TIME OUT - N.35 Marzo 2017

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N. 35 - MARZO 2017

Ora sguardo al futuro Archiviata la delusione di Coppa c’è un primato da difendere

Campagnolo, sportivi a tutto tondo Un decennio da TeamVolley Mantico, l’eleganza in un nome


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Hanno collaborato alla realizzazione del N°35 marzo 2017: Giampiero Canneddu, Francesca Fossati, Desiree Bonaldo, Lorenzo Aversa, Niccolò Bosio e Luca Rosia Tutti i punti di distribuzione su: www.timeout.pallacanestrobiella.it www.facebook.com/timeoutbiella

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La certezza di essere competitivi Dopo i primi incroci con le squadre dell’Est, Angelico a testa alta di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

Versatilità in difesa, soluzioni diverse in attacco, due americani di classe e di grande dedizione, i giovani che si prendono minuti e responsabilità. Come ha detto Federico Danna dopo la finale di Bologna, i rossoblù tornano comunque a casa con un risultato: «Siamo forti». La Pallacanestro Biella è tornata da Bologna senza un trofeo, ma con una consapevolezza in più: anche negli incroci con le squadre di vertice del girone Est, ci sono testa, muscoli e mani calde a sufficienza da mettere sul parquet per poter essere competitivi il più a lungo possibile. Lo ha detto, nel dopo-finale, Federico Danna

che di partite di basket ne ha vista – e vissuta – qualcuna: «Siamo proprio forti» ha sentenziato con un commento su Facebook. E quella prima persona plurale dice molto della #BiellaFamily, slogan social di questa stagione rossoblù: dice che il coach responsabile del settore giovanile è pienamente coinvolto in quello che accade in prima squadra e non potrebbe essere altrimenti, dato che a Bologna sei undicesimi del roster erano giocatori che Danna ha allenato e cresciuto. Ecco la prima incognita che ha trovato una risposta: giocando tre partite in tre giorni, dovendo pure fare a meno di Niccolò De Vico, molti minuti e molta

responsabilità sarebbe finita sulle spalle degli Under 20. Carl Wheatle e Luca Pollone se la sono presa tutta, il primo partendo in quintetto base, il secondo dando il suo contributo in uscita dalla panchina. E ha messo un mattoncino per la causa anche Federico Massone. Con loro in campo la squadra non ha perso in efficacia né in intensità. Basti pensare alla finale e a due delle occasioni in cui Biella ha messo il naso avanti nel tira e molla contro la Virtus: due bombe di Carl Wheatle, trovatosi libero quando la difesa altrui si concentrava su Hall e Ferguson, hanno mostrato che la fiducia reciproca è un valore dell’Angelico e la fi-

Jazz Ferguson e Mike Hall, miglior coppia Usa di Coppa Italia (e di tutta la A2?)

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ducia anche dei più giovani nei loro mezzi è ormai consolidata. Nessuno rifiuta un tiro, né un’incursione verso il ferro quando si apre un varco (così l’unico canestro di Massone nel torneo, contro Treviso). E nessuno fa calare la pressione in difesa. L’altro punto di forza di Biella è stata la versatilità, intesa come capacità di adattarsi in difesa e di trovare soluzioni differenti in attacco. Senza De Vico, è toccato anche a Mattia Udom giocare da ala piccola. Il che ha reso i rossoblù quasi invincibili a rimbalzo e ha mostrato che, con la scelta dei cambi difensivi, era raro che in un uno contro uno un giocatore biellese partisse battuto. Quanto all’attacco, una grande differenza rispetto alla passata stagione è che quasi tutti gli uomini in campo possono costruirsi un canestro da soli. Se non è una sorpresa per Ferguson e Hall, con il tempo Venuto ha costruito un ottimo tiro dalla lunga dal palleggio, letale nell’ultimo quarto contro Treviso, Udom ha un’abilità notevole a partire in palleggio, arrestarsi dalla media e usare la sua mano morbida, Wheatle ha fegato e muscoli per attaccare anche il ferro, Tessitori fa collassare le difese chiamando raddoppi in post basso. E De Vico ha un repertorio che spazia dalle triple dalla lunga distanza alle penetrazioni. Difficile per le difese altrui prendere contromisure contro tutte queste armi. Anche perché Mike Hall e Jazz Ferguson si sono dimostrati anche contro le difese del girone Est una coppia di americani che l’intera A2 si sogna. I punti e i rimbalzi del primo, i punti e gli assist del secondo, i canestri usciti dal nulla di entrambi sono solo parte della spiegazione. Più di tutto c’è la dedizione alla causa. Di norma i più giovani della squadra vengono sgridati se non passano palla agli americani. A Biella capita che un americano sgridi un giovane se non ha approfittato di un tiro aperto dopo un assist. Di norma gli americani vivono di contratti annuali e tengono d’occhio le statistiche che magari consentono di avere un contratto migliore altrove l’anno successivo. Hall e Ferguson sono alla seconda stagione a Biella. E giocano come se fossero qui da sempre, senza risparmiare una goccia di sudore e di leadership. Questo è il vero valore aggiunto. Ultimo della lista, ma forse primo per importanza, è Michele Carrea: la mano del coach è nel gioco, la filosofia è nell’atteggiamento. L’anno scorso elogiava la squadra anche quando le cose giravano male, perché era ciò di cui c’era bisogno. Quest’anno ne mette in luce i difetti anche dopo le vittorie più rotonde, per tenere alta la tensione verso il miglioramento: «Noi siamo ambiziosi» è stato il suo mantra, dopo la sconfitta di Bologna. La crescita, partita dopo partita, dimostra che l’equilibrio è quello giusto, impastato nella voglia di diventare sempre più forti. Ai playoff manca poco. E lì le sentenze saranno inappellabili. L’Angelico Biella però ci arriva con un faldone di prove alto così, che dimostra la sua forza.

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Dall’alto Carl Wheatle, una Coppa Italia in quintetto base, Marco Venuto e Amedeo Tessitori e Luca Pollone


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A un punto dal trionfo Il film della Coppa Italia: tre giorni di gioie e dolori di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

Il successo contro Mantova, il capolavoro contro Treviso, l’impresa sfiorata contro ogni pronostico contro la Virtus padrona di casa: riviviamo l’emozione (e i rimpianti) della spedizione bolognese. Per un punto, per un secondo, per un possesso: nelle parole consegnate a Twitter nel post-partita da Mike Hall c’è la storia della Coppa Italia 2017. Come ben sa Andrea Monciatti, esperto di Palio di Siena, il secondo classificato non conta: il nome che resta sull’albo d’oro è quello del vincitore. Il trofeo di quest’anno è andato alla Virtus Bologna, ad arricchire una bacheca di coppe e medaglie già immensa. E fra un po’ di tempo, scorrendo la lista dei successi anno per anno, in pochi si ricorderanno che razza di partita abbia consegnato alle “V nere” la gioia di trionfare in casa. Non a Biella però: quello che è accaduto a Casalecchio di Reno resterà per sempre nella memoria

del popolo rossoblù, una nuova pagina scritta nel libro delle imprese indimenticabili. Il giorno in cui una delle squadre più titolate d’Italia ha rischiato di perdere contro ogni pronostico la Coppa Italia in

casa propria resterà accanto a quell’altro giorno in cui quella stessa squadra, al massimo della sua forza nel recente passato, ebbe bisogno di un supplementare per superare indenne un quarto di finale.

Quarti di finale, il primo inno di Mameli e la difesa schierata contro l’attacco di Mantova

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Foto ricordo dalla prima vittoria: Tessitori al tiro e i ragazzi del vivaio Federico Massone e Luca Pollone

Quarti di finale Mantova all’ora di pranzo Venerdì 3 marzo: l’ora è assurda, le 13,15, e l’enorme Unipol Arena, uno dei palazzetti più grandi e belli d’Italia, non è esattamente tutto esaurito. Da Biella sono comunque scesi in duecento, belli rumorosi in tribuna centrale. Gli altri si accontentano della diretta video, della radio, del web e della app per raggranellare aggiornamenti in tempo reale. I rossoblù vestono di bianco con la maglia speciale dell’evento con il marchio Eurotrend, sponsor-talismano di coppa

come nel 2014. Mantova risponde con le strisce bianche e rosse stile Olympiacos. Fatte le debite proporzioni, con quella canotta Jacopo Giachetti gioca da Spanoulis. Assist, tiri da sotto, bombe, perfino un tunnel a Venuto: nel giorno in cui gli americani della Dinamica giocano un po’ a nascondino è lui a tenere i lombardi con il naso avanti. Anche più del naso all’intervallo, quando Mantova è a +8. Poi però si entra in zona Ferguson, e non solo: il parziale 18-2 porta Biella da -12 a +4. All’ultimo break è +8 e da lì il distacco non si muoverà più. Il tempo

di assistere all’espulsione di Alessandro Amici (quattro falli più due tecnici, il primo per una parola di troppo a Hall dopo un tiro segnato) e al primo show di Jazz & Mike: 29 punti e 11/25 il primo, 19 punti e 13 rimbalzi il secondo. Alla vigilia c’era il timore per la panchina lunga (rotazione a nove uomini) di Mantova, mentre Biella senza De Vico schierava cinque senior e cinque Under 20, uno dei quali in quintetto. Invece si è visto perfino Udom da ala piccola, per dare una mano nel momento del bisogno. E che mano: Biella ha chiuso con 17 rimbalzi offensivi...

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Semifinale Treviso, la storia infinita La prima volta di Biella in una Coppa Italia di un campionato che inizia con la A? Contro Treviso, anno 1998: +20 al PalaScatola, -30 al PalaVerde e biancoverdi scudettati al turno successivo, con buona pace della giovane e assatanata truppa rossoblù. Nel tardo pomeriggio di un sabato bolognese, con due tifoserie gemellate schierate fianco a fianco, è un’altra storia, ma di incroci non ne mancano. Nella De Longhi c’è coach Pillastrini, che tirò una scarpa in campo in un Biella-Torino di playoff senza prendere fallo tecnico. E c’è Andrea La Torre, l’incompiuto (o incompreso) della passata stagione rossoblù. Soprattutto c’è Davi-

L’album della semifinale: dall’alto Ferguson in palleggio, un sottomano di Tessitori, Wheatle contro La Torre e Udom a caccia di un varco

de Moretti, splendentissimo gioiello Under 20 della pallacanestro nostrana. La partita è un’altalena: prima +4 Treviso, a fine primo quarto è +7 Biella, ma all’intervallo lungo i punti di vantaggio restano 3. Si prosegue punto a punto fino all’ultimo quarto, quando ai canestri Made in Usa si aggiungono quelli di Venuto: due triple in un amen, una delle quali dal palleggio cadendo all’indietro, inserita tra le dieci più belle azioni di Coppa, si aggiungono alla superdifesa su Moretti per una partita da incorniciare per il numero 16. Non che sia stata male quella di Ferguson: 30 punti, 10/20, 7 falli subiti, 8/9 in lunetta. Gli hanno fatto compagnia Hall (15+8) e Tessitori (15+4). Il +8 finale basta e avanza per far festa: si resta a Bologna un giorno in più.

Quarti di finale Eurotrend Biella Dinamica Mantova

86 78

De Longhi Treviso Unicusano Roma

73 73

Alma Trieste Tws Legnano

84 55

Segafredo Bologna Moncada Agrigento

95 63

Semifinali Eurotrend Biella De Longhi Treviso

89 81

Segafredo Bologna Alma Trieste

86 74

Finale Segafredo Bologna Eurotrend Biella

69 68

I tabellini Eurotrend Biella Dinamica Mantova

86 78

Eurotrend: Venuto 6, Ferguson 29, Wheatle 3, Hall 19, Tessitori 13, Udom 8, L. Pollone 8, Massone, De Vico ne, M. Pollone ne, Rattalino ne. Allenatore: Carrea Dinamica: Giachetti 25, Daniels 13, Corbett 8, Amici 12, Candussi 9, Casella 7, Bryan 4, Gergati, Vencato, Timperi ne, Rinaldi ne, Lusvarghi ne. Allenatore: Martelossi

Eurotrend Biella De Longhi Treviso

89 81

Eurotrend: Venuto 9, Ferguson 30, Wheatle 5, Hall 15, Tessitori 15, Udom 10, L. Pollone 3, Massone 2, De Vico ne, M. Pollone ne, Rattalino ne. Allenatore: Carrea De Longhi: Negri 11, Moretti 14, Perl 9, Perry 22, Ancellotti 3, Rinaldi 10, Fantinelli 10, La Torre, Malbasa, Rota ne, Poser ne, Barbante ne. Allenatore: Pillastrini

Segafredo Bologna 69 Eurotrend Biella 68 Eurotrend: Venuto 7, Ferguson 17, Wheatle 6, Hall 24, Tessitori 8, Udom 6, L. Pollone, Massone, De Vico ne, M. Pollone ne, Rattalino ne. Allenatore: Carrea Segafredo: Spissu 16, Umeh 15, Rosselli 10, Ndoja 3, Bruttini 1, Lawson 13, Michelori 2, Spizzichini 9, Penna, Oxilia ne, Petrovic ne. Allenatore: Ramagli

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La finale in immagini: l’immenso Mike Hall e Marco Venuto, Michele Carrea, Jazz Ferguson

Finale Bologna e un semigancio di troppo A guardare l’altra panchina, il giorno della finale, c’era un po’ di vertigine. Andrea Michelori a Biella ha pure trovato moglie. Ale Ramagli è diventato il grande allenatore che è. Guido Rosselli ha lasciato un buon ricordo, negli anni in cui all’ombra del Mucrone c’era anche quella montagna di Paolo Barlera. Marco Spissu ha un trofeo importante nella sua personalissima bacheca, ed è lo stesso che ha anche Michele Carrea: è lo scudetto Juniores vinto con Casalpusterlengo. Secondo i pronostici non c’è storia. Biella è senza De Vico. Bologna avrà anche Lawson e Ndoja incerottati ma il roster è profondo dagli italiani esperti fino ai due azzurri Under 18, andati agli Europei che Federico Massone ha perso all’ultimo taglio. I

bookmakers pagano una vittoria di Biella più o meno il doppio rispetto a una della Virtus, per dire. Ma poi è il campo a parlare. E il campo mostra un primo quarto dominato dagli attacchi (+4 Virtus e due squadre sopra il 50% dal campo) e un secondo dominato da Biella che ruzzola a -9 e poi risale a +4 con un 13-0 iniziato con il fallo antisportivo (e quasi tecnico) di Marco Venuto a dare la scossa a tutta la squadra. Con la tripla fuori equilibrio a fil di sirena di Spizzichini a portare il punteggio sul 35-35 a metà partita, inizia un braccio di ferro in cui nessuna delle due riesce a prendere un margine superiore ai 5 punti. La leadership cambia a ripetizione e si intuisce che decideranno gli episodi. L’azione con tre possessi e due rimbalzi offensivi chiusa dalla tripla di Ferguson che porta l’Eurotrend sul +1

non era ancora quello giusto. A 20’’ dalla fine il semigancio di Rosselli segna il sorpasso. Si va di là: Udom cerca un varco, non vede Hall, non trova il canestro, Bologna perde palla sulla successiva rimessa con quel cronometro che corre troppo e con 40 centesimi a disposizione l’alley oop Ferguson-Hall sarebbe stato un miracolo che non si realizza. Vince la Virtus. Compare lo striscione “grazie ragazzi”, ma l’Eurotrend fa appena in tempo a guardarlo. Incombe la premiazione e per gli sconfitti non c’è nemmeno una stretta di mano. Il ritorno a casa è amaro, inutile negarlo. Resterà l’orgoglio, prima o poi. Ma Carrea, Hall, Ferguson e gli altri non potranno mai smettere di pensare che restare con l’orgoglio e la coppa sarebbe stato meglio.

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Campagnolo, sportivi a tutto tondo La carrozzeria di via Mongilardi amica di lunga data dei rossoblù di R.T., fotografie archivio Campagnolo

L’officina multiservizi per auto e moto ha un obiettivo: lasciare il segno. Lo fa con il sostegno allo sport locale, e a Pallacanestro Biella in particolare, e con la qualità del suo lavoro attorno alle esigenze dei clienti. L’obiettivo di una carrozzeria è di togliere i segni, quelli lasciati sull’auto da una frenata in ritardo o da un parcheggio fuori misura. Ma l’obiettivo di Campagnolo, che nasce nel 1973 proprio come carrozzeria, è di lasciare il segno: lo fa con il suo modo particolare e innovativo di fare impresa, che ha trasformato l’officina di via Mongilardi in un centro multiservizi per le auto e anche per le moto. Lo fa anche con il suo modo di sostenere chi porta energia positiva sul territorio, dagli sport all’associazione “Leave your S”, nata proprio per creare una comunità di persone, idee, progetti, marchi, eventi capaci di lasciare il segno nel proprio ambito. Nel novero delle attività partner, è ormai di lunga data il rapporto con Pallacanestro Biella. Campagnolo è una delle aziende sostenitrici del progetto rossoLo staff Campagnolo e quello di Pallacanestro Biella al completo. In alto Marco Venuto in versione meccanico

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blù, di cui condivide entusiasmo e freschezza. Ma è anche uno dei marchi che si trova più spesso nelle pagine sportive dei giornali locali, come sponsor di più di una disciplina, ai livelli più differenti: c’è

il Biella Rugby di serie B ma c’è anche il settore giovanile del Ponderano Basket o una delle squadre del Tennis Tavolo Biella. «Il principio» dicono in azienda «è sostenere e valorizzare le realtà positive


Immagini dalla sessione fotografica speciale da Campagnolo della squadra 2015/2016

per creare un team che porti positività nel territorio. Sono i valori in cui crede la famiglia Campagnolo». La storia di questa famiglia ruota attorno all’officina di via Mongilardi. Fu papà Ferruccio, nel 1973, ad avviare l’attività che con il tempo è cresciuta fino agli attuali 2.200 metri quadrati interni a cui si sommano i 12mila esterni. Oggi Campagnolo può contare su una squadra di circa quaranta specialisti in grado di risolvere qualsiasi problema legato al mondo delle due e delle quattro ruote, dal semplice lavaggio al passaggio fondamentale della revisione. «Il nostro slogan è “tutti i servizi per la tua auto”» dicono in azienda. «Abbiamo cercato di basare la nostra credibilità puntando sempre sull’alta qualità. Questo ci ha permesso di instaurare un rapporto di fiducia con la clientela». Carrozzeria, officina meccanica, elettrauto, gomme, riparazione e sostituzione dei vetri, installazione di scatole nere e impianti gps per le assicurazioni, autonoleggio e autolavaggio sono i settori in cui Campagnolo è in grado di offrire il suo aiuto agli automobilisti biellesi. Ma ci sono anche extra per appassionati, come la collaborazione con tecnici e artisti specializzati nel campo delle aerografie che offre la possibilità di realizzare su veicoli e moto ogni tipo di disegno o logo. L’officina è specializzata anche in tagliandi e collaudi. Il reparto elettrauto, il cui personale si tiene al passo con la tecnologia con continui corsi di aggiornamento, può installare e sistemare qualsiasi strumento di bordo, dai sensori di parcheggio ai kit viva voce. E tutti i servi-

zi sono a disposizione anche delle moto. Campagnolo ha a disposizione anche dieci auto sostitutive gratuite e altrettante a noleggio, per non lasciare mai il cliente a piedi nel momento del “fermo” della sua auto in riparazione. A proposito di servizi, l’autolavaggio è fatto in modo da accontentare anche i clienti con meno tempo a disposizione. È stato attivato un servizio di presa e riconsegna del veicolo a casa o sul luogo del lavoro. Il servizio è gratuito per la città di Biella con prenotazione telefonica al 338.3383134 (attivo anche su WhatsApp).

Campagnolo è anche allegria e leggerezza. Ogni anno, in estate, lo spazio di via Mongilardi si trasforma nell’area ideale per una grande festa a base di musica e sport. «È l’emblema del nostro spirito» sottolineano in azienda. «La festa non serve ad autocelebrarsi ma deve essere una vetrina per tutte le realtà che collaboriamo, dalle società sportive ai food truck amici. E deve essere divertente e leggera, nello stile del nostro linguaggio». Uno stile che funziona, dal 1973. E che lascia il segno, non solo togliendo segni.

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Le ragazze dell’Angelico TeamVolley esultano dopo la vittoria 3-0 con Piossasco

Un decennio da TeamVolley Per il club del Biellese orientale 200 pallavoliste dalle piccole alla serie C di R. T., fotografie archivio TeamVolley

Armonia e serenità, voglia di vincere e rispetto: ecco le linee guida della squadra che dal 2007 mette insieme le forze di Cossato, Quaregna e Lessona in nome del volley femminile. Dieci anni vissuti intensamente con l’unico obiettivo rivolto alle atlete. Nel 2007 nasceva il TeamVolley, società che raggruppa Splendor Cossato, Quaregna e Lessona Volley. «La cosa principale che si respira all’interno del nostro gruppo è il fatto di dare alla pallavolo la giusta importanza» spiegano i tre dirigenti di punta Mauro Gualinetti, Marco Motto e Tiziano Tescari. «Le nostre giovani crescono praticando uno sport e noi vogliamo essere importanti nella loro crescita». Armonia e serenità: due concetti base che restano attuali anche dopo dieci anni. «Vogliamo insegnare l’agonismo, ma miscelato al rispetto per l’avversario» proseguono. «Per questo cerchiamo di realizzare un team vincente, con allenatori di livello, che siano in grado di accompagnare le nostre ragazze in un percorso di crescita, non solo sportivo». Il TeamVolley può contare su un bacino di circa 220 praticanti, seguite da una

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decina di tecnici, per un totale di dodici formazioni iscritte ai diversi campionati. Il team capofila, griffato Angelico, è attualmente al primo posto nel girone B di serie C; mentre la squadra iscritta alla serie D (bonprix TeamVolley) resta in lotta per un posto ai play off. La rosa

Da sinistra Cecy Angelino, Benny Daffara, Francesca Mamino, Sara Bojanic e Sara Vineis

della prima squadra, allenata da Simone Marangio (vice Marco Ferraro), è formata dalle palleggiatrici Erica Vodopi e Benedetta Daffara; dagli opposti Sara Bojanic e Lisa Silvestrini, dalle bande Letizia Gualinetti, Alessia Diego, Giulia Roà e Francesca Mamino, dalle centrali


Sara Vineis, Bianca Salono e Camilla Sevarin e dai liberi Cecilia Angelillo e Veronica Tortora. Capo allenatore in serie D è Andrea Dal Ben (vice Francesca Casanova) che può contare sulle palleggiatrici Eleonora Campana e Eleonora Marta; sugli opposti Mara Ramella e Alessia Machetti; sulle schiacciatrici Eleonora Civra Dano, Francesca Marra, Clarissa Graziola e Chiara Cimma; sulle centrali Arianna Vodopi, Margherita Nazzi, Lucrezia Giacobone e Giulia Rege e sui liberi Francesca Rastello e Sara Fant. La società si avvale della preziosa collaborazione di numerosi dirigenti, seri e appassionati; mentre le sedi di allenamento si dividono tra Cossato, Lessona e Quaregna. Centri del Minivolley sono aperti a Vigliano, Vallemosso, Cossato e Quaregna: «Dobbiamo partire dal minivolley per dare alle più piccole l’obiettivo della prima squadra. Investiamo molte energie perché ci crediamo da sempre: se poi qualcuna di loro non ha le caratteristiche per sfondare non ha importanza, possono proseguire con noi in altri ruoli. Una buona fetta delle nostre allenatrici ha trascorsi da giocatrice con questa casacca: un coinvolgimento che funziona e ci gratifica». Il settore giovanile ha iniziato domenica scorsa la sua fase calda con la prima Final Four. A raggiungere il prestigioso traguardo è stata la compagine Under 14 Generali Biella Est TeamVolley, che

Sara Vineis in attacco

ha giocato a Romagnano Sesia. Nelle prossime settimane altri sestetti cercheranno analoga fortuna. «Lavoriamo per portare il maggior numero di loro

fino in prima squadra» concludono Gualinetti, Tescari e Motto. «Sono loro la benzina del futuro e noi vogliamo continuare a guardare lontano».

Il saluto ai tifosi per Leti Gualinetti, Ale Diego, Benny Daffara, Biba Salono, Vero Tortora ed Eri Vodopi

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Mantico, l’eleganza in un nome La borsa made in Italy e una filosofia nascosta in sette lettere di ExPi, fotografie d’archivio

Zayno o Sakko, entrambi unisex, entrambi disponibili in più tessuti con la qualità come denominatore comune: ecco i segreti delle borse made in Biella. Sette lettere, sette filosofie ed un’etimologia che viene da lontano. La filosofia di Mantico nasce attorno a questo numero ed attorno alla volontà di creare qualcosa che sapesse utilizzare in maniera innovativa i tessuti del territorio. Il nome Mantico deriva dalla parola latina manticum, borsa, che a sua volta deriva dalla parola greca mandake, pelle. Un progetto tutto italiano ispirato da viaggi e culture differenti differenti. Mantico non è solo “passato”, ma anche presente e futuro. Ogni lettera del nome corrisponde ad uno stile di vita: Metropolitan, Artist, New Professional, Trendy, International globetrotter, Cyclist, Outdoor addicted. Quante volte nell’arco della stessa giornata ci capita di essere un po’ artisti o un po’ lavoratori, senza mai perdere la nostra voglia di viaggiare o la nostra eleganza? Essere in grado di far convivere in noi la maggior parte delle nostre inclinazioni, è il segreto per una vita felice ed ambiziosa al punto giusto. L’ecletticità di Mantico è concretizzata in due prodotti: Mantico Zayno e Mantico Sakko. Entrambi unisex. Il primo è la rivisitazione del classico zainetto da spalla,

perfetto per la vita di tutti i giorni. Il secondo invece è un borsone ideale per i weekend fuori porta. Entrambi sono realizzati con tessuti di primissima qualità e rifiniti a mano. La fodera interna, le bretelle con sette coste e le parti metalliche in tonalità bronzo, rifiniscono il prodotto senza tralasciare alcun dettaglio.

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Su Biella Channel le dirette delle giovanili Il canale YouTube di Pallacanestro Biella è diventato la tv ufficiale del settore giovanile rossoblù: con il derby Under 20 Banca Sella Biella-Junior Casale, terza giornata della fase a orologio, è cominciata la trasmissione in diretta dei match casalinghi del vivaio dal Biella Forum. I contenuti live e le future trasmissioni di Biella Channel, curate dall’Area Comunicazione del Club e in linea con i contributi già pubblicati su sito e social network da inizio stagione, saranno realizzati con la qualità dell’alta definizione e in formato 16:9, caratteristiche sempre più diffuse tra le emittenti televisive. «È un progetto sul quale stiamo lavorando da mesi con la massima dedizione» ha commentato il general manager Marco Sambugaro, «sempre pronti a migliorarci, al fine di offrire a tutti i nostri sostenitori e agli appassionati di basket nuovi contributi video di qualità e dare ancora più risalto alla bontà del lavoro che Pallacanestro Biella svolte in ambito giovanile, dal vivaio alla prima squadra».

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O N I L A T T A R A alla Z

RUBRICA L’alfabeto rossoblù

a cura di Luca Rosia

dalla

I dischi in vinile, la passione per i viaggi e le frasi in latino

A B

Allegro

Baustelle, il mio gruppo musicale preferito

C D E F G H I

Casa, cioè la mia famiglia

Devo tagliarmi i capelli

Emma, la mia ragazza

Fossano, la mia città

Gatto, il mio gatto, Vincent

Q R S T U V

Quando finisce questa intervista?

Ratta, il mio soprannome

Simpatico

Testardo

Uva fragola (perché è buona!)

Vinili, li ascolto, li colleziono

Z

Zaino in spalla e si parte! (Mi piace viaggiare)

Humor

Incondizionato, l’amore per questo sport

L

Larry Bird, il mio giocatore preferito da bambino

M

Migliorero, il nome di un rifugio dove andavo spesso in montagna

N

Nulla dies sine linea, ossia “impegnarsi ogni giorno”

O P

Ostinato

Per aspera ad astra, il mio motto

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Under 20, bentornata alle finali Primo posto e accesso diretto ai playoff scudetto per la Banca Sella di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

I ragazzi di Federico Danna campioni regionali e qualificati per Roseto, dove si giocherà dal 25 al 29 aprile. Il coach: «Arriveremo pronti, desiderosi di onorare al meglio la nostra maglia». La qualificazione è arrivata all’ultimo secondo dell’ultima azione di una partita giocata su un altro campo. La Banca Sella Biella aveva fatto il suo, battendo Vado al Forum lunedì 6 marzo, nell’ultimo turno della regular season. Ma per superare in volata le avversarie e prendersi il primo posto, l’unico utile per la qualificazione diretta alle finali nazionali, era necessario che la Junior Casale battesse la Pms a Moncalieri. Federico Danna e i suoi ragazzi hanno aspettato il risultato guardando lo schermo di uno smartphone collegato con il Monferrato. Prima dell’ultimo possesso per Casale, la Pms era avanti di un punto. Ma in quell’ultima azione è arrivato il canestro del sorpasso a fil di sirena. L’abbraccio di giocatori e staff ha fatto cominciare la festa: niente interzona per i rossoblù. E per chi fa parte anche della prima squadra, 24 ore dopo la beffa di Bologna, è stata quasi una ricompensa del destino.

La Banca Sella Biella Under 20 al completo. In alto Samuele Pasqualini

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I giovani rossoblù hanno così prenotato il biglietto per le finali di fine aprile a Roseto (si gioca da lunedì 24 a sabato 29 aprile) con un turno di anticipo rispetto alla fine della fase a orologio. A quota 12 punti sono irraggiungibili sia dal College Borgomanero, che ha terminato in anticipo le partite da disputare, sia da Pms e Casale, indietro di quattro punti.

Il ruolino di marcia a un turno dalla fine della stagione regolare dice 18 vinte e 2 perse. Sedici dei successi sono consecutivi, a volte netti e a volte arrivati ai supplementari con Federico Danna arrabbiato il giusto per le prestazioni sotto le attese. Con questi presupposti il titolo di campione regionale è una soddisfazione quasi platonica. La squadra semifinalista


Matteo Pollone

Luca Rattalino

La Musica

Ma è presto per pensare a come risolvere il rebus e per cominciare a studiare le avversarie, molte delle quali usciranno dalle fasi interzona. Per ora Federico Danna si è goduto il momento: «Essere arrivati alle finali nazionali da primi del girone regionale, senza dover passare dalla fase dell’interzona, è un’enorme soddisfazione. Lo abbiamo fatto, dobbiamo riconoscerlo, anche per demeriti altrui, perché nelle ultime due giornate Pms ha buttato alle ortiche quanto di buono aveva conquistato nei turni precedenti. Siamo molto felici perché è una qualificazione che arriva dopo aver subito solamente due sconfitte, entrambe nella prima parte del campionato, e aver lavorato e giocato quasi sempre incompleti, fortunatamente, in quanto alcuni dei nostri ragazzi giocano e si allenano in prima squadra. Essere tra le

sedici migliori formazioni Under 20 d’Italia è davvero un bel traguardo. È presto per fare valutazioni di campo, sicuramente ci arriveremo pronti, desiderosi di onorare al meglio la maglia di Pallacanestro Biella». La formula del torneo, una volta conosciuto il lotto delle partecipanti (Virtus Bologna, Sassari, Stella Azzurra Roma sono tra le squadre più vicine alla qualificazione diretta finora), prevede sedici formazioni in lizza, che saranno suddivise in quattro gironi da quattro squadre ciascuna. La prima classificata approderà direttamente ai quarti, la seconda e la terza di ogni gruppo affronteranno un turno di spareggio. Si giocherà una volta al giorno, senza sosta e senza respiro. Conteranno testa, cuore e gambe. Ovvero le tre caratteristiche per vincere secondo Federico Danna.

Foto A.Tesoro

l’anno scorso non può che avere la testa al “bersaglio grosso”. Il roster, quando è al completo, è di quelli che spaventano i rivali: Carl Wheatle, Luca Pollone, Federico Massone ma anche Luca Rattalino e Matteo Pollone sono a tutti gli effetti anche giocatori della prima squadra. E nei dodici della serie A2 anno havuto spesso una canotta anche Samuele Pasqualini e Andrea Ambrosetti. Anche per questo e per le concomitanze dei due campionati, coach Danna è stato costretto spesso a schierare una formazione incompleta. Ma è stato sufficiente per raggiungere il traguardo. Anche a Roseto si rischia una concomitanza: se sabato 29 si assegna lo scudetto giovanile (ultima vincitrice Cantù, battendo in finale Venezia), domenica 30 è prevista la data d’inizio dei playoff di serie A2.

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Mike Hall, comunque Mvp Un anno prima in ospedale. Un anno dopo dominatore in Coppa di Luca Rosia, fotografie di Alberto Tesoro

La prestazione da campione, il trofeo sfuggito all’ultimo secondo, il discorso negli spogliatoi: l’americano di Biella ha mantenuto la promessa di tornare e di essere decisivo. Come un vero Mvp, con o senza il titolo in mano. Resta, nitida, l’immagine di Mike Hall sul campo, la sua rabbia per una finale decisa da un dettaglio, all’ultimo secondo. Resta il suo pianto e quello della squadra, nello spogliatoio pochi minuti dopo, l’abbraccio del gruppo, quel desiderio sfumato ma confortato dalla convinzione di aver dato il massimo, averci creduto lottando da campioni fino alla fine. Resta Mike e il suo discorso alla squadra, allo staff, davanti al presidente, ascoltato e condiviso da tutti. Rimane nella notte di Bologna l’unione del gruppo, più che mai intatta, miccia che farà esplodere di rabbia Biella dalle prossime partite in campionato, verso la difesa di un altro sogno. Restano quei 58 punti che Hall ha portato alla squadra e un 91 di valutazione in tre partite che fa rabbrividire solo a pensarci, e a pensare che un anno fa Mike era bloccato da un infortunio bello tosto,

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con un futuro in bilico tutto da decriptare. Ora è qua, in campo, con la maglia di Pallacanestro Biella e lo sguardo da leone rivolto al canestro, testa alta. L’aveva scritto su Facebook al termine della scorsa stagione, tra le più entusiasmanti ma anche più dure della sua carriera. Voleva tornare da leader e farlo vincendo Coppa Italia e premio Mvp. Una promessa che ha mantenuto. Sì, perchè quando si perde per un dettaglio in realtà non si perde. Non si può parlare di sconfitta. Complimenti alla Virtus Bologna per aver alzato la coppa e per la grande battaglia sportiva che ha costruito in quaranta minuti di grande basket. Bravi loro e bravi noi. E bravo Mike. La palma di Mvp è come il Pallone d’Oro nel calcio. Spesso ingiusta perché assegnata da regolamento solo a chi conquista l’ultima sfida. Senza nulla togliere a Marco Spissu e al suo talento, domenica alla Unipol Arena il vero vincitore indossava la maglia rossoblù e il numero sette sulle spalle. Aveva tutto. Il vero vincitore è un guerriero che non ha mai smesso di lottare. Aveva (ha) un cuore grande così.

“Voglio finire la mia carriera con un trofeo di Coppa Italia, un trofeo di Mvp e un trofeo del campionato” (Mike Hall, marzo 2016)

“Un punto, un secondo, un possesso dal raggiungere due di quei tre obiettivi un anno dopo averli messi nero su bianco. Lo sport può essere crudele, ragazzi” (Mike Hall, marzo 2017)

“Non posso nemmeno descrivere il mio dolore e la mia delusione. Ho scritto questo un anno fa da un letto di ospedale. Andarci così vicino e perdere spezza il cuore” (Mike Hall, marzo 2017)


Occhi al campionato, testa ai playoff Trapani e Scafati in casa, Ferentino in trasferta per un ciclo difficile di Giampiero Canneddu, fotografia di Alberto Tesoro 24ª giornata, domenica 12 marzo Tws Legnano - Angelico Biella Tws Arena di Castellanza, ore 18.00 Gli ex Federico Maiocco (a Biella dal 1999 al 2003) Così all’andata Angelico Biella - Tws Legnano 71-64 (Ferguson 19, Hall 17; Martini 23, Mosley 15) La data: 27 aprile 2014 Matteo Frassineti è nel roster della Grissin Bon Reggio Emilia che conquista il primo trofeo europeo della sua storia conquistando la finale di Eurochallenge a spese dei russi del Triumph Lyubertsy. Fa parte di quella squadra anche l’ex playmaker rossoblù Troy Bell. 25ª giornata, domenica 19 marzo Angelico Biella - Lighthouse Trapani Biella Forum, ore 18.00 Gli ex Andrea Renzi (a Biella nel 2012/2013) Gabriele Ganeto (a Biella dal 2003

al 2007) Così all’andata Lighthouse Trapani - Angelico Biella 85-73 (Mays 27, Renzi 17; Ferguson 23, Hall 21) La data: 13 maggio 1990 Gara-2 per la promozione in A2 tra Porto San Giorgio e Trapani finisce 84-81 per i marchigiani ma il risultato del campo diventa uno 0-2 a tavolino per decisione del giudice sportivo: quella gara era stata temporaneamente sospesa dopo che un accendino lanciato dalle gradinate aveva colpito alla testa Mario Piazza, che poi avrebbe militato anche in rossoblù. 26ª giornata, domenica 26 marzo Fmc Ferentino - Angelico Biella Palasport Ponte Grande di Ferentino, ore 17.30 Gli ex B. J. Raymond (a Biella nel 2014/2015) Così all’andata Angelico Biella - Fmc Ferentino 100-

80 (Wheatle 29, Tessitori 21; Gilbert 23, Raymond 21) La data: 8 marzo 2015 Alessandro Ramagli, Klaudio Ndoja e Michael Umeh vincono la Coppa Italia di A2 (primo successo per Ramagli e Umeh, secondo per Ndoja) battendo, con la Tezenis Verona, Ferentino. Servirono i supplementari per chiudere quella partita, pareggiata al 40’ da una tripla di Thomas che ridiede un filo di speranza ai ciociari. Il bis di Ramagli e Umeh, purtroppo, lo conosciamo bene. 27ª giornata, domenica 2 aprile Angelico Biella - Givova Scafati Biella Forum, ore 18.00 Gli ex nessuno Così all’andata Givova Scafati - Angelico Biella 9480 (Naimy 19, Baldassarre 18; Hall 27, Ferguson 22) La data: 6 marzo 2016 Scafati conquista la prima Coppa

Italia di serie A2 della sua storia sconfiggendo nella finale di Rimini la Dinamica Mantova per 82-72 con 19 punti di Portannese e 18 di Mayo. Inutile tra i lombardi la prestazione degli ex rossoblù Fabio Di Bella (4 punti), Lollo Gergati e Riccardo Moraschini (10 punti). 28ª giornata, domenica 9 aprile Npc Rieti - Angelico Biella PalaSojourner di Rieti, ore 18.00 Gli ex Matteo Chillo (a Biella dal 2013 al 2015) Così all’andata Angelico Biella - Npc Rieti 80-72 (Tessitori 22, Hall e Venuto 16; Casini 19, Benedusi 14) La data: 9 maggio 2014 Una delle migliori prestazioni stagionali di Matteo Chillo in maglia rossoblù, la migliore quanto a punti segnati (11), coincide con una giornata sfortunata per l’Angelico Biella: il bolognese è tra gli ultimi a mollare in gara-3 dei playoff contro Torino.

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Città di terre. Ronco e il Biellese per la ceramica Le «bielline»: la tradizione delle stoviglie in terracotta continua di Francesca Fossati, fotografie di Fabrizio Lava

Marzo è il mese clou del progetto «Città di terre» che parte da Ronco Biellese, il paese noto in passato per la produzione artigiana delle terrecotte, per poi coinvolgere l’intera provincia in un itinerario di mostre e conferenze con esperti e artisti della ceramica biellesi e di Castellamonte. Erano famose oltre i confini della provincia le «bielline», pentole e piatti in terracotta che gli artigiani di Ronco producevano sapientemente insieme ai fischietti e ai giocattoli per i bambini. Da questa lunga tradizione, che oggi rivive in paese con laboratori e iniziative nell’Ecomuseo della terracotta, e dalla necessità di diffonderla da parte dei cittadini e del Comune di Ronco, è iniziata la collaborazione con BI-Box Art Space, associazione di promozione sociale con un’importante esperienza nell’organizzazione di mostre e di percorsi museali. È nata così l’idea di una mostra diffusa e itinerante dal titolo: «Città di terre. Ronco e il Biellese per la

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ceramica». Ed è proprio in questo mese che si concentrano le inaugurazioni delle diverse esposizioni che saranno visibili anche ad aprile. Il ponte con i «cugini» torinesi di Castellamonte, terra d’origine di manufatti in ceramica e culla di grandi artisti del settore, è d’obbligo. Le quattro mostre allestite in città si possono visitare fino al 20 aprile; quella all’Ecomuseo di Ronco fino al 1 maggio (allestimenti a cura di E20progetti). Le prime sono: «Torsioni», nella nuova Biblioteca civica di Biella, con le opere di Roberto Perino di Castellamonte, ovvero figure antropomorfe foriere di sentimenti e di emozioni contrastanti; «Il lato mistico dell’arte» dell’artista biellese Anna Banfi che nella biblioteca di Città Studi rende un suo personale omaggio al mare e all’anima del mondo attraverso sette opere; e due mostre al Museo del Territorio Biellese dove la tradizione storica degli artisti di Castellamonte si incontra con artisti di nuova generazione: «Confine. I ceramisti oltre la Serra» con i

grandi ceramisti del Torinese Sandra Baruffi, Roberto Castellano, Miro Gianola, Livio Girivetto Mensio, Guglielmo Marthyn, Giovanni Matano e «Osmosi», dove i protagonisti sono Lorenza Boisi, Anna Ippolito, Artsiom Parchynski, Gianluca Quaglia, Eva Reguzzoni, Enrico Tealdi e Serena Zanardi. A Ronco, invece, c’è la mostra intitolata: «Formae» con i lavori dei ceramisti biellesi Giovanni Garlanda, artista del mondo fantastico, e Mariella Perino, con le sue aggraziate figure femminili. In programma anche due conferenze al Museo del Territorio Biellese, una il 19 marzo (ore 16,30) con i curatori del progetto Walter Ruffato e Alessandro Lista e lo storico e socio dell’associazione Artisti della ceramica di Castellamonte Maurizio Bertodatto sul tema: «La tradizione della ceramica di Castellamonte»; l’altra il 7 aprile (ore 18) con Olga Gambari, critica d’arte, curatrice e giornalista sulla ceramica come pratica artistica contemporanea e internazionale.



* Indagine 2016 Istituto Tedesco QualitĂ e Finanza. Messaggio pubblicitario: prima della sottoscrizione leggere il Fascicolo Informativo disponibile in agenzia e sul sito www.unipolsai.it


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