a produrlo, nello spirito più profondo della solidarietà oltre i confini insito nella donazione volontaria altruista del nostro sangue. Bernardino Spaliviero

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PRŒMIO SAMARITANO 2018

È “Venemontese” il samaritano 2018, ma ecco le storie di tutti servizi di Michela Rossato

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driano Dal Col, piemontese di origine veneta (emigrò con la famiglia nel ‘51 all’età di 10 mesi), è il Samaritano 2018. È stato nominato il 3 dicembre al Cinema Teatro di Dolo (Ve), stracolmo di studenti, insegnanti e avisini, dal medico di Lampedusa, dott. Pietro Bartolo (foto in basso). Una mattinata indimenticabile per le tante emozioni provate dai presenti. Cinque i finalisti, scelti tra le decine di segnalazioni giunte da tutta Italia da una prima giuria di dirigenti Avis e da una seconda di trenta studenti della Riviera del Brenta. Cinque storie bellissime di straordinaria solidarietà, compiuta senza clamori e lontano dai riflettori, com’è nello spirito del Samaritano e del donatore di sangue. A presentare la manifestazione è stata Domy Grande,

intervallata dal duo comico Marco e Pippo. Presenti il sindaco di Dolo, i dirigenti Avis a tutti i livelli, dalla nazionale alle comunali, tra i quali i presidenti regionali di Veneto, Friuli

V. Giulia, Trentino, Marche, Puglia e Sicilia. La scuola alberghiera “Mussati” di Dolo si è occupata del pranzo per finalisti ed ospiti, preparato e servito dagli stessi studenti.

In breve tutte le “vite” dei 5 candidati e le menzioni speciali

A

driano Dal Col, 68 anni, nato a Vazzola (Tv) e residente a Pinerolo (To) è un ingegnere civile idraulico. Iscritto all’Avis di San Mauro Torinese dal ’68, è stato volontario di Telefono Amico, dell’Avass per l’accoglienza notturna dei senzatetto, ed è in prima linea nella cooperazione allo sviluppo della popolazione povera ed emarginata del Bangladesh. Ha fondato l’associazione di volontariato Rishilpi Development Project Onlus con otto amici sostenitori italiani per iniziative di istruzione. Sono così nate la scuola del Centro Rishilpi di Satkhira dalla classe prima alla decima, le oltre 50 Feeder school per il sostegno allo studio dei bambini di famiglie analfabete, una scuola per sordomuti, una scuola materna per i figli di 16 · DONO&VITA · 4/2018

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donne impegnate nella produzione artigianale, centri di cura fisioterapica per i bambini disabili e il progetto Amar Sonar Paribar per l’educazione delle ragazze e per evitare il matrimonio precoce. Nel 2005 è stato aperto un panificio per i bisognosi, nel 2010 un nuovo pozzo trivellato, un impianto di potabilizzazione e la relativa rete di distribuzione idrica. Nel 2015 l’Associazione cambia nome in Ashar Gan “Canto di Speranza” Onlus, ampliando il campo di intervento alla cooperazione allo sviluppo locale. Nascono nuovi progetti di istruzione in India. In Italia la cooperazione avviene con il Forum SaD per il sostegno ai terremotati del Centro Italia e con diversi Enti e Comuni del Piemonte per il sostegno economico tramite piattaforma

web ai casi di necessità. Dal 2016 è volontario di “Rete Casa del Pinerolese” dell’Associazione “Un riparo per il fratello Onlus”.

Maria Amodeo, 55 anni, di Reggio Calabria, applica il modello di vita evangelico a tutti gli ambiti: familiare, lavorativo, sociale... Fin da giovane si dedica alla formazione umana e cristiana sia nelle parrocchie che a livello diocesano. Insegnante di religione cattolica, si impegna da molti anni in iniziative socio-culturali e in progetti umanitari locali, nazionali, internazionali, sia a livello divulgativo e promozionale, che a livello economico con raccolte fondi. Con i tre figli e il marito Rodolfo Barbaro condivide un modello di famiglia aperta all’accoglienza e alla condivisione. Ha integrato nel nucleo familiare un’anziana zia, una ragazza ucraina con gravi problemi familiari ed economici e un minore non accompagnato in affido. Ha aiutato, inoltre, diversi bambini con l’adozione a distanza. Nello Gattoni, 67 anni, di Arquata del Tronto (Ap), vigile urbano in pensione. Sin dalle primissime ore dopo il sisma si è prodigato per aiutare i suoi concittadini, coadiuvando i volontari nell’area di accoglienza allestita nell’emergenza sfollati. Poi, pur costretto a vivere in una stanza d’albergo lungo la costa adriatica, per un anno ha percorso ogni giorno 130 chilometri fino ad Arquata, per aiutare gli ex colleghi, i volontari e la sua città martoriata. Ora abita in una delle Sae realizzate nella frazione di Borgo, e continua ad operare per il suo territorio. Iacopo Melio, studente universitario a Firenze. Durante il Liceo racconta su un blog storie su tematiche sociali, in difesa dei diritti umani e civili. Nel 2014 idea e promuove la campagna #vorreiprendereiltreno e fonda un’associazione con lo stesso nome per progetti inerenti alla disabilità e all’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali. Grazie a #vorreiprendereiltreno è stato finanziato un anno di pet therapy nei reparti pediatrici dell’Ospedale di Bagno a Ripoli (Fi) ed è stato aperto uno sportello di aiuto psicologico per famiglie, ge-

nitori o ragazzi che vivono difficoltà emotive dovute alla propria disabilità o a quella altrui. Oltre ad aver collaborato con Avis Prato per la realizzazione del progetto #PRAMA, che prevede la ristrutturazione di alcuni locali nella palazzina Avis per attività ludico motorie per ragazzi disabili, Jacopo ha scritto per Mondadori “Faccio salti altissimi”, in difesa della libertà di essere se stessi, nel rispetto dell’unicità di ciascuno. Gli studenti del Liceo Galilei di Dolo (Ve) da oltre un decennio sostengono alcune adozioni a distanza e contribuiscono al sostentamento dell’Istituto Casa Nostra

di Dolo. L’idea era nata da una studentessa e, supportata dalla professoressa Paola Tami, è sfociata in una duplice iniziativa di aiuto economico che continua da allora. Una sorta di passaggio del testimone della solidarietà da studente a studente, di generazione in generazione. Menzione speciale a Mohammad Akbari “Esempio di integrazione, dal male subito al bene profuso”. 22 anne afgano. Il padre, prima che i Talebani lo facessero saltare insieme ad altri connazionali su un pullman, lo aveva accompagnato in Iran diverse volte, per tentare di sottrarlo alla sua stessa sorte, ma altrettante volte lo avevano scoperto e riportato indietro. Con la sua

caparbietà è riuscito ad arrivare in Italia con uno dei tanti barconi, passando dall’Iran alla Turchia, alla Grecia, a soli 14 anni, una gelida notte di gennaio del 2010. Accolto in una comunità per minori e inserito nella scuola pubblica, ha conseguito il diploma. Dai 18 anni è ospite di una famiglia italiana, ed è donatore di sangue Avis. Giuseppe Nasato, di Paese (Tv) “per essere stato fautore di tante piccole cose che lo hanno fatto diventare esempio di generosità nel suo territorio”. Infermiere, in pensione si è impegnato nel sociale, occupandosi degli anziani, eseguendo per dieci anni prelievi per

malati e preti allettati, portando i campioni in distretto e consegnando i referti alle famiglie. Collaboratore attivo del Grest e delle sagre di Paese e Sovernigo, era volontario della Protezione civile. Alla sua morte, la famiglia ha donato le cornee. Gli studenti dell’Istituto superiore Polo 3 “A.Olivetti” di Fano (PU) “per l’impegno nei confronti della promozione alla solidarietà” attraverso il video musicale “Ho bisogno di Te” che interpreta i temi del dono e della solidarietà proposti dall’Avis durante incontri formativi a scuola. Il video, ritenuto di interessante valore educativo, è stato inserito dall’Avis stessa nelle attività di sensibilizzazione. 4/2018 · DONO&VITA · 17

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REGIONALE E... OLTRE

Nasce grazie anche alle Avis il Centro sociosanitario di Arquata di Michela Rossato

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n progetto che diventa realtà! Sono partiti a settembre i lavori di costruzione del nuovo poliambulatorio di Arquata del Tronto, nelle Marche, grazie al contributo di tantissime Avis, singoli cittadini ed enti privati. La raccolta fondi era stata lanciata da Avis all’indomani del terremoto che il 24 agosto del 2016 aveva duramente colpito il Centro Italia, per aiutare determinate zone in difficoltà. Tra queste, il Comune di Arquata, in provincia di Ascoli Piceno, rimasto senza riferimenti sanitari. Il progetto del “Nuovo centro socio sanitario”, del valore complessivo di 450mila euro, è finanziato per circa 200 mila euro dalle diverse sedi Avis (oltre al Nazionale sono coinvolte l’Avis regionale Marche e con un ruolo di coordinamento l’Avis provinciale di Ascoli Piceno) e per altri 250mila dall’azienda farmaceutica Pfizer. Un particolare sostegno alla raccolta fondi di Avis è arrivato da Banca Sella, dalla nostra Avis regionale Veneto e dalla Casa di Cura

“Giovanni XXIII” di Monastier (Tv) che ha già donato un defibrillatore e si sta prodigando molto anche nel reperimento di macchinari e medici di sostegno. Al momento di andare in stampa erano già state gettate le fondamenta della struttura, ovviamente antisismica, che reggeranno un unico piano a quattro stanze da destinarsi a diverse specialità mediche. Il nuovo poliambulatorio, che proseguirà la costruzione anche durante l’inverno, servirà per visite e cure delle persone di un’ampia zona, logisticamente scomoda.

Oltre che punto di riferimento per gli abitanti, servirà ai turisti che stanno tornando a visitare i parchi della zona, in particolare quello dei Monti Sibillini e dei Monti della Laga. Come fu per il terremoto dell’Abruzzo del 2009, Avis ha voluto ancora una volta essere vicina a chi soffre in modo concreto e trasparente, rendendo conto a chi ha donato di quanto si è riusciti a realizzare insieme. Nei prossimi numeri continueremo a darvi resoconto dei lavori e dell’attesa inaugurazione della struttura.

E in Bolivia è arrivata l’attrezzatura radiologica donata, grazie ai buoni auspici di Abds e Avis, dalla Casa di Cura Giovanni XXIII

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ltri buoni frutti dal nostro sostegno all’Abds (Associazione Boliviana Donatori Sangue). Nell’estate 2017 ci era giunta la richiesta dall’Abds, interessando il consigliere nazionale Avis Gino Foffano, di una attrezzatura radiologica per l’Ospedale Materno-Infantile di Chipiriri, una cittadina nella selva boliviana in prossimità della foresta amazzonica. La Casa di Cura Giovanni XXIII, con cui Avis collabora per Arquata (vedi accanto) ha rinunciato a vendere come usato la sala radiologica in corso di sostituzione, donandola ai campesinos boliviani nel settembre 2017. Lungo il viaggio e l’installazione, ma... Ora ci è giunta l’attesa notizia. Ecco un estratto della mail pervenuta il 25 novembre 2018 dal dottor Pietro Gamba alla Casa di Cura: “Grazie! La missione è compiuta! Questa avventura, iniziata con la vostra donazione, ha trovato un lieto epilogo nell’installazione

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(Legge 106/2016) con riferimento al provvedimento attuativo D. Lgs. 117/2017 (cosiddetto Codice del terzo settore - CTS). Avis in linea di continuità con la propria storia, soggettività, articolazione e scopi ha apportato delle modifiche agli statuti che mantengono la dimensione volontaristica a tutti i livelli, così come previsto nella nuova disciplina del Codice del terzo settore e l’assunzione della qualifica dell’intera organizzazione di Rete Associativa Nazionale, così come regolamentato dall’art. 41 del

Codice del Terzo Settore. Una sostanziale continuità con il passato disciplinato della legge 266/1991. Oltre ad Avis Nazionale, l’obbligo di adeguare gli statuti alla nuova normativa per mantenere la qualifica di OdV, è in capo anche a tutte le sedi Avis ai vari livelli associativi e, pertanto, sono state predisposte delle “bozze” di “Statuto tipo”, con l’indicazione delle modifiche da recepire, così che i nuovi statuti possano essere approvati nel corso delle varie assemblee ordinarie che previste per il 2019. L’Assemblea

salite faticose e ostacoli apparentemente insormontabili lungo il percorso. Più volte questa missione ha vacillato, rischiando il tracollo; ma la Provvidenza ci ha sorriso ed assistito, ripagando gli immani sforzi e l’impegno profuso in questo progetto. E condivido la mia gioia con voi, per il successo raggiunto.”

Fondazione TES: il Ministero autorizza la sperimentazione in vivo per l’emofilia

L

a Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari ha dato l’autorizzazione tanto attesa per verificare

Da gennaio ad aprile va adeguato lo Statuto associativo Avis: le norme, le tappe, le linee-guida l Consiglio Avis nazionale dello scorso 10 novembre ha approvato gli schemi tipo di statuti delle Avis Comunali, Provinciali e Regionali che sono diretta emanazione del lavoro attuato sullo Statuto di Avis Nazionale. Tali bozze, contengono quelle modifiche strettamente necessarie all’assunzione della qualifica generale di Ente del Terzo Settore (ETS) e perché si possa mantenere la qualifica di Organizzazione di Volontariato (OdV), a seguito di quanto previsto dalla recente Riforma del Terzo Settore

dell’apparecchio radiologico presso l’ospedale di Chipiriri, in Bolivia. È un successo che coinvolge molti, ma voi tra tutti, che con il vostro generoso dono avete reso materialmente possibile tutto questo. La strada che ha portato al compimento di questa missione non è stata facile! Abbiamo infatti incontrato

Nazionale che approverà lo Statuto Nazionale e gli statuti tipo si terrà il 12 gennaio 2019 e a seguire verranno tutte le altre assemblee: quindi entro fine febbraio 2019 le Assemblee Comunali assolveranno questo adempimento obbligatorio, entro fine marzo le Assemblee Provinciali, entro fine aprile le Assemblee Regionali. L’Assemblea Nazionale 2019, che si svolgerà a Riccione dal 17 al 19 maggio 2019, concluderà l’iter rispettando i termini fissati dalla legge. Roberto Sartori

in vivo i risultati positivi ottenuti in laboratorio. Si tratta ora di procedere con l’impianto di cellule staminali umane (ottenute da emocomponenti leuco-fibrino-piastrinici e tessuto adiposo) nel fegato di topi emofilici e topi non emofilici, per verificare se tali cellule staminali, opportunamente “orientate” a produrre il FVIII, funzionano nei topini emofilici e sono quindi in grado di evitare le emorragie. È una tappa essenziale nella ricerca, innovativa e ambiziosa, che punta alla radice del “problema emofilia”, per verificare se esistono possibilità di una cura risolutiva di questa malattia ereditaria, che “nasce” con il bambino emofilico e lo accompagna per tutta la sua vita. I ricercatori/ trici di TES potranno ora procedere alacremente, anche grazie alla convenzione rinnovata a marzo

2018 fra Ulss2 - Marca Trevigiana, l’Associazione APE (Avis per il Progresso Ematologico), la Fondazione per la Biologia e la Medicina della Rigenerazione TES (Tissue Engineering and Signaling), e l’Avis regionale Veneto. Per noi Volontari il compito principale ora è di raccogliere i fondi per le borse di studio per i ricercatori e per l’acquisto dei topi certificati emofilici e wild type. A ottobre/novembre APE ha tenuto incontri con le Avis comunali socie, per spiegare la ricerca in corso e l’importanza di raccogliere il denaro necessario per portarla a compimento. Le premesse sono buone, la speranza di farcela è grande. Se i risultati “in vivo” daranno risposte positive si potrà poi passare alla terza fase della ricerca coinvolgendo direttamente i pazienti emofilici. Ma… un passo alla volta! B.S. 4/2018 · DONO&VITA · 19

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CONVEGNI & INIZIATIVE

Avis e Comunità marocchine nel giorno della “Marcia Verde” di Luigi Piva

N

ell’autunno del 1965, con la “Marcia Verde del Sahara marocchino” si realizzò una rivoluzione pacifica destinata a rimanere nella storia: oltre 300mila marocchini inermi attraversarono il deserto con qualsiasi mezzo per rivendicare e ottenere l’indipendenza del loro territorio dalle colonizzazioni francese e spagnola. Una ricorrenza che le comunità islamiche, marocchine e non solo, festeggiano ogni anno per rinnovare la memoria di un evento che ha ridisegnato la geografia politica della zona Sahariana-Magrebina nel Nord Africa, cambiando la vita di milioni di persone. Una celebrazione si è svolta anche a Verona, il 3 novembre scorso, presso il Consolato Generale del Regno del Marocco, alla presenza della Console Generale Madame Amina Selmane, con il coinvolgimento di 130 rappresentanti delle comunità islamiche del Veneto e dell’Alto Adige. Tanji Bouchaib presidente della Federazione Islamica del Veneto (vedi la sua intervista a pag. 9, Dono&Vita n° 3/2018), ha così voluto coinvolgere anche l’Avis, invitata a testimoniare la donazione volontaria del sangue.

20 · DONO&VITA · 4/2018

Dicembre2018_OP.indd 20-21

Un’opportunità davvero interessante, che ci ha fatto conoscere il naturale attaccamento dei marocchini al proprio territorio, mettendo in luce doti di grande generosità. La donazione del sangue è infatti largamente praticata in Marocco, con la stessa famiglia reale a dare il buon esempio. C’è anche una loro grande determinazione nel voler essere parte attiva e integrata del Paese che li ospita. Ciò vale sia per gli anziani, che qui hanno trovato un miglioramento di vita, sia per i giovani di seconda generazione, nati e cresciuti in Veneto, che si sentono italiani a tutti gli effetti. Dopo gli interventi istituzionali, seguiti dalla proiezione di un filmato

storico e dalle testimonianze di alcuni partecipanti alla Marcia, sono stato chiamato a parlare in rappresentanza di Avis Regionale. Ho presentato la realtà veneta della donazione del sangue e il modello Avis di solidarietà diffusa e preventiva. Ognuno può contribuire, invitando tutti, singoli cittadini o rappresentanti delle Comunità, a contattare le nostre realtà territoriali per i necessari approfondimenti. La partecipazione convinta del pubblico, che ha più volte interrotto con calorosi applausi, e i passaggi più significativi ripresi nei successivi interventi, ci lasciano ben sperare. Son rose, siam sicuri che certamente fioriranno!

Dono, religione e laicità nello spazio-tempo Un convegno gemellaggio Venezia-Roma

V

enezia è da sempre crocevia di culture diverse. Città di mare e di commerci, ha respirato per secoli l’influenza di popoli di terre vicine e lontane, facendo proprie molte sfaccettature della loro arte, della loro cultura e persino del loro senso di carità e assistenza ai bisognosi. Ne sono una dimostrazione le Scuole Grandi della città che un filo attraverso la storia lega soprattutto al mondo bizantino. La Scuola Grande di San Marco, in particolare, è quella che forse più di tutte lo ha fatto proprio. Se ne è parlato al convegno organizzato a Venezia l’1 dicembre, nell’incontro tra l’Avis comunale e l’Avis Intercomunale San Pietro di Roma, da tempo gemellate. “Religione e laicità del dono nello spazio e nel tempo” il titolo della giornata-studio all’ospedale SS. Giovanni e Paolo, affascinante già dalla location, la Sala San Domenico, che di influenze artistiche ne ha assorbite parecchie. Numerosi, e molto diversi per area di competenza, i relatori che hanno portato il loro contributo dal mondo religioso, sanitario, associazionistico, universitario e giornalistico. Condotti dalla psicologa Annalisa Amadi, sono intervenuti il direttore generale dell’Ulss 3 Giuseppe Dal Ben, mons. Orlando Barbaro direttore liturgico diocesano e canonico di Santa Maria, il docente di filosofia a Cà Foscari Fabrizio Turoldo e il dott. Mario Po. Quest’ultimo, in particolare, ha spiegato come il Polo culturale e museale della Scuola Grande di San Marco che dirige, incarni, nel campo della medicina, “la sintesi di Oriente e Occidente” e quante straordinarie opportunità lo studio del sangue abbia offerto sin dal Duecento. La stessa Biblioteca del Polo custodisce qualcosa come 15 mila volumi di storia della medicina. Da Bisanzio la Scuola ha “importato”

il senso di carità, devozione e assistenza ai bisognosi in una chiave del tutto nuova, con forme di associazionismo “privato” al servizio del pubblico. La scultura del “Buon Samaritano”, che si trova nella Scuola, reca oggi il logo Avis che rispecchia lo stesso concetto. La tavola rotonda che ne è seguita, partendo dal dono del sangue quale forma di solidarietà esclusivamente volontaria, senza nome e senza uno specifico destinatario, ha affrontato il tema del suo “utilizzo”. Che dev’essere fatto nel migliore dei modi, senza essere sprecato, organizzato all’interno di un piano sociale e sanitario che leghi donatore e ricevente. I primari del Centro trasfusionale di Verona, dott. Giorgio Gandini e di Venezia, dott. Gianluca Gessoni ne hanno parlano in modo appro-

fondito. Incalzati dalle domande del presidente dell’Ordine dei giornalisti Gianluca Amadori, moderatore, hanno elencato tutto ciò che garantisce sicurezza e qualità di sangue e plasma donati. La visione della Regione Veneto sul settore plasma e plasmaderivati è stata offerta dal responsabile del Crat, Coordinamento regionale per le attività trasfusionali, non senza suscitare un certo numero di domande da parte del pubblico. I due presidenti di Avis Venezia Sandro Cicogna e dell’Intercomunale San Pietro, Fulvio Vicerè, hanno presentato le differenze delle loro realtà per raccolta e fidelizzazione dei donatori. Al consigliere di Avis nazionale Alberto Argentoni sono state affidate le conclusioni di una giornata davvero ricca di spunti e riflessioni. Michela Rossato

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AVIS E GIOVANI

Bergamo: oltre 1350 giovani parlano del loro “valore” in Avis

A cura di Ottaviano Cereser e Veronica Curzu Introduzione

Servizio di Beppe Castellano

O

ltre 1350 questionari somministrati e tornati indietro, un grande lavoro per conoscere la realtà giovanile in Avis. I donatori del “Gruppo giovani” dell’Avis provinciale di Bergamo hanno lavorato a lungo, per più di un anno, sul progetto. E nel 1° Forum provinciale svoltosi il 20 ottobre scorso con oltre 70 partecipanti, hanno presentato la “fotografia” che ritrae perfettamente la presenza, le idee, le aspirazioni dei giovani in associazione. Che ci sono, rappresentano il 30% del totale, anche se a livello dirigenziale continuano a essere pochini. Ma andiamo con ordine. La ricerca è stata svolta fra i giovani avisini dai 18 ai 35 anni. Oltre all’indagine “quantitativa”, il punto focale era quella “qualitativa”. Sono stati infatti intervistati direttamente, oltre al questionario online che ha coinvolto tutti, anche molti giovani componenti dei vari Gruppi comunali o zonali. Questi ultimi, tra l’altro, in tutta la provincia di Bergamo sono ben dieci. Decisamente una gran vivacità e voglia di stare e “fare” assieme in Avis. La ricerca è stata condotta dalla professoressa Maria Paola Mostarda con Mirella Fran-

22 · DONO&VITA · 4/2018

Dicembre2018_OP.indd 22-23

Estratto del Bilancio Sociale 2017 delle della Regione Veneto

cioni di Avis Giovani e Anna Luisa Di Napoli, che sono state introdotte al Forum da Silvia Girardi referente Gruppo giovani provinciale. Interessanti, a volte sorprendenti, alcuni risultati e spunti su cui riflettere. Non è per nulla scontato, infatti, che siano i social le “armi” più efficaci per attrarre i giovani. Secondo loro stessi la miglior strategia per coinvolgere coetanei nella donazione del sangue è... il rapporto diretto: il passaparola (38%), è seguito dagli eventi sul territorio (33%) e solo in ultimo dai social (29%). Insomma, “connessione non fa rima con partecipazione”. Quel che manca, secondo i giova-

ni, è però la comunicazione interna in merito alle varie iniziative che le Avis organizzano per loro. Solo la metà di loro, vedi tabella a fianco, riesce ad essere informato dall’Associazione. Va da sé che solo il 27% (quindi poco più della metà di chi è informato) partecipa alle iniziative Avis. Chi non partecipa, invece, lo fa perché non ha tempo (il 58%), non ha amici che ci vanno (35%), non gli interessa (15%). Interessante anche la domanda se ci si sentiva cambiati da quando si è diventati avisini: il 60% è un netto sì, 23% no, 17% non so. Alle risposte multiple susseguenti due terzi hanno risposto che “sento di fare una cosa che rispecchia i miei ideali”, il 59% si sente “più attivo”.

Siamo lieti di presentare la undicesima edizione del Bilancio Sociale delle Avis del Veneto: uno strumento attraverso il quale Avis si presenta, informa come utilizza le risorse a sua disposizione, valuta le criticità, si interroga e agisce per migliorare la sua azione. Avis agisce per assicurare il sangue agli ammalati e tutelarne le condizioni di vita e di cura ma opera anche verso tutta la comunità, per migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini, per una democrazia partecipata, si pone come interlocutore degli attori istituzionali. I valori che Avis esprime sono la gratuità del dono, l’anonimato del gesto, l’attenzione ad uno stile di vita sano e positivo, l’aggregazione e socializzazione, fiducia, reciprocità, cittadinanza solidale come fondamento di una convivenza civile basata sulla partecipazione responsabile. Alcuni spunti che poniamo all’attenzione sono il calo delle donazioni e l’arresto della crescita del numero di donatori, una situazione condivisa con le altre regioni italiane ma che ci preoccupa particolarmente, siamo ancora autosufficienti ma occorre invertire il trend negativo. Oltre all’impegno a raccogliere il sangue che serve agli ammalati, la seconda osservazione riguarda l’impegno a favore della comunità, il lavoro volontario è pari a 172 lavoratori a tempo pieno, diremmo un gruppo di aziende di medio grande dimensione; oltre 300.000 ore di impegno solidale, crediamo siano dati importanti a cui spesso non prestiamo attenzione. I dati poi ci dicono che abbiamo coinvolto nella nostra azione di promozione della cittadinanza attiva, della solidarietà ben 2.500 classi e 70.000 studenti del Veneto; un grande impegno a favore dei giovani veneti ma anche di tutte le altre organizzazioni di volontariato. Un impegno in costante crescita che intendiamo perfezionare e far crescere. Intendiamo quindi confrontarci con i nostri stakeholders per valutare la nostra capacità di agire responsabilmente a vantaggio del benessere delle persone, per individuare insieme nuove opportunità di miglioramento delle nostre attività oltre che gli indicatori per misurare l’impatto sociale della nostra azione. Consapevoli che siamo parte integrante e insostituibile del Sistema Trasfusionale Veneto, vogliamo essere protagonisti del nostro quotidiano traguardo di essere a servizio dell’ammalato, del volontariato e di chi si impegna nella solidarietà. Infine, il Bilancio Sociale presenta con chiarezza la complessità della nostra Associazione, un mezzo utile per dare testimonianza del nostro lavoro e diffondere il messaggio di solidarietà che proponiamo. Presidente Avis Regionale Veneto Giorgio Brunello

Identità e governance Visione, valori e missione

L’Avis è un’associazione di volontariato, apartitica, aconfessionale, non lucrativa, che non ammette discriminazioni di sesso, razza, lingua, nazionalità, religione, ideologia politica. L’associazione ha lo SCOPO di promuovere la donazione di sangue intero e/o di sue frazioni, in forma volontaria, periodica, associata, non remunerata, anonima e consapevole, intesa come valore umanitario universale ed espressione di solidarietà e di civismo. Avis configura il donatore quale promotore di un primario servizio socio-sanitario ed operatore della salute, anche al fine di diffondere nella comunità locale d’appartenenza i valori della solidarietà, della gratuità, della partecipazione sociale e civile e della tutela del diritto alla salute. (cfr. comma 1 e 2 art.2 dello Statuto). In Armonia con i propri fini istituzionali Avis, a ciascun livello organizzativo e a prescindere dall’ambito territoriale in cui opera, si propone di: a) Sostenere i bisogni di salute dei cittadini favorendo il raggiungimento dell’autosufficienza di sangue e dei suoi derivati, ai massimi livelli di sicurezza trasfusionale possibili, favorendo nel contempo il buon utilizzo del sangue.

b) Tutelare il diritto alla salute dei donatori e di coloro che hanno necessità di essere sottoposti a terapia trasfusionale. c) Promuovere l’informazione e l’educazione sanitaria dei cittadini. d) Promuovere un’adeguata diffusione delle proprie associate su tutto il territorio regionale. e) Favorire lo sviluppo della donazione volontaria, periodica, associata, non remunerata, anonima e consapevole. f) Promuovere lo sviluppo del volontariato e dell’associazionismo (cfr. comma 3 art.2 dello Statuto) www.avisveneto.it/statuto-e-regolamento

Sedi

L’Avis è presente in tutta Italia e in Svizzera, con 3.249 sedi comunali, 121 sedi provinciali, 22 sedi regionali ed equiparate. In Veneto è presente in sei province: Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza, mentre in provincia di Belluno è presente l’ABVS (Associazione Bellunese Volontari Sangue), associazione autonoma che opera assieme ad Avis Regionale Veneto sulla base di una specifica convenzione. Le sedi comunali sono 325 per Avis e 52 per ABVS: Sedi comunali in Veneto 52 58

Abvs Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza

53 89 43 66 16

La forza Associativa

I soci Avis (compresi Abvs) sono 136.583. I nuovi iscritti nel 2017 sono stati 9.978 con un decremento, rispetto al 2016, di 949 soci. ■ I soci Avis/Abvs nel Veneto rappresentano il 4,47% della popolazione, nella fascia di età dai 18 ai 65 anni. I dati completi (reperibili nella versione integrale www.avisveneto.it/ bilancio-sociale) hanno fornito alcune indicazioni: ■ Il Veneto è la terza Regione in Italia per quantità di donazioni: raccoglie il 10,19 % di donazioni sul totale nazionale. ■ I soci donatori corrispondono al 9,74 % del totale nazionale. ■ L’indice donazionale, che si riferisce a quante donazioni effettua un donatore di media all’anno, è pari al 1,65, rispetto alla media nazionale di 1,58. ■ L’indice di penetrazione (che esprime l’incidenza dei donatori soci di Avis sulla popolazione in età compresa tra i 18 e 65 anni) è pari al 4,09% in Veneto, rispetto al 3,39% della media nazionale. ■ Il maggior numero dei soci è di genere maschile (67%) ed è compreso nella fascia di età tra i 36 e i 55 anni (55%). ■ ■

Confronto Soci Avis/RESIDENTI 18/65 anni Provincia Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza Belluno Abvs Media Veneto ■

Soci Avis/Abvs 25.770 10.506 34.475 28.201 21.757 9.586 6.288 136.583

Residenti 18/65 anni 588.178 149.553 551.967 527.545 574.617 540.851 125.279 3.057.990

Percentuale di penetrazione nella popolazione 18/65 4,38% 7,02% 6,25% 5,35% 3,79% 1,77% 5,02% Segue 4,47%

Tra i nuovi iscritti nel 2017 la maggior parte sono di età compresa tra 3/2018 · DONO&VITA · 23 i 18 ed i 35 anni (il 61,05 % degli uomini appena iscritti e il 65,13 % delle neo donatrici).

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IL BELLO DEL VENETO: 100 oltre ANNI FA i limiti suggeriti dall’OMS per l’autosufficienza trasfusionale (40

Il sistema delle relazioni: gli Stakeholder

Gli stakeholder sono portatori di interesse, ovvero persone, gruppi, associazioni, istituti o istituzioni che entrano in contatto con la nostra Associazione, con un rapporto di reciproco scambio. Avis si relaziona con diverse categorie di stakeholder:

Stakeholders di Avis Regionale Veneto FORNITORI DI BENI E SERVIZI ALTRE ASSOCIAZIONI DI DONATORI STAMPA E MEDIA

ORGANI ASSOCIATIVI

RISORSE UMANE

ASSOCIAZIONI DEL DONO

SOCI

ALTRE REALTÀ DEL VOLONTARIATO ISTITUZIONI SCOLASTICHE DESTINATARI DEL SANGUE

ORGANISMI DI GESTIONE ISTITUZIONI PUBBLICHE

ISTITUZIONI SANITARIE

CITTADINANZA

La relazione sociale

A fronte di un fabbisogno regionale di sangue a fine terapeutico risultato in leggera diminuzione (nel 2017 sono state trasfuse 240.623 unità di emazie, contro le 241.978 del 2016; -0,6%), le unità di sangue intero donate nel corso del 2017 sono risultate in linea con quelle dell’anno precedente (257.623; -51 unità). Una diminuzione più consistente si è invece registrata per le donazioni in aferesi, con 49.617 procedure realizzate nel 2017 a fronte di 54.928 del 2016 (-9,5%). Malgrado ciò la quantità di plasma conferito all’industria farmaceutica in “conto lavorazione” ha abbondantemente superato la programmazione, arrivando a 94.162 kg a fronte degli 87.763 kg preventivati, in conseguenza dell’aumento di peso minimo previsto per ciascuna plasmaferesi, portato a 700 grammi da gennaio 2017. Anche per il 2017 si possono perciò ben dire complessivamente centrati gli obiettivi di programmazione ai fini dell’autosufficienza regionale, anche se rimane una forte preoccupazione per il grave picco negativo registrato in primavera e in particolare nel mese di aprile, allorché, come in gran parte d’Italia, le donazioni furono inferiori alle necessità trasfusionali e si dovette ricorrere al supporto extra-regionale, con 454 unità di sangue acquisite da Trento e Bolzano. Confermato inoltre il consistente interscambio di emazie interno alla regione, regolato dalla programmazione concordata con il CRAT, che prevede il supporto dei DIMT provinciali eccedenti (Belluno, Rovigo, Treviso e Vicenza) verso quelli sistematicamente o occasionalmente carenti (Padova, Verona e Venezia). Dovendo necessariamente privilegiare l’interscambio interno fra i vari DIMT provinciali, minore è stata la capacità Veneta di supportare l’autosufficienza nazionale. Sono state infatti 9.028 le unità di emazie cedute extra-regione (in particolare a Lazio e Sardegna) contro 10.892 del 2016, rispettando perciò solo per l’87% la programmazione del CNS, che per il 2017 prevedeva la nostra cessione di 10.400 unità.

L’apporto dei donatori volontari AVIS/Abvs è determinante in ogni provincia del Veneto, anche se con proporzioni diverse e con quantità variabili in relazione all’esistenza e alla consistenza di altre Associazioni. I dati del 2017 evidenziando una media regionale di 52,54 24 · DONO&VITA · 3/2018 donazioni/1.000 residenti, con punte di eccellenza a Rovigo e Belluno, attestano la naturale generosità della popolazione Veneta che va ben

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Numero Emazie raccolte per DIMT - indice/1.000 residenti

56,45

Padova

48,86

2014

2015

2016

2017

10.564

10.134

10.363

11.217

11.124

Treviso

14.210

13.838

12.962

13.229

13.189

Venezia

15.784

15.493

15.540

14.712

13.869

Totale Veneto 40.558

39.465

38.865

39.158

38.182

37,11 47,28

61,18

Verona

57,69 41,74

Padova

9.122

5.928

0

15.050

Rovigo

3.098

425

150

3.673

Treviso

8.481

8.056

0

16.537

L’attività associativa

Venezia

10.537

74.20

300

18.257

L’impegno dei volontari in numeri

Verona

7.833

3.793

0

11.626

Vicenza

1.980

2.550

0

4.530

41.051

28.262

450

69.763

Risultati positivi e molto importanti, per gli ammalati e per il Sistema Trasfusionale Regionale. Va ribadito che tutte le sedi di raccolta Avis dal 2014 sono regolarmente accreditate dal Servizio Sanitario Regionale e costantemente sottoposte a controlli e verifiche dei requisiti, con un dispendio economico e di energie associative non indifferente.

Le sedi Avis ai diversi livelli sono attive sul territorio grazie al lavoro di 5.165 soci che fanno parte dei Consigli Direttivi che, con il loro lavoro volontario, permettono ad Avis di svolgere la propria attività di promozione del dono nelle scuole e nella comunità e, soprattutto, contribuiscono all’aumento del numero di donatori di sangue e alla loro fidelizzazione. Come per i Bilanci Sociali degli scorsi anni, si è cercato di quantificare il lavoro volontario dividendo l’impegno annuale delle diverse Avis in termini di giorni lavorativi (di 8 ore):

14,5%

52,54

9,4%

Giovani Studenti Scuola Obbligo

Trasfuso

20

40

60

80

100

Studenti Scuole Superiori

Raccolta

Studenti universitari 35,7%

26,9%

La raccolta associativa Avis

Le Avis Provinciali di Padova, Treviso e Venezia, oltre le normali attività di promozione culturale e di organizzazione dei donatori, effettuano anche attività di raccolta del sangue presso i propri Centri di Raccolta o mediante uscite programmate delle Unità di Raccolta organizzate in collaborazione con le Avis Comunali aderenti, integrandosi così con la raccolta sangue fatta dal Sistema Trasfusionale pubblico. Importante evidenziare che il servizio di raccolta AVIS, svolto in convenzione con le Aziende Ospedaliere/Sanitarie capofila dei Dimt provinciali, ai quali viene puntualmente conferito tutto il sangue raccolto, è regolarmente accreditato dal Servizio Sanitario Regionale. Oltre alle 346 giornate di apertura delle sedi fisse di Padova via Trasea, dove la raccolta è curata dall’Avis provinciale di Padova e di Mestre, c/o l’Ospedale all’Angelo, dove opera l’Associazione S.R.C. dell’Avis provinciale di Venezia, nel 2017 sono state realizzate 686 giornate di attività presso 79 Unità di Raccolta esterne, che hanno coinvolto 99 Avis Comunali. Il risultato complessivo è stato di 38.182 donazioni (- 2,5% rispetto 2016) raccolte da Avis nel 2017 (36.421 di sangue intero e 1.761 aferesi), equivalenti al 19,7% del sangue donato dai volontari Avis/Abvs in Veneto e al 14,2% di quello complessivamente raccolto in regione.

Totale 90

49,08

0

Università 0

Percentuali per tipologia di attività di promozione

51,88

Istituti Superiori 90

Dai dati raccolti emerge che nel 2017 sono stati organizzati, in Veneto, 2.654 eventi/attività dedicate alla promozione del dono, che hanno coinvolto 429.430 persone. Di seguito le percentuali per tipologia di attività svolta.

48,65

Scuola dell'obbligo

Provincia

0

La promozione nel territorio

48,08

Venezia

età dai 7 ai 16 anni. Di seguito il dettaglio degli studenti coinvolti nelle diverse province venete.

Belluno

La maggior parte di queste ore (91,1%) è svolto dai dirigenti delle sedi Comunali ed è dedicata ad attività collegate alla gestione dei donatori e alla promozione del dono nelle comunità locali.

74,28

Media Veneto

2013

Padova

a tempo pieno per un anno.

62,85

Rovigo

Vicenza

Provincia

308.627 ore, pari a 35.578 giornate di lavoro, corrispondenti a circa 172 lavoratori

62,88

Treviso

La raccolta AVIS in Veneto

i volontari Avis del Veneto dedicano all’associazione

31,92

Belluno

PARTNERS

Le donazioni nei vari DIMT

donazioni l’anno ogni 1.000 residenti).Inesorabilmente, mostrano però anche una lenta e progressiva diminuzione delle donazioni negli ultimi anni. Quali le cause? ■ L’età media dei donatori è sempre più elevata. ■ Sono 38.500 donatori i donatori in fascia d’età 46-55 anni (28,27%), contro i 24.600 nella fascia 26-35 anni (18,04% destinati a dare loro il cambio fra un decennio. ■ I donatori in ingresso (18-25 anni) sono 15.800 (11,8%) e non potranno assicurare la piena copertura dei 21.300 (15,75%) in fascia d’età 56-65 anni più prossima all’uscita. ■ L’intensità delle donazioni/anno pro-capite è minore rispetto il passato, per un diffuso mutamento di abitudini, ma anche per oggettive difficoltà con il mondo del lavoro. ■ Sempre più preoccupante e frequente l’abbandono precoce della donazione (il 50% dei donatori oggi non supera i 5 anni di attività). ■ Esiste una crescente difficoltà nell’avvicinamento alla donazione (il 65% degli aspiranti donatori idonei non completa il percorso diventando donatore periodico). Tutta una serie di concause di una situazione di regresso che preoccupa molto l’Avis e l’intero Sistema Trasfusionale, che seguono il fenomeno con molta attenzione per intercettarne le cause e identificare interventi che aiutino ad uscire dallo stallo e ci consentano di recuperare quei livelli di tranquillità trasfusionale cui in Veneto siamo abituati.

Popolazione generale Eventi Sportivi

13,2%

0,3%

La metà delle attività di promozione al dono (54,9%) sono dedicate ai giovani, in particolare nell’ambito scolastico, dalle scuole primarie all’Università. Nella versione completa del Bilancio Sociale sono descritte alcune Buone Pratiche territoriali (pag. 30).

L’attività nelle scuole La promozione del dono e del volontariato nelle scuole è una delle attività prioritarie di Avis che da anni è firmatario di un protocollo d’intesa con il MIUR (Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca) dove si impegna a “Promuovere nelle scuole la solidarietà e i valori del dono del sangue” (https://www.avisveneto.it/protocolli).

2.487 classi per un totale di 69.763 studenti, Nel 2017 nel Veneto sono stati incontrate

Totale

In molte scuole le Avis hanno proposto le attività del “Progetto Scuola Avis Veneto” (per approfondire: www.avisveneto.it/area-scuola/)

La formazione dei volontari Dalla raccolta dei dati per il Bilancio Sociale 2017 è emerso che sono stati organizzati 98 corsi di formazione a livello comunale o in collaborazione con le sedi provinciali, 27 a livello provinciale e 4 regionale. I temi trattati nei corsi di formazione organizzati a questi livelli sono: amministrativi (26,9%), associativi (27,7%), sanitari (16%), comunicazione (17,6%) ed altre tematiche (11,8%). I temi amministrativi ed associativi sono maggiormente affrontati a livello comunale e provinciale. Infine, Avis Veneto ha organizzato anche i corsi di formazione per i giovani del Servizio Civile Nazionale: 42 ore dedicate alla formazione generale (sul Servizio Civile Nazionale) e 70 alla formazione specifica (sul servizio in Avis).

La chiamata dei donatori alla donazione La chiamata del donatore assume sempre più il ruolo di servizio organizzato che, assieme alla possibilità di prenotare le donazioni, favorisce i donatori (minori tempi d’attesa) e consente di ottimizzare le quantità di sangue ed emocomponenti presenti nelle emoteche e necessarie agli ammalati. Mentre a Rovigo e Belluno la chiamata è organizzata a livello provinciale, nelle altre province, pur sempre coordinata, viene svolta prevalentemente a livello comunale. Il 59,9% delle sedi comunali che hanno compilato il questionario, dichiarano di gestire direttamente la chiamata dei donatori, mentre il restante 40,1% si appoggia alle sedi provinciali o a sedi comunali meglio strutturate. Per quanto riguarda gli strumenti di comunicazione utilizzati, nel grafico si evince come i più utilizzati siano la chiamata telefonica, l’email e ancora la lettera/cartolina. Percentuali per tipologia di strumenti utilizzati per la chiamata dei donatori 1,7% 10,8%

6,4% Telefono

2,3%

Lettera/Cartolina Manifesto

10,3%

E-mail 68,5%

Facebook Altro

3/2018 · DONO&VITA · 25

di cui la maggior parte (67,2%) frequentanti la scuola dell’obbligo con un

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IL BELLO DEL VENETO: 100 ANNI FA

Attività di comunicazione

Alle sedi comunali e provinciali è stato chiesto di indicare quanto vengono utilizzati i diversi strumenti di comunicazione per l’attività di promozione al dono (da 0 = nessun utilizzo a 4 = massimo utilizzo). Nel grafico i valori medi indicati dalle diverse sedi.

Campagne di comunicazione 4 4,0

3 3,0

2

2,2

2,7 1,8

1 0

3,0

Depliant/Gadget Comunali

Manifesti

4,0

4,0 2,3

2,6

2,2 1,5

Articoli stampa

Provinciali

Altro

Regionali

I depliant ed i manifesti vengono molto utilizzati da tutte le tipologie di sedi, per quanto riguarda invece gli articoli sono molto utilizzati dalla regionale e dalle provinciali, mentre dalle comunali è uno strumento di comunicazione non utilizzano molto frequentemente. Stampa. Nel 2017 il periodico Dono&Vita ha confermato, con i numeri e i riscontri dei lettori, di essere il periodico associativo Avis più letto e commentato in Italia. La tiratura complessiva ha mantenuto la quota complessiva di 420mila copie. Da più parti è stato chiesto alla redazione di Dono&Vita di pubblicare su giornali di Avis locali fuori Veneto alcuni servizi di interesse nazionale. Oltre 250 sono stati i servizi, interviste, inchieste e gli articoli di cronaca associativa realizzati direttamente o vagliati, corretti e pubblicati. Circa 15 sono i componenti della “redazione diffusa” che però è necessario venga implementata con nuovi elementi di varie province. Oltre una sessantina le persone (anche esterne all’Associazione) che hanno collaborato volontariamente durante il 2017 segnalando e/o inviando, notizie e immagini. Web. La nuova veste grafica di avisveneto.it è stata da più parti apprezzata per la freschezza e la chiarezza che permettono una consultazione facile e veloce. La finalità del sito è naturalmente quella di contribuire a rispondere a qualunque domanda di chi lo consulti, sia esso associativo che semplice curioso, sul mondo della donazione di sangue. Ampio spazio è dedicato alle news ed alle attività regionali, come la scuola e la formazione, senza tralasciare le attività propriamente associative come la raccolta domenicale nel territorio regionale, con un calendario interattivo che mostra giorni ed orari di apertura non solo delle strutture pubbliche, ma anche di quelle associative. Non manca inoltre una parte dove possono essere inviate domande che ricevono una risposta in forma privata dal Direttore Sanitario. Facebook. Così come Avis regionale, anche la maggior parte delle Provinciali e Comunali hanno una propria pagina facebook e diverse realtà utilizzano molto questo mezzo di comunicazione.

Cooperazione Internazionale

Prosegue la cooperazione con ABDS boliviana, sostenuta tramite il Fondo Regionale Sangue interassociativo del Veneto. Un importante evento di cooperazione internazionale che ha, invece, coinvolto attivamente Avis Veneto è stata l’organizzazione e la partecipazione al 10° Seminario internazionale Fiods che si è svolto a Cison di Valmarino (TV) venerdi 27 e sabato 28 ottobre 2017, a cui hanno partecipato i rappresentanti delle Associazioni di volontariato del sangue provenienti da 28 Paesi Europei, Americani ed Africani.

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Sostegno alla ricerca

La stretta collaborazione di Avis Veneto con la Fondazione TES Onlus è continuata anche nel 2017, anno in cui la medesima ha pubblicato sul “Journal of Cellular and Molecular Medicine” un importante studio in collaborazione con l’Università di Padova e con Il S.I.T. di Belluno dove per la prima volta è stato dimostrato che nel sangue dei donatori sani, oltre a globuli rossi, bianchi e piastrine, circolano anche cellule staminali non ematopoietiche, che si possono isolare e replicare. Questo è un risultato storico che permette di prevedere uno sviluppo dell’attività di ricerca della Fondazione T.E.S., non solo a livello veneto, ma anche e soprattutto a livello nazionale. Sono già stati fatti i primi passi: nel Veneto sono state stipulate convenzioni di ricerca nelle Facoltà di Medicina delle Università di Padova e di Verona. Inoltre è già stato possibile coinvolgere mediante apposite convenzioni di ricerca altre Università italiane, in particolare l’Università Insubria di Como/Varese e l’Università di Roma, La Sapienza. Sarà possibile ampliare le collaborazioni scientifiche seguendo la strategia scientifica già individuata. È stato ed è essenziale il coinvolgimento dell’AVIS per due importanti aspetti per la creazione del collegamento con i trasfusionali, dove esiste un elevato know how clinico, e per la condivisione del progetto e il significativo sostegno economico.

Le risorse economiche

Le risorse economiche di Avis sono in gran parte dovute a quote di rimborso, rapportate alle donazioni, versate dal Sistema Sanitario Regionale alle sedi comunali, le quali ne ritornano una parte alle sedi provinciali, regionali e nazionale per il rispettivo sostentamento e per le attività di loro competenza. Oltre a questo, le varie sedi Avis, tutte regolarmente iscritte al Registro Regionale del Volontariato, possono partecipare a bandi per progetti finalizzati o ricevere contributi da enti e privati. In forma marginale sono ammesse anche attività commerciali “occasionali”. Illustriamo di seguito in modo sintetico il conto economico di Avis Regionale Veneto 2017.

Bilancio 2017 in pillole PROVENTI

685.834

COSTI

Costi attività associativa 43,4%

Rimborsi attività associativa 75,8% Rimborsi Giornale “Dono&Vita” 21,4%

Costi Giornale “Dono&Vita” 28% Costo personale 13,2% Spese Generali 5,6%

Rimborsi diversi 2,6%

Varie 2,1%

Magazzino sopravvenienze attive 0,2%

Avanzo di esercizio Avis Regionale Veneto 7,7%

La versione integrale del Bilancio Sociale è consultabile su www.avisveneto.it Negli Allegati troverete il questionario di valutazione che vi invitiamo a restituire compilato secondo le indicazioni, per conoscere le vostre opinioni e per poter migliorare le prossime edizioni anche con il vostro contributo. Attendiamo le vostre osservazioni. Avis Regionale Veneto - Via dell’Ospedale, 1 - Treviso Telefono 0422 40 50 88 | Fax 0422 32 50 42 | avis.veneto@avis.it

AVIS E GIOVANI

Il forum 2018 di Treviso spazia e guarda oltre i confini europei Servizio di Enrico Michieletto

A

nche quest’anno i ragazzi del Gruppo Giovani Avis provinciale di Treviso si sono riuniti per portare avanti un evento che si sta dimostrando un appuntamento fisso nel panorama del volontariato nella nostra associazione: il Forum Giovani. Giunto ormai alla sua quinta edizione, il Forum si sta rivelando oltre le aspettative, un evento di richiamo per ragazzi e ragazze coinvolti nel dono del sangue e nella promozione senza scopo di lucro dell’associazione. Forse un po’ carente la presenza dei giovanissimi, ossia degli under 20 che, come emerso dai grafici del preparatissimo dott. Tommaso Stecca nel suo intervento, sembrano non essere più spinti alla solidarietà verso i bisognosi. La location? L’elegante biblioteca del Comune di Codognè, in un contesto certamente accogliente, data la vicinanza con la storica Villa Toderini ed il forte impegno dei volontari dell’Avis ospitante, che si sono adoperati affinché l’evento riuscisse al meglio. Il Forum è stato aperto dalla presidente dell’Avis provinciale Vanda Pradal e dal consigliere Daniele Guadagnini e mediato da Carlo Donadel, sempre disponibile verso le richieste dei giovani di rinnovare

l’evento con tematiche diverse. Il titolo di quest’edizione è stato “Donazione oltre i confini”. Ha aperto le danze il dott. Stecca parlando di storia ed etica che hanno fatto nascere Avis, e focalizzandosi poi sulla preoccupante carenza di ricambio generazionale. Ha quindi fornito qualche precisazione sui donatori stranieri e sulle limitazioni per chi viaggia all’estero (1 donatore su 10 è straniero). Per restare sul tema dei confini, il Forum ha ospitato anche Alice Simonetti, della Federazione internazionale Organizzazioni del dono di sangue (FIODS) con delega alle politiche europee e con ruolo di segretario, che ha illustrato le linee guida e lo scopo della propria (ma un po’ di tutti) associazione. Alice, coadiuvata anche dall’interprete Michela

Rotari, si è collegata in diretta audiovisiva con Tatiana Esta, una giovane libanese recruiter e volontaria per la DSC (Donner sang compter) che ha illustrato alla platea le principali differenze tra la raccolta di sangue in Libano e in Italia. Sconvolge a volte il confronto con le realtà di altri Paesi: in Libano la raccolta è gestita da volontari organizzati con furgoni e camion e preparati per la raccolta mobile, senza però connessioni dirette con ogni ospedale, segno del fatto che ancora la cultura del dono non è radicata a sufficienza. Su questa linea sono intervenuti anche i dott. Bernardino Spaliviero ed Alberto Argentoni (ex presidente nazionale di Avis), che hanno dimostrato con una cascata fotografica come la donazione funziona in alcuni Paesi dell’America latina, dove i governi spesso osteggiano la nascita di associazioni indipendenti senza scopo di lucro. Ha concluso la lettura di due toccanti testimonianze scritte da un neo-donatore e da un malato di leucemia che ha ricevuto il midollo osseo, per non dimenticare cosa significa salvare una vita. Come ha fatto Alessio Pontello, del nostro Gruppo Giovani, che la sua esperienza di donatore di midollo osseo l’ha raccontata per la prima volta a noi tutti. (Foto: Valentina Covre) 4/2018 · DONO&VITA · 27

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Donare in famiglia, da padre a giovane figlia

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l Centro trasfusionale dell’ospedale di San Bonifacio (VR) è stata scritta una bella pagina di storia di famiglia e di solidarietà. Nel giorno in cui Ervino Piubello effettuava la sua 150ª donazione, la figlia Valeria ha donato per la prima volta. Nessuno finora, tra i donatori dell’Avis di Brognoligo-Costalunga al quale è iscritto, era arrivato al traguardo di Ervino. A ringraziare Piubello, che per due mandati è stato presidente della Comunale, c’era l’attuale presidente Umberto Panarotto che ha voluto festeggiare il momento con due cartelli. Uno per le 150, e uno per la prima donazione di Valeria. Prossima dottoressa in Giurisprudenza, Valeria si è avvicinata alla donazione di midollo osseo dopo un incontro al suo Liceo “Copernico” di Verona. Tipizzatasi come altri studenti, nel 2014 è stata chiamata a Borgo Trento perché risultata

L compatibile con un malato, poi la donazione vera e propria di midollo osseo. “La donazione di sangue, invece, l’ho sempre rimandata per via di mille impegni. Ora è il momento giusto”, ha detto Valeria, guardando sorridente papà Ervino, che in famiglia parla sempre di donazione: “È un orgoglio averla al mio fianco proprio oggi”. Ervino, 64 anni, ha iniziato a donare nel 1973, due anni prima della

nascita dell’Avis comunale. “Esserci riuscito vuol dire essere sempre stato bene – ha sottolineato - se incontrassi qualcuno che non fa questa scelta, che a parer mia dovrebbe essere compiuta in sordina, mi limiterei a dirgli ‘vai’, non servono tante parole: bisogna darsi una mano”. Gli ha fatto eco l’emozione di Panarotto: “Per l’associazione è un bel giorno, un’emozione grande per questo ideale passaggio di testimone che da speranza”.

Facebook non serve solo per i selfie o le fake news: grazie Chiara!

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all’Avis di Salzano (Ve) ci segnalano questo post pubblicato su Facebook da una giovane donatrice, Chiara. Un bel messaggio, diretto, a chi non dona. “Mi prendo un attimino per scrivere questo post, spero di interessarvi e di non farvi scorrere velocemente la bacheca, alla ricerca di un post insulso che non vi scuota la coscienza. Io sono donatrice ed è una delle cose di cui più vado fiera! Se potessero saperlo tutti, ne sarei veramente felice! Tra tutte le etichette che ci possiamo portare appresso, donatrice è la più bella. Ma donare fa male? Vi voglio dire la verità… questa volta mi ha fatto proprio male! Ma non il male fisico… il pizzichino dai, dai.. non parlo di questo! Parlo di questa frase che ho sentito al Centro: “Menomale che c’è qualcuno” e vi dirò che non fare la coda è stato tristissimo. Perché alle casse del centro commer28 · DONO&VITA · 4/2018

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Il banchetto in piazza funziona? Sì, purché...

ciale faccio la coda, allo sportello della posta la faccio. Ma lì non l’ho fatta. Avevo solo un paio di persone davanti. Solo un paio di persone! “Beh meglio!” direte e invece no! Tutto il contrario. Pensate un attimo di dover far benzina. Avete i soldi nel portafoglio, vi fermate al distributore e tac, c’è un cartello con scritto che è fuori servizio. Cambia distributore se ce la fai, se la riserva ti basta. Andate dal panettiere e provate a sorridere al suo “eh, magari ce l’avessi la farina per fare il pane”, dai…vi girerebbero un attimo! Noi siamo quella benzina e quella farina. Fornitore e cliente, donatore e ricevente. Io non ce la faccio a pensare di dire a un ricevente “eh.. nessuno ha trovato 10 minuti per migliorarti la qualità della vita, per salvarti!” Quando sono in gruppo mi capita di pensare “quanti di questi sono donatori?” Su 10 persone ne escludo 3 che

realmente non possono donare, 6 possono essere donatori e una sono io. Quei 6 perché non lo fanno? Fatti una domanda, datti una risposta! E se la vostra risposta è una cazzata, una scusa, pensate di dovervi giustificare con un bambino! Avevo 8 anni quando mi hanno detto “e se a tuo figlio mancasse il latte, non correresti a comprarlo?!”. Il sangue non si può comprare. E poi a 18 mi sono iscritta prima all’Avis, poi all’Admo, poi all’Aido e la patente non è stato il mio primo pensiero… ma neanche ora un parcheggio ben fatto mi rende orgogliosa quanto una donazione! Questione di priorità. Ti chiedo la cortesia di pensarci un attimo e poi vai a fare l’idoneità (non ho detto domani, perché non sapevi di dover mangiare leggero e bere molto oggi). P.s. - Non ci andare digiuno. P.s.2 - Sii risorsa, non riserva.

’Avis riesce ancora ad attirare i giovani con eventi o banchetti nelle piazze? Sì, se vengono studiati dai giovani e per i giovani! Lo ha dimostrato la terza edizione degli Uguale Days, cui Avis Mestre-Marghera ha partecipato assieme ad Admo Venezia presso il parco Catene di Marghera. La manifestazione è una tre giorni di tornei sportivi, esposizioni e concerti, organizzata dall’Associazione Uguale e finalizzata alla sensibilizzazione e raccolta fondi per abbattere le barriere fisiche e mentali che ruotano attorno al mondo della disabilità. Avis e Admo hanno partecipato a una delle giornate con uno stand informativo, giocando la carta vincente tra un’esibizione musicale e l’altra. Sul palco a raccontare la propria storia è salita Anita, una giovane trapiantata di midollo che da anni collabora con Admo. Il racconto, preparato con la collaborazione di Valentina dell’Associazio-

ne Il Castello, ha sortito un effetto sconcertante: i tantissimi giovani, scatenati fino a poco prima, si sono zittiti e sul parco è calato un silenzio surreale. Alcuni a fatica riuscivano a trattenere le lacrime dall’emozione. Molti alla fine si sono riversati allo stand gazebo per avere materiale informativo o sottoscrivere la promessa di donazione. Avis e Admo, entrate in punta di piedi in un evento organizzato da giovani per i giovani, sono riuscite a capitalizzare al massimo la propria presenza. Cosa abbiamo imparato? Che il messaggio del dono non può essere imposto, ma deve essere sussurrato. Empatia significa, infatti, entrare in sintonia con gli altri e riuscire a far vibrare le corde delle emozioni di chi ci ascolta. Che la promozione non può essere il fine della manifestazione, ma deve essere un corollario a disposizione di chi manife-

sta interesse per la cosa. Evitiamo l’egocentrismo avisino. Anche se spesso contribuiamo al finanziamento degli eventi, una nostra presenza troppo ingombrante rischia di avere un effetto controproducente sulla partecipazione dei giovani. Infine, è molto più facile ed efficace partecipare ad eventi organizzati da chi li sa fare che sperare di attirare qualcuno ad eventi organizzati in autonomia da Avis. Ringraziamo Fabio, presidente dell’associazione Uguale nonché recente donatore di midollo e testimonial per Admo, Anita per lo splendido modo che ha di condividere momenti non facili della sua vita, l’Associazione Il Castello per il supporto che ci ha fornito e tutti i volontari Avis che hanno contribuito con la loro presenza a promuovere il dono del sangue. Dario Piccolo - Avis Admo

I ragazzi del Servizio Civile 2019 in Veneto Sono state pubblicate le graduatorie del Servizio civile in Avis. In Veneto i giovani che opereranno a breve sono: Stefania Padoan, 19 anni, all’Avis comunale di Chioggia; Mouhamed Sow, 24 anni, Comunale di Rovigo; Anna Carli, 26 anni, Comunale di Verona; Sibilla Rampazzo di 19 anni e Elena Marchetti, 28 anni, all’Avis provinciale di

Padova; Mirko Di Vittorio, 21 anni, Provinciale di Rovigo; Khadidja Kadi di 22 anni all’Avis provinciale di Treviso; Giovanna Ballarin di 19 anni ed Eleonora Pontisso di 27 anni all’Avis provinciale di Venezia; Matteo Duelli di 24 anni alla Provinciale di Verona; Riccardo Trevisan di 25 anni e Beatrice Barbieri di 21 anni all’Avis regionale Veneto. 4/2018 · DONO&VITA · 29

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LE SETTE SORELLE: VICENZA

Donne: per la Giornata contro la Violenza il “segno” è donare a cura di Ufficio Stampa Avis provinciale

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e donatrici del Bassanese hanno steso il braccio tutte insieme, in maglia rosa o rossa, in occasione della “Giornata contro la violenza sulle donne”. Una mattinata tutta al femminile, al Centro trasfusionale di Bassano del Grappa, per dire che “il sangue delle donne si dona, non si versa”. Giunta alla terza edizione, l’iniziativa ha visto riunite le tre sigle delle associazioni di donatori del territorio Avis, Rds e Fidas e la presenza dei loro responsabili per dire no a qualsiasi forma di violenza fisica e psicologica sulle donne.

Castelgomberto-Trissino, nuova sede, nuova vita

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na nuova sede per l’Avis comunale Castelgomberto-Trissino. Il 16 settembre, tra la gioia di avisini, simpatizzanti e amici, il Consiglio direttivo ha presentato alla comunità il nuovo punto di riferimento per tutti gli avisini della zona, situato ora in una delle stanze dell’oratorio Rigallo che la parrocchia ha concesso. Come da usanza, al piccolo momento conviviale sono seguite le foto di rito che rimarranno a ricordo di un giorno importante. Ma quel che è veramente degno di nota, è l’intenzione del Direttivo di perseverare nel percorso intrapreso negli ultimi anni. Un percorso contraddistinto da dinamicità e voglia di rilanciare la propria immagine, di riproporsi a giovani e famiglie, di ricercare il dialogo con altre realtà associative e di

cercare con determinazione sempre nuovi donatori. Tra le iniziative più recenti rivolte soprattutto alle nuove generazioni per far crescere la cultura del dono a 360°, ci sono state il concorso Avis scuola sia

per le classi quinte della primaria sia per le classi terze della scuola media, gli incontri con i ragazzi scout in collaborazione con Admo e alcuni eventi assieme ad altre associazioni di volontariato.

Sandrigo e Lupia Poianella: un segno comune interassociativo

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l 28 ottobre è una data che si ricorderà in questa nostra comunità. Tutte le associazioni del dono della zona, infatti, si sono ritrovate a Sandrigo per l’inaugurazione del nuovo monumento al dono. Erano presenti le autorità civili, religiose e associative. Avis Lupia Poianella e Fidas di Sandrigo lavoravano da un paio d’anni a que-

Per Avis sono intervenuti il presidente della Comunale locale “Santa Croce” Giuseppe Sciessere e dell’Avis comunale di San Pietro di Rosà Claudio Battilana. Per l’Avis bassanese è solo l’ultima di una serie di iniziative. Recentemente, infatti, sono stati organizzati un corso di primo soccorso, un incontro con i giovani della città, attività nelle scuole. Per i soci, infine, un’uscita insieme a Marano Lagunare, per una visita al caratteristico borgo ricco di cultura e storia, e alla Riserva Marina con gli isolotti dei pescatori. 30 · DONO&VITA · 4/2018

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Una nuova “voce” che dona in Avis

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aleotti furono il canto e il cabaret. La giovane cantante Vivian Grillo, più volte esibitasi durante gli spettacoli di “Riso fa Buon Sangue” in tutto il Veneto e non solo, ha fatto il grande passo. Vivian è infatti diventata donatrice di sangue. Si è iscritta all’Avis di Schio Alto Vicentino, per fare concretamente ciò che per mesi ha promosso, anche con la sua bellissima voce, durante gli spettacoli di Riso Fa Buon Sangue. Benvenuta!

sto momento. Obiettivo era realizzare, con Aido e Admo, il sogno di lasciare un unico segno del donarsi per il bene della collettività, mettendo da parte gelosie e campanilismi. Tutte le associazioni si sono così ritrovate insieme, in un’unica opera concreta che le rappresenti, simbolo dello stesso e unico amore per i malati che hanno bisogno.

Brevi... Malo

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vis Malo e Monte di Malo ha collaborato al diario scolastico 2018/2019. Molto apprezzato e contenente molte immagini colorate, è stato donato ai ragazzi delle scuole dei due Comuni. Logo Avis anche sulla maglia delle “Guerriere” under 17 della Pallamano Malo-Monte di Malo. La società, oltre 70 tesserate, disputa tutti i campionati giovanili e la seconda divisione senior.

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LE SETTE SORELLE: VENEZIA

Impegnati a tutto campo per far fronte alle necessità trasfusionali pagine a cura di Giorgia Chiaro e Ufficio Stampa Avis provinciale

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eimila interventi resi possibili in un anno in tutta l’Ulss3 anche grazie alle trasfusioni e almeno 150 operazioni di emergenza a seguito di grossi incidenti (gestite dal Trauma center). Donare il sangue può salvare una vita e a dimostrarlo sono i numeri. Prima di tutto viene certamente la capacità dei medici e quella di un polo traumatizzati unico in tutto il Veneto, ma dietro alle 6mila operazioni del 2018 ci sono anche i donatori Avis. Sono almeno 30mila, infatti, solo nel contesto chirurgico (50mila in generale) le sacche di sangue trasfuse nell’anno che sta per concludersi e, di conseguenza, le persone che hanno superato un momento critico della loro vita anche grazie alle donazioni. Nella realtà operativa del Trauma Center di Mestre, ad esempio, ciascun intervento comporta la necessità di trasfondere una media di 5 unità (sacche), ma non sono pochi i casi gravi in cui il conteggio raddoppia. “Si parla di trasfusione massiva quando la necessità trasfusionale eccede le 4 unità la prima ora oppure le 10 unità nelle prime 24 ore - spiega il dott. Gianluca Gessoni, direttore del Servizio Immunotrasfusionale (Sit) dell’Ulss 3 - I numeri della chirurgia si aggirano mediamente intorno alle 2-3 unità per ciascun intervento (colon, retto, gastrica, craniotomia, cistectomia, protesi d’anca o ginocchio e femore), mentre si sale a 5-7 per interventi maggiori sul rachide. Numeri molto elevati che se si tratta di un atto operatorio d’urgenza spesso raddoppiano”. Nonostante questo, le donazioni calano in modo costante del 2-3% 32 · DONO&VITA · 4/2018

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ogni anno. La Regione Veneto, tuttavia, gode di autonomia. Le sacche di sangue nel 2018 sono sempre state in grado di coprire le richieste regionali, ma le situazioni nelle province sono diverse. In alcune come Treviso, Belluno, Rovigo, Vicenza le donazioni hanno coperto le richieste. In altri casi, come a Padova, Venezia e Verona non è stato possibile. A mancare sono soprattutto i donatori giovani. “Spesso non si pensa a situazioni di questo tipo quando si hanno 1820 anni, eppure esistono - spiega Sebastiano Dri che ha combattuto la leucemia - eppure può succede-

re e tutta la tua vita cambia all’improvviso”. “Stiamo mettendo in campo azioni che ci aiutino a migliorare il rapporto con il donatore come una gestione più veloce della consegna dei referti - spiega Tito Livio Peressuti, presidente dell’Avis provinciale Venezia - ma puntiamo soprattutto ad uno snellimento delle procedure di prenotazione. Su www.prenotaladonazione.it già oggi si possono prenotare le donazioni per Mestre, San Donà e Portogruaro, ma puntiamo ad estendere il servizio anche ai centri trasfusionali mancanti”. Alice D’Este

Mirano: quando lo sport è collaborazione

Mestre-Marghera: serata di festa e testimonianze

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n centinaia si sono riuniti il 26 ottobre nella sala consiliare del Comune per festeggiare gli oltre 3.700 donatori dell’Avis comunale di Mestre-Marghera. Presente alla festa l’Assessore alle Politiche sociali di Mestre, Simone Venturini, a testimonianza del ritrovato rapporto di collaborazione tra l’associazione e l’amministrazione comunale. Venturini ha portato il ringraziamento della città a tutti i volontari, a chi ha raggiunto un numero cospicuo di donazioni, ma anche a chi vi si sta avvicinando per la prima volta o è alle prime donazioni, riconoscendo inoltre come i donatori non siano solo dei volontari ma, con il prezioso dono di sé, un pezzo fondamentale del Sistema sanitario nazionale. Anche in questa occasione, poi, Avis Mestre-Marghera ha voluto evidenziare la bella e proficua collaborazione instaurata negli ultimi anni con le altre associazioni del

dono, invitando alla serata i rappresentanti di Aido e Admo. Oltre alle consegne delle benemerenze ai donatori che hanno superato le 50 donazioni, particolarmente significativi e toccanti i due momenti conclusivi della serata: il primo, in ricordo dei donatori scomparsi, con la consegna di una targhetta alla memoria di Elio, storico donatore mestrino, ritirata dalla nipote Martina che ha raccol-

to generosamente la sua eredità e il suo esempio come donatrice; e il secondo, con la testimonianza di Rosanna Rado, una donna che 17 anni fa, a causa di una grave emorragia post partum, ha avuto bisogno di ben 27 trasfusioni. Perché il modo più bello per capire quanto importante e grande sia il dono è quello di farselo raccontare in prima persona da chi l’ha ricevuto. Lucia Delsole

Favaro Veneto: alla “Maratonella” l’Avis informa chi corre

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lla 9ª edizione della Maratonella di Campalto, il 7 ottobre, Avis Mestre-Marghera ha colto l’invito della Municipalità di Favaro Veneto organizzando uno stand insieme ad Admo Venezia, per informare su donazione di san-

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a collaborazione tra associazioni porta sempre buoni frutti, aiuta a diffondere il proprio messaggio, a darsi una mano tra volontari impegnati in settori anche diversi. Come nel caso della Lusore Running “Dona il sangue, collega la vita”, manifestazione podistica non competitiva svoltasi a Scaltenigo di Mirano (Ve) organizzata da A.S.D. Lusore Sport con la partecipazione del gruppo Avis Lusore-Mirano. L’intento era sensibilizzare i partecipanti alla donazione del sangue, promuovere uno stile di vita sano

gue e di midollo osseo. L’evento richiama ogni anno migliaia di appassionati della corsa che possono cimentarsi su varie distanze. Si sono presentati in tanti pur con il tempo incerto fino all’ultimo. In molti si sono avvicinati al gazebo e contribuire alla valorizzazione del territorio. Un successo di partecipazione con “sorpresa” alla giornata del donatore, sabato 14 ottobre: l’A.S.D. Lusore Sport ha donato parte del ricavato della manifestazione podistica ad Avis e Aido locali per aiutarli nelle loro attività di sensibilizzazione al dono di sangue ed organi. Erano presenti Giorgio Gobbo in rappresentanza di Avis Regionale Veneto, Renzo Franzoi per Avis provinciale di Venezia e Flavia Petrin, presidente di Aido nazionale.

Avis Admo per chiedere informazioni. I volontari hanno così toccato con mano quali sono ancora i dubbi che non avvicinano alla donazione di sangue: pigrizia, paura dell’ago, uno stile di vita non del tutto corretto. L’invito perciò è di vincere le proprie paure e di responsabilizzarsi, perché il bisogno è costante e non si può far finta di nulla. Elisa Righetto

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LE SETTE SORELLE: TREVISO

Gli avisini veneziani, oltre a remare e nuotare, non disdegnano di... pedalare e studiare

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ontinua la fervente attività dell’Avis comunale di Venezia in vari ambiti della vita cittadina, dalle due ruote ai banchi di scuola, per sensibilizzare al dono. Con l’Uci Lido è stato organizzato un evento ciclistico a Pellestrina, oltre a un’iniziativa promozionale che ha visto il gruppo di ciclisti partire da Venezia e giungere fino a Trento, con uno striscione Avis. Si è svolta poi a metà ottobre la XIII Regata del volontariato su Caorline a Cannaregio che ha visto l’Avis arrivare seconda, dopo il fortissimo equipaggio dell’Ail Venezia. Sono state consegnate, inoltre, ben 31 borse di studio ad altrettanti giovani soci Avis distintisi nell’ambito scolastico alla fine del ciclo di studi, durante l’affollata 63ª Giornata del donatore (il 30 settembre nella Scuola Grande di San Teodoro). Nell’occasione è stata ricordata la figura dell’ex primario Giorgio Marchiori, recentemente scomparso e fortemente impegnato nel garantire l’autosufficienza in tutta la provincia e non solo. Altra iniziativa è stata l’acquisto di 5 roll up che verranno collocati presso gli ospedali di Venezia-estuario e la sede centrale di Ca’ Foscari. Infine, conoscendo l’attaccamento dei veneziani all’ac-

a cura di Ufficio Stampa Avis provinciale

L qua, non ci si è lasciati sfuggire l’occasione da parte di alcuni componenti del Direttivo (Fabio Reggio e figlio, Mario De Marchi, Elisabetta Vianello) di immergersi, mettendosi così anche alla prova, nella piscina più profonda del mondo, la Y40 in provincia di Padova. E da lì lanciare il motto: “Fai risalire il dono” suggeritaci dall’ex presidente nazionale Alberto Argentoni. Tale raid subacqueo si è concretizzato in una locandina originale e diversa dal solito, stampata nel numero di 400 copie e affissa nei sei sestieri, con particolare riguardo ai centri sportivi e contenente tutte le informazioni per donare. Davide Del Negro

Martellago ringrazia Fabrizio Preo, un volontario “a tutto campo”

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’Avis Maerne Olmo e il Comune di Martellago hanno premiato “Cittadino benemerito dell’anno” Fabrizio Preo, 68 anni, tra i soci fondatori dell’Avis locale. Il premio è stato istituito nel 2005 dal Comune in memoria di Paolo Burloni, già presidente dell’Avis locale e consigliere comunale, e viene riconosciuto a cittadini distintisi in ambito sociale e associativo. A Preo, che ha vissuto a Olmo fino a 45 anni prima di trasferirsi a Mestre, è stato riconosciuto l’impegno

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Necessario superare le logiche di campanile, per crescere...

come presidente del Gruppo di Lavoro Via Piave e come collaboratore dell’Associazione Lunghi Cammini. Per conto di quest’ultima, ha accompagnato nel lungo cammino di Santiago di Compostela un 22enne padovano condannato a questa particolare forma di “servizio sociale” per un reato commesso all’età di 15 anni. Alla premiazione erano presenti il sindaco Andrea Saccarola, il presidente Avis Maerne-Olmo Nicola Nicastri e la vice presidente Avis provinciale Gianna Moras.

’idoneità il sabato mattina. È la sfida che continua, in stretta sinergia con le Comunali del territorio, per far crescere il numero dei nostri donatori e alleggerire il carico delle donazioni di sangue la domenica. Donare il sangue è, e rimane, anche oggi in cui l’individualità regna sovrana, un gesto concreto di solidarietà. Significa donare una parte di sé e della propria energia vitale a qualcuno che sta soffrendo, qualcuno che ne ha reale e urgente bisogno. Significa non preoccuparsi, ma occuparsi e agire per il bene della comunità e la salvaguardia della vita. Dobbiamo potenziare la nostra Avis con nuovi donatori, non solo per supplire a chi non può donare per malattia o per raggiunti limiti di età, ma per creare nelle nostre comunità una vera presa di coscienza di umanità, di interesse verso l’altro, oltre allo stimolo del singolo individuo a mantenere uno stile di vita sano. Donare sangue, quindi, vale il doppio, perché salva la vita a chi riceve il sangue e mantiene sano il donatore. Una riserva di sangue che soddisfi il fabbisogno della nostra comunità è una garanzia per la salute di tutti, donne, uomini, giovani, vecchi, bambini, compresi noi stessi e le persone che ci sono più care. Questi devono essere il nostro impegno e il nostro obiettivo. Questi anche i motivi che ci hanno sostenuto e incoraggiati a continuare nel promuovere l’idoneità il sabato mattina nelle nostre Articolazioni organizzative, i Centri di raccolta che rappresentano un vero momento di aggregazione di più Avis comunali. Come riusciremo a continuare su questa strada? Solo facendo squadra. Ognuno di noi deve fare proprio

questo messaggio e trasmetterlo a ogni donatore nelle Comunali. La normativa in materia è sempre più stringente. Il nostro rispetto e impegno devono pertanto rimanere alti, perché quella sacca di sangue che doniamo sia sempre di qualità. Vivere all’ombra del campanile non fa più parte della nostra associazione, la sinergia che dobbiamo mettere in atto non è solo futuro, ma è ora, adesso! Nessun cambiamento nessuna nuova normativa, se affrontata insieme, ci sembrerà insuperabile. Quali sono i requisiti di base per le idoneità? Per donare il sangue non bisogna essere superuomini né eroi, è sufficiente essere sani e aver compiuto 18 anni. L’idoneità alla donazione viene stabilita dopo un colloquio personale e riservato, una valutazione clinica da parte di un medico e dopo aver effettuato gli esami di laboratorio per garantire la sicurezza del donatore e del ricevente. E c’è un altro aspetto importante che non dobbiamo tralasciare: donare sangue periodicamente garantisce un controllo costante del nostro stato di salute, attraverso visite sanitarie da parte dei medici

e accurati esami di laboratorio, e il tutto in modo assolutamente gratuito e nel pieno rispetto della privacy. Dobbiamo far sì che i giovani donatori, superata l’idoneità, entrino nell’esercito della periodicità. A differenza dei donatori occasionali, i donatori periodici sono costantemente controllati dal punto di vista medico. Una garanzia per la salute di chi riceve il sangue, ma anche per chi lo dona.

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Torna la nota criminologa in Avis provinciale Bruzzone ripete: “I social non perdonano”

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opo la prima volta, nel 2016, è tornata a Treviso: “il sangue è una preziosa fonte di informazione. Sono un’analista delle tracce ematiche per ricostruire la dinamica dell’aggressione. La prima cosa che mi viene in mente, pensando alla parola sangue, è traccia e ricostruzione”. Roberta Bruzzone, psicologa e criminologa, è stata ospite in autunno dell’Avis provinciale di Treviso e ha incontrato oltre 180 avisini nella sala dell’ospedale Ca’ Foncello. Un confronto aperto sul lato oscuro dei social media e sulle strategie di protezione dai rischi online. Vanda Pradal, presidente dell’Avis provinciale, lo ha chiarito subito. “Perché abbiamo invitato la psicologa Bruzzone all’Avis? Che cosa c’entra lei con la nostra attività e i nostri servizi - ha detto - Perché noi abbiamo il compito di condurre una comunicazione corretta per formare i nostri quadri dirigenziali e rispettosa con chi quotidianamente ci relazioniamo”. L’Avis dedica da anni particolare attenzione a temi come la comunicazione e la formazione. “I social media non perdonano, perché non dimenticano. E sono in grado di scovare incongruenze e incoerenze ovunque. Strumenti pericolosissimi, se usati non correttamente, in questa epoca per chi - ha detto la psicologa - non è coerente con quello che vuole mostrare di sé. Questo genere di meccanismo non perdona la benché minima debolezza. Come dico sempre: Dio perdona e dimentica, la rete social media no”. Quando il pubblico virtuale diventa ossessione, abbiamo superato il confine verso la dipendenza. “È stato ampiamente superato quel confine. Le persone non se ne sono rese assolutamente conto”. Uno degli obiettivi dell’incontro con gli avisini di Treviso è stato proprio 36 · DONO&VITA · 4/2018

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quello di chiarire questi confini. “Oggi molte persone - spiega la criminologa - non sanno proprio stare senza social, si evidenziano autentici segni di astinenza. E quindi ecco comparire i sintomi a iniziare da quelli di una maggiore aggressività come nei tossicodipendenti. Una dipendenza molto seria e sottovalutata”. Gli adolescenti hanno bisogno di consigli e punti di riferimento. “Un ragazzo da solo sui social media è come un gattino in mezzo alla savana. Viene sbranato dai predatori - continua la Bruzzone - È solo questione di quando accadrà. Gli adolescenti hanno bisogno di limiti e di esempi. La rete li attira in un mondo apparentemente senza limiti. Il compito più serio di un genitore è quello di accompagnare il figlio in questo viaggio, altrimenti lo perderà”. Il bisogno quasi compulsivo di postare la nostra vita su internet dimenticandoci della realtà. “La maggior parte della gente posta in maniera compulsiva. Lo fa, raccontando ogni momento della vita: fotografando tutto, raccontando tutto. Si tratta di persone che hanno una vita molto frustrante, non soddisfatte per quello che hanno raggiunto. Cercano di accreditarsi una vita qualitativamente migliore di quella che vivono. Tanto più vo-

gliono condividere, tanto più la loro vita è deficitaria”. Condividere troppo sui social media per un adolescente può trasformarlo in preda. “Non solo un adolescente. La maggior parte delle persone non si è resa ancora conto che diffondere i particolari della propria vita su queste piattaforme significa veicolarli ovunque. Informazioni che arrivano a soggetti male intenzionati. È come se una persona si mettesse a gridare per strada i propri gusti sessuali, i codici del bancomat, chi gli è simpatico e chi no. Non lo faremmo mai, eppure sui social media lo facciamo”.

Forum Caorle: “impariamo ad ascoltarci”

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omprendersi e non condannare per umanizzare le relazioni. È questo l’ascolto. Le parole possono essere tagliate e cucite, hanno un peso. L’ascolto è un modo di essere, è strategia di un’associazione. L’Avis provinciale di Treviso, ad ottobre a Caorle (Ve), ha organizzato un corso di formazione su “Impariamo ad ascoltare” al quale ha risposto una settantina di avisini, per lo più presidenti e giovani delle Comunali della Marca. “È stato un momento di crescita politica-sociale e culturale per tutta la nostra associazione - ha detto Vanda Pradal, presidente della Provinciale - Il senso delle due giornate è stato anche quello di raccontarsi per ritrovarsi”. Un percorso di formazione e attivazione per rendere accessibili le informazioni che sono già all’interno delle persone, in questo caso degli avisini partecipanti. Ad aprire i lavori Sandro Cinquetti, direttore del servizio igiene e sanità pubblica Ulss2 Marca Trevigiana. “Esiste un dialogo possibile nelle organizzazioni a servizio delle persone, nella rete istituzionale. Il significato di servizio - ha detto - è quello di essere utile, di seguire le persone. È questo il nostro mandato. Il dialogo deve basarsi su concetti chiari: fare rete, collaborare,

cooperare, coordinare le azioni separate, condividere risorse, fiducia e superare gli stereotipi”. Ascoltare significa fare contatto attraverso un linguaggio semplice, lasciare a casa i telefonini e spegnere le televisioni, secondo lo scrittore Francesco Vidotto. “È andata perduta la capacità di suggestionarci. Basta con una comunicazione velocizzata. Oggi parole e immagini sono la stessa cosa - sostiene lo scrittore del Cadore - Non c’è più la memoria, è stata persa la pazienza. La parola invece è importante per emozionare. Il tempo è lento. Ascoltare è sempre più difficile”. L’ascolto è anche una scelta strategica di un’organizzazione di volontariato come l’Avis.

Angelo Lascioli, docente di pedagogia all’Università di Verona, ha sviluppato il concetto. “L’ascolto è fatto soprattutto di comunicazione non verbale, di sguardi, postura, posizione delle mani, orecchie e cuore, capacità di emozionarci. Ma anche di cervello, perché l’ascolto è fatto di pensieri”. Non solo conto io, c’è il valore dell’altro: questo è l’importanza di sapere ascoltare gli altri. “Ascolto è sentirsi responsabile nelle relazioni. Non c’è una regola che ci fa esperti”. La seconda giornata è stata affidata alla psicologa Carolina Di Muzio, che dopo una lezione sulla grammatica dell’ascolto, ha condotto i lavori di gruppo con gli avisini. A moderare i lavori Carlo Donadel.

San Fior: dalla Festa delle Associazioni venti aspiranti donatori Avis

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lla “Festa delle Associazioni” di San Fior hanno risposto cinquanta sodalizi, tra i quali l’Avis. I volontari hanno animato con entusiasmo e colori il ricco stand a fianco del “laboratorio dell’argilla Avis”, dedicato ai più piccoli. Attraverso il gioco e la manipolazione di materiale argilloso, gli avisini hanno spiegato ai bambini e ai genitori i valori della donazione e dell’altruismo. Tante le richieste di informazioni, tanti coloro che si sono avvicinati

allo stand Avis per chiedere di entrare nella grande famiglia dei donatori della Marca Trevigiana.

A fine giornata sono stati una ventina i nominativi raccolti, una grande soddisfazione.

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LE SETTE SORELLE: VERONA

Pronti ai prossimi 60 anni di solidarietà ripartendo dal dono pagine a cura della redazione di Verona

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el 2018, dopo i primi sette mesi di trend positivo delle donazioni, si è assistito ad agosto e settembre a un’inspiegabile frenata! Le associazioni di donatori sono dovute intervenire per ricordare ai loro soci di ricordarsi di andare a donare, per rispondere al fabbisogno quotidiano di sangue ed emocomponenti. Anche quest’anno, quindi, la nostra provincia non è riuscita a raggiungere l’autosufficienza, dovendosi avvalere dell’aiuto di altre province venete, pur non venendo mai meno l’impegno dei donatori veronesi e dei dirigenti associativi. È stato un anno importante per la Provinciale di Verona: ha festeggiato i suoi primi sessant’anni di vita con iniziative che hanno coinvolto le Avis comunali. In alcuni casi, sono state organizzate manifestazioni con la Comunale di Verona, che in questo 2018 festeggiava i suoi primi 70 anni e con l’Avis regionale che ha raggiunto il traguardo dei cinquanta. Dopo le vacanze estive, con la ripresa dell’attività nelle scuole, sono ripresi anche gli incontri con gli studenti, tramite i nostri volontari o grazie alle attività proposte dal Progetto Scuola di Avis regionale Veneto. È auspicabile che durante l’anno scolastico in corso, negli alunni si riescano a piantare ancora più semi di solidarietà e altruismo rispetto agli anni scorsi, così da assicurare un futuro ricco di cittadini responsabili. Un appuntamento importante ci aspetta nei prossimi mesi: l’adeguamento dello Statuto della nostra associazione a tutti i livelli, quale conseguenza della riforma del Terzo Settore. Avis nazionale ha da tempo attivato il percorso per ade-

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guare il proprio Statuto alle norme previste dal Codice del Terzo Settore, così da poter mantenere la qualifica di Organizzazione di volontariato (OdV) ed essere riconosciuta come Rete associativa nazionale. Oltre ad Avis nazionale, l’obbligo di adeguare gli statuti alla nuova normativa spetta anche a tutte le sedi Avis ai vari livelli associativi. I nuovi statuti dovranno essere approvati nel corso delle assemblee ordinarie che si terranno nel 2019. Le modifiche saranno quelle strettamente necessarie all’assunzione della qualifica generale di Ente del Terzo Settore (ETS) e perché si possa mantenere la qualifica di Organizzazione di volontariato (OdV). Il primo appuntamento sarà il 12 gennaio 2019 con l’assemblea nazionale straordinaria che appro-

verà lo Statuto nazionale e gli statuti tipo e a seguire verranno tutte le altre. L’assemblea nazionale che si terrà infine a maggio 2019 concluderà l’iter, rispettando i limiti fissati dalla legge. Entro il prossimo anno ci auguriamo che si possa risolvere, o quantomeno ridurre, anche il problema della carenza dei medici trasfusionisti che si sta facendo serio. Solo così donatori e medici insieme possono rispondere alla domanda continua e crescente di sangue ed emocomponenti. A voi donatori e futuri tali, chiedo ancora una volta di andare a donare almeno due/tre volte l’anno.Tanti cari auguri per le prossime feste natalizie a voi e ai vostri familiari da parte mia e di tutto il Consiglio direttivo provinciale. Michela Maggiolo presidente Avis provinciale

Un “Compleanno” Avis in Provincia

Verona, 70 anni e non dimostrarli

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’Avis comunale di Verona ha compiuto 70 anni nel 2018. È un anniversario importante e meritava il giusto rilievo. Sono molte le persone da ringraziare: dai primi donatori che fondarono l’Avis il 30 luglio 1948 a tutti i presidenti e responsabili associativi che si sono susseguiti nel corso del tempo, ma soprattutto le migliaia di donatori che nell’anonimato hanno scritto la storia della nostra Comunale. Volevamo che questo anniversario non si limitasse a ricordare il passato, ma fosse occasione per stare in mezzo alla gente e ricordare l’importanza del dono. Abbiamo creato vari eventi, quest’anno, a partire dal giorno della fondazione come fosse il compleanno di una persona, con torta e candeline. Dirigenti e volontari, infatti, considerano l’associazione come uno di famiglia, un amico. Sabato 20 ottobre si è avolto il secondo grande appuntamento con la Giornata del donatore. La celebrazione religiosa in Duomo, la

la situazione donazionale, il dottor Giorgio Gandini, la presidente provinciale Maggiolo, la presidente della Comunale Paola Silvestri, numerosi dirigenti provinciali e regionali e, naturalmente, numerosi rappresentanti della stampa.

le persone che hanno condiviso la nostra gioia. Avis di Verona frala gente, insomma, per dire che dopo 70 anni non è “vecchia”, ma ha tanta voglia di continuare con entusiasmo l’impegno per gli ammalati. Per concludere l’anno, festeggiando con sorrisi e divertimento, il 1° dicembre all’Auditorium Granguardia c’è stato lo spettacolo “Riso fa buon Sangue” aperto a tutti.

Paolo da Sommacampagna, 56 anni, 200 donazioni

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La stessa Provincia di Verona, nella persona del suo Presidente, Antonio Pastorello, ha voluto festeggiare il 60° di Avis provinciale e 70° della comunale con una conferenza stampa. Nella sede della Provincia, a fare il punto del-

sfilata per le vie cittadine dei labari dei nostri gruppi rionali ed aziendali delle Comunali della provincia di Verona e la cerimonia di premiazione in piazza dei Signori hanno contribuito a dare una grande visibilità alla nostra associazione e di parlare a una vastissima platea. Attirate dello spettacolo e dalla musica degli sbandieratori e dei musici di Montagnana, sono state tantissime

vis Sommacampagna ringrazia Paolo Troiani che l’8 novembre, presso il Centro trasfusionale di Bussolengo (Vr), ha effettuato la sua donazione numero 200. Paolo è stato per diversi anni nel direttivo di Sommacampagna e tutt’ora manifesta la sua generosità collaborando alle nostre molteplici attività. Siamo contenti del prestigioso traguardo, sia in virtù dell’età piuttosto giovane in cui l’ha raggiunto (classe ‘56), sia perché in una Comunale in cui in media si effettuato 1-2 donazioni a persona all’anno, fa molto piacere che ci sia ancora chi arriva a 6-7. Abbiamo voluto raccontare la sua esperienza, perché siamo convinti che possa essere da incentivo per tutti noi donatori, che potremmo

prenderci come sfida per il 2019, quella di fare almeno una donazione in più rispetto il 2018. Il fabbisogno di sangue, plasma e piastrine

è in continuo aumento soprattutto nella nostra provincia e, se vogliamo, possiamo fare che pure le donazioni lo siano.

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LE SETTE SORELLE: BELLUNO

Zevio: medico infortunato, nessun sostituto, si fermano le donazioni... anche quelle prenotate

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ono&Vita di giugno, in copertina titolava, “Sempre meno medici negli ospedali”. L’editoriale del Presidente Regionale Avis Giorgio Brunello sottolineava che “Nei Centri Trasfusionali mancano medici o sono pochi, i Centri Trasfusionali chiuderanno?”. E quale programmazione sanitaria è stata fatta negli anni addietro per assicurare il numero di medici che serve oggi? Problema ripreso anche nell’Editoriale del direttore e nell’ampia inchiesta che seguiva. Credo che la risposta sia già stata data dai fatti che si stanno verificando nella Regione Veneto. Siamo già arrivati alla chiusura a rotazione di alcuni Centri della provincia di Verona, territorio della ex Ulss 21, dove i medici si sono ridotti dai sette di un paio di anni fa a tre nelle settimane scorse. Poi addirittura a due per la sfortunata coincidenza di un infortunio il 20 novembre. Due medici che devono coprire quattro centri di prelievo compreso l’ospedale per acuti di Legnago.

pagine a cura di Barbara Iannotta

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Ma è tutta la provincia a soffrire della mancanza di medici trasfusionisti dove vige ancora la logica delle vecchie Ulss, mentre il Dipartimento unico (Dimt) permetterebbe la rotazione dei medici in tutta la provincia, andando così a tamponare le criticità di alcuni territori. Le chiusure si sono verificate nei Centri di Zevio dove si raccolgono mediamente 2.200 donazioni all’anno e a Nogara circa 1.000. Il malessere di chi dona sta salendo

per tutti questi disguidi. I nostri donatori chiedono a gran voce, anche tramite i social, ai responsabili sanitari e politici di fare bene la loro parte, come sempre viene fatta da chi dona in modo volontario e spontaneo. Ci aspettiamo risposte sicure e rapide, per non perdere un patrimonio sociale costruito in tanti anni di impegno e di lavoro. Sarebbe un dramma per tutti, malati compresi.

Costantino Gugliuzza

Quando Avis “canta una canzone” di solidarietà ai giovani

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ollaborazione tra Avis comunali per la promozione della donazione di sangue alla sagra di San Rocco, svoltasi a Forette in agosto. Le comunali di Castel d’Azzano e Vigasio hanno allestito, oltre al gazebo per informare i cittadini, la scenografia del palcoscenico in occasione della finale del concorso canoro per under 16 “Ti canto una canzone”. Sono stati posizionati sul grande, attrezzato e variopinto palcoscenico di piazza Unità d’Italia, decine di palloncini colorati con il logo Avis. “Abbiamo voluto accogliere di buon grado la richiesta degli organizzatori - ha detto Ariano Ferroni

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Cinque poltrone per una ancor più stretta sinergia con l’Ulss1

dell’Avis di Castel d’Azzano - con i quali abbiamo, da anni ormai, una proficua collaborazione”. “Siamo lusingati - interviene il presidente di Vigasio Ezio Scappini

- per questa simpatica occasione di visibilità e promozione che vuole essere una opportunità di promozione del dono del sangue, soprattutto fra le giovani generazioni”. V.L.

inque poltrone per prelievi ai donatori e per i trattamenti terapeutici, sono state donate dall’Abvs alla struttura trasfusionale dell’ospedale di Belluno. La consegna formale è stata fatta il 23 ottobre presente, oltre al primario del Ct dott. Stefano Capelli, il Direttore generale dell’Ulss 1 Dolomiti dott. Adriano Rasi Caldogno. La donazione, del valore di circa 18mila euro, si inserisce in un clima di sinergia che da anni caratterizza la collaborazione tra l’Abvs e la struttura trasfusionale. Sono stati numerosi, infatti, gli interventi posti in essere dall’Azienda, oltre che nella struttura di Belluno, anche nei centri di raccolta di Agordo e Pieve di Cadore. Il tutto al fine di rendere conformi, cioè rispondenti alle normative via via susseguitesi nel tempo, le diverse sedi di prelievo e dare la possibilità ai donatori cadorini e agordini di donare nelle proprie vallate. Questa offerta si inserisce nell’ottica di attenzione per il donatore: le nuove poltrone, infatti, completano l’ammodernamento di un’ala della sala prelievi dell’ospedale San Martino.

Le poltrone progettate, qualificate e certificate per l’utilizzo nella donazione di sangue sono motorizzate e permettono quindi, in sicurezza per donatore, paziente e personale, la gestione di possibili eventi avversi. Soddisfatta la presidente dell’Abvs Gina Bortot: “Nel corso degli ultimi due decenni il lavoro svolto dall’ Abvs si è notevolmente intensificato per adeguarsi alle esigenze sempre più specifiche del Servizio trasfusionale. Il percorso intrapreso nel 1997 di chiamata e prenotazione dei donatori è stato ed è di notevole supporto, non solo per far fronte alle esigenze degli ospedali

di Belluno, Pieve di Cadore, Agordo e Cortina, ma anche per le altre strutture ospedaliere nella regione Veneto e verso altre Asl a livello nazionale (come da indicazioni e programmazione Crat)”. Nel sottolinere tutto ciò ha aggiunto che “Abbiamo voluto lasciare una traccia del nostro dono per ricordare anche quanto sia importante far parte della nostra Associazione, per poter donare il sangue che serve, quando serve, grazie al lavoro di prenotazione svolto dal personale dell’Abvs attraverso la chiamata telefonica o la risposta all’App associativa”.

Santo Stefano di Cadore: 100 bimbi per la Festa dello Sport

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radizionale “Festa dello sport” alle scuole elementari di Santo Stefano di Cadore. Suddivisi in sette squadre, gli alunni di Santo Stefano e San Nicolò di Comelico si sono sfidati sportivamente. Dopo le premiazioni, hanno pranzato nella sede Ana Alpini. I 104 alunni presenti, insegnanti, donatori e i genitori che hanno collaborato all’a festa sono stati omaggiati di un kit primo soccorso fornito dalla sezione Abvs di Santo Stefano. 4/2018 · DONO&VITA · 41

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Dal Fabbro continua a far del bene, dal suo lascito un concreto aiuto al territorio ferito

Anniversari e iniziative delle nostre Abvs

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l 2018 è un anno ricco di anniversari. È toccato anche alla sezione di Limana che ad agosto ha spento le sue prime 50 candeline. Da sempre molto attiva nel proprio territorio, ha celebrato questo importante traguardo durante l’annuale festa patronale. Il segretario, Ortensio De Toffol, ha orgogliosamente presentato il calendario stampato per l’occasione che ripercorre, attraverso fotografie anche datate, la storia dell’Abvs Limana. Il ricavato della vendita è stato destinato all’implementazione della sezione bambini/ragazzi della biblioteca comunale locale.

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ndamento positivo per le donazioni del Dimt di Belluno, anche grazie al grande lavoro dell’ufficio di chiamata associativa. La nostra è la provincia con un alto tasso di donazioni per mille abitanti, seconda in Veneto solo a Rovigo. La grande generosità dei bellunesi ha permesso di sostenere le necessità di sangue di Venezia e di altre zone fuori Veneto, per quasi 5mila sacche (secondo i dati di fine ottobre 2018). Un bel risultato e una soddisfazione per i volontari e per i dirigenti, riunitisi per l’assemblea autunnale dell’Abvs presso la sede di viale Europa. L’incontro, come di consueto, ha avuto l’obiettivo di aggiornare i rappresentanti delle 50 sezioni territoriali sull’andamento donazionale e sulle tante iniziative organizzate dalla Provinciale. Tra queste, è stata proposta e approvata all’unanimità l’iniziativa di devolvere al Fondo Welfare e Identità

Non è stata da meno la sezione di Bolzano Bellunese che ha celebrato i propri 60 anni in quota. Tra le pareti dello Schiara, infatti, si è svolto un magnifico concerto dell’orchestra Viel a chiusura della rassegna musicale “Armonie”.

territoriale della Provincia di Belluno un contributo di 40mila euro. La somma proviene da un fondo costituito in occasione del lascito testamentario, a favore dell’associazione, da parte del dott. Valentino Del Fabbro, già presidente Abvs. A ricevere l’assegno è stato Roberto Padrin, presidente della Provincia. “Non posso che esprimere un ringraziamento infinito per questo contributo da parte dell’Abvs,

di cui ho l’onore di far parte come donatore - ha detto - che ha dimostrato ancora una volta una straordinaria sensibilità nei confronti della popolazione bellunese colpita duramente dall’evento del 29 ottobre”. Il maltempo di fine ottobre ha, infatti, messo in ginocchio interi paesi, portando devastazione e dolore. “La Provincia di Belluno coordina il Fondo welfare (seguito con grande impegno dalla consigliera Francesca De Biasi) proprio destinato alle famiglie bisognose che in questa occasione così drammatica potranno essere aiutate anche dal punto di vista materiale - ha proseguito Padrin - Ringrazio, pertanto, la presidente, Gina Bortot, e tutta l’assemblea provinciale per questo gesto di solidarietà che è un segnale di vicinanza in una provincia che mai come in questa occasione ha dimostrato unità e forza di reagire”.

Dono e Shakespeare stanno bene insieme, Abvs a Teatro Anche per il 2018, l’Abvs è stata presente con una propria squadra alla 45ª edizione della 24 ore di San Martino. Un appuntamento classico per la città di Belluno dove gli atleti Abvs hanno guadagnato un’ottima undicesima posizione (37 erano le squadre ai nastri di partenza). Encomiabile lo sforzo dei volontari delle sezioni di Bribano/Longano,

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Sedico e Orzes (coordinati da Bruno Lavina) che hanno garantito assistenza presso la tenda a tutti gli atleti. Hanno anche colto l’occasione per fare promozione con le numerose persone presenti all’evento. Sempre più forte l’attenzione delle sezioni Abvs a bambini e ragazzi, futuro della società e, perché no, del volontariato. Un esempio è dato dalla squadra degli Allievi dell’Asd Ponte nelle Alpi che durante la stagione calcistica porterà sul petto il nostro logo Abvs. La sezione di Ponte nelle Alpi-Soverzene, infatti, ha donato la muta principale alla società e i ragazzi (tra i 16/17 anni) porteranno orgogliosamente il messaggio del dono in ogni partita… siamo certi che i risultati non mancheranno!

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i va in scena! Nella stagione teatrale 2018/2019 al Teatro Comunale di Belluno l’Abvs si è guadagnata una parte importante. Grazie allo spunto ricevuto dalla sezione di Belluno, infatti, l’Abvs sarà di supporto a Tib Teatro. È una società cooperativa che da almeno 25 anni organizza la rassegna teatrale “Comincio dai 3”, un percorso dedicato alle nuove generazioni che si snoda da settembre a maggio. L’idea, in particolare, è della giovane donatrice bellunese Giulia Bisinella: la stessa, tra gli attori della pièce “Il Mercante di Venezia” di Shakespeare in lingua originale, ha voluto dare un senso ulteriore alla parte della rappresentazione ove viene affrontato il tema del sangue. L’Abvs provinciale sarà quindi presente ai sei spettacoli domenicali che coinvolgono circa 400 persone

ogni volta (tra bambini e famiglie), mentre la sezione di Belluno presenzierà a quelli infrasettimanali dedicati alle scuole. È stato, inoltre, riproposto l’annuale appuntamento con il Baby’s Bazar: la sezione di Belluno ha presenziato al gazebo informativo nell’ambito del tradizionale mercatino per bambini.

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LE SETTE SORELLE: ROVIGO

Quarantennale Aido di Rovigo una gran festa con “sorelle” Avis

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vis e Adoces hanno partecipato al 40° dell’Aido provinciale Rovigo, il 15 settembre a Canaro, presenti i gruppi polesani, il sindaco Nicola Garbellini e il comandante provinciale dei Carabinieri di Rovigo. Il benvenuto è stato dato da Tiziano Descrovi e Loretta Zamberlan del locale Direttivo, mentre al teatro comunale il presidente Alessio Nallio ha ricordato due importanti figure: Aldo Romagnoli e la dott.ssa Anna Maria Bernardi, padrino e madrina di quasi tutti i gruppi del Polesine. Ha quindi ricordato la storia dell’Aido e dato voce a chi ha ricevuto un trapianto d’organo. Emozionante l’intervento di Paolo e Jessica, una coppia di giovani sposi che ha condiviso l’esperienza della donazione di un rene da moglie a marito. Molto significativa è stata, poi, la testimonianza di Paola Beggio, presidente dell’Aido provinciale di Vicenza, che ha portato la propria esperienza personale: dalla morte del fratello Stefano in un incidente alla scelta della famiglia di concedere l’espianto degli organi. A distanza di tempo, si è presentata la possibilità di conoscere uno dei riceventi, prima rifiutata, poi accettata. Paola ha raccontato che l’emozione è stata tanta e che con la persona che aveva ricevuto si era creato un rapporto di amicizia. Purtroppo, la sua morte dopo alcuni anni è stata per tutta la famiglia come rivivere la morte di Stefano. Per questo motivo, secondo Beggio è giusta la legge che non permette la ricerca del ricevente, per non far rivivere una seconda volta il distacco dal proprio caro, quando accade, ma anche per evitare di creare situazioni delicate che comportano disagi al ricevente. 44 · DONO&VITA · 4/2018

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Molti tra i presenti si sono detti d’accordo. È seguita la celebrazione della Messa presieduta da mons. Pierantonio Pavanello, vescovo di Adria-Rovigo, con il parroco e socio don Mario Turatti. È stato benedetto il nuovo labaro dell’Aido provinciale Rovigo, alla presenza della presidente regionale Bertilla Troietto. Dalla Polizia di Stato è stata invece presentata, all’uscita della celebrazione, la Lamborghini che viene utilizzata per il trasporto urgente degli organi fra l’ospedale in cui sono stati espiantati e il Centro trapianti. La presidente dell’Avis provincia-

le Barbara Garbellini, ha inviato un messaggio per ringraziare l’associazione e il suo grande impegno nel territorio. “La collaborazione, l’amicizia e la stima che legano Avis e Aido hanno contribuito negli anni ad avviare un rapporto consolidato, orientato a sensibilizzare i cittadini sulla cultura del dono, della solidarietà e del volontariato – ha detto - sono convinta che la nostra sarà una collaborazione in continua evoluzione e crescita. Come diceva San Paolo “Chi dà lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia”.

I ponti uniscono... come il dono del sangue

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a sponda polesana del Po incontra la sponda emiliano- romagnola. L’Avis comunale di Santa Maria Maddalena e di Occhiobello, con il patrocinio dell’Avis provinciale hanno organizzato, l’8 ottobre, l’incontro al centro del ponte della Statale 16 “Adriatica” in occasione della sua riapertura. L’idea è nata per consolidare i rapporti di amicizia e fratellanza fra i donatori e le realtà avisine delle due province che collaborano insieme per la realizzazione di eventi e momenti d’incontro. Il corteo della sponda veneta è partito dalla sede dell’Avis di Santa Maria. L’incontro è stato un abbraccio fra i sindaci di Ferrara e Occhiobello e, dopo la benedizione dei parroci, è stata una vera festa, allietata dagli sbandieratori dai musici della

contrada di San Giovanni. Chissà quando potrà riaccadere che i bambini possano giocare e gli adulti chiacchierare tranquilli su questa importante struttura che, dopo quattro mesi di chiusura, è ritornata a essere una via molto trafficata.

Uffici di chiamata

Adria: c/o Ospedale ”S.M.R. degli Angeli” - Tel./Fax 0426 40520 Rovigo: Via Maffei 5 Tel. 0425 31611 Trecenta: c/o Ospedale “San Luca” Tel./Fax 0425 590579

Tante iniziative per i giovani messe in campo da Costa di Rovigo

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’Avis comunale di Costa di Rovigo è stata promotrice e compartecipe di varie iniziative estive. Fra queste “Camminare insieme”, le due serate d’arte presso l’Arena di Verona con il ballerino Roberto Bolle e al Teatro Olimpico di Vicenza con lo spettacolo “Polidoro” e la visita alle città di Pistoia e Poggio Caiano. Sul fronte giovanissimi, l’Avis ha inoltre garantito la propria presenza e il proprio supporto a diverse iniziative per bambini e ragazzi della comunità.

A Concadirame hanno fatto tappa le auto d’epoca con Avis Aido

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l trentunesimo raduno turistico per le auto storiche e moderne “Giro del Polesine”, quest’anno ha fatto una tappa a Concadirame. I direttivi di Avis e Aido locali si sono adoperati affinché questa importante manifestazione potesse toccare il proprio territorio su un percorso incantevole. Vale a dire 110 chilometri lungo le strade più

belle del Medio e Basso Polesine e del Delta del Po, fra i paesaggi tanto amati da registi del calibro di Antonioni, Visconti, Rossellini e Soldati, con l’arrivo nell’esclusiva isola di Albarella. Proprio in quest’ultima località si sono tenuti il pranzo finale e le premiazioni. Un ringraziamento sentito va al Club Auto Storiche e Moderne di Rovigo. 4/2018 · DONO&VITA · 45

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AVIS&SPORT

A Soave il “DonoDay2018” si riempie di testimonial sportivi

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esteggiare il dono, declinandolo in tutti i suoi diversi aspetti. Il 4 ottobre, a Soave, terza edizione del “Giorno del Dono #DonoDay2018” promosso fin dal 2015 dall’Istituto italiano della donazione. Anche il Comune di Soave ha deciso di iscriversi all’iniziativa, entrando a far parte della mappa dell’Italia che dona. L’Avis ha organizzato, nella Sala delle Feste di Palazzo del Capitano, l’incontro “Per chi ha il dono e lo sport nel sangue”. Hanno partecipato tutte le associazioni sportive del paese e alcuni campioni del mondo. La serata è servita anche per presentare il nuovo progetto dell’Avis Soave per far conoscere ai giovani e agli sportivi il mondo della donazione di sangue. Con l’aiuto delle

associazioni attive sul territorio, alle quali è stata richiesta la sponsorizzazione e il finanziamento del progetto, sono stati creati otto banner, con gli sportivi testimonial. Ciascun banner è stato dedicato a uno sport diverso: calcio, pallavolo, basket, atletica leggera, corsa, ciclismo, karate e tiro a segno. I rappresentanti di ciascuna disciplina hanno raccontato come ogni giorno cerchino di diffondere la cultura della donazione, trasmettendone l’importanza. Sono intervenuti, tra gli altri, il giovanissimo campione europeo di karate Davide Tonini, il campione italiano di ciclismo Mattia Petrucci, la campionessa italiana di salto con l’asta Elisa Molinarolo e l’atleta di parathriatlon Manuel Marson.

Tutti hanno sottolineato il loro desiderio di diventare al più presto donatori di sangue. Il presidente della Scaligera Basket, Fabio Trivellaro, ha ricordato che quest’anno la società offre a tutti i donatori lo sconto del 30% sul prezzo del biglietto per tutte le partite della squadra nel campionato italiano di A2 (foto).

San Stino di Livenza: in 600 per una “camminata” tutta a colori

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on “Coloriamo la vita di solidarietà” 600 persone di tutte le età hanno partecipato alla 1ª edizione di “Color Avis”, organizzata dalla Comunale di San Stino di Livenza (Ve). È una camminata con lancio di sacchetti di polvere colorata lungo il percorso, dal centro

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del paese si è snodata lungo le rive del fiume Livenza, per poi concludersi in città con il ristoro presso gli stand dei festeggiamenti settembrini della Pro Loco. Nessun vincitore, l’obiettivo era stare insieme, divertirsi, promuovere un sano stile di vita e la solidarietà. Il ricavato è

stato devoluto alla “Via di Natale”, associazione che gestisce la casa di accoglienza di malati e famigliari del Centro Oncologico di Aviano. L’evento è stato organizzato anche per celebrare il 50° anniversario dell’Avis San Stino, fondata nel 1968 da un gruppo di volenterosi, capeggiati dal cav. Giacomini. Erano anni di rivoluzioni, grandi cambiamenti e mutamenti nella società. Oggi tanto è cambiato, ma non il bisogno di sangue sempre più presente. La Comunale, attualmente presieduta da Fabio Maitan, è un patrimonio di solidarietà che è doveroso celebrare con orgoglio. Negli anni sono cresciuti donazioni e donatori, arrivando a toccare quota 1.000 sacche e oltre 600 iscritti. Tante anche le iniziative per tutela e promozione della salute e di uno stile di vita sano. Emanuele Zanon

Noale, un’intera squadra di calcio tutta a donare

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tupenda idea quella dell’A.S.D. Calcio Brianese che sabato 20 ottobre, con allenatore e presidente, si è recata in gruppo presso il Centro trasfu-

sionale di Noale (che era stato preavvisato) per fare chi la donazione, chi l’idoneità. “Visto che siamo in buona salute e ci piace fare le cose insieme - si

sono detti i calciatori - perché, oltre a trovarci per le partite, non mettiamo in atto anche qualcosa di gratificante per noi e utile per gli altri?”. La squadra, presentatasi in divisa, ha portato una ventata di colore e di allegria, vivacizzando l’ambiente con la propria spontaneità e genuinità e guadagnandosi i complimenti degli altri donatori presenti per il bellissimo gesto. Oltre ai giocatori già avisini, altri quattro lo sono diventati in questa occasione. Il team si è, inoltre, impegnato a promuovere la donazione di sangue a ogni partita. È proprio il caso di dire: campioni nello sport, ma soprattutto campioni nella vita. Maurizio Borsetto

Castelfranco: “targati” Avis i nuovi campioni d’Italia di Risiko

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n provincia di Treviso, Avis Castelfranco Veneto è nota per essere in prima linea nel soddisfare i bisogni dei malati con la raccolta del sangue e dei suoi derivati, per le sue iniziative per far conoscere il dono e per la propria forte attività nelle scuole. Ora lo sarà anche per “lo sport” del…Risiko. Alcuni anni fa, appena nato su banchi del Liceo Giorgione, il “Club Risiko I Masnadieri” ci aveva avvicinati per chiederci di poter legare il logo Avis a dei trofei da assegnare ai vincitori di un torneo di Risiko che si svolgeva in città. Un po’ titubanti,

abbiamo aderito per far conoscere Avis e l’associazione ai partecipanti provenienti da tutta Italia. La maggior parte dei giocatori castellani sono giovani o giovanissimi, età media fra i 25 e i 30 anni. A ottobre, dopo aver portato in questi anni il logo generico di Avis, il Club ci ha chiesto di portare sulle nuovissime maglie il logo Avis Castelfranco Veneto. Sei “prototipi” di maglie sono state usate per il 13° Campionato Italiano a Squadre di Risiko svoltosi a Imola in novembre. Con sorpresa e orgoglio possiamo dire che mai scelta fu più azzeccata. “I

Masnadieri” sono tornati vincitori con il nostro logo sulla schiena, su club di grandi città (28 le squadre da tutta Italia) applauditissimi per la vittoria, ma anche per il logo orgogliosamente esibito durante le gare. Probabilmente Avis porta fortuna a chi decide di condividere i nostri ideali. Alcuni di loro sono già donatori, altri si preparano a diventarlo. Li aspettiamo, anche al campionato a squadre 2019 che si svolgerà in Veneto, organizzato da loro e dai campioni uscenti di... Venezia. Osvaldo Rossi, presidente Avis Castelfranco

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Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XL - n.4 - dicembre 2018 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2 NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97


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