TIME OUT - N.36 Aprile 2017

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N. 36 - APRILE 2017

ORDITURA ROSA «Il nostro sostegno per i più piccoli» L’amore per la PALLACANESTRO al FEMMINILE SELVATICA arte e natura in festival

IL MOMENTO DEI DUELLI Arrivano i playoff Angelico testa di serie numero uno


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ECCO I PLAYOFF, ASPETTANDO L’OTTAVA Roseto, Verona, Mantova o Udine contro l’Angelico al primo turno di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

I rossoblù certi in anticipo del primo posto a Ovest, altre nove squadre già qualificate per i playoff nei due gironi. Restano da assegnare sei posti, compreso quello della rivale al primo turno della Carrea-band. Roseto, Verona, Mantova o Udine: uscirà da questo poker di squadre l’avversaria dell’Angelico Biella al primo turno dei playoff. Tutte e quattro sono in lizza per gli ultimi tre posti a disposizione nel tabellone di post-season, che per ora si è composto con sole due certezze: i rossoblù sono teste di serie numero uno a Ovest, dopo aver conquistato la matematica sicurezza della prima posizione con due giornate di anticipo, mentre Tortona è altrettanto sicura di arrivare seconda. Dieci su sedici sono le squadre già qualificate, cinque per ognuno dei due gironi. A Ovest a Biella e Tortona si aggiungono Legnano, avvantaggiata per il terzo posto per il quale le basta una vittoria, Agrigento e Virtus Roma. A Est hanno già un posto nel tabellone Virtus e Fortitudo Bologna, Treviso, Ravenna e Trieste, tutte con piazzamento finale ancora da definire (per il primo posto sono tutte in lizza meno la Fortitudo).

Sanguinoso e incerto lo sprint per i sei posti che restano liberi. A Ovest Treviglio, Trapani, Latina e Casale sono a +2 su Rieti, Eurobasket Roma e Siena e a +4 su Ferentino. Ma a Biella in questo momento interessa di più lo sprint a Est, che definirà

la sua prima avversaria. In ordine di classifica ha un leggero vantaggio Roseto, sesta da sola a quota 32 e non certa della qualificazione solo per lo svantaggio negli scontri diretti su Udine che, a quota 28, insegue a due punti di distanza la coppia

Il team rossoblù che Michele Carrea (nella foto in alto) ha guidato al primo posto del girone Ovest

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Una schiacciata di Mike Hall

Mantova-Verona. La prima ha già avuto modo di presentarsi a Biella nei quarti di finale di Coppa Italia, uscendo sconfitta. La seconda è non solo una piazza storica, ma soprattutto arriva da un girone di ritorno da vera protagonista, in cui il coach Luca Dalmonte (ex Pesaro e Cantù tra le altre) ha trovato il modo di renderla squadra temibilissima. Difficile fare calcoli e pensare a chi sarebbe meglio affrontare, giusto però conoscerle meglio. Roseto, innanzitutto, ha un passato da storica rivale dei rossoblù ai tempi in cui veniva a Biella a vincere la Coppa Italia di B1 e superava l’allora Ing Fila di Minessi, Muzio e Zamberlan nella finale promozione del 1998. La piazza abruzzese resta una delle più entusiaste per la palla a spicchi tra le piccole realtà. Incrociarla vorrebbe dire rivedere al Forum Valerio Amoroso che i playoff contro Biella li ha giocati e vinti ai tempi della Manital Torino. E non senza residui di ruggine tra lui e il pubblico rossoblù. Tra i nomi di peso dei rosetani spicca anche il play Robert Fultz. Verona ha un mix potenzialmente letale di esperienza e freschezza. Ha in prestito da Venezia Leonardo Toté, che con l’Under 20 della Reyer ha eliminato, nella passata stagione, i pari età rossoblù. Giorgio Boscagin e David Brkic di campionati ne hanno visti più di uno, anche al piano di sopra. E Dane Diliegro a questi livelli è una garanzia. E poi c’è Marco Portannese, che ha al suo attivo una promozione con Capo d’Orlando e una Coppa Italia di A2

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con Scafati nelle ultime due stagioni. Tra gli americani, Dawan Robinson è alla sesta maglia italiana indossata, dopo Veroli, Venezia, Reggio Emilia, Torino e Varese, mentre Frazier viaggia a quasi 18 punti a partita. Di Mantova sappiamo quasi tutto: panchina lunga, con rotazione a nove uomini, l’esperienza di Giachetti e – dalla panchina – di Gergati e Brown, i centimetri di Candussi, la freschezza di Vencato, due americani (Daniels e Corbett) da doppia cifra abbondante e l’imprevedibilità di Amici, gran giocatore ma con un carattere difficile da gestire, come dimostra l’espulsione per doppio tecnico in Coppa Italia contro Biella e l’episodio contro Trieste poche settimane dopo, quando è stato accusato di un colpo basso (non visto dagli arbitri) che ha messo fuori gioco Baldasso. Manca Udine, nobile in risalita della pallacanestro italiana: qui fa il suo, a quasi 42 anni, l’ex capitano di Sassari Manuel Vanuzzo, insieme a Joel Zacchetti che in neroarancio friulano giocò anche in serie A ai tempi della Snaidero. Non c’è più Allan Ray, l’ex Virtus Roma che ha trovato un contratto in Turchia. Ma è arrivato da Torino l’ex casalese Abdel Fall, scambiato con l’ex rossoblù Gino Cuccarolo a metà stagione. Okoye garantisce punti e l’estone Veideman, arrivato per sostituire Ray, viaggia come lui a 17 punti a partita. Fa piacere vedere anche Andrea Traini, promessa del vivaio di Pesaro fermato troppo spesso alle soglie del grande basket da infortuni seri.

IL TABELLONE aggiornato al 10 aprile 2017

1a Est 8a Ovest 4a Ovest 5a Est 3a Est 6a Ovest Orsi Tortona 7a Est ANGELICO BIELLA 8a Est 4a Est 5a Ovest 3a Ovest 6a Est 2a Est 7a Ovest


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Una leadership fatta in casa Minutaggio Angelico: un terzo ai prodotti del vivaio di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

Da De Vico a Massone 65 minuti su 200 a partita affidati ai “figli” del settore giovanile rossoblù. I record di Mike Hall e Jazz Ferguson e le altre statistiche all’ultimo sprint della regular season. È quasi un ritornello che ha percorso l’intera regular season rossoblù: l’Angelico Biella di quest’anno, qualificatasi ai playoff con imbarazzante anticipo e in grado di arrivare con la palla della vittoria della Coppa Italia contro le (presunte) corazzate del girone Est, è fatta quasi per intero di giocatori che c’erano già l’anno scorso. L’intero quintetto base a parte Amedeo Tessitori faceva parte della squadra che nel 2015/2016 esplose solo nel girone di ritorno. E in panchina all’esperienza di Simone Pierich e Luca Banti e ai prospetti “nazionali” Grande e La Torre si sono sostituite la giovane età di Mattia Udom e la giovanissima di Carl Wheatle, Luca Pollone e Federico Massone, partiti come incognite e arrivati fino qui. Tenendo fermi i riconfermati e senza sminuire il contributo di Udom e Tessitori (uno strapotere sottocanestro così è per forza anche merito loro), si può dire

Carl Wheatle all’ombra di Jazz Ferguson. Nella foto sopra la curva rossoblù festeggia

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che il segreto nel motore dell’Angelico è la benzina fatta in casa. Basti una cifra: i rossoblù concedono 65 minuti di media a partita, un terzo del totale, ai giocatori cresciuti nel proprio vivaio. Si passa dai quasi 29 a partita di Niccolò De Vico ai

5,5 di Federico Massone, che nel giorno dell’assenza di Venuto a Ferentino ha conosciuto anche la sua prima volta in quintetto base. Nessuno a Ovest osa tanto e questo spiega in modo pressoché matematico il premio Reverberi,


La squadra e la curva Barlera. Sotto tre protagonisti: Niccolò De Vico, Marco Venuto, Jazz Ferguson

ovvero l’oscar del basket italiano, che è stato motivato proprio con l’impegno rossoblù sul settore giovanile. E si possono considerare quasi “fatti in casa” anche gli americani riconfermati, uno (Mike Hall) che ha scelto di tornare da dove aveva interrotto il suo percorso dopo l’infortunio e l’altro (Jazz Ferguson) che ha addirittura sottoscritto un biennale. Del resto, nella pallacanestro contemporanea delle porte girevoli (basta un’occhiata al mercato delle altre, in cerca di puntelli al roster, mentre Biella – e ci mancherebbe altro – resta così) è raro trovare una squadra che si basa sulle riconferme e sui giocatori fatti in casa. Ma non è detto che non sia la strada giusta, come mostrano i risultati.

Qualche statistica in più sulla regular season? Mike Hall è stato eletto una volta giocatore del mese e Michele Carrea due volte allenatore del mese, dopo aver superato dicembre e febbraio senza nemmeno una sconfitta. Hall insieme a Ferguson è ai vertici nella graduatoria dei minuti giocati a Ovest, più di 36 a partita. E il numero 7 americano è anche il miglior rimbalzista, oltre che lo specialista delle doppie doppie. Non solo: con più di tre assist a match anche in questo fondamentale ha medie da guardia più che da ala forte. Ferguson dal canto suo non si accontenta di sfiorare i 20 punti a partita (con tre escursioni finora sopra quota 30) ma aggiunge 4,5 assist e ha migliorato il suo range di palle perse, 2,6 contro

le 3,3 della passata stagione, sintomo di un gioco più fluido. I giocatori sopra la doppia cifra di punti: ai due americani si aggiungono i 12 a partita di Tessitori e De Vico e gli oltre 10 di Mattia Udom, Basta per alzare la media dei punti segnati di squadra sopra quota 80 a partita. È una cifra che solo la Virtus Roma di Fabio Corbani riesce a superare. La statistica record è invece quella dei rimbalzi, più di 27 a partita (così bene solo Latina e Agrigento), con una menzione particolare per quelli offensivi. Qui si sale a vette che le altre squadre non riescono nemmeno ad avvicinare: sono quasi 13 a partita, pari ad altrettanti extrapossessi offensivi dopo azioni in cui non si è riusciti a fare canestro. L’anno scorso erano stati 10.

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«Il nostro sostegno per i più piccoli» Così l’Orditura Rosa è diventata sponsor di minibasket e promozione nelle scuole di R.T., fotografie d’archivio

Andrea Rosa, il titolare, è un ex pallavolista. E il figlio gioca a pallanuoto. Ma l’impegno dell’azienda è per il basket, in particolare per quello dei bambini: «Non per interesse commerciale, ma per impegno sociale» Trovare aziende disposte a mettersi in gioco per la collettività, sponsorizzando una società sportiva, non è semplice. Trovarne quando il loro mercato è fatto da altre aziende e non da persone e famiglie è ancora più complicato. Anche per questo il rapporto tra l’Orditura Rosa di Occhieppo Inferiore e l’Angelico Biella è una preziosa rarità: azienda tessile con mezzo secolo di storia, lavora solo per conto terzi, fornendo servizi per alcuni dei più celebri marchi della lana di pregio biellese. Eppure non si è tirata indietro quando è stato il momento di sostenere il club di pallacanestro della provincia. E lo ha fatto con un chiaro intento sociale: niente loghi sulla canotta della prima squadra, ma un contributo finalizzato alle attività di minibasket e di promozione nelle scuole. Un aiuto per avvicinare allo sport i bambini, insomma.

Venuto e Ferguson in uno degli incontri nelle scuole. 10 Sotto uno dei macchinari dell’Orditura Rosa al lavoro

Nella decisione di Andrea Rosa, titolare dell’azienda, ha certamente avuto un peso il fatto di essere un uomo di sport. Niente basket, però: la sua disciplina era la pallavolo. «Ho giocato, innanzi-

tutto, restando nell’ambiente per più di trent’anni» racconta. «E ho partecipato fin dall’inizio al processo che portò alla collaborazione tra Occhieppese e Vallemosso che fece nascere la Pallavolo Biel-


La tecnologia avanzata è uno dei cardini dell’Orditura Rosa. Sotto un altro degli incontri dei rossoblù con i loro piccoli tifosi

la negli anni Novanta. Posso dire di essere stato tra i fondatori». All’epoca il volley in città era un punto di riferimento, più ancora del basket. I primi campionati tra C1 e B2 del team si giocavano nella piccola Rivetti e il pubblico, un po’ seduto e molto in piedi, inneggiava alla costruzione di un nuovo impianto cantando “Stiamo stretti alla Rivetti”. L’impianto arrivò e i primi a riempirlo furono proprio i ragazzi della pallavolo: «Come spesso accade i cicli si esauriscono. Ma sono stati anni belli, con una costante evoluzione» racconta Andrea Rosa. Ora il testimone della leadership tra gli sport di palestra è passato alla pallacanestro. E un modo essenziale per aggiungere nuova energia alla passione per la palla a spicchi è avvicinare allo sport i bambini, proprio l’attività che sostiene l’Orditura Rosa. «Abbiamo iniziato solo quest’anno» spiega il titolare. «Ho conosciuto persone vicine all’ambiente che mi hanno raccontato di Pallacanestro Biella e del loro impegno sul settore giovanile. Non abbiamo interessi diretti commerciali o pubblicitari. Ma abbiamo voluto partecipare con un intento quasi filantropico, di impegno sociale». Anche grazie alle maggiori risorse a disposizione quest’anno il club rossoblù ha moltiplicato i suoi interventi nelle scuole, aggiungendo spesso agli stages con gli allenatori anche gli incontri con i giocatori, trasformatisi in un momento di grande festa per i piccoli aspiranti cestisti, felici di passare qualche ora a contatto con qualcuno dei loro beniamini. E dire che Andrea Rosa si definisce «un cestista negato». «Non sono mai stato bravo a giocare» racconta. «E ancora

adesso quando vado alle partite devo sedermi vicino a qualcuno che mi rinfreschi la memoria su certe regole. Una cosa è certa: lo spettacolo è notevole e quest’anno lo è ancora di più». Non c’entrano nemmeno le ragioni di famiglia: suo figlio è sì un atleta, ma gioca a pallanuoto, in un’altra delle realtà del microcosmo sportivo biellese. «Ma basta avvicinarsi per accorgersi di come la realtà del club rossoblù sia evoluta e organizzata». Parole che suonano familiari in bocca a un imprenditore che grazie all’innovazione e alla volontà ha tenuto saldo il timone anche in momenti di crisi («Tra alti e bassi» sorride). L’Orditura Rosa è nata più di cinquant’anni fa a Valle Mos-

so, fondata da Ugo Rosa, il padre di Alberto. Nel 2010 il trasloco a Occhieppo Inferiore ha permesso di rinsaldare l’alleanza con la Tessitura Rosa, nata invece a Ponzone nel 1958 su iniziativa di Mario Rosa, fratello di Ugo. Oggi le due aziende sono in due capannoni attigui e, pur rimanendo formalmente indipendenti, lavorano come un tutt’uno, cominciando dall’orditura e arrivando al tessuto. Con questa alleanza la famiglia è in grado di accontentare le necessità delle aziende clienti, con numeri elevati: oltre 2,5 milioni di metri lavorati per l’orditura, oltre 1,5 per la tessitura. Un gioco di squadra vincente, insomma. E se questo non somiglia allo sport...

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L’amore per la pallacanestro al femminile Il Basket Femminile Biellese , l’altra metà della palla a spicchi di R. T., fotografie d’archivio

Una squadra in serie C, una in Under 16 e la presidente Barbara Pietrobon (ex giocatrice) che allena anche il minibasket: «Dobbiamo ravvivare la passione». La passione per la pallacanestro non è qualcosa che si cura facilmente. Se si ama lo sport, è difficile pensare di starci lontani, anche se è venuto il momento di lasciare il parquet ad altri e di guardare le partite da bordocampo. Barbara Pietrobon ha giocato a lungo nelle squadre biellesi di pallacanestro femminile, non mollando il pallone a spicchi nemmeno durante gli studi universitari nella lontana Trento. E oggi che l’attività agonistica appartiene al passato, la palestra è ancora il suo habitat: nel Basket Femminile Biellese oggi allena le due squadre di minibasket, ma è anche presidente. Il club è l’erede della tradizione della pallacanestro “in rosa” in provincia. Due erano i poli fino a vent’anni fa, quello in città con il presidente Talamanca e quello a Cossato con la presidentessa Grosso, con escursioni fino alla serie B, prima della fusione del 2003 che portò anche a disputare la serie A2 sotto la guida del presidente Piero Gaudino. Oggi il Bfb si sta riprendendo pian piano quello spazio

alimentato dalla benzina più preziosa, la passione, che resta viva anche nei tempi più difficili. «Per la pallacanestro femminile, non certo solo a Biella, è uno di quei momenti» sospira Barbara Pietrobon. «Il movimento è ai minimi termini e la visibilità è ridotta all’osso: le partite del cam-

pionato femminile in televisione non si vedono mai. E per le ragazze e per le loro famiglie è difficile appassionarsi». Non solo: diventa difficile anche considerare il basket uno sport adatto alle ragazze: «Abbiamo avuto casi in cui i genitori hanno fatto cambiare sport alle figlie una vol-

Il Basket Femminile Biellese Under 16

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ta raggiunta la soglia di età che avrebbe portato dal minibasket all’Under 14. È un ostacolo in più per ogni nostro tentativo di avvicinare le ragazze a questo sport». In realtà, finché si gioca a minibasket, non c’è distinzione di sesso: maschi e femmine giocano insieme. Succede anche negli altri club cestistici del territorio. E il Basket Femminile Biellese è il naturale approdo per le ragazze che vogliono continuare anche una volta esaurita l’esperienza nella pallacanestro “da bambini”. «Collaboriamo con tutte le realtà locali, ma vogliamo fare di più per contagiare altre ragazze con la nostra passione» sottolinea Barbara Pietrobon. «Con l’aiuto delle famiglie delle giocatrici e dei papà che sono entrati nello staff dei dirigenti e con il sostegno degli sponsor, riprenderemo l’attività promozionale per le scuole. Vogliamo che le bambine non pensino che solo pallavolo, danza o nuoto siano sport adatti a loro. C’è chi si diverte e ama la pallacanestro fino in fondo, anche alla loro età». È il caso della giocatrice che vive a Trivero e due volte la settimana per gli allenamenti, più la partita del weekend, scende dalla valle di Mosso fino a Biella per praticare il suo sport preferito. Il Basket Femminile Biellese, oltre ai team di minibasket allenati da Barbara Pietrobon e sponsorizzati Zatex, ha una squadra nel campionato di serie C sponsorizzata Bonprix e guidata da Beppe Primo e una nel torneo giovanile Under 16 targata Garage Moregola con Enrica Sasso in panchina. Ma anche tra le “senior” l’età media è davvero bassa. In campionato a

un inizio ottimo sta facendo seguito una seconda parte di stagione più complicata, figlia anche di una serie di infortuni alle giocatrici più esperte. L’obiettivo è mantenere la categoria da cui si è ripartiti in estate. Tutte le ragazze del team (presidente compresa) sono state fotografate per l’album delle figurine, successo dell’inverno nel mondo cestistico locale, in cui il Bfb è stato ospite tra le pagine in cui grande protagonista è stato l’esercito pacifico di giocatori di Pal-

La squadra di serie C e, in alto, uno dei due gruppi di minibasket

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lacanestro Biella. «È stata una proposta di Marco Sambugaro, che non potevamo rifiutare» racconta Barbara Pietrobon. «Anzi, il suo modo di fare “inclusivo”, non così comune a Biella, è un bene per tutto il nostro movimento. Non posso che ringraziarlo». E poi se c’è la passione per la palla a spicchi non può che esserci passione anche per i colori rossoblù: «Tante delle nostre ragazze» confessa la presidente «sono grandi tifose. E non potrebbe essere altrimenti».


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Aspettando il Giro la mostra dei cimeli Cresce l’attesa per il weekend biellese del Giro d’Italia, con le due tappe Castellania-Oropa e Valdengo-Bergamo del 20 e 21 maggio. E si moltiplicano le iniziative collaterali a cura del comitato di tappa: venerdì 12 maggio aprirà nella doppia sede della Fondazione Fila Museum (via Seminari a Biella) e del Santuario di Oropa la mostra sui cimeli ciclistici che ricordano i precedenti passaggi della corsa rosa in città. Alle maglie ex voto donate alla Madonna Nera alla maglia rosa e alla bici di Pantani ospitate al museo della Fila si aggiungeranno quadri, immagini, bici d’epoca e altri piccoli tesori per gli appassionati dello sport delle due ruote. La mostra sarà visitabile fino all’11 giugno.

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Cultura...le varie culture che ho dentro (madre francese, padre nigeriano)

D E F G H I L M N

Drake, il mio artista preferito

Energia, quella che metto in campo

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Girare il mondo

Ho sempre tanta fame

IntensitĂ

Liam, mio fratello

Margaux, mia sorella

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Obiettivi, me ne pongo tanti

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Rosso, il mio colore preferito

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Smith, Will Smith, il mio attore preferito

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Toscana, la regione dove sono cresciuto

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Unione, la caratteristica di questa squadra

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Veronique e Virginia, i nomi di mia madre e della mia ragazza

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Zanzare, le odio!

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Under 16 regina del Piemonte Titolo regionale conquistato battendo la Pms nello spareggio di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

Un +12 al Forum contro la squadra che ha cinque nazionali ha regalato alla Banca Sella di coach Baroni la leadership in regular season e la qualificazione diretta alla fase interzona. Ci sono partite che non si dimenticano, non importa quante altre se ne giocheranno e quanto saranno importanti. Gianmarco Bertetti, numero 8 della Banca Sella Biella Under 16, sabato 8 aprile ha lasciato il parquet del Forum abbracciando i compagni, con una lacrimuccia a scolpire nella memoria le emozioni. Aveva appena messo 39 punti (tren-tano-ve) nel cesto della Pms Moncalieri San Mauro, più della metà dei 76 messi insieme dai ragazzi in rossoblù. Gli avversari, considerati uno squadrone, con muscoli e centimetri che sono un lusso per la categoria, sono arrivati a quota 64 e, se erano entrati a Biella in testa alla classifica, sono usciti dagli spogliatoi consegnando il titolo regionale al team di coach Luca Baroni, il secondo stagionale dopo quello conquistato dall’Under 20. Non solo: chiudendo il girone di regular season al primo posto la Banca Sella entra direttamente nella fase interzona che vale la qualificazione alle finali scudetto, un traguardo già raggiunto l’anno scorso.

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C’è molto di Luca Baroni, alla seconda stagione a Biella, nello spirito di questo gruppo. Il coach che Michele Carrea ha portato con sé da Casalpusterlengo vive le partite in modo “corbaniano”: si accovaccia e si rialza, cammina avanti e indietro nervosamente e nei time out il volume della voce è abbastanza per farsi sentire anche dalla gradinata opposta alle panchine. Ma le sue parole in un time out nell’ultimo quarto sono state decisive. La sua squadra che si era arrampicata fino a +13 aveva subito un parziale di 8-0, pagando la carenza di centimetri (e l’assenza per infortunio del gigante serbo Zimonjic) al punto da lasciare seconde e terze opportunità all’avversaria a ogni azione. E in attacco la sensazione è che la squadra si spostasse, lasciando l’iniziativa alle mani di Bertetti. «Noi siamo più forti» ha urlato ai suoi. «Questo è il momento di stare nei giochi in attacco e di costringere loro a fare canestri difficili». Ha ricordato, insomma, ai ragazzi di fare quello che avevano dimostrato di saper fare, costruendo canestri pregevoli cercando il compagno che aveva la posizione migliore per il tiro. Detto, fatto: al rientro in campo una tripla di Bertetti è valsa il +8, ma è arrivata dopo un’azione in cui la palla girava velocemente, al ritmo giusto per battere la zona a

cui la Pms era costretta da lunghi minuti. Al contrario la Banca Sella non ha mollato un secondo la difesa a uomo, anche quando muscoli e centimetri rendevano gli accoppiamenti difficili. Ma con voglia, intensità (e palloni recuperati in gran numero) e con la spinta del pubblico che ha riempito il parterre rosso, il gap fisico è stato colmato. Alla fine, se le cifre hanno ricordato che, dietro alla mano torrida di Bertetti ci sono stati i 19 punti di Artuso, è stata davvero una vittoria di squadra, con tanto di abbraccio finale come i veri team sanno fare. Ora, dopo la parentesi del memorial Raspino, l’attenzione si concentrerà sulla fase interzona a cui la Banca Sella entrerà da testa di serie. Con una sconfitta nell’ultima giornata, sarebbe stata costretta agli spareggi. Un vantaggio in più, insomma, oltre a quello di scolpire nel cuore il ricordo di quel giorno in cui, a sedici anni, sono diventati campioni regionali. Il team è composto da Alessandro Baltaro, Alessandro Brusasca, Davide Artuso, Dominic Borgialli, Gianmarco Bertetti, Gregorio Cincotto, Lorenzo Diliddo, Lorenzo Squizzato, Matteo Raise, Michele Allari, Nicolò Cerri, Riccardo Bassi, Strahinja Zimonjic. L’assistente di coach Baroni è Ermanno Ramella.


Under 20, l’ora delle finali scudetto Dal 24 al 29 aprile Banca Sella Biella impegnata a Roseto di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

Nel girone dei rossoblù Pistoia, Tiber Roma e Costa Volpino. Passano ai quarti le prime due. Coach Danna: «Le finaliste sono tutte forti» Qualche anno fa i ragazzi in rossoblù avevano creato l’hashtag #roadtoscudo, ovvero la strada che porta fino allo scudetto. La #roadtoscudo della Banca Sella Biella Under 20 passa da Roseto e dal PalaMaggetti che vide le gesta di Nicola Minessi e Giampaolo Zamberlan e che quest’anno sarà la sede delle finali nazionali di categoria da lunedì 24 a sabato 29 aprile. I rossoblù di Federico Danna ci sono entrati da teste di serie, qualificati con il titolo di campioni regionali e di vincitori del girone, e già conoscono i nomi delle avversarie nel girone del primo turno. Biella affronterà Pistoia, già sfidata (ed eliminata) nelle finali Under 18 dell’anno scorso, Tiber Roma e Vivigas Costa Volpino. «Le squadre che raggiungono le finali nazionali sono tutte forti» ha commentato Danna. «Non esiste quindi un girone migliore dell’altro. Conosciamo Costa Volpino dall’anno scorso: l’abbiamo affrontata alla prima partita del primo girone, quest’anno è cambiata parecchio e all’interzona ha battuto tra l’altro Casale Monferrato. Sicuramente con loro sarà un impegno molto difficile. È una squadra forte come lo è Pistoia che ha vinto il girone toscano, da sempre uno dei più tosti. Pistoia, come noi testa di serie, ha una struttura di squadra molto simile a quella di un anno fa. Tiber Roma invece è arrivata seconda nel girone laziale e ha avuto l’accesso diretto alla fase finale».

Per superare il turno è necessario piazzarsi tra le prime due di ogni girone (negli altri raggruppamenti ci sono anche le altre tre semifinaliste dell’anno scorso, Cantù, Venezia e Stella Azzurra Roma). E Biella dovrà fare i conti con la collocazione temporale – forse non ideale – della finale, incastrata tra l’ultimo turno di regular season e il primo di playoff di serie A2. Questo vuol dire che non faranno parte della spedizione Carl Wheatle e Luca Pollone mentre Federico Massone e Luca Rattalino resteranno con la

squadra solo per i primi due giorni. Non una novità per la squadra, dato che per l’intera regular season è stato necessario dosare gli sforzi tra i due campionati. Ecco le composizioni degli altri tre raggruppamenti. Nel girone A ci sono Stella Azzurra Roma, Pesaro, Cantù e Pino Dragons Firenze, nel girone B sono compresi Aurora Desio, Reggiana, Crabs Rimini e Junior Casale mentre fanno parte del girone D Venezia, San Paolo Ostiense Roma, Virtus Bologna e Pms Moncalieri San Mauro.

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Playoff di A2: tutti i precedenti rossoblù Quattro tentativi, una finale. Ma anche la promozione diretta del “30 e lode” di Giampiero Canneddu, fotografie archivio Pallacanestro Biella

Sette stagioni nella seconda serie, solo una volta fuori dalla post-season per la Pallacanestro Biella: un po’ di storia dalla finale contro la Reggio Calabria di Ginobili ai due derby piemontesi contro Torino e Casale. E con questa fanno cinque: sono le partecipazioni della Pallacanestro Biella ai playoff di serie A2 su sette tentativi. Se si esclude la passata stagione, cominciata male, proseguita con una fase finale esaltante e poi terminata anzitempo anche per colpa dell’infortunio a Mike Hall, i rossoblù non hanno mai mancato l’appuntamento con il tabellone a eliminazione diretta che mette in palio il passaggio al piano di sopra. Nel 2000/2001 invece non fu necessario uno sforzo supplementare per arrivare alla promozione: la squadra del “trenta e lode” (30 vinte e 6 perse) arrivò prima e allora quel risultato bastava per guadagnare l’accesso alla serie A. Oggi le regole sono cambiate e non basta vincere il girone per completare il capolavoro. Mentre ora la promozione è una soltanto e per 36 contendenti, nel 1998/1999 si saliva in tre. E le squadre in A2 erano 14. All’allora Fila Biella bastò un settimo posto in regular season per qualificarsi ai playoff evitando il primo turno di spareg-

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gio. L’accoppiamento però aveva il sapore della missione impossibile: alla semifinale contro la Scavolini Pesaro, i rossoblù arrivarono senza Joseph Blair, il totem sottocanestro che si era infortunato al ginocchio. Federico Danna ridisegnò la squadra e bastò un 100-94 a Pesaro per ribaltare il fattore campo. Gara-2 al PalaScatola portò la serie sul 2-0 per Biella. E la sconfitta in trasferta in gara-3 fu indolore perché in un palazzetto pieno fino all’orlo un altro 100-92 consegnò la qualificazione in finale. La finale fu l’incrocio con il giovane Manu Ginobili e la Viola Reggio Calabria. I neroarancio vinsero 3-0. In quella stagione la promozione diretta fu di Montecatini, dove giocavano Simone Cotani, Andrea Niccolai e Marco Sambugaro. Al secondo tentativo, nella stagione successiva, Biella si trovò accoppiata contro Jesi, dopo una regular season chiusa al settimo posto su 11 squadre con la prima (gli arcirivali di Roseto) promossa direttamente e l’ultima (Sassari) retrocessa. Era l’anno del riconfermato Erdmann e di Norman “The Storm” Nolan, di Pessina e Masper. La serie cominciò male: sconfitta in trasferta e poi in casa e match ball per i marchigiani a casa loro. Ma la Fila con 19 punti di Erdmann e 17 di Nolan riportò la serie al PalaScatola. Jesi però aveva l’ita-

lo-bosniaco Gordan Firic, realizzatore della miglior specie. In gara-5 fu top scorer e la stagione finì lì. Quella fine di un ciclo portò bene. Attorno a Marco Crespi la squadra cambiò volto e con Granger, Brewer, Lacey, Bougaieff e il nucleo italiano con Soragna, Malaventura, Masper e Minessi fu record di successi e promozione diretta. Fu necessario attendere la fine di un altro ciclo, quello delle dodici stagioni consecutive in serie A, per riassaggiare i playoff di A2. Nel 2013/2014 Biella arrivò alla post season abbinata ai nuovi arcirivali di Torino. Fabio Corbani dovette lasciare troppo a lungo in panchina il capitano Tommaso Raspino, infortunatosi a una caviglia. Fu decisiva gara-2, che Torino vinse al Forum. E poi non ci fu modo di espugnare il PalaRuffini.. Nel 2014/2015, come un sortilegio, l’Angelico Biella arrivò ai playoff tempestata di avversità. Alan Voskuil infortunato, B.J. Raymond volato negli Usa per la morte del nonno. Al turno preliminare contro le squadre di Silver l’abbinamento fu con la Remer Treviglio e fu una vittoria sudata. Nei quarti fu la volta di un altro derby piemontese, contro Casale. E l’esito fu uguale a quello dell’anno prima: 3-1 per gli avversari e stagione finita. Fu la fine di un altro ciclo. Il tempo di un’estate e cominciò l’era-Carrea.

Alan Voskuil contro Mancinelli nei playoff 2013/2014


L’ultimo sprint e poi i playoff Due match di sabato sera prima della post-season di Giampiero Canneddu, fotografia di Alberto Tesoro Il blasone di Siena per l’ultima in casa, la fame di Eurobasket Roma per la trasferta finale. Dall’ultimo weekend di luglio si entra nella fase a eliminazione diretta. 29ª giornata, sabato 15 aprile Angelico Biella - Mens Sana Siena Biella Forum, ore 20.30 Gli ex Mattia Udom (a Siena nel 2013/2014 e nel 2015/2016) Andrea Monciatti (a Biella fino al 2014/2015) Così all’andata Mens Sana Siena-Angelico Biella 7468 (Myers 27, Harrell 13; Hall 19, Tessitori e Ferguson 15) La data: 8 ottobre 2013 Mattia Udom è tra i dodici a referto della Mens Sana Siena che vince la Supercoppa battendo in finale Varese 81-66. L’attuale numero 22 di Biella non scende in campo in un ma-

tch che vede al suo fianco l’altro ex rossoblù Taylor Rochestie. Nell’altra metà campo non bastano i 23 punti con 7 rimbalzi di Aubrey Coleman. 30ª giornata, sabato 22 aprile Eurobasket Roma - Angelico Biella PalaTiziano di Roma, ore 20.30 Gli ex Matteo Malaventura (a Biella dal 2000 al 2002) Così all’andata Angelico Biella-Eurobasket Roma 97-74 (Hall 30, Ferguson 24; Deloach e Fanti 15) La data: 16 giugno 2010 Matteo Malaventura diventa uno degli eroi della storia recente della Fortitudo Bologna decidendo gara-5 della finale promozione della serie A dilettanti contro Forlì con un suo 6/7 da tre punti. L’ultima bomba è quella decisiva a fil di sirena che fissa il punteggio finale sull’81-80 per la “Effe”.

Il programma dei playoff Sedici contendenti per una sola promozione: è questa la dura legge dei playoff di serie A2 2016/2017. Come nella passata stagione si qualificano le prime otto dei due gironi, Est e Ovest, che si affronteranno a tabelloni incrociati. Le due prime classificate sono le teste di serie e si sfideranno solamente in finale, con la squadra delle due che ha totalizzato più punti nelle prime trenta partite che avrà diritto di giocare nella propria città in qualsiasi caso la bella della finale. Lo schema vede la prima di un girone contro l’ottava dell’altro e così via con seconde contro settime, terze contro seste, quarte contro quinte. Ogni faccia a faccia, dagli ottavi fino allo scontro decisivo, è al meglio delle cinque partite con la prima squadra che ne vince tre a passare il turno. Lo schema è quello consueto, con le prime due partite

in casa della squadra meglio classificata, gara-3 ed eventuale gara-4 sul campo della squadra con la classifica peggiore ed eventuale bella con il fattore campo a favore della compagine meglio piazzata. Anche le date sono fissate, benché il calendario si comporrà definitivamente solo a regular season terminata. Gara-1 dei quarti sarà domenica 30 aprile o lunedì 1 maggio, gara-2 martedì 2 maggio o mercoledì 3. Entrambe si giocheranno a Biella, dato che l’Angelico è certa da tempo di un posto nelle prime quattro, che hanno vantaggio di campo nel primo turno. Il ciclo in trasferta sarà venerdì 5 o sabato 6 maggio per gara-3 e domenica 7 o lunedì 8 per l’eventuale gara-4. La bella è fissata per mercoledì 10 o giovedì 11. A prescindere dalla durata della serie degli ottavi di finale, i quarti inizieranno domenica 14 o lunedì 15 maggio.

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Selvatica 2017: ecco il programma Dal 6 maggio torna la manifestazione dedicata ad arte e natura di Francesca Fossati, fotografie di Fabrizio Lava

Dal 6 maggio al 2 luglio torna la manifestazione nella quale, attraverso la pittura, la fotografia e la scultura, si racconta la bellezza del pianeta Terra. A presentarla sono la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e E20progetti. Artisti, intellettuali, creativi e ricercatori dialogano tra loro per richiamare l’attenzione, attraverso le arti visive contemporanee, sulla responsabilità umana verso la salvaguardia del patrimonio naturalistico e ambientale. Il festival, a cura di Alessandra Redaelli per la parte artistica e di Fabrizio Lava per la parte fotografica, sarà inaugurato il 5 maggio alle 18 e sarà composto da una serie di iniziative che animeranno la città di Biella e il Biellese. I principali teatri della manifestazione saranno il Palazzo Gromo Losa, il Palazzo Ferrero e il Museo del Territorio Biellese, mentre all’Oasi Zegna si potrà vivere un’esperienza naturalistica all’aperto. Le tre mostre più significative saranno a Palazzo Gromo Losa: le sale ospiteranno quella di Marzio Tamer, pittore amato in Italia e all’estero per i suoi ritratti di animali e le 90 immagini delle oltre 20 mila giunte per il Gralzlichter, uno dei concorsi di fotografia

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naturalistica più importanti d’Europa che torna a Biella per la terza volta; i roseti faranno da cornice alle sculture di Stefano Bombardieri, intitolate: «Gaia e la Balena», lunga 20 metri, e «Passaggio elefanti». A Palazzo Ferrero ci sarà l’esposizione delle fotografie di Marcello Libra dal titolo: «I colori del bianco». Al Museo del Territorio Biellese sarà esposta una selezione dei lavori realizzati per la prima edizione del concorso nazionale di pittura Be Natural/ Be Wild, promosso dalla Fondazione CRB e rivolto ad artisti dai 18 ai 35 anni. Ci saranno anche gli scatti del concorso Nord Ovest Naturae photo contest dedicato alle bellezze naturali del Nord-Ovest d’Italia (le premiazioni di questi due concorsi si terranno venerdì 5 maggio dalle 15). Altre esposizioni collaterali saranno allestite in luoghi suggestivi del Biellese. Ad esempio, nella sala del Galliari all’interno di Palazzo La Marmora, ci sarà un a personale di Giuseppe Bartolozzi e Clara Tesi, scultori pistoiesi che usano il marmo bianco di Carrara come loro cifra artistica. Nello Spazio Cultura della Fondazione CRB sarà ospitata la mostra del pittore Stefano Zangaglia, viaggiatore e grande amante della natura.

«Selvatica, arte e natura in festival» è realizzato dalla Fondazione CRB in collaborazione con E20progetti che cura l’allestimento e il catalogo.




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