NaturaSì Magazine | SETTEMBRE-OTTOBRE | Numero 51

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Nei piccoli gesti custodiamo il futuro

Settembre - Ottobre 2023

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Ripartiamo dai fondamentali: le farine

Da un grano biologico italiano, macinato a pietra, nasce una farina adatta a tutte le ricette.

Il buonumore in cucina viene impastando. Scopri tutte le nostre farine!

negozi e aziende agricole bio a casa tua

Piccolo come un seme, grande come il cambiamento

Da dove arriva il cibo che mangiamo? Come viene coltivato o prodotto? Con quali materie prime? Sono domande frequenti per chi, come noi, ha a cuore la qualità di quel che finisce nel suo piatto. Interrogativi che ci poniamo ogni volta che acquistiamo un alimento e che fanno parte di un percorso più articolato di consapevolezza alimentare che ci porta a voler conoscere fino in fondo quello che sarà il carburante – il nutrimento – del nostro organismo.

Se allargassimo però la nostra prospettiva ci accorgeremmo che ci sono due fasi alle quali, in genere, non si dedica sufficiente attenzione. Una ha a che vedere con l’origine stessa di quel che mangiamo ancor prima che diventi cibo: tutto, infatti, ha origine nel seme. L’altra riguarda invece la conclusione del ciclo di vita di ogni alimento, che purtroppo spesso, troppo spesso, finisce nella spazzatura.

Tutto ha origine in un seme, un piccolo granello in grado di custodire le potenzialità di una vita intera, quella della pianta, ma anche di divenire parte di quel nutrimento che permette la nostra stessa sopravvivenza. Sprecare il cibo significa non solo mancare di rispetto alle moltitudini di persone che ogni giorno soffrono la fame, ma anche alla terra che ci ospita e a tutti coloro che, con fatica e impegno, ogni giorno se ne prendono cura.

Secondo i dati diffusi da Too Good To Go sono infatti 2,5 miliardi le tonnellate degli sprechi alimentari nel mondo: un quantitativo impressionante se si pensa che nel 2023 esiste ancora una grande fetta di popolazione mondiale che non ha accesso al cibo o il cui nutrimento è qualitativamente e quantitativamente insufficiente. E oltre a un costo “umano” dobbiamo pensare anche al costo ambientale: il 10% delle emissioni di gas effetto serra a livello globale può essere attribuito agli sprechi alimentari.

Prestare attenzione all’origine del cibo, fin dal seme, dovrebbe andare di pari passo con l’impegno di evitare lo spreco del cibo stesso. Fare la spesa in modo consapevole, acquistando solo ciò che è effettivamente necessario e riducendo gli sprechi è uno di quei piccoli gesti alla portata di tutti: piccole azioni di oggi per custodire il futuro delle nuove generazioni.

La redazione: Silvia Valentini

Sophie Meneghelli

Lorenza Gelmetti

hanno collaborato a questo numero:

Serena Federici di EcoComunicazione www.ecocomunicazione.it

Benedetta Frare

giornalista pubblicista e direttrice responsabile della rivista

Blessed Brands Creative Studio per lo scatto di copertina e per le rubriche di cucina

Paolo Pistis

esperto di agricoltura biodinamica

Francesca, Lorella, Silvia Braglia fondatrici di www.disanapianta.net per la rubrica Impastiamo Disanapianta

Jasmin Peschke per la rubrica Cosa ci nutre Orango Films per lo scatto di pagina 23

Editore:

EcorNaturaSì SpA Società Benefit via Palù, 23 z.a. Zoppè, 31020

S. Vendemiano TV Italia

P.IVA e C.F. 02010550263

Direttore responsabile:

Benedetta Frare

Grafica e impaginazione: EcoComunicazione, progetti di comunicazione ecologica

Stampato da Mediaprint con inchiostri a base vegetale Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Verona in data 30/12/2003 n. 1575

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Editoriale Editoriale
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Sommario

5 3 Editoriale Piccolo come un seme, grande come il cambiamento 6 In evidenza Seminiamo insieme il futuro 8 Schiscetta di stagione Mini quiche di pasta fillo 10 Le stagioni nell’orto Il melograno 12 Impastiamo! Tortillas integrali 14 Dal mondo bio Una testimonianza colma di gratitudine 16 In evidenza Relazione d’Impatto 2022 17 Come ti riciclo... Chips speziate e semi croccanti 18 Zuppe di stagione Vellutata di porri e fagioli 20 Lunario
Le Terre di Ecor Fattoria Di Vaira: insieme per rinascere
Oggi in cucina Pasta con ragù vegetale speziato
Approfondimento A ogni mela la sua stagione 28 Ortofrutta di stagione 31 Ospitalità natura 33 ViandantiSì 34 Come ti riciclo... Riso saltato autunnale 37 Cosa ci nutre Possiamo davvero gettare il cibo? 39 Bio consigli di lettura 41 Azienda del mese Salumificio Pedrazzoli
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Seminiamo insieme il futuro

Fabio Brescacin, Presidente di EcorNaturaSì, ci ricorda l’importanza dei semi, al fine di garantire la qualità del cibo e il futuro dell’agricoltura.

Noi non ci nutriamo semplicemente dei frutti della natura. Il cibo per l’uomo è il frutto di un lungo e complesso processo evolutivo che vede come protagonista l’uomo nel suo rapporto con la natura. La pianta “di natura”, la pianta selvatica, è stata resa edibile e coltivabile da un lungo e paziente lavoro dell’uomo. Dalla gramigna è stato tratto il cereale, dal prunus selvatico e dal melo selvatico gran parte della frutta, così come tutti gli ortaggi che sono alla base della nostra alimentazione. Ogni pianta però non è ferma nel suo processo evolutivo. Sia le condizioni naturali meteorologiche che le condizioni tecniche e sociali accompagnate dal lavoro di selezione dell’uomo nel suo sforzo di miglioramento portano la pianta in una condizione di continuo sviluppo evolutivo. Così pianta e uomo, quindi cibo e uomo procedono insieme.

In ogni momento quindi dobbiamo chiederci come dovrebbe essere la pianta più adatta alla nostra alimentazione e alla situazione climatica, tecnica, sociale nella quale ci troviamo o nella quale ci troveremo? Da questa domanda e per sensibilizzare le persone su questo tema nasce alcuni anni fa da due amici svizzeri, Peter Kunz e Ueli Hurter, uno selezionatore di cereali biodinamici e l’altro coltivatore biodinamico, l’iniziativa SEMINARE IL FUTURO. Il 15 ottobre prossimo quindi non semineremo solo un campo di grano con le nostre mani, con il nostro gesto archetipico del seminare che parte dal nostro cuore, ma cercheremo di dare una indicazione consapevole di quello che vorremmo fosse un cibo sano per le generazioni future. Afnché il cibo sia sano deve nascere e crescere in una terra sana come nel

più accogliente grembo materno, ma anche il seme deve avere in sè le migliori qualità per la salute umana e la salute del pianeta.

Nel seme vive la nostra immagine del futuro, l’uomo adatta il seme nel processo di selezione e di miglioramento alla sua immagine del futuro. Se mi immagino un futuro solo di tecnica o di cibo artificiale lavorerò afnché la pianta o il cibo sia portato in quella direzione; se mi prefiggo un futuro ove la terra sia coltivata in modo naturale la direzione in cui guiderò l’evoluzione della pianta sarà selezionare un seme che si adatti alla coltivazione naturale e a un’alimentazione naturale. Da alcuni anni anche in Italia, promossa da NaturaSì, dalla Cooperativa

La Fondazione Seminare il Futuro promuove il miglioramento genetico di sementi per l’agricoltura, finanziando progetti di ricerca che puntano alla selezione di sementi specifiche per il biologico e biodinamico, anche attraverso il recupero di antiche varietà locali, per contrastare il cambiamento climatico e contribuire alla salvaguardia del territorio. Semi liberi da oligopoli e monopoli economici, liberi di essere riprodotti, che si adattino ai cambiamenti climatici e diano cibo di qualità nel rispetto della biodiversità.

Scopri di più su seminareilfuturo.it

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In evidenza
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Così pianta e uomo, quindi cibo e uomo procedono insieme.

Girolomoni, dagli amici svizzeri esiste una Fondazione chiamata appunto SEMINARE IL FUTURO. Lo scopo di questa fondazione è creare, in una situazione libera da oligopoli e speculazioni, le piante adatte al futuro. La Fondazione sta lavorando da alcuni anni sui cereali, in particolare sul grano duro, che si adatti alla coltivazione biologica e biodinamica, a un clima sempre più complesso e sia anche il più adatto a una sana e cosciente alimentazione dell’essere umano.

La giornata del prossimo 15 ottobre che si svolgerà in molte aziende agricole biologiche e biodinamiche, ha lo scopo di sensibilizzare tutti, agricoltori, istituzioni e consumatori sul delicatissimo tema del seme. Il seme ha risvolti nutrizionali importanti,

Seminare il Futuro

Domenica 15 ottobre, partecipa anche tu a Seminare il Futuro. Visita il sito viandantisi.it per scoprire le aziende agricole che partecipano all’iniziativa e le modalità di iscrizione all’evento.

risvolti tecnici importanti, risvolti sociali importanti e per questo il lavoro sul futuro del seme deve essere sì fatto da specialisti, ma accompagnati da una visione sana e morale del futuro di cui tutti noi siamo corresponsabili. Noi tutti dovremo accompagnare e sorreggere coloro che fanno questo lavoro delicatissimo ed essenziale che è immaginare e creare le piante per una sana alimentazione delle generazioni future.

Biodinamica. L'agricoltura del futuro Tra gli eventi organizzati in concomitanza con Seminare il Futuro, sabato 14 ottobre – presso Cascina Bagaggera, in provincia di Lecco – presentazione del volume “Biodinamica. L'agricoltura del futuro. Dalla tecnologia agraria all’arte dell’agricoltura” Decano del movimento biodinamico, Manfred Klett presenta in questo libro la sintesi della sua attività durata tutta la vita, rivolgendosi in particolare alle nuove generazioni, invitandole a cogliere il potenziale dell’arte dell’agricoltura e a percepire la missione creativa-sociale della biodinamica. Sarà presente all'evento Martin von Mackensen. Per restare aggiornati sull’iniziativa bagaggera.eu

7 In evidenza
In evidenza messaggio promozionale

Mini quiche di pasta fillo con ricotta, radicchio, timo e pepe rosa

Ingredienti per 4 persone

Procedimento

Per la pasta fillo:

200 g di farina di tipo 2

100 g di acqua tiepida

10 g di olio extravergine d’oliva un pizzico di sale amido di mais q.b.

Per il ripieno:

200 g di ricotta vaccina

200 g di radicchio, pepe rosa q.b., timo q.b., sale q.b., olio extravergine d’oliva q.b.

1Per prima cosa, preparate la pasta fillo. Inserite tutti gli ingredienti, tranne l’amido di mais, in una ciotola oppure in planetaria, impastando fino a ottenere un composto compatto ed elastico. Dividetelo in 4 palline e avvolgetele nella pellicola, facendolo riposare per almeno un’ora. Prima di stendere la pasta, spolverate con l’amido di mais, poi stendetela con un matterello o la macchina per la pasta fino a uno spessore che permetta quasi di vedere attraverso.

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Stendete tutti i vostri fogli e posizionateli uno sopra l’altro spolverando di amido di mais per non farli attaccare. Ricavate 8 pezzi di pasta fillo, ungeteli con l’aiuto di un pennello e disponeteli, a due a due, in 4 stampi da 10 cm di diametro circa, formando dei gusci.

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In una ciotola unite la ricotta, il radicchio tagliato grossolanamente, il sale e mescolate per amalgamare gli ingredienti. Versate il composto negli stampi e cuocete in forno statico preriscaldato a 180 gradi per circa 12-15 minuti. Trascorso questo tempo, lasciate intiepidire le quiche così formate, conditele con del pepe rosa e del timo fresco e servite.

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di stagione
Schiscetta
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a porzione
di 2 euro meno di 3 euro meno di 4 euro Costo
Ricotta SÌ ESSENZIALI

Per ottenere delle tortine dal sapore più intenso e deciso, potete arricchire la ricotta con del formaggio feta sbriciolato oppure sostituire la ricotta direttamente con un formaggio morbido di capra. Oltre al timo, utilizzate le erbe aromatiche di stagione che preferite per dare al piatto un profumo inconfondibile.

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Schiscetta di stagione
Schiscetta di stagione

Il melograno: calore d’estate nei giorni d’autunno

Uno scrigno che custodisce piccole gemme di colore rosso granata: parliamo del melograno, frutto ornamentale apprezzatissimo per le sue molte proprietà.

Conosciuto anche come melagrana, il melograno deve il suo nome latino – Punica Granata – a una regione della Tunisia dove gli antichi romani praticavano le loro principali coltivazioni. Ne abbiamo tracce storiche che risalgono a svariati millenni fa: di origine presumibilmente asiatica, viene citato anche nel Corano e nella Bibbia.

Varietà

Esistono molteplici varietà o cultivar di melograno, con caratteristici frutti che vanno dal verde-rosa al rosso-sangue. Le piante possono raggiungere anche i 6/7 metri di altezza e vivere anche fino a 100 anni. È una pianta molto lenta nella sua crescita e può impiegare anche 4/5 anni prima di entrare in produzione. Tra le varietà che producono frutti eduli, quella maggiormente indicata nel territorio italiano per orti e giardini è la “dente di cavallo”, il cui nome è dovuto alla forma dei semi. Esistono anche varietà ornamentali che hanno meravigliose fioriture con belle colorazioni del fogliame, in particolar modo nell’autunno in cui si tingono di giallo-oro.

Habitat e irrigazione

L’habitat ideale per il melograno, che ama l’esposizione in pieno sole, è un terreno asciutto e ben drenato. Per esempio, se ci troviamo nel Nord Italia, andrebbe posizionato a sud di un muro, in virtù dell’esigenza di luce e di calore, perché possa fiorire e fruttificare in abbondanza. Non sopporta i ristagni idrici; infatti, è una pianta tipica delle

regioni secche e aride asiatiche. Teme le gelate invernali e primaverili, ma può resistere fino a – 8/10 °C. Il suolo deve essere comunque fertile e ricco di humus. Solitamente non richiede irrigazioni costanti se la pianta ha ben radicato; tuttavia, non va lasciata completamente senza acqua, per cui nel caso ci siano periodi di forti siccità dovremmo provvedere a irrigazioni di soccorso.

Il melograno tratterrà quella nota di luce e calore tipica delle giornate d'estate, portando un ricordo del calore estivo nelle prime uggiose giornate autunnali.

Trapianto e impollinazione

Il melograno è tendenzialmente un arbusto, la cui crescita e forma di allevamento spesso ricorda un cespuglio potato a vaso. Molte varietà non riescono a creare il frutto con autoimpollinazione, quindi necessitano di altre varietà per fare un’impollinazione incrociata: se dovessimo avere in giardino questo tipo di melograno ne dovremmo mettere almeno un’altra. È comunque più conveniente preferire varietà autoimpollinanti (autofertili), come la “dente di cavallo” indicata in precedenza, perché si impollinano da sole:

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Le stagioni nell’orto

quest’ultima, in particolare, oltre a essere resistente a molte patologie, ben si adatta nei giardini e nei vasi di media dimensione, anche sui terrazzi. Non richiede potature particolari, se non il taglio dei polloni che crescono alla base e che possono essere utilizzati per creare nuove piante attraverso talea o ceppaia. È buona prassi mettere a dimora piante già affrancate in un vaso del diametro di 20 cm con un’altezza della pianta di almeno 1,2 m. Il periodo migliore per il trapianto è l’autunno, dopo che la pianta ha perso le foglie. Nella buca, che deve essere almeno il doppio della misura del vaso con terra fresca e profonda, è bene mettere 2/3 kg di humus di lombrico o 200 g di stallatico bio. Subito dopo la messa a dimora la pianta va innaffiata con il preparato biodinamico Fladen Colloidale, usando circa 10 litri per pianta. Si crea poi una buona pacciamatura di paglia o fieno. Assicuratevi che non vi siano ristagni idrici nelle vicinanze, perché il melograno potrebbe soffrirne oppure produrre molte foglie a discapito dei fiori.

Coltivazione e cura

Durante l’anno le cure sono semplici ed essenziali: 2/3 irrorazioni al suolo del preparato biodinamico Cornoletame compostato “500k” e spruzzature di microrganismi effettivi o di qualche buon probiotico, come per esempio il kefir o lo yogurt.

Possiamo usare 200/300 ml di yogurt bianco in 10 l di acqua non clorata, spruzzandolo sulle nostre piante verso sera, una volta ogni 20 giorni circa. Questo aiuterà le piante a essere più resistenti a funghi e batteri: se ci avanzerà un po’ di prodotto, lo potremo dare al suolo.

La raccolta dei frutti è scalare e di volta in volta raccoglieremo i frutti più colorati e carnosi. Va effettuata di mattina, nei giorni di “frutti” indicati nel calendario biodinamico, perché in questo modo si conserveranno più a lungo. È buona cosa irrorare, circa un mese prima della raccolta, il preparato biodinamico Cornosilice “501”, questo per far assorbire bene la luce e avere così frutti gustosi e saporiti.

Il melograno tratterrà quella nota di luce e calore tipica delle giornate d’estate, portando un ricordo del calore estivo nelle prime uggiose giornate autunnali.

Scopri i produttori di melograno e gli altri agricoltori del nostro ecosistema: inquadra il QRcode per vedere i video e scoprire le loro storie. Oppure visita il sito naturasi.it/agricoltori

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Le stagioni nell’orto
Le stagioni nell’orto

Tortillas integrali con robiola alle erbe, zucca e melograno

con Blessed Brands Creative Studio

Ingredienti per 4 persone

Procedimento

Per l’impasto:

260 g di farina integrale

180 g di acqua

3 cucchiai di olio

1/2 cucchiaino di sale

Per la farcitura:

400 g di zucca

200 g di robiola

chicchi di melograno q.b. timo e erba cipollina q.b. sale e pepe q.b. olio extravergine d’oliva q.b.

1Dedicatevi per prima cosa alla preparazione dell’impasto per tortillas: in una ciotola unite la farina integrale, l’acqua, l’olio e il sale. Ottenuto un impasto omogeneo, dividitelo in 4 palline e lasciate riposare per qualche minuto. Con l’aiuto del mattarello stendete le tortillas e cuocetele per circa 10 minuti in una padella ben calda.

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Occupatevi ora della zucca: lavatela con cura e tagliatela a fette sottili mantenendo la buccia; disponetela in una teglia da forno, regolate di sale e olio e cuocete a 200 gradi per 15 minuti. Se le fette sono più spesse prolungate la cottura di 5-10 minuti.

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Le vostre tortillas sono pronte per essere farcite: spalmate alla base della robiola condita con timo ed erba cipollina, aggiungete la zucca e decorate con il pepe e i chicchi di melograno.

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Impastiamo!
Farina integrale di grano tenero LE TERRE DI ECOR messaggio promozionale
a porzione
meno di 2 euro meno di 3 euro meno di 4 euro
Costo

Queste tortillas sono molto versatili e sono perfette anche da abbinare a farciture dolci. Provate a gustarle con ricotta e confettura, con del cioccolato o con una crema di frutta secca.

Impastiamo! 13 Impastiamo!

Una testimonianza colma di gratitudine

Con le attività di giugno presso la Scuola Waldorf di Faenza, dedicate ai bambini che hanno vissuto l’alluvione, si inaugura il gruppo italiano di Psicologia d’Emergenza.

Ce lo ha raccontato Tiziana, una nostra lettrice, con la sua preziosa testimonianza.

Per noi biologico significa anche sostegno delle comunità locali, soprattutto quando si trovano ad affrontare momenti difficili, come l’alluvione che di recente ha colpito alcune zone del nostro Paese. Per occuparsi dei bambini che hanno vissuto questa esperienza, la scuola Waldorf di Faenza ha preso parte al progetto “Pedagogia d’emergenza - Senza frontiere - Italia”, grazie al contributo di Bernd Ruf, appositamente giunto in Italia dalla Germania. Abbiamo scelto di restituirvi il profondo significato di questo progetto attraverso la testimonianza di Tiziana, affezionata cliente di NaturaSì, che ha preso parte attivamente all’esperienza. Questo il suo racconto.

Salgo sul treno, mi siedo e mentre le immagini della città e poi della campagna corrono veloci al di là del finestrino, dentro di me, uno dopo l’altro, rivedo i volti di tutti i compagni che ho incontrato e che hanno vissuto questa intensa e calda esperienza con me: i bambini con gli occhi malinconici, frizzanti, gioiosi, seri, divertiti, un po’ monelli; i genitori con quello sguardo ora curioso ora grato, con un velo di preoccupazione diffusa ma anche con la speranza che si intravede proprio lì, in un angolo; gli educatori, competenti e accoglienti, dinamici ma allo stesso tempo calmi, con tanta energia e talvolta un po’ stanchi ma con gli occhi sempre dolci e caldi, vicini ma non invadenti, in attesa, pronti

al silenzio e all’ascolto. Molti di loro indossano una T-shirt blu con la scritta “Pedagogia d’emergenza –Senza frontiere – Italia”. È un dono che Bernd Ruf ha portato dalla Germania per festeggiare il primo germoglio del futuro, possente albero italiano della pedagogia dell’emergenza. […] È la prima volta che un piccolo gruppo di italiani si incontra guidato da “saggi”, esperti educatori che vengono dalla Germania e che hanno già operato in quasi tutto il mondo. Insieme, a Faenza, hanno concretizzato un primo “pronto soccorso” pedagogico per un gruppo di bambini e ragazzi che avevano vissuto l’esperienza della recente alluvione. Interventi di questo tipo erano già stati realizzati nel nostro Paese in altre situazioni di emergenza e Bernd Ruf, accompagnato da una squadra di educatori, era già venuto in Italia, nelle Marche, nel 2022. La differenza consiste nel fatto che, con l’intervento di giugno, è nato un gruppo italiano destinato a crescere, imparare e gradualmente compiere i primi passi nelle future situazioni d’emergenza nazionale, ma anche a portare il proprio contributo nel resto del mondo dove ce ne sarà bisogno.

In gruppo abbiamo lavorato per tre giorni, durante i quali abbiamo incontrato più di 40 bambini e ragazzi dai 3 ai 17 anni. Sono stati formati 4 gruppi:

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Dal mondo bio

i bambini di età prescolare sono stati collocati in una struttura più piccola, in un contesto protetto, accompagnati dalle insegnanti che già conoscevano; mentre i bambini e ragazzi in età scolare sono stati suddivisi in tre gruppi omogenei per età, riuniti all’interno del bellissimo palazzo Celestino, edificio ottocentesco nel centro di Faenza. All’inizio della mattina il gruppo di bambini, ragazzi ed educatori si è sempre riunito nel chiosco dove si procedeva a un saluto collettivo che comprendeva una poesia, una canzone e un’azione di movimento ritmico.

Non potrò mai dimenticare il cerchio di bambini e ragazzi in silenzio incantati al suono della kalimba, i loro occhi sospesi e le bocche spesso semi-aperte, quella quiete malinconica e dolce che ci permette di percepire ciò che si muove dentro di noi, ma anche che qualcosa si muove negli altri. Un sentire che quasi prende una forma invisibile agli occhi e si alza, si muove e si trasforma passando attraverso questa relazione: siamo tutti insieme, tutti legati, parte di un’aggregazione che contiene, dà protezione. È viva la potenza, la magia del cerchio.

Non potrò mai dimenticare il cerchio di bambini e ragazzi in silenzio incantati al suono della kalimba, i loro occhi sospesi e le bocche spesso semi-aperte, quella quiete malinconica e dolce che ci permette di percepire ciò che si muove dentro di noi, ma anche che qualcosa si muove negli altri.

[…] Jorge ed Heidi, con la loro decennale esperienza sul campo, hanno accompagnato gli educatori competenti e quelli meno esperti con precisione, chiarezza, rispetto e grande umiltà. La stessa attenzione del gesto rivolto al bambino è stata posta anche nelle istruzioni e nella collaborazione con l’adulto alla prima esperienza.

Dentro di me restano indelebili sguardi, parole e condivisioni. Nella riunione pomeridiana del primo giorno dell’intervento pedagogico Heidi – a conclusione del cerchio con le percezioni, i racconti, le impressioni, le preoccupazioni condivise – ha precisato “Non è tanto l’attività che viene proposta ma l’energia che l’educatore convoglia in quell’attività che ha davvero importanza.” Questa considerazio-

ne, solo apparentemente semplice, custodisce proprio quello che ho visto e percepito. […]

Sono partita con l’idea di dare e portare qualcosa di me, invece là ho ricevuto doni preziosi e sono rientrata con una valigia piena di nuovi amici, conoscenze, gratitudine e con una nuova prospettiva di vita.

Tutto è stato perfetto, anche e soprattutto perché quello che non ha funzionato è stato migliorato con piccole semplici accortezze condivise. L’immediata sinergia che si è creata tra persone provenienti da Paesi diversi, con differenti esperienze, è confluita rispettosamente e armoniosamente nel comune obiettivo di accompagnare e sostenere i bambini e i ragazzi nel passaggio del loro vissuto traumatico senza parlarne direttamente. Concretezza e umanità in ogni gesto. Un lavoro che ha messo in movimento testa, cuore e membra.

Tre dì in cui il tempo si è divertito a confonderci, si dilatava e poi sfrecciava, fino a quando è giunto l’ultimo cerchio di saluto, con gli ultimi movimenti ritmici insieme, l’ultimo canto nel cerchio condiviso e l’ultima poesia. Tutti erano consapevoli che ci stavamo salutando, che questo incontro speciale era alla fine e aleggiava una felice malinconia che univa i cuori di tutti i presenti. Ma c’era anche una nuova energia per guardare avanti. Non tutto è stato perfetto, non tutto è stato facile, ma arrivano subito gli aggiustamenti e rimane solo una sensazione di pienezza.

Ed io ero proprio lì con loro. Piena di gratitudine. Pensavo di partire per Faenza per essere di supporto e sono stata sostenuta da tutti.

Pensavo di poter aiutare, invece gli altri hanno aiutato me.

Pensavo di poter portare un sorriso, ma sono stata io a riceverne centinaia.

Sono partita con l’idea di dare e portare qualcosa di me, invece là ho ricevuto doni preziosi e sono rientrata con una valigia piena di nuovi amici, conoscenze, gratitudine e con una nuova prospettiva di vita.

15 Dal mondo bio
Dal mondo bio

Relazione d'Impatto 2022 risultati, progetti e obiettivi futuri

Questa duplice lotta nel campo materiale e nella sfera spirituale è l’impegno più alto e la ragione della mia vita. La luce della verità, usava dirmi mio padre, risplende soltanto negli atti, non nelle parole. Adriano Olivetti

EcorNaturaSì racconta il suo 2022 attraverso un documento che descrive i traguardi raggiunti, i progetti in corso e gli obiettivi per il futuro.

Il 2022 è stato certamente un anno complesso, ma le iniziative legate alla Relazione d’Impatto hanno inaspettatamente trovato nuova linfa, portandoci ad acquisire – attraverso l'analisi dei numeri – una maggiore consapevolezza, che ci ha guidato in un programma di miglioramento.

La misurazione delle emissioni

Tra le novità della Relazione d’impatto 2022, abbiamo la misurazione completa, per la prima volta nella storia dell’azienda, delle emissioni di CO2 dirette ed indirette, grazie anche alla preziosa collaborazione di AzzeroCO2, società di consulenza di Legambiente, con cui da alcuni anni abbiamo avviato una proficua collaborazione. Sono stati inoltre riorganizzati e ampliati i temi secondo i criteri ESG, inserendo ex novo l’analisi di “Collaboratori” e “Proprietà e governance”, definiti con opportuni KPI (indicatori chiave di prestazione).

I progetti per il futuro

Guardando al futuro, sono tre i progetti principali che vogliamo sviluppare nella misurazione e rendicontazione dell'impatto: estendere la misurazione dell’impatto a fornitori e clienti; approfondire il c.d. “True Cost of Food” per dare un giusto valore al cibo anche in base alle esternalità da esso generate; infine, sviluppare lo standard internazionale “Economy of Love” promosso dal nostro partner Sekem.

Inquadra il QRcode per sfogliare la Relazione d’impatto 2022 oppure visita il sito naturasi.it/impegno

Inquadra il QRcode e sfoglia la Relazione d'Impatto: il 2022 di EcorNaturaSì raccontato attraverso un documento che presenta i traguardi raggiunti, i progetti in corso e gli obiettivi per il futuro.

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In evidenza
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Aperitivo zero waste Chips speziate e semi croccanti

con Blessed Brands Creative Studio

Ingredienti

La buccia e i semi di 1 zucca media, 2 cucchiai di salsa di soia, 2 cucchiai di sciroppo d’acero, 1 cucchiaio di paprica, timo q.b., pepe q.b., olio extravergine d’oliva q.b.

1Per prima cosa, pulite bene i semi con acqua corrente per eliminare eventuali residui di polpa. Tamponateli con carta assorbente e lasciateli scolare per bene all’interno di un colino per almeno 2 ore, in modo tale che perdano tutta l’umidità.

2Pulite anche la buccia della zucca e tagliatela a listarelle. Unitela ai semi e condite il tutto con

un filo di olio, la salsa di soia, lo sciroppo d’acero, le spezie e del timo a piacere. Mescolate bene per amalgamare gli ingredienti, dopodiché disponeteli su una teglia foderata con carta da forno e cuocete in forno statico preriscaldato a 150 gradi per 30 minuti circa. Controllate di tanto in tanto per evitare che si brucino e mescolate per garantire una cottura uniforme.

3Una volta che i semi e le chips saranno belli dorati e croccanti, spegnete il forno, lasciateli intiepidire e servite. Se volete, potete accompagnarli con una maionese aromatica o con la vostra salsa preferita.

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Turismo sostenibile Come ti riciclo...

Vellutata di porri e cannellini

con semi tostati alla soia e rosmarino

con Blessed Brands Creative Studio

Ingredienti per 2 persone

2 porri medi

380 g di fagioli cannellini precotti

3 cucchiai di semi di girasole

1 cucchiaio di salsa di soia rosmarino q.b.

sale q.b.

olio extravergine d’oliva q.b.

1Per iniziare, tagliate a rondelle i porri. In una casseruola scaldate un filo di olio e metteteli a soffriggere. Unite i cannellini e lasciate cuocere 10 minuti per far insaporire il tutto, dopodiché frullate con l’aiuto del minipimer per ottenere un composto cremoso e omogeneo; quindi aggiustate di sale.

2 Nel frattempo dedicatevi alla preparazione dei semi di girasole: versateli in una ciotola e conditeli con la salsa di soia e del rosmarino. Cuoceteli in forno in modalità grill a 170 gradi per circa 5-7 minuti o fino a quando non risulteranno dorati e croccanti.

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La vostra vellutata è pronta per essere servita. Versatela in un piatto da portata, decorandola con i semi di girasole e qualche rametto di rosmarino. Servite calda o tiepida.

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Zuppe di stagione
cannellini SÌ ESSENZIALI messaggio promozionale
Fagioli
meno di 2 euro meno di 3 euro meno di 4 euro
Costo a porzione

Oltre a usarli per creme e vellutate, i semi croccanti alla soia sono perfetti anche per arricchire le vostre insalate oppure come snack sfizioso per un aperitivo homemade.

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Zuppe di stagione
Zuppe di stagione

La luna, passando davanti alle costellazioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi. In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono i tempi di semina, lavorazione e raccolta. Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo. a cura dell’Associazione Culturale La

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taglio ritardante capelli

massaggi / relax le conserve

rinvaso attività fisica

il pane lo yogurt potatura concimazione

Ottobre

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cucina Cura di sè Orto e giardino
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Fattoria Di Vaira: insieme per rinascere

Per la Fattoria Di Vaira, questa è stata l’estate della ripartenza, grazie a tutti coloro che hanno sostenuto l’azienda agricola biodinamica dopo le difficoltà degli ultimi mesi.

Con il termine resilienza si intende la capacità di un organismo di resistere agli urti e di rigenerarsi. Una proprietà che, dalla scienza e dalla meccanica, è stata poi applicata alla psicologia per intendere una sorta di attitudine a… rinascere. Del resto, è la natura stessa a insegnarci che anche ai periodi più duri segue una rinascita: continuamente esposta a intemperie ed eventi imprevisti, è continuamente orientata a rifiorire. Ciò avviene anche in agricoltura la quale, oltre a seguire la stagionalità e il ritmo della natura, si trova talvolta a fare i conti con le avversità, da quelle climatiche e metereologiche fino alle conseguenze del cambiamento climatico o alla diffusione, per esempio, di parassiti e patologie. È quanto accaduto nei mesi scorsi alla Fattoria Di Vaira: più di 500 ettari coltivati con il metodo biodinamico a Petacciato, in Molise, tra dolci colline dalle quali si può ammirare, in lontananza, il mare.

La Fattoria Di Vaira

Tra le più antiche aziende agricole della regione, la Fattoria Di Vaira nacque, oltre cinquant’anni fa, con l’obiettivo di aiutare gli orfani di guerra. Anche se negli anni l’azienda è cambiata, non ha mai perso la sua vocazione sociale. Dal 2008 è sempre stata sostenuta da oltre 100 soci – tra negozianti e consumatori – con l’obiettivo di creare un’azienda agricola biodinamica, ma anche un luogo di approfondimento di pratiche agricole più rispettose della Terra, in armonia con tutto ciò che ci circonda.

Vera e propria oasi di biodiversità, grazie alla sua varietà di ambienti naturali mantenuti inalterati, è un’azienda a ciclo chiuso che comprende coltivazioni in campo aperto, un uliveto, un vigneto e una stalla di vacche da latte, dalle quali arriva il latte che viene poi trasformato in formaggi nel caseificio aziendale, ma soprattutto il letame utilizzato per garantire e migliorare la fertilità dei terreni.

L’importanza della stalla

Proprio la mandria di vacche da latte, tuttavia, nei mesi scorsi è stata colpita da un’epidemia che ha portato alla morte di gran parte del bestiame. Una circostanza drammatica che ha comportato uno stop forzato della produzione dei formaggi, tra le eccellenze della fattoria, ma che oltre alle ricadute economiche ha avuto importanti conseguenze anche dal punto di vista affettivo e spirituale: ogni singolo bovino infatti era, ed è, parte integrante della grande famiglia della Fattoria. In un’azienda biodinamica, del resto,

La nascita di "Luce", prima vitellina figlia delle nuove vacche della Fattoria di Vaira, acquistate grazie alle donazioni di tanti di voi, è un simbolo di rinascita per la nostra azienda.

22 Le Terre di Ecor

tutto ruota intorno alla stalla e al benessere degli animali che sono il cuore stesso dell’azienda, non solo per la produzione del latte o del letame, preziosissimo concime per le colture, ma anche in quanto anima dell’organismo agricolo aziendale. Senza animali l’azienda mancherebbe del ritmo che la cura degli animali stessi impone, e richiede giornalmente costanza e dedizione. Ma anche del senso della vita dell’organismo agricolo che, partendo dal foraggio, passa attraverso l’animale per poi essere restituito alla terra come prezioso letame per produrre ortaggi, frutta e cereali quale cibo sano per l’alimentazione umana.

Ripartire dalla Comunità

Di fronte a un evento tanto grave, la tentazione di abbandonare tutto è stata forte. Ancora più forte, però, è stata la determinazione di ripartire il prima possibile, rinvigorita anche dall’ondata di affetto che ha travolto la fattoria: sono state moltissime, infatti, le dimostrazioni di vicinanza, anche sotto forma di donazioni. Come spesso accade nel nostro mondo del bio, fare rete si è rivelata infatti la risorsa più importante per consentire all’azienda di porre le basi per la sua ripartenza: attraverso libere donazioni sono stati infatti raccolti oltre € 200.000,

che hanno permesso un parziale ripopolamento della mandria e la ripresa della produzione, permettendo così di guardare al futuro con più ottimismo. Tuttavia, non si tratta soltanto di ripopolare la stalla: è necessario dare agli animali la possibilità di ambientarsi, di sentirsi di nuovo a loro agio per creare una mandria che sia sana ed equilibrata. La strada è ancora lunga e quelli fatti ora sono “solo” i primi passi, seppur nella giusta direzione. Acquistare i prodotti della Fattoria Di Vaira e visitare l’agriturismo è un modo concreto per sostenere l’azienda agricola.

Per chi lo desiderasse, è possibile contribuire anche effettuando una donazione: invitiamo tutti coloro che hanno donato a restare in contatto con la fattoria, compilando il form disponibile online, per contribuire alla costruzione di una comunità che ha a cuore il futuro di questa azienda agricola e –più in generale – dell’agricoltura biodinamica nel nostro Paese.

Per effettuare una donazione alla Fattoria Di Vaira:

IBAN: IT26X0307502200CC8500956074

INTESTATO AD APS FRANCESCA DI VAIRA

Causale: Emergenza Fattoria Di Vaira

23 Le Terre di Ecor
Immagine di Orango Films Le Terre di Ecor

Pasta con ragù vegetale speziato di

lenticchie e zucca

con Blessed Brands Creative Studio

Ingredienti per 4 persone

Costo a porzione

400 g di pomodorini in lattina

360 g di fusilli integrali

250 g di lenticchie precotte

1 zucca media

1 costa di sedano

1 porro

1 carota

1 cucchiaio di paprica

brodo vegetale q.b.

salvia q.b.

olio extravergine d’oliva q.b. sale q.b.

Procedimento

1

Sbucciate la zucca, privatela dei semi e tagliatela a cubotti. Soffriggete, in una pentola capiente, il porro tagliato a piccole rondelle con un filo di olio e del sale. Una volta appassito aggiungete il sedano e la carota, precedentemente tagliate finemente, la paprica e la salvia.

2

Dopo qualche minuto, aggiungete le lenticchie, la zucca e i pomodorini, coprite con del brodo bollente e lasciate cuocere per almeno 40 minuti, mescolando di tanto in tanto e aggiungendo altro liquido se necessario. Aggiustate di sale e, quando il tutto si sarà ammorbidito bene, spegnete il fuoco e lasciate riposare.

3 Nel frattempo, cuocete la pasta in acqua bollente salata per il tempo indicato sulla confezione. Una volta pronta, scolatela al dente e unite al ragù. Fate cuocere per qualche minuto ancora, in modo tale che tutti gli ingredienti si amalgamino bene. Guarnite con qualche altra foglia di salvia a piacere e servite.

Fusilli integrali

SÌ ESSENZIALI

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Per aiutarvi nell’organizzazione dei vostri pasti, potete preparare questo ragù vegetale in grandi quantità e conservarlo in freezer per qualche settimana. In questo modo, avrete sempre a disposizione un condimento per pasta, riso o altri cereali. Vi basterà scongelarlo per tempo e utilizzarlo al momento del bisogno.

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cucina

A ogni mela la sua stagione

VIP, Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta, ci guida alla scoperta di nuove (e antiche) varietà di mela, da degustare come un buon calice di vino.

Lo avreste mai detto che le mele contengono oltre 300 aromi diversi?! Limone, mango, finocchio, vaniglia e tanti tantissimi altri? In Val Venosta –conosciuta come il Paradiso delle mele – lo sanno bene. E lo sa bene anche VIP, Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta, che ha intrapreso un’analisi sensoriale al fine di descrivere ogni varietà attraverso tre attributi: profumo, sapore e consistenza. Cosa ne è risultato? Che non solo esistono mele per tutti i gusti, ma anche per tutte le stagioni. Ecco perché, mese dopo mese, VIP ha scelto di proporre mele diverse a seconda delle loro caratteristiche.

Tra varietà antiche e nuove varietà

Siamo nel cuore delle Alpi, tra i 500 e 1000 metri, dove grazie all’altitudine le mele maturano più lentamente e, di conseguenza, sono più colorate, più saporite e con una conservabilità più lunga. La loro qualità è garantita anche da un microclima ideale: tante giornate soleggiate, pochissima pioggia e una grande escursione termica tra giorno e notte.

Qui i 280 produttori soci di VIP coltivano le loro mele: non solo le classiche Golden Delicious, Red Delicious, Gala, ma anche la Pinova, mela storica di quest’area, e altre varietà nuove come SweeTango®, Ambrosia™, Envy ™ e Cosmic Crisp®. Mele tra loro molto diverse che sono state “catalogate” al fine di valorizzarne la caratteristiche e di suggerirne un consumo che copra i diversi mesi dell’anno.

La mela del mese

Dalla precoce SweeTango® all’Envy ™, molto dolce e dall’aroma tropicale intenso fino alla consistenza unica della Cosmic Crisp®, mese dopo mese un viaggio alla scoperta di diverse varietà di mela, dalle caratteristiche peculiari.

È perfetta per l’estate inoltrata, fino al limitare dell’autunno, la SweeTango®, grande festa di aromi in un mix irresistibile di dolcezza, croccantezza e succosità. Il suo aroma è infatti sfaccettato, con note di ananas, banana e semi di finocchio che dominano il profilo aromatico. Lampone e ribes arricchiscono il profilo gustativo assieme a note fiorite di petali di rosa. Una mela intensa, ben equilibrata per dolcezza e acidità, succosa e croccante.

Si sposa meravigliosamente bene con l’autunno, in particolare con i mesi di ottobre e novembre, la mela dolce come il miele.

Parliamo dell’Ambrosia™, un dolce mix di sensazioni che vi conquisterà con i suoi aromi molto intensi: alla dolcezza del miele si aggiungono note fruttate di melone, pera, mango e un po’ di albicocca, che persistono a lungo sul palato.

Particolarmente succosa e ideale per stomaci sensibili grazie alla ridotta acidità.

Salutiamo l’anno vecchio per accogliere il nuovo con la Envy ™: sulla buccia mostra aromi di agru-

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Approfondimento

mi, ma appena tagliata a spicchi si sviluppano gli intensi aromi tropicali di banana e ananas, mentre aromi gialli e fruttati di albicocca e mango contribuiscono a una fragranza durevole. Una mela croccante, succosa e soda, con un’acidità fine in alternanza ad un’intensa dolcezza che mostra un’ampia complessità sensoriale.

equilibrio tra dolcezza e acidità arrotonda questa mela molto aromatica. Quando esplode la primavera, tra aprile e maggio, via libera alla fresca esplosione della Kanzi®, la mela bicolore dolce-acidula. Croccantezza, una particolare succosità e una polpa soda sono le sue caratteristiche. Molto rinfrescante sul palato grazie agli aromi di erba verde, pera verde e scorza di limone, quand’è più matura ne arricchiscono il profilo gustativo gli aromi di ananas e la floralità dei semi di coriandolo.

E quando arriva l’estate? Lasciamoci conquistare dalla Cosmic Crisp®: molto croccante, particolarmente succosa e dalla buccia molto dura, che va masticata a lungo. Gli aromi sono finemente strutturati e prevalentemente “verdi” e fruttati come quelli di erba verde, kiwi e uva spina con un aroma di arance sulla buccia. La sua ottima conservabilità fa sì che conservi il suo gusto fresco per tutta l’estate.

Il progetto Biography

A febbraio e marzo è la volta della Pinova, la tipica mela venostana. Molto equilibrata nell’aspetto e nel sapore, il 90% della sua produzione è infatti localizzato proprio in Val Venosta. Mango maturo, banana matura, aromi di pere mature e la floralità di litchi entusiasmeranno subito gli appassionati di aromi. Croccante e soda sul palato, la Pinova mostra una polpa particolarmente fine sulla lingua. Un buon

Curiosi di saperne di più sugli agricoltori che coltivano le vostre mele preferite? Vi basterà inquadrare il QRcode presente su ogni cofanetto in cartoncino per essere indirizzati al sito web di ciascun agricoltore, dove si può trovare la sua storia, una galleria di foto del suo lavoro giornaliero e l’assortimento varietale di prodotto.

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Approfondimento
“Le mele non sono tutte uguali, ogni varietà ha le sue caratteristiche e il suo periodo ideale. Per questo noi in Val Venosta abbiamo pensato a una guida varietale che riassuma tutte le caratteristiche delle nostre mele e, a seconda del periodo dell’anno, ti proponga quella ideale da degustare.”

La zucca

Ortaggio autunnale della famiglia delle Cucurbitacee è il frutto di una pianta rampicante, con grandi foglie e caratteristici fiori gialli. Se per Cenerentola si trasforma in carrozza, in cucina può trasformarsi in tante gustose pietanze anche perché se ne può mangiare quasi tutto: i fiori, la polpa, la buccia e i semi.

Delica

Dal sapore dolce ed equilibrato, la Delica è la tipica zucca dalla forma tonda, con buccia sottile, liscia, di colore verde intenso e polpa gialloarancio, compatta, soda e poco fibrosa, indicata per zuppe, vellutate, ripieni e per gli gnocchi grazie alla sua consistenza farinosa. Dalle dimensioni compatte, è tra le più diffuse nel nostro Paese, soprattutto tra Veneto e Lombardia.

Hokkaido

Dalla buccia di colore arancio, quasi rosso, e dalla polpa gialla, la Hokkaido ricorda la castagna sia nella sua forma tondeggiante che nel sapore caratteristico, che la distingue dalle altre varietà di zucca. Considerata una zucca invernale, grazie alla sua conservabilità dopo la raccolta, ha dimensioni non eccessive.

Butternut

Varietà tardiva, tipicamente americana, dalla caratteristica forma a campana, la Butternut ha una buccia liscia, di colore giallo arancio, così come la polpa, compatta ma tenera. Tra le sue peculiarità, i semi, piccoli e localizzati nella parte più tondeggiante, ma si distingue anche per il sapore, che ricorda quello della nocciola fresca. Adatta per risotti e in frittura.

La zucca si può tranquillamente mangiare con la buccia, tuttavia – se la ricetta lo prevede o se semplicemente preferite sbucciarla – non gettatela. Custoditela, insieme ai semi, per preparare l’aperitivo zero waste che vi proponiamo a pagina 17.

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Ortofrutta di stagione
La dritta antispreco

La mela

Forse in pochi sanno che il vero frutto è il torsolo, mentre per la mela vera e propria si parla piuttosto di falso frutto. Il melo fiorisce con delicati fiori bianchi appena punteggiati di rosa nel periodo tra marzo e aprile. Ne esistono molte varietà diverse per buccia, consistenza della polpa e sapore.

Golden

Tra le sue caratteristiche, come dice il nome, la buccia dorata, che tende ad arrossire dove più esposta al sole. La Golden è la mela più diffusa e probabilmente la più amata, grazie al suo sapore dolce ma equilibrato, con note acidule, e alla sua polpa fragrante e succosa che la rende molto versatile, anche per primi piatti come il risotto di mele e rosmarino che ti proponiamo a pagina 34.

Gala

Lontana parente della Golden, se ne differenzia però per il colore della buccia rossa, con striature dorate più o meno diffuse. Tra le prime varietà raccolte già a metà agosto, la Gala è una mela di piccole dimensioni, dalla forma tondeggiante, schiacciata ai poli, con polpa soda, croccante e succosa, particolarmente apprezzata per il suo sapore dolce, con lievi note acidule.

Smith

Con la sua buccia verde, cerosa e spessa è inconfondibile. E lo è anche nella consistenza della polpa, croccante e succosa, e nel sapore, deciso e aspro. Una caratteristica quest’ultima che rende la Granny Smith particolarmente apprezzata da alcuni – anche in virtù del suo ridotto contenuto di zuccheri – ma meno apprezzata da tutti coloro che delle mele gradiscono proprio la loro dolcezza.

Per una confettura zero waste, bagnate le bucce di 5 mele con il succo di un limone. Sistemate il composto in una pentola bassa e larga e cuocete a fuoco lento con 100 g di uno sciroppo dolcificante a scelta sciolto nell’acqua calda sino al completo assorbimento del liquido. A fine cottura unite un pizzico di cannella.

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Itinerari d'eccellenza enogastronomica

I Cacciagalli Wine Resort Dal vigneto al bicchiere in Campania

Nel territorio di Teano, alle falde del vulcano spento di Roccamonfina, un Resort con azienda agricola in cui cogliere le sfumature e scoprire l’affascinante storia di vini, figli di un’agricoltura biologica e biodinamica portata avanti con entusiasmo e passione da Diana e Mario. Completa l’esperienza – se lo si desidera – l’abbinamento del vino a un percorso gastronomico alla scoperta delle eccellenze locali.

Piccolo Dolomiti Resort Piaceri di cantina in Trentino

Un’accogliente cantina/stube ad Andalo, in Trentino, realizzata con materiali naturali di montagna: legno e pietra. Seguendo i preziosi consigli di Michele, il sommelier, potrete abbinare il vino giusto a ogni occasione e partecipare a percorsi di degustazione per conoscere i vini locali e i prodotti del territorio. La cantina può essere inoltre prenotata per aperitivi personalizzati (max 15 persone).

Ripostena Country House Relax enogastronomico in Toscana

Un podere toscano immerso tra le colline senesi, nel quale condividere la passione per il vino, passeggiando tra i vigneti e le cantine del Chianti e del Brunello e scoprendo produttori del territorio accuratamente selezionati, anche attraverso tour guidati. Per chi invece preferisce prendersela comoda, è possibile allestire una degustazione personalizzata nel proprio appartamento o in uno degli spazi di Ripostena Country House.

Fondamentale è scegliere accuratamente il luogo in cui alloggiare, orientandoci su strutture che abbiano i nostri stessi principi e che adottino con convinzione soluzioni improntate alla sostenibilità. Ospitalità Natura fa proprio questo: riunisce tutte quelle realtà che, attraverso le loro scelte, portano avanti un’idea di vacanza consapevole e sostenibile. Scopri tutte le offerte su ospitalitanatura.it

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L’autunno? Perfetto per viaggiare!

Sia che cerchi la libertà di un viaggio da cucire su misura o la tranquillità di un viaggio organizzato, ViandantiSì fa al caso tuo con i suoi pacchetti viaggio e con le proposte creative Biovagando.

Per i tuoi viaggi e weekend d’autunno, lasciati ispirare da Biovagando e le sue nuove proposte, ideali per chi ama viaggiare in autonomia.

• Per gli amanti della natura incontaminata e della bellezza selvaggia, Linosa vi aspetta a settembre e ottobre per girarla e goderla a ritmo slow. Raggiungerla può rivelarsi una piccola impresa, ma una volta sbarcati sarà difficile ripartire.

• Per gli amanti del viaggio e della bellezza, il Festival del Viaggiatore dal 22 al 24 settembre vi porterà nella magnifica Asolo, borgo veneto tra i più belli d’Italia, con eventi, incontri e racconti di viaggiatori in location esclusive.

• Per gli amanti dei giardini storici e della botanica, da non perdere la proposta del Biodistretto e Parco Letterario dei Colli Euganei, un percorso ricchissimo con tappe al Giardino Botanico di Padova, al Castello del Catajo, al borgo letterario di Arquà Petrarca e tanto altro ancora.

• E poi, tanti weekend legati alle aziende agricole dell’ecosistema NaturaSì in occasione della tredicesima edizione di “Seminare il Futuro”, raccontata a pagina 6. Per saperne di più visita la sezione Biovagando del sito ViandantiSì.

La "bellezza" umana e della natura mi ha avvolta in questo viaggio. Mi abbraccio per trattenere tutto questo gioiello!

Se, invece, quando viaggi preferisci non pensare a niente, lasciati guidare dai pacchetti di ViandantiSì: qualche esempio?

Laboratorio del pane al Dottenfelderhof (Francoforte, Germania)

Un viaggio per imparare a panificare secondo gli insegnamenti dei maestri tedeschi del pane della Comunità Agricola Biodinamica Dottenfelderhof, ma anche per visitare l’accademia di agricoltura biodinamica “Dottenfelderhof” e il Bingenheimer che seleziona sementi specifiche per la biodinamica. Suggestivi il museo di Darmstadt e i mercatini di Natale che abbelliscono la città nel periodo dell’Avvento.

Dal 7 al 10 dicembre

Dornach e il Goetheanum in Avvento (Dornach, Svizzera)

Un itinerario per conoscere la storia e i segreti che hanno reso il Goetheanum celebre in tutto il mondo e per approfondire l’antroposofia, anche attraverso workshop, seminari, attività artistiche e manuali guidate, interiorizzando l’insegnamento che la Scienza dello Spirito può darci per fronteggiare le sfide e le difficoltà che attraversiamo in questo momento storico.

Dal 16 al 19 dicembre

ViandantiSì organizza esperienze di viaggio a contatto con la natura, il cibo, la cultura dei territori e i produttori agricoli vocati alla sostenibilità.

Propone viaggi di gruppo, individuali e incentivi aziendali. Scopri di più su viandantisi.it

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Riso saltato autunnale con mele e rosmarino

ricetta a cura di Disanapianta

Ingredienti per 4 persone

250 g di riso Basmati integrale

750 g acqua

1 cipolla rossa grande (o 2 piccole)

qualche rametto di rosmarino

2 spicchi d’aglio tritati

3 mele

3 cucchiai di succo di limone

80 g di anacardi tostati salati

4 cucchiai di olio extravergine

d’oliva

sale e pepe nero

Procedimento

1Cuocere il riso basmati integrale con l’acqua indicata per circa 30 minuti, a fiamma bassa e pentola scoperta. Quando risulta cotto e ha assorbito tutta l’acqua, coprire con il coperchio e lasciare riposare a fiamma spenta per cinque minuti; poi sgranare e trasferire su un piatto largo per farlo raffreddare.

2

Tritare finemente a coltello la cipolla e l’aglio. In un’ampia padella scaldare l’olio e fare rosolare cipolla e aglio così tritati; unire anche il rosmarino tritato, tenendone da parte un po’ per la guarnizione, aggiustare di sale e proseguire la cottura per una decina di minuti.

3

Nel frattempo sbucciare le mele e tagliare la polpa a cubetti. Unire in padella le mele, salare e rosolare a fiamma alta. Abbassare la fiamma, coprire con il coperchio e proseguire la cottura per circa dieci minuti.

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Oggi
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4 Terminata la cottura delle mele far asciugare la preparazione a fiamma vivace, sfumare con il succo di limone e unire il riso: saltare per qualche minuto e aggiungere una generosa macinata di pepe; servire nei piatti individuali.

5 Cospargere con gli anacardi tritati grossolanamente a coltello e guarnire ogni piatto con un rametto di rosmarino fresco.

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Possiamo davvero gettare il cibo?

Cosa succede alle cose quando si rompono? Vengono gettate via perché non si possono aggiustare oppure non si ha il tempo – né la voglia – di farlo. Chi rammenda ancora le calze quando si bucano sugli alluci? È vero, i pantaloni della scorsa stagione non sono strappati, ma restano inutilizzati sul fondo dell’armadio perché non vanno più di moda. E tutto ciò che non usiamo diventa una zavorra della quale non vediamo l’ora di sbarazzarci.

Da un lato, questo è comprensibile, ma nel contempo è uno spreco di risorse preziose. Le montagne di spazzatura sono sempre più alte mentre l’ambiente, l’aria e l’acqua sono sempre più inquinati. In questa situazione, una speranza arriva da tutti quei servizi di riparazione o upcycling, in cui nuovi prodotti rinascono dai vecchi. L’economia circolare si fonda proprio sul fatto di non produrre nessun rifiuto, o quasi, affidandosi a cicli produttivi ed energetici improntati alla sostenibilità. Per ridurre gli sprechi, però, nulla è più efficace di un comportamento consapevole da parte dei consumatori.

Certo, liberarsi di ciò che non usiamo, può essere liberatorio. Chi non lo sa che fare ordine fa bene?! In un ufficio ordinato c’è una bella atmosfera e questo ci lascia senza dubbio delle sensazioni positive. Le pile di documenti sono sotto controllo e non sono loro a controllare noi.

Fin qui tutto bene. Ma questo vale anche per il cibo? È liberatorio gettare la frutta acquistata appena qualche giorno fa perché nel frattempo è diventata morbida?! O quando buttiamo la pasta avanzata nel cestino? È giusto che i cetrioli storti vengano scartati ancora prima di essere messi in commercio? Il cibo può essere considerato al pari di inutile spazzatura?!

Soprattutto se consideriamo che, in tutto il mondo, ogni anno vengono buttati via più di 930 milioni di tonnellate di cibo e che sono circa 830 milioni le

persone che muoiono di fame contemporaneamente (UNEP Food Waste Index Report 2021), lo spreco alimentare diventa davvero difficile da giustificare.

Il 17% di tutto il cibo prodotto finisce nella spazzatura e la maggior parte (61%) proviene dalle nostre abitazioni. Si tratta di alimenti che potrebbero ancora essere consumati, ma che si gettano perché si è acquistato troppo, è passata la data di scadenza oppure perché gli avanzi di cibo non vengono riutilizzati. Tutto questo potrebbe risolversi se acquistassimo il cibo in base alle nostre effettive necessità. O ancora se sperimentassimo ricette preparate con gli avanzi o se lo osservassimo, assaggiandolo e annusandolo prima di gettarlo.

La produzione di cibo si trova ad affrontare circostanze sempre più difficili: sperimentiamo condizioni climatiche sempre più estreme con estati troppo calde e secche, o con violente inondazioni, che anche quest’anno sono state particolarmente aggressive in alcune aree, con raccolti di verdure e cereali travolti dall’acqua. Inoltre, con l’aumento generalizzato dei costi, è difficile ottenere prodotti economici: il cibo è un bene sempre più prezioso e non gettarlo dovrebbe diventare ancora più importante.

Specialista in scienze della nutrizione, è autrice del volume “Cibo vitale.

Nutrire l’uomo per rigenerare la terra”. Coordinatrice per la nutrizione nella Sezione di Agricoltura del centro spirituale dell’agricoltura biodinamica presso il centro congressi dell’antroposofia a Dornach, in Svizzera, tiene conferenze e organizza seminari sull’alimentazione dinamica.

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Nutrire il corpo, ma anche l’anima: ogni bimestre una selezione di due titoli, che raccontano e approfondiscono i valori del nostro ecosistema. Chiedili al tuo negoziante e acquistali nel tuo NaturaSì di fiducia.

La grande quercia

Gerda Muller

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Quando Anna e Benjamin fanno visita al cugino Robin nella sua casa in mezzo al bosco, Robin presenta loro il suo amico: una quercia di trecento anni! Intorno al maestoso albero dal tronco ruvido, in un ritmo calmo scandito dall’alternarsi del giorno e della notte e dall’avvicendarsi delle stagioni, i tre bambini scoprono piante e animali, giocano, vivono esperienze indimenticabili. Questo albo trasporta in una dimensione sospesa, fatta di osservazione e stupore, di esplorazione e avventura, di consapevolezza e rispetto per la vita e per l’ambiente che ci circonda. I disegni di Gerda Muller, autrice e illustratrice olandese di libri per l’infanzia, sono un ritratto accurato, poetico e ricco di dettagli del mondo naturale. Definito dalla rivista Carousel “una squisita opera d’arte di una qualità senza tempo”, l’albo della grande quercia è profondo amore per la natura.

Conoscere la medicina antroposofica

Michaela Glöckler

TerraNuova

La medicina antroposofica è un sistema medico integrato che combina le procedure mediche convenzionali con la comprensione spirituale dell’individuo e della natura, concentrandosi sul paziente e la sua individualità. Michaela Glöckler, medico antroposofo, già direttrice della sezione medica del Goetheanum a Dornach, in Svizzera, fornisce gli elementi per favorire la comprensione della dimensione sociale della malattia e una maggiore libertà di scelta terapeutica, condizioni indispensabili per l’ulteriore sviluppo del sistema sanitario e una moderna comprensione della malattia stessa. Oltre a descrivere lo stato attuale della diffusione di questo tipo di terapia e il suo spettro diagnostico e terapeutico, l’autrice intende anche sensibilizzare il lettore sulla dimensione sociale della malattia e della salute, affronta il tema del destino e illustra ciò che gli individui possono fare per la propria salute e quella dei loro simili.

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Per la preparazione di ricette dolci o salate, e per arricchire muesli e porridge.

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Salumificio Pedrazzoli: oggi come ieri, la stessa passione

Impresa familiare dedita all’allevamento dei suini e alla produzione dei salumi, il Salumificio Pedrazzoli viene fondato da Arnaldo Pedrazzoli nel 1951 a San Giovanni del Dosso (Mantova). Oggi l’azienda, sotto la guida dei figli e dei nipoti di Arnaldo, si posiziona nel mercato come leader nella produzione di salumi biologici, ai quali affianca quella dei salumi e delle specialità tradizionali.

Una filiera completa

Tutti i prodotti sono ottenuti dalla lavorazione di carne suina italiana. L’azienda lavora solo suino 100% italiano proveniente dai suoi allevamenti, con l’obiettivo di offrire un prodotto esclusivo e tradizionale, riproponendo ricette antiche che hanno l’ambizione di riscoprire sapori ormai dimenticati. Salumificio Pedrazzoli è un’azienda a ciclo chiuso con allevamenti di proprietà dislocati in Lombardia ed Emilia Romagna, che si contraddistingue dalle altre aziende italiane del settore per essere al contempo allevatore e produttore. Il controllo dell’intera filiera garantisce inoltre la massima sicurezza alimentare e la qualità dei prodotti; i salumi biologici Prima Vera Bio sono privi di glutine, senza derivati del latte e alcuni prodotti sono inseriti nel prontuario dell’AIC (Associazione Italiana Celiachia).

Prima Vera

Bio

Nel 2013 e 2016 il Salumificio Pedrazzoli con la linea Prima Vera Bio riceve da Compassion in World Farming (CIWF), l’Associazione internazionale che

si occupa della tutela del benessere degli animali nell’industria alimentare, il Premio GOOD PIG per l’impegno nella tutela del benessere delle scrofe, dimostrando a livello internazionale come sia possibile compiere scelte a favore anche del benessere dei suini.

La Migliore azienda Bio d’Italia

Il prestigioso premio è stato conferito al Salumificio Pedrazzoli, in occasione della presentazione della nuova edizione della Guida Salumi d’Italia 2023 a novembre 2022. I Premi Speciali sono stati dedicati ai migliori progetti di settore che si sono distinti nella storia della Guida Salumi D’Italia e il Salumificio Pedrazzoli, con i Cinque Spilli, ha ottenuto il massimo riconoscimento come migliore azienda Bio d’Italia. www.salumificiopedrazzoli.it

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Turismo sostenibile
Azienda del mese
Azienda del mese
messaggio promozionale

I NOSTRI VALORI CHE CONTANO

Garanzia di origine: Latte proveniente dalla regione alpina tra Watzmann e Zugspitze nelle Alpi Bavaresi.

Piccole aziende familiari con una media di 27 mucche sono i soci conferitori dell’azienda.

latte-bio-delle-alpi.it

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In cucina con la linea di Semi Macinati e Pelati Isola Bio! Frullato Energy

Ingredienti per 1 persona

Isola Bio Avena Barista 100ml

60-100g lamponi freschi

20g Semi di Canapa Isola Bio

10g miele millefiori

Preparazione

Preparazione: 10’

Frullare la bevanda, miele, semi canapa e la frutta tutto assieme poi versare il frullato ottenuto in un bicchiere capiente e guarnire con semi di canapa.

Consigli

Si può variare la frutta a seconda della stagione, per l’autunno si può pensare di scegliere la pera, kiwi oppure il mirtillo. Frullato consigliato prima di un’attività sportiva.

La canapa fornisce la parte proteica che da sazietà e bilancia la quota di carboidrati data dalla bevanda vegetale e dalla frutta. Ideale per gli sport di forza.

Ricette fatte da:

Smoothie ai Semi di Lino e Cachi

Ingredienti per 2 persone

350g cachi maturi

Preparazione: 10’

200g bevanda mandorla concentrata Isola Bio

95g circa pera piccola

8g Semi di Lino Macinati Isola Bio

1,5g zenzero fresco

0,3g cacao amaro in polvere

0,15g cannella in polvere (mezzo cucchiaino)

0,10 noce moscata

Preparazione

Frullare tutti gli ingredienti, sino ad ottenere un composto denso e naturalmente dolce. Servire in un bicchiere.

Aggiungere una spolveratina di semi di lino macinati una volta versato il composto ottenuto nel bicchiere.

Consigli

Se si vuole rendere lo smoothie più fluido aggiungere altra bevanda di mandorla, si consigliano altri 50g.

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Provaci !
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