Dono&Vita-AvisVeneto Settembre 2018

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Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XL - n.3 - settembre 2018 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2 NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97

Dono&Vita Nuovi Cittadini?

Nuovi Donatori!

Numero 3 - settembre 2018 Tiratura e diffusione: 101.000 copie Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue - il nostro sito: www.donoevita.it


Quanti siamo, dove siamo in Italia e Veneto

2 · DONO&VITA · 3/2017


Sommario

ASSEMBLEA REGIONALE

L’EDITORIALE · Solo aprendo i nostri orizzonti potremo aiutare i nostri malati

pag. 4

LA PAGINA DEL DIRETTORE · Una sola razza: quella Umana! Scomparso Luigi Cavalli Sforza

pag. 5

ATTUALITÀ/inchiesta · Da clandestino eritreo a nuovo cittadino ed entusiasta avisino · Il 12% degli studenti veneti è di origine straniera, il 27% africani · Caritas: 25mila i migranti che gli italiani tengono “a casa propria” · Islam: Il Corano dice di donare: salvi una vita, salvi il mondo · Sacile (PN): dialogo Avis Islam già avviato

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Dono&Vita Anno XL - n° 3 - settembre 2018 Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue TIRATURA E DIFFUSIONE: 101.000 copie Distribuzione gratuita ai soci Avis-Abvs del Veneto e alle 3.400 sedi Avis comunali, provinciali, regionali in Italia. Editore - Segreteria - Amministrazione AVIS Regionale via Ospedale, 1 - 31100 Treviso tel. 0422 405088 - avis.veneto@avis.it REDAZIONE Via Ospedale, 1 - 31100 TREVISO - tel. 0422 346544 Cell. 320 4784837 - 320 4784832 e-mail: redazione.dono-vita@avis.it Presidente Avis Regionale Veneto e Direttore Editoriale: Giorgio Brunello

ATTUALITÀ TRASFUSIONALE · Primo semestre 2018: tiene la raccolta sangue, - 5% il plasma pag. 10 · Estate West Nile Virus, inverno l’influenza: come difenderci? pag. 12 · Pericolo solo se debilitati, come si strasmette il WNV · Inverno 2018/2019: sarà totalmente gratuita la vaccinazione antinfluenzale per i donatori periodici pag. 13

L’INTERVISTA

Direttore Responsabile: Beppe Castellano - b.castellano@avis.it Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - m.rossato@avis.it Coordinamento grafico-editoriale: Costantino Gugliuzza Redattori responsabili per le provinciali AVIS-ABVS

· Terzo Settore, agenda comune per non subire il cambiamento pag. 15

BELLUNO: Barbara Iannotta, Giulia Frigimelica; PADOVA: Roberto Sartori; ROVIGO: Gianluca Munegato, Giovanni Chioldin; TREVISO: Paolo Dussin, Paolo Zanatta; VENEZIA: Giorgia Chiaro, Dario Piccolo, Manuela Fossa, Silvano Vello VERONA: Costantino Gugliuzza, Mario Lappa, Nereo Marchi. VICENZA: Enrico Iseppi.

A DUE ANNI DAL SISMA

Collaboratori fissi e rubriche:

· La vera unità deve partire dai valori e dai problemi concreti pag. 14

NUOVA RIFORMA

· Rinasce la nuova sede di Avis Amatrice, grazie alle consorelle · Arriva il poliambulatorio di Arquata, con l’aiuto di Avis Veneto

pag. 16 pag. 17

· C’erano una volta a Notre Dame un acrobata e una ballerina · La Ricerca ringrazia con i risultati

pag. 18 pag. 19

FAVOLE AVISINE/FONDAZIONE TES

Hanno collaborato a questo numero:

pag. 20 pag. 21 pag. 22

IL BELLO DEL VENETO: 100 ANNI FA · La vittoria del Piave nelle parole del più giovane “ragazzo del 99” pag. 23 · Sulle rive del Fiume a Pederobba, nel punto esatto dove iniziò la controffensiva vittoriosa che portò a Vittorio Veneto pag. 24

PRŒMIO SAMARITANO 2018 · L’edizione di quest’anno farà “90”: sono i premiati negli anni

pag. 27·

AVIS E GIOVANI · Ultimi giorni per candidarsi al Servizio civile nelle nostre Avis · Venezia Comunale entra in 1100 famiglie con i diari scolastici · Rovigo: la Giornata del Donatore dei giovani · Treviso rilancia con il CJF Musical Festival a Codogné · Storia della famiglia Umana, di nome e di fatto · Nei Grest estivi fra i giovani, bilancio di un’estate

pag. 28 pag. 28 pag. 29 pag. 29 pag. 30 pag. 30

LE SETTE SORELLE · Padova pag. 31 · Treviso da pag. 32 · Belluno da pag. 34 · · Rovigo da pag. 36 · Verona da pag. 38 · Venezia da pag. 41 · Vicenza da pag. 44

AVIS & SPORT · Friuli-Veneto insieme in Coppa del mondo nuoto paralimpico · Musile di Piave per il 50° manda tutti sul campo di calcio · Verona: due grandi tornei di Rugby e Volley, con tanti giovani

pag. 46 pag. 46 pag. 47

Veronica Curzu, Laura Venereus, Laura Cendron, Alberto Argentoni, Silvia Barbon, Simone Guzzetti, Laura Zanardo, Giampiero Fontana, Francesco Pevarello, Bruno Gardin, Michela Maggiolo, Patricia Springolo. Davide Del Negro, Nicola Baldin, Gloria Toffoli, Marta Baliviera, Ufficio Stampa Avis nazionale.

Contributi fotografici©: Archivio Beppe Castellano, Ottaviano Cereser, Barbara Iannotta, Michela Rossato. Idea Grafica: Sara Pinali - Chiara Ridolfi - Verona Impaginazione e Ottimizzazione immagini: Art&Media-Castelfranco Veneto (TV) & Luigina Mazzocca Stampa: Elcograf - Verona Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR) Chiuso in redazione il 10 settembre 2018. Il prossimo numero uscirà a dicembre 2018. IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASO ENTRO IL 31 ottobre 2018. Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO&VITA, Via Ospedale, 1 31100 TREVISO - mail: redazione.dono-vita@avis.it Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE. Copertina: Foto BeppeCastellano Grafica: Luigina Mazzocca

Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XL - n.3 - settembre 2018 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2 NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97

REGIONALE & INIZIATIVE · Piemonte e Veneto, un passo in più per conoscersi in Avis · Le caorline corsare Avis che “conquistarono” la Regata storica · Gardaland, Riso da Buon Sangue e Mirano Summer Festival

Ottaviano Cereser (Il Bello del Veneto), Lisa Baesso (Alimentazione), Giovanni Lenzo (Attualità trasfusionale), Elena Galbiati e Laura Elia (Scuola).

Dono&Vita Nuovi Cittadini?

Nuovi Donatori!

Numero 3 - settembre 2018 Tiratura e diffusione: 101.000 copie Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue - il nostro sito: www.donoevita.it


L’EDITORIALE

Solo aprendo i nostri orizzonti potremo aiutare i nostri malati di Giorgio Brunello presidente Avis regionale

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ell’assemblea regionale di maggio abbiamo lanciato nuovamente l’allarme per la diminuzione delle donazioni e la frenata negli ultimi due anni dell’aumento di donatori che proseguiva ininterrottamente da molti anni. Proprio adesso non ci voleva: la selezione dei donatori è più accurata e aumentano esclusioni e sospensioni, dato sicuramente positivo perché così si assicura agli ammalati una maggiore sicurezza del sangue che ricevono. La conseguenza è però che, non aumentando il numero di donatori, con la selezione più accurata e la frequenza donazionale diminuita, le donazioni diminuiscono. Allora che fare? Occorre svolgere queste azioni fondamentali: invitare familiari, conoscenti, amici a diventare donatori e andare a donare più spesso. Ai dirigenti associativi chiediamo di incentivare la promozione verso nuovi donatori, invitare chi lo è già a donare e ricordando che sono trascorsi i mesi necessari e si può tornare a farlo; prenotare la donazione successiva, magari già quando ci si reca a donare; accoglierli presso i Centri in cui si dona per accompagnarli nel loro importante gesto, informando, comunicando le attività delle Avis, rispondendo ai quesiti che dovessero fare. Con l’obiettivo di aumentare i donatori, con questo numero iniziamo a sviluppare un grande progetto che abbiamo annunciato in assemblea. Vogliamo porre all’attenzione di tutti che occorre intervenire per avere un numero maggiore di nuovi italiani che donano. Oggi sono ancora pochi, convinciamo l’immigrato regolare che può dare il suo contributo come cittadino, accogliamolo e così facendo si integrerà 4 · DONO&VITA · 3/2018

meglio con la comunità che lo ha accolto. Noi abbiamo bisogno di loro, loro hanno bisogno di noi. Avvieremo quanto prima un importante progetto, le diverse comunità di nuovi cittadini sono alla ricerca di occasioni di impegno solidale e i nostri ammalati hanno bisogno del loro sangue che ha lo stesso colore, anche se la pelle ne ha di diversi. Sappiamo che il tema è scottante, che la politica in questi mesi interviene sull’argomento. Non intendiamo entrare nel dibattito politico anche se siamo sempre disponibili e aperti al confronto civile. A noi preme stare dalla parte degli ammalati che hanno bisogno di sangue, siamo sempre con chi soffre, chiunque esso sia, qualunque sia il colore della pelle. Questo è il nostro impegno solidale fondante. A chi amministra spetta il compito di agire con umanità, perché ci sia una integrazione sostenibile per chi arriva in Italia garantendo la sicurezza a tutti i cittadini. Speriamo vivamente che i prossimi mesi siano contraddistinti da segni concreti di una pacifica convivenza e per promuovere città sicure e accoglienti. Diamo il nostro contributo alla riflessione, leggiamo con attenzione gli articoli che seguono e promuoviamo la donazione dei nuovi italiani. Ascoltiamoli con attenzione, approfondiamo le loro culture e sviluppiamo gesti di solidarietà presso le loro comunità. Non fermiamoci mai davanti agli slogan, ma andiamo sempre a fondo delle questioni e dei fatti. Solo così costruiremo una comunità migliore e pacifica. Ricordo anche le iniziative che stiamo sviluppando assieme alle altre Avis regionali. Con quelle del Triveneto da anni abbiamo proget-

tualità e azioni comuni. Pensiamo di condividere altre progettualità quali la comunicazione e l’attività nelle scuole. Intendiamo riprendere le attività della Scuola di formazione interregionale, interrotta qualche tempo fa. Anche il gemellaggio con Avis Piemonte va in questa direzione. Abbiamo accolto nel primo week-end di settembre il loro esecutivo e le loro Provinciali. Un incontro che è l’inizio, speriamo, di un lungo percorso di condivisione, di progetti comuni, di amicizia. La nostra azione di rete continuerà in futuro per fare crescere le Avis del Veneto e per contribuire allo sviluppo di Avis per assicurare in ogni luogo il sangue di cui i malati necessitano. A tutti i dirigenti, ai donatori, agli amici sanitari, ai cittadini, un invito: comunicate con noi, seguiteci e date il vostro contributo sui temi che trattiamo nel periodico. Ogni approfondimento, confronto, anche acceso, ma sempre nel rispetto delle idee altrui, porta sempre alla crescita culturale e umana che noi avisini auspichiamo e per cui ci battiamo sempre.


LA PAGINA DEL DIRETTORE

Una sola razza: quella Umana! Scomparso Luigi Cavalli Sforza

di Beppe Castellano

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Cambridge, fu tra i primi a chiedersi se i geni dell’uomo moderno contengano ancora una traccia della storia dell’umanità. Arrivò così a dimostrare che l’uomo appartiene a una sola e unica razza, la specie “Homo sapiens sapiens”. Che ha lo stesso Dna da dovunque provenga e lo stesso sangue... Rosso. Ma ritorneremo, magari sul web, a raccontarvi la figura di questo grande “avisino” a honorem. Peccato che se ne sia andato proprio in un periodo in cui una nuova mutazione avviene nell’uomo. È ormai l’avvento di un “Homo feisbucs fakenews” (con sottorazze di “social” vari) che almeno uno, se non ambedue, i “sapiens” del suo progenitore pare averlo perso per sempre. Ma veniamo a ciò che contiene il giornale. n questo numero abbiamo privilegiato le “storie” e le testimonianze. Troverete anche un po’ di dati che, come la scienza, sono difficilmente discutibili. Siamo partiti, in verità, a pensare l’inchiesta che apre questo giornale da una ricerca che, nelle varie Avis del territorio, ha lanciato Avis regionale prima dell’estate per progetti di più ampio respiro. Quanti nuovi cittadini fanno già parte integrante dei donatori periodici Avis? I dati dalle Provinciali (complici forse le vacanze estive) non sono ancora arrivati. Ne abbia-

I

mo raccolti altri con cui potremmo però riempire un intero numero. Il “focus”, comunque è che senza nuovi cittadini, difficilmente anche l’Avis potrà continuare nei prossimi dieci anni a garantire sangue e suoi componenti per una popolazione “indigena” sempre più anziana. Qui sotto abbiamo estrapolato, da fonte certa, dati di alcuni Paesi africani, asiatici e dell’Italia. Dimostrano come - ce lo dice il delegato delle Caritas trivenete - difficilmente, anche se altissimi, certi “muri” potranno resistere. Questione di numeri e vasi comunicanti. Ultimo appunto (parliamo di “schei”). In Veneto i contribuenti nati all’estero che pagano l’Irpef sono il 9,3% del totale. Versano tasse (dati 2016 Regione Veneto) per 774 milioni di euro e certamente “consumano” meno risorse come sangue e cure sanitarie, con un’età media di 10/15 anni inferiore a quella dei veneti. Che dite, ci riflettiamo su?

Fonte: Atlante geopolitico 2018 - Treccani

A

nno 1933. Il più grande cervello del secolo scorso, Albert Einstein, fuggiva profugo negli Stati Uniti. Era ebreo, tedesco. Scappava dalle prime persecuzioni naziste verso la sua “razza”. Si sa (o almeno si dovrebbe sapere e ricordare sempre la storia) come finì per altri 6 milioni nei 12 anni successivi. Nei moduli dell’Ufficio immigrazione statunitense, alla voce “Razza”, Einstein scrisse, semplicemente: UMANA. l 1° settembre, eravamo in dirittura d’arrivo con la chiusura di questo numero, è scomparso a 96 anni un altro grande scienziato, genetista: Luigi Cavalli Sforza. Cavalli Sforza volle collaborare con Avis nel 2006/2008 per il suo grande progetto di ricerca sul Genoma umano, nell’ambito dei suoi studi sulla “Genetica delle migrazioni”. Cavalli Sforza, guarda caso anche lui della stessa, presunta, “razza” di Einstein (da studente di Medicina a Torino dovette trasferirsi a causa delle leggi razziali fasciste a Pavia) dimostrò scientificamente “l’opinione” dell’illustre predecessore. Intrecciando discipline diverse genetica, paleontologia, antropologia, linguistica e storia - lo scienziato italiano, che per circa quarant’ anni insegnò alla Stanford University in California e prima ancora a

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L’INCHIESTA

Etiope-eritreo, profugo, nuovo cittadino ed entusiasta avisino

P

er iniziare il “viaggio” fra i nostri nuovi cittadini (e potenziali donatori) vi raccontiamo la “storia di copertina”. Getahun Tamrat (per noi Gaetano), donatore di sangue è stato intervistato dalla vicedirettrice Michela Rossato.

parente disposto ad accogliermi. Finii sulla strada a chiedere l’elemosina. Mi arrangiai così per due anni. E poi, che è successo? A 14 anni incontrai Padre Mosè che mi portò all’orfanatrofio di San Francesco ad Addis Abeba, ma a

Mia mamma era etiope, mio papà eritreo. Una coppia mista e per questo non benvista, pur nobile e benestante: lei era una contessa, lui un rettore universitario. La nostra vita scorreva normalmente, fino al colpo di Stato che portò al potere il dittatore Mengistu. Mio padre, come migliaia di altri presunti oppositori politici, fu fucilato davanti all’università di Addis Abeba. Un dolore indescrivibile. Per riavere il corpo dovemmo pagare. La tua vita cambiò totalmente. Sconvolta da un momento all’altro. Ero piccolo, rimasi con mia madre nella villa di famiglia. Avevo 12 anni, quando lei morì per una malattia. Io fui cacciato di casa dal colonnello Abebe Chala: si era alleato con una fazione ribelle e senza alcun diritto se ne impossessò. Difficile da credere, ma là succede proprio così. Da un momento all’altro non hai più niente. Essendo figlio di una coppia mista, non trovai alcun

16 arrivarono i ribelli ad arrestarmi. Ancora non lo so il perché, forse perché ero figlio di un presunto oppositore al regime. So solo che rimasi in carcere per tre lunghi anni. Ricordare quel periodo è terribile, ma lo faccio perché si sappia che in alcune zone del mondo non esistono diritti e umanità nemmeno per un ragazzo. Ho subìto ogni genere di violenze, inenarrabili. Ero ripetutamente picchiato. A causa di un colpo fortissimo alla testa, un tubo di ferro, persi totalmente la vista. Avevo meno di vent’anni. E una volta uscito dal carcere? Riuscii a tornare da Padre Mosè, mio unico riferimento. Ero distrutto nel fisico e nella psiche. E cieco. Mi aiutò Roberto Rabattoni, presidente del Centro Aiuti per l’Etiopia. Con un visto riuscì a portarmi in Italia. Mi operarono agli occhi a Milano, poco per volta tornai a vedere (spesso ha gli occhiali scuri, n.d.r.). Quindi così rimanesti in Italia?

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No, finita la convalescenza stava per scadere il visto e dovetti rientrare. Ma rientrare in patria, per chi usciva o fuggiva, significava essere arrestati dal regime, tornare in carcere e subire ancora più violenze, perfino essere uccisi. Per questo cambiai identità (pagando quel che potevo, come qualsiasi altra cosa nel mio Paese). Scappai definitivamente e tornai in Italia, a cercare un futuro dignitoso. Non ci sarebbe mai stato per me in Etiopia. Insomma t’è andata bene? Purtroppo no. Vissi due anni in case abbandonate, facendo tanti lavori diversi. Mi svegliavo prestissimo, facevo chilometri e chilometri in bicicletta sotto il sole o la pioggia andando dove c’era bisogno di manodopera. A volte andava bene, altre malissimo, come quando lavorai otto mesi per un ristoratore milanese che mi ha sfruttato soltanto, senza mai pagarmi. Da clandestino provai più volte, nascosto nei tir e rischiando la vita, anche a raggiungere l’Inghilterra per fare il cuoco, il mio grande sogno. Non ci riuscii. Un altro incontro, però, ti ha cambiato la vita. Fu quello con don Bruno Baratto della Casa Accoglienza per lavoratori emigrati. Mi portò a Giavera del Montello, in provincia di Treviso. Iniziai a lavorare in un’azienda metalmeccanica della zona. Col tempo sono diventato capo reparto. E iniziasti finalmente a vivere... Oh si. Iniziai a guardarmi intorno e a impegnarmi in tante cose, per conoscere persone, integrarmi nella comunità. Presi la patente, mi iscrissi ad alcune associazioni e sono diventato anche donatore di sangue, una delle mie gioie più grandi. Così posso restituire qualcosa di me a chi mi ha accolto. Pian


piano sono diventato consigliere della mia Avis e sono fiero di portare il labaro in molte occasioni. Dal 2015 ho la cittadinanza italiana. Tutti ti descrivono come solare,

pieno di entusiasmo, mai fermo. Dove trovi questa forza? Dal mio carattere e forse dal mio passato che mi ha insegnato a guardare avanti, a non arrendermi mai. Tutti abbiamo diritto a vivere, a sperare. Anche ora che il mio lavoro qui è in forse, mi sono rimboccato le maniche a 38 anni per provare qualcosa di diverso in Inghilterra. Vediamo come va. Certo non sarà facile stare lontano dalle persone a cui mi sono affezionato, dal buon cibo e dal prosecco (sorride). Conto di tornare presto. Sei stato discriminato in Italia? A parte chi mi sfruttava, pur sapendo che ero disperato, e chi mi chiamava “sporco negro” perché sono di colore, devo dire di non aver avuto grossi problemi, specie in Veneto. Anche perché non ho mai risposto alle offese e alle provo-

cazioni. Ho preferito dimostrare chi ero con i fatti, dandomi da fare, cercando di integrarmi, di dare il mio contributo alla società, alla “mia” Italia. So di essere stimato, oggi, e ciò mi fa piacere. Che cosa ti fa più male seguendo le vicende di tanti giovani che approdano sulle nostre coste? Mi fa male il giudizio di chi condanna senza conoscere, mi fa male la facilità con cui la gente condivide la cattiveria sui social, senza alcuna informazione di fondo. Senza conoscere, voler sapere. Dall’Africa si scappa per disperazione: per miseria cronica, guerre, dittature, corruzione. Chi fugge lo fa in condizioni disumane, per cercare uno spiraglio di luce. Non si lascia con piacere il proprio Paese, i propri cari, i propri amici e genitori. Chi non ci crede vada a vedere, di persona!

Il 12% degli studenti veneti è di origine straniera, il 27% africani

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ul finire del secondo decennio del 2000, l’Italia registra un forte incremento della popolazione straniera (dati Istat 8,3% sul totale). Secondo l’Osservatorio Regionale Immigrazione del Veneto, la crescita degli stranieri nati in Italia e iscritti alle scuole della regione è in continuo aumento. I dati analizzati, con aggiornamento all’a.s. 2014/15, segnalano circa 93mila studenti di cittadinanza non italiana iscritti. Gli stranieri nati in Italia rappresentano il 63% del totale, 5% in

più rispetto all’anno scolastico precedente. Nello specifico le città di Treviso, Vicenza, Padova e Verona contano oltre 15mila presenze. Risulta, invece, in diminuzione il numero di studenti provenienti dall’estero, quindi nati e prevalentemente educati in differenti contesti sociali. Il Veneto, secondo i dati del Miur, è la terza regione in Italia per numero di alunni con cittadinanza non italiana iscritti alle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria: l’11,6%. C’è equivalenza di studenti di sesso femminile e maschile. In

passato si registrava una maggiore presenza maschile, raggiunta ora da quella femminile che tocca anche il 51% sul totale nella scuola secondaria. Il principale Paese di provenienza è la Romania, seguita dal Marocco e dall’Albania. Sono in notevole aumento i nuovi cittadini di origine africana, con percentuale quasi pari a quella dei Paesi della non UE: 27,1% Africa, 31,1% Europa-nonUE. Secondo i dati Istat relativi all’integrazione scolastica, si riscontrano problemi di inserimento nelle classi soprattutto da parte degli studenti stranieri non nati in Italia. Nel 51,1% dei casi il motivo è la scarsa conoscenza linguistica che provoca dei ritardi nelle iscrizioni. Il 34% degli studenti ripete l’anno. Gli stranieri nelle università venete (a.a. 2015/16) sono il 5% e variano a seconda dei corsi di laurea. La sempre maggiore affluenza di nuovi cittadini permette la crescita continua della multiculturalità e, in prospettiva nel prossimo decennio, un possibile ricambio come potenziali donatori. V.C. 3/2018 · DONO&VITA · 7


Don Marino Callegari, delegato Caritas Nordest: “25mila i migranti che gli italiani tengono a casa propria” Una chiacchierata con Don Marino Callegari, Delegato Caritas del Nordest, sui migranti. “La Caritas si occupa dei cittadini in fascia di povertà - ci dice - quindi anche di quelli che oggi sono nell’occhio del ciclone: i richiedenti asilo. Arrivati in Italia, sappiamo come, chiedono il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Posso darvi un dato non numerico, ma di contenuto. Chi arriva da noi, anche con i barconi, è gente sana, persone giovani. Certo con un percorso inimmaginabile che li ha provati anche a livello fisico, ma sani. Una famiglia in miseria manda fuori il più sano, il più forte, con la speranza di un futuro. Bisogna ribadirlo. Gli immigrati, nella stragrande maggioranza dei casi (salvo eccezioni), non portano patologie. Bisogna dirlo per smontare affermazioni come: “Ci portano via il lavoro e portano malattie…” Come li accoglie la Caritas? C’è l’accoglienza diretta da parte della Caritas in un centro proprio: un appartamento, una palazzina: circa 1700/1900 persone. Distribuite nelle 16 diocesi trivenete, non sono tante. L’accoglienza è convenzionata tra Caritas e Prefetture, con le nostre fondazioni. L’altro modo è tramite le parrocchie, da noi supportate con la preparazione e individuazione degli operatori. È l’operazione “Rifugiato a casa mia” e riguarda l’accoglienza dei rifugiati che hanno già ottenuto il permesso di soggiorno, in regola, ma che non hanno casa. Vengono accompagnati all’inclusione sociale che non è fatta nei Centri di accoglienza straordinaria. Ancora poco sviluppata in Veneto (circa 200 persone nelle varie parrocchie e famiglie), è sostenuta da una quota dell’8 per mille. Infine ci sono le cooperative di matrice cattolica nate, per esempio, dal servizio civile delle Caritas e specializzate nelle povertà estre8 · DONO&VITA · 3/2018

me. Fanno convenzioni dirette con le prefetture, per cui i numeri sono molto fluidi. Ospitano piccoli numeri, gruppetti in appartamenti, non in grandi centri con troppe persone. Solo così ci può essere inclusione sociale sostenibile. Nelle famiglie, c’è chi accoglie? Certo! Questa formula è nata dall’appello di Papa Francesco due anni fa “Ogni parrocchia accolga un rifugiato”. In Italia ci sono circa 26 mila parrocchie che lo fanno. E con loro ci sono migliaia di famiglie, è bene che si dica. Ma la buona notizia non fa mai notizia. È importante il ruolo di inclusione attiva per chi arriva: conoscenza del territorio, scuole, amministrazioni, mondo del volontariato e della cooperazione, inclusione lavorativa, associazioni sportive che “scoprono” nuovi campioni. Sta già accadendo. Lo vediamo anche nel volontariato Avis, tra i donatori di midollo, nell’Unitalsi, nel Servizio civile. Vuol dire che la carta dell’inclusione è quella vincente. Pensata, sistematica, strutturata. Non dimentichiamo la scuola: la più formidabile forma di integrazione. Nella scuola bisogna lavorarci. In effetti, in Veneto, gli studenti stranieri iscritti alle scuole sono circa il 12%. È un sistema che funziona il vostro? Funziona, sì. Fosse stato applicato da subito nei vari Comuni oggi non avremmo tutti i problemi dei

grandi centri, come quello di Cona. Funziona, ma è difficilmente proponibile. Perché c’è il difetto italiano del lucro, più ne hai… Ma è davvero emergenza ? È un’ipocrisia di fondo, dobbiamo avere il coraggio di dirlo. Una cospicua minoranza fugge dalle guerre in atto. Il vero problema sono i migranti economici. È la miseria la peggior guerra. Loro fuggono da una guerra continua, dagli effetti di quelle passate. Scappano dall’Eritrea, ma anche da stati più “avanzati” con una speranza di vita di meno di 60 anni. Nel 2017 sono stati circa 60 milioni i disperati che si sono mossi da uno stato all’altro, nel mondo. In Libano sono un milione e mezzo. Si parla di “invasione” in Italia, sono sbarcate 180mila persone l’anno scorso, gran parte sono andate altrove. Parlare alla pancia della gente è più facile che parlare alla ragione. La Germania ne accoglie 1milione e ci “scandalizziamo” se Germania e Francia, che storicamente accolgono migranti, ci dicono “Anche voi prendetevi i vostri”. Ragionamenti scomodi, ma è la realtà. Sempre l’umanità ha visto imponenti movimenti migratori. Sono un prete vi ricordo che l’epopea di Abramo e Mosè è storia di migrazioni. La nostra civiltà si basa su due archetipi: uno ebraico-cristiano di chi parte, esce dalla propria terra, emigra e quello greco di Ulisse che “ritorna a casa”. La storia del mondo è l’incontro tra queste due grandi forze. La storia degli uomini è storia di migrazioni. Di incrocio di popoli, che evolvono. E il cui sangue è sempre rosso. Infine si instilla la paura dell’Islam, una paura che nasce e vegeta nel non (voler) conoscere… Inchiesta di Beppe Castellano, Michela Rossato, Veronica Curzu. Hanno collaborato: Laura Cendron, Gloria Toffoli, Marta Baliviera.


Tanji Bouchaib, Federazione islamica del Veneto: “Il Corano dice di donare: salvi una vita, salvi il mondo”

T

anji Bouchaib, 56 anni, nato in Marocco è in Italia dal 1989 dove venne in cerca di lavoro dopo aver girato mezza Europa. Ha tre figlie di 28, 23 e 15 anni, due laureate e, naturalmente, cittadine italiane. È coordinatore della Federazione Comunità islamiche del Veneto, circa 200, che si ritrovano di solito ogni venerdì e sabato. “Per la preghiera settimanale - ci racconta - e il sabato per trovarci fra noi, organizzare corsi di lingua e cultura islamica e italiana, insegnare sia il Corano, sia per corsi, conferenze, consulenze per permettere ai nuovi arrivati di imparare lingua, cultura e norme di vita del Paese che ci ospita. In particolare per la Sanità. L’Italia per molti è il nostro Paese, le mie figlie sono orgogliose di cantare “Fratelli d’Italia”. Lei come è stato accolto dai veneti, giovane in cerca di lavoro? Arrivai a Padova, poi a Cinto Caomaggiore e trovai lavoro. Nel mentre che cercavo casa le famiglie del luogo mi invitavano a cena, mi offri-

vano di fare la doccia… Oggi certi valori di accoglienza non li vedo più. Col clima degli ultimi tempi, a volte solo il fatto di essere musulmano ti fa sentire isolato o addirittura minacciato. L’Islam permette la donazione di sangue? Quanti siete come musulmani in Veneto? Il Corano dice che “se salvi un’anima, salvi il mondo” e ne sarai ricompensato nell’aldilà. O condannato se uccidi, anche un non musulmano. Come Islam, condanniamo la violenza. Il Dio è unico, ha mandato due profeti che parlassero la lingua dei diversi popoli: Mohamed e Gesù. La religione impone di aiutare il prossimo, il dono di sangue e organi è caldeggiato. Anche il re del Marocco è donatore (ne abbiamo parlato nel numero di dicembre 2017, ndr). Posso dire che come comunità marocchina siamo 70mila in Veneto e 90mila nel Nordest. Musulmani molti di più. Lei segue i vari Centri culturali islamici del Veneto...

Sacile (PN): dialogo Avis-Islam già avviato

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tretta collaborazione tra Avis e comunità musulmana è la soluzione per l’integrazione e per rispondere alle esigenze di sangue in continuo aumento. È stato ribadito nel convegno “Il sangue non conosce confine, né razze”, svoltosi il 24 giugno all’ospedale civile di Sacile (PN), organizzato dall’Avis comunale di Sacile assieme all’Aicic-Associazione Immigrati per la Cultura e l’Integrazione di Caneva. Il presidente Avis Fabio Larosa e di Aicic Rafik Mbark, hanno ribadito la forte collaborazione tra le due associazioni (Mbark è anche consigliere dell’Avis di Sacile) e l’integrazione per il bene comune. Una alleanza che dà i suoi frutti. Sono in forte aumento, infatti, i

donatori musulmani che ogni anno si iscrivono all’Avis. Anche molte donne marocchine sono parte attiva, pronte ad aiutare il malato donando in modo spontaneo il proprio sangue, ovvero l’essenza della vita. “Donare il proprio sangue fa sentire il donatore parte di un’unica comunità, priva di confini e pregiudizi - ha sottolineato Larosa - con il desiderio comune di aiutare chi ne ha davvero bisogno”. Al convegno Carmelo Agostini, consigliere nazionale Avis, ha elogiato l’impegno della giovane Comunale (nata il 14 settembre 2014) all’integrazione sociale diffondendo l’importanza del dono al di là del culto religioso. Il dottor Giorgio Siro Carniello ha affermato quanto

Posso dirvi che in molti di questi, grazie al contatto con le Avis locali, già vi sono manifesti e materiale Avis. Bisogna però approfondire l’informazione su sangue e donazione che manca a noi e la conoscenza della nostra cultura che manca a voi. Penso a un grande evento Veneto per conoscerci e informarci reciprocamente. Potrebbe essere organizzato per tutti i responsabili delle 200 comunità. Condividere è costruire ponti, come dice il vostro grande Papa Francesco. B.C.

sia vitale il ruolo del volontariato di fronte ai continui bisogni socio-sanitari della nostra società, mentre la dottoressa Patrizia Valeri, medico dirigente del Centro trasfusionale di Pordenone, ha illustrato le caratteristiche del sangue, la modalità del prelievo e gli strumenti utilizzati all’interno del Trasfusionale. Tra i relatori il dottor Gabriel Tshimanga, referente medico dell’associazione immigrati di Pordenone, che ha ribadito il ruolo fondamentale del singolo donatore e dell’Avis, impegnate a promuovere il dono della vita. “Poiché il sangue non può essere riprodotto in laboratorio vi è una continua ricerca di nuovi donatori. La comunità musulmana di Caneva, che collabora con l’Avis di Sacile, è sensibile all’argomento donazione e offre il proprio contributo”. Laura Venerus 3/2018 · DONO&VITA · 9


ATTUALITÀ TRASFUSIONALE

Primo semestre 2018: tiene la raccolta sangue, -5% il plasma di Giovanni Lenzo, direttore sanitario Avis Veneto

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l dato dipartimentale che comprende le donazioni sia dei nostri volontari, sia dei volontari iscritti con altre associazioni, aggiornato a fine giugno (primo semestre) 2018, indica che complessivamente sono state raccolte -75 unità di globuli rossi in sei mesi. Erano 128.440 nel 2017 sono 128.365 nel 2018. Il sistema Veneto ha tenuto anche grazie alla riduzione del numero delle sacche utilizzate, -2.358 nel primo semestre. Una raccolta stabile, con una riduzione di 1.9% di trasfuso, ha fatto sì che a nessun malato rivoltosi agli ospedali del Veneto sia mancato sangue. E ha fatto sì che il nostro contributo per l’autosufficienza nazionale sia perfettamente in linea con quanto preventivato a settembre del 2017. Dobbiamo constatare, però, che il trend già segnalato nel precedente numero di Dono e Vita si conferma.

Ci sono dipartimenti che crescono anche in modo significativo ed altri in cui la raccolta di sangue intero è in sofferenza. In alcuni dipartimenti c’è stato un significativo calo del trasfuso, senza riduzione del

numero delle prestazioni sanitarie effettuate. Un ragionamento a parte merita la raccolta di plasma, in grande sofferenza in tutto il territorio regionale, con la sola eccezione della provincia di Rovigo.

Sangue intero da donatori Avis - Variazioni numeri assoluti e percentuali gennaio-giugno 2013 / gennaio-giugno 2018

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Plasma in C/lavorazione inviato all’industria (fonte Behring)

Le motivazioni del calo sono le stesse già enunciate nel numero di giugno: tempistiche di donazione aumentate, ematomi durante la rinfusione, donatori che passano dalla donazione di plasma alla donazione di sangue intero. Tutto questo ha fatto sì che nei primi sei mesi dell’anno il plasma conferito all’industria farmaceutica sia stato del 5.0% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017: meno 2.388,77 chili. I dati provvisori di luglio e agosto sembrano confortanti. Nonostante le giornate torride, i nostri

volontari sono andati a donare. I donatori Avis non hanno temuto il caldo e le attese nei Centri trasfusionali, ma hanno risposto con spirito avisino alla chiamata organizzata, fatta dai volontari. Anche il tanto temuto West Nile Virus ha frenato le donazioni. “Il sistema sangue regge di fronte all’epidemia che sta colpendo molte regioni del nord Italia - scrive il direttore del Centro nazionale sangue, Giancarlo Maria Liumbruno - Il virus del Nilo Occidentale si trasmette attraverso la puntura di

una zanzara di genere culex, spesso non manifesta sintomi e solo in casi molto rari, in pazienti già indeboliti da altre patologie, può causare delle complicazioni che si rivelano letali”. Da diversi anni In Veneto si esegue la tipizzazione in NAT per determinare la presenza del virus e nessun donatore viene sospeso perché ha soggiornato in una provincia in cui era presente il virus. La tipizzazione è stata centralizzata da tre anni e in caso di soggiorno in zone in cui è presente il virus al donatore, al momento della donazione, viene prelevata una aliquota di sangue supplementare, pochi millilitri su cui eseguire l’esame in biologia molecolare. Nelle pagine che seguono ulteriori notizie sul West Nile Virus e su come affrontare l’influeza invernale. Ricordiamo a tutti i donatori Avis che, secondo una direttiva del CRAT (Centro regionale attività trasfusionali), dal 1° OTTOBRE 2018 per ogni donazione sarà OBBLIGATORIO esibire la propria TESSERA SANITARIA e un DOCUMENTO DI RICONOSCIMENTO in corso di validità.

Sangue intero da donatori Avis gennaio-giugno 2013 / gennaio-giugno 2018

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ATTUALITÀ TRASFUSIONALE

Estate West Nile Virus, inverno l’influenza: come difenderci? a cura della Redazione

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ai come la scorsa estate si è registrata una vera invasione di zanzare Culex Pipiens (le nostre autoctone, differenti dalle “tigri”) potenziali portatrici del virus del Nilo occidentale (West Nile Virus). Secondo i dati aggiornati al 21 agosto del Centro nazionale sangue (CNS), l’allarme cautelativo ha interessato trentadue province del nord Italia (Veneto, Friuli, Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte) e due province della Sardegna. In pratica tutte le regioni della Pianura Padana escluse le province di montagna. L’allarme WNV ha coinvolto anche alcuni Paesi europei ed extra europei come Grecia, Serbia, Austria, Romania, Ungheria, Francia, Kosovo, Croazia. Il CNS ha attivato dallo scorso giugno un’azione di sorveglianza e prevenzione della trasmissione del virus nelle zone interessate da segnalazioni, indicando ai Centri trasfusionali di munirsi del test Nat che riconosce il batterio nel sangue del donatore. Il test si effettua in simultanea con la donazione, evitando la trasmissione in caso di positività. Se il virus viene isolato in un

raggio di cinque chilometri dal confine con un’altra provincia, l’allerta viene diramata a tutte le province della zona. Chi abbia soggiornato in tali zone a rischio può donare in qualsiasi provincia, purché la struttura sia dotata di kit per effettuare il test NAT. In caso contrario, è necessario aspettare 28 giorni. Giancarlo Maria Liumbruno (direttore del CNS) ha dichiarato come: “Il piano di sorveglianza funziona e il sistema regge, come ha retto nel 2017 per il virus Chikungunya che colpì la regione Lazio. Il dilagare del West Nile, se sottovalutato, può aggravare le carenze di sangue in estate, quando ondate di caldo e vacanze spingono i donatori abituali a rallentare le donazioni. Qui le Regioni possono intervenire, adottando il test Nat anche nelle province non colpite dal virus per evitare di ricorrere alla sospensione sistematica dei donatori”. La raccomandazione, a quanto pare, ha funzionato. In Veneto, nonostante il WNV non si sono registrati particolari problemi, visto che già da metà giugno è scattata la NAT, via via, su tutte le donazioni. A questo proposito 58.191 sono state le sacche con-

Le province italiane dove, al 31 agosto, era stato segnalato almeno un caso di positività West Nile Virus (fonte: Cns)

trollate in Veneto dal 14 giugno al 31 agosto (Fonte: Crat). Il numero dei donatori “positivi” al WNV, pur asintomatici, è stato di 29. Solo lo 0,05%, uno su 2000. Le sacche sono state ovviamente eliminate. La Regione, invece, sempre il 31 agosto annunciava il suo “Piano Straordinario di disinfestazione dalle zanzare legato al diffondersi del West Nile Virus”, costo 500mila euro. E così, con i primi “freschi” settembrini, sono partite le province di Verona, Padova, Rovigo.

Pericolo solo se debilitati, come si trasmette il WNV

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ediamo come si trasmette e quali sono le conseguenze del West Nile Virus. I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex pipien, in foto), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Il ciclo biologico dell’insetto è di 15-20 giorni e ha una attività crepuscolare/ notturna, punge sia all’aperto che all’interno dove di giorno riposa 12 · DONO&VITA · 3/2018

e digerisce il pasto di sangue. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri. Il periodo di incuba-


Inverno 2018/2019: sarà totalmente gratuita la vaccinazione antinfluenzale per i donatori periodici

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l problema della carenza di sangue si presenta puntualmente anche a inizio anno. È accaduto in modo molto marcato a gennaio-febbraio 2018. Secondo i dati del Centro nazionale sangue, solo a gennaio 2018 il deficit di sangue è stato di oltre 1300 sacche in Italia, provocando anche il rinvio di interventi chirurgici non urgenti. Motivo della carenza è stato principalmente l’epidemia influenzale particolarmente estesa. Il periodo di principale difficoltà si è registrato attorno a metà gennaio in diverse regioni. Il Centro nazionale sangue, l’Istituto superiore di Sanità e Civis (Coordinamento nazionale delle associazioni dei donatori di sangue) avevano proposto di fornire a tutti i donatori periodici la possibilità di vaccinarsi gratuitamente contro l’influenza. In Emilia Romagna il servizio è stato attivato da gennaio, con successo. Secondo Giancarlo Maria Liumbruno, direttore del Cns, i cali si sono sempre registrati nel periodo in questione (tra l’altro post natalizio) per una serie di motivazioni concatenanti. Assieme a una migliore e puntuale programmazione delle donazioni da parte delle associazioni, sempre più necessaria, un dato da non trascurare è l’incidenza dell’influenza stagionale.

La vaccinazione precoce dei donatori potrebbe contribuire a ovviare al ciclico problema. Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, ha affermato come per la prevenzione il vaccino sia l’unico strumento a disposizione. Anche Walter Ricciardi, presidente dell’Iss, affermò: “I dati raccolti quest’anno parlano di una diffusione dell’influenza superiore a quanto atteso. L’ipotesi permetterebbe da una parte di aumentare le coperture vaccinali e la consapevolezza dei cittadini sulla prevenzione e dall’altra metterebbe in sicurezza una risorsa come il sangue che fa parte dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e che è impossibile erogare senza l’apporto fondamentale dei donatori”. La proposta, accolta con favore anche da Civis (Avis, Fidas, Fratres e Croce Rossa), è ora realtà.

Il ministero della Salute, con circolare del 30 maggio “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 20182019” ha inserito, prima volta, i donatori di sangue tra le categorie cui fornire il vaccino antinfluenzale gratuito. La circolare è stata diffusa dal Crat Veneto a tutti i Centri trasfusionali, Associazioni e Direttori generali delle Ulss. La messa a disposizione dei vaccini al milione e 800mila donatori di sangue italiani e veneti, quest’anno, potrà garantire una continuità delle donazioni e una più costante disponibilità di sangue. Chissà che, con la disponibilità di tutti i donatori di sangue (che lo ricordiamo sono veri e propri “operatori sanitari”) forse il prossimo gennaio-febbraio non staremo a piangere come sempre sul “sangue non donato”...

zione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra praticamente sintomi. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto

a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette e sono caratterizzati da febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, tremori, disturbi

alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale. In Veneto le vittime accertate sono state sino a fine agosto sei, tre in provincia di Padova, due in provincia di Treviso e uno in provincia di Rovigo. Il sistema di prevenzione principale per la popolazine è la disinfestazione e l’utilizzo di repellenti. Dott. Giovanni Lenzo

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L’INTERVISTA/GIAMPIETRO BRIOLA

Un nuovo presidente nazionale secondo da Brescia nella storia di Beppe Castellano

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iampietro Briola, 55 anni, medico e responsabile del Pronto Soccorso e Dipartimento di Emergenza dell’ospedale di Desenzano del Garda e Manerbio è da domenica 17 giugno, il nuovo presidente di Avis nazionale. È stato eletto dal Consiglio nazionale, con un voto di scarto, nella prima riunione dopo l’Assemblea nazionale di Lecce, svoltasi dal 18 al 20 maggio scorso. Raccoglie il testimone dal veneto Alberto Argentoni, che aveva rimesso il mandato dopo un anno davvero difficile. Cerchiamo di farlo conoscere meglio ai nostri lettori. Briola, come Argentoni, è impegnato da sempre in associazione. Fin da giovanissimo, 1990, è attivo nel Consiglio dell’Avis provinciale di Brescia di cui è stato anche presidente. È consigliere dell’Avis regionale Lombardia (di cui è stato direttore sanitario dal 2003 al 2009 e poi dal 2012) e di Avis nazionale di cui è stato Vice presidente vicario dal 2005 al 2009, e poi dal 2012. Componente del Consiglio direttivo del Centro nazionale sangue dal 2007 al 2010 e della consulta nazionale per il Sistema trasfusionale. Piccola curiosità storica: è il secondo presidente nazionale Avis bresciano. Prima di lui, dal 1979 al 1987, il Prof. Mario Zorzi ancor oggi a 98 anni, memoria “storica” di Avis. Siamo andati a intervistare il nuovo presidente direttamente a Manerbio. Presidente, raccoglie due eredità pesanti: quella del Prof. Mario Zorzi e quella del suo predecessore Alberto Argentoni. È stato eletto con un solo voto di scarto... L’Avis è divisa? L’Avis è una associazione di volontariato democratica, a volte con un acceso dibattito interno, ma uni14 · DONO&VITA · 3/2018

ta sui valori fondanti: l’opera a favore degli ammalati, prima di tutto. All’indomani dell’elezione a presidente tutti mi hanno assicurato il sostegno sui progetti concreti. Di Mario Zorzi, mio esempio da sempre, raccolgo la sua fermezza nel non cedere in alcun modo alle lusinghe del mercato e delle multinazionali del plasma (noto, anche sulla stampa associativa, un episodio di metà degli anni ‘80 quando il presidente Zorzi “mise alla porta” rappresentanti di una multinazionale austriaca, ndr). Il mio primo impegno, comunque, nei primi mesi sarà di perseguire l’unitarietà della associazione che, si badi bene, non vuol dire unanimismo. Siamo diversi, come Avis italiane anche perché agiamo in Sistemi sanitari regionali molto diversi fra loro, ormai. Ma noi dobbiamo condividere, anche confrontandoci, cogliendo e applicando il meglio delle esperienze di tutti. Ha già in mente qualche idea di confronto comune? Il 10 e 11 novembre, a Milano, era già stata prevista una assem-

blea nazionale straordinaria per parlare del nuovo Statuto in base alla nuova legge sul Terzo settore. I termini per adottare le nuove norme sono state però prorogate da nuovo governo, quindi sarà possibile parlarne “partendo dalla base”, dalle assemblee comunali, provinciali e regionali della prossima primavera. Approfitteremo della “due giorni” già programmata, e con la sede già prenotata, per una conferenza programmatica su tutti i problemi trasfusionali e associativi attuali e per fare il punto della situazione. Dovrebbe uscirne una linea comune Avis con un documento da sottoporre ai nostri stakeholder e ai decisori politici. Per esempio? Le donazioni calano, i donatori invecchiano? Questo è uno dei grandi problemi dei prossimi anni, l’uso di emazie si è stabilizzato in questi ultimi anni. I donatori periodici, però, sono in calo e per l’invecchiamento della popolazione sono destinati a calare ancora. Dobbiamo trovare nuove strade, per esempio come l’inclusione dei nuovi cittadini. Dobbiamo anche valorizzare la medicina trasfusionale, la carenza di medici provoca contraccolpi non indifferenti anche sui donatori. L’Italia è un esempio unico di sistema di produzione di plasmaderivati “etici” da donatori totalmente volontari, gratuiti e periodici. Un sistema pubblico da difendere, senza lasciare alcuna “breccia” in cui possa inserirsi il lucroso mercato dei plasmaderivati. Su questo, l’Avis deve essere più che unita! In autunno vi sono diversi momenti di confronto su questi temi, dal Piemonte, alla Lombardia, alla Calabria, incontriamoci... Con tanta carne al fuoco, insomma, in bocca al lupo presidente!


NUOVA RIFORMA

Terzo settore: agenda comune per non subire il cambiamento di Laura Cendron

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adova ha ospitato il 28 giugno, presso la sede dell’Enaip, il seminario “La riforma del Terzo Settore: verso una nuova agenda di lavoro del Forum Terzo Settore Veneto”. Finalità era stimolare la riflessione sui temi posti dalla riforma e sulla sua forza innovatrice e confrontarsi sulle problematiche riscontrate dalle diverse realtà che lo compongono. Per Avis Veneto, hanno partecipato il presidente regionale Giorgio Brunello e i componenti dell’Esecutivo Luigi Piva e Giorgio Gobbo. Paolo Alfier, segretario del Forum Terzo Settore Veneto (FTSV) e moderatore della giornata, ha sottolineato l’importanza di stabilire un’agenda comune che ponga degli obiettivi condivisi e che ne stabilisca dei tempi di realizzazione. La giornata è stata un punto di partenza per la costruzione di tale agenda. Fra gli altri, sono intervenuti Marco Ferrero (portavoce con Roberto Baldo del FTSV), Maurizio Mumolo e Claudia Fiaschi (direttore e portavoce del Forum Terzo Settore Nazionale). Quest’ultima ha posto l’attenzione sui cambiamenti in atto, legati all’evoluzione di spazi, professioni e rapporti fra cittadini e con le istituzioni, e sulla necessità di ripensare la sostenibilità e la funzione sociale del welfare. Le nuove generazioni si fanno testimoni del cambiamento e propongono modelli alternativi di mobilitazione sociale e di volontariato. Mutato l’accesso alla proprietà, nascono metodi di condivisione in cui l’importante è usare più che possedere, ponendo sempre più al centro dell’attenzione l’ambiente e le persone. Il Terzo Settore non deve restare indifferente a queste spinte. Per fare innovazione socia-

le è indispensabile collaborare con gli altri attori presenti sulla scena: solo in questo modo si può fare la differenza sulla comunità. A confermarlo tre esperienze, tutte venete, raccontate dai diretti protagonisti: lo spazio di co-working CRE-TA nel Bassanese, lo Sportello Energia di Santorso, finalista del Premio EU per l’Energia sostenibile e infine il Welfare 4.0 di Innova (Cittadella). I partecipanti al seminario sono stati quindi divisi in due gruppi di lavoro, rappresentativi delle diverse realtà del TSV. Guidati da un formatore, hanno analizzato le problematiche, i punti da “mettere in agenda”, le priorità. È emerso che le principali criticità sono dettate dalla complessità della riforma che crea incertezza e (per le associazioni maggiori) dalla necessità di adeguare il proprio statuto e definire la qualifica da assumere. Alcune realtà intermedie vivono una sorta di stallo, per la mancanza di risposte da dare ai livelli sotto-ordinati, in attesa di ricevere indicazioni da parte dei livelli superiori. Il presidente Brunello ha osservato che la riforma fa chiarezza rispetto alle attività che si possono svolgere, ma che occorre prima definire internamente l’obiettivo finale e i

confini del proprio raggio d’azione. Al Forum si richiede di lavorare per trovare un modello unico di governance e mettere ordine nella rappresentanza, dal momento che ad oggi le realtà del TS si confrontano a diversi tavoli. È altresì importante sviluppare il rapporto con la Pubblica amministrazione verso una reale co-programmazione delle politiche. Infine, il Forum deve porsi come catalizzatore di pratiche e occasione di confronto su quanto avviene nel territorio. Maurizio Mumolo, direttore del FTSN, ha posto in chiusura l’accento su due elementi della riforma: da un lato il ruolo centrale del volontariato e del volontario stesso (ormai componenti qualificanti del Terzo Settore, tant’è che la loro definizione giuridica precede quella delle varie tipologie di Terzo Settore), dall’altro la portata innovativa dell’articolo 55, che modernizza il rapporto fra organizzazioni di società civile, organizzazioni del Terzo Settore e amministrazioni pubbliche, che “assicurano il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo Settore, attraverso forme di co-programmazione e co-progettazione e accreditamento”. 3/2018 · DONO&VITA · 15


A DUE ANNI DAL SISMA

Rinasce la nuova sede di Avis Amatrice, grazie alle consorelle da Ufficio Stampa Avis Nazionale

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due anni di distanza dal terribile sisma che ha colpito il Centro Italia, l’Avis comunale di Amatrice (Ri) è tornata ad avere una sua sede. Il 5 agosto, in concomitanza con il suo quarantesimo anniversario di fondazione, si è svolta l’inaugurazione della nuova struttura che ospita gli uffici e le attività associative. Situato in piazza del donatore, l’edificio è stato realizzato in legno su progetto di Erreb2 Amatrice e Area Progetto Associati. Costruito dalla ditta Straulino (con sede a Udine), riprende la forma della A di Avis. La sede precedente era crollata durante il terremoto del 24 agosto 2016. Cariche di commozione le parole del presidente dell’Avis amatriciana, Francesco Di Marco, che ha voluto ringraziare “tutte quelle Avis, i privati e la Uila (Unione italiana dei Lavoratori agroalimentari) che, attraverso le loro donazioni, ci hanno permesso di ritornare alla normalità. Come già accaduto con l’autoemoteca, inaugurata nell’aprile 2017 e dedicata a una donatrice che perse la vita nel sisma, Rosella Adduci, anche l’immobile è stato intitolato a una vittima del terremoto: il nostro consigliere Agostino Ciancaglioni”.

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Il terremoto ha strappato alla vita anche la moglie e una figlia del dirigente associativo. Il profondo significato e la valenza, non solo locale, di questo appuntamento sono stati sottolineati dal presidente di Avis nazionale Gianpietro Briola: “Sono contento che molti nostri volontari, in rappresentanza di diversi comuni e regioni italiane, abbiano partecipato a questo evento. È un segno di amicizia e di vicinanza a una cittadina che tanto ha sofferto, ma che tanto ha saputo impegnarsi per ricominciare e che desidera, con questo momento, essere un esempio di altruismo anche in un contesto molto difficile”. All’inaugurazione presenti anche numerose delegazioni di Avis venete. Avis nazionale si era attivata all’indomani del sisma istituendo una raccolta fondi in aiuto dei Comuni e delle Avis colpiti. Il presidente dell’Avis regionale Lazio, Fulvio Vicerè è intervenuto dicendo che “Dal 2016 a oggi abbiamo dato un grosso impulso a questo importantissimo progetto di ricostruzione, raccordando tra di loro i diversi livelli associativi e le diverse sedi. Siamo ancora più soddisfatti, perché all’interno di una re-

gione carente e non autosufficiente come il Lazio, rimettere in piedi un sistema di raccolta e chiamata professionale è un segnale davvero positivo e incoraggiante per tutti”. “Il sisma di due anni fa ha sconvolto l’Italia intera - ha aggiunto il presidente di Avis provinciale Rieti, Giuseppe Zelli - ma è stata anche un’occasione per riscoprire l’importanza di fare rete e di rafforzare lo spirito di comunità. Una comunità come quella di Avis, fatta da persone che condividono i valori della solidarietà e del volontariato. Partendo da questa consapevolezza, ci siamo attivati fin da subito per fornire ogni tipo di supporto e per garantire la continuità delle attività associative, organizzando raccolte di sangue e dotando l’Avis di Amatrice di un’unità mobile”.


In arrivo il Poliambulatorio ad Arquata del Tronto, sorgerà grazie anche al contributo dell’Avis regionale del Veneto

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opo l’ultimo tornante ci si trova su una strada delimitata da alti pannelli di legno e oltre questi ci sono immensi cumuli di macerie. Solo una torre (quella dell’orologio) è in piedi, tutta imbragata. Al termine della via inizia una zona con containers e un parco con giochi per bambini, aree sportive attrezzate e servizi. Sullo sfondo case visibilmente danneggiate o chiuse. Poco lontano gruppi di casette in legno, dignitose e ben curate, un paio di agglomerati con negozi, uffici e servizi, la chiesa in un container e l’ormai celebre Polo del gusto. Questo è lo spettacolo che ci ha accolti arrivando ad Amatrice e che ci ha letteralmente ammutoliti. Una sensazione è quella che scaturisce dalle immagini in televisione e un’altra è quella che si prova di persona, sul posto, a due anni dal terremoto. Siamo arrivati per festeggiare i 40 anni dell’Avis locale e l’inaugurazione della nuova sede associativa, dato che quella vecchia è tra gli edifici crollati. Una manifestazione per dire che la vita continua e che le cose rinascono, che noi siamo lì per quelli che vivono in questa realtà e lo fanno per scelta, non per necessità o mancanza di alternative. Durante la cerimonia, il presidente di Avis nazionale Briola sottolinea che sono i cuori degli uomini di Amatrice ad essere stati i più danneggiati, noi non possiamo guarire quelle ferite, ma dare conforto con la nostra vicinanza. Siamo felici che molte Avis, da tutta Italia e veramente tante dal Veneto, siano volute partecipare a questa cerimonia e testimoniare la nostra solidarietà. Avis è una grande famiglia! Ad Amatrice come ad Arquata. Durante la nostra visita, infatti, gli amici dell’Avis Marche ci han-

no accompagnano a visitare anche Arquata del Tronto (Ap), dove verrà realizzata la nuova struttura finanziata da Avis. Siamo nel fondo valle e se alziamo lo sguardo vediamo in alto le rovine del borgo che è stato gravemente danneggiato e che non potrà più essere ripopolato per questioni di sicurezza. È previsto un poliambulatorio con un servizio di telemedicina. L’idea è del medico di medicina generale che lavora nella valle. L’edifico sorgerà accanto a una nuovissima scuola (già realizzata) e davanti a un centro servizi polifunzionale (in corso di realizzazione). Facciamo fatica a immaginare quest’area popolata di persone e di bambini. Una comunità potrà ricostituirsi al termine della ricostruzione che si annuncia lunga e difficile? La risposta a questa domanda ce la dà la proprietaria di un ristorante ospitato in un grande prefabbricato con un bar, alcuni negozi e servizi presso un agglomerato di casette e capannoni a pochi chilometri da Arquata, lungo la via Salaria. Quando viene a sapere chi siamo, ci ringrazia perché grazie al poliambulatorio le donne potranno avere finalmente anche un servi-

zio di ginecologia. Un servizio mai avuto in valle! Ci racconta del terremoto, del ristorante con alloggi che aveva ad Arquata, della fortuna di essere rimasti tutti illesi, famigliari e ospiti. Del vecchio locale hanno salvato due porte, uno specchio e un caminetto che fanno bella vista nel nuovo locale. Poi ci dice che ha appena aperto dopo quasi due anni di inattività, ricominciando da zero con entusiasmo e speranza, ma anche con l’angoscia del non sapere se ce la faranno. La speranza fa andare avanti! Il pranzo è stato ottimo, tutto a base di alimenti locali. Torneremo, non dimenticheremo. Alberto Argentoni, consigliere Avis nazionale

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FAVOLE AVISINE

C’erano una volta a Notre Dame un acrobata e una ballerina... di Michela Rossato

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aleotto fu il tour di “Notre Dame de Paris”. Prova dopo prova, data dopo data, li ha portati dritti… all’altare! Un amore sbocciato nel 2016 tra le “mura” della Cattedrale, al più grande successo di sempre nella storia del musical italiano, tra ore di fatica e allenamenti, tra luci e fantastiche atmosfere, le voci di Lola Ponce e Giò di Tonno e le musiche del grande Riccardo Cocciante. Sembra scritta per un film, ma è tutta felicemente vera la storia di Beatrice Zancanaro e Alberto Poli. Beatrice ha 29 anni, è di Venezia ed è ballerina professionista. Alberto ne ha 28, è di Modena e fa l’acrobata. Si sposeranno il 29 settembre, nel modenese con l’intenzione di “abitare” a Jesolo (Ve), nelle pause di un lavoro

che li porta in giro per il mondo. La proposta di matrimonio è arrivata in Turchia, “con un anello nascosto in un ovetto di cioccolato” sottolinea Beatrice, il corso pre matrimoniale l’hanno fatto a Los Angeles, il video di partecipazione a parenti e amici è stato girato in Arizona e inviato dal Messico. Assieme, ora, stanno dando vita all’AcroModernLab, progetto di laboratori di danza acrobatica per bambini e ragazzi da portare in giro per l’Italia e all’estero. Due giovani belli, molto innamorati e in formissima che, oltre ad avere in comune la grande passione per il movimento, lo spettacolo e le acrobazie, condividono il valore dell’altruismo, donando il sangue. Ci raggiungono in redazione, una calda mattina di agosto, per dirci

Beatrice e Alberto, una grande passione

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eatrice è stata nella Nazionale di ginnastica ritmica dal 2000 al 2008 per poi passare alla danza. Ad uno stage internazionale a Treviso ha ricevuto diverse borse di studio ed ha iniziato a sperimentare tanti stili

di danza diversi. Ha partecipato ad “Amici” nel 2008. Da professionista ha ballato, tra gli altri, per Anastacia, Liza Minelli, Renato Zero e in diversi musical. È una ballerina del Cirque du Soleil, con cui ha anche fatto un tour di un anno in una nave

Beatrice e Alberto mentre si esibiscono con le loro evoluzioni durante una delle repliche di Notre Dame de Paris

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da crociera. È stata nel cast del Notre Dame de Paris per un anno, dal 2016 a metà del 2017. È laureata in Arti e Scienze dello spettacolo.

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lberto a 12 anni si innamora di salti e acrobazie vedendo Notre Dame in televisione. Impara a farli seguendo i video su you tube. A 16 anni frequenta una scuola di ginnastica acrobatica. Nel 2007 fonda con alcuni amici il Team Vertical Limite, un gruppo di ballerini e acrobati con cui partecipa a spettacoli sempre più importanti. Un infortunio sembra arrestare la sua passione che, invece, riprende con determinazione. Decide di fare l’acrobata a tempo pieno. Partecipa ad alcuni provini ed entra al Notre Dame de Paris, dov’è anche swing, cioè l’acrobata che conosce anche la parte di tutti gli altri.


che al loro matrimonio Avis ci sarà. Con Tes. Il loro racconto è tutto un guardarsi, sorridenti. “Per un giorno così felice abbiamo deciso di preferire alla classica bomboniera un contributo economico alla ricerca - spiega Beatrice - e dopo aver contattato varie Avis, la risposta entusiasta della regionale Veneto ci ha convinti a devolverlo a Tes, la fondazione, partner di Avis, che studia le malattie del sangue anche grazie a giovani ricercatrici. Questa cosa ci riempie di gioia”. Mentre lo dice, Beatrice si emoziona. La sua mamma non c’è più e non potrà starle accanto, ma aiutare la ricerca potrà dare una speranza in più a tanti altri malati. Un gesto che verrà spiegato agli invitati con un biglietto, unito ad un

piccolo gadget avisino. Sventolerà redazione e segreteria regionale, a anche la bandiera dell’Avis, pronta- dire a tutti che “amore porta amomente donata ai due piccioncini da re”. Auguroni…

FONDAZIONE TES

La ricerca ringrazia con i risultati a cura della dott.ssa Silvia Barbon, ricercatrice TES

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mportante riconoscimento al lavoro di Tes! Il 29 giugno scorso la rivista scientifica internazionale, il Journal of Tissue Engineering and Regenerative Medicine, ha pubblicato un articolo che descrive i risultati del progetto di ricerca realizzato dai ricercatori di Tes e dell’Università di Padova, in collaborazione con i medici del Centro trasfusionale dell’ospedale di Belluno. Questo lavoro definisce le caratteristiche terapeutiche di un innovativo emocomponente, chiamato membrana leuco-fibrino-piastrinica, che viene prodotto dai medici trasfusionisti bellunesi per la terapia rigenerativa della cartilagine articolare. La membrana è un prodotto autologo, realizzato a partire dal sangue dei pazienti, che viene concentrato tramite aferesi nelle sue componenti principali: piastrine, globuli bianchi, fibrina e cellule staminali circolanti. Come abbiamo avuto modo di spiegare già nei numeri precedenti,

la ricerca di Tes ha permesso di stabilire che i benefici terapeutici della membrana leuco-fibrino-piastrinica derivano proprio dall’elevato contenuto di tali elementi. Nel dettaglio le piastrine producono delle proteine chiamate fattori di crescita, che svolgono un ruolo fondamentale nella rigenerazione dei tessuti e nella formazione di nuovi vasi che porteranno il sangue al tessuto rigenerato; i globuli bianchi producono delle proteine dette citochine, che regolano lo stato di infiammazione del tessuto danneggiato. La fibrina conferisce alla membrana una struttura resistente, ma elastica ed estremamente manipolabile, che rende questo emocomponente facilmente suturabile sul sito del danno da riparare. Inoltre, la rete di fibrina che costituisce la struttura della membrana permette un rilascio controllato nel tempo delle proteine e delle cellule in essa intrappolate, garantendo un effetto terapeutico prolungato. Alla

fine, la membrana va incontro ad un processo di biodegradazione allo scopo di lasciare spazio al nuovo tessuto rigenerato. Infine, è stato dimostrato che nella membrana leuco-fibrino-piastrinica anche le cellule staminali circolanti risultano estremamente concentrate rispetto alle condizioni fisiologiche. Questo facilita enormemente la procedura di estrazione di cellule staminali dal sangue, che acquisisce un ulteriore valore terapeutico come fonte di cellule ad alto potere rigenerativo. Proprio grazie alla consolidata partnership tra Avis, Abvs e la Fondazione Tes, che si occupa di ricerca nel campo della medicina rigenerativa, si è raggiunto questo importante traguardo scientifico. Il lavoro di ricerca contribuisce all’ampliamento delle conoscenze scientifiche sulle potenzialità terapeutiche del sangue, un tessuto dalle risorse inesauribili, che ancora deve essere scoperto in tutto il suo enorme potenziale. 3/2018 · DONO&VITA · 19


REGIONALE & INIZIATIVE

Piemonte e Veneto, un passo in più per conoscersi in Avis a cura della Redazione

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a vicinanza storica tra la popolazione veneta e quella piemontese, che affonda le radici in un passato non troppo lontano, quando molti veneti emigrarono in Piemonte per lavorare, si è tradotta in una vicinanza anche avisina. Con la firma a Mestre del gemellaggio tra l’Avis Veneto e l’Avis Piemonte, i presidenti delle due tra le più grandi Regionali d’Italia, Giorgio Brunello (Veneto) e Giorgio Groppo (Piemonte), hanno dato il via ad una più stretta collaborazione associativa. La firma è avvenuta l’1 settembre presso la sede dell’Avis provinciale di Venezia, a Mestre, per “rinforzare l’amicizia che lega le due realtà e i loro dirigenti e collaborare per la crescita e lo sviluppo di Avis in ogni ambito”. Finalità sono la condivisione di esperienze e buone pratiche in diversi campi, in particolare nella raccolta associativa del sangue, molto diversa nelle due realtà, nella formazione dei dirigenti, negli interventi nelle scuole e nella comunicazione. Su quest’ultimo punto, Groppo ha posto un particolare accento, citando il nostro periodico “Dono&Vita” come un esempio di informazione corretta, di qualità, che fa conoscere e unisce. Durante l’incontro, le due delegazioni hanno presentato e condiviso

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le proprie esperienze in questi settori, evidenziando punti di forza e criticità, punti in comune e differenze. Nei prossimi incontri (il primo in occasione del convegno “Il sistema trasfusionale italiano alla luce delle direttive comunitarie” a Cuneo, il 6 ottobre) ci sarà modo di confrontarsi anche sugli altri ambiti d’azione di Avis, comprese le iniziative di sensibilizzazione nel territorio e nel campo della ricerca. Dopo una prima reciproca conoscenza, si partirà con la condivisione di pratiche e progetti. Soddisfatti i due presidenti e con loro le rispettive delegazioni (tra i dirigenti piemontesi spiccavano alcuni cognomi tipicamente veneti). Per Avis Veneto erano presenti il vice regionale Roberto Sartori e i componenti dell’Esecutivo Luigi Piva e Giorgio Gobbo, oltre ai consiglieri di Avis nazionale Alberto Argentoni e Gino Foffano e alcuni dei nostri presidenti provinciali. Domenica 2 settembre, in mattinata, la delegazione piemontese ha visitato il Centro trasfusionale dell’ospedale all’Angelo di Mestre, accolta dal dott. Cesare Olbi, per poi spostarsi a Venezia. Guidata dall’Avis comunale veneziana, ha assistito alla regata storica, alla quale hanno partecipato anche

le caorline dell’Avis di Venezia e dell’Avis di Chioggia. Centinaia di cappellini rossi Avis sono stati indossati dai rematori delle altre imbarcazioni, per sensibilizzare al dono del sangue e ricordare il 50° di fondazione dell’Avis Veneto. Una grande, gioiosa festa per tutti! Qui accanto una breve cronaca della Regata dal nostro direttore, per l’occasione in veste di polena a prua della caorlina di Venezia.


Le caorline corsare Avis che “conquistarono” la Regata storica

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uasi dei corsari rossi di salgariana memoria, per citare un amatissimo veneto-piemontese. Non sventolavano il Jolly Roger con teschi e tibie, le due caorline a sei remi, guarda caso rossa e azzurra di Venezia e Chioggia, ma bandiere Avis, tricolore e “Leon”. E così sia nell’attesa del tradizionale corteo in Bacino di San Marco, sia lungo il Canal, di imbarcazioni ne hanno “abbordate” a decine. Arrembaggi che però non portavano via nulla agli altri equipaggi, anzi. Aggiungevano invece colore, allegria e spirito di solidarietà da esibire davanti alle migliaia e migliaia di spettatori.

Lungo il “Canal”, al seguito delle barche storice, il rosso di circa 300 cappellini Avis ha punteggiato un pomeriggio di voga baciato dal sole. Perfino il “Doge”, “Pantalon” e i “Patrizi” in costume incrociati più volte lo avrebbero reclamato, ma l’etichetta del corteo storico non lo permetteva. Un protocollo che però non ha impedito al presidente della Comunale Sandro Cicogna, di “abbordare” il sindaco di Venezia Luigi

Brugnaro sfiorando con la caorlina corsara la “machina” delle autorità: “Ciò. Gigi! Te ghé da meterte anca ti el capelin rosso Avis!”. “Ocio, che te mando i vigili...” E un sorridente motoscafo della Polizia Locale provvedeva al recapito acquatico. E che dire di Rai 2 che per tutto il pomeriggio mandava in diretta corsari avisini e loro cappellini invitando più volte a donare? Diavoli di veneziani!

Cappellini rossi a centinaia pure a Gardaland per i 50, 60 e 70 anni Avis

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vis Veneto per i suoi 50 anni di vita, Provinciale Verona per i 60 e Comunale Verona per i suoi 70, hanno organizzato insieme la giornata di svago e sensibilizzazione alla donazione di sangue “Gardaland day 2018”. Coadiuvata anche da altre Provinciali del Veneto e di fuori regione (Brescia e Mantova), Avis ha offerto un prezzo agevolato per i donatori di sangue, 25 euro, che oltre 600 donatori hanno colto al volo. Giornata calda, di divertimento e amicizia, con il costante pensiero di fare qualcosa per tutti, per gli altri, per noi stessi. L’evento ha permesso di farci conoscere da molti giovani presenti al

Parco, di avvicinarli e coinvolgerli, anche con foto divertenti e post sui social. Un modo innovativo e divertente per propagandare l’Avis e il suo messaggio di solidarietà. Grazie al nostro coinvolgimento, oltre ad aver addobbato il parco con i nostri loghi associativi, sono stati distribuiti volantini sulla donazione e centinaia di cappellini rossi, messi a disposizione dalla Regionale Veneto. Un grazie particolare alla direzione del Parco, sia per l’accoglienza sia per l’agevolazione del biglietti d’ingresso, allo staff e a coloro che nelle giornate precedenti hanno seguito tutto l’iter delle prenotazioni. Arrivederci a tutti nel 2019. Simone Guzzetti 3/2018 · DONO&VITA · 21


Riso fa buon sangue, stagione da incorniciare

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ono 350 le persone che hanno chiesto informazioni sulla donazione del sangue durante le serate del tour 2018 di “Riso fa buon sangue”. Un risultato straordinario che conferma la felice intuizione di abbinare comicità e Avis, divertimento e sensibilizzazione al dono. Gli spettacoli sono stati molti in ogni provincia del Veneto, oltre a quelli fuori regione, in un crescendo di interese da parte del pubblico. “Quest’anno, poi, abbiamo lanciato una sorta di “gioco scommessa - spiega il direttore artistico Enrico Cibotto - raccogliendo i nominativi di chi si impegnava ad andare a fare l’idoneità entro una settimana dalla serata. Siamo arrivati a 80!”. Agli spettacoli hanno partecipato e collaborato molte Avis comunali, provinciali e regionali, con serata speciale il 31 agosto a Bibione. Una tappa del tutto particolare, con le premiazioni della nona edizione del “Festival del cabaret” e del premio “Lino Toffolo”. In sala i rappresentanti di tutte le Avis che, durante l’estate, han-

no ospitato lo spettacolo: Vigonza, Fiume Veneto, Este, Monselice, Martinengo, Moena, Jesolo, Oderzo, Corridonia, Cessalto, Cimadolmo, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Mansuè, Ormelle, Salgarada, San Paolo di Piave, Adria, Noale, Montefiore dell’Aso, Cornedo Vicentino, Valdagno, Recoaro Terme, Brogliano, Castelgomberto/ Trissino, Avis Mandamento Portogruaro, Cologna Veneta, Verona, Treviso, Macerata, Venezia, Rovigo, Vicenza, i presidenti regionali di Avis Veneto (Giorgio Brunello) e Friuli Venezia Giulia (Lisa Pivetta), la

presidente nazionale di Aido Flavia Petrin. La giuria era composta da presidenti Avis e presieduta da Alberto Argentoni, consigliere di Avis nazionale. Sei i comici in gara per il Festival: Davide Calgaro, Roberto Carnevale, Francesca Puglisi, Sebi Picone, Fulvio Fuina e Massimo Brancalion. Ha vinto Davide Calgaro, che ha ricevuto anche il Premio Lino Toffolo, direttamente dai figli del comico veneziano. Alla fine la premiazione dei vincitori degli IBA (Italian Bloww Awards), già annunciati nel nostro numero di giugno.

Mirano Summer Festival: un mese di promozione fra migliaia di persone

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innovata collaborazione tra le Avis del Miranese e l’associazione Volare per la sensibilizzazione alla donazione del sangue nel Mirano Summer Festival. Un progetto supportato anche da Provinciale Venezia e Avis regionale che ha fornito a tutti i volontari le maglie rosse e blu ufficiali del 50°. La manifestazione ha visto Avis protagonista di tre serate, in cui si sono esibiti i Rumatera, I Liveplay-Coldplay e i Diapason (cover di Vasco Rossi). Tutte le band sono state testimonial Avis per la promozione alla donazione. Veri protagonisti sono stati però i volontari avisini, vero motore dell’associazione, con un turn over di oltre un mese all’info point dedicato alla promozione della donazione. Il messaggio trasmesso è che “dobbiamo essere risorsa e non riserva” perché donare è un dovere che parte dal cuore. Con lo slogan di “Io Dono, Tu Vivi” oltre 50 volontari delle Comunali di Mirano, Marano, Martellago, Maerne-Olmo, Robegano, Salzano, Scorzè e Spinea hanno raccolto oltre 170 promesse di dona22 · DONO&VITA · 3/2018

zione. Volontariato, solidarietà e collaborazione sono stati fondamentali per il successo. Grazie al patron del Mirano Summer Paolo Favaretto per la disponibilità, a tutti i volontari e a coloro che si sono avvicinati e ci hanno arricchito con le loro esperienze. Laura Zanardo


IL BELLO DEL VENETO: 100 ANNI FA

La vittoria del Piave nelle parole del più giovane “ragazzo del ‘99” A cura di Ottaviano Cereser e Veronica Curzu

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cento anni esatti dalla fine della Grande Guerra, si conclude il ciclo di articoli dedicati al racconto e alla memoria delle battaglie combattute dal 1914 al 1918 negli strategici scenari dei territori veneti.

Con quest’ultimo episodio riportiamo la testimonianza diretta di un giovane alpino che, cinquanta anni dopo la sua esperienza al fronte, raccontò la sua battaglia. Era un sottotenente che, appena diciottenne ancora quasi sbarbato, con-

tribuì come centinaia di migliaia di italiani a evitare la possibile, quasi certa, invasione da parte degli austro-ungarici. L’offensiva austriaca aveva già varcato i confini italiani invadendo Friuli e Veneto del nord-est dopo la disfatta di Caporetto. Per evitare l’invasione fu necessario bloccare l’avanzata sul Piave, altrimenti si sarebbe protratta fino ad invadere l’intera pianura Padana. Le informazioni relative alla testimonianza sono tratte dal periodico trevigiano “Fameja Alpina” di ottobre 1968. Il racconto è di Enrico Silvestri classe 1900, nato il 4 gennaio (nella foto accanto, esattamente 50 anni fa), partito volontario. Come scrive lui stesso: “Ma insomma, il mio dovere l’ho compiuto. E invece avrei potuto restarmene a fare lo studente e guadagnare qualche anno di laurea”. Ma lo spinse anche la necessità di dimostrare il suo attaccamento alla Patria, di dare adito al suo coraggio anche perché, si sa, a diciotto anni l’audacia è importante anche con le donne. Lo scriveva proprio lui: “A vent’anni non c’è una ragazza che passi che non la guardi e lei non ti guardi.”. Il suo racconto dimostra come gli esami più difficili si affrontino con l’ingenuità che solo un’incauta persona riesce a dimostrare. Scrisse di notti piovose trascorse sulle rive di quel fiume poi sacro alla Patria. A quel lungo corso d’acqua sono stati dedicati parole in versi, in musica che riaffiorano nelle menti dei nostalgici, ma rimbombano anche in coloro che la storia la studiano, o dovrebbero studiarla, sui libri di scuola. La battaglia di Vittorio Veneto l’epilogo della Grande Guerra. I soldati italiani, accorsi Segue 3/2018 · DONO&VITA · 23


IL BELLO DEL VENETO: 100 ANNI FA da tutta la nazione, combattevano per difendere il fronte veneto, “porta” della Patria ambita dagli austro-ungarici. Attraversato quello avrebbero conquistato la nazione e per evitare l’invasione, era dunque necessario resistere sulla riva della Destra Piave. In questo modo si sarebbe evitata la cancellazione delle vere origini dello stivale unito appena mezzo secolo prima. Il sopracitato Enrico Silvestri, chiamato Rico, era sottotenente del Battaglione Alpini di Bassano. Nell’ottobre 1918, guidava i suoi uomini dal campo di Asolo e Monfumo, verso le rive del Piave per sferrare il contrattacco che avrebbe poi portato a Vittorio Veneto. Nelle parole estrapolate dai suoi ricordi, il nostro protagonista descrive il paesaggio che ha intorno paragonandolo allo stato d’animo dei soldati: tetro, cupo, minaccioso. Raccontò delle loro ansie nel pensare al raggiungimento di quella meta che nemmeno loro sapevano quale fosse. Nelle sue parole trapelava la paura del non saper come reagire al

nemico, del non sapere se scappare, o restare, o nascondersi. Dopo la disfatta di Caporetto, appena un anno prima, quei giovani soldati partiti sì per obbligo, ma poi sempre più per dovere morale, si ritrovarono ancora lì sul campo. In quello stesso scenario persero la vita molti commilitoni diventati amici nonostante i diversissimi dialetti. Quando si ha a che fare con la perdita di una persona cara, ci si ritrova nella condizione di egoismo che porta a difendere solo se stessi. Pertanto, probabilmente in alcuni momenti si pensa più a salvarsi che a difendere la Patria. Dentro quei soldati sbarbati, giocherelloni, ingenui, ancora troppo giovani c’erano mille speranze, mille idee, mille sogni da realizzare. Quei giovani determinati in un’età in cui avrebbero dovuto pensare all’amore, alle belle cose, al futuro si ritrovavano con la baionetta in mano, in bocca un sigaro al contrario per evitare i cecchini e nel fango di una trincea. Ed era anche in quei momenti che purtroppo questi sogni venivano

sotterrati assieme a tutte quelle vite spezzate, a tutto quel buio che in quella notte piovosa dominava e da cui Rico partì per raccontare il suo viaggio 50 anni dopo. Sapevano di dover raggiungere il Piave, di doverlo attraversae e conquistare due obiettivi differenti sull’altra sponda sotto il controllo del nemico. La tanta pioggia che cadeva ostacolava la loro missione, li diso-

Sulle rive del Fiume a Pederobba, nel punto esatto dove in

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iamo andati sul luogo esatto descritto dal nostro “Rico”, giovanissimo, quasi imberbe, sottotenente degli Alpini. Stazione di Pederobba, sotto la statale che

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porta a Feltre e Belluno. Qui i fanti italiani e francesi passarono, primi fra tutti, puntando alla conquista di Valdobbiadene. Le placide colline piene di vigne di Prosecco e Cartiz-

ze si stagliano oggi là, oltre il Fiume. Cento anni fa, invece, in quella prima notte di buio assoluto le stesse colline, occupate dagli austroungarici che erano arrivati sulla sponda sinistra del Piave dopo Caporetto, erano punteggiate di lampi: i cannoni e le bombarde che sparavano sui “Ragazzi del 99”. Per l’offensiva che avrebbe portato il 4 novembre alla definitiva liberazione del Veneto e di tutto il Nordest, con la conquista di Vittorio Veneto, vennero infatti chiamati alle armi i giovanissimi a volte non ancora diciottenni. Arrivavano da tutta Italia, insieme ai veterani reduci da quasi 4 lunghi anni di guerra. Assieme a loro nella “Battaglia finale” c’erano 130mila soldati francesi. Nei giorni prima del 26 ottobre (quando scattò l’offensiva), furono proprio i genieri francesi a costru-


rientava. Tuttavia la loro forza fisica e d’animo li costringeva a proseguire e a imboccare quella strada che forse li avrebbe condotti alla libertà, quella tanto attesa. Non portavano con sé grosse dotazioni di protezione. Possedevano un leggero mantello che con tutta quella pioggia era diventato una spugna inzuppata che forse si sarebbe asciugata ai primi caldi.

Per attraversare il fiume dovevano disfarsi dello zaino e tenere solo il tascapane contenente bombe a mano e gallette. Nonostante le difficoltà che incontrarono lungo la traversata, al termine ritrovarono i rinforzi giunti dalle vicine nazioni di occidente. Durante l’attraversamento capitava spesso di perdersi e ogni tanto era necessario fare l’appello per accertarsi che la fila indiana non avesse lasciato per strada nessuno. Come di consueto dopo la notte, arriva sempre un nuovo giorno e quel buio profondo iniziava a dar spazio alle prime luci dell’alba che avrebbero sicuramente indicato la via con più facilità. La stessa che ebbero i nemici di attaccarli in più di un’occasione portando il plotone a difendersi o a nascondersi. Rico raccontò di continue difensive, di tanto in tanto inutili che portavano a sprecare munizioni ma che in quel momento parevano essere l’unico modo per difendersi da quel continuo scoppiare di bombe. Questi episodi di guerriglia si alternavano a momenti di svago e

normalità accompagnati da fame, sete e dalla voglia di spaziare dalla solita routine. Il giovane tenente raccontò di quando, durante l’attraversamento di un frutteto, i suoi soldati giocavano con la baionetta a buttar giù le mele dagli alberi. Come fossero dei bambini in gita scolastica, lui richiamandoli all’ordine, gli ricordava l’importanza del loro ruolo e il motivo della loro missione. I percorsi affrontati permettevano anche di viaggiare con la memoria e la fantasia rievocando nella mente momenti trascorsi durante l’infanzia. Negli scenari di guerra, nei quali l’orientamento era fondamentale, queste rievocazioni tornavano utili per trovare la via da seguire e raggiungere la destinazione. Non mancavano neanche i momenti di invidia innocente, come quando si incontravano plotoni di connazionali più equipaggiati. Silvestri infatti citò gli alpini di Verona “Con quelli del Verona ce l’abbiamo, perché, in virtù di Crespi, fratello di un ministro, loro hanno il cappotto e noi la mantellina” quasi a voler simboleggiare i favoriti-

niziò la controffensiva vittoriosa che portò a Vittorio Veneto ire un ponte di barche in prossimità per attraversare il Piave fra Pederobba ed Alano. Ma le pioggie torrenziali gonfiarono il Fiume oltre misura, tanto che il ponte appena costruito fu travolto dalla piena. L’attacco verso Valdobbiadene iniziò così qualche giorno dopo, sfruttando il guado di Pederobba. I francesi sono ricordati dall’imponente Sacrario (foto sopra), unico nel suo genere che non si può non notare lungo la Statale 348 Treviso-Feltre. Fu eretto durante il fascismo (1937) in memoria della “fratellanza militare italo-francese”. Fratellanza che, in verità, il Duce avrebbe sconfessato non più di 4 anni dopo dichiarando guerra alla Francia, tra l’altro già invasa dalle truppe hitleriane. Due maestose figure femminili sedute, personificazioni della Francia e dell’Italia,

sorreggono un caduto francese sulle ginocchia. Tra il 1917 e il 1918 il contingente francese offrì all’esercito italiano un sostegno significativo, determinante per l’esito del conflitto. Il sacrario raccoglie le salme di circa 1.000 soldati, dei quali solo 12 sono rimasti senza nome. Oggi dalla stazione automatizzata di Pederobba-Cavaso-Possagno, evitando di guardare il cenentificio che divide i binari dal Piave, si può percorrere un breve sentiero per scendere al fiume passando sotto la ferrovia. Sulle rive, al guado, si trovano placidi pescatori ed escursionisti che percorrono i sentieri. Sono trascorsi cento anni da quando le acque si arrossarono, ma l’atmosfera di tragedia è palpabile. “Ascoltando” attentamente si è invitati a meditare sul “sangue che si dona, non si versa”. B.C. 3/2018 · DONO&VITA · 25


IL BELLO DEL VENETO: 100 ANNI FA

smi che già erano presenti a quel tempo. La schiera di soldati proseguiva il suo viaggio passando per Valdobbiadene, arrivando a Treviso scontrandosi sempre con episodi di conflitti con la parte nemica ai quali si doveva essere sempre ben attenti a difendersi. Il protagonista della nostra storia, come già abbiamo accennato, ci tenne a precisare che a prescindere dal suo ruolo, dalle azioni compiute lui la guerra non la prese mai sul serio. Questa esperienza gli conferì momenti di delusione e di sofferenza, ma pure attimi di piacere e divertimento perfino sotto il fuoco nemico. Dichiarò di non essere sempre stato perfetto come quella volta che scappò per raggiungere la sua famiglia. Nonostante queste parentesi era però consapevole di aver svolto il suo dovere adeguatamente pur sostenendo che durante quel periodo avrebbe potuto dedicarsi ad altre cose. Al concludersi della sua testimonianza volle fare quella che lui chiamò “Morale per i bocia”. Sosteneva la bellezza e la spensieratezza della giovane età imprescindibile ai fini anche dell’essere apprezzati dalle donne. Ma il suo intento era quello di invitare i ragazzi (i bocia) a riflettere su come termini quali patria, coraggio, fatica, sopportazione, altruismo, nostalgia per la propria casa abbiano fatto parte della sua vita da soldato. Volle trasmettere la consapevolezza di come furono sinonimo di esperien26 · DONO&VITA · 3/2018

za vissuta da lasciare in eredità ai posteri anche per l’importante trasmissione dei valori a cui far capo. L’epilogo della prima Grande Guerra lo conosciamo tutti, l’esercito italiano ebbe la meglio su quello austro-ungarico probabilmente non perché il tricolore ebbe più armi o più potenza. Forse semplicemente perché i nemici di oltralpe caddero per problemi interni all’Impero, per crisi economica e sociale, che favorirono dunque l’Italia. Ma ciò che conta si sa sono i risvolti finali, dunque ciò che più è rilevante è che gli acerrimi nemici non abbiano invaso i territori italiani e abbiano lasciato intatti (o quasi) i nostri spazi. Certamente l’aver impedito loro di varcare le soglie del tanto caro Piave, evitò un’invasione a tutto campo. Per cui alla resistenza italiana bisogna anche riconoscere i suoi meriti per aver difeso quella possibile tremenda invasione, grazie anche all’aiuto degli alleati soprattutto francesi, poi inglesi e americani. I protagonisti della nostra storia sono i testimoni diretti di come una guerra non abbia mai un epilogo positivo. Si, perché i conflitti non portano mai a un unico vincitore, tutti perdono qualcosa: vite umane, territori, amici, cose materiali. È importante ricordare le testimonianze di coloro che hanno vissuto tali esperienze affinché si educhi la memoria collettiva a tener sempre vivo il ricordo. Le tante manifestazioni che tuttora si svolgono per com-

memorare i militi che hanno agito, servono da monito per far si che si impari dalle tragedie passate. Rico è uno dei tanti eroi che hanno partecipato alla Grande Guerra, è uno dei tanti protagonisti che hanno contribuito a rendere grande la Patria. Noi cittadini abbiamo il dovere morale e sociale di difenderla seguendo questo esempio, orientandoci sempre più al cambiamento per lasciare un’adeguata eredità ai posteri. (V. C.)


PRŒMIO SAMARITANO 2018

L’edizione di quest’anno farà “90”: sono i premiati negli anni

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nche quest’anno si rinnova l’appuntamento con il Prœmio Nazionale Samaritano. La manifestazione, giunta alla 18° Edizione, nacque nel 1996 nella Riviera del Brenta e, diventata evento nazionale, si svolge ora con cadenza biennale. I protagonisti sono le persone comuni che compiono azioni solidali, in silenzio, senza tanti clamori. Come fanno i donatori di sangue, che donano periodicamente senza sapere a chi e poi… vanno. Avis cerca perciò segnalazioni di coloro che si sono distinti per questi gesti. L’intento è quello di evidenziare la valenza dello spirito di donazione trasmettendo la rilevanza del volontariato. Non si intende “premiare” nessuno, ma si vuole diffondere lo spirito di benevolenza che le persone compiono silenziosamente. Una sezione molto particolare sarà dedicata alle scolaresche o singoli studenti che collaborano con gesti di amicizia all’integrazione di quanti arrivano profughi per sfuggire a guerre e povertà. Le storie di solidarietà dovranno essere presentate con le generalità dei partecipanti, sottolineando le motivazioni della segnalazione autenticate dall’Avis locale. Il Prœmio verrà assegnato, com’è tradizione, al Teatro Cinema “Italia” di Dolo lunedì 3 Dicembre 2018 (a destra il folto pubblico giovane, in alto i prœmiati dell’edizione 2016). Avis Nazionale collabora con il comitato organizzatore occupandosi della diffusione dell’evento. A esaminare le “storie” saranno due commissioni. La prima, nominata da Avis Nazionale, si riunirà il 27 Ottobre 2018 e selezionerà cinque tra le segnalazioni giunte. La seconda, composta da trenta stu-

denti delle Scuole Superiori di Dolo, il 17 Novembre 2018 il “Samaritano 2018” che sarà reso noto il giorno della manifestazione conclusiva. Coloro che saranno selezionati per la partecipazione dovranno accettare il regolamento. I segnalati e i segnalatori autorizzano Avis Nazionale e la Segreteria del Prœmio a conservare i propri dati personali. Le associazioni si impegnano a non utilizzarli per scopi differenti da quelli previsti. Potranno e dovranno essere segnalate persone che com-

piano gesti di “ordinaria umanità” e di solidarietà continuativi. Le segnalazioni di “persone buone” vanno inviate per posta a Prœmio Nazionale Samaritano, c/o Avis Riviera del Brenta, via Brusaura 30, 30031 Dolo (Ve), oppure via fax al numero 041 5100754 o via email a rivieradelbrentadolo.comunale@avis.it. Va indicato anche chi segnala e, se possibile, messa a conoscenza l’Avis comunale locale per autenticazione. Veronica Curzu

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AVIS E GIOVANI

Ultimi giorni per candidarsi al Servizio civile nelle nostre Avis

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n ultima di copertina pubblichiamo uno dei manifesti ufficiali. Quasi tutti i testimonial sono giovani donatori veneti che hanno prestato gratuitamente la propria immagine. Ma oltre 400 sono i ragazzi che inizieranno il Servizio civile nelle diverse Avis d’Italia. Un’opportunità unica di crescita e arricchimento personale, umano e professionale per giovani tra i 18 e i 28 anni che vogliano mettersi in gioco nel campo della solidarietà e del sociale. Nel Triveneto i posti a disposizione sono in totale 24 con 18 in Veneto: 2 presso la sede Regionale a Treviso, 2 presso le Provinciali di Padova, Rovigo, Treviso, Venezia e Verona, 1 presso le Avis comunali di Chioggia e San Donà di Piave, altri 2 alle Comunali di Rovigo e Verona. L’Avis regionale Friuli Venezia Giulia mette a disposizione 4 posti e altri 2 l’Avis regionale equiparata del Trentino. Molti e diversi i settori in cui opereranno i giovani che scelgono il periodo in Avis: dall’accoglienza dei donatori di sangue e plasma nei centri di raccolta alla chiamata diretta dei donatori, dalla promozione della donazione nelle scuole, durante le manifestazioni e le iniziative avisine all’organizzazione di eventi,

dalle attività di comunicazione e quelle di segreteria, in base alle necessità delle sedi. Sono previste 30 ore settimanali per 12 mesi. Oltre a concrete esperienze di solidarietà, il Servizio civile nazionale permette ai ragazzi di partecipare gratuitamente a numerosi corsi di formazione organizzati dall’Avis in collaborazione con partner e co-promotori delle attività sul territorio. La partecipazione ai progetti di Servizio civile viene anche riconosciuta da alcune Università come crediti formativi universitari e di tirocinio. E poi, dulcis in fundo, garantisce un rimborso da parte dello Stato pari a 433,80 euro mensili. Ma come si diventa volontari di Servizio civile in Avis?

Basta avere un’età compresa tra i 18 e i 28 anni e collegarsi al sito di Avis nazionale www.avis.it, scegliendo nel menù in alto “Unisciti a noi” e poi cliccando su “Servizio civile” fino al bando 2018. Sul sito è disponibile tutta la documentazione da compilare e presentare entro la scadenza del 28 settembre 2018. Una volta iscritti, si parteciperà alle selezioni che terranno conto della valutazione del proprio curriculum e dell’esito di un colloquio con un’apposita commissione. Al termine di questi incontri, una graduatoria decreterà ufficialmente chi potrà svolgere il periodo di Scn in Avis! Per info: segreteria di Avis regionale Veneto, in via ospedale 1 a Treviso, con tel. 0422 405088. M.R.

Venezia comunale entra in 1100 famiglie tramite i diari scolastici

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a Avis entra nelle case dei veneziani con i diari scolastici! Sono 1100 i diari personalizzati dall’Avis distribuiti agli studenti di diverse scuole primarie e secondarie inferiori di Venezia per l’anno 2018/2019. L’Avis lagunare, infatti, ha stretto accordi con alcuni istituti locali per inserire nei diari scolastici, che vengono consegnati a inizio 28 · DONO&VITA · 3/2018

anno a tutti gli alunni, informazioni relative al dono del sangue e all’attività svolta nel territorio da Avis Venezia. In questo modo i ragazzi saranno accompagnati nel loro percorso formativo dalla presenza costante dell’associazione. Non solo: attraverso questi diari entreranno in contatto con il mondo Avis anche fratelli, sorelle, le famiglie degli stu-


Rovigo: la Giornata del Donatore dei giovani

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nella verde e rilassante cornice del castello di Arquà Polesine, si è svolta il 17 giugno l’iniziativa “Do scarpà in casteo” ideata ed organizzata dal Gruppo Giovani Avis provinciale Rovigo, in occasione della “Giornata del donatore di Sangue”. La manifestazione, accompagnata da musica e giochi per i più piccoli, ha visto il disputarsi di oltre dieci squadre composte da cinque giocatori (di cui una tutta al femminile) e che hanno dato vita ad un entusiasmante torneo di calcio balilla umano. Al primo posto si è classificata la squadra di Avis Frassinelle composta da Fabio, Mattia, Emanuele, Angelo e Luca; il secondo posto è andato alla New di Team dell’Avis di Castelguglielmo formato da Alfredo, Yuri, Michael, Melissa Vadym e

Marco; sul terzo gradino sono saliti Riccardo, Lorenzo, Marco, Alberto, Silao, Maria Claudia e Marco. Era presente per l’Avis regionale Veneto il consigliere Renato Russo, mentre l’Avis provinciale di Rovigo era rappresentata dal Direttivo

quasi al completo, capitanato dalla presidente Barbara Garbellini che al termine ha ringraziato il Gruppo Giovani, la Pro Loco e l’Amministrazione comunale arquatese, assieme al Centro Servizio Volontariato di Rovigo per i supporti.

Treviso rilancia con il CJF Musical Festival a Codognè

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giovani dell’Avis provinciale di Treviso, assieme all’Admo, al CJF Musical Festival, dal 12 al 14 luglio a Codognè (Tv). La prima sera ha visto esibirsi Ruggero de i Timidi e i veneti Rumatera, venerdì si è ballato con le hit dell’estate di Jake la Furia e Shade. Il sabato, ritorno agli anni ‘90 con Albertino, Molella, Fargetta e Prezioso. A far da contorno alla musica c’erano aree dedicate abbambini, street food e shopping.

Oltre a partnership “storiche”, erano presenti anche quest’anno alcune associazioni di volontariato, come appunto l’Avis e l’Admo (Coordinamento Admo Veneto -gruppo Mareno di Piave) per sensibilizzare

il pubblico al dono del sangue, del midollo osseo e dei tessuti. Durante il corso dell’estate il gruppo giovani ha partecipato anche ad altre manifestazioni svoltesi in tutta la Marca.

di elementari e medie denti. L’obiettivo è sensibilizzarle al dono del sangue e stimolare i genitori già donatori ad aumentare la frequenza della donazione. Chi volesse mettersi in contatto con l’associazione per iniziare a donare o partecipare alla vita associativa, troverà tutti recapiti necessari sul retro di copertina dei diari. Davide Del Negro

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Storia della famiglia Umana, di nome e di fatto

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iovani, fratelli e tutti donatori. In casa Umana, a Montebelluna, la donazione di sangue e plasma è davvero un valore “di famiglia”. Sull’esempio dei genitori Giuseppe di 59 anni e Giovanna Scandiuzzi di 54, avisini doc sin dagli anni Ottanta, da quest’anno donano tutti e quattro i figli: Matteo di 24, le gemelle Paola e Marta di 23 anni e Andrea di 18. Al Centro trasfusionale dell’ospedale “San Valentino” di Montebelluna, in provincia di Treviso, mancava solo il piccolo di casa, giunto finalmente alla maggiore età e alla donazione! Un traguardo che Avis e il personale sanitario hanno voluto sottolineare, festeggiando la famiglia al completo il 14 giugno, nella Giornata mondiale del donatore. Tutti insieme, i

sei componenti, hanno superato le cento donazioni. “I nostri genitori hanno fatto da traino alla nostra scelta di donare, noi a nostra volta a compagni di classe ed amici – hanno spiegato i ragazzi - l’Avis l’abbiamo poi conosciuta meglio a scuola e ci siamo ancor più convinti”. Tutti hanno frequentato l’istituto agrario. E tutti più o meno concordano sul perché siano ancora troppo pochi i giovani che scelgono di donare: “Serve maggiore informazione, ma anche maggior coraggio da parte dei nostri coetanei. La paura dell’ago è spesso una scusa alla pigrizia di dire sì, lo faccio. Il timore lo abbiamo e lo proviamo ogni volta tutti. Ma si supera, e ciò che si riceve è indescrivibile perché si salva una vita”. M.R.

Nei Grest estivi fra i giovani, bilancio di un’estate

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a “versione estiva” del Progetto Scuola Avis Veneto è giunta ormai alla sua quinta edizione, arrivando a definirsi un progetto a se stante chiamato “E-state con Avis”. Le attività proposte all’interno dei Grest e dei Centri Estivi sono quelle che nel corso dell’anno scolastico vengono fatte in classe, ma con qualche cambiamento per adattarsi al contesto. Gli incontri sono sempre condotti da operatori professionisti e utilizzano metodologie coinvolgenti come giochi di gruppo, esercizi di teatro sociale, lettura di fiabe... Nei mesi di giugno e luglio sono stati incontrati circa 1.400 bambini/ ragazzi dai 6 ai 13 anni e 100 animatori dai 16 ai 20 anni. Gli incontri totali sono stati 45 e si sono svolti nelle province di Padova, Treviso, Venezia e Verona coinvolgendo, oltre alle Avis provinciali che hanno collaborato nell’organizzazione delle attività, 20 Avis comunali. Con i bambini della scuola primaria (dai 6 agli 10 anni) le attività fatte 30 · DONO&VITA · 3/2018

con maggior frequenza sono state quattro. La prima è la “Pittura creativa” che attraverso la lettura di una fiaba e lo svolgimento di un’attività pittorica, porta i bambini a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con gli altri, della forza e della bellezza delle opere collettive, concludendo con un forte messaggio di solidarietà, di cooperazione e impegno attivo. La “Cittadinanza Attiva: Primi Passi”, attraverso l’utilizzo di teatrino e marionette, racconta una storia ricca di sogni e speranze che poi si sviluppa in un’attività di ricerca di percorsi condivisi di cittadinanza attiva, mentre il “Fiabilas Gigante” è un gioco che aiuta a riflettere sugli stili di vita sani e sui comportamenti solidali. I ragazzini delle scuole Secondarie di 1° grado (dagli 11 ai 13 anni) hanno invece partecipato a: “Giocavis”, un gioco a squadre che accompagna i ragazzi in una profonda riflessione sull’importanza dell’aiutare gli altri, del dono e della solidarietà; e al “Teatro Immagine”, un’at-

tività di teatro sociale dove i ragazzi vengono portati a riflettere sui temi della partecipazione, del futuro non come minaccia ma come promessa, dell’impegno attivo nel sociale, dell’altro come ricchezza.


LE SETTE SORELLE: PADOVA

Biancoscudata, una realtà di formidabile promozione Avis di Michela Rossato

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inquanta donatori tesserati giovani. Una ventina di squadre di calcio coinvolte. Partite di beneficenza. Striscioni e sano tifo negli stadi, presenza fissa in tv e due sogni: portare la maglia Avis a Cristiano Ronaldo e formare una Nazionale di calcio Avis. Il Club Avis Biancoscudata di Padova è tutto questo e anche di più! Nato quattro anni fa per sensibilizzare alla donazione del sangue tifosi e giocatori del Padova Calcio con lo slogan “Un goal per la vita”, ad oggi ha fatto breccia in un gran numero di squadre del padovano. “Tutto è cominciato nel 2014 con l’idea di avvicinare al dono i calciatori del Padova, i Biancoscudati, che essendo sportivi e controllati, potevano essere degli ideali potenziali donatori - spiega Giancarlo Agostini, presidente del Club ed ex presidente dell’Avis di Vigonza - essendo molto seguiti, potevano aiutarci anche a veicolare il messaggio della donazione tra i tifosi. Ci hanno detto subito di sì, permettendoci sia di dotare i giocatori del logo Avis sia di appendere allo stadio i nostri striscioni. Come loro le sette squadre del Calcio Padova femminile che oggi giocano con le nostre maglie, tanto da essere tra le pochissime squadre in Italia ad essere “sponsorizzate” solo da un’associazione di volontariato”. Poi è stata la volta del Vigonza e quest’anno del Vigor Calcio a 5 e dell’El-mo amatori. “I giocatori hanno il logo e lo slogan sulle divise, partecipano con noi a eventi di sensibilizzazione. Diventano in parecchi casi donatori, soprattutto le ragazze. Noi seguiamo loro con striscioni, entusiasmo e sano tifo negli stadi, anche in trasferta, ricordiamo l’importanza del dono alla trasmissione sportiva Biancoscuda-

ta, condotta da Martina Moscato su Telenuovo, dove siamo ormai una presenza fissa”. Da un paio d’anni, Il Club Avis Biancoscudata organizza partite di beneficenza per altre associazioni bisognose, come il triangolare del 2017 a favore di Cometa Asmme che studia le malattie metaboliche ereditarie. L’11 febbraio di quest’anno, invece, Avis Biancoscudata e il Comune di Padova hanno reso possibile il calcio d’inizio di Antonella (ragazza di Sassari che ha curato la talassemia grazie alle trasfusioni di sangue) alla partita Padova-Milan. Non ha mai potuto giocare a calcio ed era suo desiderio affiancare le giocatrici “perché scendendo in campo ogni domenica con la maglia ufficiale con il logo Avis sono portavoce di un profondo messaggio di speran-

za per chi ha bisogno di sangue per poter vivere, come ne ho avuto bisogno io nei primi sei anni della mia vita” - ha raccontato. “Ora puntiamo su Cr7 al quale vogliamo consegnare la nostra maglia e spiegare il senso del nostro Club - conclude Agostini - e puntiamo sulla formazione di un squadra Avis nazionale. Ce l’hanno i cantanti, i vip… perché non i donatori?”.

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LE SETTE SORELLE: TREVISO

È necessaria una riflessione positiva e critica del nostro agire a cura di Ufficio Stampa Avis provinciale

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accolta di sangue al centro dei nostri dibattiti e incontri? Non solo. E non sempre con approcci teneri. Chiedersi per quanto tempo il sistema trasfusionale possa essere tenuto in piedi con i livelli di qualità e sicurezza attuali, è una domanda doverosa. Senza il sangue la Sanità si ferma. Il sangue è un bene strategico: è come l’acqua, è come l’energia. Ma ci sono altri argomenti chiave da affrontare: il ricambio generazionale all’interno delle strutture, la formazione del personale, la legalità o i conflitti politici e di potere che certamente non mancano, come in altri importanti sodalizi italiani, anche in Avis. Aspetti sotto i quali c’è tanto da lavorare, se si chiede un domani roseo. L’Avis provinciale di Treviso vuole aprire una riflessione positiva e critica. E lancia una sfida dopo i lavori dell’assemblea nazionale di Lecce e la nomina del nuovo Esecutivo nazionale a Milano. “Il nostro cammino ha raggiunto l’età di 90 anni, ma perdendo a poco a poco l’obiettivo di Avis. Troppi personalismi e tentativi di primeggiare a ogni costo - spiega Vanda Pradal, presidente dell’Avis provinciale - Ci stiamo dimenticando regole-base, come la condivisione e la lealtà nel rispetto di chi dona il sangue. La nostra mission sembra essere prevaricata da altre motivazioni”. Parole dure quella della presidente, ma che vogliono aprire e non chiudere un dibattito all’interno delle Avis. “Dobbiamo avere il coraggio di fermarci e fare un passo indietro per recuperare la genuinità e la trasparenza che stiamo perdendo - continua - Dobbiamo fare una riflessione profonda, ricompattarci 32 · DONO&VITA · 3/2018

e ritornare alle origini per saperci rinnovare. Dobbiamo unire e non dividere. Non ci sarà mai un futuro senza la coscienza di un passato”. E ancora: “Pur guardando al futuro, non possiamo dimenticare le nostre radici, su cui è fondato il nostro sistema, il cui cuore sono i donatori volontari, anonimi, con una forte regìa pubblica, ma in collaborazione stretta e forte con il mondo delle associazioni”. L’ammalato è, e deve rimanere sempre, al centro della nostra mission. Gli avisini devono poter godere di tutte quelle condizioni che possano favorire la donazione di sangue nei Centri trasfusionali. Il calo dei medici e il personale sanitario che non viene sostituito sono un grave campanello di allarme, non solo nel Trevigiano e in Veneto. L’ex presidente nazionale Alberto Argentoni ha detto, nel corso dell’assemblea nazionale di Lecce: “È il servizio che deve adattarsi al donatore e non viceversa”. Ha ragione. Sgombriamo allora subito il campo da equivoci. I donatori fanno e faranno sempre di tutto per rispondere alle esigenze degli ammalati, ma la riorganizzazione del

sistema trasfusionale dovrà garantire servizi ineccepibili. Ecco allora cosa significa avere garanzie: l’ampliamento delle opportunità di accesso alle strutture di raccolta, in particolare nei fine settimana, la disponibilità di personale sanitario formato e motivato e una collaborazione fattiva con l’associazione Quali scenari futuri? Ci sono domande ancora aperte. Il nostro sistema trasfusionale nazionale è sostenibile? È efficiente? Sarà capace di mantenere e raggiungere gli obiettivi? “Il volontariato associato va tutelato e promosso, non possiamo burocratizzarlo. Se tutti concordano nel considerarci uno dei pilastri della comunità civile e del welfare sociale - conclude la Pradal - devono essere tutelate la nostra spontaneità e gratuità riconoscendoci le finalità di utilità sociale e mitigando gli obblighi giuridici, fiscali, civilistici”. Ma c’è un altro obiettivo fondamentale su cui l’Avis provinciale di Treviso punta: è la formazione dei giovani, sia con le consulte formative che attraverso il forum. Con i giovani avisini la parola d’ordine è quella di coinvolgere il territorio e promuovere la formazione.

Fonte: nuova sede in occasione del 50°

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’Avis di Fonte ha una nuova sede. L’inaugurazione a metà luglio nell’edificio ristrutturato di via Don Luigi Ceccato al civico 41. “Abbiamo trovato ospitalità nella Casa delle associazioni, una proprietà privata donata e lasciata in eredità al Comune da un concittadino - spiega Lionello Mauro, presidente della Comunale - È

stata una grande e partecipata festa con le nostre consorelle dell’Avis. Presenti tanti labari e autorità locali. Non sono mancati anche gli ex presidenti”. Il taglio del nastro nel mese di luglio non era un caso. La cerimonia è stata voluta e organizzata nel 50° anniversario della fondazione. All’appuntamento non poteva man-


Incontri di zona, occasioni di confronto e crescita

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on si è arrestata durante l’estate l’azione dell’Esecutivo di Avis provinciale per promuovere la donazione di sangue. A partire dall’inizio della stagione, in cui c’è maggiore necessità di donazioni. Si sono svolti dall’11 al 15 giugno gli “Incontri di zona” con le 89 Comunali. Le serate sono state ospitate a Casier, Pederobba, Ponte di Piave, San Fior e Vedelago. Oltre l’Esecutivo e i consiglieri provinciali territoriali, ovviamente presenti le Avis di zona. Momenti di confronto sulle attività svolte e da svolgere nel 2018 e nel 2019, di analisi e critica sulla raccolta sangue e di stimolante dibattito dopo i lavori dell’assemblea nazionale di Lecce. Tra i punti affrontati: i nuovi iscritti, l’attività di raccolta, le novità per l’accreditamento, la carenza di

medici nei Centri trasfusionali. Si è anche discusso di riforma del Terzo Settore, adeguamenti in tema di privacy, di nuove regole di sicurezza per le manifestazioni e dei prossimi eventi. La presidente provinciale Vanda Pradal ha illustrato i dati sull’attività complessiva nella Marca, con riferimenti alle singole Comunali. Tante le slide proiettate in sala: dalle statistiche dei donatori al plasma conferito all’industria, dalle idoneità alla rendicontazione, dalla scuola strategica ai volti del dono. Non è mancato l’appello a sostenere l’urgente ristrutturazione del Tempio internazionale del donatore, a Pianezze di Valdobbiadene. Particolare attenzione anche ai questionari di gradimento, importanti per migliorare le condizioni legate alla donazione di sangue degli avisini. L’Esecutivo ha poi con-

diviso, nei vari incontri di zona, gli appuntamenti in programma sino alla fine dell’anno. “La responsabilità dei presidenti deve rimanere sempre alta - ha detto la Pradal Dobbiamo saperla imprimere, insieme alla fiducia, soprattutto ai nostri giovani, se vogliamo mantenere e accrescere l’autosufficienza necessaria. Solo così possiamo essere autorevoli e di esempio alle nuove generazioni. Nessuno viene costretto ad assumere ruoli di dirigenza, è e rimane un atto volontario”. Non sono mancati gli appelli a continuare a donare il sangue durante tutta l’estate: “Dobbiamo prima di tutto essere pazienti, in senso positivo, impegnandoci verso i malati e ricordando sempre che non hanno confini. Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo”.

Attività di formazione: due appuntamenti a ottobre e novembre

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ormazione e confronto per la crescita dell’Avis provinciale di Treviso. Due gli appuntamenti nei prossimi mesi: il primo il 13 e 14 ottobre a Caorle (Ve). Giornate intense di formazione ai dirigenti delle Comunali e a tutti i donatori di sangue, motivati a partecipare, della Marca Trevigiana. Il tema sarà “Impariamo ad ascoltare”. “Un appuntamento con la formazione, momento di confronto e integra-

zione sociale - spiega Vanda Pradal - Imparare ad ascoltare significa imparare a parlare. È uno strumento importante nella vita associativa delle nostre Comunali. Non solo nella comunicazione con i soci, ma anche con il mondo esterno all’Avis”. Il 18 novembre 2018 a Codognè, invece, torna il Forum Giovani Avis provinciale. Il tema sarà “La donazione del sangue in Italia e il confronto con altri Paesi nel mon-

do”. Il gruppo giovani può essere il primo passo verso la donazione. Si lavora insieme per sostenere e appoggiare, nel corso dell’anno, le tante iniziative che Avis porta avanti e che hanno bisogno proprio dei giovani. Come? Con tanta disponibilità e amicizia. E dall’Avis giovani della Provinciale di Treviso un messaggio chiaro: “Abbiamo intenzione di mettere in cantiere ancora tante iniziative”. care Vanda Pradal, presidente dell’Avis provinciale di Treviso, per portare il saluto e il sostegno alla preziosa attività dei donatori di sangue della Comunale. “Un bene prezioso per l’intera comunità - ha sottolineato - non soltanto per l’Avis. I cittadini hanno saputo fare cerchio con responsabilità e sostenere così il volontariato sul territorio, oggi diventato un servizio indispensabile e insostituibile”. 3/2018 · DONO&VITA · 33


LE SETTE SORELLE: BELLUNO

La sezione Abvs di Tisoi fa “50”: una “memoria” di vera solidarietà pagine a cura di Barbara Iannotta

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ra il 1968 quando iniziò la grande avventura della Sezione di Tisoi dei donatori del sangue a opera di alcuni “pionieri” del luogo. Furono i primi di una lunga serie di volontari che si adoperarono per promuovere la donazione. È con questo spirito che abbiamo festeggiato, il 24 febbraio 2018, questo importante traguardo del 50° anniversario. Abbiamo pensato e ripensato a come poter dare risalto a questa realtà, che è parte integrante del tessuto sociale del paese di Tisoi e del più ampio panorama associativo Bellunese. Ci è sorta l’idea di “scrivere”, con l’intento non tanto di celebrare, ma di dare la possibilità a noi stessi e a tutti coloro che l’hanno e avranno a cuore, la storia passata, il vissuto della nostra associazione, nei fatti e nelle persone. Per riscoprire le radici, per ricordare, per non scordare, per dare merito alla dedizione di chi ci ha preceduti. La memoria di ciò che è stato è educativa e ne-

cessaria per progredire; vorremmo ricordare il passato per costruire il futuro con rinnovato entusiasmo, nuove mete da perseguire. “In occasione di questo anniversario di Abvs Tisoi, diciamo grazie a tutte le persone che in questi 50 anni hanno contribuito alla nascita, crescita e sviluppo della Sezione, dai fondatori, ai segretari, a tutti i

donatori che hanno donato, che ancora donano e a tutti coloro che in mille diversi modi sono stati e sono sostenitori, investendo mezzi e tempo. Grazie, perché l’aiuto fattivo e morale sono essenziali per continuare a mantenere un gruppo unito, che persegue un obiettivo comune: star bene insieme e far star bene”. Il segretario Gianpiero Fontana

Sappada cambia regione e anche l’Abvs “se ne va”

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l 24 giugno si è tenuta la festa per il patrono dei donatori organizzata dalla sezione di Sappada: l’ultima come sezione Abvs. Stante il passaggio del comune dolomitico dal Veneto al Friuli, infatti, non sarà più possibile essere sezione Abvs: la nostra associazione ha carattere provinciale. È stata quindi doverosa la presenza della presidente provinciale, Gina Bortot, per salutare e ringraziare per quanto fatto dai sappadini in questi anni per l’Abvs. All’evento anche delegazioni delle vicine Santo Stefano e Danta di Cadore. Ciao Sappada e grazie!

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Una lunga estate di attività e iniziative

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’estate è sempre stata una stagione di grande fermento anche per le nostre sezioni. Sono numerose, infatti, le partecipazioni ad eventi (sportivi e non) sul territorio. A partire dalla sezione di Belluno che ha garantito il proprio supporto a Lungardo in Fest. È stata, poi, la volta della sezione di Castion, partner dei tornei di calcetto e green volley nell’ambito della locale sagra. La sezione di Trichiana è stata nuovamente presente al Dolomiti Fantasy.

La sezione di Cortina ha contribuito alla campagna di prevenzione delle malattie cardiovascolari mediante il supporto ad una giornata di check up sanitario gratuito. Le sezioni di Bribano e Cencenighe Agordino non hanno mancato le tradizionali pedonate, mentre la

sezione di Danta di Cadore ha organizzato un magnifico torneo di bubble football. Che forza ragazzi! Primavera intensa anche a Valle di Cadore per l’Abvs locale. Prima sono stati impegnati nella pedalata rosa, una manifestazione collaterale al passaggio del Giro d’Italia,

dove la promozione ha coinvolto gli atletici partecipanti. Successivamente si è svolta la tradizionale passeggiata “Millepiedini per le vie di Valle di Cadore”: conclusione dell’anno scolastico alla Scuola dell’Infanzia “Maria Ausiliatrice”.

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LE SETTE SORELLE: ROVIGO

Come promuovere il “donare” grazie ad arte, poesia e musica pagine a cura della redazione di Rovigo

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vis e Aido di Concadirame hanno voluto focalizzare la dodicesima edizione della serata “Poesia in musica” sul tema del donare. Ad aprire l’evento è stato il quintetto di fiati “Odisseo’s quintet” (formato da giovani allievi del Conservatorio), che ha eseguito in modo coinvogente l’ouverture del Barbiere di Siviglia. La poesia ha, quindi, preso il posto d’onore con l’acclamazione di componimenti da parte di bambini e ragazzi, intervallati da poeti adulti. Il tema del dono è riuscito a trasmettere messaggi di rispetto, condivisione e generosità verso chi è meno fortunato o chi ha bisogno del nostro sostegno nel proprio cammino della vita. Gli interventi di mix popolari, proposti dal gruppo “Amici della musica”, hanno fatto da trait d’union con i brani recitati, rendendo la serata una kermesse che ha rivelato emozioni, evocato ricordi, creato atmosfere, commosso il pubblico. Per l’Amministrazione comunale di Rovigo era presente l’assesso-

re Gianni Saccardin che ha voluto declamare una poesia di Nazim Hkmet, testamento spirituale di un pa-

dre che insegna al figlio ad amare il creato, ma soprattutto l’uomo, colui che incontri lungo la strada della vita. Il parroco di Concadirame don Giuliano Gulmini ha ringraziato Avis e Aido per la manifestazione di alto spessore culturale, con altruismo e condivisione protagonisti. Sonia Carraro ha presentato, con la direzione artistica del consigliere Pasquale Tiberio che ha realizzato l’omaggio consegnato a tutti gli artisti e alle autorità. Il quintetto di fiati, che ha proposto le ouvertures celebri del Nabucco di Verdi e della Carmen di Bizet, ha chiuso in bellezza una serata bellissima.

I 40 anni di Frassinelle: tante consorelle e un nuovo simbolo

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ono arrivate molte le consorelle Avis e Aido a Frassinelle Polesine per la “Festa del donatore” a 40 anni dalla fondazione. Un Direttivo in buona forma, un nuovo presidente e un consistente numero di donatori. La giornata del 10 giugno è iniziata nel teatro comunale con il sindaco Ennio Pasqualini che ha riassunto la storia di Avis Frassinelle. Il presidente Davide Tenan ha illustrato tutte le numerose attività svolte e in cantiere. Per la Provinciale era presente Michele Maghini e componenti del Gruppo Giovani. Durante la Messa, il parroco Licio Boldrin

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ha sottolineato come i donatori di sangue e organi amino il suo prossimo in modo reale e disinteressato richiamando le famiglie, ai valori della cultura cristiana. Al temine la tradizionale sfilata dei labari accompagnata dalla Banda di Villadose, fino al nuovo monumento ai donatori posizionato in Piazza del Municipio e la consegna delle benemerenze, in particolare a Luciano Agostini per 115 donazioni. Guardando al 50° non rallenterà l’impegno di Direttivo e donatori, nel proporre e promuovere il gesto civilissimo della donazione di sangue e di organi.


Ceregnano: cartolina per il 40° dagli studenti

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o slogan “Donare sangue è donare vita” è stato l’input lanciato dall’Avis di Ceregnano ai ragazzi della scuola secondaria e a quelli delle quinte della primaria per la realizzazione di una cartolina celebrativa del suo 40° anniversario. Dopo averne discusso con i Consigli comunali dei ragazzi del capoluogo e di Gavello, è partita la prima fase del percorso che ha visto gli alunni di tutte le classi coinvolti in un incontro con i volontari dell’associazione. Successivamente, il tema ha preso vita nei disegni dei ragazzi che sono stati valutati da una giuria composta da tre docenti e da tre componenti del Consiglio direttivo Avis. Nello spirito del dono, tutti i partecipanti hanno ricevuto un omaggio, ma per l’opera più meritevole è stato consegnato un tablet.

In occasione della festa sociale di sabato 6 ottobre, verranno esposti tutti i disegni presso la biblioteca comunale e l’opera vincitrice verrà stampata sotto forma di cartolina alla quale verrà posto l’annullo filatelico per ricordare l’importante traguardo raggiunto.

L’inaugurazione è prevista alle ore 15, e sarà seguita dall’intrattenimento organizzato dal Gruppo Giovani del Circolo Noi di Pezzoli, la consegna delle benemerenze ai donatori, la Santa messa, l’omaggio ai caduti, la cena e uno spettacolo di cabaret.

“Linee e punti di libertà” a Salara. Fra Biblioteca e Avis, 82 elaborati

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’Avis comunale di Salara è stata partner del concorso “Linee e punti di libertà”, coordinato dalla Biblioteca locale e dedicato agli alunni delle scuole dell’infanzia e primaria. Tutti gli alunni hanno presentato il proprio elaborato. Il compito di scegliere le più me-

in piazza centrale

ritevoli fra le 84 opere è stato di Marcella Bellini e Antonio Ghirotto. Molto partecipata è stata la premiazione, alla presenza delle autorità del territorio alla quale è seguita l’apertura della mostra di tutti i disegni. Un ringraziamento doveroso è stato rivolto alla dirigenza dell’Istituto comprensivo di Stienta e al personale docente delle scuole dell’infanzia “Casa Gioiosa Vittorino da Feltre” e primaria “Collodi” di Salara per la fattiva collaborazione.

Aperture Domenicali Ricordiamo ai donatori che la prossima apertura domenicale sarà il 9 dicembre ad Adria. I donatori interessati sono invitati a contattare i numeri del Centro Unico di Chiamata di riferimento: Adria, Rovigo e Trecenta.

Uffici di chiamata Adria: c/o Ospedale ”S.M.R. degli Angeli”, Via G. Badini 44 Aperto dal lunedì al venerdi: 8-11 Tel./Fax 0426 40520 Rovigo: Via F. Maffei 5 Aperto dal lunedì al venerdì 9.30-12.30/16-18 - Tel.0425 31611 Trecenta: Via U. Grisetti 265 presso Ospedale “San Luca” Aperto dal lunedì al venerdì 10-14 il mercoledì 15-19 Tel./Fax 0425 590579

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LE SETTE SORELLE: VERONA

Solo grazie a tutti riusciamo a tenere alta la bandiera Avis pagine a cura della redazione di Verona

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’autunno è solitamente la stagione in cui, dopo tanta fatica ed energie profuse, si raccolgono i risultati di un lungo e costante impegno. Per la nostra associazione, però, è importante seminare e raccogliere tutto l’anno. Non possiamo guardare alle stagioni, perché il bisogno del sangue e dei vari emocomponenti è quotidiano nei nostri ospedali. Se facciamo un bilancio della situazione donazionale veronese dei primi sette mesi del 2018, possiamo dire che per quanto riguarda l’Avis il trend positivo continua. Questo è sicuramente il frutto dell’impegno e del lavoro costante di tutti i donatori, i volontari e i dirigenti, impegnati ogni giorno e in qualsiasi stagione a donare e a fare promozione sul territorio, organizzando eventi e manifestazioni. Naturalmente l’andamento positivo della raccolta non può farci pensare di aver raggiunto il traguardo finale, dobbiamo continuare con la semina per trovare nuovi donatori per garantire l’operatività ai nostri ospedali e le cure necessarie agli ammalati. Durante l’estate, per ricordare ai donatori di andare a donare, magari prima di partire per le sospirate vacanze, sono stati trasmessi spot radiofonici, messaggi sui monitor comunali diffusi in tutta la provincia ed è continuato il servizio di chiamata. Oltre agli eventi organizzati dalle singole Avis comunali, l’Avis provinciale ha realizzato alcune iniziative: il 22 luglio Gardaland day, giornata di sensibilizzazione al dono del sangue in collaborazione con l’Avis regionale Veneto, la Comunale di Verona, le Provinciali del Veneto, di Brescia e Mantova e il 28 e 29 luglio la nona edizione della “Camminata della

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solidarietà” (vedi articoli). L’attività di promozione proseguirà nei prossimi mesi anche con l’adesione al Progetto Scuola proposto da Avis regionale Veneto che, come già da qualche anno a questa parte, affiancherà gli interventi tenuti dalle Avis comunali nelle scuole di ogni ordine e grado della provincia. Siamo sempre fermamente convinti che sia importante e necessario cominciare a piantare i semi dell’altruismo e della generosità già nei ragazzi, per avere cittadini responsabili domani. Nell’anno scolastico 2017/18 abbiamo incontrato più di 10mila studenti in varie scuole di città e provincia, grazie all’impegno incessante di tanti volontari. Altra occasione per noi per in-

contrare migliaia di studenti da tutta Italia sarà la partecipazione, con uno stand informativo, al “Job & Orienta” alla Fiera di Verona a fine novembre. Continuerà comunque la promozione a livello provinciale e locale con iniziative di vario tipo. Un doveroso ringraziamento al Consiglio direttivo provinciale e a tutti i soci avisini veronesi e in particolare alla dottoressa Loredana Martinelli che dopo molti anni di intenso lavoro, da fine luglio si gode il meritato congedo lavorativo. La ringraziamo, oltre che per il lavoro svolto con passione e professionalità, per il tempo dedicato alla nostra Associazione, incoraggiandoci e sostenendoci. Michela Maggiolo presidente Avis provinciale


30° DonareAvis: il concorso fotografico

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“Dio chiamò la luce giorno e le tenebre notte”. È iniziata, con la citazione dalla Genesi, la cerimonia d’inaugurazione della 19ª Mostra-concorso fotografica dal tema: “Notte: luci, ombre, colori”, evento che si è tenuto ad Affi a maggio. Ma si potrebbe citare anche Shakespeare con la coppia di amanti più famosa del mondo “Vieni o amabile notte dalla nera fronte, e dammi il mio Romeo… e tutto il mondo s’innamorerà della bellezza della notte”. La notte non è solo ispiratrice per gli amanti, a volte rappresenta momenti tragici e oscuri come per Alejandra Pizarnik, poetessa argentina morta suicida, che considera “La notte è la vita e il sole la morte”. Molti altri potrebbero essere stati gli spunti per ispirare i 41 autori che hanno presentato le 93 foto in concorso. Durante l’inaugurazione Federico Tosoni, presidente dell’Avis di Affi, ha ringraziato la biblioteca comunale ed il Comune per il sostegno. Luigi Brentegani ha portato il saluto della presidente provinciale Michela Maggiolo,

spronando i presenti a essere ancora una volta e con incisività promotori del dono del sangue. La mostra-concorso è come sempre itinerante e si potranno votare le fotografie anche sulla pagina Facebook “Donare Avis”. Quest’anno, poi, ricorre un anniversario molto importante per la nostra associazione. Sabato 3 dicembre 1988 veniva presentato a Garda il giornale “Donare Avis” da cinque Avis: Garda, Costernano, Affi, Bardolino e Cavaion. Qualche anno dopo si costituisce anche l’Associazione “Donare Avis” che diventa editrice del giornale. Oggi siamo 13 Comunali

(con Balconi di Pescantina, Caprino, Lazise, Pescantina, Piovezzano/Pastrengo, Settimo di Pescantina, San Zeno di Montagna e Torri del Benàco) fermamente convinte che lavorare assieme e condividere idee e progetti siano il modo migliore per diffondere il nostro messaggio. All’interno della mostra sono presenti pannelli che raccontano la storia e l’evoluzione del nostro giornale. Sabato 15 dicembre 2018 si terrà anche un convegno dal titolo “30 anni d’informazione e di cultura della Donazione”, in collaborazione con l’Avis regionale e provinciale. Bruno Gardin

BimbAvis a Balconi, una giornata Avis per le famiglie

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i potrebbe chiamare “BimbAvis” la bella e intensa giornata organizzata sabato 2 giugno dall’Avis di Balconi, in collaborazione con il Comitato Sagra, per coinvolgere le famiglie del paese e avvicinarle alla solidarietà del dono. Oltre 150 tra bambini e adulti hanno potuto giocare e divertirsi insieme grazie alle tante attività del Ludobus, al grande gioco dell’oca costruito dall’Associazione “Momenti per crescere”, ai giochi di ruolo dell’Associazione “Il Borgo Magico” e alla bella musica de “I Chitarrissimi”. Durante la giornata sono state raccolte ben nove promesse di donazione che, con la situazione allarmante di calo donazionale degli ul-

timi anni, sono sicuramente un bel segnale, ma che dovranno essere seguite con molta cura dal nostro Direttivo perché diventino… nuovi donatori. Tante persone, simpatiz-

zanti Avis, hanno partecipato con grande cuore e disponibilità alla manifestazione, dando una mano per promuovere il dono del sangue. Francesco Pevarello

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Da Piazza Bra alla Madonna della Corona, quaranta chilometri si solidarietà con l’Avis

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ona edizione della “Camminata della Solidarietà” da piazza Brà di Verona al Santuario della Madonna della Corona incastonato nella roccia, a Ferrara di Monte Baldo. Un’edizione particolare quella del 28 e 29 luglio, perché occasione per festeggiare il 60° di Avis provinciale Verona e il 70° della Comunale Verona. Ideata da Piergiorgio Lorenzini, affiliata Fiasp Comitato Territoriale di Verona, organizzata anche da Avis Albaredo d’Adige e Concamarise con l’aiuto organizzativo di tante Avis del territorio veronese, di Verona e Legnago Soccorso, la camminata di gruppo in notturna è unica nel suo genere ed ha raccolto una sempre maggiore partecipazione. Spirito della manifestazione è in primo luogo diffondere la cultura ed il messaggio della donazione di sangue anche attraverso il movimento, lo sport, in particolare nel periodo estivo. Ma è anche momento per stare insieme, instaurare nuove amicizie, immergersi nel

paesaggio del territorio tra la Val d’Adige e il nostro Baldo. Affascinate camminare tra i turisti di Verona, attraversare le vie di Pescantina, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Cavaion, Rivoli Veronese in piena notte, tra il silenzio quasi irreale e la luna che ci illuminava, per poi raggiungere la val d’Adige ammirando l’alba di un nuovo giorno. Bellissimo condividere la gioia di camminare per tante ore insieme a tanti amici, essere arrivati a Brenti-

no dopo ben 40 km tutti con le proprie forze, grande la soddisfazione di essere saliti al Santuario, chi con le proprie gambe, chi in pulmino perché stanchissimo. Impegnativo il sentiero del Pellegrino, ma con panorami mozzafiato. Chi l’ha percorso da solo con i propri pensieri, chi in compagnia chiacchierando e ancora chi aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà. Arrivederci al 2019! Nicola Baldin

E domenica 28 ottobre si cammina da Affi al Monte Moscal

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innoviamo anche per quest’anno l’invito al “Giro sul Monte Moscal”, la corsa podistica organizzata dall’Avis comunale di Affi con l’appoggio del Comune e dell’Unione Marciatori Veronesi: tenetevi liberi domenica 28 ottobre! Giunta alla sua settima edizione, la camminata prevede la possibilità di scegliere tra due percorsi ondulati che attraversano il bellissimo territorio di Affi: uno di circa 7,5 km, l’altro di 15, con alcuni ristori lungo il tragitto e all’arrivo. La corsa non è competitiva, quindi tutti possono partecipare senza problemi. Anzi, invitate tutti i vostri amici, donatori Avis o simpatizzanti. Il ri40 · DONO&VITA · 3/2018

trovo è previsto per le ore 8 presso il Parco della ex stazione e il tutto si concluderà in tarda mattinata. Non perdete questa occasione per

conoscere meglio il nostro paese e per avvicinarvi alla realtà del volontariato: entrambi vi daranno grandi soddisfazioni! Valentina Ragno


LE SETTE SORELLE: VENEZIA

Formazione: al centro i valori, ma anche le competenze pagine a cura di Giorgia Chiaro

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n un sistema organizzativo in costante evoluzione, Avis sarà sempre più chiamata a cogliere i trend dei processi culturali, tecnologici e sociali. In tale contesto la formazione non potrà che agire su tre essenziali macro-livelli: 1) le competenze di base per uno sviluppo motivazionale (chi siamo, quali sono i nostri valori, perché operiamo); 2) le informazioni specifiche per l’acquisizione di sempre nuove competenze tecniche; 3) le competenze trasversali (interne ed esterne, aspetti relazionali e comunicativi) per lo sviluppo di nuove metodologie di approccio con i donatori o gli aspiranti tali. Conscio di questo, l’Esecutivo di Avis provinciale di Venezia ha posto al centro del proprio programma di attività lo sviluppo di un piano formativo articolato e di lungo respiro, destinato sia ai dirigenti che alle giovani risorse. Il primo corso organizzato è stato dedicato alla contabilità. Sono riconosciute da tutti, infatti, le difficoltà concrete che ciascuna Comunale (specie le piccole) incontrano negli adempimenti amministrativi, non solo associativi, e la grande mole di lavoro e di documentazione necessari. L’attività formativa in tale ambito non potrà che essere continua; un primo modulo ha fornito gli strumenti per una corretta gestione amministrativa da parte di una Comunale. Per permettere la massima partecipazione di amministratori e non, il corso è stato replicato tre volte il 7 aprile, il 5 e 12 maggio, in diverse sedi della provincia. La risposta è stata numerosa e positiva. Il docente Roberto Toffolon è stato individuato all’interno

del mondo avisino, già tesoriere di Avis regionale Friuli Venezia Giulia, è componente della scuola di formazione del Triveneto. Il 9 giugno è stato organizzato il corso “ComuniCare, strumenti pratici per le relazioni quotidiane”, tenuto dalla dott.ssa Federica Fardin, operatrice del Progetto Scuola e consulente professionale. Ha messo a disposizione le proprie competenze per favorire l’auto-comprensione e l’auto-esplorazione tra tutti i partecipanti. Il fine era di far emergere la consapevolezza delle loro potenzialità e il miglior modo di utilizzarle per una comunicazione efficace con il donatore e l’aspirante tale. Il corso verrà replicato ad ottobre, con la possibilità di ulteriori date. Il 7 luglio si è tenuta la prima lezione del corso “La riforma del Terzo Settore: alcune istruzioni per l’uso” con relatrice la consigliera di Avis nazionale Claudia Firenze. La componente dell’Esecutivo nazionale ha fornito alle Comunali gli strumenti fondamentali per

orientarsi nelle novità del codice del Terzo Settore e dei decreti legislativi di attuazione della legge delega n. 106 del 6 giugno 2016. È stata una panoramica generale sulla riforma, in primis sul percorso di adeguamento dello statuto Avis e sui cambiamenti che coinvolgeranno l’associazione. La seconda giornata presenta in modo più preciso le bozze degli statuti che dovranno essere adottati e che costituiranno la base della discussione che aprirà la stagione congressuale in Avis, ai vari livelli. A seguire ci saranno un corso sul trattamento dei dati personali a seguito dell’entrata in vigore del nuovo Regolamento UE 2016/679 e sulla comunicazione e l’utilizzo dei nuovi strumenti del web. Possiamo dire di avere finalmente superato gli ostacoli che ci avevano rallentato l’avvio delle attività. Confidiamo che le iniziative continuino a trovare la forte partecipazione delle Comunali. Il solo giusto e vero stimolo per proseguire è: chi ben comincia è già a metà dell’opera. 3/2018 · DONO&VITA · 41


Il progetto Scuola provinciale punta a 10mila

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l Progetto scuola continua a crescere in provincia. Durante l’anno scolastico 2017/18, hanno aderito ben 37 Avis locali, con un incremento delle attività di circa il 40%. Sono state 96 le scuole elementari (primarie) coinvolte, 210 le medie, 120 le superiori, per un totale di 426 interventi e 9.276 ragazzi. Obiettivo per l’anno 2018/19: superare la soglia dei 10 mila studenti! Tra le offerte formative proposte, nelle scuole primarie ha riscosso gran successo la pittura creativa, nei gradi successivi il teatro immagine. Tre i progetti nati grazie alla collaborazione con Avis Veneto: “I Care” nuova attività per scuole primarie, “Strade: dialogo sul dono” per le superiori e uno spettacolo teatrale per bambini dai 6 agli 11 anni, per diversi eventi e contesti. Da citare, inoltre, il progetto alternanza scuola-lavoro, proposto per la prima

volta presso il liceo delle scienze umane “M.Belli” di Portogruaro, e il progetto “Io dono”, nato da un bando del CSV (Centro servizi per il volontariato). Nel corso dell’anno ci sono state altre collaborazioni, per esempio con gli scout e con il Comune di Venezia, nell’ambito del progetto Contatto. È palese che per arrivare a questi risultati è stato necessario un grande lavoro di squadra, con una continua collaborazione e condivisione. Tutti noi abbiamo investito nelle scuole con l’auspicio di sensibilizzare gli alunni al dono del sangue e con la speranza di vedere crescere giovani adulti responsabili, solidali, attivi per una comunità migliore! Un ringraziamento, in primis, alla dott.ssa Laura Elia, responsabile scientifica delle attività formative e dei progetti, ai presidenti e ai consigli direttivi delle Avis comunali, ai volontari presenti

nelle scuole, ai dirigenti scolastici e a tutti i docenti. Un ringraziamento per professionalità, empatia e pazienza agli operatori Avis. Ricordo che l’Avis provinciale di Venezia è sempre aperta a nuove proposte, invitiamo le Avis comunali a condividere progetti o idee da sviluppare in sinergia. Patricia Springolo, consigliera provinciale (delega alla scuola)

Estate intensa in laguna. E ad Amatrice con Camponogara

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n estate l’attività di promozione va in vacanza... Ma solo nel senso che si svolge nei luoghi di aggregazione e di svago estivi! L’Avis comunale di Venezia ha puntato a sensibilizzare la cittadinanza con striscioni e materiale di propaganda in occasione di diverse sagre sia a Venezia insulare sia nelle isole. Tra queste, in particolare, la Festa de San Piero de Casteo, la Festa di Malamocco al Lido e quella di Sant’Antonio a Pellestrina. Un ringraziamento va ai Comitati organizzatori di tali eventi che ci hanno permesso di sensibilizzare i veneziani sul tema del dono. A Murano, invece, si è tenuta una Duathlon sotto le insegne di Avis Venezia, l’auspicio è che dalle ceneri possa risorgere il gruppo Avis Murano. A Pellestrina, per il terzo anno, Avis ha promosso una regata su caorline coi ragazzi delle scuole locali, a chiusura dell’anno scolastico, evento che ha visto la presenza 42 · DONO&VITA · 3/2018

di Sergio Tagliapietra Ciaci. Dulcis in fundo, ben otto giovani soci hanno tenuto alto l’onore della Comunale alla Vogalonga del 20 maggio con una caorlina giovane che si è fatta notare e che si spera possa essere di buon auspicio, affinché i giovani continuino a donare sangue, iscriversi ad Avis e a partecipare attivamente alla vita associativa. La Comunale, infine, assieme ad Avis Camponogara il 5 Agosto 2018 ha partecipato, al 40° Anniversario di fondazione e all’inau-

gurazione della nuova Sede della Comunale Avis di Amatrice. Davide Del Negro


In Riviera 50 studenti donano per la prima volta

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razie alla campagna di idoneità promossa dall’Avis Riviera del Brenta presso il polo scolastico di Dolo, circa 50 studenti delle quinte di Liceo Galilei, Istituto Musatti e Istituto Maria Lazzari, con alcuni insegnanti, hanno donato per la prima volta presso il Centro trasfusionale di Dolo. Una partecipazione massiccia che dimostra l’interesse dei giovani a proporsi come cittadini attivi. Il personale del Centro ha svolto un ottimo lavoro di squadra per garantire la buona riuscita. I donatori abituali si sono stupiti, ma nello stesso tempo compiaciuti, vedendo un concreto passaggio di testimone alle nuove generazioni. Tutti i ragazzi sono stati ricontattati i giorni seguenti per sapere com’era andata l’esperienza. La risposta è stata positiva: si sono detti tutti fieri di aver fatto qualcosa di buono e, nello stesso tempo, si sono sentiti “coccolati”.

Il risultato ottenuto è stato possibile grazie alla collaborazione dell’Avis di Maerne-Olmo che ha messo a disposizione l’elettrocardiografo, delle Avis di Camponogara, Strà e Vigonovo, alla disponibilità delle operatrici sanitarie Grazia Fecchio e Roberta Calzavara e della dott.ssa Daniela Benedetto, la quale ha esaminato i 200 elettrocardiogrammi gratuitamente. Grazie anche al direttore del Dimt,

dott. Gianluca Gessoni, a tutto il personale sanitario e amministrativo del Ct e alle Avis di Stra, Camponogara e Vigonovo. Il grazie più grande a loro, i giovani studenti che hanno scelto di iniziare la preziosa avventura di donatori di sangue in un momento topico della loro vita: la maturità. È un segnale di speranza e positività che sfata l’idea di una gioventù poco impegnata e disattenta nei confronti del prossimo!

Da Sottomarina a Jesolo, molte spiagge all’insegna di Avis

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Chioggia il Carnevale si festeggia... Anche d’estate! Sabato 28 luglio, in occasione della terza edizione della manifestazione, il Lungomare di Sottomarina si è trasformato in una Rio de Janeiro in miniatura, con una sfilata di carri colorati che ha attirato curiosi da diverse località. Un’occasione da non perdere per l’Avis di Chioggia, che insieme all’associazione “Quei e Quee del caro” di Cavarzere ha partecipato all’evento con un carro per promuovere la donazione di sangue, in un periodo tradizionalmente molto critico per la raccolta. Sempre sul lungomare di Sottomarina, l’1 agosto, Avis Chioggia ha collaborato con un proprio stand alla serata di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale “Pensa alla vita, guida con la testa”, organizzata dall’Anvu, associazione naziona-

le dei vigili urbani. La campagna è stata itinerante e ha toccato città capoluogo e varie località turistiche venete, tra le quali Jesolo il 25 luglio. In occasione di Ferragosto proprio la spiaggia di Jesolo ha ospitato una postazione Avis.

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LE SETTE SORELLE: VICENZA

Vicenza città torna a “invadere” con i giovani centro e... Palladio

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opo il successo dello scorso anno, l’Avis comunale di Vicenza è tornata alla settimana della prevenzione al centro commerciale “Palladio”. L’iniziativa consiste in una serie di incontri con medici e laboratori specialistici, associazioni onlus e sportive per informare e sensibilizzare i clienti dei negozi e i cittadini tutti in fatto di prevenzione di diverse patologie e sui corretti stili di vita. Un’occasione anche per parlare di donazione che l’Avis vicentina ha colto al volo, allestendo uno stand al quale i volontari si sono alternati ogni giorno, anche rispondendo ai microfoni di Radio Vicenza. Altra iniziativa in mezzo alla gente ha visto, invece, gli avisini in centro città, in occasione della “Giornata mondiale per la donazione del sangue”. Un bel gruppetto di giovani volontari si è dato appuntamento il 14 giugno

all’Ultima spiaggia in Piazza San Biagio a Vicenza per la manifestazione “Music’n Drinks”. Con un gazebo informativo, simpatici cartelli e pettorine che li rendevano visibili, gli avisini si sono avvicinati a pa-

recchi cittadini, per lo più giovani, coinvolgendoli in divertenti siparietti e lanci di messaggi di solidarietà. Un’idea che ha incuriosito i passanti e fatto riflettere, con il sorriso, sull’importanza della donazione.

Bassano Santa Croce sempre più in alto come donatori

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razie al grande lavoro di chiamata dei donatori, a Bassano del Grappa le donazioni sono aumentate del 10%. Una bella soddisfazione per l’Avis di Santa Croce-Bassano che, pur giovane nel panorama avisino, continua a raccogliere consensi. “Cerchiamo di stare il più possibile in mezzo alla gente e nelle scuole – spiega il presidente Giuseppe Sciessere – e di organizzare iniziative che possano essere d’interesse sia per i cittadini che per i nostri donatori. Oltre ad aver accolto con Aido una tappa della camminata del ricordo organizzata dall’Avis di Grumelllo sotto il Monte, abbiamo partecipato alla Festa dei donatori di sangue a Cima Grappa l’1luglio, 44 · DONO&VITA · 3/2018

assieme a tante altre Avis e sigle di donatori. Il 4 agosto siamo andati, invece, ad Amatrice. Nella terra distrutta dal terremoto nel 2016, abbiamo scambiato il nostro gagliardetto con quello dell’Avis di Amatrice in occasione dell’inaugurazione della loro nuova sede, rinata grazie al contributo di privati e di

tante Avis d’Italia. Un’emozione indescrivibile”. Il 6 settembre, invece, l’Avis di Santa Croce partecipa alla “Marcia Biancoverde” di Bassano. Per il 22 settembre ha organizzato due corsi (di 4 ore ciascuno) di primo soccorso, mentre per il 21 ottobre l’invito è al pranzo di pesce in occasione della festa sociale.


Dalla Campana di Rovereto fino a San Miniato in bici lungo la via Francigena per 600 chilometri

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alla Campana dei Caduti di Rovereto (Tn) è partito l’11 giugno un gruppo di cicloturisti vicentini con l’intento di percorrere tutta la Romea Strata in bicicletta fino a Fucecchio-San Miniato (Pi), punto di innesto della Romea Strata con la Via Francigena. Il tragitto comprende tutta la Via Romea Vicetia, da Rovereto a Montagnana, un tratto della Via Romea Annia e la Via Romea Nonantolana-Longobarda. Si sono fermati a Valli del Pasubio nella frazione di Sant’Antonio, a Montagnana nella frazione di Borgo Frassine, a Nonantola, a Zocca località Montalbano, ad Abetone-Cutigliano frazione Cutigliano, per concludere a San Miniato. Circa 600 chilometri lungo il percorso che già anticamente portava i pellegrini dal nord-est d’Italia a Roma. Maurizio Dotto, Giovanni Bortoli, Gastone Mantovan, Giuliano Volpe, Antonio Coronin e Luciano Boschetti, originari di Torrrebelvicino e Schio, in maggioranza donatori Avis Schio-altovicentino, hanno deciso di percorrere l’antica via di pellegrinaggio per vivere un’esperienza di fede e di cultura legata al territorio nazionale. Portando con sé i colori e il logo Avis sul completo da ciclista dell’Avis Schio-altovicentino. nell’ambito di Veneto Cup & Kids, si è svolta a giugno al parco del grumo a Santorso, l’ottava edizione del Meeting gio-

vanile di MTB, organizzata dalla Bikers For Ever in collaborazione con l’Avis comunale di Schio Altovicentino. Un centinaio di ragazzi provenienti da tutto il Veneto e dal Trentino ha dato vita ad una bellissima giornata di spot e amicizia. Al presidente dell’Avis Giulio Fabbri l’onore di premiare tutti i ragazzi presenti con un particolare trofeo che simboleggi anche la gioia di stare insieme.

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Cinque Avis, una tovaglietta di carta

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e Avis di Valdagno, Recoaro Terme, Brogliano, Castelgomberto-Trissino, Cornedo Vicentino insieme sulla tovaglietta della Sagra di Santa Maria Maddalena di Castelgomberto Trissino e ad altri appuntamenti in giro per la provincia. Tra cruciverba, labirinto e sudoku, trova spazio anche l’invito al dono del sangue, ricordando i

diversi gruppi sanguigni e chi può ricevere da chi. Durante l’estate è stata inaugurata la nuova sede dell’Avis di Castelgomberto, che accoglie anche gli iscritti di Trissino, al secondo piano dell’oratorio Rigallo, ed è stata ospitata una tappa del tour di “Riso fa Buon sangue”, il 25 agosto a Cornedo Vicentino. 3/2018 · DONO&VITA · 45


AVIS&SPORT

Friuli-Veneto insieme in Coppa del mondo nuoto paralimpico

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al 24 al 27 maggio Lignano (Ud) è stata vetrina mondiale, cornice della Coppa del mondo di nuoto paralimpico. Avis era presente come figura rappresentativa delle associazioni di volontariato e ha sostenuto economicamente l’appuntamento, consapevole del valore sociale dello sport per la vita dei disabili. Non solo. I volontari dell’Avis provinciale di Udine, dell’Avis comunale Lignano Sabbiadoro e della vicina Avis Aido di Bibione (Ve) erano presenti con uno stand informativo a margine delle competizioni, assieme alle ragazze del Servizio civile dell’Avis regionale Friuli Venezia Giulia. Dalle pagine del sito della federazione Finp sono giunti i ringraziamenti per “una kermesse internazionale eccezionale, scrupolosa l’organizzazione con tempi di svolgimento delle gare dalla cadenza precisi e sincronizzati”. Un orgoglio

anche dal punto di vista sportivo per l’Italia, che da questa competizione è uscita prima nel medagliere generale. Una vittoria anche Avis. “Hanno partecipato più di 600 atleti - ha raccontato il presidente di Avis provinciale Udine, Celestino Buffon - si tratta di ragazzi e ragazze con disabilità importanti, dove s’è vista la volontà comunque di fare sport e solidarietà. Per Avis è stata una vetrina importantissima, anche

per la collaborazione instaurata con il Veneto. Spero è che si possa proseguire su questa strada anche per iniziative future”. Nelle tre giornate sono stati tanti i giovani che si sono avvicinati per avere informazione sulla donazione. “È stato un successo, e se questo connubio tra nuoto paralimpico e Avis si riproporrà - ha concluso Buffon - sarà importante rispondere: presente!”. Laura Venerus

Musile di Piave per il 50° manda tutti sul campo di calcio

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er celebrare i 25 anni dell’Avis comunale di Musile di Piave, i giovani del Consiglio direttivo si sono messi in gioco, organizzando per sabato 7 luglio un torneo di calcio a 5, aperto a tutte le Avis della

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provincia di Venezia. La vera sfida è stata trovare le squadre disponibili a giocare in un caldo pomeriggio di inizio luglio... Pur privi di esperienza nel campo dell’organizzazione di eventi sportivi, i volontari non si

sono lasciati scoraggiare dalle difficoltà e hanno trovato le sei squadre che il 7 luglio si sono sfidate presso gli impianti sportivi di via Argine San Marco Inferiore, a Musile di Piave. Alle 16 sono iniziate le qualificazioni, con partite di due tempi da 20 minuti ciascuno, seguite poi dalle due finali per il terzo e quarto posto e per il primo e secondo. Per la cronaca, la squadra di Avis Musile si è classificata sesta ma – a detta dei partecipanti – può essere considerata la vincitrice morale per l’impegno e le capacità organizzative dimostrate. Ci auguriamo che i nostri giovani avisini si lancino in tante iniziative promozionali sempre nuove!


Valpolicella e Rugby under 18. Il trofeo “Prati”, ancora una volta sostenuto dalle Avis, emoziona sempre più

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sempre emozionante, per il suo carico di significati e valori, l’appuntamento annuale con il “Memorial Nicola Prati”, tornato a giugno agli impianti sportivi di San Pietro Incariano (Verona). Organizzato sotto l’aspetto tecnico/sportivo dal Rugby Club Valpolicella, di cui Avis provinciale Verona è partner da sei anni, ha visto nel tempo anche la collaborazione dei Avis regionale Veneto e comunale Verona. L’intento, come per le passate edizioni, è stato quello di coinvolgere formazioni under 16 e under 18 di società sportive del Triveneto, con i relativi accompagnatori e famiglie, per divulgare i valori dello sport e del volontariato del sangue. In questa edizione, per cause indipendenti dagli organizzatori Avis, la manifestazione non è stata inserita nel calendario degli avvenimenti di spicco promulgati dal Comitato Veneto Rugby. Ciò ha

comportato la totale assenza delle squadre under 18, focalizzandosi su squadre under 16 dell’ambito territoriale adiacente alla provincia di Verona. La giornata si è svolta comunque al meglio, tra momenti di gioco agonistico, svago, chiacchierate con ragazzi e accompa-

gnatori. Al termine si sono svolte le premiazioni, presentate dal presidente di Rugby Club Valpolicella e dal referente Avis Ezio Aldrighetti. I trofei sono stati consegnati ai giocatori dalla mamma di Nicola Prati, prematuramente scomparso e al quale è dedicato il torneo.

Est veronese: un mese di volley e d’amicizia fra sette Avis

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Michellorie di Albaredo d’Adige è tornato il torneo di pallavolo Avis Giovani Est Veronese, intitolato alla memoria di Filippo Aldegheri, giovane giocatore e donatore di Belfiore, scomparso in un incidente in moto. La manifestazione ha visto la partecipazione di ben otto squadre avisine “miste”. Si è svolta dal 28

maggio al 22 giugno, ospitata dal Comitato Milleglorie e organizzata dai Giovani Avis di Albaredo, coordinati da William Perandin e Floriano Cavazza. Tra gli organizzatori anche Gastone Falco. Alcune partite si sono svolte al palazzetto per il maltempo, grazie all’Amministrazione comunale sempre attenta e sensibile alle tematiche sociali.

Avis Albaredo ha partecipato con due squadre formate anche da molti nuovi donatori. Vincitrice è stata l’Avis Locara (in foto), dopo aver superato Albaredo1 ha battuto in finale Avis Soave, mentre per il terzo posto Albaredo1 ha superato Avis San Gregorio. Premiate tutte le squadre: Albaredo 1 e 2, San Gregorio di Veronella, Soave, Locara, Costalunga-Brognoligo, Miega e Belfiore. Sono intervenuti il sindaco di Albaredo Giovanni Ruta con la consigliera Consuelo Cavazza, l’Avis provinciale con Michela Burato, per le Avis dell’Est Veronese Angelo Salgarolo, i parroci don Floriano e don Simone. Coppa simpatia all’Avis Miega. Finalità e spirito del torneo, oltre all’evento sportivo in sé, sono stati promuovere la donazione, divertirsi e stare in compagnia, come nei momenti conviviali del dopo gare. Nicola Baldin 3/2018 · DONO&VITA · 47


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