TIME OUT - N.13 Dicembre 2014

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N. 13 - DICEMBRE 2014

s n a i l Ita do it r e t t e b ALIAnI SOdERI, IL FIOREnTInO ROSSOBL첫 BUOn nATALE cOn IL RISTORAnTE IL FAggIO

BIELLA AUTO: Bmw LAncIA LE nUOvE X5m E X6m


Una squadra grande una città 2015

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TIMEOUT Mensile ufficiale di Pallacanestro Biella lifestyle, cultura e attualità biellese

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Proprietario della testata: Pallacanestro Biella Ssdarl Via XX Settembre, 10 - 13900 Biella Tel. +39 015 88.53.500 - info@pallacanestrobiella.it

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Direttore responsabile: Giampiero Canneddu

Fotoeditor: Fabrizio Lava - fabrizio.lava@e20progetti.it

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Fotografi: Stefano Ceretti, Fotografo Ufficiale Pallacanestro Biella Massimo Ceretti, Stefano Lanza, Michele Rosetta e Fabrizio Lava

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In copertina: Un tiro libero di Tommaso Laquintana fotografia di Stefano Ceretti fotografo Ufficiale Pallacanestro Biella

Hanno collaborato alla realizzazione del N°13 dicembre 2014: Giampiero Canneddu, Francesca Fossati, Stefania Zorio, Niccolò Bosio, Luca Rosia Silvia Marchionatti e Rosalina Bocchio Tutti i punti di distribuzione su: http://www.pallacanestrobiella.it/news/ecco-ipunti-di-distribuzione-del-timeout

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IL PUNTO

L’Italia che cresce è qui

La A2 è il vero campionato tricolore? Biella un po’ di più di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti

Statistiche alla mano, a casa Angelico i giovani giocano e migliorano: lo dimostrano i progressi rispetto alla passata stagione di Lombardi, Laquintana, De Vico e Chillo. Mentre in serie A le promesse restano fuori e rescindono contratti... Due stranieri senza distinzione di provenienza (qui un comunitario o un “Cotonou”, ovvero giocatore munito di passaporto africano pur non essendolo, conta come un americano) più un “passaportato”, ovvero un italiano non di nascita ma per origine o per matrimonio. E tutti gli altri, per forza, italiani. È normale, si dirà, che in A2 da un anno e mezzo a questa parte trovino spazio i talenti che al piano di sopra sono soffocati dal mercato libero. Meno normale, forse, è il soffocamento sistematico della serie A, sempre pronta a pescare dal mercato comunitario e internazionale e un po’ meno (fatte salve poche eccezioni) a dare spazio e fiducia a giocatori fatti in casa. Ma anche nello stile tricolore dell’A2 (chi ha visto Angelico-Dinamica Mantova ricorda forse Riccardo Moraschini e Roberto Rullo, due che la serie A ha lasciato andare con leggerezza, più degli americani della squadra ospite), Biella è un passettino più avanti: forse è più facile circondarsi di italiani esperti come Mancinelli, Amoroso, Maresca, Spinelli, Carraretto, Garri che guardare a casa propria, tra i ragazzi del settore giovanile, o portare in squadra giovani cresciuti altrove per valorizzarli. Il metodo-Biella è spiegato dalle statistiche: l’anno scorso Marco Laganà e Tommaso Raspino in quintetto base, con Eric Lombardi, Matteo Chillo e Niccolò De Vico a uscire dalla panchina (quattro prodotti del vivaio e un neocampione d’Europa Under 20 con contratto pluriennale), quest’anno Eric Lombardi e Tommaso Laquintana in quintetto base con Niccolò De Vico, Matteo Chillo e – perché no? - Andrea Danna ad aspettare il loro turno sul cubo dei cambi. Tenere cinque

giocatori su dieci tra prodotti del vivaio e ragazzi di categoria Under 20 e dintorni però non basta, perché li si potrebbe anche costringere alla panchina, mentre giocano gli altri. Invece ecco le cifre: Laganà e Raspino hanno lasciato Biella per la serie A con un bagaglio di esperienza dato da 23 e 28 minuti a partita e oltre 10 punti di media segnati. Eric Lombardi è scalato in quintetto base e, nonostante i guai alla spalla, ha alzato il tono delle sue statistiche: giocava 15,3 minuti a partita, segnando 4,9 punti e catturando 4 rimbalzi. Ora è a 26,1 minuti per 11,6 punti e solo i rimbalzi sono in calo (3,4) complice anche il nuovo ruolo che lo tiene un po’ più lontano dal canestro. In compenso sono più che raddoppiati gli assist: 2 contro 0,6. Tommy Laquintana arrivava da 14,2 minuti, 4,4 punti, 2,4 rimbalzi e 0,6 assist nella stagione passata a Capo d’Orlando. Ora è a 29,1 minuti, 12,5 punti (terzo scorer di Biella dietro i due americani), 3,4 rimbalzi e 1,6 assist. Niccolò De Vico è salito da 10,5 a 16,5 minuti e da 2,3 a 5,9 punti a partita, moltiplicando anche i rimbalzi, 2,5 contro 1. Anche Matteo Chillo ha più minuti (19,5 contro 16,9), più punti (5,5 contro 4,8) e più rimbalzi (4,4 contro 2,8) rispetto alla passata stagione. Un passo avanti da tutti, insomma, e con il criterio “corbaniano” che si resta in campo anche dopo un errore, altrimenti non s’impara. Vien da pensare, ricordando la storia recente di Amedeo Tessitori, classe 1994 come De Vico, due stagioni fa una promessa vera in LegaDue con Forlì (7,4 punti e 4,7 rimbalzi a 18 anni), poi preso da Sassari con un contratto pluriennale: nella passata stagione ha inanellato 23 “non entrato”, in questa, dopo sei giornate senza essere stato nemmeno convocato, ha rescisso l’accordo con la Dinamo ed è libero di trovarsi un’altra squadra. Si dirà: certo, ma quella è la serie A, altro livello rispetto alla”nostra” A2. Ok, ma allora come si spiega il diciannovenne Laquintana che tiene il campo in EuroChallenge contro l’ex campione Nba Rodrigue Beaubois in Bonprix-Le Mans?

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LA FAMIGLIA

Tutti i record della dinastia-Danna Da Federico a Andrea, un filo rosso europeo di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti

Papà Federico vinse alla prima partita da capoallenatore in Coppa Korac contro Divac e Obradovic. Il figlio Andrea esordisce nel primo successo casalingo di Biella in EuroChallenge. Storia di una famiglia consacrata al basket (perché ci sono anche Nicola e Pietro...).

A gennaio del 1987 la Berloni Torino di pallacanestro era ancora in corsa in serie A1 e in Coppa Korac quando, dopo metà stagione tra alti e bassi e con la piazza che rimpiangeva coach Dido Guerrieri, arrivò l’esonero del capo-allenatore Mario De Sisti. Fu scelta la successione interna, affidando il timone al suo vice – nonché allievo di Guerrieri – Federico Danna, allora poco più che trentenne. Una delle sue prime imprese, in una squadra in cui già brillavano i giovani Morandotti, Pessina (chi lo ricorda in rossoblù?) e Della Valle (sì, il papà di Amedeo, campione d’Europa Under 20 con Lombardi e Chillo e ora star di Reggio Emilia) e con un Giampiero Savio già esperto, fu una vittoria in coppa Korac: al parco Ruffini cadde, con un risicato 91-90, il Partizan Belgrado. Ovvero la squadra di un play poi diventato grande coach, Zelimir Obradovic, e di due allora giovani che poi finirono in Nba, Vlade Divac e Zarko Paspalj. Fu l’ultima vittoria di una squadra piemontese in casa in una coppa europea, prima che il timone del basket regionale nelle competizioni internazionali passasse a Biella. E che il testimone di compiere imprese passasse dal padre al figlio. È il 12 novembre 2014, 27 anni dopo l’impresa della Berloni, quando

La Sinflex che vinse la C2 nel 2007/2008, con Federico Danna allenatore, Tommaso Raspino, Luca Murta e Andrea Danna in campo

Federico Danna è responsabile del vivaio rossoblù e coach dell’Under 19

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Andrea Danna in palleggio in Angelico-Casalpusterlengo

la Bonprix Biella esordisce in casa in EuroChallenge contro gli Antwerp Giants. E vince di un punto, dopo una partita tirata, confermando l’imbattilbilità casalinga sua e quella delle squadre piemontesi, che dura dal 1987 e da Federico Danna. Per i rossoblù gioca (bene) sette minuti Andrea Danna, concedendo respiro a Tommy Laquintana in una sera in cui l’altro playmaker Simone Berti è frenato dal mal di schiena. Andrea, detto “Dod”, è il figlio di mezzo della dinastia di cestisti. È nato nel 1990, due anni dopo il primogenito Nicola, ora coach dell’Under 17 e assistente dell’Under 19 allenata da papà Federico, e due anni prima di Pietro, playmaker in C regionale nelle file dell’Abc Carmagnola. Tutti sono biellesi d’adozione, arrivati bambini nel 1994 quando Danna senior diventò il terzo pilastro su cui si cominciò a costruire la storia di Pallacanestro Biella, chiamato da Alberto Savio e Marco Atripaldi. A bordocampo, hanno guardato giocare le squadre allenate da papà, capo allenatore rossoblù dalla B2 fino alla seconda stagione di A2, anno 1999-2000. Ma la loro formazione cestistica è sempre stata tra Rivetti, Palasport di via Pajetta e, nelle ultime stagioni, Biella Forum. Andrea Danna è stato l’ultimo innesto del roster 2014-2015: presente negli allenamenti fin dal primo giorno di raduno, a sudare con tesserati e “aggregati” (come Walter Santarossa, ora accasatosi in Dnb al Gessi Valsesia), è stato scelto per completare la rosa

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e arrivare a dieci “senior” come nella passata stagione. La prima funzione? Alzare livello e ritmo degli allenamenti. Ma alla fine per lui c’è stato spazio anche in campo. Nel suo esordio europeo contro Anversa, Federico Danna era a bordo parquet e, nel dopogara, il primo istinto è stato analizzare i suoi sette minuti con gli occhi del coach: «Ha fatto bene. Quella sulla rimessa era una palla recuperata» ha sottolineato, pensando a un’azione in cui il pressing del numero 25 ha quasi procurato un turnover dei belgi, cancellato da un fischio arbitrale. Poi si è sciolto, tornando papà: «Quando lo allenavo nella juniores chiedevamo a tutti i ragazzi quale fosse il loro obiettivo sportivo. Lui disse che sperava di entrare nella rosa di coloro che potevano allenarsi con la prima squadra. Ci riuscì, andando anche qualche volta in panchina. Ma adesso ci è tornato, e non passando dal settore giovanile, da cui è uscito da tempo. Lo ha fatto lavorando duro. E sì, mi sono emozionato a vederlo in campo». “Dod” ha 24 anni e un titolo di studio in tasca (è tecnico di radiologia) e non era mai andato oltre la Dnb prima di questa stagione. Ora gioca in Europa, prosegue la dinastia e segna il suo nome sul referto di partite memorabili. Un vizio di famiglia, del resto: se papà sconfisse Divac e Obradovic al suo esordio da allenatore, Pietro era nei dodici in un incrocio tra Angelico e Armani Milano. Quell’incrocio, l’unica vittoria rossoblù in una semifinale scudetto. Insomma bravi, tenaci e per di più portano fortuna...

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La carica dei trecento

Dal minibasket all’U19, radiografia del vivaio rossoblù di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti

Luca Monteleone, coordinatore del settore giovanile: «Si comincia divertendosi. Ma nel frattempo s’imparano anche regole, priorità, il valore dell’impegno». Immaginate un gigantesco campo di pallacanestro e, dentro, uno schieramento di 300 bambini e ragazzi, tutti con pantaloncini, canotta e tanta voglia di palleggiare e tirare un pallone dentro il cesto: è questo lo schieramento imponente di bambini e ragazzi di età comprese tra i 6 e i 19 anni, che ogni settimana (o meglio, considerando gli allenamenti, ogni giorno) si innamorano di uno sport sotto lo sguardo del settore giovanile di Pallacanestro Biella. Si comincia a sei anni con il minibasket e si arriva fino alla Divisione Nazionale Giovanile, il campionato italiano della categoria Juniores. Si inizia con il sorriso esperto di Massimo Grigatti, coordinatore tecnico per i più piccoli, e si prosegue con lo sguardo sereno ma fermo di Federico Danna, che si occupa direttamente dell’intero vivaio, oltre ad allenare l’Under 19. Il tutto con la regia organizzativa di Luca Monteleone, da due anni al timone di questa piccola nave pirata: «Il nostro minibasket si occupa direttamente di 130 ragazzi» spiega, «a cui si sommano quelli di Mongrando e del Gs Verrone, che ci ha chiesto aiuto per organizzare la sezione cestistica della loro polisportiva. Abbiamo accettato volentieri e, caso raro, sono stati loro a chiederci di tesserare per Pallacanestro Biella due dei loro giocatori più promettenti». Caso raro, anche perché Pallacanestro Biella non fa “casting” in giro per le società biellesi: «Non è corretto e, in più, fino all’età dei campionati, devono pensare soprattutto a diver-

tirsi». Divertimento, certo, ma anche educazione: «S’imparano le prime regole non solo di una disciplina sportiva, ma anche delle priorità, dell’impegno, dell’organizzazione del tempo. S’impara per esempio a gestire la propria giornata, trovando il momento adatto per i compiti e tenendo presente che servirà tempo anche per l’allenamento. Magari vuol dire che è necessario spegnere la tv o il videogioco un po’ prima». Saper coniugare sport e scuola, del resto, è un segno distintivo dell’attività rossoblù: «Fu Federico Danna» sottolinea Monteleone «a volere le tre borse di studio, assegnate annualmente ai ragazzi del vivaio, una per le medie inferiori, una per il biennio delle superiori e una per il triennio». E vale ancora la regola “made in Danna”, secondo la quale si gioca solo se a scuola si “tiene il passo”. Se cala il rendimento, niente convocazione per le partite. Solo così si diventa uomini prima che giocatori. Trecenti bambini e ragazzi, si diceva: superato lo scoglio del settore giovanile ci sono le cinque squadre di Pallacanestro Biella (Under 13, Under 14, Under 15, Under 17 e Under 19) e le squadre che, con la maglia della Cestistica Biella, disputano i campionati regionali. «Uno sforzo che non sarebbe possibile» sottolinea Luca Monteleone «senza l’appoggio degli sponsor, Banca Sella per Pallacanestro Biella e Garage Moregola per la Cestistica. E non sarebbe possibile senza un grande numero di persone che dedicano il loro impegno ai ragazzi: senza contare coach e istruttori, parliamo di 35 persone tra dirigenti accompagnatori, segreteria, medici, fisioterapisti, massaggiatori, metà delle quali lavora come volontario». Anche questo è un canestro niente male...

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MOTORI

Ancora più sportive, ancora meno consumi La Bmw lancia le nuove versioni di X5M e X6M di R.T., fotografie archivio BMW Italia

Trazione integrale, potenza incrementata, stili di guida regolabili attraverso il cambio automatico. Ma anche il 20% di carburante consumato in meno. E si riducono anche le emissioni di CO2. Le altre novita? Scopritele da Biella Auto. Aumentare la potenza massima del 4 per cento, la coppia massima del 10 per cento e nel contempo far calare del 20 per cento le emissioni di anidride carbonica e il consumo di carburante: il compro-

messo più difficile da raggiungere per gli ingegneri automobilistici è riuscito alla Bmw con i suoi nuovi modelli X5 M e X6 M, presentati da poche settimane e pronti anche per il mercato biellese, come di consueto da Biella Auto in via per Candelo 6, punto di riferimento in provincia per i veicoli della casa bavarese. Il doppio varo sposta più in alto l’asticella per due categorie di veicoli, gli sport activity vehicles, a cui appartiene la X5, e gli sport activity coupé, “territorio” di competenza della X6. Entrambe si possono fregiare delle alte performances che, in casa Bmw, sono particolarmente curate nelle vetture che si fregiano della lettera M nel nome. Entrambe portano in dote la sicurezza e la tenuta di strada garantite dalla trazione integrale. Ed entrambe mantengono le caratteristiche d esclusività, robustezza, agilità e adattabilità alla guida giornaliera già appannaggio delle precedenti versioni. Molte delle novità sono nel vano motore: il propulsore M TwinPower Turbo è il più potente finora mai realizzato da Bmw per le sue auto a quattro ruote motrici. Con 8 cilindri e 4.400 centimetri cubici di cilindrata, raggiunge una potenza massima di 575 cavalli, il 4% in più rispetto ai modelli precedenti. È ancora più marcato il progresso nell’erogazione di potenza, con il 10% di aumento della coppia massima rispetto al passato. Bastano 4,2 secondi per arrivare da fermi a 100 chilometri orari. E solo la limitazione elettronica ferma la velocità massima a 250 all’ora.

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È uno spirito sportivo, quello di X5 M e di X6 M, che si manifesta fin dal look. Tutti gli esterni sono verniciati nel colore della carrozzeria e i dettagli che accentuano il carattere aggressivo non mancano: grosse prese d’aria nella sezione anteriore, branchie laterali con il nome del modello, “air breather”, i caratteristici specchietti retrovisori esterni a piede sdoppiato, il tipico impianto di scarico a quattro vie e lo spoiler posteriore della BMW X6 M. Il design serve anche a migliorare dettagli tecnici: per esempio lo studio dell’aerodinamica consente non solo di convogliare l’aria armonicamente lungo la vettura, per ridurre la portanza, ma aiuta un corretto raffreddamento dei componenti, dal motore ai freni, anche in presenza di sollecitazioni particolarmente forti. Perfino i dettagli che sembrano “pennellate” di stile, come gli “air breather” alle spalle delle ruote anteriori, sono disegnati in modo da ridurre i vortici d’aria dietro i passaruote. Fanno parte dello spirito sportivo anche dettagli tecnologici come il “launch control”: il dispositivo, mutuato dal mondo delle corse, consente di scattare con il numero di giri di partenza ideale, per garantire il miglior sprint possibile. Per attivarlo, basta schiacciare il freno da fermi azionando nello stesso tempo anche il pedale dell’acceleratore. È una delle possibilità offerte dal sistema di trasmissione elettronica Steptronic, che prevede un cambio

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automatico a otto rapporti (nel precedente modello erano sei) che è azionabile anche attraverso i bilancieri collocati sul volante, tre regolazioni in base allo stile di guida che si intende tenere (consumi ottimizzati, marcia normale o assetto sportivo) e perfino il Low Speed Assistant, il regolatore di potenza in caso di guida lenta. L’abbondanza di dettagli e di controlli fa sì che tanta potenza non abbia significato un incremento dei consumi. Anzi, le nuove Bmw X5 M e X6 M sono meno esigenti dal punto di vista dell’utilizzo della benzina e meno impattanti sul fronte dell’inquinamento. Da 13,9 litri per 100 chilometri nel ciclo di prova Ue, si è passati a 11,1 litri, con un calo del 20% circa. Questo consente anche un aumento dell’autonomia, a serbatoio pieno, del 26% fissata a 765 chilometri. Nello stesso ciclo di prova risultano calate anche le emissioni di anidride carbonica, che nei nuovi modelli ammontano a 258 grammi al chilometro. Per scoprire il resto, a cominciare dalle raffinate finiture interne e dagli equipaggiamenti che portano l’auto ad essere sempre connessa e al passo con le tecnologie più recenti, basta varcare la soglia della concessionaria Biella Auto: l’autosalone di via per Candelo 6 è la vetrina in provincia per i modelli della casa bavarese e per la “consociata” Mini.


IDEE REGALO

La magia del Natale è da Della Rossa Il mondo della carta, dal 1965 di R.T., fotografie di Michele Rosetta

Arrivano le feste natalizie: da Della Rossa c’è tutto ciò che serve per decorare la casa o il negozio, l’albero di Natale o la tavola per i pranzi e per le cene. Nastri, sfere, carta da pacchi, scatole, tovaglie, centri tavola e addobbi per la casa e per le vetrine dei negozi: il Natale è alle porte e Della Rossa, a Biella, è il posto giusto per colorare le vostre feste.

Le sorelle Elisa e Sara Della Rossa hanno preso in mano nel 1997 l’attività, incentrata soprattutto sulla vendita all’ingrosso e al minuto di carta per uso alimentare, iniziata dal padre trent’anni prima. L’hanno, però, ampliata aggiungendo gli articoli regalo, i materiali in carta e in organza per gli allestimenti, anche quelli dei matrimoni, e le bomboniere. Il punto di forza di Della Rossa, in piazza Battiani 6, è saper consigliare quali materiali e colori abbinare per raggiungere il risultato sperato senza spendere troppo: si possono scegliere i «runner» (le tovaglie strette e lunghe), i piatti e i bicchieri di qualsiasi colore, persino gli articoli per servire aperitivi e finger food, un settore in cui le titolari sono specializzate. Con l’avvicinarsi del Natale si pensa ai regali, ma anche al loro packaging per il quale Della Rossa offre un servizio accurato, anche alle aziende: basta portare gli oggetti, le bottiglie di vino o i prodotti gastronomici che si vogliono regalare e tornare a riprenderli pronti in confezioni o scatole arricchite di nastri o di frutta essiccata. Per chi vuole impacchettare da sé i propri regali c’è l’imbarazzo della scelta: carte scintillanti o opache, morbide o cartonate, di riso o di bambù, sacchetti, nastri in carta e in stoffa, paglia per proteggere gli oggetti più delicati e sacchi in iuta, come quello di Babbo Natale. La gioia di donare e di ricevere un regalo sta soprattutto nel contenuto e nel pensiero, ma anche nella rifinitura del pacco perché l’occhio vuole la sua parte. Per addobbare l’albero di Natale, poi, ci sono palline di tanti colori, mentre per apparecchiare la tavola delle feste non mancano le candele, le pigne o altri accessori. Infine, per i vostri auguri, c’è una grande scelta di biglietti natalizi e per il nuovo anno originali agende e calendari 2015.

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MOTORI

Più grinta per la nuova Focus 12 milioni di esemplari venduti dal 1998 a oggi di R.T., fotografie archivio Ford Nuova Assauto

Ford è Focus, Focus è Ford. Questa definizione riassume al meglio l’importanza della Focus all’interno dell’”ovale blu” per presentare il nuovo modello al mercato. Focus è stato il primo prodotto globale di Ford. Venduta in 140 paesi ha raggiunto numeri impressionanti: dal 1998 a oggi solo in Italia 785 mila. Nel 2012 e nel 2013 è salita sul podio come auto più venduta al mondo, con più di un milione di unità l’anno. Oggi Focus si rinnova, migliorando in tutti gli aspetti. Le novità riguardano il nuovo design esterno, i nuovi interni e l’introduzione

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della nuova gamma motori Euro 6 Start & Stop. Le tecnologie disponibili, infine, rendono l’esperienza di guida ancora più appagante. Tra queste debutta in Europa il Sync2. Mentre il modello base è un sistema che permette di gestire via voce smartphone, lettori mp3, cellulari, leggere gli sms in arrivo, segnalare la posizione dell’auto al 112 in caso di incidente, nella nuova Ford il Sync2, oggi ha anche uno schermo touch da 8 pollici ad alta risoluzione e comandi vocali con riconoscimento del linguaggio naturale, in grado di gestire navigazione, intrattenimento e funzioni di bordo. Oltre all’impianto audio, permette di controllare anche altri dispositivi collegati via USB o Bluetooth. La nuova Focus disponde anche di Active City Stop (sistema di frenata automatica in città), che in caso di collisione è in grado di arrestare l’auto e di evitare gli impatti fino a 15km/h o ridurne in ogni caso l’entità. Non è tutto: che dire del Drive Assistant Pack che comprende l’avviso di mantenimento della corsia, controllo del livello di attenzione del conducente, riconoscimento dei segnali stradali e il monitoraggio dell’angolo cieco? L’ambito sicurezza e confort di guida viene inoltre ben espresso anche dai 18 tra radar, fotocamere, laser e sensori a ultrasuoni e una serie di funzionalità interessanti soprattutto per il parcheggio assistito. La nuova Ford Focus è disponibile per un test drive presso la Nuova Assauto Spa in via Cavour 75 Gaglianico-Biella. Telefono 015.2541311 oppure info@nuovaassauto.it.


IL PERSONAGGIO

Aliani Soderi, il fiorentino rossoblù

Il numero uno di Mapfre Assistance racconta come Biella lo ha conquistato di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti

Sportivo, tifoso di calcio (e tifoso viola), ora si è innamorato anche dell’Angelico: «Vivere nel Biellese significa per forza avvicinarsi alla pallacanestro».

Come si passa dalla Fiorentina alla pallacanestro? E come si passa da Rafa Nadal e dalla vela di altissimo livello all’Angelico Biella? Basta chiederlo a Gian Paolo Aliani Soderi, direttore generale di Mapfre Assistance in Italia, fiorentino di nascita (e di fede calcistica) e biellese di adozione, da quando la multinazionale delle assicurazioni, nel 2003, ha scelto Verrone come sua sede operativa nel nostro Paese. Da due anni il marchio, che già è legato allo sport internazionale con testimonial di assoluto prestigio, fa parte dei sostenitori del team rossoblù. E così un tifoso-doc di calcio e appassionato di sport a 360 gradi è diventato un habitué della palla a spicchi: «Vivere nel Biellese» racconta «significa per forza avvicinarsi alla pallacanestro, data la passione e il sostegno che i biellesi dimostrano alla squadra locale. È così che inizia un interesse particolare per uno sport al quale mi ero avvicinato in prima persona anni fa ma che poi gli impegni di lavoro non mi avevano permesso di coltivare». L’interesse è diventato passione vera, per “colpa” del contagio di entusiasmo che dalle parti del Biella Forum è un ingrediente fondamentale «Abbiamo iniziato a sponsorizzare Pallacanestro Biella dallo scorso anno» spiega Gian Paolo Aliani Soderi «e già vedere il nostro brand sui video e i led a bordo campo durante la

Gian Paolo Aliani Soderi con Fabio Corbani. Nella foto grande Luca Infante nell’area “pitturata” di rosso-Mapfre

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Alla presentazione di Mapfre Assistance come sponsor, Gian Paolo Aliani Soderi con Fabio Corbani, Massimo Angelico e Gianni D’Adamo

partita era stato motivo di orgoglio per me e per i nostri dipendenti. Poi ho meglio conosciuto la squadra e il coach, Massimo Angelico e Gianni D’Adamo e il team che lavora con loro. Solo così ho percepito lo spirito e mi sono sentito da subito legato all’anima della squadra». Mapfre Assistance, nome commerciale di Mapfre Asistencia, la compagnia assicurativa leader nel mondo da 25 anni, opera attualmente in 107 mercati in 5 continenti e ha presenza diretta in oltre 40 paesi tra i quali l’Italia. È la prima compagnia assicurativa nel mercato spagnolo, leader in America Latina e vanta oltre 36mila dipendenti nel mondo. Di questi, 200 fanno capo alla sede biellese: «Rappresentiamo, in un periodo di crisi economica ancora forte, una realtà in crescita. Ci siamo espansi in molti sensi. Oggi operiamo in cinque settori: automobilistico con polizze e garanzie specifiche per il mondo auto e moto lavorando con oltre 2mila concessionarie, assicurativo puro con clienti importanti come Cattolica e Vittoria, finanziario con prodotti assicurativi specifici veicolati attraverso gli istituti di credito (bancassicurazione), turistico con un’ampia gamma di polizze create per i clienti delle agenzie di viaggio ed infine, ma non meno importante, il settore delle utenze. Ma l’espansione è anche “fisica” con un investimento anche economico sul territorio, con l’acquisizione di ulteriori spazi negli uffici nella palazzina di vetro di Verrone sulla Trossi». Il legame con il territorio si è trasformato anche in legame con 17

Pallacanestro Biella, sul terreno comune di una mentalità condivisa: «I valori dello sport sono da sempre presi ad esempio anche per il mondo aziendale» dice Aliani Soderi: «spirito e gioco di squadra, rispetto delle regole, senso di appartenenza al team e una sana competizione sono elementi fondamentali per il successo di ogni squadra sia essa sportiva sia aziendale». E ormai il marchio Mapfre è sempre più “di casa” anche al Forum: «Quest’anno abbiamo voluto essere ancora più presenti con Pallacanestro Biella e lo abbiamo dimostrato con una sponsorizzazione più importante che vede il nostro brand anche sulle lunette del campo e sulla maglia dell’EuroChallenge. Purtroppo il mio frequente viaggiare non mi permette di essere presente al palazzetto tutte le volte che vorrei ma appena mi è possibile sono in tribuna sempre con numerosi dipendenti che sono grandi tifosi della squadra». Per sua fortuna, non si è perso una delle serate migliori: «Ho assistito alla partita contro Le Mans e sono rimasto incantato dalla evidente sapienza tattica del coach Corbani, senza dimenticare l’ottima preparazione atletica dei ragazzi che comunque arrivano da un momento difficile, tutti meritevoli e bravi». Spirito di squadra, appunto, tale da rendere difficile scegliere un giocatore preferito: «Alcuni sono fuoriclasse che sono sicuro daranno grandi soddisfazioni a noi come Mapfre, ma anche a me come appassionato tifoso». Solo tifoso? Aliani Soderi sorride: «Chissà, magari una sera scendo in campo anche io e faccio un canestro da 3 come Voskuil...».


LA CUCINA DELLE FESTE

Buon Natale con Il Faggio

Il menu del 25 dicembre proposto dal ristorante di Pollone di Francesca Fossati, fotografie di Fabrizio Lava

Si prepara a festeggiare il 25° anniversario il ristorante Il Faggio di Pollone, gestito dal maître Gigi Zanone che sa guidare i clienti nella scelta dei piatti e dei vini della fornita cantina del ristorante. In società con l’amico e chef Alberto Gatti, Zanone gestisce anche il ristorante del Golf Club Biella di Magnano e il castello-albergo La Rocchetta a Sandigliano. Gatti e Zanone negli anni si sono specializzati anche nel servizio di catering per eventi, convegni e matrimoni. Su questo numero di Timeout Il Faggio svela il menu che proporrà al pranzo di Natale. www.ristoranteilfaggio.it (telefono: 015 61252)

Ovetto in camicia cotto a bassa temperatura, carciofi e fonduta di maccagno. L’uovo in camicia come non l’avete mai visto: non bollito con acqua e aceto, ma cotto lentamente in forno per ottenere un gusto più delicato. Lo chef de Il Faggio lo abbina ai carciofi e ad una tradizionale fonduta con il maccagno, formaggio tipico locale.

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Bianco di faraona, torchon di foie grais e scalogno caramellato Dalle cascine biellesi, un gustoso petto di faraona cotto lentamente a bassa temperatura e abbinato al foie gras preparato al torchon (lo strofinaccio con cui viene avvolto), ovvero cotto a bassa temperatura e marinato, con un insolito contorno: lo scalogno caramellato.

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Filetto di pesce spatola alle nocciole Piemonte, ricotta della Valle Elvo leggermente affumicata, salsa di cime di rapa. Un pesce azzurro pescato nel Mar Mediterraneo, con una buona carnosità e una forma allungata tanto da essere ideale per un rollè ripieno di nocciole e di una ricotta affumicata a freddo nell’esclusivo affumicatoio fatto realizzare «su misura» dal ristorante Il Faggio, dove il fumo è creato con segatura di faggio o di ciliegio, a seconda dei sentori che si vogliono ottenere.


Raviolini di coda di bue stufata su crema di topinambour e tartufo nero Piccoli e piacevolmente saporiti grazie al ripieno di coda di bue, uno dei tagli del bollito piemontese, i ravioli sono fatti con la pasta fresca e pizzicati per dare la caratteristica forma. Piacevole il contrasto tra la carne stufata e la dolcezza del topinambur. Il tutto arricchito dal tartufo.

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Cremino di cioccolato macaé e pistacchi con gelée di litchi e salsa di cachi e lime Dopo il sorbetto alla melacotogna, ecco il morbido e cremoso, il cremino con il 65% di burro di cacao brasiliano è accompagnato da una gelée di litchi, i piccoli frutti rossi che ricordano il gusto dell’uva e della rosa, e da una fresca salsa di cachi e lime.

Cappone disossato, farcito di castagne e frutta secca, purè di sedano rapa e cipolline fondenti Un classico del menu di Natale: il cappone disossato e riempito di castagne e di frutta secca è un caposaldo del menu delle feste. In questo caso è accostato a un purè di sedano rapa, dal sapore fresco e delicato. 21


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PATTINARE all’ombra del Battistero Il “Natale nel cuore di Biella” voluto da Comune, Atl e commercianti avrà nella zona di piazza Duomo e del Battistero uno dei suoi punti di attrazione. Qui ci saranno un mini-luna park per bambini e, soprattutto, la pista di pattinaggio su ghiaccio, aperta da sabato 6 ogni giorno fino all’Epifania. Si tratta di una delle iniziative di un ricco cartellone (vedi pagina 38) fatto apposta per rendere più attraente il centro storico. E saranno coinvolte anche Riva e Piazzo.

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MOTORI

Quando la Mini è diventata Cooper? Lo “stilista” sportivo e la sua tradizione che prosegue di R.T., fotografie archivio Mini Italia

Al Motor Show di Essen, in Germania, le ultime tendenze del “tuning” firmato Mini Cooper. Lo stile sportivo inglese comprende tutto, anche i seggiolini per i bimbi. Dire Cooper dopo la parola Mini è ormai un’abitudine che non ci stupisce più. Ma chi era il signor Cooper che ha abbinato il suo cognome a una delle auto di culto che, con la sua personalità, ha affascinato generazioni di donne e uomini al volante? John Cooper era un meccanico che aveva militato nell’aviazione britannica nella Seconda Guerra Mondiale e che, a conflitto terminato, coltivò nell’officina del Surrey che già gestiva il padre, la sua grande passione: la preparazione delle auto da corsa. Fu l’inizio di una carriera che portò le vetture con il suo nome in Formula 1 e alla 500 Miglia di Indianapolis. Di più: si deve a lui la decisione che rivoluzionò il mondo delle gare, quella di spostare il motore nella parte posteriore dell’auto. Erano gli anni Cinquanta e, come dice la leggenda, quella scelta fu quasi obbligata: dovevano far “quadrare” il propulsore di una motocicletta, con tanto di catena di trasmissione, dentro una “quattro ruote”... Ovviamente appartiene all’estro di John Cooper anche la prima versione sportiva dell’utilitaria nata alla fine degli anni Cinquanta perché, in piena crisi di Suez, il mercato britannico aveva bisogno di un’auto piccola che riducesse i consumi. La Mini Cooper diven-

tò così la preferita dai piloti di rally della sua epoca, oltre che un’auto di culto di quella che, a fine 2000, è stata eletta l’auto del secolo. Michael, il figlio di John Cooper ha proseguito il lavoro del padre, ma diventando dal 2000, anno della fondazione della “John Cooper Works”, un esclusivista per il gruppo Bmw e Mini. Nel frattempo la casa tedesca ha rilevato l’azienda ma lo stile unico, di classe ma aggressivo, dei “tuning” firmati Cooper continua a fare bella mostra di sé sulle strade di tutto il mondo. Le ultime novità vengono presentate proprio in questi giorni in Germania, all’Essen Motor Show, considerata la fiera punto di riferimento internazionale per il mondo del “tuning”, ovvero per il modo di “vestire” le auto con stile da competizione. John Cooper Works ha studiato per l’occasione due look per altrettante Mini 3 porte. Il primo si basa su dettagli che richiamano la Union Jack, la bandiera britannica, e ha nel bianco, nel rosso e nel blu i suoi colori base. Tuning vuol dire anche accentuare il comportamento sportivo del motore e, in questo caso, è stato installato anche un flap controllabile per il silenziatore dello scarico. In questo modo l’accentuato temperamento della nuova Mini Cooper S diventa evidente anche acusticamente. La versione Vivid Green invece ha il verde e il nero come colori base e comprende una grafica sul tetto e strisce laterali, cornici degli indicatori di svolta e gusci degli specchietti esterni. All’interno, l’aspetto d’insieme è armonico e viene completato da soglie delle portiere illuminate, dal guscio dello specchietto interno, dai tappetini in tessuto, dagli elementi parasole per i finestrini laterali posteriori e per il lunotto e da una copertura protettiva universale nello stesso stile. Non basta? Perfino i seggiolini per i bambini si adattano allo stile. A Biella e provincia Mini è un’esclusiva di Biella Auto, in via per Candelo 6. Qui si potrà curiosare sugli allestimenti più spinti griffati Cooper ma anche cercare un modello più adatto alla vita di famiglia, come la Mini 5 Porte.

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VISTA E SALUTE

Berretto, guanti, sciarpa e... occhiali

I raggi ultravioletti sono molto più pericolosi in inverno che durante l’estate di Stefania Zorio, fotografie archivio Ottica Longhi

Dal punto di vista tecnico, la luce solare è composta da un insieme di onde elettromagnetiche: luce visibile, raggi ultravioletti e infrarossi. E, anche se non si vedono, sia i raggi ultravioletti che gli infrarossi interagiscono con i nostri occhi e possono anche causare problemi seri all’intero apparato visivo. E se in estate, la vegetazione rigogliosa riflette solo il 6 per cento della luce, la neve ne riflette quasi il 95 per cento. Motivo per cui è bene affidarsi a un professionista qualificato per scegliere gli occhiali che garantiscano una protezione ottimale.

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Le alterazioni dell’atmosfera terrestre (tra cui il famoso buco dell’ozono), hanno posto in primo piano la necessità di proteggersi maggiormente dalla radiazioni non più filtrate in modo completo. Per essere sicuri che l’occhiale da sole, sia in estate che in inverno garantisca una protezione adeguata, occorre affidarsi a chi è professionalmente qualificato. E qui entra in gioco la figura dell’ottico optometrista: che oltre a essere un esperto delle soluzioni ottiche, si occupa anche di protezione degli occhi e di benessere visivo. E l’Ottica Longhi, da ben tre generazioni propone una vera e propria educazione all’occhiale da sole. Solo quelli con lenti di alta qualità possono proteggere efficacemente l’occhio da possibili infiammazioni o da patologie ben più gravi causate dagli elevati livelli di energia contenuti negli UV della luce solare che possono determinare danni alla retina. Se scelti affidandosi a un esperto, possono quindi aiutare a vivere meglio, garantendo allo stesso tempo il necessario benessere visivo che preserva appunto da futuri disturbi e patologie. Senza, però, sacrificare la moda. L’Ottica Longhi nel suo negozio propone moltissimi modelli adatti a tutte le occasioni e anche a tutte le età: dalla linea più elegante a quella più sportiva come le maschere da sci. In quest’ultimo caso, se si indossano occhiali, è possibile disporre di maschere personalizzate, in linea con la prescrizione dell’ottico, o acquistare delle maschere dedicate per poter essere indossate sopra ai propri occhiali. Da domenica 7 dicembre fino a Natale il negozio di via San Filippo sarà aperto tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19.


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RUBRICA a cura di Luca Rosia

Uno contro uno

O C I V E D ò l o Nicc

È nato a Monza, come dice l’anagrafe, ma è a Biella da così tanto tempo (venne tesserato appena quindicenne) da poterlo considerare un po’ più che un semplice prodotto del vivaio: Niccolò De Vico ha seguito tutta la trafila del settore giovanile, imparando a giocare in tutti i ruoli, da quello di play/guardia a quello di “finto numero 5”, sfruttando i suoi centimetri. Tutto bagaglio, acquisito sotto la sapiente guida di Federico Danna, che torna utile oggi, in una stagione in cui sta guadagnando minuti e responsabilità. Non è un caso se Fabio Corbani e Pino Sacripanti lo hanno scelto per la Nazionale Under 20 della scorsa estate. Nome Niccolò Cognome De Vico Soprannome Nik, Nico Segno zodiacale Cancro Leggi l’oroscopo? No Sposato o fidanzato? Fidanzato Due aggettivi per descriverti Generoso e simpatico Due tuoi difetti che vorresti correggere La permalosità è il primo. Poi a volte sono lunatico... Film preferito? L’ultimo Samurai Che cosa guardi alla tv? Serie tv e talent show... X Factor Libro preferito? Educazione siberiana Attore preferito? Beyoncé

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Che cosa c’è sul tuo iPod? Un po’ di tutto... Non manca il reggae Facebook o Twitter? Facebook Piatto preferito da mangiare? La carbonata Piatto preferito da cucinare? L’insalata Squadra preferita da bambino? Los Angeles Lakers Campione preferito da bambino? Kobe Bryant Personaggio dei cartoni animati preferito? Dragon Ball Squadra Nba per cui fai il tifo? Los Angeles Lakers Il giocatore a cui vorresti somigliare? Gianluca Basile Il personaggio storico a cui ti piacerebbe somigliare? Alessandro Magno Passatempo preferito fuori dal parquet? Stare insieme ai miei amici e alla mia fidanzata Se non fossi stato un giocatore di pallacanestro che cosa saresti diventato? Un cardiochirurgo La partita che non dimentichi La vittoria della Coppa Italia dello scorso marzo La partita che vorresti dimenticare La semifinale alle Finali Nazionali Under 19 Una cosa di Biella che ti piace La serietà della Società Una cosa di Biella che non ti piace Il tempo... Piove sempre!


LA STORIA

“Flabo, ti ricordi quando...” Metti una sera alla cena della vecchia Libertas di Giampiero Canneddu

Ogni mese, nello stesso ristorante, giocatori e personaggi della squadra degli anni Sessanta si ritrovano. E lasciano che i ricordi e gli aneddoti scorrano in libertà. A un certo punto le mani di Vitale Calvino, quasi ottant’anni, cominciano a spostare stoviglie: due bicchierini da liquore, il contenitore del sale, quello degli stuzzicadenti e un calice da vino rosso. Un quintetto base, con il tappo del ratafià a fare da palla. «Allora Flabo, tu eri qui...» dice indicando il calice, la stoviglia più alta delle cinque, naturalmente, e ammiccando a Ottorino Flaborea, quasi 75 anni. La tovaglia del ristorante Roma, nell’angolo di locale all’ombra

della copia dell’atto costitutivo della Polisportiva Libertas Biella, ormai è diventata il parquet della Rivetti. «Dunque, io ero qui con la palla» dice Calvino, spostando appena un bicchierino «e tu venivi in mezzo all’area così te la passavo». E il calice si muove verso il centro della tavola, sotto un canestro immaginario. «Sì, ma chi ti faceva velo»? Flabo non risponde, guardando i bicchierini e immaginandosi una a caso di quelle mille volte in cui quell’azione ha portato a un canestro: quella era l’azione disegnata per lui, nella vecchia Libertas, quella che doveva smarcare il suo “uncino”, il tiro in gancio che lo ha fatto alzare tre coppe dei campioni e partecipare a tre Olimpiadi. Tutt’intorno a Calvino e Flaborea c’è una famiglia, quella della prima squadra di pallacanestro che ha portato la città in serie A, la Libertas degli anni Sessanta e Settanta. Il padre di famiglia, in teoria, è Alberto Cerruti, che del club è stato il presidente. Nella realtà sono tutti fratelli, da lui che organizza la cena mensile con i giocatori di allora, a loro che non mancherebbero per nulla al mondo, tenendo viva la tradizione e l’amicizia. Di norma il giorno del ritrovo è di lunedì. «Ma a dicembre lo facciamo di sabato, così vengono anche Caglieris e Lucarelli» sentenzia qualcuno, attorno alla tavola a ferro di cavallo. Tra quelli seduti c’è Sergio Zini, il decano, che arrivò da Cremona alla fine degli anni Cinquanta. «All’epoca» dice Armando Cartiglia, giocatore fino alle giovanili e poi dirigente accompagnatore, «nessuno faceva il terzo tempo. Arrivò lui e lo insegnò a tutti». Un pioniere, come Minessi con le schiacciate a metà anni Novanta. E dire che da ragazzo preferiva il calcio: «La mia scuola era vicina a un’altra, il cui insegnante era allenatore di pallacanestro. Vide che ero alto e venne a parlarmi, facendo di tutto per convincermi a

Sergio Zini scambia ricordi con Armando Cartiglia. Nella foto piccola il “quintetto base” ridisegnato con le stoviglie. Il calice alto è Flaborea

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Il gruppo della vecchia Libertas al raduno di novembre al ristorante Roma di via La Marmora

giocare». Fu una fortuna. «Ma quando scelsi Biella, che all’epoca era ancora in serie C, persi la Nazionale. Mi dissero che non potevano seguirmi nelle categorie minori». Zini a Biella ha messo radici, così come Gianni Gava, in campo nel 1960, la prima stagione di serie A, e non solo. Lui fa parte del gruppo ristretto che, ogni estate, attraversa l’Adriatico per passare un paio di settimane nella casa in Grecia di Ottorino Flaborea. Tra gli altri c’è chi a Biella è nato, come Ezio Dionisi e Gigi Marino, veri trait d’union tra la Libertas (nelle cui giovanili hanno cominciato a giocare), gli anni Settanta-Ottanta di Bbc e Caimani e l’attuale Pallacanestro Biella, che li annovera ancora nello staff dei dirigenti. Tempi diversi, dagli allenamenti quotidiani di adesso a quelli due volte la settimana di allora («All’epoca sceglievamo le squadre chiedendo: ma c’è anche un lavoro? Eravamo davvero dilettanti» svela Zini), dalle radiocronache con aggiornamenti via web alle telefonate fino a notte dalla palestra al bar Moderno per sapere in anticipo i risultati fuori casa, dalle trasferte di EuroChallenge a quelle in treno. Anche se la Libertas viaggiò eccome all’estero: per esempio l’arrivo di Pizzichemi, che era nato in Egitto da genitori emigrati lì, aprì un canale con Il Cairo. E la Libertas fu la

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squadra italiana invitata a giocare laggiù. Persero contro una squadra locale, in un campo all’aperto, sotto un caldo umido e – svelano i testimoni – dopo un prepartita passato a far bisboccia più che a concentrarsi. E la comunità italiana in Egitto si offese a morte. L’altro trait d’union tra passato e presente sono i “libri” di Armando Cartiglia, due raccoglitori che contengono storia e statistiche dei campionati fino ai giorni nostri e che corrono di mano in mano, sfiorando bicchieri di ratafià e piatti di tiramisù quando, verso la fine della cena, è il momento dei ricordi. Quando c’è un aneddoto che ha bisogno di un supporto storico, lì c’è la risposta: negli spareggi del ‘59 per salire in serie A, per esempio, si giocò prima contro Torino o contro Padova? La risposta esatta era: Riv Torino prima, Petrarca Padova dopo. Salì Padova, per differenza canestri. E per colpa di un tiro all’ultimo secondo di un torinese, con la palla che s’incastra tra ferro e tabellone e poi, lenta lenta, rotola dentro il cesto. Sconfitta di un punto e arrivederci promozione. Arrivederci e basta, perché la promozione arrivò sempre agli spareggi nella primavera successiva. Quando Calvino passava ancora la palla a Flaborea: «Sì Flabo, ma chi ti faceva velo?».


FITNESS

Attività motoria, come un farmaco Muoversi aiuta a stare bene. E non ha effetti collaterali a cura di Andrea Nascimben (Chinesiologo/master in Posturologia specializzando in Osteopatia), fotografie d’archivio La ricerca scientifica negli ultimi decenni ha raccolto una grande quantità di dati in base ai quali si può affermare in modo definitivo che l’attività fisica regolare e di intensità adeguata è un fattore di cruciale importanza per il mantenimento di un buono stato di salute e per la prevenzione di numerose malattie, in particolare quelle di natura cardiovascolare e metabolica quali la cardiopatia ischemica, l’ipertensione, il diabete, l’obesità, l’osteoporosi, la depressione ed alcune forme tumorali, portando ad ottenere tra i benefici una sostanziale riduzione del tasso di mortalità.

Lo svolgere un’attività fisica con regolarità ed intensità correlata alle proprie possibilità e condizioni di salute è quindi consigliabile a tutti, ma in particolare ai soggetti sedentari, tenendo conto che la tendenza alla sedentarietà comincia a manifestarsi fin dall’adolescenza per raggiungere il suo massimo nella terza età. I benefici di una regolare attività fisica interessano sia direttamente il singolo individuo sia indirettamente la collettività. La sedentarietà ha infatti una notevole importanza nella diminuzione dell’autonomia delle persone e nell’insorgenza e/o aggravamento di numerose patologie croniche con conseguente ricaduta sui costi per l’assistenza sia sociale che sanitaria. Tra gli effetti positivi dell’attività fisica è possibile annoverare, tra gli altri, i sostanziali e duraturi miglioramenti della funzione cardiaca; la regolarizzazione e stabilizzazione dei valori della pressione arteriosa; la regolarizzazione del metabolismo lipidico e glucidico; la normalizzazione del rapporto tra massa muscolare e massa adiposa; il miglioramento del tono muscolare e della

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capacità di equilibrio; gli importanti effetti benefici a livello psicologico, con miglioramento in particolare dell’umore e dell’autostima, grazie ad un importante effetto endocrino e immunologico. Inoltre contribuisce in modo rilevante all’integrazione sociale e alla socializzazione Esiste una distinzione tra attività fisica, esercizio fisico e sport. Il termine attività fisica comprende tutti i movimenti del corpo che comportano un dispendio energetico, incluse le attività quotidiane, le faccende domestiche, la spesa, il lavoro, fare le scale, eccetera. L’esercizio fisico invece prevede movimenti ripetitivi, programmati e strutturati specificamente destinati al miglioramento della forma fisica e della salute; può comprendere attività come camminare a ritmo sostenuto, andare in bicicletta, fare ginnastica aerobica. Lo sport comporta situazioni competitive, strutturate e sottoposte a regole. È ancora, in buona parte, un sogno (fatta salva la riabilitazione cardiovascolare che in buona sostanza si sviluppa attraverso attività motoria controllata anche all’interno dei presidi sanitari ufficiali o strutture ospedaliere) quella di vedere introdotta quale pratica clinica l’attività motoria organizzata, pianificata e somministrata regolarmente da personale qualificato, insomma arrivare a prescrivere l’attività motoria alla stregua di un efficacissimo farmaco (ma senza effetti collaterali). Nei prossimi mesi entreremo un po’ più nel dettaglio, citando studi scientifici e riferimenti presenti in letteratura, sempre in modo semplice e di facile comprensione, poiché il nostro obiettivo è utilizzare ogni canale affinché il grande pubblico comprenda l’efficacia e la necessità di fare attività motoria. Al prossimo numero.

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IN CAMPO

Un dicembre senza respiro Ancora doppi impegni, con A2 e EuroChallenge di Giampiero Canneddu, fotografia di Stefano Ceretti

EuroChallenge gruppo G, 4ª giornata, mercoledì 3 dicembre

13ª giornata, domenica 21 dicembre

Biella Forum, ore 18.30 La data: 4 novembre 2014 Catturando un rimbalzo offensivo dopo una tripla sbagliata di Raymond e convertendolo a canestro, Tommaso Laquintana realizza i primi punti nella storia di Biella in EuroChallenge. Anche in Eurocup il primo canestro fu italiano: lo segnò Massimo Chessa dalla lunetta nella partita contro il Cez Nymburk al Forum.

Palasport Serranò, Barcellona Pozzo di Gotto, ore 18.00

Bonprix Biella - Ktp Kotka

Sigma Barcellona - Angelico Biella Gli ex

11ª giornata, domenica 7 dicembre

Luca Garri (a Biella nel 2005/2006 e dal 2008 al 2010) La data: 21 dicembre 2008 In Angelico Biella-Benetton Treviso 96-87 Luca Garri fa il suo best in career in serie A, segnando 23 punti. L’altro record realizzato dal centro astigiano (ma biellese di adozione e per matrimonio) in maglia rossoblù è quello dei tiri da tre realizzati: 5, nella sfida alla Climamio Bologna del 30 dicembre 2005.

PalaFerraris, ore 18.00

14ª giornata, domenica 21 dicembre

Novipiù Casale - Angelico Biella Gli ex

Simone Berti (a Casale nel 2011/2012) La data: 5 febbraio 2012 Marco Crespi, dopo sei anni da allenatore e direttore tecnico della Junior Casale, rassegna le dimissioni quando la squadra è in piena zona retrocessione nella sua prima stagione in serie A. Il presidente Cerutti accetta il passo indietro del tecnico ex rossoblù. «Il suo gesto è un atto d’amore». La squadra retrocederà comunque.

EuroChallenge gruppo G, 5ª giornata, martedì 9 dicembre Port of Antwerp Giants - Bonprix Biella

Lotto Arena, Anversa, ore 20.30 La data: 12 novembre 2014 Segnando 30 punti nella gara di andata contro la squadra belga, Alan Voskuil diventa il miglior marcatore individuale in una singola partita in una coppa europea, spazzando via il record che aveva appena stabilito (22 punti insieme a Raymond, la settimana prima nella trasferta a Kotka).

12ª giornata, domenica 14 dicembre

Angelico Biella - Lighthouse Trapani Biella Forum, ore 18.00

Gli ex

Andrea Renzi (a Biella nel 2012/2013) La data: 5 luglio 2014 «Guido Meini non ci dà garanzie da quintetto» dice Paolo Moretti, allenatore di Pistoia in un’intervista. Per Meini, pistoiese di Pescia, protagonista della promozione in A e dei playoff centrati al primo colpo, è il segno che dovrà cambiare maglia. Tornato in A2, ha oltre 25 minuti e oltre 5 punti a partita con Trapani.

EuroChallenge gruppo G, 6ª giornata, martedì 16 dicembre Le Mans Sarthe - Bonprix Biella

Antares Arena, Le Mans, ore 20.30 La data: 19 novembre 2014 Nessun giocatore era mai andato in doppia cifra con i rimbalzi in una partita di coppa prima dei 14 catturati da Luca Infante nella gara di andata contro i francesi. Il precedente record era detenuto in coabitazione da Pervis Pasco (tre volte a quota 9 nell’Eurocup 2009-2010) e Big Ben Raymond, anche lui a quota 9 a Kotka. 37

Angelico Biella - Givova Napoli Biella Forum, ore 18.00

Gli ex

Matteo Malaventura (a Biella dal 2000 al 2002) Gabriele Ganeto (a Biella dal 2003 al 2007) Valerio Spinelli (a Biella dal 2007 al 2009) La data: 31 maggio 2009 Con sette punti segnati sui 16 di Biella nell’intera frazione Valerio Spinelli domina il supplementare e conduce l’Angelico Biella alla vittoria 82-81 in gara-2 di semifinale scudetto sull’Armani Milano. Quel giorno il play scese in campo con la febbre.


L’INIZIATIVA

Un Natale pieno di idee

È ricco il cartellone di iniziative in città e in provincia di Francesca Fossati, fotografie d’archivio

Dal “Natale nel cuore di Biella” che animerà il centro cittadino, ai mercatini e alle iniziative nei borghi della provincia, ecco gli appuntamenti da qui al 25 dicembre. Non lasciar passare un weekend, nel mese scarso che precede il Natale, senza un’attrazione, uno spettacolo, un’iniziativa, un divertimento in più: è questo il senso delle numerose iniziative organizzate in città e in provincia. L’atmosfera natalizia scalda le piazze, le vie e i borghi biellesi e, quest’anno, anche il centro storico del capoluogo, nel quale il calendario di iniziative proposto dal Comune in collaborazione con l’Atl e le associazioni di categoria Ascom, Cna, Confartigianato, Confesercenti e Oadi, ha anche un nome: “Natale nel cuore di Biella”. L’isola pedonale sarà il teatro di buona parte delle iniziative e il primo weekend del mese aprirà la parte clou del cartellone di appuntamenti: domenica 7 si danzerà in piazza Santa Marta con i ballerini della Broadway Dance School, mentre in piazza Vittorio Veneto esordirà il mercato festivo che occuperà la zona accanto ai giardini Zumaglini per tre domeniche consecutive. Lunedì 8 il “battesimo della

sella” prevede il giro in pony aperto anche agli assoluti principianti, con base in piazza Santa Marta, da cui partiranno anche le escursioni in carrozza. L’iniziativa si ripeterà domenica 14, giorno in cui si animerà anche il Piazzo grazie a “Sapori & Saperi”, mostra mercato dell’artigianato e dell’enogastronomia biellese di qualità, ospitata da piazza Cisterna. Alle 11,30, in piazza, sfilerà e canterà il coro di Santa Lucia di Enköping, atteso anche a Ronco. Sabato 13 invece un mercatino del gusto sarà in Riva, in piazza San Giovanni Bosco. Domenica 21 sarà la festa della musica, con il jazz in via Duomo e in piazza Santa Marta e il folk piemontese degli Eva Cèra. Per seguire passo passo il cartellone degli eventi in programma basterà mettere “mi piace” alla pagina Facebook “Nel cuore di Biella”. E fuori città? A Sordevolo il Mercatino degli angeli proseguirà il 7, l’8 e il 14 dicembre (dalle 10 alle 18) con decine di espositori tra le vie del paese addobbate a festa. A Candelo, invece, il 7 e l’8 dicembre sarà ancora aperto «Il borgo di Babbo Natale» lungo le rue del ricetto. A metà dicembre, in occasione della festa di Santa Lucia saranno inaugurati due dei presepi tradizionali del Biellese. Nel centro del paese di Valle Mosso dal 13 dicembre al 6 gennaio ci sarà il presepe gigante di Marchetto che riporterà alla luce antichi mestieri artigiani con le sue figure a grandezza naturale, aperto tutti i giorni dalle 10 alle 22. Il 14 dicembre, invece, nella frazione San Carlo di Ronco sarà inaugurato «’L Natal dij piaté», una sorta di presepe dove attraverso i personaggi, a grandezza naturale, si raccontano i lavori di un tempo, in primis quello del «piaté», colui che fabbricava le tipiche stoviglie di Ronco. Dal punto di vista enogastronomico, tra le tante iniziative, il 7 dicembre alla Fabbrica della Ruota di Pray ci sarà la mostra mercato intitolata: «Per Natale, artigiani e sapori in fabbrica», mentre l’Enoteca della Serra organizza «Natale al Castello di Roppolo» con degustazioni di Ratafià alle ciliegie e di grappe locali (dal 6 all’8 dicembre), di birre artigianali (il 14 dicembre) e di Erbaluce di Caluso spumante Docg (il 21 dicembre).

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CERRIONE (BI) Via Europa 2 Tel. 015/849 39 50 www.eurotrendbiella.it


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