Cuorebio Magazine | Marzo 2014

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MARZO/APRILE 2014 storie del mondo bio

la bellezza del ben-essere

cuorebio magazine

Azienda in Trasparenza

Antico Podere Bernardi

attualità

il profumo della terra speciale

leggiamo l’etichetta

contie l‘opusc ne o lo

a li men t r i t r ov a i ti


sommario 3

editoriale

per un’agricoltura libera e indipendente 5

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Azienda in Trasparenza

12 il lunario di cuorebio 14 storie del mondo bio

la bellezza del ben-essere

Antico Podere Bernardi

16 oggi in cucina

dall’orto con amore

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il cipollotto 10 azienda del mese

Isola Bio, gli specialisti del bere vegetale 11 la qualità risponde

spaghettini di riso leggiamo l’etichetta

20 salute e benessere

yoga per rilassare mente e corpo 23 il valore della qualità

diceva la nonna...

24 il gesto quotidiano

votate a teatro 25 speciale Bio Hotels

vacanze di benessere con i Bio Hotels 26 turismo sostenibile

Alcatraz: il paradiso bio dei comici 27 l’angolo dei più piccoli

muffin al doppio cioccolato

28 angolo delle buone pratiche

tutti in sella 29 attualità

il profumo della terra

cuorebio magazine Pubblicazione gratuita per i clienti Cuorebio www.negozicuorebio.it

32 oggi leggiamo...

Art Direction www.metalli-lindberg.com

33 l’angolo del giardino

Impaginazione Ecocomunicazione.it

è primavera: coloriamo i balconi 34 vivere a impatto quasi zero

car sharing

Cuorebio è amico dell’ambiente

editoriale

news

per un’agricoltura libera e indipendente

Bioconviene

Per il MAGAZINE utilizziamo inchiostri vegetali e carta Lenza Top Super riciclata 100%

“Un’idea, un concetto, un’idea finché resta un’idea è soltanto un’astrazione. Se potessi mangiare un’idea, avrei fatto la mia rivoluzione” Giorgio Gaber

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cuorebio magazine

opuscolo Alimenti Ritrovati Cerca l’opuscolo Alimenti Ritrovati di Ecor all’interno di questo numero di Cuorebio Magazine: si tratta della seconda uscita pubblicata in occasione dell’ampliamento di questa linea di prodotti nata con l’obiettivo di riscoprire e valorizzare antiche varietà di cereali e legumi della nostra tradizione.

Stampa Graficart

IL BUONO DEL BIOLOGICO DAL 1978

Fino al 30 aprile continua, nei negozi Cuorebio che aderiscono all’iniziativa, l’operazione Bioconviene. Tanti prodotti di uso essenziale e quotidiano a prezzi scontati. Per una spesa biologica alla portata di tutti.

Qualche mese fa si è riaccesa la questione Ogm, dopo la semina e il raccolto di mais Ogm MON810 in Friuli, a Vivaro (PN). Riaccesa per la stampa e per l’opinione pubblica in generale, perché per il mondo biologico e biodinamico, compresa la nostra azienda, l’impegno non si è mai “spento”. Da sempre, infatti, quotidianamente portiamo avanti il nostro lavoro a sostegno di un’agricoltura biologica e biodinamica “sana e indipendente”, libera dalla chimica e dai pesticidi, attenta alla fertilità della terra, alla biodiversità, alla salvaguardia delle sementi, alla ricerca verso quelle non ibride e alla cura per la salute dell’Uomo. In tutto ciò, per noi è racchiuso il significato dell’essere contro gli Ogm. Ognuno dei protagonisti del biologico, clienti/consumatori, negozianti, agricoltori e imprese di trasformazione è quotidianamente impegnato nel portare avanti questo grande impegno, spesso con un forte coinvolgimento. Tra le attività che come EcorNaturaSì abbiamo fortemente voluto e su cui stiamo lavorando con grande partecipazione, ci sono il progetto delle “sementi non ibride Sativa”

(di cui abbiamo iniziato a parlare nei negozi Cuorebio accompagnando le carote dell’azienda agricola Naldi) e l’evento “Seminare il Futuro”. Contemporaneamente Federbio, la federazione delle organizzazioni operanti in tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, quale rappresentanza istituzionale del settore, sta muovendosi in campo politico per ottenere chiarezza in questo groviglio normativo italiano. Abbiamo appoggiato anche la petizione per chiedere un chiaro e definitivo stop alle coltivazioni geneticamente modificate. Il nostro obiettivo per il 2014 è di proseguire su questa strada, facendo rete con tutte le associazioni ambientalistiche al momento impegnate nella questione Ogm, perché solo l’unione fa la forza e quindi è importante restare collegati e in linea. Continuiamo anche il nostro percorso di ricerca e selezione, lungo e impegnativo, in collaborazione con Sativa Rheinau. Il lavoro è cominciato qualche anno fa in progetti di utilizzo di sementi non ibride in orticoltura biologica con lo scopo di ridare all’agricoltore la possibilità di riseminare, anno dopo anno, senza monopolio alcuno, quanto comprato. Perché l’importante è non mollare mai e restare tutti uniti, perché noi gli Ogm non li vogliamo proprio.

Fa’ la cosa giusta! Dopo il grande successo degli scorsi anni, torna a Milano, dal 28 al 30 marzo 2014, Fa’ la cosa giusta!, fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. Giunta quest’anno alla sua undicesima edizione, si svolgerà come di consueto presso i padiglioni 2 e 4 di Fieramilanocity, storico quartiere fieristico di Milano. L’anima culturale e quella espositiva dell’evento si incontrano nel ricco calendario di oltre 170 appuntamenti, tra tavole rotonde, convegni, laboratori e spettacoli, e nei 700 espositori che danno vita a una mostra/mercato costituita da 11 sezioni tematiche: Abitare Green, Commercio Equo e Solidale, Critical Fashion, Editoria e Prodotti Culturali, Il pianeta dei piccoli, Mangia come parli, Mobilità sostenibile, Pace e Partecipazione, Servizi per la Sostenibilità e Turismo Consapevole. Per ulteriori informazioni: falacosagiusta.terre.it

Buona lettura a tutti! Lo staff di Cuorebio cuorebio magazine

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azienda in Trasparenza

Antico Podere Bernardi 4

cuorebio magazine

L’azienda in trasparenza di marzo e aprile ci porta a conoscere la storia di una giovane coppia unita da un sogno comune e dal desiderio di renderlo realtà. Ma attenzione, questa non è una favola: è vita vera, la vita di Pio e Nicoletta Lago, i fondatori dell’azienda agricola Antico Podere Bernardi. Tra animali e pascoli, circondati dai boschi dell’appennino bolognese, abbiamo incontrato due persone che tra la fatica e il sacrificio sanno ancora rinnovare gioia e soddisfazioni, frutto di una scelta, fatta con consapevolezza e con ardore giovanile, destinata a cambiare qualcosa nel profondo. Due persone che si sono trovate a condividere totalmente un progetto di vita che comprende anche scelte controcorrente, come quella di lasciare un lavoro sicuro e abbandonare la propria terra d’origine per dare vita a un’attività che dà ben poche certezze. Ma è proprio in questo progetto che entrambi hanno trovato il senso della loro esistenza. Pio, originario di Cittadella, in provincia di Padova, aveva in tasca un diploma Isef e lavorava come insegnante di educazione fisica; c’era però in lui un’inquietudine di fondo che aspettava di trovare una

via di fuga. Che ha poi trovato nel progetto condiviso con sua moglie Nicoletta: “Lo dico sempre che ha sbagliato a sposarmi” dice Pio scherzosamente. Ma da parte di Nicoletta non vi è alcun pentimento, ma anzi la gioia data dalla possibilità di condividere con chi si ha accanto un progetto di vita e di lavoro, ideali e valori comuni. Pio e Nicoletta si sono trasferiti dal Veneto in Toscana il giorno dopo le nozze, nel 1994, per lavorare in un’azienda che produceva formaggi biologici. Circa due anni dopo sono partiti nuovamente e sono arrivati qui, a Castel D’Aiano, in provincia di Bologna: “Ricordo che era un sabato sera: partimmo per cercare un terreno e dopo due ore di auto eravamo già qui. Ci piacque subito”. Dopo aver compiuto il percorso, a tratti impervio, su per le colline bolognesi, in un incantevole scenario di boschi e prati, scoprirono questo podere che gli sembrò il posto perfetto per la realizzazione del loro progetto. Racconta ancora Pio: “Quando siamo arrivati in questo podere, avevamo il desiderio di realizzare un luogo dove si potesse vivere bene con la natura che ci circondava, dove gli animali potessero avere delle comode stalle e potes-

sero essere rispettati come esseri viventi e non trattati come macchine produttive”. Quando si trasferirono però non c’era nulla: inizialmente vivevano in una piccola roulotte e poi, con le loro mani, perché Pio è anche muratore, costruirono la casa, una prima stalla e poi altre due più ampie, in un moderno edificio che oggi comprende anche la sala mungitura, il laboratorio per la produzione dello yogurt, il magazzino e l’ufficio. Erano ancora gli albori del biologico e un progetto come il loro richiedeva un grande impegno, anche economico, che li vide costretti a contrarre numerosi debiti. Molte persone, però, che con loro condividevano gli ideali, li aiutarono, convincendoli così a perseverare, dando loro la prova che quella che avevano preso era la giusta direzione. Ora Pio e Nicoletta, insieme a cinque dipendenti, lavorano 35 ettari circa, tutti montani, attorno al podere, su cui coltivano soprattutto il foraggio e i cereali destinati all’alimentazione degli animali, le 70 vacche adulte, fondamentali per la produzione dello yogurt, 30 vitelline, un toro da riproduzione e i 4 cavalli agricoli italiani che, in primavera e in estate, forniscono un importante aiuto nei campi, recuperando così la loro antica funzione. Oltre all’indispensabile trattore, infatti, all’Antico Podere Bernardi si utilizza anche la trazione animale, una scelta importante anche dal punto di vista ecologico. Si ricorre, infatti, a quella che si può definire una moderna trazione animale, indicata solo per aziende di piccole dimensioni, com’è appunto la loro. Pio, infatti, insieme ad altri amici e collaboratori ha cercato delle soluzioni che fossero in grado di conciliare tradizione e innovazione, progettando attrezzi che si prestassero all’utilizzo non solo con il trattore, ma anche con i cavalli. Nonostante l’importanza pratica che cavalli e vacche rivestono per la loro attività, Pio e Nicoletta non perdono comunque mai di vista il benessere degli animali che non vengono mai visti come “macchine da produzione” o “macchine da lavoro”, ma sempre come esseri viventi da capire. Il rapporto con gli animali è fondamentale ed è importante che l’allevatore cerchi di vedere, capire e pensare come l’animale vive all’interno della stalla. Per questo, bisogna osservarlo, capire come sta e individuare i suoi bisogni. Se gli animali stanno male ne risentono anche Pio e Nicoletta e non certo per un fattore “monetario”, aspetto questo che non ha mai influito sulle decisioni di questa coppia mossa dalla passione e da nobili ideali, non certo dall’illusione di un facile profitto. Il guadagno che poi è derivato dalla loro attività è stato solo una conseguenza del loro voler vivere in armonia con la natura (e far bene il loro lavoro). cuorebio magazine

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il giusto prezzo azienda in Trasparenza

buon latte per uno yogurt di qualità L’Antico Podere Bernardi ha scelto di dedicarsi, fin dal principio, a un unico prodotto: lo yogurt. Per questo, quando hanno avviato la loro attività, Pio e Nicoletta si sono rivolti a un tecnologo esperto affinché insegnasse loro tutti i segreti di quest’arte: “Devi ascoltare lo yogurt mentre lo fai per capire di cosa ha bisogno per venire bene”, disse loro. Di questo consiglio, hanno fatto tesoro, come afferma Nicoletta. “Aveva perfettamente ragione. Noi cerchiamo di applicare questo suo insegnamento, dando tempo al tempo, senza accelerare il processo”. Lo yogurt Antico Podere Bernardi viene preparato come si faceva una volta, con un metodo che si ispira alla tradizione, utilizzando il latte dell’allevamento aziendale; solo all’occorrenza, in periodi di particolare richiesta, Pio e Nicoletta ricorrono al latte proveniente da alcune stalle biologiche dell’Appenino. Inizialmente, quando sono arrivati qui, avevano soltanto un pony di nome Aldino e Cleofe, una “mucchina” di razza Jersey: fu lei a dar loro l’ispirazione per la produzione dello yogurt perché proprio da lei proveniva il latte utilizzato per il loro primo yogurt. Oggi dispongono di un allevamento composto da 70 vacche di razza bruna italiana da latte, ognuna delle quali ha un nome scelto in base al carattere. Nella bella stagione possono pascolare liberamente sui prati mentre, per il resto dell’anno, sono allevate con il metodo della stabulazione libera con cuccette. Viene prestata grande attenzione all’alimentazione degli animali e alla loro libertà di movimento, perché queste due componenti influiscono fortemente sulla loro salute e, di conseguenza, sulla qualità del latte. La scelta della razza bruna italiana da latte non è casuale perché proprio questa razza è in grado di fornire un latte più ricco di proteine, fondamentali per la produzione di uno yogurt particolarmente cremoso; una caratteristica importante per chi, come Pio e Nicoletta, ha deciso di non ricorrere all’aggiunta di proteine liofilizzate (in polvere) del latte. Per rendere 6

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lo yogurt più cremoso, ricorrono solo alla concentrazione del latte, che avviene attraverso un processo naturale di evaporazione con cui si toglie il 10%-20% di acqua raggiungendo dunque la percentuale indispensabile di proteine. Questa procedura ha tempi e costi molto più elevati rispetto alla semplice aggiunta di proteine liofilizzate del latte. Certo, lo yogurt risulterà meno denso rispetto a quello ottenuto con queste di proteine, ma ugualmente buono e ancora più delicato. Pio e Nicoletta sono molto restii nel parlare della qualità del loro yogurt: spiegando la loro scelta, non vogliono affermare che il loro prodotto sia migliore, ma solo informare il consumatore circa le sue caratteristiche specifiche. Una volta munto, il latte arriva nel laboratorio aziendale dove viene pastorizzato, concentrato come spiegato sopra, e raffreddato a 40°. Vengono poi inoculati i fermenti, di alta qualità, per esaltare le caratteristiche della materia prima; il latte viene quindi fatto riposare 8/9 ore per poi trasformarsi

in yogurt durante la fermentazione. L’ultima fase è quella del confezionamento che avviene, anch’esso, in azienda. Il latte utilizzato non viene omogeneizzato: questo è uno dei fattori a cui si deve la formazione dell’acqua sulla superficie dello yogurt, cosa normalissima che non ne pregiudica affatto la qualità. Lo yogurt non ha una scadenza prestabilita, ma prima di consumarlo è bene prestare attenzione alla data riportata in etichetta che viene individuata sulla base delle analisi effettuate sul prodotto. Nei banchi frigo dei negozi Cuorebio potete trovare un ampio assortimento di yogurt dell’Antico Podere Bernardi, tra yogurt magri e interi, alcuni arricchiti con il Bifidobacterium, disponibili in diversi gusti, al naturale, alla frutta, ai cereali, alla vaniglia, gusti classici ma anche più innovativi, come avena e noci, cocco e mandorle, mela e melograno, e la linea Birby alla frutta, che piace molto ai più piccoli fin dalla confezione contraddistinta dalla simpatica mucca che si lecca i baffi mentre fa l’occhiolino.

SOCIETÀ AGRICOLA I BERNARDI S.S. via Cà di Rigone, 22 40043 Villa d’Aiano, frazione di Castel d’Aiano (BO) www.anticopoderebernardi.it

Azienda in Trasparenza è il nostro modo per raccontarti l’essenza del nostro lavoro, a sostegno dell’agricoltura biologica e biodinamica e a tutela dell’attività dei produttori, vero patrimonio culturale, da rispettare e valorizzare. Il giusto prezzo è quello che garantisce una remunerazione equa, senza costare alla natura e alla salute dell’uomo, in termini di inquinamento e spreco di risorse.

www.seminareilfuturo.it. Visitandolo regolarmente, potrà inoltre accedere a molti contenuti interessanti e scoprire quando si terrà l’edizione 2014 di Seminare il Futuro. La aspettiamo.

la qualità risponde Invitata da un’amica, in ottobre ho partecipato per la prima volta a Seminare il futuro e mi è piaciuto moltissimo. Volevo sapere com’è nata questa iniziativa, com’è andata questa edizione e se ce ne saranno delle altre. Grazie. Marina (MO) Seminare il futuro è un’iniziativa nata in Svizzera nel 2006 da un’idea di Ueli Hurter, agricoltore biodinamico, e di Peter Kunz, selezionatore di cereali biologici. Giunta in Italia per la prima volta nel 2011, ha riscosso sempre maggiore

successo fino ad arrivare alla terza edizione, quella del 2013 a cui ha partecipato anche lei. A questo proposito posso darle qualche numero: vi hanno partecipato 2641 persone, tra cui 865 bambini, che hanno seminato circa 3000 kg di semi biologici e biodinamici, spesso di varietà antiche, su una superficie di 16,15 ettari suddivisi tra le 21 aziende agricole italiane che hanno aderito all’iniziativa. Se l’iniziativa le è piaciuta ed è curiosa di sapere cosa ne sarà dei semi che ha seminato, può iscriversi alla newsletter sul sito

Da qualche tempo, vedo sui vostri scaffali un prodotto che mi incuriosisce: si tratta del burro di cacao Rapunzel, proposto in dischetti che somigliano a caramelle. Come si usa? Sonia (BG) Il burro di cacao viene utilizzato come alternativa vegetale al burro per preparare torte e glasse e per tutte le ricette che richiedono un grasso solido (oltre che, naturalmente per preparare in casa il cioccolato). È l’ideale per chi segue una dieta vegetariana e vegana. È molto semplice da utilizzare: basta sciogliere i dischetti a bagnomaria (a fuoco medio, all’incirca 30-35 gradi) nella quantità richiesta dalla ricetta,

e quindi mescolare con tutti gli altri ingredienti. Il burro di cacao Rapunzel ha una lunga scadenza e, una volta aperto, si conserva in frigorifero. C’è un’altra buona ragione per scegliere questo prodotto: il burro di cacao Rapunzel, infatti, proviene dal progetto equo solidale e biologico Hand in Hand che l’azienda, vero pioniere del nostro settore, sta portando avanti in Bolivia e nella Repubblica Dominicana.

lo sapevi che… il limone si presta a tanti utilizzi non solo in cucina? Può essere usato per condire l’insalata, per preparare i dolci, ma anche per eliminare i cattivi odori, smacchiare e sgrassare. SCRIVETE A: Qualità, Cuorebio Casella Postale 31020 Zoppè (Tv), info@negozicuorebio.it

affinati di capra

al pepe e olio extravergine d’oliva

nel fieno

in foglie di noce

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consulta le nostre schede tecniche sul sito: www.perenzin.com 49,6%

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Prodotto tipico del focolare dei nostri nonni, affumicata naturalmente in forno, con legna di bosco locale

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notizie dal mondo bio BIONATURAE

ECOR

pesto alla genovese e pesto al tofu

ravioli ai funghi porcini

Ingredienti: 250 g di cipollotti 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva 2 cucchiai di acidulato di umeboshi 350 g di fagiolini 1 cucchiaio di erba cipollina tagliata fine 1 cucchiaio di semi di sesamo tostati Procedimento: Pulire i cipollotti e affettarli finemente, con le foglie. In una padella scaldare l’olio, versare i cipollotti e rosolarli per 7/8 minuti. Aggiungere l’acidulato e sfumare bene. Lavare i fagiolini e spuntarli. Portare a ebollizione una pentola d’acqua e cuocerli per 7/8 minuti, salando a fine cottura; scolarli e farli raffreddare. Tagliarli a pezzetti lunghi circa 4 cm. Rimettere sul fuoco la padella con i cipollotti e rosolare i fagiolini a fiamma vivace per alcuni minuti. Disporre nei piatti, decorare con l’erba cipollina e i semi di sesamo e servire caldi o tiepidi. Ricetta a cura di www.disanapianta.net

piselli al naturale

uova di Pasqua

Machandel propone un ampio assortimento di ortaggi in vetro, ideali da tenere sempre in casa. Come i piselli al naturale: morbidi e dolci, possono essere semplicemente saltati in padella come veloce contorno o usati per dare un tocco di colore e di gusto in più ai vostri sughi.

Per queste uova di Pasqua, avvolte in pregiati teli in carta seta, si utilizzano il cacao e lo zucchero di canna coltivati da gruppi di produttori del Commercio equo solidale del Paraguay e della Repubblica dominicana. E all’interno preziose sorprese fatte a mano.

SOJADE

FATTORIA DI ROMIGNANO

soia e fantasia

olio extravergine d’oliva

cuorebio magazine

il cipollotto

fagiolini saltati con cipollotti, erba cipollina e sesamo

MACHANDEL

CTM

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la ricetta

Caratterizzati dall’inconfondibile sapore dei funghi porcini, questi ravioli sono l’ideale per chi ha poco tempo, ma vuole portare in tavola un piatto gustoso e ricercato: cuociono infatti in soli 2 minuti e vengono esaltati anche da un semplice filo di buon olio extravergine d’oliva.

Due gustosi sughi pronti da conservare in frigo: il pesto alla genovese mantiene il gusto della ricetta tradizionale, mentre quello al tofu la reinterpreta con un tocco di innovazione che lo rende indicato anche per chi vuole fare a meno delle proteine animali.

Cremosa e irresistibile, grazie alla sua morbida consistenza e al suo gusto naturale, è ideale sia semplicemente spalmata sul pane che nelle ricette più elaborate: non solo antipasti e primi, ma anche secondi e dessert. Per una cucina 100% vegetale.

dall’orto con amore

Ottenuto attraverso molitura meccanica a freddo, è un olio extravergine di colore verde con riflessi gialli, dal gusto intenso e fruttato, con note di carciofo. Ottimo in cucina con tutti i tipi di pietanze, è ideale da usare a freddo sulle minestre.

Variegata e bio-diversa per natura, la famiglia delle Liliaceae comprende al suo interno sia piante ornamentali che piante utilizzate in cucina. Quest’ultime, in senso botanico stretto, farebbero parte della famiglia delle Aliacee, ma è usanza comune ricondurle nella stessa famiglia dei profumati cugini, cui peraltro le lega una stretta parentela. Aglio, cipolla, cipollotto e porro, ma anche gli asparagi fanno parte di questa variegata famiglia. In questo numero, che profuma di primavera, abbiamo deciso di parlarvi di uno dei fratelli probabilmente meno conosciuti, il cipollotto fresco, di stagione proprio in questo periodo. Quando si parla di cipollotto non si indica una particolare varietà di cipolla, quanto piuttosto una cipolla non ancora del tutto formata; vengono raccolti prima che la cipolla sia giunta a piena maturazione. Esistono sia bianchi, dal sapore più intenso e usati soprattutto cotti, che rossi, dal gusto più dolce e delicato, consumati prevalentemente crudi. Alla base presentano un bulbo provvisto di piccole radici nella parte inferiore che sfocia, poi, in un fusto suddiviso in molte foglie, simili a quelle dei porri, somiglianti all’erba

cipollina, ma più carnose. Talvolta il bulbo è sferico, in altri casi tende a svilupparsi in verticale, creando un tutt’uno coriaceo con le foglie superiori. Al momento dell’acquisto è il fusto a denotare la freschezza del prodotto: deve contraddistinguersi per la compattezza delle foglie, il cui colore deve presentarsi verde brillante. Ma è bene prestare attenzione anche al bulbo, che deve apparire sodo, compatto a sua volta, con radici asciutte. Una volta a casa, se non si possono consumare freschi, si possono conservare in frigorifero, anche per una decina di giorni, riponendoli nel cassetto della frutta e verdura. Vi è anche l’usanza di seccarli, unendoli in mazzetti da appendere a testa giù in ambienti bui, dal clima secco. Sono facili da pulire: lavare per eliminare eventuali tracce di terriccio, eliminare le radici, la parte più esterna del bulbo e le foglie più grosse, tenendo da parte quelle più tenere che possono essere utilizzate in cucina. Se lo lavate dopo averlo tagliato il suo gusto caratteristico tende a disperdersi. Si tratta di un alimento dalle molte proprietà, che però conserva soprattutto

se usato a crudo, in insalata o da solo: il modo migliore anche per goderne appieno il gusto dolcemente aromatico. Vi è però anche l’usanza di mangiarlo cotto, grigliato, e di usarlo come fondo di cottura per la preparazione di tante ricette: basta tagliarlo a fettine sottili, come si farebbe con la cipolla, e farlo rosolare in padella con un filo d’olio. Con il suo aroma fresco e caratteristico e un gusto dolce e delicato, ma anche deciso, conferisce ai piatti un carattere intenso. Per questo, viene largamente utilizzato nella cucina orientale. Se ne possono utilizzare anche le foglie più tenere che, all’apparenza simili all’erba cipollina, se ne differenziano però per il gusto più deciso: possono essere aggiunte per dare un tocco finale a diverse preparazioni, sminuzzate sopra alle zuppe o alle insalate di mare o come ingrediente per torte salate, frittate e focacce primaverili ripiene di verdura.

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e propone i propri standard, Abafoods sta aff rontando con successo anche l’ingresso in mercati nuovi e lontani. Un gran dispiego di impegno, grandi investimenti e un pizzico di avventura hanno spinto Abafoods a lavorare con i poli opposti del mondo, ottenendo altre certificazioni internazionali e inserendosi gradualmente nei mercati di tutti i continenti, con una crescita significativa. Cinque sono i valori principe del marchio Isola Bio, cinque le parole chiave che portano l’azienda a impegnarsi ogni giorno nella sua missione: biologico, sostenibilità, vegetale, certificazione e innovazione. Non si tratta di slogan, ma della vera e propria traccia per una strada che l’azienda sta percorrendo con successo ormai da anni. La sostenibilità ambientale, in particolare, interessa tutte le confezioni in Tetra Pack, certificate FSC per un utilizzo responsabile delle foreste, che comprende anche un piano di rimboschimento. Uno studio realizzato con CSQA ha analizzato le emissioni di Abafoods che è impegnata nella sensibile riduzione della CO2 e nel rendere sempre più lieve la propria impronta ecologica. Le più importanti certificazioni di sistema sono state ottenute con il massimo dei voti: BRC Global Standards, IFS International Food Standard e ISO 9001 Sistemi di gestio-

azienda del mese

Isola Bio, gli specialisti del bere vegetale Abafoods s.r.l produce e confeziona bevande vegetali a base di cereali e succhi di frutta biologici. È un’impresa italiana integrata nel territorio, che vanta un sistema produttivo di qualità all’avanguardia ed è produttrice del brand Isola Bio, leader nel mercato delle bevande vegetali. Il mondo Isola Bio è una realtà dinamica e in movimento ed è costituito da tre realtà distinte: Abafoods, la Società Agricola La goccia e Isola Bio, cooperanti nello stesso ciclo, con l’obiettivo comune di arrivare alla massima qualità del prodotto finale. Tutto nasce dalla Società Agricola La goccia che, con territori in tutta Italia coltivati nel rispetto dei regolamenti sull’agricoltura biologica, dà vita ai cereali, le materie prime fondamentali per la creazione delle bevande. Abbattendo le distanze e rimanendo in Italia, i cereali arrivano ad Abafoods, il cuore pulsante e operativo, dove le bevande vengono pensate, prodotte e confezionate. L’ultimo anello della catena è la distribuzione che porta i prodotti Isola Bio a partner commerciali selezionati in tutto il mondo. La Società agricola La goccia è stata fondata nel 2007; si tratta di una realtà tutta italiana, con terreno nel nord della penisola e in Molise. Isola Bio ha così il controllo dell’intero ciclo produttivo, dal seme al prodotto finito, e la completa tracciabilità della filiera. Da questi oltre 400 ettari, la filiera passa ad Abafoods, il centro operativo che ha sede a Badia Polesine (Rovigo): si tratta di una realtà di oltre 70 collaboratori, sviluppata in 14 anni di crescita costante. Fondata nel 1999, l’azienda vanta una realtà completa e autonoma: è nei propri laboratori di ricerca che studia ed elabora le ricette delle bevande, attraverso test rigorosi. Il mercato di Abafoods, da principio italiano, sin dai primi anni si estende alla Francia, che diventerà un importante partner commerciale. Ma i prodotti Isola Bio si trovano anche in Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, Slovenia, Scandinavia e altri paesi del Nord. Se in Europa sperimenta, anticipa tendenze 10

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prodotto del mese

gusto e creatività vegetali

1 Isola Bio propone un ampio assortimento di creme da cucina a base di cereali proposte nel pratico formato Edge, con tappo richiudibile, da 200 ml. Come Cuisine avena (1), una delicata crema dal caratteristico sapore di avena, fonte di betaglucani e priva di lattosio, perfetta per insaporire ricette vegetariane e vegane, ma anche per salse, zuppe, creme, vellutate e secondi piatti. Ma anche squisiti dessert. Altro punto di forza dell’azienda sono le bevande vegetali, come il latte di mandorla (2): dissetante e senza glutine, si può gustare caldo o freddo: è ottimo per

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la colazione con i cereali, oppure aggiunto al caffè o al tè. In cucina è eccellente per preparare frullati, dessert e piatti a base vegetale. È da poco disponibile nel nuovo formato Edge da 1000 ml. Ultima nata è la linea Isola Bio Light, una novità nel panorama delle bevande vegetali biologiche. Le prime nate Avena e Riso Light (3/4) sono due alternative vegetali leggere e gustose, prive di grassi saturi e a basso contenuto di sale, ideali per chi cerca prodotti light senza per questo rinunciare alla qualità e all’inconfondibile bontà dei prodotti Isola Bio. Sono perfette per chi ha una vita attiva, per chi cerca

ne per la qualità e per filiera produttiva. Naturalmente l’azienda ha acquisito le certificazioni di filiera biologiche in tutti i Paesi extra UE in cui esporta. La gamma Isola Bio è ampia con diverse linee e formati per soddisfare necessità e gusti diversi. Oltre alle conosciutissime bevande di farro e d’avena, propone, tra le altre, la bevanda al miglio e quella al grano saraceno, queste ultime due ottenute da piante antiche, naturalmente senza glutine e valide alternative vegetali. Classiche sono la bevanda di riso, disponibile in diverse declinazioni (con calcio, vaniglia, mandorla, cocco e nocciola) e quelle a base di soia, con la certificazione di filiera agroalimentare italiana dal seme al prodotto finito, le creme da cucina e una vasta gamma di succhi di frutta.

Nelle foto: la sede di Abafoods

ABAFOODS S.R.L. Via Cà Mignola Nuova 1775 45021 Badia Polesine (Ro) www.isolabio.com

4 prodotti light, per chi è vegetariano o vegano o, semplicemente, per chi gradisce bevande dal gusto delicato e fresco. Sono perfette a colazione, a merenda e in ogni momento della giornata, calde o fredde, a seconda dei gusti e della stagione. Avena Light, dal sapore inconfondibile, è senza lattosio, mentre Riso Light è senza glutine e senza lattosio. Entrambe le bevande della linea light vengono proposte nel formato Edge da 1000 ml, con tappo richiudibile.

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il lunario La luna, passando davanti alle costellazioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi. In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono i tempi di semina, lavorazione e raccolta. Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo.

notizie dal mondo bio

marzo

aprile

LUGLIO

LUGLIO IN CUCINA

CURA PERSONA

PIANTE DI CASA

IN CUCINA

CURA PERSONA

PIANTE DI CASA

BARNHOUSE

ORIGINAL LANTCHIPS

granola all’amaranto con farro/ mandorle e lamponi/aronia

patatine al rosmarino Patate selezionate, tagliate finemente e fritte per 6/8 minuti in olio di girasole nelle tradizionali “kettle” (padelle aperte) in piccoli lotti: questo è il segreto delle patatine Lantchips, qui proposte nella profumata variante al rosmarino.

1 sab

1 mar

2 dom

2 mer

3 lun

3 gio

4 mar

4 ven

5 mer

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9 dom

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12 mer

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13 gio

13 dom

14 ven

14 lun

il pane

15 sab

15 mar

lo yogurt

16 dom

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le conserve

17 lun

17 gio

18 mar

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AMICUCINA

ANDECHSER

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pasta sfoglia fresca

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formaggio del pastore

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rinvaso

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potatura

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concimazione

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legenda Luna piena nuova

In cucina:

Cura della persona: taglio ritardante capelli/unghie massaggi attività fisica giornata di relax

Piante di casa:

Barnhouse amplia il suo assortimento di croccanti granole con questi due nuovi krunchy all’amaranto, dolcificati con succo d’agave e di mela, che si contraddistinguono per il loro sapore più fruttato.

NATURAL FOOD

preparati per seitan alle erbe e per burger farro e avena

CTM

tè verde Green Fannings Originario dell’isola di Ceylon, è un tè profumato, dal delicato sapore erbaceo, ottenuto lasciando appassire naturalmente le foglie. Se ne preservano così la clorofilla, che ne determina il colore verde scuro, e l’aroma inconfondibile. Una piacevole compagnia.

Delicata, friabile e pratica da utilizzare grazie alla forma rotonda e alla carta da forno compresa nella confezione, è perfetta per preparare tantissime ricette: torte salate, salatini e strudel. Liberate la vostra creatività e sperimentate nuovi sapori.

Il preparato per seitan alle erbe permette di realizzare in 5 minuti un ottimo seitan aromatizzato con salvia, rosmarino, timo e alloro, mentre l’altro preparato deliziosi burger a base di farro e avena da cucinare in padella o in forno.

Un formaggio a fette, senza caglio animale, perfetto per farcire panini, ma non solo. Grazie a un particolare processo di stagionatura affinato da Andechser, ha un ridotto contenuto di lattosio (0,1%) ma non fa rinunciare al gusto saporito del buon formaggio.

31 lun 12

cuorebio magazine

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Ogni inizio contiene una magia H. Hesse

in questa pagina da sinistra a destra Beate Oberdorfer e Gerhard Heid; il rullatore d’acqua; l’etichettatura dei prodotti e l’oloide

storie del mondo bio

la bellezza del ben-essere

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Beate Oberdorfer e Gerhard Heid sono due persone speciali. Non solo perché titolari della Sonett, azienda tedesca produttrice di detersivi ecologici, presenti sugli scaffali dei negozi biologici specializzati, ma soprattutto per quella calma solarità che emana da loro e che attraversa l’intervista, punteggiandola di curiosa allegria. Ascoltare il racconto delle loro scelte e del loro impegno sociale e a favore dell’ambiente è essenziale oggi per capire meglio il significato del lavoro, non solo loro, ma anche delle tante persone protagoniste di un movimento internazionale di rinnovamento che ha raccolto, fin dagli anni ’70, in un unico abbraccio ideali e filosofie di un’intera generazione di giovani. Siamo agli inizi degli anni ’80 e Beate, dopo tanto cercare, trova una comunità di giovani in cui il lavoro e il tempo libero non fossero due concetti slegati completamente. Un gruppo formato da persone, anche con disabilità, che vivevano e lavoravano insieme su terreni coltivati seguendo il metodo di agricoltura biodinamica. E proprio in questa comunità, nel 1984 incontra Gerhard. “La comunità aveva tre sedi tra la Germania e la Svizzera” precisa Beate. “Noi eravamo alla Freiheithof e all’inizio producevamo pasta. Nel 1989 abbiamo lavorato con un’azienda di detersivi biologici, la Sonett, nata nel 1977. Il nostro gruppo aveva preso in mano la produzione che riguardava solo pochi prodotti: un detersivo, un decalcificante, un candeggiante, un sapone smacchiante e un pulitutto in polvere. Questo perché il proprietario della Sonett, all’epoca, non aveva fatto ricerche di sviluppo di prodotto. Nel 1992, io e Gerhard abbiamo deciso di gestire completamente l’azienda, che stava fallendo, e abbiamo sviluppato subito una linea di detersivi liquidi. E l’attività ha ripreso quota. Alla fine la comunità si è sciolta e noi siamo andati avanti.” Proprio nei primi anni Novanta inizia la collaborazione con la Ecor, allora Gea, in seguito all’incontro, in occasione del Biofach, con i suoi fondatori Fabio Brescacin e Maria Pozzobon. Già dagli anni ’60, tante persone in Germania erano sensibili alle tematiche ambientali e all’inquinamento delle acque dovuto a tensioattivi non biodegradabili. E quindi l’impegno della Sonett è stato molto faticoso per Beate e Gerhard, ma l’entusiasmo, la passione, il loro credere in un modo diverso di fare “economia” ha fatto superare i limiti della loro poca esperienza nel campo manageriale. Anche se Gerhard aveva studiato Economia e Beate chimica e quest’ultima aveva lavorato per tre anni da Wala per il marchio Dr Hauscka, dove aveva seguito la produzione di nuovi cosmetici

e, per un periodo, era stata impegnata nel “Kristallisationslabor”- laboratorio per la Cristallizzazione. “La nostra fortuna” racconta Gerhard “è che facevamo già parte di un gruppo Bund Freier Unternehmensinitiativen (gruppo di liberi imprenditori) che raccoglieva diverse aziende biologiche. Così abbiamo potuto confrontarci con chi aveva maggiore esperienza e sviluppare meglio il nostro lavoro e le nostre capacità. In questo modo abbiamo trovato la forza e le conoscenze per sviluppare nuovi prodotti. Oggi siamo un buon team! Un economista e una chimica: praticamente perfetti! Lavoriamo sempre molto: la nostra giornata inizia alle 8 e finisce alle 17. Ci occupiamo di programmare il lavoro della giornata, iniziando con una riunione che coinvolge tutti i responsabili. Ma se ci sono difficoltà o dipendenti da sostituire a causa di malattie, ci mettiamo in gioco in primo persona. Una volta alla settimana tutti i dipendenti possono partecipare al gruppo manuale antroposofico. Parliamo anche delle opere d’arte di Rudolf Steiner”. La Sonett ha sede a Deggenhausen, vicino al Lago di Costanza, tra prati e montagne ricoperte da foreste. Un camino rosso, le porte verdi, le pareti e le tende gialle, verdi e blu, addirittura sono colorati anche gli orologi, appese alle pareti ci sono tante opere d’arte. E anche nel reparto produzione non mancano i colori. “Noi passiamo metà della nostra vita al lavoro. E allora deve essere un posto bello”

ci dice subito Beate. In questa azienda non solo è importante il benessere dei lavoratori, circa 44 di cui alcuni diversamente abili, ma si percepisce un’attenzione verso la natura, verso l’acqua. Per questo i prodotti della Sonett sono privi di tensioattivi di origine petrolchimica, aromi artificiali ed enzimi e senza l’impiego di ingredienti da OGM. Solo saponi vegetali, tensioattivi derivati dallo zucchero, minerali e silicati. Tutti i tensioattivi sono biodegradabili e provengono da olio d’oliva, di cocco, di colza e di palma, tutti da agricoltura biologica. Per conferire ai prodotti gradevoli profumazioni vengono usati gli oli essenziali che “ispirano l’anima, perché anche una semplice azione come fare le pulizie di casa diventa un evento per i sensi”, racconta Beate. Ma non è finita qui. “Noi usiamo l’acqua per la nostra attività, quindi è importante restituire all’acqua la sua vitalità. Per questo scopo è utilizzato un rullatore di acqua: una catena di 12 contenitori in vetro a forma di uovo, tutti collegati. In ogni contenitore è inserita una pietra preziosa con cui l’acqua rimane in contatto durante il movimento da un contenitore all’altro. Facendo così, ci spiegano, l’acqua riprende nuovamente energia; elemento importante, perché i movimenti centrifughi della lavatrice normalmente influenzano negativamente le forze vitali dell’acqua”. Ogni giorno vengono “rivitalizzati” circa 7000 litri di acqua che, alla fine del ciclo, riacquista la qualità dell’acqua di fonte. Una piccola parte di

quest’acqua è bevuta all’interno dell’azienda. All’acqua poi sono aggiunti degli ingredienti chiave, che vengono definiti additivi balsamici, composti da alloro, olio di oliva, cenere di rosa, incenso, oro e mirra. Questi ingredienti sono “ritmizzati” in un contenitore, l’oloide, che ha la forma del numero 8 messo in orizzontale (come il simbolo dell’infinito); in seguito alla dinamizzazione vengono inseriti in piccole quantità nei prodotti per la detergenza. Assistiamo a un esempio di dinamizzazione con l’oloide, che Gerhard fa scorrere, un po’ accompagnandolo con le mani e un po’ lasciandolo andare, lungo il pavimento del lungo corridoio di una stanza appositamente creata per questa operazione. Questa speciale dinamizzazione ha luogo 3 volte all’anno, durante feste importanti come San Michele, Pasqua e Natale. I dipendenti e i collaboratori se vogliono possono partecipare a questa cerimonia. Inoltre, per statuto, l’azienda non può essere né venduta né lasciata in eredità e tutto il profitto rientra sempre nella ditta per essere reinvestito. Sono o non sono speciali quelli della Sonett?

SONETT www.sonett-online.de cuorebio magazine

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foto e styling di Sabrina Scicchitano

oggi in cucina

Ingredienti per 4 persone

spaghettini di riso con verdure, curry e zenzero

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• 1 cipolla dolce • 1 spicchio d’aglio • 150 g di spinaci • 1 carota • 1 porro • 2 patate • 0,25 ml di brodo vegetale

• 2 cucchiaini di Arche Pasta Thai Curry • 1 cucchiaino di Arche Pasta allo zenzero • 3 cucchiaini di Arche Tamari • 250 g di bifun • olio extravergine d’oliva q.b. Lavate e mondate le verdure, tagliatele a listarelle sottilissime, possibilmente delle stesse dimensioni.

Fate scaldare in una pentola capiente un filo abbondante d’olio extravergine d’oliva con l’aglio che toglierete non appena sarà dorato. Aggiungete tutte le verdure, tranne gli spinaci, e fatele cuocere per 5 minuti a fuoco vivace, mescolando.

Mettete le salse e il tamari nelle verdure, mescolando, unite gli spaghettini scolati e girate con cura sopra la fiamma. Portate a tavola i vostri bifun di verdure con le salse in ciotoline separate, così ogni ospite potrà dosarle a piacimento.

Poi aggiungete il brodo bollente e gli spinaci, tenendo a fuoco medio per 10 minuti fino a cottura.

Piatto di semplicissima esecuzione, buono sia caldo che freddo. Evocativo nel suo sapore esotico e profumato, è un viaggio culinario di grande soddisfazione che potete realizzare grazie all’ampio assortimento di prodotti d’ispirazione orientale proposti da Arche.

Fate bollire 2 litri d’acqua senza sale, tuffate gli spaghettini per circa 3 minuti di cottura.

ARCHE

ARCHE

ARCHE

ARCHE

Bifun

Tamari

Pasta thai Curry

Pasta allo zenzero

I bifun sono delle sottili tagliatelle di riso tipiche della tradizione thailandese. Basta staccarne la quantità necessaria, versarla in acqua bollente, cuocere per circa 3/5 minuti, scolare ed elaborare a piacere. Sono perfetti per wok e piatti di verdure e zuppe.

Il tamari è il “sale e pepe” della cucina orientale ed è molto diffuso soprattutto in Giappone. È il frutto della fermentazione dei fagioli di soia e può essere usato come condimento in tanti piatti, soprattutto quelli a base di riso, verdure o proteine vegetali.

Ideale per salse, zuppe e altre ricette che profumano d’Oriente, la pasta thai curry conferisce a ogni piatto un carattere fresco e fruttato. Viene proposta nel pratico tubetto, che permette di usarne solo la quantità desiderata, evitando così inutili sprechi.

Un gusto fresco e delicato di lime, con una piacevole nota pungente di zenzero caratterizza questa pasta adatta per tante ricette diverse. Sviluppa lentamente il suo sapore, quindi ne basta poca per donare ai vostri piatti un gusto davvero inconfondibile.

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1 Marchio commerciale Ecor. Può coincidere con il nome dell’azienda oppure è un marchio di fantasia della linea o del prodotto.

speciale

leggiamo l’etichetta

2 Nome famiglia (facoltativo) la pasta. 3 Nome commerciale (facoltativo) fusilli integrali. 4 Quantità nominale (peso)

1

2 3

12

5 Valore aggiuntivo (facoltativo) 100% grano italiano.

6 7 10 11

6 Denominazione di vendita pasta di semola integrale di grano duro. Indica la categoria a cui il prodotto appartiene. Per molti prodotti è prevista da specifiche leggi.

20

7 Biologici/da agricoltura biologica: se l’indicazione accompagna la denominazione di vendita, almeno il 95% degli ingredienti deve essere di origine biologica. 14

16

8 Organismo di controllo autorizzato dal MiPAAF IT BIO 009: riferimenti organismo di controllo del produttore. Il codice sta per IT=Italia, BIO=biologico, 009 è la sigla dell’ente certificatore (in questo caso, 009 indica il CCPB).

9 Operatore controllato n.1898: indicazione obbligatoria per i prodotti bio; il codice numerico attribuito dall’ente di certificazione identifica l’impresa responsabile del prodotto. 10 Ingredienti in ordine ponderale: gli ingredienti devono essere riportati in ordine di quantità decrescente. Se gli ingredienti di origine agricola sono tutti biologici, si può tralasciare l’asterisco e la dicitura sottostante “biologici” o “da agricoltura biologica”. 11 Possibili allergeni presenti nel prodotto finito contiene glutine, etc. 12 Peso netto (per i liquidi si indica il voume): la quantità effettiva del prodotto alimentare senza considerare il peso della confezione/contenitore. 13 Logo comunitario: è il logo stabilito dall’Unione Europea per indicare i prodotti biologici. Introdotto nel 2009, in sostituzione del precedente, dal luglio del 2010 è obbligatorio per tutti i prodotti biologici preconfezionati ottenuti nell’UE.

15 Data di scadenza o termine minimo di conservazione: indica la data entro la quale consumare il prodotto. La dicitura può essere di due tipi: “da consumarsi preferibilmente entro il …” indica la data fino alla quale l’azienda garantisce che il prodotto mantenga le sue caratteristiche in adeguate condizioni di conservazione; “da consumarsi entro il ….” è il termine perentorio entro il quale il prodotto deve essere consumato e si utilizza per i prodotti ad alta deperibilità. 16 Modalità di conservazione: indica come mantenere inalterate le caratteristiche del prodotto in casa, eventualmente anche dopo l’apertura. 17 Materiale di confezionamento: facoltativo, indica le istruzioni utili per differenziare l’imballaggio. 18 Indicazioni di non disperdere l’imballaggio nell’ambiente (facoltativo) 19 Codice a barre (facoltativo) 20 Tabella nutrizionale: per ora è facoltativa, ma diverrà obbligatoria dal dicembre 2016.

14 Nome e indirizzo del produttore o confezionatore o distributore

15 13 4

18 5

17

8/9

Altri esempi di loghi che si possono trovare in etichetta Nei prodotti alimentari:

L’etichetta è la carta d’identità del prodotto. Le leggi sull’etichettatura, piuttosto complesse, variano a seconda della tipologia di prodotto. Come normative base possiamo considerare per gli alimenti il D.Lgs n° 109 del 27/01/1992 (Attuazione delle direttive 89/395/CEE e 89/396 CEE concernenti l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari), per la cosmesi il Regolamento (CE) n° 1223/2009 e per i detersivi Regolamento (CE) n° 648/2004. Con la complicazione che dal 13 dicembre 18

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2014 il decreto n° 109/92 andrà in pensione, sostituito dal regolamento UE n° 1169/2011, che alcune aziende stanno già applicando (dovendo stampare nuove confezioni, che dureranno anche dopo dicembre 2014, è necessario che siano adeguate alle nuove norme). I prodotti alimentari, salvo pochi casi particolari, devono riportare alcune indicazioni fondamentali obbligatorie: denominazione del prodotto, elenco degli ingredienti, quantità (peso o volume), termine minimo di conservazione (o data di scadenza),

azienda produttrice o confezionatrice o venditore, modalità di conservazione e istruzioni per l’uso (ove necessario), presenza di sostanze allergizzanti. Nel caso del biologico, inoltre, in etichetta compare lo specifico logo comunitario, vicino al quale deve essere indicato il codice dell’organismo di controllo e l’indicazione “Agricoltura Ue/non Ue”. Spesso, inoltre, le etichette riportano anche indicazioni relative al materiale di confezionamento, utili per lo smaltimento del pack vuoto.

garantisce l’origine biodinamica di almeno il 90% degli ingredienti. indica prodotti provenienti dal commercio Equo e Solidale, basato sul sostegno ai produttori più svantaggiati provenienti dai Paesi in via di sviluppo.

Nei prodotti per cosmesi e detergenza un logo di certificazione volontaria: rappresenta uno degli standard di certificazione volontaria per la cosmesi. Garantisce l’uso di materie prime provenienti da agricoltura biologica o da raccolta spontanea e l’assenza di materie prime non vegetali potenzialmente allergizzanti o dannose per l’uomo.

rappresenta uno degli standard di certificazione volontaria per la detergenza. Garantisce l’uso di materie prime provenienti da agricoltura biologica o da raccolta spontanea e l’assenza di materie prime non vegetali potenzialmente allergizzanti o dannose per l’uomo.

Inoltre, che nei prodotti e nelle loro confezioni non vengano utilizzati, materiali “dubbi” dal punto di vista ecologico e che venga prestata attenzione alla riduzione di imballaggi superflui o non riciclabili.

Inoltre, che nei prodotti e nelle loro confezioni non vengano utilizzati, materiali “dubbi” dal punto di vista ecologico e che venga prestata attenzione alla riduzione di imballaggi superflui o non riciclabili. cuorebio magazine

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salute e benessere

yoga per rilassare mente e corpo Antico, ma molto attuale, lo yoga è noto in varie forme, anche molto diverse tra loro. La ragione della sua fortuna è nel suo significato più profondo. La pratica dello yoga Le prime testimonianze si ritrovano in testi indiani di oltre tremila anni fa, ma è con gli Yoga Sutra di Patanjali, (maestro leggendario vissuto tra V e II sec. a. C.), che le tradizioni preesistenti si compongono in una concezione filosofica unica, che si definisce come yoga classico. Yoga, dal sanscrito yuj (unire, aggiogare) è unione, armonia tra la parte fisica e quella spirituale, è aggiogare, controllare il corpo, la mente e i sensi. La disciplina si sviluppa in otto passi: l’etica sociale, l’etica individuale, le

posizioni tradizionali (asana), la distribuzione dell’energia attraverso il respiro (pranayama), il dominio dei sensi, la concentrazione, la meditazione e la consapevolezza suprema. I primi due passi sono principi universali e si ritrovano in diverse confessioni religiose; numerose le assonanze con la morale biblica, in particolare i dieci comandamenti. Asana e pranayama sono alla base del percorso dello yoga alle cui mete spirituali non si accede senza aver prima liberato il corpo dall’inerzia, affinandolo con forza e sensibilità. Lo yoga è dunque una dottrina che abbraccia il lato fisico, psichico e spirituale con l’obiettivo di liberare la mente: “yogah cittavrtti nirodhah”, recita Patanjali, “lo yoga è la cessazione dei movimenti della coscienza”. Asana e pranayama sono le principali

tecniche insegnate nei corsi di yoga, soprattutto in Occidente. La lezione degli asana (posizioni tradizionali) è di portare un’attenzione del tutto nuova al corpo, ma non in senso puramente meccanico; è infatti nei gesti fondamentali dell’esistenza - stare in piedi, camminare, stare seduti - che prendiamo coscienza del modo in cui siamo presenti; dobbiamo disfarci delle abitudini quotidiane del corpo, dobbiamo imparare di nuovo a muoverci. Oscilliamo tra l’eccesso di rigidità e l’incontrollato abbandono, ma impegnarci verso la giusta forma ci porta a un rilassamento autentico e a una nuova apertura verso il mondo. Come scrive C. Kerneiz, “il rilassamento isolato di una parte del corpo (mani, torso, viso) è il metodo migliore per giungere al controllo delle emozioni, all’impassibilità morale (non all’indifferenza); è impossibile adirarsi se i muscoli della faccia e delle mani sono distesi, è impossibile provare l’angoscia provocata dalla timidezza se sono distesi i muscoli del torso”. È per questo che altrettanta importanza viene data al respiro (pranayama): il respiro è strettamente collegato alla circolazione, se la respirazione è aff rettata, il cuore si affatica e la mente si agita; per calmare la mente lo yoga ci invita a calmare il respiro.

Le proposte e i riferimenti per i praticanti dello yoga oggi Nel nostro paese lo yoga non è regolamentato per legge e il pubblico si orienta a fatica tra la varietà e la diversa qualità delle proposte. Troviamo quindi studi e competenze approfondite a fianco di tendenze dal sapore religioso (sedicenti e più o meno carismatici guru che talora allarmano la Chiesa cattolica), proposte ginnico-dinamiche (fitness intensi, che talora allarmano la medicina), iniziative fantasiose quanto improvvisate (yoga con il cane, yoga sullo sci) e altro ancora. In questo quadro di arduo orientamento, se vogliamo consegnare al futuro questa antichissima disciplina, la sfida per lo yoga sarà riuscire a conservare la tradizione in una prospettiva di moderna ricerca. Il metodo IYENGAR®: l’esperienza di Bellur Krishnamachar Sundararaja Iyengar L’IYENGAR® YOGA è lo yoga classico rivisitato da Bellur Krishnamachar Sundararaja Iyengar, maestro indiano oggi novantacinquenne, che ha approfondito lo studio degli asana (tradizionali posizioni) in modo unico nella storia dello yoga e ha contribuito in modo importante alla diff usione della pratica in tutto il mondo. Suo è il noto Light on yoga del 1965 (trad. it. Teoria e pratica dello yoga, Edizioni Mediterranee). Il metodo analizza e descrive ogni asana con un rigoroso approccio scientifico. L’allineamento, la simmetria, la precisione nell’esecuzione, la sequenza e la durata delle posizioni, sono le caratteristiche peculiari di questo metodo in cui si pongono dei precisi limiti, con lo scopo di fare eseguire movimenti sempre corretti e sicuri. Non si esaspera mai il movimento, rispettando sempre l’ergonomia del corpo. L’approccio è graduale, si ricerca la corretta postura, l’allineamento strutturale e poi, solo allora, l’allungamento. Numerose ricerche pubblicate su accreditate riviste scientifiche internazionali hanno studiato gli effetti della pratica dello yoga secondo questo metodo, applicando rigorosi protocolli d’indagine. L’uso degli attrezzi introdotto da B.K.S. Iyengar (e ripreso da tanti insegnanti nel mondo) permette a tutti e a tutte le età di effettuare e mantenere più a lungo gli asana, così da ottenerne benefici maggiori. Il metodo prevede un lungo e articolato sistema di formazione dei propri insegnanti, a tutela della salute e dell’educazione degli allievi. La sua standardizzazione e diff usione a livello mondiale è indice della serietà del metodo. di Anna Vezzani www.iyengaryoga.it www.bksiyengar.com

i nostri consigli

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1 Valverbe Tisana drenante Una gradevole tisana a base di spirea, coriandolo, pilosella, foglie di frassino e foglie di betulla. L’azione combinata di queste piante favorisce un fisiologico effetto drenante e l’eliminazione dei liquidi. 2 Esprit Equo Linea Pura. Mousse detergente viso Morbida e vellutata, questa mousse detergente a base di acqua di rosa damascena e succo di aloe permette di rimuovere con delicatezza impurità e tracce di trucco; i tensioattivi di origine naturale, da zuccheri, favoriscono una detersione delicata grazie al pH fisiologico che minimizza ogni forma di irritazione. Grazie alla betaina e all’arginina, inoltre, protegge la pelle in modo naturale, lasciando sul viso un piacevole velo di morbidezza e idratazione. 3 Weleda Olio cellulite alla betulla Le manifestazioni della cellulite, note come pelle a buccia d’arancia, influiscono spesso sul benessere generale delle donne. Quest’olio cellulite alla betulla, grazie alle sue sostanze

attive combinate a preziosi oli vegetali, riesce ad agire anche negli strati profondi dell’epidermide, attivando il metabolismo dei liquidi ed esercitando un’intensa azione rassodante e levigante sulla pelle che appare più elastica, compatta e tonica. 4 Victor Philippe Marsiglia. Detergente intimo Victor Philippe propone una linea di detergenti dal caratteristico profumo di sapone di Marsiglia. Il detergente intimo è l’ideale per l’igiene quotidiana: agisce delicatamente, rispettando il naturale equilibrio fisiologico della pelle (pH 5 - 5,5) e donando una gradevole sensazione di freschezza. 5 Weleda Baby Wash Deterge in tutta dolcezza corpo e capelli, con particolare attenzione agli occhi. Grazie ai pregiati oli di mandorle e sesamo, lascia la pelle morbida e vellutata e rende i capelli facili da pettinare. Ideale per grandi e piccoli.

® utilizzato con permesso di BKS IYENGAR, Proprietario del Marchio di Fabbrica

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diceva la nonna... ANTICO MOLINO ROSSO

CTM

Aida : semintegrale è più buono

Bio caffè

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Una miscela 100% arabica, in cui il profumato aroma degli altipiani etiopi si fonde con quello corposo delle provenienze latino-americane coltivate in altura. Ne risulta un caffè equilibrato, dal gusto aromatico, che riempie piacevolmente il palato con un lieve sentore di agrumi.

Con le miscele semintegrali AIDA® riscoprite il piacere del pane, della pizza e dei dolci fatti in casa con le miscele Aida: Aida pane, con malto d’orzo; Aida pizza, con lievito di pasta madre di frumento, e Aida dolci con amido di frumento che rende i dolci più soffici e gustosi.

ECOR

petit di farro con gocce di cioccolato ARRIGONI Semplici e friabili, i petit sono squisiti biscotti di farina di farro, arricchiti con golose gocce di cioccolato. Ideali per iniziare la giornata con gusto, accompagnandoli a tè, latte, caffè o bevande vegetali, sono perfetti anche come dolce merenda.

taleggio DOP porzionato Il taleggio è un formaggio a pasta morbida dalle origini antiche. Ha una crosta sottile, morbida e rosata, pasta fondente, consistente nel sotto crosta e friabile al centro. Il suo sapore è burroso e dolce. La sua aromaticità si accentua con la stagionatura.

TAIFUN

IL PODERE

viennesi piccoli

olio extravergine d’oliva

Questi squisiti würstel, a base di tofu, sono perfetti come secondo piatto o come ingrediente per stuzzicanti hot dog vegetali, magari abbinati alla propria salsa preferita. E per la bella stagione in arrivo sono l’ideale anche per le grigliate con gli amici.

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Ottenuto dalla molitura e spremitura a freddo di sole olive italiane, coltivate in un promontorio dove l’aria è pura e il terreno asciutto. Con il suo gusto delicato e fruttato, è un ottimo condimento, ideale per esaltare il gusto di piatti caldi e freddi.

A dicembre il British Medical Journal ha pubblicato uno studio che sembra dare ragione alla nonna quando diceva che “una mela al giorno toglie il medico di torno”. Per combattere le malattie cardiovascolari, secondo la ricerca della University of Oxford, il consumo regolare di mele sarebbe efficace quanto l’uso delle statine, farmaci ampiamente prescritti per ridurre i livelli di colesterolo, prevenire danni da aterosclerosi e contenere i rischi per chi ha subito un ictus o un infarto. Non solo: il consumo di mele non porterebbe gli effetti collaterali delle statine (diabete, miopatie). Eppure, per le tabelle di composizione degli alimenti dell’Inran i contenuti nutrizionali “ufficiali” di una mela sono davvero scarsi:

su 100 grammi di parte edibile 87,6 sono d’acqua, poi ci sono 10 grammi di zuccheri e 1,7 di fibre (e siamo già a 99,3 grammi su cento). Poi ci sono 105 mg di potassio, 8 mg di vitamina C, 5 mg di calcio, 0,2 mg di ferro, e vaghe tracce di altre sostanze. Secondo la normativa europea sulle dichiarazioni nutrizionali e sulla salute, per la nostra mela non possiamo vantare proprio nessuna caratteristica positiva: cento grammi apportano solo il 10% del fabbisogno giornaliero di vitamina C (troppo poco per poterlo citare), il 5.25% del fabbisogno di potassio, un risibile 1.24% del ferro e un inesistente 0.62% del calcio. “Ad alto contenuto di fibre” o “fonte di fibre”? Nemmeno a parlarne. Ma se, in sostanza, è composta soltanto

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notizie dal mondo bio

di acqua e zucchero, perché l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di mangiare almeno 400 grammi di frutta e verdura al giorno per ridurre i rischi di malattie gravi? Perché l’Unione europea ne promuove il consumo tra i bambini, anche con il programma “Frutta nelle scuole”? Perché per le Linee guida per una sana alimentazione italiana frutta e verdura proteggono da malattie cardiovascolari, neoplastiche, respiratorie, da cataratta e stipsi, assicurano un rilevante apporto di carboidrati complessi, nutrienti e sostanze protettive antiossidanti? Se son solo acqua e zucchero, qualcosa non torna. A meno che non si ammetta che la scienza ha davvero ancora molta strada da fare. Oltre che zuccheri, grassi, proteine, vitamine e i macroelementi puntigliosamente e un po’ ottusamente elencati nelle norme comunitarie, non è che si dovrebbe indagare su micro e, oligo-elementi, antiossidanti ed enzimi, su quel “qualcosa di più” a cui, evidentemente, si devono gli effetti benefici? Perché non partono grandi progetti di ricerca pubblica sulla (micro) composizione dell’ortofrutta? Per non rovinare il mercato degli integratori alimentari?

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il valore della qualità di Roberto Pinton

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il gesto quotidiano di Marco Geronimi Stoll

votate a teatro Non votiamo solo alle elezioni, ma anche facendo la spesa. Lo si dice spesso: se invece dei prodotti globalizzanti scegliamo quelli di piccola scala (locali, ecologici, singolari) decidiamo che i nostri produttori di qualità vivranno e così facendo “votiamo” su temi come economia, paesaggio, salute... Vi invito ad estendere questo concetto a musei, teatri, parchi naturali, cinema... e mi faccio aiutare dai personaggi abituali di questi articoli: le famiglie A (ecologicamente virtuosa) e B (sprecona e consumista). Anche i B consumano cultura: ogni tanto vanno a teatro, a un concerto... Siccome vedono molta televisione, hanno più bisogno di guardare le proprie star in carne ed ossa, oltre lo schermo che separa

il mondo quotidiano dall’Olimpo televisivo. Ma chi non passa in TV, non esiste. Qui sta il problema. Guardate i bilanci dei teatri, delle aree naturalistiche protette, dei cinema di qualità, di musei, mostre, esposizioni... in migliaia stentano perché hanno poco pubblico. Musei strepitosi con poche decine di visitatori; attori e musicisti formidabili in scena per le poltroncine vuote; aree naturalistiche protette con grande amore, ma visitate solo da quattro gatti. Con la crisi che c’è, indovinate dove tagliano i fondi. Fa male dirlo, ma non andandoci “votiamo”: per coloro che propongono il solito centro commerciale al posto dell’antico teatro in centro, o l’albergone tamarro in mezzo al Parco naturale, e per la loro cantilena “senza vincoli paesaggistici ci sarebbe

più lavoro”. Vogliamo dargli ragione? La gente ci va, a teatro: ma per vedere le stesse persone che vede in TV. E che lunghe code per le grandi mostre famose (e che biglietti astronomici!) ma magari a cento metri c’è qualcosa di bellissimo e nessuno se ne accorge. I film più interessanti spariscono dopo pochi giorni, mentre tutti affollano il cinepanettone o il tecnocolossal. Dovremmo fare come la famiglia A, che nel week end spesso si dedica a una divertente caccia al tesoro culturale in qualche cittadina di provincia. Per fare tutti come loro, il primo passo è smetterla con l’idea che la cultura sia noiosa. La cultura siamo noi, è la nostra anima, il nostro piacere, la nostra bellezza; quindi per carità non inculchiamo ai nostri figli la pigrizia intellettuale, che è anche pigrizia sentimentale e anestesia estetica: gli rovineremmo l’esistenza. Alcune decine di visitatori in più al giorno possono decidere se alcune migliaia di iniziative vivranno o moriranno; voi che leggete questo articolo siete circa 360.000: includendo le vostre famiglie siete parecchi. Se almeno una volta al mese ciascuno farà questa “caccia al tesoro culturale” potremo cambiare non poco la nostra malconcia situazione. Voterete?

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Salumi Biologici Italiani

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cuorebio magazine

speciale Bio Hotels

vacanze di benessere con i Bio Hotels Nella frenesia della vita moderna è sempre più difficile dare ascolto ai nostri reali bisogni: lo stress, la confusione e il frastuono di città caotiche e alienanti, uniti alle mille incombenze quotidiane, ci portano a perdere di vista la cura del benessere del corpo, ma anche dell’anima. Siamo sempre connessi con il mondo che ci circonda, non stacchiamo mai, facciamo poca attività fisica, mangiamo in maniera scorretta e non diamo ascolto ai segnali che il nostro corpo ci dà. Rallentare diventa allora la parola magica per tornare a prenderci cura di noi, del nostro corpo e della nostra anima, consapevoli che solo attraverso l’equilibrio di entrambi possiamo raggiungere un reale benessere. La vacanza diventa così il momento giusto per prenderci finalmente cura di noi. Per questo che i Bio Hotels sono

sempre più ricercati: sarà per l’alimentazione biologica, l’attenzione a cosa mangiamo, sarà per lo sport, la natura o il benessere del corpo. Tutti questi fattori “bio” stanno diventando sempre più importanti per lo stile di vita moderno e i Bio Hotels coniugano alla perfezione alcune tematiche attualissime: wellness, gastronomia, natura, sport e movimento, vacanze e cultura. Molti alberghi dell’associazione, sempre attenti e decisi ad andare incontro alle esigenze dei clienti, si sono rinnovati e dotati di un centro benessere, o una spa o ancora di una beauty farm. La loro offerta risponde alla crescente domanda di relax e distensione, soprattutto in vacanza, magari abbandonandosi a qualche trattamento benessere. La linea di cosmesi dei Bio Hotels “mila mii” con il

profumo di fiori di campo estende e completa l’offerta. Questi hotel sono il frutto dell’impegno di albergatori ecologicamente consapevoli, che della sostenibilità ambientale hanno fatto una delle loro principali caratteristiche: qui la natura è di casa, che si tratti dell’hotel “bio” a quattro stelle, della fattoria biologica o della pensione per vegani. Molto più di un decennio è passato da quando i primi bio albergatori si sono riuniti per off rire vacanze all’ insegna del biologico. Ora i Bio Hotels sono l’associazione più grande di alberghi, agriturismi e altre realtà biologiche certificate. Riunisce infatti quasi 100 strutture, distribuite in diversi Paesi europei, per soddisfare ogni esigenza, in estate, in inverno o nei weekend, anche fuori stagione; in Italia, Austria, Germania, Francia, Svizzera, Grecia, Spagna e Slovenia. Si tratta di hotel tra loro molto diversi, così come sono diverse le persone che li gestiscono, le regioni in cui si trovano e gli ospiti che ciascun hotel è in grado di entusiasmare. Tutte le strutture che fanno parte dell’associazione sono state attentamente valutate da istituti di certificazione, per verificare che rispondessero agli standard. Le cucine dei Bio Hotels off rono esclusivamente prodotti regionali, stagionali e al 100% biologici, molti dei quali vengono coltivati direttamente negli orti dei Bio Hotels oppure provengono da aziende agricole biologiche nei loro dintorni. Arte culinaria e qualità biologica si sposano insieme dando vita a ricette preparate con cura, che vi faranno fare un vero e proprio viaggio dei sensi. Visitate il sito www.biohotels.info e approfittate delle tante proposte che vi permetteranno di scegliere la vacanza più adatta alle vostre esigenze. Sia che si tratti di soggiorni brevi o lunghi, in ogni albergo ci si prenderà cura di voi con programmi su misura. Proposte speciali per ogni momento dell’anno, per trascorrere del tempo prezioso da soli, in famiglia, in coppia o per divertirsi con un gruppo di amici. Luoghi dove immergersi nella natura, purificarsi e rigenerarsi, senza pesare sull’ambiente, aiutando un’economia pulita. Divertimento, cultura, benessere, relax, sapori autentici… ottimi motivi per scegliere i Bio Hotels!

PER INFORMAZIONI www.biohotels.info cuorebio magazine

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l’angolo dei più piccoli a destra la casa alta che ospita il ristorante e la reception; qui sotto Jacopo Fo

turismo sostenibile

Alcatraz: il paradiso bio dei comici È primavera e nell’aria si sente già profumo di vacanza. Cercate una proposta diversa? In questo numero abbiamo dato la parola a Jacopo Fo che ci racconta la sua Alcatraz. La Libera Università di Alcatraz è innanzitutto un luogo in mezzo alla natura selvaggia dove si sta bene. Ti senti a casa e nessuno ti impone niente. E puoi scegliere dal buffet tra cibi diversi adatti a tutti i tipi dieta e servirti a volontà. Da 32 anni Alcatraz è un ristorante bio che anche grazie all’estro di Angela Labellarte e alla qualità dei prodotti, è citato dalle guide dello Slow Food. Ma probabilmente la cosa migliore che abbiamo realizzato in questi anni è far incontrare tra loro persone interessanti che amano le buone maniere e mangiare seduti a una grande tavolata. Siamo convinti che un’atmosfera rilassante e conviviale sia quel che ci vuole per 26

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rendere effervescente la fantasia. Ci sono 25 camere con bagno, 2 sale, una piscina coperta a 34 gradi e una scoperta, 4 milioni e mezzo di metri quadrati di boschi e oliveti dove pascolano 9 cavalli dotati di uno spaventoso quoziente intellettuale (cavalli montanari da lavoro, bassi e grassi). C’è una scuola di Naturopatia Complementare, che permette di imparare alcune tecniche elementari, scientificamente riconosciute, ma poco utilizzate negli ospedali… Un lavoro che portiamo avanti da vent’anni. Tra l’altro abbiamo ospitato due grandi convegni con Patch Adams, Miloud e 300 clown dottori. Ma Alcatraz è anche un luogo dove cantanti, attori, scrittori e disegnatori si incontrano e realizzano spettacoli. E siamo anche un assembramento di esseri umani che si occupa di solidarietà: con la Onlus Un Nobel per i Disabili, organizziamo

corsi di formazione professionale gratuiti per persone in difficoltà economiche. Tu dirai: ma quanta roba fate! Ma non ho ancora finito. Da 4 anni produciamo più energia e biomasse di quel che ci serve. Dopo 18 mesi di sperimentazione nel riscaldamento della piscina stiamo iniziando a riscaldare una casa con il calore prodotto dalla fermentazione del legno. Caldo dai batteri! E stiamo costruendo un ecovillaggio con case in autocostruzione e appartamenti chiavi in mano in classe A+. Comunque, se vuoi venire ad Alcatraz solo per oziare sul bordo piscina va benissimo. E ti rispettiamo: siamo convinti che l’ozio sia un’attività indispensabile. E puoi collaborare con noi anche via web. Si sono formati gruppi di lavoro che si occupano di solidarietà, ecotecnologie e ricerche storiche. Abbiamo appena concluso un lavoro sulla storia dei Seminole, gli indiani d’America che non si arresero mai. Con, tra gli altri, Franca Rame, Dario Fo, Paolo Rossi, i Sud Sound System, la Bandabardò, I Modena City Ramblers, Toni Esposito: uno spettacolo e un libro usciranno fra qualche mese. Altre info su www.alcatraz.it o su Cacao (www.cacaoonline.it) il Quotidiano delle Buone Notizie che da 14 anni esce ogni giorno, gratuitamente.

PER INFORMAZIONI: Libera Università di Alcatraz Loc. Santa Cristina 53 06020 Gubbio (PG) www.alcatraz.it

muffin al doppio cioccolato

Con la fine del freddo invernale, l’arrivo della bella stagione mette sempre di buon umore e regala quello sprint in più che ci porta ancora più volentieri a mettere le mani in pasta, coinvolgendo i nostri piccoli cuochi di casa. Ecco una ricetta semplice quanto golosa, con ingredienti biologici, senza uova né latticini, per soddisfare le esigenze di tutti. Ma, soprattutto, il divertimento è assicurato e il palato è ben appagato senza che la cucina diventi un disastro, per la gioia delle mamme!

Ingredienti per 12 muffin: • 2 vasetti (da usare come misurino; 1 vasetto = ca 100g) di bevanda di miglio • 1 vasetto di olio di semi di girasole spremuto a freddo • 1-2 vasetti di zucchero di canna integrale • 3 vasetti di farina di grano tenero 00 • 1 vasetto di cacao amaro • 2 cucchiai di gocce di cioccolato • 1/2 bustina di lievito biologico per dolci • 1 pizzico di sale • palline di zucchero colorate a piacere

re a 180° per 20-25 minuti. A pochi minuti dalla fine della cottura verificare con uno stuzzicadenti che l’impasto risulti asciutto all’interno; a piacere, cospargere i muffin con le palline colorate. Mentre la cucina si riempie di quell’aroma goloso, ecco un’attività che proponiamo sempre nei laboratori di cucina per bambini “Tuttotorna” per rendere l’avventura ancora più speciale: prendete un foglio bianco formato A4 e piegatelo in due, in modo da formare un “libretto” di quattro facciate. Sulla prima di copertina fate scrivere ai vostri bimbi il loro nome, con un disegno da colorare che li rappresenti. L’unico limite è la loro fantasia! Sulla facciata interna di sinistra disegneranno e coloreranno i muffin al cioccolato con le decorazioni colorate, mentre sulla facciata interna destra – col vostro aiuto – potranno riportare la ricetta che avete appena preparato. Infine, sulla quarta di copertina (il retro), divertitevi a creare assieme una fiaba, una poesia, una canzone, un rap, qualsiasi forma di “letteratura culinaria” che riassuma l’esperienza vissuta. Vi assicuro che questo semplice gesto riempirà di importanza e di magia il vostro tempo condiviso. Buon lavoro! Muffin o cupcake? In questo periodo le cupcake vanno molto di moda e spesso si tende a far confusione con i “cugini” muffin. Entrambe sono ricette tipiche anglosassoni, ma il muffin viene consumato principalmente per colazione e ha una dimensione decisamente più grande (come una rosetta di pane); esiste anche la versione salata (buonissima quella con formaggio e spinaci). Le cupcake, oltre ad essere più piccole, vengono proposte nel pomeriggio come merenda col thè e sono caratterizzate dalla golosa decorazione cremosa che le fa sembrare delle deliziose torte in miniatura. Di Elena Cesaro www.tuttotorna.it

Procedimento Iniziare dagli ingredienti liquidi: amalgamare la bevanda vegetale con l’olio. Poi aggiungere lo zucchero, la farina con il lievito setacciato, il cacao e le gocce di cioccolato. Mescolare fino a raggiungere una consistenza cremosa; se l’impasto risulta troppo denso, aggiungere ancora un po’ di bevanda vegetale. Far riposare l’impasto per 20 minuti, poi mettere negli stampi per muffin e infornacuorebio magazine

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angolo delle buone pratiche

tutti in sella Volete andare al lavoro in bici ma non sapete da che parte iniziare? Volete innalzare la bicicletta a vostro principale mezzo di trasporto ma avete dei dubbi? In questo numero abbiamo dato la parola a un’appassionata di due ruote che di questa passione ha fatto un lavoro. Per off rirvi proposte e consigli. Per prima cosa, se siete amanti delle due ruote, vi consiglio di avere due biciclette: quella da città o city bike, per l’uso quotidiano, e quella da cicloturismo, detta anche bici da trekking, per i viaggi ma anche per l’escursione giornaliera fuori porta. Ho 28

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imparato che una bici troppo bella viene subito presa di mira dai ladri e sparisce in poco tempo, quindi per l’uso di tutti i giorni io ho una bici un po’ “scassona”, che va bene allo scopo. Nella storia di ogni ciclista urbano c’è una lista più o meno lunga di bici di cui è stato derubato, ma non disperate, si può mettere in atto qualche strategia. In primo luogo, avere una bici poco appariscente e poi dotarsi di una catena grossa e di un lucchetto serio, difficili da tagliare: pesano ma sono necessari. In caso di furto è un dovere civile fare la denuncia ed è indispensabile perché il fenomeno venga preso

in considerazione. Fate preventivamente un paio di foto alla vostra bici e scrivetevi il numero del telaio (per individuarlo, fatevi aiutare dal vostro negoziante di fiducia): saranno info utili per la descrizione del mezzo, nel malaugurato caso dovesse succedere. Lasciata la questione della tutela dal furto, pensiamo a come conservare al meglio la nostra bicicletta: alcuni piccoli accorgimenti ne facilitano l’utilizzo e la durata. Il primo è tenere le gomme sempre gonfie: con la ruota sgonfia si fa più fatica a pedalare ed è più facile bucare. Il secondo è quello di far fare un controllo generale dal meccanico una o due volte l’anno. Questo serve per mantenere efficiente la bici e quindi per la nostra sicurezza. Le operazioni principali sono lubrificare la catena, così la bici scorre meglio e dura di più, e controllare i freni. I pattini freno consumati vanno sostituiti altrimenti non si frena. Con l’occasione è meglio pulire i cerchioni per evitare quel rumore stridulo e fastidioso che spaventa i pedoni. Queste sono operazioni semplici che si possono imparare con facilità e fare anche da soli, se si ha voglia e tempo. L’altra questione molto importante per la nostra tutela, soprattutto in inverno, quando viene buio presto, è avere un apparato di illuminazione funzionante e ad alta visibilità. Indispensabili i fanali anteriori e posteriori ma, per farsi vedere di notte, è opportuno esagerare con gli accorgimenti: giubbini color fluor con fasce rifrangenti, caschi con lucette, raggi ricoperti con strisce di catarifrangenti e così via. Ultimo consiglio, per ogni evenienza, è quello di stipulare un’assicurazione per la responsabilità civile che ci tuteli in caso di danni o di incidenti quando siamo in torto. In genere le assicurazioni per la casa e la famiglia tutelano i danni provocati dall’uso della bicicletta ma vi consiglio l’iscrizione alla Fiab (www.fiab-onlus.it) la Federazione Italiana Amici della Bicicletta, che da decenni promuove l’uso della bici in ambito urbano, la mobilità sostenibile e il cicloturismo. La Fiab ha stipulato per tutti i soci una assicurazione RC del ciclista, valida nelle 24 ore e in tutta Europa. Con l’iscrizione, oltre ad usufruire di questo servizio, si sostiene la sua azione politica di pressione sulle amministrazioni locali e nazionali.

attualità Andrea Raspa e Marco Falcucci con alcuni prodotti della Fattoria Di Vaira; i paesaggi della fattoria

il profumo della terra Per Andrea e Marco, che alla Fattoria Di Vaira si occupano degli ortaggi, il lavoro nei campi è fatica, ma anche dedizione, che si nutre della gioia di coltivare verdure sane e buone, e di quel profumo di finocchio che sale dai filari…

Siete pronti per pedalare? Di Simonetta Bettio

PER INFORMAZIONI: simonetta@simonettabiketours.it www.simonettabiketours.it

Il lavoro nei campi, alla Fattoria Di Vaira, è regolato dai ritmi e dai tempi della terra. In marzo e aprile, mesi nei quali la natura tutta si risveglia con il primo intiepidirsi delle giornate, l’attività è intensa sin dalla prima mattina. Andrea Raspa e Marco Falcucci, giovanissimi (Andrea ha 24 anni, Marco 23), si

occupano degli ortaggi, preparando i terreni e prendendosi cura delle piantine - dal trapianto alle irrigazioni, dai trattamenti con i preparati biodinamici fino alla raccolta (si occupano anche dei seminativi). Raccontare la loro giornata significa capire da vicino cosa significa produrre ortaggi biodinamici. Attorno alla loro produzione ruota, infatti, la maggior parte delle attività agricole della fattoria. Qui a Petacciato l’orticoltura è favorita dalla tipologia dei suoli (molto ricchi di sostanza organica), dalla vicinanza del mare, dalla prossimità delle altre colture e dalla protezione offerta da siepi e alberature. La fattoria sta investendo molte risorse per

sviluppare questa potenzialità, garantendo buone rese e qualità. Le produzioni estive, come pomodoro, peperone, zucchine, melone, anguria e melanzane, occupano ogni anno circa 20 ettari. Le concimazioni vengono effettuate esclusivamente tramite letame compostato secondo il metodo biodinamico e attraverso l’interramento di sovesci misti. Anche la difesa da patogeni e insetti segue i principi della biodinamica, ma per fortuna non c’è molto bisogno di interventi, in quanto è lo stesso sistema agricolo equilibrato a svolgere un controllo efficace. Andrea ama il suo lavoro: “Non lo faccio spinto dal bisogno economico, ma dal piacere di farlo. Senz’ altro l’aspetto che mi piace più di tutto è operare con i mezzi agricoli e poter vedere giorno dopo giorno i risultati del mio impegno. Ho sempre svolto questo lavoro anche da giovane, magari in estate come lavoro stagionale, avendo la mia famiglia una piccola azienda. Quando sono arrivato alla Di Vaira avevo già quindi un piccolo bagaglio di esperienza ed ero ben deciso a fare questo lavoro nella mia vita”. Marco Falcucci, invece, prima di lavorare alla Fattoria ha fatto il carpentiere, ma ha sempre desiderato fare l’agricoltore: “Non potrei mai lavorare al chiuso, magari in una fabbrica; mi dà una bella sensazione lavocuorebio magazine

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Ci sono attività che non fate tutti i giorni ma solo periodicamente? “Tutti i lavori che svolgiamo sono ciclici e si ripetono con le stagioni, ma alternandosi e variando. La fienagione, per esempio, è un’attività tipicamente primaverile e, va sottolineato, fondamentale, perché da essa dipende la nutrizione delle vacche e delle capre della fattoria, che ci danno non solo il latte, ma anche il letame per fertilizzare i terreni”. Quali sono i lavori più delicati da svolgere? “Tutti i lavori che facciamo richiedono molta attenzione. Difficile isolarne alcuni in particolare: sia l’irrigazione che la preparazione dei terreni che la raccolta degli ortaggi

sono attività importanti, che richiedono cure costanti. Il primo aspetto a cui bisogna fare attenzione è l’irrigazione. Nel caso di questa particolare azienda, molto importante è anche la prevenzione degli attacchi di possibili malattie e degli insetti”. Ecco, insetti, malattie, intemperie: cosa temete di più? “Temiamo tanto tutte e tre le cose, sono le variabili cui siamo sempre sottoposti. A volte, per quanto si cerchi di fare, ci si sente impotenti. Per preservare la salute delle piante lavoriamo su quella del terreno prima di ogni altra cosa, aspetto questo che è il cardine della biodinamica”. Cosa significa quindi per voi produrre biodinamico? Conoscevate prima questa tecnica? No, non l’avevamo mai conosciuta né sperimentata, ma ora che ci lavoriamo la troviamo interessante e molto soddisfacente, perché è davvero bello sapere che ciò che coltivi è sano e buono. Oggi, per esempio, ci è capitato di passare in campo e sentirci inebriati dal profumo dei finocchi. È incredibile, questo capita solo in aziende come questa, nella quale si fa tanta attenzione alla salute della terra, cosicché possano nascere frutti sani e buoni”.

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BIOMEISTER

Bontà dell’ Alto Adige

Che rapporto sentite di avere con la terra e con il vostro lavoro? Vi piace? Richiede molti sacrifici? “Si, certo, è un lavoro che richiede molti sacrifici, anche solo per il fatto che si è sempre esposti agli agenti atmosferici e forse proprio per questo per poterlo fare bene bisogna amarlo davvero. Ma non lo cambieremmo. Anche se i lavori agricoli, in generale, richiedono un grande impegno e tanta fatica, mai ricompensata a sufficienza. Questo a volte pesa, anche per noi che siamo giovani e iniziamo ora la nostra vita autonoma. Per il resto, siamo davvero contenti di quello che facciamo”. Qual è il rapporto con le persone che si occupano di altre attività della Fattoria? Ottimo, anche se con alcuni ci sono poche occasioni di scambio e di incontro, essendo l’azienda piuttosto grande ed essendo in molti a lavorarci. Siamo sempre tutti presi dalle nostre attività. Quello che ci piacerebbe avere e che auspichiamo per il futuro sono occasioni di incontro con colleghi che lavorando in aziende simili, in modo da poterci scambiare informazioni e consigli, per confrontarci e imparare cose nuove”.

Niederl Robert & Co. KG - 39023 Lasa (BZ) - www.biomeister.it

rare in campagna, a contatto diretto con la natura, mi sento rilassato e mi trovo benissimo anche con i miei compagni di lavoro”. “La nostra giornata – raccontano insieme – inizia presto: alle sette siamo già in campo per preparare i terreni e per trapiantare le piantine degli ortaggi estivi. La giornata si svolge proseguendo questi lavori fino alle quattro e mezza o cinque di pomeriggio. Se, però, stiamo preparando i terreni, si può fare anche un po’ più tardi: i lavori iniziati non si possono lasciare a metà”.

notizie dal mondo bio LA SPIGA

ALCE NERO

tortelloni alle noci e gorgonzola DOP

linea Baby

Noci e gorgonzola creano una delicata armonia di sapori che caratterizza il ripieno di questi tortelloni, ideali per portare in tavola un gustoso primo piatto. Si preparano in pochi minuti e il loro gusto può essere esaltato anche da un condimento semplice.

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BIOVOGLIA

provolone porzionato SOJADE Il provolone è un formaggio a pasta filata che sembra abbia avuto origine nel Mezzogiorno d’Italia durante il XVII secolo. BioVoglia lo propone nella versione delattosata (lattosio <0,1%) e senza caglio animale, nel pratico formato già porzionato.

dessert di soia pesca e fiori di sambuco Squisito e fondente al palato, questo cremoso dessert di soia è arricchito con deliziosi pezzetti di frutta e abbina il sapore classico della pesca alle note delicate dei fiori di sambuco. Viene proposto nel pratico formato famiglia da 400g.

OLEIFICIO GABRO

olio extravergine d’oliva

Paarl dell’ Alto Adige, Schüttelbrot e Mini-Schüttelbrot Specialità tipiche dell’ Alto Adige.

Nasce la Linea Baby per bambini, da 0 a 3 anni: italiana, biologica e prodotta con frutta, verdure e cereali coltivati dagli agricoltori Alce Nero nei terreni più vocati. Per tutti i prodotti, ogni mamma può conoscere le materie prime, la provenienza, le colture e i metodi di lavorazione.

La pratica “bag in box” da 3 lt permette di conservare l’olio in casa e di spillarlo solo quando serve. La confezione facilita il trasporto e il travaso: l’involucro è in cartone, leggero e totalmente riciclabile, mentre il contenitore interno è a tenuta con valvole antigoccia.

novità

farina di cocco Ottenuta dalla fine macinazione della polpa della noce di cocco, questa deliziosa farina, naturalmente dolce e fonte di fibre, è ideale nella preparazione di muffin, torte e dolci in genere, ma viene anche utilizzata come addensante in tante ricette della cucina etnica.

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l’angolo del giardino

oggi leggiamo... Erbe di campagna

è primavera: coloriamo i balconi

Guida alla bioedilizia e all’arredamento ecologico

I germogli in cucina

Calendario delle semine 2014

FABIO FIORAVANTI

GABRIELE BINDI

R.MANTELLINI - D. BAVICCHI

MARIA THUN

Fondazione Le Madri

Terra Nuova Edizioni

Tecniche Nuove

Editrice antroposofica

Un libro che invita a considerare la vegetazione spontanea, le cui dinamiche dipendono spesso dall’uomo, come il prolungamento del suolo. Le erbe infestanti sono da sempre un problema per i coltivatori: è necessario tenerle sotto controllo. Ma si tratta di controllo, e non di lotta: queste erbe, infatti, possono diventare un alleato per l’agricoltore che sappia coglierne i lati positivi.

Una guida completa utile per reperire materiali naturali e privi di sostanze tossiche, per conoscere meglio le tecnologie per il risparmio energetico, le energie rinnovabili, gli impianti e le soluzioni di arredo. Ogni sezione è introdotta da articoli di approfondimento con schede per orientarsi anche nel caso di interventi di risanamento e di riqualificazione energetica delle abitazioni.

I germogli di cereali, legumi e molti altri semi rappresentano il momento più energetico della pianta e sono una fonte preziosa di vitamine, sali minerali e sostanze vitali. Questo libro spiega come scegliere i semi, ottenere i germogli, cosa contengono, specie per specie. Ma suggerisce anche come utilizzarli in gustose ricette e come abbinarli, nel germogliatore e nel piatto.

Questo calendario propone i consigli che rappresentano l’applicazione pratica di alcune delle indicazioni fornite dall’agricoltura biodinamica, circa le operazioni di taglio, rinvaso e concimazione, che danno migliori risultati se effettuate nei giorni che il calendario indica. Una preziosa raccolta di informazioni per seminare, trapiantare e lavorare la terra sulla base dell’influsso delle costellazioni.

Negli ultimi anni il fenomeno del giardinaggio urbano, conosciuto anche con il nome “Urban farming” o “Urban gardening”, sta riscuotendo sempre più popolarità tra tutti coloro che hanno a disposizione una superficie limitata. Alcune piante, infatti, possono trasformare un balcone in un’oasi verde. I vasi possono arricchirlo e possono completare un giardino. Seminate fiori, piante aromatiche e verdure nei vostri vasi e fioriere: i loro colori e aromi non stregheranno solo i pollici verdi, ma anche i buongustai, senza dimenticare i diversi insetti. La coltivazione in vaso Rispetto alla coltivazione outdoor, la coltivazione in vaso

presenta alcune peculiarità. La scelta dei contenitori, l’irrigazione e la fertilizzazione del terreno in cui crescono le piante richiedono particolare attenzione. Al contrario, per quanto riguarda la protezione delle piante o le associazioni colturali, le esperienze fatte in giardino saranno simili a quelle sul balcone. Relativamente alla posizione va sottolineato che temperature troppo elevate hanno effetti negativi sulle piante. Come scegliere il vaso? È preferibile evitare vasi troppo piccoli o senza scolo per l’acqua. La scelta dei materiale dipende sia dai gusti personali che dal tipo di utilizzo: i vasi devono essere trasportati? Devono resistere all’inverno o essere partico-

larmente stabili? Le alternative vanno dal calcestruzzo all’argilla, passando per il legno, il metallo o la plastica. Per quanto riguarda la forma, l’assortimento è ugualmente molto vario: si possono trovare vasi, botti, fioriere, cassette, borse o cestini sospesi. Se avete a disposizione un po’ più di spazio, una vaschetta da orto off re moltissime possibilità per esprimere la vostra creatività! La scelta delle colture dipende principalmente dalle dimensioni dei contenitori: è possibile coltivare girasoli, patate, piselli, fagioli e mais in grandi vasi, a patto di fornire loro le cure necessarie (irrigazione, fertilizzazione). L’importanza della terra Utilizzate substrati di alta qua-

lità: terriccio bio e fertilizzanti organici. Per le colture esigenti in termini di nutrienti, mescolate al terriccio del compost, dello stallatico maturo o del concime ad azione lenta. Essendo i volumi limitati può essere a volte necessario applicare del fertilizzante, utilizzando quelli bio disponibili in commercio o del compost prodotto in casa. La terra va mantenuta umida per limitare la perdita dei nutrienti. Nella stagione calda è preferibile innaffiare due volte al giorno, piuttosto che applicare una sola volta una gran quantità di acqua. Infine, evitare sia gli allagamenti che le irrigazioni intorno a mezzogiorno. Di Elvira Eberhard

naturalmente biologico Bustaffa Emilio & Figli Spa

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Piazzale Giacobbe Bustaffa, 1

I-46031 Bagnolo San Vito (Mn)

Tel. 0376.25001

www.bustaffa.it

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vivere ad impatto quasi zero

Valore Alimentare

car sharing a cura di verdementaverde

Ormai più di un anno fa, sempre in questa rubrica, vi avevo parlato di “No Impact Man”, il video racconto di una famiglia newyorchese che per un anno aveva deciso di vivere a “impatto zero” per ridurre al minimo il proprio inquinamento. Avevo visto il documentario durante un corso per ecologisti e ve ne avevo parlato proprio su queste pagine perché ne ero rimasta profondamente colpita. Durante questi primi mesi dell’anno, in tempo di bilanci, mi sono trovata a riflettere sul mio comportamento nei confronti dell’ambiente, su cosa ho fatto (sempre troppo poco) e cosa resta invece ancora da fare (molto). Sì, perché se raggiungere un impatto zero sembra un’impresa titanica, è vero anche che non bisogna arrendersi all’impulso di dire: “O tutto o niente! Non posso

raggiungere l’impatto zero? Allora rinuncio in partenza!”. Di fronte all’enormità della questione, può accadere che, in preda allo sconforto, ci si domandi: ma i miei piccoli (e forse insignificanti) gesti quotidiani possono davvero fare la differenza? Dopo lunghe riflessioni mi sono risposta che sì, tutti noi, mettendo in atto tanti piccoli accorgimenti, possiamo contribuire alla realizzazione di grandi risultati. Magari non raggiungeremo l’impatto zero, ma un effetto 2 o un effetto 1 è già un buon risultato. Potremmo iniziare, ad esempio, sostituendo l’auto con altri mezzi di trasporto come il bus o la bicicletta. O, se proprio non possiamo fare a meno dell’auto, ricorrendo al car sharing o al car pooling.

appuntamenti Il 13 marzo a Milano un incontro sulle allergie e sulle intolleranze alimentari:

“Sempre più allergici e intolleranti agli alimenti. Perché? I consigli, le diete e il cibo di qualità” Giovedì 13 marzo 2014 a Milano presso Palazzo Giureconsulti (Piazza dei Mercanti 2) dalle ore 18.00 si terrà l’incontro aperto a tutti “Sempre più allergici e intolleranti agli alimenti. Perché? I consigli, le diete e il cibo di qualità”. Un incontro aperto a tutti, un’utile opportunità per trovare risposte a numerosi dubbi. Il Prof. Matteo Giannattasio, medico e agronomo, approfondirà le tematiche principali e di attualità che toccano questo settore: la distinzione tra allergia, intolleranza e celiachia; le cause di queste reazioni; quali sono i test diagnostici più attendibili; come prevenire allergie e intolleranze alimentari; il latte; bambini e allergie; il ruolo degli alimenti bio; la dieta più appropriata nei casi di allergie e intolleranze. Durante l’incontro verrà presentato il volume “Allergie e intolleranze alimentari. I consigli, le diete e il cibo di qualità” secondo dei quaderni di Valore Alimentare, disponibile nei negozi Cuorebio. Per informazioni e iscrizioni: valorealimentare.it/marzo2014

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Il car sharing Tradotto car sharing significa pressappoco condivisione dell’auto. È una pratica che permette di noleggiare un’auto solo in base alle proprie reali necessità. Questo consente di risparmiare sul costo d’acquisto e anche sui costi legati alla manutenzione e all’assicurazione di un’auto. In pratica, si paga solamente per il suo uso effettivo. Il costo del noleggio è comprensivo anche del carburante: l’utente dovrà fare rifornimento con una carta in dotazione alle auto. Nascita e diff usione Nato a Milano nel 2011, in occasione della giornata senz’auto che si tiene il 22 settembre, su iniziativa di Legambiente, in principio era un’iniziativa di nicchia che aveva a disposizione pochi mezzi e poteva contare su pochi soci aderenti. Chissà se i suoi promotori avrebbero mai immaginato che nel giro di qualche anno questa pratica si sarebbe diff usa non solo a Milano, ma anche in molte altre città, grazie anche al sostegno del Ministero dell’Ambiente e di diversi comuni italiani. Stando ai dati di Legambiente, attualmente il servizio di car sharing di Milano ha più di 45.000 abbonati e conta oltre 130 auto distribuite in più di 70 parcheggi tra Milano e provincia. Viene inoltre stimato che il 47% di coloro che usufruiscono di questo servizio vende la seconda auto, mentre il 12% rinuncia addirittura all’acquisto della prima. Il car pooling Se non abbiamo a disposizione un servizio di car sharing e vogliamo comunque fare a meno dell’auto, possiamo organizzarci con amici e colleghi ricorrendo così al car pooling. Questo termine è diventato popolare durante le giornate ecologiche quando per poter viaggiare in auto è necessario essere in più di 3 persone per poter circo-

lare liberamente. In realtà, è una buona pratica che facilmente possiamo mettere in atto anche tutti i giorni, ad esempio per andare al lavoro, tra persone che devono fare lo stesso percorso. Provate a farci caso: quante a volte il mattino, in colonna nel traffico, ci accorgiamo di essere soli in auto e che, come noi, sono sole molte altre persone? Con il car pooling possiamo usare una sola auto, contribuendo così a ridurre le auto in circolazione, a beneficio dell’ambiente, ma anche del traffico. Magari si può fare a turno, utilizzando una volta l’auto dell’uno e una volta quella dell’altro, per ammortizzare i costi. Fare il tragitto insieme, inoltre, è molto più divertente. L’esperimento Ho deciso di tentare. Ho sondato il terreno con i miei colleghi e ho scoperto che molti altri, da tempo, avevano avuto questa idea, ma che non avevano osato metterla in pratica, temendo reazioni del tipo “Vuoi mettere la comodità di andare ognuno con la propria auto?”. In realtà, dopo aver apposto una locandina in bacheca e chiedendo a chi fosse interessato di aggiungere il suo nome, i risultati ci hanno sorpresi: in molti non aspettavano altro che un’iniziativa del genere! Bisogna avere il coraggio di osare, soprattutto se in gioco c’è la salute del nostro pianeta. E così, un lunedì mattina come tanti, eccoci tutti e 4 puntuali al luogo di ritrovo stabilito, con una bella pila di cd pronti ad allietare il viaggio… peccato che siano solo pochi minuti. Bè, e se la prossima volta facessimo addirittura un bel Piedibus per adulti visto che ormai la bella stagione è alle porte?

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