TIME OUT - N.37 Maggio 2017

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N. 37 - MAGGIO 2017

ARRIVEDERCI MEN IN BLACK Finisce al supplementare di gara-5 degli ottavi di finale la stagione dell’Angelico Biella

L’OROLOGIAIO Dietro le lancette c’è un cuore rossoblù Bentornato a Oropa, GIRO D’ITALIA A giugno torna POLLONE DAL CIELO


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È FINITA TROPPO PRESTO Il dolore per la sconfitta, l’orgoglio per la stagione di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

Si arresta dopo un supplementare a gara-5 contro la Tezenis Verona la corsa nei playoff dell’Angelico Biella. Carrea: «Questa squadra ha saputo dare emozioni». De Vico: «Avevamo tutta la città al nostro fianco». RLa sconfitta è un dolore quasi fisico, per chi fa sport. Lo si legge nella faccia un po’ pallida e un po’ rossa di Carrea, che dopo la finale di Coppa Italia lasciata a Bologna all’ultimo tiro disse: «Non capita spesso di avere la possibilità di vincere. E quando succede bisogna fare di tutto per cogliere l’occasione». Lo si intuisce negli occhi di Niccolò De Vico che in sala stampa nel post gara-5 non sa dire come si sente «perché sono in una bolla». Finisce così, con una ferita che forse qualche notte insonne curerà, la stagione 2016/2017, frenata dal muro di muscoli e classe della Tezenis Verona alla bella della serie degli ottavi di finale. Verona che ha rimontato da 0-2 a 3-2. Verona che ha inflitto a Biella la prima sconfitta in casa stagionale, dopo 17 tentativi (compresi due suoi) andati a vuoto. Verona che ha mostrato una profondità che – parole di Carrea – «quando un giocatore andava in panchina a riposare, quello che entrava

era peggio». Non a caso le bombe che hanno indirizzato l’ultimo quarto prima e il supplementare poi sono state di Brkic e Amato, due che sono partiti seduti con la sopramaglia addosso. Verona, in sintesi, che sulla carta ha ri-

baltato il pronostico. O forse no, perché analizzando il loro roster nome per nome si scopre quello che ha osservato il coach rossoblù di fronte ai giornalisti dopo la sconfitta di gara-5: «Guardi i loro primi tre nomi e bastano quelli per pareggia-

Niccolò De Vico, capitano vero anche nei playoff. In alto Mattia Udom che ha provato a essere decisivo nell’ultimo quarto con tripla e schiacciata

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Marco Venuto, un’altra stagione eroica per lui. Nell’altra immagine Amedeo Tessitori

re il nostro budget». Niente scuse però, «perché la Tezenis, nel complesso della serie, passa il turno perché se lo merita. Nelle tre partite che abbiamo perso non abbiamo mai dato la sensazione di avere la partita in pugno e di essercela lasciata sfuggire. Siamo rimasti aggrappati con l’energia». Anche l’energia però ha un limite e lo si pensava senza dirlo, man mano che la serie si allungava e le rotazioni di Verona consentivano di dosare meglio gli sforzi dei suoi uomini mentre l’Angelico, con la panchina più corta (e un po’ più corta che in campionato perché quando il gioco si fa duro per gli Under diventa durissimo), lasciava in campo senza pressoché riposo Hall e Ferguson, e solo qualche minuto in meno De Vico e Venuto. Eppure la bella al Forum, cominciata con uno 0/12 da tre all’intervallo e con un massimo svantaggio a -14, era stata ribaltata fino al +3. Quei tre punti che nel finale le triple di Brkic, Portannese, Amato hanno saputo rimontare e con l’ultimo minuto e mezzo del supplementare che, per i rossoblù, si è chiuso senza nemmeno un canestro, passando dal +1 al -9 finale. «I ragazzi nello spogliatoio sono distrutti» ha detto Michele Carrea, aggiungendo l’analisi emotiva al suo tema preferito, il punto tecnico. «È il segno di quanto volessero andare avanti in questo campionato». E poi, facendo quasi da scudo ai suoi ragazzi, ha proseguito: «Vorrei che nessuno ora puntasse il dito contro i singoli per quello che è successo o che non è successo in queste cinque partite. Siamo in un percorso di crescita in cui ci sono stati alti e bassi: se qualcuno fa una valutazione

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critica verso questi ragazzi o storcicchia il naso, sicuramente dimentica che cosa hanno realizzato e il loro sforzo sul piano umano ed emotivo. Il nostro progetto tecnico era diverso. E nonostante questo abbiamo dato tutto per vincere. Ma chi si dimentica da dove noi siamo partiti, dal punto di vista delle aspettative del club e del pubblico, sbaglia: se abbiamo portato 4mila persone al Forum ai playoff, è perché questi ragazzi hanno saputo regalare emozione». Già, il pubblico: «Avevamo tutta la città al nostro fianco» ha aggiunto Niccolò De Vico. «E quando sono entrato sul parquet per gara-5 con la curva già schierata e il palazzetto che si stava riem-

piendo, per la prima volta in otto anni ho tremato per l’emozione». Forse era scritto da settembre che sarebbe finita così. Del resto a settembre, roster alla mano, la serie tra Biella e Verona non avrebbe avuto i rossoblù come favoriti. O forse basterebbe non giocare più quando inizia la seconda decade di maggio: nel 2014 fu l’11 il giorno di gara4 contro la Manital Torino, quello della sconfitta e del gestaccio di Amoroso alla curva, tre anni meno un giorno prima del canestro di scherno senza difesa di Frazier che ha fatto altrettanto arrabbiare. La prossima partita chiave, per favore, proviamo a fissarla il 9...


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Mike Hall, miglior rimbalzista di A2 per il 2016/2017

Quei record made in Usa Le cifre di Hall e Ferguson, 70% di vittorie insieme di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

I due americani dell’Angelico hanno disputato 48 match in rossoblù in due stagioni, vincendone 34. Insieme producono il 43% dei punti della squadra, mentre Hall conquista un terzo dei rimbalzi totali di Biella. Dicono degli americani che a volte badino prima alle statistiche individuali, che tutti gli scout leggono prima di guardare i video delle partite, e poi al bene della squadra. Quelle di Jazz Ferguson e Mike Hall sono statistiche da dominatori: stiamo parlando dei due giocatori con più minuti in campo dell’intera A2, del miglior realizzatore a Ovest e quarto top scorer in assoluto considerando anche il girone Est, e del miglior rimbalzista in assoluto del campionato. Ma i grandi numeri avrebbero poco valore se non fossero accompagnati dai risultati di squadra. Basti un dato, per cominciare: l’ultima sconfitta in casa dell’Angelico in regular season con Hall e Ferguson in campo insieme risale all’8 dicembre 2015, quando al Forum passò Scafati. Da quel giorno, prima e dopo lo stop forzato dell’ala di Chicago per l’infortunio al tendine rotuleo, i due insieme non hanno mai più perso. E con loro la squadra. Il totale di partite che Hall e Ferguson hanno disputato insieme in rossoblù dal 1 novembre 2015 (esordio con vittoria contro Ferentino) è di 48: di queste 34 sono state vittorie, pari a circa il 70% di successi, una cifra da Steph Curry a Golden State dall’altra parte dell’oceano. Il loro apporto è multiforme: degli 82,3 punti segnati in media dall’Angelico in regular season, 35,3 escono dalle mani dei due americani, che vale il 43% del fatturato offensivo della squadra. Non è tutto: i 7,7 assist a partita della coppia Usa significa che fa parte del loro gioco mettere in ritmo i compagni una volta che le difese si concentrano su di loro. Le aperture da post basso di Hall, specie quelle a una mano sola, per smarcare un tiratore sul perimetro o le penetrazioni di Ferguson che finiscono con un assist al compagno libero sotto canestro sono immagini viste e riviste al Forum e nelle trasferte rossoblù. E sono il segno che i vantaggi che il loro talento produce si trasformano in

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Jazzmarr Ferguson, top scorer rossoblù per il secondo anno di fila

moneta sonante per il resto della squadra, e non in egoismo nel voler forzare a tutti i costi. Anche se, come ha svelato coach Michele Carrea in un dopogara di una sfida playoff, a loro è consentito cercare soluzioni fuori dai giochi, specie quando si sentono in quella trance agonistica che li porta a fare canestro anche nelle situazioni più difficili. E anche queste sono scene abituali per chi frequenta le gradinate del Forum. Capitolo rimbalzi: la presenza sotto le plance, anche in attacco, dell’Angelico 2016/2017 è stata una caratteristica chiave della grande regular season rossoblù. La squadra ne ha catturati 39,9 a partita. Quasi un terzo, 13,1, finisce nelle manone di Mike Hall. La percentuale è simile an-

che se si parla di rimbalzi offensivi: 3,8 per il numero 7, 13,1 per l’intera Angelico. E se è vero che i centimetri sono importanti, ma l’attitudine e l’energia valgono ancora di più per catturare un rimbalzo, è probabile che stare intorno a uno come Hall giorno dopo giorno abbia mostrato la strada giusta per dominare sotto i tabelloni anche ai compagni. Simili numeri vanno abbinati a un’altra statistica chiave. Mike e Jazz, nelle rotazioni dei quintetti di coach Carrea, sono quelli che non escono quasi mai dal campo. E che soprattutto ne escono insieme solo quando il risultato di un match è già deciso. Con 36,0 minuti a partita per il primo e 35,9 per il secondo, sono la coppia Usa più presente sul par-

quet sia a Ovest sia a Est. Come tempo medio in campo solo Tim Bowers di Jesi (avversario di Biella nella serie playoff contro Torino del 2014) fa meglio con 36,4 minuti. Sembra naturale, se si pensa al peso specifico dei due giocatori nell’organico costruito in estate da Sambugaro e Carrea. Sembra un miracolo della volontà se si pensa che fino all’inizio della scorsa estate Mike Hall era in piena terapia riabilitativa, dopo un infortunio al ginocchio che aveva messo un grosso punto interrogativo sul prosieguo della sua carriera. La sua volontà, manifestatasi in un’estate di allenamenti come se fosse un ventenne, ha portato a questi frutti. Come si sono accorte le difese avversarie...

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Dietro le lancette c’è un cuore rossoblù L’Orologiaio di via Italia, artigiano e fan di Pallacanestro Biella di R.T., fotografie d’archivio

Il marchio di Marco Di Liddo è sulle canotte del minibasket, ultimo passo di un rapporto con il club che dura da quattro stagioni. «Doveva essere un modo per farci conoscere attraverso lo sport. Il guaio è che poi ci siamo appassionati...». «Abbiamo cominciato perché lo sport è un formidabile veicolo per far conoscere un marchio. Il guaio è che poi ci siamo appassionati...»: Marco Di Liddo, professione orologiaio anche perché è una tradizione di famiglia, scherza sul legame tra la sua impresa e Pallacanestro Biella, una storia che dura da quattro anni e che proseguirà ancora dopo la firma di un accordo pluriennale. Il negozio-laboratorio è dal 1977 in via Italia, di fronte a piazza Fiume: già l’insegna che recita “L’Orologiaio” è un marchio di fabbrica. «Siamo forse gli unici in città ad aver conservato da generazioni la classica figura degli artigiani» spiega il titolare. «Siamo specializzati in orologi di alta gamma, nella vendita e nella riparazione. Siamo anche centro specializzato e certificato per Omega». Non esiste gioiello segnatempo che abbia segreti per i tecnici di via Italia

62: «Non abbiamo problemi nemmeno a rimettere in sesto i modelli più antichi». La classica cipolla da ferroviere del nonno ripescata da un cassetto può tornare all’antico splendore con le cure degli oro-

logiai biellesi. «L’ultima specializzazione» sottolinea Marco Di Liddo «è relativa ai pezzi pregiati usati, da collezione e per investimento. Certi orologi, ormai fuori produzione e di marchi storici, acquistano

Una fetta di Angelico Biella in visita da L’Orologiaio in via Italia. Sopra, la premiazione di un trofeo di preseason

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Due visite rossoblù al negozio di via Italia, con il settore giovanile durante un’iniziativa natalizia e con la prima squadra

valore nel tempo. E i proprietari, anche se li tengono con ogni cura, vogliono che siano funzionanti». Nelle vetrine del negozio, oltre alla gioielleria che affianca il “core business”, ci sono anche i prodotti a tinte rossoblù: nel 2014 nacque il braccialetto del vero tifoso e oggi si trovano anche gli orologi personalizzati «perché» spiega Marco Di Liddo «da appassionati artigiani ci divertiamo anche a fare queste cose». Appassionati artigiani e appassionati sostenitori, ormai, anche se l’inizio era stato in salita. «Mi è sempre piaciuto lo sport per veicolare il nostro marchio: è un modo per condividere con il cliente potenziale un’emozione positiva in comune. E sport nella nostra città vuol dire soprattutto Pallacanestro Biella. Solo che la mia prima partita al Forum fu l’ultima della stagione 2012/2013, ovvero l’ultima in serie A prima della retrocessione e prima di un’estate in cui era in dubbio la sopravvivenza stessa del club. Scherzando, ma non troppo, firmai l’accordo dicendo “Naturalmente se ci sarà ancora la squadra...”». La squadra ci fu e la discesa in A2, invece di spegnerlo, ravvivò il rapporto tra città e colori rossoblù. «Bastò quella prima partita ad avvicinarmi a uno sport che non avevo mai seguito da vicino» racconta Di Liddo. «Ho apprezzato l’intensità e il fatto che non ci fosse un attimo di tregua. E ora, dopo qualche partita, conosco anche regole e meccanismi». L’Orologiaio è sponsor di maglia del minibasket e anche questa è una scelta. «Avvicinandoci alla società» racconta Marco Di Liddo, «abbiamo avuto modo di conoscere Luca Monteleone prima e

poi Federico Danna e Massimo Grigatti. Ho apprezzato l’approccio sano con cui si avvicinano i bambini alla pratica sportiva. Qui non si vuol fare crescere un campione a tutti i costi per poi lucrare, ma si vogliono insegnare i valori dello sport e non solo ai giovani atleti». Forse per questo uno dei ricordi più belli in partita non è del tutto legato alla prima squadra: «È stato un momento emozionante che conservo nella mente con piacere, quello del giorno in cui furono proprio i bambini del minibasket a esibirsi nell’intervallo di metà partita, in una delle ultime giornate

di campionato». Nel frattempo, di match appassionanti, in quattro anni di cammino insieme, ne sono passati parecchi. E con qualche giocatore il legame è rimasto speciale: «Penso a Luca Infante» dice Di Liddo «non solo perché ormai è un amico, ma per il suo modo di essere trascinatore e di creare un bel gruppo intorno a lui. Ma qualche anno più indietro era nata un’amicizia anche con Simone Cotani, con cui siamo ancora in contatto. Ma allora non seguivo la pallacanestro». Però, per accendere la passione, era solo questione di tempo...

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Rigoberto Uran festeggia la maglia rosa dopo la tappa di Oropa del 2014. In basso il cartello celebrativo nel punto della salita in cui cadde la catena a Marco Pantani al Giro 1999

Bentornato a Oropa, Giro d’Italia La corsa rosa del centenario onora Biella e Marco Pantani di R.T., fotografie d’archivio

La Castellania-Oropa si correrà sabato 20 maggio e celebrerà Fausto Coppi e il Pirata di Cesenatico che nel 1999 al Santuario compì una delle sue più grandi imprese. Le iniziative collaterali e la ripartenza il giorno dopo da Valdengo.

l’ultima e decisiva settimana con le scalate ai colli alpini sul versante delle Dolomiti. Sarà una tappa di 131 chilometri, senza nessuna difficoltà prima di piazza Martiri a Biella, quando inizieranno gli 11 chilometri decisivi. «Una fucilata» ha commentato in sintesi Gianni Zola, l’ex

professionista componente del comitato di tappa che ha iniziato mesi fa a lavorare sotto traccia insieme al presidente Atl Luciano Rossi per inserire Oropa nella cartina del Giro d’Italia. Il copione più probabile dovrebbe ricalcare quello del 1999, con le squadre dei più forti a impe-

Dalla casa di Fausto Coppi alla salita che fu teatro di un’impresa epica di Marco Pantani, il tutto nell’edizione numero 100 del Giro d’Italia: il sesto arrivo a Oropa nella storia della corsa rosa (e l’ottavo a Biella) arriva in un’edizione carica di significati e di emozioni per la manfestazione ciclistica più importante e amata del nostro Paese. La centesima volta, nella mente degli organizzatori, sarà una celebrazione dei luoghi e dei corridori che ne hanno segnato la storia. Non c’è esempio migliore della Castellania-Oropa di sabato 20 maggio, disegnata apposta per onorare due campioni. E se Fausto Coppi è il campionissimo per antonomasia, nella storia recente dello sport del pedale nessuno ha emozionato i fans come il Pirata romagnolo. In sua memoria la salita di Oropa è stata ribattezzata “Montagna Pantani”. Al Santuario il gruppo arriverà nella 14ª frazione della corsa, quella che inizia

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Lo sprint vincente di Enrico Battaglin nella Aglié-Oropa del 2014. Sotto il cartello che indica la linea d’arrivo al Santuario di Oropa

dire fughe da lontano per consentire ai campioni (i favoriti sono Vincenzo Nibali, il trionfatore della passata edizione, e il colombiano Nairo Quintana, vincitore nel 2014) di giocarsi vittoria di tappa e maglia rosa. Nei cinque precedenti a Oropa ha sempre vinto un corridore italiano, da Vito Taccone nel 1963 a Enrico Battaglin (in gruppo anche quest’anno con la maglia della Lotto Nl) nel 2014 passando per Massimo Ghirotto (1993), Marco Pantani (1999) e Marzio Bruseghin (2007). A loro sono stati dedicati i primi chilometri della salita, contrassegnata da qualche settimana dai cartelli rosa a servizio di appassionati e cicloamatori, con indicate distanza dalla vetta e pendenze. Un cartello speciale è stato posizionato lungo il rettilineo all’uscita di Cossila San Grato, dove a Marco Pantani cadde la catena e dove iniziò la sua storica rimonta che lo portò a vincere la tappa. Le paline celebrative sono sono una delle iniziative collaterali pensate attorno alle due tappe biellesi del Giro d’Italia (come nel 2014, domenica 21 maggio si ripartirà da Valdengo, con arrivo a Bergamo con il percorso che negli ultimi chilometri ricalcherà quello del Giro di Lombardia). Il calendario messo in piedi dagli organizzatori locali mescolerà sport, arte, musica e intrattenimento. Piazza Duomo sarà un cuore pulsante di questi eventi: qui trova spazio l’installazione “Evoluzione Rocca” del biellese Paolo Barichello, pensata per onorare il ciclismo e la vocazione tessile del nostro territorio. Qui la sera del 20 maggio ci sarà la “Notte Rosa”, con musica dal vivo e dj set, stand per gustare i prodotti e i vini tipici locali a fornire una buona ragione per restare un po’ a spas-

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so anche dopo la tappa di Oropa e prima della partenza da Valdengo. Poco lontano dalla piazza, al museo della Fondazione Fila in via Seminari, ci sarà una delle due sedi della mostra “Il Giro a Biella”, divisa tra la città e il Santuario di Oropa, che esporrà maglie storiche, compresa quella di Pantani del 1999 e quelle donate ai ciclisti come ex voto alla Madonna Nera, biciclette d’epoca e fotografie che narreranno la storia del ciclismo sulle nostre strade. L’arte sarà presente anche al Prato delle Oche, dove sarà realizzato il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto: a disegnare sull’erba il simbolo del doppio infinito ideato dal maestro biellese saranno gli studenti di Liceo Sella e Istituto Bona.

Il calendario completo degli eventi collaterali è contenuto in una guida disponibile su carta e in versione digitale, intitolata “A Biella la bici è di casa”, ma anche su un sito web raggiungibile all’indirizzo www. giroabiella.it. Le indicazioni utili per i fans saranno anche su una mappa tascabile che sarà distribuita in città. La strada tra piazza Martiri e Oropa sarà chiusa dalle 9 del mattino. Le strade urbane interessate dal percorso (corso Europa, piazza San Paolo, viale Roma, viale Macallé, via Galimberti, via Fecia, via Pietro Micca, via Cavour, via Ramella Germanin) saranno invece off limits per le auto non autorizzate due ore prima del passaggio della corsa, intorno alle 14,30. L’arrivo a Oropa è programmato intorno alle 17.


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Le cifre record di Carrea Una stagione con il 74% di vittorie per il coach di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

Due anni da senior, esordiente ai playoff, ma con una maggioranza schiacciante di successi rispetto alle sconfitte. Anche se bruciano la finale di Coppa Italia e l’eliminazione ai playoff, il coach rossoblù ha dimostrato di essere già grande Prima stagione in serie A: salvezza raggiunta in anticipo dopo una partenza terribile e record appena inferiore al 50% di vittorie nonostante l’infortunio di un giocatore chiave per buona parte del girone di ritorno. Seconda stagione in serie A: primo posto nel girone Ovest con una squadra fatta in gran parte da Under e prodotti del vivaio e record dell’80% di vittorie sceso al 74% considerando anche i playoff e la Coppa Italia. Sono le cifre di Michele Carrea, a cui si aggiungono i tre titoli di allenatore del mese per il girone Ovest di serie A2, il tutto alla seconda stagione da capo allenatore di una squadra senior. Le cifre gli danno ragione, nessun dubbio. Anche se i risultati parlano di due momenti di amarezza: la sconfitta di Coppa Italia di Casalecchio, persa con l’azione della vittoria finita male, all’ultimo secondo di una finale tiratissima con la ricca e potente Virtus Bologna, e la sconfitta negli ottavi di finale playoff, ma solo a gara5, e solo dopo un tempo supplementare. Lui sarà il primo a non essere contento di come è andata, fa parte del carattere. In sala stampa, pochi minuti dopo il dolore di aver chiuso la stagione al Forum, fino ad allora imbattuto, contro la Tezenis Verona, stava già lavorando al futuro:

«Nella mia testa sto già pensando a che cosa avremmo potuto fare meglio. E mi prendo le responsabilità per gli errori che ho commesso dalla panchina, non dando abbastanza coraggio alla squadra, non infondendolo ai nostri giovani, lasciando qualcuno troppo in campo senza dosare le sue energie». Solo chi non si accontenta si migliora. E Carrea in stagione lo ha fatto capire più di una volta. “Pancia” era una delle sue parole preferite. E se la testa doveva essere concentrata e il cuore doveva pulsare di emozioni, la pancia doveva essere vuota. La squadra doveva continuare ad avere fame anche dopo le sequenze di vittorie, la salvezza matematica, la certezza dei playoff prima e della vetta del girone Ovest poi. La sua testa, di

sicuro, è rimasta concentrata. E se dalla partita a scacchi con un allenatore bravo ed esperto come Luca Dalmonte (uno che i playoff li ha conosciuti anche al piano di sopra) è uscito sconfitto, va ricordato che la prima partita del pivot che studiava al liceo classico in una post season da allenatore senior è stata gara-1 contro Verona. E su quella scacchiera né la squadra né il coach hanno sfigurato. La città, di sicuro, lo ha adottato. È nato per lui il coro «il maestro è Carrea», in occasione della vittoria su Roma e su Fabio Corbani. E lui si è lasciato adottare. E se dovesse ripensare a una ragione di orgoglio per questa annata, penserà al Forum pieno per gara-5: «Abbiamo fatto emozionare una città». E non è poco.

Michele Carrea con il suo assistente Francesco Viola e, nella foto piccola, durante un time out

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Sopra la Burcina con la mongolfiera A giugno torna Pollone dal Cielo. Si vola anche in elicottero di Francesca Fossati, fotografie archivio Pro loco Pollone

Il 17 e il 18 giugno il prato di fronte al lanificio Fratelli Piacenza, a Pollone, sarà il palcoscenico della VII edizione del festival dell’aria che attira nel Biellese migliaia di persone. Salire su una mongolfiera per ammirare il paesaggio da un punto di vista diverso e vedere, per una volta con il naso all’ingiù, le case, i boschi, le strade, i giardini e i parchi colorati dai fiori e dal verde brillante delle foglie. L’occasione sarà il 17 e il 18 giugno durante la VII edizione della manifestazione «Pollone dal cielo» alla quale in genere partecipano tra le 4 mila e le 5 mila persone provenienti da tutto il Piemonte e anche da altre regioni. È la Pro loco di Pollone, guidata dal presidente Paolo Crobeddu, ad organizzare l’evento con il patrocinio del Comune. I voli in mongolfiera, su prenotazione e a cura della società Charbonnier di Aosta, partiranno sabato alle 18 da Pollone e domenica alle 7 da Oropa con atterraggio alle 9 sul luogo della manifestazione e alle 7 e alle 18 (il volo di chiusura) da Pollone. Sarà messa a disposizione una decina di mongolfiere per volare, ma sia sabato sia domenica ce ne saranno anche altre due vincolate a terra per dare a tutti la possibilità di provare l’emozione di sollevarsi per una quarantina di metri e avere una panoramica a 360 gradi ammirando il parco della Burcina che in quel periodo sarà al culmine del suo splendore. Ospite dell’evento sarà il Comune di Capannori (Lucca), che organizza ogni anno la Fe-

sta dell’aria, con una mongolfiera istituzionale. Ma non è tutto perché si potrà volare anche in elicottero con la Airstar di Mottalciata: su prenotazione il sabato (con partenza dei tour alle 15 per voli da 20 minuti con diverse destinazioni del Biellese), senza prenotazione la domenica per brevi giri da 5 minuti. Al festival dell’aria «Pollone dal cielo» ci saranno anche altre attrazioni, come aquiloni, bolle di sapone, parete arrampicata elettronica (Climbstation di Vallemosso), musica, mercatino dell’artigianato e di prodotti locali, stand dedicati allo sport per provare le diverse discipline

seguiti dallo staff Csi. A pranzo e a cena, poi, si potrà mangiare una varietà di risotti grazie all’adesione al progetto itinerante «Festival del risotto italiano» il cui testimonial è Edoardo Raspelli. Lo chef che con la sua brigata si prenderà cura degli appuntamenti gastronomici è Pietro Calcagno del ristorante La lira di Biella (i menu sono consultabili sul sito o sulla pagina Facebook della Pro loco). Per informazioni e prenotazioni: www.prolocodipollone.com - Facebook: Proloco Pollone - Tel: 3665918198 (Adriano), 3391556409 (Paolo).

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Nel maggio sportivo con l’evento del Giro d’Italia

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La storia di PANTANI a teatro

A CITTÀ STUDI l’allievo Pollone Un binomio vincente da sempre quello tra studio e sport. Pallacanestro Biella e Città Studi condividono un percorso comune di vicinanza al mondo giovanile e ai valori di una vita sana perché, in fondo, si educa e si forma tanto in un’aula universitaria quanto su un campo da gioco. Un esempio è proprio Luca Pollone, classe ‘97, è uno tra i migliori giovani dell’edizione 2016 della finale scudetto Under 20 e quest’anno è stato pienamente promosso nei dieci a disposizione del coach Michele Carrea. Oltre ad essere un ottimo giocatore, Pollone è anche uno studente modello del campus universitario di Città Studi e frequenta con successo il I anno di Ingegneria della sede di Biella del Politecnico di Torino.

S’intitola “Marco Pantani – Il campione fuori norma” lo spettacolo che andrà in scena alla vigilia della tappa di Oropa, venerdì 19 maggio, al teatro Sociale Villani. Scritto da Alessandro Albertin, che sarà anche il protagonista insieme a Francesca Botti, è liberamente tratto dal libro “Il capro espiatorio – Il rituale vittimario: il caso Marco Pantani” di Maria Rita Ferrara. La regia è affidata a Michela Ottolini. Lo spettacolo si concentra sul dopo-Madonna di Campiglio, quando il Pirata venne estromesso dal Giro d’Italia che stava dominando per l’ematocrito alto: «Pantani diventa per molti “il dopato d’Italia”» dice l’autore. «Si può dire che Marco Pantani sia stato un capro espiatorio per lo sport italiano?». Info e prevendite su www.ilcontato.it

Arriva l’estate NEL CUORE DI BIELLA Stefano Bollani e Francesco Renga, Bruno Gambarotta e gli Ex Otago: ecco alcuni dei protagonisti dell’Estate nel cuore di Biella edizione 2017, che avrà come gli anni scorsi un “secondo palco” a Sordevolo, nell’auditorium Giovanni Paolo II che ospiterà quattro appuntamenti tra cui proprio Bollani e Renga. Agli spettacoli al Chiostro di San Sebastiano si unirà la terza edizione in città di Reload, il festival musicale del campo volo aquiloni dietro la stazione San Paolo, che durerà quattro giorni. I genovesi Ex Otago suoneranno nel main event di domenica. Il programma completo è consultabile sul sito www.comune.biella.it

Aspettando il Giro la mostra dei cimeli Cresce l’attesa per il weekend biellese del Giro d’Italia, con le due tappe Castellania-Oropa e Valdengo-Bergamo del 20 e 21 maggio. E si moltiplicano le iniziative collaterali a cura del comitato di tappa: venerdì 12 maggio aprirà nella doppia sede della Fondazione Fila Museum (via Seminari a Biella) e del Santuario di Oropa la mostra sui cimeli ciclistici che ricordano i precedenti passaggi della corsa rosa in città. Alle maglie ex voto donate alla Madonna Nera alla maglia rosa e alla bici di Pantani ospitate al museo della Fila si aggiungeranno quadri, immagini, bici d’epoca e altri piccoli tesori per gli appassionati dello sport delle due ruote. La mostra sarà visitabile fino all’11 giugno.

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RUBRICA L’ALFABETO ROSSOBLÙ

a cura di Luca Rosia

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Al camionista mancato piace il reggae ma non i ritardatari

A B C

Amore, quello vero è ormai rarissimo

Basket, la mia vita

Camionista, il lavoro che avrei voluto fare se non fossi diventato un giocatore di basket (ma anche Cuba, Paese stupendo!)

D

Diamanti insanguinati, un argomento che mi interessa molto e che ho affrontato nella tesina di maturità

E F G H

Emozioni

Fiore

Gioco, mi piace giocare in generale

Harry Potter, personaggio che non mi piace (penso di essere uno dei pochi)

I L M N O

Immortale

Lupo, il mio animale preferito

P

Puntuale, non mi piace chi arriva in ritardo

Q R

Queen, Beyoncé

Reggae, il mio genere musicale preferito

S

Scaramanzia (mi sto toccando!)

T

Tatuaggi, mi piacciono molto

U

Unione del gruppo, fondamentale in uno sport di squadra

V

Virginia, il nome di mia sorella (devo aggiungerla altrimenti si arrabbia)

Z

Zarro, a volte…

Monza, la città dove sono nato

Neviah, la mia gatta

Osso buco con polenta di mamma… Illegale!

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Ultimo sprint anche per le giovanili Under 18 fuori dalle finali, per l’Under 16 spareggi a Urbania di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

Archiviate le finali nazionali Under 20 con la Banca Sella Biella eliminata nel girone, si avviano alle battute finali gli altri tornei di Eccellenza. Ecco il punto della situazione È andato in Piemonte ma non a Biella lo scudetto Under 20: ad aggiudicarselo è stata la Pms Moncalieri San Mauro, in una finale nazionale caratterizzata dalle sorprese, anche se un po’ “forzate”. Delle semifinaliste dell’edizione 2016 è sopravvissuta solo la Stella Azzurra Roma, che però, come un anno fa, si è fermata in semifinale, fermata proprio dai torinesi. Hanno pagato dazio entrambe le finaliste della passata edizione, Cantù e Venezia, che non hanno raggiunto i quarti esattamente come la Banca Sella Biella. A Federico Danna non piace trovare giustificazioni, ma certamente il risultato non solo dei rossoblù ma di tutte e tre le squadre sul podio dell’anno scorso si spiega con le assenze obbligate, figlie della collocazione della finale in un momento complicato della stagione sportiva. Tutte e tre hanno dovuto fare a meno dei giocatori impegnati con la prima squadra, la loro o quella presso la quale hanno passato la stagione in prestito. A Roseto, teatro della finale a sedici squadre, non sono nemmeno arrivati Luca Pollone e Carl Wheatle, impegnati nella settimana dal 24 al 29 aprile a preparare gara-1 della serie playoff contro Verona. Federico Massone e Luca Rattalino hanno giocato solo le prime due, per poi rientrare rapidamente a casa e unirsi agli allenamenti di coach Michele Carrea. Per la stessa ragione Venezia ha giocato senza Leonardo Toté, che con i gio-

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vani biellesi si è incrociato proprio nella serie playoff contro Verona. E Cantù ha lasciato a Treviglio Luca Cesana e Curtis Nwohuocha. Paradossalmente la “Banca Sella 2” ha vinto la partita in cui si è presentata in formazione più rimaneggiata, la terza contro Pistoia (sulla carta quella più complicata), dopo le sconfitte dei primi due turni contro Alto Sebino e Tiber Roma. Samuele Pasqualini, con 12,3 punti di media nei tre match, è stato il miglior realizzatore dei rossoblù. Per l’Under 18 la sconfitta 66-60 a Venezia nel terzultimo turno della fase interregionale costa l’eliminazione matematica dalla corsa alle finali scudetto. Troppo lontano il terzo posto, l’ultimo a disposizione per centrare almeno gli spareggi di ammissione al tabellone principale in un girone dove Milano, Venezia e Pallacanestro Tre-

viso hanno preso il largo. Per i ragazzi di Nicola Danna, alcuni dei quali già visti con l’Under 20, l’obiettivo è finire al meglio la stagione e puntare all’anno prossimo. L’Under 16 invece dovrà conquistarsi l’accesso alla finale nazionale a 16 (in programma a giugno a Vasto) al concentramento interregionale di Urbania, in provincia di Pesaro. Le rivali saranno Vanoli Cremona, Reyer Venezia e Caserta. Il team di coach Luca Baroni arriverà all’appuntamento -chiave (da venerdì 19 a domenica 21 maggio, tre partite in tre giorni) con la convinzione data dall’aver vinto il girone piemontese e, subito dopo, il memorial Raspino al Forum, battendo in sequenza Mens Sana Siena e Fortitudo Bologna. Mvp e top scorer del torneo la guardia rossoblù Gianmarco Bertetti, 42,5 punti di media nelle due partite.


L’estate con i camp rossoblù Tre le offerte del 2017 tra Bielmonte e il Palabonprix di Giampiero Canneddu, fotografie di Alberto Tesoro

Due settimane di “ritiro” e allenamenti all’Oasi Zegna per i nati tra il 2002 e il 2008, un centro estivo dal 19 giugno per bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni, uno stage di alta specializzazione con il coach brasiliano Vitor Imbuzeiro. Già si programma l’estate in casa Pallacanestro Biella, con offerte per non smettere mai di mirare a un canestro nemmeno quando la scuola è finita. Tre sono le possibilità di quest’anno, dal camp all’Oasi Zegna a quello al Palabonprix fino allo stage di alta specializzazone con un coach brasiliano. Il basket camp di Bielmonte sarà diviso in due settimane: la prima, dall’11 al 17 giugno, sarà dedicata alle annate che vanno dal 2005 al 2008, mentre la seconda settimana, dal 2 all’8 luglio, vedrà protagonisti i ragazzi del 2002, 2003, 2004 e 2005. Gli iscritti avranno vitto e alloggio all’albergo La Pineta di Bielmonte e momenti di basket e allegria in compagnia degli istruttori qualificati e degli allenatori del settore giovanile rossoblù. Tra le promozioni la possibilità di beneficiare di un ingresso piscina presso la struttura di Pray, di una lezione di arrampicata, di un’escursione in mountain bike e una a cavallo all’interno dell’Oasi Zegna. A tutti gli iscritti verrà consegnato un kit di partecipazione comprensivo di double da allenamento, pantaloncini, cappellino e zainetto. Il costo di iscrizione è di 420 euro (assicurazione compresa). Lo staff del Palabonprix e gli istruttori di Pallacanestro Biella organizzano la quarta edizione del bonprix Day Camp per bambine e bambini dai 6 ai 14 anni. Aperta a tutti, anche a chi non ha mai giocato a basket, sarà divisa in tre settimane, si svolgerà dal 19 giugno al 14 luglio e sarà impreziosita dalla partecipazione dei campioni della prima squadra dell’An-

Allenamento a un camp estivo di Pallacanestro Biella

gelico. Ogni settimana sarà composta da cinque giorni di sport e divertimento tra tanti giochi e canestri, con l’organizzazione di Massimo Grigatti e dello staff di Pallacanestro Biella. Sono compresi nella quota di iscrizione pranzi, merende, una t-shirt e due giorni in piscina. Il costo di iscrizione è di 90 euro (assicurazione compresa). Promo: per i primi 50 iscritti il costo è di 85 euro. Per la prima volta infine il club rossoblù propone, in collaborazione con lo staff del Palabonprix, un camp di alta specializzazione per i nati dal 2002 al 2005. Seguito da un coach d’eccezione, Vitor Imbuzeiro, All-Star per il Brasile nel 1995 ed esperto in motivazione per studenti ed atleti, ve-

drà la partecipazione di Federico Danna, responsabile del settore giovanile rossoblù, e di Michele Carrea, capo allenatore della prima squadra. Le attività si svolgeranno nella settimana del 19-23 giugno e saranno aperte a un numero massimo di 40 partecipanti, a ognuno dei quali verrà consegnato un kit di adesione comprendente pranzi, merende e una t-shirt personalizzata. Il costo di iscrizione è di 130 euro (assicurazione compresa). Promo: per i primi 10 iscritti il costo è di 120 euro. Offerta pensione completa: 13 posti disponibili al costo di 250 euro per partecipante. Più info su www.pallacanestrobiella.it o chiamando i numeri 347.5029237 (Massimo Grigatti) o 339.7949156 (Angelo Petrillo).

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CALENDARIO PLAYOFF SERIE A2

ANGELICO BIELLA 2 Tezenis Verona Gara Gara Gara Gara Gara

3

1: Biella-Verona 83-76 2: Biella-Verona 84-76 3: Verona-Biella 70-61 4: Verona-Biella 72-64 5: Biella-Verona 75-88 d1ts

Tezenis Verona OraSì Ravenna

OraSì Ravenna

3

Unicusano Roma

1

Gara Gara Gara Gara

1: Ravenna-Roma 93-87 2: Ravenna-Roma 97-93 3: Roma-Ravenna 90-79 4: Roma-Ravenna 79-83

Tws Legnano

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Visitroseto Roseto 3 Gara Gara Gara Gara

1: Legnano-Roseto 58-62 2: Legnano-Roseto 69-60 3: Roseto-Legnano 65-65 4: Roseto-Legnano 64-61

Visitroseto Roseto Segafredo Bologna

Segafredo Bologna 3 Novipiù Casale Gara Gara Gara Gara

1

1: Virtus Bo-Casale 74-67 2: Virtus Bo-Casale 73-78 3: Casale-Virtus Bo 79-82 4: Casale-Virtus Bo 54-70

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De’ Longhi Treviso 3 Lighthouse Trapani 0 Gara 1: Treviso-Trapani 86-74 Gara 2: Treviso-Trapani 69-57 Gara 3: Trapani-Treviso 72-80

De’ Longhi Treviso Kontatto Bologna

Moncada Agrigento 1 Kontatto Bologna 3 Gara Gara Gara Gara

1: Agrigento-Bologna 100-77 2: Agrigento-Bologna 51-57 3: Bologna-Agrigento 73-48 4: Bologna-Agrigento 80-58

Alma Trieste

3

Remer Treviglio

2

Gara Gara Gara Gara Gara

1: Trieste-Treviglio 88-83 2: Trieste-Treviglio 94-68 3: Treviglio-Trieste 81-78 4: Treviglio-Trieste 78-77 5: Trieste-Treviglio 83-72

Orsi Tortona

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Alma Trieste Orsi Tortona 3

Dinamica Mantova 2 Gara Gara Gara Gara Gara

1: Tortona-Mantova 76-67 2: Tortona-Mantova 79-68 3: Mantova-Tortona 76-61 4: Mantova-Tortona 78-70 5: Tortona-Mantova 73-71

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Un polo culturale al Piazzo Dedicato a cultura, musica e formazione di Francesca Fossati, fotografie di Fabrizio Lava

Dal dialogo tra tre importanti realtà del borgo storico di Biella, Palazzo Ferrero, Palazzo La Marmora e Palazzo Gromo Losa, nasce un polo culturale per promuovere mostre, eventi, concerti, laboratori e altre attività che attirino pubblico nel Biellese. Tre palazzi imponenti, tre storie ed esperienze diverse, ma un destino comune all’insegna della cultura e della formazione. Un percorso che parte da Palazzo Ferrero, dimora storica di proprietà del Comune oggi gestita da un’Associazione temporanea di scopo (Ats “Miscele Culturali”) che vuole farla rivivere in costante dialogo con Palazzo La Marmora, di proprietà della famiglia e sede del Centro Studi Generazioni e Luoghi, e con Palazzo Gromo Losa dove la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella da diverso tempo organizza attività culturali di grande rilievo. Il Comune ha affidato la gestione di Palazzo Ferrero, tramite un bando, ai cinque soggetti che compongono l’Ats: Università Popolare Biellese (capofila del progetto), Centro Studi Generazione e Luoghi, Accademia Perosi, BiYoung e Consorzio Sociale Orizzonti. Con loro collaborano diverse associazioni come Far Pensare, Bi-Box Art Space, Stilelibero, 015, Biella Jazz Club, società musicale Giuseppe Verdi Città di Biella e le aziende Silvana Editoriale, Arc En Ciel, Glocal Project Consulting. L’Università Popolare Biellese e la Perosi, in particolare, organizzeranno nelle sale del palazzo alcuni dei loro corsi e laboratori. Il programma è già partito, con l’evento

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Città di Terre e con il festival Selvatica dove s’incontrano l’arte e la natura. Un festival inaugurato a inizio maggio dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella (in collaborazione con E20progetti) che terrà banco fino al 2 luglio con 7 mostre dislocate tra Palazzo Gromo Losa, Palazzo Ferrero e Museo del Territorio Biellese a cura di Alessandra Redaelli per la parte artistica e di Fabrizio Lava per quella fotografica. Uno dei simboli di Selvatica è la scultura di Stefano Bombardieri: una balena lunga 20 metri «approdata» nel giardino di Palazzo Gromo Losa. Sono

poi presenti le opere dedicate alla natura dei pittori Marzio Tamer e Mark Adlington, degli scultori Giuseppe Bartolozzi e Clara Tesi. Nella sezione fotografica, oltre agli scatti di Marcello Libra, ci sono 90 immagini partecipanti al Granzlichter, uno dei concorsi di fotografia naturalistica più importanti d’Europa. Ma in serbo ci sono già altri eventi, come il Festival del Viaggio a luglio, con incontri, mostre e presentazioni di libri, Il Festival Lungo che si tiene a Palazzo La Marmora e Confini Migranti a ottobre dedicato ai grandi flussi migratori della storia.



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