N. 15 - FEBBRAIO 2015
l u s i l o c I mus o t a n o i p cam Alfredo Botto Poala, lana e basket Leave your S e Sensa Cunisiun: per lasciare il segno
DA BIELLA AUTO La Mini “vestita” da C.P. Company
Una squadra grande una città 2015
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Proprietario della testata: Pallacanestro Biella Ssdarl Via XX Settembre, 10 - 13900 Biella Tel. +39 015 88.53.500 - info@pallacanestrobiella.it
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Direttore responsabile: Giampiero Canneddu
Fotoeditor: Fabrizio Lava - fabrizio.lava@e20progetti.it
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In copertina: B.J. Raymond in azione, fotografia di Stefano Ceretti fotografo Ufficiale Pallacanestro Biella
Hanno collaborato alla realizzazione del N°15 febbraio 2015: Giampiero Canneddu, Francesca Fossati, Stefania Zorio, Niccolò Bosio, Luca Rosia Silvia Marchionatti, Rosalina Bocchio e Luca De Gasperin Tutti i punti di distribuzione su: http://www.pallacanestrobiella.it/news/ecco-ipunti-di-distribuzione-del-timeout
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IL VOLTO NUOVO
Benvenuto Marco Sambugaro
La storia del nuovo gm, il primo (con Corbani) a scegliere Voskuil di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti
Capelli chiari, specialista nel tiro da tre, vincitore di due scudetti da giocatore, ha già fatto squadra con l’attuale coach a Piacenza nel 2011/2012 in LegaDue e l’anno successivo nella società che si occupava solo di giovanile. “La bomba che brucia la retina, segna per noi Marco Sambugaro”: la musica era quella, cara alle orecchie allenate al pop anni Ottanta, di “Moonlight shadow” di Mike Oldfield. Le parole, dicono i filologi da curva, le crearono i fans di Montecatini, dove il biondo dalla mano torrida ha lasciato il segno e tanti amici giocando – tra gli altri – insieme a un idolo di quella città toscana e, per una stagione, anche di Biella: Andrea Niccolai. Marco Sambugaro, La stretta di mano tra il presidente Massimo Angelico e Marco Sambugaro
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quinto general manager in ventuno anni di storia di Pallacanestro Biella, è stato innanzitutto un grande giocatore. Ha vinto due scudetti (Milano, la squadra in cui è sbocciato dopo i primi passi a Treviglio, nel 1996 e Siena nel 2004), una Coppa Italia (sempre Milano nel 1996) e una Coppa Korac, al suo primo anno da senior, a Milano nel 1992-1993. Nato nel 1971 in Germania, il paese d’origine della madre, ha esordito in Nazionale il 18 maggio 1997 contro la Spagna, ad Alicante. Vinsero gli iberici 84-67, lui mise nel cesto un punto solo e coach Ettore Messina dovette rinunciare a lui nelle fasi calde della partita per colpa dei falli. Nello stesso anno vinse l’argento con gli azzurri ai Giochi del Mediterraneo. E nel 2001 ebbe la gioia di giocare un Italia-Germania davanti al pubblico più amico di tutti, quello di Montecatini.
Il “rifugio” di Sambugaro nelle due prime uscite ufficiose a Biella è stato il tunnel degli spogliatoi
Massimo Angelico e Fabio Corbani: sorrisi post-vittoria
La sua specialità in campo era il tiro da tre, come da coro dei tifosi. E come da statistiche in carriera. Ne basti una, tra le molte: nella sua unica esperienza all’estero, nella stagione 2003-2004 a Girona, in Spagna, ha chiuso il campionato con 11 tiri da due e 58 da tre. E di questi, 29 sono entrati nel cesto, per un 50% secco di media di realizzazione. Biondo, tiratore da tre, con il doppio passaporto: ricorda qualcuno? Ma certo, Alan Voskuil. E non è l’unica coincidenza tra i due. Marco Sambugaro ha mosso i suoi ultimi passi da giocatore a Piacenza, stagione 2009-2010. L’estate successiva è diventato general manager. E quella ancora dopo, dopo la conquista della LegaDue con il ripescaggio, la sua strada si è
incrociata con quella di Fabio Corbani. E che cosa chiede il coach ai suoi general manager? Di firmare Voskuil: «Con Pino Sacripanti mentre eravamo a Bilbao per gli Europei Under 20 parlavamo spesso di lui» aveva svelato in un’intervista dell’epoca l’allenatore. «E ci aveva fatto un’ottima impressione. Ho voluto portarlo a Piacenza e sono felice della scelta perché il ragazzo si sta dimostrando sia un vero professionista in campo che un’ottima compagnia al di fuori di esso». L’altro americano di quella stagione, chiusa con la qualificazione ai playoff, era Dwayne Anderson, ora ritiratosi, nonostante non ancora trentenne, per diventare viceallenatore di Penn State, nel campionato di college americano. 6
L’esultanza di giocatori e panchina dopo il successo su Trieste
Nell’estate 2012 Piacenza annuncia l’addio all’attività senior. E che cosa fanno Sambugaro e Corbani? Nulla: restano lì e continuano a lavorare con il settore giovanile. E mentre il coach accetta, un’estate dopo, l’offerta di Biella, Sambugaro diventa presidente della Piacenza Basket School, rimasta in piedi nonostante il ridimensionamento della squadra senior e nonostante l’arrivo di un’altra squadra senior, ora nelle posizioni di retrovia della classifica di A2 Silver. Rivederli insieme è la garanzia di un pensiero comune: prima i giovani, e meglio se stanno in campo e non in panchina a guardare. Il credo di Biella da un anno e mezzo a questa parte. Altre curiosità? La sua prima volta contro i rossoblù da avversario è
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stata nel 2001/2002, prima annata della Lauretana nel campionato che conta. Alla terzultima di andata, il 30 dicembre 2001, parte in quintetto con la Mabo Livorno che batte di un punto in casa la Ramagli-band di Soragna, Belcher, Malik Dixon e Andrea Niccolai. Nella squadra toscana, Luca Banchi (ora scudettato a Milano) è allenatore e Luca Garri, Simone Cotani e Walter Santarossa contribuiscono al successo. Livorno vince anche al ritorno al PalaScatola. Sommate alle sfide contro Biella degli anni successivi, Sambugaro ha un record di quattro vinte e due perse contro i rossoblù. Curiosamente nelle sconfitte non ha messo a segno nemmeno un punto. Quando è andato a canestro, ha sempre vinto.
IL CAMPIONATO
Che cosa cambia senza Forlì In Gold rischia solo l’ultima della nuova classifica di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti
Con una squadra in meno cambia la formula delle retrocessioni. Tutto invariato invece per i playoff, aperti alle prime otto di Gold e alle prime quattro di Silver, con solo una promozione. E adesso? È la domanda che si sono posti in molti, specie i tifosi delle squadre che hanno la parte bassa della classifica troppo vicina, da quando la Fulgor Libertas Forlì ha annunciato la sua rinuncia al campionato. Con una squadra in meno il campionato di A2 si è dovuto adattare: il primo provvedimento ha interessa-
Andrea Danna in palleggio
to la classifica. Annullate, come da regolamento, tutte le partite disputate da Forlì fino a dicembre, alcune squadre si sono trovate di punto in bianco con due punti in meno. Buon per Biella, che in Romagna aveva perso, quando la squadra era ancora al completo, in una delle poche occasioni in cui il team di Carraretto e Becirovic aveva messo in campo il talento del suo roster da zona playoff. In pratica i rossoblù hanno guadagnato “a tavolino” due punti su una buona parte delle loro avversarie. Per chi ha buona memoria, avvenne qualcosa di simile in A, nell’anno della migrazione di Rieti a Napoli, durata metà stagione, con lo spettacolo poco edificante di alcune partite giocate con l’Under 19 (tra cui quella del Forum) e terminate con punteggi improponibili. Fin qui tutto chiaro. Ma deve cambiare, e la Lnp ha già presentato richiesta in questo senso, anche la formula dei campionati. A inizio stagione A2 Gold e A2 Silver erano state pensate come “vasi comunicanti”, in attesa del completamento della riforma del secondo campionato nazionale che, dall’anno prossimo, prevede due gironi con pari dignità. Le regole di inizio stagione prevedevano dodici qualificate ai playoff, le prime otto di Gold e le prime quattro di Silver, pronte a giocarsi l’unico posto disponibile per salire in serie A, ovviamente salvo ripescaggi. Il primo turno di playoff avrebbe visto di fronte le qualificate di Silver con le squadre classificate dal quinto all’ottavo posto di Gold, con le migliori quattro del campionato di élite ad attendere le avversarie un turno più avanti nel tabellone. Su questo fronte, quello della parte alta della classifica, nulla dovrebbe mutare. Diverso è il discorso per quanto riguarda la parte bassa. A inizio stagione le tre retrocessioni previste in Dnb erano strutturate in questo modo: una retrocessione diretta per l’ultima classificata di Silver e un turno secco di playout con l’ultima di Gold contro la terzultima di Silver e le due penultime una contro l’altra, con il vantaggio di campo sempre per la squadra del girone nobile. La sparizione di Forlì è considerata come la prima retrocessione diretta, come accadde l’anno scorso in Silver con Lucca, costretta al ritiro a metà stagione. La seconda retrocessione diretta, secondo la proposta della Lnp, è quella dell’ultima classificata di Silver. Resta così una sola sfida di playout, tra l’ultima di Gold con la classifica a quindici squadre e la penultima di Silver. Vuol dire che, per evitare gli spareggi, a Veroli serve un miracolo. E che a tutte le altre basta sopravvivere per garantirsi un altro anno in A2. Già, sopravvivere. È stato un gennaio di brividi lungo la schiena per almeno tre realtà del campionato. Biella ha incontrato Veroli alla prima partita dopo la ricostruzione forzata, frutto della rottura del patto tra il club ciociaro e la Stella Azzurra Roma. Poi ha sfidato Napoli al Forum in un giorno in cui i due americani erano rimasti in Campania, ufficiosamente in sciopero per gli stipendi non pagati. E Barcellona ha tremato fino all’ultimo, temendo una sorte simile a quella di Forlì, fino a che non è arrivato uno sponsor che ha garantito energie fino alla fine della stagione. Un messaggio per il management del campionato più italiano d’Italia: l’anno prossimo urgono certezze e solidità, perché chi partecipa al torneo lo faccia fino in fondo e garantendo lo stesso impegno dalla prima all’ultima giornata. È sport, ed è bello che parli il campo più che gli uffici. 8
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MOTORI
La Mini “vestita” da C.P. Company Design e stile italiani per l’inglesissima Countryman di R.T., fotografie archivio MINI Italia
Anche da Biella Auto il modello originale che mette insieme l’appeal della piccola di carattere e la sportività della casa di moda veneta (ma con un designer di origine piemontese al timone). Enzo Fusco ha disegnato per Armani, Versace e Kenzo, prima di mettersi in proprio e creare una holding della moda italiana, la Fgf Industry. La base è in Veneto ma il cuore è piemontese, regione di nascita di Fusco che ora, dopo essersi cimentato a lungo con casual e prét-à-porter, ha firmato la sua prima auto: il connubio è tra la Mini Countryman, il modello più versatile della gamma, è la
C.P. Company, un marchio che ha già avuto a che fare con il mondo delle vetture. La Goggle Jacket, capo-icona della casa vicentina, è stata creata nel 1988 per vestire i piloti della Mille Miglia, la più tradizionale tra le gare su strada della tradizione motoristica italiana. Oggi gli stessi colori e lo stesso stile marcano il nuovo modello della Mini Countryman, presto a disposizione anche a Biella, nell’autosalone Biella Auto di via per Candelo, punto di riferimento in provincia per i modelli della casa inglese, oltre che della Bmw. L’intesa tra vettura e sportswear è stata semplice: «Mini Countryman e Goggle Jacket C.P. Company» spiega Federico Izzo, sales e brand manager di Mini «incarnano la stessa filosofia di vita, lo stesso spirito da globetrotter e la stessa instancabile voglia di avventura. Queste due realtà oggi si incontrano per presentare la propria interpretazione comune dell’urban lifestyle». E l’intesa ha avuto due conseguenze: ora esiste una Goggle Jacket di colore “jungle green”, l’esclusiva tonalità di verde scuro creata per la piccola di carattere inglese. Ed esiste una Mini Countryman che ha abbinato al verde l’arancione, o meglio “arancio vitaminico”, rispecchiando lo stile C.P. Company. Non è l’unico dettaglio che la casa di moda ha “prestato” alla vettura. Sono numerosi i richiami ai caratteri simbolici essenziali della giacca “da pilota”, come la lente, il trapunto, la tasca e i materiali che vengono utilizzati seguendo i disegni del progetto creativo di Enzo Fusco, che ha commentato: «È stato piacevole e divertente disegnare gli interni e l’esterno della Mini Countryman, l’auto più elegante nel segmento city cross road».
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Con la possibilità di avere le quattro ruote motrici e con le prestazioni e la linea da vera sportiva, la Mini Countryman è molto più di una semplice auto da città. Sviluppa 118 cavalli di potenza, ha una velocità di punta di 186 chilometri all’ora ed è stata pensata per coniugare piacere di guida e sicurezza. Il sistema opzionale “All4” consente un controllo di trazione ideale su tutte e quattro le ruote motrici, garantendo una tenuta di strada impeccabile soprattutto sulle strade scivolose. Anche i consumi sono da leader del segmento di mercato: la versione più votata al risparmio consuma soli 4,2 litri di carburante ogni 100 chilometri e produce emissioni di anidride carbonica pari a soli 111 grammi a chilometro. Il sistema “All4” è alla base anche del modello “da gara” che ha trionfato nell’ultima Dakar, chiusasi a metà gennaio come da tra-
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dizione. Nasser Al Attiyah, pilota nato in Qatar, coadiuvato dal navigatore francese Mathieu Baumel, ha trionfato al termine dei 9000 chilometri del rally-raid, che ha attraversato Argentina, Cile e Bolivia. Quattro Mini si sono piazzate ai primi cinque posti della graduatoria riservata alle auto e undici delle tredici tappe hanno visto un successo parziale di una “quattro ruote motrici” inglese. Alta tecnologia e grande resistenza alle sollecitazioni sono le caratteristiche necessarie per vincere la Dakar, impresa che alla Mini è riuscita nelle ultime quattro edizioni. E sono esperienze preziose per offrire sicurezza e affidabilità anche sulle strade della nostra città. Per scoprirlo da vicino, basta una visita da Biella Auto, in via per Candelo, dove lo staff della concessionaria è pronto a fornire tutte le informazioni utili per scegliere il modello Mini più adatto a sé.
NUOVE TECNOLOGIE
OrangePix: il gusto nuovo del web Competenze e servizi di un’azienda appena nata, ma già esperta di R.T., fotografie archivio OrangePix
È stata fondata nel 2015, ma ha alle spalle oltre vent’anni di esperienza: con un ampio ventaglio di competenze e servizi offerti, OrangePix si appresta a vivere da protagonista l’anno appena iniziato. Cosa succede quando un’azienda specializzata in comunicazione, grafica, editoria ed allestimenti incontra l’imprenditorialità di un brillante programmatore web? Sicuramente scintille, o in questo specifico caso, pixel. E i pixel sono il simbolo scelto per definire l’immagine e lo stile di OrangePix, nuovissima web social mobile agency creata da E20progetti di Fabrizio Lava e Michele Tolu, attiva dal 1992, e Federico Tonin, professionista del web con un portfolio di più di duecento siti. «Abbiamo scelto questo nome perché ogni giorno le informazioni dal mondo ci arrivano attraverso i milioni di pixel di schermi degli smartphone, dei tablet e computer che consultiamo» spiega Tonin. «Ma ai “nostri” pixel, ossia quelli dei siti, delle App o dei contenuti che confezioniamo per i nostri clienti, vogliamo dare un “gusto” particolare e riconoscibile... Noi lo chiamiamo “il gusto orange” del web ed è la cura speciale che dedichiamo ad ognuno dei nostro lavori».
Nello sviluppo di questo stile creativo unico è ovviamente fondamentale il know how di E20progetti: «Collaboriamo con Federico da diversi anni» spiega Fabrizio Lava «e insieme siamo riusciti ad offrire servizi di comunicazione e pubblicità completi, di alto livello e, soprattutto, sempre al passo con le più recenti evoluzioni tecnologiche. Il filone web ha però raggiunto un peso tale da meritare un’attenzione specifica e questo ci ha spinti ad unire le forze in una nuova azienda dedicata in modo esclusivo a questo settore». I servizi di OrangePix si suddividono in diverse aree: per l’area web occorre citare la creazione di siti web istituzionali o dedicati in modo specifico all’e-commerce, tutti con tecnologia responsive, ossia consultabili al meglio da ogni tipologia di dispositivo; per l’area marketing, la gestione della presenza delle aziende sulle piattaforme social (Facebook, Instagram, Twitter, Pinterest e non solo), con creazione di strategie e piani integrati di comunicazione e promozione sul web attraverso contenuti elaborati ad hoc; per l’area email marketing, la collaborazione in qualità di reseller ufficiali con MailUp; per l’area mobile, lo sviluppo di App proprietarie, sia per iOS (dispositivi Apple) sia per Android, con un vero e proprio battesimo di fuoco: l’App ufficiale di Pallacanestro Biella, creata proprio da OrangePix in collaborazione con E20progetti. «Costruire qualcosa di nuovo in un periodo difficile come questo è una bella sfida» commenta Michele Tolu «e prima di lanciarci in questo progetto ci siamo presi tutto il tempo necessario a valutare bene ogni scelta, per proporci fin da subito con serietà e affidabilità in un settore, quello web, dove molte avventure imprenditoriali naufragano in poco tempo. Quando siamo giunti al giusto livello di preparazione, abbiamo deciso di inaugurare l’attività e di partire con determinazione ed entusiasmo. Seguite la nostra corsa attraverso l’hashtag #orangeiscool». Per informazioni: tel. +39 342 89.04.223 - www.orangepix.it
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SPORT INVERNALI
Il Biellese da vivere... sulla neve Itinerari mozzafiato, per lo sci-alpinismo o per le ciaspole di Francesca Fossati, fotografie archivio Luca Macchetto
L’irresistibile fascino della neve. Al suo richiamo migliaia di appassionati di sport invernali rispondono dandosi appuntamento sulle piste da sci o all’inizio dei percorsi lungo i quali fare silenziose passeggiate sulla neve o avventurose escursioni di scialpinismo. Sulle montagne biellesi imbiancate il divertimento e il panorama sono assicurati, sia per gli esperti, sia per chi non lo è. Per scoprire gli itinerari più suggestivi abbiamo chiesto aiuto al biellese Luca Macchetto, guida alpina professionista del gruppo Mountain Kingdom. Tra i classici, dove alla prima nevicata i biellesi si ritrovano, c’è quello che porta alla Costa Muanda, raggiungibile anche con le ciaspole, da cui si gode di un panorama mozzafiato: dalle
Alpi sopra Lecco alla collina di Superga, dal Monviso alla Val Chiusella. Si parte dal Tracciolino (da cascina Lunga o dal ripetitore) o dal piazzale delle funivie di Oropa e una volta raggiunta la Muanda (al massimo in 2 ore) i scialpinisti possono proseguire verso il colle del Limbo per poi tritare una bella discesa all’ombra sotto la parete Piacenza che porta a metà della pista Busancano. Un’altra meta di scialpinismo, partendo da Oropa o dal lago del Mucrone, è l’Anticima da dove gli esperti, e solo in con buone condizioni, possono proseguire fino alla punta del Mucrone. Sempre da Oropa o dal lago, solo agli scialpinisti con esperienza si consiglia di fare anche il Periplo del Monte Rosso, si attraversa il colle dei Chardon e si scende in territorio valdostano fino al lago Lej Long (Fontainemore) per poi risalire il colle della Barma e raggiungere la vetta del Camino: polenta e salsiccia alla Capanna Renata o al rifugio Savoia al lago del Mucrone e poi giù con gli sci. Le raccomandazioni di Macchetto sono: tenere d’occhio il bollettino valanghe dell’Arpa Piemonte, avere sempre con sé l’attrezzatura di sicurezza (Artva, pala e sonda), non muoversi da soli e, in caso di dubbi, farsi accompagnare da professionisti. Altre classiche mete nel Biellese, adatte anche per le ciaspolate, sono il Monticchio prima del Bocchetto Sessera e l’Alpe Cavanna salendo da Andrate (Pian Bres) per poi continuare sulla lunga dorsale del Brich Paglie. In Valle Elvo, per gli scialpinisti, c’è il Truc del Buscajon (dalla Bossola si va verso il Tracciolino e si parte dal ponte della Ianca o, in caso di poca neve, dagli alpeggi delle Salvine). Per sciare sulle piste, o imparare, ci sono quelle di Bielmonte, con impianti e rifugi, e di Oropa. Gli amanti del freeride, invece, preferiscono la conca di Oropa, ma c’è qualcosa di divertente anche a Bielmonte. L’anello per lo sci da fondo per eccellenza è quello del Bocchetto Sessera.
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novità
Leave your S e Sensa Cunisiun Insieme per lasciare il segno di R.T., fotografie d’archivio
Se lo chiedono in tanti: “Ma che cos’è questo Leave your S che si vede un po’ ovunque?” E la risposta, finalmente, è qui. Incontriamo insieme questo gruppo di spericolati sognatori che vogliono vivere lasciando un segno. Letteralmente “Leave your S” andrebbe tradotto con “lascia la tua S”, dove la “S” ha la forma di una scia o di una traccia del passaggio di qualcuno. Il messaggio di “Leave your S” è proprio questo: “lascia il tuo segno”, alzati ogni mattina e fai qualcosa per rendere migliore il mondo che stai vivendo. L’invito, nelle parole degli ideatori dell’iniziativa è proprio quello di “cambiare tendenza, cambiare abitudini e incominciare a sentire profondamente le sensazioni che la vita ci regala”. Ma di cosa si occupa esattamente “Leave your S”? Leave your S è un’associazione sportiva che vuole attivare la promozione del territorio e scatenare forti emozioni con qualsiasi azione volta a rendere migliore il momento presente. L’obiettivo principale è creare una community di persone, idee, progetti, marchi, eventi capaci di lasciare il segno nel proprio ambito. Accanto a questo, Leave your S si propone anche di organizzare eventi al fine di divulgare cultura, sport, musica e di promuovere forme di stimolo alla vita. Per ora la casa virtuale della community è rappresentata dal sito internet www.leaveyours.net e dalla pagina Facebook /leaveyours. org dove vengono raccolte foto, storie e progetti, tutti accomunati da un approccio dinamico e positivo. E quando si parla di vivacità e divertimento sopra le righe, il pensiero va subito ai “Sensa Cunisiun”, un’associazione di sportivi amatoriali animati da una grande passione per la vita all’aria aperta e per le imprese che loro definiscono “poco più che ordinarie e
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impregnate di un sano spirito kamikaze”. Il loro vessillo è il celebre asino incerottato, simbolo di uno spirito votato al divertimento, alla festa, alla condivisione e al non prendersi mai troppo sul serio. L’adesivo dei Sensa Cunisiun, che può essere ritirato presso il loro corner shop da Ski Sises, ha trovato naturale diffusione in città e fuori, in tutti coloro che si riconoscono nei loro valori e nel loro amore per il territorio. Dalla collaborazione tra i Sensa Cunision e Leave Your S, è nato un programma di iniziative sportive e sociali che coprirà tutto il 2015. Si parte con l’attesissimo WATER SLIDE al Lago del Mucrone: 15 metri di piscina circondata dalla neve, da attraversare con sci, snowboard o qualsiasi mezzo galleggiante, purchè travestiti e colmi di spirito da veri Mucrone Local. Si prosegue con un evento speciale all’interno della festa della “Cars, Sports & Rock’n’roll”, che darà la possibilità a tutta la cittadinanza di cimentarsi in svariate attività sportive, per arrivare a un’iniziativa legata al mondo dello street basketball e al circuito nazionale FISB. Tutti coloro i quali si rispecchino in questo approccio grintoso alla vita, possono entrare a far parte di questa variopinta community visitando il sito per prenotare il proprio adesivo e iniziare a lasciare un Segno… Sensa Cunisiun! Per info: www.sensacunisiun.com - instagram: #sensacuniaiunofficial facebook: sensacunisiun
PERSONAGGI
Alfredo Botto Poala, lana e basket
Da giocatore (con Atripaldi coach) a socio: i ricordi di uno di membri del cda di Giampiero Canneddu, fotografie di Fabrizio Lava
La passione per Gist, Sefolosha e Minessi, le emozioni di una doppia vittoria salvezza su Milano e Cantù, il primo incontro con Federico Danna: l’industriale tessile racconta la sua esperienza a bordocampo. E ammonisce: «Il sistema Biella potrebbe fare di più per questa squadra».
Potreste conoscerlo come uomo d’industria, membro di una delle famiglie storiche del tessile biellese, o come personaggio di punta della governance del comparto. Solo in pochi sanno che Alfredo Botto Poala è anche uno dei “trematori”. Il soprannome arriva dai tempi del palasport di via Pajetta: «Resistevo un tempo seduto sul seggiolino» racconta. «Poi passavo il resto della partita a passeggiare nel parterre, troppo teso per stare fermo. Oppure, addirittura, fuori». Passione vera e radicata, quella dell’azionista di maggioranza (insieme alla sorella Elisabetta) del gruppo Zegna Baruffa-Lane Borgosesia (sede a Vigliano, esportazioni in tutto il mondo): «Mi sono innamorato della pallacanestro ai tempi del liceo. A fine anni Ottanta, con un gruppo di amici, decidemmo di creare una squadra tutta nostra, per provare a giocare nei campionati alla base del movimento cestistico. Giocammo prima a Ronco e poi a Gaglianico, da cui il nome Amatori Gaglianico. Io ero guardia. Marco Atripaldi prima giocava, poi diventò allenatore. Alberto Savio era un tifoso fedele».
Alfredo Botto Poala nella sede di Vigliano della sua azienda Nella pagina accanto un’immagine d’epoca all’ingresso del lanificio
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Nomi noti, nel microcosmo della palla a spicchi nostrana. E, soprattutto, amici: per questo non è stato strano trovare anche lui nella compagine societaria, la prima volta (era il 2003, nell’estate in cui venne scongiurata la cessione del titolo sportivo) in cui venne allargato il consiglio di amministrazione del club. «Ma ho seguito Pallacanestro Biella fin dal primo giorno di vita» confessa. «Ho ancora, da qualche parte, la lettera di Savio che mi ringrazia per aver sottoscritto un abbonamento. La mia prima partita da spettatore, quindi, è stata quella di esordio della stagione 19941995». Ing Sviluppo Biella-Cividale, per la precisione: Bomber Robutti capitano e Federico Danna in panchina. «Ricordo anche il mio primo incontro con il coach» sorride. «Da tifoso, ero stato spesso a Torino a vedere l’Auxilium. Quando arrivò a Biella e me lo presentarono gli dissi: “Lei è la persona più importante che io abbia mai incontrato”. Ancora oggi credo che la sua presenza sia fondamentale in questa squadra, per tutto quello che fa – e per il modo in cui lo fa – nel settore giovanile. Se un giorno mi dicessero che Pallacanestro Biella ha in mente di abbandonare il vivaio, lascerei il consiglio di amministrazione un secondo dopo. È più importante quello che si fa con i ragazzi, che avere una squadra ad alto livello». Il livello è stato altissimo per dodici lunghe stagioni e ora sta tornando vicino a quei livelli, ma con quali prospettive? «Sarò impopolare» dice Alfredo Botto Poala. «Ma ci avrebbe fatto bene retrocedere un paio di stagioni prima. Avremmo evitato di proseguire lungo una china pericolosa, che oggi ci costringe a fare i conti con i debiti pregressi. Stare al piano di sopra costa molto. E se è vero che ancora oggi, con la crisi, il sistema Biella avrebbe le risorse per sostenere questa eccellenza della città, è altrettanto vero che sono pochi, pochissimi, che negli ultimi vent’anni hanno investito le loro risorse in questo sport. È vero oggi, era vero a maggior ragione nel 1994, quando Alberto Savio faticava a trovare sostegno, in un periodo completamente diverso dal punto di vista economico per il nostro territorio». Passi lunghi quanto la gamba, insomma, e nessuna deroga all’impegno verso i giovani: questa è la molla che spinge Alfredo Botto Poala a stare vicino alla squadra. «Io forse, negli ultimi tempi, sono un po’ più distaccato, ma i miei figli vivono a pane e basket, 17
anche per “colpa” mia» racconta. Ma il suo personalissimo album di ricordi è ricco e vivace: «Preferisco le emozioni. E così, se devo scegliere una partita preferita, ne scelgo due: la doppia in casa contro Milano e Cantù nel 2004/2005, quello della salvezza all’ultima giornata. Dovevamo vincere e vincemmo, in un casino infernale. Un amico di Milano mi chiese: “Ma è sempre così?”. Gli risposi che no, non sempre, ma quasi». E il giocatore preferito? «Difficile fare un nome» dice. «Dico James Gist, perché gli ho visto fare cose incredibili. Ma anche Thabo Sefolosha. E infatti basta vedere dove è arrivato. O Joseph Blair, Matteo Soragna, Antonio Granger, Malik Dixon, che sembrava passare metà partita al bar poi si risvegliava ed erano guai per gli avversari. E, per diverse ragioni, Nicola Minessi: un ragazzo semplice, intelligente, di cuore. Un simbolo della nostra squadra». Una squadra che, da chi è passato, è sempre stata vissuta come una famiglia: «Merito di chi ci ha lavorato. E merito soprattutto, negli ultimi anni, di un uomo come Gabriele Fioretti».
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BIella da vivere
Il bello dell’inverno Idee e proposte per gennaio
ANGELICO: con i nuovi ribassi, lo stile è ancora più conveniente I biellesi non aspettavano altro: le prime settimane di saldi sono state piuttosto movimentate, ma ora è tempo di ulteriori ribassi e ci aspettano giorni davvero intensi. Per l’uomo, il suggerimento è di non lasciarsi sfuggire il cappotto imbottito Angelico, dalla linea essenziale e dalla forte personalità, da alternare al parka blu corto, elegante e dinamico allo stesso tempo (e scontato al 70%), magari abbinato a una comoda giacca e a una morbida sciarpa, eccezionalmente a metà prezzo e, ovviamente, firmate Angelico! Disponibile nei negozi Angelico e Online su Angelico.it/shop Via Cavour 67, Gaglianico - tel. 015 25.47.319 - www.angelico.it
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LA STORIA
Quindici anni di All Star rossoblù Da Granger a Trieste a Lombardi e Voskuil sovrani di Mantova di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti
La leggenda dei giocatori di Biella alla partita delle stelle comincia dai tempi dell’A2, passa dagli italiani che hanno vestito l’azzurro e arriva alle schiacciate del supereroe Coleman, di Raspino e di Air-ic. Era il 25 gennaio 2001, a metà della stagione del “trenta e lode” e della promozione in serie A1 sotto la guida di Marco #somethingdifferent Crespi. Dopo un anno di pausa torna l’All Star Game a Trieste e lo fa con una sfida tra Italia e selezione dei migliori “non azzurri” di A1 e A2. Per la prima volta c’è un gio-
catore di Biella tra i convocati: Antonio Granger fa parte della squadra, scelta in parte anche con il volto dei tifosi, affidata a coach Charlie Recalcati. Con lui una vecchia conoscenza rossoblù come Norman Nolan e un futuro campione Nba come Manu Ginobili. Di là il tecnico azzurro Boscia Tanjevic è costretto a chiamare un sostituto al posto di Gianluca Basile e sceglie (ma guarda un po’...) Marco Sambugaro. Comincia lì, quattordici anni fa, la storia rossoblù alla partita delle stelle. E da quel giorno in poi è stato un crescendo, trasformatosi negli ultimi anni in un dominio. A Mantova, nell’All Star Game di A2 del 6 gennaio, Biella ha portato a casa ogni trofeo disponibile. Alan Voskuil ha indossato gli abiti di Cape Canaveral e ha vinto la gara del tiro da tre, superando in finale Stefano Tonut. Air-ic Lombardi ha messo i razzi nelle scarpe e ha dominato la gara delle schiacciate, con l’ultima messa a segno staccando un palmo dopo la linea del tiro libero. Poi il numero 11 ha messo il sigillo anche sulla partita, conquistando il titolo di Mvp. Se si aggiunge la presenza di B.J. Raymond e Tommy Laquintana, mai un All Star Game è stato così rossoblù come quest’anno. Ma in fondo si tratta di un crescendo. L’anno scorso Voskuil e Hollis, sempre a Mantova, movimentarono la sfida. E se Cape Canaveral aveva mancato di poco il successo nella gara del tiro da tre, Tommaso Raspino ha sfiorato la clamorosa doppietta nella gara delle schiacciate, superato in finale dall’esplosivo americano di casa Johndre Jefferson. Doppietta, perché nel 2013, al Biella Forum, fu lui a vincere la sfida di chi sa volare con le mani sopra il ferro, superando il Gangnam Style di Alex Czyz e la proposta di matrimonio sul parquet di Dominic James. E il filotto dei
Tommy Laquintana, Alan Voskuil e Eric Lombardi, tre dei quattro biellesi all’All Star Game 2015
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podi nella gara delle schiacciate si completa con il 2012: a Pesaro partecipa alla festa anche Aubrey Coleman. E “The King” diventa protagonista di un’esibizione memorabile, entrando sul parquet con il costume da supereroe, dimostrando di avere lo spettacolo nel sangue. E prima? Seguendo rigorosamente l’ordine cronologico, nel 2003 è Genova a ospitare l’All Star Game. Ed è la prima volta in cui i biellesi vestono la maglia azzurra e non quella della selezione straniera: Matteo Soragna e Marco Carraretto sono tra i convocati da Charlie Recalcati nell’Italia che sfida gli americani. Del resto sono passati solo tre mesi dal giorno in cui gli azzurri, in Svezia, centrarono il terzo posto agli Europei qualificandosi alle Olimpiadi, con Soragna titolare e Carraretto riserva a casa. Nel 2004 a Torino il non più rossoblù Soragna segna 14 punti e il non ancora rossoblù Garri ne mette 16, ma Mario Austin (10 punti in 19 minuti) è l’unico giocatore di Pallacanestro Biella in campo, gomito a gomito con un signor ex come Joseph Blair. Nel 2005, a Bologna, il convocato è Damon Williams. Intanto viene introdotta la gara delle schiacciate. Il primo vincitore? Pervis Pasco, volto che sarebbe diventato noto dalle nostre parti qualche stagione dopo. Nel 2006 a Torino giocano Reece Gaines e Erik Daniels. Nel 2011, dopo cinque anni di stop, c’è Jeff Viggiano convocato nell’Italia. E quest’anno? Al piano di sopra, nel clamoroso 146-143 di Verona, si sono visti in campo Daniele Cinciarini e Jacob Pullen. Ma per trovare il risultato più clamoroso di un ex di Biella in un All Star Game, bisogna volare oltreoceano e tornare al 2004, quando la gara delle schiacciate della Nba fu vinta da Fred Jones, all’epoca guardia degli Indiana Pacers e poi in rossoblù per mezza stagione nel 2009-2010.
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BUONA CUCINA
La tradizione piemontese al Ricetto Sapori di una volta e serate a tema alla Locanda La Greppia di Stefania Zorio, fotografie di Michele Rosetta
Fritto misto, vitello tonnato, lingua in rosso o bagna cauda: nel menu di Loris Borri spicca la tradizione regionale. E il pane e i dessert sono rigorosamente fatti in casa. I piatti del territorio assaporati tra le mura di uno dei borghi più belli d’Italia: è la proposta de la Locanda La Greppia, che ha trovato spazio in una delle cantine nella prima rua a destra nel borgo di Candelo. Tutte le domeniche sono in programma merende senoire e il venerdì e il sabato serate a tema, tra le quali anche
la simpatica cena al contrario. Tra i piatti forti il fritto misto di 8 portate e il risotto in cagnone. Si può iniziare con un gustoso vitello tonnato, proseguire con la lingua in rosso e le acciughe al verde. Si può gustare un primo piuttosto che un secondo, e chiudere con un dolce fatto in casa (proprio come il pane), come una torta di pere e cioccolato, di pane, piuttosto che il tradizionale bunet. Il menu de La Locanda La Greppia è in ogni caso sempre contraddistinto da piatti semplici e alla portata di tutti. A curarlo è il gestore del locale, Loris Borri, che ne è anche il cuoco. Con alle spalle un’esperienza in diversi locali tra il Biellese e il Vercellese, Loris propone dal lunedì al venerdì pranzi anche di lavoro a 10 euro dall’antipasto al caffè, mentre nel fine settimana buffet con antipasti, due primi e due secondi a scelta e due dolci. Con vino e caffè non si spende più di 25 euro. E nelle serate a tema di venerdì e sabato, a essere serviti sono piatti come la bagna cauda, bolliti misti e il fritto misto servito in quattro portate salate e altrettante dolci. E per i più tradizionali, la domenica pomeriggio dalle 17,30 Loris propone gustose merende senoire tra piatti di salumi e formaggi ma anche frittate e antipasti deliziosi. La Locanda La Greppia è chiusa il mercoledì. Dal lunedì alla domenica osserva l’orario continuato dalle 11,30 alle 22. Per informazioni: Locanda La Greppia - Interno Ricetto di Candelo 1a rua - tel. 333 3700425
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RUBRICA a cura di Luca Rosia
Uno contro uno
L I U K S O V ALAN
A soprannomi non scherza: Cape Canaveral, nato in una diretta di Radio City, spiega i razzi da tre punti con cui manda in orbita i tifosi. Baby Dirk parla di Nowitzki, il tedesco dei Dallas Mavericks, suo campione e sua squadra preferita. Poi ci sarebbe #èstatoVoskuil, nato in onore della squalifica presa e poi revocata per eccesso di esultanza nella passata stagione. Di certo al texano-danese è bastata una stagione e mezzo per diventare uno dei campioni più amati di sempre dal popolo rossoblù. Lui ha ricambiato l’affetto spesso: una Coppa Italia, un record italiano di tiri da tre segnati, un posto nel quintetto ideale di A2 2013/2014, soprattutto la volontà di tornare senza cercare l’ingaggio più ricco e in un campionato più prestigioso, ma anche una polenta concia insieme ai tifosi che erano saliti a Oropa per ringraziare per il suo ritorno. Ladies and gentlemen, ecco Alan Voskuil. Nome Alan Cognome Voskuil Soprannome Baby Dirk Segno zodiacale Vergine Leggi l’oroscopo? No Sposato o fidanzato? Single Due aggettivi per descriverti. Unico e bello Due tuoi difetti che vorresti correggere. “Non ha difetti!” (Cit. Corbani) Film preferito? Dumb and Dumber (Scemo & più scemo) Che cosa guardi alla tv? Modern Family, The Big Bang Theory... Libro preferito? Non leggo, navigo su internet 25
Attore preferito? Leonardo Di Caprio (il suo sosia, ndr)
Il giocatore a cui vorresti somigliare? Steph Curry o Dirk Nowitzki
Che cosa c’è sul tuo iPod? Kid Cudi
Il personaggio storico a cui ti piacerebbe somigliare? James Naismith (l’inventore della pallacanestro, ndr)
Facebook o Twitter? Instagram Piatto preferito da mangiare? Carne e aragosta... together Piatto preferito da cucinare? Bistecca Squadra preferita da bambino? Dallas Mavericks Campione preferito da bambino? Michael Jordan Personaggio dei cartoni animati preferito? Stewie Griffin Squadra Nba per cui fai il tifo? Dallas Mavericks
Passatempo preferito fuori dal parquet? Vorrei divertirmi con lo skateboard ma non posso Se non fossi stato un giocatore di pallacanestro che cosa saresti diventato? Uno skateboarder La partita che non dimentichi. L’ultima partita del mio anno da senior al College La partita che vorresti dimenticare. La partita contro Trieste dello scorso ottobre Una cosa di Biella che ti piace. È una città tranquilla Una cosa di Biella che non ti piace. È una città troppo tranquilla
FITNESS
Curarsi con l’osteopatia
Diagnosi e terapia attraverso le mani dello specialista a cura di Andrea Nascimben (Chinesiologo/master in Posturologia specializzando in Osteopatia), fotografie d’archivio
Scopriamo i segreti di questo metodo terapeutico inserito nella medicina complementare: niente farmaci né radiografie, tutto passa attraverso la conoscenza del corpo umano e i trattamenti manuali che ristabiliscono la naturale fisiologia. L’osteopatia è un metodo terapeutico, olistico, di cura-prevenzione fondato su una conoscenza precisa della fisiologia e dell’anatomia del corpo umano. Utilizza le mani come strumento di diagnosi, per evidenziare le disfunzioni e l’assenza di mobilità
dei tessuti che comportano un’alterazione dell’equilibrio generale dell’individuo e cura, per ristabilire la mobilità e l’armonia funzionale delle articolazioni, del rachide, del sistema mio-fasciale, viscerale, cranio-sacrale, psicosomatico, vascolare ed energetico. In Italia viene compresa tra le medicine complementari, non va quindi a sostituirsi alla medicina convenzionale bensì la affianca, avvalendosi della collaborazione di specialisti, dell’utilizzo della diagnostica per immagini o altri esami clinici. L’osteopatia definisce la salute come lo stato naturale delle persone, e la malattia come un fenomeno d’adattamento del corpo ad una situazione critica. La conoscenza approfondita che l’osteopatia possiede del corpo umano e della sua biomeccanica, ed i suoi avanzati metodi diagnostici e terapeutici esclusivamente manuali, ne fanno una delle più valide discipline dell’arte di guarire. L’osteopatia non cura patologie ma stimola le capacità di recupero e guarigione del corpo ottimizzando i processi fisiologici e fisici. Si rivolge a chiunque sia affetto da qualsiasi disturbo di origine funzionale allorquando, in assenza di lesioni organiche, vi è la presenza di sintomi fastidiosi causati da una alterazione della mobilità articolare e tessutale. In particolare il trattamento osteopatico è indicato nei casi di disturbi dell’apparato muscolo scheletrico e viscerale in assenza di lesioni organiche, disturbi posturali e del movimento, bambini e neonati, donne in gravidanza e anziani, sportivi professionisti o dilettanti, per migliorare le performance, prevenire gli incidenti ed accelerare i tempi di guarigione.
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Come funziona la cura? L’osteopata attraverso l’utilizzo esclusivo delle mani e con specifici test non invasivi, analizza la mobilità delle strutture ossee, articolari, viscerali, fasciali e cranio-sacrali. Individua le aree in disfunzione e con piccoli aggiustamenti stimola la naturale tendenza intrinseca del corpo verso l’autoguarigione. Ciò che la medicina allopatica apporta grazie a sostanze chimiche (farmaci) per calmare, frenare o stimolare i sistemi di funzionamento umano, l’osteopatia tende ad ottenerlo mediante interventi manuali. Sono molti i vantaggi del trattamento osteopatico. È rapida la soluzione della sintomatologia dolorosa,con, in parallelo, una notevole riduzione del consumo di farmaci e una riduzione delle indagini radiologiche. La visita dall’osteopata comincia una completa valutazione della postura del paziente, distribuzione del peso, tipologia, tensioni, contratture, spasmi, la qualità dei tessuti, della pelle, etc. Si prosegue con prove funzionali globali, regionali e locali, test passivi, attivi e specifici test secondo gli obiettivi della valutazione. La palpazione
dei differenti tessuti e ritmi fisiologici consente di accertare la severità e l’origine dei blocchi osteo-articolari e delle tensioni così come l’importanza della restrizione, che genera e che impone all’organismo, localmente e/o a distanza una compensazione. A questo punto si arriva all’identificazione delle cause e alla sintesi di tutti i risultati ottenuti e può cominciare il trattamento osteopatico. Obiettivo del trattamento è curare la persona secondo i disturbi e le speranze (dolore, limitazioni funzionali, disordini somatici, ecc.), trattare le cause di queste disfunzioni, ristabilire il movimento ai differenti meccanismi e sistemi dell’organismo, preservando e mantenendo l’equilibrio e la salute dei pazienti, a volte a distanza dalla sede dei problemi, liberandoli dai loro vincoli (tensioni, pressioni, blocchi, etc.) che interessano la circolazione generale ai livelli arteriosi, venosi, nervosi e linfatici. Per informazioni: Metropolitan Club - piazza Vittorio Veneto 16f Biella - tel. 015 0991578 - www.metropolitanclub.it
Prof. Umberto Veronesi “La sigaretta elettronica è assolutamente innocua, tanto è vero che, per esempio, è utilizzata per un protocollo scientifico ufficiale che coinvolge tre IRCSS milanesi. La sigaretta elettronica può essere uno strumento molto utile per iniziare un processo di disassuefazione, soprattutto in chi ha una forte dipendenza psicologico-gestuale, che è una delle componenti fondamentali e più difficili da eradicare della dipendenza del fumatore”.
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Contrastare l’invecchiamento cutaneo Da Maison Beauté l’istituto di bellezza di nuova generazione di Jurgita Jasiunaite (Beauty Therapist Maison Beauté)
L’istituto di bellezza Maison Beauté è un esempio eccellente di come la passione per la propria professione sia la vera chiave del successo. Nel centro Maison Beauté è possibile usufruire sia di servizi estetici tradizionali sia di trattamenti anti-age e di snellimento. Le Beauty Therapist dell’istituto si aggiornano costantemente riguardo alle tecniche per prevenire l’invecchiamento cronologico della pelle. Da Maison Beauté vengono eseguiti trattamenti per contrastare gli inestetismi degli stadi I, II, III, IV di invecchiamento cutaneo. Ne sono un esempio i trattamenti High-performance dalle proprietà anti radicali liberi, anti ossidazione dei tessuti, di rimpolpamento delle rughe profonde, rassodanti, di cura dell’iperpigmentazione, di rinnovamento e rigenerazione cellulare, di rimodellamento dell’ovale. Per avere un consulto gratuito dalle Beauty Therapist chiamate Maison Beauté in via Italia 16, Biella al numero 015.0155123. Il centro è aperto da lunedì a venerdì dalle 9 alle 19, il sabato dalle 9 alle 17; Facebook maisonbeautebiella.
Processo di invecchiamento cronologico: approccio scientifico STADIO I CAMBIAMENTI • Aumento dei processi ossidativi e dell’azione dei radicali liberi • Aumento della perdita di TEWL (perdita d’acqua transepidermica) e riduzione dei livelli di aminoacidi e proteine • Indebolimento delle pareti cellulari
CONSEGUENZE • Aumento dell’opacità della pelle • Prime linee di espressione • Rughe sottili
STADIO II CAMBIAMENTI • Riduzione della capacità di sintesi dei fibroblasti, che implica una riduzione delle fibre di collagene e dei livelli di elastina • Riduzione della quantità e della qualità degli elementi strutturali che sono parte delle strutture di supporto del derma (sostanza fondamentale)
CONSEGUENZE • Riduzione dello spessore del derma e di conseguenza perdita della compattezza della pelle e della sua forza • Aumento della profondità delle rughe
STADIO III CAMBIAMENTI • Rallentamento del rinnovamento cellulare • Perdita di efficacia dei processi metabolici • Deteriorazione degli strati esterni dell’epidermide e riduzione della qualità del tessuto di supporto della pelle
CONSEGUENZE • Graduale scomparsa dell’elasticità della pelle con conseguente perdita di tonicità • Rughe profonde
STADIO IV CAMBIAMENTI • Destrutturazione delle giunzioni intercellulari degli strati esterni della pelle • Riduzione e perdita della funzione metabolica nelle diverse ghiandole della pelle (sebacee e sudoripare) • Ipercheratinizzazione dello strato corneo (ruvidità al tatto)
CONSEGUENZE • Perdita di definizione dell’ovale del viso • Aumento della fragilità della pelle • Rughe molto profonde
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IN CAMPO
A febbraio solo una in casa L’anticipo delle 12 con Brescia e poi il turno di riposo di Giampiero Canneddu, fotografia di Stefano Ceretti
20ª giornata, domenica 1 febbraio
22ª giornata, domenica 15 febbraio
Biella Forum, ore 12.00
I rossoblù osservano il turno di riposo che ogni squadra deve affrontare dopo l’esclusione dal campionato della Fulgor Libertas Forlì.
Angelico Biella - Centrale del Latte Brescia Gli ex
nessuno La data: 9 gennaio 2005 La stagione 2004/2005 è la prima in cui la pallacanestro di serie A è trasmessa in esclusiva televisiva su Sky. Nasce quell’anno l’anticipo televisivo delle 12 ma bisogna aspettare la 17ª giornata per vedere impegnata Biella all’ora di pranzo: la Lauretana fu sconfitta 90-85 al PalaScatola di via Pajetta dalla Climamio Bologna nonostante i 21 punti di Mario Austin.
21ª giornata, domenica 8 febbraio
Assigeco Casalpusterlengo - Angelico Biella PalaCampus di Codogno, ore 18.00
Gli ex
Fabio Corbani (a Casalpusterlengo dal 1999 al 2003) La data: 1 giugno 2014 Con venti punti Daniel Donzelli è decisivo nella finale scudetto del campionato Under 19: Casalpusterlengo batte di due punti, 62-60, l’Umana Venezia. Sono quattro i punti di Vencato, inserito come Donzelli nel roster della squadra di A2 Gold di quest’anno. Il vivaio di Casalpusterlengo è stato “fondato” sotto la gestione di coach Fabio Corbani.
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Angelico Biella: riposa
23ª giornata, domenica 22 febbraio
Dinamica Mantova - Angelico Biella PalaBam di Mantova, ore 18.00
Gli ex
Riccardo Moraschini (a Biella nel 2011) La data: 27 marzo 2011 Con 9 punti in 14 minuti, con l’aggiunta di 3 recuperi e 2 assist, Riccardo Moraschini fa segnare il suo high con la maglia dell’Angelico Biella, nella sua fetta di stagione disputata all’ombra del Mucrone, e si rivela prezioso nel successo 83-64 ottenuto al Forum contro la Scavolini Pesaro.
EVENTI
Torna il Carnevale di Biella A febbraio si alza il sipario su feste e sfilate di Francesca FossatI, fotografie d’archivio
Il 7 febbraio le maschere s’impadroniscono della città e il martedì grasso è il giorno del processo al Babi: sono i momenti clou del «Carvé ‘d Biela». A febbraio la città di Biella è in mano alle maschere, le protagoniste del Carnevale tra spettacoli, sfilate, scherzi, satira, balli e fagiolate, chiamate a dissacrare la serietà di tutti i giorni di politici e di istituzioni. Sabato 7 febbraio il Gipin, la Catlin-a e il gruppo
del Carnevale sfileranno in via Italia per raggiungere Palazzo Oropa. Dove, alle 16,30, il sindaco Marco Cavicchioli consegnerà al Gipin le chiavi della città. Intanto al centro commerciale «I Giardini» dalle 15,30 ci sarà l’animazione per i bambini e alle 20 a Chiavazza al teatro parrocchiale la cena spettacolo con Paolo Drigo. L’8 febbraio in tre quartieri (Vandorno, Riva e Vernato) si distribuirà la fagiolata, mentre a Chiavazza ci sarà la sfilata in maschera (piazza XXV aprile). Tra gli appuntamenti spiccano poi la sfilata delle maschere biellesi (il 14 febbraio alle 16 al centro commerciale «Gli Orsi»), il ritorno della Folle Notte del Piazzo (sabato 14 febbraio dalle 20 in piazza Cisterna), la fagiolata del Guinness (il 15 febbraio alle 14 a Chiavazza), il carnevale dei bambini (il 15 a Chiavazza, in Riva, al Villaggio La Marmora e a «Gli Orsi»), il Bal dal lunes con l’orchestra Portofino band (il 16 febbraio al teatro parrocchiale di Chiavazza) e l’attesissimo Processo al Babi (il 17 febbraio al teatro Sociale), il rospo delle risaie vercellesi che finisce al rogo perché accusato di aver minato alla tranquillità del Biellese cercando di conquistare la Catlin-a. Lo spettacolo, che l’anno scorso ha compiuto trent’anni, è l’occasione per prendere di mira i politici locali e affrontare in chiave ironica i problemi del Biellese. Le ultime scintille del Carnevale cittadino saranno le fagiolate al Piazzo e a Cossila (il 22 febbraio) e quella di San Paolo (il 23). La chiusura sarà il 26 febbraio alla Peschiera di Valdengo con la serata delle maschere. Anche in provincia il Carnevale tiene banco con gli appuntamenti organizzati dalle Pro loco e dai comitati carnevaleschi. Per i bambini, un evento singolare sarà il Carnevale sugli sci con scherzi, giochi e gimcane a Bielmonte (il 21 febbraio), seguito dalla caccia al tesoro sotto le stelle con le ciaspole.
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