COD 35543
Numero 19 Maggio - Giugno 2018
weekend bio per vivere la Natura
LE T ERRE DI ECOR
la community del bio si racconta
speciale Terra Nuova
la crisolina americana 1
Per la linea Senza Glutine Più Bene utilizziamo riso, miglio, mais, grano saraceno, amaranto e quinoa. “Più Bene” con più gusto!
Della linea Senza Glutine fanno parte anche la pasta corta e lunga di riso integrale, di grano saraceno e quella di mais, riso, grano saraceno e quinoa.
Prova anche le specialità: fusilli di piselli verdi e i sedanini di lenticchie rosse, spaghetti e lasagne di lenticchie e riso integrale e fusilli di ceci. Ricchi in proteine e senza glutine. Scopri gli altri prodotti della linea su piubenebio.it
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editoriale
chi siamo
La meraviglia della semplicità
la redazione: Giò Gaeta Silvia Valentini Sophie Meneghelli hanno collaborato a questo numero: Lorenza Gelmetti collaboratrice editoriale Serena Federici di Ecocomunicazione www.ecocomunicazione.it Benedetta Frare giornalista pubblicista e direttrice responsabile della rivista
di Giò Gaeta
Chiara Frascari e Benedetta Marchi per la rubrica Homemade in cucina Sabrina Scicchitano fotografa e food stylist Martino Beria chef e co-fondatore di www.veganogourmand.it Paolo Pistis esperto di agricoltura biodinamica
Sogniamo tutti giardini incantati al di là dell’orizzonte, invece di goderci la vista delle aiuole in fiore sotto le nostre finestre. Orazio La bella stagione è arrivata e maggio porta con sé una primavera certa, in odore di estate. Gli animi diventano inquieti, i piedi scalpitano per la voglia di camminare nel sole e sulla terra tiepida. Si cominciano a fare progetti di brevi vacanze, un anticipo delle più lunghe ferie estive. Da cantine, soffitte e garage tiriamo fuori le bici, le moto, i pattini o gli scarponcini da montagna, pronti per seguire percorsi, più o meno impervi, tra i mille proposti da associazioni di camminatori, ciclisti ecc. Sulle piste ciclabili di città s’incontrano persone di tutte le età, con o senza bambini, con bastoncini per il nordic walking e l’attrezzatura da trekking o semplici scarpe da ginnastica, ma anche qualche tacco dodici. Quest’anno si aggiungono parecchi monocicli oscillanti che solo a vederli viene il pensiero: speriamo non cada. Come lumachine dopo l’acquazzone, al primo raggio di sole le strade si riempiono di auto dirette al mare o ai monti, cominciano le code e spostarsi verso località rinomate di villeggiatura diventa un’impresa titanica che mette a dura prova la nostra pazienza. Poi ci si rende conto che siamo tanti al mondo e che la nostra agognata destinazione, una volta arrivati, si trasforma in una concentrazione di umanità. Una soluzione interessante io l’ho trovata decidendo di visitare le aziende agricole biologiche e biodinamiche vicine a casa (e non solo). Sia partecipando a uno degli eventi di Insieme in Campagna, sia verificando altre opportunità di contatto con le fattorie che collaborano con i negozi bio specializzati.
Un’occasione per stare a contatto con la natura, insieme a vecchi amici o conoscendone di nuovi che condividono pensieri e aspirazioni vicini alle nostre, pur provenendo da percorsi personali diversi. Mai come ora c’è bisogno di entrare in contatto con gli altri, di dialogare e non solo di comunicare, portando idee ed esperienze in modo concreto e non solo virtuale, di discutere lasciandosi poi con una stretta di mano reale, in un flusso armonico di sentimenti e sensazioni che possano stimolare in noi un cambiamento, un rinnovamento che duri nel tempo. È un modo per uscire dalla nostra “comfort zone”, vivendo la giornata tipo di un agricoltore, conoscendo più da vicino il suo metodo di coltivazione rispettoso della terra e dell’uomo, imparando i segreti per coltivare senza sostanze chimiche di sintesi, venendo a contatto con uno stile di vita che ci avvicini di più alla terra e alla nostra natura più profonda. Ricordandoci che la conoscenza e l’ascolto reciproci sono semi di sorrisi che germogliano nelle nostre esistenze soffiando nei nostri cuori il vento di una preziosa e duratura primavera. Buona lettura!
Gianumberto Accinelli docente di entomologia applicata Marco Trevisan, Marina Cremonini e Alice Lotti illustratori Elena Meglioranzi per la rubrica Davanti allo scaffale Francesca, Lorella, Silvia Braglia chef e docenti di consapevolezza alimentare fondatrici di www.disanapianta.net Litopat per la stampa
Editore: EcorNaturaSì SpA via De Besi 20/c, Verona tel 0458918611 Direttore responsabile: Benedetta Frare Stampato da Litopat su carta ecologica riciclata con inchiostri a base vegetale certificati EN 71-3 Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Verona in data 30/12/2003 n. 1575
naturasi.it negozicuorebio.it
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LE T ERRE DI ECOR
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sommario 3
EDIT ORI A LE
22 RICICLO IN CUCINA
40 OG GI IN CUCINA
La meraviglia della semplicità
Korma di legumi e verdure con pane chapati
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NEWS DA L MONDO BIO
10 DA LLE A ZIENDE AGRICOLE
25 AT T UA LITÀ
43 L’A NG OLO DEGLI A NIM A LI
Benvenuti nella Blue Valley
26 SPECI A LE T ERRA NUOVA
44 A PPROFONDIM EN T O
YouFarmer l’orto è per tutti
Chi si sta mangiando il biologico?
La Community del bio si racconta 32 HOM EM A DE IN CUCINA
17 LUNA RIO
18 A ZIENDA DEL M ESE
Isola Bio: deliziose ricette vegetali
Gelatini di banana
A LT ERNATIV I
Weekend bio per vivere la Natura
46 CONSIGLI PER ORT O,
GI A RDINO E T ERRA ZZO
Il controllo dei parassiti nell’orto e nel giardino biodinamico
34 DAVANTI ALLO SCA FFALE...
E NON SOLO
Frutta e verdura... da spalmare!
48 GREEN GENERATION Benyamin: mani
19 CONSIGLI PER V I AG GI
Frutta e verdura nella ciotola?
Il riso aromatico di João Volkman
15 I NOSTRI PROGET TI
Riso aromatico in foglie di porro con salsa agrodolce
in pasta e sguardo verso il futuro
37 LA NAT URA
SO T T O CA SA
La crisolina americana
50 A OGNI ORTAG GIO
LA SUA STAGIONE
Le ciliegie
21 AT T UA LITÀ
Un altro domani tra cultura, arte e società
38 CORSO DI CUCINA
Composta di susine
53 SEMINI A MO CULT URA
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news dal mondo bio
Per Acqua Levico, l’acqua leggera e sostenibile del Trentino, nulla è più importante del rispetto e la valorizzazione dell’ambiente e del territorio: questa la ragione della partnership con Arte Sella, situata nei boschi della Valsugana, a pochi km da Levico Terme. Arte Sella è una meraviglia unica nel suo genere: è infatti un percorso a cielo aperto di opere d’arte contemporanea realizzate con elementi naturali. È testimonianza viva di un processo creativo unico, che nell’arco di un cammino trentennale ha visto incontrarsi linguaggi artistici, sensibilità e ispirazioni diversi accomunati dal desiderio di intessere un fecondo e continuo dialogo tra la creatività e il mondo naturale. Le nuove bottiglie “limited edition” Levico integrano il particolare design dell’etichetta forata con l’opera Le Soleil di Francois Lelong, che richiama un leggerissimo sole di legno con il centro aperto verso il bosco, declinata nei colori azzurro e blu che caratterizzano le due referenze Naturale e Frizzante. NaturaSì e Levico vi invitano a visitare Arte Sella: acquistando anche solo una bottiglia di Acqua Levico in vetro a rendere, si potrà ottenere uno sconto del 25% sul biglietto di ingresso. Cercate la cartolina Arte Sella nei punti vendita NaturaSì aderenti. Offerta valida fino al 30 giugno 2018.
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Cascine Orsine e Corte delle madri: gli appuntamenti di maggio Cascine Orsine, Bereguardo (PV) • 12 maggio: seminario “Trapianti e consociazioni: lotta naturale ai parassiti” con Alice Pasin di Civiltà Contadina • il sabato, dalle 9.00 alle 12.00: “Raccolta in campo”. Con l’aiuto di un agricoltore sarà possibile raccogliere e acquistare le verdure biodinamiche direttamente dai campi delle Cascine, basta solo portare con sé un sacchetto o una cassetta • da maggio è stato allestito un orto Biodinamico dedicato al Banco Alimentare e i volontari (scrivendo prima una mail) il sabato e la domenica mattina possono venire a raccogliere le verdure da destinare a chi è in difficoltà • sabato e domenica alle 15.30 visita guidata gratuita dell’azienda agricola • il sabato dalle 14.30 Corso di pittura e modellaggio della creta per adulti e bimbi con la maestra Alessandra Per info: bereguardo1@naturasi.biz
“Corte delle madri”, Bereguardo (PV) • 6 maggio: Laboratorio di crescita personale a cura dell’Accademia Tre Counseling • 10 maggio (ore 20.30) si parla di “Filosofia della libertà” • 16 maggio: l’Euritmia con Francesca Gatti • 24 maggio (ore 20.30): incontro di Antroposofia con Claudio Elli • 25-26 maggio: “Osservazione rallentata”, modulo didattico a cura dell’Accademia Tre Counseling Restate aggiornati sulle novità seguendo la pagina Facebook “Corte delle madri”.
Il Terra Nuova Festival a Firenze Sabato 26 e domenica 27 maggio torna il Terra Nuova Festival, l’evento che mette al centro l’alimentazione bio, la salute naturale e l’ecologia, insieme agli altri temi portanti di Terra Nuova, la storica rivista mensile e casa editrice di riferimento per il settore del naturale (vedi pag. 26). Due giorni di festa e di confronto nell’elegante cornice del Giardino dell’Orticoltura, nel centro di Firenze, con spazi coperti e area verde. Al programma culturale si affianca una mostra mercato con una selezione di espositori a tema, le proposte per il benessere, i produttori biologici del territorio. Un’occasione preziosa per confrontarsi con giornalisti, autori e ospiti di rilievo in due giorni di conferenze, laboratori, workshop olistici, teatro e musica, con un’offerta gastronomica bio e vegetariana. Informazioni e programma completo su www.terranuovafestival.it
Il Biofach raccomanda l’olio extra vergine d’oliva IGP Sicilia della Filiera Ecor Importante riconoscimento per l’olio extra vergine d’oliva IGP Sicilia della filiera Ecor che è stato tra i 20 oli premiati al Biofach 2018 di Norimberga, durante il quale ha ricevuto una “Raccomandation”. Ottenuto da olive Biancolilla, Nocellara e Cerasuola raccolte rigorosamente a mano, le note erbacee e floreali di questo “nettare” di Sicilia hanno convinto anche gli esperti della fiera leader mondiale per l’alimentazione biologica.
messaggio promozionale
Acqua Levico e Arte Sella: insieme nel segno della sostenibile leggerezza
olio extra vergine di oliva Ecor Per i nostri oli di filiera seguiamo il percorso delle olive sin dalla pianta, grazie all’attenta selezione degli agricoltori italiani che le coltivano e le raccolgono, al loro lavoro quotidiano e al supporto costante dei nostri agronomi. Solo così possiamo offrirti oli extra vergine di oliva di qualità che conservano i profumi e le peculiarità delle loro terre d’origine: come il DOP Terra di Bari “Castel del Monte”, e l’IGP Sicilia. Ecor è un progetto
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Illustrazione: Marina Cremonini
Dolce è la vita Quando la natura esplode a primavera è come se arrivasse a chiamarci un venticello tiepido e leggero, un invito sussurrato tra uno scompigliar di fronde e un profumo improvviso.I nostri passi si fanno allora più languidi accarezzando i prati inondati di fiori.Non c’è niente di più bello che sdraiarsi sull’erba rincorrendo con lo sguardo le nuvole veloci: dolce è la vita nel sentirsi parte di un tutto.
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DA LLE A ZIEN DE AGRICOLE
Il riso aromatico di João Volkman Da qualche mese è entrata a far parte de Le Terre di Ecor, con il suo riso, la fattoria biodinamica brasiliana di João Volkman. Scopriamola insieme all’agronomo Carlo Murer che ha seguito fin sul campo questo progetto della nostra Filiera brasiliana
Questa è una storia che viene da lontano. Bisogna attraversare con la mente l’Oceano Atlantico fino al Sud America, entrare poi in Brasile e spingersi nel profondo sud. È da lì che proviene il riso brasiliano Dalla Nostra Filiera - Le Terre di Ecor, coltivato con metodo biodinamico dalla fattoria di João Volkmann, anche chiamata di Capão Alto das Criùvas. Nei mesi scorsi il nostro settore agricolo è stato in visita all’azienda per ripetere le consuete verifiche agronomiche annuali e per mantenere il rapporto di amicizia e fiducia, elementi per noi fondamentali nella gestione delle relazioni commerciali con i fornitori delle nostre materie prime. Abbiamo rivolto a Carlo Murer (ndr, nella foto con João Volkman), agronomo del team, alcune domande ed ecco cosa ci ha raccontato. Dove si trova la Fattoria Volkmann? Nello stato del Rio Grande do Sul, nella parte più meridionale del Brasile. La fattoria è situata in una fascia climatica classificata come pampa, caratterizzata da un clima subtropicale molto umido. Il corpo centrale della proprietà si estende su una superficie di 560 ettari, che il padre di João acquistò nel 1954. Il territorio si presenta collinare; ospita risaie, laghi, la tipica vegetazione della pampa nei fondivalle e anche 250 ettari tra foresta nativa e pascolo sulle colline. Qual è la peculiarità di quest’azienda? Nei mesi estivi, mentre le umide valli sono destinate alla produzione del riso, le colline sono utilizzate per il pascolo di mandrie di vacche e di bufale. Proprio le bufale costituiscono un elemento chiave nella risicoltura praticata da João: infatti, durante la successiva stagione invernale, dopo la raccolta, questi animali che prediligono gli ambienti acquitrinosi, vengono condotti a pascolare sulle risaie nutrendosi della paglia del
riso e delle erbe infestanti che colonizzano i campi in inverno. È la loro presenza sulla risaia a permettere il mantenimento di equilibro e integrazione tra le varie componenti dell’agroecosistema della Fattoria, creando una condizione di coltivazione perfettamente integrata nell’ambiente che la ospita. Raccontaci come João ha avviato questa attività? Dopo gli studi ha rilevato la gestione della fattoria di famiglia, decidendo di dedicare la sua vita alla ricerca e all’applicazione della risicoltura biodinamica. João è, inoltre, uno dei più noti produttori di preparati biodinamici del Brasile: da circa vent’anni organizza regolarmente corsi di formazione nella sua azienda, lavorando anche come consulente per diverse realtà sudamericane che praticano l’agricoltura biodinamica. Com’è organizzata la Fattoria? João gestisce la fattoria con l’aiuto della moglie Helena, dei figli e di quindici dipendenti stabilmente assunti per tutto l’anno; ci tengo a sottolineare che la sua azienda è uno dei progetti agricoli biodinamici certificati Demeter più famosi al mondo. Ci illustri brevemente il percorso che questo riso compie per giungere a noi? Dopo la raccolta, il riso brasiliano prodotto da João viene stoccato e lavorato interamente all’interno della stessa azienda agricola, fino al carico del container che raggiunge via nave il nostro Paese. Una volta giunto in Italia, il riso subisce un’ulteriore vagliatura e il successivo confezionamento. Perché un riso dal Brasile? La Fattoria di João è una vera e propria eccellenza, così come lo è la sua formazione nel campo della 11
DA LLE A ZIEN DE AGRICOLE
biodinamica. All’interno dell’azienda vige una forte coerenza con gli ideali e i valori che contraddistinguono un sistema produttivo rispettoso dell’Uomo e della Natura, caratteristica che ricerchiamo nelle realtà agricole di tutto il mondo. João è stato il promotore e tra gli organizzatori del convegno di risicoltura biologica e biodinamica ORP III, al quale hanno partecipato anche alcuni dei nostri risicoltori italiani del gruppo di ricerca RisoBioVero, con cui João collabora costantemente. Raccontaci qualcosa in più su RisoBioVero… È un gruppo di ricerca attivato e coordinato da EcorNaturaSì, nato grazie all’impulso di Rosalia Caimo Duc (ndr: nella foto con João Volkman), titolare dell’azienda Terre di Lomellina - Le Terre di Ecor, storica produttrice di riso per EcorNaturaSì. Il progetto vede la 12
partecipazione di una decina di aziende agricole biologiche di Lombardia e Piemonte e del professor Bocchi dell’Università di Milano. Rosalia, tra i primissimi a sperimentare nuove tecniche per la produzione biologica del riso, è riuscita a raccogliere attorno a sé aziende agricole che si stanno dedicando alla scoperta di metodi efficaci per la lotta alle infestanti, nel rispetto dei regolamenti europei sull’agricoltura biologica. Qual è quindi l’obiettivo del gruppo di ricerca? Avere una visione lungimirante che comprenda competenze e strumenti per la produzione bio di riso nel futuro. Il professor Bocchi sta strutturando quest’attività per far tesoro delle esperienze di ogni agricoltore coinvolto, guidando e calibrando le pratiche agronomiche di ogni realtà, come quella della Fattoria di João.
consigli per la spesa
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1 TERRE DI SANGIORGIO
2 PONTE REALE
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passata rustica
ricotta di Bufala campana D.O.P.
vino pinot grigio Venezia doc senza solfiti aggiunti
Dagli specialisti della ricotta di bufala, un prodotto unico: una ricotta dolce e cremosa preparata con latte di bufala e proposta nel pratico formato 2x100 grammi. La trasformazione avviene nel caseificio aziendale perché Ponte Reale realizza al suo interno l’intera filiera produttiva.
Un vino di colore chiaro, con leggere sfumature ramate, ottenuto dalla sola fermentazione del succo d’uva. Di grande personalità, ha un sapore asciutto e un profumo intenso e persistente che ricorda la crosta del pane ed essenze erbacee essiccate.
Il segreto del pomodoro di Terre di Sangiorgio? Viene raccolto solo quand’è maturo, ecco perché ha un gusto unico, che racchiude tutta la fertilità delle campagne piacentine, tradizionalmente vocate a questa coltivazione. Scoprilo in questa passata densa e corposa.
4 GOLFER A, BIO DELIZIE
bresaola senza nitriti aggiunti in rotolino Tra i salumi, la bresaola si distingue per il sapore pieno e rotondo, che la rende perfetta con un filo d’olio extra vergine d’oliva, rucola e scaglie di parmigiano. La confezione in rotolino, inoltre, permette di utilizzare il 60% di plastica in meno rispetto alla vaschetta.
5 ANTICO CASEIFICIO POMPEANO
Parmigiano Reggiano DOP Un formaggio semigrasso a pasta dura, cotta e a lenta maturazione, ottenuto da latte crudo e stagionato 13/15 mesi. Il suo gusto delicato e i suoi sentori ancora lattici, lo rendono ottimo anche da pasteggiare. Una volta aperto, conservarlo avvolto in un tessuto naturale.
6 PIÙ BENE
fusilli di ceci Preparati esclusivamente con ceci italiani, questi fusilli senza glutine hanno un alto contenuto di fibre e proteine; sono inoltre fonte di ferro, zinco, fosforo manganese e potassio. 100% legumi, vanno ad affiancare i fusilli di piselli verdi e i sedanini di lenticchie rosse.
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Mezza Pagina Paleo Barrette 01T.pdf
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Inizia la tua giornata con il biologico piÚ buono. Scopri l’avena di casa Isola Bio. Buona, biologica e naturalmente priva di lattosio, dalla semina nelle nostre terre alla buona nutrizione di ogni giorno. PRODOTTA IN ITALIA
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I NO ST RI PRO GET T I
La Community del bio si racconta Le storie ci circondano e ci guidano nella narrazione della nostra vita. Il mondo del biologico ne è intriso: raccontano del sogno dei pionieri, e della scelta di clienti e negozianti che hanno contribuito a renderlo realtà.
C’è il precursore del biologico con vent’anni di conoscenza alle spalle, il giovane agricoltore, la sportiva interessata all’alimentazione e al benessere, l’ambientalista impegnato, lo scettico e – perché no – il semplice curioso. Tutti, però, con una passione e un intento comune: avere a cuore la salute dell’Uomo e della Terra. Sono le storie che compongono la nostra Community del bio e che abbiamo scelto di raccontarvi attraverso un progetto di storytelling, in grado di mostrarvi, attraverso piccoli video, la biodiversità di pensieri ed emozioni che la compongono, ma anche i valori che la contraddistinguono. Storie che raccontano di un impegno sul
campo e di una rivoluzione silenziosa per offrire prodotti di qualità rispettando la natura e i suoi ritmi; di tecnologie produttive che rispettino le caratteristiche delle materie prime, di negozi che ogni giorno aprono la loro saracinesca con la soddisfazione e l’orgoglio di offrire un prodotto buono che è sintesi dei loro valori; di clienti che hanno scelto di orientare con consapevolezza le loro scelte di acquisto. Un mondo sfaccettato, diversi punti di vista Così, mese dopo mese, episodio dopo episodio, la nostra narrazione si snoda attraverso video in pillole che, partendo dal prodotto, raccon-
tano il suo viaggio dal produttore al consumatore, seguendo un solo filo conduttore: quello dei valori che da sempre ci contraddistinguono, raccontati attraverso diversi punti di vista, per dare voce non solo a chi produce, ma anche ai negozianti bio, che ogni giorno fanno da tramite tra produzione e acquisto, e a chi ogni giorno ci sostiene con la sua spesa: voi clienti che scegliete di darci fiducia acquistando i nostri prodotti. Curiosi di saperne di più? Sintonizzatevi sul sito naturasi.it (e prossimamente anche sul sito negozicuorebio.it, che in questi mesi si sta rinnovando) per scoprire le storie raccontate dai protagonisti della Community del Bio.
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consigli per la spesa
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1 BIOL AB
2 SOTO
3 TAIFUN
medaglioni di tofu, riso e alghe
falafel vegani deluxe
filettini di tofu
Una sfiziosa proposta vegana che unisce il gusto esotico delle alghe alle proteine vegetali del tofu e alle proprietà del riso. Facili da preparare, cuociono in 5 minuti in una padella antiaderente e possono essere impiattati con fantasia e semplicità.
Un morbido ripieno di ceci con spinaci, zucchine, cipolle e porro, insaporito da prezzemolo, spezie e coriandolo e rivestito da una croccante impanatura. Facili da preparare, si possono spadellare con un filo d’olio, cuocere al forno o alla piastra, per renderli più croccanti.
Due saporite preparazioni a base di tofu, rese ancora più gustose dall’aggiunta di aglio orsino, dal tocco deciso, oppure di peperoni, pomodoro e spezie, nella variante pizza, particolarmente saporita. Perfetti in padella oppure sulla piastra per sfiziosi barbecue veg.
6 ISOL A BIO 4 R APUNZEL
5 AMBROSIAE
olio e latte di cocco
überbar Fitness
Ingrediente base della cucina orientale, il latte Uno snack 100% vegetale, raw, con superdi cocco è ideale con verdure saltate oppure food e senza glutine, fonte di proteine e senza per cocktails e dolci, creme e mousse. zuccheri aggiunti*, arricchito con proteine di L’olio di cocco, ideale per prodotti da forno e riso integrale germogliato o di canapa. Interaper friggere, porta un aroma esotico in cucina, mente processato sotto i 42 °C per preservare donando un piacevole sapore alle pietanze. al massimo tutte le proprietà nutritive degli L’olio di cocco per le sue proprietà è spesso ingredienti. Scoprilo in tutte le sue varianti. utilizzato anche nella formulazione dei prodot- *contiene naturalmente zuccheri ti cosmetici naturali.
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latte di mandorla senza zuccheri Naturalmente dolce e senza glutine, è un’ottima alternativa vegetale per la colazione, per ricaricarci in pausa o come base per frullati e frappé naturalmente deliziosi. Per chi ama il gusto autentico della mandorla, ma non ama molto gli zuccheri.
La luna, passando davanti alle costellazioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi. In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono i tempi di semina, lavorazione e raccolta. Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo.
legenda
in cucina
cura di sè
orto e giardino
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giorno e fase lunare
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4 lun
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5 mar
6 dom
6 mer
7 lun
7 gio
8 mar
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9 mer
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19 sab
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20 dom
20 mer
il pane
21 lun
21 gio
lo yogurt
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24 dom
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21mar sab 26
nuova in cucina
le conserve cura di sè taglio ritardante capelli/unghie massaggi attività fisica
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27 dom
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28 lun
28 gio
rinvaso
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potatura
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concimazione
31 gio
relax orto e giardino
orto e giardino
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cura si sè
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in cucina
1 ven
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luna piena
giugno
maggio
lunario a cura dell’Associazione Culturale La Biolca
giorno e fase lunare
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A ZIEN DA DEL M ESE
Isola Bio: deliziose ricette vegetali Quasi vent’anni fa, nasceva nel Polesine Isola Bio: in questo numero, abbiamo condiviso con l’azienda i valori che l’hanno ispirata e percorso insieme le tappe che l’hanno condotta fino a qui
La nostra produzione sostenibile Dal 1999 abbiamo costruito anno dopo anno un sito produttivo che non è solo al 100% biologico ma anche sostenibile, in quanto investiamo ogni giorno per ridurre gli scarti e azzerare gli sprechi. Crediamo fermamente che, se l’ambiente prospera, noi prosperiamo con lui. La nostra energia è verde: proviene, da un lato, da un sistema di cogenerazione che riesce a tramutare in nuova energia il calore utilizzato durante l’estrazione delle bevande vegetali e, dall’altro, da una ricerca di energia da fonti rinnovabili certificate. L’acqua che non utilizziamo o che è impiegata nella pulizia del processo di produzione viene purificata, controllata e restituita alla terra. Cerchiamo ogni giorno di accendere le luci su Isola Bio, ispirandoci alla natura e ottimizzando tutti i nostri processi. Ci adoperiamo per apprendere nuove modalità che ci permettano di migliorarci.
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La Goccia: dalla semina alla raccolta Nel 2007 abbiamo fondato la “Società Agricola La Goccia” : oggi, dopo più di 10 anni, contiamo oltre 1000 ettari di terre tra il Molise (San Martino in Pensilis), il Veneto e l’Emilia Romagna, che coltiviamo direttamente insieme a 30 famiglie di agricoltori. La famiglia di Isola Bio si allarga, consentendoci di coltivare Avena, Farro, Miglio e Soia per le nostre bevande, controllandone direttamente la semina e il tempo di raccolta. Giorno dopo giorno, possiamo toccare con mano la qualità dei nostri cereali che diverranno le bevande Isola Bio per la vostra colazione.
Le caratteristiche delle bevande Isola Bio
• Prodotte in Italia • 100% vegetali e naturalmente senza lattosio • Avena, Miglio, Farro e Soia dalle nostre terre • Tante varianti senza glutine
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Isola Bio nasce in Italia nel 1999 da Abafoods a Badia Polesine, un paese nella provincia di Rovigo, in Veneto. È un’azienda familiare con tanta passione e un’idea brillante: la famiglia di Isola Bio ha creduto fin dall’inizio che il vegetale fosse una via per promuovere un’alimentazione sana e sostenibile e che credere nel biologico permettesse di riportare la nostra nutrizione in connessione con la terra. Isola Bio ha subito dimostrato interesse alla possibilità di alternare al latte il consumo di bevande vegetali. Tuttavia, da veri italiani, sentivano che le alternative esistenti non erano ancora abbastanza gustose per conquistare il cuore della colazione. Così, la famiglia si riunì in Abafoods: donne e uomini del territorio appassionati di biologico iniziarono a ricercare modalità e tipologie di cereali idonei alla preparazione di ricette alternative, in grado di cambiare il mondo della colazione. Nacque, così, Isola Bio. Tutte le prove e gli errori, la creatività pionieristica, le risate e i dibattiti sul gusto hanno generato aneddoti tramandati fino alla generazione di oggi e hanno creato l’essenza di Isola Bio: deliziose ricette vegetali per rendere il biologico un viaggio di soddisfazione del gusto. Ogni giorno.
CONSIGLI PER V I AG GI A LT ERNAT I V I
weekend bio per vivere la Natura Conoscere e sperimentare il biologico, scoprire luoghi e incontrare persone: sono questi gli spunti da cui è nata l’idea di proporre alcuni viaggi all’interno delle aziende agricole che fanno parte del circuito di EcorNaturaSì
messaggio promozionale
La missione principale di EcorNaturaSì è da sempre quella di avvicinare più persone possibili al mondo del biologico e del biodinamico, ponendo attenzione all’uomo, alla Natura e alla Terra. Il biologico che vogliamo promuovere è un vero e proprio stile di vita! Il progetto NaturaSì Viaggi propone weekend bio nelle aziende agricole che fanno parte della nostra rete, per viverle in prima persona, scoprendole come realtà produttive e insieme luoghi di accoglienza ed incontro, arricchiti di occasioni di approfondimento culturale. Durante i fine settimana si conoscerà l’azienda agricola in cui si soggiorna nei suoi ritmi stagionali, partecipando a laboratori su agricoltura e alimentazione per scoprire i prodotti biologici e biodinamici, nel loro percorso dalla terra alla tavola, e gustarli insieme. Si visiteranno, inoltre, le bellezze naturalistiche, artistiche e culturali che caratterizzano i luoghi in cui sono immerse le aziende. Sarà possibile, infatti, partecipare ad escursioni all’aria aperta per godere dell’equilibrio che i nostri paesaggi meravigliosi ci donano, rilassandosi nell’armonia e nella serenità, caratteristiche di ogni luogo amato e custodito dall’uomo; saranno inoltre proposte visite a importanti siti artistici e culturali, testimonianze della storia del territorio delle aziende agricole stesse.
punti di riferimento nelle comunità in cui sono inserite. Conoscere le storie, i progetti, i volti e i valori di chi sta dietro il prodotto che acquistiamo ci farà meglio apprezzare la qualità del prodotto stesso, e ci renderà ancora più consapevoli del ruolo di “consum-attori” attraverso le nostre scelte di acquisto. Le aziende agricole L’iniziativa è partita questa primavera con l’azienda agricola Cascine Orsine (Bereguardo, PV), oasi biodinamica alle porte di Milano, che si occupa di coltivazione di riso e altri cereali, oltre che di prodotti caseari, nonché con la Cooperativa Agricola Gino Girolomoni (Isola del Piano, PU), fondata da Gino Girolomoni, uno dei padri del biologico in Italia. Da oltre quarant’anni la famiglia Girolomoni gestisce l’attività di pastificio in cui oggi viene trasformata la pasta della filiera Ecor. A diventare meta dei nostri prossimi weekend bio saranno la Fattoria Di Vaira (Petacciato, CB) e La Decima (Montecchio Precalcino, VI).
Per le iscrizioni, o per avere maggiori informazioni, scrivi a paola.vason@ecornaturasi.it Per rimanere aggiornato visita il sito naturasi.it/viaggi
Valori condivisi A queste attività outdoor si affiancheranno momenti di approfondimento sui nostri valori – filiera, creazione della comunità del bio, rivoluzione del gusto – e su temi importanti per l’intera società – ecosostenibilità, agricoltura biologica e biodinamica, agriecologia – grazie all’intervento di esperti qualificati. Vogliamo, infatti, comprendere meglio quale significato valoriale porti con sé la scelta di mangiare biologico e biodinamico, pagando il giusto prezzo che permetta alle realtà agricole – che non sono solo imprese produttive, ma anche culturali e con un’importanza sociale legata alla cura della natura e del paesaggio – di diventare importanti
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consigli per la spesa
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1 CUOR DI MIELE
2 LIBEROVO
3 PIÙ BENE
gelati
uova
Preparati con latte fresco italiano e dolcificati con i mieli degli agricoltori di CONAPI, sono disponibili in 4 gusti: cacao e fiordilatte, con delicato miele di acacia, limone con profumato e avvolgente miele di arancio, e nocciola, con miele di sulla, dal gusto equilibrato.
Solo uova da galline allevate in libertà: è questo il segreto di Liberovo, azienda di Sambucetole, frazione di Amelia (TR). Gli animali vengono allevati rispettando i loro ritmi e nutriti con granaglie provenienti dalle aziende agricole bio che circondano l’allevamento. Disponibili in confezione da 2, 4 e 6 uova.
yogurt magri senza lattosio (< 0,1%)
4 BIONOVA
biostarter per kefir d’acqua Fermenti selezionati per produrre in casa un dissetante kefir d’acqua, bevanda ricca di fermenti vivi e leggermente frizzante. È disponibile in comode bustine da 5 g con le quali potrete preparare fino a 4 litri di Kefir.
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Squisitamente cremosi, sono ottenuti tramite una delicata concentrazione del latte, eliminando il 20% di acqua, e una lavorazione lenta che permette ai fermenti di trasformare il latte in yogurt. Nelle varianti vaniglia, dal gusto vellutato, e pesca-albicocca, dal sapore fruttato.
5 ECOR
riso Rosa Marchetti semintegrale Varietà riscoperta grazie agli agricoltori del progetto RisoBioVero, ha chicchi perlati tondi, di medie dimensioni e grazie alla sua consistenza, più morbida all’esterno e più consistente al centro, è perfetto per risotti e minestre, ma anche per timballi, sformati e arancini.
6 LEEB
yogurt di latte di capra Uno yogurt cremoso, preparato con latte da fieno. Pensato per gli amanti del latte di capra, ma contraddistinto da un tocco più delicato. Ottimo a colazione, è perfetto con muesli, cereali, frutta secca o fresca e viene proposto nella pratica confezione famiglia da 400 grammi.
AT T UA LITÀ
Un altro domani tra cultura, arte e società a cura del Gruppo organizzatori evento – Classe XIII presso la Libera Scuola Steiner-Waldorf “Novalis”
molto differente che hanno instaurato con il tempo nel corso dei secoli. Il secondo relatore, Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica in Italia, ha affrontato il tema dell’origine del cibo in relazione all’agricoltura, percorrendone la storia, confrontando l’attuale alimentazione con quella delle origini e concentrandosi sulla provenienza del cibo e sulla Domenica 11 marzo si è svolto a sua stagionalità. Conegliano l’evento “Un Altro Domani, tra cultura arte e società”, Il terzo relatore è stato Giuseppe Guasina, architetto, lo stesso a cui organizzato dai ragazzi della XIII si deve il progetto della scuola in classe della Libera Scuola Steiner cui si è svolto l’evento, il quale ha Waldorf “Novalis”. parlato di architettura vivente, L’evento è stato dedicato alla “saintroducendo il tema delle figure lutogenesi dell’uomo e del pianegeometriche, come il quadrato e il ta”: argomento molto vasto, che cerchio, in relazione allo sviluppo abbiamo deciso di sviluppare in tre ambiti legati al nostro corso di studi. dell’essere umano nei vari momenti della sua vita. La giornata, cui hanno partecipato Infine, il quarto relatore, Sabino Papiù di 200 persone, è stata strutvone, Presidente dell’Associazione turata in due momenti: il primo “La Cruna”, ha sottolineato come caratterizzato da tre conferenze negli ultimi anni sia venuta meno e un workshop; il secondo da una la spiritualità nell’atto educativo, conferenza e un altro workshop. Si è infine conclusa in bellezza con un intervento musicale a cura dell’OrcheStraForte di Vittorio Veneto.
messaggio promozionale
La salutogenesi dell’uomo e del pianeta è stato il tema dell’evento “Un Altro Domani, tra cultura arte e società”, organizzato dalla Libera Scuola Steiner Waldorf “Novalis” di Conegliano. Ci siamo fatti raccontare com’è andata proprio dai ragazzi che si sono fatti promotori di questa iniziativa.
determinando solitudine, estraneazione sociale e varie tensioni tra individualità e vita sociale. I workshop Composti da una trentina di partecipanti e da due moderatori, i sette workshop sono stati l’occasione per commentare e approfondire i temi principali delle conferenze, esprimendo anche eventuali dubbi e riflessioni. Un cartellone, esposto alla fine dell’evento, ha riportato, in sintesi, le tematiche che sono state oggetto di dibattito nel corso della giornata, affinché ciascuno potesse conservare un ricordo di questo indimenticabile evento.
Visitate il sito: unaltrodomani.it Potrete trovare il video che riassume la giornata e i cartelloni realizzati durante i vari workshop.
I relatori Il primo relatore è stato Thomas Torelli, regista romano che ha realizzato alcuni documentari di rilevanza nazionale, tra cui “Un Altro Mondo” e “Food Revolution”. Nel corso del suo intervento, Torelli ha introdotto il tema del tempo, parlando di come viene percepito in modo diverso a seconda dei momenti storici e delle diverse culture, mettendo a confronto due popolazioni molto diverse - gli europei e gli indiani d’America - e il legame
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LE T ERRE DI ECOR
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RICICLO IN CUCINA
con Sabrina Scicchitano
Riso aromatico in foglie di porro con salsa agrodolce
Ingredienti per 2 persone: 200 g di riso aromatico integrale 1 porro 200 g di asparagi verdi 6 baccelli di piselli 1 spicchio di aglio olio extra vergine di oliva sale Per la salsa di fragole: 2 cucchiai di aceto balsamico o di glassa di aceto balsamico 1 cestino di fragole 1 cucchiaio di zucchero di canna Mondate il porro dalla parte verde e dalla radice; incidetelo, sfogliatelo e recuperate le foglie più grandi. Lessatele per 5 minuti. Trasferitele in una ciotola con acqua fredda poi aprite a metà le foglie tirando i lembi all’estremità. Lavate gli asparagi, togliete la parte finale e tagliateli a tocchetti. Sgusciate i piselli. In una pentola con un filo d’olio e uno spicchio d’aglio unite le verdure e il riso, precedentemente lavato sotto acqua corrente; fate insaporire, eliminate l’aglio e coprite con l’acqua bollente il doppio del volume. Salate e fate cuocere con un coperchio per circa 12 minuti finché l’acqua si è completamente assorbita. Fate raffreddare e poi preparate i rotolini con porro e riso: avvolgete con delicatezza, in caso aiutatevi con la carta forno disposta sotto. Passate alla piastra le foglie di porro avanzate per presentarle a tavola. Potete gustare questi involtini freddi oppure caldi dopo 10 minuti lasciati in forno. Provateli con questa salsa di fragole: lavate e mondate le fragole e tagliatele a pezzi. Fate sciogliere in un pentolino un cucchiaio di zucchero di canna e due cucchiai di aceto balsamico, cuocete a fuoco basso per 5 minuti, frullate e trasferite in una ciotolina. In alternativa potete utilizzare la glassa di aceto balsamico già pronta. Questo riso, di cui vi parliamo anche a pag. 11, è particolarmente aromatico e profumato. Si presta a molte preparazioni, ad esempio con le verdure che preferite o con altri tipi di salse.
Sabrina Scicchitano Food photographer, consulente creativa e autrice di libri di cucina. Alla passione per il bello unisce quella per il buono. Vive in campagna tra l’orto e i fiori. In questa rubrica, con un approccio semplice e divertente, propone ricette belle da vedere e buone da gustare. 23
consigli per la spesa
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1 BIONOVA
2 LE PIUMETTE
3 ECOR
frullati freschi 100% frutta
muffin con gocce di cioccolato
Dalla consistenza densa e polposa, sono preparati solo con 100% frutta selezionata e frullata, senza l’aggiunta di zuccheri e di altri ingredienti. Nelle varianti mirtillo, dal gusto piacevolmente aspro, pesca e curcuma, dal sapore vellutato; mela carota e zenzero, dal tocco pungente.
Un soffice dolcetto, arricchito con gocce di cioccolato, morbido e fragrante, grazie alla ricetta a base di yogurt e uova fresche. Ottimo per iniziare al meglio la giornata, è ideale anche a merenda o come goloso fine pasto.
fette biscottate semintegrali senza sale aggiunto Fragranti e gustose, sono preparate con farina di frumento di tipo 2 e olio extra vergine d’oliva, senza olio di palma, e hanno un alto contenuto di fibre. Perfette a colazione, sono ideali anche a tavola al posto del pane, grazie al loro gusto semplice e alla loro croccantezza.
5 ECOR 4 ANDECHSER NATUR
yogurt di latte di capra Uno yogurt cremoso, pensato per gli amanti del latte di capra, ma contraddistinto da un tocco più delicato. Ottimo a colazione, è perfetto con muesli, cereali, frutta secca o fresca. Viene proposto nella pratica confezione famiglia da 400 grammi con tappo richiudibile.
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frollini con yogurt e nocciole
6 BAULE VOL ANTE
Fanno parte della Rivoluzione del Gusto: sono infatti preparati con farina di grano tenero di tipo 2 italiana di Filiera, senza l’aggiunta di aromi, nemmeno quelli naturali, e senza olio di palma, sostituito da olio extra vergine d’oliva e olio di semi di girasole.
Sono prodotte con una miscela di frutta secca e semi oleosi, senza cereali e senza l’utilizzo di amidi. Dolcificate soltanto con sciroppo di cocco, ricche di fibre e di grassi “buoni” (quelli della frutta a guscio), sono adatte a chi pratica sport e ideali per uno snack nutriente e pieno di gusto.
barrette morbide Paleo
AT T UA LITÀ
Benvenuti nella Blue Valley Quante volte ci è capitato di sentire parlare di emissioni di anidride carbonica e conseguenti danni ambientali? In questo numero vi presentiamo Blue Valley, una realtà d’eccellenza tutta italiana che dell’assorbimento di CO2 nell’aria ha fatto la sua missione
messaggio promozionale
Ogni attività umana produce anidride carbonica, gas la cui elevata concentrazione nell’atmosfera terrestre determina danni ambientali ormai noti. Si è cominciato a parlare della necessità di invertire questa tendenza con i Protocolli di Kyoto del 1997, i quali prevedono la possibilità di compensare la CO2 attraverso i cosiddetti carbon credits di assorbimento. È possibile, cioè, effettuare un calcolo della quantità di anidride carbonica emessa nell’ambiente e bilanciarne l’impatto attraverso progetti che hanno come obiettivo l’assorbimento di questo gas nell’atmosfera. Negli ultimi decenni, ciò si è realizzato attraverso l’aumento delle zone boschive, soluzione che però non si è rivelata sufficiente, in quanto la successiva combustione di quelle stesse piante immette nuovamente CO2 nell’atmosfera e, in ogni caso, l’assorbimento del gas attraverso la fotosintesi non avviene a livello del terreno e delle radici.
Acqua, sale, CO2 e Venezia: il processo L’acqua salmastra è in grado di catturare grandi quantità di CO2 atmosferica, e di farlo anche in maniera definitiva. Ciò avviene in modo naturale e senza alcun intervento meccanico, grazie a due tipologie di alghe di cui è ricca la laguna veneta: le macroalghe, visibili a occhio nudo, e il fitoplancton. Questi organismi subacquei catturano CO2 tramite fotosintesi; all’arrivo dell’inverno essi muoiono e si depositano nei fondali melmosi, fungendo così da veri e propri sistemi di stoccaggio di anidride carbonica. L’ambiente della laguna veneziana è unico al mondo ed è proprio questo che rende speciale il progetto Blue Valley: l’anidride carbonica così stoccata non viene recuperata né in seguito re-immessa nell’ambiente per tutelare la città di Venezia, a fronte delle sue particolari caratteristiche costruttive. Ecco perché i carbon credits generati dalla laguna veneta hanno un grande valore.
Scegliere un prodotto neutralizzato All’interno della Valle da pesca, inoltre, si svolge la normale vita marina delle zone salmastre: durante la bella stagione le sponde del lago si colorano di rosa con l’arrivo dei fenicotteri, e i pesci che ne abitano le acque, oltre ad avere la certificazione biologica, sono anche neutralizzati, quale risultato di questo progetto sostenibile di compensazione di CO2. L’acqua minerale Levico Acquistabile nei nostri negozi, l’acqua Levico, è una dei partner commerciali storici di Blue Valley che, grazie al lago salato di Caposile, compensa le emissioni di CO2 causate dalla sua stessa produzione industriale. Scegliere un prodotto neutralizzato equivale a sostenere un progetto che aiuta l’ambiente e la vita delle persone; significa entrare, con un piccolo gesto, a far parte di un grande circolo virtuoso, a tutto beneficio della collettività.
Il ruolo di Blue Valley Ecco, quindi, che sono stati sviluppati i Sistemi di CCS (Carbon Capture and Storage), ovvero di cattura e sequestro del carbonio. Qui entrano in gioco Blue Valley e il lago salato di Caposile, conosciuto anche come Valle da pesca e situato nella zona lagunare a nord di Venezia, che ha proprio l’obiettivo di generare questi credits, assorbendo l’anidride carbonica presente nell’atmosfera. I “crediti” sono garantiti e certificati da verificatori indipendenti secondo standard internazionali e beneficiano della certificazione BNEUTRAL dalla BIOS s.r.l., azienda leader del settore. 25
SPECI A LE T ERRA N UOVA
Chi si sta mangiando il biologico? Con il traino della grande distribuzione organizzata, il mercato del bio sta rapidamente cambiando volto. Ma il biologico, quello originario e autentico, ha ancora delle carte da giocare, prima di tutto sulla qualità e sui valori etici di fondo di Gabriele Bindi – introduzione di Fabio Brescacin
Pubblichiamo volentieri questo articolo con la gentile concessione degli amici di Terra Nuova. Terra Nuova ha affiancato per tutti questi anni la crescita del mondo del biologico in Italia, ed approfittiamo di questa occasione per ringraziarli ed incoraggiarli. Il movimento biologico e biodinamico sono stati prima di tutto dei movimenti culturali, potremo dire Spirituali e sociali, e solo in un secondo momento, da questi movimenti culturali, sono nate delle attività produttive o commerciali. Crediamo che in questo stia anche il germe del suo futuro. Bene che oggi alcune Università stiano introducendo i corsi in agricoltura biologica e che affrontino in maniera sempre più competente il tema della qualità alimentare, bene che anche il mondo politico veda nel biologico una grande possibilità di ridurre l’impatto ecologico ed i suoi costi sociali conseguenti, sia sull’ecosistema che sulla salute delle persone, bene anche che la grande distribuzione proponga ad una massa più ampia della popolazione un prodotto certificato secondo le norme del regolamento comunitario. Questo però non significa affatto che i negozi specializzati ed i produttori di grande qualità abbiano finito 26
il loro compito. Non c’è limite alla ricerca della qualità, per cui è compito degli agricoltori più consapevoli e più motivati essere sempre da modello e da traino per coloro che sono in questo campo ancora meno esperti e dotati di minor conoscenza e consapevolezza. Questi agricoltori debbono essere sostenuti moralmente ed economicamente, con il riconoscimento di un Giusto Prezzo, da organizzazioni commerciali consapevoli che vogliono intraprendere un nuovo cammino economico, che non sia basato sulla legge della lotta di tutti contro tutti, ma sulla consapevolezza che solo una economia fraterna può sostenere una sana agricoltura e garantire ai consumatori un prodotto di qualità, non solo materiale, ma anche sociale. Sarà compito di questi commercianti e di questi produttori, uniti da un comune ideale per la salute della Terra e la salute dell’Uomo, coinvolgere in questo processo una sempre più ampia comunità di consumatori, che in piena libertà e consapevolezza e senza condizionamenti, sostengano questo movimento che, come anticipato, è prima di tutto un movimento votato alla creazione di una coscienza per la salute della Terra, nostra madre comune, per la salute di ogni essere umano, nostro fratello, e per la salute dei rapporti economici tra essere umano ed essere umano, perché tutti facenti parte della grande comunità umana che abita questo pianeta. Noi di EcorNaturaSì ci sentiamo impegnati in questo percorso, ora più che mai necessario per il futuro di tutti.
Fabio Brescacin presidente di EcorNaturaSì
www.terranuova.it
La legge del più forte sembra essere il codice condiviso anche all’interno del mercato globale del cibo, che è sempre più concentrato nelle mani di poche aziende […]. Le aziende corporative lavorano sui grandi numeri, trasportando prodotti alimentari in modo analogo a tutte le altre merci da un capo all’altro del globo, assicurandosi ampi margini di guadagno grazie all’economia di scala, all’automazione e alla distribuzione capillare ed efficiente, che richiede sempre meno manodopera. I piccoli produttori, gli artigiani, le botteghe di paese
... sparisce una bella fetta di vita sociale: la coda al banco del fresco, il saluto quotidiano al fruttivendolo, le chiacchiere con i vicini. Siamo stati un po’ catastrofisti? Non tutto è perduto, certamente. Il futuro è nelle nostre mani, grazie a una consapevolezza che, malgrado tutto, oggi è sempre più forte vengono ingurgitati dalla grande industria. Insieme a essi sparisce una bella fetta di vita sociale: la coda al banco del fresco, il saluto quotidiano al fruttivendolo, le chiacchiere con i vicini. Siamo un po’ catastrofisti? Non tutto è perduto. Il futuro è nelle nostre mani, grazie a una consapevolezza, che malgrado tutto, oggi è sempre più forte. Sta a noi ricordare, come scriveva Wendell Berry, che mangiare è un atto agricolo, se non addirittura l’atto
più autenticamente politico che possiamo esercitare. Coltivare un orto, scambiare semi, trasformare autonomamente i cibi, da gesti che per millenni hanno accompagnato la vita umana si sono trasformati in atti dirompenti, capisaldi del libero pensiero e di chi vuole sottrarsi dal tritacarne del commercio globale. Chissà, forse anche il fare compere in una piccola bottega di paese tra qualche decennio si trasformerà in un gesto eroico. Quando c’erano le botteghe
Era il 1974, un anno di recessione economica ma di forte fermento politico e sociale: a Milano apriva Il Girasole, primo negozio di alimenti biologici in Italia. Poi fu la volta dell’Albero del Pane, lo storico negozio di Roma, che diventò la prima sede ufficiale di Terra Nuova. A ruota cominciarono ad aprire la serranda le botteghe del biologico in varie città d’Italia, con la nostra rivista che ha continuato ad accompagnare il fermento e l’evoluzione di quello che potremmo definire un vero e proprio movimento culturale. Piccoli locali spartani, ricavati in pochi metri quadrati, con un pugno di prodotti locali e un quadro normativo di riferimento ancora zoppicante, visto che il primo regolamento del biologico a livello comunitario risale al 1991 (Reg. CEE n. 2092/91). Non esistevano ancora gli organismi di controllo così come li conosciamo oggi e i controlli dei prodotti venivano effettuati da comitati misti di tecnici e consumatori. A frequentare queste botteghe c’erano tante persone con le borse di tela a tracolla, macrobiotici, salutisti, attivisti politici convertiti a uno stile di vita più naturale e pacifico. Fino a qualche anno fa il settore è rimasto un terreno vergine di sperimentazione sociale, una sorta di libero pascolo per persone illuminate, in cerca di prodotti sani e di altri significati del vivere. Il biologico ha poi guadagnato consenso presso il grande pubblico […]. Alla grande distribuzione tuttavia bisogna riconoscere anche dei meriti, come quello di aver diffuso il biologico urbi
messaggio promozional-letterario
ecologia a tutto tondo Il testo che trovate in queste pagine è tratto dall’ampio speciale pubblicato sulla rivista mensile Terra Nuova, distribuita in tutto il circuito NaturaSì e Cuorebio. Nata nel 1977 insieme ai primi negozi di prodotti biologici, Terra Nuova è la prima rivista di ecologia “a tutto tondo”: non solo alimentazione, salute e agricoltura
bio, ma anche bioedilizia, ecoturismo, finanza etica, ricerca interiore… con un’ampia sezione di annunci del mondo del naturale e un almanacco mensile da appendere in cucina. Acquista l’ultimo numero in un punto vendita NaturaSì e Cuorebio o sfoglia una copia omaggio online su www.terranuova.it/copia-omaggio
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SPECI A LE T ERRA N UOVA
et orbi, contribuendo alla progressiva espansione dei terreni coltivati, il che è sicuramente un vantaggio per la nostra salute e quella degli ecosistemi. Negli ultimi anni però lo scenario è cambiato completamente. Dopo un consolidamento del commercio nei diversi canali di vendita, nel 2015 è arrivato l’anno di svolta, che ha sancito in modo irreversibile il superamento di vendite bio nei supermercati rispetto ai negozi specializzati. Dopo il sorpasso è cominciata la via di fuga, e già nel 2016 le catene dei supermercati hanno aumentato il distacco (1191 milioni di euro contro 892). Dovremo consegnare alle nostre memorie gli storici negozi del bio? Forse no, perché rimangono ancora delle buone carte da giocare […]. La stessa cosa può essere detta riguardo all’attenzione al cliente con un servizio personalizzato su misura, che i negozi del bio sono ancora in grado di soddisfare. Gli specializzati più grandi, come l’ormai consolidato NaturaSì, si trovano in una situazione intermedia, con un’organizzazione che può assottigliare i prezzi e mantenere una giusta remunerazione per gli agricoltori, con un ricco assortimento che contempla anche il prodotto locale. Una logica di successo che alcuni gestori hanno saputo utilizzare al meglio. Un valore aggiunto immediato e tangibile da parte della folta clientela del territorio che sceglie di acquistare cibo biologico.
telefonia e beni per la casa. Fino a qualche anno fa per il cibo si spendeva molto di più, ma il nostro è un dato ancora significativamente alto, se si paragona all’8% dei consumi familiari nel Regno Unito e al 6,5% degli Stati Uniti. I paesi più ricchi spendono una minima parte del loro reddito in cibo, che è sempre più a buon mercato, grazie all’avvento della chimica, all’automazione dei processi produttivi e ai sussidi agricoli che hanno letteralmente drogato le dinamiche dei prezzi, falsando anche la nostra concezione del reale valore dei singoli prodotti. Rimane comunque il fatto che il biologico italiano ha
un negozio non deve limitarsi a vendere, ma ha la possibilità di creare sinergia con i produttori, e con il venditore, che può farsi ancora interprete delle storie e dei valori insiti in questo modo di produrre su piccola scala
Il gioco al ribasso sul cibo
«I prodotti biologici sono cari e non avranno successo» si diceva fino a qualche anno fa, prima ancora della grande crisi. Una maledizione smentita dai fatti: il mercato globale dei prodotti biologici è in continua espansione, con un valore complessivo che dal 2015 ha superato gli 80 miliardi di dollari. Con il senno di poi, la crisi sembra essere stata un meccanismo perverso che ha inchiodato le famiglie ai propri risparmi, limando il potere d’acquisto. A suon di persuasione martellante siamo stati spinti verso forme di approvvigionamento del cibo a basso prezzo. Un cambio di paradigma culturale, prima ancora che economico, e che riguarda tutti i paesi cosiddetti sviluppati: il cibo, incluso quello di origine biologica, deve costare sempre meno. Sappiamo che il metodo di coltivazione bio ha dei costi più elevati, soprattutto se si pensa a una giusta remunerazione per i vari attori della filiera […]. Per i beni alimentari, nei paesi occidentali si deve spendere sempre meno, ma se pensate che ci sia dietro un qualche intento solidaristico vi sbagliate di grosso. Il gioco al ribasso avvantaggia gli interessi dei forti e costringe i piccoli produttori a gettare la spugna o a fare grossi investimenti. Abbiamo un bel lamentarci del costo della vita. Ma le famiglie di oggi spendono, secondo le rilevazioni Istat sull’anno 2016, circa 447 euro per i beni alimentari, che corrispondono ad appena il 17% della spesa complessiva per le famiglie. Le voci principali di bilancio sono infatti occupate da servizi, affitti, mutui, 28
prezzi ancora più alti rispetto a quello del Nord Europa. Coldiretti punta il dito sulle distorsioni di filiera, che vedono aumentare in media quasi del 500% i prezzi nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola. Ma c’è un problema strutturale di fondo: le aziende italiane del bio, se paragonate a quelle tedesche, sono ancora troppo piccole, la gestione è piuttosto farraginosa rispetto alla Gdo, che ha più magazzini, vanta una logistica capillare e diverse merci affini che permettono una gestione più efficiente. Se si vuole inseguire la riduzione dei costi, bisogna ancora fare tanta strada […]. Ok, il prezzo è giusto
La guerra sui prezzi del cibo è una precisa strategia dei grandi gruppi industriali. Sono sempre più le famiglie che si vedono costrette, per meglio dire forzate, a recarsi all’hard discount per riempire il carrello. Se fino a qualche anno fa il prezzo alto era uno scalino significativo che restringeva il consumo degli alimenti biologici a chi poteva, o voleva, permetterselo, oggi grazie ai prodigi della grande distribuzione organizzata il biologico viene venduto a prezzi stracciati. La fetta principale del mercato del bio è passata nelle mani della grande distribuzione, ma a crescere di più nell’ultimo anno di riferimento (2016) sono i discount, con un’accelerazione da brivido (+32,4%) che deve far riflettere. Con il livellamento dei prezzi si rischia però di abbassare la qualità, soprattutto in quei settori più
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delicati, come gli allevamenti, in cui il bio ha da sempre dei costi di produzione più alti. Oltre al rispetto dei parametri minimi richiesti dalla normativa, non possiamo aspettarci che all’idillio dipinto dalle pubblicità con i pascoli in cui le mucche scorrazzano felici, corrisponda qualcosa di reale. Il problema riguarda anche le principali derrate agricole. In diversi supermercati olandesi o tedeschi si può trovare olio biologico italiano al prezzo di 5-6 euro al litro. Ma chi ha una minima concezione del costo reale dei prodotti agricoli, sa benissimo che si tratta di un prezzo completamente fuori dal mercato, che penalizza i produttori e getta discredito sul valore della nostra agricoltura. La speculazione in atto, non solo non ci consente di essere competitivi, ma finisce anche con il disorientare il consumatore, vanificando gli sforzi nel processo di sensibilizzazione verso la qualità. Un pacco di pasta biologico da 500 grammi può avere un costo variabile da 1 a 4-5 euro, in funzione del prezzo riconosciuto ai contadini
per il grano, della macinatura e della trasformazione, che possono essere di tipo industriale o artigianale, con tempi e metodi di lavorazione che influiscono in modo determinante sulla qualità finale del prodotto, sulle sue caratteristiche organolettiche e nutrizionali. Questi aspetti vanno ben al di là dei confini tracciati dalle normative del biologico. Il consumatore deve conoscerli, in modo da orientare bene le sue scelte […]. D’altra parte, i negozi specializzati hanno ancora le chiavi per proporsi con successo nel mercato, grazie alla qualità e all’ampiezza dell’assortimento. Come scrivono i relatori dell’ultimo rapporto Bio Bank «un negozio non deve limitarsi a vendere, ma ha la possibilità di creare sinergia con i produttori, e con il venditore, che può farsi ancora interprete delle storie e dei valori insiti in questo modo di produrre su piccola scala» [...]. Leggi la versione integrale di questo articolo sul mensile Terra Nuova: www.terranuovalibri.it/335
“Il valore aggiunto c’è già, bisogna comunicarlo!” Con l’avanzata della grande distribuzione, molti operatori del settore bio cominciano a capire l’urgenza di un cambiamento per migliorare la qualità e intercettare nuovi clienti, senza tradire le nobili istanze e gli ideali delle origini. «Non abbiamo bisogno di inventarci chissà cosa. Dobbiamo solo comunicare meglio ciò che facciamo». Ettore Rovesti, responsabile di alcuni negozi NaturaSì a Reggio Emilia e dintorni, ha le idee chiare: «In tutti questi anni abbiamo costruito molto. Ma eravamo concentrati quasi esclusivamente sul lavoro di filiera, per fare in modo che l’agricoltore crescesse insieme a noi, e con un giusto compenso, potesse investire in strumenti di lavoro e formazione. Adesso vogliamo dare maggiore attenzione al cliente per spiegare il valore aggiunto dei nostri prodotti. Credo che ce ne sia bisogno e per questo stiamo facendo incontri e formazione continua con il personale. Abbiamo tante eccellenze da banco, ma il cliente non lo sa. Dobbiamo spiegare cosa c’è dietro la passata di pomodoro, la pasta o il formaggio con latte crudo. Dobbiamo far capire quali sono e dove si trovano le aziende agricole, che sono fatte di persone e di volti. So per certo che dietro il biologico che facciamo noi, ci sono dei valori, e dobbiamo comunicarli. Un esempio? Ci impegniamo a sostenere gli agricoltori sempre, anche nelle annate difficili, come è capitato quest’anno con la siccità». Ettore Rovesti ci parla anche
della cultura biodinamica che c’è dietro il mondo EcorNaturaSì. «Non si tratta di un biologico intensivo, che segue le dinamiche del convenzionale. Sono persone che ci credono davvero. Sanno che fare agricoltura biodinamica vuol dire preservare e migliorare i terreni, è un dono per chi viene dopo di noi. Io sono orgoglioso di lavorare insieme a questa gente. In particolare penso alla Cooperativa agricola La Collina di Codemondo (Re). Sono persone che vedo quotidianamente, con cui mi fermo spesso la sera per condividere quello che avviene nel campo e programmare progetti per il futuro».
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Le api, sentinelle di biodiversitĂ
1. Come molti altri insetti impollinatori, le api sono indispensabili per mantenere la produttivitĂ di almeno il 70% delle piante di cui ci nutriamo.
2. Impollinando molte piante, anche spontanee, contribuiscono alla salvaguardia della biodiversitĂ , parametro essenziale per la vita del pianeta. 30
Illustrazione: Alice Lotti
3. Tra i nemici delle api vi sono i pesticidi neonicotinoidi, molecole presenti in molte sostanze chimiche di sintesi che provocano lo stordimento delle api, impedendo loro il ritorno allâ&#x20AC;&#x2122;alveare e determinandone, dunque, la morĂŹa.
4. Ciò determina la distruzione indistinta di vegetazione e la scomparsa di molte forme viventi vegetali e animali di vitale importanza per tutti gli ecosistemi. Per saperne di piÚ visita il sito beeactive.it
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HOM EM A DE IN CUCINA
Ingredienti per 15 gelatini
2 banane mature di dimensioni medie 40 g di crema 100% nocciole 120 g di cioccolato extra fondente 72% o 85%
3. Tritate grossolanamente il cioccolato e mettetelo a fondere a bagnomaria. 4. Con l’aiuto di due forchette immergete nel cioccolato i dolcetti di banana solidificati, lasciando colare bene la parte in eccesso, quindi disponeteli di nuovo sulla carta da forno. Se avete saltato il passaggio del congelatore, i dolcetti saranno più delicati: versate, allora, un cucchiaino di cioccolato fuso su ogni pezzo senza spostarlo dalla carta da forno. 5. Mettete (nuovamente) in freezer il vassoio con i dolcetti, lasciandoli congelare, fino al momento del consumo. Per servirli, se li volete più morbidi, teneteli 5 minuti a temperatura ambiente.
Con i primi caldi, ecco un’idea per una merenda fresca e golosa o un dolce fine pasto da condividere: preparati con solo tre ingredienti, questi gelatini sono perfetti grazie alla dolcezza naturale della banana matura. Sbizzarritevi nel creare vari gusti, farcendoli 1. Affettate le banane a rondelle, cercando di ottenere uno spessocon creme di arachidi, mandorle, sesamo, e così via. Una volta ricore il più possibile regolare: alla fine dovete ottenere circa 30 fettine. perti di cioccolato, potete cospargerne la superficie con cocco rapé, 2. Disponetene la metà su di un vassoio coperto di carta da forno e granella di nocciole, mandorle a filetti o fave di cacao. Sono facili e veloci da preparare, anche insieme ai vostri bambini, e spariscono ricoprite il lato superiore di ciascuna rondella con la crema di nocancor più velocemente. ciole spalmata in modo uniforme. Quindi copritele con le rondelle Vi consigliamo, quindi, di prepararne in quantità e, una volta rimaste e ponete il tutto in congelatore per almeno un’ora: questo ben solidificati, trasferirli in un contenitore ermetico o in un passaggio rende più semplice la successiva copertura con il cioccolato, ma se avete fretta potete ometterlo e seguire le indicazioni sacchetto per alimenti: in congelatore si conserveranno all’incirca per un mese. successive. 32
Foto: Chiara Frascari, ricetta di Benedetta Marchi
gelatini di banana
LE T ERRE DI ECOR
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DAVA N T I A LLO SCA FFA LE... E NON SOLO
Frutta e verdura... da spalmare!
La mia colazione del cuore è sempre stata pane e marmellata. La frutta colorata da spalmare porta la bella stagione sulla tavola in ogni momento dell’anno. Aprendo la confezione sembra di vedere uscire dal vasetto un raggio di quel sole che ha portato a maturazione pesche, albicocche, ciliegie, fichi, fragole, prugne, more, ribes... Se la prepariamo noi, aprendo quel barattolo ritroveremo anche la nostra dedizione e il nostro amore, o li ritroveranno amici e parenti ai quali avremo fatto dono del nostro manufatto. E ricordiamoci di coinvolgere in queste attività i bambini di casa, che adorano realizzare lavori “da grandi” e ritrovare sul pane anche il sapore della soddisfazione. Se non abbiamo la fortuna di avere a disposizione alberi da frutto o l’amico generoso che ci fa dono dei suoi prodotti, prendiamo in considerazione di acquistare frutti “buoni dentro”, meno belli da vedere ma altrettanto buoni. Risparmieremo sul prezzo ma non sul risultato! Marmellata, composta, confettura, confettura extra... già, qual è poi la differenza? In fondo noi chiamiamo tutto marmellata, eppure la differenza c’è. Marmellata è solo quella di agrumi: limone, arancia, pompelmo, bergamotto, mandarino, chinotto... Con tutti gli altri frutti si preparano invece i diversi prodotti che troviamo in vendita sugli scaffali. La differenza è data dalla quantità di frutta e zuccheri utilizzati. Gli zuccheri impiegati possono essere, oltre allo zucchero bianco, tra gli altri anche lo sciroppo di fruttosio, 34
lo zucchero grezzo e lo zucchero di canna, gli zuccheri estratti dalla frutta, lo zucchero bruno. Ma oggi vorrei spostare l’attenzione su un altro tipo di preparazione, quella di verdura Sì perché ci sono verdure particolarmente adatte con le quali realizzare con facilità originali composte. La zucca ad esempio o i pomodori verdi, le carote con lo zenzero o le zucchine con il limone.
Si possono abbinare ai formaggi (e sono buonissime!), ma vi consiglio di farvi stupire utilizzandole a colazione, spalmate sul pane tostato come la più classica delle “marmellate”, o abbinate allo yogurt greco. Non resterete delusi, perché questi ortaggi hanno una loro naturale dolcezza. Cipolle, peperoni, pomodori, melanzane e radicchio sono invece più adatti ad essere abbinati a formaggi freschi o stagionati, carni, oppure spalmati semplicemente su crostini.
Una ricetta facile facile per realizzare una composta di verdura? 1 Kg di zucchine, 700 g di zucchero e 2 limoni Preparare le zucchine tagliate a dadini e la buccia grattugiata dei due limoni. Aggiungere lo zucchero e il succo di uno dei limoni e lasciar macerare per una notte. Aggiungere 250 ml di acqua e cuocere per una mezz’ora, fino a raggiungere la giusta consistenza. Mettere in vasetto ben chiuso, capovolgere e far raffreddare. Per un tocco originale e aromatico si può aggiungere al preparato un po’ di vaniglia.
Con questa composta si può anche preparare un’insolita crostata. Buon appetito! Elena Meglioranzi, responsabile di un negozio NaturaSì di Verona. Un’anima poetica, un’autentica vocazione per le cose belle, una vita trascorsa tra gli scaffali dei negozi specializzati, rispondendo alle domande dei clienti e raccontando con passione il mondo del biologico.
Pionieri nel biologico dal 1974
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L A NAT URA SO T T O CA SA
la crisolina americana Dalla sfavillante livrea colorata, è la nemica numero uno del rosmarino, ma la possiamo facilmente allontanare sfruttando la sua naturale vocazione alla recitazione… di Gianumberto Accinelli illustrazione di Marco Trevisan
Primavera è sinonimo di cieli ampi e luminosi e passeggiate all’aperto, mentre i fiori ci regalano i colori e i profumi. Gli aromi, però, non provengono unicamente dai boccioli. Anche alcune foglie e alcuni steli riempiono l’aria con queste essenze delicate: sto parlando delle erbe aromatiche. Da questa immensa costellazione di piante, ne emerge una per fragranza, bellezza e facilità di coltivazione: il rosmarino. Attenzione, però. Quello che per noi è un’essenza delicata, per la maggior parte degli insetti dannosi è un gas letale! Il rosmarino, infatti, è caratterizzato dalla presenza di oli essenziali nei suoi tessuti, esiliali per tantissimi erbivori ai quali, conseguentemente, è inibito strappare le foglie di colore verde scuro. Non tutti però! Un piccolo insetto ha saputo elidere gli oli essenziali del rosmarino e lo possiamo osservare mentre ne sgranocchia avidamente i teneri germogli. Prende il nome di crisolina americana, un piccolo coleottero che riesce a trasformare i veleni del rosmarino in una risorsa utilizzando gli oli essenziali per diventare velenosa e dissuadere i potenziali predatori. Questi piccoli coleotteri allontanano i nemici anche ammantandosi di una vistosa livrea colorata verde metallizzato, interrotta da strisce longitudinali violacee o rossastre. Ecco perché l’insetto risulta protetto: gli uccelli, che conoscono il linguaggio della natura, sanno che un colore appariscente significa “mal di pancia” e quindi cambiano strada lasciandolo stare. Motivo per cui la crisolina risulta un nemico particolarmente pericoloso per il nostro angolo verde. Ma non dobbiamo preoccuparci: ogni organismo vivente ha punti di forza, ma anche di debolezza. In questo caso, il punto cieco prende il nome di “tanatosi” ed è un comportamento molto comune in quasi tutti i coleotteri: quando un predatore non si lascia intimorire dai colori brillanti e si avvicina alla crisolina, quest’ultima contrae tutti i muscoli e si lascia cadere a terra, fingendosi morta. Di fronte ad un insetto velenoso, coriaceo e pure defunto, il nemico perde ogni interesse e si allontana velocemente. La crisolina allora interrompe la sua recita, rilassa i suoi muscoli e riconquista la sua fetta di rosmarino. Quella che per la crisolina è una strategia di difesa, per noi può risultare un’opportunità per allontanarla dalla nostra
amata aromatica. Avviciniamoci lentamente all’insetto, posizioniamo una mano sotto di esso e usiamo l’altra per toccarlo e, quindi, disturbarlo. Sentendosi in pericolo, la crisolina reagirà con la tanatosi, lanciandosi nel vuoto. Sotto di lei non ci sarà il soffice terreno ad accoglierla, bensì una delle nostre mani pronte ad acchiapparla. Dopo averne raccolte a profusione ed avere, così, liberato il nostro rosmarino, è sufficiente posizionare le crisoline in un luogo dove non possano fare danno. E non sto parlando del rosmarino del vostro vicino!!! Una curiosità per concludere: l’areale originario della crisolina americana è il bacino del Mediterraneo. Si chiama americana in quanto Carlo Linneo, l’ideatore della classificazione binomiale, aveva una grandissima fantasia. Giunto il momento di dare un nome scientifico a questo insetto, si lasciò incantare dalle sue strisce e le associò a quelle della bandiera americana. Dalla suggestione alla classificazione il passo è breve e adesso l’insetto europeo che cerca in tutti i modi di distruggere il nostro amato rosmarino passa per americano. 37
Vi proponiamo una ricetta base per la composta preparata con una primizia dâ&#x20AC;&#x2122;estate: la susina. Potete usare lo stesso procedimento con tutti i tipi di frutta, purchĂŠ sia matura, integra, ben lavata e asciugata.
1 kg di susine, 1 bicchiere di succo di mela, 5 datteri denocciolati, 1 cucchiaino di agar-agar in polvere Lavare e asciugare le susine, privarle del nocciolo e tagliarle a pezzetti. Tagliare a pezzetti molto piccoli i datteri o tritarli con un robot da cucina. Utilizzare una pentola dâ&#x20AC;&#x2122;acciaio dal fondo alto e portare a bollore, con il coperchio, le susine, i datteri e il succo di mela. Quando bolle, togliere il coperchio e abbassare la fiamma al minimo. Cuocere per circa 60 minuti, mescolando spesso e controllando che non si attacchi. La consistenza deve risultare morbida e piuttosto omogenea, mentre se la si desidera piĂš vellutata,
Illustrazione: Marco Trevisan
procedere con il frullatore a immersione. A fine cottura sciogliere l’agar-agar in un bicchiere con poca acqua fredda e versare in pentola la soluzione. Mescolare e continuare a cuocere ancora per cinque minuti. Per verificare se la densità è giusta versare un cucchiaio di composta su un piattino freddo e inclinarlo: deve scorrere lentamente. Versare la composta ancora calda in vasetti di vetro da 250 g, puliti e sterilizzati. Chiuderli bene e inserirli in una pentola capiente riempita di acqua fredda, dopo averli avvolti separatamente in teli puliti. Accendere il fuoco sotto la pentola e lasciare i vasetti nell’acqua per 20 minuti dal momento del bollore. I vasetti devono essere coperti dall’acqua e la temperatura deve essere costante fra i 95 °C e i 100 °C. Lasciarli poi raffreddare nella pentola. Conservare in dispensa protetti da luce e calore. Dopo l’apertura conservare in frigo per 10-15 giorni.
O G GI IN CUCINA
con lo chef Martino Beria
Korma di legumi
e verdure con pane chapati Ingredienti per 2 persone
per il korma 120 g fagioli azuki lessi 120 g ceci lessi 150 g di zucchine 100 g di peperoni gialli e rossi 50 g di pomodoro 50 g di cipolla gialla 150 g di latte di cocco 1 cucchiaino di condimento in pasta thai curry o mix di spezie per curry 2 cucchiai di olio di semi di girasole sale fino qualche fettina di lime per guarnire per il chapati 350 g di farina tipo 2 20 ml di acqua 50 g di dessert di soia al naturale 2 g sale fino olio extra vergine d’oliva Sbucciate la cipolla e tagliate tutte le verdure a pezzettoni della stessa misura. Ponete l’olio di semi di girasole in una casseruola e scaldate. Una volta caldo, versate le verdure e fatele dorare per 2 minuti. Mescolate e aggiungete i legumi scolati e sciacquati. Aggiungete il latte di cocco e la pasta di curry precedentemente stemperata in un bicchiere d’acqua calda. Aggiustate di sale e fate cuocere per circa 15-20 minuti a fiamma media. Nel frattempo, preparate il pane chapati, impastando a mano o con l’aiuto della planetaria la farina con il dessert di soia, il sale e l’acqua. Formate delle palline, oliate il piano di lavoro e con un matterello stendete dei dischi circolari tirando bene la pasta. Il chapati si cuoce velocemente su una padella antiaderente ben calda, circa 2 minuti per ogni lato, a seconda dello spessore dei dischi.
Martino Beria è un esperto di cucina 100% vegetale. Laureato in Scienze e Cultura della Gastronomia e della Ristorazione, lavora come chef e consulente, è autore e si occupa di formazione in ambito vegan. Per il nostro magazine crea ricette semplici e sfiziose, adatte alla cucina di tutti i giorni. Le trovate anche su martinoberia.com e veganogourmand.it 40
LEOGGI T ERRE DI ECOR IN CUCINA
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consigli per la spesa
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1 BAULE VOL ANTE
2 SAPORI D’AUSTRIA
3 GOLFER A, BIO DELIZIE
pan bauletto di farro
burger Cheese Classic
Preparato con farina di farro semintegrale, che gli conferisce un colore ambrato e un sapore rustico, è un indispensabile alleato che non può mancare in dispensa. Ottimo al naturale oppure tostato, è perfetto a tavola e a colazione, con marmellata, confettura e creme dolci o salate.
Preparato con latte vaccino e caglio microbico, è un formaggio dal gusto fresco, leggermente saporito, ideale per la griglia, come suggeriscono le sue striature, e per gli hamburger grazie alla sua consistenza compatta, ma morbida, e alla sua resistenza in cottura.
prosciutto cotto alta qualità senza nitriti aggiunti
5 BAULE VOL ANTE 4 PIÙ BENE
robiola senza lattosio Un morbido formaggio spalmabile preparato con latte senza lattosio (lattosio < 0,1%): grazie al suo gusto delicato e alla sua consistenza cremosa, è perfetto con del pane fresco integrale o dei grissini, ma anche per preparare sandwich e tartine.
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aceto e glassa all’aceto Balsamico di Modena IGP Qualità 3 Foglie per il pregiato condimento agrodolce tutelato dal marchio IGP; l’Aceto balsamico di Modena ha una nuova raffinata bottiglia, ideale da portare in tavola. La Glassa all’aceto balsamico, grazie alla confezione “squeeze”, è perfetta per decorare i tuoi piatti dall’antipasto al dolce!
Buono come tagliato al momento e senza nitriti aggiunti, è già preaffettato: dunque, pratico da tenere sempre in frigorifero per farcire panini e tramezzini, ma anche per veloci piatti freddi e per tanti altri utilizzi creativi di questo affettato dal gusto delicato.
6 RIEDENBURGER
birra Emmer storica Una specialità a base di farro Dicoccum e Spelta, dal corpo medio, con note di malto tostato cacao e retrogusto di nocciole. È indicata per accompagnare antipasti, arrosti di carne, formaggi e dolci.
L’A NG OLO DEGLI A NIM A LI
frutta e verdura nella ciotola? A Matita, che vedete in foto, piace giocare con i pomodori, ma li potrà mangiare? Anche se la dentatura di cani e gatti conferma che sono carnivori, quale ruolo possono avere i vegetali nella loro alimentazione? di Antonella Carteri, medico veterinario
Se guardiamo la bocca del nostro cane e del nostro gatto, ci accorgeremo facilmente di come sia diversa dalla nostra: cane e gatto sono carnivori e anche la loro dentatura lo conferma. Basti osservare la lunghezza dei denti canini, adatti ad afferrare le prede, o la forma dei premolari, fatti per strappare la carne. Il gatto è un animale strettamente carnivoro, per questo in genere non gradisce consumare cereali e vegetali e la sua dieta non necessita di grandi quantità di fibra. Il cane, invece, nel lungo processo di domesticazione, oltre ad avere sviluppato la capacità di digerire una certa quantità di amido, gradisce anche nutrirsi di frutta e verdura. Vegetali nella ciotola dei nostri amici cani? Nel cibo commerciale o nella dieta casalinga formulata da un veterinario sarà sempre presente una quota di fibre provenienti da frutta e verdura, che favoriscono la motilità intestinale e nutrono la flora batterica. Possiamo utilizzare moltissime varietà di vegetali, dando la preferenza a quelli biologici e di stagione. Anche i legumi sono una buona fonte di fibra, energia e proteine, ma è meglio non eccedere nelle quantità, per evitare inconvenienti puzzolenti. È importante evitare di somministrare aglio e cipolla, uva e uvetta, solanacee crude, avocado e noci di macadamia. Un’alimentazione varia La strategia migliore è quella di variare spesso il tipo di verdura o frutta impiegata, per evitare eccessi di alcune
sostanze in esse contenute. Il beta carotene delle carote, per esempio, crea una colorazione rossastra del mantello; oppure gli ossalati, sali minerali contenuti in numerosi frutti, negli spinaci e nelle brassicacee, possono favorire la formazione di cristalli urinari in animali predisposti. Il mio consiglio è utilizzare le verdure sbollentate, cotte al vapore oppure, se utilizzate crude, frullate o grattugiate. Questo trattamento favorisce la digeribilità della parte fibrosa. La frutta può essere consumata tal quale, senza eccedere nelle quantità, in particolare i frutti molto zuccherini, come le banane. È consigliabile variare il tipo di frutta, anche se la mela resta la più apprezzata da cani e proprietari. Ferma restando la fondamentale importanza del movimento per la salute dei nostri amici a quattro zampe, frutta e verdura possono essere anche un delizioso snack o un salutare passatempo da rosicchiare. Non solo cani e gatti Quando parliamo di frutta e verdura non ci riferiamo alla sola ciotola dei nostri cani. I più ghiotti consumatori di questi vegetali sono sicuramente i piccoli mammiferi: conigli, cincillà... che devono avere sempre la bocca in movimento! Oltre al fieno a volontà, le verdure a foglia sono per loro un ottimo alimento e le parti più lunghe e fibrose aiutano anche a permettere un uso corretto dei loro denti. Dal momento che i vegetali sono la base della loro alimentazione quotidiana, è ancora più importante che vengano scelte verdura e frutta non trattate. Attenzione al contenuto zuccherino di alcuni frutti: per questi animali, carote e frutta sono come pasticcini e vanno consumati con moderazione onde evitare fermentazioni intestinali anomale. Concludendo quindi, frutta e verdura adeguatamente preparate e nella giusta proporzione, arricchiscono la ciotola dei nostri amici a quattro zampe di sapore, colore, acqua, sali minerali, vitamine e fibre. 43
A PPROFON DIM EN T O
YouFarmer
l’orto è per tutti Nata a gennaio 2018, YouFarmer è la prima piattaforma di CoFarming al mondo. Ce la racconta Valerio Carconi, uno dei fondatori, che ci spiega anche perché, proprio in questo momento, qualcuno… “sta zappando per noi”
Cos’è YouFarmer? È una sorta di agricoltura “di comunità” che offre a tutti l’opportunità di avere il proprio orto biologico o biodinamico coltivato e curato da aziende agricole d’eccellenza, le quali garantiscono verdure di qualità, coltivate in loco e proposte a un prezzo equo. Come vi è venuta quest’idea e perché? Ci siamo resi conto che oggigiorno le persone hanno poco tempo da dedicare a un pezzetto di terreno, spesso nemmeno spazio a sufficienza per farlo; poi ad alcuni mancano le competenze e gli strumenti necessari per lavorare la terra. Con YouFarmer, invece, il sogno di avere un orto diventa realtà. Ma come funziona concretamente ? Mettiamo a disposizione tre tipologie di orto, in base ai kg di prodotti che si vogliono ottenere settimanalmente e alle dimensioni della famiglia: piccolo (adatto, per esempio, a 1-2 persone), medio e grande. I terreni vengono coltivati e trattati da contadini esperti all’interno di aziende agricole certificate biologiche e/o biodinamiche.
costantemente lo stato di salute del terreno, l’irrigazione e la quantità di clorofilla, massimizzando le rese ed evitando gli sprechi. Quante sono oggi le aziende agricole coinvolte? Il progetto è appena partito con 4 aziende agricole tra le quali le Cascine Orsine di Bereguardo (Pavia), che fa parte de Le Terre di Ecor, e la Cooperativa La Collina di Reggio Emilia. Ma a breve faranno parte del progetto ben 20 aziende agricole. E miriamo a coprire tutte le province d’Italia in 3 anni! Cosa vedete nel futuro di YouFarmer? Ci auguriamo che diventi il più grande network di aziende agricole certificate d’eccellenza e consumatori, accomunati dalla condivisione degli stessi valori e principi, con l’intento di portare impatti significativi in termini ambientali e sociali. A breve oltre l’Orto avremo l’opportunità di adottare alberi da frutta, vigne e galline, tutto rigorosamente BIO. Per tutte le info andate su www.youfarmer.bio o scriveteci una mail a info@youfarmer.bio
E una volta che la terra dà i suoi frutti? Proponiamo due servizi tra cui scegliere: “basic”, ovvero tramite le notifiche si viene avvisati quando è il momento di andare a raccogliere con le proprie mani, per i più audaci, oppure ritirare direttamente in azienda agricola ciò che è maturato nell’orto; o “premium”, con cui si ricevono le verdure direttamente a casa o in un comodo punto di prelievo. I prodotti coltivati sono garantiti dalla certificazione biologica e/o biodinamica delle aziende, monitorati costantemente grazie alle sonde IoT nel terreno, che tramite la tecnologia Arduino ci permettono di monitorare 44
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Si può controllare l’andamento dell’orto? Certo, l’orto è sempre a portata di mano! Direttamente dallo smartphone, tramite una web app dedicata, si può monitorare in tempo reale lo stato della raccolta del proprio orto oppure essere avvertiti quando sarà pronta la prossima raccolta.
consigli per la spesa
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1 SALMON &CO
2 SCANDIA
3 ARCANIA
salmone irlandese affumicato taglio sashimi
bresaola di tonno pinna gialla
Solo “cuore di filetto”, la parte più pregiata del salmone fresco irlandese “salmo salar superior”, allevato con metodo biologico in mare aperto. Prodotto dal fresco, è salato a secco e affumicato con legno di faggio; perfetto al naturale o con pepe, olio e aceto balsamico.
Un prodotto unico sul mercato, ottenuto utilizzando le parti più pregiate del Tonno Pinna Gialla, salato a secco con un delicato massaggio manuale e fatto riposare fino al raggiungimento di uno sviluppo aromatico equilibrato. Perfetto per squisiti carpacci di pesce.
vino bianco Venezia giulia IGT Triccus “Non so” senza solfiti aggiunti
4 R ACHELLI
5 PIÙ BENE
gelati in coppetta
latteria dolce senza lattosio
Cremosi e freschi, i gelati in coppetta di Rachelli sono disponibili in tanti irresistibili gusti, frutto dell’esperienza di Rachelli nella preparazione dei gelati: caffè, cioccolato, cocco, pistacchio, nocciola, stracciatella, vaniglia e yogurt. Voi quale preferite?
È un vino bianco di colore giallo paglierino chiaro indicato come aperitivo, ma ideale anche con minestre, pesce, carni bianche e formaggi freschi.
6 PIÙ BENE
Preparato con latte senza lattosio (lattosio < 0,1%) e con caglio vegetale, ha una crosta liscia e sottile e una pasta tenera con occhiatura diffusa e irregolare. La sua delicata dolcezza è accompagnata da sentori aromatici di latte caldo, burro fuso, yogurt ed erba fresca.
crackers semintegrali di farro Croccanti e friabili, sono preparati con farina semintegrale di farro, fonte di fibre, senza olio di palma né lievito. Perfetti come snack da sgranocchiare in ogni momento del giorno, o da portare anche in tavola, al posto del pane.
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CONSIGLI PER ORT O, GI A RDINO E T ERRA ZZO
Il controllo dei parassiti nell’orto e nel giardino biodinamico di Paolo Pistis illustrazione di Marina Cremonini
Può accadere che tra la primavera e l’estate si manifesti la presenza indesiderata di insetti e patologie fungine nei nostri orti e giardini. In questo caso è sempre opportuno in biodinamica intervenire prima della comparsa di tali patologie. Un’ottima prevenzione è l’uso dei preparati biodinamici 500K e Fladen colloidale, nonché le concimazioni fatte con humus di lombrico, che agiscono attraverso il suolo nutrendo le piante in modo equilibrato. Un suolo sano e vitale darà piante sane e vitali. L’importanza della biodiversità Tuttavia, non soltanto il suolo è importante, ma lo è anche l’ecosistema, in quanto l’ambiente e le relazioni tra le piante sono fondamentali per la salute delle piante stesse. È importante avere delle siepi multi-specie, con alta biodiversità, che contribuiscono ad attenuare molti inconvenienti. Se abbiamo uno spazio ridotto dovremmo cercare di aumentare il più possibile la biodiversità delle piante. Inoltre, risultano molto importanti le consocia-
a 10-20 cm di profondità, vicino a pomodori, melanzane, gerani e tanto altro. Lo si può utilizzare ovunque: basta un solo spicchio e anche nei vasi risulterà molto utile. Al termine dell’estate, gli spicchi potranno essere raccolti e utilizzati in cucina. L’aglio, poi, può essere usato sia come rimedio preventivo, sia come pronto intervento, facendone un macerato. Il macerato d’aglio è molto semplice da fare ed è efficace: bastano 100 grammi di aglio pestato, immerso in 10 litri d’acqua e lasciato a macerare indicativamente da 5 a 8 giorni. Poi va filtrato, diluito 1:20 e asperso di sera sulle piante e sul terreno, in particolare dopo una pioggia, comunque ogni 5-7 giorni. Per aumentarne l’efficacia si può aggiungere alla diluizione un cucchiaio di argilla verde (in vendita nelle erboristerie) e, per aumentarne l’adesività, un cucchiaino da caffè di sapone neutro, bio naturalmente. Il macerato, se ben conservato al fresco e al buio, potrà durare anche da 15 a 30 giorni senza perdere la sua efficacia. I composti solforati e l’allicina aiuteranno le piante a rimanere più sane.
Gli oli essenziali Un altro modo piacevole e divertente per controllare e prevenire le patologie delle piante è l’utilizzo degli oli essenziali. Ad esempio, l’olio essenziale di lavanda e quello di timo sono molto utili. È efficace l’olio essenziale puro al 100% e biologico (reperibile in erboristeria o zioni tra le diverse piante, ovvero l’abbinamento di quelle nei negozi “bio”). Si versa 1 litro di acqua tiepida in una bottiglia di 2 litri di volume e si aggiunge 1 goccia di olio che si sostengono e si aiutano tra di loro. Ad esempio, vi essenziale di lavanda, 1 goccia di olio essenziale di timo sono alcune piante che hanno carattere insettifugo e e una goccia di sapone da piatti bio; poi si agita il tutto costituiscono un deterrente per molte patologie fungine energicamente per 5 minuti. Si può travasare il compoe batteriche. sto in uno spruzzino e irrorare alla sera all’imbrunire, Un naturale deterrente ogni 5-7 giorni. Ciò agirà da insettifugo e come deterrenPrima fra tutte è l’aglio, che può consociarsi con quasi te per funghi e batteri indesiderati. Con la biodinamica tutte le piante dell’orto, ma anche con i fiori presenti nel “usiamo” la natura per sostenere la natura. Sarà piacevonostro giardino o nel vaso. L’aglio può essere piantato le e divertente e darà ottimi risultati. 46
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con la biodinamica “usiamo” la natura per sostenere la natura
LAVORI NELLâ&#x20AC;&#x2122;ORTO
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GREEN GEN ERAT ION
Benyamin: mani in pasta e sguardo verso il futuro Da un piccolo villaggio del Kurdistan fino a Verona, ha custodito nel suo lungo Viaggio i segreti della lievitazione. Così, il pane, nutrimento per eccellenza, è diventato il simbolo della sua rinascita
della famiglia. Iniziava così, un nuovo periodo della sua vita, scandito dai ritmi del lavoro. Il pane di Ben Alimento simbolico e universale fonte di nutrimento, fare il pane per Ben racchiudeva molti significati: era l’occasione di essere utile non soltanto alla sua famiglia, ma anche agli abitanti dei villaggi limitrofi, che affrontavano lunghi percorsi, spesso a piedi, per portare a casa una squisita forma di pane. Sperimentava, però, in quella circostanza, anche l’importanza della condivisione e il peso delle differenze che, nel piccolo villaggio, iniziavano a farsi sentire: “Non capivo perché dovessero mangiare prima i miei compaesani rispetto a quelli che facevano tanta strada”, una situazione, questa, che è facile vivere in ogni parte del mondo, e non così sconosciuta nemmeno nella nostra realtà. Tutto quello che Ben guadagnava con la sua attività veniva dato interamente alla famiglia, ma dopo tanti sacrifici cresceva in lui la voglia di uno stipendio proprio e il desiderio di indipendenza, tipico dei ragazzi della sua età. Non riuscendo ad accordarsi con lo zio, deluso e frustrato Ben ha deciso che la sua unica possibilità era la partenza per il servizio militare, “Avevo 18 anni e volevo andare lontano da quel paese. Mia madre era molto triste, ma io dovevo proprio partire”. Dopo due anni passati in divisa, Ben si è lasciato alle spalle la rabbia ed è tornato al villaggio con uno sguardo nuovo, ricominciando a fare ciò che più amava: il pane. Sarà l’arresto di un caro amico e quel filo invisibile di eventi che annoda e intreccia la vita di ognuno di noi, che lo porterà a compiere un viaggio disperato alla volta dell’Europa.
L’infanzia Secondo di quattro fratelli, Ben è nato in una famiglia di agricoltori e pastori nel villaggio di Neychalan, al confine con la Turchia. Una realtà rurale, che offriva poco spazio ad un’esistenza che andasse oltre la sopravvivenza. Frutto di un matrimonio combinato, usanza assai diffusa nel suo Paese, sin da piccolo Ben respirava l’infelicità della madre che, ad ogni modo, mai scaricò la propria frustrazione sui figli. È proprio osservando lei e le altre donne del villaggio, che Ben ha assaporato, fin da bambino, la magia della panificazione; mescolare acqua e farina, assistere alla lievitazione, avvolgere le stanze del profumo fragrante di pane: un lavoro che, però, si aggiungeva alle altre mille incombenze femminili, tipiche di una società rurale come quella in cui Ben è cresciuto. Immaginiamo il sollievo che deve avere provocato l’apertura in paese di un vero e proprio panificio, la cui licenza era stata vinta come premio in una gara di corsa dallo zio di Ben, Mohammad. Sollievo che, tuttavia, lo metteva di fronte all’insindacabile necessità di abbandonare gli studi, una sofferenza Il Viaggio per lui, che si è affiancata a quella provocata, sempre in “Sono grato a mio nonno che mi ha insegnato la forza, mi quel periodo, dalla morte del nonno cui era fortemente ha spinto a resistere sempre e ad aver chiaro il mio obietlegato e che costituiva il principale collante all’interno tivo, quello di salvarmi la pelle”. Un insegnamento che 48
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Benyamin ha lo sguardo pulito e un sorriso luminoso, il sorriso di chi ha scelto di dare fiducia alla vita. Nato trent’anni fa in un piccolo villaggio del Kurdistan iraniano, al confine con la Turchia, è approdato in Italia al termine di un lungo viaggio, animato dalla speranza di un futuro migliore. Difficile riassumere in un articolo ciò che è stata la vita di Ben, come lo chiamano oggi gli amici: lui l’ha fatto in un libro, “Il vento ha scritto la mia storia” (ed. La Meridiana), presentato anche in alcuni negozi bio di Verona e provincia, in cui racconta la sua esperienza di migrante con uno sguardo sereno verso il futuro.
GREEN GEN ERAT ION
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Mentre rammento questa storia, dai miei occhi scendono lacrime vere, qualcosa mi dice che sono fatte della stessa acqua con cui mio nonno quella sera dissetò la terra […] e che, trasportata ovunque e a lungo dal vento, dopo tante esperienze e trasformazioni, nel suo ciclo eterno, ancora una volta è tornata a me, per fare oggi, come allora, tanto bene al mio cuore.
Ben ha rivissuto intensamente durante la traversata che da Atene lo ha portato in Puglia: “Ci avevano promesso una nave, ma ci siamo trovati davanti un gommone sul quale siamo saliti in quaranta: nel corso di quel viaggio il nostro destino era equamente suddiviso tra vita e morte. Eravamo addossati l’uno all’altro, non sentivo più parte del mio corpo, non potendolo muovere, prigioniero di una montagna di carne umana. Il gommone andava molto veloce, forse era il solo modo per non farlo affondare visto che già imbarcava acqua. Ad un certo punto, allungai un braccio e toccai, l’acqua gelida dell’Adriatico, con la forte tentazione di buttarmi in mare”. Ma il viaggio è continuato e finalmente Ben e gli altri hanno raggiunto terra, senza sapere nemmeno dove si trovassero. È così
iniziata la ricerca di un posto che lo accogliesse (prima la Puglia, poi l’Isola d’Elba), in cui realizzare i suoi sogni e coltivare le sue ambizioni, e che lo facesse sentire a casa, anche se lontanissimo dalla sua terra d’origine. Oggi Benyamin vive a Verona, dov’è arrivato due anni fa, e lavora a tempo pieno nel panificio biologico artigianale Ceres. La sua vita, come acqua e farina, pare mescolarsi inevitabilmente al pane: forse, con un po’ di immaginazione, si può pensare che questa sia la storia di un ragazzo che ha trovato la sua strada, seguendo le briciole di quel pane che, a sua insaputa, l’ha guidato e ispirato durante tutta la sua vita. Il filo conduttore e la guida della sua esistenza. 49
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Illustrazione: Marco Trevisan
Le ciliegie Le ciliegie hanno provenienza lontana e incerta. La parola sembra derivi dal latino cerasum, che rimanderebbe a Cerasunte, oggi Giresum, città della Turchia in cui il ciliegio era coltivato in abbondanza sin dall’antichità. Pare sia stato il generale romano Lucullo (I secolo a.C.) il primo a piantarlo in Italia, nel giardino della sua villa. Da lì, si sarebbe poi diffuso in tutto l’Occidente. Appartenente alla famiglia delle Rosaceae, la stessa delle rose, il ciliegio è di due specie: quello dolce (Prunus avium), molto diffuso in Italia, e quello acido (Prunus cerasus), presente nel Nord Europa: dal primo nascono le ciliegie vere e proprie, distinte in tenerine e duracine “i cosiddetti duroni”. Dal Prunus cerasus, invece, nascono le ciliegie marasche, o amarene. È un albero che non ama la siccità, predilige climi temperati e moderatamente piovosi. La sua chioma si ammanta di profumati fiori bianchi in primavera, ma i frutti si raccolgono da maggio a luglio, talvolta fino ad agosto. Quando si acquistano, le ciliegie devono avere un colore omogeneo e brillante e risultare asciutte al tatto, con il picciolo ben attaccato e ancora vitale, di colore verde vivo intenso. Buonissime da sole, sono indicate in tante ricette diverse. La tradizione popolare che ci insegna a “non buttare via niente” ne utilizza anche piccioli e noccioli: con i primi si possono preparare decotti o infusi. I noccioli, invece, possono essere utilizzati come imbottitura di cuscini, sia freddi che riscaldati, a seconda delle necessità del momento.
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seminiamo cultura BioMemò. Trova le coppie!
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I bambini sono il nostro futuro ed è per questo che abbiamo dato vita, nella primavera del 2015, al progetto “Coltivare la terra per coltivare i pensieri”, un’iniziativa di orti bio dedicata alle scuole pubbliche Primarie e Secondarie di Primo Grado. A partire da giugno nei nostri punti vendita arriva per loro anche BioMemò: un gioco di carte colorato ed educativo che ha come protagonista la vita nell’orto: insetti, animali e ortaggi, ma anche la bio-contadina Sara e gli attrezzi del suo lavoro. Un modo divertente per esercitare la memoria, le abilità visive e sociali dei più piccoli… ma anche degli adulti! È un pretesto per ritrovare il tempo e il piacere di divertirsi in famiglia e con gli amici, con un occhio di riguardo alla Natura. Per realizzare questo gioco, infatti, abbiamo usato solo carta riciclata FSC e colori specifici per bambini, scegliendo anche una confezione essenziale “anti-spreco”. Inquadrando con il cellulare il QRcode presente sulla scatola o visitando il sito scuola.ecornaturasi.it troverete aneddoti sui protagonisti di BioMemò, contenuti sempre nuovi sull’ambiente, la sana alimentazione e molto altro. Vorremmo farvi giocare scoprendo al contempo cose nuove sull’orto e… magari farvi venire voglia di realizzarne uno tutto vostro! Sarà disponibile da giugno.
JOAN MIRÓ Materialità e Metamorfosi Dal 10 marzo al 22 luglio 2018 a Padova, palazzo Zabarella. L’esposizione raccoglie ottantacinque tra quadri, disegni, sculture, collages e arazzi provenienti dalla straordinaria collezione di opere del maestro catalano, di proprietà dello Stato portoghese. Fulcro della mostra, che spazia lungo sei decenni di attività, è l’esplorazione e l’elaborazione dei materiali utilizzati da Mirò, come fondamento della pratica artistica. Egli sviluppò un linguaggio dei segni innovativo, che modificò il corso dell’arte moderna; gli oggetti nella sua arte divengono segni visivi: le matasse di filo negli arazzi sostituiscono schizzi di colore, i fili di ferro dei primi collages rappresentano linee disegnate, la carta riformula le caratteristiche fisiche della tela in quanto supporto. Nel duplice ruolo di artefice e trasgressore della forma del modernismo del Ventesimo secolo – pittore e antipittore al tempo stesso – Miró sfidò il concetto stesso di specificità del mezzo. e-mail info: prenotazioni@palazzozabarella.it Sito ufficiale: www.zabarella.it
Nascita di una Nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano Dal 16 marzo al 22 luglio 2018, a Palazzo Strozzi (Firenze), uno straordinario viaggio tra arte, politica e società nell’Italia tra gli anni Cinquanta e il periodo della contestazione attraverso oltre settanta opere di artisti come Renato Guttuso, Lucio Fontana, Alberto Burri, Emilio Vedova, Enrico Castellani, Piero Manzoni, Mario Schifano, Mario Merz e Michelangelo Pistoletto. Come in una sorta di “macchina del tempo” costruita per immagini, con un originale taglio curatoriale, l’esposizione vede per la prima volta riunite assieme opere emblematiche del fermento culturale italiano tra gli anni Cinquanta e la fine degli Sessanta. L’itinerario artistico narra il periodo più fertile dell’arte italiana della seconda metà del Novecento, che oggi è riconosciuto come contributo fondamentale per l’arte contemporanea odierna, ripercorrendo alcuni temi identitari di un Paese in cui l’arte viene concepita sia come forza innovatrice sia come strumento di approfondimento di un più ampio contesto culturale. E-mail info: prenotazioni@palazzostrozzi.org Sito ufficiale: http://www.palazzostrozzi.org
Il Cane, il Lupo e Dio di Folco Terzani ed. Longanesi E se fossero un cane, un lupo e la loro amicizia a insegnarci il valore della libertà e il senso del divino? Folco Terzani risponde dando vita a questa fiaba per grandi e piccini, resa ancora più magica dalle illustrazioni di Nicola Magrin. Il protagonista è un Cane abituato al calore e alla sicurezza della vita domestica. Abbandonato all’improvviso dal suo padrone, incontrerà un misterioso Lupo che gli farà conoscere la maestosità della natura, conducendolo in un viaggio iniziatico con il suo branco. I due animali affronteranno numerosi pericoli prima di giungere all’abbagliante Montagna della Luna, dove il Cane si troverà a confrontarsi con la più grande di tutte le domande… 53
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