a casa tua
rinfresca la tua estate in modo naturale
Scopri i gelati, preparati con latte fieno STG, e i sorbetti a base di frutta: dieci ricette
dello chef Pietro Leemann
Ridisegnare il mondo coltivando la fiducia nel cambiamento
Ripensare il nostro modo di abitare il mondo attraverso un cibo che sia nutrimento per il corpo e per la mente; un cibo che nasce dalla terra e che per la terra stessa sia nutrimento, coltivato con attenzione e preparato con cura. Valori che NaturaSì porta avanti da oltre quarant’anni con impegno e dedizione, contribuendo alla creazione di una comune sensibilità che –ispirandosi a valori universali – metta al centro la salvaguardia del Pianeta. Valori condivisi da tutti coloro che con entusiasmo confidano in un domani diverso e si adoperano ogni giorno per renderlo possibile, perché ciascuno può dare il suo contributo, ma nessuno può farcela da solo.
Di questo entusiasmo – nato dal desiderio di condividere la fiducia nel cambiamento – negli ultimi tempi abbiamo fatto il pieno. Lo abbiamo sperimentato a Roma, ospiti di Agricoltura Nuova, e a Mantova, all’azienda agricola La Carpaneta, in occasione degli appuntamenti con l’AgriFestival, che hanno visto accorrere migliaia di persone che guardano al presente con consapevolezza, ma confidando anche nella capacità di ciascuno di poter fare la differenza. Come vi raccontiamo nelle pagine seguenti, lo abbiamo respirato anche tra le aule del Liceo Artistico Bruno Munari di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, incontrando gli adulti di domani: ragazzi e ragazze che guardano al presente con disincanto, coscienti della necessità di affrontare problematiche urgenti, e si allenano per ridisegnare il mondo attraverso l’arte e la creatività, ricordandoci che il nutrimento per lo spirito è essenziale quanto quello per il corpo.
Un cibo di qualità – coltivato nel rispetto della terra e delle persone, prestando attenzione alla salvaguardia dell’intero ecosistema – fornisce al nostro organismo i nutrienti necessari al suo sostentamento. Ma, allo stesso modo, dobbiamo coltivare con la medesima dedizione tutto ciò che contribuisce al nostro arricchimento interiore. Ricercare bellezza, armonia, equilibrio tra noi e tutto ciò che ci circonda significa concepire noi stessi come un terreno fertile, adeguatamente preparato per salvaguardarne la vitalità, sul quale possono attecchire – e fiorire – quei valori universali capaci di cambiare il mondo.
La redazione
Silvia Valentini
Sophie Meneghelli
Lorenza Gelmetti
Diana Zottarel
hanno collaborato a questo numero: Serena Federici Ecocomunicazione www.ecocomunicazione.it
Benedetta Frare
giornalista pubblicista e direttrice responsabile della rivista
Blessed Brands Creative Studio per lo scatto di copertina e per le rubriche di cucina
Paolo Pistis esperto di agricoltura biodinamica
Francesca, Lorella, Silvia Braglia fondatrici di www.disanapianta.net per la rubrica Impastiamo!
Jasmin Peschke per la rubrica Cosa ci nutre
Orango Films per gli scatti degli articoli di pagina 6-8, 20-21, 22-23, 26-27
Editore:
EcorNaturaSì SpA Società Benefit via Palù, 23 z.a. Zoppè, 31020 S. Vendemiano TV Italia P.IVA e C.F. 02010550263
Direttore responsabile:
Benedetta Frare
Grafica e impaginazione: EcoComunicazione, progetti di comunicazione ecologica
Stampato da Mediaprint con inchiostri a base vegetale Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Verona in data 30/12/2003 n. 1575
naturasi.it seguici su
Sommario
Approfondimento Piccole opere d’arte, per il futuro della Terra 9
I nostri progetti
Agrifestival NaturaSì 10
In copertina
Cous cous alle melanzane 12
Approfondimento
Incontrare il futuro
Oggi in cucina
Biscotto gelato
Turismo sostenibile Un nuovo modo di viaggiare 18
Oggi in cucina Zucchine e cipollotti
22
Approfondimento
Api felici per salvaguardare la biodiversità
24
Zuppe di stagione
Gazpacho melone e pesca
26
L’angolo dei bambini
Vento d’estate
28
Impastiamo
Focaccia rustica in padella 30
Lunario 33
Bio consigli di lettura 34
Ricetta salvaspreco
Pasta fredda ai peperoni
37
Cosa ci nutre
Da dove arriverà il nutrimento del futuro?
39
Azienda del mese
Bevande in armonia con la natura
Piccole opere d’arte, per il futuro della Terra
Saranno disponibili per il ritorno a scuola i nuovi quadernoni NaturaSì, frutto di un progetto che dà voce alle nuove generazioni, affidandosi alla loro creatività per raccontare i valori del nostro ecosistema.
Entusiasmo, creatività ma anche impegno e fiducia nel cambiamento: è il ritratto dei ragazzi e delle ragazze cui è stata affidata la realizzazione delle copertine per i nuovi quaderni NaturaSì. Nascono così queste piccole opere d’arte, realizzate ispirandosi ai valori di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e di un’alimentazione che costituisce l’espressione di un impegno concreto nei confronti di temi quali la tutela dell’ambiente, la sostenibilità, la lotta al cambiamento climatico. Protagonisti gli allievi e le allieve della sezione Grafica del Liceo Artistico Bruno Munari di Vittorio Veneto, che hanno raccolto la sfida con entusiasmo ma anche con la serietà richiesta dai temi sui quali NaturaSì li ha invitati a esprimersi, interpretati liberamente, in base al loro estro e alla loro ispirazione.
“I ragazzi si sono dimostrati particolarmente sensibili a questi argomenti”, ha raccontato la professoressa Bortolotti, che li ha accompagnati in questo progetto. “Sono una generazione digitale, che si immagina votata esclusivamente a strumenti digitali, ma questo progetto ci ha dato modo di capire quanto siano invece più ricettivi di quanto si creda a problematiche di questo tipo, relative all’ambiente o all’alimentazione consapevole. Hanno fatto ricerche ponendosi un sacco di domande rispetto a quello che mangiano quotidianamente e a quello che potrebbero mangiare se tutta l’economia alimentare fosse concepita in maniera differente”. Si è trattato infatti, continua la professoressa, di un progetto completo che, partendo da un
percorso didattico legato alla grafica, attraverso la realizzazione di un’illustrazione da inserire nella copertina di un quadernone, affronta anche un tema legato all’educazione civica e al rispetto di ciò che ci circonda, alla realtà dell’ambiente e di tutti i problemi legati al contesto in cui viviamo”.
Avere cura della natura e anchedellʼambienteincuiviviamovuoldire conoscerneerispettarneiritmi. argomentoLastagionalitàdeglialimentièun troppospessotrascurato;consumareforzareitempidellecolturee prodottifuoristagione significapagareunprezzopiùelevato Ascoltiamo,incambiospessodiminorsapore. suggeritodunque,ilritmocheciviene dallanatura!
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Le opere selezionate
Lo spreco alimentare è stato, per esempio, fonte di ispirazione per Matteo, autore di una delle opere selezionate, intitolata La natura è imperfetta per natura: “La mia illustrazione è un modo per dire che i prodotti agricoli non sono come spesso li vediamo nei supermercati: siamo abituati a carote tutte uguali, nella forma e nel colore, mentre in natura si presentano molto diverse. Dopo aver schizzato le carote sul mio blocco, ho trasferito questi tratti su un cartoncino che ho ritagliato, ricavando dei timbri: questa tecnica mi ha permesso di accrescere il senso di omologazione e serialità nella parte superiore. Nella parte inferiore osserviamo invece carote di diverse forme, dimensioni e colori, ottenuti miscelando varie tonalità di arancione, giallo e rosso”. “Dal punto di vista artistico”, spiega infatti la professoressa Bortolotti, “il progetto è stato all’insegna della creatività e della sperimentazione: partendo dai disegni a mano libera, hanno continuato la realizzazione delle illustrazioni utilizzando materiali di diversa origine, mettendosi alla prova con tecniche e colori differenti fino a dare vita ai lavori che vediamo ora”. “La mia illustrazione, per esempio”, spiega Martina, “è formata da un disegno a mano libera in bianco e nero, sul quale ho sovrapposto un disegno a colori”. Raffigurando un’ape, ha raccontato la biodiversità e la necessità
di preservarla: grazie a lei, infatti, piccola custode del futuro, La Natura si colora, titolo che Martina ha dato al suo progetto. Anche in questo caso, la tecnica utilizzata riflette i valori che ha voluto esprimere: “La natura non è in bianco e nero, ma colorata e l’ape ha a che vedere con tutta la natura: i fiori
... un progetto completo che, partendo da un percorso didattico legato alla grafica, affronta anche un tema legato all’educazione civica e al rispetto di ciò che ci circonda, alla realtà dell’ambiente e di tutti i problemi legati al contesto in cui viviamo
e la maggior parte della frutta che mangiamo vengono impollinati grazie alle api. Spesso pensiamo ai nostri bisogni ma non alle conseguenze dei nostri comportamenti. Il fatto che alcune risorse possano esaurirsi, per esempio, è molto grave: come faranno le generazioni di domani?”
Una preoccupazione condivisa anche da Sara: “Il futuro, da come ce lo prospettano adesso, non è rose e fiori. Tutti sono preoccupati per la situazione in generale: riscaldamento globale e quant’altro.
Io spero che le persone si rendano conto del problema e che si debba almeno iniziare a risolverlo: non si accorgono che ricadrà tutto sulle generazioni future, la mia e addirittura quella dei miei figli?”. E, a proposito del suo lavoro intitolato La natura è un’opera d’arte, spiega: “Ho cercato di collegare il mio progetto con il mondo dell’arte, ispirandomi all’Arcimboldo. Sono partita da lì, osservando i suoi quadri, per realizzare una composizione di frutta e verdura che aveva come soggetti gli animali della fattoria biodinamica: non solo mucche e pecore, ma anche libellule, api e farfalle. Ho poi disegnato una cornice per ogni illustrazione, esponendole su una parete, proprio come si farebbe con delle opere d’arte… di natura!”
Il tema dell’alimentazione cosciente riecheggia anche nell’illustrazione di Lucrezia che ha scelto di mettersi completamente a servizio dell’arte perché Noi siamo la natura: “Volevo che il messaggio fosse chiaro, semplice ma efficace. Ho realizzato quindi un disegno di puro contorno del mio profilo, per poi riempirlo con disegni di frutta e verdura dipinti ad acquerello, seguendo una scala cromatica che dal rosso arriva fino al viola e rimarcando – dove possibile – alcune parti del volto mettendo per esempio una fragola rossa, a creare le labbra, banana e ananas per ricreare l’effetto del mento e della mascella. Ho deciso di trattare il tema dell’alimentazione cosciente perché siamo quello che portiamo sulla nostra tavola ogni giorno.”
Esercizi di creatività, per migliorare il mondo
Se sono stati questi i quattro i lavori selezionati per le copertine dei quadernoni, tutte le opere – nessuna esclusa – si sono distinte per la fantasia, l’ingegno e la brillante interpretazione di temi centrali per la nostra contemporaneità, tanto che NaturaSì ha scelto di renderle protagoniste anche di altri progetti.
Un modo per far parlare le nuove generazioni attraverso il linguaggio universale dell’arte, fondamentale per comprendere le contraddizioni del presente e ridisegnare gli scenari futuri.
“Senza l’arte e la creatività non andremmo da nessuna parte, non avremmo la capacità di guardare oltre”, afferma la professoressa. “Sono fonte di bellezza e sono indispensabili per migliorare il mondo: ci aiutano a guardare le cose da altri punti di vista, che è fondamentale per poter cambiare le cose”.
Inquadra il QRcode per ascoltare il racconto del progetto dalle vive voci dei protagonisti. O visita il sito naturasi.it/giovani-protagonisti
Agrifestival NaturaSì per una comunità dell'agricoltura
A Roma e a Mantova eravamo in tantissimi: grazie a tutti voi che avete condiviso con noi queste giornate. Vi aspettiamo a settembre!
“Non esiste agricoltura se non c’è comunità”. Siamo in tanti, anzi in tantissimi a condividere il pensiero di Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì: lo testimonia il secondo appuntamento con l’Agrifestival che si è tenuto domenica 19 maggio all’azienda agricola La Carpaneta, in provincia di Mantova. Dopo il grande successo di Roma, un’altra giornata di festa in cui – circondati dall’abbraccio di una rigogliosa foresta – non sono mancati i momenti di riflessione e approfondimento, tra speech, musica, showcooking e laboratori per i più piccoli. Se gli Agrifestival sono stati un successo è grazie a voi, che avete preso parte insieme a noi a questa festa del biologico: un’occasione per ribadire l’importanza di un’agricoltura che, oltre a produrre buon cibo, si prende cura della Terra, salvaguardando e ripristinando la sua vitalità. Per tutti coloro che se la sono persa, o che vogliono ripetere l’esperienza, il prossimo appuntamento sarà sabato 28 e domenica 29 settembre all’azienda agricola San Michele di Cortellazzo, in provincia di Venezia.
Non perdete gli aggiornamenti su naturasi.it/eventi
Cous cous alle melanzane con erbe aromatiche, tofu affumicato e pinoli
con Blessed Brands Creative Studio
Ricetta vegan
Ingredienti per 4 persone
Costo a porzione
250 g di cous cous integrale
200 g di tofu affumicato
70 g di pinoli tostati
2 melanzane lunghe
1 spicchio d’aglio menta fresca q.b. basilico q.b.
peperoncino secco q.b. olio extravergine d’oliva q.b. sale q.b.
Procedimento
1
Tagliate le melanzane a rondelle sottili e grigliatele su una griglia ben calda per 5 minuti circa, fino a quando non si saranno leggermente abbrustolite. Conditele con olio e sale e tenetele da parte.
2
Tagliate il tofu a dadini e saltatelo in una padella con un filo di olio per qualche minuto, fino a doratura. Mettete anche questo da parte fino al momento del suo utilizzo.
3
Cous cous integrale NATURASÌ
Tostate il cous cous a secco in una padella molto calda, dopodiché raccoglietelo all’interno di una ciotola capiente e copritelo a filo con il doppio del suo volume di acqua bollente (proporzioni 1:2). Chiudete con un coperchio e lasciate riposare fino a quando non avrà assorbito tutta l’acqua.
4
In un barattolo di vetro unite abbondante olio, lo spicchio d’aglio, del peperoncino e le erbe aromatiche finemente tritate. Chiudete con un coperchio e shakerate energicamente per amalgamare gli ingredienti. Condite il cous cous con il dressing aromatico, unendo anche le melanzane e il tofu, terminando con pinoli e qualche foglia di menta.
meno di 2 euro m eno di 3 euro meno di 4 euro
messaggio promozionale
Perfetto per pranzi e cene d’estate, ma anche per le gite fuori porta, se lo preferite può essere preparato anche sostituendo il tofu affumicato con del tonno sott’olio o al naturale.
Incontrare il futuro prendersi cura delle nuove generazioni per imparare a leggere il mondo
Sabino Pavone, Presidente dell ’Associazione La Cruna della
Libera Scuola Steiner Waldorf “Novalis ” di San Vendemiano ha affidato alle pagine del nostro magazine una profonda riflessione sul ruolo dell ’educatore.
Carissimi lettori, parto dal presupposto che l’ecosistema al quale si rivolge questa rubrica sia prevalentemente composto da individui che si fanno delle domande e che non afferrano precipitosamente la prima risposta che passa o che viene suggerita da venti costanti monoculturali.
L’anno scolastico si è da poco concluso e la maggior parte degli insegnanti (in Italia circa 700.000 in totale) si è trovata alle prese con il documento di valutazione. La percezione che emerge dai giovani è chiara: non vogliono meno scuola, ma un luogo frequentato da adulti che si pongano l’obiettivo di prepararli a leggere il mondo, e non addestrarli per superare delle performance quali ‘test di iniziazione’ per l’ingresso nella vita sociale e professionale, rischiando di esigere tre ‘troppo’: troppe cose, troppo presto e troppo veloce.
Cosa significa educare?
La domanda di fondo poggia sulla rappresentazione individuale sul ‘cosa significa educare’ che poi diviene per l’educatore il fondamento strutturale del suo agire… riempire un secchio vuoto o accendere un fuoco? (William Butler Yeats). Per poter orientare pensieri e sentimenti propedeutici all’agire pedagogico, come in tutte le attività umane, necessita un paradigma pieno di senso, che tenga conto di elementi purtroppo non sempre presenti alla coscienza. Il Cosa? trascina con sé i programmi delle singole discipline; il Quando? le tappe evolutive dell’essere umano in crescita in relazione all’acquisizione di un progressivo sviluppo della sua coscienza; il Come? l’atteggiamento interiore con cui approcciare le giovani generazioni, tenendo conto che non tutti imparano allo stesso
modo; il Perché, la chiarezza del motivo di fondo del fare scuola e per questo dovrebbe esservi la responsabilità di individuare, oltre alle eterne mete insite nell’evoluzione personale, in che direzione soffia il vento dello spirito del tempo.
Il finalismo del fare scuola
Su questo ultimo punto che implica il ‘finalismo del fare scuola’ è necessario soffermarsi: dal panorama storico e geopolitico vanno ricercati gli epicentri del nuovo corso, dal riconoscere le cause che generano le maggiori tensioni sociali e politiche emergono le nuove mete del fare scuola, prima fra tutte lo sviluppo della cultura del dialogo, e questo i giovani non lo possono apprendere semplicemente dallo studio, bensì attraverso la viva esperienza personale di avere davanti a loro adulti che lo testimoniano con lo sforzo quotidiano
Unire a questo la consapevolezza che siamo tutti educatori, genitori, parenti, passanti, cassiere al supermercato, politici, autisti, allenatori, tutti, tutti gli adulti che lo sguardo dei bambini incontrano, che le orecchie ascoltano, in ogni luogo, in ogni istante della giornata, consapevoli o meno, siamo educatori. I bambini ci guardano, i giovani adolescenti ci osservano più profondamente alla ricerca di coerenze tra ciò che predichiamo e ciò che facciamo.
di migliorarsi. Sì, lo sforzo: non è la competenza già presente nell’educatore che muove il motore evolutivo dei giovani, quanto da parte loro, lo sperimentare vivente dello sforzo quotidiano di migliorarsi oltre a ciò che già si è. Questo vale per tutti i settori della vita, tutti. Questa è la tensione sempre più evidente che si crea tra Individuo e Società, fin nel suo embrione più piccolo eppur rappresentativo del fenomeno: la famiglia.
La cultura del dialogo
Per poter incontrare un altro individuo, è necessario fare appello a capacità relazionali.
Noi oggi sappiamo, perché lo sperimentiamo, quanto questa capacità sia di importanza capitale nel corso della vita personale e professionale. Facciamo già molto se volgiamo la nostra attenzione ad educare ed istruire in modo da impulsare e far crescere una ‘cultura del dialogo, del pensare in cerchio’, non solo per risolvere situazioni conflittuali, ma anche per creare qualcosa che l’individuo da solo non può.
Dunque tante cose, tantissime se si tiene conto delle innumerevoli variabili che oggi più di ieri si inseriscono nella biografia di ogni singola anima umana.
Soffermarsi a riflettere su questi quattro pilastri dell’edificio culturale ‘scuola’ con la massima onestà interiore possibile, come insegnanti/ educatori è un dovere morale che acquista un valore esponenziale se viene proiettato nella consapevolezza che agli insegnanti il destino offre un dono tanto unico ed irripetibile, quanto prezioso: incontrare oggi il futuro.
Correggere e incoraggiare
Unire a questo la consapevolezza che siamo tutti educatori, genitori, parenti, passanti, cassiere al supermercato, politici, autisti, allenatori, tutti, tutti gli adulti che lo sguardo dei bambini incontrano, che le orecchie ascoltano, in ogni luogo, in ogni istante della giornata, consapevoli o meno, siamo educatori. I bambini ci guardano, i giovani adolescenti ci osservano più profondamente alla ricerca di coerenze tra ciò che predichiamo e ciò che facciamo. Non ci scrivono un documento di valutazione, ma ci valutano, ci hanno scelti con un’aspettativa inconscia che in una certa misura va onorata. Herbert Hahn, uno dei primi insegnanti della scuola Waldorf di Stoccarda nata nel 1919, declinò così il binomio educazione ed azione morale: ‘E quando nella vita l’adulto si trova nella condizione di fare una scelta che implica la dimensione morale, ciò che verrà in aiuto sarà l’impulso che colmava il cuore e la mente dei suoi educatori.’
Questo è parte del rischio educativo, sempre presente, fin nelle pieghe del quotidiano scolastico, correggere ed incoraggiare, due gesti archetipici dell’educatore, l’uno senza l’altro perde in efficacia e senso, si può applicare anche nella stesura di un documento di valutazione immaginandolo strumento educativo e non solo burocratica relazione di profitti, rendimenti, crediti e debiti, termini che rimandano in altre stanze, altri luoghi che avrebbero sì bisogno di essere arieggiate...
Biscotto gelato
con ricotta e pesche
con Blessed Brands Creative Studio
Ingredienti per 16 biscotti
Costo a porzione
Per il biscotto
350 g di farina di tipo 2
300 g di cioccolato fondente
250 g di olio di cocco
150 g di zucchero di canna
80 g di cacao amaro in polvere
2 uova
2 cucchiai di amido di mais
2 cucchiaini di lievito per dolci
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di vaniglia in polvere
Per il ripieno
850 g di ricotta vaccina
5 pesche noci
3 cucchiai di miele millefiori
la scorza di 1 limone
Ricotta SÌ ESSENZIALI
Procedimento
1
In una ciotola amalgamate lo zucchero assieme al sale e all’olio di cocco. Unite le uova, la vaniglia, l’amido di mais e la farina setacciata con il lievito. Aggiungete anche il cacao e mescolate bene tutti gli ingredienti, in modo da ottenere un impasto compatto e modellabile. Tritate grossolanamente il cioccolato, incorporatene una parte al composto e lasciate riposare quest’ultimo in frigorifero per circa un’ora.
2
Trascorso questo tempo, prelevate un cucchiaio di impasto, formate delle palline e trasferitele su una teglia con carta da forno, ben distanziate l’una dall’altra. Schiacciatele leggermente, aggiungetevi sopra il restante cioccolato e cuocetele in forno statico preriscaldato a 180 °C per 15 minuti circa. Lasciate raffreddare completamente.
3
Preparate il ripieno. Lavate le pesche, tagliatele a cubetti e unitele alla ricotta, che avrete stemperato in una terrina. Aggiungete il miele e mescolate bene. Distribuite su metà dei biscotti un cucchiaio di ripieno e coprite con i rimanenti. Livellate bene i bordi per eliminare la ricotta in eccesso e lasciate riposare in freezer per almeno 4 ore, estraendo i vostri gelatini poco prima di servirli.
Non solo pesche: potete personalizzare il ripieno di questi gelatini – perfetti per le merende d’estate – con la frutta di stagione, utilizzando anche quella molto matura.
Un nuovo modo di viaggiare
Con Viaggi e Ospitalità NaturaSì cambi il tuo modo di viaggiare:
scopri il meglio dell’accoglienza eco-sostenibile, parti in gruppo con ViandantiSì o riscopri la libertà con gli itinerari Biovagando.
Le proposte di ViandantiSì
Sekem, Luxor e i templi di Abydos
La magia di Sekem e il fascino dell’Alto Egitto
Un itinerario suggestivo che da Sekem – comunità agricola biodinamica nel cuore del deserto egiziano – ci porta alla scoperta di luoghi magici e carichi di leggende: da Luxor, che racchiude tra i più interessanti reperti archeologici nascosti nella Valle dei Re, a Deir-El-Medina, dove visiteremo le coloratissime tombe di artisti e artigiani che costruirono le tombe dei faraoni, fino ai misteriosi templi di di Abydos, immergendoci nella storia dell’Antico Egitto.
→ dal 4 al 13 novembre
Pantelleria
Trekking, raccolta di olive e un ultimo bagno di fine estate
Meta ideale per chi ama il mare, Pantelleria è perfetta anche per gli appassionati di trekking, grazie agli affascinanti itinerari che la tratteggiano, tra scorci di blu intenso, getti di vapore acqueo e piante secolari, come l’arancio, ospitate all’interno del suggestivo giardino pantesco di Donnafugata. Scoprili nel mese di settembre, la stagione perfetta per apprezzare l’isola in versione slow, quando non è troppo caldo per camminare, ma abbastanza per gli ultimi tuffi della stagione.
→ dal 7 al 14 settembre
Favignana by bike
Il fascino della famiglia Florio e i giardini ipogei
Un tempo famosa per le sue cave, poi trasformate in orti e giardini rigogliosi, ricchi di biodiversità, Favignana è anche l’isola del tonno e della famiglia Florio. La esploreremo in e-bike, visitando il più bel Giardino Ipogeo dell’isola, creato da Donna Maria Gabriella, che ospita quasi 500 specie tra piante e alberi. Scopriremo inoltre la tonnara dove, per la prima volta, fu lavorato il tonno all’olio d’oliva, oggi divenuto museo e spazio espositivo, e la villa che fu residenza estiva dei Florio.
→ dall’1 al 6 ottobre
Il nuovo progetto di NaturaSì, che unisce ViandantiSì e Ospitalità Natura, per portare con te – anche in vacanza – gli stessi valori che ti accompagnano nella spesa di ogni giorno
Dall’unione di ViandantiSì, il tour operator di NaturaSì, e Ospitalità Natura, il primo network di strutture ricettive eco e bio, nasce il progetto Viaggi & Ospitalità NaturaSì: scopri il meglio dell’accoglienza eco-sostenibile, partecipa a viaggi di gruppo e rigenerati nella natura con itinerari ed espe -
Le proposte di Ospitalità Natura
La Casa di Melo
Boutique hotel di campagna, a Siracusa
Tra Siracusa e Noto, vicinissimo ad Avola, il Bio Agriturismo La Casa di Melo sorge all’interno di un’antica dimora, ristrutturata nel massimo rispetto della struttura originale. Circondato da un agrumeto e da un giardino con piscina, è il luogo ideale per assaporare la biodiversità di questo territorio ed è la location perfetta sia per tappe naturalistiche, che per momenti di puro relax green tra una degustazione e l’altra di prodotti provenienti dalla sua azienda agricola biologica.
rienze all’insegna dello slow travel. Con Viaggi & Ospitalità NaturaSì le partenze sono all’insegna di un nuovo modo di viaggiare: green, consapevole, in armonia con la natura e i suoi ritmi, alla scoperta di nuovi luoghi e culture e, magari, anche un po’ di se stessi.
Con Viaggi & Ospitalità NaturaSì potrai partire utilizzando anche la nuova Gift Card NaturaSì. Una carta regalo che racconta i valori in cui credi, spendibile non solo per la spesa bio di tutti i giorni, ma anche per viaggiare e ristorarsi nelle strutture amiche.
Scopri di più su naturasi.it/viaggi o inquadra il QR Code
Borgo del Tempo Ritrovato
Relax e dimore esclusive, a Ostuni
All’interno di una tenuta di 80.000 mq, che comprende prati, uliveti, vigneti, laghetti e macchia mediterranea, ai margini del bosco, cinque esclusive dimore immerse in un’atmosfera bucolica. Ricavate da trulli e lamie salentine, ciascuna dotata di piscina e spazio esterno privato, permettono di sperimentare il senso profondo dell’ospitalità pugliese e lo stile inconfondibile della scenografica Valle d’Itria, coniugando privacy, relax e sostenibilità.
Biohotel Gitschberg
Una piscina panoramica tra cielo e terra, in Alto Adige
Circondato dalle montagne, a 1400 metri di altitudine, dove l’aria è pura e la natura incontaminata, il Biohotel Gitschberg accoglie i suoi ospiti in sole 38 stanze affacciate sulle straordinarie montagne dell’Alto Adige, che si possono ammirare anche dalla piscina panoramica esterna con acqua sorgiva, riscaldata con sistemi ecosostenibili. Completano la proposta una spa con trattamenti ispirati al benessere alpino e una cucina biologica con ingredienti di stagione.
Zucchine e cipollotti con Parmigiano Reggiano e vinaigrette al limone
con Blessed Brands Creative Studio
Ingredienti per 4 persone
Costo a porzione
150 g di Parmigiano Reggiano
50 g nocciole tostate
4 zucchine
2 cipollotti rossi
1 limone (il succo) basilico fresco q.b. olio extravergine d’oliva q.b. sale e pepe q.b.
Procedimento
1
Per prima cosa, preparate la vinaigrette unendo in un barattolo di vetro abbondante olio, il succo di limone filtrato, un pizzico di sale e di pepe. Chiudete con il coperchio e scuotete energicamente in modo che gli ingredienti si emulsionino bene.
2 A questo punto, tagliate a rondelle molto sottili le zucchine, aiutandovi eventualmente con un pelapatate, e tagliate a rondelle anche i cipollotti. Raccogliete le verdure in una ciotola, copritele con il condimento e lasciatele marinare in frigorifero per almeno un’oretta.
3
Parmigiano Reggiano DOP
SÌ ESSENZIALI
Trascorso questo tempo, scolatele dall’olio in eccesso, disponetele su un piatto da portata e condite con il Parmigiano Reggiano tagliato a scaglie sottili e le nocciole tritate grossolanamente. Aggiustate di sale e pepe, se necessario, terminando con qualche foglia di basilico prima di servire.
meno di 2 euro m eno di 3 euro meno di 4 euro
Fresco, leggero, facilissimo da preparare, è l’antipasto perfetto per l’estate: basterà aumentare il tempo di riposo delle zucchine per renderle più morbide e dal sapore più avvolgente.
La zucchina
di Paolo Pistis
Tra gli ortaggi più comuni in estate, anche negli orti di casa, la zucchina ha una storia antica, che risale a molto lontano sia nel tempo che nello spazio.
Originaria del continente americano e precisamente del Centro America, la zucchina – Cucurbita pepo in latino – è naturalizzata sul nostro territorio da oltre 400 anni. È un ortaggio facile da cuocere e può essere consumato anche crudo, la cui parte edule è costituita dai frutti immaturi e, naturalmente, anche dai fiori. È molto diffuso in tutte le regioni italiane con varietà locali diverse fra loro per forma, colore e gusto – come, per esempio, la verde scura di Milano, la chiara di Faenza, la bolognese, l’alberello di Sarzana, la tonda di Nizza – ciascuno dei quali si presta a preparazioni culinarie diverse in base alla consistenza e all'epoca di maturazione. È importante distinguere le varietà ibride da quelle riproducibili: le varietà ibride sono solitamente più produttive ma non riproducibili, mentre le varietà non ibride – come quelle menzionate sopra – sono meno produttive, ma possiamo ottenere dalle nostre piante la semente per l'anno successivo.
Coltivazione della zucchina
La zucchina è una pianta che si può riprodurre anche nei piccoli orti con una certa facilità: le varietà scure sono spesso più resistenti alla lavorazione, al trasporto e alla conservazione, mentre quelle chiare sono più delicate ma dagli aromi più accentuati. Necessita, in generale, di
tanto calore e possiamo trapiantarla solo quando le temperature notturne sono superiori ai 13 °C, perché molto sensibile alle gelate tardive e agli sbalzi termici: per questo, durante la primavera è utile coprirla con un piccolo tunnel e tenerla riparata dal freddo. È, d’altra parte, molto resistente al caldo, anche a temperature torride, purché abbia acqua a disposizione: pertanto, il terreno in cui andranno
La zucchina è una pianta che si può riprodurre anche nei piccoli orti con una certa facilità: le varietà scure sono spesso più resistenti alla lavorazione, al trasporto e alla conservazione, mentre quelle chiare sono più delicate ma dagli aromi più accentuati.
messe a dimora le piantine dovrà essere irriguo, profondo e ben lavorato. Necessita di irrigazioni costanti a giorni alternati per avere dei frutti teneri e una produzione costante. È una pianta che non sopporta la presenza delle erbe infestanti, per cui attorno alla pianta è bene che non ci siano altre erbe e che ci sia una cospicua pacciamatura fatta ad esempio con la paglia.
Le stagioni nell’orto
Cura della pianta
La zucchina può essere seminata in pieno campo, in vasetto oppure trapiantata. Quest’ultima tecnica è la più appropriata perché consente di mettere le piante a dimora su un terreno ben lavorato e privo di erbe infestanti. La distanza consigliata in genere è di 80 cm tra pianta e pianta e di 140 cm tra le file di piante. Prima del trapianto è utile irrorare il panetto con il preparato biodinamico Fladen colloidale ben mescolato (dinamizzato) per 20 minuti allo scopo di favorirne l’attecchimento. La concimazione deve essere organica, fatta con humus di lombrico o compost animale molto maturo: teme infatti enormemente le concimazioni azotate, perché –essendone molto ghiotta – sviluppa poi tessuti teneri e fragili, più soggetti a malattie fungine e a parassiti animali. Le problematiche principali dello zucchino sono gli afidi e l’oidio o mal bianco. Gli afidi si possono controllare con delle innaffiature, utilizzando l’olio di Neem che agisce come repellente anche per gli altri insetti. Per il controllo, invece, dell’oidio si possono utilizzare microrganismi probiotici come yogurt (200 ml yogurt biologico con probiotici in 10 l d’acqua), pasta madre (100 g in 10 l d’acqua) o EMA (200 ml in 10 l d’acqua).
Trapianto e raccolta
I trapianti più frequenti sono quelli primaverili, che nel nord Italia significa tra aprile e primi di maggio, mentre per il sud significa già a febbraio in pieno campo. Più rari sono i trapianti estivi autunnali che, comunemente nel nord, vanno fatti tra fine luglio e i primi di agosto e nel sud a settembre-ottobre. La zucchina va raccolta di mattina, affinché mantenga le proprietà organolettiche, e quando il fiore è appassito: dopo lo stacco delle prime zucchine, in biodinamica si spruzza il preparato 501 cornosilice. Non conviene raccogliere zucchine troppo piccole perché avranno pochi elementi nutritivi, ma nemmeno troppo grandi perché risulteranno acquose. Nel pieno della raccolta avremo molta soddisfazione nella produzione, tanto da regalarne anche agli amici.
Scopri i produttori di zucchine e gli altri agricoltori del nostro ecosistema: inquadra il QRcode per vedere i video e scoprire le loro storie. Oppure visita il sito naturasi.it/agricoltori
Api felici per salvaguardare la biodiversità
Con il progetto Api Felici, l’associazione Tree Ocean Free persegue l’obiettivo di creare oasi apistiche sane e ambienti più rispettosi, diffondendo la consapevolezza che senza il rispetto non ci può essere vita sulla terra.
Se ci prendiamo del tempo per osservare da vicino l’attività che si svolge all’interno di un’arnia sarà sorprendente assistere alla quantità di vita custodita in ogni singola celletta. Delicate, attente, vigili, le api sono piccoli insetti dal cuore grande, che nascono già consapevoli del loro ruolo all’interno dell’ecosistema e che con generosità si mettono al servizio della biodiversità. Lavorano insieme a un grande progetto: mantenere lo stato di salute dei fiori, della biodiversità e di tutte le forme di vita sulla terra.
La generosità delle api
Nella società delle api non esiste la parte individuale: vivono in simbiosi con la vita e ci insegnano come il contributo di ognuno, anche il nostro, possa fare la differenza per la salvaguardia dell’ambiente circostante. Così come gli altri insetti impollinatori, le api svolgono un ruolo fondamentale per gli ecosistemi e per la sopravvivenza di molte specie animali e vegetali. Tramite l’impollinazione dei fiori possiamo ottenere circa il 75% del cibo che troviamo sulle nostre tavole: dalla frutta alle verdure, e, indirettamente, anche latte e latticini, formaggi e carne. Uomini e animali, infatti, si nutrono di erbe la cui riproduzione è possibile anche per il tramite dell’intenso lavoro svolto da questi preziosi insetti: il mondo vegetale infatti si rinnova continuamente
grazie ai fiori e alle api che li impollinano, ma che sono tuttavia continuamente minacciate dalle conseguenze dell’inquinamento atmosferico; per questo vengono considerate un “termometro” che ci aiuta a monitorare lo stato di salute dell’ambiente circostante. Le api però non ce la possono fare da sole: siamo noi gli artefici del malessere dell’ambiente e per questo dobbiamo dare il nostro contributo.
Il progetto Api Felici
Per sostenere le api e favorire la loro salvaguardia, Tree Ocean Free, associazione di promozione sociale nata a Polverara (PD) che promuove la salvaguardia della Madre Terra attraverso manifestazioni, progetti educativi e programmi culturali, ha dato vita al progetto Api Felici.
Ne è l’anima Mauro Schiavon, ecologista e apicoltore: appassionato di natura sin da piccolo, ormai più di trent’anni fa decise di creare un bosco di circa un ettaro e mezzo a casa sua. Accolto in principio con scetticismo dalla comunità locale, quest’area oggi rappresenta un polmone verde a completa disposizione della cittadinanza, nonché un’oasi di biodiversità che gli ha permesso di osservare più da vicino il mondo delle api, a tal punto da diventare apicoltore per passione. “Attraverso le api ho conosciuto un mondo meraviglioso: ci insegnano il rispetto per la natura e per la biodiversità,
senza la quale non c’è vita sulla terra. Dalla loro osservazione sono scaturite molte riflessioni, che riguardano non solo le api ma più in generale tutti gli altri insetti impollinatori, e ho compreso l’importanza di dare un contributo forte. Le api vivono in funzione del benessere dell’ambiente e la perfetta sintonia con cui si muovono all’interno dell’arnia è per noi un esempio di rispetto e armonia. Ho creato quest’area verde vedendo l’indifferenza generalizzata intorno a me: mi sono chiesto se andiamo avanti così, cosa lasciamo ai nostri figli?. Ho incominciato a pensare agli altri… a pensare come un’ape”.
Tra gli obiettivi di Api Felici vi è proprio quello di creare oasi apistiche sane, ma soprattutto – al fine di garantire la sopravvivenza di questi straordinari insetti, fondamentali per la salvaguardia della biodiversità – la creazione di una rete capillare in difesa delle api che comprenda appassionati, agricoltori e apicoltori.
La
parola all’apicoltore
È il caso, per esempio, di Riccardo Fiorini che –insieme al fratello Vittorio – è il fondatore di Meles Meles, azienda agricola della provincia di Verona dedita in particolar modo all’apicoltura. Mauro Schiavon e Riccardo Fiorini guardano al mondo delle api da due prospettive diverse – da una parte un apicoltore per passione, dall’altra un apicoltore di professione – ma partendo dagli stessi presupposti: il rispetto nei confronti di questi straordinari
insetti e la preoccupazione per il loro futuro (e, più in generale, per l’ambiente sempre più minacciato). “Abbiamo scelto l’apicoltura”, spiega infatti Riccardo “perché si tratta di un sistema produttivo che, se realizzato in maniera equilibrata – nel rispetto dell’animale e dell’agroecosistema – ha un’impronta ecologica estremamente positiva. Ci sono poche altre forme di allevamento in cui un insetto va a creare un carboidrato – il miele – sfruttando una risorsa – il nettare – che andrebbe altrimenti perso. È un sistema caratterizzato da un’incredibile sostenibilità, che ha come effetto collaterale il mantenimento dell’impollinazione, quindi la biodiversità vegetale e la vita. Per questo l’ape – così come gli altri apoidei – è un insetto da tutelare: l’agricoltura intensiva e la perdita di habitat stanno decimando le nicchie ecologiche dove vivono questi insetti, che rappresentano la vera ricchezza della biodiversità. L’ape è un ottimo termometro dello stato ambientale, tuttavia non è la cura: se posizioniamo degli alveari su una landa di cemento, di certo non ne miglioreremo la biodiversità. D’altro canto, se muoiono tutte le api, mi devo porre delle domande… E la risposta non può che venire da un’agricoltura estensiva e da una zootecnia più sostenibile, che permettano alle api di sopravvivere. Per questo è importante che ci sia una diffusione più capillare dell’agricoltura biologica, perché un ambiente sano favorisce un’apicoltura florida. Sostenere l’agricoltura biologica con le nostre scelte quotidiane, come agricoltori ma anche come consumatori, è l’obiettivo migliore che possiamo perseguire, un contributo alla portata di tutti per salvaguardare l’ambiente e tutti gli insetti impollinatori”.
API FELICI
È un progetto di Tree Ocean Free collegato alla piantumazione di alberi e pensato per la salvaguardia delle api, che soffrono a causa del profondo squilibrio del Pianeta. Le api sanno muoversi all’interno delle arnie in perfetta sintonia, cooperando magnificamente nel creare la grande famiglia e mantenendo un equilibrio ottimale, anche nelle più inaspettate calamità. In questo progetto rivestono un ruolo importante gli apicoltori, che cercano, nonostante le difficoltà, di sostenere e mantenere questo delicato e magico equilibrio. Ma la salvezza delle api è una responsabilità che riguarda tutti noi. Api Felici è un progetto senza scopo di lucro, ma chiunque lo desideri può contribuire.
Scopri come, inquadrando il QRcode.
Gazpacho melone e pesca
con yogurt e crostini croccanti
Ingredienti per 4 persone
Costo a porzione con Blessed Brands Creative Studio
200 g di yogurt bianco al naturale
4 fette di pane integrale
2 pesche noci
1 melone
1 cipolla rossa
1 peperone rosso menta fresca q.b. sale q.b.
Procedimento
1
Per prima cosa pulite il melone, privandolo della buccia e dei semi interni, e tagliatelo a cubotti. Pulite anche gli altri vegetali e tagliateli tutti a pezzi grossolani.
2
Uniteli nel boccale di un frullatore, assieme a 150 g di yogurt, ad abbondante olio, un pizzico di sale e della menta fresca. Frullate bene fino a ottenere un composto liscio e omogeneo, che lascerete riposare in frigorifero per circa 30 minuti.
3
Nel frattempo, tagliate il pane a dadini, conditelo con olio e sale e tostatelo in padella per qualche minuto, fino a che non risulterà dorato e croccante.
4
Yogurt bianco intero
SÌ ESSENZIALI
Distribuite il gazpacho in un piatto da portata e guarnitelo con lo yogurt rimanente, i crostini e qualche foglia di menta. Servite subito.
meno di 2 euro m eno di 3 euro meno di 4 euro
Una volta pronto, potete congelare il vostro gazpacho all’interno di contenitori monoporzione, in modo tale da averlo sempre a disposizione al momento del bisogno: vi basterà frullarlo con un frullatore potente e condirlo a piacere, prima di servirlo.
Vento d‘estate
Con la fattoria didattica “La piccola campagna ”, due laboratori per assaporare la brezza d’estate: un aquilone, che volerà libero come l’aria, e una campana del vento, per raccoglie i suoni della natura.
L'aquilone
Realizzare un aquilone con la stoffa o con la carta è un’attività creativa che divertirà tantissimo i bambini.
Che cosa ci serve:
· carta da pacco o stoffa leggera;
· 6 canne di bambù (la parte più sottile) o bastoncini leggeri di legno: due che si intersecano a croce, da 54 cm e da 45 cm, e 4 laterali, due da 42 cm e due da 30 cm – le misure possono variare ma vanno mantenute le proporzioni;
· spago;
· colla;
· forbici;
· matita;
· righello;
· ritagli di stoffa (per la coda);
· fiori essiccati.
Come realizzare l’aquilone:
1. Prendiamo le due canne di bambù più lunghe, una sarà la spina dorsale dell’aquilone, mentre l’altra la intersecherà a 2/3 andando a formare una croce. Fissiamo i bastoncini tra loro con lo spago, nel punto di intersezione. Uniamo gli altri quattro bastoncini in maniera da creare i contorni del nostro aquilone.
2. Misuriamo e segniamo con una matita i quattro angoli del telaio sulla carta (o sulla stoffa), lasciando 5 cm di margine per l’orlo.
3. Tagliamo la carta seguendo il contorno disegnato. Stendiamo la carta sul telaio e fissiamo i bordi ai bastoncini con la colla.
4. Decoriamo la parte superiore del nostro
aquilone con i fiori essiccati. Infine, tagliamo delle strisce di stoffa e fissiamole ad uno spago che sarà la coda dell’aquilone (aiuterà la stabilità in volo).
5. Leghiamo, infine, uno spago per ogni estremità del nostro aquilone e portiamo poi i fili al centro, annodandoli insieme nel punto di intersezione da dove partirà il filo che servirà per farlo volare.
E ora... Siete pronti per prendere il volo?
La campana del vento
Realizzare una campana del vento con conchiglie e canne di bambù è un progetto divertente che donerà un tocco rustico e rilassante a giardini e terrazzi.
Che cosa ci serve:
· disco di legno;
· canne di bambù di varie dimensioni;
· spago;
· viti autofilettanti (gancetti con anello);
· forbici;
· conchiglie;
· trapano
Come realizzare una campana del vento:
1. Tagliamo le canne di bambù di diverse misure (possiamo utilizzarle di lunghezze variabili da 15 a 30 cm per creare un suono armonico e vario) e pratichiamo con il trapano due piccoli fori su ogni canna (serviranno per far passare il filo che le sosterrà).
2. Avvitiamo un gancio al centro della base di legno e con l’aiuto dello spago creiamo un’asola. Nella parte opposta del disco avvitiamo gli altri gancetti (circa 8-9): serviranno per annodare gli spaghi ai quali fissare le canne di bambù, seguendo un ordine crescente.
3. Passiamo ogni spago attraverso i fori nelle canne di bambù e fissiamo con un nodo.
4. Per dare un tocco estivo alle nostre campane possiamo aggiungere qualche conchiglia, utilizzando lo stesso procedimento, praticando un piccolo foro o fissando la conchiglia allo spago con una punta di colla.
Scegliamo un luogo all’aria aperta dove la campana possa catturare il vento e lasciamoci avvolgere dalla sua originalissima melodia.
Scopri i video di questi laboratori e altri progetti da realizzare con i più piccoli, in collaborazione con la fattoria didattica La piccola campagna, inquadrando il QRcode
“La piccola campagna - Fattoria didattica” via Cason 21 C, San Massimo, Verona la.piccolacampagna
Focaccia rustica in padella con cipolle rosse, olive, capperi e basilico
con Blessed Brands Creative Studio
Ingredienti per una teglia da 24 cm di diametro
Costo a porzione
Per l’impasto
400 g di farina di tipo 2, 250 ml di acqua, 150 g di farina di avena integrale, 10 g di lievito di birra fresco, 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva, 1 cucchiaino di sale fino, 1 pizzico di zucchero
Per il ripieno
400 g di cipolle rosse, 3 cucchiai di olive taggiasche denocciolate 3 cucchiai di capperi, basilico fresco q.b., olio extravergine d’oliva q.b., sale e pepe q.b.
Farina di grano tenero tipo 2
LE TERRE DI ECOR
Ricetta vegan
Procedimento
1
Sciogliete nell’acqua il lievito assieme allo zucchero e lasciatelo riposare per qualche minuto. Versate in una ciotola capiente le farine setacciate, l’olio e l’acqua con il lievito e amalgamate gli ingredienti. Aggiungete il sale e continuate a impastare fino a ottenere un panetto morbido ed elastico. Copritelo con un panno e fatelo lievitare per due ore circa, fino al raddoppio.
2
Nel frattempo, dedicatevi al ripieno. Pulite le cipolle, tagliatele a fette sottili e rosolatele in una padella con un filo d’olio e sale. Fatele cuocere per 20 minuti circa, mescolando di tanto in tanto fino a quando non si saranno ben appassite; unite quindi le olive, i capperi e il basilico; aggiustate di sale e pepe e fate intiepidire.
3
Prelevate l’impasto, dividetelo in due parti e stendetele con un matterello, fino a ottenere due dischi dello spessore di 1/2 cm circa. Farcite uno di essi con il ripieno e coprite con il secondo disco, sigillando bene i bordi. Bucherellate la superficie della focaccia con i rebbi di una forchetta e cuocetela in una padella antiaderente per 15/20 minuti per lato, controllandola di tanto in tanto per evitare che si attacchi sul fondo.
meno di 2 euro m eno di 3 euro meno di 4 euro
Se preferite, potete cuocere questa focaccia anche in forno statico preriscaldato a 180 °C per 30 minuti circa, finché non risulterà dorata e croccante in superficie.
Lunario
a cura dell’Associazione Culturale La Biolca
La luna, passando davanti alle costellazioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi. In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono i tempi di semina, lavorazione e raccolta. Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo.
In cucina Cura di sè Orto e giardino
rinvaso
attività fisica taglio ritardante capelli massaggi / relax le conserve il pane lo yogurt potatura concimazione
messaggio promozionale-letterario
Bio consigli di lettura
Nutrire il corpo, ma anche l’anima: ogni bimestre una selezione di due titoli, che raccontano e approfondiscono i valori del nostro ecosistema. Chiedili al tuo negoziante e acquistali nel tuo NaturaSì di fiducia.
Ecco la biodinamica!
La nascita dell’agricoltura biodinamica agli inizi del movimento ecologico
Ueli Hurter e Rudi Bind
Editrice Antroposofica, Milano
I cento anni che la biodinamica compie nel 2024 sono la testimonianza di come cresce e si evolve nel tempo: senza pesticidi né altri veleni, senza fertilizzanti o sfruttamento delle risorse naturali del nostro Pianeta. Agricoltura biodinamica anche nel deserto, sulle montagne, nelle città. Cento anni di lavoro culturale, di sviluppo, di effetti positivi e sostenibili per i campi, il giardino, il terreno, gli esseri viventi e non ultima una buona alimentazione. Cento anni di sviluppo e diffusione dell’impulso culturale nato dalle otto conferenze che Rudolf Steiner tenne nel periodo di Pentecoste del 1924. Il libro apre visuali sulla vita concreta e su interventi pionieristici, che si sono dimostrati efficaci di fronte ai problemi pressanti del presente.
Ti proteggerò!
Erika Belfanti
Bohem Press
Un albo illustrato che già nel titolo racchiude una promessa di amore e protezione che si snoda pagina dopo pagina, che si ripete e protrae nel tempo.
Un viaggio emozionante attraverso le stagioni, narrato con delicate istantanee di vita quotidiana, in cui i protagonisti sono gli abbracci e gli sguardi che sprigionano un senso di profonda connessione e sicurezza. “Ti proteggerò” è una storia che parla del bisogno di amore e protezione che hanno tutti i cuccioli. La promessa di stare al fianco dei più piccoli in ogni momento della loro vita, indipendentemente dalle circostanze, è un istinto elementare e atavico, che appartiene a tutte le specie viventi dell’universo e diventa in questo libro un messaggio commovente e rassicurante, che risuona nel cuore di ogni lettore. Come rassicurante è l’abbraccio della mamma, che accoglie e sa lasciare andare, pronto a offrirsi tutte le volte che lì si vorrà tornare.
Pasta fredda ai peperoni con battuto di olive e capperi
con Blessed Brands Creative Studio
Ingredienti per 4 persone
Costo a porzione
500 g di peperoni dolci
400 g di torchiette integrali
200 g di olive taggiasche denocciolate
100 g di capperi menta fresca q.b. basilico fresco q.b. olio extravergine d’oliva q.b. sale q.b.
Procedimento
1
Per prima cosa pulite i peperoni, privandoli dei semini interni, e tagliateli a listarelle sottili. Saltateli in una padella con un filo di olio per una decina di minuti, fino a che non risulteranno morbidi. Aggiustate di sale e teneteli da parte.
2
Nel frattempo, in un mortaio (o in un frullatore), unite olive, capperi, erbe aromatiche e abbondante olio, tritando fino a ottenere un pesto grossolano.
3
Torchiette semintegrali
LE TERRE DI ECOR
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata per il tempo indicato sulla confezione, scolatela al dente e lasciatela intiepidire. Conditela con il battuto di olive, i peperoni e qualche altra foglia di basilico. Aggiustate di sale e servite.
Per dare ancora più gusto e colore al piatto, potete arricchire questa pasta fredda aggiungendo altre verdure di stagione, come zucchine, melanzane e pomodori, rimaste in frigorifero.
Da dove arriverà il nutrimento del futuro?
di Jasmin Peschke
Alla luce dell’attuale situazione mondiale e climatica, il tema dell’alimentazione sostenibile è diventato sempre più urgente: è in particolar modo la produzione di prodotti di origine animale che viene criticata in quanto assertivamente dannosa per il clima. Ma gli alimenti prodotti in laboratorio, proposti come alternativa sostenibile, sono davvero più “neutri” dal punto di vista climatico? E il processo biotecnologico necessario per realizzarli, non distoglie dai problemi reali? Non è stato ancora determinato con certezza se i vantaggi derivanti – per esempio – dalla produzione di carne da laboratorio superino gli effetti potenzialmente dannosi prodotti dall’emissione di anidride carbonica nell’atmosfera, dal consumo di acqua e risorse, ovvero dall’utilizzo in modo improprio del territorio.
Questa valutazione, inoltre, non dovrebbe trascurare i benefici di una zootecnia attenta e sostenibile per l’ambiente, per la gestione del paesaggio e per la fertilità del suolo. Nell’agricoltura biodinamica l’animale, in particolare la vacca, è un elemento centrale dell’azienda agricola: si nutre del foraggio coltivato in fattoria, fornisce il latte – un alimento prezioso – ma anche fertilizzante di alta qualità, che costituisce la base per la costruzione dell’humus. L’attenzione verso gli animali e la salute del suolo è di primaria importanza e tutto ciò influisce positivamente sulla qualità del cibo. Riflette l’allevamento e la salute degli animali, ma anche l’alimentazione, la coltivazione dei raccolti e l’azienda agricola con le persone nel loro insieme. Tali prodotti nutrono e stimolano i sensi. Un prodotto alimentare proveniente dal laboratorio, invece, è sempre costante e non ha storia.
Se riduciamo il cibo ai suoi ingredienti, dimentichiamo la loro vitalità e quindi il loro potenziale di stimolo. Gli alimenti sani e vitali vengono creati in un ambiente di vita. Così viene mantenuto il rapporto tra natura, animali e persone nell’agricoltura biologica e biodinamica. Come consumatori, siamo designer attivi attraverso le nostre scelte alimentari. Se acquistiamo carne di animali provenienti da allevamenti intensivi, diciamo “sì” a questa forma di allevamento. Allo stesso modo, diciamo “sì” all’alienazione dai vivi quando sosteniamo la carne da laboratorio. La questione se il nostro cibo verrà dal laboratorio in futuro non è quindi solo una questione di produzione alimentare in generale, ma del nostro atteggiamento fondamentale nei confronti della natura, delle piante e degli animali e di noi stessi. Vogliamo allontanarci sempre di più o ci vediamo come una parte del tutto con cui siamo connessi e vogliamo continuare a connetterci?
Jasmin Peschke
Specialista in scienze della nutrizione, da più di 30 anni si occupa di alimentazione in chiave antroposofica. Dal 2016 è responsabile per l’alimentazione nella Sezione di Agricoltura della Libera Università di scienza dello spirito presso il Goetheanum a Dornach, in Svizzera. Tiene conferenze, organizza seminari sull’alimentazione dinamica ed è autrice del libro Autore del libro “Cibo vitale. Nutrire l’uomo per rigenerare la terra” che potete richiedere nei negozi NaturaSì.
Bevande in armonia con la natura
Da più di 85 anni Voelkel racconta la storia di una famiglia in armonia con la natura, attraverso i suoi prodotti: dai più classici, come i succhi di frutta e verdura, fino al kombucha.
Per Voelkel, storica realtà del biologico giunta ormai alla quarta generazione, restare al passo con i tempi, senza perdere di vista i valori originari, significa affiancare ai succhi di frutta e verdura più classici anche altri prodotti, come sciroppi e shot pronti da bere, fino al kombucha.
Il kombucha: frizzante e vivace
Dalla storia millenaria, il kombucha è una bevanda fermentata a base di tè apprezzata – secondo la leggenda – dai samurai giapponesi e conosciuta in Cina come “elisir di lunga vita”. Voelkel ha raccolto questa tradizione e lo produce da oltre 25 anni nel suo stabilimento di Elbe, in Bassa Sassonia, ispirandosi a un’antica ricetta asiatica. Preparato con una miscela di tè accuratamente selezionata, a base di tè verde e tè nero, con varie erbe che gli conferiscono un sapore deliziosamente aromatico, l’elemento più importante del kombucha è lo SCOBY: erroneamente chiamato “fungo del Kombucha”, è costituito da diversi ceppi di batteri acetici, batteri lattici e lieviti che vivono in simbiosi. Durante il processo di fermentazione si sviluppano diversi prodotti metabolici, in particolare anidride carbonica, acido acetico, acido lattico, acido gluconico e alcol, quest’ultimo in una quantità minima, a tal punto da non dover essere indicato in etichetta. Da molti anni Voelkel propone una versione pastorizzata di questa bevanda deliziosamente rinfrescante, in cui le colture di kombucha vengono rese inattive dal calore: la variante pastorizzata contiene ancora i prodotti metabolici, ma non contiene microrganismi vivi. Accanto a questa, ha messo a punto anche una variante RAW, non pastorizzata, che preserva in vita preziosi microrganismi come i lieviti e i batteri lattici.
Leggermente frizzante, e piacevolmente acidulo, è una perfetta alternativa alle classiche bibite, con solo 18 calorie per 100 ml, proposta nelle varianti Original, Lampone Ribes, dalle note fruttate, e Zenzero Citronella, dal gusto fresco.
Dal passato, un impegno per il futuro
Alta qualità degli ingredienti, ma anche responsabilità nei confronti delle persone e della natura: per Voelkel questi sono valori imprescindibili, sin dalla sua fondazione, valori originari cui ha mantenuto fede anno dopo anno, generazione dopo generazione. Tra gli obiettivi
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Le foto hanno carattere puramente illustrativo.
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Aceto di mele
Non filtrato, né pastorizzato, è perfetto come condimento per le insalate e per dressing agrodolci, ma, diluito con acqua minerale si trasforma in una rinfrescante bevanda.
Zucchine a filetti sott’olio
Squisite zucchine sott’olio, con una manciata di spezie, preparate con passione dalla Cooperativa Al di là dei sogni, che coniuga il biologico con l’impegno sociale e con la riscoperta del territorio.
Passata rustica al basilico
Il pomodoro italiano da seme libero, maturato al sole delle campagne molisane, incontra il profumato basilico della fattoria in questa passata biodinamica rustica e profumata.
Riso nero integrale italiano
È ideale come contorno per accompagnare pesce, carne o per le insalate di cereali, questo profumato riso nero lungo, esclusivamente italiano, fonte di fibre e di magnesio.
Vino bianco Solaris
Vigneti
delle Dolomiti IGT
Giallo paglierino e dal profumo di fiori con sentori di frutta a polpa gialla e agrumi, è ottenuto da uve resistenti di varietà Solaris coltivate alle pendici del monte Bondone.
Veggy café
Una deliziosa bevanda vegetale al caffè: pratica da portare con sé, grazie al formato on go, è preparata con acqua di sorgente e con riso e mandorle italiani, senza zuccheri aggiunti*.
*contiene naturalmente zuccheri
Riso baldo integrale italiano
Italiano, di varietà superfino, ha chicchi grandi, con ottime capacità di assorbimento e buona compattezza, resiste bene in cottura ed è indicato per la preparazione di risotti.
Giardiniera in agrodolce
Un mix gustoso e coloratissimo, preparato con carote, peperoni, cetrioli, sedano, cavolfiore e cipolle, lavorati a mano, dal fresco, e conservati in agrodolce.
Probios
Chips di ceci Family pack
Sono perfette da condividere con gli amici o in famiglia, grazie al formato da 100 g, queste croccanti chips a base di ceci, con olio di girasole, senza glutine e senza olio di palma.
Passata di pomodoro
Solo pomodori italiani lavorati entro 24 ore dalla raccolta per il più classico dei condimenti della cucina mediterranea: la passata di pomodoro, proposta in lattine da 210 g ciascuna.
Con 2,50 € un pranzo veloce per l’estate
*per una piadina arrotolata farcita con hummus di fagioli cannellini e verdure di stagione
*Le foto hanno carattere puramente illustrativo. Le offerte sono valide fino ad esaurimento scorte. I prezzi e le foto possono subire variazioni a causa di errori tipografici.
Proposte essenziali per la tua tavola
estiva
Scopri le ricette sul nostro sito naturasi.it/offerte
Ha il colore dell’estate questo delizioso smoothie a base di frutta estiva, 100% vegetale, con un irresistibile topping preparato con bevanda di avena montata.
Un’insalata di ceci dallo spiccato sapore mediterraneo, con pomodori, olive e capperi, perfetta per l’estate
Bevanda vegetale di avena
€ 2,35
di mandorla
€ 2,95
peso minimo 530 g Uova fresche italiane da galline allevate a terra
€ 4,35 al pezzo
Lenticchie, ceci, fagioli cannellini e borlotti
400 g/240 g sgocc
€ 1,10
€ al pezzo 2,75/kg
La spesa BIO PER TUTTI
È perfetta come proposta salvacena questa frittatina aromatica alle verdure, con foglie di menta e una spruzzata di lime.
Piadina integrale di grano tenero italiano contiene tre piadine
225 g (3 x 75 g)
€ 1,50
€ 6,67 al kg
Bevande vegetali di soia e riso italiani
€ 1,95
Fette biscottate con farina integrale
324 g
€ 1,98
€ 6,11 al kg
Miele millefiori biologico non pastorizzato
400 g
€ 5,75
€ 14,37 al kg
Fusilli, penne rigate e spaghetti
500 g
€ 0,99
Orzo tostato solubile italiano
120 g
€ 1,98
€ 16,50 al kg
Kefir intero alla vaniglia
400 g
€ 1,90
€ 4,75 kg
Composta di albicocca, fragola e pesca
250 g
€ 2,40
€ 9,60 al kg
Passata di pomodoro italiano
420 g
Muesli alla frutta e croccante
375 g
€ 8,53 al kg 3,20
Fusilli, penne rigate e spaghetti
500 g
Pagnotta integrale a fette di grano tenero italiano
350 g
€ 1,95
€ 5,57 al kg
€ 1,98 al kg 1,19
€ 2,83 al kg
Mozzarella fiordilatte di latte italiano con caglio microbico
100 g
€ 1,49
€ 14,90 al kg
Grissini arrotolati
200 g
€ 1,99
€ 9,95 al kg
Crescenza da latte fieno STG
165 g
€ 2,25
€ 13,63 al kg
€ 1,98 al kg 0,99
Gallette di mais italiano senza glutine
150 g
€ 1,45
€ 9,66 al kg
Spalmabile 100% vegetale
150 g
€ 2,85
€ 19,00 al kg