N. 22 - NOVEMBRE 2015
Adesso voltiamo pagina
BIELLAIN: I MIGLIORI SAPORI DI BIELLA
CRISTIANO CASTALDI, TUTTO CASE E PALAZZETTO
LINA, LA NONNA DEI TIFOSI
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Un nuovo anno in famiglia. CAMPIONATO ITALIANO DI PALLACANESTRO SERIE A2 STAGIONE 2015/2016
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Hanno collaborato alla realizzazione del N°22 novembre 2015: Giampiero Canneddu, Francesca Fossati, Stefania Zorio, Niccolò Bosio, Luca Rosia, Silvia Marchionatti e Luca De Gasperin
In copertina: Jazzmarr Ferguson durante la sfida contro Barcellona, fotografia di Stefano Ceretti fotografo Ufficiale Pallacanestro Biella
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IL PUNTO
La terapia del lavoro
L’avvio difficile dell’Angelico e il modo per uscirne di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti
Le cifre delle prime quattro partite sono spietate. Ma con il tempo e l’impegno c’è speranza: servono tranquillità, applicazione (e anche una scintilla). Centosessanta minuti giocati, zero punti, zero vittorie, quarto peggior attacco della serie A2 Ovest (ma il terzo peggiore è quello di Casale che ha tre successi su quattro), seconda peggior differenza canestri, 13’04’’ passati in vantaggio, meno del 10% del totale dei minuti giocati: le cifre dell’avvio di stagione dell’Angelico Biella sono senza pietà, così come quel penultimo posto in classifica dopo quattro giornate che suona così allarmante soprattutto tra i fans. E in una squadra che probabilmente già sta patendo la pressione oltremodo, certi numeri non aiutano ad alleggerire la testa. Eppure è presto per gettare qualsiasi spugna o pensare da disfattisti. La squadra è nuova, giovane e piena di caratteri differenti da mettere insieme. Già, perché a volte, guardando le partite, sembra che l’equilibrio tra le varie personalità sia ancora da trovare: fu più facile l’anno passato, un po’ perché l’ambiente scoppiava di fiducia, un po’ perché Alan Voskuil e B.J. Raymond nascondevano
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bene qualsiasi difetto di crescita del resto della squadra caricandosi sulle spalle il peso soprattutto dell’attacco. Oggi non è ancora così. Grande, La Torre, De Vico devono essere subito pronti, e tutti con responsabilità diverse rispetto alla loro storia, perché Ferguson e Jones non sono ancora i cerotti che coprono ogni ferita. E se Jones ha giocato bene una partita, benino un’altra e
Marcel Jones e, nella foto piccola, Jazzmarr Ferguson
Andrea La Torre in palleggio. Nella foto piccola Alessandro Grande
malissimo due, e se Ferguson ha alternato canestri di classe a forzature sanguinose (a Latina tripla del -1 in transizione affrettata e stoppata e sul ribaltamento tripla del +7 di Pastore), vuol dire che quell’equilibrio manca ancora. E Infante e Pierich non possono ancora fare i pilastri “di sicurezza” quando ai più giovani manca un po’ di continuità: manca così spesso che sono costretti a lungo con la “faccia al vento”.
Che cos’altro manca? La giocata che infiamma, il colpaccio che dà morale a chi lo fa ma anche al resto della squadra: il tiro ignorante, la schiacciatona, la stoppata che finisce con un contropiede vincente dieci secondi dopo. Manca la scintilla. E anche la miglior legna da ardere resta spenta e non scalda nessuno, se non c’è quella scintilla che la trasforma in fuoco. E le soluzioni? La scintilla non la si allena. Capita, o meglio la si fa capitare con la mentalità giusta. E poi manca un po’ di tranquillità: la caccia alle streghe o al giocatore da tagliare fa bene soprattutto ai procuratori che cercano una casa nuova ai loro assistiti. Il dito puntato verso coach o general manager è un assist formidabile all’ansia. Sanno loro, meglio di chiunque, che cosa non sta funzionando. E, c’è da starne certi, lavoreranno ogni santo giorno per farlo funzionare. A nessuno piace perdere. E nemmeno continuare a farlo. Quella classifica che a un tifoso mette panico, a un giocatore o a un allenatore mette rabbia. «Questi ragazzi meriterebbero una soddisfazione» ha detto nel dopogara di Latina il team manager Nicola Minessi, uno che in carriera ne ha viste davvero tante. «L’unico modo per provare a conquistarsela è continuare con il lavoro». E allora, come amava dire Federico Danna in una sua rubrica su un giornale locale, “su le maniche e pedalare”, perché non c’è un’altra via d’uscita. 6
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LA STATISTICA
L’ultima con quattro ko? Finì ai playoff L’Angelico eguaglia la peggior partenza di sempre. Ma allora finì bene di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti
È stata il 2002-2003 l’ultima (e unica) stagione in cui i rossoblù hanno perso le prime quattro partite. Ma fu un’annata storica perché portò l’allora Lauretana per la prima volta alla post-season. Ecco la storia degli avvii di stagione biellesi.
Una rondine non fa primavera, dice un antico adagio. E una nevicata precoce non fa inverno bianco, replicherebbero gli appassionati di sci. Storia e statistiche alla mano, le prime quattro partite di una stagione non sono sempre un termometro fedele di come andrà a finire. Buono a sapersi, visto che la partenza 2015-2016 è la peggiore di sempre della vita rossoblù tra A2 e A1, ex aequo però con il 2002-2003, con l’allora Lauretana di Alessandro Ramagli che guarda caso poi finì ai playoff per la prima volta nella sua storia. D’altro canto il girone d’andata del 2007-2008 fu pressoché impeccabile, con la squadra al secondo posto al giro di boa. E poi quella squadra mancò perfino l’accesso ai playoff. Allora ripercorriamo gli avvii di stagione rossoblù in rigoroso ordine cronologico. Il 1998-1999, l’anno dell’esordio, partì con il successo in Coppa Italia contro la Benetton scudettata. Ma nelle prime quattro di campionato il PalaScatola di via Pajetta fu terra di conquista: due sconfitte interne e un successo a Ragusa, alla terza, per portare il record a una vittoria su quattro. Nel 1999-2000 si cominciò con due sconfitte, poi pareggiate da due vittorie. Entrambe le squadre, con Federico Danna al timone, terminarono la stagione ai playoff. Nel 2000-2001, il campionato del trenta e lode, alla quarta di campionato arrivò la prima sconfitta, sul terreno di Napoli. Ma nelle prime dieci giornate fu anche l’unica. E a fine anno fu trionfo per Marco Crespi e i suoi. La prima delle dodici stagioni in serie A, il 2001-2002, cominciò all’insegna dell’effetto-PalaScatola: due vinte contro Udine e For-
La grinta di Luca Infante e, nella foto piccola, un sottomano di Niccolò De Vico
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Un tiro di Simone Pierich, nella foto piccola la carica di Diego Banti dopo un canestro
titudo Bologna, due perse fuori casa. Il 2002-2003 fu un’annata storica, con l’allora Lauretana Biella qualificata per la prima volta ai playoff. Ma l’avvio fu devastante: quattro perse nelle prime quattro giornate, e serie nera che si arrestò solo alla sesta, con il successo a Udine. Dopo otto giornate il record era 1/7, dopo dieci era 2/8. La società ebbe pazienza, il pubblico anche. E Alessandro Ramagli portò i rossoblù alla post-season. Il 2003-2004 cominciò di nuovo a rilento: 3 sconfitte subito e primo piccolo riscatto alla quarta a Reggio Calabria. Fu salvezza senza playoff, con il primo taglio della storia, quello di Jason Keep per DeMarco Johnson. Nel 2004-2005 la salvezza arrivò all’ultimissima partita, nonostante una sconfitta a Bologna. E questo nonostante un inizio normale: 2 vinte e 2 perse. Accadde lo stesso nel 2005-2006, ma la squadra di Sefolosha e Damon Williams ai playoff ci andò con autorità. Accadde anche nel 2006-2007, quando la Virtus Bologna ebbe bisogno di una gara-5 per passare il turno ai quarti. E la partenza fu sempre con due vittorie su quattro. Il 2007-2008 fu il miglior girone di andata rossoblù di sempre: 11 vinte e 6 perse, due delle quali nelle prime quattro giornate. Ma un ritorno da tredici sconfitte fece scivolare la squadra dal secondo posto al dodicesimo. E addio playoff. Nel 2008-2009 accadde il miracolo: Biella in semifinale, fermata solo da Milano. Ma la partenza fu meno che normale: subito tre sconfitte, primo successo alla quarta ad Avellino, all’ottava record di 2/6. Nel 2009-2010 invece si sudò fino all’ultimo per conquistare la salvezza: alla quarta giornata tre vittorie e una sconfitta, alla quinta 4/1, alla decima 6/4. Da lì alla fine le vittorie furono solo quattro, compreso lo spareggio dell’ultima con Ferrara. Nel 2010-2011 fu un successo con Brindisi alla penultima
a valere la salvezza: dopo quattro giornate, il record era 2/2. Nel 2011-2012 invece si soffrì molto meno, anche se la partenza fu identica: due successi e due ko. Nel 2012-2013, anno della retrocessione, fu una sola la vittoria dopo quattro giornate, in casa con Caserta in un match in cui Robinson sembrò imbattibile, salendo oltre 40 di valutazione. Finì tagliato. Nelle due passate stagioni in A2, quella del ritorno nella categoria il 2013-2014 partì con la sconfitta in casa con Veroli: cinque successi di fila (derby con Torino incluso) bastarono a far cambiare idea ai più scettici. E l’anno scorso le prime tre vittorie iniziarono una serie positiva che finì a Trieste, alla quarta giornata. Ma la squadra finì in calando rispetto all’avvio.
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LA STORIA
Lina, la nonna dei tifosi
A 87 anni abbonata all’Angelico. Nel nome del figlio di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti
La passione per la pallacanestro è diventata di famiglia grazie a Massimo, fedelissimo dei “Dannati”, scomparso nel 2007. Allora come ora la madre non ha mai smesso di seguire le partite. E ora lo fa con i bis-nipoti (che giocano a minibasket). Ci sono molti modi per innamorarsi di Pallacanestro Biella: una partita vista per caso, i ricordi del minibasket giocato da piccoli, essere amico dell’amico del general manager, avere fame e sete di sport ad alto livello e trovarlo al Forum. E non esiste un’età giusta per farlo. Nonna Lina ha 87 anni, conserva nel borsellino una delle quasi 1500 tessere di abbonamento alla stagione 2015/2016 e ogni due settimane varca i cancelli della tribuna blu, lato più vicino possibile alla curva, insieme al figlio e ai bis-nipoti, contagiati dalla sua passione, per fare il tifo. Basterebbero questo pochi dettagli a farne una storia degna di essere raccontata. Ma sarebbe nulla, senza scoprire come sia nato l’amore per i colori rossoblù e come questo piccolo rituale sportivo sia diventato il modo per ricordare il figlio scomparso. Cominciamo dall’inizio. Lina rimase vedova poco più che ventenne, con il primo figlio ancora in fasce. Si risposò e dalle seconde nozze nacque Massimo. Era l’inizio degli anni Sessanta. Tanti anni dopo, quando era ormai adulto, crebbe in lui una nuova passione, quella per il basket e per i colori rossoblù. Il gruppo più caldo dei tifosi di Pallacanestro Biella, i Dannati, diventò come una seconda famiglia. Erano anni felici per la favola del basket in città. E non fu difficile, per Massimo, coinvolgere anche la madre, «da sempre appassionata di sport, compresa la Formula Uno» ricorda Silvia, la nipote. In quegli anni gli abbonamenti stagionali erano due, per garantirsi un posto nel vecchio palazzetto di via Pajetta. «Mentre
Nonna Lina con il figlio Massimo
11 in una vecchia foto al PalaScatola
zio Massimo stava in curva» dice Silvia, «nonna si sedeva sempre in tribuna, ma vicino alla curva, o meglio dietro alla panchina per salutare i giocatori, che ormai la riconoscevano». Partita dopo partita, la passione cresceva. Ma la gioia, purtroppo, non era destinata a durare a lungo. Nell’ottobre del 2007, la vita di Massimo si è spenta. Il suo fisico, minato da un morbo di Hodgkin contratto all’età di vent’anni, cedette. «Perfino nei momenti difficili, zio Massimo non ha mai perso il buon umore e la positività» ricorda Silvia. «Per questo sapeva farsi ben volere da tutti, nonostante un passato difficile. E la nonna gli è sempre stata vicino». Anche in quel momento, quello della morte. Da allora a oggi, otto anni dopo, nonna Lina si mette in fila, ogni estate, per rinnovare il suo abbonamento. Nelle prime stagioni si sedeva vicino agli amici più stretti di Massimo. Oggi l’accompagna Giuliano, il figlio primogenito, in un rituale sportivo che è anche un modo per ricordare una persona cara che non c’è più. E siccome la passione è contagiosa, al gruppetto si sono aggiunti i due bisnipoti, i figli di Silvia. «Hanno cominciato a ricevere la copia di Time Out dalla nonna» spiega. «Dall’anno scorso sono iscritti al minibasket e sono orgogliosi della maglia rossoblù e del biglietto speciale per seguire la partita al palazzetto». Tre generazioni presenti sugli spalti, bisnonna, nonno e nipotini, che a volte diventano quattro quando si aggiunge anche il papà dei due giovani cestisti. Manca solo Silvia, che però segue da lontano e in casa ha trovato un posto per la collezione completa di Time Out di cui i figli vanno fieri: «Racconto questa storia, nella sua semplicità, perché per me è bello ricordare e doveroso ringraziare gli amici di mio zio che non hanno mollato mai e la famiglia allargata che Pallacanestro Biella ha saputo creare».
BUONA TAVOLA
I migliori sapori di Biella
Così i nostri prodotti di qualità raggiungono il mondo di R.T, fotografie d’archivio
Grazie all’idea di Alberto Zambito, appassionato di cucina e di prodotti gastronomici di qualità, le specialità biellesi artigianali trovano uno sbocco fuori provincia e all’estero.
Sono i sapori biellesi i protagonisti indiscussi della linea di prodotti selezionati da Alberto Zambito, 37 anni, titolare di «Biella s.a.s.», la società che egli stesso ha costituito a marzo con l’intento di valorizzare e di esportare i prodotti di qualità del territorio. Biscotti, dolci, confetture, cioccolato, riso, salumi e formaggi ricercati con una particolare attenzione agli ingredienti usati e al processo di produzione delle piccole aziende dalle quali la società si rifornisce. «Ad esempio, abbiamo selezionato una crema da spalmare prodotta con soltanto tre ingredienti: nocciole, zucchero e cacao – dice Zambito – e una confettura extra di prugne prodotta con prugne e zucchero di canna. Stiamo anche cercando di reinterpretare uno storico prodotto biellese per proporlo con una qualità superiore». Com’è nata l’idea di creare una ditta ad hoc per esportare i prodotti biellesi? «Ho un’innata passione per il buon cibo e ho sempre cercato prodotti di qualità – dice il titolare –. Viaggiando all’estero per piacere mi è capitato di portare ad amici alcuni prodotti biellesi, ad esempio i panettoni. Notando i loro entusiastici apprezzamenti, ho pensato che avrei potuto fare qualcosa per far conoscere a più persone nel mondo le specialità d’eccellenza del territorio». Tra i «pezzi forti» ci sono due presidi Slow Food: il formaggio Ma-
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cagn, ottenuto dalla lavorazione del latte di vacca appena munto, e la Paletta biellese, un insaccato prodotto in particolare a Coggiola il cui nome deriva dalla conformazione a paletta dell’osso della scapola del maiale sul quale si appoggia il muscolo della spalla. Per chi ama i dolci, oltre ai classici biscotti biellesi (paste di meliga, torcetti al burro e canestrelli), ci sono le raffinate praline prodotte in un laboratorio cittadino che usa ingredienti scelti, come le nocciole del Piemonte, ma anche il Ratafià, il liquore biellese alla ciliegia. I prodotti proposti da «Biella s.a.s.» sono un’ottima idea non solo per rifornire la propria dispensa di sapori locali, ma anche per i regali natalizi. La vendita è online, sul sito Internet www.biellain.com, e con un ordine minimo di 65 euro la spedizione è gratuita, ma le aziende in cerca di cestini e confezioni natalizie da regalare ai propri clienti, personalizzandoli con l’inserimento di un messaggio o di un dépliant sulla propria attività, possono rivolgersi direttamente all’ufficio in via Volpi 6, a Biella. Per chi volesse provare alcuni prodotti senza accedere a Internet, al bar Glamour di Biella c’è uno scaffale targato «Biella s.a.s.». Riguardo all’export, per ora Zambito è partito con la distribuzione in Italia e in Europa, ma sta cercando di creare una rete di vendita più ampia: «Durante questi mesi durante i quali Milano ospita l’Expo abbiamo partecipato all’iniziativa di Confartigianato ‘’Italian makers village’’ e incontrato alcuni buyer provenienti da Giappone, Russia, Stati Uniti, Colombia e Scandinavia interessati ai nostri prodotti e ai quali spediremo i campioni». Tra le iniziative ci sono quella di confezionare il riso in sacchetti realizzati con tessuti biellesi e quella di realizzare, in collaborazione con l’Atl, una brochure con la storia del Biellese e le sue bellezze artistiche, naturali e paesaggistiche nella quale le aziende che lo vorranno potranno avere visibilità. «La brochure, insieme a una cartolina storica di Biella con una fotografia dell’archivio della Fondazione Crb, sarà inserita in tutti i pacchi preparati da noi», annuncia Zambito sottolineando il suo attaccamento al territorio. Con lui lavorano due collaboratrici, entrambe di nome Giulia: una laureata all’Accademia delle Belle Arti che si occupa dell’immagine grafica dell’azienda e una laureata in lingue che si dedica alle traduzioni e ai rapporti con l’estero. 13
«Biella s.a.s.» è anche un blog di ricette preparate con i prodotti in vendita, come il risotto alla zucca con scaglie di cioccolato o i macarons al cioccolato biondo. Tutte le ricette si possono leggere e «rubare» visitando la sezione «Newsblog» del sito Internet. Per informazioni: Biella s.a.s. di Zambito Alberto & C. via Pietro Volpi 6, Biella - tel. +39 01523635 info@biellain.com - www.biellain.com
IL PERSONAGGIO
Castaldi, tutto case e palazzetto Il leader di IDW Italia e la sua passione (tardiva) per il basket di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti
Dallo showroom di arredamento di Chiavazza (con clienti anche a Dubai e in Nigeria) al consiglio di amministrazione di Pallacanestro Biella: «Le mie prime partite, nel Forum che sembrava l’arena dei gladiatori».
Si occupa di design e arredamento, si definisce “antisportivo” ma dal 2009 (e sempre di più nel corso degli anni) la pallacanestro è diventata una delle sue passioni, ovviamente grazie all’Angelico Biella. Eppure, prima di essere convinto dall’allora direttore marketing Marco Aloi a diventare non solo fornitore occasionale ma anche sponsor, Cristiano Castaldi non aveva mai visto una partita di basket. Il creatore di IDW Italia, sede a Chiavazza ma clienti anche a Dubai e in Nigeria, oggi è parte della compagine societaria che guida il team rossoblù, «un gruppo di amici prima ancora che di soci» sottolinea. «Riuniamo molto spesso il consiglio di amministrazione, forse più del necessario. Ma lo facciamo perché ci piace stare insieme: più che sedute ufficiali sono incontri dove si chiacchiera e si scambiano idee». Lo spazio espositivo di via Milano a Chiavazza fino al novembre del 2014 ospitava il marchio Righetti. «Lì ho lavorato per trent’anni, occupandomi del negozio, della progettazione, dei software e di tutto quello che riguardava il servizio ai clienti» spiega Castaldi. «Poi le nostre strade si sono divise. Io, e buona parte dello staff che prima lavorava per la vecchia azienda, siamo ancora nello stesso stabile, rimesso a nuovo». È nuovo anche il marchio: IDW Italia sta per “Italian Design in the World”. «Chi arriva qui non sta cercando solo un mobile o un preventivo» prosegue Cristiano Castaldi «ma qualcosa di più: un’idea, una consulenza, un suggerimento che vada al di là della semplice cucina o dell’accessorio.
L’Angelico Biella era ospite all’inaugurazione dello showroom di via Milano di IDW Italia. Nella foto piccola Cristiano Castaldi con Voskuil
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Gli arredamenti allestiti nella sede di IDW Italia a Chiavazza
Abbiamo professionisti a disposizione in tutti i campi, dagli architetti agli imbianchini, in grado di seguire i clienti dai primissimi passi, come una casa nuova tutta da ristrutturare, fino al lavoro terminato». E poi c’è quella “W” che sta per “world”, il mondo. «Per noi l’estero è molto importante. E all’estero dire Italia e design italiano apre ancora tutte le porte, perché la considerazione delle nostre capacità e del nostro genio è altissima». Così a Cristiano Castaldi è successo di ripensare ad arredamenti completi per case di lusso a Dubai e in Nigeria. «Ne esistono di bellissime, ma magari con scarsa cura nei dettagli, o con cucine e bagni non all’altezza. Noi possiamo dare quella marcia in più». Tra tutti questi impegni, tra Chiavazza e luoghi lontanissimi ed esotici, la pallacanestro è un po’ un passatempo e un po’ una passione. «È l’unico tipo di società che non nasce per dare utili» scherza Castaldi. Ma tra entusiasmo e passione spunta una valenza che non sempre viene sottolineata a sufficienza: «Nel dna di Pallacanestro Biella c’è anche il lavoro, più nascosto ma estremamente importante, del settore giovanile. Giocare a basket tiene i ragazzi lontani dalla strada, o meglio da altri passatempi meno sani. E con Pallacanestro Biella e i metodi di Federico Danna è davvero una scuola». Certo, il sogno di tutti è di tornare sui palcoscenici che l’Angelico calcava quando Cristiano Castaldi è entrato nel pool di sponsor, da «antisportivo» come si definisce lui stesso. «Delle prime volte al palazzetto non ricordo le avversarie né i dettagli delle partite. Ma ricordo l’atmosfera, il nostro Forum che sembrava – e sembra – un’arena che attende i gladiatori. Partita dopo partita è nata l’amicizia con il resto dello staff societario. E ho, iniziato, insieme 15
a loro, a seguire la squadra anche in trasferta». La prima? Nell’ottobre 2013 a Capo d’Orlando: «Fu un’idea di Gianni D’Adamo: il volo fino a Palermo, il trasferimento a Capo d’Orlando, il ritorno nella notte. E in mezzo una partita che vincemmo. Sembrava dover essere un anno di sofferenza. E invece quella fu la gara della svolta. Poi, una settimana dopo, vincemmo il derby con Torino e fu di nuovo entusiasmo puro». E adesso, che la squadra rinnovata fin dalle radici sta pagando un inizio difficile? «Io sono fiducioso» sottolinea Castaldi. «I problemi non sono tecnici ma emotivi. Vedo una buona squadra che ha bisogno di tempo perché i giocatori vincano la loro stessa gioventù. A quell’età ogni passo in avanti, di categoria o di responsabilità, è un cambiamento epocale. E poi mi piace tantissimo il coach. Michele Carrea ha dimostrato con il suo impegno nel sociale che, in un mondo in cui molte persone parlano e basta, lui fa».
PARTNER
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BIELLA DA VIVERE
Primi freddi, tante idee
Moda, sport, gastronomia, tempo libero per novembre
Lo stile giusto per l’autunno con le giacche ANGELICO L’outfit maschile per la nuova stagione non può fare a meno della giacca, venite a scoprire i nuovi modelli della collezione autunno-inverno di Angelico come la giacca bluette in lana armaturata o la giacca blue jeans in lana spigata. Giacche versatili, adatte sia allo stile sportivo che per le occasioni più formali. Disponibile nei negozi Angelico e Online su Angelico.it/shop Via Cavour 67, Gaglianico - tel. 015 25.47.319 - www.angelico.it
Da FUORIGIOCO le nuove divise di Pallacanestro Biella Sono finalmente disponibili, completamente rinnovate con inserti a contrasto e logo Pallacanestro Biella. Sul retro non manca la scritta noi siamo i rossoblu, per non dimenticare mai che rossoblu una volta...rossoblu per sempre! Vieni a vederle e a provarle direttamente presso il nostro punto vendita o nel corner del Forum vicino alla tribuna verde e se non trovi la tua taglia puoi prenotarla. Via Galimberti 37b, Biella - tel. 015 84.09.365
MINIBASKET, iscrizioni ancora aperte C’è ancora posto in palestra per i corsi di minibasket di Pallacanestro Biella: ragazzi e ragazze nati tra il 2004 e il 2010 sono i benvenuti al PalaBonprix di via Pajetta per una prova gratuita. Scoiattoli (anni 2007 e 2008) e pulcini (2009 e 2010) si allenano proprio al PalaBonprix il martedì e il venerdì dalle 17 alle 18. Gli aquilotti, nati nel 2005 e nel 2006, scendono sul parquet il mercoledì dalle 17 alle 18, il venerdì dalle 18 alle 19 e il sabato (solo i 2005) dalle 9,30 alle 11 alla Rivetti. Gli esordienti, classe 2004, sono impegnati lunedì dalle 18,30 alle 20, il mercoledì e il venerdì dalle 18 alle 19,30 sempre alla palestra dei Geometri. Per informazioni contattare Luca Monteleone (330.209521) o Massimo Grigatti (347.5029237). 17
BIELLA DA VIVERE
Una fiction Rai girata alla PETTINATURA ITALIANA di Vigliano A novembre Vigliano si trasformerà in un set televisivo: una troupe si trasferirà alla Pettinatura Italiana, scenario principale della fiction Rai “Luisa Spagnoli”, dedicata alla figura dell’imprenditrice umbra che, nei primi decenni del Novecento inventò prima i Baci Perugina e poi una casa di moda che ancora oggi esiste. La protagonista è Luisa Ranieri che, nei giorni di lavoro nel Biellese, sarà affiancata anche da oltre duecento comparse scelte tra Vigliano e i dintorni, dopo il casting svoltosi a fine ottobre al teatro Erios. Le riprese dureranno un paio di settimane. La fiction andrà in onda a partire dal giorno di San Valentino del 2016.
Con Haber e Boni si apre la stagione al TEATRO SOCIALE Il duetto tra Alessandro Haber e Alessio Boni, sulle parole di “Il visitatore” scritte dal drammaturgo francese Eric-Emmanuel Schmitt, apriranno l’11 novembre la stagione di “Biella in Scena”, al teatro Sociale Villani. Haber vestirà i panni di Sigmund Freud e Boni quelli di un misterioso personaggio sceso (letteralmente) dal cielo per fargli visita. Nel cartellone 20152016 spiccano, tra gli altri show, il ritorno di Stefano Accorsi in “Decamerone” e la versione teatrale di “Gli sdraiati” di Michele Serra, interpretato da Claudio Bisio. Questi due spettacoli saranno ospitati all’Odeon per ragioni di capienza. L’intero cartellone e le modalità di acquisto per biglietti e abbonamenti si trovano sul sito biella.ilcontato.it
Per Natale artigiani e sapori in FABBRICA Non il solito mercatino di Natale, ma una selezione di prodotti artigianali e gastronomici di qualità. Il 6 dicembre alla Fabbrica della ruota di Pray ci saranno tessuti fatti a mano in colori naturali, plaid in lana e sciarpe in fibra pregiata, oggetti in legno, cuoio, carta, terracotta e ceramica, libri nuovi e di antiquariato. E ancora la birra di Natale, i panettoni artigianali, le Navette di Biella, il Pan d’arbo, il miele, le marmellate, e il cioccolato. Durante la giornata ci sarà una dimostrazione della lavorazione artigianale dei cappelli a cura del Cappellificio Borione. Dalle 10 alle 18, ingresso con offerta libera (i ricavi saranno devoluti a iniziative di solidarietà sociale). Fabbrica della ruota - regione Vallefredda 1 Pray- info DocBi 015 31463
La Vostra cena aziendale nel cuore di Biella con menù personalizzato
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TRADIZIONI
Aspettando il Natale
Tra artigianato, cioccolata calda, caldarroste e vin brulè di R.T., fotografie d’archivio
Torna a Sordevolo il tradizionale appuntamento con il Mercatino degli Angeli dal 15 novembre all’ 8 dicembre. Luci, suoni e colori: un paese in festa sotto gli occhi di quattro angeli in bambù simbolo di pace, che danno il nome a un evento che l’anno passato ha portato nel cuore della Valle Elvo oltre 30 mila persone. Casette in legno e mille luci colorate. E poi ancora alberi di Natale con addobbi semplici e altri più importanti, oltre che il profumo della cioccolata calda e del vin brulè. Questo e molto altro è Sordevolo in occasione del Mercatino degli Angeli. Un evento atteso dai più piccoli quanto da mamme e papà, che regala un tuffo nel Natale prima del tempo. Gli espositori sono ospitati nelle caratteristiche 22 casette in legno o nei loro banchetti decorati con addobbi natalizi lungo le vie del paese offrendo un suggestivo spettacolo. L’evento è organizzato dall’Associazione Teatro Popolare di Sordevolo dal 2002 e negli ultimi anni ha coinvolto anche i ragazzi delle elementari e delle medie con la rassegna canora “Angeli in Coro”. Il “Palco degli Angeli” attende ogni anno nuove melodie, dolci o allegre, moderne o popolari. Il repertorio spazia dai cantautori, ai brani sacri, ai canoni, agli spirituals, ai classici. Non ci sono limiti. Passeggiando tra i banchetti e le casette si possono trovare esposti oggetti di artigianato, dolci, leccornie e molte idee regalo. C’è poi un punto ristoro dove è possibile scaldarsi e assaporare vin brulè, caldarroste e una buona tazza di cioccolata calda, magari anche con la panna, accopagnata da dolci del territorio. E giusto per non mancare, è bene già segnarsi nell’agenda le date per passare una giornata, o anche solo qualche ora in un mondo a parte: il Mercatino sarà aperto domenica 15, 22 e 29 novembre dalle 10 alle 18, ma anche domenica 5 dicembre e martedì 8 con gli stessi orari.
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Hanno scritto a proposito dell’evento: “A Sordevolo si scopre il paese delle favole aspettando il Natale. L’atmosfera di festa si respira entrando in paese, tra le vie illuminate e gli angeli, immensi, che ti danno il benvenuto. Si respira il Natale tra le casette e le bancarelle del Mercatino degli Angeli, si respira tra le vie fredde, la chiesa e l’anfiteatro. E poi sui volti sorridenti delle persone”. Per informazioni consultare il sito www.ilmercatinodegliangeli.it Andare al Mercatino degli Angeli vuole però anche dire visitare Sordevolo, con il suo Museo della Passione, le sue strade addobbate e le sue attrattive naturali. Oltre che scoprire la semplice ospitalità e cordialità dei suoi abitanti, assaporare la buona cucina dei ristoranti, e scoprire la Valle Elvo con le sue bellezze naturali e l’accoglienza che le sue strutture turistiche offrono.
SETTORE GIOVANILE
Nuove categorie, stesse ambizioni Nascono Under 18 e Under 20: Biella è già in pista di Giampiero Canneddu, fotografie di Stefano Ceretti
Le due squadre di punta nelle categorie “un anno avanti” sono guidate da Federico Danna. C’è un anno d’oro (con un terzo posto, due finali nazionali e una sfiorata) da provare a ripetere.
Fino all’anno scorso l’estate dell’esame di maturità non segnava solo l’addio alla scuola “da ragazzi”, per i giovani giocatori di Pallacanestro Biella. Era anche la fine del percorso nel vivaio, per iniziare la carriera da senior, spesso provando a conciliare la voglia di giocare ancora (se il talento e il fisico non erano quelli da “sbarco nei professionisti”) con il nuovo ciclo di studi universitari, verosimilmente lontano da Biella. Dal 2015/2016 tutto è cambiato: le categorie giovanili italiane si sono uniformate a quelle europee e da Under 19 e Under 17 si è passati a Under 20 e Under 18, con cadenza biennale anche a seguire (Under 16 e non più Under 17). La prima conseguenza? I ragazzi all’ultimo anno di Under 20 devono trovare il modo di mettere insieme impegno in squadra e nuovi impegni sui libri. Anche per questo, il Cus Torino, da quest’anno ufficialmente vivaio dell’Auxilium, ha fatto incetta di giocatori a Biella: gli ex Lorenzo Dello Iacovo, Leonardo Calabrese e Giovanni Blotto sono ora in maglia Cus, i primi due “allettati” anche con una borsa di studio. Ma nel team dei più grandi allenato da Federico Danna restano molti dei protagonisti della medaglia di bronzo alle finali nazionali di Torino 2015. Cinque di loro o sono nella rosa della prima squadra o orbitano nel gruppo che si allena con i senior: Luca Rattalino (25 punti e 13 rimbalzi nella vittoria di metà ottobre con-
Carl Wheatle e, nella foto piccola, Luca Rattalino
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Luca Pollone in palleggio
tro l’Olimpia Milano), Luca Pollone, Carl Wheatle, Sandro Mamukelashvili e Kamal Ouro Bagna. Tra i reduci dell’Under 19 2014/2015 ci sono anche Pavone, Bergamaschi, Gatti e Federico Massone, che ha iniziato la stagione ai box per colpa di un infortunio. L’Under 20 è così giovane (Mamukelashvili è del 1998, per esempio) da essere facilmente “sdoppiabile” nell’Under 18. Qui si mischiano i più esperti con gli emergenti “in uscita” dall’Under 17 dell’anno scorso, capace di raggiungere le finali nazionali in un anno record per i colori rossoblù. Ecco quindi ancora Pollone, Wheatle, Massone (che già “si sdoppiavano” l’anno scorso) insieme a Bergamaschi, Marletta, Sartore, Lai. È forse in questa categoria che, sulla carta, il team di Federico Danna – sulle cui maglie è stata riconfermata la sponsorizzazione con Banca Sella – ha le maggiori possibilità di ripetere la grandiosa stagione passata.
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Nicola Danna, al timone dell’Under 17 da finale della passata stagione, è passato all’Under 16. L’inizio del campionato è stato assai positivo: tre vittorie nelle prime tre uscite e sempre con vantaggi assai netti. La squadra si basa sull’ossatura dell’Under 15 che, sotto la guida di Andrea Monciatti, era arrivata l’anno scorso a giocarsi la fase interzona per entrare nelle migliori sedici delle finali nazionali. A proposito di Under 15, è la sola categoria ad aver conservato la medesima fascia di età. È cambiato però l’allenatore: partito verso la natìa Siena Andrea Monciatti, ecco Luca Baroni, che Carrea ha portato con sé da Casalpusterlengo. Cresciuto a pane e pallacanestro a una manciata di metri dal Campus di Codogno, la casa del vivaio lodigiano, alternerà il ruolo nel settore giovanile al sostegno alla prima squadra come analista video delle avversarie.
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RUBRICA a cura di Luca Rosia
FITNESS
L’attività fisica aiuta a prevenire Più rischio di ammalarsi se si è sedentari e sovrappeso a cura di Andrea Nascimben (Chinesiologo/master in Posturologia, Osteopata), fotografie d’archivio
Gli studi medici dimostrano un altro vantaggio nel fare movimento con regolarità. I consigli? Far lavorare il corpo con intensità sufficiente, iniziando con gradualità se non si è allenati. Oramai è la comunità scientifica mondiale, dopo centinaia di studi validati, che riconosce, senza più incertezza alcuna, che l’attività fisica, oltre ad avere un ruolo preventivo nei confronti delle malattie cardiovascolari, del diabete e dell’obesità, contrasta l’insorgenza di altre malattie, come il decadimento mentale senile o la depressione. Ma soprattutto svolge un ruolo importantissimo anche nelle patologie tumorali.
In un recentissimo studio su oltre 100mila donne seguite per 24 anni, il 31% delle morti premature totali e il 21% di quelle dovute a tumori nelle non fumatrici erano correlate al sovrappeso (mancanza di una sana alimentazione) e all’inattività fisica. L’attività fisica influenza numerose funzioni dell’organismo umano potenzialmente correlate con il rischio di tumori: in primis la funzionalità immunitaria (riparazione del Dna, eccesso di radicali liberi) deficit del sistema cardiovascolare e polmonare, scarsa motilità intestinale (con formazione di processi infiammatori cronici), alterato bilancio nutrizionale (eccesso di proteine animali, di grassi insaturi, zuccheri raffinati). L’associazione fra inattività e cancro del colon è quella più forte e meglio documentata. Gli effetti negativi della sedentarietà possono in parte spiegare la maggior frequenza del cancro del colon nelle nazioni industrializzate e nelle aree urbane. Inoltre si è constatato che l’attività fisica può avere un ruolo importante nel trattamento e nella riabilitazione dei pazienti affetti da cancro, in quanto riduce la sensazione di affaticamento, migliora l’efficienza fisica, influenza positivamente la qualità di vita, contrasta la depressione e riduce la comparsa e la progressione di eventuali altre patologie. Un adeguato programma di movimento potrebbe addirittura avere un ruolo nella prevenzione delle ricadute e nell’incremento della sopravvivenza dei pazienti oncologici anche grazie all’azione dell’esercizio fisico sul sistema immunitario. Mentre in passato i medici consigliavano generalmente il riposo alle persone con tumori maligni in stadio avanzato, si sta quindi facendo avanti la consapevolezza che il movimento può aumentare l’efficienza
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di tutti gli apparati del nostro organismo e quindi la capacità di curare o quantomeno rallentare i processi di decadimento psicofisico. Per chi ha la fortuna di non essere entrato in condizione di malattia (neoplastica, metabolica e di qualsiasi altra natura) svolgere regolare attività fisica, seguendo parallelamente una sana alimentazione, significa mantenersi alla larga da quantomeno discutibili approcci farmacologici spesso non giustificati da reale motivazione clinica di salute bensì di pratica protocollare di medicalizzazione di un’intera popolazione (soprattutto over 50). E allora che fare, in pratica, per ottenere questo beneficio preventivo? Per essere efficace l’attività deve avere intensità sufficiente a produrre una certa sudorazione e accelerazione del battito cardiaco. Quindi può essere consigliabile tenere un diario dell’attività fisica effettuata normalmente, ad esempio per una settimana, e poi “ritoccare” i tempi e le intensità di sforzo se necessario. Per quanto riguarda chi vuole iniziare, cioè per i soggetti non
allenati, è bene farlo con gradualità, ad esempio iniziando da 20 minuti di cammino al giorno (5 di cammino lento, 15 di cammino veloce), aumentando il cammino veloce di 1 minuto al giorno, fino a raggiungere in un mese 45 minuti circa al giorno. Per chi è già attivo invece sono consigliati 30 minuti di attività fisica, ad esempio cammino a passo spedito o bicicletta, oppure 10mila passi al giorno (5 chilometri circa), integrando all’attività aerobica anche quella per la tonificazione generale attraverso esercizi a corpo libero, ultimando l’appuntamento di salute con 5 minuti di detensionamento (noto come stretching) della parte posteriore di tronco, degli arti inferiori e del cingolo scapolare. Per la maggior parte delle persone, l’attività fisica non solo fa bene alla salute, ma è anche molto piacevole, specie se svolta in compagnia. E allora cominciamo fin da subito, senza ulteriori indugi. Per informazioni: Metropolitan Club - piazza Vittorio Veneto 16f Biella - tel. 015 0991578 - www.metropolitanclub.it
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BELLEZZA
Trucco permanente? Solo in mani esperte I segreti dei trattamenti che sempre più donne apprezzano di R.T., fotografie d’archivio
Jurgita Jasiunaite, titolare dell’istituto di bellezza Maison Beautè di via Italia, make up artist, risponde alle domande su trucco permanente e microblading. Che cos’è il trucco permanente? Che differenza c’è con il trucco semipermanente? Permanente e semipermanente indicano lo stesso tipo di trucco permanente, il concetto di permanenza indica un periodo di lunga durata. Il trucco permanente è come un tatuaggio ma fatto sul viso con attrezzature e colori differenti, pigmenti bioassorbibili, che vengono introdotti nel derma superficiale grazie ad un ago.
Può un tatuatore eseguire il trucco permanente o microblading? Assolutamente no. I tatuatori usano attrezzature specifiche e colori che devono rimanere per sempre sul corpo. Chi esegue un trucco permanente deve avere frequentato prima un corso di trucco, poi uno di trucco permanente base, infine un master class.
Che cos’è il microblading? Con uno strumento a forma di lama con tanti micro-aghi, si tracciano delle incisioni, introducendo il pigmento nel derma superficiale. Il metodo manuale di microblading delle sopracciglia è molto più difficile rispetto a quello tradizionale, con la macchinetta. Ma il risultato è molto più naturale.
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Verificate sempre che in studio ci siano diplomi e certificati di corsi e aggiornamenti e chiedete di vedere le fotografie dei lavori eseguiti, per vedere se vi piacciono tecnica e risultato finale. Il trucco permanente deve essere eseguito in un centro autorizzato e con attrezzature sterili e monouso. Qual è l’identikit della donna che richiede un servizio di trucco permanente o microblading? Il trucco permanente non si rivolge solo a chi ha problemi di diradamento di ciglia e sopracciglia o di ipopigmentazione delle labbra, ma può essere utilizzato anche con finalità di miglioramento estetico. Chi non vorrebbe avere sopracciglia perfette ma naturali, o una bocca delicatamente enfatizzata? Chi non desidera uno sguardo più intenso? Per chi invece non sono indicati trucco permanente e microblading? Per le donne in gravidanza, per chi è sotto trattamento di chemioterapia, per le diabetiche, per chi ha allergie a componenti di makeup o metalli pesanti, per chi assume antidepressivi, vasodilatatori o farmaci per la tiroide e per chi ha problemi di cicatrizzazione o di formazione di cheloidi. Per chi ha altre terapie medicinali in corso, prima del trattamento va consultato il medico. Il trattamento è doloroso? Dipende molto dalla soglia individuale del dolore e anche dalla mano del professionista. Solitamente, più che di male, si può parlare di lieve fastidio. Quanto dura una seduta di trucco permanente? Si inizia con un incontro di consulenza dove si decidono forma e colore, vengono spiegate le controindicazioni, cosa non fare prima del trattamento e come comportarsi dopo la seduta. In base alla 27
zona da trattare ci vogliono dalle due alle quattro ore. Trattamenti troppo rapidi sono indice di scarsa qualità. È molto importante poi ritoccare il lavoro dopo 4/6 settimane perché il colore ha bisogno di un rinforzo per durare a lungo. Quanto tempo dura il trucco permanente? Dipende da molti fattori: l’età, il potere di cicatrizzazione posttrattamento, la conformazione della cute, il potere della fagocitosi, meccanismo di pulizia interno del corpo umano da sostanze estranee, il pigmento usato, la tecnica manuale impiegata, i tempi di esposizione al sole o a lampade abbronzanti e l’assunzione di farmaci anticoagulanti o cortisonici. In media un trucco permanente dura 12 mesi in buono stato, poi ci vuole il ritocco. Ovviamente la scomparsa del pigmento è graduale. Per la totale scomparsa ci vogliono 2/5 anni. Nei soggetti con età avanzata, la scomparsa non è garantita perché la fagocitosi molto rallentata. Si può rimuovere il trucco permanente? Spero che nessuno abbia mai bisogno di rimuovere un trucco permanente eseguito male da un non professionista. Solo il medico può rimuovere un trattamento, attraverso la laser terapia e mediante il principio di fotoselettività cromatica. La rimozione necessita dalle 4 alle 10 sedute a distanza di circa 40-50 giorni l’una dall’altra e potrebbe essere relativamente dolorosa e costosa. Per il mese di novembre Maison Beautè vi offre la consulenza gratuita del trucco permanente e di microblading: non perdete l’occasione arrivare alle feste natalizie in splendida forma. Per informazioni: Maison Beauté - via Italia 16 Biella - tel. 015 0155123. Il centro è aperto da lunedì a venerdì dalle 9 alle 19, il sabato dalle 9 alle 17; Facebook: www.facebook.com/maisonbeautebiella
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IN CAMPO
Tre in casa, una di giovedì Il novembre rossoblù: c’è anche la sfida a Voskuil di Giampiero Canneddu, fotografia di Stefano Ceretti
5ª giornata, domenica 1 novembre
9ª giornata, domenica 22 novembre
Biella Forum, ore 18.00
Biella Forum, ore 18.00
Angelico Biella - Fmc Ferentino
Angelico Biella - Assigeco Casalpusterlengo
Gli ex
Gli ex
6ª giornata, domenica 8 novembre
10ª giornata, domenica 29 novembre
PalaSojourner di Rieti, ore 18.00
PalaConad di Trapani, ore 18.00
Simone Pierich (a Ferentino dal 2013 al 2015) Tommaso Raspino (a Biella dal 2005 al 2009 e dal 2012 al 2014) B. J. Raymond (a Biella nel 2014/2015) La data: 8 marzo 2015 La Fmc Ferentino perde dopo un supplementare la finale di Coppa Italia di A2, non riuscendo a succedere a Biella nell’albo d’oro. Nel ko 91-86 contro la Tezenis Verona di Ramagli, sul parquet di Rimini, 9 i punti di Simone Pierich.
Npc Rieti - Angelico Biella Gli ex
nessuno La data: 15 marzo 2009 La prima sconfitta di sempre di Pallacanestro Biella al Forum arrivò per mano dell’allora Solsonica Rieti allenata da Lino Lardo. Era la settima giornata di ritorno e la seconda uscita di sempre dei rossoblù nella loro nuova casa. Nel 73-79 finale furono 11 i punti di Pasco per i laziali e 16 quelli di Aradori per l’Angelico.
7ª giornata, giovedì 12 novembre Angelico Biella - Bcc Agropoli
Michele Carrea (a Casalpusterlengo dal 2010 al 2015) Marco Venuto (a Casalpusterlengo dal 2010 al 2013) La data: 2 giugno 2014 Michele Carrea guida l’Under 19 di Casalpusterlengo allo scudetto nella Dng in una finale incredibile contro la Reyer Venezia. A un minuto dalla fine la sua squadra era a -5. Il tiro del sorpasso, a fil di sirena, è stato del georgiano Janelidze. Miglior giocatore delle finali è Marco Spissu, ora playmaker di Tortona.
Lighthouse Conad Trapani - Angelico Biella Gli ex
Andrea Renzi (a Biella nel 2013/2014) Massimo Chessa (a Biella dal 2009 al 2012) Gabriele Ganeto (a Biella dal 2003 al 2007) La data: 21 novembre 2004 Gabriele Ganeto, che aveva esordito in campo nella stagione precedente in una vittoria contro Roma, segna i suoi primi punti in serie A (quattro) nella sconfitta casalinga contro la Montepaschi Siena, in un match storico per un’altra ragione: giocarono, uno contro l’altro, i due fratelli Lorenzo e Francesco Gergati.
Biella Forum, ore 20.30
Gli ex
Riccardo Santolamazza (a Biella nel 2007/2008) Jonathan Tavernari (a Biella nel 2011/2012) La data: 16 ottobre 2011 Il brasiliano di passaporto italiano Jonathan Tavernari parte in quintetto base e realizza, all’esordio in serie A, la sua miglior prestazione di sempre nel massimo campionato in Acea RomaAngelico Biella: i suoi 6 punti in 16 minuti non bastarono ad evitare la sconfitta 78-70 ai rossoblù, in una partita in cui Gigi Datome segnò 17 punti.
8ª giornata, domenica 15 novembre Acea Roma - Angelico Biella PalaTiziano di Roma, ore 18.00
Gli ex
Alan Voskuil (a Biella dal 2013 al 2015) La data: 26 maggio 2009 È la data della storica gara-5 dei quarti di finale scudetto: con la serie sul 2-2 l’Angelico Biella va al PalaLottomatica per la bella contro la Roma di Douglas, Gigli, Becirovic, Datome. Finisce 83-79 per i rossoblù, con Greg Brunner top scorer a quota 14 e soprattutto autore del canestro a fil di sirena di capitale importanza che ha deciso la partita nel finale.
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Alan Voskuil affronterà Biella da ex il 15 novembre
CULTURA
La Madonna Nera in trincea
Microstorie della Grande Guerra nei dipinti votivi del Santuario di Oropa di R.T., fotografie d’archivio
L’esperienza drammatica della prima guerra mondiale e la fede profonda nella Vergine Bruna biellese si incontrano iconograficamente negli ex voto che i soldati fecero durante e alla fine del conflitto. Oggi si conservano circa quaranta tavolette votive che testimoniano, attraverso un linguaggio espressivo tanto realistico – quasi fotografico – quanto simbologico, una devozione semplice e vera. E le loro immagini, raccontate attraverso un percorso fotografico realizzato dall’associazione Stilelibero, saranno messe a disposizione del pubblico al Museo del Territorio Biellese a Biella dall’8 novembre al 6 dicembre. Gli alpini, i bersaglieri e i fanti biellesi portarono con loro la Madonna Nera in trincea e tributarono a Lei la grazia ricevuta della vita conservata sciogliendo quei voti pittorici appesi ai muri del santuario. Il concept della mostra, però, non intende replicare il modello espositivo che già si può sperimentare salendo ad Oropa e percorrendo le gallerie degli ex voto. L’intento, in questo caso, è di evidenziare la composizione e i contenuti storici, sociali, antropologici piuttosto che tecnologici di un piccolo patrimonio di testimonianze irripetibili e straordinarie. Senza dimenticare che, dietro quelle immagini ingenue e spontanee, c’è il racconto individuale e puntuale di un fatto avvenuto davvero, di una situazione di pericolo reale, con l’angoscia e la paura di persone che vissero, una accanto all’altra, un lungo e tragico momento disumano per l’Europa e per il mondo.
Il percorso è curato da Luigi Spina e Danilo Craveia e ne fanno parte immagini che appartengono a soldati biellesi, ma non solo. Molti sono anche gli ex voto di combattenti per esempio del Canavese piuttosto che di Vercelli. Punto di partenza un censimento di ex voto dei santuari curato dal DocBi, da Sergio Trivero e Don Angelo Stefano Bessone. “L’intenzione – racconta Craveia – è avvicinare il visitatore a un modo di leggere la storia in maniera differente, rispetto a quello cui è abituato. In genere la prima guerra mondiale è rappresentata attraverso immagini che ricordano momenti tragici del conflitto. Noi vogliamo, al contrario, celebrare situazioni in cui il bersagliere, piuttosto che l’alpino si è salvato da una situazione pericolosa. A questo proposito invitiamo anche le scuole a visitare il percorso, proprio per guidarli a leggere, quindi a riflettere sulla storia in chiave differente”. Le immagini che si susseguono in questo tuffo nella storia sono alcune semplici, alcune più particolareggiate. In gran parte sono ritratti dipinti dagli stessi soldati: “Alcuni sono addirittura molto ingenui – continua Craveia –, dai quali non si comprende nemmeno dove la persona si trova. Altri sono più curati ed altri ancora, anche se pochi, sono stati commissionati a pittori”. Stilelibero si è preoccupato di accompagnare il visitatore in un percorso analitico narrativo: “Di qualche ex voto è anche possibile risalire al nome, ma non di tutti. In alcuni, inoltre, il soldato è ritratto in un momento di preghiera, o comunque al cospetto della Vergine; in altri è invece rappresentata la scena durante la quale si è celebrato il “salvataggio””.
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Un marchio Daimler
Consumo combinato (km/l): 14,1 (GLC 250 4MATIC) e 20,0 (GLC 220 d 4MATIC). Emissioni CO2 (g/km): 166 (GLC 250 4MATIC) e 129 (GLC 220 d 4MATIC). Consumo combinato (km/l): 8,4 (Mercedes-AMG GLE 63 S Coupé 4MATIC) e 14,5 (GLE 350 d Coupé 4MATIC). Emissioni CO2 (g/km): 278 (Mercedes-AMG GLE 63 S Coupé 4MATIC) e 180 (GLE 350 d Coupé 4MATIC). Consumo combinatoGLE (km/l): (GLCe250 e 20,0 (GLC 220 d 4MATIC). Emissioni276 CO2 (g/km): 166 (GLC Consumo combinato (km/l): 8,5 (Mercedes-AMG 63 S 14,1 4MATIC) 30,34MATIC) (GLE 500 e 4MATIC). Emissioni CO2 (g/km): (Mercedes-AMG GLE250 63 S4MATIC) 4MATIC)e e129 78 (GLC (GLE 220 500 de 4MATIC). 4MATIC). Consumo combinato (km/l): 8,4 (Mercedes-AMG GLE 63 S Coupé 4MATIC) e 14,5 (GLE 350 d Coupé 4MATIC). Emissioni CO2 (g/km): 278 (Mercedes-AMG GLE 63 S Coupé 4MATIC) e 180 (GLE 350 d Coupé 4MATIC).
Consumo combinato (km/l): 8,5 (Mercedes-AMG GLE 63 S 4MATIC) e 30,3 (GLE 500 e 4MATIC). Emissioni CO2 (g/km): 276 (Mercedes-AMG GLE 63 S 4MATIC) e 78 (GLE 500 e 4MATIC).
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