legnoarchitettura 09

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legnoarchitettura incontri Paolo Ninatti - Assolegno progetti Architecture Workshop2 Lino Rama Djuric Tardio ZPZ Partners Pacific Environments Architects KREJ Engineering Georg Bechter technĂŠ Timber Wave sistemi elementi in lamellare dettagli angolo pareti esterne

EdicomEdizioni

ISSN 2039-0858

Trimestrale anno III n° 9 ottobre 2012 Euro 15,00 Registrazione Trib. Gorizia n. 4 del 23.07.2010 Poste italiane S.p.A. Spedizione in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/UD




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legnoarchitettura legnoarchitettura rivista trimestrale anno 3 – n. 9, ottobre 2012 ISSN 2039-0858 Numero di iscrizione al ROC: 8147 direttore responsabile Ferdinando Gottard redazione Lara Bassi, Lara Gariup editore EdicomEdizioni, Monfalcone (GO)

incontri Paolo Ninatti

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Timber Wave

redazione e amministrazione via 1° Maggio 117 34074 Monfalcone - Gorizia tel. 0481.484488, fax 0481.485721 progetto grafico Lara Bassi, Lara Gariup stampa Grafiche Manzanesi, Manzano (UD) Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate prezzo di copertina 15,00 euro abbonamento 4 numeri Italia: 50,00 euro - Estero: 100,00 euro

sistemi elementi in lamellare

Gli abbonamenti possono iniziare, salvo diversa indicazione, dal primo numero raggiungibile in qualsiasi periodo dell’anno

97 dettagli

distribuzione in libreria Joo Distribuzione Via F. Argelati 35 – Milano

angolo pareti esterne

copertina Yellow Treehouse Restaurant, Pacific Environments Architects Foto: Lucy Gauntlett È vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore Foto: Daniel Moulinet for AW2

techné 89

Foto: Clément Guillaume

12 36

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12 progetti Aqualux Hotel Lino Rama

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Maison en bois Djuric Tardio Caribimbi ZPZ Partners

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Foto: Lucy Gauntlett

Six Senses Con Dao Architecture Workshop2

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Yellow Treehouse Restaurant

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Pacific Environments Architects

Haus Simma Georg Bechter

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Foto: Daniele Domenicali

iSartorazzi KREJ Engineering

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Foto: ŠDarkoTodorovic | Photography

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Foto: Attilio Marasco

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incontri

Paolo Ninatti - Assolegno

La situazione attuale e le prospettive future del settore delle costruzioni in legno sono al centro dell’intervista a Paolo Ninatti, Presidente nazionale di Assolegno, l’associazione che rappresenta e tutela le aziende del comparto del legno e che promuove la ricerca e l’aggiornamento scientifico oltre alla formazione e l’informazione delle imprese associate.

A destra e nella pagina accanto, un edificio multipiano e una casa a un piano realizzati entrambi con struttura portante in legno.

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L’Italia è un paese con una lunga tradizione costruttiva

Una recente ricerca commissionata allo Studio Gar-

fondata sui laterizi e il cemento: che spazi si è

dino da promo_legno, con il supporto di Assolegno, ci

ricavata la costruzione in legno e quali sviluppi

ha fornito dati per certi versi sorprendenti: visto che

potrà avere?

già oggi il 3% circa delle abitazioni e l’8% degli edifici

Nel settore dell’edilizia il comparto case ed edifici a

sono realizzati in legno, non possiamo ormai più par-

struttura legno appare oggi come una realtà emer-

lare di nicchie, ma di una realtà che si sta ritagliando

gente e in costante crescita.

un proprio spazio – sempre crescente – all’interno del

incontri



Sopra, uno stabilimento di produzione di legname da costruzione.

mercato. Paolo Gardino ha rilevato nella sua ricerca

nuamente migliorato e affinato, per cui quella in legno

che negli ultimi 5 anni il tasso di sviluppo è stato ad-

è sicuramente l’edilizia del futuro, anche per edifici di

dirittura del 500%, con una (prudente) previsione di

grandi dimensioni e a più piani.

un ulteriore raddoppio nei prossimi 3 anni. La discrepanza fra il numero delle abitazioni e quello

Quali sono gli ostacoli alla costruzione di edifici in legno

degli edifici è data dal fatto che un edificio può conte-

di grandi dimensioni anche nel nostro paese?

nere più abitazioni; questo dato ci conferma che sino

Dopo la recente eliminazione del vincolo che riguar-

a ora la tecnologia della costruzione in legno è stata

dava edifici superiori ai 3 piani totali dentro e fuori

utilizzata soprattutto per realizzare edifici mono e bifa-

terra, si può dire che ogni ostacolo di tipo tecnico è

miliari, mentre in futuro sempre più spesso la vedremo

stato rimosso, mentre gradatamente si ridimensionano

applicata anche per edifici a più piani – attualmente

anche i pregiudizi che derivavano soprattutto dalla

fino a 14, anche se la continua ingegnerizzazione dei

scarsa conoscenza del materiale da parte di molti pro-

prodotti rende possibile il raggiungimento di sempre

gettisti, imprese e amministrazioni pubbliche. La bontà

nuovi primati.

del prodotto e la capacità tecnica delle aziende che

Dall’analisi di mercato a cui ha fatto accenno e a cui

blicità e l’interesse verso questo tipo di soluzioni è

Assolegno ha collaborato attivamente, emerge che il settore

sempre in aumento, grazie anche alla crescente sen-

degli edifici in legno è in crescita. Secondo lei qual è

sibilità dei consumatori verso materiali rigenerabili e

realizzano costruzioni in legno sono la migliore pub-

il motivo di questa crescita? È un trend in sviluppo anche

processi ecosostenibili.

nei prossimi anni?

Sotto tutti questi aspetti il legno è imbattibile.

L’indagine fatta dallo Studio Gardino conferma una

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sensazione già ampiamente diffusa fra chi di noi si oc-

Quali sono le problematiche e le sfide che, in questo periodo

cupa di strutture in legno: siamo convinti di essere solo

di crisi e di trasformazione dell’edilizia, deve affrontare

all’inizio di un cammino che ci porterà lontano, in

il settore del legno?

quanto proponiamo un nuovo modo di costruire che

In un mercato in forte contrazione, anche l’industria

sicuramente darà un importante contributo al miglio-

del legno, con molti comparti fortemente collegati al-

ramento del livello tecnico dell’edilizia italiana.

l’edilizia, non può che risentirne: oltre alla diminuzione

La clientela apprezza non solamente la competitività in

di commesse e alla contrazione dei margini, preoc-

termini di costo e la velocità di realizzazione, ma so-

cupa soprattutto l’aumento del rischio per quanto ri-

prattutto il confort e la sensazione di benessere perce-

guarda i pagamenti.

pito da chiunque si trovi a contatto con un materiale

Incoraggiante è però la continua crescita delle quote

come il legno.

di mercato e la convinzione, propria di molte nostre

Il trend è quindi sicuramente in ascesa, come del resto

aziende, che in momenti come questi si debba pro-

conferma anche l’autorevole studio Gardino, perché il

cedere con determinazione sul percorso dell’innova-

prodotto è assolutamente performante e viene conti-

zione di prodotto e di processo, per presentarsi sul

incontri


Una fase di lavorazione nella filiera del legname da costruzione.

mercato con un’offerta sempre più competitiva.

infatti, alle tecniche di progettazione e calcolo struttu-

L’intervento sul costruito, in termini anche di riqualificazione

lenza qualificata e assistenza di ottimo livello.

rale, per cui il cliente e il progettista trovano consuenergetica, è una delle sfide future per un miglioramento del patrimonio esistente e una riduzione dell’impatto

In Italia, contrariamente a quanto accade nei Paesi del Nord

ambientale. Che ruolo potrà avere la costruzione in legno

Europa, c’è un’evidente difficoltà a reperire la materia prima

e in quali ambiti vede le maggiori possibilità?

legno da destinare alla filiera della lavorazione, pur avendo

Abbiamo già citato precedentemente la velocità di rea-

una grande disponibilità boschiva. Secondo lei è solo

lizzazione; se a questo aggiungiamo leggerezza, pro-

una questione di sostenibilità, di tutela del territorio o manca

prietà antisismiche, facilità di montaggio e adattabilità

una reale gestione del patrimonio boschivo? A che cosa

a ogni situazione tecnica, ritengo che nell’ambito degli

è dovuta questo differente approccio?

ampliamenti, sopralzi e riqualificazioni il legno sia un

Quello che stiamo facendo in Italia non ha niente a

materiale particolarmente indicato, che si conferma

che fare con la sostenibilità e soprattutto con la tutela

protagonista anche in casi limite come le case paras-

del territorio; le superfici coperte da bosco, che sono

site. I campi di applicazione sono dunque infiniti e le

tra l’altro in continuo aumento, sono state letteral-

nostre aziende sono pronte a collaborare con ogni tipo

mente dimenticate e manca tuttora una cabina di

di committenza per studiare insieme le migliori solu-

regia che si occupi di elaborare una politica forestale

zioni tecniche.

degna di questo nome.

Parallelamente alla continua ingegnerizzazione e svi-

Nel frattempo vantiamo numerosi primati per quanto

luppo dei prodotti, grande attenzione è stata dedicata,

riguarda l’importazione di materia prima: basti pen-

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Lavorazione di pareti in legno in stabilimento (Foto: Arcadia Biocase - Riko).

sare che siamo addirittura il primo importatore mon-

Assolegno è l’Associazione che all’interno di Federle-

diale di legna da ardere!

gno-Arredo rappresenta i comparti che vanno dalle

Anche in questo campo l’imprevidenza sembra dun-

Prime Lavorazioni (segherie), alla Carpenteria in legno,

que essere la principale caratteristica nazionale; siamo

alle Grandi strutture e legno lamellare, fino alle Case

infatti dei grandi trasformatori, ma rinunciamo a sfrut-

ed Edifici a Struttura Legno.

tare il grande potenziale forestale nazionale, che non

Sono quindi tutti gli anelli della filiera che vengono

è solo una risorsa economica, ma un grande serba-

dopo le Lavorazioni Forestali e prima dei complementi

toio di posti di lavoro, particolarmente virtuosi perché

d’arredo (Porte, Serramenti, Pavimenti, Scale, ecc.) e

legati al presidio e alla tutela del territorio.

dell’Industria del mobile. I nostri iscritti sono in continuo aumento e il nostro

Ritiene che il settore delle costruzioni in legno in Italia,

compito è quello di rappresentarli e tutelarli nelle sedi

rispetto agli altri Paesi europei sia sufficientemente maturo?

istituzionali, favorendo inoltre la ricerca e l’aggiorna-

C’è un’eccessiva frammentazione o un problema di dimensioni

mento scientifico e proponendo nuove modalità di fare

delle aziende?

impresa, come ad esempio le Reti d’impresa.

Il settore non è certamente maturo, ma, al contrario,

Dedichiamo anche molta attenzione alla promozione

in piena fase di crescita, sia dimensionale che tecnica.

dei nostri prodotti, presentandone le caratteristiche ad

La frammentazione è purtroppo un difetto tipicamente

un pubblico sempre più ampio: non si contano i con-

italiano e comporta senz’altro parecchie inefficienze,

vegni, le pubblicazioni tecniche, le collaborazioni con

compensate però da una maggiore flessibilità e adat-

le più svariate realtà.

tabilità a esigenze così mutevoli come quelle tipiche del mercato nazionale.

Nel febbraio 2010 si è costituito all’interno di Assolegno il gruppo Case ed Edifici a Struttura di legno, quale funzione

Quali aziende rappresenta Assolegno e quali compiti svolge?

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incontri

svolge il gruppo e da quante aziende è composto?


Il Gruppo dà voce a un comparto in grande sviluppo,

Tutto ciò favorisce il miglioramento della propria cul-

favorendo il rafforzamento di una coscienza di cate-

tura aziendale e stimola il miglioramento continuo, gra-

goria e il crescere della consapevolezza del potenziale

zie al confronto con altre realtà e pratiche aziendali.

di queste Aziende in termini di prodotto/servizio. Essendo un ambito molto tecnico, fondamentale è la

Oltre a essere Presidente di Assolegno, è amministratore unico

possibilità di collaborare allo sviluppo delle normative

di un’azienda che, nata come segheria, si è nel tempo

e correggere eventuali incongruenze, proponendo so-

specializzata nella progettazione, produzione e posa

luzioni migliorative: il tutto nell’ottica del perfeziona-

di strutture, case e tetti in legno,di arredo urbano

mento del prodotto e delle tutela del consumatore.

e per i parchi gioco; il legno rappresenta quindi una parte

Il grande prestigio di Federlegno-arredo e la capacità

importante della sua attività professionale e proprio

di portare argomentazioni tecniche in modo traspa-

per questo vorremmo una sua definizione del materiale legno.

rente e corretto, hanno reso possibile ottenere risultati

Il legno è una sfida continua e sempre nuova, perché

come l’eliminazione del già citato vincolo dei 3 piani

non esiste un pezzo uguale all’altro;

dentro e fuori terra, vera spada di Damocle sullo svi-

per questo richiede tanta passione e professionalità,

luppo del settore, o proporre modifiche alle Norme

ma ci ripaga stimolando la nostra curiosità, la nostra

Tecniche delle Costruzioni; nessuna Azienda, agendo

creatività; è una compagnia gradevole, perché sa rac-

singolarmente, avrebbe potuto raggiungere questi ob-

contare, ci trasmette sensazioni di naturalità e benes-

biettivi. Resta comunque il rammarico che, nonostante

sere, ci affascina con il suo colore, il suo profumo, le

il continuo aumento dei nostri iscritti, siano ancora

sue vibrazioni. Una volta conosciuto, diventa difficile

molti i “cani sciolti”, che sfruttano il lavoro e l’impe-

starne lontano.

gno delle Aziende più sensibili all’associazionismo. Queste ultime vengono però ricompensate dalla possibilità di condividere esperienze, ricercare soluzioni comuni e utilizzare servizi di alto livello come quelli of-

Per approfondimenti:

ferti da Federlegno-Arredo.

www.federlegnoarredo.it/tool/home.php?s=0,1,29,35

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AW2 - S. Ledoux & R. Amalou

Six Senses Con Dao Con Dao, Ba Ria-Vung Tau (VN)


_1 Uno scorcio notturno di una delle suite: la zona notte si apre direttamente sul porticato e sulla piscina. _2 L’area pubblica si caratterizza per un doppio rivestimento, realizzato in bambÚ e con antiche porte recuperate.

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progetti


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Ubicazione: Con Dao, Ba Ria-Vung Tau (VN) Progetto architettonico: Réda Amalou e Stéphanie Ledoux - AW2, Parigi (F) Ingegneria: Chan Phuong Engineering, Ho Chi Minh City (VN) Superficie utile: 26.000 m2 (14 ville – 35 suites)

Fotografie: Daniel Moulinet for AW2

Un resort immerso nella natura Nell’isola principale dell’arcipelago di Con Dao, lungo una lunga striscia di sabbia dorata chiusa dalle montagne e dalla foresta di mangrovie, sorge un esclusivo resort della catena Six senses immerso in un panorama unico e protetto. L'isola è parte di un parco nazionale e gli architetti chiamati a sviluppare il progetto si sono imposti, fin dalle fasi iniziali, l'obiettivo di rispettare la natura del sito con un design appropriato, prestando grande attenzione agli aspetti ambientali della progettazione (impatto sul sito, sulla natura, energia, acqua...). Il resort comprende una zona pubblica (reception, bar, ristorante, area commerciale, spa), con terrazze che danno sulla spiaggia e sul fiume, e una privata che accoglie 14 ville e 35 suites con ponti pedonali che collegano le diverse aree. Tutti gli edifici sono realizzati in legno con struttura a telaio e si caratterizzano per la forma dei tetti con rivestimento in scandole, in lamiera o in legno, una reinterpretazione delle tradizionali coperture delle case vietnamite ad ala di farfalla, a doppia falda o a falda unica. Le pareti degli edifici nell’area comune sono tamponate con vecchie porte recuperate, a riaffermare la volontà di riutilizzare materiali altrimenti destinati allo scarto e di contestualizzare il progetto richiamando un elemento tipico dell'architettura vernacolare del Vietnam. Gli edifici residenziali sono stati progettati con un allineamento leggermente irregolare secondo la pendenza naturale delle dune, lungo la linea di costa, per permettere a tutte le suites e le ville – dotate di 3 o 4 camere – di godere della vista verso il mare e per una migliore integrazione degli elementi costruiti nel sito. Certificato Green Globe, nel 2011 l’intero complesso ha ottenuto anche il premio Green Architecture dall’European Center for Architecture Art Design and Urban Studies.

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Legenda: 1 camera da letto 2 terrazza 3 giardino del bagno 4 bagno 5 soggiorno all’aperto coperto 6 terrazza 7 piscina

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pianta piano terra delle suites

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pianta piano terra delle ville

sezione longitudinale delle ville

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progetti


_3 La zona commerciale all'interno dell'area pubblica. In fondo l'ingresso al resort. _4 L'area del bar: in primo piano le tipiche porte vietnamite utilizzate come finitura esterna della parete.

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_5 Una vista del market dall'ingresso. Ăˆ ben visibile come tutto il complesso a ridosso delle alture è sopraelevato rispetto alla foresta di mangrovie.


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progetti


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progetti


Pagina a fianco, una sala del ristorante. _6_7_8 Alcune immagini dell’interno di un suite, dove anche gli arredi e i tessuti sono stati scelti per le loro caratteristiche di ecocompatibilità .

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rivista

per leggere l’articolo completo acquista

la rivista In alto, alcune viste del modello della struttura di una villa tipo con l’ossatura a telaio. Qui sopra, l’ingresso a uno dei negozi del market: la tradizione del rivestimento si sposa con la modernità dei nuovi serramenti.

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_sostenibilità________ Il complesso è stato costruito utilizzando materiali (legno, bambù) e manodopera locali. La struttura degli edifici è a telaio in legno con elementi in acciaio e tamponamenti in doghe di legno mentre i muri degli edifici della parte comune sono rivestiti con vecchie porte vietnamite sottolineando, a livello ambientale, il riutilizzo di elementi di scarto delle costruzioni ma anche la valorizzazione dell’architettura vernacolare locale. La ventilazione naturale e le ampie sporgenze del tetto riducono la necessità di utilizzo dell’aria condizionata all’interno delle residenze, comunque limitata alle sole camere da letto, contribuendo a diminuire il consumo di energia. Il complesso è stato certificato Green Globe, un programma di certificazione dell’industria del turismo il cui obiettivo è salvaguardare le risorse di energia e di acqua, ridurre i costi operativi e contribuire positivamente allo sviluppo delle realtà locali. Per le strutture turistiche lo standard di certificazione individua 41 criteri di sostenibilità suddivisi in 337 indicatori di conformità, variabili in base all’area geografica e ai fattori locali; lo standard è rivisto e aggiornato due volte all’anno. Il criterio “Design, costruzione degli edifici e delle infrastrutture: sostenibilità edifici nuovi ed esistenti” richiede principi di progettazione e di costruzione sostenibili e localmente appropriati, rispettando gli ambienti naturali e culturali.

progetti


A sinistra, scavi e fondazioni in c.a. nella zona delle suites e delle ville. A destra, la struttura lignea a telaio di una villa assemblata a terra viene montata grazie all'ausilio di una gru.

rivista

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la rivista

A sinistra, posizionamento di una delle due lunghe travi oblique che daranno forma al grande sporto del tetto ad ala di gabbiano verso il mare. A destra, uno scorcio del primo piano di una delle ville dove sono visibili le connessioni, gli ancoraggi e gli incastri della struttura.

A sinistra la struttura di una villa completata, dove è chiaro l'impianto del sistema a telaio. A destra, le tre tipologie dei rivestimenti esterni delle ville: doghe in legno per le pareti, bambÚ come frangisole e pietra locale per il basamento in c.a.

A sinistra, una parte dell'area pubblica dove si nota il basamento rialzato. A destra, la piattaforma in c.a. separa gli edifici in legno da quelli realizzati in cls armato che accolgono i locali di servizio del resort.

Vista complessiva del cantiere in fase di ultimazione.

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digital | review | e-news | meeting

incontri progetti techné sistemi dettagli incontri progetti techné sistemi dettagli incontri progetti techné sistemi dettagli incontri progetti techné sistemi dettagli incontri progetti techné sistemi dettagli

Il modo migliore per conoscere l’architettura in legno

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Lino Rama

Aqualux Hotel Bardolino


Foto: Attilio Marasco


_1 Una vista dell’ala ovest, dall’interno della corte. Il rivestimento esterno è una facciata ventilata con gres porcellanato.

Foto: Attilio Marasco

_2 La piscina rettangolare centrale e, sullo sfondo, la facciata che dà sulla corte interna dell’ala a nord-est.

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1

progetti


Foto: Attilio Marasco

2

Ubicazione: Bardolino (VR) Progetto: arch. Lino Rama, Bardolino (VR) Strutture cls: ing. F. Zanetti, Bardolino (VR); ing. R. Daducci, Garda (VR) Strutture legno: ing. Arno Gadner, ing. Andreas Berger, Merano (BZ) Consulente impianto meccanico: ing. Michele Carlini, Bolzano Consulente acustica: ing. Massimo Rovere, Mansuè (TV) Consulente impianto elettrico: ing. Roberto Covi, Merano (BZ) Consulente progettazione del verde: Fontana L’arte del verde, San Giorgio in Salici (VR) Direttore dei lavori: arch. Lino Rama Appaltatore: Fedrigoli Costruzioni Spa, Ambrogio V.lla (VR); per le strutture in legno: Finnforest/MetsaWood Merk GmbH, Aichach (D) Lavori: 2008-2012 Superficie fondiaria: 17.730 m2 Superficie utile: 11.982 m2 Superficie verde: 8.000 m2 per hotel, 2.200 m2 aperta al pubblico

Per una vacanza sostenibile Inaugurato a fine maggio a Bardolino, sul Lago di Garda, l’Aqualux nasce dalla volontà di realizzare un complesso alberghiero basato sulla sostenibilità ambientale e sul risparmio energetico. L’architettura dell’hotel vede convivere materiali biocompatibili e naturali – la struttura è quasi totalmente in legno –, innovative scelte di produzione energetica e avanzati software di gestione che riducono drasticamente gli sprechi consentendo quindi un elevato livello di risparmio energetico e idrico. L’edificio si configura inoltre come un esperimento di ridefinizione di una zona industriale dismessa e da tempo abbandonata al degrado. Il complesso alberghiero è articolato intorno a una grande corte centrale con quattro piscine all’aperto, spazi per il relax e aree verdi con essenze locali e piante d’alto fusto. Al piano terra si sviluppano le aree comuni dedicate alla ristorazione e all’accoglienza: la hall, due ristoranti, due bar (uno dei quali su due piani), una zona fitness. Al primo e al secondo piano trovano posto le 113 camere – di cui 33 suite – tutte, come gli spazi comuni, dotate di un sistema di climatizzazione radiante. Nella parte interrata sono collocati, invece, tutti i locali di servizio, l’area dedicata alla spa, le sale congressuali e il parcheggio da 130 posti. Fin dalla fase iniziale di progettazione si è scelto di eseguire l’intervento riducendo di oltre il 40% le volumetrie disponibili e utilizzando materiali bio-compatibili e non dannosi per l’uomo, provvedendo al fabbisogno energetico con fonti rinnovabili e introducendo metodi di gestione improntati al risparmio energetico. L’impegno e le scelte orientate alla sostenibilità, al benessere e alla salute hanno permesso al progetto di ottenere, primo albergo italiano realizzato al di fuori della provincia di Bolzano, la pre-certificazione ClimaHotel.

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A

A B

B

pianta piano terra

sezione AA

sezione BB

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progetti


pianta primo piano

_trasmittanza media elementi costruttivi________ pareti esterne: U = 0,17 W/m2K (parete in legno ventilata con isolamento costituito da 16 cm di fibra di legno) solaio contro terra: U = 0,28 W/m2K (solaio verso vespaio con isolamento costituito da 12 cm di XPS) copertura: U = 0,14 W/m2K (solaio in legno ventilata con isolamento costituito da 20 cm di XPS) superfici trasparenti: Uw = 1,4 W/m2K (serramenti in alluminio e facciate); abbattimento acustico 43 dB

_prestazioni energetiche________ per riscaldamento: 29,49 kWh/m2 anno (precertificato CasaClima) per acqua calda: 15,60 kWh/m2 anno (ACE) per riscaldamento e acqua calda: 45,09 kWh/m2 anno per raffrescamento estivo: 27,8 kWh/m2 anno emissioni di CO2 evitate: 130.000 kg CO2/anno

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Foto: Attilio Marasco

_3 Una vista della piscina interna con la vasca idromassaggio sopraelevata. Ăˆ ben leggibile la struttura portante mista, in c.a. e legno.

3

dettaglio assonometrico della struttura portante mista del primo piano

A B

C

dettaglio A

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progetti

dettaglio B

dettaglio C


_4 Un interno della zona wellness. _5 Un bagno.

Foto: Attilio Marasco

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Foto: Attilio Marasco

Foto: Attilio Marasco

_6 La zona ristorante dell’ala nord.

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6

_certificazione ClimaHotel________ La certificazione ClimaHotel, che nasce all’interno dell’Agenzia CasaClima, è un riconoscimento che certifica la sostenibilità globale delle strutture turistiche e si basa su tre pilastri portanti della sostenibilità: ecologia, economia e espetti socio-culturali. Essa rappresenta lo strumento per introdurre nella realizzazione e nella gestione delle strutture alberghiere misure tecniche e strategiche gestionali coerenti con il rispetto dell’ambiente e del contesto socio-culturale. ClimaHotel propone una metodologia di valutazione della sostenibilità globale del progetto turistico nella sua interezza che va dalla scelta dei materiali fino alle strategie gestionali, con scelte che siano praticabili, controllabili e comunicabili a tutte le varie realtà connesse alla struttura realizzata.

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A

rivista

B

per leggere l’articolo completo acquista Solaio copertura, dall’estradosso, (A): - terreno vegetale con sistema drenante (600 mm) - impermeabilizzazione - massetto con pendenza (50 mm) - isolamento (100 mm) - cappa collaborante (200 mm) - tegolo (610 mm) - isolamento (100 mm) - struttura portante - controsoffitto

Solaio controterra, dall’estradosso, (B): - impianti e pavimento (280 mm) - cappa in c.a. (50 mm) - vespaio a igloo (170 mm) - platea (300 mm) - sottofondo in c.a. (50 mm) - bentonite - magrone (100 mm) - TNT - riempimento con materiale riciclato (250 mm) - TNT - terreno

1 pavimento in pietra (20 mm) 2 massetto (120 mm) 3 vespaio a igloo (500 mm) 4 impianti e pavimento (150 mm) 5 cappa (50 mm) 6 vespaio a igloo (300 mm)

32 legnoarchitettura_09

progetti

la rivista Qui accanto, montaggio di pareti e solai in X-Lam (per i piani sopra terra). Sotto, portici al piano terra e balconi al primo piano hanno struttura portante in acciaio (successivamente colorata di bianco), su cui poggia il solaio in X-Lam.


_sistema costruttivo________ Il lotto di intervento (11.650 m2) è stato scavato fino a quota -6 m per realizzare i posti auto necessari, spazi di servizio, sale congressi e area wellness. All’interno si sono realizzati i muri di sostegno su pali e su questi i solai, in gran parte prefabbricati. I 27.800 m3 dell’edificio fuori terra sono realizzati con una struttura portante prefabbricata in legno con tecnologia X-Lam (tavole di abete incollate incrociate) e compensato impiallacciato provenienti da coltivazioni certificate. I pannelli X-Lam hanno uno spessore di 85 mm e presentano dimensioni diverse dipendenti dallo schema statico derivato dai moduli architettonici. I solai, di dimensioni varie, limitate solo dal trasporto, hanno uno spessore di 168 mm o di 198 mm e sono assemblati alle pareti verticali tramite viti e staffe in acciaio. Tutte le pareti interne sono rivestite in cartongesso mentre le facciate sono finite con pannelli isolanti di fibra di legno e parete ventilata di gres porcellanato. Le colonne a forma di croce e le travi al piano terra sono in compensato impiallacciato (Kerto) lasciato a vista e fissato a terra con staffe in acciaio.

sezione orizzontale tipo di una camera

rivista

A

Parete divisoria tra camere, dall’esterno (A): - doppio strato di gesso rivestito (10,2 mm) - struttura portante della controparete in montanti metallici (50 mm) inframezzati da pannelli isolanti in lana minerale - vuoto (5 mm) - doppio strato di gesso (10,2 mm) - pannello isolante in lana di vetro - struttura portante in X-Lam (530 kg/m3)

Parete divisoria interna tra camera e bagno, dalla camera (B): - doppio strato di gesso rivestito (10,2 mm) - struttura portante della parete divisoria in montanti metallici (75 mm) inframezzati da pannelli isolanti in lana minerale - doppio strato di gesso (10,2 mm) - rivestimento in ceramica

per leggere l’articolo completo acquista

la rivista B

vuoto per passaggio impianti

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A destra, due immagini di cantiere che mostrano la messa in opera degli impianti radianti a soffitto e a pavimento.

_sostenibilità________ L’intero edificio è realizzato con una struttura portante in legno proveniente da coltivazioni certificate e rivestita con pannelli isolanti naturali. Tutte le coperture sono tetti verdi che consentono una migliore gestione climatica; è inoltre previsto il riutilizzo delle acque piovane per l’irrigazione delle zone a verde. I vari ambienti, dalle singole camere agli spazi comuni, sono dotati di ampie vetrate, hanno un’elevata insonorizzazione e sono climatizzati per mezzo di sistemi radianti a soffitto, a pavimento e a parete. Per il riscaldamento e la climatizzazione sono utilizzate fonti rinnovabili, così come per la produzione di parte dell’acqua calda sanitaria e per il riscaldamento delle piscine. La principale fonte è rappresentata dalla geotermia, sfruttata sottoforma di recupero termico da acqua di falda attraverso l’utilizzo di due pompe di calore geotermiche polivalenti che riescono a produrre contemporaneamente fluido caldo e fluido freddo, per una potenza di 479 kW frigoriferi e 514 kW termici ciascuna. A questa fonte primaria si affianca un impianto solare termico di circa 135 m2 di superficie, in grado di garantire quasi la metà del fabbisogno di ACS. È stata realizzata inoltre la predisposizione per un impianto fotovoltaico con potenza di picco pari ad alcune centinaia di kW (in funzione dell’organizzazione degli spazi in copertura) che verrà però definita in futuro. Si sopperisce al rimanente fabbisogno energetico attraverso impianti a elevato rendimento. Nel caso dell’energia termica, da due caldaie a condensazione, mentre nel caso dell’energia frigorifera, da un gruppo frigorifero condensato ad acqua con torre di emergenza. In tutto l’hotel è in funzione un impianto di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore in cui anche l’unità di trattamento aria è dotata di un suo recuperatore di calore. La struttura dispone, infine, di un sofisticato sistema di Building Automation che sovrintende all’intero impianto elettrico, con software dedicati che gestiscono l’illuminazione nei vari ambienti.

_7 Il porticato al piano terra dell’ala ovest. con le colonne a croce e le travi in compensato impiallacciato (Kerto) lasciato a vista, fissato con staffe in acciaio.

Foto: Attilio Marasco

_8 La passerella che collega l’ala sud-ovest con l’ala nord-est ha struttura portante in acciaio.

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7

progetti

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A sinistra, le fondazioni del complesso in c.a.; per poter costruire a confine, e sfruttare cosĂŹ appieno la superficie disponibile, si sono utilizzati diaframmi tirantati. A destra, il vano scale in c.a. e una fase di posa del solaio prefabbricato in legno del primo piano.

A sinistra, in alto, una staffa di collegamento tra il solaio in legno e il muro in c.a. del vano scale. A sinistra, in basso, le colonne cruciformi del piano terra, in compensato impiallacciato; il fissaggio a terra è garantito attraverso staffe metalliche. A destra, la posa di un pannello del solaio.

A sinistra, la costruzione del portico a piano terra dell’ala ovest. Un’immagine di cantiere della piscina interna-zona wellness, realizzata con un sistema costruttivo misto: pilastri in c.a. a doppia altezza, travi in legno e pareti e solai in X-Lam.

A sinistra, posa di una parete portante in X-Lam. A destra, i blocchi delle stanze realizzate in X-Lam sono irrigiditi da profili metallici che fungeranno da elementi di controventatura oltre che da supporto dei controsoffitti. Date le dimensioni dei solai e delle pareti, i pannelli sono arrivati in cantiere smontati.

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Djuric Tardio

Maison en bois Antony (F)


Foto: ClĂŠment Guillaume


_1 La facciata della casa verso la strada vista da est: la struttura del tetto a vista richiama la medesima tipologia delle coperture circostanti.

Foto: ClĂŠment Guillaume

_2 L’ingresso principale a nord-est con la vegetazione che si riflette sulle imposte in inox lucidato a specchio apribili e sulle vetrate.

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1

progetti


Foto: Clément Guillaume

2

Ubicazione: Antony, Parigi (F) Progetto: Djuric Tardio Architectes, Parigi (F) Struttura in c.a., gestione ambientale, sviluppo sostenibile: AEDIS Ingénierie, Boulogne Billancourt (F) Struttura in legno: BBOX, Bordeaux (F) Paesaggista: Jeanne Dubourdieu atelier de paysages, Parigi (F) Lavori: 2010 (10 mesi) Superficie: 246 m2

Un tetto aperto sul cielo Nella periferia a sud di Parigi questo edificio in legno a due piani si caratterizza per il tetto apparentemente incompiuto che, pur riprendendo la forma delle coperture degli edifici circostanti rispondendo così anche alle restrizioni del regolamento edilizio, è lasciato a vista, aperto; anzi, trasformato in una zona viva, un giardino pensile, una terrazza per le verdure e la frutta, sfruttando appieno una superficie altrimenti destinata al sottotetto. L’aspetto distributivo della casa è molto singolare, essendo i committenti una famiglia allargata che necessitava di un design flessibile e modulare. La scala è posizionata centralmente su un lato corto dell’edificio in corrispondenza dell’ingresso e delle aree di servizio e non divide fisicamente le due unità immobiliari: è stata infatti progettata per diventare in futuro un’area comune che collegherà visivamente i due piani del volume del fabbricato. La zona giorno e quella della biblioteca-studio sono separate da grandi pareti mobili che consentono di allargare o chiudere gli spazi a seconda delle esigenze della vita quotidiana. Le aree living si espandono al di fuori delle abitazioni: ampi serramenti con doppio vetro e argon dilatano la zona giorno verso il giardino al piano terra e al piano superiore nell’ampio terrazzo che crea una zona d’ombra al piano terra durante l’estate. Due lucernari sulla terrazza giardino portano la luce naturale ai piani inferiori. La facciata principale a nord, su cui affacciano le camere da letto, è una composizione di aperture, alcune delle quali costituite da pannelli in inox lucidato su entrambi i lati, apribili ad anta. I riflessi della vegetazione sulle vetrate e sulle ante a specchio nelle loro varie posizioni, mutano continuamente l’aspetto della facciata. L’elevato isolamento della struttura rende quasi superfluo il riscaldamento a pavimento mentre l’impianto di recupero dell’acqua piovana consente l’irrigazione del giardino e del tetto giardino limitando l’utilizzo di acqua potabile.

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2 3 1 4 2

pianta piano terra

3 2

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pianta primo piano

pianta terrazza

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progetti

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Legenda: 1 entrata 2 camera da letto 3 biblioteca/studio 4 zona living


sezione longitudinale

Foto: ClĂŠment Guillaume

_3 La zona living dell’unità al piano terra. A sinistra si intravede la grande parete scorrevole che consente di separare lo spazio tra la cucina e la biblioteca a seconda delle esigenze.

3

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_4 Il balcone dell’appartamento al primo piano affacciato sul giardino a sud est.

Foto: Clément Guillaume

Foto: Clément Guillaume

_5 Vista verso sud del terrazzo giardino con la struttura “incompiuta” del tetto.

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4

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Parete esterna, dall’interno: - pannello strutturale Leno® (8 cm) - isolamento in fibra di legno - tenuta all’acqua - rivestimento in doghe di cedro rosso 1 cornice di metallo fissa e rivestita di acciaio 2 telaio di metallo apribile, isolato con poliuretano 3 isolamento interno della persiana 4 lastra in polimirror inossidabile, agganciata alla cornice 5 protezione in metallo verniciato

1 2 6 3 4

7

rivista 5

per leggere l’articolo completo 6

8

dettaglio persiana sul fronte strada

Solaio intermedio, dall’estradosso: - pavimento in quercia - riscaldamento a pavimento - solaio in pannelli Leno® (19 cm) - controsoffitto 6 supporto in cedro per finestra 7 telaio lucido, apertura a scomparsa 8 basamento in cemento

dettaglio vetrata sul fornte strada

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A fianco due immagini della posa di una parete al piano terra su dormiente in legno. Il pannello arriva in cantiere completo di isolamento, di teli di tenuta al vento e del rivestimento.

_struttura________ Su un basamento in c.a. sono stati posati i pannelli portanti dell’edificio costituti da lamelle di abete rosso, incrociate e incollate, e tagliati con precisione secondo un processo produttivo rispettoso dell’ambiente. Tale procedimento permette la fabbricazione di elementi costruttivi massicci di dimensioni variabili (fino a 4,80 x 20 m) con spessori compresi tra 50 e 300 mm. La struttura a lamelle incrociate garantisce un effetto sigillante, mentre l’incollaggio duraturo e di alta qualità permette la realizzazione di elementi costruttivi assolutamente stabili nelle dimensioni e resistenti alle torsioni. I pannelli sono giunti in cantiere già provvisti di isolamento, di membrane impermeabili, di freno vapore e di rivestimento esterno in doghe orizzontali non trattate. La scelta di questo tipo di elementi è stata dettata anche dalla volontà di ridurre al minimo l’inquinamento dovuto al cantiere e ai trasporti, essendo l’area di progetto situata in un sobborgo densamente abitato. L’edificio è stato completamente prefabbricato in laboratorio e montato in loco in due settimane.

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_6 La grande vetrata scorrevole separa la zona giorno al primo piano dal balcone. _7 L’area living esterna al piano terra, il soggiorno e l’ingresso dell’edificio sullo sfondo; un asse visivo ininterrotto da sud a nord caratterizza gli ambienti interni.

Foto: Clément Guillaume

Foto: Clément Guillaume

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progetti


A lato, posa dei primi pannelli al piano terra sul basamento in c.a.

A sinistra, dettaglio dell’ancoraggio alle fondazioni dei pannelli prefabbricati con piastre di acciaio. A destra, fissaggio delle travature orizzontali.

A sinistra, posizionamento dei pannelli in legno sul lato sud. Contrariamente agli altri tre lati, i cui pannelli sono arrivati in sito completi di isolamento e rivestimento, questi verranno completati in opera poiché sono posizionati in corrispondenza del camino interno. A destra, il primo solaio.

A sinistra, al primo piano i lavori proseguono con l’ancoraggio delle pareti perimetrali e interne. A destra, posa dei serramenti e della barriera al vento sui pannelli della facciata sud prima della messa in opera del rivestimento.

A sinistra, vista verso il giardino: lo spazio a doppia altezza a destra identifica il grande lucernario creato in copertura per portare luce naturale alle due unità. A destra, stessa vista dell’immagine a sinistra, con le superfici finite. Il colore chiaro della finitura amplifica l’effetto della luce che entra dal lucernario.

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ZPZ Partners

Caribimbi Parma



_1 Veduta esterna dei due padiglioni che accolgono le classi affacciate verso l’area verde. I diversi volumi sono accomunati dalla variegata colorazione del rivestimento in doghe di legno. _2 L’ala riservata ai bambini di 1 anno.

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2

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progetti


Ubicazione: Centro Servizi Cavagnari, Parma Committente: Cariparma Crédit Agricole, Parma Progetto: ZPZ Partners, Modena Strutture: ing. Pier Luigi Cigarini, Reggio Emilia Direttore dei lavori: ZPZ Partners: arch. Claudia Zoboli con arch. Michele Zini e arch. Sara Michelini Arredi: Play+Reggio Emilia; Soncini Quintavalla, Parma Appaltatore: MDE s.r.l., Piacenza Date progetto: 2008-2009 Lavori: 2010-2011 Superficie fondiaria: 3.530 m2 Superficie utile: 867 m2 Superficie verde: 2.340 m2

Il legno è pedagogico! Coniugare architettura e intenti pedagogici con la sostenibilità in una struttura insieme privata e pubblica è stato l’intento che ha portato alla costruzione di questo asilo aziendale, realizzato all’interno del Centro Servizi Cavagnari di Cariparma a Parma. L’asilo nido per i figli dei dipendenti della banca è fruibile anche dagli iscritti alle graduatorie comunali rispondendo così anche alle esigenze del quartiere e della città. La sfida progettuale è stata costruire un ambiente per l’infanzia dove la funzionalità e l’estetica fossero di supporto allo sviluppo creativo dei piccoli utenti, in modo tale che lo stesso fabbricato assumesse un valore pedagogico. Il tutto a partire da una progettazione consapevolmente sostenibile; l’asilo è concepito per usare risorse rinnovabili, contenere la dispersione energetica grazie al forte isolamento e all’inerzia termica della struttura in pannelli in X-lam e impiegare sistemi passivi a protezione dall’irraggiamento solare. Tra l’interno e l’esterno dell’edificio si instaura un continuo gioco di contrasti tra colori e volumi: l’esterno è monocromatico, materico, con un rivestimento in doghe di legno verticali di tre toni diversi posate secondo uno schema casuale ed è racchiuso da un tetto dalla geometria variabile, a richiamare un foglio di carta spiegazzato (forma pensata originariamente per ottimizzare l’esposizione dei pannelli fotovoltaici). L’interno è invece contraddistinto da una palette di colori luminosi, è complesso, variegato, ricco di linguaggi differenti e di stimoli sensoriali diversi. Dal punto di vista compositivo il fabbricato è costituito da una serie di padiglioni collegati dalla grande copertura e da una piazza centrale coperta – illuminata dalle aperture sui lati e dal grande occhio centrale –, fulcro dell’edificio e luogo per la socializzazione e il gioco tra i bambini di differente età. Uffici e spazi di servizio si affacciano sulla strada, a nord, creando una separazione acustica per i tre padiglioni con le sezioni e gli atelier che si aprono a raggiera verso sud per privilegiare l’illuminazione naturale e la vista sul verde.

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6 4 5 7

4

8 10 3

3 2

1 9

planimetria

Legenda: 1 ingresso 2 ufficio 3 meeting

4 riposo 5 sezione grandi 6 sezione piccoli

3

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progetti

7 8 9 10

pranzo atelier cucina piazza


4

_trasmittanza media elementi costruttivi________ pareti esterne: U = 0,162 W/m2K solaio contro terra: U = 0,226 W/m2K copertura: U = 0,190 W/m2K superfici trasparenti: Uw = 1,7 W/m2K

_prestazioni energetiche________ per riscaldamento: 9,72 kWh/m3 anno per acqua calda: 1,3 kWh/m3 anno

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3_ La piazza centrale, dove i bambini di diverse età si incontrano, è stata pensata anche per eventi, attività per i genitori o per piccoli gruppi. 4_ L’aula per i bambini di 12 mesi. 5_ L’ufficio utilizzato anche per il ricevimento dei genitori.

sezione parziale est-ovest (padiglione bimbi 12 mesi e “occhio” piazza)

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Sotto, da sinistra, la struttura di copertura della piazza centrale; geometrie dinamiche per il lungo e stretto volume dei servizi a nord; dettaglio del rivestimento esterno caratterizzato da tre colori differenti.

_sistema costruttivo________ La struttura portante è in pannelli multistrato (X-lam) di grande formato, realizzati mediante la sovrapposizione di strati incrociati di tavole di legno di conifera di provenienza nord Europea, classificate secondo la norma EN 338 con contenuto di umidità compreso tra 8 e 12 % (± 2%). In tal modo, utilizzando cioè unicamente legname essiccato, si abbatte il pericolo di attacco da parte di agenti biologici e si incrementa la stabilità e la robustezza dell’elemento. La disposizione incrociata delle lamelle longitudinali e trasversali permette di ridurre a valori trascurabili i fenomeni di rigonfiamento e ritiro del pannello, aumentandone notevolmente la resistenza statica e la stabilità dimensionale. Il pannello utilizzato è composto da cinque strati di tavole, tre trasversali e due longitudinali, assemblati mediante incollaggio e chiodatura permanente con chiodi zigrinati. Lo spessore delle tavole è di 24 mm per ogni strato e la larghezza è compresa tra 95 e 150 mm. La struttura in legno poggia su una fondazione a platea in c.a. La copertura a falde di diversa pendenza, costituita da un’orditura primaria e una secondaria, è pannellata in legno, coibentata con lana minerale e impermeabilizzata con guaine bituminose.

struttura primaria e secondaria della copertura

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progetti

struttura esterna copertura


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rivista

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la rivista 8

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Copertura, dall’esterno: - impermeabilizzazione con guaina monostrato incollata - pannelli di fibra di legno (1,5 cm) - aria debolmente ventilata (5 cm) - telo traspirante impermeabile - lana di roccia (16 cm) - barriera frenovapore - pannello strutturale in legno (6-8 cm) 1 2 3 4

uscita aria travetti in appoggio tavolato di bordo puntone 8x8 cm, passo ogni 100 cm 5 due tiranti in legno (2x8 cm) 6 trave di bordo (20x70 cm) inclinata 7 magatelli (4x5 cm)

Parete, dall’esterno: - rivestimento esterno in doghe verticali di legno a 3 colori - intelaiatura rivestimento esterno (2 cm) - lana di roccia, densità 70 kg/m3 (8 cm) - telo traspirante impermeabile - parete in legno X-lam multistrato incrociato (16,8 cm) - lana di roccia, densità 40 kg/m3 (6 cm) - aria (2 cm) - doppia lastra cartongesso (1,25 + 1,25 cm) 8 lastra cartongesso (1,5 cm) 9 infisso in legno

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_6 I servizi igienici per i bambini di 12 mesi. _7 I servizi igienic per i bambini di 3 anni. _8 L’aula per i bambini di 3 anni d’età. 6

7

_finiture interne e arredi________ Colore Per progettare le finiture e gli arredi in un asilo è indispensabile considerare le qualità spaziali e sensoriali - architettura, arredi, acustica, colore, luce, paesaggio materico - in quanto esse sono determinanti nell’influenzare le capacità percettive e cognitive dei bambini. Nel caso del Caribimbi è stata creata una gamma cromatica ricca di sfumature, lontana dalla semplificazione dei colori primari e indirizzata, invece, verso un sistema composto da tanti colori accostati tono su tono, da colori intrinsechi e colori filmici, da colori in contrapposizione tra loro. L’ambiente presenta anche una gerarchia cromatica: colori a bassa saturazione, con alcuni colori di accento, a livello ambientale, negli arredi colori mediamente protagonisti e più accesi per gli oggetti. Luce L’illuminazione è realizzata attraverso differenti sorgenti luminose - fluorescenti, alogene, LED - per meglio sfruttarne le diverse caratteristiche, quali la fedeltà nella resa cromatica e la capacità di generare ombre e di produrre ombre colorate: sorgenti luminose con diverse temperature colore e corpi illuminanti con differenti solidi fotometrici creano luce diffusa o concentrata, diretta o indiretta. È possibile variare la intensità delle luci tramite dimmer e modificare la loro tonalità cromatica grazie a sistemi a base RGB. Materiali Il paesaggio all’interno dell’asilo è articolato, un ambiente multi sensoriale che unisce superfici lisce e ruvide, umide e secche, opache e lucide, traslucide e trasparenti; si sono utilizzati: legno a doghe di tre colorazioni in sfumatura, legno rosso, legno industriale a pavimento, legno sbiancato a soffitto; cemento con inerte a vista in pavimentazione; ceramiche lucide, a rilievo, opache; tessuti; laccature; elementi morbidi di diverse densità; materiali con caratteristiche diverse che cambiano nel tempo (legno) o rimangono invariati (vetro, acciaio).

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A sinistra, posa dei primi pannelli in legno. A destra, i volumi degli spazi di servizio a nord.

A sinistra, scorcio della piazza centrale: si notano gli agganci e gli incastri dei pannelli alla platea e le travi di copertura. A destra, la sotto struttura sporgente per l’ancoraggio del rivestimento inclinato a coronamento e protezione della parete.

A sinistra, dettaglio della copertura di uno dei padiglioni. A destra, il grande “occhio� della piazza centrale.

A sinistra, coibentazione, impermeabilizzazione e finitura della copertura. A destra, posa del rivestimento della facciata in doghe di legno a giunto aperto.

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Pacific Environments Architects

Yellow Treehouse Restaurant Warkworth (NZ)


_1 Vista complessiva del ristorante: a destra il “Balcone di Giulietta� si affaccia sul bosco. _2 La struttura a bozzolo del ristorante e la lunga passerella sopraelevata che si snoda tra gli alberi.

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progetti


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Ubicazione: Warkworth, Auckland (NZ) Progetto architettonico: Peter Eising & Lucy Gauntlett - Pacific Environments Architects, Auckland (NZ) Responsabili del progetto: Gareth Skirrow, Blair Wolfgram, Joe Holden, The Building Intelligence Group, Auckland (NZ) Ingegneria: Chris MacKenzie & John Worth, Martin Feeney, Holmes Consulting - Holmes Fire, Auckland (NZ) Appaltatori: Shane Brealey, Paddy Molloy, Megan Roberts, NZ Strong, Auckland (NZ); Jim Bellamy, Citywide Construction Ltd, Mulgrave - Victoria (AUS) Finiture in legno: Owen Griffiths, Sandy Sandiford, McIntosh Timber Laminates, Auckland (NZ) Luci: Renee Kelly, ECC Lighting & Furniture, Auckland (NZ)

Fotografie: Lucy Gauntlett

A cena sull’albero Questo singolare ristorante temporaneo sospeso su un albero a quasi 10 metri da terra e smontabile per un potenziale riutilizzo futuro è il risultato di una campagna pubblicitaria lanciata dalle Yellow Pages neozelandesi con l’intento di dimostrare che qualsiasi incarico può essere completato attraverso l’elenco, compresa la costruzione e la gestione di un ristorante come questo. Per il concept architettonico dell’edificio, che si trova in un bosco di sequoie in una zona rurale a nord di Auckland, i progettisti si sono ispirati a forme presenti in natura riprendendo, in particolare, le sembianze ovali di un bozzolo organicamente abbracciato a un tronco, che racchiude e protegge una crisalide e che richiama una lanterna quando si illumina all’imbrunire. In pianta il progetto rivisita la forma della conchiglia marina di un Nautilus, una spirale che si divide lungo l’asse est-ovest creando i due livelli del bar e del ristorante sopraelevato di qualche gradino. Questo slittamento della pianta permette di collegare l’edificio verso sud alla lunga passerella sopraelevata di accesso che si snoda per 60 metri attraverso la natura e di aprire a nord un balcone panoramico – detto “Balcone di Giulietta” – con vista sul bosco di sequoie. I locali di servizio e la cucina sono posti a livello del terreno, all’inizio della passerella. Lamelle verticali, dimensionate in base al soleggiamento dell’area, avvolgono e chiudono tutta la struttura, che rimane comunque permeabile verso l’esterno consentendo anche la ventilazione naturale all’interno del ristorante. Scegliere l’albero più adatto a soddisfare la miriade di requisiti funzionali del piccolo ristorante non è stato facile: dopo un’attenta ricerca e studio, che ha coinvolto anche agronomi e consulenti, a sostenere il peso dei materiali, delle persone (clienti e camerieri) e delle attrezzature e a reggere l’ancoraggio della struttura, di circa 10 m di diametro e altezza di circa 12 m, è una sequoia alta 40 m con un fusto di 1,20 m.

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planimetria

Nella planimetria è possibile inviduare la struttura che sostiene il complesso della passerella e delle piattaforme: in nero sono evidenziate le sezioni degli alberi, mentre in grigio sono indicate le sezioni dei pali di legno; in rosa, la sequoia su cui è stato costruito il Tree Restaurant.

_3 L’interno del ristorante con il “Balcone di Giulietta”. La struttura primaria è costituita dalle lamelle esterne e quella secondaria dai brise soleil. In alto lo scheletro ligneo orizzontale che sostiene le strutture portanti triangolari.

3


1 2

6 7

3

4

Legenda sezione: 1 alette minori (280x42 mm) di legno lamellare a tutta altezza 2 alette maggiori (450x42 mm) di legno lamellare a tutta altezza 3 copertura acrilica 4 tende schermanti 5 elementi portanti fissate con 150 tasselli, pavimento in legno (40 mm) 6 sagoma esterna delle alette minori 7 sagoma esterna delle doghe di pioppo a tutta altezza 8 collare strutturale in acciaio 9 illuminazione verso l’alto

Diametri del tronco: 1,5 m altezza = 1,6 m diam 7 m altezza = 1,3 m diam 8 m altezza = 1,25 m diam 10 m altezza = 1,20 m diam 11 m altezza = 1,15 m diam

5 8

9 sezione

1

2 3 8

7 4 5 pianta

6

Legenda pianta: 1 doghe di pioppo a tutta altezza lungo l’intera facciata posteriore 2 alette maggiori (450x42 mm) di legno lamellare a tutta altezza 3 alette minori (280x42 mm) di legno lamellare a tutta altezza 4 corrimano (diam. 45 mm) 5 doghe di pioppo non continue 6 asse centrale degli elementi portanti 7 strisce di LED fissate alle alette maggiori 8 doghe di pioppo che corrono a tutta altezza esternamente, a est dell’entrata

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progetti


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rivista

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Sopra, in senso orario a partire da sinistra, rendering dello sviluppo strutturale del Yellow Treehouse Restaurant.

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_sistema costruttivo________ Tre collari di acciaio fissati al tronco della sequoia sostengono le strutture portanti triangolari in legno, costituite da doppi elementi di dimensioni 300x50 mm, realizzando così i due solai del bar/ristorante e della copertura. Ancorate ai solai, una serie di alette curve in legno lamellare di pino – le più piccole con dimensioni 280x42 mm, quelle più grandi di 450x42 mm – formano l’involucro esterno dell’edificio. Una guida fissata a questi elementi consente l’installazione dell’illuminazione notturna a led sulle travi di maggiore dimensione. Doghe curvate di pioppo, essenza coltivata in Nuova Zelanda come frangivento e di poco valore commerciale, di 20x30 mm, completano la struttura fungendo da frangisole; a sud esse sono a tutta altezza, mentre a partire dal “Balcone di Giulietta” hanno un’altezza massima di 1.100 mm dal piano del pavimento, così da consentire la vista del paesaggio. Il rivestimento della passerella di accesso è realizzato con doghe di sequoia recuperate e fresate in sito. A protezione dagli agenti atmosferici sono state inserite lastre trasparenti in Perspex® (metacrilato) in copertura e tende verticali a schermare l’irraggiamento solare. La conformazione curvilinea delle alette permette alla pioggia di scorrere verso il basso e di non penetrare all’interno della sala.

progetti


1 2

3 interno

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rivista

Sezione verticale di dettaglio: 1 doghe di pioppo continue (a tutta altezza e non); quelle non a tutta altezza, in corrispondenza dell’entrata, arrivano a 1,1 m dal piano pavimento 2 alette maggiori (lamellare) 3 bordo esterno alette minori (lamellare) 4 doghe di pioppo (20x30 cm) 5 listello di sicurezza (75x50cm) 6 tavolato di legno (100x40 cm) 7 elementi portanti sagomati a seguire l’inclinazione delle alette di lamellare

esterno

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pavimentazione interna

Sezione orizzontale di dettaglio: 1 alette maggiori 2 striscia di LED 3 guida fissata alle alette piccole e grandi 4 doghe di pioppo fissate su guide (20x30 cm) 5 alette minori

la rivista esterno

3

4

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A lato, un dettaglio della “parete” del Tree Restaurant, con le alette maggiori fissate direttamente alla struttura portante e quelle minori unite tra loro da fasce metalliche.

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progetti


A sinistra, costruzione delle piattaforme della passerella sopraelevata. A destra, i collari di acciaio che sostengono i solai.

A sinistra, realizzazione delle alette ricurve esterne in laboratorio. A destra, le strutture portanti triangolari che formano i solai e su cui si agganciano le alette.

A sinistra in alto, le lamelle, le tavole di rivestimento del pavimento del primo solaio e le assi in pioppo dei brise soleil. A destra, l’ancoraggio dei tre collari di acciaio alla sequoia.

A sinistra in alto, collegamento delle strutture triangolari ai collari e realizzazione del primo solaio. A sinistra in basso, le strutture delle passerelle rivestite con doghe di sequoia prima del montaggio in opera. A destra, fissaggio delle alette esterne alla struttura triangolare portante.

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KREJ engineering

iSartorazzi Ala


Foto: Daniele Domenicali


_1 La grande copertura, protesa verso sud, protegge la facciata dell’edificio.

Foto: Daniele Domenicali

_2 Vista del fronte d’ingresso a nord.

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1

progetti


Foto: Daniele Domenicali

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Ubicazione: Ala (TN) Progetto: KREJ engineering srl, Ala (TN) Strutture: CSC engineering srl, Riva del Garda (TN) Termoidraulica e solare termico, impianto elettrico: AITEC engineering, Ala (TN) Direttore dei lavori: arch. Brunella Avi, KREJ engineering srl, Ala (TN) Appaltatore strutture lignee e finiture: Lignotec srl, Redagno-Aldino (BZ) Date progetto: 2010-2011 Lavori: 2011-2012 Superficie fondiaria: 720 m2 Superficie utile: 240 m2 Superficie verde: 210 m2

Un’idea green in testa Migliorare, promuovere l’attività e proporre un’offerta più qualificata alla clientela sono stati gli obiettivi che hanno indirizzato i committenti verso la richiesta di un ambiente green per il loro nuovo salone di parrucchiere. La costruzione, con struttura in legno, è realizzata sul sedime di un edificio preesistente (demolito) di proprietà della stessa committenza, scelta motivata dalla localizzazione dello stabile, che fronteggia il principale asse viario di attraversamento della cittadina di Ala. I vincoli urbanistici molto restrittivi – la fascia di rispetto stradale e cimiteriale, il volume massimo edificabile, la distanza dagli edifici limitrofi – hanno determinato la sagoma della pianta, stimolando, al contempo, la ricerca di una forma caratterizzante l’alzato, la copertura e i rivestimenti. Il salone si presenta con una grande falda che si protende verso sud per proteggere le facciate sottostanti e che si piega a nord per diventare paramento murario. Vetro, legno e metallo danno carattere all’edificio, separando, al piano terra, la parte pubblica del salone, completamente vetrato e costruito in adiacenza alla parete in sasso della cinta muraria del XIII secolo, da quella più riservata del salone e della grande terrazza al piano superiore, protetta e schermata da brise soleil in doghe di legno. La terrazza consente di godere della vista sulla valle e permetterà al committente di svolgere la propria attività – o qualche manifestazione – all’aperto. L’edificio rientra in Classe Energetica A secondo la classificazione in vigore nella provincia di Trento, risultato reso possibile grazie a soluzioni e impianti finalizzate al risparmio energetico, ovvero: isolamento dell’interrato sotto la platea di fondazione, elevata coibenza dei pacchetti dell’involucro, facciate continue a vetri accostati in vetrocamera, impianti termici radianti a soffitto, ventilazione meccanica controllata, collettori solari, pannelli fotovoltaici in copertura e illuminazione a LED.

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Legenda: 1 entrata 2 salone 3 balcone 4 terrazzo

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pianta piano terra

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pianta primo piano

sezione longitudinale

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progetti

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_3 Vista del salone con l’ingresso sullo sfondo.

Foto: Daniele Domenicali

_4 La terrazza rivolta a sud e la grande vetrata dello spazio al piano superiore con la vista sul paesaggio.

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_trasmittanza media elementi costruttivi________ pareti esterne: U = 0,143 W/m2K solaio contro terra: U = 0,161 W/m2K copertura: U = 0,171 W/m2K superfici trasparenti: Uw = 1,0 W/m2K

_prestazioni energetiche________

Foto: Daniele Domenicali

per riscaldamento: 7,32 kWh/m3 anno per acqua calda: 1,47 kWh/m3 anno per raffrescamento estivo: 8,74 kWh/m3 anno

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Solaio interpiano 1 carter in alluminio (4 mm) con aggancio nascosto fissato su pannello in legno, compreso di impermeabilizzazione e coibentazione 2 piatto in acciaio su profili

a C contrapposti, agganciati all'anima della trave 3 profili in acciaio fermavetro con inserito giunto plastico quale taglio termico

4 aggancio parapetto in vetro, fissato al piatto del punto 2 5 trave HEA 240 6 binario per tendaggio 7 piatto in acciaio per aggancio brise soleil

e cassonetto tenda scorrevole 8 cassonetto tenda scorrevole 9 canale di scolo acque meteoriche 10 pannello OSB

_5 Montaggio dei pannelli X-Lam del primo solaio. _6 Vista del piano terra a posa ultimata dei pannelli X-Lam del primo solaio. _7 Assemblaggio della struttura in acciaio dei pilastri e delle travi, necessaria per sostenere l’ampio sbalzo del tetto.

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_8 Dettaglio dell’appoggio del solaio in legno sulla trave in acciaio.

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progetti

con sottostruttura per formazione pendenze 11 impermeabilizzazione 12 pavimento galleggiante in legno 13 controsoffitto radiante


_sistema costruttivo________ L’edificio prevede tre livelli di costruzione dei quali il primo è interrato e realizzato interamente in cemento armato, a partire da una platea poggiata su 25 cm di ghiaia di vetro cellulare atti ad assicurare un perfetto isolamento termico. Essendo l’edificio costruito in aderenza a un muro storico, è stato necessario realizzare una palificata (tipologia “micropalo” – fino ad una profondità di circa 6,00 m rispetto la quota 0,00 m) per salvaguardare la preesistenza muraria. Il solaio del piano terra è costituito da una soletta piena in c.a. per uno spessore totale di 20 cm; su di esso sono stati predisposti gli inghisaggi delle strutture verticali in acciaio e sono state appoggiate le strutture verticali in X-lam. I solai del primo piano, sempre in X-lam, hanno spessore di 16 cm. L’orditura secondaria serve a sostenere il tavolato in OSB sul quale sono stati posati 30 cm di isolamento in fibra di legno. La copertura è composta da un graticcio di travi in legno sagomate, il cui spessore varia da un massimo di circa 58 cm fino a rastremarsi a 28 cm alle estremità, è sorretta da 5 pilastri perimetrali in acciaio zincato con diametro 27 cm e dagli elementi verticali in c.a. del corpo scala che garantisce la risposta sismica dell’edificio.

S i s t e m a p a r a p e tt o v e t r a t o Pi a t to i n a c c i a i o p e r a n c o ra g g i o brise-soleil e tende scorrevoli

Vetrata fissa a tutta altezza U w 1, 00 W /mq K c o n s e le t t i v o

S i s t e m a d i f i s s ag g i o piastr a in a cc iaio Pannelli XLAM

Le immagini a lato corrispondono al dettaglio in alto a destra della pagina accanto. Nell’esploso assonometrico sono evidenziate le connessioni tra i vari elementi che costituiscono il nodo costruttivo. Sotto a sinistra, il prospetto mette in evidenza il passo dei sostegni del brise soleil, della tenda e della vetrata. A destra, un rendering del dettaglio assemblato.

F ori per s e r ra g g i o d a d i

Trave HEA 240 P i a s t r a i n ac c i a i o

Coibentazione, i m p e r m e a bi l i z z a z i o n e e su ppo rt i p e r ca r te r d i c hi u s u r a

Asola per passaggio piatto in acciaio p e r f i s s a gg i o b r i s e soleil e tenda C arte r in alluminio Sistema brise-soleil

T end a

esploso assonometrico della struttura al primo piano (schermatura fissa sul terrazzo)

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Passo sostegni brise-soleil

Passo tenda e vetrata

dettaglio della facciata al primo piano

rendering del dettaglio della facciata al primo piano

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A

rivista

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B

C

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la rivista D

Solaio copertura, dall’estradosso, (A): - guaina in PVC - pannello OBS - intercapedine d’aria - isolante in fibra di legno - pannello OBS - intercapedine d’aria - pannello di finitura in multistrato d’abete sbiancato

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tipi di solaio utilizzati

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Solaio interpiano, dall’estradosso, (B): - finitura in gres porcellanato - caldana in cemento alleggerito - solaio in X-lam (16 cm) - spazio per alloggiamento impianti - pannello radiante per riscaldamento e raffrescamento a soffitto - finitura in cartongesso

progetti

Solaio interpiano, dall’estradosso, (C): - pavimento sopraelevato in listoni di larice - guaina in PVC - poliureteno pendenzato - solaio in X-lam (16 cm) - XPS - pannello multistrato di abete sbiancato

Solaio verso vano non riscaldato, dall’estradosso, (D): - finitura in gres porcellanato - caldana in cemento alleggerito - soletta in c.a. (20 cm)

Solaio verso vano non riscaldato, dall’estradosso (E): - finitura in lastre di porfido - letto di sabbia - XPS (10 cm) - guaina in PVC - soletta in c.a. sp. 20 cm


A sinistra, posa dell’isolamento in ghiaia di vetro cellulare alla base dell’edificio. A destra, la struttura metallica fuori terra.

A sinistra, vista d’insieme del primo piano. A destra, dettaglio dell’aggancio della struttura metallica alla lama strutturale in cemento armato del vano scala e delle pareti verticali in X-Lam.

A sinistra, fase di montaggio delle travi della copertura. A destra, ultimazione dell’orditura secondaria.

A sinistra, dettaglio della posa e della sigillatura dei pannelli in poliuretano sul primo solaio. A destra, dettaglio dell’isolamento della copertura in fibra di legno da 30 cm.

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Foto: ŠDarkoTodorovic | Photography


Georg Bechter

Haus Simma Egg (A)


Foto: ©DarkoTodorovic | Photography

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_1 Il fronte sud. _2 L’angolo nord-est. _3 Il fronte est con la vetrata della zona living.

Foto: ©DarkoTodorovic | Photography

La Haus Simma è stata insignita del Vorarlberger Holzbaupreis 2011 per la categoria “Risanamento/Ampliamento”.

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progetti


Foto: ©DarkoTodorovic | Photography

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Ubicazione: Egg (Austria) Progetto: Georg Bechter Architektur+Design, Langenegg (A) Direttore dei lavori: Doris e Jodok Simma Appaltatore opere in legno: Kaspar Greber, Bezau (A) Lavori: 2007-2011 Superficie fondiaria: 874 m2 Superficie utile: 169,5 m2

Un cappotto di paglia per tutte le stagioni Questa residenza austriaca, vicino al confine con la Germania, è un interessante esempio di ristrutturazione ecologica di un fabbricato degli anni ’60 il cui comfort e isolamento non erano più rispondenti agli standard odierni. Pur mantenendo l’obsoleta struttura originaria, l’edificio è stato interamente risanato dal punto di vista energetico ridefinendone gli spazi, la distribuzione interna e l’architettura in una fusione di vecchio e nuovo che genera una nuova identità della casa. Sono stati mantenuti i muri portanti in laterizio ampliando la costruzione con l’innalzamento (con pareti e tetto in legno) di mezzo piano dell’edificio originario il cui il fronte d’ingresso è stato ricollocato a sud ruotando anche la disposizione della copertura a falde. Lo spesso strato esterno che coibenta la costruzione è in balle di paglia (una scelta altamente ecologica e a basso impatto ambientale ma sicuramente non comune per una ristrutturazione) con struttura in legno e rivestimento nelle tipiche scandole della tradizione locale. Eliminati aggetti e rientri, così come le sporgenze del tetto, la casa si presenta con un volume definito e compatto, fattore che, insieme anche all’elevato isolamento, riduce notevolmente le dispersioni energetiche. Al muro originale, dello spessore di 36,5 cm, sono stati aggiunti ulteriori 45 cm di paglia per uno spessore totale di quasi un metro. La profondità della collocazione delle aperture ha suggerito di intervenire con forti strombature, così da aumentare la luminosità all’interno e al contempo caratterizzare architettonicamente le facciate. Tutti i materiali impiegati nella costruzione hanno origine naturale: la paglia dell’isolamento e la struttura lignea delle facciate, i rivestimenti interni in tavole di legno provenienti dai boschi vicini, gli intonaci in argilla nelle stanze da letto che garantiscono un ambiente estremamente confortevole date le caratteristiche igroscopiche dell’argilla. Alla drastica riduzione del fabbisogno energetico, oltre al massiccio isolamento, contribuiscono anche le scelte impiantistiche (ventilazione meccanica con recupero di calore, stufe in maiolica per il riscaldamento, produzione di acqua calda sanitaria attraverso una pompa di calore ad aria) che hanno portato consumi pari a quelli di un edificio passivo.

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Lo spessore dell’involucro e la compattezza volumetrica sono evidenti sia in pianta che nei prospetti. Il nuovo valore del rapporto S/V è di 0,61.

pianta piano terra

pianta piano superiore

_4 L’edificio così come si presentava prima dei lavori di recupero e riqualificazione. _5 Inizia la fase di recupero dell’edificio.

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progetti


Tutto il processo di riqualificazione edilizia non ha lasciato dietro di sé (quasi) alcun rifiuto e tutti i materiali utilizzati potranno essere reintegrati in un ciclo di vita naturale.

fronte est

fronte nord

fronte sud

fronte ovest

_trasmittanza media elementi costruttivi________ pareti esterne: U = 0,067-0,124 W/m2K solaio contro terra: U = 0,278 W/m2K copertura: U = 0,066 W/m2K superfici trasparenti: Ug ≤ 0,60 W/m2K

_prestazioni energetiche________ per riscaldamento: 14,76 kWh/m2 anno (certificata nella classe ÖKO 5 secondo le linee guida austriache per l’efficienza energetica - OIB-Richtlinie 6, Ausgabe April 2007)

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_6 La zona living al piano terra, con la grande finestra il cui davanzale interno, dato lo spessore del muro, funge anche da seduta. Sulla destra si intravede la stufa in maiolica verde. Per i pavimenti è stato utilizzato asfalto colato, lisciato e cerato, per le pareti abete bianco piallato proveniente dai dintorni. Caratterrizzano l’interno elementi e dettagli di colore verde accentuato in diverse variazioni: la seduta del vano finestra, le piastrelle in maiolica della stufa al piano terra e, in alcuni spazi, anche i tappeti e i rivestimenti in feltro di alcune porte.

Foto: ŠDarkoTodorovic | Photography

Foto: ŠDarkoTodorovic | Photography

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1 viti a vista 2 sagomatura per alloggio pannello in cartongesso lungo tutta l’apertura della finestra 3 membrana di tenuta al vapore 4 finestra per tetto (78x140 cm) con vetri con effetto anti-rugiada 5 elemento di rafforzo collegato diagonalmente tramite viti 6 cartongesso (1,25 cm) 7 freno al vapore 8 pannello di legno a 3 strati con funzione di trave (4 cm) 9 elemento di rafforzo con collegamento a tenuta di vapore

sezione perpendicolare alla pendenza del tetto

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1 profilo metallico sottotegola di finitura 2 apertura di ventilazione 3 pannello in legno a 3 strati 4 lattoneria in rame 5 cartongesso (1,25 cm) 6 tavolato di supporto (3 cm) 7 barriera al vapore

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nodo parete esterna-copertura

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Stratigrafia copertura (dall’estradosso): - tegole in cotto - listelli (3 cm) - controlistelli (6 cm) - telo sottotegola - tavolato in legno massiccio (2,4 cm) - isolamento in paglia (75 cm) - barriera al vapore - pannello in legno a triplo strato (2,7 cm)

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Stratigrafia parete esterna (dall’esterno): - scandole in legno (spess. 2,5 cm) - tavolato in legno massiccio (2,4 cm) - strato di ventilazione (4 cm) - pannello DWD (1,6 cm) - isolamento in paglia (38 cm) - barriera al vapore - tavolato posato diagonalmente (2 cm) - parete portante in legno (16 cm) - vano impianti (3 cm) - rivestimento interno (3 cm)

rivista

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per leggere l’articolo completo 3

1 freno al vapore posato senza soluzione di continuitĂ sulla muratura esistente in mattoni 2 strato di ventilazione sottoscandole 3 seduta nel vano finestra 4 nuovo solaio in legno massiccio (14 cm) con intradosso in cartongesso 5 arcareccio

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A destra, due immagini di cantiere relative alla costruzione del piano sottotetto, realizzato ex novo con un sistema a telaio in legno.

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progetti


Alcune casseforme dell’isolamento in balle di paglia vengono riempite in officina.

I pacchetti dell’isolamento sono pronti per essere portati in cantiere e quindi montati attorno alla casa.

Una fase del rivestimento della casa con le balle di paglia.

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Timber Wave Bella e ambiziosa, l’installazione Timber Wave ha accolto i visitatori del Victoria and Albert Museum durante il London Design Festival del 2011, ospitato per il terzo anno dallo stesso museo britannico. L’onda è stata creata per dare visibilità al Festival e ha incorniciato l’ingresso principale del Museo, offrendo, con la sua presenza, scorci e viste sempre differenti. Frutto di una collaborazione tra AHEC (American Hardwood Export Council), Amanda Levete Architects, Arup e Cowley Timberwork, l’opera introduce nuove idee e tecniche sull’utilizzo del legno di latifoglia, quercia rossa americana in questo caso, come materiale strutturale, spingendo quasi al limite le potenzialità del design e dell’ingegneria. Una struttura complessa generata a partire da piccoli elementi in legno uniti in una sequenza di strutture triangolari che si avvolgono a spirale e risultato di un fitto dialogo tra architetti e ingegneri per far armonicamente convivere necessità tecniche e formali.

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AL_A, Arup, AHEC, Cowley Timberwork

Timber Wave

Foto: @Dennis Gilbert and V&A

Un’installazione per il Victoria and Albert Museum

Dettaglio dell’installazione: in primo piano sono visibili le connessioni in acciaio tra le corde e le aste diagonali.

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La struttura in legno della Timber Wave, massiccia e sinuosa allo stesso tempo, è un’opera speciale: possiamo definirla un virtuosismo architettonico, una sperimentazione delle potenzialità della progettazione con il legno e anche una vetrina dell’essenza legnosa utilizzata, la quercia rossa americana, molto abbondante nel continente nord americano, ma poco utilizzata in Europa. L’idea architettonica che sta alla base dell’installazione trova origine nella volontà di generare una struttura complessa attraverso la ripetizione di un elemento semplice, oltre che dimostrare le proprietà tecniche e concettuali del materiale legno e offrire visuali diverse ai passanti. Pensata, infatti, per poggiare sulle scale dell’ingresso principale del Museo e diventata con i suoi 12,5 metri di altezza il

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La progettazione La storia del progetto della Timber Wave può essere fatta risalire al 1998, quando Sir Michael Hopkins decise di usare la quercia bianca americana per il tetto della grande corte interna della Portcullis House. Fino ad allora la quercia era stata raramente utilizzata come materiale strutturale in Europa e lo studio Arup, che seguì la statica dell’intero progetto, decise di intrapren-

dere un programma di test e collaudi del materiale in scala 1:1; le prove dimostrarono che la quercia bianca possedeva una resistenza doppia rispetto ai legni dolci normalmente utilizzati all’epoca in edilizia, permettendo così ad Arup di usare nell’edificio travi con spessori di 200 mm per 20 m di campata. Questi risultati spinsero l’AHEC (American Hardwood Export Council), che promuove a livello internazionale l’uso del legno di latifoglia americana, a testare le potenzialità strutturali di altre specie legnose quali il tulipifero, il frassino americano e la quercia rossa americana e quest’ultima, pur avendo minore densità, dimostrò di essere più resistente della quercia bianca. Alla proposta della Amanda Levete Architects (AL_A) di realizzare un’installazione all’ingresso del Victoria and Albert Museum per il London Design Festival, Arup suggerì di utilizzare, quale forma strutturale staticamente efficiente, un semplice arco reticolare e, come materiale, la quercia rossa americana, la cui robustezza avrebbe permesso di dar vita a una struttura molto leggera. Dopo aver deciso l’aspetto principale dell’opera, una sequenza di strutture triangolari, costituite da corde e traverse che si avvolgono a spirale, è stato necessario determinarne i dettagli. Nelle prime fasi di progettazione, infatti, lo studio Amanda Levete Architects (AL_A) ha utilizzato solamente modelli fisici tridimensionali, mentre successivamente, per la definizione dei particolari, gli architetti hanno usato il programma Gra-

La Timber Wave installata di fronte all’ingresso del Victoria and Albert Museum.

Foto: @Dennis Gilbert and V&A

simbolo del London Design Festival, la Timber Wave è una struttura costituita da piccoli elementi in legno che creano uno schema chiaro e ripetitivo, pur non immediatamente intellegibile. L’opera si compone essenzialmente di traverse e corde, che gli architetti hanno deciso di curvare allo scopo di realizzare un elemento che è assimilabile alla progettazione di un ponte, piuttosto che a una costruzione in cui la struttura rimane nascosta. Essa è frutto di un’intensa collaborazione e di un fitto scambio di idee tra architetti e ingegneri: a ogni cambiamento di forma è corrisposto un nuovo calcolo statico, atto a verificarne la stabilità, e nuovi sistemi di giunzione, che hanno consentito di raccordare i componenti, standardizzati in termini di spessori degli elementi e di curvature, visto che sarebbe stato impossibile differenziare ogni singola parte e ogni connessione. I collegamenti tra le parti sono stati realizzati utilizzando la minor quantità possibile di acciaio per mantenere chiara, integra e pulita la struttura lignea.

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Foto: @Dennis Gilbert

sshopper integrato con Rhino, quale strumento di modellazione tridimensionale della forma; tale software permette di esplorare nuove configurazioni e di descrivere la relazione tra gli elementi del progetto, la loro dimensione e anche altre variabili come, ad esempio, i costi. Il software è altresì usato per standardizzare il numero dei componenti del progetto. L’idea dello studio AL_A – un arco che si avviluppava su se stesso come una grande onda circolare e che accompagnava i visitatori fino all’ingresso del museo – ha rappresentato una sfida ingegneristica per lo studio Arup di Londra che ha dovuto cercare le soluzioni per raccordare elementi curvi di piccole dimensioni, in compressione e in tensione: i primi che tendevano a piegarsi e a rompersi, gli altri a raddrizzarsi. La struttura è composta da corde esterne e interne unite da aste diagonali a cui si aggiungono delle traverse dritte, che connettono tra di loro le corde esterne; nella Timber Wave gli elementi verso il livello del terreno sono stati quelli più sollecitati, in particolar modo le corde esterne che dovevano resistere ai venti autunnali. Grazie a un software specifico, architetti e ingegneri sono stati in grado di valutare il comportamento della struttura al variare delle dimensioni dei pezzi e a seconda del grado di oscillazione, decidendo alla fine di mantenere un’oscillazione della forma di 150 mm e di modificare le dimensioni dei componenti (da 60 x 60 mm a 140 x 80 mm). Varie anche le ipotesi considerate riguardo le tipologie di lavorazione del legno. Per arcuare il materiale ligneo, si è scartata la curvatura al vapore, poiché il legno con solo l’8% di umidità risultava troppo secco, mentre si è preferita una laminazione a pressa che ha permesso di ottenere elementi curvi con raggio di 1 m, utilizzando lamelle di 6 mm rispetto ai 30/40 mm delle lamelle del glulam, di solito usato per gli archi; la laminazione, inoltre, è un metodo che consente alle fibre resistenti del legno di seguire la forma data al singolo elemento. Nello specifico, le corde sono state prefabbricate in sette lunghezze e aste di acciaio sono state ancorate alle parti terminali degli elementi per agevolarne l’assemblaggio, avvenuto direttamente sul sito. In fase progettuale si era pensato di utilizzare nell’assemblaggio cerniere allentate o connessioni bullonate per la tenuta all’attrito, ma questa soluzione avrebbe implicato una complessa fase di montaggio. Ogni corda è stata costruita a partire da laminati di 6,4 mm di spessore, segati a nastro e incollati secondo le forme richieste. Le corde sono state prodotte a metà della loro lunghezza finita o a un terzo nel caso delle parti inferiori a contatto con il basamento. 27 tipi differenti di maschere pressanti hanno permesso di realizzare 165 pezzi di corde, unite tra di loro con giunti a pettine e incollate per creare le 77 corde di diverse lunghezze che hanno dato forma alla spirale della Timber Wave. A differenza delle corde, i controventamenti diagonali sono stati lavorati con macchine a controllo numerico (CNC, Computer Numerical Control) a partire da tavole piatte, segate ed essiccate, di 200 mm di larghezza e

In alto, fase di assemblaggio: si nota l’asta di acciaio inserita nella parte terminale di una corda. Sopra, un modello iniziale che mostra come lo studio AL_A abbia iniziato a studiare gli effetti della curvatura su una capriata convenzionale, normalmente costituita da elementi dritti.

Foto: @ Cowley Timberwork

A destra, fasi di lavorazione della curvatura del legno per la realizzazione delle corde.

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aste e perni. Tutti gli elementi metallici della Timber Wave sono stati realizzati con acciaio inossidabile allo scopo di evitare le macchie scure che si formano quando la quercia, dal pH acido, viene a contatto con l’acciaio, dolce, in presenza di umidità.

25 mm di spessore, ridotto a 20 mm dopo la piallatura; le assi sono la base grezza dei controventamenti, costituiti, infatti, da tre tavole da 20 mm (spessore 60 mm), la cui larghezza (80 mm) si ricava dalla segagione a metà delle tavole da 200 mm. In questo caso la robusta venatura della quercia non segue la forma dell’elemento per cui, al fine di evitarne il raddrizzamento sotto carico, in corrispondenza della metà di ogni singola componente sono state inserite delle piastre d’acciaioche si comportano come rinforzi attraverso l’intera zona curva del controventamento stesso, prevenendo possibili rotture. Ogni controventamento è fissato a un giunto di collegamento. I 500 controventamenti così ottenuti hanno potuto rispondere alla geometria variabile della struttura. 352 piastre con funzione di connettore legano i controventamenti alle corde interne ed esterne: ognuna di queste piastre è stata tagliata al laser, piegata e saldata secondo processo MIG (Metal Inert Gas), un processo di saldatura in cui si forma un arco elettrico tra un pezzo di metallo e un anodo consumabile, un filo; l’arco che si crea riscalda il metallo e l’anodo, fondendoli e unendoli. Connettori a cerniera, invece, uniscono le parti terminali delle sezioni alla corda successiva formando un giunto a perno. La progettazione di questa connessione è stata particolarmente importante in quanto ha consentito a ogni campata di scendere al livello vicino, più basso, senza sforzi meccanici, determinando l’effetto complessivo a spirale della struttura. Gli altri elementi metallici utilizzati includono 460 paia di placche di rinforzo e 170 legami a piastra, oltre a viti,

La produzione e l’assemblaggio Dopo l’assegnazione dell’incarico della costruzione della Timber Wave alla Cowley Timberwork sono state effettuate nuove modifiche al progetto che hanno riguardato, ad esempio, la tipologia di lavorazione della quercia rossa. La scelta di utilizzare legno laminato è stata dettata dal fatto che la venatura della fibra corre sempre nella direzione del legno, rendendo il materiale più resistente; tuttavia, creare pezzi di legno laminato comporta molto tempo e ciò ha motivato la decisione di realizzare le corde con laminazione a pressa e le diagonali con macchine a controllo numerico. La prima fase di produzione ha previsto l’ispezione delle tavole, eliminando quelle che presentavano grandi nodi e venature irregolari, e la successiva piallatura per ottenere lamelle di 6 e 20 mm. Un successivo esame del materiale ha consentito di scartare le lamelle inutilizzabili, mentre quelle di qualità leggermente inferiore sono state poste in posizione centrale, dove il peso da sostenere era minore (quelle migliori sono usate per le parti esterne). Le lamelle sono state cosparse di collante e i pezzi ancora impregnati di colla sono stati posti nelle presse che ne hanno modellato la forma. In seguito gli elementi ottenuti sono stati trasferiti in morse più grandi e sottoposti a elevate temperature per seccare la colla.

Foto: @ AHEC

Foto: @ AHEC

A lato: le connessioni a pettine delle corde arcuate e l’incollaggio del giunto a pettine.

Qui sopra, a sinistra: le 77 corde curvate sono state create con sottili strati di legno incollato; ci sono 27 tipi di corde con una lunghezza che varia da 2600 mm a 4600 mm. Al centro: le 500 diagonali ricurve sono state tagliate da tavole di legno; ci sono 45 tipi di diagonali con una lunghezza che varia da 500 mm a 1400 mm. A destra: le 96 traverse, necessarie per una maggiore stabilità, sono diritte e presentano estremità squadrate e sezioni centrali circolari: le traverse hanno una lunghezza variabile da 150 mm a 1600 mm. A sinistra, gli elementi verso la base dell’onda subiscono maggiori forze assiali sotto la spinta del vento e la cosa si riflette nella diversa ampiezza degli archi.

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Uno scorcio notturno dell’installazione all’ingresso del museo.

Foto: @Dennis Gilbert and V&A

Sotto, rendering e fotografia delle connessioni tra corde, aste e traverse.

Nell’insieme, le tolleranze nell’assemblaggio sono state minime, nonostante il numero ingente di pezzi che hanno costituito l’opera. Il metodo utilizzato per facilitare il montaggio della struttura è una semplice tecnica, conosciuta fin dai tempi del Medioevo, ovvero è stato sufficiente fornire a ogni nodo da assemblare un numero crescente, da 0 a 258, e a ogni componente, che terminava con un nodo, un numero corrispondente alla rispettiva estremità. In questo modo è stato possibile anche verificare costantemente la corretta inclinazione di ogni parte. Le campate non portanti dell’arco sono state sostenute da impalcature, mentre una gru provvedeva a spostare e posizionare i pezzi di chiusura. Le connessioni tra le campate della Timber Wave e gli spostamenti degli elementi hanno rappresentato una vera e propria sfida (risolta brillantemente da Cowley Timberwork, tenendo conto sia della posizione centrale del Museo, e quindi del traffico della strada adiacente all’ingresso, sia dei venti sostenuti durante le giornate di montaggio dell’opera.

Foto: @Dennis Gilbert and V&A

Rimossi dalle morse, i pezzi venivano tagliati e carteggiati per ottenere la finitura desiderata. Successivamente gli elementi curvati sono stati uniti a due a due con incastri a pettine per formare elementi più lunghi. Un processo di lavorazione simile è stato attuato anche per le diagonali e le traverse. Per migliorare la durabilità all’esterno, la quercia rossa è stata trattata con un olio stabilizzante biocida che non altera il colore del legno. A tal proposito l’AHEC sta continuando i test con questo olio e i primi risultati dimostrano che, con accurate e regolari applicazioni, il legno può essere mantenuto all’esterno per lunghi periodi. L’ancoraggio della struttura al suolo ha rappresentato un’altra questione nodale del progetto, in quanto non è stato possibile imbullonare la Timber Wave alla pavimentazione esterna al museo. La questione è stata risolta realizzando una struttura autoportante: si è fissato il legno a un basamento di 20 mm di spessore e sono stati usati 13 singoli pesi da una tonnellata per fissare l’installazione al suolo.

94 legnoarchitettura_09

techné


La quercia rossa americana La quercia rossa costituisce il 30% di tutti gli alberi di latifoglie delle foreste americane ed è una specie legnosa che combina resistenza e duttilità. È facilmente lavorabile a macchina e da essa, essendo un albero che raggiunger altezze rilevanti, si possono ricavare tavole molto lunghe con venature regolari. Si caratterizza per un colore molto chiaro, da bianco a marroncino, e, a volte, presenta una sfumatura rosa. Il legno è simile per l’aspetto generale a quello della quercia bianca, ma con un disegno leggermente meno pronunciato a causa dei raggi midollari minori. La fibra è piutosto diritta con venature marcate. È un legno duro e pesante con media rigidezza e resistenza alla curvatura ed elevata resistenza alla compressione. Grazie ai test strutturali effettuati nel 2001 da Arup e dal BRE (Building Research Establishment) per il progetto Portcullis House, si sono evidenziate le proprietà strutturali di questa essenza. L’AHEC (American Hardwood Export Council), inoltre, sta effettuando uno studio sul ciclo di vita della quercia rossa per dimostrarne il basso impatto ambientale tenendo in considerazione anche il trasporto del legname. La Timber Wave è stata realizzata grazie al legname donato da otto produttori di quercia rossa americana, membri dell’AHEC.

Foto: @Dennis Gilbert and V&A

Un’immagine della Timber Wave. Sono ben visibili le strutture triangolari base che danno forma alla struttura e i due basamenti con i pesi per l’ancoraggio dell’intera installazione.

95


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Elementi in lamellare Dalla tecnologia del legno lamellare e dalla tradizione storica dell’utilizzo del legno per la costruzione delle case, nasce questo sistema costruttivo che assembla il lamellare di abete, prodotto con colle prive di solventi e formaldeide, per ottenere pareti massicce e monolitiche con tecnologia CNC a controllo numerico. Una struttura portante a I ancorata al pannello monolitico consente a questo metodo, grazie all’incremento dello spessore di isolamento, di raggiungere prestazioni energetiche tipiche delle case passive. Nonostante la prefabbricazione del sistema sia molto spinta – in fase di cantiere si realizzano solamente l’assemblaggio e le ultime lavorazioni non possibili in stabilimento – gli edifici sono costruiti su misura, lasciando ampio spazio alla progettazione architettonica.

sistemi


sistemi costruttivi

Elementi in lamellare

Questo tipo di tecnologia costruttiva utilizza il legno lamellare per creare una parete monolitica, costituita da lamelle di abete piallate e incollate fra di loro di piatto, fino ad altezza e lunghezza di progetto. Il legno di abete massiccio deve possedere uno specifico livello di umidità (10 ± 2%) per essere assemblato, formando elementi dello spessore compreso tra 100 e 160 mm, leggermente levigati sulla faccia interna, di solito lasciata a vista. La giunzione di incollaggio, effettuata con Purbond HB 110 senza solventi e formaldeide secondo la norma DIN 1052, è orizzontale: la parete pertanto non necessita di una barriera al vapore ed è aperta orizzontalmente alla diffusione. Le pareti monolitiche sono realizzate in stabilimento con tecnologia a controllo numerico, CNC, (essiccazione, incollaggio, piallatura) e incorporano un dormiente in legno di larice, di dimensioni 100x50 mm, incollato alla base della parete stessa, così da facilitarne la posa in opera e contribuire alla protezione dall’umidità di risalita. In fase di produzione all’interno di ogni elemento vengono predisposti dei fori di 32 mm per le canalizzazioni dell’impianto elettrico e realizzate le asole per l’inserimento delle scatole elettriche. L’isolamento delle pareti avviene mediante cappotto esterno in fibra di legno che, a seconda della densità (da 140 a 270 kg/m3), è in grado di fornire sfasamenti termici anche molto elevati (ad esempio, 13 ore con 60 mm di isolamento) e prestazioni termiche ottimali sia nelle stagioni calde che in quelle più fredde (ad esempio, U = 0,27 W/m2K con 60 mm di isolamento). Oltre alla fibra di legno è possibile coibentare la parete anche con altri materiali isolanti rigidi che garantiscono stabilità dimensionale, come la lana di roccia, mentre gli isolanti morbidi o sfusi, quali lana di pecora e fiocchi di cellulosa, sono utilizzati per la coibentazione delle pareti all’interno. Esternamente la parete può essere completata da una facciata ventilata in doghe di legno, o rivestita con pietra, metallo, laterizio, materiali che consentono varie combinazioni estetiche, o finita con intonaco posato sull’isolamento termico. In caso di finitura a intonaco, due sono gli strati di rinzaffo con interposta rete portaintonaco in materiale plastico, realizzati direttamente in stabilimento di produzione. Lo strato di finitura viene applicato in cantiere per uno spessore totale di 6-8 mm.

98 legnoarchitettura_09

sistemi


Arcadia Biocase srl (Busca, CN) fa parte di un gruppo che opera da 30 anni nel settore del legno, realizzando case prefabbricate e strutture in bioedilizia nel rispetto dell’ambiente e all’insegna del risparmio energetico. Innovazione, tecnologia e qualità sono i punti di forza della ditta, partner in Italia dell’azienda slovena Riko®. La Società Riko Hiše d.o.o. (Lubiana, SLO), che fa parte del Gruppo Riko, dal 1997 ha sviluppato un sistema di prefabbricazione di pannelli in legno lamellare, realizzati a controllo numerico e preassemblati, metodo che due anni più tardi ha permesso all’azienda di ottenere un brevetto operativo per la costruzione di case in legno monolitiche.

In basso, da sinistra, esempi di edifici realizzati: biocasa a Busca (CN); interno di una casa realizzata a Novara; interno di un’abitazione costruita in provincia di Pisa. Qui sotto, due immagini di cantiere. Una casa a Orciatico (PI) e il dettaglio di un edificio a Cherasco (CN).

Nel caso di edifici a più piani con finitura a intonaco, nell’assemblaggio dei pannelli è prevista una giunzione orizzontale in gomma tra i piani; negli edifici pluripiano con facciata ventilata rivestita in doghe di legno, invece, viene inserito un listello sagomato.

_Coperture___ Le coperture possono essere formate semplicemente da una struttura a travi portanti e passanti, lasciate a vista o meno, oppure da un tetto combinato che ottimizza le quote esterne, diminuendo lo sviluppo delle lattonerie: quest’ultimo metodo prevede la realizzazione del solaio del tetto con le travi e il perlinato a vista verso l’interno, mentre le sporgenze della falda vengono ancorate nel pacchetto isolante. È tuttavia possibile utilizzare gli elementi monolitici (100-160 mm) sia nella realizzazione di coperture piane che per tetti a falda. In questo caso l’elemento del solaio viene fissato direttamente alla parete monolitica e isolato termicamente. Al di sopra della coibentazione viene sistemata una listellatura per creare la giusta pendenza, al fine di convogliare l’acqua piovana verso le gronde e garantire una ventilazione della copertura.

99


elementi in lamellare_parete

monolitica e a telaio

La parete a telaio Il lamellare, oltre che per la parete monolitica, viene utilizzato anche per costruire una parete prefabbricata più leggera, a telaio, con travi e montanti, i cui volumi interni sono riempiti di fiocchi di cellulosa (U = 0,19 W/m2K). Lo spessore della parete (da 160 a 240 mm) è determinato dalle esigenze energetiche e dalle necessità della committenza. Sul lato esterno uno strato isolante in fibra di legno chiude il sistema che può essere dotato di facciata ventilata e delle medesime finiture previste per la parete monolitica. Il lato interno è completato da un pannello in OSB con funzione di barriera al vapore e di controventamento. Una controparete costituita da un singolo o doppio strato di lastre in gesso fibra montate su una sottostruttura in legno consente il passaggio delle tubazione degli impianti.

esterno

esterno

interno

interno

Elemento monolitico standard con rivestimento esterno in legno (dall’esterno)

Elemento a telaio standard con facciata intonacata (dall’esterno)

-

- intonaco (6-8 mm) - isolamento in fibra di legno (60 mm) - struttura portante in legno a telaio con isolamento interposto (160, 200, 240 mm) - lastra OSB (15 mm) - controparete per passaggio impianti (40 mm) - lastra in gesso fibra (12,5 mm)

Parete monolite (100 mm)

rivestimento esterno in legno (35 mm) sottostruttura in legno per facciata ventilata doppio strato di isolante termico a cappotto (160-260 mm) parete monolitica in lamellare (100 mm)

sfasamento fonoassorbenza resistenza isolamento conduttività (mm) termica (W/m2K) termico (h) Rw (dB) al fuoco (REI) 60+60 100+60 160+60 200+60

0,27 0,2 0,15 0,13

13 15,7 19,8 22,5

49 55 60 61

60 60 60 60

parete telaio (mm)

isolamento (mm)

160 200 240

160+60 200+60 240+60

conduttività sfasamento termico termica (h) (W/m2K) 9,1 11 12,8

0,19 0,17 0,15

fonoassorbenza Rw (dB)

resistenza al fuoco (REI)

46 ≥ 46 ≥ 46

90 90 90

Attacco a terra 1 2 3 4 5 6

1 2 3

isolante in fibra di legno idrorepellente dormiente in larice (100x60 mm) guaina bituminosa guaina isolante della platea isolante idrorepellente della platea pannello maschio-femmina in fibra di legno idrorepellente

6 3

4 5

4 5

parete esterna con struttura lamellare e facciata intonacata

100 legnoarchitettura_09

sistemi

parete esterna con struttura portante a telaio e facciata intonacata


elementi in lamellare_parete

passiva

La parete passiva La parete passiva è realizzata in due versioni, monolitica e a telaio. La prima tipologia è costituita da un elemento pannellare composto dalla parete monolitica di base dello spessore di 100 mm in lamelle di abete a cui vengono fissati montanti a I con chiusura verso l’esterno costituita da un pannello di fibra di legno e finitura a intonaco o facciata ventilata. Nell’intercapedine, tra i montanti, vengono insufflati fiocchi di cellulosa. La parete ha una trasmittanza termica pari a 0,0961 W/m2K, uno sfasamento termico oltre le 23 ore e fornisce un isolamento acustico superiore a 59 dB. La seconda tipologia, quella a telaio, si differenza strutturalmente dalla parete a telaio standard solo per un maggiore spessore e per valori decisamente performanti, ovvero: trasmittanza termica pari a 0,1 W/m2K, sfasamento termico di 17,8 ore e isolamento acustico superiore a 51 dB.

parete passiva monolica con facciata ventilata e rivestimento in doghe di legno

parete passiva monolica con rivestimento a intonaco

parete passiva a telaio con facciata ventilata e rivestimento in doghe di legno e controparete interna

parete passiva a telaio con rivestimento a intonaco e controparete interna

Parete passiva con isolante in cellulosa tra la struttura portante a I sfasamento fonoassorbenza resistenza isolamento conduttività (mm) termica (W/m2K) termico (h) Rw (dB) al fuoco (REI)

Tetto passivo con isolante in cellulosa tra la struttura portante a I sfasamento conduttività isolamento termico (h) termica (W/m2K) (mm)

parete monolitica parete a telaio

trave a I 360 trave a I 400

300+60 300+80

0,1 0,1

20,2 17

≥ 46 ≥ 46

60 90

360+60 400+60

18,2 20

0,098 0,09

8

7 10

6

9

5 2

3

4

1

sezione orizzontale

sezione verticale

Stratigrafia parete (dall’interno) -

parete monolitica (100 mm) primo strato isolante termico (200 mm; λ = 0,038 W/mK) secondo strato isolante termico (60 mm; λ = 0,047 W/mK) guaina traspirante resistente ai raggi UV (0,3 mm) listelli di ventilazione (100x35 mm) finitura parete

1 2 3 4 5 6 7 8

nastro espandente isolante termico idrorepellente (20 mm) materiale isolante ad alta densità e basso spessore schiuma isolante serramento (U = 0,8 W/m2K) triplo vetro (Ug = 0,7 W/m2K) guarnizione a nastro a tenuta di pioggia guarnizione a nastro per giunti, permeabile alla diffusione del vapore 9 nastro di butilene 10 schiuma in poliuretano

101


elementi in lamellare_solaio

Solaio interpiano con struttura portante in pannelli lamellari

Solaio interpiano con struttura portante in travi lamellari

Solaio in pannelli di legno lamellare con qualità a vista su una faccia. Lo spessore varia da 100 a 160 mm in funzione delle luci e l’elemento base ha larghezza di 1250 mm. Sono posati sulle pareti monolitiche o su elementi portanti.

Solaio con travi in legno lamellare d’abete con qualità a vista. Le dimensioni standard sono 140x200 mm e sono poste a interasse di 1000 mm, mentre la lunghezza si determina in base alle esigenze di progetto. Per alloggiare le travi, le pareti possono essere opportunamente sagomate. Le travi sono coperte da perlinato con incastro maschio femmina e con spessore di 32 mm.

1

2 Rivestimento di facciata: legno

3

2

Rivestimento di facciata: intonaco

Rivestimento esterno e solaio interpiano 1 Nelle facciate in legno, montate sempre con intercapedine ventilata, la giunzione della facciata tra i piani è assicurata da un listello di dilatazione che permette la protezione da eventuali infiltrazioni d’acqua. Esternamente la giunzione è finita con un elemento di legno o di metallo. È possibile giuntare la facciata anche sovrapponendo i rivestimenti. 2 Il solaio è in appoggio alla parete portante monolitica e fissato con viti controfilettate. 3 Nelle facciate intonacate tra i piani viene inserita orizzontalmente una gomma di separazione. Un elemento metallico evita l’infiltrazione delle alle acque meteoriche consentendone lo scorrimento lontano dalla connessione fra i pannelli.

102 legnoarchitettura_09

sistemi


elementi in lamellare_copertura

Tetto a falda tipo 1 (dall’estradosso)

Tetto a falda tipo 2 (dall’estradosso)

Tetto a falda tipo 3 (dall’estradosso)

-

-

-

tegole listelli porta tegole (40/60 mm) listelli di ventilazione (45/100 mm) guaina traspirante perlinato (19/22 mm) isolante termico trave barriera al vapore sottocostruzione per solaio ribassato isolante termico lastra in cartongesso

tegole listelli porta tegole (40/60 mm) listelli di ventilazione (45/100 mm) guaina traspirante isolante termico barriera al vapore perlinato (32 mm) trave

tegole listelli porta tegole (40/60 mm) listelli di ventilazione (45/100 mm) guaina traspirante perlinato (19 mm) isolante termico trave a spessore barriera al vapore perlinato (32 mm) trave interna

Tetto piano ventilato - elemento base (dall’estradosso)

Tetto piano ventilato - elemento con pannello in lamellare (dall’estradosso)

Tetto piano ventilato - elemento con travi (dall’estradosso)

-

-

-

finitura di copertura guaina impermeabile lastra OSB (22 mm) listelli inclinati per ventilazione guaina traspirante travi e isolamento termico barriera al vapore/lastra OSB (15 mm) soffitto ribassato

per tutte le tipologie di tetto

isolamento (mm)

conduttività termica (W/m2K)

180 240 260 300

0,2 0,16 0,15 0,13

finitura di copertura guaina impermeabile lastra OSB (22 mm) listelli inclinati per ventilazione guaina traspirante isolamento termico barriera al vapore pannello in legno lamellare

finitura di copertura guaina impermeabile lastra OSB (22 mm) listelli inclinati per ventilazione guaina traspirante travi e isolamento termico barriera al vapore/lastra OSB (15 mm) perlinato

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angolo pareti esterne elementi monolitici in legno lamellare elementi prodotti con tecnologia a controllo numerico e costituiti da un unico blocco di tavole di abete lamellare, unite fra loro con colla senza formaldeide

travi e montanti elementi portanti lineari in legno con tamponamenti piani leggeri di irrigidimento

pannelli portanti legno massiccio a strati incrociati e incollati, connessi con giunto a pettine

elementi in legno-calcestruzzo pareti preassemblate in legno-calcestruzzo, costituite da una struttura interna intelaiata in legno unita a una lastra esterna in cls

mattoni in legno elementi modulari cavi di legno massiccio affiancati e sovrapposti a incastro mediante spine di accoppiamento e incastri a tenone e mortasa

elementi massicci uniti con viti di faggio tavole orizzontali, verticali e diagonali unite a strato – con travetti portanti interni – mediante viti di legno senza colle e parti metalliche

dettagli


ancoraggio, sagomatura

elementi monolitici in legno lamellare 1 nastro espandente Stratigrafia parete (dall’interno): - parete monolitica (100 mm) - primo strato isolante termico (200 mm) - secondo strato isolante termico (60 mm) - guaina traspirante resistente ai raggi UV (0,3 mm) - listelli di ventilazione (100x35 mm) - finitura parete Valori prestazionali tipo per la parete (isolamento 200+60 mm): U = 0,1 W/m2K Rw ≥ 46 dB REI = 60

1

esterno

interno

sezione orizzontale

Da sinistra: nelle prime due immagini si nota la connessione metallica che unisce le due pareti; a destra l’angolo interno finito di un’abitazione a Cavallermaggiore (CN).

Il collegamento d’angolo tra le pareti monolitiche passive, realizzate con lamelle di abete piallate e incollate fra di loro di piatto, avviene mediante la sagomatura delle due pareti e il successivo incastro. Un nastro espandente viene posto tra gli elementi al fine di stabilizzare la connessione. Il doppio strato di isolamento in pannelli di fibra di legno, posati a giunti sfalsati, è supportato da montanti di legno verticali, mentre la coibentazione più esterna, a maggiore densità, chiude la parete, irrigidendo tutta la componente dell’isolamento. Le pareti sono connesse meccanicamente con giunzioni metalliche, barre filettate, come visibile nelle foto sottostanti.

Disegno e foto: Arcadia Biocase, Busca (CN), partner in Italia della Società Riko Hiše d.o.o. (Lubiana, SLO)

106 legnoarchitettura_09

dettagli


ancoraggio

Stratigrafia parete (dall’esterno): - finitura con intonaco ai silicati (ca. 8 mm) - strato portaintonaco composto da isolante in fibra di legno (densità ca. 190 kg/m3, 40 mm) - tavolato grezzo di irrigidimento (25 mm) - travetti DUO (60x140 mm) con interposto isolante in fibra di legno (densità ca. 45 kg/m3, 140 mm) - tavolato di irrigidimento in OSB (15 mm) - vano impianti con struttura in listelli (60x60 mm) coibentato con isolante in fibra di legno (densità ca. 45 kg/m3) - pannello di rivestimento in gessofibra (12,5 mm) Valori prestazionali tipo per la parete: U = 0,17 W/m2K Rw = 51 dB R30/R60

Da sinistra: il montante d’angolo, ripreso da distanza ravvicinata nella seconda immagine; a sinistra, il cappotto termico posto esternamente. Disegno e foto: LignoAlp, marchio registrato della DAMIANI-HOLZ&KO S.p.A., Bressanone (BZ), Nova Ponente (BZ)

300,5

travi e montanti

esterno

interno

300,5

sezione orizzontale

Le pareti con struttura a telaio, formate da montanti verticali e orizzontali irrigiditi sul lato esterno da tavole in legname grezzo e sul lato interno da pannelli OSB, sono coibentate con fibra di legno e vengono fornite in cantiere già pronte alla posa. Il collegamento, e quindi la stabilità, tra due pareti di questo tipo avviene tramite l’ancoraggio dei montanti d’angolo con viti opportunamente dimensionate. All’interno, una controparete di pannelli in gessofibra con struttura a listelli verticali e riempita di materiale isolante costituisce anche la sede per l’alloggiamento degli impianti. La sezione è completata da una coibentazione esterna (cappotto termico) e finitura secondo progetto.

107


collegamento, sagomatura

elementi massicci uniti con viti di faggio 1 fresature per impianti 2 nastro adesivo di tenuta all’aria 3 fresatura per connessione d’angolo tra le lastre nelle due direzioni

1

Stratigrafia parete (dall’interno): - intonaco di argilla su canna palustre - carta di tenuta all’aria - parete in legno massiccio Nur-Holz - freno al vapore - doppio strato di isolamento termico in fibra di legno (10 cm) del tipo scanalaturaincastro + tenuta al vento - intonaco di rifinitura di calce traspirante

interno

esterno

3

Valori prestazionali tipo per la parete: U = 0,13 W/m2K

2 sezione orizzontale

Da sinistra: le prime due immagini mostrano la costruzione di un angolo retto tra due pareti in cui è ben visibile la fresatura/sagomatura che facilita l’incastro tra le due pareti; nella foto a destra, la realizzazione di un angolo non retto che presuppone una sagomatura precisa di entrambe le pareti.

La connessione delle pareti portanti Nur-Holz in giunzione ad angolo avviene tramite sagomatura delle stesse, che varia da progetto a progetto a seconda della forma. La stabilità del sistema viene garantita dal collegamento/fissaggio dei singoli elementi con viti metalliche opportunamente dimensionate. All’interno la parete può rimanere a vista oppure rivestita, mentre all’esterno, sul cappotto isolante è sempre previsto un rivestimento di protezione (parete ventilata, legno, intonaco...). I vari strati di legno che costituiscono l’elemento parete sono uniti tra di loro con viti in legno di faggio, senza l’utilizzo di colle e/o chiodi, aspetto questo che garantisce elevata salubrità nonché massima stabilità.

Disegno e foto: CasaSalute srl, Bolzano

108 legnoarchitettura_09

dettagli


ancoraggio, incastro

mattoni in legno Stratigrafia parete (dall’interno): - parete Steko - strato di tenuta all’aria (sd < 0,12 m) - listellatura verticale di legno con interposto isolamento termico - listellatura orizzontale di legno con interposto isolamento termico (d > 60 kg/m3) - strato di ventilazione facciata ventilata - rivestimento esterno in pannelli

esterno

interno

Valori prestazionali tipo per la parete: U = 0,15 W/m2K Rw = 45 dB REI = 30-90

sezione orizzontale

Sotto, edificio costruito con mattoni di legno e la soluzione d’angolo applicata. Nella foto a destra, la posa del rivestimento sul cappotto esterno.

Il sistema costruttivo dei mattoni di legno prevede un’alternanza di disposizione delle file di mattoni che compongono la parete, non distintamenete visibile nel disegno (tratteggio), ma chiara nelle immagini sottostanti. Una volta realizzata la parete portante, essa viene rivestita all’esterno con una membrana di tenuta all’aria sulla quale verrà posato un doppio strato di isolamento (solitamente in fibra di legno) con densità differenti, oppure pannelli di natura minerale (come lana di roccia). Il rivestimento finale esterno può essere di vario tipo: facciate ventilate, rivestimento in pietra (come nella foto in basso a destra) o intonaco.

Disegno: Holzer sas, Silandro (BZ) Foto e progetto: arch. Marcello Mazza, Abbadia Lariana (LC)

109


ancoraggio, sagomatura

pannelli portanti

285

Stratigrafia parete (dall’esterno): - finitura con intonaco ai silicati (ca. 8 mm) - strato portaintonaco composto da isolante in fibra di legno (densità 150 kg/m3, 120 mm) - pannello multistrato portante (85 mm) - vano impianti con listelli (60x60 mm) riempito con isolante in fibra di legno (densità ca. 45 kg/m3) - pannello di rivestimento in gessofibra (12,5 mm)

esterno

interno

Valori prestazionali tipo per la parete: U = 0,28 W/m2K Rw = 47 dB R30/R60

285

sezione orizzontale

Da sinistra: un’immagine dell’attacco a terra dell’angolo tra le pareti in cui sono visibili le viti di fissaggio; la fase di realizzazione del cappotto isolante esterno; vista della soluzione d’angolo a livello della copertura.

I pannelli portanti, realizzati da tavole di legno incrociate e incollate tra di loro, vengono forniti in cantiere già pronti alla posa. Il collegamento tra due pareti avviene tramite l’ancoraggio attraverso viti opportunamente dimensionate e la sagomatura delle teste delle pareti, come si vede nel disegno. Il sistema è completato da un vano impianti realizzato con listelli posti verticalmente, riempito di materiale isolante e chiuso con pannelli in gessofibra. La struttura portante è isolata esternamente con un cappotto termico, di solito con fibra di legno, e quindi rifinita secondo progetto.

Disegno e foto: LignoAlp, marchio registrato della DAMIANI-HOLZ&KO S.p.A., Bressanone (BZ), Nova Ponente (BZ)

110 legnoarchitettura_09

dettagli


ancoraggio

elementi in legno-calcestruzzo 1 doppia lastra in cartongesso 2 montante 100*240 3 nastro di tenuta 4 giunto pannelli realizzato con malta tixotropica fibrorinforzata 5 guarnizione di tenuta Stratigrafia parete (dall’esterno): - finitura - caldana in calcestruzzo Rck 400 (50 mm) - camera d’aria ventilata (40 mm) - pannello tecnico (0,6 mm) - isolamento in lana di roccia (200 mm; densità 100 kg/m3) tra i montanti (100x240 mm) - pannello MFP (15 mm) - camera d’aria non ventilata (80 mm) - doppia lastra in cartongesso (12,5+12,5 mm) Valori prestazionali tipo per la parete: U = 0,17 W/m2K Rw = 68 (-2; -7) dB REI = 60

Da sinistra, raccordo superiore delle due pareti; il giunto di malta tixotropica fibrorinforzata; nastratura per la tenuta all’aria nell’angolo interno.

1

2 interno

esterno

3

4

5

sezione orizzontale

Le pareti del sistema legno-calcestruzzo giungono in cantiere già pronte per essere assemblate tra di loro e la giunzione d’angolo avviene mediante l’appoggio della testa di una parete alla faccia interna del secondo elemento portante. Le pareti sono fissate alle fondazioni e legate tra di loro. Una guarnizione di tenuta è posta tra le due pareti (5), mentre nell’angolo all'interno è previsto un nastro di tenuta (3). Il giunto esterno tra i pannelli è realizzato con malta tixotropica fibrorinforzata.

Disegno e foto: Wood Beton spa, Iseo (BS)

111


10

Foto: Katsutoshi Sasaki

next Haus Brunner Norbert Dalsass Centro Sociale Polifunzionale Abnorma studio Residenze Volpe, Vanella, Rossaro

Foto: Andreas Tischler

Casa Unou Katsutoshi Sasaki + Associates MOTAT Studio Pacific Architects

Foto: Arnold Ritter – FOCUS Fotodesign

Foto: MOTAT spa

BOX:09 Viereck Architekten


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