L’idea Responsabile Libri Verdi Scienza Architettura Animali
MARIANNA SANSONE ANTONIO BENFORTE MATTIA SANSONE TANIA TALAMO ELEONORA ANELLO
Sostenibilità MILA ORLANDO Notizie SILVIA MUSSO Collaborano: Alessio Mesiano, Fran De Martino, Roberta Ferraris, Jacopo Tarallo, Luca Guadagno, Ferdinando Kaiser Hanno Collaborato: Mirko Natale, Silvia Faletto Baciorda, Gennaro Esposito, Luca De Berardinis, Mariagrazia De Castro, Sonia Lay, Universobio, Marco Pagani, Flora Pironcini, Alessandro Ingegno, Lucifero Comics
Econote è una rivista online dedicata agli appassionati di ecologia, ambiente, consumo critico, ecosostenibilità e non solo, semplici curiosi della materia o persone impegnate concretamente in un miglioramento del nostro mondo e della nostra società. Vi presentiamo un piccolo estratto delle attività di questo progetto.
Web Editor GIANLUCA RICCIO Responsabile Econote.it
Marianna Sansone
Gennaio 2008. Napoli e la sua provincia sono tristemente note al mondo. All’icona Vesuvio si sostituisce la maleodorante montagna di spazzatura. La cosa è talmente evidente da entrare anche nelle nostre telefonate fra amici. Questa valanga di rifiuti non è piovuta dal cielo ed è solo la punta di un iceberg fatto di sversamento di rifiuti tossici, smaltimento illegale e soluzioni possibili non adottate. Basta davvero poco per capirlo. Ci rendiamo conto che c’è più da fare che da tapparsi il naso. Siamo solo un gruppo di amici/colleghi accomunati dalla passione per la radio e l’attaccamento alla terra in cui viviamo, al di sotto dei 30 anni, che fare? Informiamoci e diffondiamo l’idea che stare attenti ai nostri comportamenti porta ad un benessere collettivo. Mettiamo su un blog e un programma radiofonico in onda sulla Radio d’Ateneo, Radio F2 Lab. I primi post, le prime segnalazioni. Un mattino un incontro fortunato, Raffaele Del Giudice di Legambiente. L’ho visto da Santoro. Pieno di rabbia ma determinato a far capire che quella napoletana non è un’alluvione di mondezza e basta, che quelle zone “vanno tutelate”. Rivolge un accorato appello alla telecamera: “adottatele queste zone”. Cammina davanti a me, a sinistra la Chiesa del Gesù, a destra Santa Chiara. Lo fermo. Ci parlo. Il 9 marzo esce “Biùtiful Cauntri”, documentario di Del Giudice, Calabria, D’Ambrosio e Ruggiero, girato nella zona nord di Napoli. Racconta una realtà sconcertante. Alla chiusura della proiezione stampa, in quella piccola stanzetta, quando si riaccendono le luci, il commento a: “Allora, come va?”, è “male”. Un pugno allo stomaco. Una realtà taciuta che avremmo voluto fosse frutto della fantasia.
Raffaele, ormai diventato un amico, viene ospite in radio e partiamo ufficialmente. Con lui cerchiamo di far chiarezza su quello che sta succedendo e su quello che dobbiamo fare. Arrivano le domande dagli studenti che ascoltano la trasmissione. La forza di quest’uomo ci carica tutti. Ad aprile ospitiamo il dottor Antonio Marfella, dell’Ospedale “Pascale” di Napoli. È un medico, il suo parere è fondamentale. L’allarme malattie è fondato. Intanto infuria la protesta a Chiaiano. Il clima è quello di una guerriglia urbana. Lo scontro polizia-manifestanti è spaventoso. Maggio 2008, Il Mattino, l’Università Federico II e la Fondazione IDIS promuovono a Città della Scienza la mostra/ evento 4 R. Notecologiche partecipa facendo interviste e documentando quanto gli esperti raccontano.
Dal punto di partenza a qui la squadra di Notecologiche è cambiata, ma l’impegno rimane intatto. Fra blogger si fa rete, per creare sinergia nel diffondere le informazioni.
Adesso facciamo un nuovo passo. Da Notecologiche a Econote. Una nuova casa virtuale a partire da oggi. Per continuare a informare e cercare di capire. Quindi “bentrovato”, se sei un nuovo amico e ci leggi per la prima volta, “bentornato” se ci seguivi già da prima. Di tutti invece, aspettiamo le segnalazioni, le domande, le critiche e i consigli.
AMBIENTE
DISGORGARE I TUBI DI CASA IN MODO NATURALE di Marianna Sansone
Marianna Sansone Coordina la redazione di Econote.it, il magazine on line che stai leggendo dal 2008. Si occupa di Comunicazione e nuovi media. E' appassionata di radio ed ecologia, di musica e cinema. Nei ritagli di tempo torna nella sua terra, fra i vicoli che sanno di zucchero a velo e di caffè.
C
apita che l’acqua del lavandino di casa- ma anche della doccia, della vasca, etc – inizi a scendere più lentamente del solito, rendendo tutto un po’ più difficile e meno igienico. Molto spesso si tratta di residui di sapone, capelli.
Prima di ricorrere a ritrovati della chimica come i vari Mr Muscolo, idraulico liquido e simili, e non me ne vogliano i produttori e i sostenitori, vi suggerisco di provare un sistema naturale o “della nonna” per liberare i vostri tubi e far ritornare l’acqua a scorrere velocemente. Gli ingredienti di questa ricetta che per gli scarichi di casa mia è stata più volte “miracolosa” è composta di tre elementi che troverete in casa: acqua, bicarbonato e aceto. Scaldate un pentolino d’acqua sul fuoco, l’acqua deve essere ben calda quasi bollente. Versateci dentro un quarto – rispetto all’acqua del pentolino – di aceto. Ora mettete una manciata di bicarbonato nel tubo incriminato, probabilmente lo vedrete posarsi lì dove c’è l’intasamento. A questo punto potete versare lentamente acqua 4
e aceto. Il risultato sarà una reazione chimica e una schiuma bianca che si espande e stappa il tubo. I preparati commerciali per le tubature contengono soda caustica e cloro. La soda caustica provoca ustioni per contatto con la pelle e cecità per contatto con gli occhi. Il Cloro è un elemento “altamente reattivo”. Fra le indicazioni della confezione di questi preparati c’è sempre “arieggiare il locale nel quale viene utilizzato il prodotto”. Anche in questo caso, con la ricetta fatta di aceto, acqua e bicarbonato è consigliabile tenere aperte le finestre (un po’ sempre quando si combinano gli elementi della natura) ma non avrete immesso in circolo un prodotto tossico e avrete risparmiato (anche in questo caso economia ed ecologia vanno di pari passo). Non dimentichiamoci che quello che va giù per il tubo poi arriva al mare. Come l’olio esausto che NON va buttato nel lavandino, di cui torneremo a parlare.
Pet Terapy con asinelli: il sorriso di Alex Storie di sofferenza e soprattutto d’amore, bambini e anziani ospiti del Centro Don Orione di Voluntari (Bucarest) coinvolti nell’inaugurazione di It’s Donkey Time insieme a degli adorabili asinelli. A loro, gli anziani e i bimbi del Centro è dedicato il primo programma di onoterapia in Romania (l’onoterapia è la pet terapy con gli asini) un progetto nato da Save the Dogs grazie al finanziamento di Fondazione Paideia. Ne parlava qui su Econote.it Mattia Marasco la scorsa settimana.
Da dove nasce il progetto? Save the Dogs lavora in Romania per la protezione degli animali ma è impossibile in questo contesto senza considerare la sofferenza umana per questo sotto la spinta di due straordinari sacerdoti, Don Graziano e Don Roberto del Centro Don Orione di Voluntari (Bucarest) è nato It’s Donkey Time!. Il progetto, finanziato da Fondazione Paideia con la collaborazione del partner finlandese Friends of Homeless Dog e dell’Elizabeth Svendsen Trust, si propone di
migliorare la qualità di vita dei bambini orfani del Don Orione, affetti da vari livelli di disabilità: dalla sindrome di down a forme di paraplegia/tetraplegia associate a gravi ritardi psichici. Destinatari della terapia sono anche i bambini autistici provenienti dagli orfanotrofi pubblici dei dintorni, che visitano settimanalmente il centro di Voluntari, nonché gli anziani dell’ospizio adiacente.
Com’è andata l’inaugurazione del 23 giugno? Gli asinelli – raccontano gli organizzatori – si sono comportati benissimo: Claudio, Ioan, Sile e Boss, salvati dalla strada, dalle percosse e dall’abbandono hanno ora una nuova casa e nuovi amici con i quali condividere una vita fatta di
rispetto e cura reciproca. E di questa bella giornata ci sono immagini che parlano da sole, eccole. Questo splendido bambino è Alex. Ha una storia triste e travagliata anche se ha solo 5 anni. Ma qui in compagnia di questi asinelli sorride, di nuovo. Un sorriso che fa bene al cuore. Un grazie all’Ufficio stampa di Save the Dogs (foto di Alessio Mesiano).
Marianna Sansone
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SOSTENIBILITA’
IL PANNOLINO LAVABILE: ECONOMICO, ECOLOGICO, SALUTARE E...FACILE DA USARE! di Silvia Musso
Dopo aver conseguito la laurea in Antropologia Culturale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia con una tesi sull’antropologia del paesaggio, ha proseguito i suoi studi con un Master in Sviluppo Sostenibile e Promozione del Territorio. Giornalista pubblicista, collabora con diverse testate. Ha maturato esperienza lavorativa nel campo della comunicazione ambientale e sociale. Diventata mamma da poco è sempre più attenta alle tematiche ambientali.
Un caldo pomeriggio di luglio. Suona il campanello. Sonnacchiosa mi alzo dal divano con i miei dieci chili di pancione. È il fattorino che mi recapita il pacco che stavo aspettando dalla mia amica finlandese. Dentro numerosi tipi di pannolini lavabili nuovi e di seconda mano e un biglietto: Cara Silvia, spero che troverai questi pannolini utili per il bambino che sta per nascere. Io li ho usati molto. Tanti saluti da Helsinki. L. Nelle settimane precedenti ci eravamo scambiate numerose e-mail in cui la mia amica, madre di un bambino di tre anni e incinta del suo secondo figlio, mi descriveva questo tipo di pannolini, molto diffusi in Finlandia anche presso le pubbliche amministrazioni come ospedali e asili, esaltandone le caratteristiche: la pelle del bambino è a diretto contatto con tessuti traspiranti e assorbenti, a differenza dei pannolini usa e getta contenenti varie sostanze sintetiche e composti chimici (come il discusso sodium polyacrilate, l’inquinante TBT), meno cari poiché i pannolini lavabili costano dai 150 agli 800 euro dalla nascita al vasino, contro i 1.000 -3.000 euro per pannolini usa e getta, meno inquinanti perché i pannolini usa e getta possono costituire fino al 10% dei rifiuti solidi urbani e il loro impatto sull’ambiente è elevatissimo in quanto sono rifiuti indifferenziabili e per degradarsi totalmente impiegano 500 anni.
IN FINLANDIA E’ DIFFUSISSIMO.
Le sue e-mail erano inoltre ricche di link a video tutorial per insegnarmi come utilizzarli e di utili indicazioni
sulle migliori modalità di lavaggio. Questa è la mia esperienza personale, ma sono numerosi i genitori che potranno condivedere le loro durante tutta questa settimana, denominata Settimana Internazione del Pannolino Lavabile (SIPL), edizione italiana del Real Nappy Week, campagna di sensibilizzazione che si svolgerà fino al 22 aprile in tutto il mondo. Il motto selto per quest’anno è “Un Gioco da Bambini“, per convincere i genitori scettici che i pannolini lavabili sono facili da usare, più facili di quanto si creda.
numerose iniziative in tutta Italia, grazie alla rete delle cosiddette “volontarie ciripine”. In modo particolare saranno tenuti incontri aperti ai genitori, per illustrare i vantaggi dei pannolini lavabili nel dettaglio, e dimostrare che usare i pannolini lavabili oggi è possibile e anche divertente. Sul calendario appuntamentiè possibile vedere le iniziative giorno per giorno.
L’evento principale della SIPL a livello mondiale è previsto, invece, per domenica, 21 aprile: genitori di tutto il mondo si riuniranno in svariate “stazioni cambio” per cambiare i loro bambini con pannolini lavabili in simultanea. Lo scopo di questa grande iniziativa mediatica è battere il record del maggior numero di pannolini lavabili cambiati contemporaneamente.
La campagna (settima edizione internazionale e terza italiana) è promossa in Italia da Nonsolociripà, un gruppo di genitori di tutta Italia che usa per i propri figli pannolini lavabili e che ha l’obiettivo di diffondere, senza scopo di lucro – non pubblicizzano nessuna marca -, la cultura dei pannolini lavabili sia attraverso il contatto diretto, organizzando incontri sul territorio per condividere esperienze e informazioni, sia attraverso il loro sito web. L’associazione sta organizzando
il grande cambio! L’iniziativa del “Great Cloth Diaper Change” (letteralmente: il “Grande Cambio di Pannolini Lavabili“) è stata lanciata dall’Associazione Americana Real Diaper Association. Anche in Italia sarà allestita una stazione cambio che aderisce al Great Cloth Diaper Change: la troverete presso il Centro Commerciale Città Fiera di Udine. La SIPL è una campagna ricca di eventi e ben strutturata che, sconfiggendo molti pregiudizi, come la presunta difficoltà e poca praticità, convincerà molti genitori a passare al pannolino lavabile.
I pannolini usa e getta possono costituire fino al 10% dei rifiuti solidi urbane il loro impatto sull’ambiente è elevatissimo in quanto sono rifiuti indifferenziabili e per degradarsi totalmente impiegano 500 anni.
Un ritorno al passato? In parte sì, se si intende il recupero di uno stile di vita basato sul riuso, andato perso negli ultimi decenni volti al contrario all’esaltazione del’usa e getta. Si tratta però di recuperare il passato per garantire un futuro un po’ più sostenibile.
Niente di più semplice, proprio un gioco da bambini!
ARCHITETTURA
Il bio-restauro e il batterio mangia sporco! di Tania Talamo
Laureata in Architettura e specializzanda in Beni architettonici e del paesaggio. I suoi studi la portano ad interessarsi della tutela e del restauro dei Beni Culturali: crede profondamente nell’intima connessione tra l’Architettura e l’Ambiente/Paesaggio che se fusi in perfetta armonia non possono che raccontare “al meglio” il rispetto nei confronti della Storia e della Memoria degli uomini, di cui essi stessi sono messaggeri!
Non tutti i batteri vengono per nuocere!!! Se alcuni sono tristemente famosi per la loro capacità di provocare malattie, altri possono essere invece utili all’uomo. Perché vi dico questo? Perché se opportunamente “ammaestrati” possono, perfino, aiutarci a ripulire e salvare dal degrado le innumerevoli opere d’arte presenti nel Nostro Bel Paese e non solo! Parliamo in realtà dell’utilizzo del Bio – Restauro o del Restauro Compatibile che ha già permesso di salvare numerose opere d’arte come la Pietà Rondanini, alcune guglie del Duomo di Milano e parte della facciata dell’Università Statale e di Santa Maria delle Grazie, ma la prima opera in assoluto a fare da cavia è stato il ciclo di affreschi di Spinello
Aretino presente nel Camposanto di Pisa, che sembrava impossibile riportare all’antico splendore.La salvezza di quest’opera e non solo la si deve a il “Desulfovibrio vulgaris”, un batterio in grado di mangiare i depositi neri che ricoprono statue, portali, facciate di chiese e monumenti, che potrebbe aiutare a contrastare gli effetti dello smog e
dalle piogge acide sui monumenti stessi. La scoperta è merito dei ricercatori del Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari e microbiologiche della facoltà di Agraria di Milano, diretti dalla professoressa e Preside Claudia Sorlini.
Tecnicamente, il batterio trasforma i solfati in idrogeno solforato, i nitrati in azoto molecolare e la sostanza organica in anidride carbonica, tutti gas che poi si disperdono nell’aria. I batteri, fatti crescere in coltura, sostituiscono così i prodotti chimici e le azioni meccaniche. Una nuova metodologia di biopulitura, basata sull’utilizzo di cellule vive di microrganismi opportunamente selezionati e l’utilizzo di sistemi veicolanti gli stessi microrganismi, che sembrerebbero essere una risposta alle comuni puliture
meccaniche e chimiche, il più delle volte non del tutto soddisfacenti perché non abbastanza efficaci o troppo invasive per combattere le varie forme di degrado, quali incrostazioni, croste nere, disgregazioni,polverizzazione, e così via dovute alla formazione di sali (come solfati e nitrati) e alla presenza di sostanze organiche. Le “nostre” opere d’ arte conserveranno sul serio l’ aspetto originario o sarà un batterio a decidere del loro destino, magari più ecologico e duraturo?
ta r e p o c una s italiana. tutta La scoperta è merito dei ricercatori del Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari e microbiologiche della facoltà di Agraria di Milano, diretti dalla professoressa e Preside Claudia Sorlini.
GREEN MARKETING
#CloseTheTap, social media marketing per il risparmio idrico di Mila Orlando
Mila Orlando lavora nelle pubbliche relazioni, e da sempre ama scrivere. E’ giornalista pubblicista, ha diretto un quotidiano online e ha all’attivo circa 3mila articoli. Dopo aver girovagato un po’, ora è stabile a Napoli (ma un domani chi può dirlo?). E’ appassionata di arte e ambiente e crede che ognuno debba dare il proprio contributo per rendere il mondo un posto migliore. Per Econote.it scrive di tendenze green nel marketing.
Chiudere il rubinetto, almeno virtualmente, si può. Il più recente appello contro lo spreco dell’acqua arriva da twitter grazie a una campagna di cause related marketing ideata e realizzata dall’agenzia sudafricana Native e la Rsa. Close TheTap, letteralmente chiudi il rubinetto, è la campagna sociale in corso sul social media del momento. Un vero e proprio tam tam virale per ricordare che su tutta la Terra solo il 2.5% di tutta l’acqua è fresca e che oltre un miliardo di persone non hanno accesso sicuro all’acqua potabile. Il tutto è ricercabile con l’hashtag #CloseTheTap con cui gli utenti di twitter possono postare i loro consigli su come risparmiare acqua nelle azioni di ogni giorno. La campagna è ancora in corso e sono già migliaia gli utenti che hanno dato il loro contributo. L’idea di questi creativi sudafricani è semplice e di sicuro impatto, veicola
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attraverso il sito di microblogging più in voga del momento. Un piccolo tag per raccontare da una diversa angolazione un problema che è molto sentito da chi ama l’ambiente. A supporto della campagna c’è anche il sito www. closethetap.com che comunica il messaggio in maniera immediata e diretta. Chi apre l’home page si trova davanti un simulatore che raffigura un rubinetto aperto, con tanto di scroscio d’acqua in sottofomdo, e un contatore. Attualmente gli utenti che hanno twittato sono circa 3.500 e il rubinetto verrà chiuso ai 10.000 tweet. Accanto al simulatore gli utenti possono scorrere i tweet postati, come se fosse un piccolo manuale d’istruzioni al risparmio. Anche mentre scrivo sento l’acqua scorrere e anche se si tratta di un simulatore, avete mai pensato
a quanta acqua lasciate scorrere senza motivo? Un tweet non costa niente per raggiungere la soglia dei 10.000, ma anche fuori dai social media dare un occhio al rubinetto non ce la cambia.
Chi apre l’home page si trova davanti un simulatore che raffigura un rubinetto aperto, con tanto di scroscio d’acqua in sottofondo, e un contatore.
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LIBRI VERDI
“The Word for Snow”, l’opera di DeLillo sul riscaldamento globale di Antonio Benforte
Uno dei più grandi scrittori americani degli ultimi cinquant’anni, Don DeLillo, da stasera è in scena in occasione del London Literature Festival, fino al 12 luglio, con la sua opera “The Word for Snow”. La piéce teatrale, scritta nel 2007 e caratterizzata dalla originale impronta ecologista, dopo cinque anni sarà portata in scena in Europa per la prima volta. Sarà quindi un’occasione imperdibile per tutti i fan dello scrittore, autore di capolavori immensi come Rumore Bianco e Underworld, per vedere la prima messa in scena di un suo lavoro inedito. L’opera, originariamente commissionata allo scrittore dalla compagnia Steppenwolf nel 2007, ha come sfondo della vicenda il tema tremendamente attuale del riscaldamento climatico globale. Racconta infatti uno scenario apocalittico, dove il mondo così come lo conosciamo è scomparso, e restano soltanto le parole per descrivere elementi tangibili, come lo era fino a pochi anni fa la neve del titolo. E un pellegrino, mentre accade tutto questo, fa visita a uno studioso,
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Antonio Benforte lavora da sempre nel settore del giornalismo e dell’editoria. Ha fondato un settimanale on line, ha diretto un mensile free press, scrive e ha scritto su numerosi periodici, cartacei e non. Crede nelle potenzialità della rete e in un mondo migliore: nel suo piccolo si impegna ogni giorno per renderlo tale.
eremita su una remota montagna, per trovare la risposta alla fine del mondo conosciuto. La risposta alla più atroce delle domande: “cosa è successo alla Terra?”. L’opera, come le altre scritte da DeLillo, è fortemente radicata nella contemporaneità e sviluppa temi etici, filosofici e culturali a noi molto vicini. Il regista, Jack McNamara, ha già portato in scena altre opere di DeLillo, come Love-LiesBleeding e Valparaiso. Per la prima volta da quando è stata scritta, “The Word for Snow” sarà messa in scena con l’accompagnamento di musiche e proiezioni, e recherà una forte impronta “delilliana”, nell’impostazione dei dialoghi e nello stile. Insomma, chi ama la prosa di questo autore, e ha a cuore le questioni ambientaliste, non dovrebbe farselo sfuggire.
La piéce teatrale, scritta nel 2007 e caratterizzata dalla originale impronta ecologista, dopo cinque anni sarà portata in scena in Europa per la prima volta.
ECO-VIGNETTE di Fran De Martino Nata a Napoli il giorno dell’arrivo di Maradona, fin dalla più tenera età dimostra una spiccata propensione al cazzeggio creativo, inventando e trasferendo su carta (oltre ad affrescarli con i pastelli a cera su tutte le pareti di casa, del che sua madre le è ancora molto grata) paesaggi dagli schemi cromatici improbabili, strani macchinari metà barca e metà mongolfiera e bambini che viaggiano in dimensioni parallele dello spaziotempo. Poi, senza aver avuto il tempo di assimilare le divisioni a due cifre, si ritrova a studiare Filosofia, hobby che contribuisce a tenerla saldamente ancorata al dorato mondo della disoccupazione giovanile. Conta di trasferirsi al più presto su un fiordo norvegese, in un luogo dove parole come “Gasparri” siano soltanto suoni privi di senso, per dedicarsi al prolifico business della pesca all’aringa.
qui trovi tutte le sue vignette.
SCIENZA
UN NEMICO SILENZIOSO:
L’AMIANTO di Mattia Sansone
Capita a volte che si senta parlare di questo materiale. Si sa che fa male, ma pochi sanno veramente cosa sia l’amianto (o asbesto). L’amianto è un insieme di minerali a forma di microfibre. Grazie soprattutto alle sue capacità di isolante termico, fu utilizzato in passato (in particolar modo negl’anni ’80) come materiale per indumenti ed oggetti ignifughi, misto a cemento per l’isolamento degl’edifici (il famoso Eternit), navi, treni e auto. Purtroppo solamente dopo un largo uso di tale materiale si scoprì la sua dannosità (in realtà i nazisti conoscevano già il suo potere cancerogeno). Le fibre di asbesto sono molto più sottili di un capello. La loro lunghezza può arrivare a 50 μm (0,05 mm), mentre di diametro può arrivare a 0,5 μm (0.0005 mm). Fibre di tali dimensioni possono giungere sino alla fine dell’albero bronchiale, gli alveoli. Il materiale depositato nelle vie respiratorie può indurre un’infiammazione cronica detta asbestosi: il sistema immunitario riconosce il corpo estraneo (la fibra) ed inizia ad attaccarla, purtroppo senza successo. Questo comporta la
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Mattia Sansone, Studente di Medicina, laureato in Biotecnologie per la Salute, innamorato della Scienza e delle Tecnologie, persegue nella cura della disinformazione sui temi scientifici.
cronicizzazione del processo, ovvero l’instaurarsi di un equilibrio di fenomeni di distruzione (dovuta dallo stesso sistema immunitario, stimolato dall’agente estraneo) e riparazione tissutale. Tale processo causa la perdita del tessuto nativo polmonare, di per se elastico, che viene sostituito da un ben più rigido tessuto friboso, con conseguente perdita di capacità respiratoria e nascita di sindromi respiratorie. Altra patologia, ben più grave e spesso conseguente alla prima, è il mesotelioma. Si tratta di una forma di cancro molto aggressiva che coinvolge i foglietti di rivestimento delle cavità sierose, in questo caso il più frequente
coinvolge le pleure, che rivestono i polmoni. La causa è da attribuirsi al potere pro-mitogeno delle fibre di asbesto, le quali sembra siano potenti attivatori di recettori della crescita cellulare. Dal 1992, in Italia è stato vietato l’uso di amianto (così come in molti paesi). Attualmente si opera per eliminare o mettere in sicurezza il materiale ancora presente. Ma ancora oggi il pericolo di trovarsi un tetto in eternit sulla testa è presente. È bene quindi controllare ed accertarsi dell’assenza o messa in sicurezza degl’ambienti in cui viviamo, aiutando ad eliminare questo grave errore di valutazione del passato.
SCIENZA
UNcinetto vs degrado urbano: lo yarN BOMBING di Eleonora Anello
Blitz perlopiù notturni, ultimamente hanno goduto di una grande eco mediatica, che ha sicuramente incentivato la nascita di gruppi spontanei in tutto il mondo. Parliamo dello Yarn Bombing (letteralmente “bombardamento di filati”), un nuovo uso sociale dell’arte dai risvolti ambientali. Un movimento che si rifà ad antiche tradizioni e che ha riportato in auge passatempi da anziane nonne. Lo Yarn Bombing, nasce in Texas, a Houston, grazie ad un’idea di Magda Sayeg, quando nel 2005 cominciò ad ornare le maniglie del suo negozio con manufatti all’uncinetto. La svolta arriva pochi anni dopo, quando la notte di Natale del 2005, a New York, Agata Olek veste il Toro di Wall Street, già opera dai trascorsi “unconvetional”, con un vestitino di maglia integrale dai colori sgargianti. «L’ho realizzato per tutte quelle persone che non hanno nè cappotti nè denaro» spiega con soddisfazione la guerrigliera alla CNN. In Italia e più esattamente a Cagliari, lo Yarn Bombing debutta nel 2011 ed è tuttora portato avanti con successo dal Guerrilla Crochet Casteddu. Negli angoli trascurati del capoluogo sardo, affiorano all’improvviso installazioni che, secondo gli intenti della fondatrice Margherita Atzori, artista dell’unicinetto e psicologa, «Hanno la funzione di combattere la guerra contro il brutto che avanza e soffoca
Vive a Torino, giornalista pubblicista, laureata in scienze della comunicazione, appassionata di ambiente e di come viene comunicato. Per alcuni anni ha coordinato la redazione di envi.info. Ama il sole, i colori, i fiori e il mare. Ha un rapporto conflittuale con il maiuscolo.
le nostre città, sfigurate da grandi quantità di cemento, ferro e plastica». La Guerrilla sarda si rivolge quindi prettamente al sociale ed ha spiccati intenti ecologisti, che vanno dal riciclo al riutilizzo, dalla valorizzazione alla difesa del paesaggio. Come sottolinea Luisa Meloni, scrittrice e docente che si occupa d’arte: «La figura dell’artista supera la posizione strettamente individuale, in cerca di un rapporto diretto e immediato col pubblico. In parallelo si evidenzia la riscoperta dell’ambiente e dei suoi valori, con una nuova progettualità, che indirizza a nuove fruizioni estetiche e a nuovi comportamenti in relazione alla società». Forma di attivismo nonchè strumento per esprimere attraverso la creatività la possibilità di approdare a un mondo migliore, l’originale e pacifico movimento ingloba arte, impegno sociale, ritorno delle arti domestiche, senso del luogo ed etica.
Riuscirà lo Yarn Bombing a sensibilizzarci alle tematiche ambientali?
MARGHERITA
ATZORI
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AMBIENTE
L’Iniziativa dei Cittadini Europei: ICE
di Jacopo Tarallo Vive a Bangkok, è laureato in Economia e Diritto delle Imprese e delle Amministrazioni alla Federico II di Napoli. Alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo si è interessato delle numerose petizioni riguardanti la sua regione: la Campania. È l’occhio della UE sulla Campania e l’Italia di Econote.it
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Dal 1° aprile 2012 e’ stato approvato in Parlamento Europeo un nuovo strumento transnazionale di partecipazione democratica dei cittadini europei: l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE). Questo strumento conferisce ai cittadini dell’UE di chiedere alla Commissione di proporre una nuova normativa europea. L’ICE ha la funzione di determinare l’agenda politica dell’Unione: una volta individuato un problema possono chiedere che si intervenga per risolverlo. Questo diritto sancito dal trattato di Lisbona, art 11, paragrafo 4, da ai cittadini un potere equivalente a quello del Parlamento e del Consiglio di chiedere alla
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Commissione di proporre nuove norme UE (diritto di impulso legislativo). L’ICE, si va a posizionare di fianco al diritto di presentare una petizione al Parlamento in caso di mancata osservanza delle direttive europee da parte dei membri della comunita’, e al diritto di denunciare i casi di cattiva amministrazione ( per esempio il caso in cui la Commissione PETI non proceda alla verifica di una petizione inviata da un cittadino) al Mediatore Europeo, chiamato anche Ombudsman. Applicando i moderni principi della democrazia partecipativa, l’Unione Europea invita tutti i cittadini a partecipare attivamente alla definizione di un’agenda comune ed al processo decisionale.
L’articolo 11, paragrafo 4 del trattato sull’Unione europea (TUE), dice: “Cittadini dell’Unione, in numero di un milione, che abbiano la cittadinanza di un numero significativo di Stati membri (si e’ deciso 7), possono chiedere l’iniziativa d’invitare la Commissione europea, nell’ambito delle sue attribuzioni, a presentare una proposta appropriata su materie in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell’Unione ai fini dell’attuazione dei Trattati.”
In questo periodo storico durante il quale i modelli invocati dai nuovi movimenti politici italiani, richiedono ad alta voce ad una maggiore presenza dei cittadini nella fase propositiva e decisionale, come al solito l’ Europa da il buon esempio.
Si aspetta una affermazione netta del modello europeo anche in Italia, speriamo il prima possibile.
INTERVISTE
BRUNO BARBIERI (MASTERCHEF)
cUCINA ECO NON E’ CUCINARE SOLO SPINACI di Davide Mercati Toscano di origine, da venti anni vive a Perugia. Laureato in Scienze Politiche si occupa di Media Planning e Media Relations. Pubblicista e blogger è appassionato di ecologia. Cerca di mettere in atto comportamenti e abitudini sostenibili nelle piccole grandi azioni di tutti i giorni. Ama la lettura, la musica, i viaggi anche brevi e le passeggiate in mezzo alla Natura. Curioso come una scimmia si interessa a tutto ciò che è nuovo. Un eclettico per “natura”.
1) Il rapporto tra cucina, alimentazione ed ecologia è sempre più stretto. Io ho un’opinione molto forte che parla di un’educazione che mi è stata insegnata da bambino, il rispetto per questo pianeta, per la gente, per il popolo che ti ospita. Credo che ecologia e cibo debbano andare di pari passo senza estremizzare le due cose. Le regole dittatoriali non hanno mai funzionato. Serve buon senso e rispetto. Credo sia la cosa più semplice da fare!?
2) Tu sei un personaggio oramai molto noto e seguito. Hai mai pensato di dedicarti ad attività di sensibilizzazione a favore dell’ambiente? Sì mi piacerebbe molto magari con uno spot in una discarica di Napoli. Pensa, vivevo a Sampietro in Cariano, Verona, primo paese in Italia per lo smaltimento e la differenziata dei rifiuti poi vedevi negli svincoli della tangenziale la gente buttare dalla macchina i sacchetti! Non ci siamo!
Mi piacerebbe essere di aiuto nelle spiagge per ripulirle, lanciare messaggi con spot ecc ecc. I personaggi qualche volta servono anche per queste cose.
3) Cucinare “green” significa cucinare solo insalate e spinaci? Certamente no. Lasciamo le mode una volta tanto da una parte. Che palla. Cucinare green vuole dire rispettare le stagioni, i prodotti, il
fuoco, le temperature, la gente, gli orari, la natura. Pensiamo ad una sola cosa!? Il mare non è una fabbrica. Diamo il tempo al pesce di crescere. Smettiamo di mangiare datteri di mare, cuori di palma, piccole foglioline ecc. La vita senza tutte queste cose potrebbe essere migliore e andremo tutti a letto un po’ più sereni la sera. Vi spetto tutti a dicembre per Masterchef 2 !!! I casting della seconda stagione di MasterChef Italia in onda su Sky e su Cielo si sono conclusi. Aspettiamo solo di sapere quando sarà in onda la più grande sfida culinaria della televisione italiana. Nato a Medicina nel 1962, è lo chef italiano con il maggior numero di stelle Michelin insieme a Gualtiero Marchesi. Autore di numerosi libri tra cui uno dedicato alla cucina senza glutine, protagonista di programmi televisivi di successo per il Gambero Rosso Channel, collaboratore di varie radio, oggi ama essere libero e fare il free lance in giro per il mondo. Insieme al cuoco Carlo Cracco e al ristoratore Joe Bastianich, è giudice della prima e della seconda edizione di MasterChef Italia.
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TURISMO SOSTENIBILE
Alta Pusteria
di Alessio Mesiano
Fotografo e architetto, grazie alla specializzazione in bioarchitettura si è avvicinato al mondo della sostenibilità e dell’etica. L’amore per la natura è diventata negli anni una filosofia di vita che lo ha portato a maturare sempre più la convinzione che il cambiamento per un mondo migliore debba partire dal basso e ognuno debba fare la sua parte. E’ diventato così vegano, animalista, antispecista, ambientalista ed attivista. Il sito personale: alessiomesiano.com
La volontà di una maggiore sostenibilità si sta facendo sempre più incalzante negli ultimi anni, e l’Alta Pusteria è certamente tra le più convinte promotrici sia nel settore energetico sia in quello turistico. I cinque comuni che la compongono Braies, Dobbiaco, San Candido, Sesto e Villabassa hanno infatti avviato un progetto di turismo a due ruote con particolare attenzione per le biciclette elettriche, dette EBike, grazie alle quali spostarsi è diventato più semplice e divertente, e soprattutto accessibile a tutti, anche ai meno allenati che possono così godere delle piste ciclabili per l’intera lunghezza senza grandi sforzi. Il sistema di piste, che vanta un percorso di ben 42 km immerso tra natura e graziosi paesi, è dotato di centri di noleggio, stazioni di ricarica e di una rete di trasporti pubblici accessibile anche ai ciclisti. E per i più golosi, lungo il tragitto è possibile effettuare delle soste presso masi e caseifici per poter assaporare i prodotti locali. Le EBike sono dotate di un motore elettrico per la pedalata assistita che garantisce un’autonomia di 40-60km, pari a 5-6 ore, e raggiungono una velocità massima di 25 km/h. Le emissioni di CO2 sono pari a zero per la ricarica delle batterie in quanto le apposite stazioni di ricarica sono alimentate con pan-
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nelli fotovoltaici. Il noleggio costa 22-29 € al giorno. L’impegno per una maggiore sostenibilità in Alta Pusteria però non si ferma qui. Da oltre 10 anni gli edifici dei comuni di Dobbiaco e San Candido sono collegati ad una rete di teleriscaldamento lunga 87km la cui centrale a biomassa, che produce calore per una potenza di 18MW/anno, è alimentata con il cippato di legno ottenuto dal disboscamento dei boschi locali, gestiti dalla Guardia Forestale, e dagli scarti di segherie locali e della Corinzia. E con il calore del circuito di ritorno l’impianto produce anche energia elettrica per una potenza pari a 1,5MW/anno. I consumi sono drasticamente calati e con essi anche le emissioni locali di fumi che fino a prima dell’avvio della centrale erano prodotti dalle stufe presenti in
ogni edificio, fumi talmente densi che avevano creato una sorta di nebbia nella valle quasi a ricordare il famoso fumo di Londra. Con la centrale di teleriscaldamento, invece, i fumi prodotti dalla combustione non solo sono localizzati in un singolo punto, ma vengono costantemente abbattuti con l’impiego di un filtro elettrico. E i turisti più sensibili, su richiesta presso l’Ufficio turistico, possono richiedere il certificato delle emissioni di CO2 prodotte dalla loro vacanza, la cui compensazione sarà a carico dell’ufficio stesso in collaborazione con la centrale di teleriscaldamento. Tante quindi le attenzioni per l’ambiente, ma anche per i turisti che a fine giornata possono farsi coccolare nelle spa degli hotel o rigenerarsi seguendo il percorso di acqua fredda Kneipp situato all’interno del Kurpark a Villabassa.
alcuni indirizzi utili dove trovare maggiori informazioni e per organizzare una vacanza in Alta Pusteria: http://www.altapusteria.info http://www.papin.it http://www.fti.bz http://www.climatepartner.com/italy http://www.hoteladler.com/it/index.asp http://www.alpepragas.com/it/index.htm http://www.3zinnen.it/it/home.html http://www.zinsenfter.com/it/zin-senfter/familientradition.html
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BIOECOLOGICO
la stagionalita’ di frutta e verdura: occhio al calendario! in collaborazione con UNIVERSO BIO
Universo Bio, emporio biologico, nasce dalla passione e dall’esperienza di un giovane farmacista napoletano, attento alla salute dell’uomo, al rispetto dell’ambiente e della vita. Propone una sana alimentazione e un consumo motivato e consapevole, alla scoperta del piacere di vivere, ogni giorno! www.universobio.com
Abituati come siamo a trovare nei supermercati qualsiasi tipo di prodotto per tutto l’anno, spesso dimentichiamo che frutta e verdura hanno una loro stagionalità, che la natura ha i suoi tempi e i suoi ritmi e che, se vogliamo fare qualcosa di buono per la nostra salute e per il mondo in cui viviamo, ci conviene fare più attenzione a quello che compriamo quando facciamo la spesa. Pensiamo semplicemente al fatto che, per arrivare sulle nostre tavole, i prodotti fuori stagione vengono raccolti ancora immaturi, senza aver sviluppato gran parte delle vitamine che contengono, inoltre devono affrontare viaggi lunghissimi, contribuendo in tal modo a consumare energia e a produrre inquinamento. Quindi, scegliere e comprare frutta e verdura nel rispetto del loro ciclo naturale, oltre a ridurre l’impatto ambientale, permette di condurre una corretta dieta alimentare, più sana e genuina. La stagionalità implica, infatti, meno conservanti e, fattore da non sottovalutare, una certa convenienza sulla spesa: acquistare alimenti fuori
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stagione significa spendere più del dovuto per avere, in fin dei conti, prodotti insapori e di scarsa qualità. Cerchiamo allora di riallineare le nostre abitudini alimentari ai cicli delle stagioni (o a quel che purtroppo resta): daremo così maggiore varietà alla nostra dieta, scopriremo ricette nuove e sapori autentici che abbiamo dimenticato e, infine, ci troveremo con qualche euro in più alla fine del mese!
A C I R A SC Per sapere la stagionalità dei prodotti scarica gratuitamente il calendario di Universobio ed Econote qui. Ti basta inquadrare questo QR-CODE con un cellulare dotato di lettore!
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