Dono&Vita-Giugno2021

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D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2 NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 94.000 copie Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 XLIV - n.2 - giugno 2021 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale -

Speciale:

ESTATE 2021: LA PANDEMIA HA CAMBIATO GLI ITALIANI? Anche l’Avis cambia: rinnovati gli organi direttivi a tutti i livelli Foto: Beppe Castellano

Numero 2 - giugno 2021 - Periodico trimestrale di Informazione e Promozione di Avis - Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e Abvs - Associazione Bellunese Volontari Sangue. Scarica anche in formato PDF su https://issuu.com/donoevita e visita la nostra pagina facebook per le notizie in diretta: https://www.facebook.com/donoevita


Per informazioni sulla donazione di sangue e plasma e/o prenotare, pubblichiamo i recapiti delle Avis provinciali del Veneto e di Abvs. A disposizione per informazioni anche la segreteria di Avis regionale Veneto.

Avis regionale Veneto

avis.veneto@avis.it 0422 405088 www.avisveneto.it

Avis provinciale Padova

padova.provinciale@avis.it 049 7800858 www.avisprovincialepadova.it

Avis provinciale Rovigo

sede@avisprovincialerovigo.it 0425 35860 www.avisprovincialerovigo.it

Avis provinciale Treviso

avis@avisprovincialetreviso.it 0422 405077 www.avisprovincialetreviso.it

Avis provinciale Venezia

venezia.provinciale@avis.it 041 950892 www.avisprovincialevenezia.it

Avis provinciale Verona

verona.provinciale@avis.it www.avisverona.it 045 8203938

Avis provinciale Vicenza

vicenza.provinciale@avis.it www.avisvicenza.it 351 1116275

Abvs provinciale Belluno

info@abvs.it 0437 27700

Cari lettori, se avete necessità di comunicare una variazione di indirizzo per ricevere il giornale, mandate un’e-mail all’indirizzo avis.veneto@ avis.it indicando nominativo e indirizzo completo e la variazione da apportare. Le variazioni di indirizzo non vanno inviate alla redazione che per motivi di privacy non ha accesso ai dati sensibili dei lettori/donatori.

Vanno inviate alle rispettive Avis Comunali 02

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SOMMARIO EDITORIALE

/ Giorgio Brunello /

04 Quattro anni, con uno e mezzo di Covid: molto ci resta da fare

ATTUALITÀ / Beppe Castellano / 06 Per la prima volta una donna presiede avis regionale Veneto

INCHIESTA - PANDEMIA CI CAMBIA? 08 Stili di vita e vita quotidiana, dove stiamo andando 12 L’entusiasmo della Ragione è l’unica àncora di salvezza Dono&Vita Anno XLIII- n° 2 - giugno 2021 Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue TIRATURA E DIFFUSIONE: 94.000 copie Distribuzione gratuita ai soci Avis-Abvs del Veneto e alle 3.400 sedi Avis comunali, provinciali, regionali in Italia. Editore - Segreteria - Amministrazione AVIS Regionale via Ospedale, 1 - 31100 Treviso tel. 0422 405088 - avis.veneto@avis.it REDAZIONE Via Ospedale, 1 - 31100 TREVISO - tel. 0422 252892 Cell. 335 6804120 e-mail: redazione.dono-vita@avis.it Presidente Avis Regionale Veneto e Direttore Editoriale: Giorgio Brunello Direttore Responsabile: Beppe Castellano - b.castellano@avis.it Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - m.rossato@avis.it Responsabile stampa associativa: Luigi Piva Redattori responsabili per le provinciali AVIS-ABVS BELLUNO: Barbara Iannotta, Giulia Frigimelica; PADOVA: Roberto Sartori; ROVIGO: Gianluca Munegato, Giovanni Chioldin; TREVISO: Paolo Dussin, Paolo Zanatta; VENEZIA: Giorgia Chiaro, Dario Piccolo, Manuela Fossa, Silvano Vello; VERONA: Mario Lappa, Nereo Marchi. VICENZA: Giovanni Vantin, Giuseppe Sciessere. Hanno collaborato a questo numero: Roberto Paladini, Giuseppe Goisis, Vanda Pradal, Emiliano Magistri, Paola Silvestri, Michela Maggiolo, Stefano Pontello, Barbara Garbellini, Nevio Boscolo Cappon, Stefano Iezzi, Enrico Cibotto, Ilaria Nenna, Giulia Pellizzari, Maurizio Grandi, Regina Minchio, Gino Foffano, Laura Zanardo, Gruppo BUONE PRASSI Avis nazionale, Ufficio Stampa Avis nazionale, Luigina Mazzocca. Contributi fotografici: Archivio Beppe Castellano, Giulia Pellizzari, Laura Elia, Michela Rossato, Leonardo Castellano, Idea Grafica: Elena Fattorelli - Luca Mirandola - Verona Impaginazione, ottimizzazione immagini: Art&Media-Castelfranco Veneto (TV) Stampa: Elcograf - Verona Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR) Chiuso in redazione il 27 giugno 2021. Il prossimo numero uscirà a settembre 2021. IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASO ENTRO IL 31 luglio 2021. Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO&VITA, Via Ospedale, 1 31100 TREVISO - mail: redazione.dono-vita@avis.it

ATTUALITÀ 14 16 18 19 20 21 27 28 30

Assemblea nazionale: il senso civico dei donatori Avis ha sostenuto il Sistema sanitario Assemblea Veneto: Nell’anno nero del Covid torna a salire il numero dei donatori Avis Rinnovi, Verona: Da Maggiolo a Silvestri, cambia la presidente provinciale Quote rosa? Un presidente comunale su tre è donna Rinnovi, Treviso: Pontello subentra a Pradal che lascia un’Avis in “buona salute” Vicenza: nonostante l’emergenza nuovi donatori +18,5% Rinnovi, Rovigo: Polesine a testa alta, dopo l’anno nero Rinnovi, Venezia: Passaggio di consegne anche in Avis provinciale Venezia EUROPA: Il modello italiano, esempio di “scudo” sul mercato dei farmaci plasmaderivati

PROGETTI 32 B.E.S.T.: Il contest sul “futuro giovane, da luglio il voto popolare 33 WWW - io Valgo 2.0: “Contagiamoci di sicurezza”, un video 34 RisoFaBuonSangue: Torniamo nelle piazze, a ridere

CRONACHE ASSOCIATIVE 35

Da Padova, Bussolengo, Belfiore, Pescantina, Vigasio, Resana, Vicenza, Chioggia, Belluno, Santo Stefano e Danta di Cadore, San Nicolò Comelico, Mestre-Marghera, Pozzonovo... Tante pagine sulle Avis-Abvs che tornano fra la gente.

SPORT 40 41

Torna il Giro d’Italia, le Avis ci sono! E con avis si riparte... in bici fino al mare Mestre: AvisTeam gli sportivi per il Dono Belluno. Abvs al rally, grazie a De Barba-Piceno

GIORNATA MONDIALE DONATORE 42 44

Quel runner che abbiam fatto camminare a “zig zag” 14 giugno: Avis son tornate fra la gente, inventiva e fantasia da: Regionale, Schio, Soave, Mirano, Verona, Vicenza, Malo-Monte di Malo, Mestre-Marghera.

TEMPIO DEL DONATORE 47 Si riapre tutto, siamo aperti a tutti

SPECIALE BILANCIO SOCIALE 2020 23/26 Lo speciale inserto staccabile nel paginone centrale

Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE.

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EDITORIALE

Quattro anni, con uno e mezzo di Covid: molto ci resta da fare di / Giorgio Brunello / Past president Avis Veneto

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racciando un bilancio del mandato di quattro anni, elaborato dal Consiglio direttivo uscente, prima dell’insediamento del nuovo Esecutivo regionale, direi che hanno tenuto bene le donazioni, pur con la pandemia. Non era scontato, ma grazie a tutti, Avis comunali, provinciali e nazionale, si è riusciti a comunicare che si poteva donare, che si potevano fare promozione e riunioni a distanza, e a risolvere i problemi che sembravano insormontabili. Avis ha esercitato nei confronti dell’opinione pubblica un forte messaggio che ha anche assicurato un’inversione di tendenza rispetto al calo dei donatori. Non si è ancora inciso sul calo dei donatori e delle donazioni, nonostante i molti progetti e iniziative svolte, anche se un timido segnale positivo c’è e riguarda i nuovi iscritti, come sottolineato durante l’assemblea regionale del 5 giugno, riportata nelle pagine che seguono. L’apporto di Avis al fabbisogno regionale è stato fondamentale per garantire l’autosufficienza in Veneto. La raccolta di sangue intero da donatori Avis nei quattro anni è stata sempre sopra il 71%: del 72.26% nel 2020 sulla raccolta totale regionale, con punte di oltre il 95 % in alcuni Dipartimenti. A nessun malato è mancato il sangue, i donatori hanno sempre risposto con generosità sia nei Centri trasfusionali sia nei centri di raccolta associativa. Restano da risolvere alcune criticità (flessibilità orari, differenze tra Dimt, carenza medici…) ricordati in assemblea regionale all’assessore alla sanità Manuela Lanzarin. In particolare, ci sono ancora dei Dipartimenti che, pur avendo un indice donazionale per 1000 abitanti elevato, non riescono a far fronte all’autosufficienza: allora perché rallentano la raccol-

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ta? Per quanto riguarda le convenzioni, manca ancora l’adeguamento delle tariffe, soprattutto quelle dell’allegato B per la raccolta. Il costo del servizio di raccolta associativa deve essere interamente a carico dello Stato e/o della Regione. È stato chiesto di poter impiegare le risorse ad attività di promozione, anche per progetti a tutela del donatore e sperimentali, che coinvolgano pure le sedi associative territoriali e dipartimentali. Il Crat deve aumentare la sua autorevolezza nel sistema sanitario regionale e va rivisto il modello organizzativo con i direttori dei Dimt e i Direttori generali delle Aziende Ulss. Vi sono stati spesso differenti trattamenti dei processi donazionali e in generale delle iniziative verso i donatori quali, ad esempio, il mancato mutuo riconoscimento delle idoneità tra Dimt, la donazione per chi ha superato i 65 anni, i tamponi Covid, le vaccinazioni ai donatori... Contiamo che sia introdotto rapidamente il nuovo sistema informatico trasfusionale che creerà le condizioni per superare tali criticità che, comunque, dipendono da tutti i dirigenti del sistema trasfusionale veneto. Il Direttivo ha proposto la revisione del Piano Sangue Regionale, avviata, ma subito arenata. Occorre riprendere il percorso. Il Veneto capofila dell’accordo Naip, il primo ad essere aggiudicato, ha un modello innovativo che porta molti benefici agli ammalati delle regioni. È necessario presidiare il rinnovo della gara di lavorazione del plasma. Occorre trovare un sistema di rappresentanza di tutto il volontariato, Csv e reti Odv per superare la Conferenza regionale del volontariato che ha dimostrato di non essere efficace e che sarà trasformata in Conferenza del Terzo Settore e non rappresenterà più il solo volontariato. Dobbiamo riflettere sul ruolo del Forum Terzo Settore. Fondazione Tes: occorre definire meglio la strategia e il ruolo di Avis in Tes per dare continuità a comunicazione e raccolta fondi. Finita la pandemia, va ripresa la “Giornata regionale della ricerca”. Abbiamo sostenuto la costituzione della Odv del Tempio del donatore di Pianezze e Avis regionale sta collaborando attivamente alla gestione.


Da avviare una modalità stabile per lo sviluppo marketing e la raccolta fondi. Fondo Regionale Sangue: dopo le modifiche del 2017, riteniamo necessiti di una revisione delle modalità di gestione e della governance. Avviata la riorganizzazione degli uffici regionali, qualificando, rinnovando, formando e responsabilizzando il personale. Un processo in corso, ma la qualità dei servizi è molto aumentata. Nel 2020 Avis regionale ha acquistato la sua prima sede, a Treviso, a fianco dell’attuale. Servizio Civile Universale: aumentato il numero di sedi accreditate in Veneto (oggi 13) e raddoppiato il numero di posti disponibili (oggi 21), aumentate le candidature. Con la rete associativa veneta occorre valorizzare le differenze, condividere percorsi, differenti nell’agire, ma comuni nei valori della solidarietà e della difesa dei diritti. Il confronto è stato continuo, aperto e sincero, alle volte anche aspro, ma sempre franco. Riteniamo, però, che vada migliorato il funzionamento del Consiglio direttivo regionale e della Consulta dei presidenti provinciali con attribuzione più puntuale dei reciproci ruoli. Conformemente alle bozze approvate da Avis nazionale, la Regionale ha svolto un’azione di consulenza, supporto e prima verifica degli statuti delle Avis venete, inviandoli all’inserimento nel Runts della documentazione validata. Osservatorio regionale, avviato nel 2021, è un luogo di ricerca sui principali temi avisini al servizio di tutte le Avis, collegato a tutte le iniziative regionali e dei territori, opera anche in collaborazione con il periodico “Dono&Vita”. Lo strumento è collegato al Bilancio sociale 2020: si è iniziato a inserire una prima valutazione di impatto sociale e nelle edizioni successive prenderà sempre più spazio, vista l’importanza della misurazione dell’azione di Avis. Bene la comunicazione istituzionale di Avis regionale, più carente quella social che ha bisogno di essere realizzata e collegata a quella delle provinciali. Scarse promozione e fund raising. Dono&Vita, oggi cartaceo, trimestrale, è diventato sempre più un periodico che fa opinione, con i suoi approfondimenti e le sue inchieste, molte volte anticipatrici dei tempi. Dono&Vita online in partenza, darà molto più spazio alle notizie delle Avis territoriali che necessitano di maggiore tempestività. Il Progetto Scuola delle Avis del Veneto è stato adattato al lavoro a distanza per esserci nel momento in cui veniva chiesto alle scuole di occuparsi della promozione e cultura della salute. Le attività nelle scuole

sono cresciute in qualità e quantità, ma va estesa la partecipazione in alcune provinciali dove non è ancora capillare. Si sono sviluppati anche altri progetti regionali o a regia regionale (Io Valgo. MoVita, WWW) che ci hanno consentito di sperimentare cose nuove e di costruire reti stabili con tanti altri attori che si occupano o possono occuparsi di solidarietà e donazione. Bene il processo strutturato di relazione con il mondo delle imprese. Scuola interregionale di formazione dirigenti: utilissima, ma va valorizzata, riprogettata, fatta crescere. Rimane patrimonio inesplorato il coinvolgimento delle comunità di immigrati. Altro punto dolente, i giovani: sono una parte integrante della nostra azione, ma si è fatto molto poco ed è un settore da riprendere con determinazione. Dei rapporti con Avis nazionale dico solo che bisogna fare rete con le altre Avis regionali, lasciando però al Consiglio nazionale la sua autorevolezza e responsabilità, proprio come deve accadere in Veneto tra Direttivo e Provinciali.Il Direttivo ha concluso il suo mandato, si è impegnato per dare voce e senso all’azione volontaria di tantissimi uomini e donne che tutti i giorni donano il loro sangue, si sono spesi per costruire una comunità più solidale, più coesa. Come in tutte le organizzazioni, ci siamo chiesti cosa non è stato fatto, cosa si poteva fare meglio, come invertire la tendenza al calo di donazioni e donatori per continuare a garantire il fabbisogno di sangue e plasma. Per fare bene il nostro operato ci vogliono competenze, capacità, voglia di fare, operare perché la comunità veneta, equa, solidale si realizzi. La pandemia ha segnato un cambio di passo per l’umanità, dovremmo avere imparato tante cose e riscoperto i valori della solidarietà, semplicità e essenzialità, amicizia. La donazione che facciamo è per il bene di tutti gli ammalati, a questo siamo destinati. Buona donazione e buon lavoro a tutti.

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Il 23 giugno, poco prima che andasse in stampa questo numero, Vanda Pradal (già presidente Avis provinciale di Treviso, qua sotto all’ultima assemblea provinciale) ha raccolto il testimone di presidente Avis regionale da Brunello. Nella pagina seguente la sua prima intervista, a cura del direttore all’indomani della nomina.

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ATTUALITÀ ASSOCIATIVA

Per la prima volta una donna presiede Avis regionale Veneto Intervista di / Beppe Castellano /

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stata eletta presidente (ssa) di Avis Regionale Veneto la sera di mercoledì 23 giugno. Subentra a Giorgio Brunello, Avis Mestre-Marghera. Il nuovo Consiglio direttivo di Avis Veneto si è riunito per l’accettazione delle cariche presso l’Hotel Ai Pini di Mestre. Subito dopo si è proceduto all’elezione, a scrutinio segreto, del nuovo presidente. In lizza anche Brunello. La maggioranza dei 27 consiglieri regionali ha votato per Vanda Pradal. Di Sernaglia della Battaglia (Tv), Vanda Pradal è volto molto noto in Avis, dove ha ricoperto molti ruoli. È stata presidente dell’Avis di Falzè di Piave (frazione di Sernaglia). Ha appena concluso il secondo mandato da presidente della Provinciale di Treviso, dopo aver ricoperto i ruoli prima da vice presidente, poi da tesoriera. È la prima presidentessa nei 53 anni di storia dell’Avis Veneto, ma si ritrova in buona compagnia in Italia. Altre quattro regioni avisine, infatti,

In alto: Vanda Pradal, nel suo primo giorno da Presidente regionale. A destra: l’insediamento del nuovo Consiglio regionale che ha poi eletto la Presidente.

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sono da questo 2021 a guida femminile: Avis Toscana con Claudia Firenze, Avis Provincia autonoma di Trento con Elisa Viliotti, Avis Basilicata con Sara De Feudis, Avis Lazio con Donatella Sedis. Abbiamo intervistato Vanda Pradal a poche ore dalla nomina. Presidente...ssa (dobbiamo chiamarla così?), avanzano le quote rosa in Avis. Anche in Consiglio direttivo, per la prima volta, siete una nutritissima pattuglia di ben 8 donne... Va benissimo presidente. Lo stesso termine “quote rosa”, come forma e sostanza, non mi è mai particolarmente piaciuto. Credo di essere stata eletta non perché donna, così come le altre avisine in Consiglio, ma per le competenze, le esperienze, le intelligenze e l’impegno con cui posso e possiamo contribuire a far crescere la nostra Avis. Abbiamo la presidente, ma per la “squadra” dell’Esecutivo regionale dobbiamo ancora aspettare... Come ho detto al Consiglio direttivo appena eletta, ho deciso nell’ultima settimana di accettare la candidatura a presidente, dopo inviti e insistenze da più parti. Convocherò un Consiglio direttivo ad hoc, invitando chi voglia collaborare per il bene dell’Avis e degli ammalati in base alle proprie predisposizioni e competenze ad affian-


carmi in questo compito. Certamente non facile. È un impegno importante che mi sono presa in tutta umiltà. Spero di poterlo svolgere al meglio, ma sempre con l’aiuto di tutti. Ringrazio i consiglieri per la fiducia e grata dell’opportunità di contribuire a far crescere Avis regionale, facendola valere in Veneto e non solo. Ma se non si è uniti non si va da nessuna parte. Un lavoro di squadra, insomma... Assolutamente sì. I grandi obiettivi - e quelli di Avis sono particolarmente impegnativi, perché sono rivolti sempre agli ammalati - sono convinta si raggiungano solo con il lavoro di squadra. Su questo punterò nei miei prossimi quattro anni di mandato. E lo voglio sottolineare ancora una volta: sarò la presidente di tutti. Le idee e l’apporto di tutti sono vitali per la nostra mission. Le sfide che attendono Avis regionale nei prossimi anni non sono, effettivamente, di poco conto... Le prossime, più importanti, sfide che ci attendono saranno la piena applicazione o il rinnovo

del Quarto Piano sangue e plasma regionale che risale al 2004. Va adeguarlo ai tempi e vanno messi in rete i vari Dimt, che dialoghino fra loro. Poi dovremo essere partner attivi e propositivi, come associazione, nella preparazione dell gara d’appalto per il Nuovo accordo Interregionale plasma (Naip) che scadrà a metà di questo mandato. Altro obiettivo che dobbiamo darci, proprio per puntare all’autosufficienza anche di medicinali plasmaderivati, è quello di motivare più persone possibili a diventare donatori. Rapporti con Avis nazionale, storicamente il Veneto è stato sempre pungolo e stimolo propositivo anche a livello nazionale... Ed è un ruolo che Avis Veneto vuole continuare ad avere. Siamo associazione e, pur se a volte con opinioni diverse, abbiamo un fine unico, un’unica mission: garantire la salute degli ammalati. Sono questi i valori da perseguire, assieme agli altri che per me sono fondamentali come la trasparenza, l’etica e la condivisione.

“Ci aspettano, come Avis Veneto, obiettivi vitali nei prossimi anni. Possiamo raggiungerli solo con un lavoro di squadra condiviso in etica e trasparenza”.

Tutti gli uomini e le donne della presidente: il nuovo Direttivo regionale Ecco la squadra che affiancherà per quattro anni la presidente regionale Vanda Pradal. Fra loro, ma saremo già andati in stampa (controllate a luglio su sito e social), verranno proposti ed eletti i componenti dell’Esecutivo regionale: Argentoni Alberto (Venezia), Boscolo Cappon Nevio (Venezia), Brunello Giorgio (Venezia), Damelico Luciano (Treviso), Fabris Vilma (Treviso), Fantinato Adelina (Vicenza), Gallo Laura Regina (Venezia), Guzzetti Simone (Verona), Lenzo Giovanni (Padova), Mamprin Gianni (Padova), Marchesan Silvano (Treviso), Meggiolaro Cesare (Vicenza), Moro Daniela (Treviso), Novello Orietta (Padova), Pellegrini Gastone (Rovigo), Righetto Vinicio (Padova), Salgarolo Angelo (Verona), Sartori Roberto (Padova), Spaliviero Bernardino (Treviso), Steffan Aldo (Treviso), Trevisan Laura (Rovigo), Vecchione Antonio (Padova), Vello Silvano (Venezia), Viali Alessandro (Verona), Zamboni Giovanni (Verona), Zanardo Laura (Venezia).

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INCHIESTA: COME CI CAMBIA LA PANDEMIA

Stili di vita e vita quotidiana, dove stiamo andando fra Italia e Veneto Ricerca di / Roberto Paladini /

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un anno e mezzo dall’identificazione del nuovo coronavirus, è ormai chiaro che la diffusione di COVID-19 rappresenta una minaccia non solo per la nostra salute fisica ma anche per il nostro benessere psicologico, in particolare, a causa delle rigorose misure di confinamento (lockdown) e distanziamento/isolamento sociale (loneliness) imposto dalle misure di contenimento per contenere al massimo la diffusione dell’infezione da COVID-19. Tali restrizioni della libertà personale hanno un impatto potente sulle relazioni interpersonali. Gli abitanti dei paesi colpiti dal virus, oltre alla preoccupazione per il proprio futuro, soffrono la riduzione o la mancanza di contatto sociale e fisico con gli altri: abbracci, vicinanza, contatto fisico previsti dalla propria cultura vengono subordinati all’emergenza. La necessaria mascherina di protezione delle vie respiratorie, doverosa attenzione verso la collettività, lasciando parzialmente coperto il viso riduce la possibilità di una piena sintonizzazione delle espressioni facciali tra gli interlocutori. La diffusione del coronavirus nel mondo sta obbligando milioni di persone a frustrare i propri bisogni di relazione, quegli stessi bisogni che soltanto fino a qualche mese fa venivano soddisfatti liberamente in coppie, gruppi e assembramenti pubblici e privati. Tuttavia isolamento e distanziamento sociale sono state e sono le strategie più efficaci per ridurre le probabilità di contagio, pur comportando ricadute sullo stress, sulla solitudine percepita e sul sistema immunitario, rappresentando di fatto una possibile minaccia al benessere psicologico degli individui. Gli studi accademici di riferimento dimostrano infatti che le misure di quarantena sono significativamente associate alla presenza di sintomi depressivi e ansia. Queste manifestazioni includono: tristezza, mancanza di interessi ed energia, tendenza a preoccuparsi in modo persistente, anche per piccole cose, difficoltà a concentrarsi, irritabilità, tensione muscolare, disturbi del sonno (Buber M., 2021). Non tutti, però, sperimenteranno lo stesso disagio. L’esperienza psicologica legata al co-

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ronavirus è influenzata da aspetti intrapsichici dell’individuo e da variabili socio-culturali, come il nucleo familiare e il contesto sociale di appartenenza. Si stima infatti che una persona su cinque riporti sintomi clinicamente rilevanti mentre gli altri potrebbero manifestare sintomi lievi o non manifestarne affatto. Questo dipende dalla nostra vulnerabilità e dalle modalità - più o meno funzionali - con cui reagiamo alle situazioni stressanti. Per esempio, coloro che tendono a reagire in modo esagerato di fronte alle difficoltà o a sperimentare più frequentemente emozioni negative sembrano più a rischio. Lo stesso sembra valere per i più giovani, le donne e coloro che hanno malattie croniche o una storia di psicopatologia (Cavicchioli M., 2021).

Come la pandemia ha cambiato la vita quotidiana Il lockdown ha modificato la vita quotidiana? E come ha inciso sui livelli di stress? A fornire un’analisi dei cambiamenti alla routine nei mesi di isolamento forzato frutto dell’emergenza Coronavirus è il Centro di Riferimento Alcologico della Regione Lazio afferente al Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma 1, che ha somministrato oltre 400 questionari ad altrettanti utenti nelle ultime due settimane della Fase 1, quando la popolazione era sottoposta alle misure restrittive già da più di un mese. Il team, guidato dalla Professoressa Maria Luisa Attilia, ha visto le dottoresse Gemma Battagliese e Roberta Ledda condurre l’indagine attraverso un questionario composto da oltre 100 domande, disponibile sul sito della ASL Roma 1 e promosso anche attraverso i canali social aziendali. I dati evidenziano che il 99% delle persone ha subito situazioni di stress in isolamento. Il 10% ha sofferto perché si trovava in un luogo o con persone con cui non voleva stare. Gli utenti che hanno risposto volontariamente sono prevalentemente donne (74%), con una età media di 41 anni e un titolo di studio superiore al diploma nel 66% dei casi. Il 95% del campione ha una occupazione, nella maggior parte dei casi il nucleo abitativo è composto da 2 o più persone pre-


scindendo dal grado di parentela. Tra le fasce più colpite dalle conseguenze delle limitazioni il 12% vive da solo mentre il 56% si è dovuto confrontare con la didattica a distanza. Solo l’1% delle persone che hanno risposto riferiscono di non aver subito situazioni di stress dettate dai cambiamenti dello stile vita, mentre per tutti gli altri è stato individuato almeno 1 fattore stressogeno tra i 9 diversi ambiti indagati. In particolare nel 47,2% è stato riscontrato un solo fattore mentre nel restante 51,8% si arriva anche a 5 fattori contemporaneamente. Contrariamente al sentore generale che riporta come unica fonte di preoccupazione quella economica, nel campione analizzato in pochi hanno subito variazioni delle condizioni lavorative e remunerative, facendo prevalere come maggiori fattori stressanti la mancanza di relazione sociale con i propri parenti e conoscenti (53%), i cambiamenti nelle attività quotidiane (68%) e, dato sicuramente allarmante dal punto di vista sociale, discomfort generato dall’essere costretti a vivere in un luogo dove non si vuole stare o con persone che aumentano il livello di stress (10%). L’impatto dei fattori restrittivi e dei cambiamenti di vita sui livelli di stress sono stati misurati con strumenti psicometrici validati che hanno mostrato una percezione della tensione medio-alta ed alta nel 76% dei casi, con un aumento durante il lockdown di sintomatologia ansiosa, depressiva e post-traumatica, nonché disturbi legati alla sfera del sonno. Non poteva mancare il focus circa gli stili di vita che evidenzia un aumento del peso corporeo, dell’assunzione di cibo e craving, con il conseguente consumo di fumo di sigaretta ed alcolici. Capitolo a parte merita il rapporto diretto o indiretto con il Covid-19: solo 3 delle persone intervistate hanno contratto il virus e sempre 3 sono venute in contatto con pazienti positivi, in tutti gli altri sono stati riscontrati gli effetti collaterali della malattia e la necessità di non trascurare l’influenza indiretta sulle condizioni psicologiche.

anni). Il 29%, invece, ritiene non sia cambiato nulla, ma il valore raggiunge il 33-34% tra gli under-35 e il 36% tra gli adulti (55-64 anni). I più ottimisti, che ritengono la pandemia migliorerà, sono il 14%, ma la loro incidenza sale solo tra gli over-65 (24%). Fonte: Demos, Osservatorio sul Nord Est, Aprile 2021 (Base: 1000 casi) Per certi versi preoccupante è come queste opinioni si caratterizzano dal punto di vista anagrafico. L’idea che alla fine di questa esperienza l’Italia sarà un posto migliore o uguale tende a crescere tra coloro che hanno tra i 55 e i 64 anni (complessivamente, 66%) e tra gli over-65 (81%). La maggioranza dei più giovani e quanti hanno un’età centrale, al contrario, pensano che la pandemia lascerà dietro di sé un Paese peggiore di com’era (51-69%). L’indagine evidenza dunque la prevalenza di un certo pessimismo: a pensare che questa esperienza lascerà il Paese migliore di com’era è il 18%, mentre per il 38% non cambierà nulla; la maggioranza (relativa, 44%), però, pensa che alla fine sarà un posto peggiore.

La situazione nel nostro Paese I dati della ricerca della Fondazione Italia in Salute, il cui titolo è “Gli italiani e il Covid 19. Impatto socio-sanitario, comportamenti e atteggiamenti della popolazione italiana”, realizzata da Sociometrica (2021) evidenziano che molti italiani hanno modificato spontaneamente i propri comportamenti quotidiani, con grosse ricadute sulla vita sociale. Il 63,3 % evita di prendere mezzi pubblici, oltre la metà non frequenta più

Il cambio degli stili di vita Come ci hanno cambiato tutte queste imposizioni e modifiche allo stile di vita? Secondo i dati analizzati da Demos per l’Osservatorio sul Nord Est, prevale una visione negativa: la maggioranza ritiene che la pandemia ci abbia peggiorato (58%) e che alla fine quello che resterà sarà un Paese peggiore (44%) di com’era. La pensa in questo modo il 58% degli intervistati della ricerca, e il valore sale fino a raggiungere l’81% tra le persone di età centrale (35-44

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INCHIESTA: COME CI CAMBIA LA PANDEMIA

negozi e bar; sette persone su dieci hanno ridotto le uscite con altre persone, sempre sette persone su dieci hanno scelto di non vedere più amici e conoscenti in casa, il 30% ha rinunciato a fare sport. Il 63,9% della popolazione preferisce evitare di frequentare ospedali e ambienti della sanità. Solo il 13,8% non ha timore a entrare in strutture mediche: la paura maggiore si riscontra tra la popolazione più giovane. L’analisi evidenzia inoltre che nel corso della pandemia il 16,5% della popolazione italiana ha manifestato sintomi di depressioni, ma fra i più giovani si sale al 34,7%, più del doppio. Il dato preoccupante, si legge nel rapporto, è confermato da un’altra differenza che si riscontra nel numero proporzionale di persone che avverte

Roberto Paladini, veneziano, Laurea magistrale a Ca’ Foscari in Economia Aziendale con indirizzo Amministrazione e Controllo. Ph.D. - Dottorando di ricerca in Pianificazione territoriale e politiche pubbliche del territorio presso l’Univeristà Iuav di Venezia. Fondatore di Like Agency, ha svolto numerose consulenze e docenze in tema di marketing, comunicazione e organizzazione di eventi per l’università e la Fondazione Ca’ Foscari Venezia, l’Università Iuav di Venezia, Sive Formazione – Confindustria Venezia, ANCI S.A, Formaset Scarl, Cooperativa sociale Sumo, Avis Provinciale di Venezia. Per Avis regionale è responsabile dell’Osservatorio: una piattaforma a servizio del mondo Avis, integrata con il mondo universitario e della ricerca applicata, per raccogliere in modo organico dati, istanze, informazioni, domande e problematiche inerenti il dono del sangue, restituendo elaborazioni, proposte e risposte per contribuire a determinare azioni efficaci sul territorio.

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disagi psicologici: è il 27,1% nella media della popolazione, arriva al 40,2%, quasi il doppio, fra i giovani. Crescita dello stress, riduzione o cessazione addirittura dell’attività fisica e malesseri psicologici generali, sono poi alcune delle ulteriori conseguenze del periodo prolungato di isolamento. Un periodo che sta generando ripercussioni non da poco anche sui minori, un tema a cui la ricerca ha dedicato un focus ben preciso. Quasi il 60% delle coppie intervistate, infatti, ritiene che la pandemia abbia avuto un impatto psicologico sui figli minorenni. Per un genitore su 4, i minori sono stati “colpiti molto pesantemente”, soprattutto nel caso di famiglie poco istruite. La ricerca rivela, al proposito, una “legge di proporzionalità” tra livello di istruzione dei genitori e impatto sui figli: più basso è il titolo di studio dei genitori e più grave è l’effetto della pandemia sui minori.

Rapporto tra isolamento e mondo della solidarietà Quello della solidarietà è un tema chiave per comprendere l’impatto sociale dell’emergenza, sia in termini di rilevazione e di analisi dei bisogni, sia in termini di processi di attivazione, di coesione e ripensamento delle distanze sociali. È opportuno infatti evidenziare che, specialmente nella sua prima e più estrema fase di persistenza, lo stato di emergenza da Covid-19 ha sollecitato e pluralizzato le forme di solidarietà e, in qualche caso, di mutualismo praticabili nei territori urbani. Il nostro Paese ha assistito ad una rilevante diffusione di iniziative di sostegno e aiuto rivolto ai più bisognosi: dalla distribuzione delle derrate alimentari alle tante azioni di supporto, ascolto e accoglienza. Le forme della solidarietà hanno pervaso tutto il territorio cittadino, specie nei giorni di confinamento domestico, attivando molteplici soggettività sociali e politiche (individuali e collettive), implicando nuove processualità e dispiegando nuovi assetti organizzativi. Gruppi ed associazioni si sono mobilitati sull’analisi delle condizioni di bisogno e delle situazioni di emergenza e sulla coprogettazione degli interventi per il fronteggiamento delle difficoltà comuni.Le diverse forme di solidarietà sviluppatesi a partire dalla fase più intensa dell’emergenza (Marzo-Giugno 2020) possono essere ricondotte a tre principali approcci e ambiti di sviluppo: quelle afferenti alle forme di welfare pubblico e istituzionale; quelle messe in campo dagli enti caritatevoli e mutualistici; quelle agite dagli attori associativi e mobilitate attraverso la


partecipazione civica praticata nei territori. L’estensione delle forme di solidarietà e di aiuto, inevitabilmente, contribuiscono all’accrescimento del capitale sociale e partecipativo (Mutti 2008), anche nel contesto di ansietà, di preoccupazioni diffuse e di forte limitazione della relazionalità e della sociabilità, che potevano, al contrario, trovare esito in chiusure egoistiche e identitarie. L’emergenza, con gli elementi di crisi e con i vincoli di eccezionalità, ha creato le condizioni di possibilità perché si mobilitassero risorse associative e movimenti collettivi, nonostante il lungo ciclo di crisi della cittadinanza politica e sociale. Nel contesto socio-territoriale del Veneto, il lockdown ha permesso di mostrare tali risorse abilitate dalla riattivazione di processi BIBLIOGRAFIA: - American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders - Brooks, S. K., Webster, R. K., Smith, L. E., Woodland, L., Wessely, S., Greenberg, N., & Rubin, G. J. (2020). The psychological impact of quarantine and how to reduce it: rapid review of the evidence. The Lancet, 395(10227), 912–920. - Buber M., (2021), COVID-19: Isolamento e benessere psicologico, Psicopilss. - Casagrande, M., Favieri, F., Tambelli, R., & Forte, G. (2020). The enemy who sealed the world: Effects quarantine due to the COVID-19 on sleep quality, anxiety, and psychological distress in the Italian population. Sleep medicine, 75, 12-20. - Cavicchioli, M., Ferrucci, R., Guidetti, M., Canevini, M. P., Pravettoni, G., & Galli, F. (2021). What Will Be the Impact of the

orientati alla ricostruzione di legami sociali realizzati attraverso azioni solidali e mutualistiche. Secondo Tommaso Vitale, sociologo, impegnato in diverse esperienze sul territorio, l’emergenza COVID-19 è stata anche l’occasione per incontrare, ancora una volta, la capacità dei cittadini di mobilitarsi a sostegno di chi si trova in condizioni di maggiore bisogno, di coloro per cui l’emergenza è più forte.La pratica della solidarietà si è infatti rivelata particolarmente importante fin dall’inizio della pandemia in Italia, soprattutto nell’Italia del Nord. I cittadini già organizzati in associazioni hanno usato il loro diritto a esercitare delle forme di protezione civile per continuare a muoversi, portare generi alimentari alle persone più fragili, individuare le situazioni più difficili e abbandonate che non arrivano nemmeno a chiedere aiuto. Per molti operatori sanitari e sociali professionali e volontari nel settore pubblico e nella cooperazione sociale, responsabili della gestione di comunità per minori, per persone con disabilità o per anziani, solidarietà ha voluto dire rinchiudersi nei centri gestiti dalla propria organizzazione insieme agli “utenti”, non viaggiare più, sacrificare i propri rapporti familiari pur di ridurre il rischio di contagio per e persone più vulnerabili. Per moltissime persone, infine, la solidarietà intesa come vicinanza/relazione ha ispirato forme di presenza urbana nei caseggiati, sui balconi, con canti, giochi di gruppo urlati a distanza, attenzione e vigilanza per vicini fragili prima ignorati, e molto altro ancora (Vitale, 2021).

Covid-19 Quarantine on Psychological Distress? Considerations Based on a Systematic Review of Pandemic Outbreaks. Healthcare, 9(1), 101. - Costantini B., La solitudine ai tempi del COVID-19 Riscoprire le relazioni interpersonali e la solitude nella società iperconnessa, Alpha Omega, XXII, n. 3, 2019 - pp. 421-438. - D’Amore M. (2020), Comunicazione, distanziamento e socialità ai tempi del coronavirus, in «Cambio. Rivista sulle trasformazioni sociali», OpenLab on Covid-19. DOI: 10.13128/cambio- 8456. - Ferrarotti F. (2007), Social theory for old and new modernities: ssays on Society and Culture, 1976- 2005, Lexington Books: New York. - Gualano, M. R., Lo Moro, G., Voglino, G., Bert, F., & Siliquini, R. (2020). Effects of COVID-19 lockdown on mental health

and sleep disturbances in Italy. International Journal of Environmental Research and Public Health, 17(13), 1–13. - Rossi, R., Socci, V., Talevi, D., Mensi, S., Niolu, C., Pacitti, F., Di Marco, A., Rossi, A., Siracusano, A., & Di Lorenzo, G. (2020). COVID-19 Pandemic and Lockdown Measures Impact on Mental Health Among the General Population in Italy. Frontiers in Psychiatry, 11(August), 7–12. - Vitale T. (2011) «La partecipazione alle politiche sociali in Lombardia: arene deliberative e processi di coordinamento, in Carabelli G. – Facchini C. (edd.), Il modello lombardo di welfare. Continuità, riassestamenti, prospettive, FrancoAngeli, Milano 139-158. — (2003), «Abbassare la soglia: confini ed apprendimento», in Bifulco L. (ed.), Il genius loci del welfare. Strutture e processi della qualità sociale, Officina, Roma, 136-149.

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INCHIESTA: PANDEMIA E FILOSOFIA

“L’entusiasmo della Ragione”, è l’unica àncora di salvezza Intervista di / Beppe Castellano /

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’ineluttabile: tutto ciò che non dipende da noi, e contro cui ci sentiamo impotenti. Influenza in modo massiccio la nostra vita e il nostro presente (e il futuro, come vedremo). L’unico modo per capirne il senso è... rallentare, fermarsi, riscoprire il “Pensiero”. Abbiamo invitato a riflettere e farci riflettere, sui dati delle pagine precedenti, non uno psicologo o sociologo, ma un filosofo: Giuseppe Goisis. Professor Goisis, domanda secca sui dati: ne usciremo migliori o peggiori? Ho letto con molto interesse la vostra ricerca, e anche i dati su chi non vuole vaccinarsi. Ciò fa pensare e impressiona. La domanda fatale, che non può non essere posta, è proprio la sua. Dal punto di vista metodologico va distinta in due interpretazioni. La prima: questo anno e mezzo di pandemia ci ha resi (passato e presente), miglio-

ri o peggiori? Tutti i dati sembrano indicare una restrizione di vita, un aumento dello stress e di malattie come la depressione, segno di scarsa fiducia nel futuro. Le famiglie, soprattutto con figli in età scolare, hanno affrontato disagi notevolissimi. se si guarda a tutto ciò, indubbiamente il benessere e le certezze su cui ci adagiavamo prima ci è venuto a mancare. Ma lei parlava di due “interpretazioni” della domanda. La seconda? È in chiave... futuro: Il futuro ci vedrà uscire migliori? Ciò che mi ha colpito soprattutto è che è la fascia dei giovani ad essere in questo molto più pessimista: più in concorrenza con gli altri, lucidi fino alla spietatezza... Dai 55 anni in su, invece, c’è più ottimismo su un miglioramento. Forse perché finora sono stati più esposti al pericolo, rispetto ai più giovani? Forse sì, c’è questo senso di sollievo. In ef-

Chi è Giuseppe Goisis e... i suoi “appunti di Speranza” Giuseppe Goisis, qui ritratto nella sua Venezia dove vive, già professore ordinario di Filosofia politica e Politica ed etica all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è impegnato sul versante dei Diritti umani. Andato in quiescenza dall’università a 70 anni (altro che baby-pensionati!) continua a collaborare intensamente con il mondo del volontariato. In particolare è docente all’Università del volontariato di Treviso ed è impegnato con il

Centro Studi per i Diritti dell’uomo, con l’Università della Terza Età di Venezia e con l’Università popolare di Mestre. Goisis è da sempre molto vicino all’Avis partecipando a numerosi convegni, ultimo quello online “La felicità paga. Come il benessere genera sviluppo”, nell’ambito del Festival online organizzato da Avis regionale dal 17 al 20 febbraio scorsi. È autore di numerosissimi libri e e pubblicazioni. Il suo ultimo libro “Speranza” (2020) è quasi profetico rispetto a ciò che stava avvenendo mentre terminava di scriverlo. Tanto che l’ultimo capitolo è una “breve postfazione, ai tempi del virus incoronato” scritto il 15 aprile 2021. “Questo libro è stato concepito e scritto nei mesi precedenti all’emergenza di Covid 19, arriva in libreria quando le tenebre non si sono dissipate ma si manifesta solo un timido risveglio...”. Era estate dell’anno scorso, quando è arrivato in libreria il libro. La seconda “ondata” d’autunno era di là da arrivare, ma... la Speranza infine si sta concretizzando. Forse, mentre scriviamo.

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fetti parlando con le persone in questo ultimo periodo in cui si attutisce il contagio, si svuotano le terapie intensive... Le persone che erano più “in trincea” come età, sentono questo “sollievo”. Quello che però mi preoccupa è che i giovani vedano il futuro, e non solo immediato, a tinte fosche. L’atteggiamento che abbiamo, come persone, verso il nostro futuro condiziona il futuro stesso di tutti. Possiamo affrontarlo con slancio, con coraggio, con un grande desiderio di andare avanti oppure “chiuderci in trincea”, difendendoci da tutti gli altri e restando... fermi. In trincea, protetti e per difendersi da chiunque altro che vediamo come “nemico”? Esatto. Ciò che emerge ed è piuttosto preoccupante è che per le generazioni giovanili per le quali tra l’altro non vi sono posti di lavoro certi e sicuri in prospettiva - ci sono varies ituazioni che travagliano. Ed emerge un senso debole del tempo, della propria collocazione, del proprio ruolo profondo nel mondo. C’è un altro dato interessante, su cui riflettere: il volto. Molti filosofi hanno riflettuto sulla completezza della comunicazione umana che si estrinseca con l’espressione del volto. Ora questo ci è mancato, lascerà il segno? Ma dobbiamo essere quindi pessimisti? No. Anche se dobbiamo essere onesti con noi stessi. Al di là di “dolci bugie” politicamente interessate, a chi riflette seriamente è chiarissimo che non potremo mai tornare allo “status quo ante”. O cerchiamo di puntare a una maggior giustizia sociale e a salvaguardare seriamente la nostra Terra o l’avvenire sarà nero. Ciò che mi ha anche positivamente colpito è il fatto che la spinta ad agire nel volontariato, a mettersi a disposizione degli altri, sia cresciuta. Soprattutto nel nostro Veneto, che è visto normalmente sotto una luce individualistica ed egoistica, in silenzio c’è questo movimento sotterraneo, che fa e tace. ma dà l’esempio del “voi”. Dell’andare verso l’altro. Possiamo quindi affermare che, più che una lotta fra bene e male, si tratterà di una lotta fra ottimismo e pessimismo. Il volontario, dopotutto, di fondo è un ottimista, altrimenti non sarebbe tale... Certamente è così. Il volontariato, con la sua spinta generosa, il suo andare verso “l’altro” fa scoprire la sua “esistenza” e dà senso anche al mio personale esistere. È una sorta di “rispecchiamento esistenziale”. Quindi, per citare la sua ultima fatica, abbiamo “Speranza”?

Il futuro è nelle nostre mani, in quelle di tutti. Tutto dipende da dove e come sapremo concentrare le nostre scelte di vita e sociali. Quel che è avvenuto è una prova, dura. Una crisi, finora mai vista neppure dalla mia generazione, che coinvolge l’intera umanità. Ma lo sbaglio fatale che si può fare, la cosa ancora peggiore di una crisi è farla passare... conservandone le paure, ma senza aver imparato ad affrontarle e non ricadere negli stessi errori. Ciò che stiamo vivendo conferma come sia estremamente necessaria la Speranza, come virtù. Come virtù “antipandemiche”, ma dopotutto utili in ogni circostanza della vita e nei travagli di ogni giorno, metto anche la Pazienza, la Sincerità e soprattutto il Coraggio. Coraggio che non è, come pensano molti, non aver paura, ma guardarla in faccia e capire come affrontarla e superarla... Assolutamente. Non aver paura di fronte al pericolo rasenta l’incoscienza. Per citare i classici il vero coraggio sta in Ulisse, più che in Achille. Achille era facile all’ira, era conscio del suo destino, lo conosceva già. Ulisse “non conosceva” e ne aveva paura, certo. Ma trovava proprio nella sete di conoscenza, di sapere di scoprire cose nuove il coraggio di affrontare l’ignoto. Ne usciremo? È l’ansiosa domanda di tutti, salvo di chi è convinto di avere la verità rivelata in tasca. C’è chi dice che avremo una nuova alba dell’Umanità, ritroveremo quella fratellanza umana smarrita... E c’è chi afferma che ne usciremo più spietati e più egoisti verso il prossimo, curvi ognuno sul proprio istinto di sopravvivenza, percependo l’altro come minaccia. Ma abbiamo un’ancora di salvezza, solo con un riscoperto “Entusiasmo della Ragione”, fermandoci a pensare, possiamo farcela.

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ATTUALITÀ: ASSEMBLEA NAZIONALE

Il senso civico dei donatori volontari ha sostenuto il Sistema sanitario A cura di / Beppe Castellano e Michela Rossato /

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oche parole del Presidente nazionale Gianpietro Briola, durante l’86ª Assemblea (la seconda online) di Avis nazionale, sono come una medaglia al valore per il milione e 300mila avisini d’Italia che non hanno mai mollato: “Se le attività trasfusionali hanno retto alla pandemia il merito è stato della passione e del senso civico che contraddistinguono i nostri volontari”. L’intero Servizio sanitario nazionale, infatti, nell’anno più nero dall’ultima guerra, ha potuto reggere anche grazie alla più numerosa associazione del Terzo Settore. Anche nei primi mesi, i più difficili, quando tutti non avevano alcun riferimento stabile, i donatori e i dirigenti Avis hanno tenuto dritta la barra della rotta: gli ammalati che avevano bisogno di loro. Da subito - Avis nazionale in testa - le 3355 sedi Avis (fra regionali, provinciali e comunali) sono riuscite a parlare con “una voce sola” ai propri soci e all’opinione pubblica. “EscoSoloPerDonare”, la campagna con i messaggi in cui si informavano

Dati associativi al 31/12/2019

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i donatori periodici che si poteva in sicurezza, è diventato un mantra. È stato anche così che “grazie all’apporto insostituibile dei donatori, tutte le Avis hanno saputo garantire la continuità delle attività trasfusionali e la conseguente tenuta di tutto il sistema sanitario nazionale”, ha detto il Presidente uscente Briola. Ma non solo. L’Avis, grazie anche al gruppo di professionisti dell’informazione e comunicazione “interni” di ogni regione, continua a essere in prima linea nella lotta alle notizie false che si rincorrono sui social facendo leva sull’ignoranza. Pur con un fisiologico calo di solo il 4% di donazioni, dovuto al rallentamento dell’attività chirurgica non d’urgenza e degli incidenti a causa del Covid, in molte parti d’Italia si è assistito a un seppur lieve incremento di donatori attivi. Segno della fiducia che molti ripongono nelle Avis. Un patrimonio da non dilapidare, soprattutto ora che l’attività sanitaria “no-Covid” riprende e che nuove sfide (vedi a pagina 30/31) attendono tutti.

Dati associativi al 31/12/2020


Veneto: quattro consiglieri e collaborazione con nazionale sui progetti condivisi

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lcuni punti dell’intervento della delegazione veneta, con la nuova presidente Vanda Pradal al suo esordio in Assemblea nazionale in questa veste. “Difficile valutare e mettere a confronto con altri un anno come il 2020, che ci ha trovati impreparati di fronte alla pandemia. È quindi lecito guardare con sincero apprezzamento a quanto siamo riusciti a fare, nonostante le difficoltà. In Veneto siamo riusciti a garantire l’autosufficienza regionale e sono state soddisfatte tutte le richieste pervenute dalle Aziende sanitarie. Il merito va all’impegno svolto da tutta l’Avis Veneta. Il senso di precarietà che ha investito le nostre comunità e le nostre famiglie ha avuto come antidoto l’incremento dello spirito di unità e di solidarietà. - Si è resa del tutto visibile la peculiarità del servizio che Avis svolge: è autentico volontariato da un lato e può dirsi appartenere ai Lea (Livelli essenziali di assistenza) dall’altro, un volontariato “essenziale” nel sistema di welfare del nostro Paese. È elemento di peso che può esser fatto valere sui tavoli di negoziazione istituzionali. - Regolamento nazionale e riforma dello statuto: riteniamo fondamentale la loro revisione. Va valorizzato il ruolo dei consiglieri nazionali. Serve un miglior coinvolgimento delle articolazioni regionali a complemento e supporto delle decisioni o delle azioni di Avis nazionale. - Bene il tavolo di lavoro dei rinnovi delle convenzioni per la raccolta sangue, ma nel frattempo le convenzioni sono state rinnovate senza rivedere contenuti e tariffe. - Urgente incentivare la raccolta del plasma, con un progetto nazionale, assieme alle altre

associazioni dei donatori e il Cns, che aiuti a diminuire la dipendenza dall’estero nell’autosufficienza nazionale. Sollecitiamo anche una compensazione efficace tra gli accordi interregionali per la plasmaderivazione. - Auspichiamo che la presenza di Avis ai tavoli istituzionali possa essere più significativa, come nel Consiglio nazionale del Terzo Settore. - Scuola: bene le convenzioni con enti pubblici e ministeri (es. Miur), ma sollecitiamo perché diventi ordinaria nei programmi didattici l’educazione alla cittadinanza attiva. - La conferenza organizzativa 2021: “L’Avis che vogliamo” ha riproposto la necessità di riattualizzare una riflessione sull’identità a partire proprio dal modello organizzativo. L’identità dell’Avis è il prodotto del contagio valoriale delle nostre azioni, dei nostri interventi, dello stile del nostro servizio e della nostra condivisione e del nostro confronto intra associativo e con i nostri interlocutori esterni. - Per qualsiasi progetto, si deve puntare sul confronto e sulla condivisione, sulla coraggiosa valutazione degli esiti e dei risultati. Ne va della responsabilità con cui vengono impiegate risorse economiche ed umane. La Presidente Pradal ha infine ribadito, annunciando parere favorevole alla relazione di Briola e ai bilanci, la disponibilità del’Avis Veneto a collaborare nei progetti comuni di Avis nazionale. Ecco qua sotto, tra l’altro, i quattro consiglieri nazionali del Veneto eletti dall’Assemblea nazionale per il prossimo quadriennio: Maurizio Bonotto (Treviso), Maurizio Borsetto (Venezia), Roberto Ferrari (Padova), Mirco Vicentini (Rovigo).

Ecco chi rappresenterà il Veneto in Consiglio nazionale Avis 2021-2025

Maurizio Bonotto

Maurizio Borsetto

Roberto Ferrari

Mirco Vicentini

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ATTUALITÀ: ASSEMBLEA REGIONALE

Nell’anno nero del Covid torna a salire il numero dei donatori Avis A cura di / Michela Rossato /

Il numero dei donatori Avis attivi, dopo una curva discendente durata anni, nel 2020 ha fatto registrare una timida inversione di tendenza.

In alto: Un momento della 50ª assemblea regionale. La prima online. Nella pagina a destra. Dall’alto in basso: L’Assessore Lanzarin, il dottor Sardella, il presidente Avis nazionale Briola

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ell’anno critico del Covid, 9.715 cittadini sono diventati nuovi donatori di sangue e plasma in Veneto, superando l’anno precedente, che ne aveva registrati 9.660. Molte nuove leve si sono iscritte ad Avis e Abvs-Belluno nel bel mezzo della pandemia, sono in stragrande maggioranza giovani e per il 54% donne. “Una boccata d’ossigeno per l’associazione secondo il presidente uscente Giorgio Brunello - frutto del forte messaggio all’opinione pubblica perché si continuasse a donare e a diventare donatori anche durante il confinamento, quando i cittadini erano intimoriti dal dover entrare negli ospedali e confusi dalle normative sugli spostamenti. È stata dura, perché nessuno era preparato a uno sconvolgimento simile, ma i veneti hanno capito che dietro i nostri inviti c’erano e ci sono i malati e si sono fatti avanti”. Donazioni. È così che l’Avis regionale, con le sue 6 Avis provinciali, Abvs Belluno e le 356 Avis comunali, è riuscita a coprire ogni necessità di terapia trasfusionale in tutti gli ospedali del Veneto, grazie all’efficace interscambio tra le varie provincie, con quelle eccedenti a supportare le carenti. Nel 2020 sono state raccolte da donatori Avis e Abvs in totale 199.347 donazioni tra sangue (169.864), plasma (26.499) e piastrine/ altro (2.984). Con il massimo rigore in osservanza delle disposizioni ministeriali, in tutte le province si è continuato a donare in sicurezza presso i Centri trasfusionali degli ospedali (per un

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totale di 154.240 donazioni) e nelle province di Padova, Treviso e Venezia anche presso i Centri di raccolta gestiti da Avis (che hanno contribuito con 45.107 donazioni, pari al 22% del totale. Nello specifico Padova per il 24,7%, Treviso per 28,87% e Venezia per il 44,63%) in convenzione con le Aziende ospedaliere/sanitarie provinciali. Criticità ci sono state per la chiusura/riconversione in strutture Covid di alcuni ospedali che hanno bloccato temporaneamente anche l’attività donazionale dei loro Centri trasfusionali, l’iniziale confusione delle autocertificazioni, la precarietà del lavoro. Il rallentamento e il blocco per mesi di reparti e interventi chirurgici in Veneto ha però “bilanciato” il calo generale delle donazioni. Se, infatti, la raccolta di sangue è diminuita del 6.95%, è calato del 6.33% anche il suo uso. “Ciò ha fatto sì che a nessun ammalato sia mancato il sangue nel momento del bisogno, e che si sia riusciti a mandarne anche in Sardegna – ha spiegato Brunello nel corso dell’assemblea di Avis regionale, tenutasi il 5 giugno a distanza - di questo dobbiamo andare tutti fieri. Non era così scontato in una situazione tanto difficile e nuova, ma donatori, volontari, dirigenti e tantissimi cittadini si sono impegnati al massimo e alla fine ce l’abbiamo fatta”. Donatori. Il numero complessivo dei donatori Avis e Abvs in Veneto è, tra l’altro, finalmente tornato a crescere dopo qualche anno di calo ed è arrivato a 129.881. Quasi un terzo dei donatori è sotto i 35 anni. Nello specifico: il 12% ha tra i 18 e 25 anni, il 19% tra i 26 e i 35 anni, il 22% tra i 36 e i 45 anni, il 29% tra i 46 e i 55 anni, il 17% tra 56 e i 65 e l’1% oltre i 65 anni. Sul totale, le donne sono il 34%. L’analisi dei dati ci dice anche che in Veneto i donatori di origine straniera sono il 4,4%, (3% da altri Paesi europei, ad esempio dell’Est Europa e l’1,4% da fuori Europa, per lo più dall’Africa). La provincia con più donatori Avis è Treviso con 30.874, seguita da Venezia 26.394, Padova 25.541, Verona 20.712, Rovigo 10.428, Vicenza 9.565. L’Abvs Belluno ha 6.367 donatori. Problemi aperti. “Se la pandemia ha portato a uno slancio di nuovi donatori e ad una mag-


giore costanza degli abituali, ora occorre fare di tutto per garantire loro una donazione agevole, ma per farlo occorre la volontà di Regione e Aziende sanitarie di risolvere alcuni gravi problemi del sistema trasfusionale veneto da noi più volte denunciati - ha sottolineato Brunello - primi tra tutti la carenza di medici e una maggiore flessibilità negli orari di apertura dei Centri trasfusionali e di raccolta e incremento e ripristino del personale che va in quiescenza”. Ma anche una maggiore uguaglianza tra i Dipartimenti immuno-trasfusionali del Veneto, che viaggiano su binari diversi. “Ogni Dipartimento risponda alle esigenze del suo territorio, ma dia anche risposte omogenee a tutti i donatori veneti. Non è possibile che in alcune province si possa donare fino a 70 anni, e in altre no, che alcuni Dimt non accettino le idoneità fatte in altri, che alcuni blocchino le donazioni e altri le intensifichino, che ci siano enormi differenze anche in fatto di tamponi Covid e le vaccinazioni. I donatori di sangue sono veneti e non di una o dell’altra Ulss. Va attivata urgentemente una conferenza programmatica con tutti gli attori e con le associazioni dei donatori conclude Brunello - Deve aumentare lo scambio informativo e il coordinamento tra i Dimt con il Centro regionale attività trasfusionali e con Avis regionale. Ed è tempo di revisione del 4° Piano sangue regionale, nel quale molte criticità potrebbero trovare soluzione”. Plasma iperimmune. Un cenno è stato quindi fatto al plasma iperimmune, che ha interessato anche molti donatori Avis, recatisi a donarlo dopo aver contratto ed esser guariti dal Covid. L’utilizzo clinico del plasma “iperimmune” ha funzionato bene. In Veneto più di 1200 pazienti sono stati trattati con ottimi risultati. Il passaggio successivo è da un lato legato alla vaccinazione di massa e dall’altro all’utilizzo in fase precoce degli anticorpi monoclonali. Avis non ne è direttamente coinvolta, perché sono gestiti dalla Regione e dalle Ulss, ma è come sempre a disposizione per dare una mano con i suoi volontari: “Ricordiamo che l’Avis Veneto, oltre ai donatori attivi, ha più di 5mila soci collaboratori (ex donatori o persone che non possono donare per svariati motivi) impegnati a livello dirigenziale, nelle attività di accoglienza, promozione, nelle scuole, fondamentali per un’associazione come la nostra”. L’intervento dell’Assessore alla Sanità. All’assemblea è intervenuta Manuela Lanzarin, Assessore regionale alla Sanità del Ve-

neto: “Gli ultimi 15 mesi sono stati molto difficili per il fronte sanitario. Un grazie alle Avis e ai donatori per il senso di responsabilità, la dedizione e l’altruismo mostrati durante questo periodo critico di pandemia, che speriamo di lasciarci presto alle spalle. Ora è il momento di rimettere in fila e riprogrammare molte attività del nostro settore sanità, compreso il sistema trasfusionale, ripartendo in particolare da due grossi problemi: la carenza di medici e la disomogeneità tra Dipartimenti”. Durante l’assemblea di Avis regionale, ci sono stati gli interventi anche del Direttore del Crat (Centro regionale attività trasfusionali) dottor Corrado Sardella. Sardella ha ringraziato l’impegno delle Avis in quest’utimo anno e la stretta collaborazione con i Centri trasfusionali pubblici. Ha tracciato un panorama del prossimo futuro trasfusionale per quanto riguarda la tendenza raccolta: “La necessità di sangue intero sta subendo una lenta, ma costante discesa negli ultimi anni. Ma, di contro, stanno crescendo gli impieghi e le necessità di farmaci plasmaderivati, in particolare di Immunoglobuline. Il modello italiano, che molti nel mondo ci invidiano, basato sui donatori volontari non remunerati, ci sta portando a metterci parzialmente al sicuro rispetto al”mercato”. Ma dobbiamo razionalizzare la raccolta anche in plasmaferesi, per sopperire al calo di plasma da separazione, invitando i donatori a questo tipo di donazione. E mettendoli a loro agio, in questo. Come Crat siamo aperti a una piena sinergia con le Associazioni. “Mentre nei Paesi, anche europei, dove il plasma si raccoglie a pagamento il calo è del 40% - ha detto nel suo intervento il Presidente nazionale Briola - in Italia come raccolta di plasma siamo rimasti agli stessi livelli del 2019. Ciò dimostra che il modello italiano, pubblico e solo su donazioni volontarie e gratuite, è quello vincente che può metterci al sicuro da speculazioni del mercato. Va difeso perché diventi modello europeo. In questo vi rimandiamo al servizio a pagina 30.

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RINNOVI: PROVINCIALE DI VERONA

Da Maggiolo a Silvestri, cambia la presidente provinciale a Verona

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assaggio di consegne in provincia di Verona. Michela Maggiolo, restando in Consiglio, cede il testimone a Paola Silvestri (nel riquadro sotto). Intanto alcuni spunti e un bilancio dell’ultimo quadrienno dalla presidente uscente: “Abbiamo cercato di essere vicino alle Avis comunali per garantire un “servizio” migliore, perché riteniamo che avere il sostegno di una base che collabora sia il modo migliore per rendere più democratica e gestibile l’Associazione. Un apporto a questa collaborazione è stato fornito dalla segreteria provinciale che ha consentito che la sede fosse aperta tutti i giorni. Ciò ha contribuito in modo determinante a far sì che l’Avis provinciale non rimanesse una struttura avulsa, ma un preciso punto di riferimento comune per i dirigenti e per i donatori dell’intera provincia. L’informazione, intesa come promozione al dono del sangue, è stata l’attività che ci ha visto sempre impegnati. La realizzazione di nuovi e più aggiornati opuscoli informativi, la tempestiva e costante trasmissione alle Avis comunali di ogni tipo di documentazione associativa, legislativa, sanitaria e amministrativa, i periodici incontri di zona, che purtroppo negli ultimi 18 mesi causa la pandemia non si sono potuti fare, hanno contribuito a consolidare i rapporti con le Avis comunali. Molteplici sono stati i nostri interventi con le fonti informative: Radio, TV e il quotidiano L’Arena. Ricordiamo con piacere gli eventi salienti che questa Provinciale ha realizzato con la partecipazione delle Avis comunali: momenti storici ma sempre in fase di evoluzione, come la partecipazione alla Montefortiana, Motorbike Expo, Job&Orienta e la Camminata della solidarietà. Nel 2019: la campagna sugli autobus “Follow me”, oltre 2500 manifesti affissi in tutta la provincia; poster sulle pensiline delle fermate degli autobus; la discesa dell’Adige con i gommoni per la “Campagna in rosa e giallo”. Nel 2018: la festa dei 60 anni dell’Avis Provinciale a Lazise. In quell’occasione piace ricordare la sinergia del-

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le Avis della provincia che hanno contribuito in maniera fondamentale all’ottima riuscita dell’evento. Nell’anno 2017: i monitor luminosi presenti nei comuni della provincia di Verona hanno lanciato un messaggio di solidarietà sul dono del sangue”. I donatori attivi in provincia di Verona, alla fine del 2020, erano 20712, i soci non donatori 638, per un totale di 21350 soci. Le donazioni di sangue e plasma dello scorso anno sono state 35643. Rispetto al 2019 c’è stata una riduzione di 249 donatori e di 1280 donazioni. I primi mesi del 2021 sono iniziati con soddisfacenti auspici: le donazioni sono state 1218 in più rispetto allo scorso anno. “Vanno sollecitate le Istituzioni competenti perché trovino urgenti soluzioni alla grave carenza di medici, per dare la possibilità ai donatori di garantire, a tutti gli ammalati, il sangue ogni giorno. Altro ambito nel quale c’è stato grande impegno e investimento di energie negli ultimi quattro anni è la scuola. Da tre anni siamo anche titolari del servizio di Giustizia di comunità con una convezione con il Tribunale di Verona. Questa attività rende Avis un’associazione inserita nel settore sociale oltre che sanitario. L’Avis dei prossimi anni dovrà essere diversa perché differente sarà la società in cui vivremo, una società sempre più tecnologica, multirazziale, più scientifica, sicuramente più individualista e forse più egoista, non sappiamo se più giusta”.


Quote rosa? Un presidente comunale su tre è donna!

I

n provincia di Verona non serve “fissare” quote rosa per le cariche associative. Se non clamoroso è quanto mai sorprendente il risultato dei rinnovi delle 66 Avis comunali. Ben 21 tra conferme e nuove, sono le donne presidentesse elette per il mandato 20212024. Guideranno i Direttivi di: Affi, Bardolino, Bussolengo, Caldierino, Caprino Veronese, Cavaion Veronese, Concamarise, Illasi, Isola della Scala, Legnago, Lugagnano, Malcesine, Montecchia di Crosara, Pescantina, Peschiera del Garda, Piovezzano-Pastrengo, San Bonifacio, San Giovanni Ilarione-Vestenanova, San Gregorio-Veronella, San Pietro in Cariano, Vago di Lavagno. Sono donne anche molti consiglieri di Esecutivi e Direttivi, e ci sono donne tra i revisori dei conti. Senza far torto a nessuna ecco due esempi. L’Avis comunale di San Martino Buon Albergo ha visto un cambiamento che da una parte segna un primato e dall’altro dà forma a un passaggio generazionale e di genere. La nuova presidente è la trentasettenne Raffaella Degli Carpini, prima donna dopo 52 anni di storia dell’Avis sammartinese.

Con lei, altre due donne fanno parte della presidenza: Daniela Zantedeschi vicepresidente vicaria e Francesca Speri segretaria. Tre degli altri sette che compongono il Direttivo sono donne: Ines Antonini, Frida Bragantini e Chiara Toffali. Donatella Brusco è la presidente del collegio dei revisori. Per completare il rinnovamento, l’altro vicepresidente ha solo 24 anni: Andrea Stabile. Completano il nuovo direttivo Paolo Toffali, tesoriere Giancarlo Piccoli, Virgilio Volpi e il revisore Andrea Nordera. Svolta rosa anche all’Avis comunale di Illasi. Maria Cristina Marchesi è la prima donna a ricoprire la carica di presidente ed è affiancata da un Direttivo di quattordici componenti, di cui ben otto sono donne. Come insegnante, la presidente ha espresso subito il suo rammarico per la diminuita attività nelle scuole. “L’Avis provinciale si era messa a disposizione anche per interventi online, come prevedono le regole per la didattica a distanza con le scuole superiori - conclude - ma purtroppo non c’è stata molta collaborazione da parte degli istituti scolastici, contiamo di riprendere questa importante attività quando ci saranno meno restrizioni”.

Mantenere e rinforzare sinergia e collaborazione Avis-Dimt ad ogni livello Mantenere e rinforzare la collaborazione Associazione-Dimt Paola Silvestri è stata per due mandati presidente dell’Avis comunale di Verona, la più numerosa del veronese. Le abbiamo chiesto alcune battute sulla situazione trasfusionale e gli auspici e le prospettive future da Presidente provinciale. “Il 2020 è stato ovviamente - come per tutti - un anno di calo generalizzato delle donazioni. Non per responsabilità dei donatori, ma per il calo dell’uso del sangue dovuto alla pandemia. C’è stato anzi un grande senso di responsabilità sia da parte dei donatori, sia da parte dei dirigenti associativi. I donatori, soprattutto nei primi due mesi di “stop and go” (marzo-aprile 2020), ma anche successivamente hanno dimostrato grande pazienza e disponibilità nell’andare a donare, quando chiamati, o nel rallentare. Per tutto questo difficilissimo periodo, anche alivello provinciale, ci siamo mossi uniti e in costante riferimento con il Dimt e i servizi trasfusionali. I donatori, anche in presenza di notizie discordanti, se non addirittura di fake news, facevano riferimento subito alle Avis e le Avis al centro trasfusionale. È una collaborazione che si rivelerà preziosa anche passata la pandemia e che contiamo di consolidare ed approfondire. Così come è mia intenzione procedere nell’importante incarico associativo con una stretta unità di intenti fra dirigenti di ogni livello.

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RINNOVI: PROVINCIALE DI TREVISO

Pontello subentra a Pradal, che lascia un’Avis in “buona salute”

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tefano Pontello è il nuovo presidente dell’Avis provinciale di Treviso. 59 anni, di Postioma di Paese, si è avvicinato all’Avis quarant’anni fa come donatore. Per dodici è stato segretario dell’Avis comunale di Postioma e poi presidente. Nel 2006 ha contribuito allo sviluppo del progetto di certificazione e autorizzazione delle unità di raccolta associativa. Nel 2009 è entrato a far parte del Direttivo Provinciale, prima come vice presidente e, negli ultimi due mandati, come vice presidente vicario al fianco della presidente Vanda Pradal, dalla quale “eredita” un’Avis in salute. “Sono felice, onorato e pronto ad impegnarmi affinché questa sia un’esperienza positiva sotto il profilo umano e associativo per tutti coloro che ne saranno parte, agendo nel segno della continuità e nel nome della promozione e valorizzazione del dono del sangue: gesto prezioso dei nostri donatori ed elemento vitale per gli ammalati che lo attendono - ha esordito alla nomina - Durante la pandemia la raccolta ha tenuto e di questo non posso che ringraziare i donatori, dobbiamo continuare a puntare sui giovani, nuove leve e futuri dirigenti. Possiamo ancora crescere, sarà cruciale investire nella formazione a tutti i livelli: dirigenti, presidenti, donatori che si rendono disponibili all’accoglienza presso i centri di raccolta”. Avis Provinciale Treviso conta 33.564 soci iscritti che hanno garantito nel corso del 2020

un totale di 46.071 donazioni, con un decremento del 5.19% rispetto all’anno precedente legato al contesto epidemiologico. La flessione riguarda il sangue raccolto mentre la raccolta di plasmaferesi segna un aumento del 2,82% e un più 4,50% in riferimento alle piastrine. Da sottolineare l’impegno di 90 volontari Avis che hanno permesso la raccolta di 205 unità di plasma

Il nuovo Consiglio, due sole le donne Con Pontello, in Esecutivo, sono stati eletti durante la prima seduta del nuovo Consiglio: vice presidente vicario Graziana Fuser (lei e Monica Piccin sono le uniche donne in Consiglio provinciale) e vice presidente Walter Tonon, segretario Claudio Pillon e tesoriere Paolo Zanatta. Consiglieri: Daniele Bordignon, Mirko Borsato, Giampaolo Dal Colle, Antonio Dalla Rosa, Luciano Damelico, Michele Favaro, Silvano Marchesan, Mario Minato, Andrea Nardo, Monica Piccin, Alessio Pontello, Osvaldo Rossi, Luca Tomasi, Maurizio Trevisan, Massimo Zabotti ed Elia Zanatta.

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DONO&VITA


iperimmune impiegato nella terapia dei pazienti Covid-positivi. Su scala provinciale il totale dei nuovi donatori per l’anno 2020 è pari a 2.362: 944 tra i 18 e i 25 anni, 578 tra i 26 e i 35 anni, 438 (36-45 anni), 333 (46-55 anni) e 69 (56-65). I dati sono in linea con il 2019 ma assumono un valore ancora maggiore considerando le criticità della pandemia. Nel complesso i donatori incidono sulla popolazione residente in Provincia di Treviso per il 3,94%. Risultati buoni, specie dopo un anno terribile come quello appena passato. “Grazie a tutte le persone che ho avuto modo di incontrare e di conoscere durante il mio mandato - ha detto la presidente uscente Vanda Pradal passando il testimone a Stefano Pontello - Sono grata ai presidenti che si sono succeduti, a quelli che stanno guidando le Comunali, ai collaboratori, al personale sanitario, ai nostri autisti. Aggiungo la mia rinnovata quanto profonda gratitudine a tutti i volontari, linfa vitale della nostra associazione, presenti senza mai tirarsi indietro. Grazie a tutti per il grande lavoro e la sensibilità avuti in ogni momento per trovare soluzioni e dare risposta ai più fragili”. Tra le tappe raggiunte spicca la creazione dell’Ufficio di Chiamata strutturato a livello provinciale, che ha dato una svolta all’operare di Avis, consentendo di migliorare l’afflusso delle donazioni per rispondere con maggiore efficacia ai bisogni, garantendo l’autosufficienza, la tempestività e la continuità del dono. “E come dimenticare gli incontri associativi a Caorle e a Nebbiù dove abbiamo condiviso idee e spunti, arricchiti dai percorsi di formazione per

tutti i volontari, respirando amicizia. E poi ancora, la presenza dell’Avis nelle scuole per formare ragazze e ragazzi stimolandoli a diventare cittadini attivi e adulti responsabili. Mi auguro che i valori dell’etica e della responsabilità siano sempre i punti cardinali per chi sarà chiamato a tracciarne l’avvenire. Senza mai smettere di imparare gli uni dagli altri”.

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PROVINCIALE DI VICENZA

Vantin: “nonostante l’emergenza, nuovi donatori +18,5% sul 2019”

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ssemblea in videoconferenza per Avis provinciale di Vicenza, il 22 maggio. L’unica Provinciale, in questo 2021, a non aver in calendario il proprio rinnovo (che sarà il prossimo anno). Il presidente Giovanni Vantin è entrato subito nel merito del terribile anno appena passato. “Il 2020 era iniziato bene con la partecipazione ai “Campionati italiani ciclocross Città di Schio” a gennaio. Eravamo presenti con due archi gonfiabili e il camper regionale, con stand, striscioni e molti volontari, che hanno suscitato grande interesse, coinvolgimento e affluenza. In poche settimane la nostra vita di sempre è cambiata, abbiamo dovuto modificare e adattare tutte le nostre abitudini, sia personali, sia sociali. In particolar modo per chi come noi è impegnato anche nella vita associativa e di volontariato, questa nuova situazione ci ha costretti a rivedere un nuovo modello di relazione”. La mancanza di incontri fisici e di confronto diretto non ha permesso di consolidare i rapporti umani, però non ha modificato l’impegno avisino. “Consapevoli che dovevamo misurarci con nuovi metodi di comunicazione, vi abbiamo preso maggiore confidenza - ha continuato Vantin - abbiamo attivato il nuovo sito web “avisvicenza.it” e i social network, quali Facebook. Questa attività, gestita da un team di professionisti che con noi ha un impegno di gestione, sta avendo una buona risposta, a riprova del fatto che, anche in periodo emergenziale, i donatori ed i volontari sono ricettivi e sensibili alla necessità di dare il proprio contributo alla società”. Vantin ha quindi ricordato che è stato organizzato, con la scuola regionale Avis, un primo corso di formazione per addetti all’accoglienza nei Centri trasfusionali e che ben 14 volontari si sono diplomati. Difficoltà sono, invece, venute dal fronte scuola perché la Covid 19 ha di fatto impedito ai volontari di entrare negli edifici scolatici. Se non per pochi interventi nelle scuole medie in videoconferenza, l’anno scolastico 20202021 non è praticamente mai partito. “L’Avis non è stata ferma a guardare gli eventi

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DONO&VITA

e a livello regionale sono state realizzate le tre nuove attività che si possono svolgere a distanza “Clara e il drago” per la scuola primaria, “In viaggio coi sensi” per la scuola media e “In un battito d’ali” per le superiori”. Avis Veneto le ha presentate in vari incontri, ai quali Avis provinciale di Vicenza ha partecipato a maggio, ottobre, novembre e dicembre 2020 e a gennaio 2021. Si è riusciti a fare qualche attività in alcune classi a Valdagno, Malo, Castelgomberto, Bassano. “Nota positiva è stato l’apprezzamento da parte degli insegnanti che sperano di poter avere Avis appena possibile nelle loro classi”. Ma è stato l’andamento della raccolta di sangue e plasma il primo pensiero della Provinciale. “Benché la pandemia abbia messo a dura prova la raccolta sangue e le prenotazioni, l’impegno e lo spirito di adattamento dimostrato dai presidenti delle Comunali e dai loro collaboratori, ci consentono di essere orgogliosi del risultato raggiunto”. Nel 2020 la provincia vicentina ha registrato un aumento di soci donatori totali Avis dell’1,1 per cento, e di nuovi donatori addirittura del 18,5 per cento. Le donazioni sono calate per il ridotto numero di richieste conseguenti alla riduzione e stop degli interventi chirurgici e attività sanitarie durante la pandemia, ma sono state in grado di soddisfare tutte le richieste della provincia e non solo. Sono aumentate le plasmaferesi perché i donatori, di fronte alla minor richiesta di sangue intero, hanno di buon grado aderito all’invito di donare plasma. “Sono il frutto di una semina costante, arricchita di grande buona volontà che le Avis comunali nel tempo hanno saputo coltivare e intensificare proprio nel momento più critico. In questo momento storico, dobbiamo tutti noi mettere in campo quanto più possibile per tenere la nostra generazione saldamente ancorata alla cultura del dono. Dobbiamo osare di più nel fare rete, nel condividere le buone prassi, nell’unire le forze e le iniziative che possano dare risalto all’attività dell’Avis, cogliere ogni opportunità per veicolare il nostro messaggio, distinguerci per l’importanza ed il valore inestimabile ed insostituibile della donazione del sangue, nostro obiettivo sociale”.


Questi sono gli argomenti trattati nel Bilancio Sociale. Puoi facilmente scaricarlo per consultarlo interamente.

Indice 1. Presentazione 1.1 1.2 1.3

Introduzione Nota metodologica Scenari presenti e futuri - Interviste

2. Identità e governance 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.7 2.8 2.9

Com’è cresciuta AVIS in Veneto La storia sociale di Avis nel Veneto Visione, valori e missione L’assetto organizzativo Sedi e risorse umane Il servizio civile in AVIS Come un’idea diventa un’azione concreta in AVIS La forza organizzativa: i donatori Il sistema delle relazioni: gli stakeholder

3. La relazione sociale

BILANCIO SOCIALE 2020 Cari lettori, da poco è stato redatto il Bilancio Sociale per l’anno 2020. Questo importante strumento nasce dal contributo e dalla disponibilità di tante persone. Informazione, trasparenza, coinvolgimento sono gli obiettivi di Avis Veneto. Per questo vi invitiamo a conoscere e approfondire gli argomenti trattati nell’indice tramite il QRcode di lato o entrando nel sito www.avisveneto.it

3.1

3.2 3.3

4. L’attività associativa 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 4.6 4.7

SCARICA IL BILANCIO SOCIALE 2020 COMPLETO

La raccolta di sangue in Veneto (dati CRAT) Le donazioni nei vari DIMT di AVIS La raccolta associativa

Cosa fa Avis Veneto Le attività di promozione della donazione La chiamata dei donatori alla donazione La comunicazione La formazione per i volontari: La scuola del Triveneto Il sostegno alla ricerca Il Tempio Internazionale del Donatore

5. Le risorse economiche 5.1

Il valore economico dell’azione di Avis regionale del Veneto

6. Valutazioni e obiettivi 6.1 6.2

Obiettivi raggiuti e nuovi traguardi Verso la valutazione di impatto sociale fase 2

2/2021

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La redazione del Bilancio Sociale non è un gioco, però può essere divertente sviluppare in forma ludica i dati più significativi. Giocando scoprirete informazioni e curiosità riguardo la donazione e l’associazione. o Totale d

Giocare è facile… come donare! Buon divertimento.

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caselle delle Province: se arrivate nella vostra Provincia, avanzate di tante caselle quante il vostro ultimo tiro

2/2021 sempre! 25 Chi dona vince


2.7 Come un’idea diventa un’azione concreta in Avis

Allora la propongono alla sede comunale di affiliazione o, più raramente, alle sedi provinciale o regionale.

A un socio o a una socia, non per forza dirigenti, grazie alla loro presenza attiva nell’associazione, viene un’idea per potenziare, migliorare o trasformare un’attività in uno degli ambiti di azione Avis.

A quel punto gli organismi dirigenti valutano l’idea e, se approvata, attivano l’organizzazione per la sua realizzazione.

I risultati economici e impatti sociali vengono sottoposti a valutazione da parte dell’assemblea dei soci. Nel caso in cui l’idea desti l’interesse di altre comunali o sia ritenuta per loro utile, grazie al sistema di relazioni interne all’organizzazione, questa può essere replicata o ampliata in altri territori, fino a diventare una buona pratica dell’organizazione e adeguatamente valorizzata, anche attraverso il Bilancio Sociale stesso.

6.2 Verso la valutazione di impatto sociale: fase 2 Capitale sociale (costruzione di relazioni durevoli e acquisizione di capacità relazionali)

Adozione di uno stile di vita più sano

SOCI

Quanto è determinante la partecipazione ad Avis per aumentare la rete di relazioni personali?

7,47

Quanto è determinante la partecipazione ad Avis per favorire la partecipazione ad appuntamenti di formazione?

7,13

Quanto è stata determinante la partecipazione ad Avis per creare nuove relazioni?

7,93

Quanto è stata determinante la partecipazione ad Avis per formarsi personalmente?

7,80

Senza partecipare ad Avis i soci avrebbero ugualmente avuto occasioni per creare nuove relazioni?

6,27

Senza partecipare ad Avis i soci avrebbero avuto altre occasioni per formarsi personalmente?

6,67

Quanto è determinante la partecipazione ad Avis per modificare il proprio stile di vita?

7,53

Quanto è determinante la partecipazione ad Avis per ottenere una diagnosi precoci di patologie?

7,33

Quanto è stata determinante la partecipazione ad Avis per cambiare lo stile di vita?

6,93

Quanto è stata determinante la partecipazione ad Avis per ottenere una diagnosi precoce?

6,21

Senza partecipare ad Avis i soci avrebbero cambiato il proprio stile di vita?

4,90

Senza partecipare ad Avis i soci avrebbero ottenuto ugualmente una diagnosi precoce?

5,30

26

Capitale umano (acquisizione di conoscenze e competenze)

Diagnosi precoce di patologie

DONO&VITA Inserto staccabile di Dono&Vita N.2/2021


RINNOVI: PROVINCIALE DI ROVIGO

Polesine a testa alta, dopo l’anno nero

U

n minuto di silenzio e un lungo applauso hanno omaggiato gli avisini mancati negli ultimi mesi per il loro impegno verso il volontariato del dono: Aldo Romagnoli, fondatore di gran parte delle Avis e Aido in Polesine, Maurizio Milan, presidente di Villanova del Ghebbo e Giancarlo Giacometti. È iniziata così la 56ª Assemblea provinciale di Rovigo, il 22 maggio 2021 al teatro Ballarin di Lendinara. La presidente Garbellini ha ringraziato sia i neo presidenti eletti, sia gli uscenti per l’opera nel territorio a favore della grande famiglia Avis. Anche il Direttivo provinciale è giunto al termine del proprio mandato. La presidente ha ringraziato i consiglieri, il Gruppo Giovani, gli impiegati dell’Ufficio di chiamata, i volontari del Gruppo accoglienza, la direttrice sanitaria Barbara Cavallaro, i ragazzi del Servizio civile e i loro Olp e tutti coloro che hanno fatto crescere e stimare l’associazione nel territorio. Nel 2020 gli avisini polesani hanno effettuato 14.352 donazioni (12.732 di sangue intero e 1620 di plasma). Rispetto al 2019 un calo di oltre 2.300 sacche, ma non per mancanza di donatori e tanto meno per la mancata volontà degli associati. La pandemia ha stravolto le nostre vite e ha modificato il numero delle richieste da parte degli ospedali per i molti interventi sospesi. Anche la Sardegna, per un periodo, era diventata autosufficiente per cui, in accordo con il Dimt dell’Aulss Polesana col quale i rapporti sono stati costanti e proficui, è stata rallentata la raccolta per evitare che le sacche in esubero non venissero utilizzate. La riorganizzazione dell’ospedale di Trecenta a struttura Covid, con chiusura del Centro trasfusionale, non ha però fermato i donatori dell’Alto Polesine i quali, senza indugio, si sono recati all’ospedale di Rovigo per donare. La nostra provincia continua comunque ad avere un alto indice di donazioni: 72,58 per mille abitanti. Garbellini ha lodato i molti segni di responsabilità di dirigenti associativi e donatori per evitare il diffondersi di informazioni fuorvianti, fonti di timori e allarmi inutili. Non è mai stato dimenticato l’obiettivo principale: il nostro gesto d’amore è necessario per salvare una vita. Ha seguito tutti i lavori assembleari anche il sindaco di Lendinara, Luigi Viaro, fiero di riaprire il teatro Ballarin ospitando tutto il Polesine che ha vo-

glia di riprendere ciò che il Covid ha rubato: la nostra umanità. Presente all’assemblea anche Camillo Mischiari, vice presidente vicario Aido provinciale Rovigo. Portando i saluti del Direttivo provinciale ha evidenziato come prosegua la collaborazione tra le due associazioni. L’assemblea è terminata, dopo l’approvazione dei bilanci consuntivo e di previsione, con la votazione del nuovo Consiglio provinciale che ha dato come esito la vittoria della lista “CamminAVISiamo Insieme”, vale a dire la riconferma del Direttivo e del Collegio dei revisori uscenti. Rimane quindi in carica per altri quattro anni la presidente Barbara Garbellini, che continuerà ad avere al suo fianco Laura Trevisan e Bruno Pettini, vice presidente e vice presidente vicario, Maurizio Besola segretario e Sara Scarabello amministratore. Nell’Esecutivo anche i consiglieri Francesca Stoppa e Gianluca Munegato. Questi gli altri consiglieri: Dionigio Gazzi, Mauro Grignolo, Michele Maghini, Yuri Pavanello, Enrico Fregnan, Fabio Muraro, Martino Ponzetto e Alessandro Ravagnani. Revisori dei conti per i prossimi quattro Massimo Finotti presidente, Alessandra De Lazzari e Laura Mantovani. La Provinciale di Rovigo è rappresentata in Avis regionale da Gastone Pellegrini e Laura Trevisan (consiglieri) e da Morgan Guerzoni nei probiviri. Il polesano Mirco Vicentini ha ricevuto il più alto numero di voti fra le proposte di candidature venete per il consiglio di Avis nazionale.

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In alto: Barbara Garbellini, riconfermata alla guida dell’Avis provinciale di Rovigo. Sotto: tutti i consiglieri del direttivo, “vecchi” e nuovi.

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RINNOVI: PROVINCIALE DI VENEZIA

Passaggio di consegne anche in Avis Provinciale Venezia

A

vis Provinciale di Venezia vedrà alla guida come presidente per il prossimo quadriennio Nevio Boscolo Cappon, già Presidente Avis Chioggia. Ha preso il testimone da Tito Livio Peressutti, che l’ha guidata nello scorso quadriennio. “Sono felice, onorato e pronto ad impegnarmi affinché questa sia un’esperienza positiva sotto il profilo umano e associativo - ha dichiarato a caldo Nevio Boscolo Cappon - agiremo con il nuovo consiglio nella continuità e nel nome della promozione e valorizzazione del dono del sangue: gesto prezioso dei nostri donatori ed elemento vitale per gli ammalati che lo attendono”. Nevio Boscolo Cappon, classe 1957, ex dipendente Actv (l’Azienda di trasporto della Provincia di Venezia), da 25 anni è attivo in Avis ha iniziato a donare nel 1992 e all’attivo ha un centinaio di donazioni. “Ho conosciuto Avis grazie ad un collega di lavoro Actv - spiega Boscolo - lo stesso collega, dopo qualche anno, mi propose di candidarmi per il rinnovo del Consiglio direttivo. Da quel momento non ne sono più uscito”. Boscolo ha infatti inanellato, in

Ecco “l’equipaggio” che “remerà” con il Presidente fino al 2025 Ad affiancare Nevio Boscolo Cappon in Esecutivo provinciale ci saranno: Pasquale Massaro, vicepresidente vicario (Avis Portogruaro), Fabio Reggio, vice presidente (Avis Venezia), Giovanni Laviola, tesoriere (Avis San Donà di Piave), AntonioDell’Anna, segretario (Avis Marcon). Oltre all’Esecutivo ecco gli altri 14 consiglieri: Giuseppe Barba, Massimiliano Bonso, Beppino Cleris, Lucia Delsole, Ervino Drigo, Renzo Franzoi, Daniele Valentino Gaiardo, Dino Giacomel, Tito Livio Peressutti, Massimo Schiavon, Patricia Springolo, Fabio Trevisan, Luca Vannuzzo, Fabio Zennaro.

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quasi un trentennio di “onorato servizio avisino”, tre mandati da consigliere, uno da segretario, due da Presidente, poi nuovamente segretario sempre nella Comunale di Chioggia e due mandati da vicepresidente provinciale. Fino a presidente provinciale e consigliere regionale. Nel 2020 le donazioni in tutta la Provincia di Venezia sono state: 35.292 (sangue), 5322 (plasma), 427 (piastrine). Nel mese di Maggio 2021 ci sono state 3262 donazioni (sangue), 504 di plasma 42 di piastrine (in maggio 2020 erano state rispettivamente: sangue 3132, plasma 480, piastrine 32). “Dobbiamo continuare a puntare sui giovani, sulle nuove leve e dobbiamo investire sulla formazione dei nostri futuri dirigenti - ha dichiarato Boscolo alla stampa - il Consiglio auspica di riuscire a fare un buon lavoro di squadra, seguendo le linee guida degli altri livelli del’Avis che per noi è da sempre una grande famiglia unita dalla cultura del dono”.


I punti cardine del quadriennio

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Nevio Boscolo Cappon abbiamo chiesto un sunto di massima del suo programma per il prossimo quadriennio. Il lavoro di squadra sarà per questo mandato uno degli obiettivi cardini, Dal confronto e dallo scambio si potrà rinascere e rinvigorire con nuova linfa di idee e relazioni interpersonali corrette e leali per migliorare l’attività di Avis Provinciale Venezia. Puntando a sviluppare la collaborazione tra organismi provinciali, Avis comunali e Avis regionale Veneto. Questo con l’instaurazione di nuovi rapporti e nuove collaborazioni, il consolidamento di quelli esistenti, renderà più efficiente il far rete con il tessuto sociale provinciale. In particolare dobbiamo curare specifiche aree di interesse: - Autosufficienza. Contribuire a raggiungere e mantenere l’autosufficienza di sangue e plasma, con la chiamata, accogliendo i donatori presso i Centri Trasfusionali o nei Centri di raccolta associativa. Programmare il rilancio della raccolta associativa in provincia, con rivoluzioni organizzative di qualità con flessibilità e sicurezza. Promuovere il dono del sangue sul territorio. - Giovani I giovani donne e uomini saranno al centro delle nostre attività nei prossimi 4 anni, è necessario un ricambio generazionale e un maggior coinvolgimento delle nuove generazioni. La nuova sfida per Avis provinciale Venezia è valorizzare la differenza di genere e generazionale, per una Avis dopo di noi con giovani, donne, uomini, dirigenti Avis dotati di competenza, credibilità e professionalità. Si perché volontario si diventa anche con la formazione. - Scuola e Università Il variegato mondo dell’Università e della scuola sono i luoghi più fertili per promuovere la cittadinanza attiva e solidale, la cultura del dono e dei corretti stili di vita. - Formazione La continua evoluzione della normativa obbliga i dirigenti associativi ad un continuo aggiornamento richiesto con forza dalla riforma del terzo settore. Affinchè tutti i dirigenti associativi siano competenti e di accertata professionalità nell’espletamento delle proprie azioni. Oggi più che mai dobbiamo essere capaci di cogliere il cam-

biamento e trasformarlo in opportunità e miglioramento. - Comunicazione • Cura e sviluppo del sito internet istituzionale e dei social; • Comunicazioni circolari tra consorelle e supporto con scambio di buone prassi; • Campagne di programmazione estiva promozionale del dono; • Convegni dedicati alle molteplici aree tematiche in cui interviene Avis; • Condivisione di strategie associative. Nelle prime due tabelle: nel 2020, in provincia di Venezia, è diminuito il divario fra le idoneità e la prima donazione. Negli ultimi anni anche il numero di idonei che non si associavano ad Avis sono drasticamente diminuiti. Questo grazie al sistema di accoglienza dei donatori presso i Centri trasfusionali pubblici messo in atto dalle Avis. In basso: donatori, donatrici, raccolto e trasfuso in provincia di Venezia nel 2020. (dalla relazione associativa di Tito Livio Peressutti all’ultima Assemblea provinciale).

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EUROPA: LA SFIDA DEL PLASMA

Il “modello italiano” è esempio di “scudo” sul mercato dei farmaci plasmaderivati di / Emiliano Magistri /

Un importante convegno online internazionale rilancia e conferma l’importante ruolo del modello italiano per la plasmaderivazione in c/lavorazione. Da patrimonio nazionale ad esempio da seguire per l’Europa Unita?

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a sfida da affrontare e vincere insieme è quella del plasma. In particolare, il raggiungimento dell’autosufficienza da farmaci plasmaderivati, l’unica strada che renderà l’Italia e gli altri Paesi dell’area UE indipendenti sul mercato di questi medicinali salvavita. Anche in vista di una prossima carenza. È coro unanime da: “Obiettivo: autosufficienza. Le comunità di donatori protagoniste di una strategia comune”, il webinar del ciclo Be Good organizzato da Avis Nazionale il 24 giugno. Moderato da Alice Simonetti dell’Esecutivo nazionale, l’incontro ha offerto una preziosa occasione di confronto per porre l’accento sulla sinergia tra diversi modelli trasfusionali europei attraverso il dono etico, volontario, periodico e associato. Il tutto ribadendo ancora una volta il ruolo straordinario che il mondo del Terzo Settore ha ricoperto durante la pandemia. Che bilancio possiamo tracciare? Qual è la situazione in Europa? A che punto sono le politiche comuni-

A destra: i dati della raccolta di plasma in Italia nei primi mesi del 2021. In netto aumento rispetto al 2020 dove nonostante la pandemia il calo era stato minimo. Un segno che i donatori, non donando sangue intero per il calo dei consumi, avevano accettato di buon grado lo “switch” sulla donazione di plasma.

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tarie e, soprattutto, cosa è necessario fare perché l’autosufficienza venga garantita una volta per tutte? A queste e altre domande hanno risposto gli ospiti intervenuti al webinar, prima tra tutti la deputata europea, Simona Bonafè, componente della Commissione UE Ambiente e Salute Pubblica: “La donazione rappresenta un gesto prezioso non solo come soluzione medica, ma come alleato essenziale in ambito farmacologico. A livello europeo la strategia vuole assicurare il valore etico degli emocomponenti in ogni territorio continentale. Nel corso della pandemia AVIS ha dimostrato quanto la donazione motivata sia fondamentale, una scelta rilanciata anche dal World Blood Donor Day celebrato lo scorso 14 giugno. La Commissione Europea ha proposto una revisione alla direttiva sul sangue in vigore dal 2002: troppe cose sono cambiate, quindi la legislazione va rivista, nonostante l’attenzione alla sicurezza del donatore venga assicurata


ovunque. L’armonizzazione tra gli stati membri è necessaria per diventare indipendenti in merito all’approvvigionamento degli emocomponenti”. Che la pandemia abbia rafforzato sia l’impegno associativo che il concetto di sussidiarietà, è stato rivendicato sia dal presidente di Avis Nazionale, Gianpietro Briola, sia dal direttore del Centro nazionale sangue (Cns), Vincenzo De Angelis, nei loro interventi: “Un accordo sempre più forte con le istituzioni nazionali e regionali è fondamentale per rispondere al consumo crescente previsto per il futuro. Fissare degli obiettivi con le singole Regioni è strategico per incrementare la raccolta di plasma, perché c’è troppa differenza tra i territori. In questo sarà fondamentale il supporto della Commissione Europea. Il valore etico della donazione è ciò che ha reso solido il nostro sistema rispetto ai Paesi dove questo gesto prevede una retribuzione - hanno spiegato - L’aspetto pubblico di questa scelta deve portarci a guardare all’autosufficienza come un obiettivo a cui lavorare insieme. Tutti, nessuno escluso”. Per incrementare la raccolta è necessario anche che tutti i Paesi europei allarghino la possibilità di donare, per esempio, alle persone omosessuali di sesso maschile. È stata questa una delle richieste presentate dal presidente della Fiods (la Federazione internazionale delle organizzazioni dei donatori di sangue), Gianfranco Massaro: “Sono 18 gli Stati, su 27 totali, che vietano questo tipo di donazione. L’autosufficienza di globuli rossi è garantita solo nell’Europa occidentale, per questo serve l’impegno di tutti, anche con progetti piccoli ma mirati, per aiutare quelle nazioni che sono più indietro rispetto a noi in termini di approvvigionamento”. Alla base di ogni decisione intrapresa, tuttavia, devono esserci i professionisti. Su questo tema si è concentrato l’intervento del presidente della Simti (la Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia), il veneto Francesco Fiorin, direttore del Dimt di Vicenza: “Associazioni, istituzioni e medici rappresentano le cosiddette “tre gambe” su cui si regge il nostro sistema. Troppo spesso si dà per scontata la disponibilità di emocomponenti e professionisti, quando invece non è così e la pandemia lo ha confermato. L’università italiana non prevede specializzazioni in medicina trasfusionale e questo comporta periodi troppo lunghi di insegnamento sul campo. La medicina trasfusionale non è solo raccolta: è assistenza, attività specialistica, cure oncologiche o avanzate

come nel caso della Car-T. Non c’è attività sanitaria italiana dove non entri quella trasfusionale: non possiamo più aspettare, il Covid ci ha fatto capire che pazienti e donatori hanno bisogno di risposte che dobbiamo fornire subito”. Che nulla sarebbe possibile senza l’apporto dei volontari è stato ribadito dal membro della Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare della Commissione europea, Stefaan Van Der Spiegel. Che ha lodato l’esempio della “via italiana all’autosufficienza”, basata esclusivamente sulla donazione da parte di volontari non remunerati. Nel suo intervento, oltre a ribadire l’impegno politico per la sicurezza, la qualità e l’efficienza della fornitura, Van Der Spiegel ha rivendicato i

progressi che, grazie alla legislazione recente, sono stati compiuti rispetto agli anni ’90, e ha annunciato “una proposta al Parlamento europeo per l’attuazione di interventi ulteriori per assicurare l’indipendenza dagli USA per i farmaci plasmaderivati, un’esigenza riscontrata in più parti dell’area UE e che ci renderà più forti sotto ogni aspetto”. Un gesto, quello della donazione, il cui valore rientra tra i diritti umani sia per chi lo compie, sia per chi lo riceve. È stato il concetto espresso dal componente del Direttorato dei diritti umani del Consiglio d’Europa, Lorenzo Montrasio: “La donazione etica e non remunerata rappresenta l’unico modo per evitare lo sfruttamento delle persone più deboli, a differenza di quanto avviene dove è prevista una retribuzione. Sarebbe la più grave violazione dei diritti umani, motivo per cui è necessario che la Convenzione di Oviedo completi il suo iter legislativo nei Paesi in cui è fermo”.

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Sopra. Le percentuali dei diversi tipi di plasma conferito all’industria. Se quello di tipo “A” da plasmaferesi registra esattamente la stessa percentuale del 2020, in numeri assoluti la quantità è cresciuta. (fonte dei dati: PlasmaItalia, Centro nazionale sangue)

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PROGETTI: B.E.S.T. CHOICE

Il contest sul “futuro giovane” dal 1° luglio parte il voto popolare di / Stefano Iezzi /

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l momento della scelta grafica e comunicativa dell’OK utilizzato come occhiello, attraverso cui dare spazio e prospettiva al proprio sguardo sui temi del benessere, qualcuno avrà storto il naso pensando ad una scelta banale o poco efficace.

Trovo, invece, che sia un’immagine banalmente efficace. Non c’è una strategia migliore, per ragazzi che si stanno affacciando gradualmente al mondo adulto, che “tenere d’occhio il proprio futuro”. È questo il titolo del contest, legato alle quanto mai attuali tematiche della salute e del benessere, che Avis ha lanciato con il progetto B.E.S.T. Choice. Dal 1 luglio circa 60 istituti scolastici sparsi su tutto il territorio nazionale, si sfideranno a colpi di matita o telecame-

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ra, di microfoni o tastiera per aggiudicarsi il titolo di miglior progetto di comunicazione. Le regole del gioco sono semplici: ogni gruppo di ragazzi, precedentemente individuato e selezionato all’interno del relativo istituto partecipante, si è prodotto nella realizzazione di una campagna di comunicazione rispetto ad una tra le sette tematiche che era possibile scegliere. Le tematiche in questione sono: stimolare l’esercizio fisico, prevenire l’abuso di alcol, imparare a dire di no al fumo, educare al sesso sicuro, azzerare il consumo di stupefacenti, contrastare bullismo e cyberbullismo, migliorare le abitudini alimentari. Terminato il lavoro ed il percorso necessari alla realizzazione del proprio elaborato, ogni istituto partecipante lo carica sul portale dedicato all’interno del sito www.best-choice.it, entro e non oltre il 30 giugno. Ovviamente i ragazzi sono stati seguiti e supportati da operatori scuola appositamente formati, anche se non escluderei che alcuni di questi siano stati colti di sorpresa dalle capacità espressive e comunicative messe in campo dagli studenti. Ci saranno due livelli di giudizio che attendono le fatiche profuse dai ragazzi: la prima, nonché la più influente per il punteggio, sarà riservata ad una giuria di qualità che si occuperà di assegnare un massimo di 100 punti distribuiti su pertinenza, creatività ed originalità, ripetibilità e fruibilità, complessità tecnica e produttiva, innovazione, raccordo con il territorio, traguardi educativi raggiunti. Si affiancherà alla giuria tecnica un giudizio “popolare” che nello specifico verrà calcolato attraverso il gradimento social: sempre a partire dal 1 luglio sarà possibile accedere al profilo Instagram del progetto, dove si troveranno tutti i progetti che partecipano al contest; sarà possibile per il pubblico esprimere la propria preferenza in termini di like e commenti. Anche le scuole, dal canto loro, potranno condividere i post (sia nel feed che nelle storie) e invitare i propri studenti ad andare a votare sul profilo Instagram Best Choice. L’elaborato vincitore diventerà una campagna di comunicazione per Avis. Non resta che augurare una buona competizione a tutti e che vinca la comunicazione più efficace!


PROGETTI: WWW - IOVALGO 2.0

“Contagiamoci di sicurezza”, un video

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on il progetto “WWW, Wellness Workers Web, La rete del benessere dei lavoratori”, Avis ha promosso corretti stili di vita e cultura del dono nelle aziende del Veneto. Il progetto di Avis regionale, finanziato dalla Regione Veneto Dgr 630/2019, prevedeva la realizzazione e la diffusione di alcuni video

relazionarsi e di comunicare, abbiamo intrapreso la strada dei video per i lavoratori che non possiamo più incontrare direttamente in azienda - ha spiegato Brunello - più vengono fatti circolare, più diffondiamo tra i lavoratori e i cittadini quelle regole che pur semplici, hanno un forte impatto sulla loro salute. Ringraziamo tutte le

negli ambienti di lavoro, dal titolo “Contagiamoci di sicurezza”. I quattro “corti” suggeriscono atteggiamenti corretti in fatto di postura, al lavoro e in smartworking, alimentazione, norme di sicurezza, norme anti virus… e si concludono con lo slogan “I gesti semplici salvano la salute, donare è semplice” con chiaro riferimento alla donazione del sangue, gesto semplice che salva la vita. Gruppo Centro di Medicina, rete di strutture sanitarie private e convenzionate del Veneto con oltre 1400 specialisti e 700 dipendenti in 30 sedi, ha aderito con entusiasmo al progetto grazie al suo network di oltre 200 monitor nelle sale d’attesa. Una diffusione dei video su larga scala sia tra i propri dipendenti sia tra i pazienti, premiata con un attestato che il presidente di Avis regionale, Giorgio Brunello, ha consegnato presso il Centro di Medicina di Mestre all’amministratore delegato Vincenzo Papes. Attestato che hanno ricevuto tutte le sedi che hanno aderito con il loro personale. “Siamo orgogliosi di aver contribuito alla diffusione dei valori del benessere dei lavoratori e soprattutto di aver sostenuto la campagna di Avis Veneto per la donazione di sangue e plasma ha commentato Papes - Come la prevenzione anche il dono è un gesto semplice ma che può salvare delle vite umane”. “Avendo la pandemia cambiato il modo di

sedi di Centro di Medicina per la grande sensibilità e per aver permesso di raggiungere con queste semplici suggerimenti sia i lavoratori sia gli utenti che fanno riferimento alle diverse sedi”. Il Gruppo Centro di Medicina non è nuovo alla collaborazione con Avis, che ospita spesso nel suo tour itinerante della salute, nella pagine del periodico “Medicina Moderna”, nel proprio sito e sui monitor delle sale d’attesa, con video di campagne di promozione del dono del sangue e plasma.

Si promuove il dono pure con un buon “Perlage” Attestato anche per altre aziende che hanno aderito al progetto “Contagiamoci di sicurezza” di Avis regionale. Eccolo tra le mani di Ivo Nardi e Davide Scroccaro, rispettivamente presidente e Csr Manager Perlage Winery Srl SB. Perlage Winery è una storica cantina di vino biologico, social, green, cool e festaiola nel cuore del Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg!

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RISOFABUONSANGUE

Torniamo nelle piazze, a stare e a ridere insieme, promuovendo il dono del sangue

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er quanto tempo si è attesa la possibilità di trascorrere una serata estiva all’aperto, in compagnia, ridendo, vivendo alcune ore spensierate e magari facendo anche del bene? A noi di Riso fa Buon Sangue è mancato moltissimo. A oltre un anno di distanza dal primo provvedimento governativo che, quale misura per contrastare il Coronavirus, ha imposto l’immediata interruzione delle attività in tutti i settori della cultura e dello spettacolo, dal cinema al teatro, dalla musica alle mostre, al ballo… si è creata una profondissima e gravissima crisi. Con la drastica riduzione degli eventi (attorno al 70% secondo dati Siae), la pandemia ha penalizzato e paralizzato anche il nostro lavoro e ha fatto crescere di giorno in giorno la voglia di ripartire. Di riportare comici, cantanti, dj… nelle piazze e nei teatri, per portare con la loro abilità e il loro talento risate e sorrisi, ma anche curiosità e interesse per la donazione di sangue e plasma. Il nostro obiettivo, come prima del virus che tutto ha stravolto, resta sempre quello di veicolare in modo divertente il messaggio dell’importanza del donare, specie in un periodo particolarmente difficile quale quello che stiamo vivendo. E vogliamo riprovarci. Artisti del calibro di Max Cavallari, Flavio Oreglio, Beppe Braida, Fabrizio Fontana, Sergio Sgrilli, Giusy Zenere, Rocco Barbaro, Gianpiero Perone, Paolo Franceschini, Francesco Damiano, Massimiliano Galligani, Davide Stefanato, Paolo Favaro, Marco e Francesco, Cesare Gallarini, I Gemelli Siamesi, Diego Carli, Massimo Pica, Vinicio Corrent, Vito Garofa-

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lo, Federica Ferrero, Leo Mas e tantissimi altri hanno confermato la collaborazione con Riso fa Buon Sangue per il tour 2021. L’associazione Amici del cabaret (organizzatrice del tour di RFBS), in dinamica collaborazione con alcune Avis locali, al momento di andare in stampa ha già confermato alcune date per la realizzazione dello show della “rinascita” durante l’estate. Lo sguardo è, quindi, rivolto al futuro. “C’è voglia di spegnere i computer e di guardarsi in faccia, di rivedere aperte le piazze - afferma il direttore Artistico, Enrico Cibotto - Il mondo dello spettacolo dal vivo -penso anche al teatro- ha già pagato dazio e dai dati relativi all’estate scorsa emerge chiaramente che non si è verificata alcuna situazione di pericolo in occasione dei pochi eventi realizzati in collaborazione con l’Avis Oderzo, nel trevigiano, e l’Avis Macerata, con un massimo di mille persone presenti all’esterno. C’è bisogno di guardare avanti, e se alcuni festival e grandi concerti sono già stati fatti slittare al prossimo anno 2022, Amici del cabaret e le (relative) Avis hanno, invece, confermato gli spettacoli in programma”. Per agevolare le Avis, per tutti gli spettacoli di Riso fa buon sangue l’Iva passerà dal 22% al 10%: “Si tratta di un cambio di rotta straordinario perché favorisce chi desidera organizzare una serata: il risparmio del 12% di Iva, in un momento così difficile, consente alle stesse associazioni Avis di disporre di maggiore credito ed, eventualmente, di individuare anche altre iniziative cui aderire”. Alcune date sono già state fissate. Promossi da Avis Aido Bibione, gli eventi “Riso fa buon sangue ft Sanremo Story” e “Riso fa buon sangue Show ” verranno entrambi realizzati in piazza Fontana a Bibione, rispettivamente l’8 luglio e il 12 agosto 2021. E si sono fatte avanti Avis di Ivrea, Montefiore dell’Aso, Malo, Schio, Noale, Olbia, Falcade, Pordenone, Fiume Veneto, Bottrighe, Rovigo, Precenicco… ma per i dettagli e le conferme vi invitiamo a consultare il nostro sito www.risofabuonsangue.it Intanto, durante la pandemia, Riso Fa Buon sangue ha avuto la soddisfazione di vedere due suoi artisti alla trasmissione televisiva “Italia’s got talent”. I giudici hanno riso con l’astronauta Francesco Damiano e con Massimiliano Angioni, secondo classificato alla finalissima.


CRONACHE ASSOCIATIVE

Ai Colli panchina per piccoli Principi

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ADOVA. Prima erano rimasti grossi tronchi tagliati, inutilizzati e dimenticati lì. Arte, creatività, olio di gomito e lavoro di pialla e scalpello e la “magia del Piccolo Principe” è apparsa nel parco dell’Ospedale ai Colli. Tre sculture per accogliere gli utenti minori di età dei servizi dell’Unità di Infanzia, Adolescenza, Famiglia e Consultori (IAFC) del Distretto Padova-Bacchiglione, diretta dal dottor Guido De Rénoche. Una raffigura il Piccolo Principe, un’altra la sua amica volpe e la terza a forma di panca artistica per sedersi. La loro realizzazione è stata possibile grazie al sostegno dell’Avis Comunale di Padova e del Centro Servizi Volontariato di Padova. Lo spunto è “UrbArt”, progetto di decorazione artistica degli spazi pubblici del Comune di Padova che ridà vita agli alberi abbattuti trasformandoli in vere e proprie opere scultoree. Il piano di recupero dei tronchi inutilizzati è stato supervisionato dai nostri Servizi Tecnici e Patrimoniali e ha richiesto alcune settimane di lavoro da parte degli scultori Sara Celeghin e Marco Zecchinato. Una volta concluse, le tre opere sono state posizionate nell’area verde attigua all’ingresso del Padiglione 1, dove ha sede la Neuropsichiatria Infantile. “La pandemia di Covid-19 e le relative restrizioni - ha spiegato la referente del progetto, dottoressa Giulia Marino - hanno messo a dura prova la realtà dei mi-

nori che abbiamo in cura nei nostri servizi. Con questa iniziativa intendiamo valorizzare l’accoglienza dei giovani pazienti nelle nostre strutture, mantenendo una sorta di continuità tra il mondo della fantasia, evocato dalle sculture, e la realtà dei percorsi di cura. La panca in legno, in particolare, è stata scolpita con la partecipazione attiva degli utenti adolescenti che accedono alla struttura semi-residenziale della Neuropsichiatria infantile”.

Biancoscudate “Avis” promosse in serie A

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l loro obiettivo era di giocare un capitolo importante, sia a livello sportivo che solidale attraverso un messaggio di vita, quello di “Avis un goal per la Vita”. Sono le ragazze del calcio Padova femminile, che meritatamente a giugno hanno conquistato la promozione in serie A categoria C5. “Consapevoli che non sarebbe stato facile raggiungere l’obiettivo, hanno giocato di squadra sostenendosi l’una con l’altra e portando sempre con sé lo spirito combattivo, senza mollare mai - spiega Giancarlo Agostini, referente del Club Avis Biancoscudata che le segue ad ogni partita con tifo e striscioni - Il logo Avis stampato sulla maglia è stata la forza in più, il mostrare a tutta l’Italia che la speranza di vita è anche un dono di ciascuno di noi, basta crederci attraverso il proprio impegno”. Per le giocatrici ora si prospetta un futuro da protagoniste, sem-

pre con l’Avis nel cuore e sui campi di calcio. “Avis Biancoscudata le continuerà a sostenere conclude Agostini - complimenti ragazze, avete dato allo sport un valore aggiunto vitale!”. È il caso di dirlo: ragazze sugli scudi... Bianchi.

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CRONACHE ASSOCIATIVE

I “postini Avis” invitano a vaccinarsi

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USSOLENGO (VR). I volontari dell’Avis hanno recapitato 385 lettere dell’Ulss 9 Scaligera agli ultraottantenni di Bussolengo con l’invito a sottoporsi alla vaccinazione anti Covid. “L’iniziativa - spiega il sindaco Roberto Brizzi - è nata in poche ore ed è stata messa in piedi dai volontari dell’Avis che si sono messi a disposizione per dare un aiuto agli anziani del paese che potevano inoltre telefonare in municipio per ricevere aiuto nella compilazione dei moduli necessari per la vaccinazione”. “La sintonia e la collaborazione con l’amministrazione comunale a servizio della comunità è un nostro caposaldo - af-

ferma la presidente dell’Avis, Fernanda Dalla Chiusa - così come la nostra partecipazione all’attività di accoglienza al Centro trasfusionale”. L’Avis di Bussolengo è molto impegnata anche sull’aggiornamento delle normative che riguardano la riforma del Terzo Settore, in collaborazione con il Centro servizi per il volontariato di Verona. “I nostri donatori - conclude la presidente - nonostante l’emergenza sanitaria, hanno continuato la loro encomiabile preziosissima opera, frequentando il Centro trasfusionale dell’ospedale Orlandi per donare sacche di sangue e plasma. I dati sono confortanti. Rispetto al 2019, le donazioni del 2020 sono aumentate di 73 unità e hanno raggiunto quota 1189, e nei primi cinque mesi di quest’anno sono state 38 in più dello scorso anno. Un grazie di cuore a tutti i donatori”.

Scope, rastrelli e zappe avisine di ogni età

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iornata ecologica, il 16 maggio, per le Avis comunali di Belfiore, Pescantina e Vigasio con il coinvolgimento di persone di tutte le età nella pulizia del proprio paese. Con zappe, rastrelli e scope grandi e piccoli hanno pulito marciapiedi, giardini, parchi e tutto ciò che avevano intorno, cercando di rendere più vivibile e accogliente il proprio territorio. Per tutti è stata grande la soddisfazione nel vedere che, aiutandosi, si riesce a fare una cosa così bella e si può girare per il paese senza trovare le strade o i parchi scambiati per cestini della spazzatura. Solidarietà è anche partecipa-

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re a manifestazioni come questa che riuniscono e uniscono i cittadini per una causa comune a tutti. E ci auguriamo che questo esempio valga per tanti altri. Ilaria Nenna


La carica dei 20 “Resana Green”

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ESANA (TV). Venti ragazzi dai 18 ai 21 anni hanno deciso di donare e diventare donatori nello stesso periodo. Per fare in prima persona “qualcosa di buono” e promuovere tutti insieme la donazione del sangue tra amici e coetanei. Sono i “Resana green”, dal nome del comune in cui abitano, già ribattezzati “influencer del dono” per la risonanza che il loro gesto sta avendo. “Durante la nostra assemblea di rinnovo cariche, si è collegato questo giovane Riccardo Costa che ha lanciato la proposta a nome di tutto il gruppo - spiega la presidente di Avis Resana, Fernanda Corredato - e noi siamo rimasti a bocca aperta. Venti ragazzi in un colpo solo che vogliono iscriversi e donare. Meraviglioso!”. Dalle parole si è passati in breve tempo ai fatti e in questi giorni, a gruppetti ristretti per rispettare tutte le norme di sicurezza, si stanno sottoponendo su prenotazione all’iter per l’idoneità al Centro trasfusionale dell’ospedale di Castelfranco Veneto (Tv). Qualcuno, già donatore, ha fatto la sua donazione. “È un’azione di grande responsabilità che non comporta alcuna fatica, richiede il minimo sforzo, ma può aiutare tante persone - commenta Riccardo - speriamo che altri fac-

ciano come noi”. Grande l’entusiasmo dei volontari avisini e del personale sanitario che ogni giorno accolgono i donatori. “Ci sono tanti giovani che donano, ma questo gesto fatto da un gruppo insieme è davvero una grande iniezione di fiducia per il futuro”.

Avis Vicenza su “Radio Stella Fm”

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ICENZA. Avis e donazione sulle frequenze di “Radio Stella Fm”. È l’iniziativa di Avis provinciale Vicenza che per raggiungere più persone possibili ha deciso di utilizzare un mezzo che non tramonta mai, amatissimo e immediato: la radio. “Siamo partiti ad aprile con questa idea che consiste in una serie di spot, a cadenza periodica e fino a una decina al giorno, che invitino al dono di sangue e plasma – spiega il presidente provinciale Giovanni Vantin – e con la voce, anche, di personaggi conosciuti nel nostro territorio”. Radio Stella Fm è molto seguita nel vicentino, ma raggiunge anche padovano, trevigiano, veneziano e veronese con larghi consensi. “Nello spot c’è il riferimento di Avis provinciale, che è poi il primo tramite per raggiungere le Avis comunali, che vogliamo via coinvolgere tutte – continua Vantin – perché anche questo, come altri, sia un lavoro di squadra”.

Gli spot radiofonici, ai quali tutti possono dare il proprio contributo di idee, stanno già riscuotendo un certo successo e dureranno un anno. Un gruppo insieme è davvero una grande iniezione di fiducia per il futuro.

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CRONACHE ASSOCIATIVE

Nuoto paralimpico in acquAvis

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ESTRE-MARGHERA. Domenica 30 maggio, noi volontari del Gruppo giovani di Avis Mestre-Marghera, Lucia, Lorenzo, Andrea e noi nuovi arrivati, Giada e Daniele, ci siamo riuniti presso la piscina della Polisportiva Terraglio, in occasione di una tappa delle qualificazioni di nuoto paralimpico Finp per atleti disabili. È stata la prima uscita nel territorio veneziano del neopresidente Giorgio Brunello, oltre che la prima dopo mesi di chiusura di pandemia. Nella mattinata, ci siamo occupati di accompagnare gli atleti nel percorso dall’ingresso della piscina alle tribune a bordo vasca e di assicurare il rispetto delle normative per la prevenzione della pandemia. La giornata ci ha segnati in maniera positiva e ha permesso a Giada e Daniele di fare amicizia con il resto del gruppo. È stato un evento speciale, sia perché ci ha permesso di divulgare l’importanza di donare il sangue, sia perché ci ha dato l’opportunità di vedere e di apprezzare la forza e la determinazione degli atleti di nuoto paraolimpico della nostra regione. Ci ha molto colpito vedere questi atleti non abbattersi di fronte alle difficoltà, incoraggiarsi a vicenda, il voler stare in gruppo e abbattere tante barriere. Tutto ciò ci ha permesso di vedere molti aspetti della vita da un’altra prospettiva e di capire quanto siano essenziali non solo nello sport, ma anche nella nostra vita quotidiana. Speriamo dunque che questa sia la prima di una lunga lista di iniziative ed eventi per la promozione della nostra organizzazione e per sensibilizzare sull’importanza di donare il sangue! D.S e G.A.

Nuova Comunale in provincia di Padova

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OZZONOVO. Avis Veneto, per mano del presidente regionale uscente Giorgio Brunello, ha consegnato ufficialmente il labaro alla nuova Avis comunale di Pozzonovo (Pd). Il 20 giugno presso la chiesa di Pozzonovo, c’è stata la benedizione del labaro da parte di don Pietro. Per il Direttivo e tutti i soci una giornata ricca di significato e per i cittadini di Pozzonovo un motivo di orgoglio. A festeggiare la nuova Avis che da gruppo è diventata comunale, c’erano il presidente Avis Pozzonovo Gino Minelle e provinciale Padova Luca Marcon.

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Gel igienizzante nelle scuole

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HIOGGIA (VE). Ispirati dalla donazione di 10mila litri di gel igienizzante per le mani che la famiglia Vidal ha fatto ad Avis nazionale, i volontari dell’Avis comunale di Chioggia hanno deciso di estendere il dono alla città, partendo dalle scuole. A quelle che vorranno aderire sarà donato uno scatolone di gel e una piantana, personalizzata con un messaggio di sensibilizzazione al dono. “La nostra Avis ha sempre cercato di essere molto attiva - commentano gli avisini - e anche in un momento di sconforto causato dalla pandemia, volevamo renderci utili e far sentire alla nostra città che ci siamo, che siamo vicini alle famiglie e soprattutto ai giovani, che sono il nostro futuro”. La Comunale si sta inoltre attivando per donare una piantana con il gel igienizzante da posizionare nei principali punti di ritrovo di Chioggia. “Speriamo di far sentire la nostra vicinanza anche con questo piccolo dono, perché Avis questo rappresenta: un piccolo gesto per un grande Dono”.

Gel, bicchieri e mascherine per l’Abvs

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ELLUNO. La Ivs Italia Distributori ha inserito oltre 360mila bicchieri che invitano alla donazione nei propri distributori automatici della provincia di Belluno, gestiti dall’azienda Fullin Snc. Con la scritta “Donare sangue, semplicemente importante” e il logo dell’Abvs, attraverso questi bicchieri si stanno raggiungendo migliaia di persone, in svariati e diversi luoghi e contesti, invitandole a pensare per un attimo allo straordinario gesto di solidarietà. Un’iniziativa ad ampio raggio, resa possibile dalla disponibilità di Marco Cogliati della Ivs Italia e di Rosa de Biasi della Fullin Snc che hanno messo in contatto Abvs e fornitore.

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bvs di Santo Stefano, Danta di Cadore e San Nicolò di Comelico, hanno realizzato le mascherine in microfibra personalizzate che sono state distribuite ai loro donatori e agli alunni delle scuole medie di Santo Stefano e delle elementari dei tre comuni. Le sezioni Abvs di San Nicolò di Comelico e Santo Stefano hanno inoltre realizzato insieme dei flaconcini di gel igienizzante mani distribuite sempre ai donatori e agli alunni delle medie di S. Stefano ed elementari di S. Stefano e S. Nicolò di Comelico.

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CRONACHE ASSOCIATIVE SPORT

Torna il Giro d’Italia e le Avis ci sono!

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vis è tornata al Giro d’Italia. Anche quest’anno, nonostante la pandemia, Avis Nazionale, con la collaborazione di tante sedi Avis sparse sul territorio, ha accompagnato questo evento che fa ormai parte della storia italiana, non soltanto a livello sportivo. La 104ª edizione del Giro ha preso il via l’8 maggio da Torino per arrivare il 30 maggio a Milano, dopo aver attraversato diverse regioni italiane, tra le quali il Veneto. 21 le tappe, per un totale di 3.479,9 chilometri. In Veneto sono state coinvolte alcune Avis del veronese, padovano e l’Abvs. Stand informativi sull’attività dell’associazione

e sulla donazione di sangue e plasma, bandiere e striscioni, archi e palloncini hanno salutato partenze, arrivi e passaggio dei ciclisti a ogni tappa. La provincia di Verona è stata attraversata dai “girini” ben due volte: il 21 maggio con la “Ravenna-Verona” nei comuni di Vigasio, Castel D’Azzano e Verona arrivo di tappa e il 26 maggio nella “Rovereto-Stradella” attraversando i comuni di Dolcè, Pastrengo, Lazise e Peschiera del Garda. Nel padovano è stata coinvolta il 22 maggio l’Avis di Cittadella alla partenza della “Cittadella-Monte Zoncolan” e il 24 maggio l’Abvs all’arrivo della tappa “Sacile-Cortina d’Ampezzo”.

E con Avis si riparte... in bici fino al mare

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ARENO (TV). Un gruppo di avisini della provincia di Treviso, guidati dall’allora presidente di Avis Mareno di Piave, Gian Angelo Piccin, ha pedalato lungo il corso del Sile da Treviso a Jesolo (Ve) in sella a biciclette elettriche, sotto un sole quasi estivo di maggio. Una veloce fotografia di gruppo, come non se ne vedevano da tempo, con lo sfondo di una località turistica pronta a ripartire dopo mesi difficili per tutti. Così come è pronta Avis, con le sue iniziative, a tornare ad essere portabandiera dell’attività fisica e della condivisione di momenti di felicità.

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AvisTeam, gli sportivi per il Dono

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ESTRE-MARGHERA. Hanno prestato le loro voci e i loro volti per la campagna social di Avis provinciale Venezia. Lo hanno fatto da sportivi, sapendo quanto la fatica condivisa e il sostegno siano fondamentali in campo ma anche fuori, consapevoli fino in fondo che la vittoria arriva solo dopo un gioco di squadra! Attiva da inizio maggio, la nuova campagna social della Provinciale di Venezia ha visto la partecipazione delle squadre della città e di grandi campioni nazionali. Il primo ad aderire tra tutti è stato Antonio Fantin, atleta 19enne, fresco oro in staffetta e record del mondo di specialità. Tesserato per la SS Lazio nuoto e per il GS Fiamme Oro, a metà aprile aveva registrato il nuovo record del mondo nei 100 stile libero S6, fermando il cronometro sul tempo di 01’04”52. “Per raggiungere grandi obiettivi, non solo nel nuoto ma anche nella vita, è necessario un grande team e un grande lavoro di squadra - ci ha detto Antonio - aiutaci anche tu a salvare la vita, a raggiungere l’obiettivo più grande che ci sia. Entra anche tu a far parte di questa grande squadra”.

della classe 420 Uniqua Italia. “La vita è il dono più bello che abbiamo e lo dobbiamo difendere - spiegano i due sottovento - entra a far parte anche tu dell’#AvisTeam e aiutaci a donare a chi ha più bisogno”. “Abbiamo pensato questa campagna per i più giovani - ha spiegato al lancio Tito Livio Peressutti, presidente uscente di Avis provinciale Venezia - gli atleti che ci hanno “prestato” i loro volti e le loro parole parlano direttamente a loro. Sono volti noti, che i ragazzi riconoscono. È un messaggio pensato soprattutto per loro”. E di giovanissimi si parla anche nel caso del coinvolgimento dei “Rugbytots Venezia”, che allena con la palla ovale bambini dai 2 ai 7 anni. In questo caso a mandarci il video sono stati gli allenatori. “Noi di Rugbytots sappiamo quanto sia importante il sostegno sia dentro che fuori dal campo - dice Pino - ed è per quello che sosteniamo il progetto Avis, 5 minuti della tua vita possono salvarne un’altra, pensaci”.

E l’Abvs Belluno corre al rally, grazie De Barba-Piceno

Ad aderire alla campagna sono stati anche gli atleti di alcune squadre veneziane, a cominciare dalla Reyer Venezia, da tempo impegnata a sostegno di Avis provinciale (un’importante partnership è stata attivata già lo scorso anno). In questo caso, è stata la volta di Stefano Tonut e Luca Campogrande: “Fare squadra vuol dire andare tutti uniti nella stessa direzione non dimenticando nessuno – dicono in un video social - entra anche tu in #AvisTeam, vai a donare!”. Lo stesso messaggio hanno lanciato anche a bordo della loro barca a vela, Luca Taglialegne e Silvia Versolatto, reduci dalla vittoria assoluta in casa a Trieste nella terza tappa di Coppa Italia

C’era anche il logo Abvs sezione di Belluno sull’auto da rally del team Matteo De Barba-Denis Piceno al 36° “Rally Bellunese” svoltosi a Lentiai il 22 e 23 maggio. Massiccia ed eccellente l’adesione degli equipaggi, anche provenienti da Germania e Slovenia, con tanta voglia di ripartire. De Barba e Piceno hanno gareggiato su una Peugeot 208. Il logo Abvs era collegato allo slogan “Io corro a donare, e tu?” per incentivare le donazioni tra gli sportivi e i giovani in particolare.

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Quel runner che abbiamo fatto camminare un po’ a... zig-zag di / Michela Rossato /

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partito da Trieste il giorno prima della Giornata mondiale del donatore di sangue. Il suo modo di festeggiare l’evento? Camminare per 900 km in maglia avisini. E dovunque, almeno in Veneto dove la redazione l’ha seguito passo passo, ha avuto un’accoglienza straordinaria ed entusiasta. Volontari avisini e “fasce tricolori” in ogni tappa. Percorso “allungato” per accontentare tutti. Un Veneto caloroso (e non solo per le alte temperature) e in mobilitazione generale come non si vedeva da tempo, ha accompagnato per una decina di giorni l’impresa “eroica” del donatore Maurizio Grandi. Zaino in spalla e cappello in testa, in maglia rigorosamente Avis, è partito il 13 giugno dal Friuli Venezia Giulia con destinazione la Valle d’Aosta, attra-

verso Veneto, Lombardia e Piemonte. Appassionato di cammini, dal classico di Santiago a più “corti“ di 200 chilometri in giro per l’Italia e l’Europa, Maurizio ne ha intrapreso uno di speciale, nel 60° anniversario della propria Avis di Carugate (Mi). Lo ha chiamato “In cammino da Trieste ad Aosta per una goccia in più” per promuovere la donazione di sangue tra la popolazione. “Se a fine percorso avrò convinto anche un solo cittadino a diventare donatore, il mio viaggio avrà raggiunto il suo scopo - ci ha spiegato in una tappa trevigiana - sono 900 chilometri da est a ovest con il percorso più lungo possibile, quindi attraversando il Nord Italia, per seguire il ciclo del sole come simbolo della vita”. Un percorso che in Veneto ha addirittura dovuto allungare, andando a zig-zag perché subis-

Avis provincia Venezia

Preganziol Mogliano Veneto

Vedelago

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Treviso

sato di richieste: “Alcune Avis non previste lungo il tragitto mi hanno chiamato e hanno voluto assolutamente incontrarmi - continua - così ho volentieri fatto delle deviazioni e aggiunto dei paesi. Ho ricevuto un affetto che non mi aspettavo e ho incontrato davvero un sacco di avisini, oltre a parecchi sindaci e assessori. La mia raccolta di timbri è andata al di là di quanto avevo previsto ed è bellissimo!”. Sì perché Maurizio, oltre a 500 volantini, ha portato con sé una sorta di passaporto per i timbri delle Avis incontrate e già a metà Veneto lo spazio non bastava più. “Sarà un ricordo incredibile, come i tanti luoghi incantevoli visitati, le cene in compagnia, le sorprese, il vino...”. (poteva mancare in Veneto? Altra ragione per l’andatura a zig zag? chissà... ndr). “È stato un cammino anche molto eno-gastronomico - sottolinea sorridendo - e penso di aver assaggiato ogni cibo e vino bianco e rosso possibile. A Bassano anche la grappa per poter attraversare il Ponte degli Alpini”.

Insomma il modo migliore per allontanare la stanchezza dei 30 chilometri giornalieri, con il caldo torrido dell’anticiclone africano di quella decade di giugno dal 17 al 27 giugno! “In certe giornate non ho visto un albero per dieci chilometri - continua - e ho sperato in un po’ di pioggerellina”. I ricordi più emozionanti? “Tutti, decisamente. Dai manifesti di incitamento lungo il tragitto, ai volontari che hanno camminato con me, dagli auguri del Governatore Luca Zaia, alla torta con la mia immagine, agli stand con dolci e prosecco, agli applausi all’arrivo… Momenti indelebili”. Tutto il cammino, dal Tagliamento al Mincio, è stato un tuffo al cuore. Le immagini sui suoi profili Facebook e Instagram parlano chiaro. “Grazie, grande Veneto!”, ha scritto. Il 27 giugno, noi praticamente a pochi passi dalla tipografia, ha lasciato la provincia di Verona e il Veneto: buon cammino, Maurizio!

Castelfranco Veneto

Bassano del Grappa

Vicenza

Pescantina - Bussolengo

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14 giugno: le Avis son tornate fra la gente con inventiva e fantasia di / Michela Rossato e Beppe Castellano /

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il 14 giugno si è celebrata la “Giornata mondiale del donatore di sangue”. Istituita nel 2005 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e si celebra in questa data perché è il giorno della nascita del nobel Karl Landsteiner, scopritore dei gruppi sanguigni e co-scopritore del fattore Rh. A promuovere la giornata, l’Oms, l’Isbt (associazione internazionale che riunisce gli specialisti in medicina trasfusionale) la Fiods, che raccoglie le organizzazioni di volontariato del sangue e la Federazione internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. L’organizzazione dell’edizione 2021 ha visto una stretta collaborazione tra il Ministero della Salute, il Centro nazionale sangue e il Civis che raccoglie le principali associazioni italiane di donatori Avis, Fidas, Fratres, Croce Rossa, con la collaborazione di DonatoriNati, l’associazione dei donatori della Polizia di Stato. Per lo più virtuali gli eventi di questa edizione, come il Villaggio del donatore e lo straordinario concerto in streaming di Anggun, presentato da Tiberio Timperi. A ricordare l’importanza della donazione con messaggi di ringraziamento ai donatori sono stati in molti: dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a papa Francesco, al presidente dell’Unione delle coRegione munità islamiche d’Italia Yassine

Schio

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Lafram e al Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni. Il ministro della Sanità, Roberto Speranza, ha ribadito che la donazione di sangue è un atto straordinario, che consente ogni giorno alla macchina del servizio sanitario di funzionare. Due video, in italiano ed inglese, sono arrivati ad Avis anche dal testimonial Tiziano Ferro che da sempre sostiene Avis e la donazione. Il 14 giugno è stato presentato anche il video “Un unico Fil Rouge” nato dalla collaborazione tra Avis nazionale e Avis regionali con il coordinamento del Gruppo Buone Prassi comunicazione. Il video promozionale ha lanciato a sua volta una serie di video regionali che verranno pubblicati sui social di Avis Nazionale durante l’estate. Quello del Veneto è in calendario il 27 luglio. Rai3 Veneto, la mattina del 14 giugno, in “Buongiorno regione” ha dato ampio spazio ad Avis regionale, con servizi poi ripresi durante i notiziari della giornata. Per il 14 giugno, nel rispetto delle norme di sicurezza, molte Avis venete hanno organizzato iniziative, coincise con una ripresa della vita associativa. Con l’attenuarsi delle misure anti-covid è stato una sorta di restart nella promozione del dono del sangue e del plasma “in presenza”. Ecco alcuni degli eventi organizzati dalle nostre Avis e segnalate alla redazione.

Soave


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‘Avis Schio-Altovicentino ha inaugurato l’Infopoint nel centro storico di Schio, per avvicinare sempre più persone alla proposta del dono e di un dono così prezioso qual è quello del sangue. Nella giornata mondiale del donatore del sangue è stata realizzata un’idea che avvicini soprattutto i giovani. Nello spazio dello struscio e della movida, Avis si è inserita con una vetrina che ti invita ad entrare, a riflettere, con un messaggio che i giovani non rifuggono: il dono e la gratuità. Vi trovano spazio anche l’Aido (Associazione italiana donatori organi) e l’Admo (donatori midollo osseo). Qui si possono trovare messaggi ed informazioni a queste tre realtà associative. Al taglio del nastro c’erano il presidente dell’Avis locale Fiorenzo Saccardo, il responsabile del Crat Corrado Sardella, il sindaco di Schio Valter Orsi, la delegata per il Comune di Torrebelvicino Assessore Alessandra Dalle Molle e l’atleta Luca Rigoldi. Don Mariano Ronconi l’ha benedetta. Con l’occasione sono stati consegnati 5 riconoscimenti ad altrettanti donatori. n’intera settimana, invece, è stata quella organizzata dall’Avis comunale di Soave (VR). Intanto la bellissima “Porta Verona” della splendida città-castello medievale, è stata illuminata di rosso tutte le sere dal 13 al 20 giugno, ma accanto alla storica porta, su un megaschermo, giravano in continuazioni filmati, spot, immagini e testimonial che invitavano a donare sangue e plasma... otto minuti in uno splendido collage di immagini e video, presi anche dalle Avis regionale, nazionale ed Emoservizi. Vista la ripresa del turismo, anche di prossimità, i messaggi non sono stati rivolti solo ai concittadini. Fra i tanti testimonial sportivi in video, tra l’altro, anche la campionessa di salto con l’asta (e donatrice Avis di Soave) Elisa Molinarolo, di cui parliamo a pagina 46.

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Mirano

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er la Giornata mondiale le amministrazioni di Comune di Mirano e Comune di Santa Maria di Sala hanno illuminato di rosso e giallo i loro monumenti più significativi: Villa Farsetti ed il Minicipio di Mirano. Un fil rouge And yellow) che unisce ormai tutta Italia, ha detto la neo presidente dell’Avis Mirano, Laura Zanardo.

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a torniamo a Verona. Il 14 giugno è stata una Giornata “interassociativa” in pieno centro. Le tre associazioni di volontariato del sangue presenti in provincia (Avis, Fidas e Asfa) hanno “invaso” Piazza Bra con lo sfondo dell’arena con loro gazebo comuni, distribuendo a concittadini e turisti una “penna” che aveva la funzione anche di igienizzare le mani. Questo grazie all’apposito gel in essa contenuto. Un omaggio sicuramente “centrato”, visti i tempi, con i tre loghi associativi. Ottimo promemoria per... donare. In foto i tre presidenti provinciali. È stata la prima uscita pubblica della neo eletta Paola Silvestri. na bella iniziativa dell’Avis comunale di Vicenza, è stata dedicata all’arte con una rassegna fotografica e una mostra di pittura. È stata inaugurata proprio il 12 giugno nella splendida cornice dei Chiostri di Santa Corona a Vicenza. Bravi tutti, prima di una lunga serie! All’inaugurazione, assieme al sindaco di Vicenza Francesco Rucco, alla direttrice del Csv di Vicenza Maria Rita Dal Molin c’erano il presidente dell’Avis provinciale Giovanni Vantin e il presidente della Comunale GaeVicenza tano Bellon. Segue a pag. 46

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re sui social. Erano presenti all’evento anche i volontari dell’associazione Asperger Veneto che hanno registrato l’evento per una trasmissione radio, in collaborazione con Radio Ca’ Foscari. In programma formare futuri attori, perché la mascotte possa uscire, su richiesta, in tutte le manifestazioni delle Avis comunali. empre a giugno, vicino alla settimana della Giornata mondiale Avis Malo-Monte di Malo ha inaugurato una nuova muta ciclistica per la “ripartenza”. Sperando che il peggio sia passato, ci si rimette ai pedali nell’Avis vicentina, per tornare a promuovere il dono del sangue “sportivamente”. “Siamo molto orgogliosi dei nostri ciclisti - ha detto il neo eletto presidente Davide Marchioro, che ha raccolto il testimone da Fabio De Vicari ed è il più giovane presidente nella storia di Malo e Monte di Malo - una nuova muta ciclistica con il nostro logo è una forma di rilancio delle attività dopo la pandemia”. finiamo, come promesso, parlando di una donatrice-atleta-testimonial che ha sfiorato, fino al momento di andare in stampa, la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo (23 luglio). Si tratta di Elisa Molinarolo, nata a... e donatrice Avis di Soave (Verona), padovana d’adozione, atleta per la ADS Atletica Riviera del Brenta (Venezia). Tutto il Veneto, insomma, in una ragazza 27enne che “vola”. Con l’asta, verso il cielo. Ha partecipato agli assoluti di atletica di Rovereto, proprio mentre stavamo per chiudere, domenica 27 giugno. Ha tentato, ne siamo certi, il tutto per tutto all’ultimo appuntamento utile per la qualificazione. Solo sfiorata, il mese prima a Firenze, quando la “rivale” Roberta Bruni aveva fatto il record italiano di 4,60. Elisa si era “fermata” (si fa per dire) a 4,55. Ce l’ha fatta? Non ce l’ha fatta, a Rovereto? Chissà. In ogni caso Elisa è e sarà vincente. Come donna, atleta e... donatrice.

S Mestre

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Mestre ha fatto il suo esordio il 12 giugno, in piazza Ferretto, “DONdolO” la mascotte di Avis provinciale Venezia realizzata nell’ambito del Concorso d’idee per lo sviluppo delle comunità sostenibili 2020/2021 di Cavv-Csv Venezia. È nata dalla collaborazione di tutti i partner del progetto e dalla riflessione e dalla creatività dei ragazzi delle scuole superiori coinvolti in laboratori di mimo e pantomima. Sarà d’ora in poi un tratto distintivo delle manifestazioni. Nella sua prima uscita, nell’ambito della trasmissione “traves-TI-AMO-ci” e a ridosso della Giornata mondiale del donatore, la mascotte ha animato la città attraverso tecniche di mimo e improvvisazione teatrale, suggerendo riflessioni sul dono. Nel frattempo l’artista Andrea Zuccaro dipingeva le vetrine di alcuni negozi della piazza con le immagini della mascotte trasformata in fumetto. I passanti hanno potuto fare dei selfie con “DONdolO” (con pubblicazione sui social per la partecipazione a un concorso) e i volontari hanno distribuito informazioni sul dono del sangue. Il tutto ripreso dal video maker Matteo Menapace, per la realizzazione di un video da far circola-

Malo-Monte di Malo 46

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Soave e Tokyo?


TEMPIO DEL DONATORE

Si riapre tutto, siamo aperti a tutti pagina a cura di / Michela Rossato /

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arissimi amici donatori, cari volontari e presidenti, mi sento davvero desideroso di condividere con voi la voglia di uscire e… viaggiare. I mesi passati sono stati per molte ragioni faticosi e difficili, mentre notizie spesso pesanti e contradditorie ci raggiungevano nelle nostre case. Ma le avvisaglie di un ritorno alla normalità, seppur lento, ci sono tutte, ed è per questo che, con gioia e soddisfazione, invito tutti ad una gita speciale, a Pianezze di Valdobbiadene. Le motivazioni ci sono tutte: il Veneto è zona bianca, la zona è considerata patrimonio dell’Unesco, i vigneti producono ottimo prosecco e la cucina è stellata ma, prima di tutto, il Tempio Internazionale del donatore ha riaperto i battenti! Era stato costretto a chiudere nel dicembre 2017, per urgenti e costosi lavori di ristrutturazione e restauro che si sono conclusi nel mese di aprile 2021, dopo avventure e disavventure causate anche dalle normative Covid 19 e dalle copiose nevicate, che da molti anni non coprivano in così tanta misura strade, prati e tetti. Il valore storico e culturale, unito al significato profondo che rappresenta, fanno del nostro Tempio un luogo che più di ogni altro ricorda le radici del nostro essere donatori e volontari.

Lo sforzo profuso è stato ingente, ma ne è valsa la pena. È stato bello rendersi conto che i componenti del Consiglio dell’Odv Tempio, pur provenienti da diverse associazioni del dono con caratteristiche differenti (Avis, Aido, Fidas e Fratres), hanno saputo amalgamarsi nell’intento della ricostruzione del proprio Tempio. Ora guardiamo avanti. Stiamo programmando la festa per la riapertura ufficiale, che avverrà probabilmente a settembre, mettendo in cantiere progetti da inserire in percorsi storico e culturali già presenti sul territorio ed elaborando, con la speranza della collaborazione del FAI-Fondo Ambiente Italiano, il restauro del meraviglioso crocifisso ligneo del 1600 che arricchisce le pareti del nostro Tempio. Ora c’è bisogno di tutti per ridare vitalità e dinamismo al nostro simbolo: le strutture associative comunali, provinciali, regionali e nazionali attivino iniziative e le portino a Pianezze, dove l’ ambiente e le strutture permettono che le idee si concretizzino. Soci e volontari, venite a visitare il nostro sito reale (il Tempio a Pianezze), quello virtuale www.tempiodonatore.it, la pagina Facebook e trascorriamo in serenità i mesi che stanno per arrivare. Buona estate a tutti. Gino Foffano

Tempio aperto ogni giorno, domenica anche per le Messe. E mandateci le vostre “cartoline” di ricordi: passati, presenti, futuri

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rima celebrazione religiosa, il 25 aprile 2021, al Tempio del donatore (foto in alto a destra). Ha finalmente riaperto le porte dopo il restauro e ogni domenica ospita la Messa delle ore 11. Il Tempio, grazie alla collaborazione di volontari del luogo, rimane aperto ogni giorno da mattina a sera ed è visitabile seguendo le norme di sicurezza, indossando la mascherina ed evitando assembramenti. Non serve prenotazione.

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l sito del Tempio si arricchisce delle testimonianze dei chi l’ha vissuto e visitato… Nella rinnovata homepage una sezione è dedicata proprio ai ricordi di donatori, volontari, visitatori da ogni parte del mondo, persone del luogo… Se anche voi avete un ricordo del cuore legato al Tempio, inviatecelo, verrà pubblicato. Allo stesso indirizzo email tempiodonatore@gmail.com potete mandarci foto e immagini legate a questo luogo unico, anche scattate questa estate, se ci andate.

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