QUADERNO PALIENSE
2018 FOLL(I)A: LA SOLITUDINE DI PANNAMELA di Adriana Bardi UN’OMBRA di Ester Bortolussi IL FALLIMENTO DELLA MASCHERA di Veronica Cojaniz COME LUCE NELLA NOTTE di Sofia D’Urso APPUNTAMENTO A PARIGI di Paolo Petrucco ELENA di Letizia Rigotto MAMMIFERO DI DONNA di Maria Sofia Rizzi LA CITTÀ FANTASMA di Karina Stanciu LA SETTA di Lorenzo Tamer IL FARMACO di Hava Toska
I Quaderni di MateâriuM #1 maggio 2018 Illustrazione di Mariateresa Stella
QUADERNO PALIENSE 2018 giovani drammaturgie debuttano in città
FOLL(I)A: LA SOLITUDINE DI PANNAMELA di Adriana Bardi UN’OMBRA di Ester Bortolussi IL FALLIMENTO DELLA MASCHERA di Veronica Cojaniz COME LUCE NELLA NOTTE di Sofia D’Urso APPUNTAMENTO A PARIGI di Paolo Petrucco ELENA di Letizia Rigotto MAMMIFERO DI DONNA di Maria Sofia Rizzi LA CITTÀ FANTASMA di Karina Stanciu LA SETTA di Lorenzo Tamer IL FARMACO di Hava Toska
Testi elaborati dai partecipanti al Corso ABC della Scrittura Teatrale, organizzato da MateâriuM e Teatro Club Udine per i ragazzi del Palio Teatrale Studentesco Città di Udine. Gennaio-maggio 2018. Un ringraziamento speciale ad Angela Felice.
IL TEMPO DELLE SCENE Una domanda che ci pongono spesso: quando è il momento ideale, nella vita di una persona, per iniziare a scrivere? Boh. (Questa è la risposta che sentiamo dentro di noi) Molti autori iniziano tardi. José Saramago, ad esempio, solo in età matura ha preso la seria decisione di lasciare un segno sul foglio bianco. Un segno da Nobel. C’è chi, invece, il segno lo lascia subito. Sin da bambino o da ragazzo, sente l’irresistibile impulso di affermare la propria identità sul bianco o sul grigio di un muro. Sono sfregi o opere d’arte? Scarabocchi o graffiti? Ingenuità o genialità? Questa non è scrittura! E allora perché si chiamano writers? L’opinione pubblica si divide. C’è anche chi scrive da sempre. Impegnandosi prima in temi scolastici enciclopedici che hanno fatto desiderare la pensione anticipata alla propria maestra; poi tra le righe di un diario segreto, che purtroppo nessuno ha mai avuto l’intenzione di leggere; per passare quindi a un’infinità di racconti brevi recapitati nei concorsi letterari di mezza Italia e ancora in cerca di una giuria che li capisca davvero. Anni e anni passati sulla tastiera del pc senza mai lasciare il segno e, in un certo senso, senza mai scrivere nulla. Ok, sappiamo che cosa state pensando. La conclusione di questo ragionamento pare scontata: ogni tempo vale quando si tratta di scrivere. Onestamente, non ne siamo così sicuri. C’è un tempo che è migliore di altri per la semina di alcune tecniche e per coltivare un certo tipo di linguaggio. È il tempo meno poetico e più drammatico di tutti. Il tempo dei brufoli. Dei dubbi. Delle amicizie perdute. Degli amori folgoranti. Delle scoperte. Delle pulsioni. 4
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Delle repulsioni. Dei totem distrutti e dei tabù infranti. Qualche tempo fa lo chiamavano “Il tempo delle mele” prendendo spunto dall’iconico film con Sophie Marceau del 1980. Possiamo banalmente chiamarlo adolescenza o “l’etât dal mus”. Questa è la stagione perfetta per comprendere il linguaggio drammaturgico, una forma di scrittura che si basa essenzialmente su desideri (ad esempio l’amore), su ostacoli (i sopracitati brufoli) e su mutazioni (ovvero più brufoli). I ragazzi e le ragazze sono degli alunni perfetti: sono instabili, ispirati, feriti, …, costantemente e naturalmente nel dramma. Signore e signori, buona lettura dei testi prodotti nel corso del laboratorio di drammaturgia per ragazzi a cura di MateâriuM e Teatro Club. Con drammaticità, i tutor: Alessandro Di Pauli, Dario Paolo D’Antoni, Filippo Donato, Stefania Ursella.
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Adriana Bardi Classe 2000, studentessa majanese del liceo artistico Sello di Udine. Attrice, costumista e attrezzista per il gruppo teatrale scolastico La Compagnia del Mandarino. Attrice per lo spettacolo “Voci dalla Tendopoli” a cura di Servi di Scena.
Foll(i)a: la Solitudine di Pannamela “Foll(i)a: la solitudine di Pannamela” ha origine da una ricerca sulla sindrome da personalità multiple. Anna, personalità nel corpo di Pannamela, vuole riaccendere l’amore per il teatro in Pamela, personalità sorella. Per farlo deve aiutarla a scrivere la prima recensione positiva della sua carriera di critica, ma sa che nel momento in cui Pamela si riappacificherà con il teatro e con sé stessa, entrambe le personalità si riappacificheranno, facendo scomparire la bivalenza. Il desiderio di Anna è spinto dal bisogno di espiare una colpa che grava su di lei da sempre e per la quale si è confinata in casa, lo stesso episodio che Pamela ha trasformato in odio per il teatro. Durante una delle sere di solitudine, Anna ordina una pizza al telefono. È l’inizio di un contatto con il fattorino che, con la scusa delle pizze, diventa sempre più frequente e si trasforma in un’amicizia. Nella scena “Recensione” le personalità di Anna e Pamela sono impegnate a scrivere finalmente una critica positiva, ma quando sono vicine all’obiettivo Anna realizza la necessità di fare una telefonata d’addio al fattorino. Ne “Lo specchio” il fattorino trova il messaggio di Anna e si precipita a casa sua. Ad accoglierlo una donna dalle stesse sembianze di Anna, che però non lo riconosce.
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