NOVEMBRE/DICEMBRE 2013 storie del mondo bio
per un’agricoltura sana e indipendente
cuorebio magazine
Azienda Agricola in trasparenza
Fattoria Di Vaira
terapie naturali
l’osteopatia attualità
la cura della salute e la medicina antroposofica
contie l‘opusc ne o lo
riso
sommario 3
editoriale
il nostro respiro vitale 5
14 storie del mondo bio
per un’agricoltura sana e indipendente
12 mesi di trasparenza
la sfida biodinamica della Di Vaira 9
12 il lunario di cuorebio
dall’orto con amore
la zucca 10 la qualità risponde 11 azienda del mese
Villa Lanfranca: aceto per tradizione
16 oggi in cucina
Stelle di Natale 18
Patto per la Terra
20 salute e benessere
inverno e difese immunitarie 23 il valore della qualità
pubblicità leale
24 il gesto quotidiano
contiamoci 25 angolo delle buone pratiche
inverno: riduciamo i consumi e gli sprechi 26 turismo sostenibile
un modo diverso per festeggiare l’anno nuovo 27 l’angolo dei più piccoli
gnomo di Natale
28 terapie naturali
l’osteopatia 29 attualità
la cura della salute e la medicina antroposofica 32 oggi leggiamo... 33 l’angolo del giardino
il cumulo: dalla teoria alla pratica 34 vivere ad impatto quasi zero
la storia di Graziella Fanti Ra
cuorebio magazine Pubblicazione gratuita per i clienti Cuorebio
editoriale
news
il nostro respiro vitale
opuscolo riso
Art Direction www.metalli-lindberg.com Impaginazione Ecocomunicazione.it
Ecomondo
Cuorebio è amico dell’ambiente Per il MAGAZINE utilizziamo inchiostri vegetali e carta Lenza Top Super riciclata 100%
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Questo è il momento in cui, qualunque sia il suo ruolo, un uomo deve fare quello che è giusto e non quello che gli conviene. Tiziano Terzani
E questo è anche il momento dell’anno in cui forte si fa sentire il passaggio dall’espansione dell’estate, all’intimità dell’autunno e dell’inverno. Le giornate sono più corte da vivere, viene buio presto, le piante stesse e la natura intorno a noi si rivolgono verso un periodo di sonno, in attesa del risveglio primaverile. Noi ci prepariamo al Natale, soprattutto durante le settimane dell’Avvento, anche quest’anno cercando di recuperare un modo vero e autentico di celebrare le festività, con un atteggiamento più sobrio e consapevole, senza lasciarsi tentare da luccicanti e ostentati festeggiamenti. Anche nei negozi Cuorebio l’atmosfera si fa luminosa e calda. Ma con la moderazione di chi sceglie la semplicità per esprimere la bellezza, nonostante il periodo inviti a condividere con le persone care anche una tavola eccezionalmente imbandita. E in questo si fa ancora più importante la provenienza del cibo che utilizziamo per preparare il menù delle feste, il lavoro e la fatica di chi ne ha avuto cura per farlo arrivare sano e buono fino a noi. Così noi, anche in questo numero quasi natalizio, continuiamo a raccontarvi le storie 2
cuorebio magazine
Tornano gli opuscoli ideati da Ecor per far conoscere i propri prodotti a marchio. Scopri all’interno di questo Cuorebio Magazine quello dedicato al riso, con tante interessanti informazioni e ricette originali e gustose. Da staccare e conservare.
di coltivatori, allevatori e artigiani, per farvi arrivare puntualmente il loro instancabile impegno e la loro fatica. E non attraverso un’immagine fiabesca o “country” del produttore biologico, ma parlando di vite semplici e oneste, di lavoratori che, nonostante le mille difficoltà economiche e la durezza del momento, continuano a credere in un’agricoltura che rispetti la Natura, non inquini l’ambiente e conservi la fertilità della Terra. Vorremmo continuare a condividere pensieri concreti e fiduciosi, rivolti a scenari e stili di vita più consapevoli che non necessariamente saranno peggiori, ma sicuramente diversi. Magari attraverso una spesa quotidiana più attenta, imparando a “fare da sé in casa” (pane, yogurt, germogli ecc), e comperando ciò che ci serve veramente per non buttare via l’eccesso oramai scaduto. In questo modo riusciremo a recuperare il senso della sacralità del cibo e della sua provenienza, condividendone il valore con l’agricoltore che lo produce. L’augurio per tutti è, perciò, quello di continuare ad andare avanti apprezzando quello che abbiamo (che non è poco), dedicandoci ad attività che fanno crescere anche spiritualmente, ritagliandoci momenti di una serenità semplice e dignitosa senza perdere il contatto con il nostro respiro vitale: la natura che ci circonda. Perché solo così, possiamo rispettare e proteggere la Vita.
Dal 6 al 9 novembre torna a Rimini ECOMONDO, la 17° Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile, importante evento per la valorizzazione e il riuso dei materiali e per la Green Economy. Tra le aree di interesse per l’edizione 2013 troviamo, ad esempio, caratterizzazione, gestione, riciclo e valorizzazione dei rifiuti, città sostenibili, monitoraggio e bonifica di siti, suoli e sedimenti contaminati. Per ulteriori informazioni sulla manifestazione visita il sito www.ecomondo.com
settimana del baratto Volete trascorrere una vacanza diversa? Volete sperimentare il baratto? Lo potete fare dal 18 al 24 novembre in occasione della quinta settimana del baratto. Visitando il sito www.bed-and-breakfast.it potrete scoprire i bed and breakfast che aderiranno all’iniziativa barattando un soggiorno in cambio di beni e servizi, come servizi fotografici o piccoli lavori di manutenzione delle strutture. Per ulteriori informazioni www.settimanadelbaratto.it
bazar di Natale Scopri sul sito www.rudolfsteiner.it qual è la scuola Waldorf più vicina a te e le date del tradizionale bazar di Natale. Potrai scoprire giochi e oggetti in materiale naturale e vedere il risultato del lavoro di genitori e allievi: corone d’avvento, bambole di stoffa, dipinti, sculture, ricami e tanto altro ancora.
Lo staff di Cuorebio cuorebio magazine
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12 mesi di trasparenza
la sfida biodinamica della Di Vaira Il primo obiettivo è ripristinare la fertilità della terra, secondo gli insegnamenti di Rudolf Steiner, mantenendo in equilibrio tutte le componenti dell’azienda agricola - terra, piante, animali e uomo
È una sfida tosta, quella che si gioca alla Fattoria biodinamica Di Vaira, sulle colline del Molise: rilanciare un’antica azienda agricola con un progetto-pilota che prevede di farne anche un luogo di incontro, di cultura e di sperimentazione. Sono 530 ettari tra vigneti, oliveto, coltivazioni miste, stalla di vacche da latte e capre, probabilmente la più grande azienda agricola del Molise, incastonata sulle colline a pochi chilometri dal mare - quindi con un microclima unico - nel comune di Petacciato, in provincia di Campobasso. Certo, una volta che uno è arrivato in questi luoghi, che ha incontrato la loro bellezza unica, è difficile non farsi imprigionare da questo progetto per farlo diventare, con fatica, tenacia e passione, una realtà. È stato così anche per Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì, la prima volta che ha visitato la fattoria. Era il 2007 e la 4
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tenuta era allora gestita dalla proprietà, un ente di beneficienza presieduto per statuto dal vescovo di Termoli-Larino, con lo scopo non solo di svolgervi l’attività agricola, ma anche di educare i giovani al lavoro in campagna. Già nel secolo scorso, in effetti, la Fattoria Di Vaira rappresentava uno dei più ammirati esempi di azienda agricola del Mezzogiorno: il suo fondatore, il cavalier Francesco Di Vaira, la gestì per decenni con grande lungimiranza e utilizzando tecniche d’avanguardia. Alla sua morte, fu la moglie a scegliere di istituire un ente benefico che ne proseguisse l’attività. L’ente Di Vaira portò avanti i suoi intenti fino al 2007, quando il consiglio decise di affidare l’azienda a una struttura esterna che ne rispettasse le finalità originarie. È stato allora che il destino ha incrociato la storia di Valter Desiderio, un agricoltore bio locale, con quella di EcorNaturaSì e di una rete di realtà vicine per valori e filosofia: Banca popolare etica, la Banca di credito cooperativo locale, alcuni negozi specializzati del settore biologico e semplici cittadini, tutti accomunati dalla volontà di prendere in gestione l’intera azienda e creare un vero e proprio organismo agricolo secondo i principi dell’agricoltura biodinamica. Fu da questa unità di intenti che nacque nel 2007 l’Opera società agricola biodinamica Di Vaira srl, una sfida favorita dalle condizioni ottimali che caratterizzavano la tenuta, che manteneva ancora un’impostazione tradizionale (che unisce allevamento e agricoltura),
non deturpata dall’indirizzo monocolturale e dall’uso esasperato della chimica, che nel frattempo aveva caratterizzato molte aziende di analoghe dimensioni. In cinque anni in tanti hanno contribuito a dar vita a un’azienda agricola dove coltivare, educare e sperimentare secondo la filosofia steineriana. Dal 2007 hanno così aderito al progetto - caratterizzato da un azionariato diffuso - numerose realtà rappresentative di tutti gli anelli della filiera, dal produttore, al distributore, al negoziante, al semplice consumatore di prodotti biologici che conoscendo questa esperienza si è convinto della sua valenza. Si è costruito così un patrimonio condiviso da tutti. A coordinare la Fattoria con tenacia e passione da un paio di anni c’è Paola Santi, dottore in agraria con più di 10 anni di esperienza nel settore del biologico. Accanto a lei, una squadra affiatata e ben nutrita. Ognuno con il suo compito: chi segue le capre, chi il vigneto, chi le piantagioni, chi le mucche, chi il caseificio, chi l’agriturismo, chi i macchinari e gli impianti, chi i cumuli e il letame. La Di Vaira dà oggi lavoro a una cinquantina di persone, più altre in periodi particolari di raccolta. “Questa esperienza ha solo 6 anni di vita e la situazione economica è ancora precaria. La non specializzazione produttiva spiega Paola - è la sua bellezza, ma rappresenta anche la maggior difficoltà nella gestione. L’azienda infatti è storica, ma anche obsoleta e necessita ancora di molti investimenti nei diversi settori in cui si compone la nostra atticuorebio magazine
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vità agricola. A spingerci avanti è l’idea di fare qualcosa per chi verrà dopo di noi”. Il primo obiettivo, infatti, è ripristinare la fertilità della terra, secondo gli insegnamenti di Rudolf Steiner, mantenendo in equilibrio tutte le componenti dell’azienda agricola - terra, piante, animali e uomo - e usando compost aziendale, preparati biodinamici, rotazioni e sovesci (l’interramento di apposite colture), con una minuziosa selezione delle sementi. La terra così non viene sfruttata e impoverita e le coltivazioni non hanno bisogno di essere “spinte” con sostanze chimiche. Fanno il resto il lavoro delle persone, il sole che scalda questi campi, il clima e il vento tipici di queste zone. I benefici, ovviamente, ricadono tutti sui prodotti di queste terre: la Di Vaira produce conserve, latticini, caprini, olio, miele, vino e ortaggi di ottima qualità.
cosa significa “12 mesi di trasparenza”? “12 mesi di trasparenza” è il nostro modo per raccontarti l’essenza del nostro lavoro, a sostegno dell’agricoltura biologica e biodinamica e a tutela dell’attività dei produttori, vero patrimonio culturale, da rispettare e valorizzare. Il giusto prezzo è quello che garantisce una remunerazione equa, senza costare alla natura e alla salute dell’uomo, in termini di inquinamento e spreco di risorse. E facciamo di più: potrai acquistare i prodotti selezionati in 12 mesi di trasparenza con il 10% di sconto.
Fattoria Di Vaira: percepiamo il “giusto prezzo” per il nostro lavoro ed è pari, nel caso del pomodoro, al 56,6% sul prezzo finale al consumatore.
26,4% 56,6% 17%
produttore trasporto, immagazzinamento e distribuzione punto vendita ed eventuali scarti
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cuorebio magazine
il giusto prezzo 12 mesi di trasparenza
alcune immagini della raccolta dei pomodori alla Fattoria di Vaira. Le foto di queste pagine e l’immagine di copertina sono di Colin Dutton
il pomodoro A Petacciato, quest’anno, le coltivazioni a pomodoro coprono circa 30 ettari. Vengono coltivati pomodori, pomodori da pelati, pomodorini e datterini. Il terreno è argilloso e non permette rese molto alte per ettaro: nell’agricoltura convenzionale si ricorre ai concimi chimici, ma alla Di Vaira da sei anni, quando è stata avviata la conversione all’agricoltura biodinamica, si è scelto di accompagnare e favorire in modo naturale i processi vitali del terreno. La produzione è di circa 400 quintali di pomodori per ettaro. Per un confronto, si pensi che nell’agricoltura convenzionale si arriva a 1.300, e anche l’agricoltura biologica in pianura può arrivare a 800 quintali per ettaro. La scelta di rinunciare a una produttività più spinta fa ovviamente parte della scelta del metodo di coltivazione biodinamico. Le risorse umane e la manodopera qui sono particolarmente preziose: è infatti necessario il lavoro dell’uomo per alcune operazioni supplementari, tipiche dell’agri-
coltura biodinamica: dal trapianto con il bagno in preparato 500 (detto cornoletame, a base di letame bovino), ai trattamenti biodinamici (oltre al bagno delle piantine, in campo si deve passare per almeno due volte il cornoletame e per almeno due il cornosilice; quest’ultimo è a base di quarzo macinato e agisce sulla fotosintesi per stimolare nelle piante una crescita equilibrata e per favorire una maturazione armoniosa dei frutti), alle sarchiature, fino alla zappatura manuale. I trapianti delle piantine vengono effettuati in primavera, mentre i pomodori maturi vengono raccolti - in parte a macchina e in parte manualmente - dalla fine di luglio ad agosto, seguendo l’andamento della stagione. Anche la difesa dagli insetti, dalle malattie e dalle muffe avviene secondo il metodo biodinamico, ma è molto limitata: l’agrosistema, rispettato come avviene qui a Petacciato, svolge già di per sé un controllo e una prevenzione efficace di questi problemi. “Non sempre fila tutto liscio”, spiega Paola: “Quest’an-
no la produzione di tutto il pomodoro italiano, bio e non bio, è stata difficile a causa di due insetti voracissimi: la Tuta absoluta e la nottua gialla. Anche i pomodori della Di Vaira sono stati visitati da questi insetti in modo pesante e abbiamo ottenuto rese sotto i 400 q per ettaro. Ogni anno è sempre una stagione a sé, puoi aver fatto bene per tutto il ciclo di vita della pianta e poi magari un acquazzone pregiudica il raccolto. Ricordiamoci che i prodotti ottenuti in modo rispettoso dell’ambiente non sono sempre uguali nel tempo, di anno in anno il sapore può cambiare, anche se non cambia lo sforzo dell’agricoltore che li ha curati, sempre con un occhio di riguardo alla salute del consumatore”. I frutti di questo lavoro sono la passata di pomodoro, quella di pomodorini e quella di pomodoro al basilico, i pomodori pelati o il pomodorino in salsa e, infine gli ultimi nati: la passata di datterino e il datterino in salsa. Il loro sapore è intenso, perché frutto di coltivazioni che avvengono in un microclima
vocato e con metodi rispettosi delle piante e della terra. I prodotti sono certificati dal marchio internazionale di garanzia Demeter, che contraddistingue i prodotti frutto di agricoltura biodinamica. La trasformazione dei pomodori, raccolti sempre al giusto grado di maturazione, viene effettuata poco lontano, presso il laboratorio “Orto d’Autore”. La lavorazione avviene in tempi stretti, per preservare le qualità organolettiche della materia prima. La sola aggiunta è sale e basilico, a seconda delle ricette e la lavorazione permette di conservare al meglio la ricchezza dei sapori dell’estate, per gustarli poi durante tutto l’anno. “I datterini sono più dolci dei normali pomodori – spiega Emanuela Zamberlan Feruglio, responsabile dell’agriturismo della Fattoria – e sono ottimi se usati a crudo sulle bruschette o in preparati senza cottura, come accade negli sformati freddi a base di ricotta o formaggi freschi. Per mantenerne intatto il
sapore, meglio usarli solo in preparazioni che richiedono una cottura velocissima”. La salsa realizzata con i datterini è in genere più dolce di quella con i normali pomodori e offre anch’essa il meglio se usata senza cottura o passata sul fuoco solo per pochi minuti. Scegliere le conserve della Fattoria Di Vaira, insomma, significa portarsi a casa il sole dell’estate e contribuire a preservare la fertilità e la biodiversità. Tutti alla Di Vaira sono consapevoli di quanto la scelta di produrre ortaggi biodinamici sia un gesto di grande responsabilità verso Madre Terra e verso il futuro. Una responsabilità che diventa condivisa quando una persona sceglie questi prodotti per nutrire se stesso e i propri cari.
FATTORIA DI VAIRA Contrada Colle Calcioni Comune di Petacciato (Campobasso) www.fattoriadivaira.it cuorebio magazine
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notizie dal mondo bio CAPRE FELICI
CASCINA MANA
caciottone affinate in foglie di noce, nel fieno e nel pepe
uova bianche
Ingredienti: Mezza zucca pulita, privata della buccia; 4/5 cucchiai di farina grano duro o semintegrale di grano tenero; 3 cucchiai generosi di prezzemolo tritato; 3 spicchi aglio spremuti; 5 cucchiai olio extravergine d’oliva; sale e pepe. Procedimento: Dopo aver tagliato la zucca a cubetti di circa 3 cm metterla in una ciotola, infarinarla per bene ed eliminare la farina in eccesso. Preparare una farcia con olio, aglio, prezzemolo, sale e pepe. In una pirofila da forno mettere prima 2 cucchiai di farcia sul fondo e spargerla con un cucchiaio, poi i cubetti di zucca infarinati e infine far sgocciolare con un cucchiaino la restante farcia sulla zucca. Infornare a 180° per 30 minuti.
dado vegetale Il dado da brodo vegetale Alce Nero è un alimento buono e rispettoso dell’ambiente, prodotto senza olio di palma. La ricetta è stata appositamente realizzata con quattro verdure (cipolla, sedano, carota e prezzemolo) ed è particolarmente delicata.
olio extravergine d’oliva Un olio extravergine d’oliva, di colore verde con riflessi dorati, ottenuto da spremitura meccanica a freddo. Con il suo gusto intenso, con sentori di mandorle fresche, è perfetto per condire ed esaltare i sapori di verdure, pasta e pesce.
BIOVEGAN
WEISSENOHE
scorzette di arancia e limone grattugiate
birra bionda multipack
cuorebio magazine
la zucca
cubetti di zucca saporiti al forno con prezzemolo
ALCE NERO
BIONATURAE
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la ricetta
Cascina Mana alleva le sue galline fin dal primo giorno di vita, lasciandole libere di razzolare all’aperto e nutrendole con i cereali coltivati nei propri terreni. Deposte da galline di razza bianca livornese, queste uova hanno l’insolito, ma caratteristico guscio bianchissimo.
Il marchio Capre Felici della Latteria Perenzin propone una linea creativa, ma legata alla tradizione. Nell’affinamento il formaggio acquisisce un sentore di noce, di fieno e di pepe, percepibile sin dal primo assaggio.
Queste scorzette grattugiate sono perfette per dare una nota agrumata ai vostri piatti dolci e non solo. Non appena sminuzzate, le scorzette vengono liofilizzate e confezionate in atmosfera protettiva per preservarne al meglio sapore e profumo.
dall’orto con amore
Un’export lager corposa, dal colore ambrato, con aromi luppolati e note di caramello. Perfetta con la pizza, è ottima anche per accompagnare pasta, carni rosse e bianche, salumi, verdure e formaggi stagionati, per cene piacevoli in compagnia degli amici.
Ricetta tratta da www.disanapianta.net
Il nome zucca pare abbia avuto origine dal latino cocutia, ovvero testa, che poi nei secoli si è trasformato in cocuzza, cozuccae e, infine, in zucca. Appartenente alla famiglia delle Cucurbitacee, la stessa di cetrioli, zucchine, cocomeri e meloni, è un ortaggio originario dell’America centrale, dopo la cui scoperta è arrivata in Europa, così come la patata e il pomodoro; in principio era considerata un cibo povero. Ne esistono più varietà che, in generale, si possono distinguere in zucche da inverno e zucche da zucchini. Esistono poi le zucche ornamentali (della specie Lagenaria) con poca polpa, dura come la buccia: cave al loro interno, in passato venivano utilizzate per contenere acqua o vino. La piante della zucca è annuale, con fusto rampicante, grandi foglie e fiori caratterizzati da una corolla gialla; il frutto (la zucca) è di dimensioni variabili; può avere una superficie più o meno liscia e un colore che va dal verde al giallo fino all’arancione. Il clima mite è favorevole alla coltivazione della pianta, che si adatta bene a tutti i terreni, anche se predilige quelli freschi e soffici, di medio impasto, ricchi di sostanza organica e senza ristagni d’acqua. È esigente in termini di concima-
zione, ma per il resto la coltivazione richiede poche cure; le sue esigenze idriche crescono in seguito alla fase di germogliazione. La zucca da inverno si semina nei mesi di aprile-maggio e si raccoglie dalla fine dell’estate fino all’inizio dell’autunno: dopo la raccolta, la maturazione viene completata esponendola al sole, su tavole di legno. La zucca ha una polpa arancio brillante, morbida e dolce, che contiene numerosi semi piatti e di forma ovale. Se nella favola di Cenerentola una zucca si trasforma in carrozza, in cucina può trasformarsi in tante gustose pietanze anche perché della zucca si può mangiare quasi tutto: i fiori, la polpa e i semi, da cui si ricava anche un olio. Fritti, i fiori diventano una vera prelibatezza, ma sono anche un ottimo ingrediente per preparare squisiti risotti. Privata della scorza, anche la polpa si presta a molteplici usi in cucina: può essere cotta a vapore, oppure bollita per preparare zuppe o arricchire passati di verdura. Tagliata a cubetti può essere stufata, passata in padella oppure fritta e insaporita con un condimento a piacere (sale, pepe, olio extravergine d’oliva, eventualmente rosmarino o sesamo). Inoltre può diventare l’ingre-
diente per torte, dolcetti e pane; con l’ausilio di una centrifuga, se ne può anche ricavare un succo. Tagliata a metà e privata dei semi, la zucca può infine essere cotta in forno. Oltre che usati per ricavarne l’olio, i semi possono essere tostati, eventualmente salati e consumati come snack. Forse non tutti sanno che la zucca viene utilizzata anche in cosmesi per preparare maschere per il viso, anche in abbinamento all’olio di semi di zucca. Al momento dell’acquisto la zucca deve presentarsi integra, senza ammaccature e con il picciolo sodo e ben attaccato; “bussando” sulla sua buccia deve emettere un suono sordo. La si può trovare in vendita anche già tagliata; in questo caso è facile accertarsi che sia matura al punto giusto, non troppo asciutta e con i semi ancora umidi. Una volta a casa, la zucca intera si conserva a lungo, basta avere l’accortezza di riporla in un ambiente buio, fresco e asciutto; se invece la si acquista già tagliata si può conservare in frigorifero, ma solo qualche giorno, per evitarne la disidratazione. Nei negozi Cuorebio potete trovare la zucca delica verde (hokkaido), la violina e la butternut. cuorebio magazine
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di colore e sapore. Il grado A, per esempio, ha un aroma fine e delicato e un colore ambrato chiaro, mentre il grado C ha un colore più scuro e un sapore più intenso e caramellato.
la qualità risponde
Ho visto in alcuni punti vendita i semi di chia: di cosa si tratta? Come si possono utilizzare? Serena, (MO) Come si ottiene lo sciroppo d’acero? Che differenza c’è tra i vari gradi riportati in etichetta? Anna, (VR) Lo sciroppo d’acero è un dolcificante naturale e viene utilizzato per bevande e dolci. Si ottiene dalla linfa dell’acero da zucchero (Acer saccharum), pianta originaria del Nord America. La raccolta della linfa è concentrata nei mesi di marzo e aprile, a seconda delle condizioni climatiche in quanto sono proprio gli sbalzi termici a permetterne l’estrazione (sotto lo zero durante la notte sopra
durante il giorno). La raccolta avviene attraverso alcuni fori nel tronco collegati da piccoli tubicini che convogliano tutta la linfa nelle “Sugar house” dove la linfa viene concentrata prima per osmosi inversa poi facendola bollire, con l’obiettivo di creare uno sciroppo che abbia un brix, ovvero un grado zuccherino, con un valore medio di 66 °Brix. Esistono 3 diverse categorie di sciroppo di acero che si differenziano per colore e per gusto. Questa classificazione non è di natura qualitativa perché la diversa gradazione indica soltanto una differenza
La Chia, botanicamente nota come Salvia hispanica, è una pianta erbacea estiva annuale, originaria dell’America Centro Meridionale e appartenente alla famiglia delle Labiatae (la stessa famiglia della menta). In azteco, il termine “chia” ha assunto il significato di “forza”: già gli Aztechi, infatti, ne apprezzavano proprietà e caratteristiche nutrizionali. Ancora oggi, i semi di chia sono molto utilizzati in Messico e Guatemala. Hanno un sapore neutro che li rende adatti per diversi utilizzi. Si possono consumare
crudi, aggiungendoli al muesli della colazione o come snack nel corso della giornata, magari accompagnandoli a cereali e ad altri semi come quelli di zucca o di girasole. Si possono usare per arricchire frullati, macedonie e insalate, ma anche per insaporire primi piatti, magari saltandoli in padella. Si raccomanda, comunque, di non superare la dose giornaliera di 15 grammi.
lo sapevi che… la quinoa e l’amaranto, non sono graminacee, ma chenopodiacee (la stessa famiglia degli spinaci), sono dette pseudo cereali e sono naturalmente prive di glutine.
SCRIVETE A: Qualità, Cuorebio Casella Postale 31020 Zoppè (Tv), info@cuorebio.it
I tanti gusti del cioccolato Il seme del cacao è un prodigio di sapori. Contiene più di 1000 diversi aromi! Le varianti di Krunchy al cioccolato disponibili sono due: fondente nocciole e al latte. Provalo, è una vera delizia! Dal 1979 Barnhouse produce cereali per la colazione con passione ed esperienza. Propone un ampio assortimento di croccanti granole, disponibili in tanti gusti diversi per accontentare le esigenze più disparate. La granola al cioccolato è un goloso classico: è perfetta a colazione, con yogurt, latte o bevande vegetali.
„Krunchy bio dal 1979. La Barnhouse Naturprodukte è stata fondata nel 1979 come azienda esclusivamente biologica. Ad oggi siamo uno dei pochi produttori di cereali per la prima colazione bio.“
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cuorebio magazine
Bio dal 1979 www.barnhouse.de
azienda del mese
Villa Lanfranca: aceto per tradizione L’aceto, a Mantova, è una tradizione che si perde nel tempo e che veniva tramandata di padre in figlio. Villa Lanfranca, marchio del gruppo diretto dalla famiglia Mengazzoli, tramanda la produzione iniziata due secoli fa nel nord d’Italia dal casato Lanfranchi e conservata nel tempo attraverso fusioni di aziende, affrontando mutamenti politici, evoluzioni sociali e cambiamenti commerciali. Custodisce quella tradizione, rispettando la filosofia di qualità e sviluppo del fondatore Giorgio Mengazzoli che aveva un sogno: prendere le redini della tradizione artigianale secolare di Mantova e farla conoscere e apprezzare al di fuori dei confini della città, in Italia e nel mondo. È così, semplicemente e spontaneamente come tutte le migliori cose, che l’Acetificio Mengazzoli, che produce i prodotti
a marchio Villa Lanfranca che potete trovare sugli scaffali dei negozi Cuorebio, ha intrapreso un percorso di crescita di cui va orgoglioso. Collocato nella zona tipica degli aceti italiani, oggi produce nelle aree di Mantova e Modena, mantenendo la direzione nella sede di famiglia, promuovendo e sviluppando gli aceti nel rispetto delle antiche metodologie di lavorazione con particolare attenzione alle richieste di ogni mercato. Le nuove tecnologie hanno permesso di aumentare la quantità e il raggio di diffusione dei prodotti Villa Lanfranca rimanendo attenti al reperimento delle migliori materie prime come in una produzione artigianale, sana e controllata come quella degli albori dell’azienda. Il sogno non si è ancora arrestato e conti-
nua a crescere con l’acetificio, con la passione di chi ci lavora e soprattutto con la fiducia e il gradimento riscontrati negli anni nei clienti abituali e nuovi. ACETIFICIO MENGAZZOLI SNC Via Della Costituzione 41/43 46010 Levata di Curtatone (Mantova) tel 037647444 www.lanfranca.it www.mengazzoli.it
prodotto del mese
originalità e carattere per i vostri piatti
Ecco i prodotti Villa Lanfranca che potete trovare sugli scaffali dei negozi Cuorebio. La crema di aceto di mele è ideale per decorare e insaporire le pietanze salate e dolci. Densa e corposa, rimane ben salda al piatto: dal sapore dolce e dall’aspetto scintillante, è ottenuta mediante preparazione a freddo per evitare il gusto amaro che deriverebbe dall’eccessiva caramellizzazione.
La crema di aceto balsamico è un prodotto a base di aceto balsamico di Modena biologico, capace di insaporire, farcire e decorare pietanze. La sua composizione densa e aggrappante permette una decorazione precisa, omogenea e duratura. Anche questa crema viene prodotta mediante preparazione a freddo, evitando così l’eccessiva caramellizzazione e il gusto amaro che ne deriverebbe.
Dall’esperienza maturata con l’aceto balsamico di Modena, un prodotto nuovo, fresco e dolce, di gusto pulito: il condimento agrodolce bianco. Dal miglior mosto bianco biologico di uve Trebbiano sapientemente lavorato e affinato al fine di mantenerlo chiaro e limpido. Aceto balsamico di Modena: il metodo biologico ne esalta la genuinità e le caratteristiche, rispondendo alle esigenze di tutti
coloro che sono attratti da questa filosofia di consumo. È un prodotto ambizioso, realizzato seguendo metodi tramandati nei secoli. Oltre ai prodotti a marchio Villa Lanfranca, l’acetificio Mengazzoli produce anche l’aceto balsamico di Modena, l’aceto di vino bianco e quello di vino rosso a marchio Ecor.
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il lunario La luna, passando davanti alle costellazioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi. In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono i tempi di semina, lavorazione e raccolta. Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo.
notizie dal mondo bio
novembre
dicembre
LUGLIO
LUGLIO IN CUCINA
CURA PERSONA
PIANTE DI CASA
IN CUCINA
1 ven
1 dom
2 sab
2 lun
3 dom
3 mar
4 lun
4 mer
5 mar
5 gio
6 mer
6 ven
7 gio
7 sab
8 ven
8 dom
9 sab
9 lun
10 dom
10 mar
11 lun
11 mer
12 mar
12 gio
13 mer
13 ven
14 gio
14 sab
il pane
15 ven
15 dom
lo yogurt
16 sab
16 lun
le conserve
17 dom
17 mar
18 lun
18 mer
19 mar
19 gio
20 mer
20 ven
21 gio
21 sab
22 ven
22 dom
23 sab
23 lun
24 dom
24 mar
25 lun
25 mer
26 mar
26 gio
rinvaso
27 mer
27 ven
potatura
28 gio
28 sab
concimazione
29 ven
29 dom
30 sab
30 lun
legenda Luna piena nuova
In cucina:
Cura della persona: taglio ritardante capelli/unghie massaggi attività fisica giornata di relax
Piante di casa:
CURA PERSONA
PIANTE DI CASA
PERLAGE
BIOHOMBRE
prosecco spumante superiore di Valdobbiadene Animae Brut DOCG senza solfiti aggiunti
parmigiano reggiano DOP grattugiato
Un vino di colore giallo paglierino intenso e dall’eccezionale persistenza. Ottimo come aperitivo, è indicato anche a tutto pasto per accompagnare risotti, pesce e dessert. Si consiglia di servirlo a una temperatura di 8-10°C.
Solo le forme selezionate di Parmigiano Reggiano BioHombre sono destinate alla grattugia. Il formaggio così ottenuto viene in seguito confezionato in atmosfera protettiva, naturalmente senza aggiunta di conservanti e senza processi di essicazione. In bustine da 45g.
NATURATTIVA
bevanda di soia con calcio
ANDECHSER
latti fermentati fragola/mango e vaniglia
Naturattiva propone un ampio assortimento di dessert e bevande vegetali. La bevanda di soia viene proposta nella versione al naturale, light e con calcio. Quest’ultima si caratterizza per un gusto gradevolmente dolce che la rende perfetta anche per essere consumata da sola.
L’ampia gamma di latti fermentati Andechser si amplia con i due gusti fragola e mango/ vaniglia, adatti per soddisfare i palati più diversi. Il primo, infatti, incontra i gusti più classici, mentre il secondo è perfetto per chi cerca sapori più esotici.
LA SPIGA BIO
ECOR
ravioli di farro vegetariani
pane azzimo di farro
Un morbido impasto di farina di farro racchiude al suo interno un gustoso ripieno vegetariano: questo è il segreto di questi ravioli. Un primo piatto che si prepara in poco tempo, adatto per pasti veloci, senza rinunciare a sapore e qualità.
Il pane azzimo ha una storia antica: un tempo si preparava cuocendolo sulle pietre o sulla cenere roventi. Si ottiene con farina e acqua, senza lieviti né processi di fermentazione. Ecor lo propone in diverse varietà, come quella a base di farina di farro.
31 mar 12
cuorebio magazine
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storie del mondo bio
per un’agricoltura sana e indipendente foto di Sebiana Gaiotto 14
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In questa rubrica di Storie del mondo bio, abbiamo parlato finora di chi, con il proprio esempio e passione, ha dato, e continua a dare, un importante contributo per lo sviluppo e la diffusione dell’agricoltura biologica e biodinamica. Parliamo di persone che si sono dedicate alla realizzazione di un ideale in cui credono da sempre, con l’obiettivo di lavorare per il bene dell’Uomo e degli Animali e per la fertilità della Terra. Nel 2013 vi abbiamo raccontato di Massimo Santinelli di Biolab, della cooperativa Gino Girolomoni, di Anito Bonadio della Società agricola San Michele, di Franco Dal Piccol di Aries e del negozio Contrà del Sole. Questa volta, però, al centro della storia abbiamo messo un nuovo e importantissimo progetto che ha come protagoniste le sementi non ibride Sativa-Rheinau, azienda svizzera che si occupa da tempo della selezione di sementi per l’agricoltura biodinamica. I semi non ibridi sono stati utilizzati per le carote che potrete trovare nell’assortimento ortofrutta dei negozi Cuorebio verso la fine di novembre, coltivate con il metodo biologico dall’Azienda agricola Naldi nei propri terreni, nella zona di Comacchio e Pomposa, in provincia di Ferrara. Come sempre, siamo partiti per andare a conoscere da vicino la realtà di cui volevamo raccontarvi; questa volta, oltre a scattar foto, abbiamo girato un piccolo video, che potete guardare su www.cuorebio.it/it/produttori/sementi-nonibride. In una ventosa giornata di fine agosto siamo arrivati all’azienda in tempo per l’inizio del primo raccolto, accompagnati dal titolare Giuliano Naldi e da Friedemann Ebner, che in Sativa-Rheinau è responsabile del miglioramento genetico degli ortaggi. L’incontro è avvenuto proprio “sul campo” e l’esperienza vissuta e raccontata quasi in diretta. Per capire bene che cosa si intende con “sementi non ibride”, dobbiamo prima aver chiaro … cosa sono le sementi ibride. La maggior parte dei semi utilizzati in agricoltura sono ibridi, ovvero sono il risultato di una selezione volta a garantire una certa costanza di caratteristiche e una resa per ettaro che consenta una sostenibilità economica all’azienda agricola. “Dal punto di vista tecnico” spiega Friedemann Ebner, “il seme ibrido è un seme di alta qualità tecnica per conformità, rendimento e aspetto esteriore, che permette di ottenere un prodotto molto uniforme. Ma la sua altra caratteristica principale è che non può essere riprodotto: si compra, si usa, ma non se ne può metter da parte il seme; si è costretti ogni volta a ricomprarlo dalle aziende sementiere”. “Chiariamo, con “seme ibrido” non si intende un seme geneticamente modificato”, continua Naldi, “ma soltanto un seme ottenuto tramite incroci tra diverse linee. I semi di una pianta ibrida, in realtà, sono riproducibili, ma non li si risemina, dato che darebbero piante con le caratteristiche dei diversi genitori (e nonni
nelle foto: Friedemann Ebner e Giuliano Naldi dell’azienda agricola Naldi
e bisnonni), con caratteristiche di pezzatura, maturazione, esigenze idriche e sensibilità alle avversità troppo disomogenee, casuali e ingestibili. Un seme come quello di Sativa, invece permette la riproduzione: si acquista il seme, si pianta, si produce l’ortaggio, se ne fa andare a seme qualche pianta, si risemina per realizzare una nuova coltura”. L’azienda agricola Naldi ha avviato questo progetto con Sativa decidendo di dedicarsi alla carota, un prodotto di punta nel biologico. Durante la visita abbiamo messo a confronto un mazzo di carote provenienti da sementi ibride e uno da sementi Sativa. A livello visivo le carote non sono molto diverse (forse quelle da semente ibrida sono più regolari come calibro e forma). Uno dei rischi insiti negli ibridi, spiega Friedemann, è che se la ditta sementiera decide di non produrre più quel determinato seme, la varietà viene completamente persa, perché i semi utilizzati fino a quel momento rimangono di sua proprietà. Possiamo dire che i semi non ibridi sono dunque più “liberi”. Dal
punto di vista gustativo, le carote coltivate da Naldi da sementi Sativa hanno un grado Brix (zuccherino) di qualche punto superiore rispetto alla media delle carote da sementi ibride. Le abbiamo assaggiate e il gusto ci è parso più intenso. “Per quanto riguarda la resa, aspetto importantissimo per noi agricoltori” aggiunge Naldi “anche se gli ibridi rimangono sempre superiori, è anche vero che con semi non ibridi di buona qualità il differenziale è contenuto”. Vantaggi delle sementi non ibride • Riproducibilità: dopo il primo raccolto, l’agricoltore può ricavare da solo sementi della stessa varietà. • Capacità di miglioramento: attraverso le selezioni in campo, queste varietà possono essere adattate alle diverse caratteristiche climatiche e del terreno. • Coerenza col metodo di coltivazione biologico e biodinamico: non utilizzando pesticidi chimici e fertilizzanti sintetici, è importante avere piante con forti difese naturali, favorendo la biodiversità.
Sapore: a maturazione, queste carote hanno un grado Brix (zuccherino) migliore rispetto a quello delle carote da seme ibrido. • Resa per ettaro: gli ibridi danno sempre una resa superiore, ma con semi non ibridi di buona qualità il differenziale è contenuto. •
L’azienda svizzera Sativa Rheinau, che lavora sulla selezione di sementi per l’agricoltura biodinamica, è stata fondata nel 1999 nei pressi di Zurigo, ma proviene da esperienze che risalgono agli anni ’60. Suo obiettivo è garantire semi non OGM, adatti per l’agricoltura biologica e biodinamica, anche grazie al coinvolgimento diretto di agricoltori, giardinieri e consumatori.
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foto e styling di Sabrina Scicchitano
oggi in cucina
Ingredienti 6 persone:
Stelle di Natale con salmone e robiola o uova e agrumi
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• 200 g di salmone selvaggio • 210 g di robiola di capra • 125 g di yogurt bianco • 100 g di maionese • 4 uova • erba cipollina
• buccia grattugiata di limone e arancia • succo di mezza arancia Per realizzare con facilità questa ricetta, è preferibile avere a disposizione un tagliabiscotti e uno stampino, entrambi a forma di stella ma di diverse dimensioni. Tritate l’erba cipollina lavata e asciugata e amalgamatene una parte con la robiola e le scorze degli agrumi. Fate asciugare in un pentolino a fuoco basso il succo d’arancia e, quando sarà ristretto e freddo,
miscelatelo con lo yogurt e tenete da parte in una ciotola. Mescolate la maionese con una manciata dell’erba cipollina rimasta e passate al setaccio schiacciando bene. Adagiate il salmone nello stampino, quel tanto da coprire tutta la superficie; riempite con la robiola e richiudete con il salmone. Tenete in frigo fino al momento di servire. Ponete la stella nel piatto, appoggiatevi bene il tagliabiscotti, che riempirete con la salsa di yogurt, decorando con le scorze d’agrumi e l’erba cipollina. Togliete con attenzione il taglia biscotti, altrimenti si perde la forma a stella.
Ora lessate le uova per 7 minuti in acqua leggermente salata. Una volta fredde, sgusciatele, passatele al setaccio e aggiustate di sale. Aggiungete un cucchiaio di salsa allo yogurt e un po’ di bucce d’agrumi sottilissime. Ponete il salmone rimasto e tagliato a pezzi nello stampino e riempite con l’impasto livellando bene con le mani. Lasciate riposare coperto in frigorifero. Guarnite con la salsa verde di maionese ed erba cipollina. Nota: la combinazione alimentare degli ingredienti è stata eccezionalmente creata per questa ricetta di Natale.
SCANDIA
CAPRE FELICI
AZ. AGRICOLA MORINI
MACHANDEL
carpaccio di salmone reale selvaggio
robiola di latte di capra
uova
maionese
Pescato al largo delle coste dell’Alaska, viene pulito e surgelato non appena issato a bordo nave per preservarne al meglio le caratteristiche organolettiche e nutrizionali. Scandia propone fette di Salmone Reale crudo al naturale, senza additivi aggiunti.
Un formaggio dal delicato sapore leggermente acidulo e dal lieve sentore caprino, prodotto in piccoli stampini, senza impasto del coagulo. Ottima da sola, è un ingrediente che si presta perfettamente all’abbinamento con spezie ed erbe aromatiche.
Le uova dell’azienda agricola Morini provengono da galline nutrite con alimenti prodotti nel mangimificio aziendale, senza l’aggiunta di alcun colorante. Danno una pasta fatta in casa meno gialla della pasta ottenuta con le uova convenzionali, ma eccellente.
Dall’esperienza di Machandel arriva questa maionese già pronta, ma buona come fosse fatta in casa perché frutto dell’esperienza che l’azienda mette in ogni suo prodotto. La potete trovare in barattolo di vetro nei due formati da 250 e da 500 g e nel pratico formato squeeze.
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Patto per la Terra
Vi ricordate? Nello scorso numero del magazine abbiamo messo in evidenza il progetto “Patto per la Terra”, avviato nei negozi Cuorebio, pubblicando un articolo di Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì. Gli abbiamo rivolto qualche domanda per approfondire un argomento così importante: una nuova forma di relazione tra agricoltori, negozianti e consumatori. Qual è il significato del Patto per la Terra? Il Patto per la Terra è un patto, quindi un accordo, che è stato sancito tra alcuni produttori biologici, EcorNaturaSì come azienda di distribuzione e i negozianti del biologico. L’accordo prevede che ognuno si assuma un impegno nei confronti dell’altro: il produttore si impegna a produrre un determinato prodotto, per un certo periodo e con un certo criterio di qualità adatto anche alle esigenze del consumatore. Il negoziante, dal suo canto, si impegna ad acquistare questo prodotto e a garantirne un giusto prezzo. Qual è il giusto prezzo? È il prezzo che mette l’agricoltore nelle condizioni di continuare a produrre. Il Patto per la Terra è il tentativo di creare un nuovo tipo di rapporto economico, uscendo dal concetto di liberismo o di libertà economica, perché nel momento in cui ci prendiamo un impegno lo dobbiamo mantenere. Questo è molto importante per l’agricoltore che, per produrre, è costretto a programmare con largo anticipo, visto che una coltura ha bisogno di mesi prima di essere pronta, se non di anni, se parliamo di frutta o di altre 18
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colture arboree. Il dramma dell’agricoltore di oggi è che produce e poi non sa se venderà, a chi venderà e a quanto venderà. Noi vorremmo che questo concetto del patto fosse esteso a tutti i clienti dei negozi bio, perché il consumatore è colui che realmente mette in moto il processo economico, che in pratica rende possibile l’economia. Un consumatore consapevole è colui che conosce i presupposti di questo processo; ed è proprio a lui che noi vogliamo parlare, perché è grazie alle sue scelte d’acquisto che alla fine tutto questo diventa possibile. Quale altro messaggio vuole essere trasmesso attraverso il Patto? Un altro concetto importante che vogliamo far arrivare a tutti è la massima trasparenza. Ogni prodotto locale, per esempio, viene indicato con un apposito bollino. Ci sono prodotti di varietà antiche, particolari, che sono fuori dello standard del mercato, che indichiamo come “Scelti per voi”. E poi indichiamo anche la qualità e le caratteristiche del prodotto. Abbiamo delle aziende che sono particolarmente legate a noi, che abbiamo identificato come “Terre di Ecor”, con cui abbiamo stretto un patto particolarmente forte. Noi comunichiamo sempre anche il nome dell’azienda e del produttore, accanto al marchio Terre di Ecor, perché è importante che il consumatore sia veramente il più consapevole possibile, che capisca dove viene fatto quel prodotto, e possa avere l’opportunità di visitare quell’azienda, così il rapporto tra produttore e consumatore diventerà sempre più stretto, più cosciente. Il consumatore come può fare la sua parte? Il consumatore può essere partecipe di questo patto acquistando i prodotti, venendo nei
nostri negozi, chiedendo il più possibile, anche insistendo fortemente, per informarsi, cercando di acquisire sempre maggiore consapevolezza e coscienza nei confronti dell’agricoltura biologica e biodinamica e, soprattutto, per conoscere cosa c’è veramente dietro a un prodotto della Terra. Che cosa sono i prodotti presenti nel reparto ortofrutta evidenziati dal cartellino “buono dentro”? Noi produciamo bio e abbiamo dei prodotti che non sono tutti uguali: alcuni saranno più piccoli o difformi. Il mercato generalmente li elimina. In realtà questo è un prodotto buono, di eccellente qualità che a livello nutrizionale ha le stesse qualità dell’altro, magari è solo un po’ bruttino, più piccolo o un po’ più storto. Li abbiamo chiamati “Buono dentro” e il consumatore è molto contento, perché apprezza e comprende che quando parliamo di biodiversità, significa che ogni prodotto naturale, ogni prodotto vivente è diverso. L’ importante non è la sua forma, ma che sia un prodotto sano. E poi nessun prodotto alimentare dovrebbe essere buttato via.
i negozi cuorebio ti augurano buone Feste! www.cuorebio.it
Per le vostre feste, un cremoso fine pasto
Mousse di zucca alla mandorla e cioccolato Ingredienti: • 250 g di zucca pulita • 4 cucchiai di crema di mandorle (50 g) • 50 g di malto di riso • 2 cucchiaini di polpa di zenzero fresco grattugiato • 1/2 cucchiaino di vaniglia in polvere • 60 g di bevanda di soia • 70 g di olio di mais spremuto freddo • 2 cucchiai di sciroppo d’agave • 20 g di cioccolato fondente al 70%
Tagliare la zucca a cubetti e metterla in un piccola pentola con il malto, lo zenzero e la vaniglia. Far cuocere coperta a fuoco basso per dieci minuti, mescolando ogni tanto. Controllare che la zucca sia morbida e ben asciutta e far raffreddare. Nel bicchiere del frullatore a immersione mettere la zucca cotta, la crema di mandorle, lo sciroppo d’agave e la bevanda di soia. Frullare per amalgamare gli ingredienti, poi aggiungere a filo l’olio di mais e far montare per cinque minuti almeno. Ridurre in scaglie a coltello il cioccolato. Distribuire la mousse in piccoli bicchieri cospargendone la superficie con le scaglie di cioccolato. A piacere si possono fare più strati alternando mousse e scaglie di cioccolato. Coprire con pellicola e raffreddare in frigo per almeno due ore. A cura delle sorelle disanapianta www.disanapianta.net
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salute e benessere
inverno e difese immunitarie Con l’arrivo dell’inverno, negli studi medici viene posta sempre più spesso la domanda: cosa si può prendere per rafforzare il sistema immunitario? L’accresciuta consapevolezza dei pazienti e il desiderio di godere di una medicina preventiva e non solo sintomatica rappresentano sicuramente un elemento positivo e importante sulla strada di una vera alleanza terapeutica tra medico e paziente. Spesso, tuttavia, questa richiesta si risolve solamente nell’aspettativa di un prodotto o di un medicamento che “faccia il lavoro” per noi, in modo tale che le fastidiose malattie invernali non ci disturbino nel nostro “funzionare a mille” quotidiano. Un sistema complesso Il nostro sistema immunitario rappresenta un meccanismo complicatissimo e
altamente differenziato: ci permette di mantenere i confini tra noi e il mondo, evitando che determinati agenti patogeni possano proliferare e scatenare una malattia. L’attenzione per il sistema immunitario è enormemente cresciuta negli ultimi anni, sia perché - giustamente - si dà sempre più importanza alla prevenzione, sia perché le patologie di questo apparato, immunodeficienze e patologie autoimmuni, o anche solo allergie e intolleranze alimentari, sono drammaticamente aumentate. Con l’approssimarsi dell’inverno, l’aumentato stress lavorativo e le più rigide condizioni climatiche favoriscono l’indebolimento delle difese dell’organismo, il che apre la strada alle comuni, ma comunque fastidiose e spesso sottovalutate, infezioni virali acute invernali. Queste malattie posso-
no interessare ogni distretto dell’albero circolatorio (dal rino-faringeo ai bronchi) fino a degenerare in patologie più severe o generalizzate, come l’influenza, le bronchioliti, le polmoniti. La gravità di queste patologie può essere molto varia ed è presumibilmente dipendente dal grado d’immunità dell’individuo. Come si può fare dunque a mantenere questo sistema difensivo in buono stato? Come mantenerlo “in salute” Premesso che studi sempre più numerosi di psico-neuro-endocrino-immunologia (disciplina che studia le correlazioni tra la nostra vita interiore e il sistema nervoso, ormonale e immunitario) mostrano come il sistema immunitario sia sensibile allo stile di vita e all’atteggiamento interiore (positività, motivazioni e ideali ci mantengono più forti), troviamo un primo aiuto nel regolare l’alimentazione: gran parte del sistema immunitario si trova a livello dell’apparato digerente. Una digestione efficiente evita una fatica inutile al sistema immunitario quindi, salvo patologie gastriche e con un’alimentazione sana ed equilibrata, ricca di verdure, frutta e cereali, si possono assumere alcune gocce amare (per esempio di genziana e imperatoria combinate assieme) in acqua prima dei pasti come tonico
digestivo. Tonici ad azione più ampia, che svolgono una funzione stimolante diretta sul sistema immunitario e/o immunomodulante, ci vengono per lo più dalla tradizione orientale. Ve ne cito qui solamente due tra i tanti: l’astragalo cinese (Astragalus membranaceus) ed il ginseng (Panax ginseng). Ambedue si possono assumere a scopo profi lattico per periodi limitati, sempre però sotto controllo medico, perché non sono privi di controindicazioni (soprattutto l’abusato ginseng). Per giungere alle nostre longitudini, meritano di essere menzionati come possibilità profi lattiche la propoli e l’echinacea. La propoli svolge nel mondo dell’alveare una funzione analoga al nostro sistema immunitario: “Verso la fine della bella stagione e in vista dei rigori invernali, le api bottinatrici iniziano la raccolta della resina dai germogli di foglie e dalle cortecce di varie specie di alberi. Questa resina è trasformata in propoli e impiegata come materiale da costruzione e da difesa per l’alveare. Tutte le fessure e i buchi dell’alveare, inferiori a 4,5 mm, vengono sigillati con la propoli. Al fine di mantenere l’alveare libero da microbi, la propoli viene anche impiegata come materiale di rivestimento delle pareti, soprattutto quelle della camera della regina. Anche i resti di eventuali insetti che si siano introdotti nell’alveare vengono ricoperti di propoli per evitare pericolose proliferazioni di batteri”. (da “Manuale di fitoterapia” di F. Perugini Billi, Edizioni Junio). Accanto alle ben note proprietà antibatterica, antisettica, antivirale e antielmintica, molti autori le attribuiscono anche un’azione immunomodulante che, associata alle altre, conferirebbe una maggiore resistenza alle infezioni. Forse non tutti sanno che l’echinacea (Echinacea angustifolia DC), invece, è una pianta che veniva comunemente utilizzata dagli uomini-medicina delle tribù indiane del Nord America per molte affezioni (ascessi, morsi di animali, avvelenamenti, crampi di stomaco) e che poi venne studiata in modo molto approfondito dai medici della Scuola di medicina eclettica (una corrente che si rifaceva a un’antica corrente medica greca). Attualmente l’echinacea è ritornata in auge proprio per la sua attività immunostimolante (aumenta in vitro la fagocitosi e ha un’azione antivirale-antinfiammatoria). Sia la propoli che l’echinacea possono dare, raramente, problemi in soggetti allergici. L’echinacea, in particolare, dovrebbe essere usata sotto controllo medico nelle patologie autoimmuni.
i nostri consigli
1 Cannella in canna Giardino Botanico dei Berici Pungente e calda, la cannella dona a tutte le pietanze un aroma inconfondibile. Può essere utilizzata per tante ricette ed è l’ideale per arricchire i dessert: celebre è per esempio l’abbinamento con la mela. Perfetta per i piatti per le feste, viene utilizzata anche per tisane e infusi. 2 Balsamo labbra in stick Italchile Un balsamo labbra che, grazie alla rosa mosqueta, al burro di karitè e alla calendula, contribuisce a mantenere la naturale idratazione e morbidezza delle labbra. La particolare texture ne favorisce l’applicazione, lasciando un leggero film protettivo che aiuta a proteggere la pelle dalle aggressioni climatiche. Perfetto per il freddo ormai alle porte. 3 Tisana ai frutti rossi Valverbe Una tisana dissetante, ma perfetta anche per riscaldarsi nelle fredde giornate invernali. Nasce dalla combinazione di frutti di rosa canina, fiori di karcadè, bacche di sambuco, foglie
di fragola, lampone e ribes nero che maturano lungo i sentieri di campagna, nei boschi ombrosi e nelle fitte siepi. È infine arricchita con aroma naturale di lampone. 4 Tisana al melograno Valverbe Tutte le virtù del melograno per un infuso gradevole, dal gusto pieno e naturalmente dolce. Accanto al melograno, tra gli altri ingredienti troviamo frutti di rosa canina, foglie di fragola, arancio, karkadè e aroma naturale di arancio. 5 Crema mani al melograno Weleda Questa crema mani fa parte della linea al melograno di Weleda. È una crema mani con olio di sesamo burro di karitè. Stimola la rigenerazione delle cellule, contribuisce a contrastare l’invecchiamento e a trattare la pigmentazione cutanea. Si assorbe facilmente, lasciando sulle mani una piacevole profumazione speziata.
A cura della redazione di Valore Alimentare www.valorealimentare.it 20
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il valore della qualità di Roberto Pinton
notizie dal mondo bio LA SPIGA BIO
ANTICO MOLINO ROSSO
gnocchi
biopizza istantanea
Dall’esperienza e dalla passione de La spiga bio nella produzione di pasta, gnocchi e spätzle arrivano questi squisiti gnocchi di patate la cui ricetta non prevede l’uovo. Da novembre disponibili nel nuovo formato da 400g.
Per un’ottima pizza di farro, grano tenero e grano khorasan KAMUT®. La confezione, riciclabile 100%, contiene la farina miscelata con lievito istantaneo che fa lievitare la pizza in cottura, riducendo i tempi di preparazione. Adatto agli intolleranti al lievito Saccharomyces cerevisiae.
pubblicità leale
RAPUNZEL
burro di cacao porzionato Proveniente dal progetto “Hand in Hand” di Rapunzel, è un’alternativa vegetale al classico burro. Può essere impiegato per torte e glasse ed è l’ideale per preparare in casa il cioccolato. Si presenta in dischetti da sciogliere a bagnomaria a 30-35°C prima di mescolarlo con altri ingredienti.
ALCE NERO LINEA BABY FOOD
omogeneizzato pera Questo omogeneizzato è prodotto solo con pere italiane. La ricetta, studiata per lasciare inalterato il gusto della frutta, permette di nutrire i bambini senza l’utilizzo di aromi, amidi e coloranti, ed è dolcificata solo con gli zuccheri della frutta.
La Soil association (l’organizzazione biologica britannica) ha concordato con l’authority nazionale per la vigilanza sulla corretta pubblicità una serie di dichiarazioni utilizzabili nell’informazione sul bio. La Commissione europea dichiara che la produzione biologica è un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare che combina le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi di benessere degli animali e una produzione in linea con le preferenze di alcuni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali. Il metodo biologico fornisce beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale. Nessun
sistema di allevamento ha livelli di benessere animale superiori a quelli delle aziende agricole che seguono gli standard biologici. Gli animali sono allevati senza l’uso di routine di farmaci, antibiotici e antiparassitari, il mangime è OGM-free, il pollame è libero. • Gli standard biologici proibiscono piante e ingredienti OGM, grassi idrogenati e additivi discussi (aspartame, coloranti, glutammato). • Gli agricoltori biologici lavorano con la natura, costruendo la fertilità del suolo con la rotazione delle colture e seminando leguminose come il trifoglio. • Un ettaro biologico rilascia meno gas serra di uno convenzionale. Scegliendo prodotti biologici locali e di stagione riduci fortemente la tua impronta ecologica. •
L’agricoltura biologica crea un suolo vivente e in salute. • L’agricoltura biologica è più resistente alla siccità e quindi più resiliente all’impatto dei cambiamenti climatici. • L’agricoltura biologica è migliore per la salute a lungo termine del suolo, le aziende biologiche hanno suoli più sani. • L’agricoltura biologica può aiutare a combattere i cambiamenti climatici perché sequestra anidride carbonica del suolo. • Biologico significa lavorare di più con la natura e non contro di essa. • Gli standard biologici evitano la maggior parte dei trattamenti con sostanze chimiche e promuovono la biodiversità. •
Le aziende agricole biologiche sono un rifugio per animali e piante spontanee e ospitano api, uccelli e farfalle; globalmente, piante, insetti e uccelli sono più abbondanti del 50% e con il 30% di specie in più. Il governo britannico ha dichiarato che l’agricoltura biologica è migliore per flora e fauna selvatiche, riduce l’inquinamento da sostanze chimiche di sintesi, produce meno CO2 e meno rifiuti pericolosi. Ma non occorre andare a Londra, abbiamo 44.000 aziende biologiche anche qui in Italia!
REDORO
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vecchio cacio di Pienza
olio extravergine d’oliva da 3 lt
Dai verdi pascoli della Val D’Orcia, in Toscana, arriva il latte di pecora utilizzato per produrre questo formaggio dal gusto dolce e delicato. Stagionato 120-150 giorni in apposite celle, è un formaggio a pasta morbida e compatta, perfetto con le verdure di stagione.
Un olio estratto a freddo, di colore giallo oro con riflessi verdi, confezionato in latta da 3 lt. Il suo gusto delicato lo rende perfetto per esaltare i sapori di tutti i piatti della dieta mediterranea, sia caldi che freddi.
cuorebio magazine
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il gesto quotidiano di Marco Geronimi Stoll
contiamoci Sarà perché a Natale si è buoni di default, ma qualcosa di inaspettato sta succedendo sul pianerottolo tra la signora A ( quella così attenta all’etica e all’ambiente) e la signora B, attenta piuttosto all’ammirazione altrui (per auto, vestiti, gingilli elettronici...) e decisamente propensa al consumismo. Di solito sono le tipiche dirimpettaie di pianerottolo che si incontrano pochissimo pur vivendo così vicine. Questa arte del non-incontrarsi è tipica della dimensione urbana, non siamo né “prossimo” né “estranei”, ma “condòmini”, una terza condizione in cui l’individualità spesso per sopravvivere diventa nevrotica: lo zerbino diventa un Muro di Berlino e in ascensore ci si saluta senza guardarsi e poi si sta zitti. Non ora, nel periodo di Natale, a quanto
pare; anzi le due signore si invitano reciprocamente a prendere un caffè. E con la tazzina in mano eccole a raccontarsi rilassate le proprie aspirazioni per il 2014 in modo sincero, finalmente senza che B debba troppo darsi le arie per apparire superiore e senza che A faccia troppo proselitismo per convertirla alla Causa. È il momento dei buoni propositi: A si entusiasma per qualche idea etica o ambientale che faccia meno male al Pianeta e B le risponde che secondo lei “ purtroppo siete così in pochi che il vostro sforzo non riuscirà a cambiare il mondo neanche di un pelino”. Attenti, non è detto che la signora B abbia torto, la questione non è banale né retorica: come si fa a sapere davvero l’efficacia di ciascuna delle nostre buone pratiche? Occorre
sapere quanti siamo effettivamente: a usare la bici, a chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti, a lasciare aperto il freezer meno tempo possibile, eccetera. Questi piccoli gesti apparentemente banali e poco influenti sono migliaia e spesso sono inediti. E fanno la differenza. Davvero possiamo coltivare pomodori sul balcone? Davvero quelle imbarazzanti coppette funzionano meglio degli assorbenti? Davvero i pannelli di canapa alle pareti fanno risparmiare così tanto sul riscaldamento? Ci sono migliaia di buone pratiche possibili, occorre scoprirne alcune, collaudarle, migliorarle, diffonderle e infine contarsi, per sapere in quanti siamo noi che le applichiamo. Ieri sarebbe stato difficile, oggi c’è internet. E c’è un social network apposta, dove ci si conta per contare: www.contiamoci.com Lì la signora A ha scoperto cose che interessano anche a B, o almeno la incuriosiscono: come usare l’olio invece delle creme idratanti, come dimezzare il detersivo, come stirare senza ferro da stiro, come cuocere il pesce mettendolo in un vasetto ermetico in lavastoviglie... Migliaia di gesti quotidiani per migliorare il mondo. Anche voi: provateci e ci riuscirete, contateci.
terapie naturali
l’osteopatia L’osteopatia è l’espressione di una filosofia che riconosce nell’individuo un’unità funzionale nella quale non è possibile separare le strutture psichiche, viscerali e somatiche. È in questa visione di insieme che il fondatore della pratica Andrew Taylor Still (1828-1917) e i suoi successori giungono alla conclusione che molte malattie possono essere trattate correggendo o semplicemente inducendo al cambiamento mal posizioni anatomiche che interferiscono con la circolazione sanguigna, l’attività neurologica e neurovegetativa. Qualunque sia il disturbo presentato, l’osteopata lavora, servendosi delle mani, sull’integrità della struttura che supporta la funzione compromessa, così come sulle relazioni con le strutture e le funzioni circostanti, attraverso manovre dette manipolazioni. Il concetto di movimento è il cardine della 24
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filosofia osteopatica e condiziona ogni ragionamento clinico dell’osteopata, che, quindi, ricerca nel paziente ciò che è bloccato o ipermobile, una restrizione o una lassità, ciò che non scorre bene rispetto a una struttura contigua. Questa alterazione della “libertà di movimento” spesso origina una catena di scompensi (posturali, organici, nervosi…) con relativi tentativi di compensazione (strutturali, viscerali, neuro-emozionali). È in questo quadro olistico, unito alla convinzione che il corpo possiede meccanismi di autoregolazione e autoguarigione, che il lavoro osteopatico trova la sua validità terapeutica. L’approccio si caratterizza nel seguire il senso della natura umana, aiutando il paziente a guarire, senza fermarsi ai sintomi, che spesso evocano un linguaggio di mancata adattabilità sia intracoporea che ambientale.
Le manipolazioni osteopatiche si avvalgono di metodiche che vanno dalle più comuni tecniche strutturali, come il thrust (rumore), a tecniche miotensive (muscolari), fasciali, viscerali, neurovegetative, fino alle manovre dette cranio-sacrali, che interagiscono con ritmi corporei che ci contraddistinguono sin dallo stato embrionale. Le indicazioni terapeutiche per rivolgersi a un osteopata sono le più disparate, dai disturbi muscolo-scheletrici fino alla qualità dello stare bene con se stessi. Si differenzia dalla chiropratica sia nell’approccio, che per quest’ultima risulta più rivolto allo specifico e meno d’insieme, sia nelle tecniche, che nella chiropratica sono prevalentemente correzioni di aggiustamento tramite thrust, tese a condizionare la funzionalità articolare e neurofisiologica.
Claudio Peloso Osteopata D.O. Dottore in Osteopatia Diplomato presso il C.E.R.D.O. Centre pour l’etude, la recherche et la diffusion osteopathiques con sede a Roma nell’anno 2006 Iscritto al Registro Osteopati d’Italia (R.O.I.) tessera n.1492 Svolge la sua attività a Verona. email: peloso.claudio@virgilio.it cuorebio magazine
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la camminata nel labirinto, una delle attività proposte durante il soggiorno in Abruzzo
l’angolo dei più piccoli
creatività e gioco
gnomo di Natale
tradizioni di Natale
In Francia. Babbo Natale non lascia i suoi regali sotto l’albero di Natale, ma dentro le scarpe dei bimbi. Il presepe, chiamato creche, è molto popolare. Si brucia il “Legno di Natale”, un grande ceppo che deve ardere durante tutto il giorno di Natale, dopodiché si mangia la “Buche de Noel”, una torta al cioccolato che assomiglia a un piccolo tronco.
cappello
turismo sostenibile
un modo diverso per festeggiare l’anno nuovo A Capodanno è possibile vivere un’esperienza fatta anche di consumi sobri, cucina biologica e vegetariana, tempi lenti, disintossicazione tecnologica (i cellulari durante il giorno vanno tenuti rigorosamente spenti) trascorrendo quattro giorni in Abruzzo. Con sede in un casale a 770 metri di altitudine, il Casale Le Crete a Tagliacozzo, nella Marsica, propone escursioni sempre affascinanti e selvagge – anche se c’è molta neve, con le ciaspole. I luoghi sono quelli di un’Italia “minore”, poco conosciuta, ma ricca di paesaggio e natura. Le montagne sono tra le più alte dell’Appennino, parliamo del Parco regionale Sirente-Velino, la cui cima più alta, appunto il Velino, raggiunge i 2.489 metri. Paesini 26
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caratteristici (Tagliacozzo, Scurcola, Rosciolo), siti archeologici (Alba Fucens), chiese romaniche di rara bellezza (Santa Maria in Valle Porclaneta, San Pietro in Albe). E alla sera tutti vicino al camino, nello spirito della condivisione, oppure all’aperto a osservare le stelle. Organizza il viaggio la Compagnia dei Cammini, associazione che promuove il turismo responsabile attraverso esperienze di cammino in Italia e all’estero con guide professioniste. Attenti alla salute, anche della madre terra, durante i viaggi a piedi si punta alla valorizzazione dell’alimentazione bio e naturale - a base di prodotti locali - e vegetariana. Fondamentale, inoltre, è l’incontro
con chi vive nei luoghi in cui si organizzano i cammini, nello spirito di un vero turismo consapevole e a sostegno di territori meravigliosi e, in alcuni casi, dimenticati. I colori solari e luminosi scelti per l’ometto di pietre del logo, simbolo per eccellenza del cammino, sottolineano i valori della Compagnia dei Cammini che lavora con gioia e impegno per un mondo migliore. Sono circa 100 i viaggi a piedi della durata di una settimana che ogni anno vengono organizzati per tutti i gusti e tutte le tasche. Si va dal trekking classico, anche in compagnia degli asinelli, dalla barca a vela con trekking, al cammino profondo (Deep walking) con esperienze di meditazione camminata. Deep Walking è un modo nuovo di meditare e di camminare. Una camminata profonda, in cui si parte presto la mattina, si fanno esercizi di Qu Gong prima di colazione per preparare i muscoli e la mente, poi, invece di fermarsi a meditare, lo si fa camminando in silenzio in luoghi dalla forte carica energetica. Questo progetto è stato ideato da Luca Gianotti, guida di montagna da vent’anni, che ha descritto la sua esperienza in un libro che ha avuto un buon riscontro (L’arte del camminare, Ediciclo 2011) e che, da studioso di filosofia e praticante di arti orientali, ha miscelato le sue esperienze in una formula nuova che trova le sue radici nel buddismo zen e nello sciamanesimo tolteco. PER INFORMAZIONI: www.cammini.eu
In Germania. Qui si utilizzano moltissimo il calendario e la ghirlanda dell’Avvento per indicare quanti giorni mancano al Natale. I bimbi ricevono i doni da San Nicola (St. Nicholas).
collo corpo per 2
Materiale Ciniglia color rosso Lana da imbottire Tricot (maglina) Cartoncino rigido
Procedimento Corpo: tagliate due pezzi di ciniglia seguendo il carta modello, cuciteli a punto macchina, anche detto punto filza, avendo l’accortezza di lasciare un’apertura sul bordo superiore per infilare la testa. A questo punto potete imbottire il corpo con della lana cardata o con del cotone. Testa: prendete della lana da imbottire e fate una pallina della grandezza desiderata per la testa del vostro gnomo. Fate attenzione che la lana sia ben compatta e uniforme e che la testa sia ben proporzionata al corpo. Lasciate che un po’ di lana avanzi alla base della testa, avvolgetela per qualche giro su se stessa, così da creare un piccolo collo. A questo punto ri-
vestite completamente la testa con la maglina per il viso (tricot). Chiudete alla base della testa con diversi giri di filo, facendo un piccolo cappio. Inserite la testa nell’apertura del collo e fissatela al resto del corpo con dei punti nascosti. Ricordate che la testa deve essere ben salda per evitare che possa ciondolare. Cappello: Tagliate un altro pezzo di ciniglia rosso seguendo sempre il carta modello, cucitelo a punto macchina, imbottitelo con la lana e posizionatelo sulla testa dello gnometto. Fissatelo con dei punti nascosti sia alla testa sia alla parte posteriore del corpo. Rifiniture: sbizzarritevi con la fantasia facendo delle decorazioni natalizie con del filo dorato (ad esempio delle stelline). Se volete, potete anche fa passare il filo dorato sulla sommità del cappello così da poter appendere lo gnometto. A cura del Gruppo lavori manuali della scuola Steiner Waldorf di Verona www.scuolawaldorfverona.it
In Finlandia. Oltre al classico albero di Natale, viene preparato all’esterno delle case un secondo alberello per gli uccellini. Si tratta, infatti, di un covone di grano legato a un palo e addobbato con semi appetitosi. Anche in altri paesi c’è questo simpatico pensiero verso i piccoli volatili che riempiono con il loro cinguettio le ore della giornata. Ad esempio in Germania, soprattutto nel sud, la gente sparge dei grani sul tetto delle case affinché anche gli uccellini possano far festa il giorno di Natale. In Polonia La vigilia di Natale è chiamata Festa della Stella e la tradizione vuole che, sino a quando non compare in cielo la prima stella, non si debba iniziare la cena. Le famiglie polacche celebrano il Natale con un pasto di 12 portate. Si lascia sempre un po’ di spazio in tavola, in caso arrivi un ospite inatteso. In molte case ancora oggi si mettono dei covoni di grano nei quattro angoli della stanza, in memoria della stalla dove nacque Gesù Bambino.
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angolo delle buone pratiche
inverno: riduciamo i consumi e gli sprechi Ottobre è stato il mese in cui abbiamo messo in funzione gli impianti di riscaldamento. Si accendono le caldaie e insieme a loro gli aumenti delle bollette e gli sprechi. Le dispersioni hanno conseguenze sia sull’ambiente, con l’aumento di emissioni di CO2, che direttamente sulle spese di riscaldamento. È però possibile contenere tali costi risparmiando tra il 20% e il 40% semplicemente correggendo alcune abitudini sbagliate o con interventi poco invasivi sugli edifici esistenti. Cambiare le cattive abitudini Il comfort è ottenibile attraverso una serie di accorgimenti rivolti al corretto uso della casa 28
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e dei suoi sistemi di riscaldamento. La temperatura interna dei locali deve essere mantenuta il più possibile costante nell’arco della giornata e non superare i 19°C; questo permette alla caldaia di evitare sprechi di accensione e spegnimento. In tal modo si evitano i consumi necessari per portare alla temperatura desiderata gli ambienti della casa. È importante, inoltre, mantenere al minimo il riscaldamento durante le ore notturne, evitando così accensioni superflue dell’impianto. Gli errori più comuni che causano sprechi sono: la copertura dei termosifoni con copricaloriferi e l’asciugatura di panni bagnati sui
radiatori; ogni tipo di ostacolo non permette la corretta circolazione dell’aria calda, riducendo così l’efficienza dell’impianto. La prestazione dei caloriferi migliora se si esegue lo spurgo degli elementi a ogni inizio stagione. Si eliminano così eventuali bolle d’aria che sono la causa del raffreddamento degli elementi radianti. Anche l’areazione degli ambienti può essere fonte di spreco se fatta nelle ore diurne in cui l’impianto è in funzione; è consigliabile un buon ricambio d’aria il mattino, quando il riscaldamento è spento. È sempre bene ricordasi che al tramonto del sole è utile chiudere persiane o tapparelle per evitare che il calore raggiunto negli ambienti sia dissipato dalle superfici vetrate.
attualità
Piccole migliorie Per migliorare le prestazioni dei singoli termosifoni è possibile porre tra il muro e il calorifero dei pannelli isolanti riflettenti che indirizzino il calore nell’ambiente senza dissiparlo verso il muro esterno. È possibile inoltre montare delle valvole termostatiche che, abbinate ad una caldaia a condensazione, permettano di controllare la temperatura in modo diverso stanza per stanza. Interventi di maggiore impegno economico possono essere considerati la sostituzione dei serramenti con infissi di legno a taglio termico con doppio/triplo vetro o la posa di un isolamento esterno ai locali d’abitazione, che rende l’involucro edilizio uniforme e compatto a livello termico. Il cosiddetto cappotto può essere realizzato con pannelli di sughero naturale in lastre, da applicare direttamente sulle superfici esterne. Tutti gli interventi che portano un miglioramento energetico possono godere di detrazioni fiscali previste per legge. È evidente che l’investimento economico iniziale sarà ripagato sia con un risparmio considerevole sulle bollette energetiche che fiscalmente, attraverso le detrazioni. Non è trascurabile, inoltre, l’evidente guadagno in termini di comfort riscontrabile in una abitazione correttamente riscaldata. Tutti gli accorgimenti che possiamo adottare per migliorare le nostre case entrano d’obbligo nella costruzione di un nuovo edificio o nella ristrutturazione di edifici esistenti. È bene sapere che questi tipi d’interventi implicano dei costi sicuramente maggiori poiché nella progettazione ecocompatibile i materiali utilizzati sono più onerosi rispetto all’edilizia tradizionale, ma che il benessere di cui l’utente potrà beneficiare risulterà sicuramente più elevato.
Pubblichiamo volentieri questo contributo trasmessoci dalla dottoressa Laura Borghi, membro del Comitato scientifico di Aipma (Associazione italiana pazienti della medicina antroposofica) e presidente di Sima (Società italiana di medicina antroposofica).
Gianluca Carcano, architetto Milena Dipalma, ingegnere
“La cura della salute è insieme interesse sociale e individuale e la libertà di scelta del malato e del medico dovrebbero essere
la cura della salute e la medicina antroposofica Il quadro odierno e le prospettive future
rispettate, tenendo conto delle differenziazioni possibili nella scelta di un metodo diagnostico-terapeutico piuttosto che di un altro, nella complementarietà di più approcci, nell’integrazione di diverse possibilità adatte e sinergiche. Molto dipende dalla nostra concezione di vita, dalle scelte professionali o famigliari, dalla concezione che abbiamo di uomo, donna, bambino, anziano e mondo, nei risvolti pratici quotidiani oltre che nelle scelte
di base esistenziali. La medicina antroposofica rientra nel quadro delle cosiddette medicine non convenzionali (Mnc); trova la sua origine nel centro Europa, quasi un secolo fa, come ampliamento della medicina convenzionale. Quest’ultima limita il suo interesse allo studio dei complessi meccanismi attivi nel corpo fisico dell’uomo, cercando di ripristinarne le funzioni quando sono fuori uso; l’ampliamento introdotto dalla medicina antroposofica si riferisce alla costituzione dell’uomo dotato di funzioni vitali che mantengono le sostanze del corpo fisico entro l’ambito adatto alla vita umana. La vita umana si svolge come biografia, tra nascita e morte, con un filo continuo segnato da eventi individuali sperimentati nella propria interiorità in modo soggettivo ed espressi nelle relazioni sociali e nel comportamento. La complessità della vita può portare a riconoscere piani diversi che si intersecano e interagiscono. Le medicine non convenzionali portano caratteristiche diverse: tutte cercano di considerare l’uomo nella sua integrità, secondo caratteristiche individuali, nel rispetto dell’ambiente e dei rapporti sociali e naturali. Importante suona qui il rispetto della scelta di cura che dipenderà dalla concezione che il paziente ha di sé o delle persone vicine. La libertà di scelta terapeutica, per i cittadini e per i medici, è fondamentale. È bene che ci cuorebio magazine
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siano delle linee guida per la prescrizione di cure e per le indicazioni degli iter diagnostici. Vorremmo, però, che fossero, appunto, linee guida mediche, integrabili da una medicina complementare. Il corpo è tenuto in vita da forze che non sono solo quelle meccaniche e fisiche, ma che sono ugualmente quantomeno fisiologiche, per il funzionamento di una vita psichica e spirituale. Rispettiamo la scelta di chi preferisce o accetta di curare un “male” cercando di contenerlo, reprimendolo o annullandolo. Lenire la sofferenza e rendere sopportabile il dolore mentre si avvia il processo di guarigione è il primo atto medico, ma vorremmo poterlo fare scegliendo, di volta in volta, i mezzi più adeguati. Rispettiamo e collaboriamo con la medicina accademica che fa questo con mezzi talvolta dai risultati sorprendenti, così come collaboriamo e rispettiamo i colleghi delle diverse Mnc. Nel 2002 la Federazione degli ordini dei medici e odontoiatri riconobbe 7 + 2 medicine e pratiche non convenzionali, tra cui la medicina antroposofica, pienamente riconosciuta in Germania (paese dell’Unione Europea) e in Svizzera a tutti gli effetti per quanto riguarda i medicinali antroposofici; ma questo riconoscimento ordinistico non poteva avere valore di legge. In quegli anni una commissione mi-
nisteriale aveva anche cercato di caratterizzare e trovare parametri di riferimento validi per l’omeopatia e la medicina antroposofica, ma senza giungere a conclusioni. Rimane così che una decisione assunta dagli Ordini professionali non ha valore di legge. In Italia, in assenza di una legge sulle Mnc, un accordo tra Stato Regioni del febbraio 2013, non ancora entrato nella fase di recepimento, dovrebbe avere comunque valore di legge per garantire la qualità della formazione e il conseguente censimento dei professionisti di Mnc tramite gli ordini dei medici. La medicina antroposofica rientrerebbe nella pratiche affini all’omeopatia. Nell’attuale situazione di estrema labilità politica si sono inoltre riattivate proposte di legge che, in teoria, potrebbero risolvere la carenza in questo ambito. Dopo anni di lavoro per l’affermazione del diritto di esistere, riusciremo a non scomparire in Italia? Al paziente e al medico forse può importar poco di un riconoscimento di un indirizzo terapeutico, quando il medico può esercitare la professione già in quanto tale. Ma a parte l’importanza di chiamarsi con il proprio nome, e non è secondario, una problematica urgente riguarda i medicinali. La direttiva europea del 2001 viene recepita in Italia nel
2006 per il medicinale omeopatico e antroposofico. I Paesi che aderiscono all’Unione Europea hanno l’obbligo di recepire le direttive, ma possono legiferare direttamente sulle materie ivi disciplinate, pur se in accordo con il testo di Bruxelles. Per gocce, diluizioni, triturazioni in formulazione di efficacia consolidata negli anni, per le fiale e diverse preparazioni che il farmacista non è in grado di preparare in laboratorio, non è accettabile perdere la formulazione industriale. Se scomparissero i medicinali antroposofici, se la professionalità dei medici a indirizzo antroposofico non fosse riconosciuta, noi rimarremmo medici di professione, ma senza la libertà di curare. Il sistema della medicina antroposofica necessita, invece, di professionisti esperti che possano anche trasmettere le conoscenze e l’esperienza maturate. Necessita di medicinali che curano rispettando l’uomo nelle sue componenti costitutive, garantendone l’integrità. Non è questione di sopravvivenza, è questione di qualità di vita, e dignità umana da poter offrire ai pazienti.”
notizie dal mondo bio CUOR DI MIELE
GALLONI
miele di acacia squeeze
speck Alto Adige IGP
Cuor di miele seleziona, nelle regioni più vocate, i mieli biologici italiani. Dalle fioriture di Emilia Romagna e Toscana nasce il miele di acacia, ideale per addolcire dolci e bevande. È disponibile nella pratica confezione da 250 g con dosatore antigoccia.
Lo speck Alto Adige IGP è il fiore all’occhiello di Galloni. Viene proposto in trancio da 1 kg sottovuoto. Ciò vi consentirà di gustarlo affettandolo al momento. Tagliato a dadini è un ottimo aperitivo e un ingrediente perfetto per tante gustose ricette.
CASCINA BIANCA
Per ulteriori informazioni www.medicinaantroposofica.it www.aipma.it
yogurt magro alla nocciola IGP Piemonte
CANSIGLIO
scandola per piastra
Uno yogurt denso e cremoso, il cui sapore delicato è arricchito dal gusto unico della nocciola Piemonte IGP. Coltivata tra le province di Cuneo, Asti e Alessandria questa nocciola si contraddistingue per le eccellenti qualità organolettiche.
Un formaggio a pasta semipressata la cui forma ricorda la “scàndola” ovvero, in veneto, l’assicella di legno usata per la copertura dei tetti. Si può affettare e cuocere alla piastra senza colature perché la crosta edibile ne mantiene la forma.
CA’ VERDE
scamorza affumicata Un formaggio a pasta filata con un gusto dolce e aromatico, una pasta di colore bianco ambrato e un buccia dorata. Infatti, dopo un breve periodo di maturazione, questa scamorza viene esposta per l’affumicatura, come da tradizione, al fumo sprigionato da trucioli di faggio.
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novità
Pain d’epices al Cranberry Ispirato alla tradizionale ricetta nord-europea, il Pan speziato Baule Volante è prodotto con miele e senza olio di palma o altri grassi. Delizioso a colazione, è ideale per il tè del pomeriggio o con il gelato. Disponibile nei tre gusti Cranberry, Miele, Uvetta.
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l’angolo del giardino
oggi leggiamo... Una zucchina non fa primavera. Guida alla
Andare a piedi. Filosofia del camminare
il cumulo: dalla teoria alla pratica Salviamo il paesaggio!
frutta e alla verdura (e non solo) di stagione
Io lo so fare. Piccola guida all’autoproduzione manuale, creativa ed ecologica. Far da sé, non sprecare, risparmiare
ROBERTA FERRARIS
FRÉDÉRIC GROS
LUCA MARTINELLI
DI MARINELLA CORREGGIA
Terre di Mezzo Editore
Garzanti
Altreconomia edizioni
Altreconomia Edizioni
Quando si raccolgono i carciofi? E le rape? E qual è la stagione di melanzane, zucche, fave, taccole e albicocche? E con i cardi che piatto si può preparare? Domandarsi qual è il tempo giusto in cui maturano frutti e ortaggi consente di portare in tavola i sapori migliori dell’anno, risparmiando. Una guida pratica per riconoscere la stagionalità, con cento ricette.
Un libro originale che ci fa riscoprire la bellezza e la profondità del camminare e il senso di libertà, di crescita interiore e di scoperta che può suscitare in noi. Attraverso la riflessione e il racconto delle vite di grandi camminatori del passato, che in questo modo hanno costruito e perfezionato i propri pensieri, l’autore propone un percorso ricco di curiosità, capace di far pensare.
“Fermare il cemento e il consumo di suolo fertile è una delle priorità di un Paese che si voglia chiamare civile”, scrive Carlo Petrini nella prefazione. Questo manuale insegna a resistere e passare all’azione: 25 storie di comitati e tutte le risorse pratiche e giuridiche - per far valere i diritti dei cittadini e del paesaggio. Un dizionario per la difesa del territorio in 10 parole chiave.
Vi capita di regalare gioielli vegetali? Questo manuale è la fucina da cui nascono idee ecologiche e fai-da-te sempre nuove: dal pane cotto al sole ai germogli in cucina, dalle soluzioni naturali (e profumate) per l’igiene personale o domestica agli oggetti quotidiani, dalla toilette compostante alle vernici al caffè. E allora, il potere a mani e piedi. Ma soprattutto al cervello!
In questo numero di Cuorebio Magazine, abbiamo deciso di non darvi nozioni teoriche, ma di raccontarvi un’esperienza concreta vissuta da alcuni collaboratori di EcorNaturaSì, protagonisti di un weekend biodinamico, da cui prendere spunto per le attività di giardinaggio o per l’orto di casa. Equipaggiati con stivali di gomma e guanti da lavoro, guidati da Paolo Pistis (agricoltore, tecnico agricolo esperto di biodinamica e collaboratore di Valore Alimentare) e da Erich Vill (melicoltore biodinamico), gli aspiranti agricoltori biodinamici hanno messo in pratica gli insegnamenti cimentandosi nell’elaborazione del “cumulo” o compost biodinamico. Dopo aver preso del letame di vacca, lo hanno accumulato
in vari strati secondo una forma regolare di tipo trapezoidale, pressandolo per dargli compattezza. Vi hanno quindi aggiunto i preparati biodinamici, ovvero erbe che, opportunamente elaborate in modo naturale, vengono utilizzate per rafforzare il lavoro di ciò che è già nella terra, stimolandone una sorta di “sistema immunitario” e generando fertilità e vitalità. Come ha spiegato Paolo Pistis, infatti, il valore aggiunto dell’agricoltura biodinamica è che non solo esclude le sostanze chimiche di sintesi come fertilizzanti, diserbanti, anticrittogamici e altri pesticidi, ma si occupa anche dell’arricchimento della fertilità della terra, per migliorare poi la vitalità della pianta e dei suoi frutti. In seguito
all’aggiunta dei preparati, il cumulo è stato quindi coperto con del fieno essiccato. Dopo circa 6 mesi il compost biodinamico si presenterà come del terriccio simile a quello del sottobosco, ricco
di forze vitali e con un profumo gradevole. A questo punto potrà essere utilizzato come nutriente del suolo e delle piante. Buon cumulo a tutti!
Custodiamo la semplicità di tanti sapori.
Ecor, per la Vita dell’uomo e della terra. www.ecor.it 32
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vivere ad impatto quasi zero
la storia di Graziella Fanti Ra a cura di verdementaverde
Con l’arrivo dell’inverno, mi è venuto in mente un ricordo che ha in sé tutto il sapore delle calde serate d’estate: saranno le giornate decisamente più corte, il freddo che avanza, la nebbia che avvolge ogni cosa la mattina presto, ma in un attimo sono stata proiettata in una notte speciale, quella del 29 giugno. Mi trovavo a Isola del Piano, un piccolo comune della provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche, per la Notte bio. Tra i molti eventi che hanno animato il centro, vi è stata anche l’inaugurazione di una statua denominata Idolino Graziella Ra di Pino Mascia, raffigurante “Il figlio del grano”, un amorino con arco e frecce e i capelli fatti di spighe, ed è stato anche consegnato il premio Idolino Graziella Ra. Avevo già sentito parlare di Graziella Ra, ma
più che altro come denominazione di una varietà di grano antico, conosciuto addirittura come “il grano dei faraoni”. Sono tornata a casa con la curiosità di saperne di più e ho fatto una ricerca in rete per scoprire chi era davvero Graziella Ra: ho scoperto così la storia di una ragazza uccisa dai nazisti e di un padre che non l’aveva mai conosciuta, ma che aveva voluto dedicare a lei quel grano così speciale che veniva da lontano, addirittura da una tomba egizia. Una storia intensa, che ho deciso di condividere con voi attraverso il racconto della giornalista Raethia Corsini che era presente alla Notte bio ed è stata premiata proprio con l’Idolino Graziella Ra, in concomitanza con l’uscita del racconto su Graziella Fanti Ra in un libro di racconti pubblicato e distribu-
appuntamenti
BIOLIFE 2013 Dal 22 al 24 novembre torna a Bolzano Biolife, fiera dell’eccellenza regionale biologica. Nata nel 2004 come mostra mercato dedicata alla produzione biologica, alimentare e cosmetica e alla sostenibilità, è diventata un importante momento di informazione sul biologico e un evento di promozione della piccola produzione di eccellenza alimentare italiana, biologica certificata. A margine della manifestazione si terranno alcuni eventi culturali e informativi. In particolare, sono previsti incontri dedicati alla salute alimentare e al consumo sostenibile e sessioni di approfondimento su tematiche enogastronomiche. www.fierabolzano.it/biolife
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ito in Francia dalla casa editrice Elocoquent. “Un giorno in una cattedrale ho letto questa frase: “il chicco di grano se non muore non porta frutto”. Mi è parsa bella, ma ho faticato a capirne il senso. Poi ho ritrovato la storia che sto per raccontare e un raggio di sole mi ha illuminata. Il 21 settembre 1944 Graziella Fanti aveva diciassette anni ed era bella, di una bellezza delicata, mi hanno sempre detto mio padre e mia madre: Graziella era una loro compagna di scuola. Aveva capelli biondi, occhi chiari, sorrideva poco. Era figlia di contadini comunisti: sua madre e il suo patrigno, che poi era lo zio, dato che Graziella era figlia di padre ignoto. Sua mamma, Bruna, faceva la cameriera in una casa di aristocratici che per la villeggiatura estiva andavano a Le Piastre, sull’ Appennino sopra Pistoia. Si spettegolava in giro che il padre di Graziella fosse il padrone. La storia, però, ha smentito le malelingue. Le Piastre si trova su quella che all’epoca era la Linea Gotica e che, ormai quasi 70 anni fa, fu assediata dai nazisti. Giorni terribili. Gli alleati si battono, ma perdono, i contadini appoggiano i partigiani, i tedeschi e i fascisti reprimono la resistenza: 4400 morti in tre mesi. La piccola Graziella il 21 settembre 1944 era in riva a un ruscello dove andava a lavare i panni. Cantava e la sua esile voce attirò dei soldati nazisti. La aggredirono, la umiliarono e mentre Graziella faceva la sua personale resistenza, quelli posero fine alla sua vita. Da quel giorno, e per molti anni, nessuno si è ricordato di Graziella Fanti, tranne il cuore ferito di sua madre, morta non molto tempo dopo. Solo dopo molti anni di distanza un suo compagno di scuola - mio padre - è riuscito a far mettere una lapide nella piazza del paese, alla memoria. È successo nel 2006. Dopo le celebrazioni, però, è acca-
duto qualcosa di imprevedibile. In uno stabilimento che produce pasta biologica, a Isola del Piano in provincia di Urbino, qualcuno dice di sapere chi era il padre di Graziella. Sta tutto in un chicco di grano di grande valore nutrizionale e storico: un frumento che viene da una tomba egizia. In Italia è stato portato, verso la fine degli anni Settanta, da un archeologo, che lo consegnò a Ivo Totti socio di una cooperativa di pastai. Consegnò a Ivo quei chicchi di frumento con un mandato: se riuscirete a moltiplicarlo dovete chiamarlo Graziella, il nome di mia figlia morta tragicamente durante la seconda guerra mondiale. Dopo varie traversie sono riusciti a moltiplicarlo e a ottenerne le prime produzioni di pasta. Così nella cooperativa oggi si produce una pasta con questo grano chiamato Graziella Ra. Il cognome è stato scelto dall’allora presidente della cooperativa, Gino Girolomoni, scomparso alcuni anni fa. Girolomoni, non conoscendo il nome del padre di Graziella (Fanti era il cognome della madre), pensò di donargliene uno dal forte contenuto simbolico: Ra, in egiziano, significa sole. Sono i suoi raggi caldi a maturare le spighe bionde, come le trecce di Graziella. E dalle spighe cadono i chicchi di grano. Si disperdono, ma, come la storia di Graziella pare insegnarci, mai inutilmente. Solo per portare frutti”.
Valore Alimentare Scopri il secondo dei Quaderni di Valore Alimentare: “Allergie e intolleranze alimentari. I consigli, le diete e il cibo di qualità”. Redatto da Matteo Giannattasio, direttore scientifico della rivista online www. valorealimentare.it, si pone l’obiettivo di far luce sulla differenza tra allergie
e intolleranze alimentari, fornendo una guida semplice, ma approfondita, a chi si avvicina per la prima volta a questa tematica e in particolare alla persona che scopre di avere questi disturbi. Partendo dalle cause all’origine del fenomeno, si parla poi di celiachia, cui viene dedicato un capitolo; di test allergologici, in particolare quelli alternativi; di prevenzione perché fin dalla vita prenatale le scelte alimentari della madre possono proteggere il nascituro. La seconda parte del quaderno offre consigli alimentari, riportando per ciascun tipo di allergia o intolleranza uno schema dietetico, con gli alimenti consentiti e da evitare. Il nuovo quaderno di Valore Alimentare sarà disponibile nei negozi Cuorebio da fine novembre.
Per leggere questo e altri scritti di Raethia Corsini visitate il sito www.zippora.it
Se vuoi contribuire a questa rubrica invia i tuoi suggerimenti e consigli all’indirizzo verdementaverde@hotmail. it cuorebio magazine
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