Città dei Mille Febbraio 2010

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Anno 13 - N째1 Febbraio 2010 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB BERGAMO In caso di mancato recapito si restituisca a: Editrice Bergamasca Srl - via Madonna della Neve, 24 - 24121 Bergamo, che si impegna a pagare la relativa tassa. Euro 3,00

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Una sartoria con una lunga tradizione alle spalle, nata nel 1937 dalla passione per il taglia e cuci di Pietro Crotti e proseguita dall’amore per il “su misura” del figlio Ivano Crotti. Tra i punti forti ci sono sicuramente i tessuti “Ermenegildo Zegna”, “Loro Piana “per uomo e “Carnet gruppo Ratti“ per uomo e donna. Ma anche camicie “Maffeis” e su misura, maglieria “Dalmine”, scarpe “Mantellassi” e giubbotti “Enrico Mandelli”.

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CARI LETTORI

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definito spesso come “il peggiore dei crimini”, duro da debellare perché commesso da persone apparentemente insospettabili. La pedofilia, emergenza sempre all’ordine del giorno, si è caratterizzata negli ultimi anni da un’età media delle vittime che è andata via via riducendosi. Il miglior modo per contrastrarla è l’informazione: raccontare storie di infanzia violata sui media per combattere il silenzio. C’è un bergamasco che porta avanti con sensibilità e carisma questa battaglia da 11 anni: Massimiliano Frassi. L’associazione da lui fondata, Prometeo, è diventata in poco tempo un punto di riferimento imprescindibile per chiunque si accosti al problema grazie all'impegno costante di tutti i suoi operatori. «Recentemente - spiega - siamo stati ricevuti da Scotland Yard, unica associazione italiana ad avere questo onore, e l'Unità Crimini dei Minori ci ha confermato che ormai il target dei pedofili sono i neonati. La bimba più piccola di cui ci stiamo occupando ha sei mesi, ad esempio. E' difficile intervenire in casi di questo tipo; si fa fatica a rendere credibili i bambini, anche se così non dovrebbe essere. Sfido chiunque a leggere le mie storie e pensare che i protagonisti se le siano inventate». L’abbiamo intervistato per capire cosa è cambiato in questi anni e cosa può ancora essere fatto. La ricca sezione degli incontri con i bergamaschi che fanno meritatamente parlare di sé è completata dal pittore Marcello Annoni, in arte “Maranno”, dalla giornalista sportiva di Bergamotv Elisa Persico e dalla campionessa di Ultramaratona Paola Sanna. Lo sport è protagonista anche tra i reportage all’insegna del “chi c’era” con le premiazioni di Sport Awards Italia e il galà di fine anno dell’Accademia del Tennis. Fa piacere infine notare come una realtà comunale di alto livello sia riuscita per la seconda volta ad esportare cultura nel Sol Levante: parlo del Teatro Donizetti, che attraverso il Bergamo Musica Festival Gaetano Donizetti ha raccolto consensi eccezionali di critica e pubblico durante la tournèe di un mese in Giappone. In tempi in cui tutto quanto è Stato viene troppo superficialmente associato a spreco e scarsa dinamicità è bello avere un caso virtuoso. Ci garantisce un ritorno finanziario importante, certo, ma soprattutto promette di rilanciare l’immagine della città nel mondo. Buona lettura! Claudio Gualdi

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Emanuela Lanfranco, Direttore Editoriale

CAMBIARE OCCHI, CIOÈ LEGGERE.

LA MIA RUBRICA

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«Il vero viaggio di scoperta non è vedere nuovi mondi, ma cambiare occhi». Lo diceva Marcel Proust ed appariva ancora più singolare questa affermazione se si pensa che in quegli anni, siamo alle fine dell’Ottocento, si avviava la stagione dei grandi viaggi. Ma non di viaggi ci occuperemo: troppo facile. Mi interessa invece molto quel cambiare occhi perché credo che oggi di questo si abbia bisogno. Abbiamo molto che ci accompagna nella vita, forse anche troppo, eppure spesso questa sovrabbondanza genera noia, insoddisfazione, ricerca di nuove sensazioni. E invece, dando retta alle parole del Grande, quanto bisogno c’è di Grandi ma di quelli veri, il problema non è nella realtà non abbastanza stuzzicante per i nostri appetiti ma nel nostro atteggiamento, negli occhi con cui appunto guardiamo alla mensa. Esiste un’educazione che ci faccia cambiare lo sguardo? Sì: c’è un mezzo che aiuta a vedere diversamente la realtà ed è un mezzo abbastanza a buon mercato e di sicuro alla portata di tutti. Non occorrono carte di imbarco né conoscenze o raccomandazioni: tutti possono praticare l’esercizio della lettura. Vedo già alcune facce deluse: ma cosa ci viene a dire Emanuela? Sa di vecchio, questa ricetta, di scuola, di consigli che suonano noiosi. Ricordo un vecchio amico che misurava il successo di una vacanza dal numero di libri letti e se il bilancio lasciava intravedere abbondanti letture significava che non ci si era divertiti. Ognuno è libero di pensarla come vuole, ma la scommessa è invece proprio nel verificare quanto sia salutare un’attività che ormai risulta essere paradossalmente contro-corrente. Bisogna provare a leggere. Entrare in una biblioteca, inspirare l’odore buono della carta, curiosare tra gli scaffali, scegliere, portare a casa il libro. E cominciare: trovare un luogo comodo, il luogo per la lettura: deve essere silenzioso, riparato, solitario. Mettersi comodi, svuotare la testa. Già questo basterebbe, non credete? Ma c’è di più: si tratta di entrare pian pianino in un altro mondo. Smettere di essere noi ed andare da un’altra parte: altri luoghi, altro tempo, altra vita. Così si cambiano occhi, almeno per un po’. Vale la pena di provare: vedremo, nel prossimo numero di esplorare un po’ più da vicino questo viaggio che è la lettura. (e.lanfranco@inwind.it)

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Editoriale 5

Cari Lettori

Vip & news

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Sommario

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La mia rubrica. I noi passati Mina da Prato, serata dedicata ai tacchi alti Boutique Cafè Giordano Un Natale da fiaba Accademia del Tennis, raccolti 500 mila euro in sei anni «La BreBeMi forse pronta con tre mesi di anticipo» Associazione “mi fido di Te” Per far rinascere la fiducia Sparkling Notes, Casafeltri e Gambirasio Home in festa Premio della Bontà 2009 Consegnati otto riconoscimenti Sport Awards Italia 2009 Bergamo premia atleti & c. Albano, inaugurato il nido comunale “Lavoro e progresso economico”. Cerimonia ricca di emozioni Gruppo “Fedelissimi”, 30 anni di successi con barba e baffi Parliamo di Condominio

Aziende 62 64

Fondazione Italcementi: creare un ponte fra banca e industria Agricoltura, strategie er uscire dalla crisi

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Interviste 42 46 50 54 58

Marcello Annoni e Tina Mazza Annoni Elisa Persico Volontariato Massimiliano Frassi Paola Sanna

Mangiar Bene Città dei Mille anno 13 n. 1 Aut. Trib. n. 52 del 27 Dicembre 2001 Editore: Editrice Bergamasca Srl www.ediberg.it Direzione e Redazione: Via Madonna della Neve, 24 Bergamo Tel. 035.3591011 Fax 035.3591117 www.cittadeimille.com Direttore responsabile: Claudio Gualdi Direttore editoriale: Emanuela Lanfranco Redazione: Fabio Cuminetti Grafica: Denis Colosio - Fabio Toschi Abbonamenti: 035 359 10 11 1 anno - 27 euro Stampa: Sigraf - Treviglio (Bg) Pubblicità: Tel. 035.359 1158

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Leccornie di Bergamo sotto l’albero di Natale

Arte e cultura 68 70 74 78

Riuniti, calendario 2010 tutto al femminile Tutto esaurito nel Sol Levante per il Bergamo Musica Festival Bergamo Jazz porta in città il leggendario Ahmad Jamal Ristrutturazione interna di una villa unifamiliare


Non lo nascondiamo... abbiamo gli immobili più esclusivi della città.

Sin dagli inizi, ci siamo distinti per la facilità di comunicazione con la nostra clientela, stabilendo un’intesa profonda e costruttiva. Da qui nasce la nostra capacità di interpretare i desideri e le esigenze del cliente, offrendo sempre la certezza di un investimento sicuro, in termini economici e di qualità della vita. Consapevoli dell’esclusività dei servizi che siamo in grado di offrire, puntiamo fortemente sull’unicità e sulla particolarità delle nostre proposte. BERGAMO, v.le Vittorio Emanuele II

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News FEBBRAIO / MARZO

Codice QR Istruzioni per l'uso Come accedere, con i cellulari di nuova generazione, ai contenuti web di «Città dei Mille» “leggendo” attraverso la fotocamera il quadrato in copertina

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i chiama QR, ovvero Quick Response (Risposta Rapida), e rappresenta la nuova frontiera dei codici a barre. Un piccolo passo nel futuro che abbiamo voluto celebrare anche a Bergamo, dedicandogli la nostra prima copertina del nuovo decennio. In pratica è un quadratino astratto (e fin qui ci siamo) che tramite un software installato sui nostri telefonini viene “tradotto” tramite la fotocamera e ci può fornire informazioni o mandarci auto-

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maticamente in internet sul sito di riferimento. «Città dei Mille», per agevolare l'utilizzo dei QR, ha messo a disposizione dei lettori un servizio semplice e alla portata di tutti. Per trasformare il cellulare in un lettore di codici QR basta infatti inviare un sms. Il servizio di invio del link per scaricare il software è gratuito come anche gratuito è il software che si scaricherà. L’unico costo di connessione è quello alla rete internet che varia secondo la tariffa che si ha con il proprio operatore. In casi di tariffa flat, ossia fissa mensile o settimanale, non si avrà alcun costo per tutta l’operazione da effettuare. Di seguito vi forniamo le istruzioni per entrare nel nuovo mondo del QR. 1 - Invia un sms Questa procedura deve essere fatta soltanto la prima volta e non con tutti i telefoni (molti cellulari di ultima generazione, come ad esempio il Nokia N97, hanno il lettore QR di serie). Completata, si potranno leggere tutti i QR in cui ci si imbatterà in giro per il mondo (non solo quelli di «Città dei Mille»). Il software per leggere il QR funziona su tutti i cellulari con fotocamera e connessione al web. Per scaricare la giusta versione che si autoinstalla gratuitamente è necessario inviare un sms con la scritta “live” al numero 3492410601, oppure digitare sul browser del telefonino l'indirizzo http://get.quarkode.mobi e seguire le istruzioni. 2 - Ricevi un sms Basta attendere pochi secondi e sul cellulare arriverà un messaggio sms da «quarkode». Nel testo del messaggio ci sono i link per scaricare la giusta versione di lettore QR a seconda del modello di cellulare posseduto.


diatamente il software riconosce il codice e collega il cellulare al sito internet di riferimento, in questo caso www.cittadeimille.com. 5 - Utilità a 360° Con questi codici si potranno in futuro avere informazioni sempre più dettagliate anche sui prodotti che compriamo; ad esempio al supermercato per saperne il luogo di provenienza, la ditta che li produce, i metodi utilizzati e molte altre informazioni. Si potranno avere informazioni turistiche, sui monumenti, sulla storia di una città e sarà utilizzato in tutti i settori in cui maggiore informazione significa miglior servizio reso al cittadino.

Anno 13 - N°1 Febbraio 2010 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB BERGAMO In caso di mancato recapito si restituisca a: Editrice Bergamasca Srl - via Madonna della Neve, 24 - 24121 Bergamo, che si impegna a pagare la relativa tassa. Euro 3,00

3 - Il software si autoinstalla Una volta cliccato il collegamento relativo al proprio modello di telefonino serve solo un altro click (per l'iPhone è in inglese ma comunque difficilmente si può sbagliare, il link è il seguente: «press here to install the reader on your device»). In alcuni secondi il software si autoinstalla sul telefonino. Non c'è bisogno di collegare il cellulare al computer. 4 - Inquadra il codice e clicca Ora è possibile accedere ai contenuti web di «Città dei Mille» in maniera elementare. Si procede cliccando sull'icona del programma “i-nigma” che si è autoinstallato sul telefonino. Poi si deve inquadrare il QR. Imme-

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di Emanuela Lanfranco

Mina da Prato, serata dedicata ai tacchi alti La festa ha appassionato non solo le signore ma anche i mariti e i fidanzati che le hanno accompagnate. Oltre a scarpe e stivali da vertigine, a scaldare l’atmosfera un catering costruito sul concetto di altezza

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rande e sorprendente affluenza al cocktail “High heel shoes” dello scorso 19 novembre organizzato nell’elegante shop bergamasco di Mina da Prato. Dedicata alla nuova tendenza di indossare tacchi altissimi, in ufficio come ad una serata di gala, la festa ha appassionato non solo le signore ma anche i mariti e i fidanzati che le hanno accompagnate. Oltre a scarpe e stivali da vertigine, a scaldare l’atmosfera un catering costruito sul concetto di altezza: dai sandwich, al cappuccino di zucca, tutto in una ancora più gustosa versione doppia.

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di Emanuela Lanfranco

Boutique Cafè Giordano Un Natale da fiaba Elfi e elfette hanno animato via XX Settembre il 28 e 29 novembre distribuendo dolci e zucchero filato. Una mostra di carillon proveniente dagli Stati Uniti ha attirato l’attenzione di moltissimi passanti

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stata la prima iniziativa natalizia per la città di Bergamo quella organizzata dalla Boutique Ristorante Cafè Giordano il 28 e 29 novembre in vicolo Macellerie e via XX Settembre. Per l’occasione è stato creato un villaggio di Natale, reso ancora più fiabesco da elfi e elfette che animavano la via, distribuendo dolci e zucchero filato. Una mostra di carillon proveniente dagli Stati Uniti ha attirato l’attenzione di moltissimi passanti. Babbo Natale troneggiava in via XX Settembre attorniato da decine di bambini, tutti in fila per consegnare la letterina. Un’atmosfera da sogno, con un coro gospel che ha intonato le classiche canzoni natalizie e il taglio del panettone-gioiello di 3O kg, che hanno reso per un week end il centro di Bergamo davvero magico, un vero paradiso per grandi e piccini.

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Accademia del Tennis, raccolti 500 mila euro in sei anni Le donazioni di quest’anno: 70 mila euro per gli Amici dell’Oncologia e 5 mila euro al Cai

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rande risultato per l’Accademia del Tennis: ha raggiunto quota 500 mila euro, la cima della scalata della solidarietà iniziata sei anni fa col Torneo Vip. Lo scorso 3 dicembre ha festeggiato il risultato al Centro Congressi impugnando le racchette. Quelle alpinistiche del Cai di Bergamo e della sua montagna per i giovani; quelle metaforiche dell’Associazione Amici dell’Oncologia della Val Seriana e della Val Cavallina, da anni in faticosa cordata con la sofferenza. A loro è dedicata la scalata del Vip 2009: 70 mila euro per rendere più solida la speranza nel centro di accoglienza per malati e parenti degli Amici dell’Onco-

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logia; 5 mila euro per rendere più giovane la montagna del Cai e il suo progetto “Giovani per la Montagna”, un parco tematico dedicato all’incanto delle cime proprio dietro il Palamonti di Bergamo. Ma nella serata della bandiera in vetta alla speranza, il Centro Congressi è stato il campo dell’orgoglio e dei ricordi. L’orgoglio è annunciato dalla madrina Simona Befani, il ricordo di un amico partito è l’emozione di Giovanni Licini, deus ex machina della macchina del cuore. «Il centro d’accoglienza degli Amici dell’Oncologia verrà inaugurato entro giugno 2010 e porterà il nome di monsignor Aldo Nicoli, amico e anima del Vip», annuncia Licini, e la fierezza della cima contagia le istituzioni. «C’è un mondo di bergamaschi che dedica tempo, coraggio, denaro


a favore degli altri», sorride il sindaco di Bergamo Franco Tentorio. «Ci sono vette ancora più grandi da toccare», è l’assist del presidente della Commissione Attività Produttive della Regione Carlo Saffiotti, raccolto dai colleghi Pietro Macconi, presidente della Commissione Sanità, e Daniele Belotti, presidente della Commissione Sport e Cultura. Il bello è che «in un mondo di chiacchiere qui si fanno i fatti», è la carezza del presidente del Coni di Bergamo Valerio Bettoni. «Un anno iniziato tra mille difficoltà è diventato straordinario. Agli amici di sempre dico: non lasciateci», lancia la corda il presidente dell’Accademia Alessandro Masera prima che la serata del cuore

faccia venire i brividi. Quelli che assalgono Amedeo Amadeo, direttore generale del Bolognini di Seriate e motore degli Amici dell’Oncologia, mentre legge l’ultima lettera inviatagli da monsignor Nicoli, e quelli che rompono la voce di Giuseppe Nastasi, primario di Oncologia del Bolognini, mentre ricorda alle istituzioni che «nel nostro territorio ci sono 6mila malati oncologici all’anno: è doveroso investire». «Investiremo nella montagna dei giovani», annuncia il presidente del Cai di Bergamo Paolo Valoti, «perché la montagna è libertà, gratuità, responsabilità». Poi spazio alla grande musica, con l’augurio di fare ancore meglio negli anni a venire.

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«La BreBeMi forse pronta con tre mesi di anticipo» Avanzano spediti i lavori per la nuova autostrada. «Così si fanno le opere in Lombardia», è stato il commento del presidente della Regione, Roberto Formigoni

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lavori avanzano spediti. Anzi, potrebbero concludersi in anticipo rispetto al termine ufficiale, previsto a dicembre 2012. È quanto emerso mercoledì 13 gennaio da un sopralluogo al cantiere BreBeMi di Cassano d’Adda. Erano presenti l’assessore alle Grandi infrastrutture, Pianificazione ed Expo Silvia Lanzani, il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità regionale Raffaele Cattaneo, il presidente di BreBeMi spa Francesco Bettoni e diversi esponenti delle amministrazioni locali coinvolte dall’opera, tra cui il Comune di Cassano d’Adda. Scopo del sopralluogo al cantiere è stato fare il punto della situazione a 174 giorni dall’avvio dei lavori avvenuto il 22 luglio 2009, di cui 122 giorni di lavoro effettivo. «Abbiamo avviato 3 grandi cantieri a Cassano d’Adda, Fara Olivana e Urago d’Oglio, un cantiere base a Treviglio e altri 3 cantieri logistici - ha spiegato Bettoni -. Contiamo di terminare l’opera entro il 31 dicembre 2012, anche se stiamo lavorando per raggiungere l’obiettivo di chiudere a settembre dello stesso anno». «La BreBeMi cambierà completamente il volto della Lombardia e anche della nostra provincia - ha detto l’assessore Lanzani - siamo un territorio che vanta molti primati ma che soffre di una carenza infrastrutturale a cui va posto rimedio. La Provincia non può che essere fortemente interessata alla realizzazione di questa autostrada, anche in vista dell’Expo e della promozione turistica». «Contrariamente a quanto qualcuno diceva la BreBeMi non è sulla carta, i fatti parlano chiaro - ha detto l’assessore Cattaneo

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- il cantiere c’è, e il cronoprogramma è rispettato. E questo grazie allo sforzo straordinario di tutti i soggetti del territorio lombardo, che stanno dando vita a un’opera di fondamentale importanza interamente autofinanziata». «Così si fanno le opere in Lombardia - è stato il commento di Formigoni -. Un’opera moderna, tecnologicamente avanzata, che

non richiederà un solo euro allo Stato e che è il frutto di un intenso e costruttivo dialogo con il territorio. Oggi possiamo dire con orgoglio che la BreBeMi sta nascendo con il consenso della stragrande maggioranza dei cittadini, come è giusto che sia per una grande opera indispensabile come questa».

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Associazione “mi fido di Te” Per far rinascere la fiducia Nato da un'idea di Marcello Raimondi, sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia, il progetto ha lo scopo di favorire e sostenere gli esempi concreti di chi non si arrende e continua a credere nel futuro

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el clima generale di diffidenza e paura che regna nella nostra società nasce il progetto “mi fido di Te”, una realtà che va nel senso opposto: vuole guardare avanti, puntare ad un futuro migliore, credere nelle persone e nelle loro idee. Nato da un'idea di Marcello Raimondi, sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia, ha lo scopo di favorire e sostenere esperienze concrete del nostro territorio che mostrano la necessità assoluta di ricostruire un clima di fiducia. Presidente dell'associazione è Angelo Capelli, avvocato

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e sindaco di Ponte Nossa. A lanciare l'iniziativa un comitato promotore che aderisce a titolo personale, «perché la fiducia - sostiene Raimondi - è comunicata da uomini, non dalle sigle». Si tratta di: Luigina Bernini, industriale titolare della Lamiflex Spa, Marco Bolis, presidente del Banco di Solidarietà Bergamo Onlus, Vittorio Bosio, presidente del Centro Sportivo Italiano di Bergamo, Angelo Carrara, presidente dell'Associazione Artigiani di Bergamo, Franco Cortinovis, vice presidente dell'Avis di Bergamo, Giovanni Manzoni, presidente dell'Anmic (l'Associazione degli invalidi civili) di Bergamo, Fabio Marazzi, professore di organizzazioni internazionali all’Università di Bergamo, collaboratore di CO.GES. - Centro per l'innovazione e la gestione della conoscenza, Luigi Trigona, direttore dell'Ascom (Associazione dei commercianti di Confcommercio) di Bergamo e Dario Zambelli, presidente dell'Ente Turismo Sociale della Cisl. L'advisoring dell’associazione è affidato a Carlo Vimercati, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca. Per fare emergere gli esempi concreti “mi fido di Te” organizzerà la prima edizione della “Fiera Campionaria della fiducia”. L'appuntamento è fissato dal 5 al 7 febbraio 2010, alla Fiera di Bergamo, in via Lunga. L'evento mostrerà ai visitatori realtà che hanno scelto di rispondere all'odierno clima di diffidenza e tensione con la voglia di rimettersi in gioco e di scommettere sempre su se stessi e sulle proprie capacità. Tra le numerose realtà presenti vi sarà, ad esempio, la Cismi, piccola cooperativa di Colere, attiva ormai da oltre due decenni, che nasce dalla volontà di venti lavoratrici. La cooperativa, nonostante le difficoltà e le incertezze sul futuro, porta avanti da molti anni la propria attività con convinzione e fiducia nelle capacità delle persone che vi lavorano.


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di Emanuela Lanfranco Foto: Fabio Toschi

Sparkling Notes, Casafeltri e Gambirasio Home in festa Musica jazz e degustazioni enogastronomiche per una serata all’insegna di una comune filosofia dell’abitare caratterizzata da eleganza e stile. Presente il noto giornalista bergamasco Vittorio Feltri

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parkling Notes. Ovvero una brillante serata all’insegna di musica jazz e degustazioni enogastronomiche che aveva come tema la casa e il buon gusto. L'evento si è tenuto lo scorso dicembre nello showroom Gambirasio Home in via Tasso 23 a Bergamo. Ad organizzarlo sono stati il padrone di casa, storico negozio d’arredi, e la nota agenzia immobiliare Casafeltri in via Cucchi 3 a Bergamo: in un’atmosfera elegante hanno salutato gli invitati con un cocktail preparato da una nota azienda vinicola bergamasca. Il tema della serata è ruotato intorno alla presentazione da parte di Gambirasio e Casafeltri dei servizi che sono in grado di offrire al mercato, frutto di una lunga e ricca esperienza in Bergamo. Casafeltri infatti è un’agenzia immobiliare con un livello di professiona-

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lità elevato, con vent’anni di esperienza sul territorio oltre che di una preparazione in campo finanziario che gli ha consentito di essere per il cliente un’autentico consulente economico per l’acquisto della casa. Il suo stile si è consolidato grazie all’onestà nel proporre immobili che hanno sempre rappresentato ottimi investimenti per la clientela. Dal canto suo Gambirasio Home da mezzo secolo offre una ricerca stilistica dell’arredamento frutto di un’accurata selezione di oggetti capaci a loro volta di creare nella casa atmosfere uniche: l’esperienza di questi anni ha fatto dello showroom bergamasco un centro sartoriale nel quale artigiani specializzati sono in grado di produrre ad hoc per architetti e privati arredi da un’elevato standard qualitativo. La serata, salutata da una folta presenza di personalità ed imprenditori, ha ben rappresentato la vitalità di due realtà storiche della città e l’attenzione da parte di un sempre maggiore pubblico interessato all’evoluzione della casa.


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Premio della Bontà 2009 Consegnati otto riconoscimenti La manifestazione, organizzata dalla sezione provinciale dell'Unione Nazionale Cavalieri d'Italia, è arrivata alla 16ª edizione forte di un successo in costante ascesa

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a solidarietà a Bergamo è di casa. Ecco perché una preziosa iniziativa quale il Premio della Bontà Unci Città di Bergamo può arrivare alla 16ª edizione in piena forma e forte di un successo in costante ascesa. Perché senza l’associazionismo Bergamo sarebbe più povera, ed è giusto che le persone meritevoli impegnate ad aiutare gli altri per un giorno siano indicate al pubblico elogio. La cerimonia di consegna, presentata dal vice presidente nazionale e presidente provinciale dell’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia, Marcello Annoni, si è svolta domenica 29 novembre all’Hotel

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Excelsior San Marco in una sala gremita. Hanno partecipato fra gli altri: il vice sindaco di Bergamo Gianfranco Ceci, il questore Matteo Turillo, l’arcivescovo emerito di Siena mons. Gaetano Bonicelli, la senatrice Alessandra Gallone, il sottosegretario della Regione Lombardia Marcello Raimondi, il presidente della Commissione Attività produttive della Regione Lombardia Carlo Saffioti, il presidente della Commissione Sanità e Assistenza della Regione Lombardia Pietro Macconi, il presidente del Consiglio provinciale Roberto Magri, l’assessore comunale alle Politiche Sociali Leonio Callioni, l’assessore provinciale alle Politiche Sociali Domenico Belloli, il presidente del Coni Valerio


Bettoni. Gli otto premi, dopo le motivazioni spiegate dalla presidente nazionale donne dell’Unci Tina Mazza Annoni, sono stati attribuiti a: Associazione Gruppo Volontari“ Dolce Presenza” di Scanzorosciate; Associazione “Auser” di Orio al Serio; Associazione “Primo Ascolto Alzheimer” di Dalmine; Associazione “In-Oltre” di Bergamo; Asso-

ciazione “Amigos Per Sempre” di Verdello; Associazione “Volontari Assistenza Ammalati e Anziani” di Calusco d’Adda; Amici del Monastero di Treviglio; Associazione Nazionale Alpini sezione di Bergamo. I premiati hanno raccontato la loro esperienza commuovendo numerosi presenti in sala.

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FEBBRAIO / MARZO

Sport Awards Italia 2009 Bergamo premia atleti & c. Quindici i riconoscimenti assegnati ad ogni categoria dalla giuria tecnica composta da esperti del settore sportivo, rappresentanti delle istituzioni, addetti ai lavori e giornalisti

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uarta edizione, lo scorso 14 dicembre al Centro Congressi Giovanni XXIII, per “Sport Awards Italia”, la manifestazione che ogni anno premia gli atleti e gli sportivi bergamaschi che hanno saputo distinguersi nelle loro discipline in Italia e nel mondo. Durante la serata sono stati conferiti 15 “Sport Awards”, esclusive opere realizzate appositamente dallo scultore-orafo bergamasco Antonino Rando, assegnati ad ogni

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categoria dalla giuria tecnica composta da esperti del settore sportivo, rappresentanti delle istituzioni, addetti ai lavori e giornalisti. La lunga serata di premiazioni è stata introdotta dall’esibizione del Centro Studi Danzarea con un balletto che ha riproposto in chiave simbolica tutte le discipline sportive. Il presidente del comitato organizzativo, Roberto Gualdi, il governatore del Lions Club distretto 108 IB2, Giuseppe Marcotriggiano, e il vicesindaco del Comune di Bergamo, Gianfranco Ceci, hanno portato il loro saluto e conferito il primo premio della serata a


Paola Sanna, campionessa italiana dell’ultramaratona (nella foto); a sorpresa dalle mani di Ceci le è stata consegnata una targa di riconoscimento del Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Inoltre, durante la serata sono stati premiati: Acerbis S.p.A., azienda leader mondiale che sostiene con passione lo sport dal motociclismo al running, dal ciclismo allo sci e al calcio, con il premio di Confindustria Bergamo per la categoria “Azienda dell’Anno”; F.C. Alzanocene, che compie 100 anni, come “Società Sportiva dell’Anno”; Edoardo Mangiarotti, lo schermidore 6 volte campione olimpico e 13 volte campione del mondo, con il “Premio Speciale alla Carriera”; Emiliano Mondonico, che dal 2003 si impegna in collaborazione al Reparto di Alcologia dell’Ospedale di Rivolta d’Adda per il recupero di persone affette da dipendenze, come “Tecnico e Formatore dell’anno 2009”; Paolo Sesti, presidente della Federazione Motociclistica Italiana dal 1996, quale “Dirigente dell’Anno”; Migidio Bourifa, campione italiano della maratona 2009, come “Personaggio dell’Anno 2009”; Mauro Rossi, più volte campione italiano e internazionale di tennis tavolo, con il premio “Miglior Atleta Diversamente Abile”; Promoeventi, per aver organizzato al meglio la quarta tappa bergamasca del Giro d’Italia 2009, con il riconoscimento “Evento Sportivo dell’Anno”; Rugby 1950, per l’impegno e l’entusiasmo trasmesso dalla società fin dal 1938, quale “Miglior Team Bergamasco”; Renato Lamera, detentore del record mondiale nella disciplina di tiro a volo dinamico, con il premio speciale “Record Man”; “Tutto il calcio minuto per minuto”, trasmissione simbolo del calcio in diretta, come “Trasmissione Sportiva dell’Anno”.

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FEBBRAIO / MARZO

Albano, inaugurato il nido comunale Il nuovo servizio è partito il 7 gennaio: 24 i posti disponibili. La gestione è stata affidata all’associazione “Gioiosa”. Tariffe agevolate per i residenti

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n asilo con principi educativi innovativi. Che superano il puro aspetto nozionistico e permettono al bambino di tirar fuori la propria originalità attraverso spazi dedicati alla fiaba e una grande propensione all’ascolto da parte delle insegnanti. È quanto propone l’Associazione Autonoma Nuova Educazione “Gioiosa”, a cui è stata affidata la gestione del primo nido comunale di Albano Sant’Alessandro, inaugurato sabato 12 dicembre nella struttura che ospitava la

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ludoteca all’interno del parco pubblico di via La Marmora. Il servizio, destinato a bimbi da 3 mesi a 3 anni, è attivo dal 7 gennaio e conta attualmente poche iscrizioni. C’è un motivo: l’apertura sfasata rispetto all’anno scolastico ha fatto sì che questi primi mesi siano di transizione. La piena accoglienza - i posti sono 24 - è rimandata a settembre. Le rette sono di 565 euro al mese per il tempo pieno e di 505 per il ridotto, con tariffe agevolate per i cittadini di Albano. L’associazione “Gioiosa” è nata per volontà di genitori desiderosi di realizzare un ambiente educativo speciale per sé e per i propri figli.


Partita con attività integrative per bambini delle scuole elementari e medie, oggi gestisce - oltre a quello di Albano - due nidi e una scuola dell’infanzia in viale Giulio Cesare e in via Ponchielli, a Bergamo. «L’associazione - ci ha spiegato l’ingegner Marco Blumer, presidente della “Gioiosa” - si fonda sul principio che “educare è educarsi” e si sperimenta nel rapporto fra adulto e bambino. Alla base del nostro metodo c'è una particolare attenzione alla formazione dell'educatore che si articola in incontri settimanali di verifica

e formazione per le insegnanti, e incontri mensili per i genitori. In particolare puntiamo a stimolare una maggior “ascoltazione” - ovvero la capacità di ascoltare la parte più intima di un individuo - attraverso un lavoro su sè stessi, una vera “autoeducazione”». “Gioiosa” è un’associazione culturale senza scopo di lucro: i responsabili sono volontari, mentre gli insegnanti sono regolarmente retribuiti. Per informazioni tel. 035-361110 (segreteria) tutte le mattine. Sito internet: www.gioiosabergamo.it

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FEBBRAIO / MARZO

“Lavoro e progresso economico” Cerimonia ricca di emozioni Quarantanovesima edizione della manifestazione con cui la Camera di Commercio riconosce i meriti dei lavoratori bergamaschi. Premi speciali all'imprenditore Andrea Moltrasio, al re degli ingranaggi Alberto Somaschini e al cantante Roby Facchinetti

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uarantanovesima edizione della manifestazione con cui la Camera di Commercio riconosce i meriti dei lavoratori bergamaschi. Premi speciali all'imprenditore Andrea Moltrasio, al re degli ingranaggi Alberto Somaschini e al cantante Roby Facchinetti Una cerimonia ricca di emozioni a cui ha partecipato una platea di oltre cinquecento persone, tra le quali spiccavano alcuni tra i nomi più importanti dell’economia bergamasca. Questa la sostanza della 49ª edizione del “Riconoscimento del lavoro e del progresso economico”, con cui la Camera di Commercio riconosce e premia i meriti dei lavoratori bergamaschi. L'iniziativa è stata ospitata dalla Fiera di Bergamo nella mattinata di domenica 20 dicembre. Alla presenza della Giunta camerale, composta da Roberto Sestini (presidente), Maurizio Laini, Ivan Rodeschini, Italo Calegari, Francesco Mapelli, Mario Mazzoleni, Claudio Solenghi, Franco Nicefori, Luigi Trigona ed Emanuele Prati (segretario generale della Camera di Commercio), sono stati assegnati 85 riconoscimenti a lavoratori e imprenditori suddivisi in cinque categorie e tre premi a personalità benemerite: l’imprenditore Andrea Moltrasio, il re degli ingranaggi Alberto Somaschini e il cantante Roby Facchinetti. Ad aprire la mattinata di “festa” ci ha pensato l’Ensemble del Bergamo Musica Festival “Gaetano Donizetti”. Dopodichè la cerimonia è entrata nel vivo con l’intervento di Maurizio Laini, presidente della Commissione di valutazione del premio, che ha colto l’occasione per

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ribadire l’importanza della centralità della persona e del suo ruolo per lo sviluppo aziendale soprattutto in un periodo come l’attuale, contraddistinto per una profonda crisi economica. A seguire Franco Tentorio, sindaco di Bergamo, ha rivolto un saluto al pubblico presente in sala e ai premiati, evidenziando i riconoscimenti conferiti ai tre benemeriti, ovvero persone che fanno grande il nome della nostra città in giro per l’Italia e non solo. Dopo questi due interventi, il pubblico presente in sala ha potuto assistere alla proiezione di un primo contributo video: un filmato introduttivo in cui personaggi celebri della vita bergamasca e protagonisti dei cambi di vertice nel 2009 hanno espresso le loro opinioni relativamente allo stato attuale e prospettico del territorio. Ecco i loro nomi: Roberto Bruni e Franco Tentorio per il Comune, Valerio Bettoni ed Ettore Pirovano per la Provincia, Alberto Castoldi e Stefano Paleari per l’Università, Alberto Barcella e Carlo Mazzoleni per Confindustria, Carlo Spinetti ed Emanuele Prati per Camera di Commercio e Mons. Francesco Beschi per la Curia di Bergamo. Al termine del filmato Sestini ha rilasciato una testimonianza dal vivo in qualità di testimone di diciotto edizioni di questa manifestazione. Nell’intervento ha sottolineato che «ci troviamo in un periodo di crisi... ci sono i primi segnali di ripresa ma bisogna fare ancora molto». Sestini ha inoltre colto l’occasione per salutare e ringraziare il segretario generale uscente della Camera di Commercio, Carlo Spinetti, seduto in prima fila in sala, che ha lo ha affiancato in tutto il suo mandato e che ha dedicato la propria vita lavorativa all’economia bergamasca. E da qui si è dato il via alle premiazioni vere e proprie.


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FEBBRAIO / MARZO

Gruppo “Fedelissimi”, 30 anni di successi con barba e baffi Il club ha fatto della peluria facciale un’arte. «Il 23 maggio scorso abbiamo conquistato il secondo posto al Mondiale di Anchorage, mentre il 4 luglio abbiamo vinto il Primo Superbaffo alla Sfilata Internazionale di Attimis»

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na grande kermesse del pelo. Un ritrovo all’insegna di barbe e baffi per dimostrare che c’è chi di non andare dal barbiere se ne vanta, e della cura della peluria facciale ne fa un’arte. Lo scorso dicembre in provincia si è tenuto infatti il ritrovo dei “Fedelissimi” per festeggiare il trentesimo anniversario del club. I componenti del gruppo, dotati di mustacchi, pizzi e basette da far invidia a moschettieri settecenteschi e patrioti ottocenteschi, hanno reso onore a Guido Moscheni (nelle foto), insignito di una medaglia alla carriera. Dal 1973 Moscheni, di Berbenno, raccoglie premi in giro per il mondo. La categoria in cui primeggia è la lunghezza. Parlando di barba naturale, s’intende... La sua fede in Dio fa si che consideri barba e capelli un simbolo di santità e di forza spirituale, oltre che un modo per mantenersi il più possibile simile nell’aspetto all’idea classica che dell’Altissimo si sono fatti gli uomini... Al ritrovo ha preso parte anche David Traver, dall’Alaska, vincitore assoluto dell’ultimo Mondiale di barbe e baffi disputatosi ad Anchorage, dove giocava in casa. Innumerevoli le iniziative alle quali il gruppo “Fedelissimi” ha preso parte negli anni. Tra queste si ricorda il Campionato Europeo di «Baffi e Barbe» a Carvico, organizzato nell'agosto del 2002 da parte del club. «Abbiamo viaggiato per l'Europa e per il mondo per prendere parte alle varie manifestazioni e gare - ha raccontato il presidente Bruno Panza, di Carvico -, io sono stato ben due volte in America dove c'erano quasi trecento concorrenti iscritti. Il 23 maggio scorso

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abbiamo conquistato il secondo posto al Mondiale di Anchorage, mentre il 4 luglio abbiamo vinto il Primo Superbaffo alla settima Sfilata Internazionale di Attimis, presso Udine». Il club porta avanti una tradizione che non è destinata a scomparire. Ogni anno ci sono, infatti, nuovi iscritti. Attualmente si contano circa quarantacinque partecipanti. Per chi fosse interessato è possibile consultare il sito internet: www.baffomania.it


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PARLIAMO DI CONDOMINIO FEBBRAIO / MARZO

di Michele Cafagna

Riforma del condominio. Ovvero: io speriamo che me la cavo!

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Secondo le previsioni degli astrologi, che ogni fine anno propon-

revoli pronunce in materia di edifici in condominio vedono prevalere il

gono una divertente classifica dei segni zodiacali, per tutti il

beneficio del singolo a dispetto della collettività. Quanto qui si afferma

nuovo anno avrà sviluppi positivi.

trova conforto, tra l’altro:

Non è dato di sapere però a quale segno zodiacale affidare il

1 - nella pronuncia delle Suprema Corte, che riconosce il diritto di un solo

destino degli edifici in condominio: probabilmente nessuno, dato

condomino allo stacco dal servizio di riscaldamento centralizzato. Tale

che le sue sorti seguono le commedie Machiavelliche, quando

assunto, per quanto eminente, getta ulteriore scompiglio nell’ente condo-

non quelle di Shakespeare. Tali fenomeni non son sempre impu-

miniale e non deve condividersi, qualunque sia la motivazione. Pone

tabili ai partecipanti al condominio, che vivono nella speranza

inoltre i seguenti interrogativi relativamente ad altre proprietà comuni:

di poter leggere norme inequivocabili, non soggette a inter-

a) se è possibile staccarsi dal riscaldamento, l’esonero dalla spesa potrà

pretazioni di circostanza come sovente accade a dispetto del

riguardare anche chi intende rinunciare all’uso dell’ascensore perché,

principio ultramillenario su cui si fonda l’ente condominiale:

avendo doti atletiche, preferisce salire al quinto piano facendo uso della

esclusione del beneficio del singolo a favore del collettivo.

scala?

Non sono esenti da responsabilità gli ordinamenti giudiziari e

b) siccome l’uso dei gradini è limitato alla dimensione delle scarpe, la

legislativi, tutt’altro che interessati al rasserenamento dell’isti-

partecipazione alle spese sostenute per la manutenzione delle scale può

tuto condominiale poiché il fenomeno svuoterebbe le aule dei

addebitarsi in proporzione alla misura delle scarpe del condomino?

tribunali, sempre meno attente al dettato primordiale su cui si

c) è forse sfuggito alla Suprema Corte che la pronuncia giunge proprio nel

fonda il condominio (affermo, senza tema di smentita che la

momento in cui, grazie finalmente a una corretta attuazione delle legge

scoperta del condominio - addirittura sotto forma di supercondo-

10/91 (legge in cui è assente ogni riferimento all’impianto autonomo

minio - è riconducibile all’Homo Sapiens, allorquando si accorse

essendo il suo tema quello del risparmio energetico e che una non disin-

che convivere in gruppo con gli altri simili sullo stesso pezzo di

teressata interpretazione la volle intendere come legge degli impianti

terreno era foriero di beneficio per sè e i vicini). Le ultime auto-

unifamigliari), si torna all’impianto di riscaldamento centralizzato?


Michele Cafagna - info@studiocafagna.it Ass. ANACI n.310 - Associato CEAB Confédération Européenne Des Administrateurs De Biens Bruxelles. Studio di amministrazioni immobiliari - consulenze sul condominio: via Begnis, 6 - 24036 Ponte S. Pietro (Bg) - tel. 035.460259 - 616927 - fax 035.4155514 Recapito di Bergamo: via Paleocapa, 14 - tel. 035.214076. Si riceve mercoledì per appuntamento. Rec. di Trezzo d’Adda - Capriate: via Crespi, 7 - tel. 02.90987305. Si riceve venerdì e sabato su appuntamento

2 - Non ha miglior sorte l’ente condominiale con la più recente pronuncia

cato che presentano vizi d’opera. Sembrerebbe un'ottima legge;

emanata dalla Suprema Corte a sezioni unite nr. 9.148 del 4 marzo 2008,

invece, molto presto assisteremo al moltiplicarsi delle “liti” stanti le

che ha posto impietosamente fine alla natura solidale dei partecipanti al

elevate franchigie (anche di 30 mila euro), previste dalle clausole di

condominio nei confronti di terzi. Non sono molto lontani i tempi in cui si

dette polizze. E’ evidente che non essendo il danno risarcito dall’assi-

scoprirà che l’eminente pronuncia assurge a mero quadro d’autore. Unico

curazione, occorrerà promuove azione nei confronti del costruttore.

risultato certo è quello che siffatte pronunce seminano nei condomini lo

Questo argomento andrebbe inserito nel contesto della riforma, nel senso

stesso scompiglio.

che ogni costruttore deve essere costretto, contestualmente alla presen-

Ai problemi quivi riassunti non pone certamente rimedio la “nuova”

tazione della richiesta di concessione, anche a indicare la compagnia che

riforma del condominio laddove l’unica variante che si registra consta

si assumerà il rischio. Detta compagnia, potendo sovrintendere alle opere

nel fatto che la figura dell’amministratore, fulcro su cui deve reggere la

di cui sarà poi responsabile, non potrà imporre franchigia alcuna.

leva di sostegno del condomino, diviene sempre più figura marginale. Una

Il nuovo testo di riforma non può prescindere dal fare proprie tutte le

vera riforma, come ho già scritto nella precedente nota pubblicata dal

norme emanate in materia di sicurezza per l’applicazione delle quali non

periodico “Città dei Mille”, modifica e trasforma in tutto o in parte le

è mai certo stabilire le maggioranze assembleari, salvo il ricorso all’AA.

norme; ciò non si registra nel testo riguardante quella del condominio.

GG.

Esonero il lettore dall’analisi dettagliata del testo. Non raggiunge lo

Quanto all’amministratore si condivide la scelta del legislatore: meglio

scopo. A sommesso parere di chi scrive la riforma deve regolare il condo-

escludere dalle consultazioni le associazioni. Questo non vuol dire

minio; ovvero, tutti gli edifici che possono avere caratteristiche di condo-

affatto non riconoscerne l’esistenza ma dall’elenco degli associati non

minio fin dalla fase di progettazione, tenendo conto (e facendole sue) di

è semplice trarre un'immagine ben definita della professione: nel loro

tutte le leggi che in qualche modo orbitano in tale ambito; ne cito alcune:

ambito esistono professionisti (quando sono professionisti dato che

Legge 2 agosto 2004 nr. 210 e Dec. Leg. 20 giugno 2005 nr. 122,

esistono anche esercenti attività commerciali) di ogni specialità che, piut-

emanate a tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili

tosto che essere interessati alla corretta gestione dell’ente condominiale,

da costruire. Lo scopo è quello di tutelate gli acquirenti (futuri condo-

vedono in quest’ultimo possibilità di sviluppo per la loro professione prin-

mini) dai vizi d’opera attraverso la consegna di una polizza postuma

cipale. Questa situazione costituisce la maggior causa del fallimento di

decennale, stipulata dal costruttore al fine di tenere affrancato l’ente

ogni tentativo compiuto presso il legislatore, per oltre un ventennio, per

condominiale dalla spese per la ricostruzione di quelle parti del fabbri-

vedere riconosciuta la figura professionale dell’amministratore.

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FEBBRAIO / MARZO

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PARLIAMO DI CONDOMINIO

Non si vuole qui sostenere che avvocati, ingegneri, architetti, dottori

immobiliari a scapito dei condomini che sarebbero sempre esposti

commercialisti, ragionieri, geometri, ecc. siano privi della cultura

a possibili fallimenti di queste ultime. Col risultato che, essendo

necessaria per poter assolvere a tale importante funzione. La loro

il condominio chirografario, la sorte dei propri risparmi è identica

preparazione ha un preciso indirizzo giuridico, tecnico o contabile.

a quella dell’affidarsi a un amministratore di particolare onestà.

L’amministratore, invece, è un prestatore di servizi e come tale

Al Legislatore sfugge certamente che l’applicazione di tale norma, pone

deve avere una concezione molto ampia delle necessità del

fine alla professione di amministratore, per stessa scelta di quest’ultimo.

condominio che sono la somma degli indirizzi professionali dianzi

Gli pongo la seguente domanda: se Lei amministrerebbe 100 condomini

elencati; non parliamo della preparazione psicoattitudinale.

per fornire la fideiussione che la legge di riforma prevede deve avere una

Ed è questa la più grave carenza della riforma: ancora una volta

disponibilità di almeno 5 milioni di euro. Farebbe l’amministratore se

non si parla del bagaglio culturale in capo all’amministratore.

disponesse di tale importo tenendo presenti i sacrifici che impone tale

Ancora una volta negli art. 1.129, 1.130 e 1.131 del C.C. non si

professione, non ultimo quello di tornare a casa mai prima delle ore 23?

stabilisce quale deve essere, appunto, la preparazione speci-

I mezzi per controllare l’amministratore esistono e sono semplici.

fica. In teoria, spesso anche in pratica, il condominio può essere

Non si vogliono applicare. Uno di questi è che nella gestione dei fondi

affidato anche a personaggi di non comune cultura, quando di non

l’amministratore possa essere affiancato dal consiglio di condominio;

comuni qualità morali. Ancora una volta non si parla di SCUOLA

istituto che fin’ora troviamo solo nei regolamenti di condominio, a cui si

per l’esercizio della professione di amministratore. La riforma non

potrebbe dare una collocazione giuridica in seno alla riforma.

può prescindere dall’istituzione di un titolo accademico obbliga-

Concludo con un vissuto personale: in un convegno internazionale di ammi-

torio, conseguito con lo studio di programmi scolastici ministe-

nistratori immobiliari svoltosi qualche anno addietro a Genova ho cono-

riali, di livello universitario. Il Legislatore, invece, nell’illusione

sciuto il presidente di una società di Buenos Aires che in Brasile amministra

di poter meglio garantire le quote che i condomini versano per

3 mila condomini (avete letto bene, 3 mila), il suo studio è un edificio di 8

le spese condominiali, liquida la questione con l'istituzione di

piani con 85 collaboratori e non sono previste fideiussioni. Gli ho chiesto:

una fideiussione che l’amministratore deve versare a garanzia.

a 3 mila condominii risponde una somma di circa 200/300 mila famiglie,

Ed è a questo punto che si scopre il punto saliente, non

allora per te che cosa è un condomino? Son sette anni che attendo risposta.

scritto ma perfettamente intuibile, della riforma: rendere

Spero di ottenerla nell’immediato futuro; nel frattempo... io speriamo che

possibile la gestione dei condomini solo a grosse società

me la cavo.



di Emanuela Lanfranco - foto Fabio Toschi

UNCI, cuore bergamasco Incontriamo Marcello Annoni e Tina Mazza Annoni, rispettivamente vice-presidente nazionale e presidente nazionale delle donne dell'Unione Nazionale Cavalieri d’Italia

Interviste

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MARCELLO E TINA ANNONI

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’UNCI, Unione Nazionale Cavalieri d’Italia, è un’associazione apartitica, senza fini di lucro, nata a Verona nel 1980, che conta migliaia di aderenti organizzati in sezioni e delegazioni a livello nazionale e nel mondo: Spagna, Isole Canarie, Principato di Monaco, Francia, Svizzera, Austria, Germania, Polonia, Belgio, Gran Bretagna, Brasile, Argentina, Stati Uniti, Giamaica ed Australia. Il presidente della sezione bergamasca Marcello Annoni (in arte Maranno), Grand’Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana e Maestro del Lavoro, da dieci anni vanta anche il titolo di vicepresidente nazionale dell’Unione. Presidente, che figura rappresenta il Cavaliere? «Non rappresenta un’onorificenza da appendere al muro, ma uno stile di vita, un mondo di valori». Quali sono gli scopi dell’UNCI? «Riunisce le persone insignite di onorificenze in un’organizzazione il cui fine è quello di mantenere alto il diritto e il rispetto delle istituzioni cavalieresche e i valori di probità, parola caduta in disuso ma che racchiude valori come la giustizia, l’integrità morale, l’onestà e la dignità». Come si ottiene il cavalierato? «Si è insigniti del diploma di cavalierato dal Presidente della Repubblica dopo un lungo iter e passaggi istituzionali per valutare il curriculum del candidato. Il riconoscimento del cavalierato è innanzitutto un riconoscimento al merito di persone che si dedicano con impegno e dedizione alla loro attività vista come missione». Quali sono gli ordini cavallereschi? «Cavaliere, ufficiale, commendatore, grande ufficiale, cavaliere di gran croce».


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Quali sono i vostri impegni? «Gli associati partecipano alla vita della comunità civile, collaborando al rinnovamento della società in una concezione pluralistica e democratica, favorendo lo sviluppo delle attività filantropiche, umanitarie, culturali e turistiche patrocinando e istituendo premi a tutte le persone e gli enti che si distinguono in ambito sociale e lavorativo». A Bergamo c’è il cuore di questa associazione. «Diciamo che dal 1991 io e mia moglie ci stiamo impegnando nella sezione di Bergamo e con grande soddisfazione possiamo dire che la nostra provincia conta più di quattrocento iscritti. Non solo, il Premio della Bontà ha le sue origini a Bergamo e oggi molte altre province hanno deciso di mettere quest’appuntamento nel loro calendario».

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Il Premio della Bontà è diventato sia per l’associazione che per la città un appuntamento importante. «Il Premio della Bontà è un riconoscimento tangibile a persone o enti che hanno lavorato, lontano dai riflettori, in anonimato a favore di cittadini più bisognosi. Il 29 novembre dello scorso anno è stata proposta la 16ª edizione, otto premi consegnati a persone e associazioni che si sono distinte in attività di carità cristiana e volontariato». Ufficiale Tina Mazza Annoni, lei è presidente nazionale delle donne dell’UNCI, cosa vuol dire per una donna diventare cavaliere? «La donna ha raggiunto la parità con l’uomo per la sua forte determinazione, per cui diventare cavaliere vuol dire essere riconosciuta anche nel campo delle onorificenze». Quali sono i requisiti per associarsi all’UNCI? «Oltre alle insignite dei vari gradi di onorificenze, si possono iscrivere anche le simpatizzanti che riconoscono le nostre finalità. Queste persone partecipano pienamente alla vita associativa, ma non possono votare alle assemblee». Quante sono le donne iscritte? «A livello nazionale le iscritte sono circa un migliaio, le zone più rappresentate sono Trento, Mantova, Verona e Venezia. A Bergamo le iscritte sono sessanta». Signora Tina, anzi Ufficiale Tina Mazza, cosa comporta il suo ruolo nell’ambito dell’associazione? «Da diciotto anni occupo la mansione di segretaria della sezione provinciale di Bergamo e nel direttivo nazionale ho il ruolo di presidente nazionale delle donne. Le mie mansioni sono il coordinamento delle delegate della varie province d’Italia nello svolgimento delle varie attività, in particolare a carattere umanitario, e per quanto riguarda la divulgazione delle notizie collaboro con la nostra prestigiosa rivista “Il Cavaliere d’Italia”». Può sintetizzare la filosofia di vita dell’UNCI? «Positività, concretezza, lavoro, impegno nel sociale sono le formule vincenti degli associati UNCI, secondo uno stile di vita che va ben oltre la semplice ambizione di poter vantare una pura, seppur prestigiosa, onorificenza».


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di Emanuela Lanfranco - Foto: Fabio Toschi

«Ho l'Atalanta nel sangue» Il Club Amici dell'Atalanta ha assegnato il “Premio Remo Capelli” alla nota cronista di Bergamo TV. «Non ho modelli: quasi tutte le donne che vediamo in tv sono più conduttrici di trasmissioni sportive che giornaliste»

Interviste

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ELISA PERSICO

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ergamo TV è un po’ la seconda casa di Elisa Persico... «In effetti è dal 1989 che quasi quotidianamente raggiungo gli studi dell'emittente». Quale fu il primo programma che ti presentò al pubblico bergamasco? «Iniziai come conduttrice di CSI Sport, fui presentata da Silvia Magri e poi, grazie a Elio Corbani, che fin dall’inizio mi sostenne dandomi anche la possibilità di imparare questo lavoro, è iniziata la mia “carriera” in televisione». Sei sempre stata sportiva, cioè tifosa? «Io ho sempre frequentato lo stadio, anzi per me e la mia famiglia proprio l’Atalanta era il nostro riferimento con la città in quanto, lavorando allora mio padre in giro per l’Italia, il pomeriggio domenicale ci vedeva sempre sintonizzati sulla frequenza della cronaca sportiva. E quindi da bravi bergamaschi si fremeva aspettando notizie dei nerazzurri». Quindi ti posso definire giornalista sportiva? «Ho avuto la possibilità di misurarmi anche in altri settori, all’inzio anche la stessa tv era all’esordio e quindi un collaboratore poteva ricoprire anche altri ruoli. Ma io amo lo sport, sono veramente innamorata del calcio e quindi diciamo che poter dedicare il massimo del mio lavoro al calcio è stato coronare il mio sogno». Come si suol dire, l’Atalanta nel sangue? «In effetti sì, all’inizio avevo contro mio padre in quanto sosteneva, e sostiene ancora oggi, che dovevo laurearmi. Ma ha vinto il calcio: arrivata a metà percorso universitario ho lasciato tutto e mi sono dedicata al giornalismo sportivo». Non c’è una grande amicizia tra i giornalisti sportivi e i tifosi bergamaschi...


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«Per quanto mi riguarda ritengo di essermi sempre comportata in modo educato con tutti, credo che lo strumento migliore per confrontarsi sia dialogare in termini educati e pacifici». Le caratteristiche che deve avere la cronaca di una partita di calcio. «Il nostro compito è quello di far capire alla gente che ti segue quello che sta accadendo in campo, quindi ci vuole un’ottima conoscenza dei giocatori, dei ruoli che hanno, delle posizioni... Dobbiamo far capire chi sta compiendo l’azione, a che punto del campo si trova, i passaggi del pallone, e l’azione è sempre fulminea quindi… quindi non ti puoi distrarre un secondo». La giornata tipo di Elisa Persico. «Diciamo che lavori una settimana in funzione della partita della domenica, e la partita della domenica è il lavoro della settimana; è un po’ come dire il gatto che si mangia la coda, sei sempre in argomento calcio, perché il calcio coinvolge tutti, tutti i giorni. Quindi tutti i giorni ci è richiesto di parlare di Atalanta, del giocatore piuttosto dell’azione compiuta, dell’allenatore piuttosto che del cambio in campo che c’è stato, fare una sorta di pronostico per la partita della domenica successiva. Bisogna mantenere l’interesse costante e vivo, e soprattutto ci vuole pathos, ci vuole emozione perché tu trasmetti quello che gli altri non vedono ma vivono grazie a te». E la domenica? «Leggi i giornali e ti prepari per la cronaca, verso le tredici vai allo stadio, verifichi chi c’è, un ex allenatore, ex giocatore, ex dirigente, dei personaggi da poter intervistare durante l’intervallo. Ti prepari anche per i collegamenti con lo studio e poi, dal fischio di inizio partita, concentrazione massima sul campo». Di solito in tribuna stampa siete in due a dare notizie. «C’è chi fa la cronaca, io, e chi fa il commento tecnico, Oliviero Garlini». Elisa, quale è stata la partita che hai vissuto con maggior tensione? «Forse Atalanta-Sampdoria, 13 marzo 2000. Perdevamo 3-1, pareggio con Rossini a 10 secondi alla fine… grazie a quel punto siamo saliti in serie A, e la Sampdoria fu la prima delle escluse. E poi le partite con le grandi squadre, la nostra piccola grande Atalanta che tiene testa a

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questi mostri sacri!». Qual è stata la partita di cui non avresti mai voluto fare la cronaca? «Quelle legate ai risultati negativi, delle quali hai dovuto però tenere vivo l’interesse». La partita più violenta? «Da giornalista Atalanta-Fiorentina, finale di ritorno di Coppa Italia giocata a Bergamo il 18 maggio 1996. L’Atalanta perse la Coppa Italia. Da tifosa invece la partita più violenta è stata Atalanta-Avellino, giocata domenica 25 novembre 1983: l’Atalanta vince 3 a 0 e subisce la rimonta in 15 minuti». Durante la tua carriera hai conosciuto tantissimi giocatori, chi ritieni sia il migliore? «Non ho un giocatore preferito, posso dire che Glenn Stromberg è un grande professionista, Cristiano Doni è il trascinatore della squadra». Il giocatore che ti ha deluso? «Non ho mai valutato un giocatore sotto questo profilo». Se tu dovessi fare una graduatoria dei mister? «Guardando ai più recenti: Vavassori nel 1999/2000, anno in cui l’Atalanta è tornata in serie A; Mandorlini; Del Neri; la sagacia di Mondonico; Lippi che poi va in Nazionale, Prandelli... Da tutti ho imparato qualcosa. Impari ad apprezzarli non solo come allenatori ma come persone». Come dicevamo all’inizio, non ti occupi solo di calcio «Con il tempo, ti vengono riconosciute anche le qualità, per fortuna, così puoi occuparti anche d’altro, ad esempio sei chiamata quale moderatrice in un dibattito, piuttosto che nella presentazione di qualche avvenimento». Una giornalista donna che parla di calcio. Particolare. «Possiamo sicuramente dire che il calcio è un territorio prettamente maschile. Io ho ottimi rapporti con i miei colleghi. Guardo, imparo, e a modo mio insegno». Hai qualche modello di giornalista a cui fai riferimento? «All’inizio dicevano che assumevo pose alla Lilli Gruber, invece è soltanto il mio modo di pormi, e per quanto riguarda lo sport non ho modelli in quanto quasi tutte le donne che vediamo specialmente in tv sono più conduttrici di trasmissioni sportive che giornaliste».


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Dare per sé In una società dove tutto si compra e si vende, dove il valore è di natura economica, dove l’efficienza la fa da padrona, il gesto della gratuità è l’affermazione di uno stile di vita davvero alternativo

Interviste

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VOLONTARIATO

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n tempi di informatizzazione l’accesso ai dati è divenuto più semplice e dunque chi volesse reperire informazioni sul volontariato a Bergamo potrebbe partire digitando le parole magiche in un motore di ricerca. In questo modo arriverebbe al sito del Centro Servizi bottega del Volontariato (CSV) e scoprirebbe un dato a dir poco sorprendente: esistono ben 2002 organizzazioni registrate nella sua banca dati come operanti sul territorio bergamasco. Tale diffusione risulta interessante per molti motivi. A partire dalla constatazione della sua diramazione ben equilibrata su tutto il territorio o della versatilità delle aree tematiche interessate (centri di assistenza alla salute, alla disabilità, all’infanzia, agli extracomunitari, agli anziani, alle donne, alla protezione civile, alla diffusione degli sport) fino all'osservazione non priva di stupore di quanta sia la mole di tempo e di energie che tali attività dispiegano. Perciò l’originaria intenzione di scegliere anche solo poche ma significative esperienze per farne oggetto di indagine viene immediatamente a cadere, superata da una domanda successiva su quale possa essere stabilito un criterio di scelta che non tolga a nessuno la meritata visibilità. Risulta infatti evidente che ciascuna di queste associazioni è portatrice di un valore forte, indipendentemente da quale sia il contenuto dell’attività: non si può certo decidere che l’infanzia sia uno spazio di intervento più degno di attenzione rispetto ai profughi o agli ammalati e così via. Dunque non resterebbe che un encomio a pioggia su tutto questo mondo del volontariato che si muove nella direzione di un sostegno ai deboli o della promozione di attività per il bene comune. Ma il rischio allora è quello di farsi portavoce di un generico quanto distaccato atteggiamento di soddisfazione nei confronti del buonismo altrui. Un modo, insomma, per tutelare la propria comoda posizione di


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osservatori: - ci sono già tanti altri che lo fanno perché allora dovrei farlo anch’io? Eppure qualche considerazione si potrebbe fare su un fenomeno così sorprendente. Sorprendente perché va contro corrente. Il volontariato infatti appare come qualcosa di diverso a partire dall’atteggiamento di fondo che mette in campo e cioè la contraddizione di ciò che è alla base del nostro sistema di vita, cioè l’utile. In una società dove tutto si compra e si vende, dove il valore è di natura economica, dove l’efficienza la fa da padrona, il gesto della gratuità è l’affermazione di uno stile di vita davvero alternativo, che viene a rompere la logica del dare per avere qualcosa in cambio. E’ l’instaurarsi di un pensiero differente che promuove nuovi sguardi e perfino rende possibile la costruzione di un’immagine di mondo e di uomo ipotizzabili. A partire da gesti anche piccoli, da attenzioni e disponibilità che per davvero tutti potremmo mettere in atto. Non più figli, vecchi, ammalati che ci interrogano in quanto roba nostra ma costruzione di un’idea più allargata di ciò che ci può e ci deve interessare. Senza contare che l’attenzione ai bisogni degli altri, la partecipazione

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alle vicende che non ci toccano in prima persona, la curiosità verso situazioni lontane dalle nostre potrebbero diventare la soluzione anche per tanti problemi nostri, ricollocati in un contesto più allargato, rivisti in una dimensione meno chiusa. Non più l’assunzione di un generico “buonismo” ma di un modo di essere che contempli anche il gusto per gesti disinteressati e perciò pienamente umani. Diceva in tempi remotissimi un ex schiavo che si era messo a scrivere commedie, diventando uno dei più grandi autori latini, molto prima della venuta di Cristo: «…sono un uomo e niente di umano mi è estraneo» (Terenzio, Heautontimorùmenos). Fare volontariato è assumere un punto di vista di questo genere, è sentirsi uomini fuori dall’ottica del prendere o del consumare, è sperimentare che nell’aiuto all’altro si giocano parti di sé inesplorate e ricchissime di risorse. Una strada dunque da percorrere anche solo per stare per un po’ lontani dalla televisione e dalla realtà virtuale del computer e per calarsi in storie diverse dalla nostra. Ci fa davvero piacere constatare che il nostro territorio è pieno di gente che la percorre. (A.P.)


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di Fabio Cuminetti Foto: Fabio Toschi

«La pedofilia si batte parlandone» Ha passato gli ultimi undici anni a lottare contro il peggiore dei crimini. Ora Massimiliano Frassi, fondatore dell'Associazione Prometeo, ha dato alle stampe il suo quinto libro: “Favole di bambini e dei loro orchi - Storie vere di infanzia violata”

Interviste

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MASSIMILIANO FRASSI

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acconta le storie dei bambini violati. «E’ l’unico modo per combattere gli orchi», spiega. E ci mette la faccia e le sue grandi doti di comunicatore, in televisione e nelle duecento conferenze organizzate ogni anno, perché parte dal presupposto che «la battaglia sia profondamente di tipo culturale». Quarant’anni compiuti da poco, gli ultimi 11 dei quali passati anima e corpo a occuparsi del peggiore dei crimini, Massimiliano Frassi, loverese doc, ha segnato uno spartiacque nella lotta alla pedofilia. L’associazione da lui fondata, Prometeo, è diventata in poco tempo un punto di riferimento imprescindibile per chiunque si accosti al problema grazie all'impegno costante di tutti i suoi operatori. Due i fronti sui cui è impegnata: uno operativo, l’altro informativo e di sensibilizzazione. Ciò significa due centri di ascolto per dare supporto ai bambini e ai loro familiari da una parte, convegni, interventi nel piccolo schermo e libri dall’altra. Frassi ne ha scritti cinque; l’ultimo si intitola “Favole di bambini e dei loro orchi - Storie vere di infanzia violata” ed è stato pubblicato dall’editore “I Quindici”, da sempre legato all’infanzia nella sua accezione più positiva. La prima edizione è andata esaurita in tre giorni. «Siamo attorno alle 20 mila copie. Una bella soddisfazione. Vuol dire che c’è una fascia di pubblico che ci segue con assiduità. Non dimentichiamo che i proventi della vendita dei libri servono ad autofinanziare l’associazione». Fondi, certo, ma soprattutto sensibilizzazione. «Ovviamente. Anche perché l’arma più grande che il predatore di bambini ha a sua disposizione è l’omertà. Il silenzio. L’orco vince quando la vittima non parla, quando la famiglia non lo segnala all’au-


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torità giudiziaria, quando si sottovaluta il problema e si lascia così l’opportunità al pedofilo di agire serialmente». Il libro si caratterizza per una scrittura diversa rispetto al passato. Meno “arrabbiata”. «Sono partito dal punto di vista del bambino. “Favole”, appunto, con tanto di inserti presi da classici della letteratura per l’infanzia quali “I tre porcellini” o “Cenerentola”. Ma il libro si apre con la storia più brutta che abbia mai incontrato nella mia vita». Come ne è venuto a conoscenza? «Due anni fa durante la partecipazione a una trasmissione di Sky sono stato contattato da una mamma. I fatti risalgono agli anni '70 ed è l’unica “favola” del libro senza un lieto fine. Protagonisti sono Robertino e Luca, due bimbi accomunati dallo stesso destino, quello di aver incontrato sulla loro strada un pedofilo assassino che dopo averli abusati li ha uccisi. Pedofilo che fu fatto scarcerare, la prima volta, grazie ad un famosissimo avvocato e che poi, una volta libero, tornò a colpire. Nel caso di Robertino l'orco, allora 29enne, inscenò addirittura un finto suicidio: il bimbo fu trovato nudo con in bocca il tubo del gas. È una storia di un'attualità sconvolgente perché ancora oggi ci si chiede come mai questi soggetti abbiano un notevole spiegamento di forze dalla loro parte e i bimbi invece non vengano mai presi sul serio. Neppure quando finiscono sul tavolo di un obitorio». Nelle pagine successive la narrazione prende una piega diversa. Più solare. «Sì, altrimenti il lettore finirebbe per spararsi dopo il primo capitolo (ride, ndr). Il libro si conclude tra l'altro con una storia molto bella: l'adozione da parte di una famiglia di una bimba trovata in un cassonetto. Il fatto eccezionale, da pelle d'oca, è che quel cassonetto doveva finire nel tritarifiuti nel girò di poche ore, se non fosse per il caso pazzesco del titolare di un ufficio che decise di buttare un sacchetto dell'immondizia invece che lasciarlo all'impresa di pulizia come faceva di solito. Nella spazzatura sentì il pianto della bimba e la salvò». Come stabilite il contatto con le vittime? Da dove partono più frequentemente le segnalazioni?

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«Dai genitori, innanzitutto, che cominciano a sospettare che al proprio bimbo accada qualcosa per ferite e arrossamenti particolari. Oppure sono gli stessi bambini che raccontano, anche attraverso il disegno, o gli insegnanti che vedono i piccoli mimare atti sessuali con compagni e peluches: si tratta di una narrazione sotto forma di gioco della violenza che stanno subendo». Parenti stretti e operatori sono dunque le fonti dell'aggancio. Dopodiché entrate in gioco voi. Come vi muovete? «Innanzitutto collaborando con la procura. A Bergamo in questo senso si lavora benissimo, anche se non è così dappertutto. Per loro siamo un fondamentale trait d'union con la gente, che fa fatica a rapportarsi subito con l'autorità giudiziaria. Noi portiamo le segnalazioni e la procura provvede a compiere le necessarie verifiche. Spesso veniamo chiamati in causa per accompagnare la famiglia in un percorso che non è dei più semplici. Lungo, soprattutto, visto che un processo per pedofilia si conclude in almeno dieci anni». Siete punto di riferimento grazie a un capillare lavoro di informazione. In questo senso la sua partecipazione a diverse trasmissioni televisive è basilare. «Cerchiamo visibilità con un occhio alla qualità. Veniamo invitati a parecchie trasmissioni e scegliamo quella che ci permette di parlare più liberamente, sempre nell'ordine di un'accurata documentazioni dei fatti. Attualmente stiamo portando avanti un percorso con “Mattino Cinque”. E quando torno in ufficio a Bergamo dopo essere stato in trasmissione trovo il centralino sempre intasato». Poi ci sono le conferenze. «Neanche i Nomadi fanno così tante date (ride, ndr)! Spaziamo dai piccoli paesi alle grandi città, dalle aule civiche ai palasport. Si va ovunque, insomma». Qual'è l'età media dei bambini che seguite? «Spazia da 0 a 4 anni e si è abbassata notevolmente negli ultimi anni. Tra l'altro siamo stati ricevuti recentemente da Scotland Yard, unica associazione italiana ad avere questo onore, e l'Unità Crimini dei Minori ci ha confermato che ormai il target dei pedofili sono i neonati.

La bimba più piccola di cui ci occupiamo come Prometeo ha sei mesi, ad esempio. È difficile intervenire in casi di questo tipo; si fa fatica a rendere credibili i bambini, anche se così non dovrebbe essere. Sfido chiunque a leggere le mie storie e pensare che i protagonisti se le siano inventate». Con le nuove tecnologie le modalità di adescamento saranno cambiate. «Ci sono più occasioni, girano più immagini e filmati. Si possono trovare facilmente i contatti giusti. Gli investigatori inglesi lo sanno bene. Entrano nei siti fingendosi bambine e poi fanno leva sull'efficace legislazione britannica: basta che l'adulto, anche se in un social network e con profili potenzialmente virtuali, scriva che vuole incontrare la bimba e nel giro di 72 ore scatta l'arresto. La conseguente condanna non sarà inferiore a cinque anni. In Italia un padre che ha abusato della figlia dall'età di due mesi a cinque anni si è beccato appena quattro anni e mezzo. Una bella differenza. Addirittura da noi i pedofili si riuniscono in comitati e si spalleggiano, rivolgendosi sempre agli stessi studi legali e facendo opera di controinformazione, minando la credibilità dei bambini e giocando sulla presunta insospettabilità degli accusati. C'è insomma un'arroganza crescente e preoccupante che in altri stati, anche per l'emergere in passato di casi di estrema gravità quali la presenza di serial killer pedofili, è stata affrontata con la giusta durezza». Castrazione chimica: cosa ne pensa? «Sono tre i “rimedi estremi” che di solito vengono fuori: pena di morte, castrazione chimica, castrazione fisica. La prima è controproducente: dove c'è, come in alcuni paesi islamici, i casi non diminuiscono. Anzi: lo stupratore uccide la vittima in modo che non lo possa chiamare in causa. La castrazione chimica, è scientificamente dimostrato, ha un'efficacia che non va oltre i sei mesi. La castrazione fisica, infine, secondo l'Fbi, porta il pedofilo a cercare di replicare tale amputazione sulle sue vittime. Le uniche risposte possibili sono dunque quelle già enunciate: informazione, certezza di una pena adeguata e maggiore controllo sociale una volta scontata la pena. Non è possibile che un pedofilo condannato nei tre gradi di giudizio torni ad esercitare attività a contatto coi bambini. Ci vuole meno leggerezza».

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di Fabio Cuminetti

Tra corsa e corsia Bergamasca di padre sardo, Paola Sanna è infermiera ai Riuniti e campionessa italiana di ultramaratona. Ovvero 100 chilometri di determinazione e resistenza. «La costanza e la disciplina danno sempre buoni frutti»

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L PAOLA SANNA

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a voce pacata e gli occhi blu spiazzano. Ma non c’è contraddizione. Perché la calma che infonde PaolaSanna, bergamasca di padre sardo, infermiera nell’Unità Coronarica dei Riuniti di Bergamo, fa il paio con la forza d’animo che l’ha condotta sulle vette del podismo mondiale. Classe 1977, è l’ultramaratoneta italiana più veloce d’Italia. Si è specializzata nei 100 chilometri, ma non disdegna maratone e mezze maratone, in cui spesso primeggia. Una vocazione per la corsa, la sua. Con un palmarès da brividi: argento assoluto e oro femminile a squadre vinto ai Mondiali di Taiwan del 2003, campionessa italiana della 100 km su strada nel 2005, 2007 e 2009, oro a squadre femminile ai Mondiali di Seoul del 2006. Giusto per citare alcuni titoli. E pensare che era partita da altri sport. «Sì, ho cominciato facendo nuoto, palestra e calcio. Solo in un secondo momento mi sono buttata sull’atletica». Ricalcando le orme del padre. «A forza di vederlo andare a correre ci ho voluto provare anch’io». Ogni genitore sogna che i figli lo seguano… «Però lui non mi ha mai forzato, né ha insistito. Sono stata io che per sfizio personale ho voluto provare a cimentarmi nella disciplina». Per poi trovarsi discretamente a suo agio… Ha subito saggiato le grandi distanze? «Assolutamente no, io ho cominciato dai duecento metri piani. Ma si vedeva che la velocità pura non era fatta per me. Ho passato un annetto e mezzo sulla pista, facevo delle gare ma arrivavo sempre ultima o penultima. La cosa stava cominciando a scocciarmi un po’. Non mi divertivo, era solo fatica senza soddisfazioni».


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Nel sangue c’era il podismo. «Per cominciare ho cominciato a fare quelle garette di quattro o cinque chilometri organizzate un po’ ovunque. Lì sono andata benissimo, non salivo sul podio ma ero sempre tra le prime. Poi ci provavo più gusto. Così nel 2000 ho fatto la mia prima Mezza Maratona di Bergamo (che quest’anno ha vinto, ndr) e sono arrivata quinta. L’anno dopo è andata ancora meglio con un quarto posto, e nel giro di qualche mese mi è venuta l’idea di cimentarmi con la cento chilometri». Un bel salto. «Sembra una pazzia, in effetti, ma c’è un motivo ben preciso: mio padre l’aveva già corsa cinque volte e mi ha detto: “Prima che smetta di correre voglio farne una con te”. Facciamola subito allora, gli ho detto. È scoccata una scintilla: da lì mi sono innamorata di questa corsa». Nella home page del suo sito c’è una frase che mi ha colpito: «Diligence is the mother of the good luck». Ovvero la sfortuna la si combatte lavorando sodo… «La costanza e la disciplina portano bene. Danno sempre i loro frutti». Strano però questo suo passaggio diretto alla cento chilometri. La maratona è venuta dopo. «Esatto. Ho fatto la mia prima ultramaratona nel 2002 e la prima maratona nel 2003. Ho saltato dei passaggi, insomma». È mai andata a New York? «No. Ci andrò, ma non so quando. È sicuramente un appuntamento importante e affascinante, ma è forse più adatto per gli amatori. Andarci, poi, è piuttosto costoso. Direi che la maratona, comprensibilmente, è diventata più un buon pretesto per vedere New York che altro». Quale tra le sue vittorie di questi anni considera la più bella? «Al primo posto metterei il Passatore (da Firenze a Faenza, ndr) del 2005, perché è stata la prima cento km su strada che ho vinto e perché ne ho sempre sentito parlare da mio padre come di fantascienza, dell’ultramaratona per eccellenza. Averla vinta è stato il più bel regalo che potessi fargli. Al secondo posto c’è sicuramente l’argento assoluto e l’oro femminile a squadre vinto ai Mondiali di Taiwan del 2003». Cosa prova durante gare così impegnative? A cosa pensa? «Quando sei in gara a certi livelli sei molto concentrato su te stesso, sugli altri e sul tempo. La testa dunque è molto impegnata su questo, almeno all’inizio. Poi la fatica arriva anche se sei allenato. A me di solito colpisce verso il settantesimo chilometro: in questi momenti di crisi hanno un ruolo importante le persone che ti seguono e che ti stanno accanto. Ti stimolano, ti fanno pensare agli sforzi che hai fatto per prepararti, ai tuoi obbiettivi e a quanto loro credano in te. È così che

supero la crisi». Organizzarsi, col suo lavoro, non sarà facile… «Per nulla, anche perché ci sono turni di notte piuttosto pesanti. Però prima o dopo il lavoro, se si vogliono raggiungere degli obbiettivi, l’allenamento bisogna farlo. Anche se si è stanchi. Certe volte non è facile». “Oggi proprio non ho voglia di correre. Salto l’allenamento”. Le è mai capitato di dire così? «No, non ancora. In realtà mi pesa di più non allenarmi che farlo, perché so che mi serve. Però se so di avere un turno pesante cerco di invertire gli allenamenti, di gestirli meglio». La fatica restituisce piacere, si dice. È vero? «Sì, perché il corpo produce endorfine. Infatti la corsa la chiamano anche la “droga verde” perché quando si comincia si soffre un po’ ma più avanti non se ne può più fare a meno». Ho letto del suo impegno per far diventare l’ultramaratona disciplina olimpica. A che punto siamo? «Per il 2012 ancora non se ne parla. Magari nel 2016. Infatti mi sto concentrando maggiormente sulla maratona per poter prendere parte alle Olimpiadi di Londra del 2012. Forse è solo un mio sogno, però io il lavoro di preparazione lo sto facendo. Speriamo bene». Parliamo di doping: com’è la situazione nella sua disciplina? «Non ce n’è per fortuna, almeno per quanto ne so io, anche perché di soldi non ne girano. Personalmente ritengo che il doping non sia degno di persone e sportivi validi, perché si finisce per imbrogliare sé stessi prima che gli altri. Facendosi del male».


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Fondazione Italcementi: creare un ponte fra banca e industria Il sesto convegno annuale si è spinto idealmente oltre la crisi verso nuovi modelli di sviluppo economico sostenibile. Pesenti: «Momenti di grave crisi sono anche momenti di grande opportunità»

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l ripensamento strategico del rapporto fra il settore del credito e il mondo industriale, dopo la crisi sistemica che ha determinato il recente shock economico e finanziario, è il modo concreto per dare un sostengo alla “exit strategy” e offrire prospettive di ripresa all’economia reale. E tutto questo senza perdere di vista la percezione etica ed i valori di fondo della “sostenibilità” che caratterizzano il corretto processo di sviluppo economico. Questo il messaggio del sesto convegno

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organizzato dalla Fondazione Italcementi Cav. Lav. Carlo Pesenti che si è tenuto il 12 dicembre alla Fiera di Bergamo e che ha consolidato un importante appuntamento di discussione sui principali temi economici e industriali che ha visto negli scorsi anni la partecipazione di premi Nobel come Joseph Stiglitz e Michael Spence e di economisti e di esponenti del mondo accademico come Alberto Alesina, Taotao Chen, Domenico Siniscalco e Tito Boeri. Dopo il saluto iniziale del presidente della Fondazione, Giovanni


Giavazzi, i lavori hanno messo a diretto confronto, sullo scenario dei primi segnali di un “dopo crisi” illustrato dall’analisi di Mario Deaglio, i principali attori del mondo del credito e dell’industria italiana. Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo e Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit da una parte e Andrea Guerra, amministratore delegato di Luxottica e Giorgio Squinzi, amministratore unico di Mapei e presidente di Federchimica dall’altra, hanno discusso il tema - sostenuto da Giorgio Barba Navaretti, ordinario di Economia Politica dell’Università degli Studi di Milano, che ha coordinato il dibattito - di un necessario nuovo “ponte” e di nuove regole per lo sviluppo del Paese. Nonostante i primi segnali di miglioramento congiunturale, la persistente debolezza della domanda con le conseguenti implicazioni di lungo periodo, quali la crescita della disoccupazione e il calo degli investimenti, hanno posto infatti una sfida molto difficile alle banche e alle imprese determinando la necessità di una revisione non solo delle regole e dei controlli sui mercati ma anche dei vincoli e degli obiettivi alla base delle reciproche relazioni operative. Il tema delle regole e della supervisione dei meccanismi di mercato, peraltro recentemente affrontati dalla stessa UE, e soprattutto la necessità di una condivisa gerarchia dei valori è stato intensamente sottolineato dal contributo del Presidente Emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. «Negli ultimi venti anni abbiamo assistito al progressivo dilatarsi della dimensione della finanza globale, fino ad essere del tutto svincolata dalle esigenze dell’economia reale. Con un ribaltamento di paradigma, la finanza da ancilla è divenuta domina - ha sottolineato Ciampi nel messaggio video con cui ha voluto partecipare ai lavori del convegno delle Fondazione Italcementi - Nelle sedi preposte a scrivere nuove regole per la finanza i lavori proseguono con impegno, nonostante la difficoltà di comporre interessi talora configgenti. Siamo fiduciosi che i risultati non tarderanno. Ma regole severe, supervisione coordinata potranno poco o nulla se non si fa strada e non attecchisce l’idea che è necessario un cambiamento radicale di registro, individuale e collettivo, nel modi di intendere e sentire la finanza e l’economia; soprattutto se non si rivede la gerarchia di valori dove l’una e l’altra si collocano». A chiusura dei lavori, Giampiero Pesenti, presidente di Italcementi, nel ringraziare i partecipanti ha voluto sottolineare la necessità di una continua tensione morale oltrechè imprenditoriale per saper cogliere, anche in momenti di difficoltà come l’attuale, segnali in grado di fare emergere scenari di positivo cambiamento: «Momenti di grave crisi sono anche momenti di grande opportunità».

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Aziende FEBBRAIO / MARZO

Agricoltura, strategie per uscire dalla crisi Lo scorso 11 dicembre la Fiera ha ospitato il convegno “Quale futuro per le imprese agricole della provincia?”, organizzato dalla Banca Popolare di Bergamo con il patrocinio della Camera di Commercio

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a Banca Popolare di Bergamo, con il patrocinio della Camera di Commercio, ha organizzato il convegno “Quale futuro per le imprese agricole della provincia di Bergamo?”, che si è tenuto venerdi 11 dicembre alle 14,30 presso la Fiera di via Lunga. Tra gli intervenuti Giuseppe Masnaga, direttore generale della Popolare di Bergamo, Enrico Piccinelli, assessore all’Agricol-

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tura della Provincia, Piero Bonalumi, presidente della Cia, Giancarlo Colombi, presidente della Coldiretti, Renato Giavazzi, presidente di Confagricoltura, Camillo Gardini, presidente di Agri 2000, Ciro Lazzarin, responsabile Area Economica di Agri 2000, e Flavio Ghirardi, responsabile del Settore Agrario della Popolare. Lazzarin ha presentato i dati di una ricerca dal titolo “L’individuazione di strategie per uscire dalla crisi del settore agricolo attraverso l’analisi di due comparti in parti-


colare: bovini da latte e suiniâ€?, commissionata dalla Banca Popolare di Bergamo (gruppo Ubi) e condotta sulle imprese agricole della provincia. Gardini si è soffermato sulla valutazione dei modelli di sviluppo e le strategie finalizzate a garantire la permanenza sul territorio della

provincia di Bergamo di un tessuto imprenditoriale agricolo diffuso e competitivo. Ha chiuso i lavori Masnaga, che ha sottolineato l’importanza strategica che storicamente il comparto riveste per la banca, assicurando un’attenzione particolare anche per il futuro.

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Mangiar Bene

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Leccornie di Bergamo sotto l’albero di Natale In aumento il numero delle persone che lo scorso dicembre ha fatto ricorso a regali gustosi: le tipicità del territorio orobico. Segno di una più diffusa sensibilità nei confronti delle produzioni locali

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l made in Bergamo piace. Anche come strenna. Lo scorso dicembre le vendite di prodotti tipici orobici hanno fatto infatti un balzo in avanti: un riconoscimento per gli imprenditori e le aziende agricole che con immensa fatica continuano a produrre nel più inflessibile rispetto della tradizione enogastronomica locale. Del resto ormai il paniere locale conta dei rappresentanti degni di

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confrontarsi alla pari con miti dell’enogastronomia italiana. Il Salame bergamasco, ad esempio, non ha nulla da invidiare agli altri più conosciuti. Ma i “campioni” del territorio sono tanti: Formai de Mut Blu, Prosciutto Crudo della Valle Seriana, Valcalepio Bianco Doc e Valcalepio Rosso Doc. Per non parlare del Moscato di Scanzo Doc e del Valcalepio Moscato passito Doc, la cui fama internazionale non è mai stata messa in discussione.



Arte e Cultura

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Riuniti, calendario 2010 tutto al femminile Dodici immagini di un ospedale fatto per tre quarti da donne. Che sono in nettissima maggioranza nel settore amministrativo, nell’area della dirigenza sanitaria, tra gli infermieri, i tecnici, il personale della riabilitazione e il personale ausiliario

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dedicato alle tremila donne che ci lavorano il calendario 2010 degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Dodici immagini scattate in sala operatoria, nelle stanze di degenza e nei vari servizi di un ospedale fatto per tre quarti da donne e in cui la presenza femminile supera quella maschile nel settore amministrativo, nell’area della dirigenza sanitaria, tra gli infermieri, i tecnici, il personale della riabilitazione e il personale ausiliario. «La prevalenza del personale femminile è stato uno degli elementi che ha valso agli Ospedali Riuniti i tre bollini rosa, il massimo ricono-

scimento attribuito dall'Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (Onda) alle strutture sanitarie attente alle esigenze femminili in fatto di cura e assistenza - spiega il direttore generale Carlo Bonometti -. Senza nulla togliere ai colleghi uomini, con il calendario abbiamo voluto rendere omaggio all’impegno che spesso si somma a responsabilità familiari e anche fotografare una realtà che vede sempre più donne scegliere specialità tradizionalmente maschili come quelle chirurgiche». Otto delle 12 immagini sono firmate da Fabio Proverbio, fotografo professionista che da alcuni anni collabora con i Riuniti e trova nell’intensa realtà ospedaliera ispirazione per creare videoinstallazioni sincere e suggestive.

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Arte e Cultura

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Tutto esaurito nel Sol Levante per il Bergamo Musica Festival Successo oltre ogni aspettativa per la tournée del Teatro Donizetti in Giappone. Diciassette le rappresentazioni - otto della «Traviata», nove dell’«Elisir d’amore» - e dodici le città toccate

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rande successo per la seconda tournée in Giappone del Bergamo Musica Festival. Dodici le città toccate: Osaka, Kobe, Iwakuni, Tokyo, Yokohama, Hamamat su, Nagoya, Tsu/Mie, Musashino, Morioka, Chigasaki, Yokosuka. Diciassette le rappresentazioni, con un'eccezionale risposta del pubblico: otto della verdiana «Traviata» e nove dell’«Elisir d’amore» di Gaetano Donizetti. Il buongiorno si era visto dal mattino. Il sold out fatto registrare dalla “Traviata” a inizio tournée al Teatro Kohsei Nenkin Kaikan di Osaka rappresentava già un chiaro segnale di successo in fieri. In platea era presente Claudia Sartirani, assessore alla Cultura e Spettacolo del Comune di Bergamo, che tra il primo e il secondo atto della rappresentazione ha preso parte alla tradizionale cerimonia del sakè, bevanda tipica fatta maturare e conservata in botti di legno di cipresso. A lei, in fascia tricolore, l’onore di colpire per prima, indossando il tradizionale kimono, una delle botti, poste all’ingresso del Kohsei Nenkin Kaikan. La bevanda è stata quindi offerta a tutto il pubblico presente in sala. Il giorno successivo Claudia Sartirani è stata ricevuta all’Ambasciata italiana di Tokyo insieme a Massimo Boffelli, direttore del Teatro Donizetti. Nel sottolineare il rapporto di crescente collaborazione e scambio culturale tra i due paesi, l’addetto accademico culturale Corrado Molteni ha auspicato la prossima partecipazione di Bergamo, città d’arte e cultura, a “Italia in Giappone”, manifestazione autunnale che vede protagonista il nostro paese. L’assessore si è impegnato a riportare a Bergamo questo interesse e

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questa vicinanza, in vista di concrete forme di collaborazione, nel segno della musica, ma anche delle arti figurative. Ottima risposta anche in occasione della “prima” del secondo titolo della tournée giapponese del Bergamo Musica Festival, il 5 gennaio alla Bunka Hall di Kobe. In programma, come già accennato, il donizettiano “Elisir d’amore”. Il teatro da 2.000 spettatori, pieno in ogni ordine di posti, ha tributato agli interpreti più di venti minuti di applausi. Particolarmente atteso il ritorno di Desirée Rancatore, che il pubblico giapponese aveva ascol-

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tato in occasione della prima tournée del Bergamo Musica Festival nel 2007 e a cui, in occasione della recita di Kobe, ha più volte tributato applausi a scena aperta. Anche allora la Rancatore era stata impegnata in un ruolo donizettiano, quale protagonista della “Lucia di Lammermoor”. Una curiosità, infine. Nel foyer della Bunka Hall è stato fatto un allestimento di dolci tipici della tradizione bergamasca a cura di una locale pasticceria italiana. Apprezzato il tradizionalissimo “polenta e osei”.


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FEBBRAIO / MARZO

Bergamo Jazz porta in città il leggendario Ahmad Jamal L'edizione 2010 è la numero 32 e torna a marzo (dal 19 al 21) dopo l'esperimento di fine aprile del 2009. Solo tre i giorni, ma ricchissimi di nomi e di appuntamenti, per trasformare Bergamo in meta di appassionati

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i concerti sono sempre presente e salgo sul palco a fare le presentazioni per un motivo ben preciso: credo che la manifestazione debba avere un'anima, e dunque un direttore artistico che non si tira indietro. E poi i musicisti suonano meglio quando vengono ben accolti da chi organizza i festival». Questa la filosofia del "nuovo corso" impresso a Bergamo Jazz da Paolo Fresu, geniale trombettista e per il secondo anno consecutivo eccellente timoniere di uno dei festival del genere più importanti d'Italia. L'edizione 2010 è la numero 32 e torna a marzo (dal 19 al 21) dopo l'esperimento di fine aprile del 2009. Solo tre i giorni, ma ricchissimi di nomi e di appuntamenti, per trasformare Bergamo in meta di appassionati da tutto il continente e non solo: «In questo ci aiuta l'aeroporto di Orio - spiega Fresu -, ormai fondamentale crocevia europeo». Una spinta può venire anche dal titolo ammiccante pensato dallo stesso Fresu: "Spring in Jazz", visto che la stagione della rinascita partirà proprio in quei giorni. I mille suoni del jazz si diffonderanno in vari angoli della città, ad iniziare dal Teatro Donizetti, sede tradizionale del festival. I concerti serali saranno accompagnati da altri appuntamenti ospitati al Teatro Sociale, all'ex Chiesa della Maddalena e in altri luoghi. Venerdì 19 marzo, la prima delle tre serate al Donizetti verrà aperta dall'inedito faccia a faccia tra due fuoriclasse del jazz del vecchio continente: Richard Galliano e John Surman. A far da prevedibile collante tra il fisarmonicista francese e il polistrumentista britannico la capacità di entrambi di dialogare nel solco di una musicalità dai molteplici ingredienti

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sonori, inclusi il tango ed echi del folklore nordico. La loro esibizione sarà seguita da quella di una delle ultime leggende viventi del jazz: Ahmad Jamal, il pianista prediletto dal "divino" Miles Davis. Il musicista di Pittsburgh, dove è nato del 1930, si produrrà alla testa di un quartetto comprendente, fra gli altri, il percussionista Manolo Badrena, già componente negli anni Settanta dei leggendari Weather Report. Sabato 20 il compito di salire per primi sul palcoscenico del Donizetti spetterà a Misha Alperin (pianoforte e voce), Arkady Shilkloper (corno, flicorno e voce) e Sergey Starostin (clarinetto e voce), ovvero il Moscow Art Trio, formazione dall'originale impianto strumentale che mescola richiami accademici e folklorici con il linguaggio improvvisativo di derivazione jazzistica. La seconda parte della serata sarà affidata al nuovo quintetto del più internazionale dei jazzisti italiani, Enrico Rava, affiancato dal vulcanico trombonista Gianluca Petrella, dal talentuoso pianista Giovanni Guidi e da un tandem ritmico di valore costituito dal contrabbassista Piero Leveratto e dal batterista Fabrizio Sferra. Domenica 21, i riflettori saranno prima puntati sul pianista cubano Omar Sosa e poi sul San Francisco Jazz Collective. Artefice di un'affascinante mix che ingloba elementi caraibici, africani e, ovviamente, jazzistici, Omar Sosa presenterà il suo Afreecanos Quintet, gruppo squisitamente multietnico. Diretta emanazione del festival californiano da cui prende il nome, il San Francisco Jazz Collective è una formazione ad organico variabile che di volta in volta ospita al suo interno musicisti differenti. L'edizione che arriverà a Bergamo si configura come una autentica all-stars delle ultime generazioni di jazzisti d'oltre Atlantico. Come accennato, il programma di "Bergamo Jazz 2010" non si esaurisce


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qui, dando spazio anche alle realtà cittadine, rappresentate dalla JW Orchestra diretta da Marco Gotti (venerdì 19 all'Auditorium di Piazza della Libertà ; ore 18) e dal pianista Claudio Angeleri, che nel pomeriggio di sabato 20 proporrà al Teatro Sociale il suo nuovo progetto "Moods", preceduto dal Plug Trio (Gianluca Petrella al trombone, Andrea Lombardini al basso elettrico e Giovanni Giorgi alla batteria). Al Teatro Sociale (domenica 21, ore 18) si potrà anche nuovamente ascoltare Enrico Rava, al quale "Bergamo Jazz 2010" dedicherà uno spazio di riguardo, giusto riconoscimento a 50 anni di onorata militanza jazzistica: al suo concerto in duo con Gianluigi Trovesi seguirà la proiezione del film-documentario "Il giro del giorno in 80 mondi", diretto da Marco Maccaferri. Due saranno poi gli appuntamenti previsti alla Ex Chiesa della Maddalena: sabato 20 (ore 12) si potrà assistere alla solo performance di John Surman, mentre il giorno dopo (sempre alle 12) sarà il turno di Misha Alperin, anch'egli impegnato in solitudine. E per

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chi vorrà fare le ore piccole, lo Spazio Polaresco verrà trasformato in ideale jazz club, dove (dalle ore 24) avranno luogo jam session e i concerti del Downtown Trio del chitarrista Roberto Cecchetto. Evento nell'evento sarà la maratona di allievi di vari Conservatori e delle scuole di Bergamo che nel pomeriggio del primo giorno di primavera invaderanno a suon di jazz le strade e le piazze di Città Alta. E sempre in tema di didattica musicale, anche nel 2010 "Bergamo Jazz" darà ospitalità (nelle mattinate di martedì 16, mercoledì 17 e giovedì 18 all'Auditorium di Piazza della Libertà ) agli incontri rivolti agli studenti delle scuole medie, curati dal Centro Didattico Produzione Musica. Incontri che saranno incentrati sul jazz orchestrale e avranno come protagonista la Big Band Jazz Company di Gabriele Comeglio. Il binomio jazz-pittura sarà invece al centro della mostra Buonanotte Suonatori di Gianni Bergamelli, aperta al Centro Culturale San Bartolomeo dal 6 al 24 marzo.


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Arte e Cultura

FEBBRAIO / MARZO

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Ristrutturazione interna di una villa unifamiliare L’articolazione interna dei locali è stata cambiata in funzione del nuovo collocamento della cucina, che permette di sfruttare al meglio gli spazi

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o spazio oggetto della ristrutturazione è una villa unifamiliare, che ha mutato radicalmente il suo aspetto con piccoli ma sostanziali accorgimenti. L’articolazione interna dei locali è stata cambiata in funzione del nuovo collocamento della cucina, la quale permette di sfruttare al meglio gli spazi. Con la demolizione della precedente parete che delimitava il soggiorno dalla cucina si è riusciti infatti ad ottenere uno spazio living più ampio ed al tempo stesso più funzionale, riducendo così contemporaneamente anche il disimpegno e guadagnando

metri quadrati sia per la zona giorno che per la zona notte. La nostra ristrutturazione ha saputo dunque creare con pochi accorgimenti una zona giorno composta da una cucina indipendente collegata direttamente con il porticato esterno (sfruttabile nei periodi estivi), un soggiorno composto da un’ampio salone utilizzato come sala da pranzo con annesso salotto, una zona notte composta da una camera matrimoniale con cabina armadio e due camere singole, con annesso locale bagno. Un’esempio di come uno studio più attento dell’articolazione interna può portare alla formazione di locali più ampi e di conseguenza più confortevoli e vivibili.

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