TIME OUT - N.2 Novembre 2013

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N. 2 - NOVEMbrE 2013

BONPRIX TARGA IL PALAPAJETTA

ASPETTANDO IL NATALE NOVITà A BIELLA

L’ALTER EGO DI CASAFORTE MOSTRE ED EVENTI


Visible Lab

L’Orologiaio

TIMEOUT Mensile ufficiale di Pallacanestro Biella lifestyle, cultura e attualità biellese

Stampa: Tipolitografia Botalla srl Via F.lli Cairoli, 140 - 13894 Gaglianico (BI)

Rivista in corso di registrazione

Redazione e Amministrazione: E20PROGETTI srl Via Milano, 94 - 13900 Biella tel. 015 25.29.201 - info@e20progetti.it

Proprietà: Pallacanestro Biella Ssdarl Via XX Settembre 10 - 13900 Biella

Progetto grafico e Impaginazione: Fabrizio Lava e Michele Tolu, E20PROGETTI

Direttore Responsabile: Giampiero Canneddu Editore: Via Milano, 94 - 13900 Biella tel. 015 25.29.201 - info@e20progetti.it

Marketing e Pubbliche relazioni Silvia Marchionatti commerciale@e20progetti.it Fotoeditor: Fabrizio Lava fabrizio.lava@e20progetti.it

In copertina: Marco Laganà in azione contro Torino, fotografia di Stefano Ceretti Fotografo Ufficiale Pallacanestro Biella

Fotografi: Stefano Ceretti Fotografo Ufficiale Pallacanestro Biella Stefano Lanza e Fabrizio Lava Hanno collaborato alla realizzazione del N°2 Novembre 2013: Giampiero Canneddu, Francesca Fossati, Niccolò Bosio, Silvia Marchionatti. Tutti i punti di distribuzione su: http://www.pallacanestrobiella.it/news/eccoi-punti-di-distribuzione-del-timeout

SERVIZIO CLIENTI PUBBLICITà tel. 339 33.68.933 commerciale@e20progetti.it 2



PRIMO PIANO

La squadra dei figli d’arte Per tre rossoblù il basket è un affare di famiglia di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti

Il padre di Voskuil e quello di Hollis sono stati professionisti in Europa, 35 anni prima dei figli. E Laganà è figlio di due giocatori. Il padre ha giocato in A con il papà di Kobe Bryant. A Biella, come si ama dire, la pallacanestro scorre nel sangue della gente. Da quest’anno scorre anche, letteralmente, nel sangue dei giocatori. Forse mai nella storia rossoblù e molto raramente nella storia dell’intero basket italico, si è avuta una squadra con una così alta concentrazione di giocatori che sono a loro volta figli di giocatori professionisti. Gente, per capirsi, come Alessandro Gentile, Andrea Meneghin o Kobe Bryant. Il cui padre Joe Bryant, nella stagione 1986/87 della serie A italiana, era compagno di squadra nella Standa Reggio Calabria di Lucio Laganà, papà di Marco. All’epoca il “nostro” Lagghi non era ancora nato, mentre Kobe era un giovanotto di nove anni che parlava in inglese come in italiano, più o meno come adesso. Lucio Laganà, invece, era alla quarta delle sue otto stagioni in serie A, tutte nella natìa Reggio esclusa una breve digressione a Livorno. Nel frattempo aveva conosciuto una giocatrice (di basket, ovviamente) di nome Katia Romeo. Ora sono “genitori seriali” di giocatori: Luca, il maggiore, aveva iniziato la stagione allenandosi con Biella prima di firmare in Dnb in Basilicata e Matteo, il minore, è una promessa vera della Stella Azzurra Roma. Alla recente Vasas Cup, torneo internazionale giocatosi in Ungheria, si è classificato secondo ed è stato votato nel miglior quintetto. Ma Lucio e Katia sono anche le menti e le braccia della Lumaka Basket, squadra dedita soprattutto ai giovani, di cui sono coach e dirigenti. Il nome della squadra è presto spiegato: Lu come Lucio e Luca, Ma come Marco e Matteo, Ka come Katia. E, se si vuole aggiungere un

dettaglio all’aura da predestinato di Marco Laganà, c’è quella stretta di mano al Madison Squadre Garden di New York con Michael Jordan, durante una tournée dell’Under 18 italiana. Andiamo in America. O meglio, in Danimarca: è qui che David Voskuil arrivò nel 1976, come una sorta di pioniere. Nella Basketligaen di lassù non era comune vedere giocatori stranieri, men che meno con un pedigree così nobile: mister Voskuil è nel libro dei record della pallacanestro del Wisconsin per aver segnato 1.464 punti con la squadra della Gibraltar High School, cifra che gli valse una borsa di studio e un posto in quintetto al Lakeland College, nell’Illinois, con laurea nel 1974. Finì a Horsens, in una lega non certo tra le più competitive e popolari d’Europa, e infatti prese il doppio ruolo di allenatore e giocatore. Ma, soprattutto, prese moglie: sposò Helle nel 1979, quando la coppia era già tornata in Texas, dopo i due anni in campo di mister David, che ora lavora alla Southwestern University in un ruolo (vicepresidente del dipartimento iscrizioni, responsabile del reclutamento studenti) che nulla ha a che fare con la pallacanestro. Quello è rimasto un affare del figlio Alan. Negli stessi anni in cui David Voskuil spiegava pallacanestro ai danesi, Essie Hollis cominciava a diventare una leggenda della Liga Acb spagnola. Nel 1977/78 il papà di Damian giocò la sua prima stagione lontano da casa: all’esordio in casa, con l’Askatuak San Sebastian, stampò una schiacciata rovesciata in faccia a tale Fullerton, americano più alto e grosso di lui. E si beccò il soprannome di “Helicoptero”, l’elicottero. Contro la Joventut Badalona fece il suo season high di 61 punti, in un’era in cui la linea da tre non esisteva. E finì per giocare tredici stagioni da professionista, tra Spagna, Italia (un’annata a Chieti e una a Mestre) e Nba, con una comparsata nei Detroit Pistons. Del figlio Damian ha parlato in un’intervista a un giornale di San Sebastian, dove è ancora leggenda: «È un giocatore migliore di come lo ero io. Alan Voskuil È più alto, più forte, tira meglio, salta di più». Cuore di papà o occhio di esperto? A Biella hanno una speranza: tutti e due.

Damian Hollis

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Marco Laganà nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 5 gennaio 1993 Stagioni con Biella: 3 (questa è la 4ª) Partite con Biella (escluso 13/14): 38 Esordio con Biella: Angelico Biella-Pepsi Caserta 81-83 (23 gennaio 2011) In Nazionale: prima convocazione nel 2009 (Under 16), ha disputato gli Europei Under 16 del 2009 e gli Europei Under 20 nel 2012 e nel 2013, quando

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PRIMO PIANO

Quel derby che valeva la serie C

Il Biella-Casale più drammatico? Risale al 1990: uno spareggio-salvezza di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti

L’allora Bbc Uclit e la Junior Casale arrivarono appaiate all’ultima di campionato di C2: la sfida senza ritorno si giocò un martedì sera di maggio a Torino. E vinse Biella. In questa LegaDue Gold a maggioranza relativa piemontese (è la regione, insieme alla Sicilia, più rappresentata: tre squadre ciascuna), è già il momento di pensare a un altro derby. Ma se i precedenti con Torino erano vecchi di quindici anni e tutti in B1, tra Biella e Casale la storia porta o molto vicino (alle due sfide di serie A del 2011/2012: bilancio 1-1) o molto lontano. Quindi archiviamo in fretta i due scontri al piano alto, con la vittoria casalinga di Casale 77-70 e quella al Forum di Biella 87-78, e programmiamo la macchina del tempo fino alla primavera del 1990. Il campionato è quello di C2 e, in fondo alla classifica del girone del Nord-Ovest, dominato dai toscani di Piombino, c’è tanto futuro Piemonte che conta. All’ultima giornata l’Uclit Biella, colori biancorossi, Alberto Savio e Marco Atripaldi nello staff dei dirigenti, deve andare proprio a Piombino, conscia di aver dilapidato nelle ultime giornate un tesoretto-salvezza. O meglio, conscia che alle sue spalle c’è una Junior Casale in forma smagliante: quattro vittorie nelle ultime cinque partite. Ne basterebbe una quinta, contando su una sconfitta di Biella, per agganciarla. E costringerla allo spareggio per restare in C.

Detto, fatto. Biella, allenata da Giuseppe De Iaco da Ivrea, esce sconfitta dalla trasferta toscana e la Junior regola in casa il Derthona. Lo spareggio è fissato per martedì 15 maggio, alla palestra Sisport di corso Unione Sovietica a Torino. L’inerzia è tutta per la Junior, che tra l’altro in regular season ha battuto l’Uclit due volte su due. Ma quella sera alla Sisport si materializzarono 250 tifosi di Biella, gli stessi che riempivano ogni sabato la Rivetti, nocciolo duro di una passione che adesso conosciamo bene. In maglia casalese nomi che ora ci dicono poco: Santolli, Zitarosa, De Ros, Romeo, Ronco, il pericolo pubblico numero uno Forni, ruolo ala forte. In maglia biancorossa frammenti di storia e di talento noTommaso Raspino e Simone Berti

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strano: Stefano “Bomber” Robutti, Luciano Luciani, Francesco Rey, Beppe Cortese che arrivava dalle giovanili dell’Auxilium Torino e che, in un certo senso, giocava in casa, i decani Franco Fortunato (in campo nonostante un infortunio) e Beppe Primo, ma soprattutto Fabio Vetrò. Perché soprattutto? Perché il numero 5, che poi Federico Danna volle con sé anche nella prima Ing Sviluppo di serie B2, insieme a Rey, Emidio Piatto e a capitan Robutti, fu il protagonista in positivo della partita. Partendo dalla panchina, inanellò statistiche scacciaguai: 18 punti, 7/8 dal campo, di cui 5/6 da tre. Sua fu anche la bomba del sorpasso negli ultimi minuti, dopo che Biella aveva dilapidato il +5 dell’intervallo e Casale il +7 di metà secondo tempo. Il top scorer però fu Luciano Luciani, un altro che poi Danna prese con sé in B2, nell’anno dell’arrivo di Giampiero Savio e della promozione: per lui 22 punti, 9/12 dal campo e tanto lavoro duro, anche perché Robutti giocò poco, con tre falli a carico dopo nemmeno un quarto di partita. Finì 87-79, e fu una strana festa biancorosso-biellese dentro e fuori la Sisport. Ci fu perfino chi abbozzò un minicorteo con i clacson e le canotte dei giocatori fuori dai finestrini, con i torinesi della zona che, probabilmente, si chiedevano chi si fosse sposato a quell’ora di un martedì sera. Il Biella Basket Club resistette tra serie C e serie D ancora per qualche stagione, sfiorando la promozione in C1 a fine 1994, pochi mesi prima della nascita di Pallacanestro Biella e l’acquisto del titolo sportivo di Garlasco. La Junior Casale restò un anno solo in serie D. E, per rinforzarsi in vista 9

Matteo Chillo e Alan Voskuil

della nuova avventura in C2, prese anche un esperto playmaker, casalese doc: Valter Fioretti. Era il 1991/92 e il papà dell’attuale general manager dell’Angelico non ebbe modo di affrontare Biella, che nel frattempo era precipitata in D. Tempi duri, ma senza i quali sarebbe difficile spiegare la passione di oggi, a Biella come a Casale. Così come, senza papà Valter che sudava sui parquet di provincia, chissà dove si sarebbe indirizzato l’entusiasmo di Gabriele Fioretti. Che, invece, contro una squadra di Biella ha giocato. Il ruolo era quello “di famiglia”, playmaker. La maglia quella di Castellazzo Bormida. E la palestra quella di Vigliano, dove la squadra di casa aveva come guru infaticabile “capitan Uncino” Ottorino Flaborea. Erano i playoff della serie D di una primavera a metà anni Novanta. Per la cronaca, vinse Fioretti.


EVENTI E IMPRESA

L’alter ego di Casaforte

Già ospitate le opere di artisti del calibro di Sandro Chia e Medhat Shafik di Francesca Fossati, fotografie di Fabrizio Lava

Un luogo sicuro destinato a riporre e a custodire gli oggetti diventa anche un luogo aperto al pubblico di mostre e di eventi. Nel Biellese c’è un nuovo luogo dedicato a mostre, ad eventi o a conferenze: lo mette a disposizione Casaforte, la catena italiana di «self-storage» che a Verrone, sulla strada Trossi, affitta ai privati spazi di diverse metrature dove custodire e riporre i propri oggetti. La nuova «location» ha già debuttato quest’anno con la mostra intitolata: «I guerrieri di Xi’an di Sandro Chia» e con altri eventi legati anch’essi alla cultura cinese, ideati da Casaforte, Elisabetta Leonesi ed E20Progetti con la collaborazione dell’Istituto Confucio di Torino, di Azimut Wealth Management, della Città di Biella e del Museo del Territorio Biellese. L’esposizione era «popolata» dai guerrieri di terracotta dell’armata dell’imperatore Qin Shi Huang reinterpretati da Sandro Chia. L’artista fiorentino di fama internazionale, le cui opere sono esposte nei musei più importanti del mondo, ha creato una piccola armata di sculture colorate ispirandosi a una delle più grandi scoperte archeologiche di tutti i tempi. La serie originale dei guerrieri di terracotta, che risale al III secolo d. C., fu scoperta negli Anni 80 del secolo scorso.

Incontri sulla musica, sulla cerimonia del tè, sull’economia e sulla scrittura cinesi hanno fatto da contorno alla mostra. Un secondo evento ospitato da Casaforte è stata l’esposizione delle opere di un altro famoso artista, l’egiziano Medhat Shafik, intitolata: «Sillabario, magazzino emozionale d’artista». Il lavoro di Shafik, che coniuga le suggestioni e i colori dell’arte orientale con le più avanzate tecniche compositive delle avanguardie occidentali, fu «consacrato» nel 1995 alla Biennale di Venezia, quando al Padiglione Egitto da lui rappresentato andò il Premio delle Nazioni. Casaforte, dalla chiara connotazione di un luogo chiuso e sicuro per riporre e immagazzinare gli oggetti, apre le porte ad altri eventi e ad altre proposte culturali (per informazioni telefonare al numero: 0155821544).

I guerrieri di Xi’an di Sandro Chia 10


Il core business di Casaforte resta comunque l’affitto di spazi individuali, da 2 a 100 metri quadrati, per riporre oggetti, archivi, strumenti e materiali da traslocare. Casaforte è quindi la soluzione ideale e sicura per chi ha un’attività lavorativa e ha bisogno di un stoccaggio per riporre merce in sosta momentanea, per i commercianti per i cambi di stagione, per i professionisti che necessitano di spazi adeguati dove custodire i documenti che devono essere conservati per gli anni previsti dalla legge, per i privati che cercano una casa, ma possiedono già mobili e arredi per i quali trovare una sistemazione temporanea, e anche per chi ha attrezzature ingombranti, magari sportive, e non sa dove metterle. Il capannone di Casaforte è sorvegliato all’interno e all’esterno con un sistema di telecamere posizionate nei punti strategici. Ai clienti si dà una tessera magnetica con la quale possono aprire il cancello d’ingresso e disattivare l’allarme del proprio box che oltretutto è chiuso con una chiave ad uso strettamente personale.

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TIFOSI

Ecco le altre “prime volte” La seconda puntata dei ricordi dei tifosi Testimonianze raccolte da Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti

Marketing manager e sostenitori di tutte le età, i ragazzi di #iocisono e le ragazze che hanno cominciato per amore: tornano i racconti dei fans sul loro esordio in tribuna (o in curva) al palazzetto.

dine per una partita. La risposta ancora oggi è che non lo è, per un problema di cultura sportiva che in Italia è un miraggio. Comunque da quel giorno non mi sono più staccata da questa squadra. Cristina Sitzia, tifosa

Primo anno di serie A, sabato sera, Biella contro Fabriano... Partita persa con l’amaro in bocca, dato che l’anno prima, mi si disse, contro quella stessa squadra era stata la partita dei record. Mago Malik, Soragna e, se ricordo bene, biscottino Belcher. Il Mago col suo giocare da folletto. Il calore della curva tutta (io portata subito in curva, senza tante storie, anzi, con molto entusiasmo), la sciarpa regalatami... E da quella sera, amore a prima vista per questa squadra, colpo di fulmine a ciel sereno. Ed io che lo avevo fatto per regalare una partita al mio lui dell’epoca (lui tifosissimo, ma che non veniva mai per star con me quel poco tempo che avevamo, la domenica). Claudine Monte, tifosa

Biella-Jadran Trieste, vittoria di 1 al supplementare nel play off di B2. Ero un ragazzino ma che emozione, a ogni canestro sembrava dovesse venire giù il palascatola! Simone Perello, tifoso

Fila Biella-Sicc Jesi, febbraio 1998, primo anno di A2. Blair ed Erdmann dominarono. Ricordo che entrando dissi al mio amico: «2500 persone per una partita di basket?». Dopo capii il perché e da allora non fu più la stessa cosa per me. Per la cronaca, andammo in finale promozione con la Viola Reggio Calabria ed ero poco più di un ragazzino! Se mi avessero detto tutto quello che da li in poi sarebbe successo non ci avrei creduto. Io quel giorno volevo starmene a casa a preparare la maturità... Davide Caneparo, tifoso In trasferta a Cantú nella stagione del cambio palazzetto. Mi sono chiesta se fosse normale tutto quello schieramento di forze dell’or-

Primo anno di B2, credo contro Riva del Garda: circa 800 spettatori e una decina di ragazzini (noi...) dietro lo striscione Troopers a cantare al ritmo di un tamburo sgangherato. E poi da lì nacque tutto! Riccardo Picco, tifoso Ancora in A2, da piccolo. Erdmann vola oltre alla transenna per recuperare un pallone e travolge noi bambini seduti al posto del poi futuro parterre. Credo fosse un Biella-Udine. Spirito guerriero! Riccardo Giordano, tifoso La mia primissima partita con la Biella fu ai tempi di Minessi quando giocavo a minibasket. Inoltre, so per certo che gira una foto-ricatto di me e la mia amica Elisabetta impegnate in un coro anti-canturino dalla curva del pala-bolgia! Chiara Meluzzi, radiocronista per Radio City (2007-2010) Fila Biella-Record Napoli, stagione 2000/2001. Vincemmo di 20, e si aprirono le porte del paradiso! Niccolò Bosio, responsabile marketing di Pallacanestro Biella Una sera su settimana, autunno 1994, il primo anno in B2. Ci andai con un obiettore di coscienza che faceva servizio a San Cassiano ed era malato di basket. Non mi ricordo l’avversario (forse Pavia, ma non sono sicuro). Mi ricordo di “Bomber” Robutti, che lavorava all’Euronova con un mio amico e di Muzio (per il quale mia moglie aveva un debole). Vincemmo. Non avrei mai immaginato che saremmo arrivati in serie A. Roberto Battistella, tifoso La mia “prima volta” è stata contro Roma, nel 2003, a 19 anni, convinto da un amico e compagno di banco: «Dai, vieni a vedere la Biella che ci divertiamo…». All’inizio ero titubante: «Non so, non conosco nessuno, non capisco il gioco». «Ma figurati, neanch’io. L’importante è che canti “ce l’abbiamo noi, ce l’abbiamo noi, Cookie Belcher ce l’abbiamo noi…”». Sono andato in curva, in quel palazzetto che mi sembrava enorme, subito dietro a Caio e a Perino e subito a cantare a squarciagola. Da quella partita la Biella è diventata una fede. Ed è con lo spirito del 2003 che quest’inverno mi sono sentito in dovere di ricambiare tutte le emozioni e ho aderito a #iocisono. Ah, quella sera vincemmo di 2 dopo essere andati ai supplementari contro una squa-

Marco Laganà festeggia con i tifosi la vittoria contro Napoli

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dra che contava gente come Daniel Santiago, Carlton Myers, Anthony Parker, ma al PalaScatola si cantava “ce l’abbiamo noi, ce l’abbiamo noi, Cookie Belcher ce l’abbiamo noi...”. Valerio Vigna, promotore di #iocisono La prima partita fu alla fine del campionato della promozione in A1, mi sembra fosse il 2001 e contro Napoli, se non sbaglio... Prima in assoluto di basket, non ci capivo un tubo (più o meno come adesso) ma ricordo l’entusiasmo del pubblico, una coreografia che interessava tutto il palazzo, il capo della curva che non ricordo come si chiamava ma so che è granata (oltre che rossoblù), e le schiacciate di Antonio Granger... Poi, come quando vedi una bella ragazza, non è detto che te ne innamori subito. Allora qualche partita qua e là, molto sporadiche a dire il vero, negli anni migliori come in quelli un po’ più bui. Anche perchè all’epoca il mondo lo vedevo colorato di granata, e quindi andare a urlare a squarciagola in Maratona (rigorosamente secondo anello) era quasi come per il Papa recitare l’Angelus ogni domenica... Poi due anni fa mi attizza molto l’iniziativa “Uno di noi” per la partita con Milano, riesco a prendere un biglietto per il rotto della cuffia e la domenica entro al Forum. Lì vai a sapere cosa succede, sembra che quella ragazza vista la prima volta ora sia diventata donna, sprigiona passione, io la adocchio, lei mi strega... Così mi ritrovo a impazzire per quella bomba da 3 di Pullen alla fine del primo tempo che rimette le cose in parità, e alla fine a uscire senza un filo di voce, proprio come mi succedeva anni fa col vecchio Toro! Da quella partita sempre presente, finalmente “maturo” per gioire, piangere, impazzire, esultare, imprecare, incitare, sacramentare come un tifoso vero! Luca Ripellino, promotore di #iocisono 31 ottobre 1965: Libertas Biella-All’Onestà Milano 77-65. Era il primo anno che giocavano gli americani: Biella aveva un brocco, Eddie Hill, mentre i milanesi avevano un certo Isaac. E il tifo era sempre grande, ieri come oggi. Silvano Garneri, tifoso

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Campionato di B1, Ing Biella contro Ozzano: è stato il mio regalo di compleanno. Daniele Costenaro, tifoso La prima partita della Biella proprio non la ricordo. Era il 1995 o 96, o 97. Facevo le medie. Un giorno arrivarono tre o quattro ragazzi alti, e saltammo la lezione di educazione fisica. Minessi, Muzio, e un paio d’altri, più coach Danna. Ci parlarono di basket, della squadra di Biella di cui erano giocatori. Boh. Per chiudere la settimana andammo sabato sera in gita scolastica al PalaPajetta. Non ricordo niente, solo che c’era dell’arancione sulle maglie, e forse anche i sedili del palazzo erano arancioni. La partita dopo la vidi in tv, qualche anno dopo, quando convinsi i miei amici a radunarsi per vedere Biella salire in serie A con qualche giornata d’anticipo, contro Napoli, col trentello di Granger. Quella me la ricordo. Dal 2002, poi, trovai anche il modo di seguire le partite dal vivo, a palazzo, e da lì in su, non ne ho più saltate tante. Nicholas Ferrara, promotore di #iocisono L’anno della promozione in serie A, partita contro Fabriano... Asfaltati 123 a 80! Granger che spara un 360 in riscaldamento e poi ne mette 37 con 10/14 da tre... La curva che canta “In serie A, la Fila Biella se ne vaaaaa...” Brividi. Yuri Moggio, tifoso


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Il Borgo di Babbo natale è Candelo Il Ricetto di Candelo dal 1 dicembre si trasformerà nel «Borgo di Babbo Natale» ospitando tra le antiche rue la musica e le bancarelle del mercatino di artigianato, di decorazioni per la casa, di idee regalo e di specialità gastronomiche natalizie (anche l’8 e il 15 dicembre, dalle 10 alle 18). Ai bambini saranno riservati i laboratori didattici e l’ufficio postale dove Babbo Natale attenderà le loro letterine. Tra le iniziative collegate ci sono anche i concerti, il presepe vivente del 22 dicembre e la mostra intitolata: «I colori della via Francigena». Pro loco di Candelo tel. 0152536728 info@prolococandelo.it

Il «Mercatino degli angeli» di Sordevolo compie 12 anni Dal 17 novembre al 15 dicembre lungo le vie del piccolo paese della Valle Elvo saranno esposti oggetti di artigianato, dolci e idee regalo che, insieme alle luci e alla musica, creeranno un’atmosfera natalizia. In un punto di ristoro si serviranno caldarroste, cioccolata calda e vin brulé, mentre il museo della Passione sarà aperto ai visitatori (ingresso gratuito dalle 14 alle 18 nelle domeniche in cui si svolge il mercatino). I giorni in cui sarà allestito il Mercatino degli angeli sono sei: il 17, il 23 e il 24 novembre, l’1, l’8 e il 15 dicembre (la domenica dalle 10 alle 18, il sabato dalle 18 alle 23). Associazione Teatro popolare di Sordevolo tel. 015.2562486 - www.ilmercatinodegliangeli.it

Per natale, artigiani e sapori in fabbrica Non il solito mercatino di Natale, ma una selezione di prodotti artigianali e gastronomici di qualità. Il 1 dicembre alla Fabbrica della ruota di Pray (regione Vallefredda 1) ci saranno tessuti fatti a mano in colori naturali, plaid in lana e sciarpe in fibra pregiata, oggetti in legno, cuoio, carta, terracotta e ceramica, libri nuovi e di antiquariato, cappelli e giocattoli tradizionali. E ancora la birra di Natale, i panettoni artigianali, le Navette di Biella, il Pan d’arbo, il miele, le marmellate e il cioccolato. Dalle 10 alle 18,30, ingresso con offerta libera (i ricavi saranno devoluti a iniziative di solidarietà sociale). DocBi - tel. 015 31463 - Atl Biella tel. 015 351128.

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Per

artigiani & sapori in fabbrica

Domenica 1 dicembre 2013 ore 10.00-18.30

Fabbrica della ruota, Pray

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Ingresso con offerta libera devoluta ad iniziative di solidarietĂ sociale


Sairas: la ricotta piemontese del CASEIFICIO VALLE ELVO La parola Sairas deriva probabilmente dal latino seracium, ossia ottenuto dal siero, e indica in piemontese la ricotta. Viene prodotta aggiungendo alla ricotta vaccina una parte di ricotta di pecora proveniente dalla Sardegna. È confezionato nel tradizionale sacchetto conico; ottimo da gustare al naturale o per preparazioni salate, ad esempio utilizzato come ripieno degli agnolotti ma anche abbinato a confetture o cacao diventando così un dessert molto nutriente e facilmente digeribile. Via Opifici 22 Occhieppo Sup. - 015 2595234 - www.caseificiovalleelvo.it

Riapre l’ALTA ITALIA Ha riaperto lo storico ristorante in Via Crosa, 9 nel centro di Biella, una serie di interventi di riqualificazione e ristrutturazione interni, il recupero di una cantina posta sotto al livello della strada, attraverso una scala renderanno il locale più in linea con le attuali esigenze della ristorazione. “Il nostro punto di partenza”, sintetizza lo chef Pietro Calcagno, “vuole essere il territorio e la sua conoscenza, la sua cultura enogastronomica e quindi anche la sua promozione attraverso il servizio di ristorazione e di vendita diretta di prodotti locali. tel. 389.0621845 - www.ristorantealtaitalia.it

Pizza Bastone o pizza Stella? al BABEL puoi scegliere Pizza Stella o Bastone, scelte di forma e di gusto accompagnate alle birre artigianali come la nostra DUEL preparata a Candelo in esclusiva per noi da gustare alla domenica sera dopo la partita (e se vuoi si può abbinare al risultato con un facile gioco di parole) in un locale tipico nella piazza del Ricetto. Via S. M. Pozzo, 4 Candelo tel. 015 0151885 377 7074259 info@babel-babel.it

Il cioccolato spalmabile di COLLE La qualità fa sempre la differenza, è per questo che la cioccolateria artigianale Colle propone ai propri clienti prodotti di alta qualità, tra i quali la Spalmabile al latte e gianduia fondente, con la particolarità di essere fatti con prodotti genuini e, non meno importante, senza l’aggiunta di grassi. Per chi ancora non ci conosce o non conosce i nostri prodotti, venga a trovarci nel nostro negoziolaboratorio, saremo lieti di offrirvi una dolce degustazione. Piazza Fiume 2, Biella - 015 23532 - www.collecioccolato.it

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IMPRENdITORI

Il palasport è targato Bonprix

L’azienda di Valdengo diventa lo sponsor della struttura sportiva di via Pajetta di Francesca Fossati, fotografie di Fabrizio Lava

Grazie all’accordo triennale firmato tra il Comune di Biella, la società sportiva La Marmora e Bonprix le tariffe per l’affitto del palasport scendono del dieci per cento. Chiamatelo pure PalaBonprix, anche se ufficialmente rimarrà il palazzetto dello sport di Biella. L’accordo triennale siglato tra il Comune di Biella (il proprietario), la società sportiva La Marmora (il gestore) e il gruppo Bonprix (lo sponsor), però, è così importante per il futuro del palasport di via Pajetta da ispirare il nuovo nome che include quello dello sponsor. L’importo preciso dell’investimento dell’azienda di Valdengo che fa parte del Gruppo Otto di Amburgo resta segreto, per volontà di Bonprix Italia, ma supera i centomila euro. Servirà a ridurre del dieci per cento le tariffe di affitto della struttura applicate ad altre società spor-

tive e associazioni per gli allenamenti e i tornei. «Nell’ambito della nostra politica di valorizzazione e di supporto del territorio biellese abbiamo deciso di sostenere il palasport perché è una struttura importante usata da tanti biellesi di tutte le età -afferma Stephan Elsner, direttore generale di Bonprix Italia-. Con questo accordo, che ci vede presenti con loghi e cartellonistica, si chiude un cerchio: dieci anni fa fu proprio al palasport di via Pajetta che vidi per la prima volta giocare la Pallacanestro Biella, società che poi abbiamo deciso di sostenere. Mi appassionò l’entusiasmo dei tifosi che faceva “scoppiare” il piccolo palazzo dello sport. Ora, rimanendo comunque al fianco di Pallacanestro Biella, seppure con una sponsorizzazione ridotta, vogliamo dedicare attenzione anche agli sport meno blasonati ma comunque importanti per far crescere i giovani, grazie all’impegno di società come la Ginnastica La Marmora».

Da sinistra: Anna Miglietta, Dino Gentile, Franco Ruffa, 22 Stephan Elsner, Paola Buzzo e Alfredo Caneparo


Stephan Elsner, Direttore generale di Bonprix Italia

La band aziendale di Bonprix, dove suona anche Elsner

Per Franco Ruffa, presidente della società La Marmora che dal 2012 gestisce il palasport frequentato anche al sabato e alla domenica per l’attività agonistica e aperto anche a eventi e a concerti, questa collaborazione è una grande opportunità: «Ci permette di praticare ulteriori sconti sui costi di fruizione della struttura che già sono molto contenuti. In questo momento di difficoltà economica sia per le società sia per le famiglie si tratta di un prezioso contributo materiale ma anche morale, di una vitale iniezione di ottimismo». 23

E per il Comune di Biella, che ha fatto da tramite tra gli altri attori dell’accordo, si tratta di certo di una soluzione ottimale perché da solo, senza l’aiuto di sponsor, non riuscirebbe a gestire il palasport né tutti gli altri impianti sportivi di cui è proprietario. «Chi investe nello sport fa qualcosa di utile anche a livello sociale -commenta il sindaco Dino Gentile-. Bonprix ha fatto una scelta importante, come quella, che è anche una sfida, di operare nella capitale della lana nel settore nell’abbigliamento come leader nella vendita per corrispondenza e su Internet». Dal 1997 la Bonprix di Valdengo è cresciuta: i dipendenti sono passati da 7 agli attuali 370, ai quali l’azienda offre molti servizi di supporto (dalla lavanderia alla consegna del pane, dal fattorino che va in posta a pagare le bollette al campus estivo per i figli). E il tradizionale catalogo cartaceo per la vendita a distanza di abbigliamento e di tessuti per la casa è stato affiancato dall’e-commerce che è in continua crescita e Bonprix attrae sempre più l’attenzione dei clienti già abituati a fare acquisti sui siti Internet di concorrenti più grandi quali Amazon e Zalando.


IN CAMPO

novembre rossoblù

Il cammino in LegaDue Gold: rivali, ex e precedenti di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti

6ª giornata, domenica 3 novembre

7ª giornata, domenica 10 novembre

Biella Forum, ore 18.00

Pala San Filippo di Brescia, ore 18.00

Gli ex

Gli ex

Centrale del Latte Brescia - Angelico Biella

Angelico Biella - Fmc Ferentino

Luca Garri (a Biella nel 2005/2006 e dal 2008 al 2010) La data: 26 settembre 2001 L’attuale allenatore di Ferentino Franco Gramenzi torna sulla panchina di Teramo, allora in B1, con una vittoria 100-73 in Coppa di Lega su Atri. Al suo fianco l’assistant coach che aveva fortemente voluto con sé, strappandolo alla A2 femminile e agli studi di lettere classiche a Roma: Massimo Cancellieri.

Gino Cuccarolo (a Biella nel 2011) Fabio Di Bella (a Biella dal 2002 al 2005) Eric Lombardi (a Brescia nel 2012/2013) La data: 6 ottobre 1991 Il diciassettenne Nicola Minessi colleziona la prima delle sue sette presenze in panchina della stagione nella Telemarket Brescia di serie A2, squadra nel cui settore giovanile è cresciuto. La partita è quella contro la Sidis Reggio Emilia: Brescia vinse 94-80.

8ª giornata, domenica 17 novembre Angelico Biella - Novipiù Casale Biella Forum, ore 18.00

Gli ex

Simone Berti (a Casale nel 2011/2012) La data: 30 dicembre 2011 È il giorno del primo derby tra Biella e Casale in serie A1: si è disputato in Monferrato e la squadra di casa, allenata dal grande ex Marco Crespi, vince 77-70 con 10 punti dell’altro ex rossoblù Matteo Malaventura. Al ritorno Biella si riscatta e con un 87-78 (Coleman 18) sancisce la retrocessione dei casalesi.

Eric Lombardi

Simone Berti

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Esultanza della panchina con in primo piano coach Fabio Corbani

9ª giornata, domenica 24 novembre

10ª giornata, domenica 1 dicembre

Palasport di Barcellona Pozzo di Gotto, ore 18.00

Palatriccoli di Jesi, ore 18.00

Gli ex

Gli ex

nessuno La data: 6 giugno 1998 A Viterbo si gioca lo spareggio per il terzo posto della serie B1, che darà diritto al ripescaggio in A2 (anche se, il giorno della partita, era tutto ufficioso). L’Ing Biella di Federico Danna batte Barcellona (e Matteo Soragna) 81-78: in doppia cifra Muzio, Zamberlan, Minessi e un monumentale Losavio.

nessuno La data: 5 dicembre 2004 Al PalaScatola l’allora Lauretana di Alessandro Ramagli ospita la Sicc Jesi, che esce sconfitta 87-76. È la partita dell’espulsione di Goran Jurak, che scaglia dalla rabbia una scarpa in campo e si merita una delle più storiche bordate di fischi nella storia della tifoseria biellese. Odio diventato amore pochi anni dopo.

Sigma Barcellona - Angelico Biella

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Fileni Jesi - Angelico Biella


A SCUOlA

Biella Studi

Un ambiente internazionale per bambini e adulti di Francesca Fossati, fotografie di Stefano Lanza

Dal doposcuola alle lingue straniere: in tre anni l’associazione è diventata un punto di appoggio per le famiglie. Si respira un’aria internazionale nella sede dell’associazione Biella Studi, al primo piano della ludoteca cittadina in via Dorzano. Lezioni, campus estivi, seminari e laboratori in lingua, come quelli di teatro e di cucina, sono le attività per i bambini e per i ragazzi proposti dall’associazione creata tre anni fa. Associazione che è formata perlopiù da docenti ed ex docenti delle scuole del Biellese affiancati da insegnanti madrelingua, da alcuni genitori e dagli studenti degli ultimi anni delle superiori coinvolti nell’organizzazione di «Biellashire», il campus estivo internazionale. «In città mancava un clima cosmopolita dedicato ai bambini e ai ragazzi -afferma Daniela Francese, la presidente di Biella Studi-. Ecco perché proponiamo il campus e gli incontri con ragazzi stranieri. Grazie ai contatti con alcune università, come Malta, Dublino e Cork, nel campus ospitiamo alcuni insegnanti madrelingua che si aggiungono a quelli che durante l’anno tengono i corsi di inglese, spagnolo, francese, tedesco e russo». Biella Studi ha però anche un’altra importante finalità: «Offrire alle famiglie servizi di qualità, come il doposcuola, a costi contenuti -dice Elisa Palmieri, componente del direttivo e docente-. Andiamo a prendere i bambini a scuola, diamo loro il pranzo e, al pomeriggio, li aiutiamo a fare i compiti, seguendoli a piccoli gruppi e proponen-

do anche lezioni di potenziamento linguistico. Alle scuole invece offriamo il corso di teatro in inglese: un’opportunità per parlare la lingua divertendosi». Ai corsi i bambini possono partecipare fin dai tre anni di età, un’età ottimale per iniziare ad avere dimestichezza con le lingue straniere. I ragazzi più grandi possono ottenere le certificazioni linguistiche riconosciute a livello internazionale e, attraverso il Master dei talenti avviato nei licei scientifico e classico, cinque di loro possono andare a lavorare all’estero per tre mesi, in enti e istituzioni che più sposano i loro interessi. Le attività di Biella Studi (www.biellastudi. it) si rivolgono anche agli adulti: corsi si lingue, di tecniche di memorizzazione, di public speaking per allenarsi a parlare in pubblico e di coaching (una tecnica per imparare a comunicare con i figli, a scoprire i loro talenti e a supportare le loro scelte), soggiorni all’estero e week-end a Oropa con seminari in inglese.

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MOTORI

La famiglia Campagnolo lascia il segno Da quarant’anni tutto ciò che ruota intorno all’auto. E ora anche alla moto. di Francesca Fossati, fotografie Andrea Tonella archivio Carrozzeria Campagnolo

La Carrozzeria Campagnolo è in continua evoluzione. Dalle riparazioni alle manutenzioni, dal cambio gomme all’autolavaggio, in officina il servizio è completo. «Leave your S»: lascia il tuo segno, la tua scia, come quella di una moto sulla strada, di uno snowboard sulla neve o di un surf nel mare. È il nuovo spazio che la Carrozzeria Campagnolo di Biella, specializzata in tutte le attività che ruotano intorno all’automobile, ha dedicato alle motociclette: un’officina per la riparazione, la manutenzione e la personalizzazione, ma anche un luogo di incontro per tutti gli amanti delle due ruote. Così continua a rinnovarsi l’azienda che quest’anno festeggia le sue 40 primavere: era il 1973 quando Ferruccio Campagnolo la fondò per poi farla crescere grazie all’aiuto del figlio Andrea. Negli ultimi quindici anni all’attività del carrozziere si sono aggiunte quelle del meccanico, dell’elettrauto e del gommista. E la Carrozzeria Campagnolo è diventata anche un autolavaggio, un autonoleggio, un centro per i cristalli e per riparare i bolli lasciati dalla grandine. L’ampliamento e l’evoluzione dei servizi offerti, dovuti all’intuizione di seguire gli stimoli dati del mercato, hanno contribuito a far radicare sempre più l’azienda nel territorio.

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Dal 15 novembre, in tutta la provincia di Biella, scatta l’obbligo del montaggio delle gomme invernali. «Il cambio delle gomme è decisamente l’operazione più comune di questo periodo -afferma Andrea Campagnolo-. Sono tanti, e sempre di più, i clienti che si affidano a noi lasciando anche le gomme in deposito nel nostro magazzino». La Carrozzeria Campagnolo è a Biella, in Strada di Ponente (ingresso da via Vercellone / via Mongilardi) tel. 015.402303.


lA MOSTRA

Ri-nascere

nascita e rinascita tra arte antica e contemporanea di Francesca Fossati, fotografie archivio Museo del Territorio Biellese Al Museo del Territorio Biellese s’inaugura il 23 novembre alle 18 la mostra con opere che esprimono i temi della nascita, della morte e della rinascita che hanno caratterizzato tutta la storia dell’umanità: da quelle antiche provenienti dal museo del santuario di Oropa a quelle di artisti contemporanei come Gilberto Zorio, Mimmo Paladino e Lawrence Carroll. La nascita è rappresentata dagli specchi luminosi dell’artista americano David Simpson le cui superfici mutevoli e provvisorie rimandano all’idea di Dio come luce inafferrabile, dalla tela bucata di Lucio Fontana che permette di guardare oltre, un infinito a cui ciascuno è chiamato, o da alcune Natività antiche. La morte trova espressione nella croce: quella di Kengiro Azuma che simbolicamente abbraccia il mondo, quella di Pietro Coletta, in cui un filo di rame si libera dalle viscere della terra come per salire verso il cielo, o quella di Mimmo Paladino che riflette sul tema tradizionale del Christus patiens. La rinascita sta nel lavoro dell’artista di origine australiana Lawrence Carrol, presente alla Biennale di Venezia 2013 nel neonato padiglione della Santa Sede, che propone l’idea di una seconda vita per i materiali scartati e gettati. Molte delle opere esposte provengono dal museo di Oropa, soprattutto quelle antiche che si collocano tra i secoli XIV e XVIII, altre appartengono alle collezioni del Museo del Territorio Biellese, a gallerie d’arte, a collezioni personali private o agli artisti stessi: i curatori della mostra, Andrea Dall’Asta e Irene Finiguerra, le hanno selezionate per dare al pubblico alcuni spunti di riflessione e suggestioni sul binomio nascere-rinascere. Il segno della stella di

Gilberto Zorio, che simboleggia la luce e la vita, è invece un lavoro «site-specific» creato appositamente per una parete interna del chiostro rinascimentale. La mostra è suddivisa in tre sezioni: arte sacra antica con opere quali una Madonna con Bambino del Francia e una Crocefissione del Lanino, oltre a rari e preziosi ostensori e reliquiari; arte sacra contemporanea con le opere di artisti quali Azuma, Carroll, Casorati, Coletta, Fallini, Fontana, Marchelli, Mondazzi, Nagasawa, Paladino, Rouault, Simpson e Zorio; giovani artisti a confronto con il tema della rinascita come Arecco, Gatti, La Rosa, Novello e Zanardi. La mostra Ri-nascere è organizzata dall’assessorato alla Cultura della Città di Biella, dal Museo del Territorio Biellese e dalla Fondazione Crb. Orari di apertura, dal 24 novembre 2013 al 26 gennaio 2014: da giovedì a domenica: 10-12,30 e 14-18,30. Chiuso il 25 dicembre. Aperto il 26 dicembre, il 1 e il 6 gennaio dalle 14 alle 18,30. Per informazioni telefonare al numero: 0152529345.

sopra: Lucio Fontana, Concetto spaziale a sinistra: Mimmmo Paladino - Crocifissione 30


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