2 minute read

Leggende: di parco in parco

La leggenda di Pierosara

Advertisement

Pierosara GAL Colli Esini

Fu un giorno triste, quello in cui il conte di Revellone passò nei pressi delle gole della Rossa, entrando nella Rocca Petrosa. Gli bastò un attimo per rimanere estasiato dalla bellezza di Sara, una fanciulla locale dalla grazia notevole. Sara era innamor ata e promessa in sposa a Piero, un suo coetaneo che contraccambiava i sentimenti della bella, e avrebbe fatto di tutto per difendere il loro amore. Indispettito, il conte riuscì a rapire la bella innamorata - con un piccolo esercito - mentre si

preparava alla fuga. La popolazione fece giusto in tempo a chiudere le porte del castello, dando inizio alla battaglia. Il conte non impiegò mol- to a capire che lo scontro stava vol- gendo a suo sfavore e uccise Sara. A lla scena Piero impazzì dal dolore e si scagliò verso il malvagio nobile ma questo lo colpì a suon di scure. Pie- ro cadde sul corpo della sua amata e morì mentre la stava abbracciando un’ultima volta. Da quel triste avvenimento quel luogo prese il nome che por ta ancora oggi, Pierosara.

Cesuna Merlino82/Shutterstock.com

La leggenda della Zizzara

In un giorno freddo e ventoso, sull’Altipiano dei 7 Comuni, lungo la via principale di Cesuna, si fermò una carrozza nera trascinata da 7 cavalli bianchi. Il cocchiere stava scaricando dalla carrozza 7 bauli neri decorati di oro e di bronzo quando la popolazione incuriosita iniziò a guardare la bizzarra scena. Dalla carrozza scese una donna di mezza età dai lineamenti nordici, dai lunghi capelli corvini, con una pelle bianca e perfetta, lunghe unghie e un cappello a falda in velluto nero in testa. La signora prese come dimora una casetta disabitata con un tetto di paglia, in una contrada leggermente defilata dal paese. Gli abitanti del paese la guardavano con timorosa curiosità e iniziarono a spiarla dando origine a diverse voci. La chiamarono la Zizzara. La Zizzara aveva diversi cappelli a falda di velluto. A volte ne portava uno rosso, a volte uno blu, a volte quello nero, a volte uno viola e si diceva che portasse 7 sottane, una sopra l’altra. C’è chi affermava di averla vista raccogliere strane piante dal suo giardino, al chiaro

Altipiano di Asiago Ekaterina Polischuk/Shutterstock.com

di luna, chi diceva di averla sentita parlare con i suoi 7 gatti, chi la vide rimestare una grande marmitta nella quale buttava intrugli ed erbe, ma la popolazione fu scossa sentendo la voce di qualcuno che la vide parlare con il marito, emigrato a Vienna, attraverso un piatto colmo d’acqua. Già si pensava “alla strega!”, ma la realtà era ben diversa. Da quando la Zizzara prese dimora in quel luogo i campi erano generosi di raccolto, l’acqua era fresca e abbondante, gli animali da pascolo erano tranquilli, il latte era ottimo e i bambini ricevevano caramelle e mele quando passavano nei pressi della sua capanna. Ma un giorno scesero le tenebre. Una grande bufera si scagliò contro Cesuna e la Zizzara sparì. Nessuno sa che fine fece. La casetta era stata abbandonata e rimase in rovine dopo un incendio. Solo pochi sassi ne testimonierebbero il posto ma i vecchi del villaggio non rivelarono mai dove fosse, tenendo stretto nel cuore il ricordo di quanto fossero buone le caramelle che ricevevano dalla loro strega di paese.

This article is from: