COD 37489
Numero 26 Luglio - Agosto 2019
Per un’estate sostenibile
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DALLA NOSTRA FILIERA ETIOPIA
caffè
L’antico rituale etiope di preparazione
che contribuiscono alla tutela della
del caffè rivive in ogni tazzina del nostro
biodiversità, in Italia incontra oltre due
caffè di foresta, frutto dell’impegno del
secoli di esperienza nella torrefazione:
nostro ecosistema. Coltivato nel
viene quindi tostato e macinato in modo
paese africano, culla della Coffea
da valorizzare al meglio le preziose
Arabica, utilizzando varietà locali
caratteristiche dei suoi chicchi.
Ecor è un progetto
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editoriale
chi siamo la redazione: Giò Gaeta Silvia Valentini Sophie Meneghelli
Protagonisti di azioni virtuose
hanno collaborato a questo numero: Serena Federici di Ecocomunicazione www.ecocomunicazione.it Benedetta Frare giornalista pubblicista e direttrice responsabile della rivista Claudia di Francescantonio per la foto di copertina
di Silvia Valentini
Benedetta Marchi per la rubrica Homemade in cucina Sabrina Scicchitano fotografa e food stylist Martino Beria e Antonia Mattiello chef e co-fondatore di www.veganogourmand.it Diana Zottarel, per le foto dell’orto aziendale di pag. 27 Paolo Pistis esperto di agricoltura biodinamica Marina Cremonini illustratrice
Qualche giorno fa sono stata al lago con alcuni amici. Accanto a noi, un gruppo di ragazzi festeggiava divertito le vacanze estive: emblema della modernità, fissavano ogni momento con lo smartphone e tra un tuffo e l’altro esibivano divertiti la loro spensieratezza. Pronti per andarsene eccoli svelare, tuttavia, la loro triste eredità: un cartoccio di patatine e un bicchiere di plastica galleggiavano nell’acqua del lago, pronti a prendere il largo. Invitati, con garbo ma anche fermezza, a smaltire i loro rifiuti, hanno reagito con un’indifferenza talmente innocente da risultare disarmante: avevano già raccolto altri rifiuti, ci hanno detto, e ormai erano pronti per andare via… La loro noncuranza ci diceva che, molto semplicemente, la cosa non li riguardava. Questo episodio, per loro probabilmente insignificante, per me ha significato molto: sono ragazzi giovani, mi sono detta, il futuro è per loro ma è anche nelle loro mani. Come può non riguardarli? Superata la rabbia iniziale mi sono fermata a riflettere: forse, chiusa nel mio mondo in cui la responsabilità verso l’ambiente è un dovere imprescindibile, mi sono dimenticata che esiste anche un mondo che non vede in questa deriva un rischio concreto per l’umanità? Possibile che io abbia avuto una visione troppo ottimistica, pensando che tutti ormai – consapevoli del danno arrecato al Pianeta – siano anche consci della necessità di invertire la rotta? Che fare?! Mi sono detta. Come coinvolgere anche gli scettici che il Pianeta è uno, che la responsabilità è di tutti e che contano anche le nostre piccole buone pratiche? Ce lo dice anche
il naturalista Armando Gariboldi, intervenuto nella nostra rubrica Ecosistema e Ambiente di pag. 32, con un’intervista guarda caso dedicata all’acqua: “Dobbiamo levarci dalla testa il fatto che ognuno di noi possa fare poco o nulla”. Attraverso le pagine del nostro magazine, vi raccontiamo l’impegno di EcorNaturaSì a favore dell’ambiente - la riduzione degli imballaggi, la diminuzione della plastica, l’utilizzo di materiali ecocompatibili – un impegno che deve necessariamente incontrare anche la buona volontà di tutti noi. Come quel mio amico che, appena qualche giorno dopo l’episodio del lago, mi raccontava di aver raccolto – come ogni settimana, durante la sua sessione di corsa poco fuori città – i rifiuti disseminati lungo il sentiero: un gesto che mi ha dato speranza, anche se io confido in un futuro che non renda più necessari simili piccoli atti di eroismo quotidiano. In cui tutti noi tratteremo la Terra con la stessa cura che riserviamo alle nostre case, perché la Terra è la casa della Vita. Già ora siamo in tanti a rendere realtà le nostre buone pratiche, e proprio noi dobbiamo farci ambasciatori di sostenibilità tra chi invece è ancora scettico, senza l’ostilità del giudizio ma promuovendo l’idea che abitiamo tutti un ecosistema interconnesso nel quale contano i nostri gesti di ogni giorno, celebrando la bellezza del diventare protagonisti di azioni virtuose per il bene di tutti.
Marco Trevisan illustratore Francesca, Lorella, Silvia Braglia chef e docenti di consapevolezza alimentare fondatrici di www.disanapianta.net Litopat per la stampa Editore: EcorNaturaSì SpA via De Besi 20/c, Verona tel 0458918611 Direttore responsabile: Benedetta Frare Grafica e impaginazione: Ecocomunicazione, progetti di comunicazione ecologica Stampato da Litopat con inchiostri a base vegetale Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Verona in data 30/12/2003 n. 1575
naturasi.it negozicuorebio.it
Ringraziamo i colleghi di EcorNaturaSì protagonisti della nostra copertina.
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LE T ERRE DI ECOR
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sommario 3
EDIT ORI A LE
Protagonisti di azioni virtuose
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In viaggio nelle piantagioni tropicali
20 Riviera: una spiaggia per cambiare il mondo
24 A PPROFONDIM EN T O
41 A ZIENDA DEL M ESE
Osteopatia e alimentazione
26 I NOSTRI PROGET TI
46 A OGNI ORTAG GIO
Coltivare, non solo vendere
La luce. L’invisibile diventa visibile
Vacanza in bicicletta!
LA SUA STAGIONE
La pesca, aroma d’estate
48 CONSIGLI PER ORT O,
16 IL NEG OZIO SI RACCON TA
La forza delle idee, la voglia di ricominciare 32 ECOSIST EM A E A M BIEN T E Nell’acqua, la vita
18 L’A PPETIT O V IEN...
31 BIO&T HE CIT Y
Tutta colpa del cavolo cappuccio…
Il (giusto) prezzo del pomodoro
13 COSA CI NU TRE?
38 IL NOSTRO ECOSIST EM A
NEWS DA L MONDO BIO
8 DA LLE A ZIENDE AGRICOLE
20 ECOSIST EM A E A M BIEN T E
GI A RDINO E T ERRA ZZO
I lavori nell’orto e nel giardino biodinamico di luglio-agosto
35 LUNA RIO
Polpa o passata, la frisella è assicurata!
le nostre ricette
con Sabrina Scicchitano
con Benedetta Marchi
con Martino e Antonia
Trionfo d’estate
Cremosità in coppetta
Ispirazioni mediterranee: il gazpacho
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con Disanapianta e Marina Cremonini
Pappa al pomodoro
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news dal mondo bio Bologna è di nuovo… SANA
Dal 14 al 18 agosto 2019 a Rispescia, nella storica sede maremmana di Legambiente, torna l’appuntamento con Festambiente, il festival nazionale dell’associazione ambientalista, nuovo nel format e nella durata. Legambiente ha fatto la scelta coraggiosa di cambiare tutto, mantenendo però i contenuti di sempre. Tema portante: la sfida per salvare il Pianeta. Il palco sarà interamente dedicato al clima, con installazioni videografiche e particolari accorgimenti e il festival, oltre ad essere efficiente dal punto di vista energetico, sarà ancora una volta interamente plastic-free. Festambiente, come e più di sempre, sensibilizzerà i partecipanti con eventi che partiranno dalla mattina e si protrarranno fino a notte inoltrata. Tra le novità, la sezione Scienzambiente dedicata a Greta Thunberg e molto altro. Lineup #Festambiente2019 | #SALVAILCLIMA: 14 agosto | Daniele Silvestri con Diodato e Mirkoeilcane, 15 agosto | The Zen Circus, 16 agosto | Max Gazzè, 17 agosto | Carmen Consoli, 18 agosto | Alpha Blondy.
A Bologna si rinnova anche quest’anno, dal 6 al 9 settembre, l’appuntamento con SANA, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, giunto alla sua 31° edizione. Un’occasione imperdibile per conoscere le ultime tendenze, scoprire nuovi prodotti e approfondire i temi legati all’alimentazione e alla cosmesi naturale, grazie all’ampia area espositiva e al fitto calendario di incontri, conferenze e workshop.
Ha aperto le porte a Napoli la Casa delle Arti Antroposofiche La Fenice, che dal 2015 ospita laboratori artistici esperenziali di acquerello, modellaggio, euritmia, canto, musicosophia ed incontri conoscitivi di medicina antroposofica, iridologia, pedagogia Waldorf, riflessologia plantare ad indirizzo antroposofico, dentosofia e antroposofia.
Ci saremo anche noi: vieni a trovarci! Per saperne di più, resta aggiornato visitando il sito sana.it e la pagina facebook dedicata. Stay tuned!
I ricercatori partenopei della scienza dello spirito si ritrovano settimanalmente per letture ed approfondimenti su testi e conferenze di Rudolf Steiner.
Info e biglietti: www.festambiente.it
Prendi appunti, con NaturaSì e Cuorebio Tornano, nei negozi NaturaSì e Cuorebio, i quadernoni del biologico, con le coloratissime illustrazioni che raccontano il mondo della natura. Proposti al prezzo vantaggioso di 0,99 €, sono realizzati in carta certificata FSC. Non arrivate impreparati a settembre!
La Casa delle Arti La Fenice promuove inoltre incontri propedeutici all’avvio del biennio di formazione in Arteterapia del colore che sarà tenuto, per tutto il Centro Sud, a Napoli dal prossimo 2020 dai docenti della Scuola di Formazione Stella Maris di Bologna. È possibile aggiornarsi su tutte le iniziative in programma collegandosi al sito nazionale www.rudolfsteiner.it
La Natura si ribella: The Embassy per NaturaSì Consumare frutta e verdura fuori stagione comporta un altissimo impatto ambientale. Infatti, sia le serre riscaldate e fertilizzate, che il trasporto da nazioni con climi più favorevoli, portano inquinamento e consumo di risorse. The Embassy e l’illustratore Alberto “Rash” Arzeni hanno realizzato una stampa per dare l’idea, già al primo impatto, della gravità del problema. L’idea dietro a questo progetto è stata quella di mostrare il problema dal punto di vista di frutta e verdura, rappresentan-
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do un corteo di vegetali che lotta contro il suo sfruttamento fuori stagione. Frutti e verdure sono stati antropomorfizzati per andare ad impersonare una folla inferocita che lotta per i suoi diritti e per avere un ambiente meno inquinato. E, come in ogni protesta che si rispetti, hanno creato degli slogan che dessero voce ai “nostri ribelli” esprimendo il loro dissenso: la natura si ribella.
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Antroposofia e Formazione artistica a Napoli
Torna Festambiente
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Pane Schreder: biologico fonte di ďŹ bre
www.schreder-altoadige.com
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DA LLE A ZIEN DE AGRICOLE
Il (giusto) prezzo del pomodoro Ogni anno, con la raccolta del pomodoro, le nostre coscienze vengono scosse da notizie di sfruttamento della manodopera agricola. Attraverso il riconoscimento del giusto prezzo, Ecor Naturasì è accanto agli agricoltori del suo ecosistema, come ci raccontano la Fattoria Di Vaira e l’Azienda Agricola San Michele
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Principe della cucina, il pomodoro è l’ortaggio che più di ogni altro conserva il calore del sole mediterraneo; non a caso, si raccoglie nella stagione estiva, quando il sole è alto nel cielo e le temperature si fanno più calde. Ma ogni anno questo simbolo della nostra tavola diventa anche l’emblema di una problematica che riguarda l’intero sistema agricolo mondiale: la progressiva riduzione dei prezzi dei prodotti agricoli che ha nel tempo determinato l’adozione di pratiche che abbassassero i costi di produzione con conseguente ricorso a manodopera a basso costo, che non di rado sfocia in situazioni di autentico sfruttamento.
all’azienda quanto necessario per il suo funzionamento, compreso il bestiame”, afferma Rudolf Steiner. Alla Di Vaira troviamo infatti anche una stalla da latte che fornisce il letame, fondamentale per la fertilità della terra. Per la coltivazione di ortaggi, cereali, frutta e legumi, vengono praticati rotazione delle colture e sovesci, e vengono utilizzati i preparati biodinamici. Il pomodoro,
Per Ecor, Filiera significa anche ecosistema e garanzia di un giusto prezzo per gli agricoltori del suo ecosistema. Un prezzo equo per il lavoro richiesto, che garantisca la sostenibilità dell’azienda agricola e che si inserisca in un circuito di economia virtuosa.
Un nuovo concetto di economia Per Ecor, Filiera significa ecosistema e garanzia di un giusto prezzo per gli agricoltori. Un prezzo equo per il lavoro richiesto, che garantisca la sostenibilità dell’azienda agricola e che si inserisca in un circuito di economia virtuosa. Ecco perché acquistare i prodotti a base di pomodoro della Fattoria Di Vaira e dell’Azienda Agricola San Michele non significa soltanto scegliere prodotti Demeter, coltivati nel rispetto della terra con per esempio, non viene coltivato nello stesso campo metodi agricoli che preservano la fertilità del terreno prima dei 5 anni e prima del trapianto le piantine e la biodiversità dell’ambiente circostante; significa anche orientare le proprie scelte di acquisto in maniera vengono messe a bagno nel preparato 500 – o cornoleconsapevole, contribuendo così alla nascita di un nuovo tame – utilizzato anche in campo per almeno due volte, concetto di economia fondato sull’impegno condiviso da così come accade con il cornosilice – a base di quarzo macinato – che agisce sulla fotosintesi per stimolare un ecosistema. la crescita equilibrata delle piante e per favorire una maturazione armoniosa dei frutti. Fattoria Di Vaira Trapiantati in primavera, i pomodori vengono poi racSituata a Petacciato, in provincia di Campobasso, incastonata tra le colline a pochi chilometri dal mare, la colti – in parte a macchina, in parte a mano – dalla fine di luglio ad agosto, seguendo l’andamento della stagioFattoria Di Vaira è un’azienda agricola biodinamica di ne. Tra le varietà di pomodoro coltivate in fattoria, vi oltre 500 ettari, suddivisi tra vigneti, oliveti e coltiè anche la Mauro Rosso, specie particolare, da sementi vazioni miste che realizza al suo interno l’intero ciclo non ibride, frutto della collaborazione con l’azienda produttivo. “Ciò significa che si deve trovare in seno
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DA LLE A ZIEN DE AGRICOLE
svizzera Sativa Rheinau AG a favore di sementi non ibride e dunque riproducibili. Lo potete trovare trasformato in passata, anche rustica e al basilico, oppure a cubetti. Società Agricola Biodinamica San Michele Fondata nel 1987 a Conegliano da un gruppo di amici, pionieri del biodinamico, riuniti attorno a quella che allora si chiamava Libera Associazione Antroposofica Rudolf Steiner (oggi diventata Libera Fondazione, ndr), la San Michele ha svolto la sua attività tra Manzana di Conegliano, Breda di Piave e Spresiano, fino al trasferimento – qualche anno fa – in un’unica sede a Cortellazzo di Jesolo, in provincia di Venezia: qui, oltre ad aver recuperato la fertilità dei terreni, grazie ai sovesci, alla rotazione delle colture e alla pratica della 10
biodinamica, ha dato vita anche a un programma di formazione in materia di agricoltura biodinamica e a un piano per il recupero e il monitoraggio della biodiversità di flora e fauna locale. Così come avviene alla Di Vaira, anche la San Michele realizza al proprio interno l’intero ciclo biodinamico, affiancando alle coltivazioni anche l’allevamento bovino che dona latte e letame. Per la concimazione del terreno, viene infatti usato nella giusta proporzione compost che arriva dalla stalla e lignina, cui si aggiungono i preparati biodinamici quali Fladen, cornoletame e cornosilice. Il suolo, di origine alluvionale o lacustre, a granulometria fine prevalente, sottratto all’acqua grazie alle opere di bonifica effettuate in passato, è particolarmente vocato alla coltivazione del pomodoro che viene poi trasformato in polpa, passata e salsa contadina.
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Principe della cucina mediterranea, il pomodoro è l’ortaggio che più di ogni altro conserva il calore del sole mediterraneo
FRISELLE NaturasiMag 01 T.pdf
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DA AGRICOLTURA BIODINAMICA
AGRICOLTURA BIOLOGICA
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consigli per la spesa
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1 LEIL A
2 MELCHIORI
3 TERRE DI SANGIORGIO
tagliatelle di Mais
birra Hell senza glutine
passata di pomodoro
Una pasta naturalmente priva di glutine e biologica. Prodotta senza emulsionanti, trafilata al bronzo e caratterizzata da una lenta essiccazione a bassa temperatura. E’ l’ideale per chi non vuole rinunciare al gusto anche nel senza glutine. Siete pronti per un buon piatto di tagliatelle?
Prodotta utilizzando l’acqua delle Dolomiti, è una birra senza glutine non filtrata, dalla personalità decisa e affascinante, fortemente legata al territorio in cui nasce: la Val di Non. Dorata, aromatica e dal perlage leggero, è perfetta con piatti tipici trentini ma anche con carne e primi piatti.
Solo pomodoro italiano coltivato secondo il metodo biodinamico e raccolto al momento giusto, quando ha raggiunto il miglior grado di maturazione al sole. È questo il segreto di questa passata: già pronta, buona come fosse fatta in casa.
4 SONNENTOR
5 PONTE REALE
6 PESCANTINA
addio sale: mediterraneo bocconcini di mozzarella di bufala campana DOP e piccante Due condimenti preparati con verdure ed erbe aromatiche, ideali per sostituire il sale in cucina. Il gusto mediterraneo è contraddistinto dalle note di basilico, origano e timo, mentre il gusto piccante è caratterizzato dallo spiccato tocco pungente di peperoncino, pepe e aglio.
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Le mani del mastro casaro filano la pasta fino a renderla omogenea ed elastica, per poi essere “mozzata” con esperienza: è così che nasce questa mozzarella, dal gusto pieno e rotondo, proposta qui in gustosi bocconcini, perfetti per le insalate.
tranci di tonno in olio extravergine d’oliva Pregiati tranci di tonnetto striato (Katsuwonus pelamis), conservati in olio extravergine d’oliva. Pescato con metodi selettivi che evitano la cattura dei delfini, viene lavorato dall’azienda spagnola Connorsa. Ideale per la preparazione di fresche insalate estive, è ottimo anche come condimento di pasta e riso freddo.
CO SA CI N U T RE?
La luce. L’invisibile diventa visibile: com’è stato creato il cibo di Jasmin Peschke
Nella Genesi, il primo giorno fu creata la luce: per questo, il cielo e la terra si sono dovuti separare. L’oscurità doveva essere separata perché, se esistesse solo la luce, non sarebbe riconoscibile. La luce ha bisogno di incontrare l’oggetto da illuminare. Al mattino, quando il giorno si sveglia, tutto ciò che durante la notte era in balia dell’oscurità diventa grigio fino alla comparsa dei colori. Noi vediamo i colori solo durante il giorno, in quanto effetto della luce. Se mescoliamo il giallo con il blu – chiaro e scuro – viene creato il verde. Le foglie verdi delle piante sono gli organi della fotosintesi, nel corso della quale l’anidride carbonica dell’aria, grazie all’alternanza di luce e buio, viene convertita in carboidrati. La pianta è fatta di luce e noi ci nutriamo grazie alla sostanza stessa della luce. Quindi, tutto ciò che noi mangiamo deriva dalle piante, sia che si tratti di un’insalata, di un pecorino oppure di carne, perché l’animale avrà certamente mangiato l’erba. Ed è la luce a dare forma alla pianta. Se si paragona una pianta cresciuta all’ombra con una cresciuta alla luce del sole, quest’ultima avrà steli corti e sarà finemente cesellata. Sui cactus, che amano il sole accecante, questo potere formativo della luce è talmente grande che le foglie diventano spine. L’uomo ha bisogno della luce per formare le sue ossa, uno dei processi più complessi della crescita; inoltre, della luce esterna hanno bisogno anche gli ormoni che controllano il ritmo notte/giorno. La luce interiore, invece, agisce sul benessere mentale e ci permette di avere idee brillanti.
Pesca e sambuco, un drink estivo dalla Speisehaus di Dornach Ingredienti: 200 ml di infuso alla melissa 200 ml di succo d’arancia 10 ml di succo di zenzero 20 ml di sciroppo di sambuco 2 l di purea di pesche (corrispondenti, circa a 100 g di pesche senza nocciolo) 1 pesca tagliata a fette 6 cubetti di ghiaccio Preparare l’infuso alla melissa e lasciarlo raffreddare; quindi, aggiungere il succo d’arancia, il succo di zenzero, lo sciroppo di fiori di sambuco e la purea di pesche, mescolando bene. Mettere i cubetti di ghiaccio in una caraffa, versarvi la bevanda e guarnire con fettine di pesca. Ricetta dalla Speisehaus di Dornach
Jasmin Peschke: Specialista in scienze della nutrizione, da più di 30 anni si occupa di alimentazione in chiave antroposofica. Coordinatrice per la nutrizione nella Sezione di Agricoltura del centro spirituale dell’agricoltura biodinamica presso il centro congressi dell’antroposofia a Dornach, in Svizzera, Peschke tiene conferenze e organizza seminari sulle dinamiche della nutrizione.
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RICICLO LE T ERRE IN DI CUCINA ECOR
con Sabrina Scicchitano
Trionfo d’estate Vi suggerisco un’idea per utilizzare tutte le verdure che vagano in frigo e che d’estate avvizziscono in fretta. In pochissimo tempo e senza soffrire la calura potete preparare un piatto di una semplicità estrema: già al primo morso gusterete il sapore dell’estate, con le verdure maturate al sole e il profumo degli aromi mediterranei.
Ingredienti: 2 o 3 cipolle 1 zucchina 1 melanzana lunga o tonda 2 peperoni rossi, verdi o gialli 1 pomodoro grande o 5/6 datterini 1 rametto di timo 1 rametto di rosmarino foglie di basilico fette di pane fresco o tostato se raffermo olio extravergine d’oliva a piacere, sale Raccogliete tutte le verdure, lavatele, asciugatele, mondatele e tagliatele a fette di circa 1 cm. Accendete il forno ventilato a 220° C, altrimenti a 230° C. Stendete un foglio di carta forno sopra una o due leccarde se avete più verdura, adagiate le verdure iniziando con la cipolla, le melanzane e le zucchine e sopra i peperoni e pomodori. Unite le erbe aromatiche tranne il basilico, salate, irrorate con l’olio e infornate per circa mezz’ora controllando la cottura. Dopo 15 minuti girate un po’ le verdure e spostate le leccarde sopra e sotto se sono due a seconda della cottura delle verdure. Un profumo irresistibile invaderà la casa. Usate le fette di pane come base, aggiungete sopra le verdure e le foglie di basilico. Buonissime così, diventano ancora piu sfiziose con scamorza, ricotta grattugiata, pecorino, parmigiano o ciò che più vi piace. Perfette per farcire un calzone, una piadina, una pizza o da usare come condimento per la pasta, ma anche per preparare un piatto delizioso di lasagne aggiungendo la besciamella o alternative veg.
Sabrina Scicchitano Food photographer, consulente creativa e autrice di libri di cucina. Alla passione per il bello unisce quella per il buono. Vive in campagna tra l’orto e i fiori. In questa rubrica, con un approccio semplice e divertente, propone ricette belle da vedere e buone da gustare, realizzate con ingredienti dimenticati in dispensa e nel frigorifero.
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IL N EG OZIO SI RACCON TA
La forza delle idee, la voglia di ricominciare
C’è un filo conduttore che si intreccia, a volte forse sembra spezzarsi, ma poi si riannoda sempre nella vita di Luciana Smania: la passione. È ciò che ha dato inizio al suo primo “atto di coraggio”: aprire un piccolo negozio di prodotti biologici, in provincia di Varese, in un periodo in cui si conosceva molto poco il significato di questa parola. La stessa passione le ha dato la forza per ricominciare dopo una grave malattia. Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno diceva Pablo Neruda. Così ha fatto Luciana. E, dopo il buio, il futuro ha cominciato a colorarsi di nuovo.
Luciana, sei stata una pioniera del bio: Quando e come è nata questa passione? Tutto è iniziato quando è venuto a mancare mio padre, che commerciava granaglie e aveva un’attività molitoria dedicata al mais, destinata sia all’alimentazione umana sia a quella animale. Avevo deciso di continuare con questa attività di famiglia, che si protraeva da alcune generazioni; anche mio nonno faceva il mugnaio. Qualche anno prima avevo iniziato a lavorare in un’industria farmaceutica, dove testavo i farmaci sui conigli. La nuova condizione mi ha portato a fare una profonda riflessione su quanto mi si prospettava. Inoltre, in TV, avevo visto un documentario dove si spiegava che la frutta, per essere consumata in sicurezza, doveva essere sbucciata piuttosto in profondità, onde evitare di ingerire eventuali residui chimici usati per la coltivazione. Fu questa concomitanza di eventi che mi spinse a introdurre la vendita di prodotti biologici. Quanto si conosceva al tempo di questo genere di prodotti? Parliamo della seconda metà degli anni ‘80 e il termine “biologico”, in quel momento, nemmeno era in uso. Fino ad allora la vendita era prevalentemente incentrata sui mangimi e le granaglie, che portavo con il camion di mio padre nelle fattorie e ai privati della zona. I prodotti che noi chiamavamo “sani” sono stati 16
introdotti un poco alla volta nel negozio, che prendeva forma e che riceveva i clienti nel pomeriggio, alla fine del giro di distribuzione a domicilio del mattino. Da qui, l’inizio della mia ricerca personale, che avveniva nei fine settimana (spesso di domenica!). Alcuni nomi di produttori trovati allora sono ancora oggi aziende di riferimento nel mondo del biologico e della biodinamica. Quando è avvenuta la nascita vera e propria del punto vendita? Abbiamo aperto il primo negozio a Vanegono Superiore (Varese) e successivamente a Tradate. L’apertura avvenne in seguito all’incontro, a Pesaro, con i proprietari di un negozio che mi sembra si chiamasse “Il Germoglio”, era il 1987. Furono loro a darmi la prima lista di fornitori di alimenti bio, in seguito tutti puntualmente visitati da me. C’è inoltre da considerare che la distribuzione allora non era capillare come oggi. La maggior parte delle consegne avveniva solo in punti convenuti, dove confluivano i gestori di vari negozi della zona, e per di più… alle cinque del mattino! Com’è stato accolto il tuo negozio? In un paese di 6000 anime il commercio dei prodotti bio era visto con un certo scetticismo. Molti allevavano polli e conigli e avevano il proprio orto; erano convinti
IL N EG OZIO SI RACCON TA
Nonna Cesira a con Francesc
zio Il primo nego a an di Luci
In famiglia, da sempre, pensiamo che la cura della salute passi per il cibo.
La nonna Cesira con la sua esposizione di prodotti sfusi
La nonna con Giulia e il suo primo collab ora
In fondo siamo fatti di ciò che introduciamo nel nostro organismo. tore
di avere in casa i prodotti più genuini che si potessero trovare. Fortunatamente, ho trovato anche una fetta di clientela importante nella città di Varese, che ha da subito apprezzato i miei prodotti. Ho iniziato anche a confezionarli da me, con involucri completamente trasparenti; il fatto che il prodotto fosse molto ben in evidenza è stato ancora più gradito dai miei clienti. Che ruolo riveste l’alimentazione bio nella tua vita? È fondamentale. In famiglia, da sempre, pensiamo che la cura della salute passi per il cibo. In fondo siamo fatti di ciò che introduciamo nel nostro organismo. Inoltre, quando abbiamo conosciuto Giulia Maria Crespi (proprietaria dell’azienda agricola Cascine Orsine, con una lunga storia nel mondo del biologico e biodinamico, n.d.r.) ci ha dato la prova definitiva di quanto pensavamo. Oggi il punto vendita di Tradate è gestito dalle tue due figlie, come sei riuscita a trasmettere loro la tua stessa passione? Francesca è nata nell’82 e Giulia nell’88; sono cresciute immerse in quelli che sono i miei principi. Non abbiamo dovuto fare alcunché. Quello che hanno vissuto, e che vivono, è la normalità e vedo che anche per i miei nipoti il percorso è simile.
Che percezione hai del cambiamento della clientela nel corso degli anni... dagli esordi ad adesso? Ora la clientela è più consapevole di che cosa significhi “bio”, anche se ho ancora clienti che avevano iniziato a frequentare il primo negozio, nell’88. Direi, tuttavia, che da allora non è cambiato il modo di vendere: i prodotti vanno accompagnati con suggerimenti d’uso e vanno raccontate le loro proprietà. In fondo la clientela, così come imparava un tempo, anche oggi fa lo stesso. Ha sempre bisogno di cultura… ed il cibo lo è. Credi che il fatto di avere valori e ideali che in qualche modo hanno ispirato la tua vita, abbia contribuito a darti più forza anche nell’affrontare la malattia? Certamente. Lo spirito con cui affrontare la vita non è cambiato. La tua è una storia di coraggiosa rinascita, cosa vorresti dire a chi si trova ad affrontare il tuo stesso percorso? Di non mollare mai. Se potessi dare un consiglio alla te stessa di qualche anno fa, cosa le diresti? Non farti prendere solo dal sentimento… lascia spazio anche alla ragione. 17
L’A PPET IT O V IEN T RA GLI SCA FFA LI
Polpa o passata, frisella assicurata!
Friselle con polpa di pomodoro Ricetta 1 confezione di friselle integrali di grano duro Baule Volante 1 confezione di Polpa a cubetti Fattoria di Varia olio extra vergine di oliva Ecor Origano Procedimento Bagnate le friselle in una ciotola con acqua a temperatura ambiente, così da inumidirle in modo omogeneo. Per quanto tempo? Né troppo, né troppo poco: la parte superiore dovrà risultare leggermente ammorbidita, mentre il cuore quasi integro. Preparate in una ciotola la polpa di pomodoro, con un filo d’olio extravergine d’oliva e un pizzico di sale. Componete le friselle, distribuendo in modo omogeneo la polpa di pomodoro. Per un risultato ancora più gustoso, potete sorprendere i vostri ospiti sperimentando una di queste varianti:
• Pizza Style: se siete amanti della pizza, dopo avere distribuito la polpa, aggiungete sulla frisella anche mozzarella, stracciatella oppure burrata; • Total White: se preferite le friselle bianche, dopo averle preparate, potete tagliare della mozzarella di bufala a cubetti, lasciando scolare l’acqua in eccesso. Cospargete i cubetti sulle friselle e aggiungete alcune acciughe.
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La polpa di pomodoro viene preparata con i pomodori, privati dei semi e tagliati a piccoli pezzetti, uniti al succo di pomodoro. Il suo utilizzo è molto vario, per cotture lunghe ad alta temperatura come il ragù, i brasati, le zuppe di pesce ma anche a crudo per le bruschette. La passata di pomodoro è la denominazione legale di vendita riservata al prodotto ottenuto direttamente da pomodoro fresco, sano e maturo, avente il colore, l’aroma ed il gusto caratteristici del frutto da cui proviene, per spremitura, eventuale separazione di bucce e semi e parziale eliminazione dell’acqua di costituzione. Per la relativa preparazione, al fine di insaporirla, si possono aggiungere spezie, erbe e sale.
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• Aglio Lovers: se amate il suo sapore, potete grattugiarlo sulle friselle prima di mettere la polpa;
consigli per la spesa
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1 KOURELL AS
2 BAULE VOL ANTE
3 CA’ BARLE Y
formaggio Manouri DOP
friselle integrali di farro e di grano duro Cappelli
birre
Dal gusto delicato e dalla consistenza compatta, è un formaggio DOP della tradizione greca. Viene preparato con il siero del latte pastorizzato di pecora e di capra che si separa durante la caseificazione della Feta, e viene arricchito con panna da latte ovino e caprino.
4 BUSTAFFA
stracchino con fermenti dello yogurt I prodotti Bustaffa nascono dall’incontro di tradizione e innovazione. Come questo stracchino arricchito con i fermenti dello yogurt, una vera delizia da spalmare sul pane, ottimo da solo oppure in abbinamento a salumi o a verdure grigliate.
Piccole ciambelle di pane, tipiche della tradizione pugliese, preparate con ingredienti semplici e una lievitazione lenta, con pasta madre. Basta immergerle per pochi attimi in una ciotola d’acqua e condirle con olio extravergine d’oliva, pomodorini, sale e origano, aggiungendo a piacere capperi, rucola, cipolla e ortaggi di stagione, per aperitivi estivi dal gusto mediterraneo.
Situato a Sernaglia della Battaglia (TV), il Birrificio Agricolo Ca’ Barley gestisce l’intera filiera produttiva e garantisce la tracciabilità delle materie prime: il malto viene ottenuto dall’orzo coltivato sui terreni aziendali; il luppolo è prodotto in piccola quantità e l’acqua proviene dal pozzo privato del birrificio, a 204 metri di profondità. IPA “IpaLù”, Pils, Vienna, Rossa “Fred”: tu quale scegli?
6 CANSIGLIO 5 GAUTSCHI
salsa tonnata Cremosa e saporita, è ideale per preparare sandwich e tramezzini, ma è perfetta anche per i vostri aperitivi all’aperto: spalmatela su un pomodorino tagliato a metà, aggiungendo qualche cappero e dell’erba cipollina. Et voilà!
caciotta di mucca Una caciotta stagionata 15-20 giorni, con crosta molto sottile e una pasta morbida e leggermente occhiata, di color bianco latte, che può avvicinarsi al giallo paglierino durante l’estate e l’autunno, quando le vacche sono al pascolo. Conserva il gusto tipico dei formaggi prodotti in montagna.
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ECO SIST EM A E A M BIEN T E
20 Riviera: una spiaggia per cambiare il mondo Nata nel 2014 e battezzata “20 Riviera” dalla società che la gestisce – poiché si ispira al numero delle regioni italiane e alla riviera ligure – la spiaggia libera di Varigotti, a Finale Ligure, non è solo attrezzata, ma è anche rigorosamente eco-friendly e dog-friendly
Sono stati i pirati saraceni, giunti dal Nord Africa, i primi a sbarcare sulla spiaggia di Varigotti, un luogo dalla storia antichissima dove oggi, affondando i piedi nella sabbia soffice, alla luce del tramonto, si può sperimentare un’ospitalità a basso impatto ambientale.
Un’oasi felice Inserita all’interno di un ecosistema unico, in una zona amena dove la cementificazione non l’ha fatta da padrona, gode di un mare cristallino in cui è ancora possibile ammirare cavallucci marini e, quando si è fortunati, anche l’attraversamento di delfini in lontananza. Sono ben
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Qualche esempio? Nel chiosco e su tutta la spiaggia, già da cinque anni, i contenitori e i bicchieri di plastica sono stati sostituiti con quelli in PLA e Mater-Bi®, materiali biodegradabili al 100%, e la carta utilizzata proviene da foreste certificate FSC. La spiaggia stessa, composta da materiali già presenti in loco e levigati da onde, vento e correnti. Attraverso i programmi eco-friendly “20®icicla” e “20®igenera”, a tutte le persone che accedono alla spiaggia viene dato un posacenere usa e getta e i rifiuti prodotti vengono accuratamente divisi, selezionati e riciclati: con i bancali recuperati è stata realizzata la veranda del chiosco, i pedalò sono fatti con polietile-
ne riciclato, alla ruota di un fuoristrada giunto a riva durante una forte mareggiata è stata data nuova vita trasformandola… in un tavolo! Così si fa a 20 Riviera con i regali che Poseidone recapita sul bagnasciuga.
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ECO SIST LE EMTA ERRE E A MDI BIEN ECOR TE
200 i metri di arenile, suddivisi in cinque zone, tutte con ingresso gratuito. L’attenzione e il rispetto per questa natura così stupenda e generosa si riflette in tutte le scelte di 20 Riviera, come quella di bagnare il campo da beach volley con acqua riciclata. Nessuno escluso Lo stabilimento è attrezzato con sedie J.O.B. per persone diversamente abili, con accessi e passerelle in legno di 200 metri, percorribili fino in riva al mare: nel 2018 ha ottenuto il riconoscimento bandiera lilla, per la sensibilità e la cura impiegate nel favorire l’accoglienza di turisti con disabilità motorie, visive, auditive e patologie alimentari. L’attenzione al benessere e all’armonia a tutto tondo sta anche nella scelta di mantenere una distanza di 3 metri tra gli ombrelloni: più spazio per tutti ed effetto sardina scongiurato! Anche gli amici a quattro zampe sono i benvenuti, essendo questa l’unica spiaggia di Varigotti in cui hanno libero accesso in una zona a loro riservata, con la possibilità di entrare in acqua per rinfrescarsi senza limitazioni. Docce dedicate, ciotole per l’acqua, sacchettini igienici, nulla è lasciato al caso.
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Tintarella sicura e mare più pulito E quando il sole picchia forte, la protezione solare, si sa, è d’obbligo, possibilmente priva di derivati del petrolio, i cui residui finiscono in mare, contribuendo a inquinarlo. 20 Riviera pensa anche a questo, regalando a chi lo desidera una crema solare biologica formulata senza
elementi dannosi per l’ambiente, in grado di proteggere le pelli più delicate al pari di quelle tradizionali. Basterà recarsi al chiosco e deciderne la gradazione. Se poltrire sotto il sole non fa proprio per voi, niente paura. Nella zona 5 della spiaggia, lo stabilimento soddisfa anche le esigenze dei più sportivi con tornei di beach-volley, canoa/kayak e sup, pedalò, calcetto, escursioni in kayak. Mangiare in riva al mare… Il chiosco aperto durante il giorno ha un menù che comprende piatti vegetariani e vegani ed è preparato con ingredienti stagionali, in gran parte biologici, provenienti da aziende agricole a km 0 e frutto della collaborazione con il negozio NaturaSì di Finale Ligure. E quando il sole tramonta inizia l’ora più dolce, il cielo si colora di viola, la musica si abbassa e l’anima intrepida dei pirati saraceni fa ritorno sulla spiaggia… Si può quasi percepirla mentre al chiosco “Bassa marea” si sorseggia l’aperitivo con i piedi nella sabbia, gustando uno spezzafame ligure. La pace e la maestosità di questo mare devono aver fatto innamorare anche i temutissimi corsari, ormai ne siamo sicuri… non è un posto che si dimentica facilmente.
20 Riviera www.20r.it fb.com/20Riviera 20 Riviera
Solo filtri minerali, oli di Argan, Jojoba e Lino emollienti, il prezioso olio di Karanja che protegge naturalmente la pelle dai raggi solari, estratti di Calendula, Malva e Bisabololo dalle proprietà calmanti, lenitive ed emollienti, Vitamina E e Gamma Orizanolo. CREMA FLUIDA SOLARE BIMBI protezione alta - spf50 senza profumo
aggiunto, ideale per la pelle delicata, sensibile dei bambini e per le pelli chiare e delicate e per i primi giorni di esposizione al sole. CREMA SOLARE - protezione alta spf30 ideale per la pelle chiara e per i primi giorni di esposizione al sole. Protegge la pelle contro scottature e invecchiamento cutaneo precoce favorendo, al contempo, un’abbronzatura dorata e uniforme.
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consigli per la spesa
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1 BIOL AB
2 FERMÈ
3 MOZZARISELL A
polpettine ripiene di verdure
fermentino spalmabile
le fettine
Solo anacardi fermentati, acqua e sale: nasce così Fermè, il fermentino ideale da spalmare, che abbina il gusto degli anacardi ai benefici della fermentazione. Viene proposto al naturale e nelle varianti al pepe nero, dall’aroma deciso, e con erbe e fiori, dal profumo che ricorda la Provenza. Provali tutti, sul pane o per le tue ricette 100% vegetali.
Nei gusti Cheddar e Basilico, sono preparate con riso integrale germogliato e vengono proposte a fette, in confezione salvafreschezza. Perfette per sandwich e tramezzini, si prestano anche alla gratinatura delle verdure perché si sciolgono perfettamente.
Polpettine vegetariane impanate e ripiene di verdure, facilissime da preparare e pronte in padella in pochi minuti. Ottime come veloce secondo piatto da abbinare a un contorno di verdure di stagione, sono ideali anche da servire come antipasto o finger food.
4 ISOL A BIO
5 NATUR ATTIVA
bevanda di riso integrale ministecco di riso Senza glutine e senza zuccheri aggiunti*, si presenta con un colore più scuro perché è preparata utilizzando riso integrale che mantiene la crusca e il germe del riso, non avendo subito alcun processo di raffinazione o trattamenti industriali. Una bevanda vegetale, naturale anche nel pack, realizzato prevalentemente con materiali rinnovabili. *contiene naturalmente zuccheri
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Negli assolati pomeriggi estivi l’ideale è il goloso ministecco Naturattiva, un’irresistibile, piccola tentazione vegetale a base di riso, dolcificata con zucchero di canna grezzo e ricoperta da una croccante copertura di cioccolato.
6 BLURISELL A
BluRisella con alghe Nori e Ulva A base di riso integrale germogliato, è la deliziosa alternativa ai formaggi saporiti arricchita con alghe Nori e Ulva raccolte nei mari europei della Bretagna. Vegetale e senza lattosio, è ottima al naturale, ma è indicata anche per gustosissime ricette.
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AVENA
A colazione o come spuntino, l’avena è la vera alleata del tuo benessere, una risorsa preziosa da assaporare ogni giorno perché golosa e altamente digeribile!
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LE A PPROFON T ERRE DI DIM ECOR EN T O
Osteopatia e alimentazione L’uomo è ciò che mangia, diceva il filosofo Ludwig Feuerbach. E tanti altri pensatori, fin dai tempi antichi, si sono interrogati sul rapporto fra cibo, corpo e anima. Fra questi, anche il medico Andrew Taylor Still, il padre fondatore dell’osteopatia.
Fornari, in che modo l’osteopatia si occupa, o si preoccupa, di alimentazione? Innanzitutto va detto che l’osteopatia parte da un concetto olistico: l’uomo non è la somma delle parti che lo costituiscono, ma va considerato nel suo insieme. Immagini un triangolo equilatero, in cui su un lato c’è l’apparato osteoarticolare, sull’altro il sistema organico e sul terzo l’aspetto psichico. Di fronte a patologie che colpiscono il sistema organico, per esempio, come reflusso gastrico e colon irritabile, è impossibile non parlare di alimentazione. L’osteopata, nel corso del trattamento manuale, riesce a capire se il paziente si alimenta in modo corretto? Certo. Nel tocco osteopatico, a livello organico, ci si rende conto della vitalità del tessuto e si riesce a capire quanto possa essere più o meno congestionato o intossicato. Per questo, per noi osteopati è fondamentale parlare di cibo, perché è importante che gli alimenti siano puri dal punto di vista energetico. Cos’è per l’osteopata il cibo di qualità? La qualità alimentare è per noi associata alla vita biologica. L’agricoltura biodinamica è in piena risonanza con il concetto di energia vitale e di omeostasi fisiologica su cui il pensiero osteopatico si fonda fin dagli albori. 24
Visitando il quartier generale di EcorNaturaSì, ho scoperto con piacere l’esistenza di un laboratorio in cui si studia la vitalità dei suoli (delle aziende agricole Le Terre di Ecor) e degli alimenti e ne sono rimasto molto colpito. Questo approccio non può che essere in linea con l’osteopatia. Può l’osteopatia aiutare ad assimilare le proprietà dei cibi? Il trattamento osteopatico può certamente farlo, migliorando la circolazione organica all’interno dell’organo, drenando le sostanze tossiche attraverso il sistema linfatico e stimolando l’organo stesso attraverso il sistema nervoso autonomo. Se l’alimento non è di qualità? Non esistono cibi tossici di per sé, ma è evidente che se, per esempio, l’allevamento intensivo porta ad alterazioni sul piano nervoso e ormonale dell’animale, queste trasformazioni finiscono nel prodotto. Se si opta per carne di animali che hanno vissuto in un ambiente e su un terreno sani, la qualità organolettica sarà sicuramente diversa. Ricordo, comunque, che l’apparato osteoarticolare, quindi anche il muscolo, procura il proprio nutrimento e la propria energia dall’organo fegato e se l’alimento non è di qualità, tutto l’apparato andrà in sofferenza. Cosa accade nelle intolleranze alimentari? L’organo che manifesta intolleranza verso un dato alimento va riabilitato. L’osteopata può intervenire togliendo la tossicità e successivamente riabilitare l’organo. Quindi le intolleranze possono essere eliminate.
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Ma che cos’hanno in comune alimentazione e osteopatia? L’abbiamo chiesto all’osteopata Mauro Fornari, presidente del CIO – Collegio Italiano di Osteopatia di Parma, centro osteopatico e scuola di formazione per osteopati.
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A PPROFON DIM EN T O
mentre un soggetto sempre di origine mesodermica Cosa significa per l’osteopata “alimentarsi ma bilioso ha bisogno anche di proteine di tipo animale. bene”? L’alimentazione ideale è uguale per tutti? Difficile, sulla carta, capire a quale categoria Alimentarsi bene, per l’osteopatia come “medicina di si appartiene... terreno”, corrente di pensiero a cui appartengo, significa rispettare il terreno biologico del singolo individuo. Vero. Per avere consigli e indicazioni personalizzati occorre rivolgersi a un osteopata con una formazione Mi spiego meglio. Dai foglietti embrionali da cui tutti in “Osteopatia come medicina di terreno”. La scuola noi esseri umani deriviamo – endoderma, mesoderma, ectoderma – è consigliato differenziare l’alimentazione. che presiedo offre una formazione di questo tipo, e inserisce la scienza dell’alimentazione all’interno del programma di studi. Un esempio? I consigli dell’osteopata, va detto, non sono Per esempio, un soggetto sanguigno di origine mesomedico-specialistici, ma sono consigli di buona salute dermica deve mangiare prevalentemente vegetariano che possono essere integrati con quelli di un esperto. in quanto la proteina animale tende ad infiammarlo;
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I NO ST RI PRO GET T I
Coltivare, non solo vendere In questo numero, Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì, ci racconta com’è nato l’orto-giardino di San Vendemiano, dove non si coltivano solo piante e fiori, ma anche l’anima.
6000 mq di terreno accanto al nostro magazzino di San Vendemiano (TV) erano destinati alla piantumazione di un vigneto. Quel pezzo di terra ora è un giardino, un’opera d’arte. È stato diviso in tanti piccoli appezzamenti assegnati ai nostri collaboratori, ciascuno dei quali ha creato un piccolo orto, naturalmente biodinamico. Valerio, che ha lavorato con noi molti anni, lo ha progettato e realizzato, ed ora ne fa da tutore e maestro, insegnando l’arte anche a mani inesperte. Una parte comune è per la mensa aziendale ed una parte è destinata a composizioni floreali per puro senso di bellezza. Ricordo, molti anni fa, quando visitai un grande orto biodinamico a Jerna, in Svezia, e mi stupii vedendo quanta superficie era stata a mio avviso “sprecata” per i fiori. La guida gentilmente tacciò la mia esuberanza giovanile dicendomi: noi dobbiamo nutrire non solo il corpo, ma anche l’anima. E l’anima, oggi, nel nostro orto-giardino aziendale, è curata da Valerio che vi ha donato nuova vita, è curata da coloro cui sono stati assegnati gli orti e li coltivano, ed è curata anche da tutte le persone, anche da aziende vicine, che durante la pausa si allietano con tale bellezza ed armonia. I migliori lì, nel nostro orto, non sono i sapienti, i capi, bensì i semplici. I colleghi del nord Africa e dell’est Europa, per esempio, dimostrano di avere un rapporto diverso con la Terra, che noi “esperti professionisti” centro Europei abbiano da tempo perduto e che dovremmo impegnarci a recuperare, almeno parzialmente. Le richieste superano le possibilità, quindi ci ado-
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pereremo per ampliarne la superficie, anche perché, nel concetto di organismo biodinamico, abbiamo voluto lasciare spazio alle api, ad alcune galline e a due caprette. Vorremmo, in assonanza con la nostra missione, riuscire a compostare e trasformare in concime biodinamico tutto lo scarto organico aziendale, che purtroppo esiste, ed abbiamo destinato una parte ad un piccolo laghetto dove l’acqua viene vitalizzata ritmicamente dalle Flow Form. Il nostro compito non è solo ridare vitalità alla Terra, ma anche al primo elemento di cui Lei e noi necessitiamo per vivere: l’acqua, della cui purezza e vitalità, così come per la Terra, dobbiamo occuparci.
È la natu ra che si svela, giorno d opo giorno, i n tutta la sua ric chezza. Nelle pa gina acc anto, ab raccolto biamo alcune fo to dell’ort in divers o i mom en ti della su aziendale a fioritura .
LE T ERRE DI ECOR
Ricordo, molti anni fa, quando visitai un grande orto biodinamico a Jerna, in Svezia, e mi stupii vedendo quanta superficie era stata a mio avviso “sprecata” per i fiori. La guida gentilmente tacciò la mia esuberanza giovanile dicendomi: noi dobbiamo nutrire non solo il corpo, ma anche l’anima.
foto di Diana Zottarel
Fabio Brescacin
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HOM EM A DE CON BEN EDET TA
era, gelati Senza a anche t perfet iclare” ic r per “ matura a t la frut
Cremosità in coppetta 200 g latte 350 g panna fresca ¼ anguria ½ melone menta per guarnire
Se non ami melone e anguria puoi realizzare questo gelato anche con pesche, albicocche, frutti di bosco e ciliegie. Oppure aromatizzarlo alla cannella, al cacao o al caramello. 28
I 2 3 4 5
Per prima cosa mescola panna e latte e versali nelle formine per fare i ghiaccioli. Riponi il tutto in freezer fino a che non saranno ben congelate. Sbuccia anguria e melone, privali dei semi e tagliali a tocchetti. Riponi in freezer per congelarli. Quando saranno ben congelati versa metà dei cubetti di latte e panna nel bicchiere di un frullatore adatto a frullare ghiaccio, aggiungi melone congelato e frulla il tutto. Con l’altra metà fai la stessa cosa, ma frullandolo con l’anguria. Servi subito con menta fresca. Aggiungi la tua composta di frutta preferita e lasciate riposare in frigorifero per almeno 3 ore.
Ricetta di e foto di Benedetta Marchi
Ingredienti per 4 persone
LE T ERRE DI ECOR
La variante vegan • Per prima cosa sbuccia 6 banane, mature, tagliale a pezzetti e mettile in freezer a congelare. Metti in freezer anche 200 g di mirtilli o la frutta che preferisci. • Quando saranno ben congelate versa le banane nel bicchiere di un frullatore adatto a frullare ghiaccio, aggiungi un cucchiaino di vaniglia in polvere
e frulla il tutto per alcuni secondi alla massima potenza fino ad ottenere un composto cremoso e omogeneo. • Prelevane una parte e frulla il resto con i mirtilli congelati per ottenere un secondo gusto. Se le banane sono ben mature non servono zuccheri aggiunti. • Se così non fosse, aggiungi un cucchiaino di sciroppo d’agave o malto al momento di frullare il tutto. Servi con menta fresca.
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Rub ric Verd a semis aspi ementa eria di ran ver a im te ecolo de, patt o ze gista ro...
Vacanza in bicicletta! 3, 2, 1… vacanze! Ormai ci siamo, e se non ci siamo ormai siamo agli sgoccioli: le ferie estive sono arrivate. Siamo tutti biodiversi, e se alcuni di noi verranno avvistati spalmati in spiaggia sul lettino, altri invece sperimenteranno l’altitudine arrampicandosi sulle cime… Che si scelga il mare o la montagna, la campagna oppure una città d’arte, quel che è certo è che con le ferie arriva anche il tempo da dedicare al relax e a tutte quelle attività che sgombrino la mente dallo spauracchio dei pensieri negativi (sì, insomma, almeno ci si prova)…
Cartina alla mano Nelle scorse settimane, il team della sostenibilità (anche in vacanza) si è riunito a casa di Lorenza con l’obiettivo di individuare data, abitudini e modalità della nostra vacanza. Almeno così diceva l’invito che ci è arrivato da Silvia, l’ingegnere del gruppo, che se non pianifica le cose, le sembra di non farle nemmeno. Abbiamo subito scartato mete difficilmente raggiungibili (che prevedevano, nell’ordine, aereo, bus, navetta, treno, navicella spaziale, tappeto volante… ) e, cartina alla mano, selezionato itinerari forse non esotici ma da noi non ancora esplorati. E addirittura raggiungibili in bicicletta…
Esploratrici in sella Strano ma vero: non l’avrei mai detto che ci saremmo trovate d’accordo sul desiderio di dare alla nostra vacanza il ritmo lento – ma intenso, eh – di una tranquilla pedalata alla scoperta di scorci ancora sconosciuti, lontani dalle più frequenti destinazioni turistiche. Ci siamo scoperte un po’ cittadine del mondo quando, scendendo dalla sella per sgranchirci le gambe, abbiamo abbandonato i panni delle turiste sentendoci più delle esploratrici… seppur fuori porta.
Profumo di libertà Certo, la scelta di un così spartano mezzo di trasporto ci ha obbligate a… viaggiare leggere. Anche Valentina, che del gruppo è la più modaiola, ci ha stupite con la sua regola del tre: tre magliette, tre pantaloncini, etc etc. Lo ammetto, all’inizio ho pensato che fosse una battuta, poi quando mi sono resa conto che ero l’unica del gruppo che ridacchiava, ho accettato la sfida. Non pensavo che alleggerire lo zaino, oltre a rendermi più semplice la pedalata, mi avrebbe semplificato la vita in vacanza facendomi sentire più libera.
È stato così bello pedalare insieme… che il team sostenibilità sta già pensando alla prossima meta!
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consigli per la spesa
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1 RIEDENBURGER
2 ECOR
3 R ACHELLI
birra Helles chiara
pan bauletto con farina integrale e farina di tipo “2”
sorbetti in coppetta
Preparata con acqua, malto d’orzo, luppolo e lievito, è una Helles non filtrata, dal corpo leggero, con un caratteristico aroma di lievito e note floreali. Ideale come aperitivo o da sorseggiare tra amici, si consiglia di servirla a una temperatura di 8 °C.
4 WILD OCEAN
filetti di merluzzo bianco Sono l’ideale per un pasto dal gusto leggero, ma ricco di sapore. Ottenuti da merluzzi pescati nell’Atlantico nord-orientale, vicino alla costa islandese con un metodo di pesca su piccola scala e sostenibile, sono ottimi con un filo d’olio extra vergine d’oliva, o con patate e verdure.
Porta in tavola la Rivoluzione del Gusto con il pan bauletto di Ecor. Già affettato, è preparato con farina integrale e farina di tipo 2. Fonte di fibre, è perfetto a colazione, al naturale appena tostato, con un velo di confettura, miele o crema al cacao.
5 GAUTSCHI
maionese con erbe delle Alpi svizzere Preparata secondo la ricetta tradizionale, conserva il gusto caratteristico di questa salsa: indicata anche come base per condimenti più elaborati, è ideale sia con le classiche patatine fritte, ma anche per arricchire tartine, sandwich e tramezzini.
Freschi e… fruttati, i sorbetti in coppetta Rachelli sono disponibili in tanti gusti: fragola, lampone, limone e mango. Indicati a merenda, sono perfetti anche come rinfrescante fine pasto, da servire dopo pranzi e cene tra amici.
6 PERL AGE
vino Bianco Spumante e vino Rosè extra dry “Perlapp” Per gli amanti delle bollicine, due spumanti dalle coloratissime bottiglie (con sleeve facilmente rimuovibile e riciclabile nella plastica). Entrambi extradry, uno è un vino bianco, l’altro un rosè. Voi quale preferite per i vostri aperitivi e per i brindisi in famiglia o tra amici?
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Nell’acqua, la vita Risorsa fondamentale per la Vita, l’acqua è un bene prezioso, dato spesso per scontato. Ne abbiamo parlato con Armando Gariboldi, naturalista, giornalista scientifico e consulente ambientale di EcorNaturaSì che ci ha raccontato la sua avventura alla scoperta di uno degli universi più affascinanti presenti in natura.
Definisci l’acqua la “cosa più extraterrestre che c’è sulla terra”: cosa intendi? L’acqua ha 72 caratteristiche che la rendono unica perché non sono comuni alle altre sostanze presenti sul nostro Pianeta. Sembra quasi che arrivi da fuori, dallo spazio, dal cosmo… Infatti se uno comincia a studiarne l’origine si accorge che ci sono diverse teorie, riassumibili in 2 filoni:
a La cosiddetta acqua endogena, che si è formata insieme al resto del pianeta, o subito dopo
esogena, arrivata più tardi dallo spazio b L’acqua attraverso un vero e proprio bombardamento di meteore di ghiaccio o con lo schianto di una cometa sulla terra Probabilmente, la via giusta è quella intermedia ed è proprio questa origine mista – endogena ed
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esogena – a spiegare le sue caratteristiche uniche. A questo proposito, Rudolf Steiner afferma che l’acqua, in massima parte, si sarebbe originata nel periodo dell’antica Lemuria (ndr: ipotetico continente scomparso, situato nell’Oceano Indiano o in quello Pacifico) dall’incontro/scontro tra il pianeta Marte e la Terra, avvenuto in prossimità dell’Australia i cui deserti rossi, in effetti, ricordano molto Marte. Non solo la Terra, ma anche l’Uomo è fatto di acqua... Tutto il mondo organico è fatto di acqua e funziona ad acqua: animali, piante e ovviamente anche l’uomo. Noi siamo gocce di acqua salata che camminano: un uomo adulto come massa ha circa il 70/72% di acqua, (guarda caso più o meno la stessa proporzione tra mari e terre emerse che possiamo osservare sul pianeta) ma come numero di molecole presenti nel nostro corpo recenti ricerche dell’università di Washington ci dicono che 99 su 100 sono di acqua. Comunichiamo con l’acqua e quando piangiamo, ridiamo, ci riproduciamo abbiamo sempre a che fare con dei liquidi, a cominciare dal nostro sangue, portatore del nostro io e delle nostre caratteristiche più individuali. A scuola si studia ancora il grande ciclo dell’acqua che scende dalle nuvole sulla terra, entra nella falda, arriva nel mare e poi ritorna in cielo, ma questo avviene anche nell’uomo: noi ogni giorno abbiamo un ricambio di circa 2 /2,5 litri di acqua in condizioni normali – se poi pratichiamo attività fisica ne facciamo girare molto di più. Parliamo di un’acqua che entra in un modo ed esce in un altro: noi che siamo fatti di acqua salata – i nostri liquidi sono fatti di acqua salata – non possiamo bere acqua salata, ma dobbiamo bere acqua dolce. E quella che emettiamo
messaggio promozionale letteraio
Armando, all’acqua hai dedicato un libro: come mai? L’idea mi è venuta viaggiando in treno: pioveva e notavo come le gocce sul vetro del finestrino fossero diverse da quelle sul mio impermeabile. Ho cominciato a ragionare e ho scoperto che, al di là degli aspetti ecologici, non sapevo proprio niente di acqua. Com’era possibile, per esempio, che gli atomi di idrogeno e di ossigeno – due elementi infiammabili ed esplosivi – mettendosi insieme dessero vita a una sostanza capace di spegnere il fuoco? Mi sembrava di cogliere dei misteri, delle cose strane: mi sono quindi appassionato e ho scoperto un mondo.
(lacrime, urine e liquidi organici) è invece salata. Siamo fatti d’acqua e credo che questo spieghi la grande attrazione dell’uomo nei suoi confronti. Un’attrazione che tuttavia non ci ha impedito di sprecarla, su larga scala ma anche nelle nostre case... Questo è un passaggio importante: dobbiamo levarci dalla testa il fatto che in realtà ognuno di noi possa fare poco o nulla, perché se è vero che ci sono grandi sprechi è anche vero che come singoli, e come comunità, potremmo davvero contribuire a ridurre questi sprechi in termini quantitativi, ponendo però anche una maggior attenzione alla qualità stessa dell’acqua. Questo è un salto culturale molto importante perché noi stiamo perdendo la disponibilità di acque vitali forti e stiamo in realtà riducendo anche la disponibilità di acqua pulite.
Possiamo ancora correre ai ripari? Siamo ancora in tempo per invertire le situazioni critiche: tutta l’acqua che c’era sulla terra – al contrario di altre sostanze, come il petrolio che si sta esaurendo – bene o male è ancora qua: può essere contaminata, rovinata, ma è ancora qua che gira e noi abbiamo le conoscenze per riportarla in una situazione di purezza e di vitalità. Dobbiamo farlo cominciando a vederla, a non darla per scontata, accorgendoci dell’acqua nella nostra vita, non solo quando ci viene sete. C’è una responsabilità nei confronti dell’acqua che tutti noi dobbiamo cominciare ad accollarci, riconoscendo che siamo responsabili anche della qualità dell’acqua, fuori e dentro di noi.
Dobbiamo levarci dalla testa il fatto che in realtà ognuno di noi possa fare poco o nulla, perché se è vero che ci sono grandi sprechi è anche vero che come singoli, e come comunità, potremmo davvero contribuire a ridurre questi sprechi in termini quantitativi, ponendo però anche una maggior attenzione alla qualità stessa dell’acqua.
messaggio promozionale letteraio
Quanto siamo consapevoli delle problematiche legate all’acqua? Purtroppo tendiamo ancora a far finta di niente, la maggior parte delle persone non si preoccupa più di tanto, salvo una minoranza che è quella che spinge un po’ tutti gli altri. Questo è un clamoroso autogol perché abbiamo tutte le tecnologie, le conoscenze e le possibilità per avere un’acqua buona, pulita e viva. Bisogna però cominciare a riconoscere una serie di questioni, a partire appunto dalla vitalità, un parametro difficilmente misurabile con parametri scientifici classici. Per spiegare questo, faccio sempre il paragone tra un’acqua di sorgente di montagna e l’acqua dell’acquedotto della nostra città: la seconda è molto più controllata e batteriologicamente più pura della prima, ma se dobbiamo scegliere tutti noi preferiamo l’acqua della sorgente che ci dà quella forza, quell’energia, quella percezione di vitalità che noi,
come tutti gli altri esseri viventi, siamo assolutamente in grado di percepire. Un bicchiere di acqua pura, sana e viva è una grandissima soddisfazione e il nostro corpo la riconosce immediatamente.
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Varietà particolarmente diffusa nel Vercellese all’inizio del Novecento, il riso Dellarole – con i suoi chicchi tondi di media lunghezza - è una preziosa rarità che torna dal passato, per soddisfare i palati più esigenti e curiosi. Erede di questa tradizione, Una Garlanda, l’Azienda Agricola dei Fratelli Stocchi, lo coltiva in provincia di Vercelli, territorio tradizionalmente vocato alla coltivazione del riso.
Una Garlanda ssa di Stocchi fratelli e C. - Cascina Dell’Angelo, 13040 Rovasenda VC - www.unagarlanda.it
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in cucina
cura di sè
orto e giardino
1 lun 2 mar
a cura dell’Associazione Culturale La Biolca La luna, passando davanti alle costellazioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi. In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono i tempi di semina, lavorazione e raccolta. Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo.
agosto
luglio
lunario
giorno e fase lunare
giorno e fase lunare
3 sab
4 gio
4 dom
5 ven
5 lun
6 sab
6 mar
7 dom
7
8 lun
8 gio
9 mar
9 ven
10 mer
10 sab
11 gio
11 dom
12 ven
12 lun
13 sab
13 mar
14 dom
14 mer
15
15
gio
17 mer
17 sab
18 gio
18 dom
19 ven
19 lun
20 sab
20 mar
il pane
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21 mer
lo yogurt
22 lun
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23 mar
23 ven
24 mer
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piena nuova in cucina
le conserve cura di sè taglio ritardante capelli/unghie massaggi attività fisica
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rinvaso
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potatura
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relax orto e giardino
orto e giardino
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legenda
LE T ERRE DI ECOR
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consigli per la spesa
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1 ECOR
2 DR. ANTONIO MARTINS COCO
3 BIONOVA
fette biscottate di farro semintegrale
succo di cocco naturale
kefir d’acqua
Le noci di cocco nascondono all’interno un segreto tutto naturale: un succo trasparente, dal gusto dolce e delicato. Il dr. Martins usa solo le giovani noci di cocco verdi per offrire una bevanda deliziosa, proposta al naturale nel pratico bricchetto richiudibile.
Una bevanda antica di millenni, dissetante e leggermente frizzante, a cui si aggiungono le positive proprietà dei fermenti del kefir. Senza lattosio, offre tutta la ricchezza dei fermenti lattici vivi ed è 100% vegana e senza glutine.
Preparate con farina semintegrale di farro, ad alto contenuto di fibre, e con olio extra vergine d’oliva, e senza olio di palma, sono contraddistinte dal caratteristico colore dorato. Indicate al posto del pane, sono ideali a colazione con un velo di miele, confettura o crema cacao.
6 ANDECHSER NATUR 5 BERCHTESGADENER L AND
4 LEEB BIOMILCH
yogurt di latte di capra al mango Uno yogurt cremoso, pensato per gli amanti del latte di capra, di cui conserva il gusto lievemente acidulo, però mitigato da quello gradevolmente dolce ed esotico del mango. Ottimo per chi ama iniziare la giornata con morbidezza, è perfetto anche come fresca merenda.
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latte fermentato intero naturale senza lattosio (lattosio < 0,1%) Delicato e dalla consistenza cremosa, è senza lattosio (lattosio < 0,1%) ed è quindi indicato per i consumatori che devono evitarlo, ma anche per tutti quelli che vogliono limitarne l’assunzione.
latte fermentato magro 0,1% Ottimo a colazione, ma anche come dessert, magari con l’aggiunta di frutta fresca, o di una pallina di gelato. È una cremosa delizia con lo 0,1% di grassi, indicato anche per la preparazione di dessert. In vaso da 500 g con tappo richiudibile.
PAGINA ECOR SUCCHI 40 - FINALE.pdf
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LE NO IL T ERRE ST RO DI ECO ECOR SIST EM A
In viaggio nelle piantagioni tropicali Gli agronomi di EcorNaturaSì sono volati in Paraguay per visitare le piantagioni di canna da zucchero e incontrare le aziende agricole, dedite a questa coltivazione, che fanno parte del suo ecosistema.
Appartenente alla famiglia delle Graminacee e conosciuta botanicamente con il nome di Saccharum Officinarium, la canna da zucchero è una coltivazione tipica delle regioni tropicali. Si presenta con fusti cavi contraddistinti dai tipici nodi – i cosiddetti culmi – che possono addirittura superare i 5 metri di altezza. Composti da acqua, fibra e… zucchero, basta spremerli per ottenere un succo dall’elevato contenuto zuccherino, che viene in seguito lavorato per separare l’acqua dallo zucchero. Chi coltiva lo zucchero Ecor? Due sono le realtà agricole paraguaiane dell’ecosistema di Ecor, che coltivano lo zucchero di Filiera: Hibernia Misiones e la Cooperativa Manduvira.
Per garantire la freschezza della materia prima e, di conseguenza, la qualità e la migliore resa del prodotto finito, tutti gli appezzamenti coltivati si trovano nelle vicinanze dell’impianto di lavorazione: in questo modo, la canna da zucchero viene “processata” in un lasso di tempo che non supera i 45 minuti dalla raccolta. Ogni giorno vengono lavorate all’incirca 800 tonnellate di canna da zucchero: quantitativi importanti, che rendono fondamentale un’adeguata pianificazione delle colture e la scelta di differenti varietà di canna da
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Dedita alla produzione di zucchero sin dalla fine degli anni Ottanta, Hibernia Misiones è un’azienda completamente biologica, in parte anche biodinamica con certificazione Demeter. Gestisce quasi 1200 ettari
di proprietà, in prossimità di Santa Maria de Fe, cittadina a poco più di 200 km dalla capitale Asunciòn, a cui si aggiungono 152 ettari gestiti da 54 piccoli produttori esterni conferenti, cui Hibernia fornisce assistenza tecnica per assicurare: • una sana rotazione delle colture negli appezzamenti, • una pianificazione delle piantagione che rispetti le necessità di ritiro dell’impianto di trasformazione, • il rispetto dei disciplinari dell’agricoltura biologica.
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Attraverso il reimpiego di alcuni sottoprodotti di lavorazione della canna da zucchero, sia Hibernia che Manduvira contribuiscono alla riduzione del loro impatto sull’ambiente.
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zucchero, caratterizzate da cicli vegetativi di diversa lunghezza. Questo permette un approvvigionamento costante della materia prima, durante la stagione della raccolta, effettuata prevalentemente con l’ausilio di macchinari, fatta eccezione per i raccolti dei piccoli conferitori esterni che ancora avviene a mano. Nel corso della stagione produttiva, da aprile a novembre, l’impianto offre lavoro a 95 persone, suddivise su tre turni, mentre il resto dell’anno sono circa 30 gli addetti che si occupano del mantenimento della struttura e delle apparecchiature. La seconda realtà agricola da cui arriva lo zucchero a marchio Ecor è la Cooperativa Manduvira, nata nel 1975 come mezzo per la promozione dello sviluppo delle comunità rurali. In seguito si è dedicata alla promozione e all’organizzazione delle attività agricole e produttive, fino all’installazione – nel 2014 – proprio di un impianto per la lavorazione dello zucchero. Un passaggio importante, che ha permesso ai soci della Cooperativa di valorizzare le proprie produzioni agricole, grazie anche all’innovativo sistema di produzione di zucchero Panela, che riesce a massimizzare la qualità del prodotto, evitando un surriscaldamento eccessivo che potrebbe alterarla. Attualmente riunisce 1500 piccoli agricoltori bio, che gestiscono in totale una superficie di oltre 3500 ettari, alternando la canna da zucchero con sesamo, arachidi e altre colture necessarie all’autosostentamento delle loro famiglie. Una cinquantina di produttori, inoltre, ha effettuato la conversione alla biodinamica, certificando Demeter una superficie complessiva di 360 ettari:
l’elaborazione dei preparati è centralizzata ed è la sede della Cooperativa a fornirli a ogni socio che ne faccia richiesta. La canna da zucchero viene conferita attraverso 44 centri di concentrazione e stoccaggio temporaneo, situati sempre in prossimità dei siti di produzione, così da facilitare le operazioni di conferimento. L’impegno per l’ambiente Attraverso il reimpiego di alcuni sottoprodotti di lavorazione della canna da zucchero, sia Hibernia che Manduvira contribuiscono alla riduzione del loro impatto sull’ambiente. L’acqua di risulta del processo di lavorazione, per esempio, viene recuperata, attraverso differenti cicli di riutilizzazione, e impiegata per l’irrigazione, diminuendo così il fabbisogno di acqua vergine. Anche la fibra esausta della canna da zucchero,
Gli agronomi di EcorNaturaSì sono volati in Paraguay per visitare le piantagioni di canna da zucchero e incontrare le aziende agricole, dedite a questa coltivazione, che fanno parte del suo ecosistema. denominata bagazo, dopo l’estrazione viene utilizzata per l’alimentazione di una caldaia che, attraverso un processo di combustione, produce l’energia che alimenta l’intero impianto. In questo modo, entrambe le realtà limitano l’impiego di risorse naturali, nonché il ricorso a combustibili di origine fossile. 39
consigli per la spesa
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1 CASCINA BIANCA
2 BIODELIZIE
3 ECOR
yogurt 100% Piemonte
petto di tacchino al forno preaffettato in rotolino
petali di farina di grano tenero tipo 2
Buono come fosse affettato al momento e proposto in rotolino (da 80 g), è perfetto per farcire panini, ma è ideale anche da solo, come secondo piatto, magari con un contorno a base di verdure di stagione.
Croccanti crackers preparati con farina di grano tenero tipo 2, 100% italiano e di Filiera, senza olio di palma e con olio extravergine d’oliva. Fonte di fibre, fanno parte della Rivoluzione del Gusto e sono attenti anche all’ambiente: il loro incarto, infatti, è completamente riciclabile nella carta.
Per festeggiare 30 anni di yogurt biologici in vetro (1989-2019), da sempre prodotti con la fermentazione lenta che garantisce la loro naturale cremosità, Cascina Bianca, rinnova la sua linea di yogurt, rafforzando il proprio legame col territorio. Quindi non solo latte proveniente dalle stalle della Cooperativa, ma anche frutta 100% piemontese.
4 BAULE VOL ANTE
paella vegetale e bulgur con ceci e zucchine
5 BIONATUR AE
ketchup, maionese di riso e senape
Tre salse per soddisfare tutti i gusti: il ketchup, preparato con pomodoro italiano secondo la Due piatti pronti, perfetti per i pasti fuori casa: ricetta classica; la maionese di riso, a base di la paella, preparata con riso ribe semintegrale, soli ingredienti vegetali; la senape, cremosa e peperoni, pomodori, piselli, cipolle, melandal sapore deciso. Sono proposte nel pratico zane e fagiolini, è la versione vegetale della formato squeeze. tipica ricetta spagnola; il bulgur, invece, è il classico piatto della cucina mediorientale, a base di grano duro cotto e spezzato, abbinato in questa ricetta a zucchine e ceci.
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6 PIÙ BENE
crackers semintegrali di farro senza lievito Croccanti e friabili, sono preparati con farina semintegrale di farro, fonte di fibre, senza olio di palma né lievito. Perfetti come snack da sgranocchiare in ogni momento del giorno, o da portare anche in tavola, al posto del pane.
A ZIEN DA DEL M ESE
Tutta colpa del cavolo cappuccio… Più di quarant’anni fa, grazie all’intuizione del fondatore Piet Glasbeek, ha avuto inizio l’avventura di Machandel, azienda che ancora oggi trova spazio nelle nostre dispense con le sue verdure biologiche e biodinamiche in vetro.
Chissà se Piet Glasbeek lo immaginava che, partendo dal capannone dietro casa, avrebbe dato vita a un’azienda come Machandel, con il suo coloratissimo assortimento di ortaggi biologici e biodinamici conservati in vetro. Eppure, tutto ebbe inizio proprio così, nel 1978, quando piantò cavoli cappucci in una fattoria di Haulerwijk, coltivandoli con il metodo biodinamico; il raccolto fu talmente sorprendente da indurlo a rispolverare l’antica ricetta della nonna, con l’aggiunta di bacche di ginepro, per trasformarli in crauti. Nel capannone dietro casa, li confezionò in barattoli di legno, ponendo così le basi dell’azienda che ancora oggi tutti noi conosciamo.
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Un’impresa di famiglia Fondamentale per lo sviluppo dell’attività fu, in principio, anche il ruolo di Bonnie, moglie di Piet, alla quale si deve la diffusione dei prodotti Machandel in tutto il mondo. Ciò permise a Piet di incon-
trare nuovi clienti e di allargare la sua attività, trasferendosi in uno stabilimento più grande, dove mise a punto la confezione in vetro, che ancora oggi permette di preservare al meglio le caratteristiche organolettiche degli ortaggi proposti. E, oggi, Piet può contare anche sui figli Eliza e Jasja, che contribuiscono con determinazione all’attività di famiglia.
attraverso un affiancamento continuo lungo tutto il ciclo produttivo, a partire dalla semina. Ma c’è di più. Piet, infatti, è accanto ai “suoi” agricoltori sia quando il raccolto è
Oltre a riciclare l’acqua impiegata nei processi produttivi, Machandel produce in proprio tutta l’energia di cui ha bisogno.
L’importanza di fare rete Tratto distintivo di Machandel è la collaborazione messa a punto con gli agricoltori biologici e biodinamici, che coltivano il suo ampio assortimento di ortaggi: da sempre Piet eccellente, sia quando invece non sceglie con grande cura la materia prima, indicata in maniera puntuale corrisponde alle aspettative: questo per lui è il significato autentico di sull’etichetta, proveniente da colti“fare rete”. vatori con i quali ha costruito, nel tempo, durature relazioni di fiducia reciproca. Trasparenza e sostenibilità Questo perché, da sempre, garanCosì come Machandel si ritiene tisce loro un compenso adeguato, responsabile nei confronti degli oltre a un appoggio fin sul campo, agricoltori, molto più che semplici partner commerciali, allo stesso modo si assume le proprie responsabilità sia nei confronti del cliente – al quale garantisce la massima trasparenza – sia nei confronti dell’ambiente. Tra i valori fondamentali che guidano l’attività nella sua storia ultra quarantennale vi è, infatti, anche la sostenibilità ambientale: oltre a riciclare l’acqua impiegata nei processi produttivi, Machandel produce in proprio tutta l’energia di cui ha bisogno, contribuendo così alla salvaguardia dell’ambiente.
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O G GI IN CUCINA
con Martino e Antonia
Ispirazioni mediterranee: il gazpacho Ingredienti per 2 porzioni 300 g di pomodori ramati o pomodorini 100 g di cetrioli 50 g di sedano 50 g di peperoni 20 g di cipolla 1 spicchio d’aglio 35 ml di olio extravergine d’oliva 1 cucchiaio di pangrattato qualche foglia di basilico sale a gusto mandorle per guarnire (opzionale) Lavate e mondate le verdure, tagliatele a pezzi grossolani e versatele in un contenitore per frullatore a immersione o in un robot da cucina. Frullate il tutto, fino a che non avrete ottenuto una purea omogenea e vellutata. Aggiungete il pangrattato, l’olio e salate a vostro gusto. Se dovesse risultare troppo denso, potete allungare il gazpacho aggiungendo a poco a poco dell’acqua fredda fino a ottenere la consistenza desiderata. Lasciate riposare in frigo il gazpacho per almeno un’ora prima di portarlo in tavola. Se non avete tempo per farlo riposare, potete frullare qualche cubetto di ghiaccio assieme alle verdure e sarà subito fresco e pronto da gustare. Servitelo in vasetti o bicchieri di vetro con un filo d’olio e delle mandorle tritate per guarnire e dare un tocco di croccantezza in più.
Martino Beria, chef esperto di cucina 100% vegetale. Laureato in Scienze e Cultura della Gastronomia e della Ristorazione, lavora anche come consulente e formatore in ambito vegan. Antonia Mattiello, traduce, scrive e sviluppa contenuti creativi, soprattutto in relazione con il cibo. Per il nostro magazine realizzano insieme ricette semplici e sfiziose, adatte alla cucina di tutti i giorni. Li trovate anche sul loro blog di cucina veganogourmand.it 42
OGGI IN CUCINA
La variante dolce 100 g di pomodorini 100 g di frutti rossi 200 g di anguria privata dei semi qualche cubetto di ghiaccio succo di 1/2 lime qualche foglia di menta Tagliate l’anguria a fette, eliminate i semi e frullatela assieme ai pomodorini e ai frutti rossi, al succo di lime e alla menta. È un’idea fresca e dissetante come fine pasto estivo, ma è molto gradito anche dai bambini all’ora della merenda o come base per preparare dei deliziosi ghiaccioli senza zucchero fatti in casa.
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LE T ERRE DI ECOR
(ricetta per 2 o 3 persone) • • • • • • • • • •
300 g di pomodori maturi (Piccadilly o San Marzano) 100 g di pane integrale raffermo 60 g di cipolla tritata (o cipollotto) 15 g di pomodori secchi tritati 3 cucchiai di olio extravergine di oliva 1 pizzico di peperoncino (facoltativo) 6 foglie di basilico fresco 1 spicchio di aglio tritato 600 ml di brodo vegetale bollente Sale e pepe
Lavare i pomodori e scottarli in acqua bollente per un minuto. Farli intiepidire ed eliminare la buccia. Ridurre a pezzetti la polpa dei pomodori e tenerli da parte. Tagliare il pane a fette sottili e ammollarle in
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Illustrazione di Marina Cremonini
metà brodo caldo. In un’ampia casseruola dal fondo robusto scaldare l’olio e rosolare la cipolla per qualche minuto. Salare e aggiungere i pomodori secchi e un pizzico di peperoncino, se gradito (non deve risultare piccante, serve a esaltare gli altri sapori), continuando la cottura per alcuni minuti. Unire i pomodori schiacciati, regolare di sale e pepe, mescolare e far restringere per una decina di minuti, a pentola scoperta. Aggiungere il pane ammollato nel brodo e l’aglio tritato, mescolare vigorosamente con il cucchiaio di legno per spezzare il più possibile anche il pane. Coprire con il rimanente brodo vegetale bollente e proseguire la cottura per venti minuti circa a fiamma bassa. A cottura ultimata deve risultare una pappa cremosa e quasi omogenea e formarsi in superficie una sorta di pellicola. A questo punto spegnere la fiamma, regolare di sale e pepe, aggiungere il basilico spezzettato, mescolare e lasciare riposare per qualche minuto. Servire con un filo d’olio.
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La pesca, aroma d’estate I suoi fiori ci accolgono all’inizio della primavera; i suoi frutti ci accompagnano, invece, attraverso le afose giornate estive: è il pesco, pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Originario della Cina, dov’era considerato un simbolo di immortalità, il pesco ha poi raggiunto la Persia – come testimonia il suo nome botanico Prunus Persicum – fino ad arrivare in Grecia e, da lì, in tutta l’area mediterranea. Secondo alcuni si sarebbe diffuso grazie ad Alessandro Magno, che lo portò con sé al ritorno da una spedizione contro i Persiani. Per altri, invece, il merito spetta agli Egizi: non sarebbe un caso, infatti, che in Egitto la pesca fosse il frutto caro al dio Arpocrate, divinità amata dai più piccoli, dalle guance rosee e morbide come pesche. Polpa bianca, oppure gialla; forma tonda, o piatta; con buccia glabra oppure ricoperta da una sottile peluria; precoci oppure tardive, esistono differenti varietà di pesche, che le rendono indicate per tanti utilizzi. Assai versatile, la pesca non può mancare sulle nostre tavole estive. Dalle semplici macedonie alla pesca Melba, passando per smoothies e drink, fino alle torte – rovesciate oppure classiche – la pesca ci accompagna durante l’estate con la sua dolcezza; grigliata, oppure cotta in padella, cosparsa con una granella di amaretti e abbinata a una pallina di gelato alla vaniglia, si trasforma in un dessert semplice ed elegante. Sotto vetro, sciroppata o trasformata in cremose confetture – trucchetto che ci permette di recuperare anche i frutti più maturi – questa irresistibile delizia estiva ci permette di riassaporare il proprio aroma, per tutto il tempo dell’anno. .
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CONSIGLI PER ORT O, GI A RDINO E T ERRA ZZO
I lavori nell’orto e nel giardino biodinamico di luglio-agosto Paolo Pistis illustrazione di Marina Cremonini
• Se fosse necessario, possiamo aggiungere all’acqua di Durante l’estate i lavori nell’orto e nel giardino irrigazione dell’humus di lombrico, che scioglieremo biodinamico sono molti, ma se riusciamo a dare delle priorità avremo sempre un orto e un giardino decoroso in una proporzione di 1 kg di humus per 10 l di acqua e e produttivo. Fondamentalmente i tre grandi gruppi di provvederemo alla fertirrigazione con un innaffiatoio. lavoro sono l’irrigazione, il controllo delle erbe infeControllo erbe infestanti stanti e il controllo dei parassiti. • Durante il periodo estivo il controllo delle erbe infestanti deve essere rapido ed efficace con zappature, sarchiature o rastrellature superficiali. • L’operazione sarà agevolata enormemente se le erbe infestanti non saranno più grandi di 1 cm, pena un lavoro maggiore e una più rilevante competizione idrico alimentare con la pianta coltivata. • Per facilitarci possiamo, anche in questo caso, pacciamare il suolo con alcuni teli di iuta o altro materiale organico. • Nel caso dovessimo preparare dei letti di semina possiamo fare delle false semine o delle solarizzazioni. • “Mai” dovremmo chinarci e togliere a mano le infestanti, non solo per un problema di sottrazione di elementi nutritivi del suolo da parte delle erbe indesiderate, ma anche per una questione di salute della nostra schiena. Se dovesse però capitarci, prendiamo 1 kg di erbe infestanti (solo la parte aerea senza infioIrrigazione rescenze) e mettiamole in 10 l d’acqua in un secchio con • È consigliabile avere un’irrigazione automatica con un coperchio e lasciamo macerare per una settimana. l’ala gocciolante e, nel caso non vi fosse, possiamo irrigare con un tubo di gomma o l’innaffiatoio, eseguen- Poi filtriamo, diluiamo ogni litro in 40 l d’acqua e irrighiamo. In questo modo concimiamo in modo naturale e do queste operazioni all’imbrunire e avendo cura di, riduciamo la crescita delle erbe infestanti. non bagnare mai la foglia, ma il suolo. Dobbiamo stare attenti a non creare delle pozzanghere con conseguenti Controllo dei parassiti formazioni di croste, perché porterebbero ad una crescita maggiore di erbe infestanti e il suolo si asciughe- • I parassiti nell’orto possono essere di origine animale (afidi, insetti, lumache, bruchi etc.) oppure di origine rebbe con maggiore rapidità. vegetale (funghi microscopici, batteri, virus etc.). • Per ovviare a ciò è sempre utile, e in qualche caso indispensabile, pacciamare il suolo con un po’ di paglia, • Possiamo controllare i parassiti di origine animale, come gli afidi, usando sapone e olio di Neem. con alcuni teli e con altri materiali organici. 48
CONSIGLI PER ORT O, GI A RDINO E T ERRA ZZO
• In questa stagione i parassiti più comuni negli orti sono le cimici, che andranno controllate con il macerato d’aglio spruzzato una volta a settimana, irrorando bene pianta e suolo. • Per quanto riguarda i funghi e i batteri nocivi possiamo utilizzare del buon yogurt biologico ricco di probiotici vivi. Ne basteranno 200 g per 10 l di acqua, che useremo per irrorare molto bene le foglie sia nella pagina superiore che inferiore, il fusto e il suolo. I probiotici contribuiranno a contrastare i funghi e i batteri nocivi se irrorati la sera e subito dopo ogni pioggia. Ci sarà molto utile creare le condizioni per avere piante sane, ma soprattutto ricche di sapori e di forze vitali, se usiamo il preparato biodinamico Cornosilice-501, che andrà preventivamente diluito e dinamizzato per un’ora alla dose di 3 g per 30 l di acqua piovana a 37° e irrorato al mattino molto presto su tutto l’orto e il giardino. Dovremo avere cura di usare una goccia molto fine e nebulizzata. Se seguiremo questi pochi e semplici consigli potremo trarre molta soddisfazione nell’avere piante sane e produttive senza eccessive fatiche.
nica e nel c e t o : st ina consi stinat m e e e s d h c na o, sa Fal nomica n suol a semi lle l e u l o agr rire su ente a scita d o e n o m r fav essiva o, la c verran ta in a g e . t impi ici, che succ rapian nti che untate a c i t p cn him lon o al infesta pena s e: te bicidi c lo di ny n o i p e r te az , ie erb llate a rizz degl dere un colture rbe e Sola uzione : deb sten lo senza are le e i, al it o t l 501 mico s l o e n n o i e s n r u c i na gio erm ul s iste osil biodi che n r cons arente s ziato a g do di 4-5 i. , Co arato i l p o arzo ssi di p u e tras hanno in un peri perficia q r p di ce i r su ase e i pro i frutt e dove anti, pe le erbe b h c a c a e t d ic is infes i lessare vor azione e nom anica o a f r e g b d cc er aa ur on fine cnic ione me icare le mat entand e t : z ura rad ora aum alità. hiat ella lav lo per s c r u a o S la q ste n e del su i s n co al rfici e p u i. s tant s e f in
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Viola
ai sacchetti riutilizzabili. #GenteCheCiCrede Il sacchetto riutilizzabile per frutta e verdura di NaturaSÏ è realizzato dalla Cooperativa Sociale Quid a sostegno di persone con un vissuto di fragilità : un valore aggiunto universale che unisce aspetti ecologici e sociali.