Informatoreirpino 2018 completo 2

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ANN IV

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50th

ANNIVERS

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A VERSARY NI N

SARY ER


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L’irpinia a portata di mano...

2018

ARIANO IRPINO

pag. 8

CASALBORE

pag. 26

FLUMERI

pag. 32

GRECI

pag. 40

MELITO IRPINO

pag. 48

MONTAGUTO

pag. 58

MONTECALVO IRPINO

pag. 66

SAVIGNANO IRPINO

pag. 76

VILLANOVA DEL BATTISTA

pag. 84

ZUNGOLI

pag. 94

Progettazione e organizzazione: Angelo Iannarone - Celestino Anzivino Grafica: E-direct Srl | Stampa: Grafiche Lucarelli Finito di stampare anno 2017

Alcuni contenuti sono tratti da altre fonti

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Campanile di Ariano Irpino

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BAR COCCA Gelateria Artigianale Via Martiri - Ariano Irpino (AV) Tel. 0825 828674

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ARIANO IRPINO Abitanti 23.041 Altitudine 817mt. Superficie 185,52 Km2

Sindaco

Domenico GAMBACORTA

Vice Sindaco

Giovannantonio PUOPOLO

Agricoltura, Cimitero, Acquedotti, Fognature, Mobilità, Trasporto Pubblico Locale, Traffico, Viabilità Rurale

Assessore

Debora AFFIDATO

Affari Legali, Istruzione, Edilizia Scolastica, Fondi Europei, Trasparenza, Partecipazione, Pari Opportunità

Assessore

Filomena GAMBACORTA

Bilancio, Finanze, Tributi, Personale, Commercio, Decoro Urbano

Assessore

Raffaele LI PIZZI

Politiche Sociali, Ambiente, Difesa del suolo, Servizi Igiene Urbana, Edilizia Sociale, Patrimonio, Metanizzazione, Pubblica Illuminazione

Assessore

Mario MANGANIELLO

Politiche Giovanili, Sport, Turismo, Spettacolo, Associazioni, Patto dei Sindaci per l’Energia Sostenibile

SANTO PATRONO DELLA CITTÀ

S. Ottone Frangipane - 23 MARZO

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ISTITUTO TECNICO ECONOMICO PARITARIO AGENZIA FORMATIVA ACCREDITATA RECUPERO ANNI SCOLASTICI CORSI DI LINGUA INGLESE CERTIFICAZIONI INFORMATICHE

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AVELLINO

CENTER

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Come Raggiungerci

Numeri Utili

in auto

Polizia di Stato 0825.829311 Carabinieri 0825.871061 Guardia di Finanza 0825.871146 Vigili del fuoco 0825.441017 Forestale 0825.871431 Polizia Municipale 0825.875142 Guardia Medica 0825.871583

da Napoli: A16 svincolo di Grottaminarda direzione Ariano Irpino

da Bari: A16 svincolo di Grottaminarda direzione Ariano Irpino

da Foggia: Strada Statale 90 direzione Ariano Irpino

autolinee pubbliche

sulla linea Avellino-Napoli-Foggia-Roma. www.air-spa.it

autolinee private

sulla tratta Lucera-Roma (con collegamenti per Roma e per Lucera-Foggia)

www.gruppodimaio.it www.marozzivt.it

Cosa Vedere

Manifestazioni ed Eventi

La Cattedrale Il Castello Normanno La Villa Comunale Museo Diocesano Museo Civico Museo “Giuseppina Arcucci� Museo Archeologico Biogeo

Estate Arianese Vicoli e Arte ClassicAriano Sante Spine

Ariano International Film Festival - pg 23 Ariano Folk Festival - pg 24 Ariano Festa della Pizza Te Gusta

MUSEO DI STORIA della VITA e della TERRA

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ARIANO IRPINO I SITI ARCHEOLOGICI, ARCHITETTONICI, MONUMENTALI Ariano Irpino, forte di una propria storia lunga ed articolata, conserva il ricordo dei tempi che furono in numerosi musei e siti archeologici. Tra questi ricordiamo il Museo Civico che, oltre ad ospitare l’Archivio Storico del Comune con edizioni e stampe dei secoli XV e XVI, raccoglie la produzione locale di ceramiche e terrecotte sannitiche del VIII e VI secolo a.C.. La struttura, gestita direttamente dal Comune, è aperta alle visite del pubblico tutti i giorni, dalle ore 8 alle 14, escluso la domenica e il lunedì, e per ricevere maggiori informazioni è sufficiente chiamare allo 0825.875207. Di pari interesse sono altri due musei, il Museo Archeologico gestito dalla Soprintendenza, sito in via D. Anzani e visitabile dalle ore 8 alle 14 di tutti i giorni escluso la domenica, e il Museo “Giuseppina Arcucci”, sito in via Mancini ove vi sono esposti documenti dell’archivio delle Monache Benedettine(1565-1877) e che è possibile visitare tutti i giorni escluso la domenica. Di diversa natura, ma altrettanto interessante, è il Museo della Civiltà Contadina. Nato con il contributo e l’interessamento delle locali autorità, ancora in corso di allestimento, il Museo, che verrà collocato in un’antica masseria,interessa gli usi e costumi delle Genti Ufitarie e ospiterà attrezzi agricoli e vecchie fotografie; il reperimento dei materiali privilegerà i momenti legati ai cicli produttivi tipici delle zone interne della Campania, contribuendo a gettare le basi per una mappa dettagliata delle realtà rurali, al fine di salvare il ricordo di queste preziose tradizioni. Per quanto riguarda i siti archeologici, il primo meritevole di essere segnalato è la STARZA, un insediamento umano preistorico del IV millennio a.C. ubicato sulla S.S. 90 bis e che è possibile visitare tutti i giorni, escluso i festivi. I reperti archeologici rinvenuti presso tale sito sono conservati nel museo di Avellino e nel museo di Ariano. Un altro sito archeologico da non perdere, è quello di AEQUUM TUTICUM, la città IrpinoSannita del periodo romano ubicata nella località S. Eleuterio. I resti, che è possibile visitare tutti i giorni escluso i festivi, sono quelli di una importante città sulla Via Traiana, prospero Municipio romano con i templi di Venere, Giove e Cibele, di cui le

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invasioni ne segnarono la triste fine. Attualmente la Soprintendenza ha in corso importanti scavi. Per quanto concerne i beni architettonici custoditi dalla città di Ariano Irpino, il primo da segnalare è la Cattedrale. La costruzione ha una storia millenaria: fu, infatti, edificata sulle rovine del tempio di Apollo e dedicata alla Vergine Assunta. Devastata dai Saraceni di Manfredi nel 1265, la Cattedrale venne ricostruita da Carlo I D’Angiò. Abbattuta nuovamente dal terremoto del 1456, venne riedificata poi dal Vescovo Orso de Leone (1449-1463) e completata agli inizi del ’500 dai Vescovi Nicola de Hippolitis e Diomede Carafa. Ma i terremoti, che da sempre hanno travagliato la storia di queste terre, la danneggiarono nuovamente nel 1688, nel 1702 ed ancora nel 1732. Nel 1896 il Vescovo Mons. D’Agostino la restaurò insieme al palazzo vescovile. L’attuale facciata tardo romanica risale alla fine del ’400 ed inizio del ’500. Nel suo centro si apre uno stupendo rosone mentre tre altorilievi si poggiano sopra i tre portali laterali. L’impianto architettonico attuale è rinascimentale.

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Villa di Ariano Villa comunale ArianoIrpino Irpino Informatore Irpino 2018

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• FONTANA CARPINO DELLA PILA

• CASTELLO NORMANNO

• SANTUARIO DI SAN LIBERATORE

• LA CATTEDRALE

La chiesa, a lui dedicata, possedeva una larga zona di terreno, ma è stata usurpata; godeva alcune rendite, le quali, nel 1451, passarono alla sacrestia della Cattedrale e poi sono andate perdute.

Intorno ad essa, la comunità si raccolse in un unico corpus, fondendo le consuetudini e i sacri riti alle istituzioni civili. Annesso alla facciata, sorgeva l’antico campanile, dove trovavasi prima dell’ultimo restauro una modesta meridiana, alla cui sommità si leggeva:

La Fontana “Carpino della Pila”, è uno dei quattro “Carpini”, le Fontane del Re che i viaggiatori incontravano lungo la Strada Regia che da Napoli porta nella terra di Puglia e rappresentano un’importante testimonianza del passato risalente al XVIII secolo, quando Re Carlo III di Borbone volle realizzare una serie di fontane per dissetare i viandanti ed abbeverare i cavalli lungo questo tragitto. Sono quattro i “carpini” o Fontane del Re presenti sul territorio di Ariano Irpino: Fontana di Ponte Gonnella, Carpino della Pila, Carpino della Tetta e Fontana della Maddalena.

Il culto di questo miracoloso Santo, nell’attuale Santuario, ove pose la sede di grazie e prodigi, rimonda a tempi immemorabili.

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Ha forma trapezoidale, munito di quattro torri troncoconiche, comunicanti tra di loro tramite corridoi che si aprono lungo le mura perimetrali. Alla sommità sfida il tempo l’antico rudere del mastio, da cui, come asseriscono antichi autori, si scorgeva attraverso la gola di Monteleone, il Golfo di Manfredonia.

Sorta sugli antichi ruderi del tempio di Apollo intorno alla metà del X secolo, la cattedrale svolse un ruolo preminente.

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Farmacia Padula Via Roma, 246 Ariano Irpino (Av) Tel.: +39 0825 871178 E-mail: farmaciapadula@virgilio.it Informatore Irpino 2018

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Ariano Innevata

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Villa Comunale - Ariano Irpino

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Ristorante Kristall

Uno Splendido parco panoramico con prati, fontane e giochi di luci e colori che lasciano gli ospiti incantati e trasformano il tuo matrimonio in un sogno tutto da vivere. Incastonata in questi splendidi giardini, la nuova sala Pantheon per cerimonie veramente esclusive.

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CASALBORE Popolazione Residente 1.933 Altitudine 575mt. Superficie 28,09 Km2

SINDACO

Dott. Raffaele FABIANO

Infrastrutture, Automezzi Comunali, Politiche e Viabilità Rurale

Assessore

Giovambattista CORSO

Lavori Pubblici, Viabilità Urbana, Urbanistica

Assessore

Paolo GAMBAROTA

Politiche e Servizi Sociali, Attività Produttive, Commercio, Artigianato, Protezione Civile, Sport, Politiche Giovanili, Lavoro, Tradizioni, Turismo, Spettacolo, Pubblica Istruzione e Cultura.

Consigliere

Pierfrancesco IGNELZI Adele DE MATTEIS Giuseppe PETRONE Nicola RESCE

Santo Patrono del paese:

Santa Maria delle Nevi - 5 Agosto

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Come Raggiungerci

Numeri Utili

In auto Da Benevento: Strada Statale 90 Bis in direzione

Municipio 0825.849005 Polizia Municipale 389.4411011 Ufficio Postale 0825.849002 Guardia Medica 0825.818325 Farmacia Iorio 0825.849207 Casalservizi 0825.849560

Foggia per circa 30 km.

Da Avellino: Autostrada A16 NA - BA, direzione Bari, uscita casello di Benevento. Uscita Benevento Centro, proseguire poi, sulla SS 90bis bis in direzione Foggia per circa 30 km. Da Foggia: Strada Statale 90 Bis in direzione Benevento per circa 65 km.

Cosa Vedere Torre Normanna Fontana schiavonesca Monastero di S. Maria della Misericordia Chiesa di S. Maria dei Bossi Grotta dell’Arcangelo Ponte Santo Spirito

Manifestazioni ed Eventi 5 Agosto

Festa di S.Maria della Neve FESTA PATRONALE

8 Maggio

Festa di S.Michele Arcangelo

3° domenica di Giugno

Festa di S. Antonio da Padova

1° domenica di settembre

Festa di Santa Maria dei Bossi

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CASALBORE Casalbore, 620 metri sul livello del mare, è un Comune della valle del Miscano, in provincia di Avellino, situato su una delle colline delimitate dal fiume Miscano. Il centro abitato è sormontato dal monte Calvello (970 m.) vi sono vaste aree rimboschite con area ricettiva dello Schiavone e casa appoggio, laghetto artificiale, sentieri natura e aree pic-nic. Dalla cima è visibile il profilo del Taburno, le colline della Puglia e le montagne dell’alto Sannio. Il comune è conosciuto anche come “il paese delle cinquanta sorgenti” per la ricchezza delle sorgenti d’acqua ed è attraversato dalla via Traiana (II secolo a.C.) e dal Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, utilizzato per la transumanza delle greggi dai pascoli estivi dell’Abruzzo a quelli invernali del Tavoliere delle Puglie.

Cenni storici

Non conosciamo il suo antico nome ma, sappiamo che sin dall’antichità il suo territorio è stato frequentato da varie popolazioni, ma probabilmente perché era attraversato da un’antica strada denominata Regio Tratturo Pescasseroli - Candela. Di particolare rilievo è stato il rinvenimento di una necropoli di tombe a tumulo databili tra metà del VI sec. a.C. e la prima metà di quello successivo, che contengono più inumazioni pertinenti allo stesso nucleo familiare, hanno diametri che vanno da 5 a 12 metri, sono alti m. 2,50 e hanno una struttura in pietrame. I defunti sono in posizione supina; le deposizioni maschili sono spesso caratterizzate dalla presenza di armi di offesa, mentre le fibule fanno parte del costume femminile. Tra i vasi di corredo è caratteristico il Kantharos con anse ed orecchini. In località Macchia Porcara è stata individuata un’importante area sacra databile per una prima fase al V sec. a.C. Dopo la metà del III sec. a.C. il complesso è stato ristrutturato ma i lavori sono stati interrotti nel 217 a.C. a causa degli aspri scontri della seconda guerra punica. In pianta l’edificio templare era costituito da un vestibolo con sei colonne, precedute da tre gradoni, e da una cella. I pavimenti erano in cocciopesto con tessere in pietra calcarea che creavano motivi a losanghe. Le pareti erano stuccate e all’interno la decorazione era costituita da false bugne in rosso e in giallo che terminavano con una cornice a dentelli. In età romana Casalbore faceva parte del territorio di Benevento. Anche in quest’epoca l’insediamento aveva un carattere sparso. Interessante è un monumento funerario del III sec. d.C. trasformato in una chiesa dedicata a S.M. dei Bossi, la cui utilizzazione è attestata fino al VII secolo d.C.

Torre Normanna

La storia del castello di Casalbore affonda radici remote nella civiltà Normanna, alla quale si deve la nascita della stessa comunità casalborese come entità autonoma. Gruppi di cavalieri Normanni, insediatisi a partire agli inizi dell’anno 1000 in Italia, riuscirono, grazie all’audacia dei loro comandanti ad impossessarsi dapprima delle terre pugliesi spodestandole dei loro antichi padroni, quali i Bizantini, poi delle terre siciliane dominate dai Musulmani che divennero nel 1096 “Regno Normanno”. 30

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• PORTA FONTANA ED OBELISCO

• CHIESA SANTA MARIA DEI BOSSI

• FONTANA SCHIAVONESCA

• TORRE NORMANNA

La medioevale Porta Fontana, con arco a ogiva in stile gotico.

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All’ombra di grandi querce, si erge la chiesa, o meglio, la chziesetta di di S. Maria dei Bossi, una cappella rurale che a Casalbore chiamano semplicemente “la Cappella di Maria”. Si tratta del più antico luogo sacro del paese, tanto da essere definita “Prima Chiesa e prima Comunità Cristiana di Casalbore” (Padre Agostino Corso).

risale al XII secolo e presenta notevoli aspetti di interesse monumentale.

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PALAZZO GAMBAROTA

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FLUMERI Popolazione Residente 3.100 Altitudine 638mt. Superficie 34,55 Km2

SINDACO

Dott. Lanza Angelo Antonio Sindaco

Sig. Caruso Luigi

Assessore/Vice sindaco

Assessori

Meninno Giuseppe

LL.PP. - Corpi Idrici superficiali - Automezzi

Dott.ssa Masucci Angela Politiche Sociali - Cultura

Dott.ssa Garofalo Angela

Pari Opportunità - Politiche Giovanili - Fondi Strutturali

Masucci Raffaele

Urbanistica - Edilizia - Viabilità - Attività Produttive - Commercio

Dott. Del Sordo Nicolino

Sport - Turismo - Valorizzazione Prodotti e Tradizioni

Avv. Ianniciello Angelo

Ufficio Legale e Contenzioso

Raduazzo Francesco Viabilità Rurale

Grasso Noè

Ambiente - Rifiuti - Agricoltura

Giacobbe Alessandra

Rapporti con la Scuola

Giacobbe Francesco

Politiche Energetiche

Befaro Leonardo

Spettacolo - Integrazione

Patrono della città

16 Agosto - FESTA DI SAN ROCCO La tirata del Giglio

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Come Raggiungerci

Numeri Utili

da Napoli:

Protezione civile 0825.443656 Municipio 0825.443013 Ufficio Postale 0825.443012 Farmacia Ianniciello 0825.443000

A16 svincolo di Grottaminarda direzione Flumeri

da Bari:

A16 svincolo di Grottaminarda direzione Grottaminarda, svincolo Flumeri

da Foggia:

Strada Statale 90 direzione Grottaminarda, svincolo Flumeri

Cosa Vedere Dogana Aragonese Palazzo della Bufata Chiesa di Santa Maria Assunta Chiesa di San Francesco Area Archeologica

Manifestazioni ed Eventi 16 Agosto

FESTA DI SAN ROCCO - La tirata del Giglio

13 Giugno

Festa di Sant’Antonio

3 - 4 Giugno

Festa di SS. Maria del Rosario e S. Vito

10 Agosto

Sagra del Cicatiello

Inizi di Settembre

Sagra del Mugniatiello

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FLUMERI - Il Giglio

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FLUMERI Flumeri si trova sul dorso di una incantevole collina a 638 m. sul livello del mare. Il suo territorio è circondato da due fiumi: l’Ufita e il Fiumarella che, anticamente, venivano chiamati rispettivamente Lavella e Bufata. L’origine del nome del paese è incerta, alcuni storici fanno derivare il nome da “frumentum” o “frugibus” per l’abbondanza di cereali e di grano che le sue campagne hanno sempre prodotto. A sostegno di questa tesi è la configurazione dello stemma civico che presenta tre spighe di grano svettanti sopra una fertile collina. Altri lo fanno derivare da “fluminibus”, essendo questa terra circondata da due fiumi. Differente ipotesi è quella degli studiosi che individuano in Flumeri l’antica Cimetra, citata da Tito Livio tra le città del Sannio. Infine, c’è chi sostiene che il nome a questo centro l’abbia dato la nobile famiglia normanna dei Forma da cui poi Formari, Fromari o Frumari. Dopo la caduta dell’Impero Romano e il turbolento passaggio dei Bizantini e dei Longobardi, troviamo Flumeri appartenente alla Baronia di Vico, nella seconda metà dell’XI secolo quando era signore il Normanno Gradilone, figlio di Riccardo de Forma, Principe di Capua. Allora il centro, che aveva già un castello munito di mura con due porte che si aprivano una ad Est, detta Porta della Vittoria, di cui se ne conservano ancora dei resti all’inizio del paese; e una a Nord, detta Porta di Santa Maria, venne fortificato diventando una vera e propria roccaforte. Accanto al castello sorgeva un Convento Francescano che si dice fosse stato fondato dallo stesso Poverello d’Assisi. Dopo i Normanni vennero gli Svevi e in un secondo tempo gli Angioini. Nel 1461, fu cinta d’assedio dagli Aragonesi e le sue mura furono bombardate. Nel 1507, Ferdinando Il Cattolico diede il paese in Feudo a Consalvo di Cordoba, il Gran Capitano delle armate spagnole, per ricompensarlo della conquista del Regno di Napoli. A questi succedettero i D’Aquino, Marchesi di Corato, i Carafa ed i De Cardines, Marchesi di Laino, che nel 1624 lo vendettero a Giovanbattista De Ponte, il cui figlio Trifone si fregiò del Titolo di Duca di Flumeri. Il feudo passò successivamente ai Cavaniglia, Marchesi di San Marco ed infine ai Caracciolo di San Vito. Nel 1656 il paese fu colpito da una gravissima pestilenza: i suoi abitanti si ridussero a poco meno di 300.

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COMPLESSO ALBERGHIERO

Via Naz. Manna - 83031 Ariano irpino (AV) Tel. 0825 891250 - Fax 0825 891930 www.hotelincontro.it - info@hotelincontro.it


Dogana Aragonese (Flumeri)

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GRECI Popolazione Residente 716 Altitudine 821mt. Superficie 30,27 Km2

SINDACO

Arch. Donatella MARTINO

Vicesindaco

Leonarda PUCCI

Assessori

Lucia PUCCI Nicola SASSO Alfredo COZZA Bartolomeo Nicola ZOCCANO Aurelia Iole MARTINO

Patrono del Paese

San Bartolomeo Apostolo - 25/26 Agosto

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Come Raggiungerci In Auto

Per raggiungere Greci è necessario percorrere l’A16 Napoli-Bari, uscire allo svincolo di Grottaminarda e proseguire seguendo le indicazioni verso Foggia. La distanza da Napoli è di 110 km.

Numeri Utili Municipio 0825.861196 Ufficio Postale 0825.861012 Carabinieri 0825.861055 Farmacia Rossi 0825.861022

In aereo

L’aeroporto più vicino è Napoli Capodichino.

Cosa Vedere

Manifestazioni ed Eventi

Palazzo Signorile Chiesa di San Bartolomeo

Festa della Madonna del Caroseno

prima domenica di Giugno

25 Agosto

Festa di San Bartolomeo Sagra del caciocavallo

Palazzo Lusi

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Come Raggiungerci

Numeri Utili

Cosa Vedere

Manifestazioni ed Eventi

Vicolo del Centro storico 44

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CENNI STORICI E BIOGRAFICI Prima che arrivassero gli Albanesi, Greci era un centro preesistente e molto antico. Il nome Greci compare dopo il 535, cioè in seguito alla spedizione nell’Italia Meridionale (voluta da Giustiniano, imperatore di Costantinopoli) sotto il comando del generale Belisario. Evidentemente, in tale occasione, furono fondate molte colonie greche, tra cui Greci. Il paese venne distrutto dai Saraceni nel 908 d. C. e riedificato nel 1039 (sempre col nome di Greci) dal conte Potone, catapano, per concessione del principe di Benevento Pandolfo e del figlio Landolfo. La cittadina Greci, in quel tempo, era una specie di emporio, ove si svolgeva il commercio tra Abruzzo e Puglia. Tra il 1461 e il 1464 il generale Skanderbeg, eroe nazionale d’Albania, si trovava in Italia con un nutrito numero di valorosi Albanesi per aiutare Ferdinando d’Aragona contro Giovanni d’Angiò. Skanderbeg, al comando del suo valoroso esercito, il 14 agosto del 1461 nella battaglia di Orsara (Terrastrutta, località vicino Greci) sconfisse definitamene gli Angioini. Dopo tale battaglia, una guarnigione di soldati albanesi fu lasciata su questo colle a difesa di eventuali incursioni di ribelli, che potessero provenire dal nord o dal sud. Non bisognava sottovalutare il fatto che in vicinanza c’erano due colonie francesi: Faeto e Celle San Vito, che non davano troppa riassicurazione agli Aragonesi a causa della loro origine, per cui un certo controllo di una colonia albanese, fedelissima agli Aragonesi, era rassicurante per il re. L’insediamento fu completo sotto ogni aspetto, in quanto i familiari dei suddetti soldati raggiunsero Greci. Entrarono, dunque, in contatto con ciò che era rimasto della vecchia Greci greca e iniziarono la costruzione del nuovo paese nella località detta Breggo (Bregu) che in italiano significa monticello. Costruirono le kalive, case in pietra e col tetto in legno e tegole. Erano generalmente formate da un unico ambiente che doveva fungere sia da abitazione che da ricovero per gli animali. Le kalive erano molto basse e normalmente addossate l’un l’altra. Quelle ancora intatte sono disabitate e adibite a ricovero per solo

PANIFICIO MARAIA di Luigi Sicuriello

Via Nazionale, 14 - Greci Scalo (Av) Tel. 0825 867041 Cell. 338.5917182 46

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animali. Portarono con sé anche il rito greco-ortodosso, che scomparve verso il 1690 per repressione dell’Arcivescovo Orsini. La fecero rinascere arricchendola con la propria cultura, storia, religione, miti e lingua. Sostituirono il toponimo Greci con quello di Katundi, che nella lingua albanese significa “il paese o paese nativo”. Nel territorio di Greci si trovano molte contrade che portano denominazioni prettamente albanesi: Sheshi Kikutë, Pilli, Fisa, Ghama Shpotit, Mali, Vreshtë, Bregu, Shkembi, Rëshkalatat, Shelqi, Proigas.

Tradizioni Al termine della celebrazione del matrimonio in Chiesa, una volta con rito greco-ortodosso, ora con rito latino-cattolico, in corteo gli sposi e gli invitati usano andare a casa dello sposo. All’ingresso la madre di costui, dopo aver legato insieme le teste degli sposi con un nastro di seta, offre a questi un pezzo di pane, mentre il padre porge ai novelli sposi del vino, da bere entrambi in unico boccale, che subito viene ridotto in frantumi, perché nessun altro possa bervi, ad indicare la fedeltà reciproca voluta dal Sacramento del Matrimonio. I più stretti parenti del morto piangono e a voce alta in lingua abanofona, alla maniera degli antichi greci (vedi tragedie greche), declamano le virtù ed i pregi del defunto. Il due novembre, giorno dedicato alla commemorazione dei defunti, si usa mangiare, bollito il cosiddetto “Cicc quet” (grano misto a granone e zucchero). Il Venerdi Santo si ripropone in Chiesa la tradizione del canto epico Arbereshe della “Kalimera”, un canto questo che, con motivo fra la menia ed il pianto, rievoca la passione di N.S. Gesù Cristo ad iniziare dall’Ultima Cena e fino alla morte in Croce.

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chiesa di san Bartolomeo 48

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MELITO IRPINO Popolazione Residente 1.968 Altitudine 450mt. Superficie 20,68 Km2

Sindaco

Geom. Michele SPINAZZOLA

Vicesindaco

Gerardo SORRENTINO

Assessori (non di origine elettiva)

Liliana LUISI

Consiglieri

Erika CAPASSO

Consiglieri Comunali Antonio CARUSO Gennaro DI PIETRO Antonio Pasquale DI ROSA Euplio LUISI Cinzia MACINA

Domenico MUSTONE Michele PELUSO Gerardo SORRENTINO Gerardo SORRENTINO

Patrono del paese:

Sant’Egidio Abate - 01 settembre

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Come Raggiungerci

Numeri Utili

In auto Per raggiungere Melito Irpino è necessario percorrere l’A16 Napoli-Bari, uscire allo svincolo di Grottaminarda e proseguire per la SS90. La distanza da Napoli è di 90 km.

Municipio 0825.472085 Polizia Municipale 0825.472085 Ufficio Postale 0825.472012 Carabinieri 0825.441017 Farmacia Belmonte 0825.472412

Cosa Vedere

Manifestazioni ed Eventi

Melito Vecchia

13 Giugno Festa di S. Antonio

Cappella di San Pio 1995/1996 Chiesa della Santissima Incoronata 1700 Chiesa di San Egidio Chiesa costruita dopo il terremoto del 1962. Castello

26 Luglio Festa di S.Anna 1 Settembre Festa di S. Egidio 15 Settembre. Festa di Santa Maria Addolorata Festa dell’Inconorata lunedì in Albis Sagra del cicatiello

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Cenni Storici e Biografici Origini

Antica è l’orgine di Melito Irpino, le cui tracce originarie furono rinvenute alla fine del 1880. Alcuni parlarono di Cluvium, altri di un semplice sobborgo di Aeclanum, altri ancora (tesi prevalente) di Melae o Melas. Tito Livio (libro XXIV, Cap X) scrisse che quest’ultima venne distrutta dalle truppe di Claudio Marcello e Quinto Fabio al tempo della Seconda guerra Cartaginese nel 215 A.C., a seguito della sconfitta dei 3000 soldati che Annibale aveva lasciato a presidio del luogo. Il cospicuo bottino di guerra fu concesso per intero ai legionari vincitori. Il sig. G. Pecori, direttore degli scavi, comunicò all’Accademia dei Lincei la scoperta di un’area archeologica ad un chilometro circa dall’attuale Melito vecchia, in località Pezza. Furono trovati dei sepolcri (ritenuti di epoca romana) disposti in file parallele, un esteso fabbricato adibito a luogo termale, un tempietto. Successivamente, a scavi ripresi, ci furono altri ritrovamenti: due case ed un tempietto meglio conservato del primo, i resti di un acquedotto che affluiva ad una vasca, ed altri reperti, tra cui lapidi e frammenti di iscrizioni e di anfore, lucernarie, tegole, tubi di piombo con bollo sannitico e monete romane. Melito medioevale Incerta è l’origine del borgo medioevale, che vide crescere Melito vecchia attorno a sè nel corso del tempo. Le fonti storiche relative al periodo in oggetto sono carenti. Il borgo medioevale venne citato per la prima volta, come feudo intero, nel XII secolo, tra il 1142 e 1164, ai primi tempi della monarchia normanna. Al Re erano dovuti il servizio di un milite e una rendita di venti once d’oro all’anno. Successivamente, il territorio di Melito si trasmise per eredità (Baronato dei De Forgia). Nel 1239 Ferdinando II d’Aragona affidò il comune di “Melito Irpino” a Landolfo di Grottaminarda (l’unione tra i due comuni durò tre secoli). Melito fece altresì parte della Baronia del Conti di Gesualdo, fu anche feudo dei conti di Ariano, dei dei Della Marra, dei D’Aquino, dei Caracciolo, dei Pagano fino all’abolizione della feudalità (1784-1806).

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Melito vecchia

Fino al 1923 la denominazione del borgo fu Melito Irpino valle Bonito. La planimetria del vecchio paese ed il ricordo di chi ci ha vissuto, descrivono un borgo piccolo e tranquillo. Osservando la piantina di Melito vecchia, si nota il tipico impianto urbano medioevale, col fitto intreccio di costruzioni, vicoli e scalinate che avvolgono il castello. Il centro del paese, Piazza Vittoria, ove si ritrovava la popolazione dopo aver assistito alla messa, era separato dall’Ufita, valicabile tramite un ponticello (tuttora esistente), da una semplice schiera di case. A seguito del sisma del 1962, sembrerebbe per apparenti cause di sicurezza, il vecchio borgo venne interamente raso al suolo, salvo per fortuna, le più significative testimonianze della storia melitese: il castello e la chiesa di S. Egidio. Anche il tracciato delle vecchie strade è andato perso, salvo i tratti rimasti pavimentati con basalto e ciottoli. La storia di Melito Irpina è stata caratterizzata dal ricorrere di altri eventi drammatici, in aggiunta ai terremoti già citati, che si sono susseguiti nel tempo regolarmente (es. 1456, 1688, 1702, 1930, 1962, 1981 e 1982). Infatti, si annoverano alluvioni, quale quella del 1949 che travolse il ponte di ferro e scardinò i mulini lungo il fiume, le frane ripetute, l’invasione delle cavallette nel 1634, le pestilenze del 1458, 1528, 1656-57.

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Piazza degli Eroi- Melito Irpino 56

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MONTAGUTO Altitudine 730 m s.l.m. Superficie 18,38 km² Abitanti 417 (01-01-2017)

Densità 22,69 ab./km² Abitanti: Montagutesi

SINDACO:

Marcello Zecchino

Vice sindaco:

Angela Katy Sciarappa

Deleghe alle pari opportunità, commercio, ambiente e arredo urbano, politiche per le donne, politiche per la famiglia.

Assessore: Nico De Luca

con deleghe allo sport e infrastrutture sportive, politiche giovanili, manifestazioni sportive e volontariato.

Consiglieri di maggioranza: Orazio Anzivino Maria Schiavone Pietro Giuseppe Cifaldi Claudio Cifaldi Fedele D’Alessandro

Festa Patronale :

San Crescenzo - 13 Agosto

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Come Raggiungerci

Numeri Utili

in auto da Foggia: lungo la ss 90 delle Puglie direzione

Municipio 0825.862014 Carabinieri 0825.861055 Polizia Municipale 346.5235113 Farmacia Vetere 0825.862332 Guardia Medica 345.9710945 Ufficio Postale 0825.862012

Ariano Irpino

da Napoli: uscita grottaminarda direzione Foggia attraversando il comune di Ariano Irpino.

da Benevento: lungo ss 90 bis proseguire in direzione Foggia.

Cosa Vedere

Manifestazioni ed Eventi

Chiesa Parrocchiale Antica Fontana Bosco Comunale Fisher Park Fontane e percorsi naturalistici

2° domenica di maggio (terza negli anni bisestili)

FESTA DI SAN MICHELE

3° domenica di maggio (quarta negli anni bisestili)

MADONNA DI VALLEVERDE 13 giugno

FESTA DI SANT’ANTONIO 16 luglio

FESTA DELLA MADONNA DEL CARMINE Tra il 9 e il 15 agosto

FESTE IN ONORE DI S. CRESCENZO E S.ROCCO agosto, da decidere FESTA DEL BOSCO

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Fontana principale

Sorgenti

Fontana Ponte di Sofia

Fontana vecchia

Monumento Padre Pio

Cappella

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CENNI STORICI E BIOGRAFICI Piccolo centro della Valle del Cervaro, d’origine normanna, poi passato alla mensa vescovile di Bovino. Ha ospitato in passato una comunità di valdesi. Lungo la strada che conduce al paese s’incontra un bosco di querce. Nei pressi della Madonnina, piccola edicola votiva, sulla sinistra si sale al bosco, costituito da una bella pineta alternata ad un querceto, con un piccolo lago ed una fontana. L’area è ben attrezzata per il pic-nic. Immerso nel verde, Montaguto sembra il classico paese di Heidi. Montaguto prende il nome dalla sua conformazione naturale. L’alto sperone roccioso ha condizionato la disposizione topografica dell’abitato: le case sono ordinate a schiera lungo strade perfettamente parallele e orientate seguendo la direzione orografica. Aria pulita, acqua limpida, cibi genuini e tutta la tranquillità di cui ormai in città è impossibile godere: tutto questo è Montaguto. Dal paese, poi, la visuale è stupenda: è possibile ammirare i monti del Partenio, del Taburno e del Matese, nonché il Tavoliere pugliese. Montaguto offre luoghi dove godere di piacevoli passeggiate nel verde, come il suggestivo ed esteso bosco comunale, oppure i sentieri che conducono alla cosiddetta Montagna (m. 1050), a nord-ovest del centro abitato. La pastorizia caratterizza buona parte delle attività dell’intera zona, in cui si producono ortofrutticoli, cereali, ma anche castagne di buona qualità, mentre è rinomata la lavorazione degli insaccati. Sviluppata è anche l’apicoltura. La prima domenica di settembre si festeggia San Crescenzo, patrono del paese, la cui Chiesa Parrocchiale è del XIX secolo, mentre restano solo i ruderi dell’antico Palazzo Baronale. Informatore Irpino 2018

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Cenni storici

Dal latino, “terra Montis acuti” sembra abbia avuto il nome da una delle montagne più Sambucèto (dialetto, Saucìto), sino allora abitata, alla cima più alta di questo monte, lo avranno chiamato “Monteàlto” (come dal dialetto: aùto per “alto” = Montàuto), nome che col tempo, per comodità di pronuncia, passò a parola piana ( = Montato), o Montaguto attuale.

Cenni geografici

Montaguto è alto sul livello del mare metri 730 e dista da Avellino, sua provincia, 79 chilometri. Mentre dista da Foggia, di cui ha fatto provincia fino al 1860, 44 chilometri. Bovino è sempre stata la sua Diocesi. Confina a nord con il Comune di Orsara, fino alla Montagna Spaccata (ex Tratturo della Trainiera), a Est con Bovino e il fiume Cervaro, a ovest con Greci e Savignano e a Sud con Panni. I suoi abitanti attuali sono 1.550 (1968). Il suo clima è molto salubre e la sua aria è molto fine. I venti predominanti sono la BORA, con forza media 50 km/orari e il NORD/EST, con forza media di 30 km/orari, con rari giorni di calma. La temperatura media è di 22 gradi centigradi d’estate con punte massimali di 38 °C e d’inverno con media di -1 e minime di -16. Le sue precipitazioni annue sono di circa 510 mm. L’escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 581 metri.

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Via Cardito, 83031 ARIANO IRPINO (AV) - Tel. 0825.891091

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MONTECALVO IRPINO Popolazione Residente 3.861 Altitudine 623mt. Superficie 50,01 Km2

Sindaco

Mirko IORILLO

Vice Sindaco Francesco Pepe

Vice Sindaco - Lavori Pubblici, Agricoltura, Marketing Territoriale e ViabilitĂ Rurale

Franco Armini

Politiche Sociali e Protezione Civile

Maria Rosaria Cardillo

Pari OpportunitĂ , Famiglia e Scuola

Pamela Cavotta

Urbanistica, Decoro Urbano e Politiche Giovanili

Santo Patrono del Paese S. Felice - 30 Agosto S. Pompilio - 20 Agosto

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Come Raggiungerci

Numeri Utili

in auto da Foggia: lungo la ss 90 fino a Savignano, proseguire lungo ss 90bis.

Municipio 0825.818083 Polizia Municipale 0825.818527 Guardia Medica 0825.818325 Ufficio Postale 0825.818002 Farmacia Flovilla 0825.818016

da Napoli: uscita grottaminarda attraversando il comune di Ariano Irpino fin via s. Antonio. da Benevento: lungo ss 90 bis uscita Montecalvo.

Cosa Vedere

Manifestazioni ed Eventi

Castello Palazzo Pignatelli Chiesa di Santa Maria Assunta Convento di Sant’Antonio Chiesa di San Pompilio Pineta Monumento ai Caduti

30 Agosto

Festa di San Felice

20-21 Agosto

Festa di S. Pompilio

13 Giugno

Festa di S.Antonio

15 Agosto

Sagra dei cicatielli e pane

12 Agosto

Sagra della salsiccia

13 Agosto

Sagra della porchetta

30 Agosto

Sagra delle “patane e pupini”

12-14 Agosto

Sagra Montecalvo “come era”

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chiesa di San Pompilio

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CENNI STORICI E BIOGRAFICI Una frequentazione stabile della zona fin dall’età romana è attestata dal rinvenimento di strutture murarie riferibili ad una villa rustica in località Tressanti. La derivazione del nome del paese è da ricercare nel latino mons con il composto calvus, probabilmente dovuto al paesaggio brullo. Una seconda interpretazione, spiega il termine “calvo” derivante da Calvia, il nome di una famiglia romana che avrebbe avuto diversi possedimenti sulla collina. La prima notizia storica di Montecalvo è contenuta in un documento del 1099, in cui si fa riferimento all’invio di circa 60 armati di quella zona nella spedizione in Terra Santa voluta da Guglielmo il Buono. La Cronaca di Alessandro Telesino ricorda che nel 1137 Ruggero II, si accampò ai piedi del castello di Montecalvo. Nel Catalogo dei Baroni risulta che la prima famiglia feudataria fu quella dei Potofranco. In seguito alle distruzioni provocate dalle truppe di Manfredi di Svevia, il feudo venne concesso dapprima al nobile Matteo Diletto (1276) e poi donato dal re Carlo I d’Angiò al salernitano Giovanni Mansella. Dalla fine del 1300 Montecalvo seguì le vicende della contea arianese, alla quale rimase aggregata durante i governi dei Sabrano, degli Sforza e dei Guevara. Nel 1456 un violento terremoto determinò il quasi totale abbandono del borgo e la completa distruzione del castello medievale. Nel 1486 il feudo passò sotto il diretto governo della Regia Corte e venne venduto, assieme ai feudi di Corsano e Pietrapiccola, dal re Alfonso II d’Aragona ad Ettore Pignatelli. Durante la breve dominazione francese, signore di Montecalvo fu Pietro del Rohan, maresciallo di Francia e fedelissimo di re Ludovico. Ristabilito il potere spagnolo, re Ferdinando il Cattolico restaurò il ducato arianese che, con Montecalvo, tornò in possesso di Alberico Carafa. Nel 1507 Montecalvo fu donata da questi al figlio secondogenito Sigismondo, che nel 1525 ne fu nominato conte. Per quasi un secolo i Carafa amministrarono la contea di Montecalvo, fino a quando, nel 1594, fu acquistata da Carlo Gagliardi, che nel 1611 si fregiò del titolo di duca. Alla sua morte, nel 1624, il ducato passò alla famiglia Pignatelli, a cui appartenne fino al 1806, anno dell’abolizione dei diritti feudali nell’Italia meridionale. Nel corso dei secoli il paese è stato flagellato da diversi terremoti. In particolare quelli del 1930 e del 1962 hanno distrutto diverse chiese, causato gravi danni al palazzo ducale e alla Chiesa di Santa Maria Assunta, di cui fu anche abbattuto il campanile. 74

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Museo di San Pompilio 76

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SAVIGNANO IRPINO Popolazione Residente 1.204 Altitudine 718mt. Superficie 38,47 Km2

SINDACO

Fabio DELLA MARRA SCARPONE

Vice Sindaco – Assessore Angela LA PORTA

Consiglieri di maggioranza Fernando Marinaccio Gianni Cirignano Andreas D’Amato Felice Mauro Russo Oreste Rionildo Savignano Angelina Vara

Consiglieri di minoranza Oreste Ciasullo Beniamino Lamanna Antonio De Blasio

Santo Patrono del Paese:

Festa di Sant’Anna - 25-26-27 Luglio

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Come Raggiungerci

Numeri Utili

in auto

Municipio 0825.867009 Polizia Municipale 0825.867009-4 Guardia Medica 0825.861054 Ufficio Postale 0825.867002 Farmacia Capone 0825.867092

da Napoli: percorrendo autostrada A16 Napoli/Bari e uscendo al casello di Grottaminarda. Seguire la SS90 delle Puglie in direzione di Ariano Irpino/Foggia. da Bari: autostrada A16 Napoli/Bari e uscendo al casello di Candela. Direzione Bovino proseguire sulla Ss.90 direzione Napoli.

Cosa Vedere

Manifestazioni ed Eventi

Castello Medioevale Palazzo Orsini Chiesa Parrocchiale San Nicola Chiesa Madonna delle Grazie Tombola Fontana Angelica

01-02 luglio

Festa della Madonna delle Grazie e San Rocco

25-26-27

Festa di Sant’Anna

01-18 agosto

Savignanestate Village

Nella prima decade di agosto Sagra delle Orecchiette

06 dicembre

Festa Patronale di San Nicola

Febbraio

Sfilata dei carri allegorici di Carnevale

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Cenni storici

Savignano Irpino, ridente paese della provincia di Avellino, sul confine con la vicina Puglia, domina la Valle del Cervaro, arroccato tra i colli Tombola e Calvario. Il Comune è gemellato con Savigneux, cittadina francese della Loira ed Essenbach, comune tedesco della Baviera. Da agosto 2016 è stato riconosciuto come uno dei borghi più belli d’Italia. Il territorio, abitato sin dall’antichità, reca le tracce di una storia millenaria, testimoniata da importanti ritrovamenti archeologici in località Ferrara e Pustarza. Nel Medioevo il paese fu soggetto a diverse dominazioni a cui sono legati alcuni particolari avvenimenti storici. Durante il regno di Tancredi d’Altavilla, nel 1193, nel punto più alto del Castello fu giustiziato il governatore Sarolo Guarna, accusato di aver parteggiato a favore di Enrico VI. La “tombula” in cui Sarolo fu sepolto nei pressi del Castello ha dato origine al nome dell’attuale

Tombola, da cui si gode la vista panoramica di Savignano Scalo e dei paesi limitrofi. Il 1445 segna l’avvento dei Guevara, famiglia nobiliare spagnola, che avrebbero conservato il titolo di conti di Savignano fino al 1950. Dall’unione dei due feudi di Savignano e Ferrara,

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entrambi acquistati da Inico Guevara, fedelissimo della dinastia aragonese, derivò nel corso del 1500 un ampliamento del paese fino a Porta Grande. Nel 1700 il centro abitato venne ancora ampliato di nuovi quartieri tra cui il Corso, il Calvario e la Fontana Vecchia Nel 1727 papa Benedetto XIII fece realizzare a sue spese l’intero complesso dell’Hospitius pro peregrinis” noto anche come palazzo Orsini dal nome della famiglia del pontefice ed attuale casa comunale. Scrigno di tesori da scoprire è la Chiesa Madre, eretta sulla vecchia chiesetta medievale, con la facciata realizzata con pietra viva proveniente dalla “Targiana” (località situata tra Savignano e Monteleone di Puglia). Il portale centrale che le conferisce monumentalità, è sormontato da un rosone e da una mezzaluna con una maiolica raffigurante Sant’Anna, protettrice del paese. Alla santa, venerata durante la festa del 25-26-27 luglio, è dedicata una Cappella di particolare pregio artistico, restaurata tra il 2010 e il 2013. Savignano offre ai suoi visitatori una variegata gamma di itinerari tra bellezze architettoniche, storico-artistiche e paesaggistiche: scorci e vedute indimenticabili; incantevoli opere d’arte, realizzate nei secoli da maestranze locali, sentieri immersi nel verde intenso dei boschi, tra sorgenti e oasi naturalistiche.Percorsi che risvegliano i sensi, odori e sapori genuini che rinvigoriscono corpo e mente. Numerose le prelibatezze enogastronomiche, lavorate artigianalmente: olio Ravece DOP, latticini (caciocavallo podolico, caciocavallo affumicato, treccia, scamorza, ricotta), salumi (soppressata irpina, capicollo), aglio bianco dell’Ufita, miele. La pasta fatta a mano è da sempre un’arte e una tradizione: ogni anno le mamme e le nonne del paese si prodigano nella realizzazione di decine di chili di orecchiette, cucinate nella famosa sagra di agosto, affogate nel classico ragù di carne o nella più moderna versione delle “orecchiette tricolore”, con pomodorini, rucola e parmigiano. Altri piatti tipici sono: “Cicatielli e fagiolini”, “laganiell e fasul”, la cosiddetta “colazione savignanese” (patate e peperoni fritti), la zuppa di soffritto di maiale, “la ciambott” (zuppa di zucchine, patate, fagiolini, sedano). D’estate tornano a popolarlo i numerosi savignanesi emigrati in Italia e nel mondo, allietati dagli eventi dell’imperdibile Savignanestate.

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• CASTELLO GUEVARA

In origine il castello doveva estendersi fino alla chiesa Madre ed era circondato da un’imponente cinta muraria. Oggi, di quello che fu l’impianto originario delle mura restano solo alcune tracce nella zona del sottopasso Finestroni. L’opera di fortificazione fu iniziata da un certo conte Gerardo, alla morte del quale il feudo e il castello passarono ai suoi eredi.

• PORTA GRANDE

La Porta Grande rappresenta il punto di accesso al nucleo medioevale del paese.

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• PALAZZO ORSINI

attuale sede del Municipio, fatto costruire nel 1727 dal Papa Benedetto XlII, Vescovo di Roma e di Benevento. Venne concepito come “Hospitius pro peregrinis”, come risulta dall’iscrizione incisa sul bel portale d’ingresso in pietra.

• CHIESA MADRE

eretta sulla vecchia chiesetta medievale, con la facciata realizzata con pietra viva proveniente dalla “Targiana”

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Via Camporeale, 6, 83031 Ariano Irpino AV | Cell. 333 7277048 - 333 7417995 O'Pullastriello Melito Informatore Irpino 2018

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Fontana Angelica

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Sede Operativa: Ariano Irpino - Via Cariello, 39 Mirabella Eclano - Via Nazionale Passo 56/A Tel.: +39 393 8901461 Informatore Irpino 2018

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VILLANOVA DEL BATTISTA Popolazione Residente 1.650 Altitudine 742mt. Superficie 20 Km2

Sindaco

Franco ROBERTO

Assessori

Umberto COLANTUONO Manuel ROBERTO Palmerino Agostino OLIVA Giuseppe GRANDE Maria Teresa BAVIELLO Maria Giovanna PANZETTA Enrico CICCONE Raffaele IORIZZO Giovanni SILANO Gino BAVIELLO

Santo Patrono del Paese

S. Giovanni - 29 Agosto

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Come Raggiungerci

Numeri Utili

da Napoli e da Bari: autostrada NA/BA uscita Grottaminarda direzione Ariano Irpino - Foggia lungo s.s.90 - uscita Villanova del Battista

Municipio 0825.826015 Polizia Municipale 0825.826015 Guardia Medica 0825.826136 Ufficio Postale 0825.826012 Farmacia Savino 0825.826139

da Foggia: direzione Napoli lungo SS.90 direzione Ariano Irpino fino al Km 28,800 girare a sinistra Bivio per Villanova del Battista.

Cosa Vedere

Manifestazioni ed Eventi

Chiesa Santa Maria Assunta Museo dell’Acqua

Festa di S. Giovanni - 29 Agosto

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“Agosto villanovese� che, oltre alla manifestazione summenzionata, offre serate danzanti, sagre paesane con degustazione di prodotti tipici del luogo a tutti coloro che vogliono svagarsi durante le vacanze.

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CENNI STORICI E BIOGRAFICI Il Comune si trova nella parte nord-orientale dell’Irpinia, prossimo al confine con la Puglia, su un picco a 750 m. slm che domina la vallata del torrente Fiumarelle. E’ un borgo agricolo e pastorale, con notevoli attività artigianali, citato in un documento del XIII secolo col nome di "Polcarino" (ritenuto deformazione di un "bulgarinus" derivato dal termine "bulgari") col quale si indicavano le popolazioni balcaniche, distrutto nel XIV secolo, riedificato nel XV dalla famiglia del Balzo, raso al suolo dal terremoto del 1964, ricostruito e di nuovo distrutto dal sisma del 1930. Il nome Villanova "città nuova" compare nel ‘500, dopo la ricostruzione dei Del Balzo; nel 1862 vi fu aggiunto "del Battista" in onore del Patrono e per distinguere il paese da altri con lo stesso toponimo. Appartenne in feudo alle famiglie Del Balzo, Mascambruno, Carafa, Magnacervo, Passero e Ossario. Il territorio di Villanova del Battista, fa parte della Comunità Montana dell’Ufita con la presenza di boschi misti di conifere e latifoglie ed è attraversato dal regio tratturo Pescasseroli-Candela su cui transitavano le greggi per la transumanza.

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Contrada Bosco, 8 83031 Ariano Irpino AV Telefono: 0825 825243 Informatore Irpino 2018

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Villanova del Battista ha dato i natali al giornalista Giuseppe Iorizzo nel 1857 e alla Medaglia d’argento al valor militare, colonnello Giovanni Conte, nel 1888. Nei dintorni del paese, in località Macchia di Faratro, si trova una sorgente sulfureo-furriginosa. Si consiglia la visita al Museo Multimediale situato nel Centro Storico, alla chiesa S. Maria Assunta, completamente ricostruita dopo i terremoti del 1930 e del 1980, che presenta tre ingressi e un’antica navata nella quale sono custoditi due dipinti del XVIII secolo di scuola del Giordano: "Deposizione" e "La Caduta di Gesù". Degni di citazione anche i Palazzi Ciccone, Iorizzo e quello del Vecchio Municipio.

TRADIZIONI Le feste paesane ripropongono la riscoperta e il recupero delle tradizioni, raffermano la religiosità e antiche credenze popolari. Fanno rivivere antiche usanze e riscoprire i sapori genuini della civiltà contadina. Tra i piatti i fusilli, tagliolini, orecchiette, "maccarun cu lu fierr", "maccarun n’giott e fasul", la "pizza a lu chinche", "lu sammucchie", "vruoccul e cicatiell", "polenta", "tripp". Pascoli e allevamenti garantiscono la genuinità di gustosi piatti di carne di agnello, di coniglio, di pollo e di maiale. Arricchiscono la cucina locale i formaggi, caciocavalli, i salumi (soppressate, capicollo, prosciutto, salsicce) ancora preparati artigianalmente come in passato.

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Via Camporeale (90 BIS) 83031 Ariano Irpino (Av) Tel.: 0825 881154 www.lalocandadelbosco.it Informatore Irpino 2018

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Giglio di Villanova del Battista

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LA TIRATA DEL GIGLIO Una delle manifestazioni più spettacolari ed entusiasmanti che si svolge a Villanova del Battista in onore di S. Giovanni, Patrono del paese (festeggiato il 24 giugno e il 29 agosto), è quella del giglio o carro. Il giglio è un obelisco alto circa 30 m., a seconda della cuspide terminale che può variare di anno in anno, realizzato con paglia lavorata dalle abili mani di alcuni esperti contadini e da numerosi bambini e giovani che intendono imparare l'arte dell'intrecciare la paglia. Il giglio a Villanova risale al 1800, quando Costantino Ciccone con grande abilità realizzava intrecciando la paglia degli obelischi alti circa 2 m. come offerta al Santo Protettore. La tradizione fu interrotta a seguito del disastroso terremoto del 1930, e ripresa nel 1986. Negli anni il giglio ha subito vari cambiamenti per quanto riguarda lo stile, che oggi è prevalentemente gotico che meglio esprime lo sforzo e la tensione dell'uomo nella drammatica e a volte disperata ricerca di Dio. La domenica antecedente il 27 agosto il giglio viene alzato da una gru e da circa 12 funi, che mantengono in equilibrio il giglio anche e soprattutto durante la traslazione, che avviene appunto il 27 agosto lungo il percorso tradizionale che va da Via Fornace a piazza Aldo Moro. L'obelisco una volta tirato dai buoi, viene trasportato lentamente da un trattore attraverso un percorso stretto , ripido e suggestivo. Il tiro è accompagnato da grandi festeggiamenti e manifestazioni folcloristiche che richiamano non solo i cittadini dei paesi vicini, ma anche e soprattutto gli emigranti.

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palazzo iorizzo

largo fontana-villanova

piazza silano villanova

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ZUNGOLI Popolazione Residente 1.099 Altitudine 657mt. Superficie 19,22 Km2

Sindaco

Paolo CARUSO

Vice sindaco

Giovanni ROBERTO

Assessore

Nicola Mottola

Consiglieri di maggioranza Pina DEL MEDICO Anita GRANDE Roberto RAFFA Vincenzo ANNICCHIARICO Vincenzo GRANDE

Santo Patrono del Paese Sant’Anna - 26 Luglio

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Come Raggiungerci

Numeri Utili

in auto Uscita autostrada A16 Grottaminarda, proseguire per Ariano Irpino, direzione Foggia, a 6 km bivio per Zungoli

Municipio 0825.845037 Carabinieri 0825.845035 Guardia Medica 0825.826136 Ufficio Postale 0825.845032 Farmacia 0825.845147

Uscita autostrada A16 Grottaminarda, direzione Tre Torri, Villanova del Battista, Zungoli. Uscita autostrada A16 Grottaminarda, proseguire per Ariano Irpino, Orneta, Villanova del Battista, Zungoli. da Foggia, SS 90 per Ariano Irpino, bivio per Zungoli, Villanova del Battista.

Cosa Vedere

Manifestazioni ed Eventi

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27 Luglio-20 Agosto Estate Zungolese

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CENNI STORICI E BIOGRAFICI Piccolo centro della Valle dell’Ufita, d’origine normanna, presenta un centro storico ben conservato inserito in una meravigliosa cornice naturale. Le case, che sembrano aggrapparsi alla roccia, sono caratterizzate dalla presenza di cave sotterranee scavate nella roccia tufacea. Il monumento simbolo del paese è il Castello, eretto nell’XI secolo e trasformato nel 1825 dai marchesi Susanna, in palazzo signorile. Oltre alle grotte, tutta una serie di palazzi signorili, case pontili, vicoli e stradine in pietra caratterizzano il centro storico fino ad arrivare ai piedi dell’abitato dove sorge il Convento di San Francesco. Nella chiesa del Convento sono custodite importanti opere ed il coro ligneo del XVIII sec.

Cenni storici

Il toponimo, sebbene nella versione Zuncoli, appare per la prima volta nel 1164, in occasione della consacrazione della chiesa di San Cataldo. Incerta è l’origine del nome: lo si attribuisce ad un normanno, Leander Juncolo o Curolo, che sfruttò la posizione strategica per costruire un castello detto “Castrum Curoli”.

Cenni geografici

Zungoli si trova a 657 m s.l.m. e si estende su una superficie di 19,13 km². Posto a destra del torrente Vallone, è adagiato sopra un piccolo colle di struttura tufacea e fronteggia Monte Molara. Si tratta di un tipico borgo irpino, il cui centro storico è attraversato da viuzze acciottolate, che spesso si arrampicano lungo il costone della collina in forma di scalinate di pietra. Confina con il comune di Ariano Irpino, Villanova del Battista e si trova lungo la linea di confine con il territorio Pugliese. Buona parte del territorio è attraversato dal Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, antica via della Transumanza che collegava la Puglia con l’Abruzzo.

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Zungoli - Castello dei Susanna

Muto testimone della storia dei suoi signori La fondazione di una prima roccaforte nel territorio di Zungoli è attribuita ad un certo Leander Juncolo o Curolo, capitano normanno, dal cui nome deriverebbe anche quello del comune. Durante il Medioevo il feudo e il castello passarono per le mani di diversi signori e nobili famiglie, fino a giungere, intorno al 1526, in quelle di Francesco Loffredo, i cui discendenti ne mantennero il possesso per poi cederlo alla famiglia Susanna dei Marchesi di S. Eligio, attuali comproprietari. Proprio sotto la signoria dei Loffredo il castello fu trasformato in dimora gentilizia. Almeno fino all’epoca aragonese il castello presentò inalterato lo schema a pianta quadrata con quattro torri angolari di forma cilindrica su base scarpata. La struttura presenta, oggi, un ingresso costituito da una scalea racchiusa tra due ali semicircolari, che delimitano un grande cancello in ferro battuto. Il portale immette in un androne sulla cui volta a botte è dipinto lo stemma dei marchesi Susanna. Il cortile interno è pavimentato in pietra, con motivo centrale a spina di pesce e una balconata che corre lungo i quattro lati. Nell’angolo nord si trova una piccola cappella con altare in marmo. Dal cortile, tramite uno scalone, è possibile accedere agli ambienti residenziali del secondo piano, tra i quali spicca il salone con camino monumentale.

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