Tutto quello che puoi desiderare
in cucina
Studiata per esaltare le tue ricette, ogni farina racchiude in sé tradizione e innovazione. Provale tutte!
La rinascita inizia dalla terra
L’acqua e la Terra sono tra le risorse più preziose che abbiamo. E no, non c’entra il fatto che il 22 marzo sia la Giornata Mondiale dell’Acqua o il 22 aprile quella della Terra. O meglio, c’entra, ma solo in parte, perché se è vero che queste giornate ci obbligano a un confronto su temi di fondamentale importanza, ribadendone l’urgenza, dall’altra non dovrebbe esserci bisogno di una giornata per invitarci al rispetto di Acqua e Terra, elementi fondamentali per la nostra stessa sopravvivenza. E, peraltro, tra loro complementari. Non potremmo infatti immaginare una Terra senza acqua, avendo ben presente le conseguenze di prolungati periodi di siccità sull’agricoltura, sull’ambiente e anche sulla società; di contro, abbiamo sotto gli occhi gli effetti di tempeste sempre più violente con devastanti bombe d’acqua capaci di seminare distruzione in pochi minuti. Sia in un caso che nell’altro, ci troviamo di fronte agli effetti del cambiamento climatico. Prenderci cura della nostra risorsa idrica, evitandone gli sprechi o utilizzando prodotti che non rilascino nelle falde (e nell’ambiente) sostanze dannose, è un contributo alla portata di tutti per contrastare l’incidenza di un fenomeno che non può essere negato. Così come lo è occuparsi della Terra nel suo complesso, riducendo il nostro impatto semplicemente spegnendo la luce, prendendo la bici o scegliendo per la propria spesa prodotti biologici e biodinamici.
Tra le conseguenze del cambiamento climatico, vi è anche un succedersi delle stagioni sempre più irregolare con estati torride, inverni insolitamente caldi, con fioriture anticipate seguite da improvvise gelate. E se ogni anno, all’arrivo della primavera, la natura ci abitua alla meraviglia della sua rinascita non possiamo pensare di essere spettatori immobili, semplici osservatori. Ciascuno di noi deve agire con la consapevolezza di essere custode del Pianeta che lo ospita, una responsabilità condivisa tra chi coltiva e chi acquista. All’agricoltore spetta il compito di coltivare la terra utilizzando pratiche rispettose del suolo, che preservino la fertilità del terreno oppure la ripristinino laddove è stata messa a repentaglio. Che non solo garantiscano la qualità del prodotto ma anche la salvaguardia della biodiversità degli ambienti naturali, preservando così la ricchezza varietale della flora e della fauna. A ciascuno quello di fare la spesa scegliendo con cura cosa mettere nel piatto, prestando attenzione all’origine degli alimenti, alla loro stagionalità, al modo in cui sono stati prodotti. È questo il modo che tutti noi abbiamo a disposizione per permettere alla terra di perpetuare la sua rinascita e per rinascere anche noi grazie al suo nutrimento.
La redazione: Silvia Valentini
Sophie Meneghelli
Lorenza Gelmetti
hanno collaborato a questo numero:
Serena Federici di EcoComunicazione
www.ecocomunicazione.it
Benedetta Frare
giornalista pubblicista e direttrice responsabile della rivista
Blessed Brands Creative Studio per lo scatto di copertina e per le rubriche di cucina
Paolo Pistis
esperto di agricoltura biodinamica
Francesca, Lorella, Silvia Braglia fondatrici di www.disanapianta.net per la rubrica Impastiamo Disanapianta
Jasmin Peschke per la rubrica Cosa ci nutre Orango Films per gli scatti di pagina 17 e 25
Editore:
EcorNaturaSì SpA Società Benefit via Palù, 23 z.a. Zoppè, 31020
S. Vendemiano TV Italia P.IVA e C.F. 02010550263
Direttore responsabile: Benedetta Frare Grafica e impaginazione: EcoComunicazione, progetti di comunicazione ecologica
Stampato da Mediaprint con inchiostri a base vegetale Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Verona in data 30/12/2003 n. 1575
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Sommario
24 Arte e cultura Rendere visibile il valore della natura
26 In evidenza Alla ricerca della meraviglia
28 Oggi in cucina Mini torta salata
30 Come ti riciclo... Penne con patè di carciofi
32
Vellutata di asparagi
con ceci speziati
con Blessed Brands Creative Studio
Ingredienti per 4 persone
250 g di ceci precotti
2 mazzi di asparagi
2 patate medie
2 cipollotti
1 cucchiaino di paprica acqua o brodo vegetale q.b. salvia q.b.
olio extravergine d’oliva q.b. sale e pepe q.b.
1Sbucciate le patate, lavatele e tagliatele a tocchetti, assieme ai cipollotti. Pulite gli asparagi, privandoli della parte inferiore più coriacea e filamentosa, e tagliate a rondelle tenendo lunghe le punte.
2 In una pentola capiente saltate le verdure assieme a un filo di olio e un pizzico di sale e, dopo qualche minuto, copritele a filo con dell’acqua o brodo bollente. Tenete da parte qualche punta di asparago per la decorazione.
3 Lasciate cuocere per 15 minuti circa, controllando che il liquido non si assorba troppo e aggiungendo altro brodo o acqua se necessario. Una volta che le verdure si saranno ammorbidite, aggiustatele di sale e di pepe e frullatele fino a ottenere una crema densa e omogenea.
4
Dedicatevi ai ceci. Dopo averli scolati per bene, conditeli con abbondante olio, la paprica e qualche foglia di salvia, distribuiteli su una teglia foderata con carta da forno e cuoceteli a 180-200 °C per 30 minuti circa, mescolandoli di tanto in tanto. Servite la vellutata ben calda all’interno dei piatti da portata e guarnite con qualche punta di asparago e i ceci speziati.
In alternativa alla paprica, potete utilizzare anche curcuma, curry o peperoncino. Inoltre, se lo preferite, cuocete i ceci in padella, per 15-20 minuti: risulteranno altrettanto gustosi e croccanti.
L'asparago, l’ortaggio sulle punte
di Paolo PistisTra gli ortaggi che più caratterizzano la primavera, l’asparago è uno dei più raffinati, con il suo sapore delicato e aromatico e la sua forma slanciata.
Conosciuto già dai tempi dei Romani, l’asparago è un ortaggio molto antico, noto non solo per il suo utilizzo come alimento, ma anche per le sue qualità nutrizionali e terapeutiche. Dimenticato durante il Medioevo, è stato poi riscoperto qualche centinaio di anni fa e introdotto come cibo pregiato.
Caratteristiche
Ortaggio rustico, che si adatta alla maggior parte dei climi, non richiede particolari cure e ha un solo limite: va consumato velocemente dopo la raccolta.
L’asparago è presente sul nostro territorio, soprattutto al nord e centro Italia, con diverse varietà locali in alcuni casi anche rare.
In genere quello che noi utilizziamo per l’alimentazione è un germoglio chiamato turione, che si presenta di consistenza erbacea poco prima della fuoriuscita dal suolo. Nelle varietà verdi, quando il turione è ancora sottoterra si presenta bianco e mano a mano che si avvicina alla luce può dipingersi di colori che vanno dal violetto al verde. Possiamo acquistare asparagi completamente bianchi perché subiscono un processo di ombreggiatura forzata, idonea a mantenere l’intero turione completamente protetto dalla luce e conservandolo bianco per tutta la lunghezza. Vi sono anche varietà con colorazioni violetto-rossastre particolarmente pregiate, colori che mantengono anche nell’esposizione alla luce.
Trapianto e coltivazione
L’asparago predilige terreni sciolti e sabbiosi molto fertili, freschi e umidi. Possiamo anche trovarlo in terreni un po’ più aridi, ma con produzioni molto scarse: in ogni caso, devono essere pienamente esposti alla luce.
È un ortaggio che ha bisogno di abbondanti concimazioni con compost molto maturo o stallatico biologico di buona qualità, non solo nella fase di messa a dimora delle piante, ma anche negli anni successivi. Necessita raramente di irrigazioni di soccorso se non nei primi anni di impianto. Pianta con un ciclo pluriennale, una volta scelto il luogo, l’asparagiaia può durare anche 10-12 anni, ma entrerà in produzione solo dopo il terzo-quarto anno: ci vorrà quindi un po’ di pazienza prima di assaporare i turioni. Se ci facciamo tentare dal raccogliere i turioni troppo precocemente, ossia già nei primi tre anni, rischieremo di indebolire le piante e di compromettere l’intera durata della produzione. La messa a dimora generalmente si effettua in primavera, scavando una buca profonda 30-40 cm, dove vanno poste le radici delle piante con un piccolo germoglio; queste radici vengono comunemente chiamate “zampe” le quali, scegliendo una bella zona soleggiata, daranno soddisfazione per almeno una decina di anni. Nel caso di una coltivazione hobbistica si possono acquistare delle piantine con panetto di torba, che vanno ben concimate e poste
ad almeno 20 cm sottoterra. Il terreno naturalmente deve essere sciolto, morbido e permeabile. Successivamente bisognerà aver cura di togliere eventuali erbe infestanti che potranno crescere e soffocare le giovani piantine di asparago.
Cure e avversità
Come appena detto, le cure più importanti consistono nel tenere pulite dall’erba le aiuole, operazione che – con il metodo agricolo biodinamico – si attua manualmente o meccanicamente, senza ovviamente impiegare diserbanti chimici di sintesi. Questo comporta un impegno notevole per chi vuole raggiungere delle buone produzioni. Generalmente l’asparago non ha particolari nemici tra funghi e batteri, bensì tra gli insetti terricoli e gli animali come le arvicole (topolini). Un terreno fertile e sano e un’attenta lavorazione possono tuttavia ovviare a questi inconvenienti. Per mantenere un buono stato di vigoria della pianta e delle ottime caratteristiche organolettiche si possono utilizzare i preparati biodinamici che consentono di avere un suolo morbido, poroso e garantiscono una buona salubrità delle piante.
Raccolta e conservazione
La raccolta degli asparagi si effettua da metà marzo fino a metà giugno, in base all’area geografica: quando il turione spunta dal suolo di 1-2 cm viene reciso – con particolari forchette – a una profondità di circa 20-25 cm.
La raccolta è scalare e deve essere tempestiva – in alcuni casi addirittura giornaliera – perché se il turione esce eccessivamente dal suolo può diventare fibroso e coriaceo.
I turioni appena raccolti vanno messi in acqua fredda e mantenuti umidi nel lato del taglio fino a quando non verranno consumati. Se vengono privati della loro umidità diventano duri, fibrosi e gommosi. La raccolta termina quando i turioni hanno dimensioni inferiori alla media, per cui la pianta va lasciata sfogare nella sua vegetazione per tutta l’estate, quando produrrà fiori e bacche: per poterla mantenere in buon stato di salute, da questo momento in poi la parte aerea non andrà mai recisa.
Solo nel tardo autunno, quando la pianta sarà completamente secca, si procederà alla pulizia dell’asparagiaia.
Amplificare la rinascita
L’esempio di VAIA ci racconta una storia di devastazione ma anche di rinascita, tra innovazione e riscoperta del territorio per ridefinire la contemporaneità e il mondo in cui vogliamo vivere.
Da una tempesta, portatrice di distruzione, a un progetto di ricostruzione e valorizzazione del territorio, coniugando innovazione e artigianato locale. Il tutto racchiuso in un cubo – il VAIA Cube – un amplificatore per smartphone realizzato utilizzando il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia che, a fine ottobre 2018, seminò la devastazione nell’area montana delle Dolomiti e delle Prealpi Venete. Ideatore di questo progetto è Federico Stefani il quale – dopo anni di lavoro all’estero –ha risposto al forte richiamo della sua terra con un’idea innovativa, ispirata alla contemporaneità ma frutto della tradizione artigianale locale.
Federico, raccontaci com’è andata
Come dico sempre, all’origine del cambiamento ci deve essere un momento di rottura che determina una presa di coscienza. Quel momento, per me, è stato la tempesta Vaia, il più grande disastro ambientale negli ultimi 50 anni in Italia e uno dei peggiori d’Europa: appena due ore di pioggia e vento per spazzare via 42.000.000 di alberi. Di fronte a un evento così violento e incomprensibile – che segue quel trend di eventi metereologici estremi frutto dei cambiamenti climatici – mi sono detto: forse è il caso che io mi prenda delle responsabilità. Così sono rientrato da Bruxelles e mi sono chiesto come potevo creare valore, in quel contesto, utilizzando le mie competenze; come potevo mettere le mie idee a servizio del mondo che immagino, un mondo fatto di inclusione e rispetto, nel quale ognuno può dare il meglio di sé. Così, una volta
in Italia ho chiamato Paolo e Giuseppe, due cari amici dell’università, per illustrare loro la mia idea di recuperare il legno degli alberi spazzati via dalla tempesta...
Come mai proprio VAIA Cube?
Nell’aprile del 2018 mio nonno aveva intagliato, nel legno di noce, un amplificatore per smartphone. Io – che non amo circondarmi di oggetti – ne ero rimasto particolarmente colpito: mi ha affascinato l’idea che un telefono così moderno potesse essere amplificato grazie all’incavo di un legno intagliato da un ultra novantenne. Dopo la tempesta, l’intuizione è stata immediata: cosa, meglio di quell’oggetto, poteva amplificare la rinascita di quest’area? Ho riunito un gruppo di designer – Gabriele, Alice e Giorgio – con i quali abbiamo deciso di costruire il cubo del nonno come emblema di questa rinascita: il taglio centrale fatto con l’ascia, che spezza ogni volta il VAIA Cube in modo diverso, nasce proprio dalla volontà di riconnettere l’oggetto con la storia di questi alberi spezzati e sradicati. L’idea che una ferita si possa rimarginare grazie al lavoro di tante persone, che non siamo una società usa e getta ma una società che si può riparare e ricostruire.
Avete scommesso sul fare impresa, una sfida non facile nel nostro Paese…
In Italia, la concezione che si può fare impresa creando valore per gli altri non è molto popolare. Interrogandoci su che cos’è la sostenibilità ci siamo
detti che non aveva senso fare, per esempio, una raccolta fondi. Abbiamo quindi deciso di creare una startup che metta al centro la sostenibilità economica delle comunità locali e che rappresenti anche un’occasione per promuovere un nuovo modo di fare impresa creando valore e prendendosi cura del territorio. Un progetto che, partendo dal recupero e dalla valorizzazione degli alberi, ha coinvolto boscaioli e segherie, ma anche giovani designer che hanno progettato oggetti poi realizzati da artigiani locali. E che si conclude, a chiusura del cerchio, con la ricostruzione del territorio attraverso la piantumazione di alberi. Inizialmente non è stato semplice, per mesi ho collezionato tanti no. Di fronte a un evento come questo si voleva soprattutto dimenticare e non si coglieva il fatto di poter invece imparare qualcosa… è servito il potere dell’esempio, unito al nostro entusiasmo, per spingerli a rivedere la loro prospettiva.
a 360 gradi, disposte a mettersi in gioco, ciascuna diversa dall’altra ma con una sfida comune: una società più inclusiva che metta al centro il rispetto e l’ambiente. È per questo che, quando le persone vengono a piantare alberi con noi, durante quegli eventi organizziamo anche spettacoli, concerti, dibattiti e occasioni di interazione con la natura. L’ultimo è stato la Foresta degli innovatori, al quale abbiamo invitato giovani under 35 che stanno facendo qualcosa per la società, piantando un albero per ciascuno di loro. Dalla nascita di VAIA, sulle Dolomiti abbiamo piantato 70.000 alberi e puntiamo a raggiungere l’obiettivo delle 100.000 messe a dimora.
Come vedi l’evoluzione di VAIA per il futuro?
Con VAIA abbiamo voluto soprattutto creare una community di persone che costruiscono la contemporaneità in un mondo nel quale si vogliono sentire rappresentati e non esclusi. Questo non è un dettaglio irrilevante, perché ha a che vedere con il creare un senso di appartenenza parlando dei temi che riguardano tutti noi e di come li affrontiamo: cibo, arte, mobilità, consumi, diritti civili… VAIA è una community di persone che parlano di sostenibilità
Oggi siamo sulle Dolomiti, ma stanno partendo dei progetti anche in altre parti d’Italia e del mondo, come la Puglia, con gli alberi di olivo colpiti da Xylella. Inoltre, si parla anche di plastica nel Po, di lana e di altre materie prime che possiamo reinterpretare attraverso la creatività per dare vita a oggetti contemporanei. Per il futuro ci immaginiamo delle community internazionali open source, che mettano a disposizione idee buone per le persone. Da parte nostra, contribuiamo a rafforzare la coscienza collettiva, partecipando come motivatori in diversi eventi e intervenendo nelle università con l’obiettivo di far capire che, se le cose si vogliono davvero fare, si possono fare. E ciò potrebbe anche rivelarsi più facile di quello che sembra.
Il vostro obiettivo, però, non è mai stato solo quello di vendere oggetti…
Lasagne al pesto con verdurine di stagione
con Blessed Brands Creative Studio
Ingredienti per 4/6 persone
Procedimento
600 g di spinaci freschi, 500 g di pasta per lasagne, 200 g di formaggio feta, 80 g di pesto di basilico, 1 kg di piselli freschi, 1/2 limone (la scorza), olio extravergine d’oliva q.b., sale q.b.
Per la besciamella
90 g di farina tipo 0, 80 g di olio extravergine d’oliva, 1 l di bevanda vegetale senza zuccheri, sale e pepe q.b., noce moscata q.b.
1Sbollentate la pasta per lasagne, scolatela e lasciatela asciugare per bene. Sgranate i piselli, pulite gli spinaci e saltateli in padella con un filo di olio e qualche cucchiaio di acqua. Cuocete per 10 minuti circa, mescolando di tanto in tanto fino a quando non si saranno ammorbiditi.
2 Per la besciamella, in un pentolino tostate la farina con l’olio e portate sul fuoco, mescolando con una frusta per qualche minuto. Aggiungete la bevanda vegetale e portate a bollore, sempre mescolando. Proseguite la cottura a fuoco vivace per qualche minuto, finché il composto non si sarà addensato. Ora, aggiustate di sale e di pepe, condite con un pizzico di noce moscata e lasciate intiepidire.
3
In una teglia disponete uno strato di pasta, un po’ di besciamella, le verdure, del formaggio feta sbriciolato e qualche cucchiaio di pesto, procedendo così fino a esaurire tutti gli ingredienti.
Terminate con un filo di olio e cuocete in forno statico preriscaldato a 180 °C per 30 minuti circa, fino a che la superficie non risulterà bella dorata. Lasciate intiepidire, guarnite con della scorza di limone grattugiata e servite.
È perfetta anche per il pranzo fuori casa questa lasagna di primavera: si conserverà alla perfezione e il giorno dopo sarà ancora più buona.
Il mondo non può più attendere
Il potenziale rivoluzionario dell’agricoltura biodinamica per la salvaguardia del Pianeta in un volume che ne svela la realtà scientifica, economica e normativa.
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La ricerca scientifica ne ha visto il potenziale rivoluzionario, ma molti sono ancora i suoi detrattori. Ecco la risposta, dati alla mano, a un pregiudizio ideologico. Perché il mondo non può più attendere.
LE FORMICHE VERDI
Un libro che spiega e documenta perché gli alimenti biodinamici abbiano un’alta qualità nutrizionale e rendano un grande beneficio all’ambiente e alla fertilità: scritto a quattro mani, è in vendita nei punti vendita NaturaSì “L’insopportabile efficacia dell’agricoltura biodinamica” (ed. Terra Nuova, € 10).
All’interno di questo agile volumetto, gli autori –Carlo Triarico, Nadia El-Hage Scialabba, Alessando Piccolo e Sabrina Menestrina –mostrano infatti come la ricerca scientifica supporti le pratiche biodinamiche, di cui ha visto il potenziale rivoluzionario, portando all’attenzione del grande pubblico la realtà scientifica, economica e normativa sull’agricoltura biodinamica. Presentato negli scorsi mesi dal presidente di NaturaSì Fabio Brescacin e dal presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica
Carlo Triarico con tappe presso alcuni Bistrot NaturaSì, il libro aiuta a capire la missione di NaturaSì per la qualità alimentare e ambientale e il perché le aziende biologiche de Le Terre di Ecor applichino anche le tecniche più impegnative dell’agricoltura biodinamica.
La biodinamica, un patrimonio comune
“Il modello biodinamico ha anticipato e ispirato tutta l’agricoltura biologica decine di anni prima” spiega Carlo Triarico. “Oggi disponiamo di 100 anni di applicazione in campo di Agricoltura Biodinamica. È un patrimonio comune.
Rudolf Steiner e i suoi allievi hanno sviluppato il primo modello ecologico di agricoltura che in tutti questi anni ha dimostrato di funzionare” continua Triarico, “che fa economia circolare con il ricircolo della sostanza organica, senza utilizzare input esterni e che produce reddito e biodiversità, in linea con gli obiettivi di sostenibilità. Per questo la biodinamica può essere di aiuto a tante aziende agricole e il cittadino deve conoscere il grande impegno dell’agricoltore biodinamico”.
La qualità degli alimenti
Nadia El-Hage Scialabba è autrice del secondo capitolo del libro con “Ecologia alimentare biodinamica”, in cui spiega l’efficacia del cibo biodinamico per la salute. “Nei primi anni 2000 non c’erano studi sugli interferenti endocrini. Oggi sappiamo bene quanto questi siano dannosi alla salute umana. È soltanto nel 2016 che il Parlamento europeo ha riconosciuto la superiorità dei prodotti biologici e biodinamici” spiega. I prodotti bio, non trattati con concimi chimici, sono più ricchi (dal 14% al 60%) di polifenoli, che
hanno capacità antiossidanti. Hanno meno metalli pesanti del convenzionale. Recentemente gli studi hanno evidenziato la maggiore qualità degli alimenti biodinamici sui biologici, in particolare quelli che riguardano l’epigenetica, l’influenza dell’ambiente su un organismo. Sappiamo misurare
Il benessere animale
Infine, il capitolo sul benessere animale è curato da Sabrina Menestrina. La biodinamica prevede l’obbligo di ospitare gli animali, ma le vacche devono muoversi, libere di mangiare quanto viene dall’azienda, senza forzature sulla produzione e le gravidanze. “Non possiamo parlare di benessere quando gli erbivori non pascolano, le galline non razzolano, i maiali non grufolano”. Un allevamento di rispetto e amore stabilisce la missione per l’agricoltore biodinamico, custode di terra, piante, animali e salute umana. Con questo libro i cittadini conosceranno l’impegno dei nostri agricoltori perché i migliori alimenti siano per tutti.
GLI AUTORI
Carlo Triarico
Storico della scienza, presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica e membro del Comitato permanente per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica del Ministero delle Politiche Agricole.
la maggiore vitalità dei prodotti biodinamici e l’impatto positivo sulla capacità della pianta di resistere agli attacchi esterni e quindi sulla salute umana. “Gli animali biodinamici si nutrono prevalentemente di erba e producono alimenti salutari, riducendo, per esempio, l’emergere di allergie” conclude El-Hage Scialabba.
La fertilità della terra
Alessandro Piccolo, uno dei maggiori esperti di chimica dell’Humus, spiega che in biodinamica è obbligatorio concimare con l’humus che rappresenta la fertilità intrinseca del suolo. Possiede infatti i nutrienti fondamentali per le piante e permette loro di attivare i meccanismi fisiologici; stimola i fenoli sulle radici che aumentano l’assimilazione dei nutrienti. In simbiosi con le piante, quindi, permette loro di crescere e sviluppare tutte le potenzialità genetiche. “I preparati biodinamici, cornoletame e cornosilice, sono dei veri e propri preparati biotecnologici naturali che attivano azioni biostimolanti che favoriscono lo sviluppo della sostanza organica (cornoletame) e proteggono le piante (cornosilice). La sostanza organica permette di accumulare e stabilizzare il carbonio nel suolo e quindi rappresenta un potente strumento contro l’innalzamento dei gas serra in atmosfera”.
Alessandro Piccolo
Professore ordinario di chimica agraria, Università di Napoli Federico II. Premio Fondazione Alexander von Humboldt (DE) per la chimica dell’Humus.
Nadia El-Hage Scialabba
Ecologa, ex-dirigente della FAO (Nazioni Unite) e attualmente collaboratrice del Swette Center dell’Università statale dell’Arizona, USA.
Sabrina Menestrina
Medico veterinario, già segretario generale dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica, coordinatore internazionale medicina veterinaria antroposofica al Goetheanum (Svizzera).
Rudolf Steiner e i suoi allievi hanno sviluppato il primo modello ecologico di agricoltura che in tutti questi anni ha dimostrato di funzionare, che fa economia circolare con il ricircolo della sostanza organica, senza utilizzare input esterni e che produce reddito e biodiversità, in linea con gli obiettivi di sostenibilità.In foto: Nicholas Bawtree, direttore responsabile di Terra Nuova, con Nadia El-Hage Scialabba, Carlo Triarico e Alessandro Piccolo.
KRUNCHY JOY Poco zucchero. Tanto piacere!
Un Krunchy cioccolatoso completamente vegano? Sì, perché per Krunchy Joy Cacao non serve il cioccolato al latte! Nel sacchetto entra solo il miglior cacao del commercio equo e solidale, che trasforma i fiocchi d’avena agglomerati in una vera delizia.
I friabili agglomerati di fiocchi d’avena combinati con le nocciole croccanti diventano un’esperienza di gusto irresistibile nel nostro Krunchy Joy Nocciola. L’aggiunta di farro soffiato e cornflakes arricchisce il gusto con un tocco decisivo e completa questo muesli croccante alle nocciole con leggerezza e allegria.
Cascine Orsine: biodinamici da generazioni
Situata a Bereguardo, in provincia di Pavia, Cascine Orsine è tra le aziende agricole che hanno fatto la storia della biodinamica nel nostro Paese.
Erano infatti i primi anni Settanta quando Giulia Maria Crespi decise di convertire questi terreni alla biodinamica, dando il via così a una storia di eccellenza agricola destinata a tramandarsi di generazione in generazione fino a oggi, non solo grazie all’alta qualità dei suoi prodotti, ma anche all’impegno profuso per la conservazione del territorio e per la salvaguardia della biodiversità. Ci troviamo, del resto, all’interno del Parco del Ticino, area naturalistica di pregio che segue il corso dell’omonimo fiume.
Le coltivazioni in campo
Dei 750 ettari di cui si compone l’azienda, 400 sono coltivati con il metodo biodinamico mentre – sugli ettari restanti – sono stati mantenuti boschi e lanche, tipici di questa zona, in cui trovano rifugio tante specie animali, a partire dalle rane – simbolo dell’azienda agricola – il cui canto ha ricominciato a farsi sentire in quest’area dopo l’abbandono della chimica, ormai oltre 40 anni fa. Tra le coltivazioni centrali, vi è sicuramente quella del riso – coltura tipica della zona – che viene portata avanti a partire dall’erbaio. A questo si aggiungono altri cereali e legumi, oltre agli ortaggi e al foraggio utilizzato per l’alimentazione degli animali: nei campi vengono infatti prodotti tutti gli ingredienti in seguito assemblati per comporre la razione.
L’allevamento e la stalla
La stalla riveste un ruolo fondamentale per l’azienda, che realizza al suo interno il ciclo chiuso, come previsto dalla biodinamica. L’allevamento bovino si compone di 400 vacche, di cui 150 in lattazione.
Tutti gli animali hanno libero accesso ai pascoli: nella stagione calda prediligono le ore notturne, mentre nelle altre stagioni possono uscire nell’arco di tutta la giornata. Il latte, munto quotidianamente, viene lavorato all’interno del caseificio aziendale e trasformato in yogurt e formaggi tipici della zona.
È preparato con il latte dell’allevamento aziendale questo formaggio fresco spalmabile, ricco di fermenti lattici, dalla consistenza cremosa e dal sapore leggermente acidulo.
Prodotto in evidenza
Insalata di quinoa con verdure e zenzero
Ingredienti per 4 persone
Procedimento
1
200 g di quinoa bianca o mix
500 g di acqua
1 spicchio d’aglio
2 foglie di alloro essiccato
1 cipolla dorata
2 carote medio-grosse
1 finocchio
½ piccolo cavolfiore
5 cm di radice di zenzero
1 bicchiere di succo di mela
2 cucchiai di prezzemolo fresco
olio extravergine d’oliva
sale q.b.
Dopo aver lavato e scolato con cura la quinoa, in una pentola con un buon fondo unite un volume di quinoa con due di acqua, l’alloro e lo spicchio d’aglio schiacciato. Regolate di sale e cuocete a fuoco medio per 15-20 minuti con coperchio e senza mescolare, fino a quando l’acqua si sarà assorbita e la quinoa risulterà cotta. A quel punto, eliminate le foglie di alloro.
2
Nel frattempo, in una padella capiente scaldate due cucchiai d’olio e rosolate lo zenzero pelato e tritato con la cipolla tritata per una decina di minuti. Sfumate con il succo di mela e unite carote e finocchio tagliati a quadretti e il cavolfiore già diviso in cimette. Cuocete a fiamma viva, salando e mescolando, per una decina di minuti: le verdure dovranno mantenersi piuttosto croccanti.
3
Unite in padella anche la quinoa e fate insaporire per qualche minuto. Regolate di sale e porzionate nei piatti individuali, guarnendo con il prezzemolo tritato. Quinoa
La luna, passando davanti alle costellazioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi. In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono i tempi di semina, lavorazione e raccolta. Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo.
25 MAR
24 LUN
23 DOM
22 SAB
26 MER
27GIO 28VEN 29SAB 30 DOM 16 DOM
Aprile
taglio ritardante capelli
rinvaso
In cucina Cura di sè Orto e giardino 21 VEN
il pane lo yogurt potatura concimazione 1 SAB 2 DOM 3LUN 4MAR 5MER 6GIO 7 VEN 8 SAB 9 DOM 10 LUN 11 MAR MER12 GIO13 VEN14 15 SAB 17 LUN MAR18 MER19 GIO20
attività fisica
Muffin di farro con fragole e rosmarino
Ingredienti per 4 persone
200 g di farina di farro integrale, 100 g di farina di tipo 1, 300 g di fragole, 80 g di zucchero di canna, 80 g di olio di semi, 300 g di bevanda vegetale senza zucchero, 80 g di mandorle, 1 bustina di lievito per dolci, 1 cucchiaino di vaniglia in polvere, rosmarino q.b.
Per il topping:
300 g di fragole, 1 cucchiaio di zucchero di canna, 1/2 limone (il succo), mandorle a lamelle q.b., acqua q.b.
Procedimento
1In una ciotola capiente unite le farine setacciate con il lievito, le mandorle finemente tritate e il dolcificante scelto. Tritate anche il rosmarino e aggiungetelo al composto, assieme alla vaniglia, all’olio di semi e alla bevanda vegetale. Mescolate bene con una frusta per amalgamare il tutto e, se troppo asciutto, aiutatevi con un po’ d’acqua. Distribuite l’impasto nell’apposita teglia, all’interno dei pirottini, aggiungendo in superficie le fragole pulite e tagliate a pezzi.
2
Cuocete i muffin in forno statico preriscaldato a 180 °C per 30 minuti circa, finché non risulteranno leggermente dorati e ben lievitati. Lasciate intiepidire e, nel frattempo, dedicatevi al topping.
3
Pulite le fragole privandole del picciolo e tagliatele grossolanamente. Cuocetele in una padella per 10 minuti circa assieme al succo di limone, allo zucchero e a dell’acqua, mescolando per evitare che si attacchino. Una volta ottenuta una consistenza morbida e sugosa, lasciate intiepidire e utilizzate il composto per guarnire i vostri dolci. Terminate con qualche lamella di mandorla e servite.
Impastiamo!
Non gettate le foglie e la parte apicale delle fragole: mettetele in infusione con qualche fogliolina di menta, e se lo desiderate altri piccoli frutti, per ottenere un’acqua dissetante e profumata.
Rendere visibile il valore della natura
Un semplice filo di cotone per riprodurre erbe e piante espressione della biodiversità del nostro territorio:
è l’opera di Marina Gasparini, premiata da Arte Laguna Prize con una menzione speciale dedicata alla sostenibilità.
Portare l’Arte Contemporanea all’interno di realtà apparentemente più lontane dal settore: dal 2006, anno della sua fondazione, è questo l’obiettivo di Arte Laguna Prize, premio internazionale dedicato ad artisti e designer contemporanei, che negli anni ha costruito un network di collaborazioni e partnership oggi in costante crescita, lavorando a stretto contatto con partner di alto livello. E che rappresenta per molti artisti emergenti la meta e il trampolino di lancio per la propria carriera, grazie alla mostra presso l’Arsenale di Venezia e alle numerose iniziative attivate ogni anno. Arte Laguna Prize, infatti, promuove l’arte contemporanea generando circuiti di diffusione e partecipazione di pubblico a livello internazionale; stimola le relazioni tra soggetti operanti nel mondo delle arti visive, multimediali, performative e del design; dà vita a concrete opportunità di crescita degli artisti; crea progetti specifici che si propagano da Venezia a tutto il mondo, attivando a ogni edizione decine di collaborazioni; organizza tutto l’anno mostre, residenze artistiche e progetti speciali che stanno diventando case history. Tra le sue finalità vi è quella di creare una rete virtuosa tra imprenditori e creativi, così da rendere il linguaggio artistico la voce delle realtà economiche venete, italiane e internazionali. Da installazioni site-specific alla grafica e all’identità visiva, dai video alla fotografia, passando per ogni medium dell’espressività artistica contemporanea, si propone come un luogo virtuale d’incontro rivolto a tutti gli operatori economici e ai mecenati che intendono investire in creatività, per dare
un valore aggiunto e fare della propria attività un’opera d’arte, avvalendosi di servizi tailor made messi a disposizione da artisti internazionali. Nel 2023, inoltre, è nata anche Arte Laguna Jobs, piattaforma online concepita per mettere in contatto profili di creativi di tutto il mondo con aziende che possono avvalersi dei loro servizi.
Arte e Sostenibilità
Sempre in costante evoluzione, Arte Laguna Prize nel 2016 ha dato vita alla sezione speciale “ARS: Arte Riuso Sostenibilità | Premio Sostenibilità e Arte” con l’obiettivo di premiare opere d’arte create con materiali di recupero e con un focus specifico, a ogni edizione, su un materiale o su un tema. Un fertile terreno di incontro, questo, per la collaborazione con NaturaSì che – nel 2021 – ha portato alla premiazione di Marina Gasparini, artista italiana le cui installazioni si ispirano a iconografie di epoche e culture diverse, adattate per rifondere lo spazio. “Il lavoro di Marina Gasparini racconta attraverso un’esperienza immersiva come potrebbe essere una passeggiata in un orto botanico”, si legge nelle motivazioni del riconoscimento. “L’artista narra il valore della biodiversità e quanto siano preziose la sua tutela e conservazione; il suo lavoro è contemporaneo, delicato e incisivo, capace di abitare spazi e luoghi diversi, flessibile e libero come i filati utilizzati nelle sue opere, ma anche come un filo d’erba mosso dal vento. Le sue opere e la sua ricerca artistica colpiscono per la loro capacità di rendere
la fragilità e la vulnerabilità degli elementi naturali attraverso opere di grande impatto visivo”.
La residenza artistica
È ciò che avviene nel caso dell’installazione permanente presso la Società Agricola Biodinamica San Michele, meta della Residenza Artistica dell’artista, esperienza che è parte del riconoscimento che le è stato attribuito. Un progetto, quello realizzato alla San Michele, che spinge lo spettatore a riflettere sul valore, la bellezza e l’equilibrio che potremmo perdere se non proteggessimo la biodiversità, e che l’artista ha avuto modo di sviluppare durante la residenza, continuando la sua ricerca sulle piante tintorie. “Quest’esperienza ha fatto sì che l’opera che avevo già iniziato si arricchisse di valori che sono anche quelli dell’azienda e sono valori di integrazione, non aggressività. E questo è qualcosa che ha arricchito molto questo progetto”, spiega Marina Gasparini che, nei luoghi della tenuta, vero e proprio organismo dove ogni elemento vivente interagisce all’unisono con l’altro, ha voluto lasciare un segno personale, ma comunque in dialogo con l’ambiente circostante e con il precedente intervento legato alla valenza simbolica della pianta di Achillea Millefoglie, intitolato ArteBonificaCampagna, a cura di Silvia Petronici. Realizzata con del filo di cotone giallo come l’Achillea, pianta tintoria che ha una grande importanza per i preparati biodinamici, se da un lato intende rievocare l’iconologia della medesima pianta di Achillea, dall’altro vuole mantenersi altresì in una modalità mimetica e non invasiva, anche attraverso l’uso di un materiale primario
come il filo di cotone, rappresentando la pianta in maniera quasi invisibile. Alcuni disegni tratti da erbari e trattati botanici raffiguranti i fiori, il fusto e le foglie della pianta, sono stati riprodotti con una particolare tecnica che l’artista definisce “disegno tessile”. Si tratta di un segno ottenuto con il filo che segue i contorni del disegno originale ma liberato dal suo supporto; ciò che se ne ricava è un oggetto in transito tra una condizione e l’altra, non più bidimensionale, ma non ancora completamente tridimensionale. Un po’ come “disegnare nell’aria”, rendendo il disegno indipendente e lasciando che le piante possano volare, un po’ come volano i semi”.
Arte Laguna Prize
Mostra di arte contemporanea
11 marzo - 16 aprile, Arsenale Nord, Venezia
Con l’esposizione di 240 opere, di altrettanti artisti provenienti da oltre 50 Paesi, Arte Laguna Prize presenta dall’11 marzo al 16 aprile 2023 la mostra dei finalisti.
Lo straordinario spazio dell’Arsenale Nord di Venezia, con i suoi 4000 mq, accoglie le opere selezionate nelle due ultime edizioni per ciascuna delle dieci categorie del premio: pittura, scultura e installazione, arte fotografica, video arte e cortometraggi, performance, arte digitale, grafica digitale e cartoon, land art, arte urbana e street art, art design.
I finalisti sono stati scelti, tra oltre 20 mila candidati, da due giurie, una per ogni edizione, composte da curatori, direttori di museo ed esperti d’arte di calibro internazionale.
Per info: https://artelagunaprize.com/it/
Alla ricerca della meraviglia
Giunge alla 6° edizione ARTinCIRCO Festival Internazionale di Circo contemporaneo e Arti performative, attento alla sostenibilità e all’ambiente, con lo spettacolo itinerante “Bosco Sonoro” nel teatro naturale del parco dei Gessi Bolognesi.
Può lo spettacolo dal vivo, un contagioso sorriso o un sussulto dell’animo, render(ci) più consapevoli del nostro stare sulla Terra? Questa una delle scommesse di ARTinCIRCO festival che giunge nel 2023 alla 6° edizione: non solo Circo Contemporaneo, ma anche una festa delle Arti con più di 45 spettacoli in programma e molti eventi collaterali, per ogni età, sotto il tendone allestito per l’occasione ad Ozzano dell’Emilia, nel parco del municipio antistante, nel bosco di Settefonti e nelle piazze di Castel S. Pietro Terme e Minerbio. Un’estate intera di incontro e condivisione, giochi creativi all’aperto, musica, racconti animati e la magia del gesto teatrale e circense, un uso gentile dei luoghi e delle risorse, uno sguardo sensibile al presente dello stare assieme e al futuro dei modi di vivere e con-vivere.
L’edizione 2023
Manifestazione multiforme di respiro internazionale, quest’anno ospiterà artisti pluripremiati da Francia, Svizzera, Repubblica Ceca e Brasile; tra gli altri, andranno in scena: la più alta poesia del volto e dei gesti del clown (“Oh oh” - Baccala Clown, dal 27 aprile al 1° maggio); commistioni di canti e danze tradizionali e contemporanee intorno ai rituali operosi nell’ora più calda, essenza del popolo brasiliano e delle influenze indigene e africane
(“Maiador” – Cia Delà Prakà, dal 5 al 7 Maggio); spettacoli di danza col fuoco sul far della notte, bolle di sapone (l’incanto dei più piccoli), comicità e giocoleria secondo la migliore tradizione dell’arte di strada; senza tralasciare la conferenza-spettacolo sulla storia del Clown con il prestigioso contributo di Raffaele De Ritis e Anna Stoll Knecht (Svizzera).
Tutto però inizia con una rassegna primaverile di pre-apertura nel contesto naturale del Bio-agriturismo Dulcamara (località Settefonti) ad omaggiare l’antica idea, dove tutto è cominciato nel 2016 con i primi coraggiosi spettacoli circensi immersi nella natura, piccola sfida sognante di un progetto agli albori, di un festival di là da venire: perché portare il pubblico in collina non è facile, è un atto di fiducia, verso se stessi e le infinite possibilità dei luoghi non noti, da esplorare; questo è lo spirito di ARTinCIRCO, condiviso nei valori e negli obiettivi dall’Ente Parco e dalla rete di associazioni del territorio “CalanchiAmo” che supportano l’evento.
Un teatro naturale
È infatti nel parco naturale dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa che il progetto culturale nasce, prende corpo e ciclicamente ritorna, nel più grande parco carsico dell’Emilia-Romagna sulle prime colline bolognesi.
Ambiente simbolo di un sottile e labile equilibrio geologico – di affioramenti e doline, altopiani e valli cieche – oltre che antropico, un tempo intaccato dalle attività estrattive, ed ora una delle principali emergenze naturalistiche protette della Regione. Per la loro natura solubile, i gessi sono attraversati da complessi sistemi in mutamento di acque sotterranee, con inghiottitoi e fratture, tanto che interi rivoli si inabissano per tornare alla luce dopo chilometri. Scenari di inaspettata bellezza, angoli all’apparenza inaccessibili che nascondono l’ingresso a grotte, aspre dorsali calanchive e lievi pendii argillosi che sfumano nella grande pianura, strutture cristalline dai riflessi argentei e madreperla, tali da ricordare distese lunari.
Bosco SonoroNon poteva essere che un paesaggio lirico così conformato a concedere la sorpresa del ritrovamento di un teatro naturale, una dolce conca-arena abbracciata da un fondale vegetale di alberi forse secolari lungo un sentiero di crinale di Settefonti: il genius loci perfetto per la nascita e messa in scena dello spettacolo itinerante e site-specific Bosco Sonoro, un viaggio-esperienza per una piccola comunità provvisoria di spettatori-camminatori.
L’intento è semplice e l’aspirazione nostalgica: un invito all’ascolto del silenzio e dei molti rumori del parco, un passeggiare lento affidandosi al racconto
di un narratore, con improvvise micro-drammaturgie a sorpresa per mano di bizzarri personaggi-fauni, che appaiono e scompaiono per eseguire performance musicali su strumenti inventati e di riciclo (tubofoni, cristallofoni, carillon di grandi dimensioni, hula-hop trasformati in corno francese, clave in sax).
Bosco Sonoro è un rituale circense, per staccarsi dalla vita ordinaria e lasciar liberi i sensi e il pensiero, ma anche l’occasione per volgere attenzione e ricordarci che le foreste offrono sostentamento e riparo all’80% di tutte le specie terrestri, essenziali per il contrasto al cambiamento climatico e la protezione della biodiversità.
ARTinCirco festival 2023:
• dal 23 aprile al 7 maggio, OZZANO DELL’EMILIA (BO)
• dal 9 aprile al 14 maggio, DULCAMARA (loc. Settefonti)
• 12, 13, 14 maggio, BOSCO SONORO (loc. Settefonti)
• 3 e 4 giugno, CASTEL S. PIETRO T.
• luglio e agosto, MINERBIO
Info e prenotazioni: 3427736730 www.artincirco.it
Mini torta salata con
carciofi e menta
con Blessed Brands Creative Studio
Ingredienti per 2 persone
Costo a porzione
Per l’impasto: 300 g di farina di tipo 1, 60 ml di olio extravergine d’oliva, 150 ml di acqua fredda, 1 pizzico di sale, legumi secchi q.b.
Per la farcia: 150 g di formaggio spalmabile, 3 carciofi, menta q.b., grana a scaglie q.b. (facoltativo), olio extravergine d’oliva q.b., sale q.b.
Procedimento
1 Per preparare la base unite in una ciotola 300 grammi di farina di tipo 1, un pizzico di sale e 60 ml di olio extravergine d’oliva a filo, iniziando a mescolare. Aggiungete poco alla volta 150 ml di acqua e impastate energicamente fino a ottenere un panetto morbido e compatto. Se dovesse risultare un po’ friabile, aiutatevi con qualche altro cucchiaio di acqua per renderlo più omogeneo. Copritelo con un canovaccio e fatelo riposare in frigorifero per 15 minuti circa.
2
Nel frattempo pulite i carciofi, privandoli delle foglie più esterne e dei gambi, che utilizzerete per un’altra preparazione. Eliminate la barbetta interna e tagliateli a fette sottili. Rosolateli in una padella con un filo di olio, un pizzico di sale per 5 minuti circa, in modo tale che rimangano ancora croccanti.
3
Farina biologica di grano tenero tipo 1
LE TERRE DI ECOR
Dopo il tempo di riposo stendete l’impasto con uno spessore di circa 1 cm e disponetelo su una teglia oliata e infarinata. Bucherellate il fondo e copritelo con dei legumi secchi per evitare che l’impasto si gonfi in cottura. Cuocete in forno statico preriscaldato a 180 °C per 25 minuti circa, finché non risulterà dorata e croccante.
meno di 2 euro meno di 3 euro meno di 4 euro
Oggi in cucina
la variante di copertina in alternativa ai carciofi, potete farcire questa torta salata con ortaggi primaverili come asparagi, fave e piselli, decorando infine con fiori eduli.
4
Stemperate il formaggio spalmabile con qualche cucchiaio di acqua, un pizzico di sale e mescolate fino a raggiungere una consistenza cremosa.
5
Dopo aver rimosso i legumi, farcite la base precedentemente cotta con la crema di formaggio, decorate con i carciofi e qualche foglia di menta e servite tiepida o fredda. A piacere potete aggiungere in superficie delle scaglie di formaggio da grattugia.
carciofi
Penne integrali
con patè di carciofi e spinacini
con Blessed Brands Creative Studio
Ingredienti per 4 persone
400 g di penne rigate
6 carciofi (le foglie esterne e i gambi)
1 spicchio di aglio
spinacini freschi q.b.
pinoli tostati q.b.
peperoncino secco q.b.
timo fresco q.b.
acqua q.b., olio extravergine d’oliva q.b., sale q.b.
Per preparare il patè, saltate in pentola le foglie esterne e i gambi di 6 carciofi, con un filo d’olio, uno spicchio d’aglio e del peperoncino. Coprite con dell’acqua bollente, aggiustate di sale e cuocete a fuoco medio per almeno 40 minuti, aggiungendo altro liquido se dovesse asciugarsi troppo.
Una volta che le verdure si saranno ammorbidite, scolatele e passatele nel passaverdura, fino a ottenere una crema densa e omogenea.
Cuocete 400 g di penne rigate integrali in acqua bollente salata per il tempo indicato sulla confezione, scolatele e conditele con il patè di carciofi, dei pinoli tostati, qualche rametto di timo e peperoncino a piacere. Se volete, terminare con qualche foglia di spinacino fresco per dare un tocco di freschezza al piatto.
Penne rigate integrali SÌ ESSENZIALI
Prodotto in evidenza
Come ti riciclo... le foglie e i gambi dei
Ospitalità è amore per la Terra
Dalla tavola fino alla cura della persona, le strutture di Ospitalità Natura utilizzano prodotti locali e biologici che raccontano una storia di responsabilità e di sensibilità verso l’ambiente.
EcoGreen Agritur Fiores tra piante officinali e prodotti naturali
Un piccolo agriturismo, nell’incanto delle Dolomiti trentine, in Val di Fassa, che accoglie i suoi ospiti con il calore e il profumo del legno, ma anche un’azienda agricola dalla quale, oltre alle piante aromatiche, arrivano anche gli ingredienti a km 0 – come le farine di frumento e grano saraceno – utilizzati per la colazione. Il luogo perfetto per una pausa green dalla quotidianità.
Club Hotel Lago di Tenno dove la sostenibilità è di casa
Situato tra monti e boschi nel cuore del Trentino, a pochi chilometri dal Lago di Garda, un hotel a gestione familiare fortemente radicato nel territorio, che privilegia prodotti locali, ed è particolarmente attento al risparmio idrico: l’acqua calda è fornita dall’impianto termico, mentre i riduttori del flusso d’acqua all’interno delle camere ne limitano il consumo eccessivo.
Fattoria dell’Autosufficienza l’ispirazione per un nuovo stile di vita
A Bagno di Romagna, a ridosso delle Foreste Casentinesi, un Bio-Agriturismo nato dalla riscoperta e valorizzazione di un luogo abbandonato attraverso l’applicazione della bioedilizia, utilizzando materiali naturali come roccia, legno, paglia, calce e canapa. In cucina, si utilizzano solo materie prime biologiche di stagione, autoprodotte o di provenienza locale.
Fondamentale è scegliere accuratamente il luogo in cui alloggiare, orientandoci su strutture che abbiano i nostri stessi principi e che adottino con convinzione soluzioni improntate alla sostenibilità. Ospitalità Natura fa proprio questo: riunisce tutte quelle realtà che, attraverso le loro scelte, portano avanti un’idea di vacanza consapevole e sostenibile. Scopri tutte le offerte su ospitalitanatura.it
Per informazioni scrivi a info@ospitalitanatura.it
La libertà di viaggiare slow
Con le sue proposte, ViandantiSì propone diverse soluzioni per viaggi slow, al di fuori degli itinerari tradizionali, con una particolare attenzione alla sostenibilità e al mondo agricolo.
Il turismo lento e outdoor è ormai in crescita costante ed è la scelta di viaggio preferita da migliaia di persone ogni anno. Trekking, cicloturismo, cammini ed esperienze sono le attività che vanno per la maggiore, regalandosi una pausa dai propri ritmi di vita e apprezzando appieno le bellezze del territorio. Un altro elemento fondamentale per un viaggio veramente slow è la scelta del periodo in cui si viaggia, che deve essere lontano dai periodi di alta stagione, permettendo così alla destinazione, alla struttura ricettiva e all’ambiente una crescita veramente sostenibile e armoniosa.
Le proposte Biovagando
Così come un sarto cuce un vestito su misura, le proposte Biovagando sono assolutamente tailor made. L’obiettivo è di rendere libero il viaggiatore nella scelta del periodo, di proporre esperienze coinvolgenti, di offrire momenti indimenticabili in mete poco conosciute ma di indiscussa bellezza. Qualche esempio?
•Pantelleria, scopriamola fuori stagione
•Isola di Burano, lezione di merletto in giardino con una delle poche merlettaie rimaste
•San Gimignano, trekking e biodistretto toscano
•Il cuore bio delle colline trevigiane, patrimonio Unesco.
Gli
itinerari di ViandantiSì
Per chi invece preferisce un viaggio pianificato fin nei minimi dettagli, ViandantiSì propone itinerari all inclusive nei quali dobbiamo mettere solo… la nostra voglia di viaggiare. Qualche esempio?
Andechser e Monaco - Un viaggio tra gli incantevoli paesaggi della Baviera, nella regione dei Cinque Laghi. Dal 20 al 24 giugno 2023
Alla gita in battello sull’affascinante e meno conosciuto lago Ammersee si affiancheranno gli assaggi
di gastronomia locale, sullo sfondo maestoso delle Alpi, con un’irrinunciabile visita al capoluogo bavarese. L’itinerario sarà anche l’occasione per visitare Andechser, azienda fondata dalla famiglia Sheitz nel 1908, con coraggio e amore per la natura.
Il Goetheanum e la Fioritura dei Cereali
Un viaggio nel cuore della biodinamica e dell’antroposofia. Dal 24 al 27 giugno
L’opportunità di vivere appieno le bellezze della Svizzera ma anche quella di entrare in contatto con il cuore e il centro dell’antroposofia e della biodinamica, grazie alle visite al Goetheanum e a Sativa. Inoltre, presso i campi di Feldbach sarà possibile ammirare lo spettacolo dei cereali in fioritura e scoprire l’importante lavoro di selezione delle sementi per la biodinamica.
ViandantiSì organizza esperienze di viaggio a contatto con la natura, il cibo, la cultura dei territori e i produttori agricoli vocati alla sostenibilità. Propone viaggi di gruppo, individuali e incentivi aziendali. Scopri di più su www.viandantisi.it
Le fragole
Secondo il mito nacquero dalle lacrime di Venere che piangeva la morte dell’amato. Si tende spesso a rimuoverle, ma anche le foglie attaccate al picciolo si possono tranquillamente consumare. Se tuttavia si preferisce rimuoverle, non gettatele: utilizzatele per infusi e smoothies ma anche – con menta e basilico – per un originale pesto fatto in casa.
Il kiwi
Dal Giappone, dov’è originario, il kiwi ne ha fatta di strada, fino a diventare una delle coltivazioni più comuni e diffuse nel nostro Paese. Se amate questo magnifico frutto, la primavera è una delle ultime occasioni per assaporarlo. Con il suo gusto fruttato e fresco, si presta a tante preparazioni diverse: smoothies e frullati, ma anche cheesecake da decorare con il verde brillante della sua polpa.
Il carciofo
Nato, secondo il mito, dalla trasformazione della ninfa Cynara, rea di aver rifiutato l’amore di Zeus, si presenta con un gambo spesso e foglie coriacee che racchiudono un cuore morbido. Ciò, però, non deve indurci in errore: del carciofo si può mangiare tutto, comprese le parti più dure, con le quali è possibile preparare vellutate, creme e patè.
Gli spinaci
Anche se il loro straordinario contenuto di ferro sembrerebbe derivare da un errore di stampa, gli spinaci si confermano comunque ortaggi dalle molte proprietà. Generalmente utilizzati cotti, possono essere impiegati anche crudi, in insalata, così da apprezzarne la croccantezza delle foglie: ottimo, per esempio, l’abbinamento di spinaci, noci e formaggio stagionato, conditi con aceto balsamico.
Gente che ci crede: storie che cambiano il mondo
È in onda da fine febbraio, con una puntata al mese Gente che ci crede, il nuovo podcast di NaturaSì: storie di gente come noi, con la testa nei sogni e le radici nella terra.
Dopo l’emozionante esperienza di Laboratorio 2050, NaturaSì torna con un podcast ancor più incentrato su ecologia, ambiente, sostenibilità. Lo fa raccontando le storie di GENTE CHE CI CREDE: persone che, nella propria vita, hanno scelto di ispirarsi a valori come la salvaguardia del Pianeta, uno stile di vita sano, un’alimentazione di qualità, ma anche il benessere degli animali e la lotta allo spreco di cibo e risorse. E che a loro volta possono essere d’ispirazione.
C’è chi vorrebbe essere più sostenibile, chi ci prova a fare una quotidiana raccolta differenziata a prova di “perfettini”, ma ha ancora confusione su metodo e modalità e quindi l’esperto “raccoglitore” può essergli d’aiuto. Ecco dunque che le storie della “gente che ci crede” lasciano un segno prezioso, condividendo uno suo stile di vita, il proprio lavoro o un sogno nel cassetto. Ma anche un insieme di valori da seguire, fatto di attenzione per l’ambiente, cura della propria salute, benessere degli animali, alimentazione più sostenibile, lotta allo spreco di cibo e acqua, beni preziosi e comuni. Buone, piccole azioni per un futuro di buone notizie. Perché essere uniti da un filo rosso ci fa sentire più umani e connessi con quanto ci circonda.
Ci accompagna in questo viaggio Giò Gaeta, appassionata di biologico e di storie: è sua la voce narrante di GENTE CHE CI CREDE, podcast prodotto da Storie Avvolgibili, del quale venerdì 24 febbraio è andata in onda la prima puntata dedicata allo spreco alimentare che ha visto – tra i protagonisti – Mirco Cerisola, direttore generale di Too Good to Go per l’Italia. E che vi dà appuntamento a marzo con una nuova puntata in cui racconteremo una storia di acqua, terra e contadini.
Se senti di far parte anche tu della “gente che ci crede” e vuoi raccontarci la tua storia, o segnalarci quella di qualcuno che conosci, scrivici a podcast@naturasi.it. Il tuo racconto potrebbe entrare in uno dei prossimi episodi!
Inquadra il QRcode per ascoltare GENTE CHE CI CREDE sul sito naturasi.it oppure cercalo su Spotify, Spreaker, Google Podcasts, Apple Podcasts, Amazon.
Crescita e maturazione
vanno di pari passo
di Jasmin PeschkeOgni primavera accogliamo con gioia la natura che si risveglia, germoglia e cresce. Il ciclo della vita ci dà stabilità e una certa sicurezza, perché invariabilmente segue le sue leggi. Crescita e maturazione sono due processi differenti che interagiscono e sono dipendenti l’uno dall’altro. Appartengono a noi umani e ci migliorano: sono due aspetti di quella vitalità che comprendiamo e sperimentiamo come resilienza e solidità, che addirittura si rafforzano di fronte a sfide e ostruzionismo. Al tema della qualità, come risultato dell’equilibrio di queste due forze, è dedicato un capitolo del libro “Cibo vitale. Nutrire l’uomo per rigenerare la terra”.
Eccone un estratto.
“La polarità tra crescita e differenziazione gioca un ruolo decisivo affinché lo sviluppo di una pianta o di un frutto possa completarsi e dia vita a un prodotto maturo. Ogni pianta ha una strategia propria per portare in equilibrio i due processi.
La maturazione avviene quando la fase di crescita è terminata. Questa regola vale anche per le persone: da adulti possiamo ancora “solo” maturare e ciò è importante per esprimere la nostra individualità. A livello fisiologico significa “invecchiare”. Questo termine, però, viene spesso visto negativamente; vorremmo infatti poter mantenere invariata nel tempo la nostra forma fisica, e non vorremmo mai affrontare la comparsa delle rughe e dei capelli bianchi. La maturazione coinvolge le nostre qualità animiche, rendendoci più interessanti e accentuando le nostre caratteristiche individuali. Ecco ancora un esempio di come nel tempo di maturazione si mostri l’individualità: all’inizio dell’estate vediamo le foglie verdi della vite coprire tutto il vigneto. Solo quando inizia la fase di maturazione riconosciamo dai diversi colori le diverse varietà delle foglie. Ogni varietà ha una diversa colorazione delle foglie. Dalla mia esperienza posso confermare che parlare di vitalità può creare molto facilmente confusione. La vitalità è un concetto elastico e può
venir impiegato in modo molto diverso dalle persone. La crescita conduce alla pressione delle cellule e così a un prodotto finale succulento e croccante. Quando si parla di prodotti vitali si intende, nella maggior parte dei casi, prodotti freschi, che sono cresciuti in modo rigoglioso e abbondante. Se un ortaggio ha tante foglie fresche, grandi e verdi, ci sembra vitale. Una pianta considerata vitale per le sue caratteristiche di crescita non è automaticamente vitale per le sue capacità di difesa dalle malattie o dai parassiti o per quanto riguarda i suoi benefici e il suo utilizzo per l’uomo. Se si punta soprattutto sulla crescita e non vengono considerati i processi di differenziazione, la pianta può crescere anche in modo eccessivamente “vitale” e il profumo, il calore, il sapore e la forma ne vengono influenzati negativamente. Il secondo significato di vitalità è quindi da intendersi come il migliore equilibrio possibile tra i processi di crescita e di differenziazione, in armonia con l’identità della pianta. Questo è il caso delle piante che hanno avuto il tempo sufficiente per svilupparsi. Quindi, per crescere e differenziarsi. Croccanti e succose, ma anche piene delle forze necessarie per difendersi dalle malattie e dai pesticidi, dotate di aroma e anche di sostanze che mantengono le persone in salute.”
Jasmin PeschkeSpecialista in scienze della nutrizione, da più di 30 anni si occupa di alimentazione in chiave antroposofica. Autrice del volume “Cibo vitale. Nutrire l’uomo per rigenerare la terra”, è coordinatrice per la nutrizione nella Sezione di Agricoltura del centro spirituale dell’agricoltura biodinamica presso il centro congressi dell’antroposofia a Dornach, in Svizzera, Peschke tiene conferenze e organizza seminari sull’alimentazione dinamica.
Bio consigli di lettura
Nutrire il corpo, ma anche l’anima: ogni bimestre una selezione di due titoli, che raccontano e approfondiscono i valori del nostro ecosistema. Chiedili al tuo negoziante e acquistali nel tuo negozio NaturaSì di fiducia.
Calendario delle semine di Maria Thun® 2023
Titia e Friedrich Thun
Editrice Antroposofica, Milano
L’originale Calendario delle semine basato sui moti stellari, planetari e lunari è ora alla sua sessantunesima edizione. Concepito da Maria Thun per agricoltori e orticoltori biodinamici, per i quali costituisce un indispensabile strumento di lavoro, il Calendario è utilizzato con profitto anche dal floricultore professionale e casalingo. Le operazioni di semina, raccolto, trapianto, concimazione e taglio danno migliori risultati se effettuate nei giorni indicati dal Calendario come favorevoli. I consigli contenuti nel Calendario delle semine costituiscono l’applicazione pratica di alcune indicazioni presenti nelle conferenze di Rudolf Steiner che nel 1924 diedero avvio all’agricoltura biodinamica. Tra i suoi vari aspetti, l’agricoltura biodinamica teorizza l’influenza delle forze cosmiche sulla crescita delle piante, e la verifica sperimentalmente. Il Calendario pone particolare attenzione proprio a questo aspetto.
Lupacchiotto
Gerda Wagner, Józef Wilkon
Bohem Press Italia
Un dolcissimo racconto di Gerda Wagner, illustrato dal maestro Józef Wilkon, sulla crescita e sulla ricerca della propria identità.
In una famiglia di lupi cresceva un cucciolo davvero particolare. Mamma e papà erano un po’ preoccupati. Mentre i suoi fratelli pescavano le trote, lui alzava schizzi di acqua al sole; invece di cacciare i conigli, giocava con loro a nascondino. E quando i suoi fratelli raccontano le loro eroiche imprese di caccia, Lupacchiotto striscia via, pancia nell’erba, alla ricerca del suo cibo preferito, le squisitissime foglie di acetosella.
Nessuno ha paura di un lupo così! Nemmeno quando indossa il mantello della tigre, gli aculei dell’istrice e i dentoni del leone. “Guardate, è Lupacchiotto vestito in maschera! Anche noi vogliamo un costume!” esclamano i conigli… E se provasse a essere semplicemente se stesso, il dolce e divertente Lupacchiotto?
In cucina con le Bevande concentratE della Nostra Casa!
50 cl = 1 L BASTA SOLO AGGIUNGERE L’ACQUA!
Colazione, spuntino e i tuoi momenti da chef avranno un sapore nuovo, semplice e corposo e a portata di brik con le Bevande Concentrate nel formato 500ml pratico e sostenibile che consente la personalizzazione del gusto. Crea e personalizza tu le tue bevande!
Ricette fatte da:
Biscotti al cacao
Ingredienti x 50 p�zzi
-180g semola di grano duro integrale
-175g farina “0”
-125g zucchero di canna
-100g Isola Bio Avena Concentrata
-100g olio di mais
-40g farina di riso
-20g cacao amaro in polvere
-15g lievito per dolci
-q.b. olio essenziale di limone e vaniglia
Preparazione: 40 minuti
Cottura: 15 min
In una ciotola setacciare le farine, il lievito e il cacao ed emulsionare con un minipimer tutti gli altri ingredienti compreso lo zucchero e gli oli essenziali. Unire tutti gli ingredienti secchi e liquidi amalgamando fino ad ottenere un composto omogeneo. Stendere l’impasto (si consiglia 3mm) con un mattarello e lasciarlo riposare per almeno 30 minuti in frigorifero. Formare i biscotti con appositi stampi e disponeteli su una teglia con carta da forno oliata. Cucinare per 180°C per 15 minuti con forno ventilato.
Maionese vegan leggera
Ingredienti x 1 Persona
-100g Isola Bio Mandorla Concentrata
-25g olio di mais
-1,2g farina di semi di guar
-q.b. aceto di mele delicato o succo di limone
-q.b. sale marino
-q.b. polvere di curcuma (facoltativa)
Preparazione
Preparazione: 10 minuti
+ 1 ora di riposo in frigo
Cottura: nessuna
Frullare tutti gli ingredienti fino ad ottenere una salsa omogenea, versare in una ciotola e lasciare riposare in frigorifero per almeno 1 ora, poi servire.
Latteria Berchtesgadener Land: i pionieri del bio festeggiano 50 anni
Prima latteria biologica in Germania, dal 1973
la Latteria Berchtesgadener Land lavora latte biologico e punta costantemente alla sostenibilità.
Tutto ebbe inizio, 50 anni fa, con cinque famiglie contadine, quando la Latteria Cooperativa Berchtesgadener Land iniziò a praticare la raccolta separata del latte biologico. “Siamo fieri di essere pionieri nel settore dell´agricoltura ecologica e di potere festeggiare quest’anno il nostro cinquantesimo anniversario biologico”, dice Bernhard Pointner, amministratore delegato dell’Azienda. In un periodo in cui il biologico era lontanissimo dal cosiddetto mainstream, non esisteva l’hashtag “bio”, né ci si era dati l’obiettivo politico europeo di raggiungere il 30% di coltivazione biologica, la latteria bavarese è stata la prima latteria in Germania a partire con il biologico, credendo fortemente nei valori dell’ecologia e dell’economia montana del territorio. Oggi, ben 600 soci della Latteria, situati sulle pianure pre alpine fino a 800 mt, fra Watzmann e Zugspitze, sono biologici: in particolare, 100 sono certificati Demeter e 500
Naturland. Le vacche, prevalentemente di razza pezzata rossa, vengono nutrite con erba fresca, quando sono al pascolo, mentre con fieno e solo una minima parte di insilati quando sono nelle stalle: tutte di piccole-medie dimensioni, ospitano al massimo 27 capi per stalla. Nel suo sito di produzione a Piding in Baviera, la latteria Berchtesgadener Land produce circa 50 prodotti biologici di alta qualità. L’impegno degli allevatori, unito a una delicata lavorazione del prezioso latte alpino, garantisce la qualità premium dei prodotti biologici della Latteria Berchtesgadener Land.
Il latte biologico alpino Demeter è molto cremoso e conserva il gusto originale del latte, in armonia con la natura: generalmente confezionato nella tradizionale bottiglia in vetro scuro con vuoto a rendere, è proposto anche nella variante fresco più a lungo, in tal caso contenuto in un cartone da materie prime rinnovabili vestito a festa in occasione dell’anniversario con un “look retro”. Grazie al suo sguardo costantemente rivolto alle generazioni future e all’impegno ad agire in armonia con l’essere umano, l’animale e la natura, la Latteria Berchtesgadener Land è stata premiata con il Premio Tedesco della Sostenibilità.
www.latte-bio-delle-alpi.it
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A base di seitan, sono ideali come secondo piatto vegetariano ma perfette anche come aperitivo, scaldate in padella con un filo d’olio che ne esalta la dorata croccantezza.
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Dall’incontro di farro, riso e avena un mix inedito che fonde mandorla nocciola e noce di macadamia in una delizia dalla morbida consistenza e dal sapore ricco e avvolgente.
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Soffici tortini preparati con farina di farro e purea di carote, senza olio di palma e con olio di semi di girasole, ideali a colazione o a merenda, grazie alle monoporzioni, pratiche da portare con sé.
Dal 2 novembre al 29 novembre
Dal 2 novembre al 29 novembre
Tempeh
Frutto di una lavorazione artigianale, è ottenuto dalla fermentazione naturale dei fagioli di soia: provalo a fettine, saltato in padella, con salsa di soia e un filo d’olio extra vergine d’oliva.
Lievito in polvere per fornai
Un lievito secco, perfetto per la preparazione di prodotti da forno dolci e salati; senza glutine, vegan e biologico, ideale per la preparazione di pizza, pane, torte, biscotti e molto altro!
Succo di carota
Dal colore acceso e dall’aroma intenso, viene ottenuto dalla spremitura delle carote effettuata all’interno dell’azienda così da preservarne al meglio le caratteristiche organolettiche.
Dal 2 novembre al 29 novembre
Variè semintegrali
Preparati con farina di grano tenero tipo 2, coltivato in Italia dagli agricoltori del nostro ecosistema, zucchero di canna e olio extravergine d’oliva. Senza aromi, nemmeno quelli naturali.
Cassone integrale con ceci e spinaci
A base di farina di grano duro Cappelli macinata a pietra, è ottimo come pasto veloce o merenda salata.
La Città del Sole L’Antica Cucina Biolab Biovegan Isola Bio Voelkel Cereal Terra NaturaSì Econature CambiasolLe offerte per la tua dispensa di aprile
Dal 30 novembre al 3 gennaio 2023
Hummus di piselli e di lenticchie
Due rivisitazioni dell’hummus, la tipica salsa mediorientale a base di ceci, nelle varianti con piselli e con lenticchie rosse, senza glutine e fonte di proteine.
dal 29 marzo al 2 maggio
Ambrosiae
Preparato per pancake a base di cereali e semi germogliati
A base di avena senza glutine, grano saraceno e quinoa germogliati, è ideale per soffici pancake perfetti a colazione.
Dal 30 novembre al 3 gennaio 2023
Bio Drink mandorla 6%
Preparato con il 6% di mandorle, conserva l’inconfondibile sapore, naturalmente dolce, di questo delizioso frutto. Senza zucchero, è perfetto a colazione.
Lingue di farro semintegrale
Croccanti sfoglie realizzate con farina di farro coltivato dagli agricoltori del nostro ecosistema e olio extravergine d’oliva italiano. Perfette per l’aperitivo con del formaggio spalmabile.
Felicità ed Equilibrio
Alcalino
Felicità ed equilibrio a portata di tazza: due infusi preparati, il primo, con cannella, luppolo e scorza d’arancia, il secondo con erba di avena verde, lavanda e tarassaco.
Dal 2 novembre al 29 novembre
Dal 2 novembre al 29 novembre
Basis muesli
L’inimitabile muesli Rapunzel, a base di fiocchi di avena, frumento e orzo , arricchito con semi di girasole, lino e sesamo tostato. Ideale per iniziare la giornata con la giusta carica dei cereali.
Lison Pramaggiore DOC senza solfiti aggiunti Refosco
dal Peduncolo Rosso
Dai riflessi violacei, con pronunciati sentori di bacche e di muschio, è perfetto con carne alla griglia e formaggi stagionati.
Bevanda mandorla tostata
Il gusto intenso e avvolgente della mandorla in questa bevanda vegetale senza glutine e con lo 0% di zuccheri, preparata con mandorle tostate provenienti da mandorleti italiani.
Dal 2 novembre al 29 novembre
Gnocchi di patate
Cuociono in appena 2 minuti questi gustosi gnocchi preparati con patate fresche che conservano tutto il gusto della materia prima. Ottimi conditi con sugo di pomodoro o ragù, anche veg.
Krunchy Amaranth e Krunchy Sun
Due granole irresistibilmente
croccanti: Krunchy Amaranth, all’amaranto con farro e mandorla, e Krunchy Sun, con cioccolato Fairtrade e olio di girasole.
Yogi Tea Barnhouse Le Carline The Bridge Isola Biofoto hanno carattere puramente illustrativo. Le offerte sono valide fino ad esaurimento scorte. I prezzi e le foto possono subire variazioni a causa di errori tipografici.
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Un buon giorno a te e all’ambiente
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Ricotta di siero di latte vaccino italiano e latte in comoda confezione richiudibile
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