COVER AGENZIA GENERALE FONDIARIA-SAI BERGAMO EST
Anno 12 - N°1 Febbraio - Marzo 2009 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB BERGAMO In caso di mancato recapito si restituisca a: Editrice Bergamasca Srl - via Madonna della Neve, 24 - 24121 Bergamo, che si impegna a pagare la relativa tassa. Euro 4,00
Serenità e sicurezza
VIP & NEWS GRAN GALÀ NEPIOS Carrellata di stelle al Donizetti
FINANZA Baldassarre apre l’anno accademico
INTERVISTE ORESTE CASTAGNA Creatore di sogni
ROBERTO REGAZZONI Il commentatore del tempo
STEPHAN WINKELMANN Un mito di nome Lamborghini
CULTURA LA CITTÀ VISIBILE Il Novecento nei clic d’autore
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CARI LETTORI
Editoriale
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rosegue il nostro itinerario tra i bergamaschi che si distinguono per talento e creatività nel mondo dello spettacolo. A ulteriore dimostrazione che l’etica del lavoro e della serietà professionale, da sempre elemento caratterizzante del nostro dna, premia non solo nel settore manufatturiero. Due sono gli illustri rappresentanti di questa “tendenza” che andiamo a presentarvi: Oreste Castagna e Ambramarie Facchetti. Il primo, regista teatrale e televisivo capace di far sognare a occhi aperti bambini e non, da anni sforna programmi di altissima qualità pensati per i più piccoli e trasmessi da Raitre. La seconda, voce calda e sensuale calata in un look aggressivo da rocker, sta spopolando a X-Factor, format di successo che mette a confronto le migliori voci emergenti del panorama nazionale. L’abbiamo eletta “Vip del mese” perché nonostante i suoi 21 anni, potrebbe diventare la nuova Giusy Ferreri di domani grazie alla prestigiosa vetrina messale a disposizione da Simona Ventura, Mara Maionchi e Morgan. Al confine tra intrattenimento e divulgazione scientifica va poi posizionato un altro personaggio ormai popolarissimo nelle case bergamasche: Roberto Regazzoni, presentatore e ideatore di un Meteo “dal volto umano” in onda su Bergamo Tv - che sta raccogliendo adepti anche tra i più giovani. L’abbiamo intervistato e ce ne ha raccontate delle belle, come interessante è stata la chiaccherata con Stephan Winkelmann, presidente di Lamborghini, intervenuto all’inaugurazione a Orio del nuovo showroom della Casa di Borgo Panigale. Un tuffo nell’evoluzione della vita amministrativa dal 1960 a oggi ci è stato invece concesso dal tète a tète con Crescenzo Purcaro, per 32 anni segretario comunale di Almenno San Bartolomeo. Le interviste sono come sempre la punta di diamante di una proposta estremamente diversificata: dai reportage vippaioli di inaugurazioni e appuntamenti mondani alle aziende più vivaci del panorama locale; dai focus brevi ma intensi sulle proposte enogastronomiche locali agli itinerari turistici. Senza dimenticare l’ampia sezione dedicata ad Arte&Cultura, aperta da una carrellata di fotografie gentilmente concesseci dagli organizzatori della mostra “La città visibile”: la peculiarità di immagini scattate lungo tutto l’arco del Novecento non può non incuriosire, all’insegna del “come eravamo” e della comprensibile nostalgia per i bei tempi andati. Buona lettura! Claudio Gualdi
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Cari Lettori
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Sommario
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Talento rock da Bergamo a X-Factor 4° Gran Galà della Solidarietà Nepios Guardia di Finanza, Baldassarre apre l’anno accademico 2008/2009 Il Grand Hotel di Zingonia rinasce come Palace Hotel Cesvi, aperte le iscrizioni al Premio Takunda 2009 48° Riconoscimento del Lavoro e del Progresso Economico Sport Awards, premiati i migliori atleti bergamaschi Venti borse di studio per premiare l’impegno estivo Shopping
Aziende 60
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Affidabilità, eccellenza, convenienza all’Agenzia Generale Fondiaria-Sai Bergamo Est Tecnowash Efficienza, rapidità, convenienza Wet Life Paginesì, pronta la nuova edizione Pietra di Credaro doc IGEA Prevezione è salute Parliamo di condominio
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Interviste 32 36 40 44 48 52 56
Roberto Regazzoni Oreste Castagna Stephan Winkelmann Massimo Boffelli Aut.Min.Rock Crescenzo Purcaro Roberto Formigoni
Mangiar bene 76
Città dei Mille anno 12 n. 1
Turismo 78
Editore: Editrice Bergamasca Srl www.ediberg.it
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Sommario
Aut. Trib. n. 52 del 27 Dicembre 2001
Direzione e Redazione: Via Madonna della Neve, 24 Bergamo Tel. 035.3591116 Fax 035.3591117 www.cittadeimille.com Direttore responsabile: Claudio Gualdi
Olio, nella Bergamasca aumenta la produzione
Da Bergamo verso le vette del mondo spinti dalla passione per il Freeride Orio al Serio, 2008 da record con oltre 6 milioni di passeggeri
Arte e cultura
Redazione: Fabio Cuminetti
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Grafica: Denis Colosio - Fabio Toschi
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In questo numero hanno collaborato: Luna Gualdi Emanuela Lanfranco Francesco Lamberini
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Fotografie: Vincenzo Lombardi Tiziano Manzoni
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“La Città Visibile”, in mostra il Novecento di Bergamo Un “mandala” in Sala Manzù per aiutare i bimbi disabili Così parlava Frate Indovino Un libro ce lo racconta Tuffo straniante nel cinema di Welles con installazioni, dipinti, fotografie Il fienile diventa loft
Stampa: Sigraf - Treviglio (Bg) Pubblicità: Tel. 035.359 1158
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Vip del mese
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di Fabio Cuminetti
talento rocK da BerGamo a X-Factor AmbraMarie Facchetti, 21enne di Calvenzano, è una delle più acclamate protagoniste del programma di Rai Due. I genitori: «È determinata e caparbia, non si lascia plasmare facilmente»
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utti pazzi per AmbraMarie, la cantante che sta raccogliendo lunghe standing ovation a «X-Factor», talent show di Rai Due condotto da Francesco Facchinetti con la partecipazione, in veste di giudici e capi squadra, di Simona Ventura, Morgan e Mara Maionchi. Ventun anni, dotata di una voce calda e suadente, Ambra Marie Facchetti è nata a Treviglio ms ora abita con la famiglia - la madre Mary, il padre Mario e il fratello Brandon - a Calvenzano. Mary e Mario non mancano mai il lunedì sera negli studi di via Mecenate a Milano, da dove X-Factor va in onda. «Finita la puntata abbiamo solo avuto il tempo di salutarla e darle un bacio - raccontano - Poi via, gli addetti della produzione prendono i cantanti rimasti in gara e li portano in tre appartamenti vicino allo studio della Rai, in cui vengono ospitati durante la settimana. Nessun contatto con l’esterno è consentito. La prima cosa che hanno tolto a tutti è stato il cellulare. A noi non resta che seguirla in televisione negli spezzoni giornalieri (in onda alle ore 19 su Rai Due, ndr) e poi il lunedì in studio per la diretta. Va bene così, però lei sa che le vogliamo bene; sta inseguendo il suo sogno e X-Factor è un’occasione importante». La musica è entrata presto nella vita di AmbraMarie. «Una dote naturale - ha spiegato mamma Mary -. Da quando, a 9 anni, ha cominciato a frequentare la scuola di canto del Centro didattico produzione musicale di Bergamo, dove tutt’ora studia con il maestro Giovanni Guerini». Terminati gli studi al liceo classico Weil di Treviglio ha scelto di coltivare la sua passione per la musica. Lavora part-time al bar «Del Mercato» di Treviglio, servendo cappuccini e brioches, poi
si dedica alla musica. «Ha sempre avuto ottimi voti a scuola, riuscendo a far coincidere l’impegno dello studio con la musica - ha proseguito Mary -. Poi ha scelto la sua strada. È determinata e caparbia, non si lascia plasmare facilmente. E’ bravissima in inglese, adora la letteratura, soprattutto la Divina Commedia di Dante, ed è appassionata di fotografia. Tante di quelle presenti sul suo blog internet di Myspace se le è scattate lei». AmbraMarie, malgrado la giovane età, ha alle spalle già due singoli, «Via da Te» (2002) e «Urla» (2004), incisi con l’etichetta Warner. A maggio del 2004 è nata la «AmbraMarie band», formata insieme a tre musicisti cremaschi, Cristian Lepri (chitarra e voce), Mattia Degli Agosti (batteria) e Raffaele D’Abrusco (basso e voci). Insieme sul palco, tra un pezzo dei Queen, dei Guns ‘n Roses, dei Police e degli Skunk Anansie, tra AmbraMarie e Raffaele è scoppiato l’amore. Le esperienze artistiche della giovane cantante non si esauriscono qui. Ha partecipato alla trasmissione televisiva «Destinazione Sanremo» e ha girato un video musicale a New York. E’ approdata a X-Factor dopo avere superato la concorrenza dei circa 20 mila che si sono presentati ai casting in tutta Italia (Milano, Roma, Napoli, Palermo e Bari). Si è messa in mostra, nei provini, cantando «Oro» di Mango e ha superato le fasi preliminari, Bootcamp e Homevisit, entrando a far parte dei quattro componenti della squadra capitanata da Simona Ventura. «Mi sono commossa quando la Ventura ha detto che si rivedeva in AmbraMarie ha confessato Mary -. L’ha un po’ bacchettata per l’ultima esibizione dei provini, ma poi l’ha scelta per partecipare alla trasmissione». La popolarità di AmbraMarie sta crescendo a livelli esponenziali anche grazie ad Internet e su Facebook si moltiplicano i fan club a lei dedicati. «AmbraMarie vuole fare la cantante e X-Factor è un ottimo mezzo per farsi conoscere», ha concluso papà.
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di Emanuela Lanfranco
4° Gran GalÀ della solidarietÀ nepios Donizetti tutto esaurito per una serata che ha visto alternarsi sul palco artisti del calibro di Nick The Nightfly, Sara Jane Morris, Albano. La serata è stata presentata da Pippo Baudo e Luisa Corna
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artedì 13 gennaio nel nostro splendido Teatro Donizetti Pippo Baudo e Luisa Corna hanno presentato il 4° Galà della Sildarietà Nepios. L’importante avvenimento, voluto e sostenuto con grande passione dalla Presidente Tullia Vecchi, fondatrice di Nepios, è diventato un appuntamento fisso per la nostra città, che ogni volta mette in evidenza la grande solidarietà dei cittadini - anche quest’anno il teatro era tutto esaurito - e degli artisti che intervengo tutti gratuitamente. La Montecarlo Nights Orchestra, diretta da Gabriele Comeglio, ha accompagnato l’esibizione di tutti gli artisti: Claudio Angeleri,
Emilio Soana, Giulio Visibelli, Mauro Parodi, Tony Arco, Marco Esposito, Nich The Nightfly, Sara Jane Morris, Simona Bencini, paòlola Folli, Paola Milzani, Rossella Marconi, Elena Bertocchi, Albano. Da Zelig: Giancarlo Kalabrugovic, Bruce Ketta, Niba. Direttore artistico della manifestazione il “nostro” grande Roby Facchinetti. Nepios, Associazione senza scopo di lucro a tutela dell’Infanzia, è nata a Bergamo nel 2001. Sostenitrice di importanti iniziative di solidarietà per i bambini e la famiglia, ha devoluto l’incasso della serata, per la realizzazione di due grandi progetti, alla Neuropsichiatria Infantile degli Ospedali Riuniti di Bergamo e al Centro per il Bambino e la Famiglia dell’ASL di Bergamo.
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Guardia di Finanza, Baldassarre apre l’anno accademico 08/09 La cerimonia è stata inaugurata dalla tradizionale relazione del Comandante dell’Accademia, Gen. B. Michele Calandro, il quale ha illustrato le iniziative avviate e i risultati raggiunti nell’ultimo anno
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onsueta carrellata di autorità, sabato 17 gennaio nell’Aula Magna dell’Accademia della Guardia di Finanza, per l’inaugurazione dell’anno accademico 2008/2009. I lavori sono stati aperti dalla tradizionale relazione del Comandante dell’Accademia, Gen. B. Michele Calandro, il quale ha illustrato le iniziative avviate ed i risultati raggiunti nell’ultimo anno. Questi i principali dati forniti: nel 2008 sono stati avviati al servizio 103 Ufficiali, al termine dei cicli di formazione dei Ruoli Normale, Aeronavale e Speciale; tutti gli Allievi Ufficiali iscritti nei corsi di laurea in “Scienze della Sicurezza economico-finanziaria” hanno concluso positivamente gli studi (in particolare, hanno ottenuto il massimo dei voti il 16% degli iscritti al corso di laurea triennale, e il 41% di quelli iscritti nel corso di laurea specialistica); sono stati aggiornati i piani di studio, con l’inserimento di nuove materie, e sono state adottate misure incentivanti per la valorizzazione dell’attività di ricerca connessa alla produzione delle tesi di laurea; nel 2009 avrà inizio il primo corso di formazione per Ufficiali in ferma prefissata del Ruolo Tecnico-Logistico-Amministrativo e del Ruolo Speciale, cui parteciperanno giovani (vincitori del concorso bandito nel 2008) laureati in discipline funzionali al successivo impiego nel Corpo. Sono seguiti gli indirizzi di saluto del Prof. Marcello Fontanesi e del Prof. Alberto Castoldi, Rettori, rispettivamente, dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca e di Bergamo, convenzionate con l’Accademia per il corso di laurea riservato agli Ufficiali del Corpo. Ha preso poi la parola il Prof. Antonio Baldassarre, Presidente emerito
della Corte Costituzionale, il quale ha tenuto la prolusione inaugurale sul tema “Crisi finanziaria globale e tutela del risparmio secondo l’art. 47 della Costituzione”. La cerimonia è proseguita con la premiazione dei vincitori della 1^ edizione del “Premio UniversitAccademia”, un concorso promosso dall’Accademia, in collaborazione con le Università degli Studi di Bergamo e di Milano-Bicocca e con il sostegno finanziario del Credito Bergamasco, riservato agli Allievi Ufficiali del Corpo e agli studenti delle Facoltà di Giurisprudenza e di Economia dei due Atenei lombardi. Successivamente, sono stati premiati gli Allievi Ufficiali che si sono classificati al primo posto nella graduatoria finale dei rispettivi corsi ed è stata conferita la “sciabola d’onore” al Ten. Sergio Commendatore, del 103° Corso “Podgora” III, attualmente Comandante della Tenenza di Vigevano (PV).
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FEBBRAIO - MARZO
di Emanuela Lanfranco
il Grand Hotel di zinGonia rinasce come palace Hotel Dopo una radicale ristrutturazione durata quasi 2 anni risorge l’esclusiva struttura ricettiva di corso Europa. L’albergo mette a disposizione un ristorante, un centro congressi e un centro benessere
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l Grand Hotel di Zingonia, costruito 37 anni fa, rinasce come Palace Hotel. Dopo una radicale ristrutturazione risorge dunque l’esclusiva struttura ricettiva situata nel centrale corso Europa e determinata a diventare il punto di riferimento del territorio lombardo a cavallo delle aree metropolitane di Milano, Bergamo e Brescia. Strategicamente ubicata a ridosso delle principali arterie di comunicazione, offre
ai propri ospiti un servizio impeccabile. L’Hotel Palace, accogliente ed elegante, offre svariate categorie di camere: in tutto sono 110 e ognuna di esse è dotata di tutti i comfort. Gli ospiti hanno a disposizione, oltre a un ristorante, un centro congressi e un centro benessere. Una festa per presentare in anteprima il nuovo Palace Hotel è stata voluta da Giambattista Begnini, che insieme a i figli Mirco e Gianluca ha dato una nuova vita allo storico edificio.
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cesVi, aperte le iscrizioni al premio taKunda 2009 Una categoria è dedicata a quei bergamaschi - persone, associazioni o aziende - che si sono dedicati a progetti umanitari, contribuendo a consolidare l’immagine di Bergamo come città generosa e aperta al mondo
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ino al prossimo 24 febbraio sono aperte le candidature al “Premio Takunda - Vincere con la solidarietà”, promosso da Cesvi, organizzazione italiana indipendente impegnata da 20 anni in progetti di aiuto allo sviluppo in tutto il mondo. Visto il particolare legame tra Cesvi e Bergamo - città in cui l’organizzazione è nata e nella quale ha la propria sede principale - una categoria del Premio Takunda è dedicata a quei bergamaschi - persone, associazioni o aziende - che si sono dedicati a progetti umanitari, contribuendo a consolidare l’immagine di Bergamo come città generosa e aperta al mondo. Il riconoscimento - già insignito nelle edizioni precedenti di un riconoscimento speciale dal Presidente della Repubblica - ha lo scopo di riconoscere gli esempi di impegno nella cooperazione espressi da organizzazioni, singoli o imprese, educando allo stesso tempo alla solidarietà internazionale. Tra i premiati delle scorse edizioni il Cotonificio Honegger Spa nella persona dell’amministratore delegato Giancarlo Zambaiti, per aver valorizzato una fabbrica tessile eritrea in crisi con un impiego di manodopera locale e Padre Angelo Pansa, missionario saveriano da quarant’anni sul campo in Africa e in America Latina, impegnato attualmente in progetti di recupero di aree in via di desertificazione e riforestazione, in Amazzonia e Mato Grosso. Oltre a Bergamo per il Mondo sono previste anche le categorie Progetto umanitario, Protagonista sul campo, Testimonial, Comunicazione e Informazione in Italia e Azienda Sostenitrice. Inoltre nelle
scorse edizioni sono state consegnate ai familiari le menzioni d’onore alla memoria di Enzo Baldoni e Ryszard Kapuscinsky, mentre nell’edizione 2008 è stata conferita una menzione d’onore al Maestro Daniel Barenboim. L’assegnazione dei premi anche per questa edizione sarà affidata a un Comitato di Selezione e una Giuria d’Onore, composte da personalità del mondo del giornalismo, dell’economia, della cooperazione internazionale, della cultura e delle istituzioni tra cui Lella Costa, Tito Boeri, Ettore Mo, Gianni Riotta, Toni Capuozzo, Cristina Parodi; quest’ultima è anche madrina della serata di premiazione che si terrà il prossimo 11 maggio nella cornice del Teatro Donizetti di Bergamo. Il premio è dedicato a Takunda, il primo bambino dello Zimbabwe nato sano da madre sieropositiva grazie al progetto del Cesvi “Fermiamo l’Aids sul nascere”. Il suo nome, che in lingua shona significa “Abbiamo vinto”, rappresenta una solidarietà vincente e la forza di un continente che può vincere la difficile battaglia contro l’AIDS. L’edizione di quest’anno è organizzata da Cesvi grazie al contributo del Ministero Affari Esteri, Direzione Generale per la Cooperazione allo sviluppo. Per iscrizioni: compilare la scheda scaricabile dal sito www.takunda. org e inviarla entro il 24 febbraio 2009 a: Cesvi - Segreteria Premio Takunda, via Broseta 68/A - 24128 Bergamo; oppure via e-mail all’indirizzo premiotakunda@cesvi.org. Per informazioni per la partecipazione al Premio Takunda: Chiara Magni, tel. 035.2058026 - chiaramagni@cesvi.org e sito www.takunda.org.
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GIURIA D’ONORE Valerio Bettoni, Presidente Provincia di Bergamo - Roberto Bruni, Sindaco di Bergamo - Elisabetta Burba, giornalista Panorama - Tito Boeri, Direttore Fondazione De Benedetti - Toni Capuozzo Vicedirettore Terra / Mediaset TG5 - Dario Carella, Vicedirettore Tgr Rai - Maurizio Carrara, Consigliere delegato società editoriale Vita - Massimo Ciampa, Segretario generale Mediafriends Onlus - Lella Costa, autrice e attrice - Sergio Daniotti, A. D. Boehringer Ingelheim Italia - Cipriana Dall’Orto, Condirettore Donna Moderna - Mauro Galligani, fotoreporter - Agostino Da Polenza, Presidente Comitato EV K2 Cnr - Dario Di Vico, Vicedirettore Corriere della Sera - Giulio Giustiniani, giornalista - Tito Lombardini, imprenditore - Ettore Mo, giornalista Corriere della Sera - Giovanni Modina, Vicedirettore generale contenuti Rti - Andrea Moltrasio, Confindustria - Carlo Petrini, Presidente Slow Food - Salvo Pettinato, Consigliere Agenzia per le onlus - Giovanni Porzio, Inviato Panorama - Don Gino Rigoldi, Cappellano Istituto penale minorile C. Beccaria,
Fondatore Comunità Nuova - Gianni Riotta, Direttore TG1 - Gigi Riva, Giornalista L’Espresso - Carlo Romeo, Direttore Segretariato Sociale Rai - Marina Salamon, imprenditrice - Carlo Sartori, giornalista - Sac. Prof. Luigi Verzè, Presidente Fondazione S. Raffaele del Monte Tabor
COMITATO DI SELEZIONE Riccardo Bonacina, fondatore del settimanale Vita - Denis Curti, Direttore Contrasto Milano - Paolo Duranti, Direttore Nielsen Media - Piersilvio Fagiano, Direttore progetti Cesvi - Paolo Magri, Segretario Generale ISPI - Gianvito Martino, Presidente ass. culturale Sinapsi - Giangi Milesi, Presidente Cesvi - Ettore Ongis, Direttore L’Eco di Bergamo Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos Explorer - Luciano Scalettari, inviato Famiglia Cristiana - Maria Giuditta Servidati, consulente del Presidente della Provincia di Bergamo - Rossella Sobrero, esperta di comunicazione sociale - Marco Vitale, economista d’impresa
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FEBBRAIO - MARZO
48° riconoscimento del laVoro e del proGresso economico Camera di commercio e Teamitalia insieme per premiare lavoratori e imprenditori bergamaschi meritevoli. Benemerenze “speciali” per Vittorio Feltri, Mariuccia Mandelli (Krizia) e Pietro Pozzoni
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iornata piena di emozioni per la consegna dei premi in occasione della 48° edizione del “Riconoscimento del lavoro e del progresso economico”, evento con cui la Camera di Commercio si impegna a riconoscere e premiare i meriti dei lavoratori bergamaschi. La cerimonia di premiazione - organizzata e gestita da Teamitalia, con cui l’Ente Camerale ha stretto una forte collaborazione - si è svolta domenica 21 dicembre presso la Fiera di Bergamo. Ottantasette i riconoscimenti assegnati a lavoratori e imprenditori, suddivisi in sei categorie: lavoratrici e lavoratori
dipendenti - Con particolare curriculum (6 premi), dirigenti d’azienda (1 premio), imprese industriali/commerciali/agricole/artigiane (7 premi), brevetti (2 premi per 4 persone), coltivatori diretti (5 premi) e lavoratrici e lavoratori dipendenti - Anzianità e Fedeltà (64 premi). Un pubblico di oltre cinquecento persone ha assistito con grande partecipazione alla premiazione che si è svolta alla presenza della Giunta Camerale, composta dal presidente Roberto Sestini, dal segretario generale Carlo Spinetti e da Maurizio Laini, Ivan Rodeschini, Italo Calegari, Francesco Mapelli, Mario Mazzoleni, Claudio Solenghi, Franco Nicefori, Luigi Trigona. In particolare Maurizio Laini, presidente della Commissione di
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valutazione del premio, è intervenuto durante la cerimonia per sottolineare l’importanza di ogni singola persona e del suo ruolo all’interno dell’azienda e quanto questi aspetti siano importanti per il suo sviluppo; inoltre il presidente Sestini ha dimostrato un atteggiamento ottimista nei confronti della crisi, sottolineando che ci sono tutti i presupposti per pensare che come rapidamente si è diffusa, così rapidamente passerà. In un contesto del genere, poter contare su un personale valido e competente risulta ovviamente ancora più importante. Ai riconoscimenti sopra elencati si sono aggiunti tre riconoscimenti assegnati a personalità benemerite: Vittorio Feltri, la stilista Mariuccia Mandelli - in arte Krizia - e Pietro Pozzoni, presidente del Gruppo Fratelli Pozzoni SpA, che negli anni hanno fatto grande il nome di Bergamo in tutta Italia e anche all’estero. La cerimonia è stata accompagnata dall’esibizione dell’Ensemble del Bergamo Musica Festival “Gaetano Donizetti” - rappresentato da Gianni Biocotino al flauto, Alessia De Filippo al violino, Christian Serazzi alla viola e Massimo Repellini al violoncello che si è esibito nell’Inno alla Gioia di Ludwig van Beethoven e nell’Inno d’Italia. Al termine della premiazione gli allievi dell’Istituto Musicale Gaetano Donizetti di Bergamo hanno suonato brani di musica classica di - tra gli altri - Mozart, Purcell, Haendel.
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sport awards, premiati i miGliori atleti BerGamascHi Lunedì 15 dicembre al Centro Congressi Giovanni XXIII si è svolta la terza edizione della manifestazione. Riconoscimenti anche a Roberto Donadoni e Daniela Masseroni. Testimonial della serata Adriano Ferreira Pinto
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ella serata dedicata allo sport lunedì 15 dicembre al Centro Congressi Giovanni XXIII in occasione della terza edizione di Sport Awards, gran galà che ha premiato i migliori atleti bergamaschi della stagione sportiva 2007-2008. Il primo riconoscimento - tra i premi speciali - è stato conferito da Duilio Tassetti, presidente onorario dell’Associazione Domus,
a Danzarea e Orobica Ginnastica, due società che hanno saputo insegnare la grazia e l’eleganza della danza e portarla a livelli internazionali. Lo hanno dimostrato del resto con Daniela Masseroni, ginnasta di livello nazionale e mondiale e secondo Sport Award della serata come Atleta dell’anno 2008. Un premio alla carriera - consegnato da Maurizio Gamba, presidente Panathlon International Club di Bergamo - è andato poi al pugile Luca
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Messi come riconoscimento per tutte le vittorie ottenute a livello professionistico internazionale. Avanti coi premi speciali. La redazione sportiva del Magazine Sport & Clubs ne ha assegnato uno a un grande protagonista bergamasco del calcio italiano, Roberto Donadoni, per il fairplay dimostrato e per la grande capacità di mantenere senso della misura da giocatore e da allenatore. Roberto Gualdi, presidente di Teamitalia (a cui si deve l’organizzazione della serata) ha invece “decorato” Il prof. Franco Ascani, presidente della Ficts (Federation Internationale Cinema Television Sportifs) e deus ex machina del Festival “Sport Movies & tv 2008”. Non è mancato lo spazio per la solidarietà. Il premio speciale per il sociale è stato consegnato da Giuseppe Pezzoli (C.O.N.I. di Bergamo) all’Associazione “Il Padre Pellegrino Onlus”, come riconoscimento per l’impegno profuso nell’aiuto ai bambini Brasiliani. Testimonial della serata Adriano Ferreira Pinto, giocatore brasiliano dell’Atalanta, che sostiene con grande interesse la raccolta fondi.
Dopo tanti premi speciali sono stati quindi assegnati gli Sport Awards per le categorie Donne, Uomini, Squadre e Disabili. Laura Teani ha ottenuto il primo posto come migliore portiere di pallanuoto a livello europeo. Thomas Oldrati, campione del Mondo di junior enduro classe 125, ha conquistato lo Sport Award nella categoria maschile. Per quanto riguarda la categoria squadre, i Lions Bergamo hanno ottenuto il primo posto in quanto campioni d’Italia in carica di football americano. Per la categoria atleti diversamente abili, infine, Maria Poiani, oro olimpico a Pechino 2008 nei 50 stile libero e record mondiale, si è accaparrata il primo posto conquistando il pubblico con il suo sorriso e una simpatia contagiosa. La serata si è conclusa in crescendo con altri due premi speciali: alla carriera per Raimondo Balicco, commissario tecnico della nazionale italiana di corsa in montagna, e per Maria Teresa De Filippis, prima donna nella storia dell’automobilismo a partecipare con successo alle gare di Formula Uno.
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Venti Borse di studio per premiare l’impeGno estiVo L’iniziativa del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo fa parte dell’impegno dell’Associazione per favorire una maggiore integrazione fra il mondo del lavoro e della formazione.
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na cerimonia di premiazione degli studenti che si sono particolarmente distinti per l’impegno dimostrato nel corso del loro stage estivo. È quanto svoltosi nella sede di Confindustria Bergamo. Si tratta dell’attribuzione di 20
borse di studio da 500 euro ciascuna, che aiuteranno gli studenti nella prosecuzione degli studi, in vista dell’università. L’iniziativa del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo fa parte dell’impegno dell’Associazione per favorire una maggiore integrazione fra il mondo del lavoro e della formazione.
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di Emanuela Lanfranco
il meteo secondo reGazzoni È un commentatore del tempo: con parole semplici ci dice se domani pioverà e perché… «L’unica Meteo-Rina che ho avuto è stata mia mamma Rina…»
ROBERTO REGAZZONI
Interviste
I
ncontro Roberto Regazzoni nello studio di Bergamo TV, dove registra le previsioni del tempo. È un personaggio. La gente lo riconosce per strada, lo ferma, gli scrive, gli invia foto, chiede pareri. Quotidianamente lei annuncia le previsioni del tempo sia apparendo in televisione che sul giornale. Praticamente è diventato un personaggio che entra in quasi tutte le case di Bergamo. Questa notorietà cosa le ha portato? La gratifica? «Essere riconosciuti procura sempre un indubbio piacere, in ciascuno di noi c’è e convive sempre un po’ di amor proprio alla “Grande Fratello”. La notorietà non mi ha portato di certo vantaggi economici. Se penso alle tante ore quotidiane che si “mangia” questo mio impegno, avrei di certo potuto monetizzare meglio e diversamente. La vera gratificazione è quella di aver potuto conoscere e continuare a conoscere, ogni volta che apro una delle tantissime e-mail che ricevo, tante persone che condividono le mie stesse cose. Quasi sempre sono persone semplici, umili e riservate, che si sentono di esternare il loro hobby e decidono di proporsi, perché si fidano della mia figura e del mio stile propositivo. È forse questa la remunerazione vera del mio impegno. Lo dimostra anche il fatto, ad esempio, che per le mie tante serate di meteo, in questi ultimi anni, non ho mai chiesto compensi o rimborsi-spese in denaro, ma ho sempre apprezzato dei ben graditi omaggi sotto forma di prodotti della terra, possibilmente del posto! Certo, qualche volta nei fine settimana, girando con la mia Paola per i paesi o sui sentieri delle nostre montagne, verrebbe davvero la voglia di rendersi irriconoscibile con una barba e un cappello da Mormone!». Lei si propone con un linguaggio molto semplice. E’ una sua scelta? «Non ho un altro linguaggio. So parlare benissimo il bergamasco (è la mia lingua madre…) e, spero, abbastanza bene l’italiano, ma mi è sempre piaciuto capire e farmi capire, per cui evito accuratamente l’uso di termini arzigogolati o poco comprensibili, anche a rischio di essere esplicito e di usare a volte dei termini
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un po’ “provinciali”. Non ha forse intuito tutto questo quella gentile signora (non bergamasca) che un anno fa mi ha scritto dicendo “… lei tedia il lettore usando termini provinciali, ritengo che un giornale come L’Eco di Bergamo si meriterebbe una figura più professionale…”. Continuo a pensare che non mi avesse capito per niente, non aveva afferrato che gli “errori” o le parole storpiate che trovava nei miei testi non erano frutto di scarsa cultura ma “errori voluti”, in un certo senso. Ci sono degli svantaggi, però: l’essere esplicito e comunicativo, ad esempio, non mi ha aiutato a far carriera nella ditta dove lavoro da 38 anni, ed è anche il motivo per cui, in 3 distinte occasioni negli ultimi 10 anni, sono arrivato vicinissimo a perdere il posto di lavoro». I suoi ascoltatori le spediscono anche fotografie inerenti a paesaggi piuttosto che alla flora o fauna bergamasca, e le inviano lettere. E’ stata una sua richiesta? In media quante lettere riceve? «Inizialmente no. Sono partito avendo ampia libertà di manovra nelle scelte della rubrica meteo, da parte dei responsabili di Bergamo TV, ma non avevo affatto idea su come impostarla, al di là delle tradizionali cartine e ai dati meteo, tranquillamente reperibili su Internet. Ho iniziato casualmente con qualche foto mia a corredo, fatta magari la domenica in montagna, e poi è stato un progredire esponenziale, fino alle 50-70 e-mail attuali cariche di immagini, e da ultimo anche alle numerose richieste di “saluti & baci”. È questo un “effetto collaterale”, stimolato proprio da me all’inizio, purtroppo, ma che ora è diventato ingombrante e mi crea qualche complicazione alla rubrica: ruba secondi preziosi al meteo e so che a qualche telespettatore non piace affatto. Dovrò ripensare la cosa in modo diverso». Regazzoni, lei ha un modello televisivo di riferimento? Una volta c’era il mitico colonnello Bernacca. «Più che al mitico Bernacca, al quale pure assomiglio come pettinatura, mi piace lo stile propositivo di Luca Mercalli, quello di “Che Tempo Che Fa” su RAI3 di Fazio, col quale sono in contatto da oltre 15 anni attraverso la Società Meteorologica Italiana, della quale lui è presidente e io socio. Ho sempre ammirato la sua capacità dialettica e comunicativa, oltre allo stile e alla cultura ad ampio raggio di cui dispone». Entriamo un po’ nello specifico. Innanzitutto, cos’è la meteorologia? Una scienza o una disciplina? «È una disciplina ambientale, che utilizza leggi e postulati delle altre scienze
riconosciute, ma che di proprio ha solo dei teoremi e delle probabilità statistiche, ma nessuna regola certa o legge sua, nell’accezione classica del termine». Come è nata questa sua passione per la meteorologia? «Penso che come tutte le predisposizioni e gli hobby di ognuno di noi, faccia parte di una specie di DNA acquisito, ma nel mio caso deriva anche dall’ambiente e dalla tradizione contadina di montagna in cui ho avuto la fortuna di vivere fin verso i 15 anni. È lo stesso ambiente in cui però ho sempre continuato e continuo a vivere e a ritornare ogni sera, anche quando ho iniziato la mia attività lavorativa in un’industria di pianura». Quali strumenti usa? Dove si trova la sua, sempre che si dica così, stazione di rilevamento?
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«Mantengo i tradizionali strumenti di base dal 1976, quando ho iniziato a tenere traccia archiviata dei dati meteorologici di casa mia, a Olmo al Brembo - 560 m -, e cioè un baro-termo-igrografo meccanico a tracciato settimanale, più un pluviografo. Accanto ai dati strumentali, c’è l’osservazione diretta e quella registrata dei fenomeni esterni visivi, quali il tipo di tempo prevalente, i fenomeni associati e i fenomeni accessori (temporali, grandine, favonio, nebbia alta, gelicidio, etc…), per un totale di 16 possibili variabili meteo quotidiane. Ho a disposizione anche dei dati meteo raccolti in modo elettronico informatizzato, sempre a Olmo, con strumentazione più moderna che ho in gestione a casa mia per conto del Consorzio di Bonifica della Bassa Bergamasca, e che uso a integrazione dei miei dati o per analisi più dettagliate su particolari eventi meteo
(forti piogge, gran gelo, gran caldo, etc…)». Lei fai riferimento a una stazione estera. Quale e perché? «Da sempre ai previsori di Meteo Svizzera. Li seguivo già da piccolo alla radio sulla loro frequenza in onde medie, ora molto più comodamente anche attraverso Internet. C’è un motivo logistico, legato alla vicinanza geografica della Bergamasca al loro Centro Meteo di Locarno-Monti, e alla particolare somiglianza climatica ed orografica del territorio del Sud delle Alpi svizzere rispetto alla nostra provincia e alle Orobie in genere. Ma principalmente ho sempre ammirato e apprezzato il loro stile comunicativo e la loro concretezza, mai enfatica, mai dispersiva, ma sempre molto concreta e realista, attenta a evitare un uso smodato di termini o di aggettivazioni inutili o ingannevoli. E con un importante valore aggiunto (purtroppo sconosciuto in Italia), quello di ammettere e di dichiarare i possibili errori previsionali». Lei non si definisce previsore, ma commentatore. Quindi, se mai le sue previsioni fossero sbagliate, sbagliano gli altri? «Assolutamente no, ciascuno di noi è responsabile delle cose che vende, anche se hanno l’etichetta di altri, e questo vale anche in tutte le situazioni simili della vita, non solo nel meteo. Il mio contributo “professionale” è solo quello di inserire un “filtro” di giudizio a quanto elaborato da altri, che poi ritrasmetto mutuandolo con la mia esperienza personale e la mia opinione o interpretazione del momento, se ritengo sia necessario applicarle». Nel suo spazio televisivo ci sarà spazio anche per delle “Meteorine”? «Alle mie conferenze serali, che tengo ogni tanto in giro per la Bergamasca, a chi mi chiede la stessa cosa rispondo sempre che l’unica Meteo-Rina che ho avuto è stata mia mamma Rina, venuta a mancare lo scorso ottobre, e che sempre seguiva l’evolvere del mio hobby, tenendomi le registrazioni quando mancavo da casa (raramente) o telefonandomi sul lavoro, ad esempio, quando iniziava a nevicare a Olmo. La risposta? Non sono Emilio Fede, ho sempre avuto scarsa stima per l’informazione fatta con uno stile da avanspettacolo, nani & ballerine…». Quello che lei scrive sul giornale è pari pari a quello che trasmette in tv? «La sostanza del messaggio è la stessa e non si contraddice, ovviamente. Il giornale mi permette di dire le cose in modo più filante e ragionato, comprensibile e completo, la tv ovviamente mi lascia più possibilità di “gigioneggiare”… stando però sempre e ovviamente attento a non esagerare!».
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di Emanuela Lanfranco
creatore di soGni «Sono d’accordo con Alberoni quando sottolinea che “gli Italiani devono tornare a fare quello che da secoli sanno fare meglio, ossia… far sognare la gente”. E fare teatro, far divertire, è un modo per fare sognare»
ORESTE CASTAGNA
Interviste
I
ncontro Oreste Castagna dietro le quinte del Teatro Donizetti, dopo la rappresentazione dello spettacolo, da lui diretto, “Fiabe. I mondi incantati”, messo in scena dagli attori dell’Associazione Lameladadamo. Non a caso si parla di favole: cosa meglio di una favola fa sognare?
Oreste, dopo la laurea ti sei iscritto alla scuola di recitazione, dove ti sei diplomato. Così è iniziato il tuo cammino nel mondo dello spettacolo. Ma tu volevi fare l’attore o il regista? «Ho iniziato come attore comico di cabaret terminata la Scuola di Teatro alle Grazie. Con Pietro Ghislandi abbiamo messo in scena “Quelli del Bunker”, spettacolo che per circa dieci anni abbiamo portato in tutta Italia. Poi è arrivata la RAI: “Melevisione” in onda su RAI 3, “La Casa che suona” su RAI GULP, e “Gulp che teatro” su RAI SAT YOYO. Invece il mondo della regia mi è comparso davanti per caso… una mattina mi fu chiesto di organizzare un piccolo saggio per delle scuole. E così via…». Hai interpretato entrambi i ruoli, dunque. Ora mi sembra che tu ti stia dedicando soprattutto alla regia. Cosa ti ha spinto a scegliere questo ruolo? «L’attenzione al mondo, la passione e l’amore per le persone... la spinta interna e naturale nel creare… una strada già segnata...». Qual è la soddisfazione più grande per un regista? «Vedere che le tue idee, le tue intuizioni, il tuo sentire, diventano reali ed emozionano lo spettatore, creano dibattito….vedere i tuoi attori che rendono carne la tua storia».
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Nato a Milano nel 1959, si diploma e frequenta l’Università di Lingue e Letterature Straniere e il DAMS di Bologna. Si diploma alla Scuola di Recitazione delle Grazie di Bergamo diretta da Umberto Verdoni. Fonda con Pietro Ghislandi nel 1980 il gruppo di Cabaret “Quelli del Bunker” e per dieci anni fa spettacoli in tutti i più noti locali italiani (loro autori Zuzzurro e Gaspare). È doppiatore per la Bozzetto Film di disegni animati e conduce programmi radiofonici per RTL, Radio Bergamo e Radio Gamma. È regista di diversi spettacoli per ragazzi e anche di spot pubblicitari e video clip in Francia, Italia, Spagna e Inghilterra.
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È vero che la nascita di un bravo attore è dovuta al regista che lo dirige? «Attori, o meglio cavalli di razza, si nasce. Un bravo regista riesce a lavorare, a rendere più abile l’attore, affinché riesca a fare lievitare il magma che c’è in lui». Qual’è stato lo spettacolo che hai diretto con maggiore soddisfazione e che ti ha dato la notorietà? «Sicuramente la regia per “Notti di Luce” con Giorgio Albertazzi, attore abilissimo e navigato, e la “Lauda di Francesco” con Angelo Branduardi. Ma lo spettacolo che ho più amato e stata la “Via Crucis” con il Teatro Prova di Bergamo: era un progetto pieno di passione, onestà, etica e comunicatività». Uno spettacolo che avresti voluto dirigere? «”Il Mercante di Venezia” con Al Pacino… Esagero, vero?». Hai un sogno nel cassetto? «Fare la regia a un grande film. Amo molto il cinema: ritengo che Olmi e Avati siano dei grandi della cultura italiana». Tu crei sogni. Ne hai creato uno per te stesso? «Si, il mio sogno si realizza ogni mattina quando vedo che vivo del mio lavoro. E’ un sogno realizzato». Perché la gente vuole sognare? Per scappare dalla triste realtà o perché c’è ancora in tutti noi uno spirito giovane? «Il sogno è un’esigenza, senza il sogno non esiste vita, la gente questo lo sente... si sente e si vede anche la tristezza delle persone che hanno rinunciato a sognare... sono come morti dentro la nostra triste realtà… e lo spirito giovane è insito nel sogno». Un bambino ha la mente ancora sgombra da tutto ciò che di negativo propone il mondo. Ritieni che comunque anche loro abbiano bisogno di sognare?
«I bambini si nutrono di sogni, e purtroppo noi adulti glieli togliamo. Il mondo dei bimbi è un sogno, il sogno di scoprire il mondo». I sogni di un bambino possono essere simili ai sogni degli adulti: in fondo ci sono adulti che “dentro” sono dei fanciulli... «Diceva il Piccolo Principe: “l’importante non è visibile agli occhi”. I grandi non smettono mai di essere bimbi, la dolorosa constatazione è che non accettano più di stupirsi, ed è il disastro del nostro tempo, la pace è anche un percorso di ammirazione del mondo». Lo spettacolo teatrale è un evento che coinvolge tante persone: come riesci a creare un feeling con tutti? Possono esserci incomprensioni con gli attori? In questo caso come procedi, cerchi il compromesso o licenzi l’attore? «Il teatro è il luogo dell’arte e della pace. La relazione tra le persone è il teatro nel suo etimo: c’è il termine rapporto-gioco, chi non rispetta questa fondamentale regola non è un attore, è un niente, e da me viene allontanato». Oreste, chi è la persona che oggi va a teatro? «Lo spettatore che va a teatro è una normale persona che vuole nutrirsi di arte: sempre meno i giovani, resistono gli anziani e le grandi associazioni». I bambini, che pubblico sono? «I bimbi sono il pubblico più difficile, se lo spettacolo non funziona si annoiano, non fanno finta; l’attore di teatro deve essere molto bravo e preparato. E’ una grande responsabilità». Secondo te non c’è voglia di nuovo anche a teatro? Voglia di nuovi eventi? Magari nonostante la crisi, voglia di cose in grande? In fondo a teatro si sogna. «Io ho un grande amore per il teatro povero, fatto con piccole cose che faccio e sponsorizzo, ma mi è quasi esplosa in mano una voglia di vivere esperienze di sogno e di emozione pensate alla grande. La crisi che
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viviamo è anche una crisi di idee: credo molto al teatro come mezzo per stupire e mi sto dedicando a creare grandi eventi, grandi sogni, grandi show, grandi regie. Mi diverto moltissimo a dar vita ad eventi particolari, non le solite convention, devo dire un poco noisette, ma affreschi che possano stupire. Stupire è il futuro del mondo. Portare il teatro dove nessuno lo porta, per paura o per incapacità». E l’esito? «Fantastico e indimenticabile per chi lo vive. Sai, io so fare questo, creare sogni». L’incontro con Oreste Castagna è avvenuto, come abbiamo detto, dietro le quinte del Teatro Donizetti dopo la presentazione dello spettacolo “Fiabe. I mondi incantati”, presentato dagli attori dell’Associazione
Culturale Teatrale Lameladadamo: Luciana Allegrini, Massimo Baldi, Maria Grazia Gambarara, Carla Zamper, Marco Lo vecchio, Luisella Lussana, Lucrezia Martino, Marina Rizzino, Laura Sonzogni e Walter Tiraboschi. Lo spettacolo è stato veramente divertente, bravissimi gli attori che hanno recitato da veri professionisti nei panni di Cappuccetto Rosso, Crudelia Demon, Biancaneve. Non è mancato quel sottile tocco di bergamaschità che non guasta con “Sò me ol principe”, piccola parte ma di grande effetto. Del resto siamo a Bergamo. «Hai ragione, invece la recita è terminata in romanesco. Forse, abbiamo voluto per un attimo essere romani de Roma. Va bene, la prossima volta tutto in bergamasco ma con sottotitoli… Scherzo!».
Spettacolo Ò Fiabe. I mondi incantatiÓ , presentato dagli attori dellÕ associazione culturale teatrale Lameladadamo
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di Fabio Cuminetti
«le nostre auto? pura emozione» Lo storico marchio Lamborghini è sbarcato a Bergamo: la parola al presidente Winkelmann. «È un sogno essere alla guida di un’azienda come questa»
S. WINKELMANN
Interviste
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usso sfrenato, prestazioni supersportive, design estremo. Sono automobili senza compromessi quelle prodotte da Lamborghini, storico marchio di Sant’Agata Bolognese. Un’azienda a trazione fondamentalmente italiana, nonostante dal ‘98 faccia parte del gruppo Audi. Le vetture prodotte dalla Casa del Toro oggi sono richiestissime. Tant’è che la rete di vendita è in continua espansione e che lo scorso 27 novembre ha aperto, accanto a Oriocenter e in partnership con Bonaldi Motori (che in provincia rappresenta già Volkswagen, Porsche, Audi e Skoda), un nuovo concessionario. Nell’occasione è stata presentata, in anteprima europea, la Gallardo LP 560-4 Spyder. Rispetto alla versione chiusa troviamo un tettuccio in tela capace di scomparire elettricamente in 20 secondi. Da notare come un accurato studio aerodinamico consenta alla capote di tenere il passo con le mostruose prestazioni della Gallardo. La Casa del Toro dichiara infatti che la LP 560-4 Spyder è in grado di marciare alla velocità massima di 324 km/h indifferentemente a tetto aperto o chiuso. Dal punto di vista estetico l’ultima roadster Lamborghini beneficia di tutti gli aggiornamenti della controparte coupè Gallardo LP 560-4. Il design spigoloso partorito dalla matita del belga Luc Donckerwolke viene ulteriormente enfatizzato. I cavalli sono 560 e gli interni il solito inno alla sportività. Il prezzo? Si parla di 160 mila euro, tasse escluse. All’inaugurazione non poteva mancare il presidente e Ad di Lamborghini Stephan Winkelmann, tedesco di nascita ma cresciuto a Roma. L’abbiamo intervistato. Presidente Winkelmann, perché Bergamo? «Avevamo già pianificato l’apertura di una nuova concessionaria in quest’area. Eravamo convinti che avremmo dovuto trovare il partner
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giusto: così è successo, grazie all’accordo con la Bonaldi. In questo modo andiamo a coprire la parte “orientale” della Lombardia». Lei è cresciuto professionalmente in casa Fiat ed è in Lamborghini dal 1° gennaio 2005: cosa l’ha spinta ad effettuare questa scelta e quali sono le sue sensazioni adesso, dopo quattro anni di successi? «E’ un sogno essere alla guida di una casa automobilistica come la Lamborghini perché è un marchio supersportivo di lusso con una notorietà e un’immagine decisamente al di sopra della media. E’ una posizione che mi viene invidiata da molti colleghi, amici e non, e non mi sono mai pentito di aver accettato questa sfida, per cui sono molto contento di questa situazione». La sua conduzione ha segnato la rinascita della Casa di Sant’Agata. Grazie ai “prodotti”, naturalmente, e a una sapiente gestione della rete di vendita. «L’estensione della rete era una scelta obbligata dopo l’ampliamento e lo sviluppo del polo produttivo di Sant’Agata Bolognese. Per cui, con un prodotto del genere, era un dovere assoluto avere una visione globale dell’approccio alla vendita, e lo abbiamo sviluppato negli ultimi anni. Tutto ciò mantenendo alta l’attenzione sulla qualità del prodotto, grazie anche a un’èquipe di cinquanta ingegneri il cui compito è proprio quello di verificare puntigliosamente gli standard dei veicoli assemblati. Standard che ovviamente vengono tenuti in massima considerazione anche nella fase dello sviluppo. Lamborghini aspira oggi a diventare la casa di automobili sportive più profittevole a livello mondiale. Il nostro obbiettivo è quindi quello di mantenere la supremazia di design e innovazione, incrementare ulteriormente la qualità e rafforzare l’immagine di esclusività del marchio». Cosa cerca chi compra una Lamborghini? «Una Lamborghini è pura emozione, la manifestazione di un senso estetico, di uno stile di vita e della chiara volontà di distinguersi dagli altri, guidando qualcosa di eccezionale e trendy allo stesso tempo».
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E cosa trova chi acquista una Gallardo LP 560-4? «Tutto ciò che Lamborghini rappresenta: una vettura estrema, senza compromessi e italiana. E’ il modello che ha creato un nuovo punto di riferimento nell’ambito delle supersportive, grazie in particolare a un motore completamente nuovo, alla potenza aumentata e a un software del cambio ulteriormente ottimizzato. Trova inoltre una vettura meno inquinante: siamo infatti riusciti a ridurne le emissioni del 18 per cento. L’aspetto è infine ancora più aggressivo grazie ai nuovi proiettori e a un nuovo design del frontale a punta, in richiamo alla più esclusiva Lamborghini di sempre, la Reventón».
Al momento il mercato dell’auto è in grossa difficoltà. Sappiamo però che i brand di lusso non stanno risentendo di questa crisi. Voi che prospettive avete per i prossimi mesi? «Nel 2009 abbiamo fatto un risultato record. Naturalmente neppure i marchi di lusso estremo sono del tutto immuni da una crisi economicofinanziaria di livello mondiale. Questo per dire che al momento il 2009 resta un anno difficile da individuare: siamo preparati in tema di flessibilità ma non cambiamo la nostra strategia, anzi, rafforzeremo la nostra presenza sul mercato sia come concessionarie in giro per il mondo che come novità di prodotto da presentare nel 2009».
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«la nostra Forza? Gli aBBonati» Massimo Boffelli, direttore del Donizetti: «L’aumento dell’offerta spettacolistica, alla fine, non solo ha ottenuto il gradimento da parte degli storici frequentatori del teatro, ma ha altresì avvicinato un pubblico nuovo»
MASSIMO BOFFELLI
Interviste
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osa significa nel 2009 essere alla direzione di un teatro come il Donizetti, piazza tra le maggiori del Nord Italia dal cartellone tanto ricco quanto complesso… «Non c’è dubbio che dirigere un teatro di tradizione importante come il Donizetti sia non solo motivo di orgoglio ma anche di grande responsabilità; la storia, l’importanza del teatro, gli artisti e gli spettacoli che si sono succeduti negli anni su questo prestigioso palcoscenico, ma soprattutto ciò che esso simboleggia per la città di Bergamo, rappresenta per tutti coloro che prestano il proprio servizio in questo teatro un impegno a continuare a mantenere alto il suo livello qualitativo. In qualche modo ci si sente addosso una sorta di responsabilità, che però dà anche importanti gratificazioni e soddisfazioni, soprattutto quando si raggiungono determinati obiettivi. Solo per citare un esempio, nel corso del 2008 la programmazione del teatro ha realizzato quasi 200 serate nell’ambito di un cartellone che vede rappresentare sul palcoscenico la lirica, l’operetta, la prosa, la rassegna Altri Percorsi, il festival jazz e quello pianistico, senza dimenticare le numerose iniziative realizzate in collaborazione con la Direzione del teatro stesso: un compito affascinante, ma anche complesso, che cerco di svolgere al meglio grazie alla collaborazione dei direttori artistici e di tutti coloro che operano a vario livello in modo assolutamente egregio e indispensabile all’interno del Donizetti». Un accenno alla programmazione complessiva del nostro maggior teatro anche in rapporto al panorama culturale cittadino… «Il cartellone teatrale come da tradizione è molto diversificato. Accennavo prima alle diverse programmazioni e ai generi rappresentati, ma
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non c’è dubbio che negli anni ci sono stati anche numerosi cambiamenti. La nostra città offre diverse occasioni di incontro culturale, grazie al contributo dei numerosi soggetti (compagnie teatrali, associazioni, enti, soggetti privati …) che sono presenti sul nostro territorio e che, tra l’altro, fanno di Bergamo una delle città più vivaci nel panorama culturale italiano. Tale ricchezza, che negli anni è sempre più cresciuta, ha imposto anche al più importante teatro cittadino di trovare una sintonia con tutte queste realtà. Conseguentemente anche la programmazione ne è stata influenzata. Penso per esempio alla presenza del Creberg Teatro, gestito attualmente dalle Officine Smeraldo di Milano, con cui ci si confronta quotidianamente rispetto all’offerta spettacolistica e che, per volontà precisa dell’Assessorato alla Cultura, ha determinato molto l’ambito in cui si muove un teatro civico come il Donizetti. Da qualche anno il Donizetti infatti si concentra su una programmazione di livello ‘più tradizionale’, ma comunque molto richiesto dalla città, rispetto alla programmazione dello spazio del Creberg Teatro che, tenuto conto della propria natura privatistica, ha finalità diverse, ed è in certa misura più incentrato sull’intrattenimento». In particolare, la Stagione di Prosa si appoggia da quest’anno ad un nuovo modello di programmazione di cui ha raccontato l’assessore Enrico Fusi ai nostri lettori nel precedente numero di «Città dei Mille». Come ha risposto il pubblico di abbonati e non? «Certo i cambiamenti non sono quasi mai percepiti o attesi nella loro complessità. All’inizio qualche abbonato ha atteso con una certa diffidenza il riassetto del cartellone della Prosa ma poi ha capito che ciò ha significato più spettacoli. E l’aumento dell’offerta spettacolistica, alla fine, non solo ha ottenuto il gradimento da parte degli storici frequentatori del teatro, ma ha altresì avvicinato un pubblico nuovo. Tenuto conto che il panorama socio-culturale italiano ha subito notevoli trasformazioni e che a Bergamo da un paio di anni gli spettatori possono scegliere nell’ambito di un’offerta spettacolistica molto diversificata, si è ravvisata la necessità di ricollocare la programmazione del Donizetti in uno scenario che ha subito notevoli cambiamenti rispetto ad alcuni anni fa. Non ultimo: è stato necessario trovare un nuovo punto di equilibrio tra l’impiego delle risorse e la proposta culturale complessiva, in modo da poter consentire di programmare un numero di spettacoli adeguato alla nostra tradizione artistica. Un teatro come il nostro deve riflettere sulle molteplicità dei linguaggi espressivi odierni e, necessariamente, essere al passo con i tempi, con le novità, senza ovviamente trascurare il passato e in particolare le proprie radici. Nella fattispecie, per la stagione di prosa sono stati rivisti i turni di abbonamento integrandoli con nuovi spettacoli nell’ottica di garantire al pubblico un’offerta il
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più possibile composita e di qualità. Si sono inoltre introdotte forme di abbonamento più flessibili con l’obiettivo sempre primario di soddisfare ancora le aspettative del numeroso pubblico, che ha sempre sostenuto le scelte di valorizzazione della nostra cultura teatrale. Ritengo questo un modo per avvicinare tipologie di pubblico diverse inclusi i giovani». A proposito di abbonati (e sappiamo che il Donizetti ne conta davvero tanti), come si rapporta il nostro teatro con i dati purtroppo negativi, segnalati da alcune fonti, come le fonti Siae, secondo cui ci sarebbe una forte riduzione della spesa degli italiani per le attività di spettacolo? «Il teatro Donizetti rappresenta sul territorio nazionale un’importante realtà grazie a una programmazione di elevata qualità, che richiama spettatori anche dall’estero. Siamo però consapevoli che l’attuale crisi economica ‘comincia a mordere’ anche il tempo libero. Ho letto anch’io i dati citati secondo cui, per il 2007, l’attività teatrale avrebbe subito una flessione del 20% sul numero di spettatori, con particolare riguardo per i generi ‘colti’, a cominciare proprio dal teatro di prosa, a beneficio di spettacoli più ‘leggeri’, e credo che la crisi comincerà a incidere sempre più fortemente sulle scelte del pubblico anche a Bergamo. Uno dei motivi che ci ha spinti a modificare la tradizionale offerta, relativamente alla stagione di prosa, lo dicevo prima, è anche questa situazione di crisi contingente. Il Donizetti, nonostante la pluralità d’offerta d’intrattenimento sul territorio cittadino, presenta ancora dati confortanti grazie a una forte fidelizzazione del pubblico e alla qualità degli spettacoli messi in scena. Per il 2008 solo nell’ambito della programmazione direttamente in capo al teatro abbiamo avuto circa 80.000 spettatori. Gli abbonati della stagione di prosa e operetta hanno superato le 4.000 unità e quelli della lirica le 800. Devo dire che il rapporto con gli abbonati, instaurato negli anni fa in modo che essi rappresentino la nostra forza. Ciò è molto importante per poter avere suggerimenti, molte volte preziosi, che permettono di comprendere anche le aspettative di un pubblico affezionato e preparato. L’obiettivo è quello di tendere a mantenere alto il livello qualitativo di un’offerta eterogenea, raccogliendo giornalmente le sfide che il mercato impone senza dimenticare il ruolo importante che
deve assumere su di sé un teatro civico, pur conciliando l’impegno con il soddisfacimento dei gusti del pubblico». Nel mese di febbraio la programmazione del Donizetti si sposta anche all’aperto. Il teatro infatti è ‘capofila’ di una serie di enti che realizzano le numerose iniziative intitolate al carnevale, in una città come Bergamo la cui storia si lega a quella di carnevali anche storici… «Da qualche anno effettivamente si sta sperimentando di ‘esportare’ il teatro al di fuori dello spazio del palcoscenico del Donizetti. Penso ad esempio alla felice esperienza dell’estate scorsa, la rassegna “Teatro Donizetti estate”, che ha visto rappresentare quattro spettacoli presso il Polaresco. Il carnevale rientra anch’esso in questa nuova esperienza in cui, oltre alle consuete iniziative che negli anni hanno caratterizzato tale manifestazione, si sono aggiunti alcuni spettacoli ideati da artisti di grande fama. Anche la prossima, ormai imminente, edizione sarà ancora un ‘Carnevale d’artista’, pensato per chiudere una sorta di trilogia iniziata due anni fa con la ricostruzione del Trionfo di Cibele, la storica sfilata realizzata a Bergamo nel Settecento e proseguita con il ‘Trionfo del tonti’, il folle e colorato corteo scaturito dall’universo teatrale e poetico di Antonio Catalano. Il momento festivo sarà questa volta affidato all’estro inventivo di Marcello Chiarenza, artista da sempre legato al mondo del teatro e in particolar modo a quello del nouveau cirque, animatore e regista di centinaia di feste di piazze in Italia e all’estero, oltre che autore di pluripremiati spettacoli per l’infanzia. La sua è una poetica imperniata sul gioco con gli oggetti abbandonati e gli elementi naturali e sulla loro rielaborazione. È un mondo popolato di creature magiche e fantastiche create con materiali poveri come legno e tela. Il tutto realizzato con il coinvolgimento di numerose compagnie teatrali della città e della provincia e di istituzioni scolastiche e sociali. A corollario del momento centrale della festa di piazza, ci saranno, durante la settimana del carnevale, diverse altre iniziative rivolte soprattutto ai più piccoli, che avranno luogo in particolare modo al teatro Donizetti, come giochi nel foyer del teatro e uno spettacolo della compagnia spagnola La Baldufa».
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PIAZZA DELLE MERAVIGLIE 2009 21 AL 24 FEBBRAIO
ARNEVALE A ERGAMO,
PIAZZA DELLE MERAVIGLIE 2009 2 1AA L 2 4 F E B B R A I O A R N EDVAALL E ERGAMO, PIAZZA DELLE MERAVIGLIE 2009 2 1AA L 2 4 F E B B R A I O A R N EDVAALL E ERGAMO, PIAZZA DELLE MERAVIGLIE 2009 20 gennaio - 19Dfebbraio Domenica A L 2 12009 AL 24 FEB B R A I O22 febbraio 2009
MOSTRA Ridotto del Teatro Donizetti DA COSA NASCE CASA Creazioni artistiche a cura di Marcello Chiarenza
Sabato 21 febbraio 2009 Sentierone - Quadriportico - Teatro Donizetti PARATA Parata musical-stradale Ridotto del Teatro Donizetti - ore 15.00 - 18.00 LA PIAZZA DELLE MERAVIGLIE Giochi di legno, giganti, trampoli, sedie rotanti e labirinti Teatro Donizetti - ore 17.00 EL LIBRO IMAGINARIO Spettacolo teatrale per bambini ad opera della compagnia spagnola “La Baldufa” Auditorium di Piazza della Libertà - ore 20.45 BLAH BLAH BLAH Spettacolo danese a opera del Teatro Rio Rose
Bergamo Alta - ore 15.00 - 18.00 GRANDE FESTA DI CARNEVALE Diverse piazze di Città Alta saranno animate da giochi, musica, spettacoli ed eventi ad opera di gruppi teatrali e non provenienti dalla nostra città. Il tutto terminerà in un Gran Finale alla Fara. Auditorium di Piazza della Libertà - ore 20.45 ARTISTISK SYNGEVARIETE (artistico cantato varietà)
Martedì 24 febbraio 2009 Ridotto del Teatro Donizetti - ore 15.00 - 18.00 LA PIAZZA DELLE MERAVIGLIE Giochi di legno, giganti, trampoli, sedie rotanti e labirinti Foyer del Teatro Donizetti - ore 15.00 - 18.00 P...ESCI IN MASCHERA Costruzione di animali marini, stand di trucco, animazione e divertentissimi giochi per tutti
Info Teatro Donizetti 035 41 60 678 - www.teatrodonizetti.it
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di Emanuela Lanfranco
autorizzazione ministeriale rocK Cinque medici dei Riuniti e una fiorista suonano per solidarietà. Sono Bernardo Righi, batteria, Michele Colledan, chitarra solista, Franco Terranno, chitarra ritmica, Sergio Mottana, basso, Sergio Vedovati, tastiere, e Rosalba Piccinni, voce
AUT. MIN. ROCK
Interviste
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opo una giornata di lavoro, dove la concentrazione e la tensione non ti hanno abbandonato un solo attimo, la musica è forse il modo migliore per rilassarsi, ma anche di divertirsi. La grande passione per il rock li accomuna, e non solo questo, sono anche tutti medici degli Ospedali Riuniti di Bergamo, rispettivamente Bernardo Righi, chirurgo plastico, Michele Colledan, primario di Chirurgia III (ventiquattro anni di esperienza estesa a tutti gli aspetti del trapianto di fegato in età adulta; è stato tra i primi ad eseguire in Italia trapianti combinati di fegato polmoni), Franco Terranno, chirurgo vascolare, Sergio Mottana, traumatologo, e Sergio Vedovati, rianimatore pediatra. Ho il piacere di assistere alle prove della band, battezzata ironicamente AUT.MIN.ROCK, che si ritrova in una sala messa a disposizione dagli Ospedali Riuniti. Faccio un po’ fatica a mettere a fuoco le persone, pensando a chi sono professionalmente; pensavo di assistere a prove di musica si, ma soft. Invece incede, rock e ancora rock… Sono fantastici, potrei aggiungere, anzi aggiungo che stando ad ascoltarli ti fanno tornare indietro nel tempo, ti fanno rivivere le feste Anni Sessanta, quando i ragazzi, di solito i più simpatici della scuola, suonavano alle feste. Questo per dire con quale spirito si ritrovano questi ragazzi. COME NASCE LA BAND? All’inizio erano due, Michele Colledan, e Franco Terranno. «Come tutte le cose nate per caso, ci ritrovammo a parlare di chitarre. Ne avevo da poco acquistata una nuova e la feci vedere al mio collega Franco; scoprimmo di avere entrambi la stessa passione, iniziammo ad accompagnarci a vicenda, io chitarra solista e lui chitarra ritmica. Poi il duo è diventato un trio, si è unito un altro collega, Sergio Mottana, chitarra basso, già
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attore cabarettista... A questo punto mancava la batteria e le tastiere quindi, volenti o nolenti, i giovani colleghi Sergio Vedovati e Bernardo Righi hanno dovuto adeguarsi… alla musica Anni 60’ e 70’. Al gruppo mancava la cantante, e chi meglio di Rosalba Piccinni, cantante jazz , nonché famosa fioraia bergamasca, poteva colmare questo vuoto?». Ora, con la band al completo, regolarmente si incontrano «non proprio tutte le settimane, ma sicuramente ogni quindici giorni, salvo che non si debba provare per un’imminente esibizione. Infatti stiamo provando per la serata di giovedì 29, una cena benefica organizzata dalla onlus Fondazione San Martino, che insieme alla Fondazione Cariplo sostiene un progetto a favore del del CeLiveR-Centro studi del fegato con sede presso il “Matteo Rota”, che svolge attività di ricerca sulle malattie del fegato in collaborazione con la Yale University». Per AUT.MIN.ROCK l’esordio è stato tra le mura domestiche, per compiacere gli amici. Poi, in occasione di eventi a scopo benefico, sempre mirati ad associazioni no-profit in campo della sanità piuttosto
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ROSALBA PICCINNI
che della ricerca scientifica, hanno iniziato ad esibirsi in pubblico. Per certi eventi “selezionati” la band riceve anche un compenso, sempre devoluto a finalità benefiche suggerite dai componenti. ROSALBA PICCINNI E’un artista inusuale. Lei vende fiori, ma la sua vera passione da sempre è il canto. Capelli rossi, un sorriso smagliante e un’autorevole presenza sul palco, Rosalba è capace di estendere la sua forte e dolce voce su un numero incredibile di note e ritmi. Dopo aver iniziato con la pop-music italiana, ha spostato il suo interesse verso il jazz e il rock. Destreggiandosi ora con naturale leggerezza dall’uno all’altro genere. Quando Rosalba inizia a cantare la pop-music italiana, varia tra cover di famosi artisti, rivisti da qualche suo amico musicista. Che poi finiscono per comporre anche nuove canzoni esclusivamente per lei. Ed è in qualche modo lei stessa a comporre infine musica “ikebana”, con le sue note e le sue tonalità di colori. Come i suoi fiori.
FRANCO TERRANEO
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MICHELE COLLEDAN
SERGIO MOTTANA
BERNARDO RIGHI
SERGIO VEDOVATI
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di Fabio Cuminetti
«nei comuni si usaVa solo il dialetto» Crescenzo Purcaro, segretario comunale di Almenno San Bartolomeo dal 1960 al 1992, racconta l’evoluzione della vita amministrativa. «Il primo computer? Lo acquistammo nel 1982 per 30 milioni, ma nessun impiegato voleva saperne…»
CRESCENZO PURCARO
Interviste
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a Ariano Irpino, in provincia di Avellino, a colonna portante del Comune di Almenno San Bartolomeo. Ne ha da raccontare Crescenzo Purcaro, per 32 anni segretario comunale nel paese alle porte della Val Imagna. Partito da strade non asfaltate e bilanci interamente compilati a mano, ha superato la barriera linguistica del bergamasco e ha traghettato il paese nell’età contemporanea. Passando per l’avvento dei computer. Lei è stato segretario comunale del Comune di Almenno San Bartolomeo dal 1960 al 1992. Ai tempi eravate nominati direttamente dal Ministero dell’Interno. «Esatto. Ai tempi ero già segretario fuori ruolo in due Comuni in provincia di Chieti, quando mi nominarono di ruolo con destinazione L’Aquila. Andai a vedere il Comune ma non mi convinse: il sindaco teneva tutti i cassetti chiusi e quel clima mi piaceva poco. Allora mi mandarono a Bergamo, dove la prefettura mi destinò a Dossena. Ma era troppo fuorimano. Arrivò quindi la proposta di Almenno San Bartolomeo, a condizione che il pomeriggio fossi andato a lavorare direttamente in prefettura: allora, infatti, di segretari laureati non ce n’erano, quindi il mio ausilio era quanto mai prezioso». Ci parli del primo impatto con il suo nuovo Comune. «Ci arrivai con la corriera e la prima impressione fu quella di un paese abbandonato. L’illuminazione pubblica non esisteva, strade asfaltate nemmeno a pensarci (al contrario di L’Aquila), l’acquedotto era quello che era…». Quanti abitanti aveva? «Circa 3.600, come oggi. E in tutti i censimenti il dato è rimasto sempre stabile. La gente per lavorare partiva alle cinque per andare a Milano, e per Bergamo c’era una corriera al mattino e una alla sera. Un vero isolamento. E poi il Municipio era proprio fatiscente, le sedie non ti reggevano e i dipendenti erano solo tre - due impiegati e un messo - mentre oggi sono dieci
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volte di più. Eppure si riusciva a fare tutto nonostante si scrivesse soltanto a mano; non c’erano macchine da scrivere e la calcolatrice era a manovella». Il segretario era quindi insostituibile fulcro della vita amministrativa. « Ai tempi dovevamo pensare un po’ a tutto, perché i dipendenti avevano solo la scuola media inferiore e sapevano a malapena scrivere. Tutto partiva dal segretario. Pensi che differenza tra ieri e oggi». Com’erano gli amministratori del tempo? Il rapporto era buono? «Il rapporto è sempre stato ottimo, altrimenti non sarei stato lì per tanto tempo. Però tutti parlavano in bergamasco, questa è stata la difficoltà maggiore. Si comunicava unicamente in dialetto, anche durante i consigli comunali… ci sono voluto quattro o cinque mesi perché cominciassi a capire perfettamente tutto quello che veniva detto. Negli uffici di Bergamo le cose non andavano diversamente, a parte la prefettura, dove i dipendenti erano tutti del Sud». Quando arrivarono i primi computer? «Era il 1982. All’epoca c’era un sindaco particolarmente attento alle nuove tecnologie e mi portò alla fiera di settore a Milano. E un computer lo comprammo, per 30 milioni! L’abbiamo messo in Comune, ma nessuno voleva usarlo. Siamo stati costretti ad assumere una ragazza con un contratto trimestrale per cominciare ad usufruirne. Inizialmente veniva adoperato unicamente in anagrafe, per fare i certificati. Per le esigenze di contabilità fummo però presto costretti a cambiare computer: quello non andava già più bene… Da Milano ogni mese veniva un tecnico a tenere un corso di aggiornamento, ma non era facile. Io, per esempio, non ho mai imparato…». Ora i compiti del segretario sono decisamente cambiati. «Già. Io scrivevo tutto a mano, anche la contabilità e le buste paga. Oggi c’è molto meno da fare, ecco perché un segretario lavora in più Comuni contemporaneamente. Fanno consulenza, nulla più, mentre una volta il Consiglio comunale era strettamente legato a quanto concordato tra sindaco e segretario». Recentemente c’è stata una polemica tra il sindaco di Stezzano e la Lega, che contestava uno stipendio troppo alto - 247 mila euro annui
lordi - del segretario comunale, Giovanni Barberi Frandanisa, ora trasferitosi in altra sede. Cosa ne pensa? «Era sicuramente un’esagerazione. Vero che c’è una porzione a discrezione del sindaco, ma così mi sembra troppo». Quanto prendeva nel ‘60? «Poco più degli impiegati: 606 mila lire all’anno. Va ricordato che i Comuni in quegli anni erano in enormi difficoltà: ad Almenno, in particolare, non c’erano neppure stabilimenti e quindi gli introiti erano risicatissimi. Quando arrivai in paese c’era un debito di 12 milioni, pertanto dovetti risanare la situazione finanziaria per poter affrontare la prima grande opera pubblica: l’asfalto per tutte le strade comunali, che ci costo 26 milioni e 100 mila lire. Ai tempi non c’era neppure illuminazione: giusto una lampadina in piazza e nulla più». Com’erano le scuole? «Piccolissime. Ad Almenno c’erano cinque frazioni e ognuna aveva la sua scuolina con una pluriclasse che raccoglieva bambini di diverse età. Negli anni di scuole ne abbiamo poi costruite, e ogni volta è stata un’impresa. Oggi gli istituti sono meno e i ragazzi si spostano con lo scuolabus, ma ai tempi non era possibile; basti pensare che nel 1960 in paese c’erano solo tre macchine: ce l’avevano il medico, il sindaco e un ricco imprenditore di Bergamo che veniva lì in villeggiatura». Veniamo ad oggi: cosa pensa dei provvedimenti del ministro Brunetta? «Finalmente qualcuno si sta impegnando seriamente per moralizzare l’Amministrazione Pubblica. Speriamo che vada avanti, perché è vero che, soprattutto nelle grandi città e nei ministeri, l’assenteismo e gli sprechi sono sempre stati un grosso problema». Secondo lei cosa si può fare per cambiare davvero lo status quo della Pubblica Amministrazione? «C’è bisogno di una trasformazione enorme. Occorre una legislazione nuova, che faccia ordine in questa selva di leggi e leggine. E poi ci vogliono persone nuove in Parlamento, più giovani. Se sbagliano, però, vanno allontanati dal sistema, per creare ricambio e per permettere ai migliori di emergere. Come nel privato».
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di Franca Gerosa
l’ultimatum ad alitalia Il presidente della Regione Lombardia: «O Cai cambia piano o noi cerchiamo altri operatori. È bene che il Governo venga ad ascoltare le nostre ragioni»
ROBERTO FORMIGONI
Interviste
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l piano presentato da Cai e Alitalia non ci va bene. O lo cambiano o cerchiamo altri operatori. Di più, stiamo già avendo contatti con chi potrebbe essere interessato. Nel frattempo si liberalizzino i voli». Il governatore della Lombardia Roberto Formigoni è reduce dall’incontro con Cai che pretende una riduzione fortissima di Linate, in pratica i voli sarebbero limitati alla sola navetta Milano-Roma. In cambio Malpensa vedrebbe i suoi voli intercontinentali passare da 3 a 14. «Prima del 31 marzo ne avevamo comunque 17. E poi Linate non si tocca. Certo si può pensare a un ridimensionamento, invece di 10 milioni di passeggeri possiamo arrivare a 6-7 milioni. Non certo a due. Ripeto, se non ci danno quello di cui abbiamo bisogno, faremo da soli». Molti imprenditori sono preoccupati. Alcuni temono addirittura che con Malpensa così ridimensionata Milano perda appeal. «Il 33% dell’export italiano è lombardo. I nostri imprenditori non possono impiegare tre giorni per andare in Cina o in India. E gli imprenditori stranieri non possono impiegarci altrettanto per arrivare a Milano. Il 52% delle multinazionali che opera in Italia ha sede in Lombardia. Mi hanno già detto che se vengono meno i collegamenti, troveranno un’altra collocazione». Il Governo ha finalmente accolto il suo appello a partecipare al Tavolo Lombardia. Questa presenza significa che finalmente Roma ha deciso di farsi carico della «questione settentrionale»? «Il Governo ha avuto sul tavolo sin dal suo insediamento dossier molto impegnativi - basti pensare ad Alitalia e alla crisi finanziaria - che hanno richiesto tempo per essere affrontati. Ora però ho voluto suonare
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il gong perché è bene che venga ad ascoltare direttamente le istituzioni lombarde». Al Tavolo Lombardia si parlerà anzitutto di infrastrutture. Quali sono le priorità? «Senza dubbio Malpensa e Linate, ma anche i treni dei pendolari». Passiamo all’Expo 2015. Dopo quasi un anno di litigi tra Roma e Milano, quali scenari si possono immaginare? «Dobbiamo cominciare a lavorare per convincere milioni di persone a venire in Lombardia. Risolviamo subito la questione stipendi e avanti tutta». I soldi ci sono? «L’80% dei fondi necessari è stato recuperato. Restano da recuperare 2 miliardi di euro».
torio, li ha guardati negli occhi, si è fatta promettere che non strozzeranno le nostre imprese. Noi garantiamo per loro. Già a settembre abbiamo stanziato 3 miliardi di euro per garantire l’accesso al credito e sostenere il sistema imprenditoriale». E le famiglie? «Sul fronte scuola formazione abbiamo destinato 333 milioni di euro: 195 per i percorsi scolastici, 25 nella formazione, 112 per il reinserimento nel mondo del lavoro. Nei giorni scorsi abbiamo stanziato 20 milioni per sostenere le famiglie numerose. Diamo un buono di 125 euro al mese, ovvero 1.500 euro all’anno, corrisposto in tre tranche quadrimestrali di 500 euro, ai nuclei a basso reddito che hanno almeno tre figli minorenni. Ci sono i fondi per l’affitto, per la casa, le giovani coppie: la famiglia e tutti i soggetti più deboli non possono essere lasciati da soli. E questo è l’impegno di Regione Lombardia».
Parliamo della crisi economica. «C’è. E gli analisti ci dicono che il 2009 sarà un anno difficile. Ma io sono convinto che la crisi peserà meno e ne potremo uscire se tutti insieme avremo atteggiamenti responsabili e coraggiosi. Bisogna continuare a investire e non avere paura del futuro. Poi il nostro Paese e la Lombardia in particolare sono meno svantaggiati. Gli imprenditori lombardi non hanno puntato alla finanza creativa, ma fanno prodotti reali, concreti, di cui si ha bisogno; le nostre famiglie non hanno perso la propensione al risparmio. Lo dicono i dati: a Natale abbiamo speso poco meno del Natale precedente. I saldi stanno avendo una crescita. A riprova che il denaro continua a girare, ma si è più oculati. E questo non è certo un male». Qual è il punto debole? «Il sistema bancario. Da sempre i nostri istituti di credito sono poco propensi a prestare soldi agli artigiani, alla piccola e media impresa, all’ossatura economica del nostro Paese. Per questo Regione Lombardia ha chiamato i responsabili delle banche che operano nel nostro terri-
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di Francesco Lamberini
aFFidaBilitÀ, eccellenza, conVenienza Roberto Natalini e Roberto Lodetti: «Cerchiamo di essere sempre più vicini ai clienti venendo loro incontro anche su un aspetto tenuto in grande considerazione, ovvero il risparmio sul premio»
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erché accontentarsi di un abito di serie quando se ne può avere uno su misura? Un’aspirazione che a maggior ragione vale quando si parla di polizze assicurative. Proprio perché ciascuno ha differenti esigenze da soddisfare, un contratto davvero vantaggioso dovrebbe includerle tutte. Si tratta solo di scegliere a chi rivolgersi. Per non correre inutili rischi è opportuno interpellare chi, per mestiere, è abituato a coniugare affidabilità, eccellenza e convenienza. Tutto questo non è racchiuso nel libro dei sogni, per ottenerlo basta spingersi in via Broseta 73 dove ha sede l’agenzia generale del Gruppo Fondiaria Sai, divisione Sai, Bergamo Est, gestita da Roberto Natalini e Roberto Lodetti. Una struttura all’avanguardia che può contare anche su due subagenzie, presenti una a Ranica e l’altra ad Almè. «I primi passi della nostra attività li abbiamo compiuti nel 2001 - dice Roberto Natalini - ma quella da noi rilevata era comunque un’agenzia che c’è sempre stata. Quando siamo subentrati, dunque, abbiamo proseguito i contatti con la clientela già esistente e sviluppato nuovi rapporti, fino a raggiungere un importante portafoglio clienti. Storicamente parlando, lo zoccolo duro è rappresentato dall’auto che resta la nostra polizza principale, ma disponiamo anche di ottimi prodotti sia per la famiglia sia per i liberi professionisti e per le aziende». «Il trasferimento da via Spaventa all’attuale sede di via Broseta - dice Roberto Lodetti - lo abbiamo deciso anche per venire incontro alle esigenze pratiche della nostra clientela, poiché in questa zona risulta più facile trovare un parcheggio. L’ingresso, inoltre, è accessibile direttamente dalla strada, cosa che permette di farci conoscere meglio, anche da chi è di passaggio e comunque vede il nostro marchio». Particolarmente luminosa è la sede in quanto ricca di vetrate, una scelta
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voluta proprio per sottolineare la massima trasparenza offerta dagli operatori al cliente e alle sue esigenze. Fondiaria-Sai offre infatti una gamma completa e attuale di prodotti assicurativi finalizzati alla tutela in tutti i settori di rischio, al risparmio e alla previdenza integrativa. Ma dispone anche di prodotti riguardanti il risparmio gestito e la gestione patrimoniale realizzati da Banca Sai, senza contare quelli di tutela legale, i servizi di leasing per le aziende e i professionisti e il credito al consumo personale per le attività diversificate. Fondiaria-Sai mette dunque a disposizione del cliente innovazione, personalizzazione, efficienza nei servizi e una rete di professionisti in grado di seguire nel tempo le evoluzioni, a livello di aspettative, che emergono sul mercato. Tutti concetti che l’agenzia di Bergamo ha fatto propri. Uno spazio di rilievo lo merita sicuramente Auto Presto & Bene, la polizza creata dal Gruppo Fondiaria-Sai, leader assoluto sul mercato italiano dell’RC Auto, per risolvere con efficienza e immediatezza i danni subiti dal veicolo in caso di sinistro e per garantire la massima affidabilità nella riparazione. Auto Presto & Bene gestisce e coordina tutti i passaggi chiave del servizio, dalla accurata selezione dei centri di riparazione al costante monitoraggio della qualità degli interventi di ripristino del veicolo, fino al disbrigo delle pratiche amministrative, sollevando così il cliente da ogni incombenza burocratica. Polizza Auto Presto & Bene è la soluzione pensata per soddisfare tutte le esigenze dell’automobilista nella scelta dell’assicurazione per il proprio veicolo: nata da Nuova 1° Global del Gruppo Fondiaria Sai, è in grado di fornire un sistema di garanzie completo e personalizzabile a condizioni economiche molto vantaggiose. In particolare la struttura dei centri di riparazione Auto Presto & Bene ha assunto impegni esclusivi nei confronti del cliente Fondiaria-Sai, che possono essere condensati in una sorta di decalogo: personale altamente specializzato, tecnologie d’avanguardia, solo ricambi originali, riparazione garantita a vita, zero anticipi di denaro, nessuna pratica e nessun perito, priorità sui tempi di riparazione del veicolo, aggiornamento e informazioni in ogni fase di riparazione dell’auto, collaudo e
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Agenzia Generale Fondiaria-Sai Bergamo Est Via Broseta, 73 - 24128 Bergamo Tel. 035-236300 - Fax 035-236306 www.saibergamoest.it
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lavaggio gratuito al termine dell’intervento, possibilità di auto sostitutiva, capillarità dei centri di riparazione. Ma non è tutto. «Con la nuova polizza Auto Presto & Bene - precisa Roberto Lodetti - il cliente ha la possibilità, rivolgendosi alle carrozzerie convenzionate, di ottenere un ulteriore sconto del 10% sull’RC Auto e di avere una riduzione del 50% sulle franchigie che riguardano il furto-incendio, Eventi Sociopolitici e Naturali, Kasco, mentre viene eliminata totalmente la franchigia per la garanzia Collisione. Cerchiamo quindi di essere sempre più vicini ai clienti venendo loro incontro anche su un aspetto tenuto in grande considerazione, ovvero il risparmio sul premio». Tutti ingredienti che hanno spinto molti a definire Auto Presto & Bene l’assicurazione del futuro che è già tra noi. «In questi anni - aggiunge Roberto Lodetti - abbiamo cercato di fidelizzare sempre di più il cliente attraverso numerosi altri strumenti che ci mette a disposizione l’azienda, come ad esempio le polizze infortuni,
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quelle sanitarie, sui fabbricati, senza trascurare le coperture previdenziali e le formule riguardante gli investimenti e il risparmio. Questo ci ha permesso di essere un’agenzia polifunzionale, con a disposizione una serie di prodotti validi. In pratica noi cerchiamo di percepire quali sono le esigenze e gli obiettivi del cliente per poi proporgli un servizio su misura. Da sottolineare, comunque, che in questo momento il mercato è particolarmente incentrato sulla polizza auto: tutti cercano di risparmiare e la nostra azienda è sensibile a questa esigenza. Proprio per questo ha creato una polizza che permette di avere delle garanzie ad altissimo livello e a prezzi molto competitivi». «Siamo molto interessati - conclude Roberto Natalini lanciando un messaggio - a prendere contatti con uno o due subagenti, con esperienza qualificata nel nostro settore. Uno dei nostri obiettivi a breve termine, infatti, è quello di riuscire ad ampliare la gamma dei venditori per sviluppare ulteriormente la nostra attività».
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endita e assistenza, potendo contare su una struttura flessibile e di dimensione artigianale, capace di venir incontro rapidamente alle esigenze del cliente con soluzioni su misura. Queste le peculiarità di Tecnowash, azienda di vendita e assistenza di macchine per la pulizia industriale. L’impresa, trasferitasi a Comun Nuovo (ma c’è una filiale anche nel Lecchese), va caratterizzandosi sempre più quale referente qualificato per le imprese produttive e del commercio in cerca di soluzioni efficienti, veloci e convenienti per le loro esigenze di pulizia. “Tecnowash” opera, infatti, secondo una strategia aziendale che punta essenzialmente sulla qualità, scegliendo come partner i marchi più noti quali Depureco, Poli, OMM, Pulitecno, Maer, Soteco e Portotecnica, con particolare attenzione alle caratteristiche delle macchine ed alle loro prestazioni. Ed unisce alla qualità del prodotto serietà, professionalità e competenza tecnica. Soddisfare le esigenze della clientela, per “Tecnowash”, non è difficile. Ogni linea di prodotti è rappresentata da una vasta gamma di modelli nella quale scegliere in un’ottica rivolta alla massima funzionalità. Fiore all’occhiello dell’azienda è infine il Centro Assistenza, in grado di operare sia direttamente sul posto che in un’attrezzata officina (con magazzino ricambi sempre fornito), per garantire la massima rapidità ed efficenza nella riparazione. Personale specializzato dedicato alle riparazioni in sede.
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di Francesco Lamberini
un tuFFo nel Benessere Piscine, giochi d’acqua, idromassaggio, beauty farm, palestra. Queste le possibilità offerte da Wet Life, nuovo centro sportivo che sorge alla periferia di Stezzano
L
WET LIFE
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acqua, come simbolo di bellezza e purezza, è l’indiscussa protagonista di Wet Life, letteralmente parlando Vita Bagnata. Un nome tutt’altro che casuale scelto per questo centro sportivo che sorge alla periferia di Stezzano. Frequentarlo equivale a un vero e proprio «tuffo» nel benessere, ma le piscine corredate da suggestivi itinerari a disposizione degli appassionati, realizzate poco oltre l’entrata, rappresentano solo un tassello dell’affascinante percorso che è possibile intraprendere all’interno di questa struttura. Vero e proprio fiore all’occhiello del centro è sicuramente l’area termale, composta da una Beauty Farm e da una zona idromassaggio scandita da spazi adibiti a piscine, aerogetti, giochi d’acqua e percorsi che consentono di muoversi dalla vasca interna a quella all’aperto senza risen-
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tire di alcun sbalzo di temperatura. Anche all’esterno, infatti, l’acqua viene mantenuta a una temperatura di circa 34 gradi e lo scenario che è possibile cogliere risulta particolarmente suggestivo alla sera, quando entra in funzione l’illuminazione a fibre ottiche. Sempre in tale area è poi a disposizione una zona umida, composta da biosauna, bagno turco anche nella versione salina, docce emozionali, il percorso Kneip e l’angolo relax dove i frequentatori possono assaporare le tisane calde mentre si rilassano sdraiati sui lettini. «Abbiamo anche un settore - spiega Davide Balestrini, direttore del centro - dove eseguiamo dei trattamenti estetici molto particolari su un lettino in marmo riscaldato. È possibile sottoporsi, ad esempio, a dei massaggi eseguiti utilizzando il cioccolato, oppure i fanghi piuttosto che le argille e altro ancora. La gamma dei trattamenti va da quelli più rilassanti con dei massaggi decontratturanti a quelli più energici e rivitalizzanti. Nella parte della Beauty Farm abbiamo invece delle cabine attrezzate in cui gli interventi spaziano dall’estetica classica, come la depilazione e la pulizia del viso, ai trattamenti più specifici, ovvero massaggi linfodrenanti o con le pietre calde». «Disponiamo, a tale proposito, di personale specializzato - sottolinea Balestrini - in grado di strutturare un programma personalizzato. Oggi le persone investono molto su se stesse, anche a livello di immagine, e ciascuna ha le proprie esigenze. Per cui la nostra struttura è in grado di adattarsi alle necessità di ogni cliente. Da sottolineare che possiamo contare sicuramente su un valore aggiunto, a livello strutturale, perché il nostro non è solo un centro benessere, ma abbiamo anche la zona delle piscine, delle palestre e quella riservata al calcetto. Siamo inoltre in grado di offrire un qualificato servizio ristorante e il parco estivo con scivoli e altri accorgimenti ideali per accogliere anche le famiglie. Il benessere che si trae da questi spazi è tale da far dimenticare che ci troviamo a pochi chilometri da Bergamo». Il centro sportivo di via Cattaneo è stato fortemente voluto dall’Am-
ministrazione comunale di Stezzano e dagli stessi abitanti. Da questa volontà iniziale è scaturito un project financing che ha spianato la strada alla sua realizzazione. In pratica il Comune ha messo a disposizione il terreno, che resta di sua proprietà, ed ha predisposto un bando aperto alle imprese del settore finalizzato alla presentazione di un progetto riguardante un centro natatorio. «A spuntarla, nel 2004, è stata la nostra proposta - dice Pierangelo Viganò, presidente della società di gestione - in quanto molto articolata. Oltre ad offrire una serie di piscine, la vasca da 25 metri ad 8 corsie, quella per la ginnastica in acqua, una dedicata ai bimbi e un’altra ai sub profonda 5 metri, proponeva un parco estivo. Senza contare l’area palestra con attrezzature all’avanguardia, tre campi per il calcetto, di cui due coperti, il bar ristorante e il nostro fiore all’occhiello, la zona benessere. Il Comune di Stezzano ha quindi ceduto il diritto di superficie per trent’anni ed è stato dato il via libera alla General Sogisport per costruire questa struttura. Purtroppo i lavori sono iniziati solo nel 2006, l’anno successivo è stata aperta la zona estiva e nel febbraio del 2008 anche quella dedicata alle piscine interne. A un anno di distanza possiamo dire che il centro sta ottenendo un grande successo».
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Azienda FEBBRAIO - MARZO
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Contiene: Guida ai servizi pubblici e privati della città di Bergamo
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scirà a metà febbraio la nuova edizione di ElencoSì, la guida telefonica prodotta da Paginesì! che propone a utenti privati e aziende un nuovo modo di concepire l’elenco del telefono. Non più dunque solo contatti telefonici ma una guida completa, che provvede a dare risposte utili, chiare e rapide ai propri bisogni. Scendendo nel dettaglio, l’ultima edizione di ElencoSì integra le informazioni turistiche presenti nell’avantielenco (itinerari consigliati, cartina dettagliata della città) a informazioni culturali (musei, teatri, con orari di apertura e relativi siti internet), religiose (gli orari della S. Messa di ogni parrocchia) e soprattutto a preziose informazioni di cui ogni cittadino ha bisogno, dalle pratiche per il rinnovo della carta d’identità al rilascio della licenza di pesca, fino ai permessi di soggiorno. Ogni voce, riconoscibile dallo sfondo rosa, non solo contiene il numero di telefono dell’ufficio da contattare, ma fornisce anche le informazioni necessarie per lo svolgimento della pratica, dando la possibilità al cittadino di scoprire servizi di cui forse non conosceva neppure l’esistenza. Un’altra importante caratteristica di questa guida innovativa è l’elenco categorico che si trova alla fine del volume: un diverso sistema di catalogazione di indirizzi e contatti che non segue l’ordine alfabetico, ma il settore commerciale di appartenenza, rendendo molto più semplice la ricerca del servizio desiderato. Un vantaggio per tutti gli utenti che desiderano avere informazioni chiare e dettagliate, ma anche per le aziende che desiderano avere maggiore visibilità a un prezzo veramente competitivo, grazie al crollo del sistema monopolistico che gestiva il settore degli elenchi telefonici. Fondamentale è infine la distribuzione, curata in maniera più puntigliosa rispetto agli altri competitor. «Noi la seguiamo attentamente», spiega
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FEBBRAIO - MARZO
di Francesco Lamberini
pietra di credaro doc Da 50 anni la Cava Pietre di Carobbio tratta materiale di qualità garantita dall’estrazione alla posa in opera. Svariate le sue applicazioni: pavimentazioni, facciate, muri di cinta, interni
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CAVA PIETRE
Aziende
na delle pietre più utilizzate, nel corso dei secoli, per realizzare edifici sul territorio bergamasco, è sicuramente quella di Credaro. Si contraddistingue per la sua rustica semplicità e il colore caldo, dorato e morbido, caratteristiche che hanno finito per segnare in maniera inequivocabile il paesaggio orobico. Ma mentre in passato la pietra di Credaro veniva impiegata con funzioni quasi esclusivamente strutturali, oggi è prevalentemente utilizzata per la realizzazione di rivestimenti, quindi con finalità decorative. Un po’ ovunque troviamo illustri testimonianze di questo materiale, soprattutto in Città Alta e in particolar modo negli edifici storici che ne disegnano il profilo. Ma sempre più tale pietra affiora anche nelle strutture ad uso civile, come villette e palazzine. Dato per scontato che la pietra di
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Credaro continua a piacere, abbiamo inteso «scoprire» ulteriori aspetti di questo materiale da chi lo maneggia tutti i giorni. Gianpietro Gregis, titolare della Cava Pietre a Carobbio degli Angeli, è sicuramente un esperto in materia. L’azienda, che guida da oltre un ventennio, è nata alla fine degli anni Cinquanta per iniziativa del padre Antonio che ne ha retto le sorti fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1987. «Ricordo che proprio in tale periodo - dice Gianpietro Gregis - si è verificato un incremento dell’estrazione, con conseguente impennata del lavoro in cava. La pietra di Credaro è oggi largamente utilizzata e viene richiesta per svariate applicazioni: pavimentazioni, facciate, muri di cinta e anche per gli interni. Piace per la sua robustezza e le sfumature di colore che offre. Al contrario del marmo che ha un aspetto omogeneo, questo materiale presenta varie tonalità che vanno dal grigio chiaro al giallo e al rossiccio. Molto dipende da come è posizionata la pietra. Quando viene utilizzata per creare una pavimentazione finiscono per primeggiare le sfumature tendenti al giallo, mentre nei rivestimenti verticali la tonalità prevalente risulta essere quella grigia». La pietra in questione viene estratta con degli escavatori direttamente dalla montagna. Poi il materiale viene portato in un capannone e sottoposto ad una prima selezione. Quindi si passa al reparto tranciatura e riquadratura dove la pietra viene rifinita a mano. Rispetto ad altre attività si tratta di un ciclo di lavorazione che al 60% è ancora eseguito manualmente. Per la tipologia stessa del prodotto, i pezzi finiti non risultano mai di misura standard, ma sempre irregolari. «Molto dipende però - sottolinea Gregis - dalla destinazione d’uso della pietra. Se serve per rivestire una facciata e si vuole ottenere l’effetto di una vecchia cascina, è meglio utilizzare delle parti poco squadrate. Per eseguire lavori più lineari è invece preferibile scegliere prodotti con contorni sagomati». All’azienda di Carobbio lavorano attualmente 13 persone: dieci dipendenti utilizzati direttamente in cava e tre posatori che intervengono
quando il cliente ha bisogno di ottenere un prodotto finito. La pietra di Credaro viene solitamente montata utilizzando un mix di sabbia e cemento, ad eccezione delle parti più piccole, adottate sempre per i rivestimenti, che possono essere anche incollate. «Salvo qualche pausa - dice Gregis - questa pietra viene molto richiesta. Il suo utilizzo non è proibitivo poiché in genere viene a costare sui 27 euro al metro quadrato. Mi riferisco al solo materiale, mentre ad incidere molto, economicamente parlando, è la posa. Poi dipende anche dal tempo che occorre per ultimare un lavoro. Di solito un operaio di questo tipo completa 5-6 metri quadrati al giorno. Ma il problema più serio è che purtroppo c’è anche chi spaccia per pietre di Credaro dei prodotti che non lo sono affatto». A tale proposito va sottolineato che la cava di Carobbio dispone del marchio della Camera di commercio che certifica la pietra di Credaro, ovvero ne accerta la produzione, ne garantisce l’alta qualità e la reale zona di cavatura e di provenienza. Un marchio a tutela di un prodotto, e dei suoi affezionati estimatori, che sta avendo un sempre più largo utilizzo nel settore dell’edilizia pubblica e privata.
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PARLIAMO DI CONDOMINIO FEBBRAIO - MARZO
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L’AMMINISTRATORE, REGISTA DEL VIVERE INSIEME
di Michele Cafagna
esordio della presente rubrica ci impone delle
alla proprietà e ai soggetti che ne sono titolari, alla storia dei nuclei
riflessioni sull’ente di gestione quale è un edificio
e alle organizzazioni. Unica certezza: l’istituto del condominio, conti-
in condominio secondo una costante definizione
nuamente in evoluzione, si costruisce attraverso l’esperienza, non
del Giudice di Legittimità. II condomino muove i
disgiunta da quella in continua espansione dove i tempi della tecno-
suoi primi passi nell’antico Egitto con le grandi
logia soffrono quelli più lenti della Giurisprudenza.
proprietà dei Faraoni, si sviluppa nell’antica Roma coi grandi
In tal contesto si colloca la figura dell’amministratore che si pone,
possedimenti patrizi e si insinua nelle norme del Diritto Romano,
da un lato, come punto di convergenza dei quotidiani problemi orga-
sostanzialmente accolto dagli ordinamenti giuridici dei paesi
nizzativi relativi alla gestione dell’edificio condominiale, e, dall’altro,
latini di cui recepisce il concetto della proprietà e della comu-
come momento esponenziale della relativa comunità, evocando
nione con tutte le certezze e i dubbi pre e post Giustiniano. E’
l’idea di un organo rappresentativo unitario. L’amministratore, infatti,
rimasto sostanzialmente inalterato nel Medio Evo, confluendo,
partecipando direttamente all’andamento della vita condominiale, di
quasi intatto, dopo la purificazione Napoleonica, nei codici di fine
cui deve essere attento regista, è senza dubbio personaggio chiave
ottocento. Solamente negli ultimi decenni e con l’affermazione
dell’ente collettivo, e il fulcro su cui sono accentrati gli sguardi della
di nuovi concetti costituzionali sulla proprietà e la sua funzione
totalità dei condomini. E’ assai limitata la diffusa convinzione che
sociale, l’interpretazione di certi principi della comunione ha
l’amministratore abbia la mera funzione di esecutore della volontà
subito qualche modesto adattamento, ma nel complesso l’antico
assembleare; egli, al contrario, è chiamato costantemente a risol-
ha ben resistito, soprattutto nell’esclusione del beneficio del
vere le più variegate dispute, adottare le misure più idonee, impar-
singolo a favore del collettivo. In genere la parola condominio,
tire le opportune direttive per una corretta gestione delle proprietà
nella sua etimologia, rievoca una visione alquanto ridotta, che
comuni, agevolare la soluzione equilibrata delle conflittualità che si
va dal vivere comune, al pettegolezzo tra i vicini e alla ripara-
formano nell’ambito del condominio in ragione dell’interesse di tutti
zione della braga o alla eliminazione della macchia dal soffitto,
a un’armonica e serena convivenza. Di qui la necessità che l’ammi-
possibilmente a spese altrui; aiutati in questo da frequenti e
nistratore sia detentore di una formazione interdisciplinare che vede
avventurose interpretazioni, ricavate da inopportuni sunti dei
sommarsi competenza e metodologie (contabili, giuridiche, fiscali,
mass media della Norma e degli indirizzi giuridico-dottrinari. Ai
tecniche e perfino psicologiche) che meritano di essere collegate ad
più attenti, invece, non può sfuggire come l’istituto sia legato
una figura professionale assolutamente nuova rispetto al passato.
Michele Cafagna - info@studiocafagna.it Ass. ANACI n.310 - Associato CEAB ConfŽ dŽ ration EuropŽ enne Des Administrateurs De Biens Bruxelles. Studio di amministrazioni immobiliari - consulenze sul condominio: via Begnis, 6 - 24036 Ponte S. Pietro (Bg) - tel. 035.460259 - 616927 - fax 035.4155514 Recapito di Bergamo: via Paleocapa, 14 - tel. 035.214076. Si riceve mercoled“ per appuntamento. Rec. di Trezzo dÕ Adda - Capriate: via Crespi, 7 - tel. 02.90987305. Si riceve venerd“ e sabato su appuntamento
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Mangiar Bene
FEBBRAIO - MARZO
olio, nella BerGamasca aumenta la produzione L’extravergine Dop Laghi Lombardi nel 2008 è passato dai 350 quintali del 2007 a 400 quintali. Gli ettari coltivati ad olivo sono 132 circa per un totale di 50 mila piante
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onostante alcune grandinate, la produzione 2008 di olio d’oliva extravergine nella bergamasca è aumentata del 15 per cento rispetto a quella del 2007. «Una produzione di altissima qualità - ha confermato l’assessore provinciale all’agricoltura Luigi Pisoni - che si sta affermando a livello nazionale per la sua bassissima acidità e per i suoi aromi particolari».
Nella provincia di Bergamo gli ettari coltivati a olivo sono 132 e la produzione di quest’anno si è attestata sui 400 quintali rispetto ai 350 dello scorso anno. Tra l’altro da quattro anni nella Bergamasca, sulle colline di Scanzorosciate, è operante un frantoio. «Per quanto ci riguarda la produzione di quest’anno è da incorniciare - ha dichiarato Pietro Lussana titolare dell’Azienda Agricola Il Castelletto presso la quale è presente la strut-
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tura - abbiamo lavorato circa 600 quintali di olive provenienti da diverse aziende agricole locali che hanno dato come resa 80 quintali di olio. La qualità del 2008, grazie anche a un’annata risultata positiva per il fatto che la mosca olearia non ha fatto danni, è decisamente superiore a quanto si era previsto». L’acidità è una delle più basse mai registrate fino ad oggi con parametri
che si attestano attorno allo 0,1 per cento di acido oleico. «Un prodotto di nicchia - sottolinea Pisoni - che premia lo sforzo fatto dagli agricoltori e che valorizza l’intero territorio e le aziende che hanno fatto una scelta ben precisa: quella della qualità rispetto alla quantità e al prodotto commerciale». Un olio leggerissimo che ha un profumo fruttato medio leggero e che al palato garantisce un retrogusto di nocciola.
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Turismo
Testi di Gianandrea Lecco - Foto di www.mysticfreeride.com
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da BerGamo sulle Vette del mondo spinti dalla passione per il Freeride L’associazione Mysticfreeride, sorta in città nel 2003, nasce dall’unione dell’amore per la montagna con la scelta di vivere il suo lato più adrenalinico su sci e snowboard. Alla scoperta delle più celebri cime del mondo
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a passione per la montagna e la scelta di vivere il suo lato piú adrenalinico con sci e snowboard nasce sulle Prealpi Bergamasche. Una volontà che accomuna i membri di Mysticfreeride e che è nata a Bergamo nel 2003. Gli obiettivi sono numerosi, apparentemente diversi ma sottilmente legati da un filo unico. Promuovere la pratica del Freeride con la gestione di un sito appositamente dedicato, www. mysticfreeride.com, ad esempio; oppure organizzare e far conoscere eventi come il Winter Mystic Xperience sul Monte Rosa, unica tappa italiana di qualificazione per il prestigioso Freeride World Tour, la vera e propria coppa del mondo di questa disciplina sciistica. Senza tralasciare la costante realizzazione di video e servizi fotografici professionali che aprono alla scoperta delle più celebri montagne del mondo. Anno dopo anno viene pianificata con attenzione la meta, con l´obiettivo di unire la curiositá di esplorare luoghi remoti e culture lontane al desiderio di sciare immersi nelle condizioni ottimali di paesaggi unici nel loro genere. Dal 2003, inverno dopo inverno, Mysticfreeride ha toccato le Montagne Rocciose dello Utah (USA) e del Canada, le vette del Caucaso (Russia), la catena del Pamir in Kirghyzistan ed Uzbekistan, le montagne Tatra tra Polonia e Slovacchia, e poi oltre il Circolo Polare Artico in Norvegia, fino alle Alpi della Nuova Zelanda. Spedizioni verso vette ambite dai migliori alpinisti, come il Monte Elbrus, ma soprattutto montagne per lo piú sconosciute, come quelle sul Pamir o lungo le Tatra, caratterizzate da versanti perfetti per gli amanti della discesa in condizioni estreme, come il canale del Lomnický Štít (Rep. Slovacca), documentato anche da National Geographic
Rider Giulio Guadaz Guadalupi. Fotografo Dino Bonelli. Spot Kirghyzistan
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Massimo Mazzoleni, marzo 2005, sdrammatizza le tensioni sul confine Georgia-Caucaso con del jibbing
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Rider Gianandrea Lecco. Spot Nuova Zelanda, Mt Cook
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phic Adventure. A piedi, talvolta con ciaspe o pelli, piú spesso attraverso un avvicinamento con impianti - dove presenti - o piú direttamente in elicottero, si raggiungono le vette per scoprirne i versanti nascosti. Una volta in vetta è immediata la sensazione di inferiorità al cospetto delle maestose cime che ti circondano, così vicine da poter essere toccate con mano. E‘ in quel momento che l´emozione esplode, appena gli sci puntano verso il basso, pronti a liberare la carica accumulata. Le curve si susseguono, si concatenano, talvolta si spezzano da salti di cliff, per poi continuare fino a fondo valle, pronti per una nuova risalita. La positivitá inalata dall´aria pura della quota, dalla forza naturale sprigionata dalle vette possenti che ti circondano, si convogliano nel cuore che inizia a pompare ossigeno nei muscoli. L´elicottero spento attende a fondo valle. Davanti agli occhi, una distesa abbagliante di neve immacolata, scalfita da qualche impronta d´animale, diventa la tela mentre sci e snowboard sono i pennelli di un quadro che rimarrá indelebile nella memoria. Tutto intorno si susseguono paesaggi surreali, ghiacciai azzurri e laghi immensi in cui il paesaggio si specchia tradendo la sua energia con un’immagine apparente-
mente immobile. La passione per il Freeride, lo sci per definizione senza limiti e confini, è prima di tutto azione, ma anche ricerca di confronto con culture e civiltá lontane. Da ogni viaggio si torna un bagaglio di esperienze nuove che arricchiscono la memoria ed amicizie fondate sulla condivisione di momenti che le rendono indissolubili. Ogni partenza é ricca di sogni ed aspettative e ogni ritorno é pieno di emozioni ed aneddoti. Come sdrammatizzare la presenza di cannoni russi puntati verso la Georgia con del jibbing, perdersi nel mercato di Karakol tra bambini che giocavano tra scheletri di animali, vedere una mecca cinese arricchita da splendidi mosaici fare ombra su una chiesa ortodossa costruita completamente in legno senza l´ausilio di chiodi, e ancora entrare in una base militare sotto gli occhi incuriositi di giovani militari e salire su un loro elicottero per attraversare il deserto del Kirghyzistan. Senza dimenticare la traversata a piedi delle montagne nel centro della Nuova Zelanda. Davanti agli occhi l´ombra imponente di Mount Cook e in mente il detto di un giovane maori: «Mehemea ka tuoho ahau e maunga tei tei». Ovvero: se mi devo chinare che sia davanti ad un´alta montagna.
Rider Paolo Sacchetti. Fotografo Peter Charaf. Spot Columbia Ride Week - Courchevel (FRA)
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Turismo FEBBRAIO - MARZO
orio al serio, 2008 da record con oltre 6 milioni di passeGGeri Incremento su base annua del 13 per cento: il più alto d’Italia. Un risultato conseguito soprattutto per effetto dell’andamento positivo dei voli di linea, che hanno registrato un load factor mediamente elevato
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entre Malpensa stenta in seguito alle scelte della nuova Alitalia, Orio al Serio ancora una volta sorride. Il 2008 allo scalo bergamasco si è chiuso con un movimento di 6 milioni e 482 mila passeggeri, pari a un incremento su base annua del 13 per cento, il più alto fra tutti gli aeroporti italiani. Un risultato conseguito soprattutto per effetto dell’andamento positivo dei voli di linea, che hanno registrato un load factor mediamente elevato, e del consolidamento del network dei collegamenti point-to-point con l’Europa e il centro-sud Italia. In sensi-
bile aumento anche il movimento passeggeri sui voli charter, sostenuti soprattutto dai pellegrinaggi mariani e dalle tradizionali mete di vacanza del Mar Rosso e del Mediterraneo. Conserva la sua importanza logistica il settore delle merci aeree movimentate dai vettori courier, nonostante il calo del quantitativo trasportato (da 133 mila a 122 mila in un anno, equivalente a –8,7 per cento), dovuto soprattutto alla particolare fase congiunturale che nella seconda parte del 2008 ha ridotto ovunque le spedizioni. Per la prima volta il numero dei movimenti degli aeromobili adibiti al trasporto delle merci scende sotto quota 10 mila: in totale 9.796 nel corso del 2008, - 2,8 per cento rispetto all’anno precedente.
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Arte e Cultura
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Bergamo, Via dei Mille, inizi Ô 900
“la cittÀ VisiBile”, in mostra il noVecento di BerGamo Fotografie, realtà virtuale, ricostruzioni originali d’ambiente e interattività per offrire al visitatore l’opportunità di “vivere” in prima persona l’evoluzione del centro urbano. Fino al 20 settembre al Museo Storico
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on c’è nessuna fotografia, nessun filmato che da solo possa descrivere una città come Bergamo; una città che è uscita indenne dalle colate di cemento e dalle brutte periferie realizzate in tanti altri centri urbani negli anni Sessanta e ha mantenuto intatta sia la magia della parte medioevale e rinascimentale, sia la vitalità del nuovo centro costruito tra le due guerre mondiali. Bergamo è una città da assaporare passeggiando sul suo grande viale così come tra le stradine del centro in città bassa o in città alta; ed è con questo principio che Fondazione Sestini, Fondazione Bergamo nella Storia e Siad hanno realizzato la mostra “La città visibile”: fino al 20 settembre 2009, al Museo Storico di Bergamo Alta, fotografie, filmati d’epoca, oggetti “sorprendenti”, realtà virtuale, interviste, un laboratorio di lettura dell’immagine, invitano il visitatore a costruirsi un itinerario personalizzato in base ai propri interessi e alle proprie curiosità, passeggiando nella città virtuale ricostruita in mostra, sedendosi nel suo cinema o ai tavolini che riportano all’atmosfera degli anni Cinquanta e Sessanta, interagendo con le immagini al tavolo multitouch. Non una mostra fotografica, quindi, ma un’esposizione che, nelle mille e anche insospettabili risorse racchiuse nell’immagine fotografica, trova le chiavi per “vivificare” i luoghi, i volti, le diverse anime di una città che ha conosciuto, tra il 1870 e il 1960, gli anni del suo profondo cambiamento: dalla Fiera ai filobus, dalle gite fuoriporta della borghesia cittadina alle cucine popolari sul Sentierone, dalla costruzione del centro piacentiniano alla nascita dei quartieri popolari, dalle ceri-
La fontana Fiascona in Piazza Pontida a bergamo, fine Ô 800
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monie pubbliche ai cortei di protesta, agli spettacoli dei burattini. Ecco perchè “La città visibile” prima di essere una mostra è un laboratorio per il futuro Museo del Novecento a Bergamo. La fonte principale alla quale la mostra attinge è l’archivio fotografico Sestini, ricco di 150.000 immagini e depositato presso il Museo Storico: una preziosità dovuta da un lato alla capacità di Domenico Lucchetti, alla cui memoria la mostra è dedicata, di raccogliere, in decenni di attività, il materiale fotografico e cinematografico necessario alla costruzione di una fototeca cittadina con ampi squarci su tutto il mondo, dall’altro alla sensibilità della famiglia Sestini, che, pure con proiezione imprenditoriale internazionale, ha voluto donare alla città la possibilità di riflettere sul suo passato, anche quello più recente. Tra le prime fotografie
Famiglia Moroni in Maresana, Bergamo, fine Ô 800
Inaugurazione autostrada Mi-Bg, 1930
presenti in mostra e riguardanti gli ultimi decenni dell’Ottocento e le ultime, realizzate tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta del Novecento, trascorre meno di un secolo: le due fotografie ci restituiscono non solo spazi fisici mutati, ma diversi abbigliamenti, automobili al posto di carretti, filobus invece di tram trainati a cavallo e un vigile urbano che in mezzo alla piazza regola il traffico veicolare. Profondi cambiamenti che si possono riassumere in un dato: nel 1901 gli abitanti della città erano poco più di 46.000, nel 1971 erano ben 126.900. Museo Storico, Piazza Mercato del Fieno. Da martedì a domenica 9.30-13 e 14-17-30. Chiuso il lunedì. Ingresso 5 euro.
Funicolare, Bergamo, fine Ô 800
Porta Nuova, Bergamo, inizi Ô 900
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Piazza Vecchia, Bergamo, inizi anni Ô 60
Piazza Vecchia, Bergamo, fine Ô 800
Stadio di Bergamo, inizi anni Ô 60
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Piazza Vittorio Veneto, Bergamo, fine anni Ă” 50
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Arte e Cultura
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un “mandala” in sala manzù per aiutare i BimBi disaBili L’opera, realizzata da alcuni monaci buddisti, è una delle attrattive della mostra “Viaggio nell’Antico Oriente”, organizzata per fini solidali dal Kiwanis Bergamo Orobico
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l prossimo 25 di febbraio, in Sala Manzù, a Bergamo (Passaggio Sora), messa gentilmente a disposizione dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Bergamo, verrà inaugurata la mostra “Viaggio nell’Antico Oriente - Riflessi di vita quotidiana tra ante e spiritualità”, organizzata dal Kiwanis Bergamo Orobico in collaborazione con la Provincia di Bergamo, il Museo Obrietan e la Galleria Thais di Vicenza. La rassegna, che resterà aperta al pubblico sino all’8 di marzo, proporrà ai visitatori un percorso a ritroso negli anni per conoscere ed apprezzare le arti asiatiche di tutti i tempi: sarà cosi possibile ammirare antichi tavoli da calligrafo, pennelli, calamai, armadi e scatole laccate, ma anche antiche statue di Buddha, scranni da preghiera e oggetti rituali, guerrieri di Si’An e altre opere di grande valore storico ed artistico. In occasione della mostra, interverranno anche alcuni monaci buddisti che realizzeranno, presente il pubblico e le autorità, un “mandala”, dipinto sacro fatto con sabbie colorate, che successivamente, come da tradizione, verrà distrutto, con le sabbie che verranno disperse al vento per diffondere il messaggio di pace. Nel corso della rassegna, il cui ingresso per il pubblico sarà gratuito, il Kiwanis Bergamo Orobico gestirà la vendita di libri sull’antico Oriente e gadget - la maggior parte dei quali creati dagli stessi monaci buddisti - messi a disposizione dal Museo Obrietan e dalla Galleria Thais. II ricavato della manifestazione è stato destinato dal club bergamasco all’acquisto di una autovettura attrezzata per il trasporto dei bambini disabili da donare all’Auser - sezione di Bergamo, nell’ottica del progetto “Inoltre”, varato dalla medesima associazione a favore dei meno fortunati. Ricordiamo che il Kiwanis Bergamo Orobico durante lo scorso anno sociale 2007/2008, con il ricavato di altre analoghe manifestazioni,
ha acquistato e regalato al reparto di Neonatologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo un respiratore neonatale automatico per bambini prematuri e affetti da gravissime patologie respiratorie, oltre ad aver donato a due associazioni, che si occupano di bambini autistici, oltre 15 mila euro.Nato nel 1992, il club bergamasco ha inoltre concretizzato nel tempo la propria attività in diverse iniziative benefiche tra le quali vogliamo ricordare: contributi donati alle missioni dei Padri Monfortani in Peru; fondi per la ristrutturazione e il sostegno della sede del Centro Ricerche Cliniche per le Malattie Rare, diretto dal Prof. Silvio Garattini; donazioni varie a favore di enti ed associazioni che si occupano di bambini bisognosi e la partecipazione alla campagna organizzata dal Kiwanis International sulla deficienza da iodio (IDD). II Kiwanis Bergamo Orobico, che oggi conta una quarantina di soci, fa parte del Distretto Itralia-San Marino ed è parte del Kiwanis International, nato a Detroit net 1915 e che, in 83 Paesi nel mondo, conta oltre 500 mila iscritti.
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Arte e Cultura
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di Sabrina Cattaneo
così parlaVa Frate indoVino un liBro ce lo racconta Pubblicato a Bergamo il primo volume sull’inventore del famoso calendario. Ne è autore il giornalista bergamasco Giuseppe Zois, che per 15 anni ha lavorato con Padre Mariangelo da Cerqueto
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n libro di memoria, di testimonianza e di affetto. Un alfabeto dettato dell’amicizia, dalla frequentazione e dal mestiere di comunicare. Si intitola “Frate Indovino. Maestro del tempo”, ne è autore Giuseppe Zois ed è pubblicato da Sergio Pagliaroli nelle Edizioni Villadiseriane, un uomo molto attento a quanto di persone, fatti, cultura, costume, storia e religione si muove sul territorio bergamasco. Questo libro è il primo che esce sulla figura del frate cappuccino di Perugina, inventore del famosissimo calendario che resta il più diffuso di tutti nelle case italiane. Giuseppe Zois ha lavorato per 15 anni con Padre Mariangelo da Cerqueto, il nome da religioso di Frate indovino, una mite, umile e simpatica figura di francescano che viveva di spiritualità, di pace e bene, un programma di vita cui il cappuccino è rimasto fedele lungo tutta la sua esistenza. Oltre a curare alcune iniziative editoriali per Frate Indovino, Zois ha realizzato con P. Mariangelo un lungo percorso di interviste sui temi che più stavano a cuore al religioso, che fu grande amico di Padre Pio, già elevato alla gloria degli altari, e di Papa Wojtyla. Il giornalista bergamasco ha recuperato ora le parole che ricorrevano nella quotidianità e nell’impegno di Frate Indovino, grande e appassionato divulgatore della Parola. Proprio Giovanni Paolo II gli manifestò a più riprese la sua benevolenza, definendolo tra l’altro «inventore di un pulpito di carta appeso ogni anno alle pareti delle case». Non solo, ma Papa Wojtyla, quando ogni anno riceveva i francescani dell’Umbria nel suo studio, li
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salutava sempre dicendo: «Voi francescani avete molto provinciali, ma un solo Frate Indovino» e ogni volta abbracciava Padre Mariangelo che in quei momenti viveva ed esprimeva la vera felicità. Per lui, partito dal niente, era il riconoscimento di un impegno e di una fatica e, al tempo stesso. Aveva lanciato il suo primo piccolo seme, l’evangelico granello di senapa che diventa il grande albero. Basterà dire che oggi il calendario di Frate Indovino è diffuso in sei milioni di copie che viaggiano per tutta Italia e anche all’estero. C’è da dire che Frate indovino, inventore di una formula che molti hanno sognato e sognano di inventare, ha pensato in grande: ha voluto far crescere la pianta ed ha al tempo stesso varato una squadra che da tempo si occupa di confezionare, anno dopo anno, il calendario, individuando il filo conduttore e riempiendo ogni spazio delle pagine di calendario di molti fiori e frutti: le pagine sembrano alle zolle di un orto, dove il contadino fa crescere di tutto. Così anche le rubriche inventate da Padre Mariangelo da Cerqueto, che trovò una formula felice grazie alla quale la sua idea si è affermata. Certo, la provvida magia furono le previsioni (azzeccate) del tempo quando ancora ci si affidava esclusivamente ai proverbi del “rosso di sera, bel tempo si spera”. I grandi meteorologi, Bernacca in primis, erano ancora di là da venire e la meteo non si sapeva nemmeno
cosa fosse. Oggi è entrata nella nostra vita e non possiamo alzarci o coricarci senza sentire che tempo farà domani, questa settimana, il mese prossimo e se ci sarà sole nel periodo che abbiamo scelto per le nostre vacanze. Ecco, Frate Indovino può essere considerato il capostipite dei grandi divulgatori della meteo popolare, il nonno di tutti coloro che oggi ci anticipano se domani dovremo uscire con l’ombrello e l’impermeabile. Ha costruito una fortuna: grazie ai proventi del suo calendario si può dire che stanno in piedi i conventi francescani dell’Umbria e vengono sostenute molteplici iniziative di bene e di solidarietà, dalle Missioni in Amazzonia (il calendario 2009 è dedicato proprio a questa presenza di apostolato oltreoceano) alle Case per anziani e alle comunità di recupero per tossicodipendenti. Padre Mariangelo, tuttavia, era francescano fino al midollo: avrebbe potuto concedersi una vita di benessere e invece ha vissuto di niente, coerentemente povero, sereno, felice della sua vocazione. Il libro di Zois ripercorre la vita di P. Mariangelo, presenta il suo lessico e nelle pagine del suo libro “Frate Indovino. Maestro del tempo” ha messo molti momenti bergamaschi: dall’incontro con mons. Andrea Spada, direttore del giornale “L’Eco di Bergamo” (i due si incontrarono a Schilpario, paese natale di Spada) all’Istituto italiano di arti grafiche,
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dove si stampa il calendario. L’incontro tra Spada e Frate Indovino è narrato dal giornalista e scrittore Gino Carrara, che fu braccio destro e primo successore di Spada alla guida dell’Eco. Altre presenze bergamaschi: il fotoreporter Jo Locatelli, originario di Clusone, che ha illustrato molti dei percorsi editoriali di Zois, da P. Turoldo a Muccioli, dal Cardinal Tonini all’architetto Botta. Ci sono anche due giornaliste bergamasche in queste pagine: Laura Di
Teodoro, che lavora con Zois in Provincia, e Anna Carissoni, che ricorda com’era accolto e vissuto dentro la casa dei suoi genitori quel rito annuale di Frate Indovino. Per finire, oltre agli interventi del vescovo di Oria (Brindisi), mons. Michele Castoro, amico di Frate Indovino, che ne firma la prefazione e di mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia, è da segnalare la voce di Bruno Del Frate, per anni storico assistente di P. Mariangelo.
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Arte e Cultura
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tuFFo straniante nel cinema di welles con installazioni, dipinti, FotoGraFie Fino al 26 aprile la Jade Art Gallery ospita il progetto site-specific dell’artista americano Marcelino Stuhmer “Get Ready To Shoot Yourself”, a cura di Sara Mazzocchi
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mmersione straniante in un labirinto percettivo per entrare fisicamente nell’universo narrativo della drammatica sequenza finale del film “La signora di Shanghai” di Orson Welles: la Jade Art Gallery presenta la prima personale in Italia dell’artista americano Marcelino Stuhmer, che ha realizzato per la galleria il progetto site-specific “Get Ready To Shoot Yourself”, composto da un’installazione, una serie di dipinti e un lavoro fotografico. L’installazione indaga l’ambiguità spaziale e temporale del finale del film. Il visitatore è invitato ad avventurarsi nello spazio/tempo successivo alla celebre sparatoria che si svolge nel labirinto degli specchi, muovendosi attraverso un complesso gioco di dipinti, superfici specchianti, cornici vuote, e sperimentando una esperienza percettiva suggestiva e a tratti straniante. Il fruitore è indotto a provare un sentimento ambivalente di infinità e di intimità con lo spazio, perché entra fisicamente nello spazio del film e nel suo universo narrativo. Ma, a differenza della sala cinematografica dove lo spettatore è immobile di fronte alle immagini che si muovono, qui è il movimento del pubblico ad attivare la rottura della sequenzialità temporale, unendo nella propria percezione elementi reali e virtuali. L’immagine del labirinto degli specchi in frantumi è infatti ricreata da Marcelino Stuhmer attraverso una studiata relazione spaziale tra superfici dipinte e le tre sagome a grandezza naturale di Rita Hayworth/Elsa Bannister, Orson Welles/ Michael O’Hara e Everett Sloane/Arthur Bannister. Ma quando ci si muove nello spazio si percepisce che ogni immagine dipinta è solo uno dei livelli di una rappresentazione complessa che conti-
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nuamente si frammenta e si ricompone. Le tre sagome dei protagonisti esistono, letteralmente, fuori dai dipinti ma allo stesso tempo si fondono nella pittura. Questa straniante percezione spaziale è accentuata dal fatto che il retro dei dipinti e delle tre sagome è una superficie specchiante, così che le illusioni dipinte si confondo anche con le illusioni riflesse. La suggestione del labirinto degli specchi si chiude con una video proiezione in cui il fluire delle sequenze filmiche è rallentata per focalizzare l’attenzione dello spettatore sulla bellezza astratta di ogni singola immagine; la colonna sonora è una traccia audio creata dall’artista in collaborazione con il Dj Tad Murawska, che remixa i dialoghi, la musica e i rumori del film con un ritmo a tratti cadenzato e ossessivo che si stempera in ampie anse musicali. Sulle pareti dello spazio espositivo, la fascinazione cinematografica continua con alcuni dipinti che riprendono la sequenza precedente la sparatoria finale: un meraviglioso primo piano di Rita Hayworth accanto ad un quadro dal
titolo “Arthur Bannister (as played by Gilles Deleuze)”, che raffigura un uomo con un soprabito grigio e un cappello di feltro, in piedi tra due specchi, la cui peculiare somiglianza con Arthur Bannister cela il ritratto di Gilles Deleuze, il filosofo che teorizzò la logica dell’immagine-cristallo esemplificandola attraverso il cinema di Orson Welles. La mostra si chiude nel corridoio all’uscita della galleria con la serie fotografica “The Mirror”, che evoca il fascino e il senso di straniamento della proiezione cinematografica in un drive-in. Una sorta di specchio in cui la memoria, i sogni, i desideri e le paure individuali si fondono nella rappresentazione del subconscio collettivo. Jade Art Gallery Via Piccinini 2, Bergamo Orari: lunedì - sabato 10 -15 / 18.30-23. Chiuso domenica Info: tel. 035.249523 o www.jadeartgallery.com
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Arte e Cultura
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di Massimiliano Cordoni*
il Fienile diVenta loFt Grazie al soppalco Spazi aperti, finestre alte e di grandi dimensioni con infissi originali, travi, pilastri ed elementi strutturali lasciati a vista: sono le soluzioni che caratterizzano la ristrutturazione dell’antico edificio
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antica costruzione rurale (come da immagini in pagina) è stata trasformata mantenendo lo stile e, dove possibile, anche le finiture originarie. Un soppalco di nuova costruzione permette di sfruttare al meglio l’altezza dei soffitti. Spazi aperti, finestre alte e di grandi dimensioni con infissi originali, travi, pilastri ed elementi strutturali lasciati a vista: sono le soluzioni che caratterizzano il loft ricavato dalla ristrutturazione dell’antico edificio. Si è quindi ricavato un ambiente aperto a tutta altezza, dove troviamo un ampio soggiorno con sala da pranzo; annessa e disposta su un piccolo piano rialzato troviamo la cucina, divisa dal soggiorno con
delle pareti mobili in vetro, permettendo così il massimo passaggio di luce. Organizzando al meglio lo spazio cucina sono stati ricavati inoltre una dispensa e un bagno dedicato alla zona giorno. Spostandoci verso la zona notte, posizionata sul soppalco sovrastante la cucina, troviamo un’imponente scala in legno, sotto la quale è stato creato un ampio ripostiglio. La zona notte, interamente ricavata su di una soppalcatura, è stata porzionata in modo tale da ottenere un’ampia camera doppia con annessi cabina armadio e bagno padronale. Dizionario. Per loft nell’architettura moderna si intende un vecchio edificio industriale, artigianale o commerciale, ormai dismesso, ristrutturato per ricavarne abitazioni. *Interior designer, cmax1@hotmail.it
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