Cuorebio Magazine | Marzo 2015

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MARZO/APRILE 2015 il valore della qualità

etichette: nuove regole

cuorebio magazine

Le Terre di Ecor

fertili campagne del sud

attività naturali

il miele biologico: per il benessere delle api l’angolo del giardino

l’orto fai da te


sommario 3

editoriale

passato, presente e futuro 4

Le Terre di Ecor

fertili campagne del sud 7 9

la qualità risponde dall’orto con amore

il finocchio 10 azienda del mese

il gusto vegetale di Isola Bio 12 il lunario di cuorebio

14 storie del mondo bio

Rosalia, donna coraggiosa 16 oggi in cucina

torta di Pasqua 18 speciale

il nostro punto di vista sul biologico 21 l’angolo del giardino

l’orto fai da te 22 salute e benessere

prendiamoci cura della nostra bellezza

25 il valore della qualità

29 l’angolo dei più piccoli

etichette: nuove regole

leprotto in pannolenci

26 il gesto quotidiano

non mangiare i semi di mela! 27 attività naturali

il miele biologico: per il benessere delle api 28 turismo alternativo

Que viva Cuba

30 l’angolo delle buone pratiche

un giorno da vegetariani 31 notizie dalla Fattoria Di Vaira

il rispetto degli animali 34 oggi leggiamo...

cuorebio magazine Pubblicazione gratuita per i clienti Cuorebio www.negozicuorebio.it Art Direction: www.metalli-lindberg.com Impaginazione: Ecocomunicazione.it Per il MAGAZINE utilizziamo inchiostri vegetali e carta Lenza Top Super riciclata 100% Stampa: Graficart Editore: EcorNaturaSì Spa via De Besi 20/c (VR) Direttore responsabile: Luigi Speri

editoriale

news

passato, presente e futuro

Cuorebio magazine si rinnova

Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Verona in data 27/02/2014 n. 2011

Da maggio “Cuorebio magazine” si rinnova, arricchendosi di nuove pagine per dare spazio a tante interessanti rubriche e utili approfondimenti. Tra le novità: raddoppiamo lo spazio dedicato alle ricette, con una ricetta completamente vegan, introduciamo una nuova rubrica dedicata ai giovani che si occupano di biologico, riserviamo uno spazio ai nostri amici animali e uno all’autoproduzione. Ma continueremo anche a raccontarti le storie dei produttori e di altri protagonisti del biologico, a parlarti dei nostri progetti e a off rirti tanti piccoli consigli per una spesa consapevole.

Bio per Tutti

Ormai sono trascorsi quasi trent’anni da quando, anche in Italia, iniziarono a svilupparsi i movimenti per l’agricoltura biologica e biodinamica. Alcune persone, in modo pionieristico, riconobbero allora in questo impulso la possibilità di recuperare il rapporto tra l’uomo e la natura. Con questi ideali furono fondate le prime aziende agricole, organizzati i primi gruppi d’acquisto, divenuti ben presto negozi biologici e attività artigianali di trasformazione. L’obiettivo comune era sviluppare un’agricoltura rispettosa della natura, impegnata a mantenere la terra fertile e a garantire la produzione di cibo sano per l’uomo. Nel corso degli anni questi valori, che sembravano di pochi, sono stati condivisi e portati avanti da un numero sempre maggiore di persone, che si aggiungevano via via durante il cammino, dando vita a nuovi pensieri e a nuovi (o antichi) stili di vita. Inizialmente molte delle scelte alimentari innovative diff use da questo mondo di “biologici” non erano ben comprese o venivano addirittura criticate. In un periodo in cui si stava diffondendo la cultura dei fast food, un gruppo esiguo cominciava a parlare dell’importanza di una dieta mediterranea, prevalentemente vegetariana, a base di legumi e di prodotti integrali, derivati non solo dal grano, ma anche da altri cereali (orzo, farro, avena, segale, miglio…). Il tutto inserito in un con2

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testo in cui il miglio veniva indicato dai più come cibo per canarini e gli alimenti integrali perfetti solo per gli animali domestici (la famosa “pasta per cani”…). Poi, grazie anche alla perseveranza di negozianti e di un buon numero di consumatori che hanno creduto e ancora credono nel biologico anche come stile di vita complessivo, molte pratiche si sono diff use. È diventato “normale” mangiare vegetariano, macrobiotico, vegano, integrale, crudista, discorrere di cereali, tofu, seitan, di avocado e sedano rapa, partecipare a corsi di cucina alternativa, leggere riviste e libri che parlano di alimentazione e “dintorni”. Chi mangia biologico oggi possiede una tale ricchezza di informazioni e conoscenze da non rendersene conto. Basti pensare alla quotidiana contaminazione di ricette etniche, i cui ingredienti base sono da tempo sugli scaffali dei negozi bio: ormai la cucina è bio-global! Possiamo dire che, finalmente, si è compreso che questo tipo di alimentazione, attenta al benessere dell’uomo e della terra, non è del tutto nuova. Arriva dal nostro passato, quando la biodiversità agricola permetteva di trovare un’ampia scelta di buoni prodotti, come cereali e legumi ormai dimenticati, ma oggi riscoperti e ritrovati grazie al lavoro di molte aziende biologiche e biodinamiche. Lo staff di Cuorebio

Dal 1° febbraio 2015 al 31 gennaio 2016 scegli, nei negozi Cuorebio che aderiscono all’iniziativa, i prodotti del Bio per Tutti. Una nuova selezione di prodotti, che comprenderà anche l’ortofrutta, proposti a prezzo scontato. Tutto l’anno una scelta di qualità a prezzi vantaggiosi!

Fa’ la cosa giusta! Torna a Milano, dal 13 al 15 marzo 2015, la nuova edizione di Fa’ la cosa giusta!, fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. Giunta alla XII edizione, si svolgerà nei padiglioni 2 e 4 di Fieramilanocity, il quartiere fieristico di Milano. Info: falacosagiusta.terre.it

A Bologna un convegno dedicato ai cereali Sabato 14 e domenica 15 marzo a Bologna, presso la Scuola Steineriana “Maria Garagnani” in via Morazzo 4/4, si terrà un interessante incontro dedicato ai cereali, organizzato dall’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica. Dopo la parte teorica, che si terrà nella giornata di sabato, seguiranno domenica i laboratori pratici. Per ulteriori informazioni sull’iniziativa e sulle modalità di iscrizione, www.biodinamica.org cuorebio magazine

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in questa pagina, a sinistra Vincenzo Ranaldo, Paolo Natile e Carmelo Mansueto, sotto, da sinistra, Domenico Simmarano e il figlio Marco e a destra Vincenzo Natile; nella pagina seguente Vincenzo Ranaldo foto di Vincenzo Menichella per èQ studio

mia scelta del tutto naturale, fatta in autonomia grazie ai valori che mi ha trasmesso e che ho avuto la fortuna di poter respirare da sempre”. Quando gli chiediamo di spiegare il loro lavoro, Domenico risponde: “Il nostro mestiere ne racchiude tanti: conoscere il clima, il territorio, saperne un po’ d’idraulica, di meccanica, osservare attentamente le differenze della terra a seconda delle lavorazioni e del tempo, seguire il ritmo della Natura e mettersi in ascolto di tutto ciò che ci circonda per poter prevenire i problemi. È indispensabile ogni giorno per fare biologico, per non usare sostanze chimiche di sintesi come fertilizzanti, insetticidi, anticrittogamici e diserbanti”. Azienda agricola Simmarano Via San Francesco 34 Montescaglioso (MT) Basilicata

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consigli per la spesa

fertili campagne del sud

A partire da questo mese, per riuscire a parlarvi di tutti i produttori che fanno parte del progetto Le Terre di Ecor, abbiamo pensato di proporvi una suddivisione per collocazione geografica, sempre seguendo il ritmo della stagionalità dei prodotti da loro coltivati. In questo numero conosciamo dunque le storie di quattro agricoltori che con entusiasmo, ma anche con fatica, da anni hanno scelto di coltivare la terra con il metodo biologico, alcuni anche con quello biodinamico. Si tratta dell’azienda agricola Cosmobio (di Giovanna Fazzeni e Carmelo Mansueto), delle aziende agricole Simmarano e Ranaldo, che hanno partecipato anche all’iniziativa “Adotta una zolla”, e dell’azienda agricola Natile. Quattro realtà frutto di un amore per l’agricoltura che si tramanda di padre in figlio. Azienda agricola Simmarano Scendendo la nostra penisola, il primo agricoltore che incontriamo è Domenico Simmarano: la sua azienda si trova a Montescaglioso, tra Basilicata e Puglia, ai piedi delle colline che delimitano la valle

del Bradano; si estende per 12 ettari coltivati a biologico ormai da più di vent’anni. Domenico è un agricoltore di tradizione, che porta avanti il suo lavoro con dedizione e un grande coinvolgimento, recuperando lo spirito e i valori tramandati dal nonno, pur restando aperto alla modernità. Coltiva la sua terra determinato a produrre ortaggi buoni senza utilizzare sostanze chimiche di sintesi: produce circa 30 varietà, rispettando i cicli stagionali e, naturalmente, praticando la rotazione delle colture per aiutare la terra a mantenere la sua vitalità. “Da giovane ero un agricoltore convenzionale” ricorda Domenico “ma a un certo punto ho maturato la decisione di cambiare metodo, perché non volevo inquinare il mio corpo e l’ambiente attraverso ciò che producevo e vendevo”. Da qualche anno, al suo fianco, lavora anche il figlio Marco che condivide con il padre l’amore per la terra: “Sono cresciuto con il biologico” racconta “e mio padre, quando ho iniziato ad andare con lui nei campi, non me l’ha dovuto spiegare. Lo vivevo già da fin da bambino; infatti, finita la scuola, d’estate, era normale aiutarlo. Quando sono cresciuto non mi ha costretto a continuare, è stata una

Azienda agricola Natile Vincenzo Spostandoci più a sud, verso il mare, nel territorio di Marina di Ginosa, in Puglia, incontriamo l’azienda agricola Natile Vincenzo. Anche in questo caso si tratta di un’azienda famigliare, nata 20 anni fa grazie alla volontà di Giuseppe e Rosa che decisero di produrre uva da tavola e olive da olio utilizzando il metodo biologico. In seguito, la gestione dell’azienda è passata ai figli Paolo e Vincenzo che decidono di avvicinarsi ai metodi biodinamici, ai quali convertono definitivamente l’azienda, ottenendo il marchio Demeter nel 2010. Tra i loro obiettivi, rimane la volontà di migliorare qualitativamente le produzioni, consci anche della necessità di salvaguardare un territorio devastato dai pesticidi e dai fertilizzanti chimici di sintesi utilizzati nelle produzioni convenzionali. Mantenendo l’ottica del miglioramento continuo della qualità, nel tempo hanno ampliato la gamma delle produzioni, che ora comprende anche verdure, cereali, ortaggi e legumi. “Fare gli agricoltori al giorno d’oggi non è facile” racconta Paolo “perché i problemi con cui noi ogni giorno andiamo a combattere sono parecchi: sono problemi del territorio, burocratici, commerciali. Però noi cerchiamo di tener duro e andare avanti, preservando questa realtà che è sempre più difficile mantenere. A causa dell’incertezza del reddito, alcuni agricoltori hanno la tentazione di vendere l’azienda e abbandonare la terra, mentre noi vorremmo invece valorizzarla: è per questo che cerchiamo di recuperare il meglio dalle nostre terre. Il nostro territorio è vocato all’agricoltura, vuoi per il clima, vuoi per i terreni: chiamano questa zona la California del Sud perché possiamo produrre praticamente tutto. cuorebio magazine

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Azienda agricola Natile Vincenzo C/da Lama di Pozzo Ginosa (TA) Puglia Azienda agricola Ranaldo Vincenzo Restando sempre in Puglia, a pochi chilometri da Ginosa, incontriamo la sede dell’azienda agricola di Vincenzo Ranaldo che l’ha ereditata dal padre assieme alla passione per l’agricoltura. Vincenzo può vantare una lunga tradizione agricola che l’ha portato a passare dal metodo convenzionale a quello biologico fino alla scoperta della biodinamica. Vincenzo racconta: “Facendo biologico e non usando la chimica, è tutto diverso per noi che coltiviamo. Sono impegnative sia la produzione che la vendita: per riuscire, bisogna metterci passione. Senza chimica la quantità della produzione è inferiore; i lavori, come le sarchiature e le zappature richiedono molto tempo: il biologico è così, sostituiamo i diserbanti con olio di gomito tutto naturale. Ma poi tutto ha un’altra qualità e un altro sapore, respiriamo aria pulita e mangiamo genuino”. È una scelta precisa, frutto del desiderio altrettanto chiaro di salvaguardare la salute dell’uomo e dei suoi figli, il bene più prezioso che abbiamo. Azienda agricola Ranaldo Vincenzo Via D. Portararo 37 Ginosa (TA) Puglia Azienda agricola Cosmo Bio Ancora in Puglia, spostandoci verso est, arriviamo a Palagianello, Terra delle Gravine, dove ha sede l’azienda agricola Cosmo Bio di Giovanna Fazzeni e Carmelo Mansueto. Marito e moglie lavorano tutti i giorni i campi insieme ad alcuni collaboratori: “È una fortuna poter lavorare con Giovanna, altrimenti non la vedrei mai” racconta sorridendo Carmelo. “Il mattino iniziamo a lavorare appena c’è luce e continuiamo fino alle 13.30, quando i collaboratori vanno via. Quindi andiamo a casa a mangiare qualcosa di veloce, oppure ci portiamo un panino in campagna e poi ricominciamo. Cerchiamo di tenerci libero il pomeriggio della domenica, da dedicare alla famiglia”. In questa zona il clima è mite, favorevole alla coltivazione di agrumi, frutta e ortaggi. Da sempre ispirata ai principi di un’agricoltura sostenibile, questa azienda ha alle spalle una storia lunga più di 70 anni: fondata nel lontano 1940, si tramanda di generazione in generazione ed è passata prima al metodo biologico e poi, 6

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6 anni fa, alla biodinamica. Carmelo racconta così il loro percorso: “Abbiamo iniziato a usare il metodo dell’agricoltura biodinamica osservando un agricoltore vicino, già pioniere del biologico in Puglia che si era orientato alla biodinamica nel 2000. Ma è chiaro che non si decide di praticare l’agricoltura biologica guardando un altro, ma seguendo quel che hai dentro…”. L’obiettivo è di arrivare nel futuro al ciclo chiuso: sono stati creati semenzai per autoprodurre un seme adatto al clima locale, e si prevede di introdurre vacche, importanti per il latte, ma fondamentali per il letame con cui vengono fertilizzati i campi. “Nei primi 20 cm abbiamo già centinaia di lombrichi che si muovono” racconta orgoglioso “grazie all’uso da sei anni di letame compostato con preparati biodinamici. Ogni volta che facciamo i trapianti o semine, inoltre, spruzziamo il preparato 500, o corno-letame: si tratta di letame maturato in un corno di vacca che aiuta la sostanza organica a diventare humus. La differenza dei nostri prodotti si vede: basta guardare le foglie delle verdure e la loro lucentezza: è il segno dell’energia che le piante hanno assimilato per crescere in questi terreni”. Azienda agricola Cosmo Bio di Fazzeni Giovanna via B. Martiri D’Avola 8 Palagianello (TA) Puglia

dal Regolamento: se l’area è certificata biologica, lo può essere anche il prodotto che vi cresce spontaneamente.

la qualità risponde

Ho visto che avete un Mezzano di Parmigiano. Cosa vuol dire? È Parmigiano o Mezzano? Rosalinda (BA)

Gli agricoltori delle Terre di Ecor. Persone autentiche. Ho visto che avete i funghi biologici in assortimento. È possibile avere la certificazione sui funghi? Come si fa? Giovanni (Lugo, RA)

Le Terre di Ecor è una rete di aziende agricole indipendenti, unite da un rapporto speciale con la terra e da un impegno profondo nei confronti della natura, delle persone e della qualità del prodotto. Il progetto, mantenendo l’identità e la storia di ogni singolo produttore, ha come obiettivo quello di unire le aziende agricole, condividendone esperienze e modalità di lavoro, oltre alla certificazione biologica. Lo scopo è avere prodotti di qualità da aziende di eccellenza ed economicamente sostenibili nel tempo.

Gentile Giovanni, sì, i funghi possono essere certificati biologici, anche quando sono spontanei e non coltivati; lo prevede il Regolamento europeo sul biologico (n. 834/2007) che, all’interno delle norme di produzione vegetale biologica prevede disposizioni anche per la raccolta di vegetali selvatici

Le aziende di Le Terre di Ecor, in particolare si impegnano con passione a: • Garantire adeguate condizioni di lavoro in azienda. • Rispettare e migliorare nel tempo la fertilità della terra. • Rispettare e migliorare la biodiversità ambientale e agricola. • Utilizzare concimi organici, sovesci e lunghe rotazioni. • Ottenere prodotti biologici e/o biodinamici di qualità. EcorNaturaSì si impegna ad acquistare i prodotti di Le Terre di Ecor a un prezzo che remuneri adeguatamente l’impegno degli agricoltori e la qualità dei loro prodotti, e a proporli con trasparenza ai consumatori, in modo che possano effettuare scelte consapevoli. Le Terre di Ecor: agricoltori, negozi e clienti insieme per l’evoluzione dell’uomo e della natura!

e delle loro parti affinché si possano qualificare come prodotti biologici. L’area di raccolta non deve aver subito trattamenti con prodotti diversi da quelli autorizzati nella produzione biologica per un periodo di almeno tre anni prima della raccolta. La stessa raccolta non deve compromettere l’equilibrio dell’habitat naturale, ma deve preservare la specie nella zona di raccolta. La certificazione biologica dei funghi spontanei è quindi del tutto possibile quando siano rispettate tutte le condizioni previste

Gentile Rosalinda, come previsto dal disciplinare, quando si parla di ParmigianoReggiano D.O.P. si intende un formaggio che viene prodotto da solo latte vaccino crudo, parzialmente scremato, e che subisce una stagionatura minima di 12 mesi in una zona di produzione molto specifica che comprende le province di Bologna alla sinistra del fiume Reno, Mantova alla destra del fiume Po, Modena, Parma e Reggio nell’Emilia. Esistono diverse categorie di Parmigiano-Reggiano: la prima è costituita da forme classificate come formaggio Parmigiano-

Reggiano “scelto sperlato” che possono essere fatte stagionare per 24, 36 mesi o, raramente, di più. La seconda è costituita da forme classificate come formaggio ParmigianoReggiano “mezzano” o “prima stagionatura” che presentano alcuni difetti di lieve o media entità nella struttura della pasta e/o sulla crosta, ma senza alterazioni delle caratteristiche organolettiche tipiche del prodotto. In questo caso la sua qualità non viene compromessa, ma cambia la sua denominazione. In genere la stagionatura per questa categoria è minore della precedente, ma sempre superiore ai 12 mesi; ciò non pregiudica la qualità del prodotto, ma lo rende più idoneo ad un consumo diretto come formaggio da tavola. SCRIVETE A: Qualità, Cuorebio Casella Postale 31020 Zoppè (Tv), info@negozicuorebio.it

CIOCK BIO

IRUPDJJLR GL YDFFD DIŵQDWR FRQ PRVWR e vinacce di uve rosse

formaggio

sale Ingredienti:LATTE di vacca biologico, caglio, WUDWWDWR LQ VXSHUŵFH FRQ YLQDFFH GL XYD URVVD

UBRIACATO BIO AL GLERA Ingredienti:LATTE di vacca biologico, caglio, sale WUDWWDWR LQ VXSHUŵFH FRQ YLQDFFH GD SRGX]LRQH GL Prosecco o DOCG

IT BIO 002 Agricoltura UE

IT BIO 002 Agricoltura UE

Se vuoi conoscere meglio le aziende che fanno parte del progetto Le Terre di Ecor visita il sito www.ecor.it/leterrediecor #perunaterrafertile consigli per la spesa

La terra qui è stata bistrattata, ma è una terra generosa, che riesce a dare tutto quello che noi le chiediamo”.

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consigli dal mondo bio BARNHOUSE

CTM

granole al cioccolato al latte e al cioccolato fondente con nocciole

bio caffè

Barnhouse è famosa per le sue granole. Quelle che vi proponiamo questo mese sono tra le più golose: una è al cioccolato al latte, l’altra è al cioccolato fondente con nocciole. L’ideale per iniziare la giornata con gusto e croccantezza.

Ingredienti per 4 persone 1 arancia pelata al vivo e tagliata a spicchi, 1 finocchio a listarelle sottili, 100 g di verza affettata finemente, 40 g di rucola, 1 cucchiaio di succo di limone, 1 cucchiaio di succo d’arancia, 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva, 1 bicchiere di aceto di mele, 1 pizzico di zenzero in polvere, 1 cucchiaino di alga nori in fiocchi, sale e pepe. Procedimento Marinare in una ciotola il cipollotto tagliato a velo, coprendolo con l’aceto. Riunire in un’insalatiera i finocchi, la rucola, la verza e mescolare. Preparare una vinaigrette con olio, sale, pepe, zenzero, limone e arancia. Condire l’insalata con metà vinaigrette. Servire con gli spicchi d’arancia e il cipollotto, scolato dalla marinatura. Cospargere con un cucchiaino di vinaigrette e una spolverata di alga nori.

dessert di soia pesca e fiori di sambuco

CTM

Squisito e fondente al palato, questo cremoso dessert di soia è arricchito con deliziosi pezzetti di frutta e abbina il sapore classico della pesca alle note delicate dei fiori di sambuco. Viene proposto nel pratico formato famiglia da 400 g.

SOJADE

ECOR

soia e fantasia

novellino latte e miele

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il finocchio

insalata di finocchi, rucola, verza, arance e cipollotto

SOJADE

Originario dell’isola di Ceylon, è un tè profumato, dal delicato sapore erbaceo, ottenuto lasciando appassire naturalmente le foglie. Se ne preservano così la clorofilla, che ne determina il colore verde scuro, e l’aroma, inconfondibile. Una piacevole compagnia.

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la ricetta

Una miscela 100% arabica, in cui il profumato aroma degli altipiani etiopi si fonde con quello corposo delle alture latino-americane. Ne risulta un caffè equilibrato, dal gusto aromatico, che riempie piacevolmente il palato con un lieve sentore di agrumi.

tè verde Green Fannings

Cremosa e irresistibile, grazie alla sua morbida consistenza e al suo gusto naturale è ideale sia semplicemente spalmata sul pane che nelle ricette più elaborate: non solo antipasti e primi, ma anche secondi e dessert. Per una cucina 100% vegetale.

dall’orto con amore

Un biscotto classico, preparato con ingredienti semplici, che nella forma ricorda le cose buone di una volta. Questo è il novellino latte e miele di Ecor: perfetto a colazione, da inzuppare nel latte, nel té o nelle bevande vegetali. Per un delicato risveglio.

www.disanapianta.net

Appartenente alla famiglia delle Apiaceae (Ombrellifere), il finocchio (nome botanico Foenicum vulgare) è una pianta erbacea, nota sin dall’antichità (pare fosse coltivata già da Egizi, Greci e Arabi); dall’Asia Minore, da dove sembra sia originaria, si è poi diff usa in tutta l’area mediterranea e nel resto del mondo. Ne esistono due varietà principali: il finocchio selvatico, che cresce spontaneamente, i cui semi e le cui foglie vengono utilizzate in cucina come erba aromatica, e quello coltivato, del quale si consuma la parte carnosa, il cosiddetto “grumolo”, formato da foglie sovrapposte e croccanti. Il finocchietto selvatico si presenta in cespugli con fiorellini gialli, molto profumati, mentre la pianta del finocchio coltivata in orto si sviluppa a partire dal grumolo e può raggiungere anche i 60-80 centimetri di altezza. Il finocchio è una pianta che cresce al meglio in terreni sciolti, ricchi di sostanza organica e profondi, così da permettere alla radice fittonante di crescere in profondità mentre il grumolo cresce in superficie. Predilige i climi temperati e per questo, in Italia, viene coltivato soprattutto nel centro sud. L’avvio di una nuova coltivazione di

finocchi può essere effettuato tramite semina o trapianto. Nel biologico, prima della semina il terreno viene preparato attraverso l’aratura, lo sminuzzamento delle zolle in superficie il pareggiamento del terreno. La concimazione viene effettuata con sostanze organiche come per esempio letame, pellettati, borlande e alghe in copertura, con sovescio di leguminose, semplici oppure mescolate con graminacee: queste piante vengono coltivate, trinciate e interrate per aumentare la sostanza organica e i nutrienti del terreno. Per tenere a bada le erbe infestanti senza utilizzare diserbanti chimici, vietati in agricoltura biologica, il terreno viene preparato per la semina, ma senza seminare: questo favorisce la fioritura delle sole piante infestanti che possono essere facilmente eliminate bruciandole con il pirodiserbo o con sarchiature, zappature e scerbature manuali. Una volta giunto a maturazione, il finocchio viene raccolto manualmente: nel biologico ha una resa di 450 quintali per ettaro, contro gli 800 dell’agricoltura convenzionale (intendendo la resa in termini di prodotto grezzo non vendibile). Al momento

dell’acquisto, il finocchio deve apparire sodo e compatto, con le foglie ben attaccate al cuore del “grumolo” che deve avere un buon peso specifico, mentre le foglie devono essere verdi e brillanti e il taglio alla base fresco. Una volta a casa, può essere conservato in frigorifero per parecchi giorni, avendo cura di tenerlo al riparo dall’umidità magari in un sacchetto in Mater-Bi® per evitare che appassisca; se desiderate consumarlo fresco al naturale, si consiglia di mangiarlo appena acquistato, quando sono massimi la sua croccantezza e il suo gusto aromatico. Grazie al sapore dolce, che ricorda quello dell’anice, è ottimo da gustare da solo. Si presta a molte preparazioni: crudo può essere mangiato in pinzimonio oppure utilizzato in insalata, tagliandolo in sottili fettine e abbinandolo con arancia o limone. Ma può essere anche cotto a vapore e ripassato in padella oppure gratinato al forno con pan grattato, Parmigiano Reggiano grattugiato e, per un risultato ancora più ricco, besciamella. La tradizione popolare attribuisce a questo ortaggio proprietà benefiche per l’apparato digerente e per questo lo utilizza come ingrediente per tisane e decotti. cuorebio magazine

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azienda del mese

vegetali senza lattosio. Il mercato è unanime nel riconoscere la qualità della bevanda di riso, il cavallo di battaglia di Abafoods.

il gusto vegetale di Isola Bio

I valori di Isola Bio Il marchio Isola Bio mette in campo 5 valori principali, 5 parole chiave che guidano ogni giorno la sua attività: biologico, sostenibilità, vegetale, certificazione e innovazione. Sono i valori apprezzati e condivisi dai consumatori che accompagnano da anni il successo dell’azienda. La sostenibilità ambientale, in particolare. Tutte le confezioni sono certificate FSC, che riconosce un utilizzo responsabile delle foreste per la carta Tetra Pak, che passa attraverso un piano di rimboscamento per rimpiazzare gli alberi utilizzati. Abafoods si è dotata di un impianto di cogenerazione per l’autoproduzione di energia e vettore termico a zero emissioni che aiuta a evitare l’emissione di oltre 600 tonnellate di CO2 annue e l’ha sottoposto all’esame dell’organismo di certificazione CSQA.

Isola Bio Il mondo Isola Bio è una realtà dinamica e in movimento, costituita da tre realtà distinte, ma cooperanti nello stesso ciclo di produzione, con l’unico obiettivo della qualità dei prodotti. Tutto nasce dalla Società agricola la Goccia, una realtà tutta italiana fondata nel 2007 che su terreni in tutta Italia (in particolare oltre 400 ettari in Molise e Veneto) coltiva con metodo biologico i cereali, le materie prime fondamentali per la creazione delle bevande vegetali Isola Bio. Storia, ricerca e produzione Abbattendo distanze e risparmiando CO2, i cereali arrivano ad Abafoods, il cuore pulsante e operativo della filiera, una realtà di oltre 90 collaboratori, sviluppatasi in oltre 15 anni di crescita continua. Fondata nel 1999, l’azienda vanta una realtà completa e autonoma: a studiare e ideare le ricette delle sue bevande è il suo dipartimento di ricerca, con severi test di laboratorio; la produzione si articola in diverse linee e formati e confeziona ogni giorno in Tetra Pak prodotti controllati e sicuri. Tutta la nostra realtà è controllata da un sistema di qualità aziendale ISO, tutte le procedure di lavoro che sono alla base del successo dell’azienda sono codificate e regolarmente sottoposte a verifica. Non sono molte solo le ricette, ma anche le materie prime di partenza, un’ampia gamma di cereali di diverso gusto e tipo, compresi quelli senza glutine. Tutti contribuiscono alla creazione di ottime bevande 10

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prodotto del mese

creme e bevande

Le certificazioni Abafoods e il suo marchio Isola Bio contano sulle più prestigiose certificazioni di sistema internazionali, e col massimo dei voti: BRC (British Retail Consortium), IFS (International Food Standard), ISO 9001 (sistema

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Cuisine Avena (1) Isola Bio® Cuisine Avena è un prodotto biologico senza lattosio, forte delle naturali proprietà nutrizionali dell’avena e del suo gusto versatile e tradizionale. Provala in cucina per tutte le tue ricette leggere e creative! Latte di Mandorla (2) Isola Bio® Latte di Mandorla, dolcificato con sciroppo d’agave, è ottimo per la prima colazione con i cereali, oppure come aggiunta al caffè o al tè. In cucina è eccellente per preparare deliziosi frullati, dessert e piatti a base vegetale. Conservato al fresco o con l’aggiunta di ghiaccio, è una bevanda rinfrescante dal gusto eccezionale. Vera tradizione tutta italiana, il Latte di

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Mandorla fa parte della linea di prodotti Premium Isola Bio®, che da sempre propone solo bevande vegetali di qualità con i migliori ingredienti biologici. Riso Light (3) Isola Bio® Riso Light è l’alternativa vegetale leggera, senza glutine e senza lattosio, a ridotto contenuto calorico, con la qualità e l’inconfondibile bontà dei prodotti Isola Bio. La bevanda di Riso, la specialità di Isola Bio, trova nella linea Light una squisita dimensione di leggerezza, priva di grassi saturi e a basso contenuto di sale. Isola Bio® Riso Light è l’ideale per chi ama muoversi, per chi gradisce una bevanda dal gusto più delicato e per vegani

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nelle foto: la sede di Abafoods

ABAFOODS S.R.L. Via Cà Mignola Nuova 1775 45021 Badia Polesine (Ro) www.isolabio.com

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e vegetariani. Oltre a Riso Light, è disponibile anche la bevanda Avena Light (4). Soia vaniglia (5) Una deliziosa bevanda a base di soia e vaniglia, che spicca per il suo gusto semplice e delicato. Può essere consumata fredda o tiepida, a colazione, da chi desidera iniziare la giornata all’insegna del gusto vegetale. In cucina può entrare come alternativa vegetale in tutte le ricette: è un’ottima base nella preparazione di gustosi frappè di frutta, frullati, budini, dolci, purè e salse di ogni tipo. È prodotto con soia italiana biologica proveniente dalla propria società agricola “La goccia”.

consigli per la spesa

Abafoods sviluppa, produce e confeziona bevande vegetali di cereali e succhi di frutta biologici a marchio Isola Bio, leader del mercato italiano specializzato nel biologico di prima qualità, nel senza lattosio e nelle bevande alternative dal gusto naturale e autentico. Abafoods è un’impresa italiana integrata nel territorio: vanta un sistema produttivo all’avanguardia e lavora attualmente per i più grandi marchi del biologico europeo.

di gestione della qualità) non solo per l’azienda, ma per l’intera filiera produttiva. Ovviamentre Abafoods ha conseguito tutte le certificazioni biologiche richieste dai Paesi extraeuropei in cui esporta. Si tratta, infatti, di una realtà italiana, ma presente in tutto il mondo, grazie alla qualità, alla cura dei prodotti e all’innovazione, forza motrice per portare ovunque ai consumatori un prodotto italiano biologico, vegetale e buono.

Teff, quinoa, miglio e riso sono naturalmente senza glutine. Questi nuovi prodotti, ottimi per la colazione e la merenda, fanno parte della linea senza glutine Più Bene e non contengono olio di palma.

piubenebio.it

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il lunario La luna, passando davanti alle costellazioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi. In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono i tempi di semina, lavorazione e raccolta. Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo.

consigli dal mondo bio

marzo

aprile

LUGLIO

LUGLIO IN CUCINA

CURA PERSONA

PIANTE DI CASA

IN CUCINA

1 dom

1 mer

2 lun

2 gio

3 mar

3 ven

4 mer

4 sab

5 gio

5 dom

6 ven

6 lun

7 sab

7 mar

8 dom

8 mer

9 lun

9 gio

10 mar

10 ven

11 mer

11 sab

12 gio

12 dom

13 ven

13 lun

14 sab

14 mar

il pane

15 dom

15 mer

lo yogurt

16 lun

16 gio

le conserve

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rinvaso

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potatura

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concimazione

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legenda Luna piena nuova

In cucina:

Cura della persona: taglio ritardante capelli/unghie massaggi attività fisica giornata di relax

Piante di casa:

CURA PERSONA

PIANTE DI CASA

LA FONTANINA

MACHANDEL

Valpolicella DOC e Amarone della Valpolicella DOCG

germogli di fagiolo mung

Due vini rossi secchi, ottenuti da uve Corvina e Rondinella. Il primo, di colore rosso rubino vivo, va servito a una temperatura di 15-18 °C. Il secondo, invece, di colore rosso vivo con riflessi violacei, va servito a 18 °C, stappandolo qualche ora prima del consumo.

In genere, sbagliando, sono chiamati “germogli di soia”. Molto utilizzati in tante ricette tipiche della cucina orientale, sono molto versatili: si possono usare a freddo per preparare fresche insalate, ma anche saltare in padella e aggiungere a tanti piatti diversi.

BIOVOGLIA

provolone porzionato senza lattosio

ANDECHSER NATUR

Gouda a fettine

Il provolone è un formaggio a pasta filata che sembra abbia avuto origine nel Mezzogiorno d’Italia durante il XVII secolo. BioVoglia lo propone nella versione senza lattosio (lattosio <0,1%) e senza caglio animale, nel pratico formato già porzionato.

Il Gouda è il formaggio più conosciuto e consumato nei Paesi Bassi, dove pare si producesse già nel Cinquecento. Ha un gusto delicato, più piccante con la stagionatura. Andechser lo propone nel pratico formato a fette, perfetto per toast e panini, ma anche per gratinare.

ARRIGONI

IL PODERE

Taleggio DOP porzionato

olio extravergine d’oliva

Il Taleggio è un formaggio a pasta morbida dalle origini antiche. Ha una crosta sottile, morbida e rosata, pasta fondente, consistente nel sotto crosta e friabile al centro. Il suo sapore è burroso e dolce. La sua aromaticità si accentua con la stagionatura.

Ottenuto dalla molitura e spremitura a freddo di sole olive italiane, coltivate in un promontorio dove l’aria è pura e il terreno asciutto. Con il suo gusto delicato e fruttato, è un ottimo condimento, ideale per esaltare il gusto di piatti caldi e freddi.

31 mar 12

cuorebio magazine

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storie del mondo bio

Rosalia, donna coraggiosa foto di Sabrina Scicchitano 14

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La Lomellina è un’area della Lombardia sudoccidentale, all’interno della quale sopravvivono zone di grande pregio naturalistico come le garzaie, luoghi acquisiti dal demanio pubblico e destinati alla riproduzione degli uccelli tipici della zona: un modo per preservare la fauna selvatica locale e mantenere la biodiversità. In questo numero parliamo di Terre di Lomellina, azienda che ha sede proprio all’interno di una garzaia, la Garzaia della Rinalda, e che coltiva il riso che potete trovare nei negozi Cuorebio con il marchio Le Terre di Ecor-Terre di Lomellina. L’azienda Terre di Lomellina. La sua storia è la storia di una donna coraggiosa, Rosalia Caimo Duc la quale, senza poter contare su una tradizione di famiglia, ha scelto di dedicarsi all’agricoltura, prima convenzionale, poi biologica e biodinamica in coerenza con i suoi ideali. Dalla famiglia, Rosalia ha ereditato l’antica casa, vecchia più di due secoli, e i terreni che, dopo aver dato per lungo tempo in affitto, ha cominciato a coltivare. Non ha ereditato, però, il mestiere di agricoltore: laureatasi in agraria a Milano e iscritta all’ordine degli agronomi di Pavia, se l’è dovuto costruire. “Finiti gli studi non avevo chi mi potesse dire: bene, adesso si fa così. Ho dovuto metter in piedi io quanto ho adesso. L’azienda agricola nasce da una scelta solo mia, i miei genitori non erano agricoltori, ma facevano un altro mestiere. Non ho avuto insegnanti né persone a cui potermi appoggiare. O meglio, i miei maestri sono stati i miei collaboratori, ai quali ho cercato di rubare il mestiere”. Consapevole di non avere esperienza pratica sul campo, Rosalia mantiene le decisioni gestionali generali, ma si affida inizialmente a un conto terzista, un operatore esterno cui affida gli aspetti strettamente agricoli (arature, semine, raccolta). Ben presto, però, si rende conto che non è così che vuole impostare l’attività: se l’agricoltura le è piaciuta da subito, non le piace per niente il dover dare continuamente “medicine” alla terra e alle piante. Nel 2006, quindi, prende le redini di tutte le attività aziendali, assume del personale, acquista attrezzatura e, soprattutto, inizia a sperimentare tecniche per fare una buona agricoltura biologica, ricorrendo poi ai preparati biodinamici: “Questa scelta non era compatibile con una gestione tramite contoterzisti: nel biologico e nel biodinamico le tecniche di lavorazione del terreno sono molto diverse, più accurate, più complesse e non vanno a braccetto con le normali macchine standardizzate. La scelta è stata un po’ complessa” continua “ed è stata motivata anche dalla mia passione per lo stare all’aria aperta: ho sempre amato molto la natura. Avevo iniziato a leggere gli scritti di Rudolf Steiner, a frequentare l’ambiente dell’antroposofia, a fare esercizi di meditazione a 25 anni. Mi appassionava sempre più e mi ha con-

in queste pagine Rosalia Caimo Duc e alcune immagini dell’azienda agricola Terre di Lomellina

dotto ad approfondire l’agricoltura biodinamica. Da una parte avevo già l’idea di intraprendere un percorso agricolo, dall’altra capivo che quello più idoneo alla mia impostazione era un percorso biologico-biodinamico. Sono arrivata all’agricoltura biodinamica tramite la filosofia antroposofica. Sono dell’idea che per fare un buon biodinamico, che rappresenta un passo in più rispetto al biologico, bisogna in ogni caso partire da un buon biologico”. L’azienda agricola Terre di Lomellina si estende all’incirca per 80 ettari coltivabili, su cui viene praticata, prevalentemente, la coltivazione del riso, cui la Lomellina è naturalmente vocata da secoli. Dato che nel biologico e nel biodinamico sono fondamentali le rotazioni, l’azienda coltiva anche grano, farro, orzo, girasole, soia, colza, fagiolo borlotto, grano saraceno e loietto, spostando di anno in anno le colture. Per la coltivazione del riso Rosalia si avvale di diverse tecniche che ha appreso e perfezionato nel tempo, tecniche

che sono in continua evoluzione: “Ho iniziato a coltivare il riso in acqua su prose, ma ho poi abbandonato il sistema: era molto impegnativo e dava risultati non costanti. Ho cominciato ad avvalermi di una ricerca sulla coltivazione biologica del riso in asciutta curata qualche anno fa dall’Ente nazionale risi, tecnica che sto tuttora utilizzando. Sto affinando anche la tecnica su sovescio: posso dire che il sovescio ha un’azione efficace nei confronti delle erbe infestanti e riesce a mantenere la risaia più pulita”. Sono, infatti, le infestanti a rappresentare uno dei fattori più limitanti nella coltivazione del riso, insieme alle malattie fungine che possono attaccare la pianta nelle ultime fasi dello sviluppo, quando è in maturazione e possono portare allo svuotamento del chicco: la spiga si forma, ma all’interno i chicchi sono vuoti. Come non è infrequente tra gli agricoltori biologici, più che una scelta solo lavorativa, quella di Rosalia è stata anche una scelta di vita che, certo, le è costata qualche rinuncia,

ma che non le pesa affatto. “Da quando ho iniziato l’attività non sono quasi mai andata in vacanza racconta. Non ne ho proprio il tempo, ma mi rendo conto di essere anche una privilegiata, perché vivo in una realtà dove gli spazi sono aperti, si può stare continuamente a contatto con la natura e non c’è tutto lo stress che c’è in città”.

TERRE DI LOMELLINA Via Roma 72 Candia Lomellina Pavia Se vuoi conoscere meglio questa e le altre aziende che fanno parte del progetto Le Terre di Ecor visita il sito www.ecor.it/leterrediecor #perunaterrafertile cuorebio magazine

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foto e styling di Sabrina Scicchitano

oggi in cucina

(per una tortiera da 23/24 cm di diametro)

torta di Pasqua

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Per la farcia: • 250 g di ricotta • 80 g di zucchero di canna • 130 g di amaretti secchi (a piacere) • 100 g di cioccolato fondente • 1 uovo • 3 cucchiai di yogurt

Ingredienti: Per la frolla: • 160 g di farina tipo 2 • 160 g di farina integrale • 150 g di zucchero di canna • 150 g di burro • 1 uovo • 8 g di lievito per dolci • 1/2 bicchiere di latte di mandorla

Iniziate con la frolla: impastate nel mixer le farine e il lievito, mescolando bene.

Aggiungete lo zucchero e il burro freddo tagliato a dadini fino a ottenere un impasto granuloso. Aggiungete l’uovo, mescolate e, quando l’impasto si è ben amalgamato, formate una palla. Avvolgetela con la pellicola trasparente e lasciatela in frigo per circa mezz’ora. Preparate la farcia: montate l’uovo con lo zucchero fino a quando sarà gonfio e spumoso; unite la ricotta e lo yogurt e mescolate bene. Aggiungete il cioccolato tritato e, se lo desiderate, gli amaretti sbriciolati; girate bene con un cucchiaio. La farcia deve risultare morbida e omogenea. Stendete, con il mattarello, i due terzi della

frolla su carta da forno, adagiatela sullo stampo imburrato e infarinato e distribuitela bene fino ai bordi. Versate la crema e livellate. Sbriciolate la frolla rimasta sulla superficie e copritela tutta, cuocete in forno già caldo a 170° per 45 minuti circa. Infine sfornate e cospargete la superficie di zucchero a velo a piacere.

Semplice da preparare e buonissima da mangiare, questa torta è perfetta per la colazione o uno spuntino a metà giornata. Il suo esterno friabile e il suo cuore morbido piaceranno a tutti.

CASCINA BIANCA

AZIENDA AGRICOLA MORINI

latte di mandorla senza zuccheri

cioccolato Mascao fondente extra 70%

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Ultimo arrivato in casa Isola Bio, è un latte di mandorla dissetante e gradevolmente dolce, da gustare caldo o freddo a colazione e da utilizzare in cucina per la preparazione di frullati, dessert e piatti a base vegetale. Disponibile da marzo.

Prodotto con zucchero di canna integrale Mascobado, dalle ricche note aromatiche ha gusto e consistenza davvero unici, grazie anche alla lavorazione artigianale e al lungo concaggio. Inoltre, ha profumi intensi di cacao e lievi sentori di tostato.

Uno yogurt denso e cremoso, frutto di una fermentazione lunga 12 ore che gli conferisce maggiore aromaticità. È disponibile in tante varianti, compresa quella al naturale per assaporare il caratteristico gusto intenso di questo yogurt.

cuorebio magazine

consigli per la spesa

CTM

consigli per la spesa

ISOLA BIO

L’azienda agricola Morini nutre le sue galline con alimenti biologici a base vegetale prodotti nel proprio mangimificio. La gestione degli animali è completa fin dalla nascita e la cura del loro benessere è attenta e costante. Per questo sono uova davvero “ruspanti”.

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speciale

il nostro punto di vista sul biologico

Qualche tempo fa sulla rivista Internazionale è stato pubblicato un articolo, tratto dal settimanale tedesco Der Spiegel, dall’eloquente titolo Il biologico tradito in cui l’autore ha messo in luce i problemi che l’agricoltura convenzionale porta con sé e ha posto attenzione sui rischi di un biologico fatto senza coscienza e senza un’adeguata preparazione. Abbiamo letto l’articolo con cura e vi proponiamo qui le riflessioni di Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì. 18

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L’articolo di Internazionale ci ha dato l’opportunità di poter chiarire alcune tematiche e di essere sempre più forti e chiari nel percorso che stiamo facendo a sostegno di un biologico di sempre più elevata qualità. Perché questo è quello che vogliamo e dobbiamo fare e che fa parte della nostra più intima e profonda missione. Questi principi ci hanno condotto fino ad oggi, per tutti questi anni; ci hanno fatto incontrare meravigliosi e generosi collaboratori che hanno contribuito a costruire questo edificio materiale e spirituale e ci hanno resi credibili a molti consumatori che con la fiducia in noi hanno reso questo possibile. Questi principi debbono essere per noi sempre una guida e non debbono essere mai traditi: se seguiti con coerenza e fedeltà, ci salveranno nonostante i nostri umani limiti ci facciano a volte errare. Non saremo così perfetti come vorremmo, ma la luce dell’ideale alto e magari lontano, sempre di fronte a noi come una cometa natalizia, ci salverà. Prezzo degli affitti e dei terreni La situazione è drammatica: i terreni agricoli costano troppo per gli agricoltori che non se ne possono permettere l’acquisto in quanto, ai prezzi attuali, è una spesa non ammortiz-

zabile nel tempo. A questo proposito stanno nascendo anche in Italia iniziative come i GAT, Gruppo Acquisti Terreni, e la nuova iniziativa TERRE NUOVE; in Francia Terre de Lyens. Anche gli affitti stanno diventando molto alti a causa della produzione di biogas. Il biogas è una vera assurdità, perché non si può fare energia partendo da un prodotto alimentare. La natura crea grande complessità per donare un prodotto adatto all’alimentazione umana o animale; ridurlo a banale energia è uno scempio ecologico che non avrebbe ragione di esistere se il modo di pensare della società fosse di buon senso. Oggi molte persone o enti hanno terreni incolti, o sotto coltivati, e la soluzione è darli in gestione ad agricoltori ad un prezzo ragionevole. Ciò significa per i seminativi che il prezzo non deve andare oltre i 300, massimo 400 euro ad ettaro a seconda delle condizioni; mentre i “bio-gassisti” sono disposti a pagare anche 1000 o più euro, prezzo improponibile oggi per gli agricoltori. Importazioni a basso costo e scandali Il mercato e la richiesta di prodotti bio sono cresciuti a dismisura negli ultimi anni, al contrario della produzione e della cultura

della produzione biologica. Per questo sono aumentate le importazioni da Paesi con un basso costo della manodopera, ma anche con qualche dubbio sulle tecniche di produzione. Gli ultimi scandali sui cereali e sull’olio ne sono la testimonianza. Noi crediamo che in primo luogo debba essere sostenuta l’agricoltura locale italiana. Questo può avvenire solo pagando adeguatamente il prodotto e sostenendo gli agricoltori, come cerchiamo di fare con il progetto Le Terre di Ecor. Reputiamo però, che non vada demonizzata l’importazione, se fatta con serietà sostenendo progetti agricoli sani in tutti i luoghi del pianeta e non in concorrenza, ma in armonia con la produzione locale. Ne è un esempio la nostra importazione di banane, o di pere e mele argentine o quella che vorremmo fare per cereali, che purtroppo da noi mancano. I nostri progetti dimostrano che, anche in altri luoghi, si può sviluppare la cultura del bio, diventando anche un germoglio per un futuro consumo locale. Burocrazia È la follia delle follie in Italia per la nostra mentalità quasi “maniacale”, con burocrazia e cavilli che, a volte, non hanno alcun valore effettivo per il controllo sulla qualità del prodotto. Gli enti di certificazione controllano minuziosamente le documentazioni, ma è anche importante guardare negli occhi l’agricoltore e percepire se la persona che abbiamo davanti fa bio perché ci crede o è solo un opportunista. Bisognerebbe osservare e camminare per i campi per percepire se la terra è sana, come si presentano le colture, se vi è cura per la Vita o solo tecnicismo. In Italia, oltre la certificazione bio esiste anche una forte burocrazia di stato: seguire una burocrazia a volte eccessiva sta diventando uno dei grandi oneri in termini di tempo e denaro di tutte le aziende e in particolare di quelle biologiche. Non diciamo che i controlli non debbano esserci, ma con intelligenza, serietà e coordinamento tra i vari enti. Mentalità del bio e tecnica agricola Oggi abbiamo sviluppato un’ottima tecnica agricola anche nel biologico e nel biodinamico che non esisteva trent’anni fa quando abbiamo cominciato. Dobbiamo evolverci, dobbiamo essere sempre più professionali, ma il nostro lavoro non deve e non può ridursi a mero tecnicismo. Il nostro pensare, il nostro osservare la natura, il nostro leggere gli eventi deve avere una concezione più profonda. Direi che debba avere una visione morale. Il nostro scopo non è solo quello di fare un

prodotto a zero residui, anche se è già una meta importante, ma deve essere quello di curare la terra, di renderla fertile, di osservare la pianta come archetipo e portatore della Vita, di vedere un animale come un fratello minore da accompagnare per un’esistenza dignitosa, anche se al nostro servizio, e di trattare i nostri compagni di lavoro e i nostri clienti con il rispetto e la stima di cui ogni essere umano è degno. Convenzionalizzazione del biologico È vero, è un grande rischio, che in parte si sta avverando, perché a volte approcciamo il nostro lavoro con la mentalità del convenzionale e questa è un’enorme tentazione ed un rischio che corriamo ogni giorno, in ogni nostra scelta. A volte “scimmiottiamo” il convenzionale nelle nostre scelte, nel nostro modo di procedere e ciò significa che non abbiamo sempre fantasia, che i nostri pensieri non sono sufficientemente forti, che non abbiamo il coraggio di rischiare o abbiamo poca fiducia sia nelle nostre idee sia in ciò che facciamo. Noi dobbiamo avere il coraggio di guardare avanti, di rischiare, di cercare nuove vie. Se non fosse stato così, trent’anni fa non ci saremmo inventati quello che ora sta maturando. Dobbiamo, allora, avere sempre il coraggio di guardare avanti, di non farci ammaliare dal modo di pensare convenzionale, o da un apparente ma effimero successo di un agire che non va all’essenza delle cose. Questo non vuol dire “PICCOLO È BELLO” come recitava quel libro di Schumacher che ha infiammato i nostri cuori negli anni ottanta. Piccolo è bello, ma GRANDE È POSSIBILE. È necessario solo non perdere i nostri principi, allargare la nostra capacità di coscienza, trovare nuovi e più complessi sistemi organizzativi. Il bio si può fare bene su 100 metri quadrati, ma anche su 1000, anche su 1 milione, anche su 10 milioni con modelli diversi, ma sempre coerenti e per nulla tradenti i nostri principi. Lo dimostriamo con la Fattoria Di Vaira, con la Cooperativa agricola biodinamica San Michele e con le Cascine Orsine. Quindi a chi ci critica perché siamo diventati troppo grandi, anche se in realtà siamo solo una “pulce” rispetto al convenzionale, rispondiamo che anche ingrandendosi si può fare del buon biologico. È necessario, infatti, aumentare e allargare a più persone la forza dei propri ideali e del modello organizzativo, perché crescere significa che più persone mangeranno in modo sano, che più terre saranno coltivate in modo pulito, e che attraverso l’alimentazione e la cura della terra e dell’ambiente migliorerà l’umana coscienza

di un sempre maggior numero di persone. Biologico non è uguale a biologico È vero la crisi tremenda dell’agricoltura convenzionale ha fatto in modo che, negli ultimi anni, molti agricoltori siano passati al bio per avere una qualche prospettiva economica. Questo non è stato un male, anche se a volte il passaggio è stato fatto senza un’adeguata coscienza e preparazione. Noi del biologico specializzato dobbiamo occuparci sempre di più di coltivare rapporti forti e chiari con le aziende di eccellenza del bio ed evidenziare rapporti con aziende sane, presentabili in ogni momento ai nostri consumatori ove non ci sia, né sfruttamento della terra, né delle persone, né delle risorse ambientali che ci sono state affidate. Mele “buone dentro” Altro enorme e rilevante problema. È chiaro che nei negozi non dobbiamo vendere le mele marce o la verdura appassita: anzi l’ortofrutta deve essere sempre il più fresca e vitale possibile. È evidente, però, che nel biologico abbiamo cercato di imitare troppo gli standard estetici del convenzionale. In questo modo troppo prodotto viene ancora scartato in sede di lavorazione o mandato all’industria con aggravio di costi sia per l’agricoltura, ma anche per il consumatore in quanto il prodotto venduto deve compensare con il prezzo anche quello eliminato o svenduto all’industria di trasformazione. Un prodotto sano, magari di calibro piccolo, è altrettanto buono e salutare di uno di calibro standard. Portare una coscienza di questo al consumatore sarebbe un beneficio per tutti. Una coscienza attenta percepisce come uno scempio scartare prodotti buoni e sani solo perché non rispettano certi standard estetici. Nel biologico questo fatto è ancora più grave che nel convenzionale, perché il mancato uso della chimica e la necessità di avere nel tempo sempre più piante da sementi non ibride, comporta calibri e pezzature diverse quindi una sana “biodiversità”. Questo è un tema che ormai molti consumatori comprendono, che va spiegato e che può diventare una leva molto importante per una nostra chiara e cosciente comunicazione al consumatore con evidente beneficio per tutti. In questa direzione si sviluppa la nostra iniziativa “buoni dentro” evidenziata nel reparto ortofrutta dei negozi Cuorebio. Nuovi negozi, stessi principi Siamo cresciuti insieme, uno per merito dell’altro: agricoltori, grossisti, negozianti e consumatori. Ora il mercato del biologico è cambiato e sono cuorebio magazine

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Benessere degli animali Noi vendiamo la carne, anche se pochissima rispetto al mercato convenzionale, come vendiamo uova e latticini, il che, volente o nolente, richiede il sacrificio degli animali. Il vegetarianesimo e il veganesimo sono ideali di vita a cui tutta l’umanità tende. Tali ideali sono un bene per la nostra salute e le scarse risorse del pianeta, ma pensiamo che ognuno abbia il diritto di fare, in perfetta libertà, il proprio percorso di scelta ed evoluzione alimentare. In ogni caso siamo chiamati ad allevare ed accudire gli animali con il massimo rispetto e questo è giustamente chiesto a noi dai nostri consumatori. La sensibilità nei confronti degli animali fortunatamente sta aumentando ed anche a questa sensibilità dobbiamo dare adeguata risposta lavorando con aziende che la “coltivino” sopra ogni cosa. Quindi è importante non solo l’alimentazione bio, ma anche il rispetto della vita dell’animale nel massimo grado possibile. Italiani più furbi che santi Premesso che dobbiamo fare di tutto per avere un prodotto locale ed italiano, la chimica e l’industrializzazione dell’agricoltura standardizza le produzioni in ogni parte del mondo. La pianura padana è semi sterile, come altre piane europee o statunitensi; quindi quello che conta è la tecnica di produzione e 20

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la vitalità e fertilità di ogni singola azienda. La vicinanza geografica della zona di produzione alla zona di consumo ha indubbiamente un grande valore, ma non significa che noi italiani siamo più bravi degli altri. Questa è un’illusione, più che una realtà. Purtroppo invece siamo “padri” di qualche scandalo sul biologico. Spesso un po’ superficiali e “furbetti” lo siamo, al punto che la nostra reputazione all’estero, anche sul bio, non è al top e noi, come EcorNaturaSì, abbiamo dovuto implementare un nostro sistema di assistenza ed affiancamento alle aziende agricole. Nel tempo vorremo che tutti i nostri prodotti, seppur all’interno del sistema della certificazione bio, si differenziassero da un bio anonimo, pur certificato. Vorremmo emergere non solo per l’eccellenza di qualità non solo bio od organolettica, ma anche per tutte le implicazioni ambientali e sociali che il bio deve portare con sè e che sono parte della nostra missione e delle giuste aspettative dei nostri consumatori. Il giusto prezzo Da tempo poniamo l’attenzione sulla necessità di riconoscere a tutti i componenti della filiera un giusto prezzo, e in particolare agli agricoltori. Il prezzo basso dei prodotti agricoli ha distrutto l’agricoltura in generale e rischia di distruggere anche il biologico. È nostra responsabilità commerciale creare un sistema che riconosca a tutti il giusto prezzo per fare bene il proprio lavoro. Questo dobbiamo trasmetterlo anche a coloro che, riconoscendocelo e facendo scelte di acquisto eque e consapevoli, lo rendono possibile. A volte pochi centesimi su un chilo di frumento o su un litro di latte possono rappresentare la morte o la sopravvivenza di un’azienda agricola, pur risultando poco onerosi per l’economia dei nostri consumatori. Gli agricoltori non lavorano sotto una campana di vetro È chiaro che noi non dobbiamo, né vogliamo, usare prodotti che creino danni alla salute, né piante OGM, ma siamo nel mondo e in un ecosistema, limitato e chiuso com’è il nostro pianeta, le tonnellate di pesticidi usati possono contaminare tutti. La qualità di un prodotto non si limita solo alla mancanza di residui, ma riguarda la sua vitalità e conseguentemente la sua capacità di nutrire adeguatamente il nostro organismo; questo dipende da come lo abbiamo coltivato, dalla fertilità e dall’humus del terreno, dalla capacità di essere veicolo e ripristino nel nostro organismo di forze solari e cosmiche e a quel punto anche un minimo residuo da contaminazione viene assorbito e neutralizzato e diventa un problema minore.

Dobbiamo essere in grado di decontaminare i terreni e le acque con i nostri metodi e coltivare e riportare la vita dove è stata distrutta dall’opera dell’uomo e dall’inquinamento. Accettare e sostenere la conversione Negli anni d’oro, in cui gli ideali erano fortissimi e c’erano senso della realtà e buon senso, avevamo il marchio Biodyn per i prodotti biodinamici in conversione e quello Demeter per i prodotti dopo la conversione. Questo era un sistema sano e giusto. Il periodo più difficile per l’agricoltore che vuole passare al bio è il periodo di conversione; si fanno errori, il terreno non risponde ancora sufficientemente alla mancanza della chimica e quindi in quel periodo va sostenuto di più economicamente. Commercianti e consumatori sarebbero egoisti e poco consapevoli se pretendessero di avere un prodotto bio senza preoccuparsi di sostenere la conversione e non facendosi carico di un prodotto ancora sulla via per diventare veramente biologico.

5/11 dicembre 2014 Ogni settimana il meglio dei giornali di tutto il mondo

n. 1080 anno 22 Kevin Kelly Non sei in ritardo

internazionale.it Natalie Nougayrède La Germania non guarda più a est

l’angolo del giardino

l’orto fai da te: come si prepara il terreno La terra è un organismo vivente che può ospitare tante forme di vita: vegetali e animali, di diverse dimensioni fino ai microrganismi. Ogni suolo ha le sue caratteristiche e, prima d’essere lavorato, deve essere conosciuto. I suoli argillosi sono appiccicosi e trattengono molto l’acqua; all’opposto, quelli sabbiosi si asciugano in fretta e la lasciano sgrondare. Tra questi due estremi ci sono anche i terreni di medio impasto. Le caratteristiche di un buon terreno Per la semina o il trapianto il suolo deve essere morbido, poroso, ben arieggiato e con un leggero contenuto di umidità. La prima cosa da fare è liberarlo da erbe infestanti o comun-

que indesiderate. È importante togliere ogni filo d’erba e anche le loro radici, perché queste potrebbero togliere sostanze nutritive ai semi e alle piantine. Successivamente va ripulito in superficie con una zappa, togliendo anche 1-2 cm di terra. Si tolgono anche i sassi più grossi. Tutto il materiale organico va accatastato e messo nel compost: diventerà nuovo concime per la terra. È importante non calpestare il suolo quand’è bagnato, perché verrebbe compromessa la sua fertilità. La costipazione, infatti, impedisce la circolazione dell’aria nei micropori del terreno e, quindi, anche la respirazione delle radici. Calpestandolo o lavorandolo quand’ è bagnato, è come se to-

gliessimo il “respiro” alla terra. È importante imparare a riconoscere quando un terreno è “in tempera”, ovvero quando ha il suo giusto grado di umidità: prendendo un pugno di terra in mano e comprimendola deve sgranarsi con la leggera pressione del polpastrello. Se non è così, dovremo attendere che la terra si asciughi. L’attesa del momento propizio di lavorazione deve considerarsi un periodo importante. Quando sarà arrivato il tempo, vanga e zappa saranno i due strumenti che ci permetteranno di arieggiare il suolo. Un maggiore affinamento arriverà dalle zappettature in superficie, mentre il rastrello, oltre a livellare, separerà le parti più fini da quelle più grosse.

Sarà molto importante preservare il lavoro fatto e, quindi, non calpestare il suolo lavorato. In questo modo renderemo la germinazione dei semi più facile perché le radichette avranno minore difficoltà a fuoriuscire. Nel caso in cui il suolo fosse poco affinato, la terra non aderirebbe al seme e potrebbe seccare. Oppure le radichette, fuoriuscendo dal seme, potrebbero incontrare un grumo di terra troppo grosso che ne ostacolerebbe lo sviluppo.

di Paolo Pistis, tratto da www.valorealimentare.it

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richiesti negozi grandi, belli e professionali. Una fascia molto più ampia e diversa di consumatori si avvicina al bio e noi dobbiamo essere in grado di parlare, dialogare e di off rire sia il nostro prodotto che i nostri principi di vita. Questo, però, non significa trascurare il rapporto con i negozi storici e con le realtà e i rapporti esistenti. Molti punti di vendita, partendo da un negozio esistente, con persone motivate e credibili e consumatori affezionati, hanno fatto il salto evolutivo su metrature più grandi, con nuova professionalità e in questo caso il rapporto con EcorNaturaSì è stato determinante. A noi quindi il compito di sviluppare punti vendita grandi e moderni, senza trascurare, anzi valorizzando, la credibilità e il lavoro svolto dai negozi storici negli anni, ma anche ai negozi l’intraprendenza di osare nel fare un salto imprenditoriale richiesto da una situazione molto diversa da quella che è stata il presupposto per la loro nascita. Questo non significa abbandonare gli ideali. Significa renderli maggiormente permeabili alla società di oggi e continuare a servirli in modo più consono ai tempi, e con un modello che permetta una sana e fraterna economia, così come il biologico fa con il futuro dell’agricoltura.

Il biologico tradito La domanda di prodotti bio cresce, ma i coltivatori che rispettano davvero gli animali, l’ambiente e la salute delle persone stanno sparendo. Un’inchiesta del settimanale tedesco Der Spiegel

La copertina del numero 1080 di Internazionale che contiene al suo interno l’articolo Il biologico tradito dal quale hanno avuto origine le considerazioni presentate

Partecipa al nostro blog www.bioappeti.it/blog

in queste pagine. cuorebio magazine

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e mista, la Natura ci aiuta infatti a prendere atto di un eventuale squilibrio interno al nostro organismo e riflette lo stato di salute degli altri organi e apparati del corpo, informandoci della necessità di adottare comportamenti “correttivi”.

salute e benessere

prendiamoci cura della nostra bellezza La pelle è il nostro “involucro” più esterno: ci protegge e parla per noi, mettendo in comunicazione l’interno del nostro corpo con l’esterno e viceversa. Se siamo timidi, oppure arrabbiati, tenderemo ad arrossire, mentre se siamo nervosi a sudare; il freddo o la paura, infine, ci faranno venire la “pelle d’oca”. Formata dall’insieme di diversi tessuti, epidermide, derma e ipoderma (o sottocute), è l’organo del nostro corpo con la superficie più esposta verso l’esterno e si contraddistingue per la flessibilità e la resistenza, quest’ultima dovuta a una fittissima rete di fibre di collagene, la cui mancanza tende infatti a indebolirla. Si rigenera continuamente. Quando si taglia, per esempio, sanguina ma dispone di tutti gli “attrezzi” necessari per ripararsi: le piastrine del sangue, infatti, chiudono la ferita che poi

si contrae nel tempo, creando una sorta di “toppa” che si sfalderà non appena l’epidermide sottostante si sarà riformata. In condizioni normali è acida, ovvero contraddistinta da un pH (parametro che indica il carattere acido, neutro o basico di una soluzione acquosa) compreso tra 4,5 e 6,5 destinato però a variare a seconda della zona del corpo, del tipo di alimentazione, della stagione e, nella donna, del ciclo mestruale. Per questo, si consiglia di preferire quei prodotti che rispettano il pH ottimale della pelle. In medicina la pelle viene definita un organo “emuntore” perché ha il compito di eliminare le tossine derivanti dall’ambiente e dal cibo, oppure prodotte dal metabolismo stesso. Attraverso la pelle, che può apparire normale, disidratata, secca, sensibile, grassa,

Le etichette Proprio come avviene per cibi e bevande, le sostanze applicate sulla pelle possono essere metabolizzate. Per questo, dobbiamo prestare attenzione anche ai prodotti che utilizziamo per la nostra igiene personale, come bagnoschiuma, profumi, deodoranti, shampoo e creme per il corpo, per accertarci che dietro alla loro gradevole profumazione e alla loro piacevole consistenza non si celino sostanze potenzialmente nocive per il nostro corpo e inquinanti per l’ambiente. Così come consultiamo le etichette degli alimenti, allo stesso modo dobbiamo quindi controllare anche quelle dei prodotti cosmetici: dal 1997, attraverso una direttiva, e dal 2009 con un Regolamento valido a livello europeo (Regolamento n. 1223 del 2009) è obbligatorio riportare sulla confezione di ogni cosmetico immesso sul mercato l’elenco degli ingredienti secondo la nomenclatura I.N.C.I. (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients), valida a livello europeo. Gli ingredienti devono essere

Ecor, linea intimo Formulati con sostanze lavanti di origine naturale, contengono estratti e oli essenziali biologici. Grazie al pH leggermente acido sono adatti alla detersione delle parti intime. Entrambi i prodotti sono certificati ECO BIO COSMESI ICEA, sono testati dermatologicamente e nichel tested (Ni<1ppm).

Ecor, per la Vita dell’uomo e della terra www.ecor.it - info@ecor.it

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disposti in ordine decrescente, inserendo al primo posto quello contenuto in percentuale più alta e via via tutti gli altri; quelli di derivazione vegetale verranno indicati con il nome botanico in latino seguito, in lingua inglese, dalla parte di essi utilizzata: nel caso venga usato l’olio di sesamo, per esempio, troveremo l’indicazione Sesamum indicum oil. La certificazione Diversamente da quanto avviene in campo alimentare, dove esiste una precisa definizione di prodotto biologico e un regolamento europeo (Reg. 834/2007), ad oggi non esiste per i prodotti cosmetici una normativa europea o nazionale che stabilisca i requisiti che un prodotto deve avere per poter essere certificato. Mancando quindi una regolamentazione specifica, si sono sviluppati disciplinari di produzione privati, sia italiani che esteri, controllati da organismi di controllo terzi indipendenti che prendono in considerazione caratteristiche come la biologicità, la naturalità, l’ecologicità e la minor tossicità di quei prodotti cosmetici, distinti dagli altri sulla base di un controllo indipendente e non di una autocertificazione o dichiarazione autoreferenziale. Questi disciplinari si sono perfezionati tramite l’elaborazione di precise regole da rispettare sia per quanto riguarda la formulazione dei prodotti, ma anche per gli aspetti legati alla sicurezza del prodotto (attraverso la richiesta, per esempio, di test dermatologici), alle dichiarazioni in etichetta e al tipo di packaging. Esistono molteplici disciplinari: tra i più conosciuti vi sono certamente EcoBio Cosmesi Icea, NaTrue, CCPB, BDIH, EcoCert, dai quali si deduce che un cosmetico, per essere definito biologico, deve essere formulato con l’impiego di ingredienti biologici opportunamente segnalati sulla confezione e presenti in quantità non trascurabile. Nei negozi Cuorebio Attualmente, nel reparto cosmesi dei negozi Cuorebio, potete scegliere tra 3 diverse tipologie di prodotti cosmetici: • prodotti cosmetici certificati secondo i disciplinari esistenti; • prodotti (es. tinte per i capelli e smalti per unghie) non tecnicamente formulabili secondo i disciplinari esistenti: poche eccezioni scelte perché si avvicinano il più possibile agli standard di certificazione; • prodotti certificabili ma non certificati perché contengono materie prime biologiche la cui disponibilità limitata non garantisce di poter disporre, per tutto l’anno, di un prodotto certificato. Per tale ragione, i produttori hanno scelto di non certificare i loro prodotti, anche se rispettano i requisiti previsti dai disciplinari.

i nostri consigli

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1 Valverbe Tisana drenante Una tisana a base di spirea, coriandolo, pilosella, foglie di frassino e foglie di betulla. L’azione combinata di queste piante favorisce un fisiologico effetto drenante. 2 Esprit Equo Linea Pura. Mousse detergente viso Morbida e vellutata, questa mousse a base di acqua di rosa damascena e succo di aloe permette di rimuovere con delicatezza impurità e tracce di trucco; i tensioattivi di origine naturale, a base di zuccheri, favoriscono una detersione delicata grazie al pH fisiologico che minimizza il rischio d’irritazione. Grazie alla betaina e all’arginina, inoltre, protegge la pelle in modo naturale. 3 Weleda Olio cellulite alla Betulla Le manifestazioni della cellulite, note come pelle a buccia d’arancia, influiscono spesso sul benessere generale delle donne. L’olio cellulite alla Betulla, grazie alle sue sostanze attive combinate a preziosi oli vegetali, riesce ad

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agire sugli inestetismi della cellulite, esercitando un’intensa azione rassodante e levigante sulla pelle che appare più elastica, compatta e tonica. 4 Victor Philippe Marsiglia. Detergente intimo Victor Philippe propone una linea di detergenti dal profumo di sapone di Marsiglia. Il detergente intimo è l’ideale per l’igiene quotidiana: agisce rispettando il naturale equilibrio fisiologico della pelle (pH 5 – 5,5) e donando una gradevole sensazione di freschezza. 5 Weleda Visiodoron Malva® Collirio monodose che idrata e lenisce occhi secchi e irritati. Lo ialuronato di sodio, non OGM, stabilizza il film lacrimale mentre l’estratto di fiori di malva silvestre da coltivazione biologica idrata. Senza conservanti, può essere utilizzato per lunghi periodi. Visiodoron Malva® è un dispositivo medico CE0483. Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni per l’uso. Aut. del 30/05/2014.

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il valore della qualità di Roberto Pinton

consigli dal mondo bio

etichette: nuove regole LA SPIGA BIO

ANTICO MOLINO ROSSO

Ravioriselli mozzarisella e zucchine

Aida: miscele per pane, pizza e dolci

Dalla combinazione di una pasta di semola di grano duro Cappelli con un ripieno a base di zucchine e MozzaRisella, nascono i Ravioriselli. Vi permetteranno di preparare in poco tempo un gustoso primo piatto: perché sono facili e veloci da preparare.

Riscoprite il piacere del pane, della pizza e dei dolci fatti in casa con le miscele Aida: Aida pane, con malto d’orzo; Aida pizza, con lievito di pasta madre di frumento, e Aida dolci con amido di frumento che rende i dolci più soffici e gustosi.

PASANDA

Paneer, formaggio senza caglio

AMICUCINA Molto usato nella cucina dell’Asia del sud, viene prodotto senza utilizzare il caglio come agente coagulante, caratteristica che lo rende indicato anche per i latto-vegetariani. Grazie alla sua consistenza ferma, si può tagliare a cubetti, friggere oppure grigliare.

pasta sfoglia fresca Delicata, friabile e pratica da utilizzare grazie alla forma rotonda e alla carta da forno compresa nella confezione, è perfetta per preparare tantissime ricette: torte salate, salatini e strudel. Liberate la vostra creatività e sperimentate nuovi sapori.

Dal 13 dicembre 2014 in tutta l’Unione europea si applica il regolamento n. 1169/2011, che cambia le regole sulle etichette, per garantire ai consumatori informazioni più chiare, più complete e accurate sugli alimenti, per scegliere meglio ciò che mangiamo. Tra le modifiche: • migliorata la leggibilità delle diciture (almeno 1,2 mm di altezza dei caratteri); • segnalazione chiara in etichetta degli allergeni (soia, glutine, latte, frutta a guscio, ecc.), con un carattere evidente per stile o colore (in genere si usa il grassetto); • informazioni sugli allergeni obbligatorie anche per i prodotti sfusi e per quelli somministrati in ristoranti e bar (in Italia le norme di attuazione sono in preparazione); • dal 13 dicembre 2016 tabella nutrizionale per quasi tutti i prodotti confezionati

(si può inserire anche prima, su un format preciso); • origine delle carni fresche di suini, ovini, caprini e pollame; • segnalazione tra gli ingredienti degli eventuali nanomateriali ingegnerizzati; • origine di oli e grassi (non basta più l’indicazione “oli vegetali”, va specificato se è di olio di semi di mais, olio di palma ecc.). • origine degli ingredienti (o almeno di quello principale), ma in base a norme non ancora fissate; • data di congelamento di carne e pesce; • indicazione chiara dei prodotti scongelati; • indicazione della ricomposizione di carne o pesce (per i prodotti che sembrano fatti in un unico pezzo, ma son frutto dell’unione di diverse parti grazie ad additivi). Gli obblighi valgono anche per le vendite a distanza (on line o su catalogo: la descrizione

del prodotto deve comprendere tutte le informazioni obbligatorie). I prodotti già etichettati ai sensi della vecchia normativa possono essere venduti fino a esaurimento. Sono automaticamente annullate tutte le norme nazionali in contrasto con il regolamento; decade, quindi, l’obbligo (che peraltro c’era solo in Italia) di indicare la sede dello stabilimento di produzione, che pure è possibile continuare a indicare, a titolo volontario. Qualche organizzazione ha protestato, ritenendo l’informazione utile per la trasparenza e chiedendo che rimanesse. L’Unione europea, però, sembra considerarla inutile: la tesi è che se un’azienda di Verona si fa produrre dei biscotti a Treviso piuttosto che a Milano, rimane lei e solo lei la responsabile del prodotto, ovunque sia stato realizzato, tanto più che le norme tecniche e igienico sanitarie sono uguali in tutta la UE. Non cambiano le norme per l’etichetta bio: marchio europeo, indicazione dell’origine UE o extra UE degli ingredienti, codici di azienda e organismo di controllo. ndr. “EcorNaturaSì, per i prodotti a marchio: Ecor, Più Bene, Alimenti Ritrovati, Le Terre di Ecor, NaturaSì, Città del Sole e Baule Volante, sceglie di continuare a indicare il nome del produttore o lo stabilimento di produzione per coerenza con i propri valori e trasparenza verso i consumatori”.

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Salumi Biologici Italiani ECOR

FATTORIA DI ROMIGNANO

ravioli ai funghi porcini

Chianti DOCG senza solfiti aggiunti Nature

Caratterizzati dall’inconfondibile sapore dei funghi porcini, questi ravioli sono l’ideale per chi ha poco tempo, ma vuole portare in tavola un piatto gustoso e ricercato: cuociono, infatti, in soli 2 minuti e vengono esaltati anche da un semplice filo di buon olio extravergine d’oliva.

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Ottenuto da uve Sangiovese e Merlot, è un vino di colore rosso rubino molto intenso, tendente al nero, che si abbina perfettamente con piatti ricchi, carni rosse, arrosti e formaggi mediamente stagionati. Si consiglia di servirlo a 16-18 °C.

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il gesto quotidiano di Riccardo Astolfi

non mangiare i semi di mela! Da bambino quando mangiavo una bella mela biologica per merenda, mia nonna era solita scherzare “non mangiare i semi di mela che ti cresce un albero nella pancia!”. E io mi immaginavo quel seme germogliare, quel germoglio uscire dal mio ombelico e, come un piccolo fagiolo magico, salire in cielo al castello del gigante. Ripensandoci ora, dopo ormai parecchi anni, c’era qualcosa di vero in quell’immagine. (No, bambini, non vi sto dicendo di mangiare i semi di mela!). Anche noi uomini, infatti, possiamo essere

seminati! Siamo terra, humus, orto, campo, e dobbiamo essere uno spazio accogliente per tanti e diversi semi: il luogo migliore dove poter dare vita a nuovi germogli di idee, a nuove passioni, a nuove esperienze. Questi semi sono i nostri desideri, le nostre aspirazioni, i nostri nuovi e buoni propositi, i nostri sorrisi e slanci verso il futuro: è una meravigliosa biodiversità da proteggere, valorizzare e tramandare anno dopo anno, vita dopo vita. Come ogni buon agricoltore biologico prepara il terreno dopo il lungo riposo invernale

i trattamenti degli alveari. Per contrastare la varroa possono essere necessari anche più trattamenti all’anno; in apicoltura convenzionale la si combatte con diverse sostanze acaricide, come il coumaphos o il fluvalinate; si tratta di molecole che vengono assorbite dalla cera e, di conseguenza, si trasferiscono al miele. Nel biologico e nel biodinamico, invece, si impiegano mentolo, timolo, eucaliptolo, canfora; possono essere usati anche innocui acidi inorganici (acido formico, acido lattico, acido acetico, acido ossalico) che non lasciano residui né nella cera né nel miele.

per accogliere al meglio nuove piante, anche noi, per seminarci di nuove idee e propositi per il nuovo anno, non possiamo prescindere dall’aver preparato un buon terreno: aver aperto la nostra mente, illuminato il nostro spirito, fatto nido il nostro corpo. Non c’è nulla di più difficile che far crescere un orto sui detriti. Per questo prima di aggiungere nuovi semi dobbiamo fare spazio dentro di noi: da un lato disintossicarci dalle scorie di un anno di lavoro, dall’altro rendere vivo e vitale il terreno che accoglierà questi progetti. È primavera: è un periodo di rinascita, dell’allungamento delle giornate, del ritorno prepotente del sole e dei primi caldi dopo il lungo freddo e riposo dell’inverno appena trascorso. È primavera, è tempo di seminare il nostro orto sul balcone, piccolo, ma significativo ultimo baluardo di biodiversità, di autarchia, di sovranità alimentare in un sistema dove tutto dev’essere comprato. È primavera e, come in ogni momento di cambiamento, fioriscono nuove idee, nuovi progetti, nuovi desideri: è tempo di seminare le nostre vite. Vi auguro che il vostro terreno sia vitale e i vostri semi possano germogliare felici.

L’alimentazione Il regolamento bio prevede che, alla fine della stagione produttiva, vengano lasciate negli alveari scorte di miele e polline sufficienti per superare il periodo invernale. Solo in caso di necessità (in autunno o all’inizio della primavera, se tardano le fioriture), e comunque non a ridosso dei periodi di fioritura, è possibile integrare l’alimentazione degli alveari con miele, zucchero o sciroppi di zucchero biologici.

attività naturali

il miele biologico: per il benessere delle api

Pionieri nel biologico dal 1974

Di vetta in vetta

www.rapunzel.de

Michael Gebert

l’atleta ha attraversato per quattro volte le Alpi a piedi e con il parapendio. Michael Gebert aveva nello zaino le barrette alla frutta Rapunzel. Per maggiori informazioni www.rapunzel.de/it

Wir machen Bio o aus Liebe Liebe. 26

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Tra le produzioni zootecniche biologiche e biodinamiche, negli ultimi anni si va diffondendo sempre di più l’apicoltura che, come indica anche il primo regolamento europeo sull’allevamento biologico, è “un’attività importante che contribuisce alla protezione dell’ambiente e alla produzione agroforestale attraverso l’azione pronuba delle api”. Infatti l’ape, oltre a essere una sentinella dell’ambiente in cui vive, ha una fondamentale funzione sociale, che è quella di contribuire all’impollinazione dei fiori e alla loro fruttificazione. Negli ultimi anni, la sopravvivenza di questo importante insetto è stata minacciata dai suoi naturali nemici (in primis la varroa, un acaro che parassitizza la covata e l’ape adulta), ma anche dallo scriteriato modo di coltivare dell’uomo. Le molecole sempre più tossiche che vengono disperse nell’aria durante la preparazione delle sementi e il trattamento delle colture provocano, infatti,

grossi problemi di spopolamento all’interno degli alveari. L’apiario L’apiario è il luogo in cui posizionare gli alveari per la produzione di miele. Nel disciplinare biologico sono previste precise regole per una collocazione ottimale: deve essere posto in modo tale che nel raggio di tre chilometri le fonti di nettare e polline siano costituite essenzialmente da coltivazioni biologiche o di basso impatto ambientale e/o da flora spontanea. È un buon margine per tutelare la sopravvivenza dell’alveare e la salute dell’ape e le consente, inoltre, di trovare buon nettare senza allontanarsi eccessivamente dalla propria “casa”.

In sintesi: • La logica della massima produttività che impera nel mondo agricolo viene applicata anche nell’allevamento convenzionale delle api. • Negli allevamenti convenzionali non vengono tenute in considerazione le esigenze fisiologiche degli animali, che sono più esposti alle malattie e ai disagi dovuti alla limitazione degli spazi vitali. • L’allevamento biologico risponde alle richieste proprie di ciascuna specie: la sua attenzione particolare alla salute degli animali favorisce, di riflesso, anche a quella delle persone. • Legame con il territorio, benessere animale, alimentazione biologica o biodinamica sono i cardini dell’allevamento bio. di Marcello Volanti tratto da il terzo quaderno di Valore Alimentare Viaggio all’origine del cibo per un’alimentazione di qualità.

valore alimentare i quaderni

viaggio all’origine del cibo per un’alimentazione di qualità

Autori 7ari

Scopri Viaggio all’origine del cibo per un’alimentazione di qualità, il terzo quaderno di Valore Alimentare, nei negozi Cuorebio.

I trattamenti Chi sceglie l’apicoltura biologica e biodinamica non può utilizzare molecole di sintesi per cuorebio magazine

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l’angolo dei più piccoli alcune suggestive immagini di Cuba

leprotto in pannolenci Occorrente • pannolenci (feltro) o altro tessuto colorato, 14x18 cm, marrone o beige • feltro rosa (per le orecchie) • lana da imbottitura (o cotone idrofilo) • 2 perle nere • lana da ferri sottile per la codina • filo tipo moulinè marrone

Que viva Cuba

In questo numero diamo la parola a COSPE che, insieme a Planet Viaggi Responsabili, organizza questo itinerario alla scoperta del vero volto di Cuba. Nell’ultimo anno a Cuba le cose stanno cambiando velocemente e molto più di quanto non sia successo negli ultimi 50 anni. L’avvicendarsi al governo dei fratelli Castro, le aperture economiche e politiche, le nuove leggi sull’immigrazione e i viaggi per i cubani, e, ultimo in ordine d’arrivo, lo storico discorso di Barak Obama che dal dicembre scorso ha dato nuove speranze alla fine delle ostilità tra i due Paesi… tutte cose che trasformeranno Cuba e, soprattutto, che cambieranno i flussi turistici verso l’isola. COSPE, presente a Cuba da oltre 15 anni con progetti di cooperazione internazionale, nei prossimi mesi organizza con Planet Viaggi Responsabili un 28

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viaggio nell’isola più famosa dei Caraibi in un momento storico davvero unico e con un punto di vista privilegiato: quello di chi da anni vive e lavora a Cuba a contatto con le persone. La possibilità di viaggiare responsabili con questo connubio trasforma un semplice viaggio turistico in un vero viaggio di conoscenza e scambio, fuori da stereotipi folkloristici (sigari, salsa e spiagge) e dai rischi del turismo in serie. Diventa un modo per arricchirsi e conoscere luoghi e contesti che rimarrebbero fuori dalle rotte consuete dei tour operator. Oltre alle bellezze storiche e naturalistiche dell’isola, le spiagge, il mare e gli splendidi “cayos”, le città coloniali come Trinidad e le strade habaneras, l’itinerario di Planet Viaggi vi porterà anche a partecipare a esperienze inedite come le “canturias” degli improvvisatori della provincia di Mayabeque, veri e propri festival della cultura contadina e

corpo

della poesia in decima, in cui poeti e musicisti si sfidano a duello a colpi di versi, vi porterà nelle “fincas” di Sancti Espirutu dove gli agricoltori sperimentano la permacultura, vi farà arrivare in alcune piccole comunità del centro del Paese dove sarà possibile visitare le piantagioni di tabacco, e infine a Viñales dove tra grotte e graffiti murali, sarà possibile sperimentare esperienze agro-ecologiche delle fattorie locali e mangiare il tipico cibo “criollo”. Quindici giorni che uniscono impegno e divertimento e che permetteranno ai viaggiatori di vedere quanto si sta facendo per accompagnare i processi di trasformazione in atto, un’occasione di conoscenza di sé e dell’altro, dei luoghi, della cultura, della storia di un altro Paese.

tagliare 2 volte

PER INFORMAZIONI: tel. 045 8342630 / 045 8948363 email: viaggiresponsabili@planetviaggi.it www.planetviaggi.it per vedere tutti i progetti COSPE a Cuba: www.cospe.org

apertura per imbottiture

parte inferiore

Le prossime partenze: 28 marzo – 12 aprile 24 aprile – 9 maggio con accompagnatore 23 maggio – 7 giugno 20 giugno – 5 luglio 18 luglio – 2 agosto

tagliare 1 volta

orecchio tagliare 2 volte – marrone tagliare due volte – rosa

parte intermedia testa tagliare 1 volta consigli per i viaggi

turismo alternativo

Procedimento Sovrapponete due ritagli di pannolenci e ritagliateli lungo il tratteggio, seguendo il modello. Cucite le parti del corpo a punto festone, partendo dall’apertura per l’imbottitura e risalendo per il dorso fino al collo. Cucite poi il pezzo in mezzo tra le parti della testa. Chiudete la cucitura sopra il mento fino all’altezza del petto e la parte inferiore del corpo. Imbottite il leprotto con la lana e chiudete quindi anche l’ultima apertura. Si mette ora la parte marrone dell’orecchio e la parte rosa una sull’altra e si orla con punto festone, lasciando il lato inferiore aperto. Si piega un po’ l’orecchio per la lunghezza, per far rimanere la parte rosa all’interno, congiungendo i due lembi dell’orecchio con tre punti festone, poi si cuce alla testa. Il resto del filo non si taglia, ma si fa passare fino all’attaccatura dell’altro orecchio, per fissarlo. Poi, sempre con lo stesso filo, si fissa la perla per il primo occhio, si passa alla posizione del secondo occhio e si fissa la seconda perla, e da qui si va al primo orecchio, tirando bene il filo, in modo che le perle restino ben salde alla stoffa. Infine si ferma il filo alla base del primo orecchio. Volendo, utilizzando la seta da ricamo, potete realizzare i baffi del coniglio. Infine, utilizzando della lana, farete un piccolissimo pompon, il codino del coniglietto, che andrà cucito nella parte posteriore.

Buon lavoro dal gruppo lavori manuali della scuola Waldorf di Verona

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angolo delle buone pratiche

la ricetta

notizie dalla Fattoria Di Vaira

timballo di tofu Ingredienti 400 g di tofu naturale, 400 g di asparagi puliti, aglio, erbe aromatiche e spezie, salsa di soia, olio e sale.

un giorno da vegetariani I nostri comportamenti quotidiani influenzano il nostro impatto ambientale: non è solo il caso di buone abitudini come la raccolta differenziata, il riciclo dei materiali, spegnere la luce quando non necessaria, limitando così i consumi energetici, o chiudere il rubinetto per non sprecare acqua. Anche le nostre scelte alimentari ci aiutano a ridurre la nostra impronta sull’ambiente. Ecco perché, in questo numero, abbiamo pensato di proporvi un menù e una lista della spesa per provare una giornata da vegetariani. Curiosi di provare? Colazione • 125 ml di latte di mucca o bevanda vegetale • 2-3 fette biscottate con 2 cucchiai di una composta 100% frutta 30

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• 4 fragole Spuntino mattutino • 12 mandorle • 10 ciliegie Pranzo • 150 g di insalata con 3 fragole e limone • 120 g di timballo di tofu con 100 g di asparagi • 4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva Spuntino pomeridiano • 50 g di grissini integrali e 1 barretta di frutta secca Cena • 200 g di insalata • 60 g di penne integrali di farro con 100 g di verdure spadellate (cicoria e coste) e ceci • 2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva

Procedimento Pulire gli asparagi, pelare i gambi e rimuovere la parte più legnosa, quindi cuocerli a vapore. Trasferire gli asparagi cotti in una ciotola, tagliarli grossolanamente a pezzetti e condirli con olio e sale. Tagliare il tofu a cubetti, metterlo in un pentolino coperto di acqua e portarlo a bollore. Quando bolle, spegnere il fuoco e scolare il tofu, trasferendolo poi in un contenitore. Aggiungere l’aglio pelato e schiacciato, un po’ di salsa di soia, erbe aromatiche secche o fresche (es: rosmarino, salvia, timo, prezzemolo, erba cipollina, menta, dragoncello, maggiorana, origano…) spezie (es: cumino indiano, curcuma, noce moscata, curry, peperoncino, zenzero, pepe…) sale e poco olio. Frullare il tutto con il frullatore a immersione fino a ottenere una crema densa della consistenza della ricotta. Se necessario aggiungere un po’ d’acqua, mantenendo comunque la cremosità. Trasferire la crema di tofu nella terrina con gli asparagi mescolare bene in modo da ottenere un composto omogeneo. Ungere una pirofila con poco olio e trasferirvi l’impasto preparato. Livellarlo bene con un cucchiaio e cuocerlo in forno caldo a 180° per 20-25 minuti fino a quando sarà dorato sulla superficie.

Lista della spesa • Latte intero • Fette biscottate integrali • Composta 100% frutta • Fragole • Mandorle sgusciate • Ciliegie • Insalata gentile • Limone • Tofu naturale • Asparagi • Olio extravergine d’oliva • Grissini integrali • 1 barretta di frutta secca • Penne integrali di farro • Ceci • Cicoria e coste

il rispetto degli animali: un presupposto fondamentale “Come l’anima dell’uomo sta attraversando un’epoca di profonda trasformazione così è anche per il mondo degli animali. L’uomo si trova così di fronte a due possibilità: contribuire a questo passaggio evolutivo aiutando l’animale, oppure contrapporsi di fatto praticando un rapporto di sfruttamento e di snaturamento. Così facendo egli però arreca danno alla sua anima”. (Rudolf Steiner) Un buon biologico e un buon biodinamico non possono prescindere dall’attenzione nei confronti degli animali. Come testimonia l’allevamento biodinamico di vacche da latte della Fattoria Di Vaira, del quale abbiamo parlato con Nicola Zara, veterinario e con Fabrizio Durante, capostalla.

Fabrizio Durante Fabrizio è il capostalla della Di Vaira dal 2012, ma degli animali della fattoria si è sempre occupato. Il suo rapporto con loro è istintivo, perché “quello che serve nell’allevamento biologico e biodinamico è l’attenzione, l’avere occhio per gli animali. Non sono aspetti disciplinati da regole, ma dal nostro istinto, sempre nel rispetto di questi bellissimi esseri viventi”. Come inizia la tua giornata? Inizio alle 3 del mattino, con l’alimentazione e la pulizia della stalla: le vacche sono animali mattutini, amano mangiare presto e poi riposare. Per questo, dopo aver pulito le mangiatoie, distribuisco le farine. Mentre manze e

vacche in asciutta mangiano, pulisco anche le mangiatoie delle vacche in lattazione che in quel momento sono in mungitura. Una volta munte, le vacche troveranno il fieno pronto e distribuito proprio nel momento in cui ne avranno maggior bisogno. Cerco di fare tutto tenendo sempre d’occhio le vacche: osservare e capire come stanno è fondamentale. In che cosa consiste il tuo lavoro? Gestire una stalla di vacche da latte significa averne cura per tutta la loro vita: preoccuparsi della loro alimentazione, supervisionando la raccolta dei fieni, occuparsi della loro igiene e di quella della stalla, tenere d’occhio il loro benessere e la loro salute, pianificare la gestione sin dalla nascita, con riguardo alla crescita, alla fertilità, alle fecondazioni, ai parti, fino alla loro uscita dalla stalla, collaborando con il veterinario. La salute degli animali è importantissima: se li rispettiamo, essi rispettano noi. La qualità del latte e del letame dipende dalla loro buona salute. Nicola Zara Nicola Zara è un veterinario omeopata: 8 anni fa, quando per ragioni lavorative legate proprio alla Di Vaira, che in quel periodo stava passando dal convenzionale al biodinamico, ha conosciuto l’omeopatia, dentro di lui è scattata una molla che lo ho portato a sposare cuorebio magazine

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sempre di più questa causa. Successivamente, dopo un corso di antroposofia seguito in Trentino, è scattata una seconda molla che l’ha portato ad avvicinarsi alla medicina antroposofica. Ma, in questo caso, “la strada è ancora lunga. Ho appena iniziato questo percorso, sono come un bambino dell’asilo” spiega. Come definiresti, in modo semplice, l’allevamento biologico e biodinamico? E quali sono le peculiarità dell’allevamento biodinamico? Nell’allevamento biodinamico tutto è fondato sul rispetto degli animali, un po’ come facevano i nostri nonni, se mi è permesso fare questo paragone. Per loro gli animali avevano un ruolo molto importante: non erano visti solo come una fonte di reddito, ma come delle presenze con le quali convivere. La gestione degli animali, quindi, è molto diversa, non solo per il veterinario, ma anche per il capostalla: cambia proprio la relazione che si instaura. Inoltre, per citare alcuni esempi, gli animali hanno a disposizione spazi più ampi, come previsto dalle normative sul biologico, e i vitelli vengono svezzati con il latte naturale delle vacche, non con il latte in polvere. Rispetto al biologico, l’allevamento biodinamico è più restrittivo, ci sono regole più rigide, come per esempio il divieto di tagliare le cor-

na alle vacche. Nel biodinamico tutto fa parte di un ciclo e quindi la stalla fa proprio parte dell’organismo vivente dell’azienda. In caso di malattia, come vi comportate alla Fattoria Di Vaira? Cosa prevede il regolamento? Nel caso di malattia degli animali si ricorre prevalentemente alla medicina omeopatica, si cerca di non ricorrere agli antibiotici, ma di trovare altre strade. Nel caso questi si rendessero assolutamente necessari il regolamento prevede un tempo di sospensione più lungo: per esempio, prima di usare il latte di vacche cui è stato necessario somministrare penicillina, nel convenzionale si aspettano 20 giorni, ma nel biologico questo termine è raddoppiato. I farmaci abituali, però, servono assai di rado; l’omeopatia funziona e i suoi rimedi possono davvero essere utilizzati in modo efficace, l’importante è provarci sul serio. La strada vincente è il rapporto diretto con l’azienda. Il veterinario omeopata deve viverla quotidianamente perché non esiste una ricetta già fatta che va sempre bene: anch’io spesso devo cambiare rimedio perché quello che oggi va bene, domani non funziona. Non c’è nulla di fisso, proprio come accade nella vita.

La ricetta di Maria: sformatini di quinoa e zucchine con crema di ricotta alla menta Cuocere la quinoa come riportato sulla confezione; intanto tagliare a tocchetti le zucchine e saltarle in padella con un po’ di ghee, sale, pepe e qualche foglia di menta e basilico fino a che siano tenere ma non sfatte. Quindi unirle alla quinoa tiepida e riempire con il composto degli stampini oleati, pressando bene. A parte frullare della ricotta Di Vaira con un goccio di latte, sale, pepe e foglie di menta sminuzzate, quindi stendere un po’ del composto nei piatti e sformarci sopra la quinoa con le zucchine, condire con un filo d’olio a crudo e guarnire con altra menta. Servire tiepido. A piacere, le zucchine si possono sostituire con i piselli freschi. www.fattoriadivaira.it

consigli dal mondo bio NATURAL FOOD

TAIFUN

Veg Burger: preparato per polpette vegetali e per burger farro e avena Due preparati che vi consentiranno di preparare in casa polpette e burger vegetali. Basta seguire le istruzioni riportate sulla confezione e il gioco è fatto. Questa sera cosa preferite? Le polpette oppure i burger farro e avena?

tofu vellutato Kinugoshi Tra le varie tipologie di tofu, il Kinugoshi è quello più vellutato, dalla consistenza simile a quella di un budino e dal gusto delicato. È un ingrediente versatile che si presta a tanti utilizzi diversi, dalle zuppe fino ai dessert.

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passata e polpa di pomodoro e sugo di pomodoro con basilico

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uova di Pasqua Per queste uova di Pasqua, avvolte in pregiati teli in carta seta, si utilizzano il cacao e lo zucchero di canna coltivati da gruppi di produttori del Commercio equo solidale del Paraguay e della Repubblica dominicana. E all’interno, preziose sorprese fatte a mano.

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patè di pomodori secchi e di olive verdi Due gustosi patè ideali da utilizzare come condimento per la pasta, ma anche per preparare stuzzicanti tartine da servire come antipasto. Il primo è preparato con pomodori secchi, il secondo con olive verdi: voi quale preferite?

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I nostri pomodori maturano al sole dell’Emilia Romagna, nella valle del Mezzano. Coltiviamo le varietà Coimba, Ercole e altre di eccellente sapore. Facciamo passare non più di 8 ore dalla raccolta al confezionamento.

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pasta colorata pomodoro e spinaci Dedicati ai più piccoli, ma squisiti per tutta la famiglia. I nuovi divertenti formati di pasta - Avventura, Giramondo e Orsetti - sono alimenti di indiscussa qualità, prodotti con semola di grano duro coltivato in Italia, trafilati al bronzo ed essiccati a bassa temperatura, secondo la migliore tradizione del nostro Paese.

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oggi leggiamo...

Prima edizione

dal 12 ottobre 2014 al 12 gennaio 2015

Risparmiare con la cucina bio

Facciamo il pane

La terra è la mia preghiera

DI MICHAEL POLLAN

DI CARLA BARZANÒ

DI ANNALISA DE LUCA

DI MASSIMO ORLANDI

Adelphi

Tecniche Nuove

Terra Nuova Edizioni

Emi Editore

Dopo “Il dilemma dell’onnivoro” e “In difesa del cibo”, il nuovo libro di Michael Pollan è un viaggio sulle piste dei quattro elementi con cui cuciniamo: l’acqua, l’aria, la terra e il fuoco. Dal barbecue del North Carolina, leggendario in tutti gli Stati Uniti, al grande fornaio che con aria e acqua trasforma il grano in pane fino a germi e batteri che rendono possibile la fermentazione.

Oltre cento ricette ed esempi di menù stagionali in questo libro che offre anche tanti consigli per orientare ogni giorno le proprie scelte alimentari, nel rispetto della salute e dell’ambiente. Mettendo in pratica alcuni piccoli accorgimenti si può risparmiare tempo e denaro, mantenendosi anche in forma e riscoprendo il piacere del cibo.

Frutto della grande esperienza dell’autrice nella preparazione del pane a lievitazione naturale, è un libro arricchito da illustrazioni a colori, rivolto a tutti coloro che desiderano panificare in casa: offre le risposte alle domande più frequenti, mostra i diversi passaggi e svela i trucchi del mestiere, proponendo oltre 50 ricette, dalle più classiche fino alle più speciali.

Il giornalista Massimo Orlandi racconta la vita di Gino Girolomoni, uno dei pionieri del biologico, la storia di un ritorno alla terra e al lavoro agricolo come contatto vivo e vivificante con il creato. Dalla rinascita del monastero abbandonato di Montebello alla fondazione di “Alce Nero”, prima cooperativa agricola biologica in Italia fino alla più recente lotta contro gli Ogm.

Com’è andata? 4

564

Aziende agricole

Zolle adottate

497

282mila

biologiche e biodinamiche

messaggio promozional-letterario

Cotto. Storia naturale della trasformazione

Persone coinvolte

mq2 terreni coltivati

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naturalmente biologico Piazzale Giacobbe Bustaffa, 1

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