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Calabria: la terza isola italiana
Calabria, la “terza isola italiana”
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La “terza isola italiana”. È così che veniva chiamata la Calabria prima della costruzione dell’Autostrada del Sole che l’ha collegata prima con Salerno e, successivamente, con il resto del Paese. A noi, però, piace pensare che tale definizione fosse dovuta perché saldamente attaccata al resto d’Italia e d’Europa solo dal sottile istmo di terra all’altezza del Pollino. In realtà, in Calabria le isole circondate
completamente dal mare sono solo due: l’Isola di Cirella e l’Isola di Dino; ma anche la splendida “Le Castella” è praticamente considerata un’isola, visto l’invisibile “filo” di terra che la unisce alla terraferma proprio nel bel mezzo della Riserva Marina di Isola Capo Rizzuto. Numerosi, infine, sono gli scogli e gli isolotti che con forme spesso insolite e caratteristiche abbelliscono le coste della Calabria.
L’isola di Cirella,fra boschetti di euforbio e limoni
Sulla costa nord-occidentale tirrenica, di fronte all’antico borgo medievale di Cirella (frazione di Diamante) e ai resti dell’antica “Cerillae”, si erge per 40 metri sopra il mare l’Isola di Cirella, con la flora caratteristica della macchia mediterranea. I fondali dell’isola sono ricchissimi di vegetazione marina (Posidonia Oceanica) nonché di rari esemplari di Pinna Nobilis, il più grande bivalve del Mediterraneo. La superficie dell’isola, di soli 0,12 chilometri quadrati, ospita anche i ruderi di
un antico forte militare, detto Torre dell’Isola, costruito già nel 1562, proprio per prevenire l’assalto dei pirati turchi all’abitato. Il borgo di Cirella, inoltre, custodisce ancora i ruderi della vecchia città medievale - successivamente ricostruita dai Normanni - dove, nel vicino anfiteatro, si tiene annualmente il “Cirella Antica Festival”: una kermesse che unitamente alla cucina tipica locale, tutta a base di pesce e dei veri fusilli calabresi, attrae puntualmente migliaia di turisti.
L’isola di Dino, un gioiello nel Mar Tirreno
Di fronte all’antica Plaga Sclavorum, oggi Praia a Mare, c’è un’isola molto selvaggia. Un’aspra montagna di roccia alta 100 metri con numerose grotte di raro e suggestivo fascino e un itinerario turistico veramente emozionante. Il nome dell’isola deriva dal greco “dina”, che significa tempesta, ma c’è anche chi pensa che l’origine del suo nome sia invece dovuto alla presenza di un tempio greco (aedina), costruito sull’isola in onore di Venere. L’Isola di Dino è stata teatro di numerose
e antiche battaglie in quanto, come dimostra la torre normanna che domina il suo frontone, da lì si potevano avvistare le navi dei pirati turchi. In tempi più recenti, però, è stata anche oggetto di un sogno di lusso. La famiglia Agnelli, infatti, per soli 50 milioni di vecchie lire, tentò il suo acquisto per farne un lussuoso resort del quale, però, oggi restano in piedi solo alcuni trulli, un ristorante e una strada di 1.700 metri, fra il pontile e la parte alta dell’isola.
Le magiche grotte dell’isola di Dino
I 50 ettari di vegetazione, le scogliere, le numerose grotte millenarie e le falesie sono le maggiori attrazioni naturalistiche dell’Isola di Dino, ma anche il cuore delle “passeggiate orientate”, organizzate dal comune di Praia a Mare per far conoscere il ricco patrimonio naturale e paesaggistico dell’isola: dalla torre alla stele - dedicata alla Madonna della grotta -, dal belvedere alle grotte marine. Tutte visitabili in barca sono: la Grotta Azzurra, che prende il nome proprio dal colore dell’acqua al suo interno;
la Grotta delle Cascate, piena di stalattiti, stalagmiti e rocce rosa; la Grotta del Monaco con le sue pareti verde smeraldo; la Grotta delle Sardine, per via dei tanti banchi di pesci che l’affollano; la Grotta del Frontone e quella del Leone. Quest’ultima viene così chiamata proprio per la sua forma che somiglia a un leone sdraiato. Infine, a ben 18 metri sotto il mare, c’è la grotta più misteriosa dell’isola, quella del Gargiulo, accessibile solo agli esperti in immersioni sottomarine.