Dono&Vita - Giugno 2019

Page 1

Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XLI - n.2 - Giugno 2019 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 2 NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97

Dono&Vita

Giovani e Volontariato: ‘ndemo, stemo, cosa femo?

Numero 2 - giugno 2019 - Tiratura e diffusione: 101.000 copie Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue - il nostro sito: www.donoevita.it


Quanti siamo, dove siamo, quanto doniamo... Dati ufficiali REGIONALI/NAZIONALI al 31 dicembre 2018

Cambi indirizzo, più copie in famiglia, ecc... CHIAMATE LA VOSTRA AVIS! La Redazione di Dono&Vita è SEMPRE a disposizione di tutti i lettori. Questo per quanto riguarda i CONTENUTI del periodico. Potete quindi sempre telefonarci o inviare mail, ma NON per comunicare alla REDAZIONE 2 · DONO&VITA · 2/2019

cambi di indirizzo, disdette di copie doppie in famiglia, ecc. Tali dati vanno comunicati DIRETTAMENTE alla propria Avis comunale che provvederà ad aggiornare l’indirizzario soci.


Sommario L’EDITORIALE · Riscopriamo i rapporti umani personali, per tenere i giovani

pag. 4

LA PAGINA DEL DIRETTORE · Siamo le parole che scriviamo: ma se carta canta, web volant

pag. 5

ATTUALITÀ TRASFUSIONALE · Sempre meno i donatori di sola aferesi, il Veneto cala del 10% pag. 6

L’INCHIESTA · Se i giovani incontrano muri o li abbattono, o se ne vanno · Studio su 1000 adolescenti. A rischio? Solo i luoghi comuni · Parlando di giovani e futuro, storia di Khadidja Kadi · Un pomeriggio fra giovani universitari in Centro trasfusionale

pag. 8 pag. 9 pag. 10 pag. 12

IL PUNTO · Dopo un anno gli ospedali sono sempre più vuoti, ma di medici pag. 13

ASSEMBLEE · Da Bassano un grido d’allarme: stiamo scivolando indietro · Avis: una rete nazionale solidale tutta in divenire · Siate affamati, siate folli... E qualcuno lo è

pag. 14 pag. 15 pag. 15

DONO E DISCUSSIONI · “Capelli d’argento” e donazioni: per legge si può, non ovunque pag. 16 · Il “nonno” nobile dell’Avis, Mario Zorzi, se n’è andato a 99 anni pag. 17

REGIONALE E... OLTRE · I progetti di Avis Veneto: parte “Io Valgo”, in divenire Hackathon pag. 18

PARLIAMO DI “ANIMALI” · Le bufale che girano sui social e gli “asini” che li condividono

pag. 19

AVIS & RICERCA · Raccolta fondi per Tes e Ape: liscia come l’olio e con sorrisi pag. 20 · Una testimonianza diretta da chi era sul campo pag. 21 · Arquata del Tronto: nuovo poliambulatorio cresce e prende vita pag. 21

TEMPIO E GIORNATA DEL DONATORE · Una nuova associazione fra le associazioni per la rinascita · Nel 2020 sarà l’Italia capitale mondiale del dono del sangue

pag. 22 pag. 23

pag. 24

ATTUALITÀ · Torna l’estate con le “vampire”. West Nile Virus: ecco le difese pag. 26

STORIE DI VITA · Patrizia: una lunga odissea, affrontata e vinta con coraggio

pag. 27

AVIS & SPORT · Il Giro d’Italia a Verona, accolto da centinaia di “promo” Avis pag. 28 · Avis Riviera del Brenta: tre Istituti sottorete nel volley femminile pag. 29

AVIS & PREVENZIONE · Insieme per la lotta al Diabete in 32 comuni del Padovano

LE SETTE SORELLE · Vicenza da pag. 31 · Padova da pag. 32 · Venezia da pag. 34 · Treviso da pag. 37 · Verona da pag. 40 · Rovigo da pag. 43 · Belluno da pag. 46

TIRATURA E DIFFUSIONE: 101.000 copie Distribuzione gratuita ai soci Avis-Abvs del Veneto e alle 3.400 sedi Avis comunali, provinciali, regionali in Italia. Editore - Segreteria - Amministrazione AVIS Regionale via Ospedale, 1 - 31100 Treviso tel. 0422 405088 - avis.veneto@avis.it REDAZIONE Via Ospedale, 1 - 31100 TREVISO - tel. 0422 252892 Cell. 335 6804120 - 320 4784832 e-mail: redazione.dono-vita@avis.it Presidente Avis Regionale Veneto e Direttore Editoriale: Giorgio Brunello Direttore Responsabile: Beppe Castellano - b.castellano@avis.it Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione: Michela Rossato - m.rossato@avis.it Responsabile stampa associativa: Luigi Piva Redattori responsabili per le provinciali AVIS-ABVS BELLUNO: Barbara Iannotta, Giulia Frigimelica; PADOVA: Roberto Sartori; ROVIGO: Gianluca Munegato, Giovanni Chioldin; TREVISO: Paolo Dussin, Paolo Zanatta; VENEZIA: Giorgia Chiaro, Dario Piccolo, Manuela Fossa, Silvano Vello; VERONA: Mario Lappa, Nereo Marchi. VICENZA: Enrico Iseppi.

Hanno collaborato a questo numero: Bernardino Spaliviero, Giovanni Lenzo, Fondazione Zancan, Luca Marcon, Vinicio Righetto, Davide Del Negro, MIchela Maggiolo, Paola Dalli Cani, Laura Ticci, “Niky” Arietti,

Contributi fotografici©: Archivio Beppe Castellano, Barbara Iannotta, Michela Rossato. Idea Grafica: Sara Pinali - Chiara Ridolfi - Verona Impaginazione: Art&Media-Castelfranco Veneto (TV) Ottimizzazione immagini: Opero srl - Verona Stampa: Elcograf - Verona Diffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR) Chiuso in redazione il 12 giugno 2019. Il prossimo numero uscirà a settembre 2019. IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASO ENTRO IL 31 luglio 2019. Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO&VITA, Via Ospedale, 1 31100 TREVISO - mail: redazione.dono-vita@avis.it Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE.

STORIA DI UN PERIODICO/2 · Continua l’epopea di un’Avis in prima linea e del suo periodico

Dono&Vita Anno XLI - n° 2- giugno 2019 Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

pag. 30

Copertina: Foto Beppe Castellano


L’EDITORIALE

Riscopriamo i rapporti umani personali, per tenere i giovani di Giorgio Brunello presidente Avis regionale

A

bbiamo deciso di dedicarci con maggiore enfasi ai giovani. Sono il nostro futuro, l’Avis di domani ma anche perché da questi proviene la maggior parte del calo di donazioni, donano meno degli adulti. Un fenomeno che riguarda tutto il mondo del volontariato, non solo Avis, il volontariato oggi ha i capelli bianchi. I giovani non sono meno generosi dei loro padri, ma non garantiscono continuità. In questo numero troverete la conferma di queste tesi in alcuni approfondimenti sulla questione giovani. Prima di entrare nello specifico, siamo sicuri che la questione sia solo loro, dei giovani? Hanno lo stesso entusiasmo di ieri, provano soddisfazione nel dono, entrano nell’associazione, ma non si impegnano con continuità. Siamo noi che li facciamo scappare? Trovano un muro davanti? Quando li usiamo senza responsabilizzarli, non offriamo loro occasioni di formazione, quando non diamo loro l’autonomia e la libertà che chiedono, quando non li coinvolgiamo a costruire nuove progettualità o non le sosteniamo? Quando le strutture sanitarie offrono servizi poco accoglienti e danno risposte lente? L’abbiamo detto altre volte che tutte le Avis fanno tantissime attività, promuovono la donazione, portano tanti nuovi donatori all’idoneità, ma metà di questi non fa la prima donazione e un’altra metà non diventa donatore periodico. Perdiamo 3 donatori su 4 di quelli che siamo riusciti a portare a fare gli esami. Un’ecatombe! Anche a questo dobbiamo rimediare, accompagnando passo passo questi nuovi amici donatori, controllando da vicino che il percorso di idoneità e di prima donazione 4 · DONO&VITA · 2/2019

sia un momento felice, stimolando le strutture ospedaliere a restituire gli esiti dell’idoneità in tempi brevi, verificando che le relazioni con i giovani siano improntate alla massima attenzione e qualità. E noi chiamiamoli perché vengano a donare più spesso, invitiamoli personalmente alle iniziative, facciamo loro capire che Avis è una grande famiglia, un luogo di socializzazione dove incontrano altri giovani e trovano soddisfazione non solo dal gesto generoso che compiono, ma anche dalle relazioni autentiche e durature che possono costruire, lo è stato per molti di noi. Siamo solo all’inizio degli approfondimenti, abbiamo aperto altre piste di riflessione e ricerca, abbiamo anche deciso di avviare sperimentazioni con loro. Non cerchiamo di dire loro cosa pensiamo di fare verso i giovani stessi, ma diamo loro il timone e che ci guidino verso terre inesplorate e spesso a noi sconosciute o incomprensibili. Insomma, diamo loro piena fiducia, chi ha deciso di donare, chi è entrato in Avis la merita tutta e sono certo che non ce ne pentiremo. Questo è il senso anche di VisAvis, il primo social hackathon delle Avis di Friuli, Trentino e Veneto, una sfida aperta a tutti i giovani, che premierà i migliori progetti che mettano i giovani, l’Avis e lo sport insieme. Questa è solo la prima iniziativa, cerchiamo giovani talenti avisini per dare loro responsabilità. Permettetemi poi di evidenziare la nostra forte preoccupazione sulla situazione trasfusionale. Abbiamo in Veneto uno dei più innovativi e collaudati modelli, dove il sistema pubblico si integra armonicamente con le associazioni dei donatori, ma assistiamo a un pe-

ricoloso arretramento. I tanti pensionamenti e le numerose carenze di medici, le rigidità del sistema di raccolta, le differenti modalità di trattamento dei donatori nei diversi territori del Veneto, stanno creando tante difficoltà. Il futuro si presenta ancora più fosco e non solo per i pensionamenti, ma per il rischio di una fragilità nella governance tecnica regionale e di un depotenziamento del sistema. Abbiamo denunciato in assemblea regionale queste criticità e attendiamo risposte certe da parte delle autorità regionali. I donatori fanno la loro parte, ma devono trovare percorsi agevolati per le idoneità e a donazione, oggi non è così. Infine un appello a tutti coloro che hanno responsabilità in organismi di coordinamento, in altre reti associative come la nostra Avis. Avevamo denunciato su queste pagine e in assemblea regionale, l’involuzione del volontariato veneto, le divisioni del volontariato organizzato e nelle organizzazioni di servizi a suo favore, Abbiamo espresso la preoccupazione all’assessore e stiamo cercando di ricucire le divisioni ma soprattutto la mancanza di volontà a costruire unitarietà. Nei prossimi mesi recuperiamo il terreno perduto, chiediamo a tutti di agire perché abbiamo perso troppo tempo in sterili discussioni e adesso bisogna operare, troviamo una sintesi di rappresentanza, a tutti i livelli, comunali, provinciali e regionale, l’Avis è la più grande e ha questa responsabilità. Abbiamo tante battaglie per il bene di ammalati, cittadini e comunità, sono certo che le vinceremo. Buone vacanze a tutti. E non dimenticate di andare a donare prima di partire, buona donazione a tutti.


LA PAGINA DEL DIRETTORE

Siamo le parole che scriviamo: Ma se carta canta, web volant! di Beppe Castellano

I

n questi ultimi mesi sto leggendo, o rileggendo, gran parte della storia di Avis Veneto - e non solo - degli ultimi 40 anni tramite le annate di questo periodico. Proprio quando, mai come oggi, siamo tempestati tramite i social da notizie “spot”. Con scarsa o nulla capacità di approfondirle o verificarne la fonte. Qui mi è sorta una riflessione sulla “responsabilità” di chi scrive e che lo fa pure per professione, da giornalista. La condivido con voi. Ciò che io sto scrivendo domani, una volta stampata la pagina in tipografia resterà... Su carta, che “canta” anche a distanza di tempo. A maggior ragione, dovremmo essere spinti a misurare ogni termine. Con l’avvento dei, comodissimi, social e dei blog informativi su web (e parlo anche di testate giornalistiche) la “corsa” è sempre più frenetica verso notizie brevi e veloci, anche solo sotto forma di tweet: poche frasi, nessun approfondimento. Se si sbaglia o si scrive

una... Boiata o una notizia incompleta o non abbastanza verificata si fa presto a correggere. A volte neanche serve, tanto è la “percezione” oggi che conta, non più la realtà basata su fatti e dati. Web “vola”, ma sulla carta, resta fissa anche la responsabilità di chi scrive. Notizia su notizia, anche se “sparata” a caso, si costruisce o si demolisce. Non deve sfuggirci poi il fatto che ognuno di noi “diventa” le parole che scrive e dice. Possiamo uccidere o salvare una vita, non solo con i gesti, ma anche con le parole. A proposito della comunicazione via social, ho avuto modo di riflettere anche grazie alla giornalista e filosofa albanese Anita Likmeta di “Parole O-stili”, al corso di aggiornamento dell’Ordine dei Giornalisti e Avis nazionale a Riccione, prima dell’Assemblea nazionale. “Parole O-stili” è un decalogo per riflettere sulle buone pratiche di comunicazione, non solo on-line. Un principio è base: le parole sono quanto di

più importante esista. “Bisogna tornare alle parole - ha detto Likmeta - l’uomo un milione di anni fa iniziò a organizzarsi in gruppo e le parole furono la prima forma di “tecnologia”. Emozionano, spaventano, uccidono anche. Il manifesto della “non ostile”, con sole dieci regole, può insegnare che la vita offline e quella on-line non sono separate. Ognuno di noi altro non è che le parole che pronuncia”. O scrive. Parola di un antico cronista di nera e “fatti di sangue” (versato). https://paroleostili.it

L’umorismo rimette in moto cervello e metabolismo. Le risate “parolaie” di Zap e Ida

P

lasmabile: “Bravo nel donare il sangue”; Cataplasma: “Addetto dell’Avis (veneto, ndr) alla ricerca di nuovi donatori”; Gazzettino: pisellino di bimbo ugandese che fa notizia... Sono alcune delle definizioni di lemmi del “Wikibolario del nuovo italiano (Vaccabolario illustrato di Zap e Ida)” che s’attagliano a noi veneti e avisini. Edito da Dario Flaccovio è opera di due scrittori bolognesi: Vincenzo Zapparoli e Ida Cassetta. M’è arrivato poco prima di andare in stampa, con vignetta “personalizzata” dedicatami dagli autori dopo breve “ritratto” di chi m’ha donato il libro. Zap e Ida, che non ho (ancora) mai

visto in vita mia, sembrano conoscermi da sempre. Il libro, illustrato da graffianti vignette, va preso in piccole dosi senza cedere all’impulso di “consumarlo” subito. Scrive nella prefazione Mariano Diotto, Direttore del dipartimento di Comunicazione dello IUSVE: “Le parole oltre ad avere un significato, hanno un peso, un profumo, una forma e addirittura una risata tutta propria”. Dopo il “pistolotto” fin troppo serio sulle parole (vedi su) ve lo consiglio. Oggi, purtroppo, si ride sempre meno. Sappiamo che “Riso fa buon sangue”, è quindi certo che, dopo, il vostro sarà un dono ancor più di... qualità. Buona estate. 2/2019 · DONO&VITA · 5


ATTUALITÀ TRASFUSIONALE

Sempre meno i donatori di sola aferesi, il Veneto cala del 10% di Giovanni Lenzo, direttore sanitario Avis Veneto

C

ontinua in Veneto, in linea con il resto d’Italia, il calo delle donazioni di sangue intero: si è passati nel primo quadrimestre da 85.444 del 2018 a 84.204 del 2019, -1.5%. La diminuzione è pari a -1.4% se si considerano le donazioni dei soli donatori iscritti all’Avis nelle sei province in cui siamo presenti: siamo passati da 58.250 a 57.435. Il trasfuso nei primi quattro mesi è in diminuzione, a conferma di quanto già segnalato nel corso del 2018, le migliori tecniche operatorie e un’attenta gestione riducono i consumi che in Italia restano, ancora, fra i più alti d’Europa. Il dato dell’ultimo quadrimestre indica -0.6% se rapportato al primo quadrimestre 2018. Precisazione, a parte le due tabelle a lato (raccolta/trasfuso) le altre tabelle si riferiscono al primo trimestre. Al momento di andare in stampa gli altri dati definitivi del quadrimestre dovevano ancora essere validati dai Dimt. La raccolta di plasma a livello regionale ha avuto nel primo quadrimestre un incremento rispetto al 2018, con un trend positivo che si è manifestato soprattutto nel mese di aprile. Trend che ha consentito di recuperare un lieve deficit che si era manifestato nei primi tre mesi e che ha condotto a 145 procedure totali in più rispetto al 2018, con un +1%. Possiamo, pertanto, affermare che il sistema sangue, seppur con le note difficolta legate alla carenza di personale, tiene e che i donatori rispondono sempre con entusiasmo alla chiamata e si recano a donare con regolarità. Il conferimento per la produzione di farmaci plasmaderivati è in linea col previsto, con un lieve incremento nei primi quattro mesi, +1.73%. 6 · DONO&VITA · 2/2019

Dai dati del Registro sangue che raggruppa gli aspiranti donatori, i donatori alla prima donazione differita, i donatori periodici, i donatori di aferesi e i donatori di sola aferesi degli ultimi tre anni, ci consente di fare alcune importanti riflessioni. Considerata la selezione fatta prima del prelievo per l’idoneità, circa il 30% degli aspiranti non giunge alla prima donazione. Le cause sanitarie sono sicuramente una quota minoritaria. Le ragioni sono da ricercarsi sia nei tempi molto lunghi del rilascio dell’idoneità (che possono arrivare a punte di 180 giorni, mesi durante i quali un aspirante donatore potrebbe avere effettuato una o anche due donazioni). Il 2018 indica un recupero sia di aspiranti che di donatori alla prima donazione differita rispetto al 2017. I donatori periodici sono in calo e questo è legato all’invecchiamento della popolazione e alla diminuzione di giovani che si avvicinano alla

donazione e che offrano il ricambio necessario per garantire i numeri della raccolta. Nelle province dove i periodici sono in equilibrio o aumentano, abbiamo la raccolta costante o in crescita. Il dato dei donatori di sola aferesi è significativo del fatto che ancora non è stato superato l’impatto dell’aumento di tempo della donazione, legata ai nuovi volumi e alle macchine non performanti.


Ci auguriamo che la nuova gara tenga in giusto conto le criticità più volte segnalate. Resta sempre da risolvere il problema dell’appetibilità e della formazione dei medici addetti alla raccolta e dei medici trasfusionisti. La soluzione non è semplice, ma qualcosa va fatto per garantire la raccolta. Grande e importante è stato lo sviluppo e la crescita qualitativa di tutti i Centri trasfusionali e delle unità di raccolta associativa nelle nove regioni del nuovo accordo interregionale plasma. Ciò ha portato ad

ottenere la certificazione europea EMA (European Medicine Agency) di tutti i servizi trasfusionali aderenti all’accordo. Questo importante traguardo è stato raggiunto in tutte e

nove le regioni del NAIP (Veneto capofila, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Alto Adige, Liguria, Valle d’Aosta, Umbria, Abruzzo e Basilicata) elevando e aggiornando gli standard qualitativi dei Centri trasfusionali e delle organizzazioni associative. Le nove regioni partivano con livelli di qualità differenti e lavorando in sinergia si è riusciti ad ottenere un livello che risponda ai requisiti. Questo traguardo, che poteva sembrare solo utopia un paio di anni orsono, ora deve essere considerato un gradino di una crescita continua e costante della qualità, nella sicurezza, garanzia dei donatori e del processo di conferimento.

2/2019 · DONO&VITA · 7


INCHIESTA/NUOVI VOLONTARI?

Se i giovani incontrano muri o li abbattono, o se ne vanno a cura di Beppe Castellano

È

il tormentone di quasi ogni incontro, assemblea, convegno organizzato dalle nostre Avis di ogni livello: i GIOVANI! I giovani e il dono del sangue, i giovani e l’impegno in associazione, i giovani e... “ai miei tempi”, i giovani e l’impegno nel volontariato, i giovani che “li vedi una due volte poi scompaiono”... Potremmo continuare per pagine. Con questa sicuramente incompleta inchiesta, abbiamo cercato di osservare il più oggettivamente possibile il “problema giovani”, estraniandoci in parte dall’Avis e cercando chi sta affrontando il problema con studi e ricerche organiche. Il “ricambio generazionale”, primo dato, non riguarda soltanto Avis e dono del sangue. Certo è il settore che più potrà soffrirne nell’immediato futuro, visto il continuo calo delle nascite “autoctone”, ma coinvolge tutto il Volontariato. E con quest’ultimo anche le stesse nuove generazioni che all’orizzonte - almeno nel ristretto panorama del nostro Paese - vedono limitate

le possibilità di realizzarsi. Nel lavoro e nella vita, prima di tutto, e poi chissà... In terza e quarta battuta anche nel volontariato. Abbiamo preso spunto da due interessanti indagini e ricerche. Una è “Giovani e Volontariato quali prospettive e quali sfide”. Lungi dall’essere limitato alla sola regione di Leopardi è stata realizzata dal CSV delle Marche, ma coinvolgendo anche CSV di Bergamo, Modena, Lazio/Roma, Milano, Torino, Bologna. Le OdV coinvolte nel 2017/2018 (queste sì, marchigiane) erano dieci, nessuna Avis. Finora risulta l’unica indagine organica in tal senso che ha coinvolto direttamente le organizzazioni di volontariato. E tutte soffrono degli stessi problemi dell’Avis, almeno a livello dirigenziale. In quattro Odv italiane su dieci, per esempio, i giovani partecipano quasi mai ai momenti assembleari, mentre in più del 61% non sono presenti giovani nei consigli direttivi. Fra le risposte più “gettonate” sulla permanenza o meno in un impegno costante nelle

Odv due in evidenza: 1) “Se diamo un ruolo ad un giovane, molto probabilmente resterà in associazione”; 2) “Se in contatto con volontari “senior” quasi certamente abbandonano. Difficilmente gli anziani lasciano campo libero ai nuovi arrivati”. Eppure gli adolescenti sarebbero disponibili, come ci spiega nella pagina accanto il sociologo Tiziano Vecchiato. Con la Fondazione Zancan sta conducendo una interessante ricerca “sul campo”.

Dall’incostanza nel donare, al non impegno: alcuni fra i perché...

A

bbiamo fatto parlare alcuni giovani. Sono tutti già in Avis, impegnati in varie attività (Gruppi giovani) o - anche ex - nel Servizio Civile. Ai giovani “esperti”, abbiamo chiesto perché molti non vanno oltre la 2ª donazione o non si impegnano in associazione. “Troppa burocrazia”; “Lavori precari che non permettono di chiedere permessi”. Anche perché... “I Centri trasfusionali sono aperti solo nei giorni feriali, con problemi a chi deve chiedere il permesso di lavoro. Solo alcuni in Veneto aprono sabato e domenica”; “Fanno idoneità, magari dopo aver incontrato Avis a 8 · DONO&VITA · 2/2019

scuola, poi per tatuaggi, tempi d’attesa lunghi, viaggi all’estero, abitudini di vita non “in linea” sono sospesi (anche temporaneamente) e si stancano, poi non ci pensano più,

rinviano e non vanno più a donare. Così come quando aspettano mesi per i risultati dell’idoneità”; “Questione del partner fisso, questa è una lamentela frequente”. Infine: “Il momento della donazione non e più un modo per ritrovarsi con gli altri, per scambiare due chiacchiere, organizzare iniziative insieme. Si dona, si va via...”; “I giovani non si sentono abbastanza coinvolti, non si sentono accolti da un volontariato giovane. Solo in rarissimi casi si riesce a creare un ambiente “moderno” in Avis”; “Quando poi si sente dire: si è fatto sempre così...”. C’è da riflettere.


Uno studio di sei anni su mille adolescenti. Sono “a rischio”? Solo i nostri luoghi comuni

I

n che cosa consiste la vostra indagine? È ancora in divenire? Come è nata, come si sviluppa, quanti e quali giovani coinvolge, in che fasce di età? CRESCERE è un acronimo che sintetizza il senso strategico dello studio “Costruire Relazioni ed Esperienze di Sviluppo Condivise con Empatia, Responsabilità ed Entusiasmo”. È cioè un’indagine approfondita che da anni stiamo realizzando con un campione di giovani in Veneto, nelle province di Padova e Rovigo. Coinvolge oltre 1000 ragazzi e famiglie, che in questi anni si sono resi disponibili a partecipare a questo importante progetto, a rispondere alle nostre domande anno dopo anno, per dirci come stanno crescendo e affrontando i problemi dell’esistenza in una società poco disponibile ad accoglierli. È uno studio “longitudinale”, significa che gli stessi ragazzi sono seguiti nel tempo, sempre gli stessi, ascoltandoli nel loro percorso di crescita, per capire cosa fanno, cosa pensano, cosa cercano e come cambiano nel tempo. In pratica ci parlano di come crescono i giovani oggi, quali sfide affrontano, quali sono i fattori che favoriscono

una crescita positiva. Abbiamo iniziato 10 anni fa chiedendoci come realizzare un’impresa che sembrava impossibile, visto che nel nostro Paese le ricerche sono di breve periodo e che nel mondo gli studi longitudinali sono rari e preziosi. Lo studio di fattibilità è durato due anni, in cui abbiamo capito come intraprendere questa sfida in un mondo che cambia rapidamente, in continua evoluzione tecnologica e sociale. Abbiamo scelto di fare quello che sembrava impossibile. In uno studio longitudinale è normale perdere il 20% del campione ogni anno, ma in tutti questi anni abbiamo perso

solo il 20% complessivo, per ragioni di trasferimento di residenza o di crisi familiari. Chi ci avrebbe aiutato con le risorse necessarie? Come arrivare ai ragazzi e ai loro genitori (che poi hanno composto il campione) per condividere questa sfida? Ci sono voluti due anni per dare risposte a queste domande e progettare l’intera indagine, mettere insieme un comitato scientifico di esperti internazionali, definire gli strumenti, costruire le infrastrutture sociali nel territorio per dare continuità allo studio. Ma i risultati ottenuti e l’entusiasmo che tanti ci hanno dimostrato stanno ampiamente premiando gli sforzi, in particolare l’impegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che anno dopo anno sostiene il progetto permettendone la realizzazione alla luce dei risultati che raccogliamo ogni anno. Siamo ora arrivati alla sesta annualità di raccolta dati. Quando abbiamo iniziato i ragazzi avevano 11-12 anni, ora ne hanno 18 e i cambiamenti che abbiamo osservato sono tanti. È una grande fotografia in movimento che racconta la vita di questi ragazzi a 360 gradi. Ci Segue a pag. 10

Che cos’è la Fondazione Zancan: 55 anni di ricerche nel sociale

L

a Fondazione «Emanuela Zancan» Onlus è un centro di studio, ricerca e sperimentazione che opera da oltre cinquant’anni nell’ambito delle politiche sociali, sanitarie, educative, dei sistemi di welfare e dei servizi alla persona. La sua mission è “contribuire alla ricerca scientifica di rilevante interesse sociale, con particolare riguardo all’area delle politiche sociali, dei servizi alla persona e delle professioni in essa operanti” (art. 2 dello Statuto). Svolge le sue attività grazie alla

collaborazione di molti studiosi ed esperti italiani e stranieri. Collabora con enti statali, regioni, province, aziende sanitarie, comuni, università, centri di studio italiani e internazionali e con soggetti privati per studi, ricerche, sperimentazioni. La Fondazione è sorta nel 1964, in ricordo di un’assistente sociale: Emanuela Zancan, vicedirettrice della Scuola superiore di Servizio sociale di Padova, che morendo ancor giovane lasciò la sua liquidazione alla Scuola perché fosse utilizzata in un’opera con finalità sociali. La

somma costituì la prima pietra per la realizzazione della Fondazione. È riconosciuta dal Ministero degli Interni onlus di “ricerca scientifica di rilevante interesse sociale”. Presidente è il sociologo Tiziano Vecchiato (foto sopra). La Fondazione edita una interessantissima rivista bimestrale “Studi Zancan Politiche e Servizi alle Persone”, con ricerche, dati, spunti di riflessione (da fonti certe ed autorevoli) su welfare e dinamiche sociali. Info: www.crescerebene.org e www.fondazionezancan.it 2/2019 · DONO&VITA · 9


parla di cosa fanno del tempo libero, dell’uso di internet, di come si relazionano in famiglia. Ci raccontano di come e quanto parlano con i padri e le madri, quali difficoltà incontrano nella vita di tutti i giorni, nella scuola, nelle relazioni con gli insegnanti e i compagni. Non hanno paura di parlare delle difficoltà, del bullismo, di come reagiscono alle violenze online, della spiritualità, della fede, di come si giudicano, se hanno fiducia nelle proprie capacità, se si fidano degli altri, di come vorrebbero il loro futuro, di cosa è veramente importante per essere felici. Ci parlano anche di volontariato, del loro volontariato e del perché e come aiutano gli altri. Il patrimonio di informazioni raccolte in questi anni è immenso, ci chiede un grande lavoro di analisi per condividere i risultati con loro, i loro genitori e tutti gli altri interessati. Li mettiamo a disposizione gratuitamente nel sito internet dedicato (www.crescerebene.org), in convegni e incontri pubblici, nelle scuole che partecipano allo studio con la speranza che tutto questo diventi servizio alle loro comunità. Può anticiparci qualche risultato per lei significativo alla luce dell’attuale situazione sociale e, a livello sociologico, le prospettive nei prossimi anni?

Uno dei risultati che più ha meravigliato famiglie, insegnanti, anche i giornalisti, riguarda cosa è davvero importante per i ragazzi. Da un lato ci raccontano le attività che fanno in internet, ci dicono che non potrebbero vivere senza smartphone, una prosecuzione del loro corpo e della loro mente. Anche se immersi nella realtà virtuale ciò che conta davvero per loro sono le relazioni autentiche. Alla domanda “Qual è la cosa più importante per te per essere felice?” i ragazzi mettono al primo posto gli amici, quelli veri, che “mi accettano per quello che sono”. Al secondo posto la famiglia, anche se con tanti problemi resta sempre e comunque il loro

punto di riferimento, anche quando il dialogo diventa nel tempo più difficile. Nella famiglia c’è qualcuno su cui poter contare sempre, anche nei momenti difficili. Importante è l’amore e “avere qualcuno che mi voglia bene”, “che mi accetta per quello che sono”, con cui sentirsi liberi di esprimersi e stare bene insieme. Per alcuni stare bene significa pure “fare felici” gli altri: “Per me essere felice non significa solo fare le cose che ci fanno stare bene, ma anche aiutare gli altri a stare bene”. I ragazzi di oggi hanno bisogno di essere ascoltati e considerati. Spesso ci ringraziano e dicono “Per me è bello sapere che qualcuno crede in noi e ci intervista”, “Per

Qual’è la cosa più importante per te per essere felice?

Parlando di “giovani e futuro”, storia di Khadidja Kadi

S

egni particolari…un bel sorriso. E un velo colorato. Si chiama Khadidja Kadi e ha 22 anni la prima giovane in Veneto a svolgere il servizio civile Avis con il tradizionale copricapo. Nata in Algeria, studentessa universitaria in Lingue e Letterature straniere alla Ca’ Foscari di Venezia, dal 15 gennaio scorso è in forza come volontaria del Servizio civile nella sede dell’Avis provinciale di Treviso. Sempre sorridente e solare, da febbraio accoglie anche i donatori al Centro trasfusionale dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Un servizio, quello dell’accoglienza, fortemente voluto dalla Provin10 · DONO&VITA · 2/2019

ciale e dalla sua presidente Vanda Pradal in tutti i trasfusionali della Marca, per far sentire i donatori il più possibile a proprio agio e seguiti dall’associazione prima e dopo la donazione. Khadidja ha scelto di svolgere il Servizio civile per impegnarsi in progetti di solidarietà sociale, partecipare alla salvaguardia e tutela del patrimonio della Nazione e per contribuire alla formazione civica, sociale, culturale e professionale. Significativo esempio di integrazione, la vita di Khadidja in Italia inizia all’età di 6 anni, dopo aver lasciato per motivi di lavoro del padre la sua città di Orano, nell’Algeria

nord-occidentale. Orano è la capitale economica, principale centro commerciale, industriale, culturale di rilievo del Paese e dell’intero Maghreb. Ad accogliere lei e la sua famiglia è stata Breda di Piave, poi Oderzo dove ha frequentato il liceo linguistico e vive ancora oggi. Parla francese, italiano, arabo, inglese e un po’ di tedesco. All’Università di Venezia studia anche la lingua dei segni italiana per comunicare con le persone sorde. È donatrice di sangue dal 2017. “Sono iscritta all’Avis comunale di Oderzo e orgogliosa di questa mia scelta. Non ci sono disuguaglianze o diversità che


una volta abbiamo avuto l’opportunità di scrivere su ciò che noi adolescenti sentiamo dentro, pensiamo e proviamo”, “Alcune domande sembrano assurde ma ti fanno capire come sei dentro e in cosa potresti migliorare”. Giovani e futuro. Giovani e propria “realizzazione”. Giovani, impegno sociale e... volontariato. Che cosa ne pensa in particolare di quest’ultimo argomento? Secondo le sue sensazioni è vero che, oggi in particolare, i giovani sono poco propensi all’impegno sociale come volontari? Abbiamo fatto proprio queste domande ai ragazzi, perché ci interessava capire qual è la loro propensione ad attivarsi e il loro potenziale generativo. In Sardegna, in collaborazione con il Centro Servizi Volontariato Sardegna Solidale, abbiamo realizzato due ricerche con i giovani, coinvolgendo 900 ragazzi tra i 14 e i 18 anni, per capire quanto vivere in ricchezza o in povertà incide sulla capacità di pensare e progettare il futuro. Due ragazzi su dieci fanno parte di gruppi e/o associazioni: scout o altri gruppi giovanili, coro o gruppo musicale, gruppo di ballo, parrocchia, associazioni sportive, culturali, a difesa dell’ambiente o di volontariato. Il 13% fa attività di volontariato per aiutare gli altri: «Dono tengano, neppure religiose, davanti a un gesto di generosità e solidarietà per salvare una persona malata. Siamo prima di tutto persone, dovremmo ricordarcelo più spesso, invece di alimentare pregiudizi inutili e dannosi”. Khadidja indossa il hijab, che copre il capo e il collo, lasciando scoperto il viso. “Non so se qualche persona abbia qualche pregiudizio nei miei confronti perché porto il velo. All’inizio forse lo notavano di più, ora mi pare molto meno, soprattutto chi torna per la seconda volta e già mi conosce. Lo stesso direi per il servizio di accoglienza, al quale i donatori si stanno via via positivamente abituando. Per me quest’esperienza è una bella prova, mi sto mettendo in gioco tanto”. La vita

il sangue», «passo per il paese per ritirare i viveri», «faccio oratorio durante l’estate», «vado in comunità dove lavora mia mamma per stare con gli anziani e passare del tempo diverso dal solito», «regalo i vestiti che non uso più», «impegno sociale contro le mafie», «insegno delle tecniche da portiere ai più piccoli», «do ripetizioni (gratis)», «mi rendo utile nei blog o altri siti per rispondere alle domande dei ragazzi che hanno bisogno di aiuto o di attenzione». A chi non fa volontariato abbiamo rivolto domande per capire le potenzialità di ogni ragazzo e la propensione a mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per aiutare chi ha bisogno. Abbiamo chiesto se qualcuno ha mai proposto loro di fare qualcosa di utile per gli altri, in quasi la metà dei casi nessuno li ha mai incoraggiati in questo senso. Lo stimolo maggiore viene dai genitori. Poi vengono gli insegnanti, le parrocchie, gli allenatori... Abbiamo anche chiesto «Se ne avessi la possibilità, ti piacerebbe mettere a disposizio-

ne le tue capacità e/o il tuo tempo per aiutare chi ha bisogno?». Quasi otto ragazzi su dieci hanno risposto di sì (78%). Un aspetto interessante è che i ragazzi sono disposti a offrire tempo e capacità indipendentemente dal fatto che siano ricchi o poveri. Vi sono invece differenze per genere ed età. Le ragazze sono mediamente più propense ad attivarsi per aiutare chi ha bisogno. Il desiderio di aiutare aumenta al crescere dell’età: è più timido quando i ragazzi hanno 14-15 anni e poi cresce nel tempo. Abbiamo osservato le stesse dinamiche tra i ragazzi veneti dove più di un ragazzo su quattro fa volontariato. Si va dall’impegno sporadico (qualche volta all’anno) a tutte le settimane. Con l’età aumentano i ragazzi che fanno attività a favore degli altri (a 12 anni erano il 20%, a 16 anni sono il 37%). Vi sono differenze tra ragazzi: anche qui le ragazze sono più disponibili a fare volontariato. Tipo di scuola: gli studenti del liSegue a pag. 12

della 22enne di Oderzo è ora cambiata, e così la sua organizzazione della giornata. L’Avis la impegna molto, ma non ha alcuna intenzione di mollare gli amici e tantomeno gli studi che sta diventando più difficile seguire. “C’è anche la notte per studiare e poi quando dovrò dare gli esami, chiederò il permesso. L’Avis Provinciale è una grande

associazione, ma per me prima di tutto è diventata una grande e bella famiglia a cui voglio bene”. Qua sopra Khadidja al centro con l’attrice Monica Vallerini (“madrina” all’Assemblea regionale di Bassano) assieme a loro gli altri ragazzi del Servizio Civile Avis che hanno collaborato per tutto il giorno alla buona riuscita dell’Assemblea. 2/2019 · DONO&VITA · 11


ceo fanno più volontariato rispetto a tecnici e professionali. La ricerca si è poi concentrata sulle capacità dei giovani che si sono resi disponibili. Abbiamo chiesto loro di riflettere su cosa in pratica potrebbero fare per aiutare chi ha bisogno. Non è stata una domanda facile, molti di loro ci hanno pensato a lungo prima di rispondere. Ecco soltanto alcune delle loro affermazioni: • Aiutare gli anziani, per esempio fare la spesa e se vedo una signora anziana in difficoltà la aiuto; • Dare ripetizioni ai ragazzi in difficoltà nella scuola; • Donare qualche soldo al mese; • Far sorridere; • Mi piacerebbe aiutare i bambini a svolgere i compiti per casa, oppure prestare dei servizi benessere agli anziani nelle case di riposo;

• Stare con i bambini che non stanno bene o hanno qualche problema» • Per esempio riciclare e ripulire i parchi. Però con qualcuno non da sola; Alcuni hanno decritto la sfida come incontro di capacità e potenzialità in questo modo: • Innanzitutto chiedere ai bisognosi cosa io possa fare; • Ascoltare le persone in difficoltà e aiutarle a trovare una soluzione; • Mettere a disposizione le mie capacità; • Condividere la mia passione con altri, e magari insegnare a chi volesse imparare» • Dipende da chi ha bisogno e da quale sia il problema, prima di tutto cerco di capire che problema ha e poi cerco una soluzione insieme a

colui che ha bisogno» • Mettere alla prova le mie capacità e le mie risorse per fare del bene e aiutare le altre persone. Sono pensieri importanti, da valorizzare nei contesti di vita, in famiglia, nella scuola, nelle comunità locali. Per i ragazzi è importante riflettere su cosa è possibile fare per gli altri e con gli altri, con quali capacità e competenze per consolidare sistemi di fiducia preziosi e necessari per crescere bene. Sarebbe utile una ricerca più approfondita su giovani e volontariato, estesa anche ai nuovi cittadini, in collaborazione fra la vostra Fondazione e le Odv? Meglio se a questa domanda risponde la vostra redazione... E noi tale domanda la giriamo ai lettori e alle Avis. Dibattito aperto!

Pomeriggio fra giovani universitari entusiasti in Centro trasfusionale

A

bbiamo sentito, per chiudere, alcuni “neofiti”, alla visita di idoneità. Grazie alla Comunale di Venezia che in due giorni - dopo una mail a studenti, professori e dipendenti di Cà Foscari - ha visto una massiccia adesione di giovani all’invito. In 20 donne e 6 uomini hanno “esaurito” in due ore i posti prenotabili sul web per le 4 ore di due pomeriggi in cui il primario Gessoni teneva aperto il Centro trasfusionale lagunare per anamnesi, visite, colloqui, prelievi. Ancor di più sono in coda per “l’appello autunnale”. Come la prima ragazza a uscire (sarebbe stata la 27ª) che, dopo aver compilato il questionario, ha chiarito i dubbi col medico: “Ho appena cambiato fidanzato, non lo sapevo, tornerò certamente alla prossima di ottobre”. Agli “abili” (esami di idoneità permettendo), abbiamo chiesto le impressioni, man mano che uscivano col... buco. Isabel, 24 anni, già laureata in Relazioni internazionali comparate, bergamasca, ma ormai veneziana di residenza, anche come volontariato: “Collaboro già a Venezia con alcune associazioni, da Lega Ambiente alle Misericordie e altre. Saputo che si poteva anche donare, eccomi qui. Problemi col questionario? Nessuno, tutto chiaro”. Manuel, 23 anni, di Pavia, laureando in lingue orientali: “Ho visto la mail d’invito solo a tarda sera, il giorno che l’hanno inviata. E non avevo fatto in tempo a prenotarmi, erano già tutti prenotati i posti. Per fortuna se n’è liberato uno all’ultimo momento. Avevo già pensato di donare, ma mai avuto occasione. Sono volontario nel Comitato della Croce rossa al mio paese, ora “passerò” donatore Avis a Pavia, ma Venezia e i veneziani già mi mancano”. Roberta, 20 anni, da Chieti, Economia e Commercio Inglese: “Non sapevo 12 · DONO&VITA · 2/2019

come si potesse donare, Avis e Università mi hanno fornito con la mail le informazioni, grazie. Sul questionario nessun problema, mi avevano spiegato, entrando al centro trasfusionale, che per qualsiasi dubbio posso chiedere al medico... È bello donare”. Altre due ragazze, Andrea e Francesca di 23 anni, le “interroghiamo” in sala ristoro, mentre fanno conoscenza. Stesso corso di laurea magistrale in Economia e Gestione delle Arti, non si erano mai viste prima: Andrea è da Torino, Francesca da Verona, parlano quasi in coro: “È un po’ che ci pensavo, sono contenta di averlo fatto, da soddisfazione pensare di aiutare qualcuno (Francesca); “Bella la sensazione di fare del bene. Poi i medici sono disponibilissimi a spiegare ogni cosa e anche i volontari Avis - dice Andrea - sono simpatici e disponibili. Io poi che a Venezia voglio rimanerci...”. Patricia Springolo, presidente di Avis Venezia, poteva sottrarsi nel farsi fotografare con alcuni di loro? Eccoli.


IL PUNTO

Dopo un anno gli ospedali son sempre più vuoti, ma di medici

di Beppe Castellano

E

sattamente un anno fa, partendo dalla grave situazione dei Centri trasfusionali veneti, abbiamo pubblicato un’ampia inchiesta sulla “fuga” e sulla penuria di “camici bianchi nei nostri ospe-

dali pubblici. Anche la nostra copertina (sopra) fece scalpore. Pochi, se non le stesse organizzazioni sindacali e società scientifiche dei medici stessi, ne parlavano e ne scrivevano allora. Oggi non passa giorno senza allarmi in tal senso. La situazione è cambiata, ma in peggio, come previsto da chi la Medicina la “vive” in camice bianco. O da chi la situazione la tocca con mano in... pigiama “vivendo” lo stress da superlavoro di chi resta. Sono sempre meno gli specializzandi che possono accedere a concorsi pubblici, sono sempre più gli specialisti, anche con più anni di lavoro, che emigrano verso altri Paesi. È di fine maggio una campagna, annunciata dall’Ansa, lan-

ciata dalla Federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo) che si sta allargando a macchia d’olio in tutta Italia. Denuncia proprio “l’obbligo”, par tanti giovani laureati, di dover emigrare per specializzarsi. Visto che, nonostante tutto, gli italiani vengono “preparati” bene dalle Università, ben pochi fanno ritorno. I numeri parlano chiaro, non solo sui manifesti (sotto): “Ogni anno 1.500 medici vanno a specializzarsi all’estero. E non tornano. Costano all’Italia oltre 225 milioni”. Obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema, ormai gravissimo. “Saranno infatti 14.000 i medici specializzati che mancheranno all’appello nei prossimi 15 anni”, ha spiegato il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli. E un laureato in medicina allo Stato italiano costa circa 150mila euro, quasi altrettanti alla famiglia... Soldi nostri. Ma al di là degli specializzandi “in fuga” l’emorragia si verifica anche fra gli specialisti più esperti, molti anche dal Veneto. Regione “vituosa” che ormai si avvia verso una “ex medicina di eccellenza”, anche perché i “muri” degli ospedali vanno riempiti di “teste”. Teste che però hanno i loro “cacciatori”

internazionali che offrono ponti d’oro agli specialisti europei e in particolare agli italiani. È recentissima la notizia, su dati della Commissione UE, diffusa anche da Adriano Benazzato (segretario dell’Anaoo-Assomed del Veneto): “Fra i medici europei che vanno a lavorare in un altro Paese il 52% sono italiani”. E altri Paesi non è solo UE, ma sempre più il vicino e lontano Oriente che offrono stipendi e benefit da... Sceicchi. È arrivata da Padova la notizia di come i Paesi Arabi contattino medici italiani e offrano dai 14 ai 20 mila euro al mese compresi interprete, casa, scuole per i figli e pure l’autista. Nel frattempo sempre più sono le soluzioni “tampone” (tacon, in lingua veneta) che si inventano le nostre Ulss: dall’”importazione” di medici, anche a “gettone”, dall’Europa dell’est, al “richiamo in servizio” di chi è già pensionato. Pensionati che, a proposito, sono destinati ad esplodere con “quota 100”. Il SSN sarà in grado di coprire solo 42.000 dei 56.000 medici specialisti che andranno in pensione entro il 2030. E il settore trasfusionale? Anche qui si prospettano “taconi” che, come dice un noto proverbio...

2/2019 · DONO&VITA · 13


ASSEMBLEE

Da Bassano un grido d’allarme: “Stiamo scivolando indietro!” Servizi a cura di Michela Rossato e Beppe Castellano

U

n cittadino su cinque in Veneto è impegnato nel volontariato. La scuola è terreno fertile in cui seminare il valore dell’altruismo che per Avis (e per le altre associazioni di donatori) si traduce nella donazione di sangue e plasma e in tante altre iniziative di solidarietà. Ne ha preso atto anche la Regione che nel piano socio sanitario regionale 2019-2023 per la prima volta ha inserito una voce sulla promozione della cultura del dono attraverso campagne nelle scuole e il Csv. Lo ha annunciato l’assessore alla Sanità Manuela

“Il calo di donazioni ci preoccupa sempre di più e non vediamo segnali importanti di inversione della tendenza – ha detto il presidente Giorgio Brunello – sappiamo che le cause sono molte. Si viaggia di più, i lavori sono meno stabili, i controlli sanitari più restrittivi, gli stili di vita non sempre corretti, il permesso di lavoro per donare sempre più difficile da chiedere. In più, continuano ad essere limitati gli orari di accesso alla donazione nei Centri trasfusionali, il personale medico e infermieristico scarseggia, alcuni centri di raccolta chiudono o si accorpa-

Lanzarin, all’assemblea regionale, il 13 aprile a Bassano del Grappa. Oltre 300 delegati avisini presenti per affrontare anche gli altri temi caldi dell’associazione: calo delle donazioni e dei donatori, fidelizzazione dei giovani e carenza di medici, ripresi su questo numero di “Dono&Vita”. Il direttore sanitario di Avis Veneto, Giovanni Lenzo, ha presentato i dati del calo degli ultimi 6 anni: -2,41% di raccolta di sangue intero, -15,94% di plasma e un -33,31% di multicomponenti e piastrine, -3% di donatori totali e -1% di nuovi iscritti all’Avis.

no, i soci donano con meno regolarità, i più anziani smettono per limiti d’età di donare e i giovani vanno a donare molto di rado. La situazione è stata confermata anche nel 2018, anche se per fortuna non si è mai arrivati all’emergenza”. L’associazione, a tutti i livelli, mette in campo ogni sorta di azione e iniziativa, ma tutti questi sforzi hanno bisogno di un forte supporto da parte delle istituzioni perché ogni cittadino che si avvicina alla donazione va agevolato e fidelizzato. Per questo Avis regionale ha chiesto alla Regione maggiore flessibilità: “Non

14 · DONO&VITA · 2/2019

è la domanda che deve adeguarsi all’offerta, ma viceversa. Se le giornate più richieste dai donatori sono il sabato e la domenica, perché non serve chiedere il permesso di lavoro, le aperture dei centri vanno concentrate in quei giorni”, ha ribadito Brunello. C’è poi il grosso problema del calo dei medici dedicati alla raccolta del sangue. I Centri trasfusionali potrebbero essere considerati sede di formazione esterna per specializzandi in ematologia, che potrebbero acquisire competenze di medicina trasfusionale supportandone l’attività con la guida di tutor esperti. “Chiediamo alla Regione di agire nelle sedi opportune per consentire agli specializzandi di poter operare nelle Unità di Raccolta associative, che contribuiscono ogni anno con quasi il 30% all’autosufficienza regionale”. Domande che attendono risposte. Ma l’assemblea, organizzata grazie all’impegno di Avis Bassano e della segreteria regionale, ha visto anche momenti più “leggeri”. Come l’intervento della madrina per i 40 anni di “Dono&Vita”, l’attrice e avisina Monica Vallerini. È stata intervistata sul fumetto “Il colore della vita” (cui ha dato il titolo) dal caporedattore del “Giornale di Vicenza” di Bassano, Alessandro Comin.


Avis: una rete nazionale e solidale tutta in divenire

L

a 92ª Assemblea nazionale Avis, svoltasi a maggio a Riccione (perfettamente organizzata dalle locali Avis e da Avis Emilia Romagna) era la prima della presidenza Briola. Non poteva essere, quindi, a livello di confronto dialettico e associativo che piuttosto vivace. Ciò che di bello ha un’associazione così grande e variegata come l’Avis è che il fine ultimo è sempre uno: l’ammalato che

ha bisogno. Ed è attorno a questo perno che hanno “girato” tutte le tre giornate che sono la massima espressione della Democrazia - e non solo associativa - in cui tutti hanno diritto (e anche dovere) di parola e di critica costruttiva. E numerosi sono stati gli “appunti” arrivati al nuovo esecutivo nazionale dagli interventi delle varie delegazioni regionali. Tutti rappresentavano parte di quel milione

e 300mila soci che - non dimentichiamolo - insieme sono una forza che può fare opinione in “alte sfere”, nella difesa delle persone più deboli e per una Sanità aperta e a disposizione di tutti. Particolarmente numerosa, e come sempre vivace, era la delegazione dell’Avis Veneto guidata dal Presidente Giorgio Brunello e coordinata dal Capo delegazione Stefano Pontello (ecco una parte della “truppa” veneta qui accanto). Ciascuno dal suo punto di vista si è impegnato nel suggerire le migliori soluzioni per le sfide, non da poco, che attendono tutti: dalla difesa della donazione di sangue e plasma etica (di cui il Veneto è stato storicamente paladino), al calo delle donazioni e dei medici nei Centri trasfusionali... “Reti solidali” era il tema quest’anno, spunti ce n’erano parecchi e idee. Da applicare.

Siate affamati, siate folli... E qualcuno lo è

U

na “rete solidale” è anche scambio continuo di buone idee e di buone pratiche fra Avis distanti fra loro. E l’assemblea nazionale, oltre alle “sane” discussioni di politica associativa e trasfusionale, dovrebbe essere voglia di conoscenza di che cosa si fa altrove. Come redazione abbiamo colto (fra molte che magari non abbiamo notato) due “novità” che circolavano al Palacongressi di Riccione. RIVISTE “FOLLI” - La prima è la nascita di una “sorellina” di Dono&Vita. In Assemblea abbiamo visto il numero 00 della rivista AVISiamoci della Regionale Puglia. Rivista... Online? No! Su carta! E vuole arrivare a tutti i quasi 60mila soci pugliesi. Oggi dove “tutto” (in teoria) corre su web e social, oggi dove “tutto” si comunica via web... Questi sono folli! O vecchi nostalgici della “carta”. Poi sfogli e che vedi? Direttrice: Luisa Sgarra da Trani,

giornalista, 35enne, ex servizio civile Avis e Giovani Avis, vicepresidente regionale e formatrice Servizio Civile nazionale. Allora è “vecchio” il responsabile comunicazione Avis Puglia? Macché! Raffaele Raguso, classe 1982, tarantino, fra gli “inventori” (quand’era nel Gruppo giovani nazionale) di “Radio SiVa” sul web. Non sono vecchi, ma folli sì. Di quella follia che Steve Jobs augurava ai giovani. Possiamo noi, direttore e redazione del periodico più “folle” di Avis, non augurare buon lavoro a Luisa & C.? No! ACQUA, SANGUE., ECOLOGIA Pochi hanno colto, ma pure Avis provinciale Olbia-Tempio va, in silenzio, “controcorrente”. Quando tutti si riempiono la bocca di lotta alla plastica che ti inventano in Sardegna senza manco sottolinearlo, quasi fosse “normale”? Una campagna di promozione su brick di acqua minerale (Smeraldina Doc

di Sardegna). “Donare... naturale come bere l’acqua” e sull’altro lato... Come farlo (il donare) su migliaia di confezioni. Aiò! Sul palco a Riccione si beveva quella ed era nel “kit assembleare” di ogni delegato. Messaggio “subliminale” del “no alla plastica” di Avis. Fatti, non parole. Folli, da imitare! B.C. 2/2019 · DONO&VITA · 15


DONO E DISCUSSIONI

“Capelli d’argento” e donazioni: per legge si può, non ovunque di Bernardino Spaliviero

L

’Italia è l’ottavo paese più giovanile al mondo! La notizia è di quelle che più belle non si può! Su “Lancet”, prestigiosa rivista medica mondiale, è stato pubblicato uno studio medico internazionale che misura l’invecchiamento di una popolazione considerando sia l’estensione dell’aspettativa di vita, sia l’aggiunta di anni in buona salute. Utilizzando ben 92 malattie correlate all’età, si è valutata la popolazione di 195 Paesi negli anni 1990-2017, alla media di vita di 65 anni. Ci sono Paesi poveri in cui si invecchia prima e Paesi più sviluppati e benestanti in cui si invecchia dopo. In questa graduatoria primeggia il Giappone, seguito dalla Svizzera. L’Italia è ottava (gli Usa, il Paese più ricco al mondo, si trovano solo al numero 53!). Rispetto al resto del mondo, l’età biologica dei 65 anni in Italia è raggiunta a quasi 75 anni anagrafici (vedi grafico)! Aggiornare il concetto di “anzianità” Anche i medici italiani, nello specifico la Società italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG), nel loro congresso nazionale svoltosi a Roma il 28 novembre 2018, hanno afferma-

16 · DONO&VITA · 2/2019

to a più riprese che: • L’età ideale per definire una persona come anziana è a 75 anni. • Un 65enne di oggi ha la forma fisica e cognitiva di un 40-45enne di 30 anni fa. • Un 75enne ha la forma fisica e cognitiva di un individuo che aveva 55 anni nel 1980. • Larga parte della popolazione tra i 60 e i 75 anni è in ottima forma e priva di malattie per l’effetto ritardato dello sviluppo di malattie e dell’età di morte. Donare il sangue fino a 70 anni. In Italia si può, non in Veneto! Già ora la normativa italiana consente ai donatori periodici di continuare le donazioni fino ai 70 anni di età (Decreto 2.11.2015, Allegato IV, Parte A, comma 1.2). Purtroppo, in Veneto i donatori vengono fermati al compimento dei 66 anni. Questo sta determinando un serio danno per la perdita delle loro donazioni, non sufficientemente rimpiazzate dai nuovi donatori. Qualche apertura la si sta tentando, per la verità, in Veneto, ma senza una regia condivisa a livello regionale. Dal 1 gennaio 2019, ripetendo l’iter per la prima dona-

Nell’anno 2018/2019 un’icona tutta italiana del fumetto d’avventura, Tex Willer di Bonelli, ha compiuto 70 anni di ininterrotte pubblicazioni. Non potevamo non citare, a corredo di questo articolo, un brontolone sempre attivo, ma inossidabile: Kit Carson, il Pard privilegiato di Tex. Altrimenti detto dalle tribù di nativi Noramericani (gli Indiani) “Capelli d’Argento.

zione, sotto controllo e attraverso il consenso e la valutazione clinica favorevole da parte di medici trasfusionisti, in provincia di Rovigo si può donare fino a 68 anni con periodicità di due volte all’anno. A Venezia, ma non in tutti i Ct, sempre secondo parere del medico, si dona fino a 68 e/o 70 anni. Dalla Regione Veneto, al momento, nessuna risposta univoca. Esempio: Treviso potrebbe perdere l’autosufficienza nel giro di due soli anni! Facciamo l’esempio di una provincia ancora autosufficiente, la mia. Il “margine operativo” della provincia di Treviso, cioè le donazioni eccedenti (e attualmente cedute ad altre aree carenti del Veneto e di altre Regioni) e disponibili in caso di emergenza locale, si sta riducendo. Se si va avanti così, fra due soli anni una delle province più grandi si potrà trovare in difficoltà, magari nel periodo estivo o all’inizio d’anno con le epidemie influenzali.


Le trasferte (oltre Po e Garda) dei donatori veneti Lo sapevo che avveniva, ma non pensavo sarebbe successo anche a me! Compiuti a dicembre 2018 i miei 66 anni, mi è stata tolta l’idoneità. A marzo, dopo una semplice telefonata, mi sono recato a Ferrara, nell’Unità di Raccolta Avis, con la cartella sanitaria che il collega del Centro Trasfusionale di Castelfranco mi aveva consegnato. Ho fatto la visita medica e gli esami di rito ri-ottenendo l’idoneità. Dopo soli 15 giorni di attesa sono andato a fare la mia ennesima donazione. Ho un bel ricordo della giornata: la luce del sole, la strada conosciuta, il personale gentilissimo, un collega simpatico e super efficiente, la donazione regolare come sempre. Infine la foto-ricordo esibita nel mio duplice intervento. Il primo in assemblea provinciale di Treviso a fine marzo e il secondo all’Assemblea regionale veneta di Bassano del Grappa il 13 aprile. La canzoncina “Addio Marca bella, gioiosa terra mia” cantata sul motivo di “Addio Lugano bella”, affiorata in gola attraversando all’andata il ponte autostradale sul Po.

Prima di tutto: trovare giovani donatori Non c’è dubbio: la prima cosa da fare è trovare nuovi donatori giovani. Il plauso più convinto a quelli che si impegnano in questa direzione, nelle scuole in primis. Bisogna, però, essere consapevoli che i giovani donano meno di un tempo: per motivi di sicurezza sanitaria (viaggi all’estero per lavoro, turismo, volontariato; piercing-tattoo; cambi di partner); per difficoltà ad assentarsi dal lavoro, con occupazioni precarie e trasferte lontane. Giusto insistere, ma con cortesia e rispetto, senza pretendere!

Conclusione: togliere le barriere inutili È tempo! I trasfusionisti facciano con la consueta cura il loro lavoro di selezionatori dei donatori di sangue, fino al compimento dei fatidici 70 anni! I donatori periodici a 66 e più anni sono affidabili, assidui, spesso anche in pensione, con disponibilità di tempo. Donano felici di star bene e poterne fare. Regione Veneto e Crat dopo le necessarie condivisioni con medici e dirigenti associativi, dia le disposizioni opportune. Prima di arrivare all’emergenza, nella sicurezza. I “donatori esuli” saranno contenti di rientrare.

Ciao Presidente Gentiluomo. Il “nonno” nobile dell’Avis se n’è andato a 99 anni

M

ario Zorzi, il professore, se n’è andato a 99 anni, quasi senza farsi notare com’era nel suo stile, il 10 maggio scorso: una settimana prima dell’Assemblea nazionale di Riccione. È stato presidente nazionale dal 1979 al 1987, anni difficilissimi per il mondo trasfusionale italiano. “Divenni prima vicepresidente e nel 1979 arrivai - io dico indegnamente - alla presidenza”, disse in una intervista per AVIS SOS, il periodico nazionale, a ottobre 2014 in sede Avis provinciale Brescia. In quel “indegnamente” sta tutta la grandezza di un Uomo e della Storia Avis. Quella bella, quella pulita, quella che gli insegnò con l’esempio l’altro grande “padre” di un’associazione unica al mondo: Vittorio Formentano. Zorzi non fu suo diretto collaboratore, lo incontrò solo poche volte da “avisino”, ma idelmente ne raccolse la vera eredità fatta di fermezza con “i poteri forti” e di estrema disponibilità e signorilità con tutti, in particolare con chi gli si avvicinava con la voglia di... conoscere. Prima di quell’ottobre 2014 ebbi la fortuna di incontrarlo alcune volte in occasioni pubbliche in Veneto

(lui chiamato dalle Avis per “imparare”). Mi fece un gran dono a febbraio 2013 quando mi invitò a casa sua per un’altra intervista, accogliendomi come uno di famiglia. Un’intera mattinata, lui a “raccontare”, io a prendere appunti su affascinanti storie di medicina e solidarietà, di cui da medico era un cultore e narratore. Grazie, presidente, hai “arricchito” tutti coloro che ti hanno ascoltato. Beppe Castellano 2/2019 · DONO&VITA · 17


REGIONALE E... OLTRE

I progetti di Avis Veneto, parte “Io Valgo”, in divenire Hackaton di Michela Rossato

A

vis entra in azienda e nelle organizzazioni. Incontrando imprenditori, dipendenti e iscritti. È partito a maggio “Io valgo”, il progetto di promozione del volontariato negli ambienti di lavoro, con cui l’Avis regionale Veneto intende coinvolgere le aziende più sensibili del territorio in momenti di sensibilizzazione al volontariato e alla donazione del sangue. Un’iniziativa a costo zero per chi aderisce e che nasce dalla constatazione che negli ultimi anni, all’interno della propria attività economica, sempre più organizzazioni e aziende (che siamo abituati a pensare solo come a luogo per far business) guardano alle necessità sociali del territorio in cui operano. In queste settimane Avis sta individuando le realtà interessate ad organizzare presso la propria sede questi incontri personalizzati ed interattivi che oltre alla donazione del sangue, promuovono la salute e sani stili di vita, con operatori professionisti. Grazie al finanziamento della Regione Veneto, gli incontri di un’ora sono totalmente gratuiti e possono essere adattati alle esigenze dell’impresa dove si svolgono. Con questa iniziativa le aziende potranno contribuire a costruire una società civile più attenta, motivando il personale e rafforzando i legami interni in una condivisione dei valori solidali. Partner del progetto di Avis regionale sono le Avis provinciali di Venezia e Vicenza e l’Abvs Belluno. Collaborano le altre Avis provinciali del Veneto, Centro Servizi Volontariato e Forum Terzo Settore del Veneto, Confartigianato Imprese Veneto, Cisl Veneto, Ail (sezione di Venezia) e Associazione “Il Castello” di Venezia. 18 · DONO&VITA · 2/2019

Recentemente Confservizi Veneto (l’associazione di categoria delle Imprese di gestione dei servizi, di proprietà degli Enti Locali e a capitale pubblico-privato) ha stipulato una convenzione con Avis Veneto. La convenzione verrà firmata ufficialmente a breve. Anche Confservizi sta infatti entrando nel progetto “Io Valgo” con l’idea di promuovere anche alcune giornate di idoneità. Si è parlato anche di realizzare un supplemento di “Dono&Vita” che darà voce ad alcune aziende che aderiranno, ai loro titolari e ai loro dipendenti. Per informazioni su come aderire e sull’intero progetto può scrivere a progetto.iovalgo@avis.it o telefonare al 331 6809078.

Primo Avis-Hackaton

E a proposito di progetti di Avis regionale Borca di Cadore (Bl) ospita il 29 e 30 giugno il primo Social Hackathon VisAvis del Triveneto. La sfida è stata lanciata ai giovani partecipanti (tra i 18 e i 30 anni), supportati da team manager, volontari senior, coach e testimonial sportivi e riguarda il tema “Come far collaborare in modo innovativo Avis e il mondo dello sport?”. Il progetto è realizzato in collaborazione con le Avis regionali o parificate regionali di Trentino e Friuli Venezia Giulia nell’ambito della Scuola di Formazione in comune fra le tre realtà regioni.


PARLIAMO DI “ANIMALI”

Le “Bufale” che girano sui social e gli “asini” che le condividono di Redazione

I

l messaggio di solito arriva via whatsapp o via facebook “Serve sangue 0 negativo per un bambino”. “Mi aiuti a diffonderlo? C’è bisogno di sangue A negativo per una bambina che sta molto male. Mandalo ai tuoi contatti di whatsapp per favore”. O ancora “C’è un bambino (nome e cognome) con la leucemia fulminante che ha bisogno di sangue. Diffondi questo messaggio altrimenti sei un mostro. Seguono recapiti…”. La piaga delle fake news non risparmia il mondo del sangue. Chiariamo ancora una volta che le catene che invitano a donare per una persona, spesso un bimbo o per un evento come un terremoto “non sono altro che una bufala”. A sottolinearlo è il direttore del Centro nazionale sangue Giancarlo Maria Liumbruno e un gruppo di esperti

BUFALA: Svista, errore madornale; affermazione falsa, inverosimile; panzana, balla, bubbola, bugia,.. (Voc. Treccani) NOTIZIA FALSA per gli anglofili: FAKE NEWS! riunitisi di recente in un convegno a Roma. “L’Italia è autosufficiente per il sangue intero, anche grazie alla compensazione tra Regioni - spiega Liumbruno - e al contrario di ciò che si pensa, in caso di maxi-emergenze, non bisogna correre a donare il sangue. Il Piano strategico nazionale per il supporto trasfusionale nelle maxi-emergenze approvato il 7 luglio 2016 prevede, tra le altre cose, l’accantonamento di scorte di sangue da usare solo in caso di disastri. E dopo il sisma del Centro Italia e il crollo del ponte Morandi a Genova, è stato necessario invitare le persone a non affollare i Centri trasfusionali”. Per non parlare degli appelli per i bambini, che sono assolutamente falsi. Liumbruno precisa che le fake news circolano anche in merito al sangue infetto, quando invece “Da oltre 10 anni

non si registra alcuna segnalazione”. Sul commercio di sangue precisa che “Il sangue, in Italia non si compra e non si vende. Anche in caso di farmaci plasmaderivati, che si ottengono dal sangue e dal plasma donato, la proprietà resta delle Regioni”. Durante il convegno si sono sdoganate anche le credenze circa orientamenti sessuali o scelte alimentari, precisando che “non esistono categorie di persone che non possono donare”, ma solo criteri di ipotetica esclusione temporanea in caso di problemi di sicurezza sanitaria. Com’è giusto che sia per qualsiasi donatore! Concetti che sono stati espressi e ripetuti anche al corso di aggionamenmto per giornalisti, svoltosi alla vigilia dell’ultima Assemblea nazionale a Riccione (foto sotto). In ogni caso per “difenderci”, con FONTI SICURE, dalle news che riguardano il settore sanitario e del sangue: Istituto Superiore Sanità: www.issalute.it/falsi-miti Centro Nazionale Sangue: www.centronazionalesangue.it/ E per chi voglia andare anche oltre le “bufale” sul sangue: https://www.bufale.net/

2/2019 · DONO&VITA · 19


AVIS & RICERCA

Raccolta fondi per Tes e Ape: liscio come l’olio e con sorrisi

E

sordio positivo, in Veneto, per la prima raccolta fondi congiunta a favore della ricerca scientifica di Tes (Fondazione per la Biologia e la medicina della rigenerazione guidata dal prof. Pierpaolo Parnigotto) e Ape (Avis per il progresso ematologico con presidente il dott. Giuseppe Tagariello). Molte Avis sono scese in piazza nella Giornata ufficiale del 14 aprile, ma anche nel corso di manifestazioni pubbliche in altre date, per promuovere insieme la donazione di sangue e tre progetti di ricerca sulle cellule staminali. Al momento di andare in stampa la cifra totale raccolta si aggirava sui 15mila euro. Già avviati e a buon punto, i progetti che ora ricevono questo prezioso sostegno aprono nuovi orizzonti di utilizzo delle staminali nel campo dell’emofilia A, con una nuova strategia terapeutica, della degenerazione della cartilagine articolare e dell’infarto del miocardio. La campagna, promossa dall’Avis regionale in collaborazione con le Avis provinciali (che hanno coinvolto le loro Comunali) e l’Abvs,

20 · DONO&VITA · 2/2019

comprende manifesti, pieghevoli informativi, gadget e soprattutto la consegna (a fronte di un’offerta minima) di bottiglie da 250 e 500 ml di olio extravergine d’oliva del Garda, Evo 100% italiano bio con i loghi Tes e Ape. Il titolo dell’iniziativa, infatti, è “Senza ricerca non c’è futuro: è chiaro come l’olio” e vi si può aderire ancora, contattando la propria Avis provinciale o la segreteria dell’Avis regionale allo 0422 405088. Ancora disponibile, in sede regionale a Treviso, anche un certo quantitativo di bottiglie per chi volesse contribuire direttamente alla ricerca. Sono a disposizione di avisini e non che vogliano cogliere l’occasione di contribuire lasciando un’offerta (e magari facendo un regalo “genuino” ad amici e/o parenti) o per ulteriori iniziative estive Avis. Tutte le informazioni in merito si trovano alla sezione news del sito di Avis regionale Veneto www.avisveneto.it, ma anche alle serate informative che vengono organizzate sul territorio con la presenza delle giovani ricercatrici Elena Stocco e Silvia Barbon.

Torneremo sull’argomento anche nel prossimo numero, intanto ci piace affidare ad un’Avis comunale della provincia di Treviso (tra le più attive e aderenti alla campagna) l’esperienza vissuta persino con la “corsa al rifornimento” (foto sopra). Qua sotto due idee, rispettivamente di Farra di Soligo e Resana per “valorizzare” l’iniziativa.


Una testimonianza diretta da chi “era sul campo”

L

a nostra Avis di Riese Pio X, come pure le Avis limitrofe di Resana (che ha sbancato il gazebo con il tocco femminile di graziose confezioni e cuoricini n.d.r.) e

Asolo, hanno aderito fin da subito e con entusiasmo all’iniziativa informativa su Tes e Ape e di distribuzione dell’olio extravergine nelle piazze o agganciandosi a qualche manifestazione nei tempi e nei modi che ognuna riteneva più idonei. Noi ci siamo piazzati a fianco dell’entrata del supermercato Alìper (non nuovo a collaborazioni con Avis e che ringraziamo per la disponibilità e la sensibilità dimostrata) sabato 27 aprile col nostro gazebo targato Avis e addobbato di depliant, gadget, palloncini e naturalmente di bottiglie di olio graziosamente confezionate. La sensibilità delle persone nel sostenere la ricerca tramite un’offerta per una bottiglia d’olio ha superato ogni nostra previsione, tant’è che dopo un paio d’ore le 50 bottiglie ordinate erano già state di-

stribuite. Senza perderci d’animo, abbiamo subito tentato di recuperare altro olio eventualmente avanzato da Avis della zona. L’abbiamo trovato dagli amici dell’Avis Istrana che ne avevano avanzate dai giorni precedenti. Nel pomeriggio anche questo nuovo quantitativo (24 bottiglie) è andato completamente a ruba. Abbiamo distribuito a chi si fermava al nostro gazebo, anche senza offrire nulla, moltii pieghevoli che illustravano i tre progetti di ricerca sulle cellule staminali. Visto il risultato positivo anche in termini di visibilità Avis, ripeteremo l’iniziativa anche l’anno prossimo con l’auspicio che tutto questo sia “contagioso” anche per tante altre Avis. Chiaro? E liscio... Come l’olio! Paolo Dussin, consigliere Avis provinciale Treviso

Arquata del Tronto: il nuovo Poliambulatorio cresce e prende vita

S

ta prendendo forma, ad Arquata del Tronto, nelle Marche, il nuovo poliambulatorio socio sanitario realizzato anche grazie all’Avis. È tutto in legno, antisismico, ad un unico piano a quattro stanze da destinarsi a diverse specialità mediche, a visite e cure dei cittadini e dei turisti che stanno tornando a visitare i parchi della zona, in particolare quello dei Monti Sibillini e dei Monti della Laga. Lanciata subito dopo il terremoto che il 24 agosto del 2016 aveva duramente colpito il Centro Italia, la raccolta fondi Avis si poneva l’obiettivo di aiutare le zone in difficoltà tra le quali, appunto, il Comune di Arquata, in provincia di Ascoli Piceno. Il progetto del “Nuovo centro socio sanitario”, del valore complessivo di 450mila euro, è finanziato per 200 mila euro dalle diverse sedi Avis (oltre al Nazionale sono coinvolte l’Avis regionale Marche e con un ruolo di coordinamento l’Avis

provinciale di Ascoli Piceno) e per altri 250mila dall’azienda farmaceutica Pfizer. Un particolare sostegno alla raccolta fondi di Avis è arrivato da Banca Sella, dall’Avis Veneto e dalla Casa di Cura “Giovanni XXIII” di Monastier (Tv) che ha donato un defibrillatore e si sta prodigan-

do nel reperimento di macchinari e medici di sostegno. Le fondamenta della struttura sono state gettate a settembre e, nonostante il rigido inverno, i lavori sono continuati. Attesissimo, da tutte le Avis che hanno contribuito, il taglio del nastro in data ancora da definirsi. M.R.

Un’immagine del nuovo Poliambulatorio di Arquata “in divenire”.

2/2019 · DONO&VITA · 21


TEMPIO DEL DONATORE

Una nuova associazione fra le associazioni per la rinascita di Michela Rossato

A

ltro importante passo in avanti verso la rinascita del Tempio di Pianezze. Il 5 aprile 2019 è stata costituita a Mogliano Veneto, nel trevigiano, l’ODV Tempio internazionale del donatore di Pianezze con proprio Statuto e personalità giuridica che permette l’accesso a un mutuo. Vi hanno aderito Avis, Fidas, Fratres e Aido nazionali, Avis regionale Veneto, Fidas Veneto, Avis provinciale Treviso, Fidas Treviso e Avis comunale di Valdobbiadene. La nuova associazione che è stata creata (ODV sta per Organizzazione di volontariato, in pratica un’associazione di associazioni) ha come finalità cercare i fondi, ottenere le autorizzazioni e realizzare la ristrutturazione, seguire la gestione del Tempio e sviluppare obiettivi culturali e solidaristici. Il primo Consiglio Direttivo dell’ODV Tempio è composto da Gino Foffano (Avis nazionale) presidente, Ivo Baita (Fidas nazionale) vice presidente, Flavia Petrin (Aido nazionale) segretaria, Vanda Pradal (Avis provinciale Treviso) tesoriere e Vincenzo Manzo (Fratres) consigliere (foto sotto). Dell’iter per la riapertura del Tempio (chiuso, lo ricordiamo, per ina-

22 · DONO&VITA · 2/2019

gibilità dal dicembre del 2017 a causa di ingenti danni causati da intemperie e dal tempo) si è parlato anche all’assemblea nazionale dell’Avis. Con l’aiuto di slide informative e immagini, si è ricordato il significato di un luogo da più di 50 anni simbolo della generosità e del dono di sé al prossimo, nonché location di feste, incontri e raduni di volontari del dono di tutta Italia. “È sorto nel 1962 per volontà di alcuni audaci donatori che volevano cancellare lo sdegno del sangue inutilmente versato da molti giovani, italiani e non, nel territorio delle

Prealpi venete, ferito dallo scempio delle guerre, erigendo un tempio dedicato al dono anonimo e gratuito del sangue - ha spiegato Foffano anche in Assemblea nazionale - Scelsero un sito sul monte Cesen dove, durante la Grande Guerra, sorgeva una postazione di cannoni. Partendo proprio dal motto “il sangue si dona, non si versa” vollero trasformare un luogo che evocava scontri e morte in uno che parlava di vita e di pace. Per chi ha fatto del dono una missione di vita oltre ogni fede, il luogo rappresenta la casa di tutti, dove trovare serenità, pace, amore e ricercare l’entusiasmo e l’impegno necessari per rilanciare azioni di solidarietà e generosità”. Realizzato e presentato in assemblea nazionale a Riccione, a maggio, anche un segnalibro colorato con i loghi delle quattro associazioni per ricordare la raccolta fondi pro Tempio. Per contribuire: Intesa SanPaolo filiale di Valdobbiadene IBAN: IT28 F0306962156100000000039. Info al cell. 349 9359660 e al sito www.tempiodonatore.it in fase di aggiornamento.


GIORNATA MONDIALE DEL DONATORE

Nel 2020 sarà l’Italia “Capitale mondiale” del dono del sangue

L

a notizia è di quelle grosse grosse per la nostra e per tutte le associazioni dei donatori e per quanti nel nostro Paese si spendono ogni giorno per la donazione e per il prossimo. L’Organizzazione mondiale della Sanità, riconoscendo l’eccellenza del sistema sangue nazionale, ha deciso che sarà l’Italia ad ospitare l’evento globale dell’edizione 2020 del World Blood Donor Day, la Giornata mondiale del donatore di sangue, celebrato dall’Oms ogni anno il 14 giugno. Il nostro Paese succederà al Ruanda, vincitore quest’anno con un grande evento nella capitale Kagali. “L’Oms ha apprezzato l’autorevolezza e l’efficacia della proposta italiana - dichiara il ministro della Salute, Giulia Grillo - L’assegnazione dell’evento globale è un riconoscimento alla qualità del nostro sistema sangue e alla generosità dei nostri donatori, che insieme riescono a garantire l’autosufficienza all’Italia sia per gli interventi urgenti che per migliaia di pazienti che dipendono quotidianamente dalle trasfusioni e dai medicinali plasmaderivati. Sarà anche l’occasione per promuovere in tutto il mondo il modello del sistema sangue italiano che grazie alla donazione volontaria, anonima, non remunerata, responsabile e periodica garantisce terapie salvavita a tutti i pazienti che ne hanno necessità. Il successo arriva a pochi giorni dall’approvazione da parte dell’Oms della risoluzione italiana sui farmaci, ed è un segno ulteriore della considerazione di cui gode il nostro Paese per le politiche della salute”. La candidatura per la Giornata mondiale ha impegnato tutti gli attori del sistema, dal ministero della Salute ai volontari e ai pazienti e

Gianfranco Massaro, presidente FIODS (5° da sinistra) in visita al Tempio internazionale del Donatore assieme a tutto il Consiglio direttivo FIODS e a dirigenti nazionali e provinciali del Veneto e di Treviso.

alle società scientifiche di settore. “La vittoria dell’Italia è un’occasione importante per promuovere ulteriormente la cultura del dono ha detto il dott. Giancarlo Liumbruno, Direttore del Centro nazionale sangue - che è una delle nostre eccellenze”. Il sistema sangue italiano, che a differenza di altri Paesi si basa totalmente sulla donazione volontaria e non remunerata, conta al momento oltre 1,7 milioni di donatori, di cui 1,3 periodici e oltre 300mila alla prima donazione. Il numero di donazioni è stato di poco superiore ai 3 milioni con un’incidenza sulla popolazione di circa 50 per ogni mille abitanti. In media si parla di una donazione di sangue ogni 10 secondi che consente di trasfondere circa di 1.745 pazienti al giorno e di trattare con medicinali plasmaderivati migliaia di persone al giorno. “Poter ospitare la Giornata mondiale - affermano Gianpietro Briola, Aldo Ozino Caligaris, Sergio Ballestracci e Paolo Monorchio, presidenti nazionali di Avis, Fidas, Fratres e referente nazionale sangue della CRI - rappresenta un legittimo ringraziamento ai 1,7 milioni di do-

natori volontari, che attraverso la cultura della solidarietà e la donazione volontaria, associata e non remunerata garantiscono ogni giorno l’assistenza ai pazienti”. Il World Blood Donor Day è stato istituito nel 2004 per opera dell’Organizzazione mondiale della sanità, della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa internazionale, della ISBT, International Society of Blood Transfusion e della Federazione Internazionale delle Organizzazioni di Donatori di Sangue (FIODS/IFBDO). Fondata anche quest’ultima (la FIODS) da Vittorio Formentano nel 1955 è presieduta oggi da un italiano, il molisano Gianfranco Massaro che si è visto rinnovare per la terza volta il mandato nel 2018: “Dal 2011 quando a Parigi sono stato eletto presidente - ci dice - il mio desiderio era quello di poter far svolgere la Giornata in Italia. Questo sogno si è avverato. Facendo parte del Comitato Organizzatore del WBDD ho caldeggiato la candidatura facendo rilevare come: tutti gli attori del sistema, dal Ministero della Salute ai volontari e ai pazienti e alle società scientifiche del settore la sostenevano pienamente”. 2/2019 · DONO&VITA · 23


STORIA DI UN PERIODICO/2

Continua l’epopea di un’Avis in prima linea e del suo periodico racconto di Michela Rossato e Beppe Castellano

C

ontinua la storia del nostro periodico, riprendiamo da dove eravamo rimasti. L’anno 1987 si apre con una rinnovata veste grafica per Avis Abvs Veneto, presentata nel corso della 51ª as-

semblea Avis nazionale ad Abano Terme con la distribuzione del periodico ai delegati che contiene il saluto del nuovo presidente di Avis regionale Veneto Gabriele Orcali, succeduto a Franco Vettoretti. È il 20simo anno per il periodico che festeggia con la prima copertina a colori, dedicata ai “numeri” statistici del Veneto, e con un aumento di foto all’interno. Si parla anche del Tempio del donatore di Pianezze e delle tavole rotonde che sempre più spesso Avis regionale e Abvs organizzano. È presidente della Giunta regionale Carlo Bernini, il cui saluto arriva in redazione in ritardo, finendo nel numero successivo dedicato al nuovo presidente di Avis nazionale Mario Beltrami che succede a Mario Zorzi (nuovo responsabile Servizio medico Avis 24 · DONO&VITA · 2/2019

nazionale). Il 1988 è l’inizio delle tavole rotonde e dei convegni di Avis sull’attuazione del Piano Sangue regionale e sulla nuova organizzazione del servizio trasfusionale. È praticamente in corso la “battaglia del plasma”, dopo che Franco Vettoretti nel 1986 bloccò a muso duro le intenzioni della Regione politica di “cedere” (oggi si direbbe “valo-

rizzare”) il plasma dei donatori veneti a una multinazionale estera. A Castelfranco Veneto, in particolare, il confronto è con Assessorato regionale alla Sanità, Fidas Veneto, medici trasfusionisti e responsabili Ulss. L’argomento terrà botta anche nei numeri dell’anno successivo, con toni a tratti molto accesi. Spazio sempre più ampio, intanto, si comincia a darlo anche ai corsi di formazione, alle iniziative locali di Avis e Abvs e a temi come droga, fumo, alcool e alimentazione. L’incontro Fiods a Venezia è raccontato a luglio del 1989. Un titolo a caratteri cubitali annuncia, nel primo numero del ’90, l’incontro dell’Avis regionale Veneto con il ministro della sanità Francesco De Lorenzo sulla “nuova Legge di Piano Sangue nazionale che, sostituendo la ormai superata legge 592 dovrebbe razionalizzare tutti il sistema trasfusionale italiano”. Ma è anche l’anno in Avis Veneto guarda oltre i confini italiani, con il lancio del progetto Avis-Africa in collaborazione con il Cuamm di


Padova e con la collaborazione dei tutte le provinciali per la realizzazione di una struttura trasfusionale in Tanzania. “Veneto-Legge Quadro 107” è il tema su cui Avis e Abvs impostano la tavola rotonda del dicembre del ’90 a Santa Giustina Bellunese, poi riportata quasi integralmente nel primo numero del 1991. Avis combatte per ciò in cui crede, per assicurare il sangue tenendo lontano ogni pensiero di commercializzazione, anche a costo di scontri verbali e scritti diretti, con nomi e cognomi. In Veneto sono anche gli anni dei Gruppi Giovani Avis che intensificano convegni e giornate di studio: oggi si chiamerebbero forum. Gli emoderivati e l’entrata in vigore delle nuove direttive europee dal 1 gennaio

1991 apre il numero dell’anno successivo, con la ripresa di una denuncia fatta tempo prima dalle Avis regionali sul disavanzo del nostro Paese di 200 miliardi di lire nel campo degli emoderivati e la necessità di importarli da Paesi esteri in cui mancano le severe norme sanitarie che, invece, ci sono in Italia. Per la prima volta il periodico affronta, poi, in modo approfondito ma decisamente lungo, l’aspetto etico della donazione, riportando la lezione del prof. Giuseppe Goisis al Consiglio Avis regionale tenutosi a Trichiana e un intervento di mons. ErsilioTonini, vescovo emerito di Ravenna. In questi primi numeri degli anni Novanta, inoltre, si comincia a parlare di donazione di sangue midollare, considerata la nuova frontiera nella cura di determinate malattie onco-ematologiche. Si spiega come funziona, a chi serve, quali possibi-

lità di cura apra a tanti malati. Avis si apre sempre più all’altro volontariato, a “un nuovo impegno per aiutare a sperare nella vita”. La nostra carrellata si chiude con il numero di settembre del 1992. Con il Tempio, a colori, a tutta copertina. Il simbolo internazionale del dono, oggi chiuso in attesa di rinascere, tagliava il traguardo dei suoi primi 30 anni! Ma con l’ultima copertina di “AvisVenetoAbvs” si chiude anche un altro ciclo del periodico. Le pubblicazioni verranno sospese per quasi due anni, riprenderanno soltanto nel 1994. Con un nuovo presidente regionale, un nuovo direttore, una nuova redazione e una diffusione “oceanica”. Alla prossima...

2/2019 · DONO&VITA · 25


ATTUALITÀ

Torna l’estate con le “vampire” West Nile Virus: ecco le difese di Redazione

C

on l’estate tornano le zanzare e il problema del West Nile Virus, il virus del Nilo Occidentale (è un Arbovirus) che solo accidentalmente può infettare l’uomo. L’infezione umana è in oltre l’80% dei casi asintomatica e nel restante 20% dei casi i sintomi sono quelli di una sindrome pseudo-influenzale. Nell’0,1% di tutti i casi, però, l’infezione virale può provocare sintomatologia neurologica del tipo meningite, meningo-encefalite. Le evidenze scientifiche nazionali ed internazionali hanno recentemente dimostrato l’efficacia dei piani di sorveglianza sistematica delle catture di zanzare vettrici e di sorveglianza attiva degli uccelli selvatici nel fornire informazioni precoci sulla circolazione del West Nile Virus. Per questo, il Ministero della Salute ha emesso l’8 aprile 2019 una circolare con il Piano nazionale integrato di prevenzione, sorveglianza e risposta ai virus West Nile e Usutu e il 27 maggio una circolare integrativa sul ruolo delle istituzioni localmente coinvolte. Per salvaguardare i donatori di sangue e le donazioni, il 31 maggio 2019 il Centro Nazionale Sangue ha emesso una circolare recante “Indicazioni per la sorveglianza e la prevenzione della trasmissione del WNV e Usutu mediante la trasfusione di emocomponenti labili nella stagione estivo-autunnale 2019”. Fino a autunno inoltrato, quindi, il Centro Nazionale Sangue provvederà ad emanare, attraverso specifiche circolari, le disposizioni inerenti le misure di prevenzione della trasmissione trasfusionale del WNV. Effettuerà inoltre il monitoraggio settimanale della situazione epidemiologica internazionale attraverso la consultazione del sito 26 · DONO&VITA · 2/2019

dell’European Centre for Disease and Control (ECDC). L’anno scorso i contagiati in Italia sono stati 595, nessuno per via trasfusionale grazie alle sospensioni cautelative e ai controlli a tappeto che hanno individuato per tempo 68 positivi. Ricordiamo che il CNS, di concerto con le Regioni, ha attivato da giugno un piano per la sorveglianza e la prevenzione della trasmissione del virus. Il piano prevede la diramazione di un alert immediato non appena il virus venga isolato in un pool di zanzare, in un esemplare di

avifauna o in un equide. A seguito della segnalazione le strutture trasfusionali delle province interessate hanno l’obbligo di introdurre il test NAT per tutte le donazioni. Tale test, che va effettuato contestualmente alla donazione di sangue, permette di rilevare la presenza del WNV e di evitare così la trasmissione trasfusionale dell’infezione. Se il virus viene isolato in una zona che si trova nel raggio di cinque chilometri dal confine con un’altra Provincia allora l’alert viene diramato a tutte e due le province interessate.


STORIE DI VITA

Patrizia: una lunga odissea, affrontata e vinta con coraggio

R

itornare alla vita, con grandissima forza di volontà, coraggio e l’affetto infinito della propria famiglia. È una storia incredibile e piena di speranza quella raccontata da Patrizia Lovato a Cologna Veneta (Vr). L’emozionante serata organizzata dalle Avis del Colognese assieme a Ulss 9 e Comune si è svolta a gennaio, ma abbiamo voluto conservare la sua storia per raccontarvela bene. Madre di quattro figli, sempre energica, imprenditrice, con il marito, di una nota azienda dolciaria della zona, Patrizia viene sconvolta nel 2003

da un tumore che comincia a darle il tormento, costringendola a ben dieci interventi. Con relativo bisogno di sacche e sacche di sangue. Il 14 giugno 2017 viene operata nuovamente a un’anca, all’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna. Durante il complesso e lungo intervento che mette a dura prova il fisico già debilitato, il cuore di Patrizia va in arresto, lasciando il cervello senza ossigeno per alcuni minuti e facendola uscire dalla sala operatoria in coma, con poche speranze. “Ci dicevano che anche se si fosse risvegliata - ha raccontato il marito Fausto Bertolini - i danni subiti erano talmente gravi da non consentirle di tornare a camminare e a ragionare come prima”. Un responso che sconvolge il marito, ma che non lo fa arrendere. “Ho capito che non potevo limitarmi a stare accanto al letto di Patrizia, dovevo darle la forza di reagire”. Andando in ospedale Fausto passava ogni giorno davanti a una chiesetta, entrava e pregava la Madonna. “Una mattina ne sono uscito sollevato, più sereno, come se la Madonna mi avesse fatto sapere che le cose sarebbero migliorate”. Risvegliata dal coma con limitate capa-

cità cognitive, motorie e relazionali, Patrizia sembrava spenta. Ma Fausto, supportato da figli, medici e fisioterapisti, ha cominciato a stimolare tutte le sue potenzialità con una serie di esercizi mirati sia al rafforzamento fisico che intellettivo, filmando con il cellulare anche il più piccolo progresso della moglie. Filmati che sono stati proiettati durante la serata, presentata da don Bruno Fasani e che hanno evidenziato la grande caparbietà dei due coniugi. Tanto da permettere a Patrizia di tornare a casa e di andare in Salento, per una sorta di riabilitazione all’aria aperta, sempre guidata dal marito: le faceva salire i gradini, passeggiare e nuotare, esercizi per rinforzare gli addominali, le braccia, le gambe, per l’equilibrio e persino in bicicletta. Poco a poco, Patrizia ha ripreso in mano la sua vita, il suo corpo e la sua mente, persino l’auto e il lavoro. Il recupero non è ancora totale, ma la sua straordinaria testimonianza è un’iniezione di speranza e forza per chi sta combattendo contro la malattia. Grazie ad Avis del Colognese per averci permesso di conoscerla e di farla conoscere ai lettori. 2/2019 · DONO&VITA · 27


AVIS&SPORT

Il Giro d’Italia a Verona, accolto da centinaia di “promo” Avis

C

hiusura alla grande per il Giro d’Italia 2019 e per l’Avis nella città di Giulietta. E chiusura proprio nel giorno, il 2 giugno, in cui si festeggia la Repubblica Italiana e ciò che più ci unisce, come italiani, rispetto a ciò che ci vuol dividere. Guarda caso Avis e Giro d’Italia “mettono insieme” nello stesso impegno e nelle stesse passioni ogni cittadino, al di là di ogni “colore”, politico o di pelle. Avis è stata sulle strade, agli arrivi e alle partenze di tappa in un’edizione che, simbolicamente, voleva unire l’Italia. È stato un giro pieno di simboli, con gli “omaggi” fatti a un grande ciclista e Uomo, Gino Bartali, di solito icona della sportività con il

28 · DONO&VITA · 2/2019

famoso passamano della bottiglia d’acqua con l’eterno rivale Fausto Coppi. Ma omaggio anche al Bartali “giusto fra le nazioni” che con la sua insospettabile bici da cam-

pionissimo, durante le persecuzioni naziste, salvò ben 800 ebrei. Un altro simbolo dell’Italia unita dall’Arte e dalla Ragione è Leonardo, di cui ricorre quest’anno il 500°. A Vinci, sede di tappa, sono state distribuite centinaia di magliette rosa/Avis dedicate al Genio toscano (foto sotto a sinistra con Marino Bartoletti). Fra i “toscanacci”, a Fucecchio, è stato ricordato anche il grande Indro Montanelli, la tappa è arrivata il giorno del suo 110° “compleanno”. Ma la chiusura è stata tutta... nostra: veneta e veronese. E le Avis scaligere sono scese in campo, capitanate dalla Comunale del capoluogo e dalla Provinciale. Oltre cen-


to i volontari che, per tutto il percorso della cronometro, si sono spesi sotto il solleone per promuovere Avis e salutare i “girini” distribuendo centinaia di cappellini realizzati per l’occasione. Molte le postazioni Avis sul percorso. Il Giro passava proprio davanti alla sede Comunale di Ponte Aleardi dove c’era un gazebo informativo. Grande visibilità, quindi, anche

come immagini televisive, visto che lo stabile - come tutte le postazioni fino all’Arena - era fornito di striscione e bandiere. Ma parlino le immagini, anche come ringrazia-

mento per chi s’è “sciolto” al sole nella prima, vera giornata estiva da 30 gradi all’ombra. Ma quando c’è Avis in... Giro è una festa che vale una sudata.

Avis Riviera del Brenta: tre Istituti sotto rete nel volley femminile

Q

uinta edizione del Torneo di Pallavolo Avis a Dolo (Ve) che quest’anno ha visto coinvolti il Liceo Galilei, l’Istituto Alberghiero Musatti e il Tecnico Lazzari, quest’ultimo uscito vincitore. La gioia delle ragazze e dei loro compagni è stata accompagnata anche dalla gratitudine e dalla tenerezza nei confronti dell’insegnante di educazione fisica, prof. ssa Occhinegro, prossima alla pensione. Seconde classificate le ragazze del Galilei, terze le giovanissime del Musatti. L’evento permette alle Avis del territorio di incontrare i giovani e parlare loro di sport, stile di vita sano, solidarietà e volontariato. Il confronto con le nuove generazioni è sempre occasione di crescita, di condivisione e di scambio di esperienze che arricchisce. Un ringraziamento a presidi e insegnanti delle scuole che ospitano sempre con amicizia e apprezzamento quest’evento. Un applauso alle ragazze che hanno giocato, ai ragazzi che hanno tifato per loro, alle giovani che hanno arbitrato, agli studenti di pasticceria dell’istituto Musatti per il dolce finale e alla filiale di Dolo di Banca Annia per la donazione.

Ultimo, ma non ultimo, un ringraziamento alle consorelle di Strà, Vigonovo e Camponogara e al presidente Avis provinciale Venezia per la collaborazione e la condivisione dell’evento. Avis Riviera del Brenta

2/2019 · DONO&VITA · 29


AVIS&PREVENZIONE

Insieme per la lotta al Diabete in 32 comuni del Padovano

L

a prevenzione passa anche attraverso l’Avis. Ben 32 Comuni del padovano e le rispettive Avis hanno aderito quest’anno alla terza edizione del progetto “Diabete a colori” promosso dal Lions Club International e sostenuto da Croce Rossa, Anci (Associazione nazionale comuni italiani) Veneto, Federsanità Veneto, Fand associazione nazionale diabetici e Associazione Cuochi Terme Euganee.

L’iniziativa si snoda in una serie di appuntamenti informativi sulla malattia e sulla sua prevenzione attraverso serate pubbliche, manifestazioni sportive e gazebo in piazza a maggio e giugno per la misurazione gratuita della glicemia e la valutazione dell’eventuale rischio di manifestare il diabete nell’arco di 5/10 anni. Il progetto è partito nel 2017 con 12 Comuni aderenti, passati a 21 nel 2018 e a 32 quest’anno,

segno della validità e dell’apprezzamento dell’iniziativa da parte della popolazione e delle istituzioni. Presente sin dall’inizio l’Avis Conselvano, seguita a ruota da molte altre vicine e via via più lontane e dalla firma di un protocollo con Avis regionale Veneto lo scorso anno. “Diabete a colori” è un’iniziativa molto sentita e attesa nel padovano, e non si contano i volontari avisini scesi in campo quest’anno in tutti i Comuni aderenti, accanto alla Croce Rossa, ai medici e agli infermieri nelle operazioni di misurazione e compilazione moduli. Una collaborazione splendida che ha permesso ad Avis di essere tra la popolazione, visibile e in prima linea in un’iniziativa che punta sulla prevenzione e sui corretti stili di vita, che fanno parte della missione dell’associazione accanto alla promozione e alla raccolta di sangue e plasma. La presenza dei cuochi, in alcune occasioni, e l’organizzazione di biciclettate e camminate Avis ha dato l’occasione per insegnare alla popolazione che la salute passa anche attraverso la sana alimentazione e l’attività fisica. 30 · DONO&VITA · 2/2019


LE SETTE SORELLE: VICENZA

Stessa acqua, stesso sangue Donatori d’ogni colore... uniti

I

l messaggio del dono del sangue veicolato attraverso acqua e latte. Prende il via in tutta la provincia di Vicenza una duplice iniziativa di sensibilizzazione che lega l’Avis e le altre associazioni di donatori a elementi primari della vita. “Si è partiti da qualche settimana con le tessere per i distributori dell’acqua che recano i loghi di Avis, Rds (Reparto donatori di sangue) Monte Grappa, Fidas, Associazioni donatori Alto Vicentino e “Cav. Pietro Trevisan” - spiega il presidente dell’Avis provinciale Giovanni Vantin - e che si possono utilizzare in tutte le casette per la distribuzione dell’acqua presenti in molti comuni”. Recano su un lato la scritta “Un dono che salva la vita, fatti un controllo, dona salute” e il disegno di un cuore fra due mani. “Crediamo molto in questa iniziativa, bella per due motivi - continua Vantin - perché simboleggia l’unione tra due elementi essenziali e di alta qualità, l’acqua e il sangue donato, e perché vede la collaborazione di tutte le associazioni dei donatori della provincia Berica”.

Accanto alla campagna dell’acqua, arriverà da settembre a dicembre quella di un altro elemento sano e primario per la salute dei cittadini. Su tutte le bottiglie del latte distribuito dalla Centrale del Latte di Vicenza, infatti, ci sarà lo slogan “Dona il sangue. Salva una vita” con disegnata una sacca di sangue. Anche qui sono coinvolte tutte le associazioni, addirittura senza alcun logo a distinguerle, perché ad essere veicolato sia solo il messag-

gio del dono. “Oltre a ringraziare la Centrale del Latte che si è resa disponibile gratuitamente per questa iniziativa, apre il cuore sapere che tra associazioni continua la strada di collaborazione e condivisione nel promuovere la cultura del dono - conclude il presidente dell’Avis provinciale - spero che un giorno si lavori insieme su qualcosa di ancor più grande per il bene di chi soffre e ha bisogno di noi”. Michela Rossato

Malo-Monte di Malo: Avis fra giovani, scout, famiglie alla Sagra di... Pisa

A

vis Malo/Monte di Malo anche quest’anno ha partecipato alla ormai rinomata sagra in località Pisa, svoltasi a fine marzo. Un evento molto amato in

paese, alla sua quinta edizione. Una festa agreste per famiglie con attività e giochi all’aperto, organizzata dai giovani del paese, scout in testa. La sagra è anche un’oc-

casione di riscoperta del territorio, con un percorso audio guidato che ha ripercorso la storia di Villa Pisa, nel centenario dallo scoppio della polveriera. Avis è stata presente per tutta la manifestazione a divulgare il dono, a fornire informazioni e iscrivere nuovi potenziali donatori. Altra iniziativa il dono delle cuffie Avis agli ospiti della casa di riposo Muzan, perché “dopo il verbo amare, il verbo “aiutare” è il più bello del mondo”. La sede Avis è in piazza Zanini a Malo tutti i giovedì dalle 20 alle ore 22. 2/2019 · DONO&VITA · 31


LE SETTE SORELLE: PADOVA

Prossimo il 60° della Provinciale passato, presente e roseo futuro

I

l 22 dicembre 1959 si costituì a Padova l’Avis provinciale. Erano presenti i dirigenti delle Avis di Padova, Conselve, Este, Cittadella, Caselle, Montagnana, Piove di Sacco, Monselice. Fu costituito il primo Consiglio direttivo e fu eletto presidente il cav. Umberto Dal Pozzo, vice presidenti Valerio Giuseppe e Cesare Ballo, segretario Luciano Marcato. In questi 60 anni, crediamo di avere avuto una parte importante nel sostegno agli ammalati, alla sanità pubblica e sempre in totale gratuità, nonostante il progresso della medicina. Avis ha mantenuto intatto il suo obiettivo primario, consapevole della propria

funzione sociale: fornire sangue sicuro e di qualità ad ogni malato che ne avesse bisogno. Ma non ci sentiamo appagati dei risultati fin qui raggiunti e della nostra storia perché, con la nostra straordinaria capacità di rinnovamento, vogliamo cogliere le sfide dell’innovazione. Da quest’anno Avis nazionale ha assunto la qualifica di “Rete associativa nazionale”. La nostra associazione rappresenta un mondo complesso di associazioni, con una presenza capillare su tutto il territorio nazionale e provinciale, e con un sistema che risponde a esigenze e obiettivi del sistema sanitario nazionale, per conto del qua-

le svolge un’insostituibile opera di reclutamento, cura e fidelizzazione dei donatori. È sui territori che la nostra associazione vive e cresce, non esiste una sola Avis, ma ce ne sono tante nella nostra provincia, tutte in egual misura importanti, tutte portatrici di idee e valori. Assieme danno spessore e sostegno alla nostra Avis provinciale, che deve garantire l’unitarietà associativa. L’Avis è dei donatori e ogni iniziativa, ogni decisione che prendiamo passa dal confronto e dal dialogo di tutti, rivolto ad un unico interesse primario: la tutela del donatore e degli ammalati. Luca Marcon

I numeri dell’Assemblea provinciale di Bagnoli

A

l teatro “Carlo Goldoni” di Bagnoli di Sopra si è svolta il 13 marzo l’assemblea di Avis provinciale Padova. Nel comprensorio del Conselvano, di cui fa parte anche Bagnoli, è presente una sede di raccolta sangue associativa che, nel corso del 2018, ha dato un prezioso contributo all’attività di raccolta in convenzione. In apertura, il presidente provinciale Luca Marcon ha voluto ricordare Romano Zonato e Italo Albertin, segretario e consigliere dell’Avis provinciale, venuti a mancare di recente. È quindi passato ai dati associativi, rilevando che il Dipartimento di Padova ha concluso il 2018 con un risultato positivo nella raccolta del sangue, registrando un incremento di 997 unità (46.717 donazioni rispetto alle 45.720 del 2017), con un aumento del 2,2%. La media regionale è stata del -0,4%. Il plasma ha fatto registrare una diminuzione: -107 unità (4.438 donazioni rispetto alle 4.545 32 · DONO&VITA · 2/2019

del 2017) pari al -2,4 % a fronte di una media regionale del -3%. Il dato del plasma deve essere letto all’interno di un contesto ampio. In Italia la raccolta plasma si basa sulla donazione totalmente volontaria e non retribuita, a differenza di altri Paesi in cui la donazione, invece, è a pagamento. Il nostro sistema garantisce il 70% del fabbisogno di tutti i plasmaderivati necessari ai pazienti italiani. È un problema di etica e di sicurezza: i farmaci plasmaderivati sono e devono rimanere patrimonio pubblico, in Italia abbiamo una sistema che tutela donatore e ricevente, impedendo che il corpo umano possa essere fonte di profitto. È necessario concentrare gli sforzi per riportare il numero delle procedure di raccolta del plasma sui livelli precedenti, pur consapevoli delle difficoltà legate alle procedure di plasmaferesi. Per quanto riguarda il trasfuso, il nostro Dipartimento ha utilizza-

to 2.896 sacche in meno rispetto all’anno precedente. Padova rimane, insieme e Verona, la provincia veneta con il più alto numero di prestazioni chirurgiche e mediche ad alta specializzazione e l’impegno richiesto alle nostre associazioni è maggiore rispetto ad altre province. Anche nel 2018 Padova ha registrato un numero record di trapianti eseguiti (è seconda solo a Milano) ed è l’unica città del Veneto in cui si eseguono tutti i tipi di trapianto. Dati in continuo aumento che ci portano a riflettere sulla necessità di inten-


È continuo l’incremento della raccolta associativa

N

el 2018 abbiamo ottenuto il rinnovo di autorizzazione e accreditamento delle 12 sedi di raccolta sangue e il 10 maggio si è concluso l’audit di CLS Behring 2019 presso l’Avis provinciale di Padova. Il processo di autorizzazione e accreditamento ha richiesto l’impiego di risorse umane ed economiche per sostenere gli interventi di adeguamento tecnologico e organizzativo. Per questo vogliamo ringraziare i volontari e il personale Avis che operano nelle sedi di raccolta in convenzione: medici, infermieri e personale di segreteria, attori portatori di garanzia e sicurezza, pronti ad adeguarsi alle normative in evoluzione e mantenere attiva la generosità dei donatori. L’attività di raccolta sangue in convenzione, effettuata direttamente dalle sedi di raccolta Avis, in pro-

vincia di Padova aveva registrato per il 2018 un aumento di 791 unità di sangue intero se rapportato alle 11.224 del 2017. Anche nel primo quadrimestre 2019, dato aggiornato alla fine di maggio, Avis registra nelle proprie sedi di raccolta 3534

sacche di sangue intero raccolte rispetto alle 3359 di fine maggio 2018, con un aumento di 175 (pari al 5,21%). Consci delle difficoltà del periodo estivo, cerchiamo di mantenere il dato positivo anche in questi mesi. Vinicio Righetto

sificare i nostri sforzi, per garantire un apporto adeguato ai fabbisogni di sangue. Nel 2018 abbiamo perseguito il tentativo di raggiungere l’autosufficienza dipartimentale, è cresciuto l’indice di emazie raccolte per mille abitanti nella provincia: abbiamo raggiunto il 49,83 con un buon incremento rispetto al 48,86 di fine 2017. Siamo comunque sotto la media regionale, ma possiamo ritenerci soddisfatti del lavoro di questi anni. In Veneto abbiamo assistito, anno dopo anno, a un costante decremento della raccol-

ta sangue e plasma e una difficoltà evidente nel portare nuovi donatori periodici per il ricambio generazionale. La nostra azione di sensibilizzazione e proselitismo, invece, ha generato nuovi frutti: i donatori hanno risposto con puntualità alle chiamate, anche nei particolari momenti di carenza. L’attività di raccolta sangue in convenzione, effettuata direttamente dalle sedi di raccolta Avis, il 2018 ha segnato un aumento di 791 unità di sangue intero se rapportato alle 11.224 del 2017. I nuovi iscritti sono stati 1.852, in linea con il 2017. I soci Avis rappresentano circa il 2,5% dei residenti in provincia di Padova. In questi ultimi anni, l’età media della prima donazione si è elevata a 25 anni e, com’è noto, solo una parte rimane e diventa donatore periodico. Come prima evidenziato, sono positivi i dati della nostra provincia, ma c’è una generale e costante inversione del dato della raccolta in Veneto. L’analisi ci induce a pensare che è

mutata la situazione sociale, sono cambiati i rapporti sociali, i tempi e gli strumenti di comunicazione, si è trasformato il mondo del lavoro, così come il rapporto tra generazioni. Ci troviamo ad agire in un contesto dove c’è un calo demografico e persiste l’invecchiamento della popolazione. Anche noi dobbiamo adeguarci alle nuove modalità di comunicare, soprattutto alle nuove generazioni e in particolare nella fascia tra i 25 - 35 anni. Il lavoro di reclutamento chiamata e fidelizzazione del donatore è un compito della nostra associazione che non possiamo delegare ad altri. Tra le attività che abbiamo attuato per garantire un afflusso costante di donatori ai Centri trasfusionali, c’è il monitoraggio su coloro che si avvicinano alla nostra associazione e non superano la prima donazione; abbiamo cercato e cerchiamo con l’ufficio di chiamata, di investire sulla promozione, proprio per non “perdere” il contatto con queste persone. Roberto Sartori 2/2019 · DONO&VITA · 33


LE SETTE SORELLE: VENEZIA

Mestre: che “Dragon(i)” questi studenti pagaiando per l’Avis! pagine a cura di Giorgia Chiaro

P

rovare ad avvicinare i giovani in modo diverso, coinvolgendo gli studenti nella conoscenza di uno sport che valorizzi anche il nostro territorio. Sabato 4 maggio, presso la Canottieri Mestre in punta a San Giuliano, le squadre di quattro istituti superiori mestrini (Iss Pacinotti, Istituto tecnico Massari, Istituto San Marco e Liceo Morin) si sono sfidate in un’appassionante regata di dragon boat. Nonostante pioggia e freddo, con entusiasmo e sana competitività i ragazzi sono scesi in acqua, mettendo a frutto ore di allenamento fatto in precedenza, alla presenza dell’Assessore del Comune di Venezia Simone Venturini. Hanno vinto la gara al fotofinish gli studenti dell’Istituto San Marco, davanti a

sport e stare insieme all’aria aperta. Una dragon boat arriva al traguardo solo se tutti i membri dell’equipaggio si coordinano e si aiutano”. Durante gli allenamenti e prima

Mestre-Marghera: proseliti al Demanio

C

quelli del Pacinotti, terza la squadra del liceo Morin e quarta quella del Massari. “La regata tra gli istituti superiori di Mestre è la nostra grande occasione di entrare nelle scuole in maniera innovativa e vincente - dice Lucia Delsole, presidente dell’Avis Mestre Marghera - perché vogliamo far passare il messaggio che è importante donare il sangue, ma anche avere degli stili di vita sani, fare 34 · DONO&VITA · 2/2019

delle premiazioni, i ragazzi (quasi un centinaio) hanno avuto modo di conoscere Avis e di avvicinarsi alla donazione di sangue. Un bel risultato per la Comunale, raggiunto grazie all’instancabile opera di tutti i volontari guidati dal nostro Gianni Penzo e dalla preziosa collaborazione della Canottieri Mestre che ha messo a disposizione istruttori preparati, barche e spazi. Un ottimo lavoro di squadra!

irca 13 anni fa Avis nazionale stilò un protocollo d’intesa con la Direzione generale dell’Agenzia del Demanio. Dopo qualche anno di stasi e a seguito di un tenace lavoro da parte di alcuni, a questo protocollo è stata data nuova vita, con una prima mattinata di promozione e donazione il 20 maggio. Anche Avis Mestre-Marghera è stata coinvolta. A Mestre si trova la sede regionale dell’agenzia. Un ambiente di lavoro con molti giovani che hanno partecipato numerosi a una prima mattinata di informazione in sede, il 14 maggio. È seguita l’idoneità di 7 aspiranti donatori il 20 maggio, al Centro raccolta dell’ospedale dell’Angelo. Un’attività che Avis Mestre-Marghera spera prosegua anche in futuro, portando adesioni ancor più numerose.


Sempre più stretta la collaborazione Avis-Admo in provincia di Venezia: da Mestre al Piave...

A

vis e Admo insieme in una splendida giornata di sole al parco di San Giuliano a Mestre, il 26 maggio, per il Bora Battle Venice 2019, tappa veneziana del circuito di gare WSSA che si svolge a livello mondiale. Voluta e organizzata dai ragazzi della FunBlades, scuola di pattinaggio della provincia di Venezia, con questo evento hanno voluto ricordare l’amico Marco Boraso, detto Bora, mancato a gennaio. Un ricordo che resterà impresso anche in una targa affissa al pattinodromo del parco, posto che Marco amava e che è stato onorato con un giorno di sport, amicizia e solidarietà, assieme alle nostre due associazioni. La manifestazione ha visto la presenza di tantissimi atleti che si sono sfidati in due delle più spettacolari discipline del pattinaggio in linea: il free jump e le slide.

Tra una gara e l’altra, i volontari dell’Avis comunale Mestre Marghera e dell’Admo Venezia hanno potuto spiegare ai presenti l’importanza della donazione sia di sangue, sia di midollo.

È stato un modo diverso per essere presenti e visibili sul territorio, in una manifestazione che ha esaltato il piacere di stare insieme all’aria aperta e condividere valori positivi e divertimento.

“Scarpa Mattei” di San Donà, Admo raccoglie adesioni anche per l’Avis

C

ome Avis, e spesso in collaborazione con Avis, Admo entra nelle scuole superiori della provincia di Venezia con un incontro in cui i volontari spiegano come e perché iscriversi al registro dei donatori di midollo, portando le testimonianze di chi ha donato e di chi ha ricevuto, con il trapianto, una nuova possibilità di vita. Queste testimonianze arrivano dritte al cuore dei ragazzi e così è stato anche per 21 studenti dell’I-

stituto Scarpa Mattei di San Donà di Piave, che hanno chiesto di poter diventare futuri donatori. Per loro è stata organizzata una mattinata speciale al Centro trasfusionale dell’ospedale sandonatese, grazie alla disponibilità del dott. Fiorin, della dott.ssa Orfano e di tutto il personale infermieristico e di segreteria. Con il supporto del nostro instancabile Cristiano, volontario Admo che quest’anno festeggia i 10 anni dal trapianto, i ragazzi

hanno ricevuto tutte le informazioni necessarie e si sono sottoposti alla visita e al semplice prelievo di sangue che ha consentito loro di iscriversi al registro nazionale dei donatori di midollo. Visto che sempre, da tutti noi volontari delle associazioni del dono, viene spiegato che nessun malato che trova un donatore di midollo compatibile riuscirebbe ad arrivare e a superare un trapianto senza le indispensabili sacche di sangue, plasma e piastrine donate loro da anonimi e generosi donatori (un trapiantato arriva a riceverne 250/300 durante il suo percorso fino alla guarigione!), ben 11 studenti hanno deciso di iscriversi anche ad Avis e diventare donatori di sangue. Così è bello lavorare, fianco a fianco e con la gioia di vedere un’enorme sensibilità e un incredibile entusiasmo nei giovani che incontriamo. (Servizi a cura di Manuela Fossa)

2/2019 · DONO&VITA · 35


Tante le iniziative di Avis Venezia che continua a crescere nel tessuto sociale della laguna

È

tutto un susseguirsi di eventi a Venezia. Alla Festa della Donna la presidente della Comunale Springolo e la segretaria Palazzi hanno distribuito 50 mazzi di mimose alle donne che si sono presentate a donare e al personale sanitario femminile di vari reparti dell’ospedale civile, oltre a regalare gadget per i piccoli pazienti in pediatria. Il 7 aprile, poi, l’Avis lagunare ha organizzato un concerto nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, detto il “Pantheon dei Dogi” poiché ha accolto le spoglie di illustri dogi e valorosi eroi veneziani. L’evento, oltre a sensibilizzare al dono del sangue, è stato organizzato con Aido Venezia centro storico, a cui è andato il ricavato del concerto, inaugurando così una collaborazione con altre associazioni di volontariato cittadine che non vi è mai stata prima. Con aprile è partito, inoltre, il nuovo concorso fotografico per le 12 foto “Venezia in bianco e nero” che verranno utilizzate nelle 2.500 copie del calendario 2020, in ricordo di Roberto Cecchini. Previsti premi in denaro ai primi classificati e doni griffati Avis. È nata una sinergia con il Patronato di Sant’Alvise nel sestiere di

Cannaregio che da Pasqua vede uno striscione Avis con leoncino e contatti per poter donare, affisso nel campo da calcio/basket e gadget per coloro che frequentano il patronato, giovani e meno giovani. Sempre sul fronte sport, Avis Venezia è stata testimonial d’eccezione alla competizione di vela tenutasi a metà marzo nella nuova darsena di Sant’Elena: due giorni di regate tra 8 imbarcazioni con equipaggi composti da padri e figli. Oltre allo stand informativo sempre operativo, la Comunale ha visto il proprio logo campeggiare su tutte le vele, che verranno poi riutilizzate in occasione altri eventi sportivi lagunari nel corso del 2019.

Springolo e De Marchi nominati “Cavalieri di San Marco” il 25 aprile

A

ltri due membri del Direttivo di Avis Venezia ammessi all’Associazione Cavalieri di San Marco, il 25 aprile a Venezia: la presidente Patricia Springolo, madrina la socia arch. Stefania De Fazio e il vice-presidente Mario De Marchi, padrino il consigliere prof. Reggio. Con i due avisini, è stato nominato Cavaliere anche Joe Tacopina, patron del Venezia F.C. Tra le finalità dell’associazione c’è quella di segnalare, ammettendoli 36 · DONO&VITA · 2/2019

tra i soci, quanti si sono distinti per opere di bene, assistenza e beneficienza. La nomina gratifica lo spirito, poiché viene riconosciuto come fondamentale l’atto del dono del sangue e l’impegno di chi svolge gratuitamente servizio in Avis trasmettendo un messaggio positivo. Tra le autorità presenti alla cerimonia, il direttore generale dott. Dal Ben, che non manca mai di dimostrare la sua vicinanza all’Avis! (Servizi di Davide Del Negro)


LE SETTE SORELLE: TREVISO

Assemblea provinciale: segno meno, ma mai in emergenza

P

unto fermo e chiaro: puntare dritto alle nuove generazioni! Per la Provinciale di Treviso il futuro dell’Avis è nei giovani e l’associazione deve continuare a mantenere le porte spalancate, essere inclusiva, attribuire ai giovani ruoli di responsabilità. Lo ha sottolineato la presidente Vanda Pradal, rivolgendosi ai dirigenti e rappresentanti delle 89 Avis comunali della Marca, ma anche consiglieri Avis regionali e nazionali e medici riuniti alla 62ª assemblea provinciale alla sala congressi di Villa Fiorita a Monastier. “Il confronto tra i dati annuali relativi al sangue raccolto porta un segno negativo rispetto al 2017 - ha spiegato Pradal entrando poi nel merito della raccolta - La raccolta associativa è, invece, in controtendenza rispetto al dato complessivo e registra un incremento rispetto all’anno precedente”. Nello specifico, il 2018 ha registrato una raccolta complessiva di 48.078 sacche, con un decremento del 2,62% rispetto all’anno precedente. Mai si è verificata un’emergenza! La raccolta associativa è stata di 13.332 unità, con un +1,08%. Le sacche di sangue intero sono state 39.585, quelle della plasmaferesi 7.508 e delle piastrine 985. I soci donatori nel 2018 sono stati 34.300, di cui attivi 31.495. Tra i soci attivi si registrano 11.024 femmine e 20.471 maschi. I nuovi iscritti sono 2.551, esattamente 230 unità in più rispetto al 2017. Guardando oltre la donazione entro i confini territoriali, la presidente non ha nascosto alla platea il sogno che ogni donatore possa un giorno donare in qualsiasi Centro trasfusionale d’Italia. Il medico donatore Bernardino

Spaliviero ha, invece, sollevato il problema del limite d’età: a 66 anni compiuti, dato che per la normativa regionale del Veneto non può più donare, l’ha fatto in Emilia Romagna dove, invece, è concesso. “La normativa del Veneto deve cambiare - ha detto rivolgendosi alla Regione - perché oggi un italiano di 75 anni dimostra biologicamente non più di 65 anni”. Perché impedirgli di continuare a donare se non ha problemi di salute? Tra le altre riflessioni quella del consigliere nazionale Gino Foffano: “Come sarà l’Avis tra cinque anni

nel rapporto con la società civile, la politica e con i donatori? Abbiamo bisogno di una associazione snella, elastica che sappia conferire con l’attimo. Agiamo subito e apriamo tavoli di lavoro sul futuro dell’Avis”. L’assemblea ha approvato lo statuto dell’Avis con gli adeguamenti alla riforma del Terzo settore. Via libera, infine, dall’assemblea provinciale al Codice etico e al protocollo d’intesa tra le Avis della provincia di Treviso. Altra novità è stata la presentazione, in attesa di un video per promuovere il dono, di un “teaser” molto coinvolgente e accattivante.

2/2019 · DONO&VITA · 37


Penne, obiettivi e tastiere “donanti”

G

iornalisti uniti per la donazione. Mercoledì 15 maggio al Centro trasfusionale dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso si è svolta la terza edizione di “Noi Comunichiamo il dono”. Si tratta della campagna solidale promossa dall’Avis provinciale di Treviso e che coinvolge i professionisti della comunicazione della Marca. All’invito hanno risposto anche giornalisti della squadra di calcio TV Pressing, testimonial Avis. “Questa iniziativa, ideata con l’intento di comunicare alla nostra comunità l’importanza di donare il sangue, si è rinnova anche quest’anno regalandoci parecchie soddisfazioni - ha sottolineato Vanda Pradal, presidente dell’Avis provinciale - Desidero ringraziare tutti coloro che hanno deciso di presenziare e tutti i media trevigiani per l’impegno quotidiano nel veicolare la promo-

zione del dono alla popolazione di lettori e quindi di cittadini”. Il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi, ringraziando l’Avis Provinciale per il suo significativo operato, ha ribadito come: “Oggi più che mai il sangue è fondamentale per garantire il buon funzionamento dei

“I Volti del Dono”, nuova edizione

N

uova edizione del concorso “I volti del dono”. Per partecipare scatta una foto del tuo volto prima, durante o dopo la donazione e inviala, completa di nome, cognome, comunale di appartenenza e luogo della foto, alla e-mail della provinciale ivoltideldono@avisprovincialetreviso. it allegando il modulo sulla privacy disponibile sul sito www.avisprovincialetreviso.it.

Le foto ricevute entro il 28 febbraio 2020 saranno pubblicate su una pagina del sito www.avisprovincialetreviso.it e votate con un “mi piace”. Il “volto”, femminile e maschile, che riceverà il maggior numero di “like” sarà premiato in occasione dell’assemblea provinciale 2020. I testimonial “in carica” sono Ioana Madalina Gaborean, Umberto Bresolin e Alberto Scapinello, vincitori del concorso di quest’anno.

nostri ospedali, dove le trasfusioni servono soprattutto in caso di gravi traumi, interventi chirurgici e patologie oncologiche”. Ad accogliere la stampa in Centro trasfusionale anche la dott.ssa Arianna Veronesi, nuova direttrice del Sit Ulss 2 Marca Trevigiana.

AgendAvis Segnaliamo i prossimi appuntamenti dell’Avis provinciale di Treviso Incontri di zona: Castello di Godego, 8 luglio, Asolo, 9 luglio, Vazzola, 10 luglio, Conegliano, 11 luglio, Treviso, 12 luglio. Giornata provinciale del donatore: 1° settembre, San Vendemiano Convegno formativo: 12-13 ottobre Caorle (o altra località); Forum Giovani: Paese, 16 novembre; Auguri di Natale: Pedemontana, 13 dicembre; Concerto di Natale: Tempio Canoviano Possagno, 14 dicembre.

38 · DONO&VITA · 2/2019


Giovani avisini, portatori di virus solidali

S

empre più donatori e sempre più giovani. L’Avis provinciale di Treviso tende la mano alle nuove generazioni con molte attività declinate sul territorio. Negli ultimi tempi tanto è stato fatto per parlare alle nuove generazioni dell’importanza della donazione e nuovi progetti sono all’orizzonte. Sempre più dobbiamo stimolare la nostra comunità a mettersi in gioco e ad essere protagonista condividendo un percorso di attenzione verso l’altro che non conosce limiti di età. “La nostra realtà giovanile è un dono prezioso che dobbiamo assolutamente coltivare. Troppo spesso si punta il dito contro la superficialità e la mancanza di impegno dei giovani, ma le statistiche sul volontariato smentiscono in modo eclatante questi luoghi comuni - sottolinea Vanda Pradal, presidente dell’Avis provinciale di Treviso - I nostri giovani sono una straordinaria risorsa e ce lo stanno dimostrando”. Partecipazione e attivismo giovanile sono, infatti, in costante ascesa in tutta Italia e la

Marca non fa eccezione. Grazie alle sue 89 Comunali, la Provinciale di Treviso ha stretto un legame profondo con il mondo della scuola: luogo di formazione per eccellenza. Un paio di anni fa l’associazione ha avviato il progetto “Scuola strategica” con l’obiettivo di promuovere le buone prassi a livello locale. Durante l’anno scolastico 2017/2018 l’invito avisino alla donazione è entrato in 38 scuole della provincia, coinvolgendo ben 3.513 studenti dai 6 ai 18 anni. Ragazzi e ragazze hanno risposto numerosi, dimostrando una forte sensibilità al tema del dono. Non a caso la fascia di età più attiva nella donazione di sangue va dai 25 ai 40 anni e delle 4.000 nuove idoneità annuali si contano centinaia e centinaia di aderenti tra i 18 e i 25 anni. “I nostri giovani stanno dando un contributo fondamentale - continua la Pradal - e la nostra associazione deve continuare a mantenere le porte spalancate con fare inclusivo e capacità di interpretare il cambiamento della nostra società e di trovare nuove chiavi per co-

municare l’importanza della donazione”. Proprio per questo è nato il concorso “I volti del dono” per avvicinare altri cittadini alla straordinaria famiglia dell’Avis. L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo e ha consentito di veicolare un appello al dono che è diventato virale, con una connotazione assolutamente positiva, attraverso i social media. “Credo sia proprio questa l’anima del volontariato - conclude Pradal - rendere contagiosa la partecipazione al progetto dell’Avis”.

Da nord a sud, da est a ovest tutti i “compleanni” Avis nella Marca Trevigiana

N

ozze d’oro e nozze di diamante in casa Avis. A festeggiare i 50 anni dalla fondazione le Comunali di Breda di Piave, Cessalto, San Vendemiano e Zero Branco. Da mezzo secolo continuano ad essere presenti al fianco delle comunità per veicolare la donazione e per stimolare le nuove leve a farsi avanti. Auguri per i 60 anni, invece, alle Avis di Caerano San Marco, Cavasagra, Cornuda, Farra di Soligo, Follina, Mogliano Veneto, Paese, Pederobba, Pieve

di Soligo e Refrontolo, San Vito di Altivole e Vittorio Veneto. “La donazione è una vera opportunità. Il nostro 60° anniversario costituisce l’occasione per festeggiare tutto ciò che è stato fatto finora, ma anche riflettere su tutto quello che c’è ancora da fare. Grazie alla nostra pagina Facebook, sempre aggiornata con tutte le informazioni utili, e al nostro slogan #siamoinvenadidonare cerchiamo di sensibilizzare sempre di più la popolazione” evidenzia la presidente della Comunale di Pieve di Soligo, Mara Miraval. “Il traguardo è un’occasione per ripercorrere una storia fatta di incontri, legami, progetti comuni, esperienze condivise, lacrime e sorrisi” sottolinea la presidente dell’Avis provinciale Vanda Pradal. Al centro l’etica del dono, la solidarietà che diventa azione quotidiana, lo spirito di squadra. “Sono questi i tratti che ci rendono orgogliosi di appartenere a una realtà associativa che forma e arricchisce in senso umano, civile e culturale. Auguri quindi a tutte le comunali che festeggiano la loro avventura con la soddisfazione dei buoni frutti raccolti e lo sguardo sempre rivolto al futuro”. 2/2019 · DONO&VITA · 39


LE SETTE SORELLE: VERONA

Più fabbisogno, più aspiranti e donatori, ma meno medici pagine a cura Ufficio Stampa Avis Provinciale

C

i siamo ritrovati il 23 marzo scorso presso il Palariso di Isola della Scala, con i delegati degli oltre 21mila donatori e i presidenti delle Avis Comunali veronesi, per l’annuale Assemblea provinciale. Durante i lavori ci si è confrontati e si è riflettuto sull’andamento delle donazioni, sulla grave carenza di personale sanitario nei Centri trasfusionali veronesi e sull’impegno dell’Associazione per garantire ogni giorno il sangue agli ammalati veronesi e non solo. All’Assemblea sono intervenuti il sottosegretario alla Salute Luca Coletto, il coordinatore del Dipartimento di Medicina Trasfusionale (Dimt) dottor Giorgio Gandini, oltre ai rappresentanti delle altre associazioni veronesi di donatori di sangue e di altre associazioni con cui si collabora. Se il 2018 si era chiuso con il segno positivo per quanto riguarda le donazioni, il primo quadrimestre del 2019 vede comparire nuovamente il segno negativo, da imputare sicuramente all’aggravarsi della carenza di medici, che ha comportato ulteriori chiusure di sedi periferiche

di raccolta con conseguente diminuzione di sacche donate. Un dato importante emerso nel 2018 è stato l’aumento del numero complessivo degli aspiranti donatori, oltre ad essere migliorata la percentuale di coloro che concretizzano il loro percorso solidale, divenendo donatori periodici. Questo è sicuramente il risultato del lavoro incessante fatto dai volontari e dai dirigenti dell’Associazione, durante tutto l’anno su tutto il territorio, promuovendo in vari modi e luoghi il dono del sangue. Un luogo privilegiato per la promozione della solidarietà e della donazione di sangue è senza dubbio la scuola, dove, anche nell’anno scolastico appena concluso, i volontari Avis hanno incontrato migliaia di studenti. Come già accade da qualche anno a questa parte, in molte scuole di ogni ordine e grado della nostra provincia c’è stata commistione di gestione autonoma degli interventi da parte delle Avis comunali e di adesione al Progetto Scuola Avis Veneto, che raccoglie ogni anno sempre più consensi da parte di tutte le persone coinvolte.

Ezio Gasparato se n’è andato, in silenzio

onestà intellettuale, al suo modo semplice e insieme costruttivo di vivere il volontariato. Ezio ha ricoperto molti incarichi in Avis: vicepresidente regionale, provinciale, nella sua comunale di Lugagnano e sempre come servizio. Era nel suo carattere non mollare mai. È stato un valido compagno di viaggio nella condivisione di un percorso associativo di anni, al servizio del volontariato. Al funerale, svoltosi il 29 maggio, non sono voluti mancare i consiglieri nazionali, già presidenti regio-

S

abato 25 maggio è scomparso, dopo una breve malattia, una colonna dell’associazionismo e del mondo del volontariato di Lugagnano di Sona: Ezio Gasparato. Il 20 ottobre avrebbe compiuto 90 anni. Sconfinare nella retorica sarebbe facile e a volte scontato: sarebbe però un ultimo, non gradito, saluto a un amico scomparso, alla sua

40 · DONO&VITA · 2/2019

L’auspicio è naturalmente che gli studenti maggiorenni si rechino ai Centri trasfusionali per sottoporsi alle prove di idoneità e che anche i più piccoli convincano genitori, familiari e conoscenti ad avvicinarsi alla donazione di sangue, in attesa di poterlo fare loro stessi. L’attività dell’Associazione continuerà come sempre anche nei mesi estivi, con varie iniziative su tutto il territorio, di cui troverete resoconto nei prossimi numeri di “Dono&Vita”. E ricordiamoci che il bisogno di sangue nei nostri ospedali è quotidiano e non va mai in vacanza. Buona donazione e serene vacanze. Michela Maggiolo Presidente Avis provinciale Verona

nali, Alberto Argentoni e Gino Foffano, dirigenti di Avis provinciale, delle comunali della provincia di Verona e molti donatori della sua comunale Lugagnano di Sona.


“Gemelli del dono” con... famiglia a Brognoligo-Costalunga

D

onazione di sangue formato famiglia: vanno anche mamma e papà al Centro trasfusionale il giorno in cui i due gemelli Andrea e Matteo Bogoni, neo diciottenni, dicono il loro sì alla donazione. È successo all’ospedale di San Bonifacio (Vr) dove si sono presentati Andrea Bogoni, donatore di Brognoligo di Monteforte d’Alpone e nel direttivo dell’Avis Brognoligo-Costalunga, con la moglie Erica (entrambi donatori da più di 20 anni) e ai figli Andrea e Matteo. I gemelli hanno festeggiato la maggiore età il 25 gennaio. I due ragazzi, appena raggiunto il traguardo anagrafico, avevano chiesto alla mamma di accompagnarli agli esami per l’idoneità. Dopo il via libera restava solo da fissare una data e in famiglia si è deciso di dare solennità al momento prenotando quattro donazioni per la stessa mattina. “Ci è sembrato un bel modo di incoraggiarli - dice il padre - è stato un bel momento e una soddisfazione vedere entrambi compiere questo passo”. Andrea conferma: “Avevo davanti l’esempio dei miei

genitori - dice il ragazzo - ne abbiamo parlato spesso. A me non costava nulla farlo e mi son detto che non c’era alcuna ragione per non fare qualcosa che fa del bene a qualcun altro. Timori? Ne avevo, mi aspettavo di peggio, ma è andato tutto bene e la prossima volta farò anche il prelievo per la donazione di midollo osseo”. I gemelli sono entrambi studenti dell’Isiss Dal Cero di San Bonifacio e la loro scelta, su indicazione dei docenti, è diventata tema di approfondimento in classe.

“Credo di aver passato l’idea ad altri” dice Andrea. Il primo pensiero di Matteo dopo la donazione: “Mi piacerebbe sapere se ho aiutato una persona”. E se si trovassi davanti un compagno indeciso? “Gli direi che donare parte di te stesso non costa nulla e che in futuro potresti essere tu ad avere bisogno: sei sano, è bello metterti a disposizione”. E se l’indecisione prevalesse? “Beh - conclude Andrea - gli direi che l’accompagno io!”. Paola Dalli Cani

Goccia dopo goccia sono 50 gli anni di dono a Pescantina

S

criveva il maestro Severino Pasetto in una sua poesia: “La goccia di sangue viene dal cuore per un atto d’amore”. Da 50 anni questo atto si compie regolarmente, da quando nel 1969 tredici donatori di sangue volontari fondarono l’Avis comunale di Pescantina sotto la guida del presidente Giovanni Donatelli. Fu quello spirito di altruismo e generosità, trasmesso dai molti avisini (circa 1620) che si sono succedutii in questi anni, che ci ha permesso di giungere all’importante traguardo. Da allora molte cose sono cambiate. Nel 1980 un gruppo di donatori, staccandosi, ha fondato l’Avis di Balconi e nel 1984 l’Avis di Settimo, (due frazioni del paese) portando il comune di Pescantina

nelle prime posizioni per numero di donatori e donazioni. Grande importanza è stata data anche ai giovani che, negli anni, hanno ricoperto importanti cariche anche a livello provinciale. Sono cambiate anche la quantità e le modalità delle donazioni, il modo di fare associazione, con

leggi più specifiche che ci vogliono sempre più professionali, per migliorare e rendere più sicuro quel gesto che ci caratterizza. Nonostante le continue sfide siamo ancora qui, con la stessa passione che contraddistingueva i nostri fondatori, per promuovere la donazione di sangue. Laura Ticci

2/2019 · DONO&VITA · 41


Storie “di campanile” che uniscono col sorriso E a Bardolino ecco l’Ape iper-tecno-ecologica

N

uovo mezzo di trasporto e propaganda inaugurato il 28 aprile dall’Avis Bardolino, in piazza del donatore! Nuovo si fa per dire: l’Ape Piaggio è già “maggiorenne” e conosciuta, ma completamente ristrutturata nella carrozzeria e nella “motorizzazione” grazie al lavoro gratuito di molti. Dovendola usare in centro per le numerose attività sportive e sociali, abbiamo pensato di renderla ibrida, montando un pannello fotovoltaico da 300 W con una centralina elettronica che gestisce la carica delle due batterie da 50 Ah che alimentano due motori elettrici da 500 W a 24 V tramite un regolatore di velocità PWM. È corredata, inoltre, da altoparlante per annunci, telecamera di retromarcia con sensori, voltmetro controllo tensione, quattro prese usb per ricarica o alimentazione apparecchi elettronici, piccolo frigo da 30 litri, compressore a 12 V per gonfiare palloncini o altro e luci led interne. In poche parole: è unica al mondo! È stata anche l’occasione per l’Ape-gemellaggio con l’Avis di Lazise con la quale da anni conti-

nua la “sfida dei Campanili”. Tutto nacque dalla simpatica presa in giro dell’ex presidente Gianni (Giovanni Faccioli ndr.): la chiesa parrocchiale di Bardolino, infatti, il campanile non ce l’ha! Così a Natale 2005 il campanile di Lazise (con photoshop) fu messo accanto alla chiesa di Bardolino nei biglietti d’auguri inviati dall’Avis a tutte le 14 Comunali a “Donare Avis”, con la scritta: “Grazie agli amici di Lazise per averci donato quello che a noi mancava da sempre!”. L’anno successivo, Gianni donò all’Avis Bardolino un quadretto che era l’ingrandimento del nostro biglietto,:

“Vi concediamo l’uso del nostro campanile per l’anno in corso a patto che poi venga rimesso al suo posto!”. Da allora, ogni anno alla festa Avis si assisteva a una nuova puntata dello sfottò sui campanili. Per rispolverare quei simpatici momenti, il nostro volontario e artista Fabio B. ha realizzato una riproduzione del campanile. Nascosto sotto un telo rosso accanto all’Ape, è stato scoperto durante l’inaugurazione. Un fantastico aperitivo-buffet offerto dall’associazione De Gustibus ha coronato la giornata. Verrà ripetuta l’anno prossimo a Lazise, col nome di “Ape day”. “Niki” Arietti

Serata Avis con grandi campioni solidali di ieri e di oggi a Soave

A

vis Soave e parrocchia di San Lorenzo, con il contributo di Comune e Ulss9, hanno organizzato il 13 maggio alla scuola dell’infanzia Principe di Napoli, una serata con testimonianze di donatori sportivi di primo livello. L’obiettivo era promuovere l’importanza del dono del sangue e del plasma, individuando i valori che contraddistinguono l’Avis e il mondo dello sport come la solidarietà, lo spirito di sacrificio, il rispetto delle regole, lo stile di vita, le grandi emozioni… Ad affrontare la parte tecnico-informativa della donazione la dott.ssa Loredana Martinelli, che ha poi lasciato la parola ai grandi campioni. Testimonial d’eccezione della serata sono stati l’ex calciatore, oggi allenatore Stefano Garzon; la campionessa di salto con l’asta Elisa Molinarolo; l’ex calciatore del Verona dello scudetto 1984-1985 Pierino Fanna, il vicecampione italiano nel 2018 di Paratriatlon Manuel Marson, l’allenatrice della nazionale italiana di pallacanestro sorde Alessandra Campedelli e l’atleta dell’Olympic Basket Emanuele Benati. “È stato un evento mirato a far

42 · DONO&VITA · 2/2019

conoscere e comunicare, anche attraverso testimonianze di sportivi, le finalità dell’Avis e del dono del sangue e plasma che non sta attraversando un momento facile - ha spiegato la presidente della Comunale Regina Minchio mentre la richiesta è in continuo aumento”.


LE SETTE SORELLE: ROVIGO

Incremento donatori, ma calano le donazioni: riflessioni sul tema pagine a cura di Redazione Rovigo

S

ul tema “Reti solidali per il bene comune” si è svolta il 23 marzo al teatro parrocchiale “San Giuseppe” a Chiesa di Frassinelle Polesine, la 54ª assemblea di Avis provinciale Rovigo. Ai presidenti delle Comunali e delegati, la presidente Barbara Garbellini ha presentato lo stato dell’associazione che ha registrato, al 31 dicembre scorso, 10.528 soci, 14.915 donazioni di sangue intero, 2.156 di plasmaferesi e 20 di multicomponenti per un totale di 17.090 sacche. Il 2018 ha visto un incremento di soci donatori, ma un calo del numero di donazioni: dato, quest’ultimo, che segue la tendenza a livello regionale e nazionale. La provincia di Rovigo continua, comunque, a mantenere il più alto numero di donazioni per mille abitanti in Veneto, ha potuto garantire l’autosufficienza nei tre ospedali del territorio, è stata di supporto alle altre province venete (in particolare Padova) e ha inviato regolarmente sacche di sangue in Sardegna, a Cagliari soprattutto. Nonostante il margine operativo positivo della provincia la Garbellini, condividendo una riflessione, ha rilevato che il calo delle donazioni è determinato da concause e che serve un tavolo di concertazione a vari livelli tra Avis e istituzioni. Nel 2018, in ogni caso, la promozione del dono sul territorio polesano non è certo mancata. Avis, in collaborazione con il Dimt dell’Ulss5 Polesana e della Fidas, è stata partecipe di progetti pilota: la donazione programmata nelle giornate di sabato al centro di raccolta di Adria, l’aumento dell’età donazionale in rispetto dei criteri e dei parametri previsti dalla legge e la campagna vaccinale antinfluenzale

gratuita a favore dei donatori. Ha cercato di promuovere il dono del sangue attraverso sponsorizzazioni, interventi nelle scuole ed eventi anche con il prezioso supporto del Gruppo Giovani. Ha così arricchito il prezioso lavoro dei Direttivi delle Avis comunali o equiparate. Il risultato sono stati 655 nuovi soci. A giugno, la Giornata mondiale del dono del sangue ha coinvolto tutte le Avis e i gruppi Aido della provincia. Altra novità è il trasloco dell’Avis provinciale, assieme alla Comunale del capoluogo polesano, nella nuova sede associativa all’ospedale “S. Maria della Misericordia” di Rovigo. Intervenendo all’assemblea, Edgardo Contato, direttore sanitario dell’Aulss 5 ha evidenziato che l’azienda sanitaria sta facendo in modo che il sangue donato venga sempre ben utilizzato e che i donatori siano tutelati, come segno di rispetto e ringraziamento dei dirigenti associativi che nella fase di promozione sono i primi a metterci la faccia. Francesco Chiavilli e Cinzia Scipioni del Dipartimento di Medicina Trasfusionale di Rovigo hanno ringraziato la presidente Garbellini per essersi impegnata a creare sinergie per affrontare le criticità. Il direttore sa-

nitario di Avis provinciale, Barbara Cavallaro ha invitato i donatori a chiedere apertamente ai medici trasfusionisti il motivo della propria eventuale sospensione, e ai medici di rispondere con chiarezza e semplicità alle domande, perché è fondamentale creare un rapporto di fiducia. Per il presidente di Avis regionale Veneto, Giorgio Brunello, occorre infine dare vita ad una rete fra i Dimt regionali per un coordinamento costante, e non solo in caso di emergenza, e fra le Avis regionali per affrontare meglio le situazioni di carenza. Al dott. Chiavilli, che ha terminato il suo percorso lavorativo da primario del Dimt di Rovigo, è stato donato un ricordo dell’associazione che comunque continuerà a “frequentare” in modo operativo da associato. Presenti all’assemblea il sindaco di Frassinelle Ennio Pasqualini, l’assessore Donatella Giacobbe e il parroco don Licio Boldrin.

Uffici di chiamata

Adria: c/o Ospedale ”S.M.R. degli Angeli” - Tel./Fax 0426 40520 Rovigo: Via Maffei 5 Tel. 0425 31611 Trecenta:c/oOspedale“SanLuca”Tel./ Fax 0425 590579. Tutti con segreteria telefonica.

2/2019 · DONO&VITA · 43


A Concadirame tante le iniziative in campo per la 35ª Giornata del donatore Avis e Aido

A

vis e Aido hanno festeggiato la 35ª Giornata del donatore con una serie di iniziative aperte a tutti. Il 3 maggio, il dott. Francesco Chiavilli ha tenuto un interessante incontro medico informativo sul diabete, spiegando cause e conseguenze di questa malattia e gli stili di vita corretti per evitarlo o per tenerlo sotto controllo. Sabato 4 maggio, alla chiesa arcipretale della Beata Vergine Maria del Rosario, si è tenuto il concerto del “Quartetto Estense” con Jacopo Ferri, Matteo Sartori, Giovanna La Rosa e Stefano Crepaldi che hanno eseguito “Quartetto opera 77 n. 2” di Franz Joseph Haydn e “Quartetto in F Major op. 96” di Antontìn Dvorak molto graditi dal pubblico. Domenica 5 maggio, nonostante il maltempo, si è entrati nel vivo dei festeggiamenti con la messa presieduta dall’arciprete don Daniele Donegà, accompagnata dalla Corale parrocchiale. “Una persona è “vincente” non perché è competitiva - ha detto il parroco - ma perché sa amare il prossimo mettendosi a disposizione della comunità”. A seguire il corteo dei labari anche di molti paesi del Polesine assieme al diacono permanente Guglielmo Zampollo, e la benedizione della nuova sede associativa. Il presidente di Avis Concadirame, Luca Targa, ha ringraziato i membri dei Direttivi che non si risparmiano nell’organizzare momenti di incontro e formazione per l’associazione e la comunità locale. “La giornata di oggi ha al centro il donatore che, attraverso la sacca di sangue donata, esprime una testimonianza tangibile del proprio essere avisino. La vera benemerenza e la soddisfazione maggiore sono il sapere di aver contribuito ad alleviare la sofferenza e/o guarire un malato. Invito tutti a mettersi in gioco a donare”. 44 · DONO&VITA · 2/2019

Gianluca Munegato, presidente del gruppo Aido, ha ricordato le persone che in questi 35 anni si sono impegnate a far nascere e crescere l’associazione. “Un donatore è speranza, è capace di guardare al futuro con ottimismo, cerca di dare dei colori luminosi alle cronache dei nostri tempi attraverso il proprio al-

truismo ed il proprio rispetto verso se stesso e verso gli altri.” Per Avis provinciale era presente l’amministratore Sara Scarabello che ha ringraziato per quanto è stato fatto e ciò che si continuerà a fare nel territorio di Concadirame nel campo della sensibilizzazione alla donazione e all’educazione alla salute.

Polesella va nelle scuole promuovendo

U

na sacca porta scarpe, materiale informativo e una riflessione sul valore della donazione al centro della “Settimana dello sport” per studenti organizzata al Palazzetto dello

sport di Polesella nell’ambito delle iniziative di promozione all’attività sportiva della Regione Veneto. L’Avis comunale di Polesella, con la collaborazione della Volley Ball Polesella, vi ha partecipato con il


I 50 anni di Taglio di Po, festa con i giovani

G

li studenti dell’Istituto comprensivo di Taglio di Po tra i protagonisti dei 50 anni dell’Avis locale. A febbraio gli alunni delle quinte della scuola primaria hanno illustrato una storia sul valore e l’importanza del dono del sangue. Ad inizio maggio, invece, si è concluso il concorso Avis che prevedeva la realizzazione di un elaborato grafico. La disponibilità del dirigente scolastico prof. Romano Veronese e delle insegnanti guidate dalla coordinatrice di plesso Caterina Ferro, che ringraziamo, ha permesso la partecipazione al concorso di circa 80 bambini. L’11 maggio, presente l’assessore Veronica Pasetto, sono stati premiati i lavori più meritevoli, giudicati da una commissione alla quale ha partecipato il consigliere Avis Morgan Guerzoni. Premiati Andrej Girotti per la profondità del messaggio, la 5ªA per efficacia e multidisciplinarità dell’elaborato, Filippo Fregnan/Sofia Pozzato/Omnia Hanki/ Emanuele Pozzati per efficacia e immediatezza del messaggio. Menzione speciale a Leonardo Motta

per originalità dello slogan, Anita Baratella per il nuovo significato attribuito all’acronimo Avis, e la IV A per la complessità della tecnica impiegata. I lavori sono esposti fino al 30 giugno in Municipio. Il presidente dell’Avis comunale Martino Ponzetto si è complimentato con i bambini per i loro lavori, ricordando al giovane pubblico che il sangue non si può fabbricare e comprare, ma può essere soltanto dato da un essere umano ad un altro. Ha poi detto che il dono del sangue è gratuito e anonimo e che i donatori sono super eroi dall’identità segreta che fanno tanto bene al prossimo.

Il premio offerto da Avis è stata una donazione per la scuola per l’acquisto di materiale scolastico per le classi partecipanti e una litografia del prof. Luciano Scarpante che ricorda i 50 anni della Comunale. Il 23 maggio la Sala Conferenze di Taglio di Po ha, invece, ospitato la presentazione della ricerca della Fondazione Tes su “Il potere del gel piastrinico nella ricostruzione della cartilagine danneggiata nello sportivo e non”, mentre l’8 giugno al Museo della Bonifica a Cà Vendramin è stato presentato il libro “La VIS di Avis” dell’ex presidente di Avis nazionale Vincenzo Saturni.

del volontariato sociale. La giornata ha, poi, visto tutti i ragazzi delle scuole disputare dei mini tornei di pallavolo, ben coordinati dai tecnici

della Volleyball: un’occasione per testare, anche ai fini dei corretti stili di vita, l’importanza di praticare attività motoria.

sport e solidarietà presidente Riccardo Zampieri e il segretario Daniele Cobianchi che ha sottolineato che “Avis opera da decenni in un settore importantissimo che sottolinea l’importanza di donare. Le scuole sono sempre state molto sensibili e hanno collaborato a diversi progetti e questo dimostra anche il profondo senso civico della comunità”. Soddisfatti della collaborazione anche la Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Maria Elisabetta Vigna e il sindaco di Polesella Leonardo Raito. Ringraziando l’Avis non hanno mancato di ribadire la disponibilità a collaborazioni che riguardano il profondo significato

2/2019 · DONO&VITA · 45


LE SETTE SORELLE: BELLUNO

Sotto l’ultima neve di primavera, regge il trend delle donazioni pagine a cura di Barbara Iannotta

A

ssemblea intensa quella che il 28 aprile scorso ha chiamato a raccolta tutti i rappresentanti territoriali dell’Abvs. Complice una giornata nevosa, che ha “sabotato” un ponte che faceva gola a molti, è stato ben partecipato l’evento che vedeva, tra i punti all’ordine del giorno, il rinnovo dello statuto associativo. L’operazione, necessaria per adeguare il documento ai nuovi requisiti richiesti dalla normativa che ha riscritto il Terzo settore, ha assorbito l’attenzione dei presenti per quasi tutta la mattinata. Numerosi gli interventi

dei rappresentanti delle sezioni che hanno dimostrato di voler essere ben preparati all’applicazione delle nuove regole. Dopo regolamento,

approvazione del bilancio consuntivo 2018 e previsionale 2019, non sono mancati i cenni alla situazione donazionale dell’Abvs da parte della Presidente Gina Bortot (foto). Il 2018 si è chiuso con un lieve calo complessivo delle donazioni (-1,16%) rispetto al 2017 complice la temporanea chiusura di parte del Centro trasfusionale di Belluno per rinnovo locali. Il primo trimestre del 2019 conferma un dato donazionale in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente sia per quanto riguarda il sangue intero sia per quanto riguarda la plasmaferesi.

Belluno: collaborazione di successo con Tib Teatro

S

i è conclusa in un Teatro comunale gremito la 26ª edizione della stagione teatrale “Comincio dai 3” che ha sancito una fruttuosa collaborazione tra il Tib Teatro (organizzatore della rassegna) e l’Associazione Bellunese Volontari del Sangue. L’Abvs ha, infatti, supportato l’ultima edizione del progetto di educazione teatrale: i volontari hanno distribuito gadget e materiale infor-

mativo e diviso il palco con il direttore artistico della rassegna Daniela

A Danta di Cadore per il Bubble Soccer

I

l 27 luglio l’Abvs di Danta di Cadore organizza un evento in grande! Si tratta del torneo di “Bubble Football Soccer” (il secondo evento in tutta la provincia con sponsor bubble football italia-Liquigas Spa - Metrica Spa) presso gli Impianti sportivi di Danta. Inizio ore 10. Il trucca bimbi è previsto dalle ore 16 e l’esibizione di vari gruppi musicali dalle 18.30. Finalità della giornata è attirare

46 · DONO&VITA · 2/2019

giovani e famiglie e promuovere la donazione del sangue. Info e iscrizioni al 349 6852123, email abvs_danta@libero.it. E nel frattempo: a maggio Abvs Danta ha collaborato alla giornata ecologica con i bambini di quarta e quinta elementare della scuola “Antonio Doriguzzi Rossin” di Danta. A ricordo dell’iniziativa è stato donato agli alunni un ombrello con il logo Abvs.

Nicosia, prima di ogni spettacolo. Un impegno notevole che ha visto l’Abvs provinciale presente durante gli appuntamenti domenicali di “Famiglie a Teatro”, mentre la sezione di Belluno ha curato la presenza durante la settimana in occasione degli spettacoli per le scolaresche. Un messaggio di solidarietà sull’importanza del dono del sangue che ha coinvolto grandi e piccini... proprio come il teatro.


Pedonate, non competitive, caminade... Fra le montagne si corre con la solidarietà

P

rimavera, tempo di corse all’aria aperta. Anche se il meteo non è stato tra i più clementi, non sono mancati gli appuntamenti fissi per qualche sgambata fuori porta. Presenti ai numerosi appuntamenti i donatori delle

sezioni locali, come la “Quatro Pas tra Peron e Mas” del 3 marzo, alla quale collabora attivamente da anni la sezione locale. Il 25 marzo è stata la volta di “Tre Pas Coi Donatori” organizzata dalla sezione di Salce: erano ben 375 al via. È del primo

maggio, invece, la classicissima Pedonata Castionese: al gazebo sono state ben 8 le persone che hanno preso appuntamento per la visita di idoneità. Ma la bella stagione è ancora lunga e ci aspettano ancora tanti appuntamenti sportivi!

“Zoldo in Rosa” contro la violenza sulle donne e per la Ricerca

T

ra i boschi di Palma e Mareson in Val di Zoldo (Bl) si è tenuta la prima edizione di “Zoldo in rosa” contro la violenza sulle donne. La camminata, alla quale hanno partecipato più di 150 persone, è stata organizzata da UOEI (Unione operaia escursionisti Italiani, associazione sportiva dilettantistica) sezione di Treviso in memoria di Beatrice Bruscagnin (Biba) prematuramente scomparsa e ha avuto il patrocinio di Avis regionale Veneto

e Abvs. La manifestazione è stata introdotta dalla presidente di UOEI Treviso Cinzia Bonetto e sostenuta dall’amministrazione comunale alla presenza del sindaco di Val di Zoldo Camillo de Pellegrin. Il dottor Tagariello, presidente della Onlus APE (Avis per il progresso ematologico) ha illustrato alcuni progetti di ricerca cui è stato devoluto parte del ricavato della manifestazione. La camminata si è svolta in un cli-

ma festoso e colorato anche grazie agli sgargianti copricapi rosa che i manifestanti hanno indossato durante il percorso. Al traguardo, oltre al brindisi, anche una pesca a premi grazie ai quali sono state raccolte le offerte per il sostegno all’iniziativa. Dato il successo riscosso gli organizzatori ritengono che l’iniziativa possa e debba ripetersi sperando che possa diventare un appuntamento annuale fisso dove coniugare sport e solidarietà.

2/2019 · DONO&VITA · 47


48 · DONO&VITA · 2/2019


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.