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nell’ambito della Settimana della Bioarchitettura e della Domotica
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Si ringraziano i componenti della giuria formata da: architetto Michele Zanelli, Responsabile del Servizio qualità urbana e politiche abitative della Regione Emilia Romagna architetto Marcello Balzani, Dipartimento di Architettura – Università degli studi di Ferrara ingegnere Paolo Tartarini, Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ingegnere Giulio Lorenzini, Dipartimento di Ingegneria Industriale – Università degli Studi di Parma
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in collaborazione con
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con il patrocinio di
EdicomEdizioni Monfalcone (Gorizia) tel. 0481/484488 fax 0481/485721 info@edicomedizioni.com www.edicomedizioni.com
© EdicomEdizioni Vietata la riproduzione, anche parziale, di testi, disegni e foto se non espressamente autorizzata dall’editore. Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali ISBN 978-88-96386-49-1 prima edizione novembre 2015 stampa Press Up s.r.l. Ladispoli [Roma] Stampato interamente su carta con alto contenuto di fibre riciclate selezionate
indice
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Premio Sostenibilità 2015
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Architetture ecocompatibili in Italia
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Premessa Introduzione / Progetti /
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Centro Polifunzionale del Bambino
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Edificio residenziale Marano sul Panaro
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Working in the Nature Varese
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Restauro scientifico ex refettorio S. Illaro
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Riqualificazione Palazzo “San Nicolao”
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Capannone Manifattura Modenese
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Stabilimento Comer Industries
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Progetti partecipanti
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Casa Insieme San Felice sul Panaro
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4 / Premessa /
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Premessa
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Il premio SOSTENIBILITÀ 2015, organizzato dall’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile di Modena, anche quest’anno seleziona i migliori progetti sia pubblici che privati realizzati sul territorio nazionale suddivisi in due categorie: edilizia ex-novo ed edilizia ristrutturazioni e/o restauro.
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Il Premio da sempre, si propone di valorizzare e divulgare le buone pratiche del costruire attraverso la selezione di realizzazioni che abbiano seguito i principi costruttivi della bioarchitettura e del risparmio energetico: il rispetto e l’integrazione con l’ambiente naturale, il controllo dei consumi di energia, l’impiego di materiali e tecniche non inquinanti e non nocive per la salute dell’uomo, la sostenibilità sociale ed economica e l’innovazione.
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A questa edizione, la sesta, hanno partecipato 38 progetti provenienti da tutta Italia ed è sicuramente un ottimo risultato anche per la qualità degli elaborati presentati. Premi e menzioni sono stati assegnati, per ciascuna categoria, da una giuria qualificata che ringrazio sentitamente per la competenza e disponibilità.
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Ci auguriamo che questa iniziativa possa stimolare ulteriormente l’insieme dei progettisti, delle imprese e degli enti a percorrere con determinazione la strada di progettare e costruire le città in modo sostenibile e sicuro.
Giulio Guerzoni Presidente Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile di Modena
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Premio Sostenibilità 2015 / 5
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Introduzione
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Siamo giunti quest’anno alla sesta edizione di un Premio dedicato alla Sostenibilità in edilizia, che ha visto la partecipazione di 38 progetti realizzati provenienti da varie parti d’Italia, in cui sono rappresentate diverse tipologie funzionali. Come sempre prevale l’edilizia residenziale, sotto varie forme: edifici residenziali, condomini, social housing, residenze assistite per anziani, inoltre sono presenti edifici scolastici, per il lavoro e edifici per servizi e multifunzionali. Vediamo che rispetto alle scorse edizioni il numero di progetti maggiore è sempre nella categoria ex-novo ma si nota in questa edizione che i progetti iscritti nella categoria ristrutturazione/restauro sono molto più numerosi rispetto al passato, questo è un segnale positivo che conferma la vera sfida dell’edilizia del futuro: ristrutturare il parco edilizio esistente. Ci troviamo di fronte ad una panoramica della produzione edilizia, attuale che presenta un buon livello qualitativo. Si nota sempre più come il concetto di sostenibilità incomincia ad essere praticato in modi più consapevoli, dando importanza sia al risparmio energetico che all’uso di materiali biocompatibili e a basso impatto ambientale. La giuria ha rilevato interessante e inedito l’impegno che in alcuni progetti viene rivolto alla sostenibilità economica e sociale degli interventi come parte integrante della responsabilità del progetto. Visti i positivi risultati, vogliamo confermare questa iniziativa come scambio culturale, scientifico e di diffusione ambientale, che si rivolge al settore delle costruzioni. Il materiale è stato raccolto in questa pubblicazione per fornire strumenti utili ad innalzare le competenze dei tecnici del territorio, si tratta di un insieme di “buone pratiche” con un grande potenziale di ripetibilità che rappresentano in modo chiaro, pure se non esaustivo, la ricchezza di idee progettuali e l’attenzione alle prestazioni ambientali con le quali i soggetti che partecipano alla trasformazione e alla riqualificazione del territorio controbattono la crisi del settore dell’edilizia. La novità di quest’anno è la menzione speciale che abbiamo conferito agli edifici produttivi, che grazie al progetto Green Industry, sviluppato da Aster e finanziato dalla Climate KIC, sono stati analizzati per trovare esempi virtuosi che rappresentino uno standard per i fabbricati industriali di nuova generazione. Il progetto Green Industry è finalizzato a promuove l’adozione da parte delle PMI di soluzioni innovative per l’efficienza energetica, la riduzione dei consumi, la sostenibilità ambientale e la sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro. In collaborazione con Aster abbiamo introdotto questa menzione speciale che era in linea con le azioni di progetto, lanciando così una sfida, quella di mettere in gara stabilimenti industriali con l’obiettivo di individuare quello con il giusto equilibrio fra efficienza, comfort e funzionalità. Il Premio nasce nel 2006 su tre province Modena, Bologna e Reggio Emilia per poi estendersi già dalla seconda edizione a tutta la regione Emilia Romagna e arrivare nelle ultime tre edizioni a coinvolgere tutto il territorio Nazionale. Nel corso degli anni sono state sottoposte alla giuria ben 212 progetti e realizzazioni di elevata qualità architettonica e in molti casi, una interpretazione dei temi della sostenibilità secondo un linguaggio contemporaneo, che è via via cresciuto in termini di contenuti grazie anche alla maggiore consapevolezza dei progettisti di poter migliorare il loro approccio progettuale in chiave energetico-ambientale. Tale successo ci ha spinto a rinnovare l’impegno nel promuovere, riconoscere e premiare una realtà che merita spazi di confronto e visibilità sempre maggiori, con l’obiettivo di poter contribuire alla diffusione di una architettura sostenibile e di qualità. La pubblicazione illustra i progetti vincitori, le menzioni, e in modo sintetico tutti i progetti concorrenti attraverso il materiale tratto dalla documentazione inviata dai progettisti per la partecipazione al premio. I progetti vincitori saranno presentati e premiati nel corso della Settimana della Bioarchitettura e della Domotica 2015 che pone al centro tutti gli aspetti legati al costruire sostenibile, risparmio energetico, domotica e ricostruzione sostenibile.
architetto Daniela Di Croce ingegnere Piergabriele Andreoli Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile di Modena
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6 / Casa Insieme San Felice sul Panaro / Edilizia ex novo/edilizia residenziale: 1° premio
Casa Insieme San Felice sul Panaro Edilizia ex novo/edilizia residenziale 1° premio
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Localizzazione: San Felice sul Panaro, Modena
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Progettisti e consulenti: arch. Mauro Frate MFBologna (Progetto architettonico), ingg. Giovanni Benedetti e Elena Santini, Benedetti & Santini studio associato, Cesena (Progetto energy engineering ed Acustica), ing. Franco Piva, Studio Ergodomus, Pergine Valsugana,Trento (Progetto stutture in legno), ing. Sabrina Aldrovandi, Technical Group Soc. Coop. a R.L., Modena, (Progetto strutture di fondazione).
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Giudizio della giuria: Progetto realizzato dopo gli eventi sismici del 2012 su iniziativa dell’ASP Modena Nord per affrontare in modo innovativo il tema dell’assistenza domiciliare agli anziani, che nel territorio modenese deve fare i conti con l’inagibilità diffusa delle abitazioni rurali e dell’allontanamento dei residenti dalle zone rosse dei centri storici. La risposta consiste nella realizzazione di una rete di Microresidenze Assistite Diffuse in ambiti contigui alle aree residenziali, vicini ad altre attrezzature collettive in modo da valorizzare le possibili interazioni fra i soggetti del servizio e le altre fasce di popolazione. Questi piccoli edifici, che costituiscono una tipologia “alloggio con servizi” tra cui l’esempio di S. Felice, rispondono ai paradigmi di sostenibilità, [...] Dal punto di vista impiantistico, la scelta di un sistema ibrido [...] dimostra una grande attenzione per la sostenibilità ambientale correttamente abbinata alla sostenibilità economica. La cura per la regolazione ed un puntuale inserimento di recuperatore di calore ad alta efficienza completano le caratteristiche di eccellenza di questa parte del progetto.
/1/ Esploso assonometrico /2/ Vista da sud ovest
/3/ Vista da nord ovest
In seguito agli eventi sismici del maggio 2012 anche il sistema di welfare del territorio modenese ha subito delle sostanziali modifiche, sia per le mutate condizioni strutturali di abitazioni private e servizi, sia per le diverse condizioni assistenziali dei cittadini presso il loro domicilio. A causa dell’inagibilità delle abitazioni rurali e dell’allontanamento dei residenti all’interno dei centri storici divenuti “zone rosse” si è presentata l’esigenza di collocare in ambiente protetto anche gli anziani soli o con una rete familiare resa fragile, persone che fino a quel momento avevano potuto vivere presso il loro domicilio anche grazie al supporto dell’assistenza domiciliare e/o di assistenti familiari privati. Il problema della residenza per la persona anziana si presenta molto complesso, sia per la sua rilevanza umana e sociale, sia per la scarsità di soluzioni sperimentate e realizzate come alternativa all’istituzionalizzazione. La casa continua ad essere uno dei servizi meno disponibili per una fascia fragile di utenti, ovviamente questo problema ha subito una forte accelerazione nell’ambito territoriale investito dal sisma, e necessita della ricerca di soluzioni che rappresentino un alternativa alla residenzialità protetta convenzionalmente intesa, che deve rimanere riservata agli utenti non autosufficienti gravi e gravissimi. Un seppur piccolo intervento di social housing se collocato con soppesata attenzione nelle relazioni con quel sistema di manufatti, attrezzature, servizi, parchi, giardini e spazi collettivi che rappresenta la parte “collettivamente abitabile” – la parte più pubblica, in senso lato – della città, reca in se un grande potenziale di trasformazione. Possiamo utilmente immaginare di concorrere, con un rapsodico intervento di scala minuta, al disegno di una sorta di grande “infrastruttura dell’abitare” e ciò in combinazione con un numero assai più vasto ed interessante di infrastrutture collettive: infrastrutture dei servizi (istruzione, sanità, cultura), della
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Foto: Giancarlo Pradelli Foto: Giancarlo Pradelli
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8 / Casa Insieme San Felice sul Panaro / Edilizia ex novo/edilizia residenziale: 1° premio
/4/ Vista dei tavoli/orto (sud est) /5/ Vista da sud
Foto: Giancarlo Pradelli
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/6/ Pianta
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la possibilità offerta da nuove soluzioni, antisismiche ed ecosostenibili, che si integrino in modo armonico con il territorio. L’ipotesi è stata allora quella di immaginare, per A.S.P. Comuni Modenesi Area Nord la progressiva costruzione di un nuovo patrimonio di edifici per i servizi rispondente ai paradigmi di sostenibilità, la cui ideazione prevede la realizzazione di manufatti edilizi in legno: si tratta di edifici per loro natura estremamente elastici, in grado di deformarsi sotto l’azione di terremoti anche di forte intensità senza subire danni. I criteri originariamente fissati per la scelta delle aree sulle quali collocare la famiglia di interventi che vanno sotto il nome di Microresidenze Assistite Diffuse: hanno selezionato una serie di piccoli ambiti sostanzialmente contigui alle normali aree residenziali, generalmente a ridosso, od almeno vicini, ad altre attrezzature collettive in modo da valorizzare le possibili interazioni fra i soggetti del servizio e le altre fasce di popolazione. Nel caso di San Felice sul Panaro l’area individuata dall’Amministrazione Comunale i criteri sopraelencati si sono sostanziati nella scelta di un lotto che rappresenta l’opportunità di stabilire una chiara relazione con il tessuto residenziale a bassa densità preesistente, costituitosi intorno all’asse di via Don Bosco. La peculiarità del lotto di intervento, un ambito di verde pubblico attrezzato oggi connotato da una intensa piantumazione di alberature di alto fusto, va ricercata nella possibilità, piuttosto evidente, di mettere a sistema la nuova attrezzatura con la collezione di spazi a standard ed altre attrezzature collettive attestati intorno all’asse di via Don Bosco: da questo punto di vista la trasformazione dell’ambito va a saldare, sostanzialmente senza soluzione di continuità, la collezione di lacerti a standard
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mobilità (trasporti pubblici, ferrovie, linee tramviarie, piste ciclabili), ambientali (parchi, giardini, corridoi ecologici, sistemi di smaltimento e raccolta delle acque) che rappresentano quella dotazione di servizi e di attrezzature che ha costituito e continua a costituire il supporto per la vita collettiva, nonché uno degli aspetti caratteristici della città europea del Novecento. In sostanza si tratta di mettere in atto una strategia di resilienza a tutto tondo, un atteggiamento che significa immaginare una sistema urbano come organismo capace di rinnovare il proprio equilibro al mutare delle condizioni al contorno, in grado di adattarsi alle sollecitazioni che derivano dal cambiamento climatico e di esprimere risposte sul piano sociale, economico e ambientale alle difficoltà che caratterizzano la nostra epoca. La resilienza costituisce una funzione della sostenibilità che richiede una profonda revisione dei modelli organizzativi e gestionali su cui si basa la convivenza urbana: una città resiliente è anche una città in grado di pianificare e realizzare una strategia di lungo periodo che garantisca l’omeostasi sociale attraverso una governance intelligente e condivisa costruendo, anche attraverso piccolissime attrezzature collettive scientemente progettate, ad esempio un contributo di sostanza alla ricostruzione di un territorio, senza rinunciare, anche nell’emergenza, a risposte dotate di una prospettiva. Criteri e scelte progettuali: un sistema costruttivo offsite in legno Anche per quanto concerne i servizi socio assistenziali danneggiati gravemente dal sisma, occorre prevedere purtroppo in molti casi la sostituzione delle vecchie strutture, difficilmente recuperabili secondo i parametri della più recente normativa, e indagare
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10 / Casa Insieme San Felice sul Panaro / Edilizia ex novo/edilizia residenziale: 1° premio
/4/ Prospetto /5/ Vista da via Fruttabella (sud ovest) /6/ Il dispositivo di ingresso
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I modelli di welfare in altri paesi, soprattutto dell’Europa del Nord, stanno da anni sperimentando l’introduzione di importanti innovazioni nei servizi. Attraverso la Nordic Cooperation on Disability, questi paesi hanno investito risorse, in diversi modi e con diversa intensità, nell’innovazione tecnologica e nella diffusione di servizi innovativi per l’assistenza alle persone disabili, organizzata in modo da poter soddisfare al meglio i bisogni del singolo. Alcune della sperimentazioni hanno mostrato come gradita agli utenti soli la soluzione degli “alloggi con servizi” o “gruppi appartamento con servizi in comune”: agli spazi abitabili viene garantito un supporto assistenziale in costante contatto con la rete dei servizi di sostegno al domicilio per le necessità che possono verificarsi. Queste soluzioni, consentono alle persone anziane/disabili con difficoltà non gravi di rimanere in un contesto domiciliare, protetto e controllato che assicuri sia interventi assistenziali programmati (anche per le intere 24 ore), sia di pronto intervento, senza dover così anticipare un ricovero inappropriato in casa residenza. Nel progetto l’organizzazione degli spazi, è caratterizzata da una sequenza di ambienti che nell’accostamento dei differenti moduli alloggio (3), generano delle vere e proprie fasce specializzate: 1 – la fascia degli spazi individuali (camere, piccole logge individuali), 2 – la fascia dei servizi condivisi (cucine, lavanderie, servizi igienici, ecc.), 3 – la fascia degli spazi conviviali (spazi per la refezione, per il riposo/soggiorno, per le attività collettive, logge comuni). Il complesso di micro residenze disporrà inoltre di un alloggio operatore (camera e bagno) la cui collocazione, in adiacenza allo spazio porticato di ingresso, consentirà di svolgere appropriatamente le eventuali operazioni di sorveglianza degli ospiti in ingresso e uscita. La scelta del sistema costruttivo è ricaduta su un
sistema stratificato a secco con struttura portante in legno tipo X-lam; un sistema costruttivo che si basa sull’utilizzo di elementi piani portanti di pannelli in legno massiccio a strati incrociati i quali assumono, in base alle condizioni di carico, funzione di piastre e/o lastre in grado di assicurare un montaggio agevole e attuabile in tempi rapidi. Le scelte di natura tipologica, funzionale e costruttiva sono state indirizzate verso un assetto aperto e implementabile per fasi successive sia nella concezione strutturale che impiantistica: si tratta di un organismo formato da moduli iterati in accostamento semplice. La conformazione stereometrica dell’edificio è stata oggetto di verifica fin dalle prime fasi progettuali. alla ricerca di quei piccoli accorgimenti, nella definizione della soluzione architettonica, atti ad esprimere la migliore prestazione energetica dell’edificio. Pertanto l’evoluzione del progetto è stata controllata con la finalità prioritaria della concezione di un ambiente costruito che alla fine del processo presenterà una elevata qualità ambientale come esito di una soppesata mixitè fra dispositivi passivi ed attivi. Si è dunque assunta l’idea di ottimizzare il rapporto con la principale fonte di energia gratuita -il soleguardando allo stesso come un fattore di forma per modellare, plasmare la soluzione architettonica. L’articolazione volumetrica dell’assetto finale e l’introduzione di alcuni dispositivi passivi, come la profonda loggia di relazione fra gli spazi di soggiorno collettivo ed il giardino pertinenziale, è l’esito anche di una ricerca volta all’ottimizzazione dell’apporto solare nel periodo invernale ed alla protezione dai raggi incidenti nel periodo estivo. Allo stesso modo la ricerca della massima performance da parte degli stessi raggi solari sulle falde inclinate delle coperture predisposte ad accogliere, in forma integrata, i campi fotovoltaici o solare termici. Dunque tutte le forometrie che connotano i muri d’ambito degli edifici sono state immaginate come dispositivi sensibili alle sollecitazioni dei differenti orientamenti ed affacci e ciò ne ha determinato conformazione e dislocazione. La ricerca delle condizioni di miglior illuminazione passa attraverso la verifica dell’eliminazione dei fastidiosi fenomeni di abbagliamento ed è l’esito di una riflessione accorta sul problema della luce percepita così come tenta di non subire le conseguenze termiche di irraggiamenti persistenti. Ciò configura la possibilità per i futuri ospiti di godere di ambienti con un elevato standard di comfort.
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disposta da nord a sud sul lato occidentale del fascio dei binari ferroviari, a partire dall’asse di via G. Agnini. Si tratta in fondo di esprimere nelle soluzioni di progetto una simultanea attenzione a 2 scale: una prima, quella del manufatto edilizio vero e proprio una seconda, che mette in gioco la relazione con una idea di sfondo: la costruzione di un nuovo Paesaggio del Welfare.
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Foto: Giancarlo Pradelli Foto: Giancarlo Pradelli
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12 / Centro Polifunzionale del Bambino / Edilizia ex novo/edilizia non residenziale: 1° premio
Centro Polifunzionale del Bambino Edilizia ex novo/edilizia non residenziale 1° premio
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Localizzazione: San Bonifacio, Verona
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Progettisti: architetto Maria de Rossi, studio di Architettura Consulenti: ing. Alberto Olivieri, ing. Filippo Belviglieri, Planex S.r.l. di Verona, Wolf System S.r.l.
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Giudizio della giuria: Il centro polifunzionale è composto da un asilo nido per 60 bambini e da una scuola per l’infanzia per 180 bambini, l’intervento si segnala per il suo felice inserimento nel contesto urbano, anche grazie alla sua forma composta, “a padiglioni”, che ha saputo riprendere e valorizzare l’affaccio principale della preesistente scuola materna. Il risultato è quello di una "restituzione" al tessuto urbano di un elemento architettonico identitario attraverso la riproposizione dell’assetto originario in muratura, agganciata alla struttura interamente in legno della nuova scuola. Questa tecnologia ha permesso tempi brevissimi di realizzazione [...] e ottime prestazioni a basso impatto ambientale che sono valse all’edificio il livello platinum del protocollo Leed. Nella ricerca delle relazioni interne tra spazi didattici, per il gioco e la socializzazione, grande importanza riveste la corte interna, su cui ogni sezione si apre direttamente; [...] L’impianto termico è improntato alla semplicità e all’utilizzo di fonti rinnovabili o equiparate (in questo caso pompe di calore elettriche aria-acqua e collettori solari per l’acqua calda sanitaria). Lo sforzo mirato ad ottimizzare i rendimenti, e quindi la limitazione dei consumi e delle emissioni climalteranti e inquinanti per questo tipo di edificio, giustifica alcune scelte che sarebbero necessari in molti edifici residenziali.
/1/ Vista del centro
/2/ Vista dell’esterno /3/ Corte interna
Una buona architettura deve vedere la possibilità di un felice e fortunato incontro tra diverse energie positive, scaturendo dalla volontà di tutti coloro che vengono coinvolti di ottenere il miglior risultato possibile: così è stato nei mesi che hanno visto la Riqualificazione delle strutture scolastiche del Centro Polifunzionale del Bambino della Fondazione O.A.S.I. a San Bonifacio attraverso la progettazione e costruzione di un Asilo Nido per 60 bambini (3 sezioni) e di una Scuola dell’Infanzia per 180 bambini (6 sezioni) utilizzando la tecnologia della prefabbricazione in legno. In due anni e mezzo (gennaio 2010-luglio 2012) sono state progettate e realizzate le due scuole: mentre l’asilo nido è stato costituito ex novo, la scuola dell’infanzia era già esistente e risaliva al 1886. Dopo attente valutazioni sia di tipo tecnico che economico, si è deciso di sostituire questo manufatto con un nuovo edificio efficiente dal punto di vista energetico e staticamente sicuro in caso di evento sismico. Il nuovo intervento ha posto tra gli obiettivi prioritari il recupero della forma originaria del manufatto al fine di ridare leggibilità alla originaria connotazione architettonica che nel corso degli anni era stata “nascosta” da nuovi volumi aggiunti, si sono ricostruite in muratura le facciate timpanate agganciandole alla struttura prefabbricata in legno. Il risultato è stato quello di una “restituzione” al tessuto urbano di San Bonifacio di un elemento connotante uno dei due corsi principali mantenendo quel vincolo affettivo con gli abitanti attraverso la riproposizione dell’assetto originario. L’Asilo Nido è stato costruito in 3 mesi, la Scuola dell’Infanzia in 4 mesi. Le finalità e gli obiettivi erano quelli di realizzare un esempio in grado di assumere il ruolo di modello, di modus operandi attraverso l’applicazione di metodologie di progettazione e realizzazione volte ad offrire un
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14 / Centro Polifunzionale del Bambino / Edilizia ex novo/edilizia non residenziale: 1° premio
Nell’ambito della costruzione del processo progettuale e della realizzazione dei fabbricati, primaria importanza hanno avuto il dialogo e il continuo confronto tra i diversi attori coinvolti: team di progettisti, Committenza, Insegnanti, Imprese Esecutrici, U.T. del Comune.
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/4/ Interno della scuola
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L’area interessata dal progetto si trova in una zona centrale di San Bonifacio. Dal punto di vista urbanistico tale ambito è classificato come zona “F/2” – Attrezzature di Interesse Comune, destinate a servizi ed attrezzature pubbliche o di pubblico interesse, a cui, in parte, è sovrapposta la perimetrazione come zona “A” – Centro Storico. L’Asilo Nido è costituito da tre sezioni che ospitano 60 bambini e la Scuola dell’Infanzia da sei sezioni frequentate da 180 bambini: si sono definiti attorno ad un grande giardino centrale sul quale si affacciano direttamente tutte le sezioni rievocando tipologie storiche di insediamenti del passato che hanno connotato il tessuto urbano e il territorio sambonifacese (Corte Sandri, Corte Casalveghe, Corte di Torri di Confine,Chiostro dell’Abbazia di Villanova). Questo spazio interno continuo di verde ha una particolare valenza: riflettendo su quanto l’attuale paesaggio sonoro urbano sia caratterizzato dalla presenza di rumori (ad alta densità, privi di qualità, non informativi) diviene particolarmente apprezzabile la “protezione” data dalla corte che permette alle bambine e ai bambini di imparare ad ascoltare i suoni, analizzandoli e comprendendone la fonte; si possono inoltre recuperare le caratteristiche ambientali stagionali legate agli agenti esterni come la pioggia o il vento. La complessità funzionale viene risolta attraverso forme e identità definite da relazioni; la fusione di identità distinte conferisce allo spazio una grande ricchezza e complessità: ciò che differenzia diviene valore e non limite in un contesto empatico attento all’ascolto e all’accoglienza. La persona, sia essa una bambina, un bambino o un adulto deve trovare spazi stimolanti ma anche luoghi di “pausa” e serenità. L’identità di questo insieme di luoghi è data dalla qualità e dall’intensità delle connessioni. Si realizza così uno spazio relazionale proprio perché si qualifica per le relazioni che è in grado di innescare e consentire: un insieme di tante identità diverse con una connotazione globale riconoscibile, in sintonia con un progetto di valori. Lo spazio deve offrire una qualità nel favorire l’incontro, lo scambio, l’empatia, la reciprocità e, in particolare, nuovi legami. Il sistema diviene un luogo dove l’interazione di varie attività sociali diventa un’occasione di qualificazione di tutto il contesto urbano in cui la struttura in progetto si inserisce. Nella definizione degli spazi relazionali le parti diverse risultano essere in equilibrio ed armonia, per ottenere un progetto di qualità ambientale lavorando sia sulle caratteristiche fisiche che immateriali dell’ambiente, utilizzando gli strumenti del design primario
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risultato di alta qualità e sostenibilità attraverso l’innovazione architettonica, tecnologica ma anche di gestione e uso; definire un laboratorio formativo per le nuove generazioni finalizzato alla conoscenza di un costruire responsabile ed ecocompatibile. Quale testimonianza dell’alto livello di qualità di progettazione e costruzione con ridotto impatto sull’ambiente la Scuola dell’Infanzia “Paolo Crosara” ha ottenuto, per prima in Italia, il più elevato livello di certificazione secondo il protocollo LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), ovvero il “PLATINUM”. Il processo di certificazione LEED, si è basato sul rispetto dei criteri contenuti nei “Prerequisiti” e dei "Requisiti" di un certo numero di “Crediti” appartenenti alle seguenti sei aree di sostenibilità: I Prerequisiti che sono stati rispettati in fase di progettazione e realizzazione dell’opera sono: • SS prerequisito 1: prevenzione dell’inquinamento da attività di cantiere, • GA prerequisito 1: riduzione dell’uso dell’acqua, • EA prerequisito 1: Commissioning di base dei sistemi energetici dell’edificio, • EA prerequisito 2: Prestazioni energetiche minime, • EA prerequisito 3: Gestione di base dei fluidi refrigeranti, • MR prerequisito 1: Raccolta e stoccaggio dei materiali riciclabili, • QI prerequisito 1: Prestazioni minime per la qualità dell’aria, • QI prerequisito 2: Controllo ambientale del fumo di tabacco. Il secondo obiettivo era quello di indicare una possibile nuova linea di approccio alla questione sicurezza degli edifici scolastici decidendo, dopo approfondite valutazioni (tre diverse perizie sulle condizioni statiche dell’edificio), la sostituzione della Scuola dell’Infanzia con un nuovo edificio antisismico; Un obiettivo fondamentale era quello di creare non solo un contenitore per una moderna didattica ma anche un luogo di riferimento per l’intera Comunità attraverso la promozione di azioni volte alla crescita culturale e sociale quali: l’innovazione nei contenuti dell’offerta formativa; i laboratori rivolti ai genitori in risposta alla disgregazione familiare proponenti percorsi finalizzati alla costruzione di un modello soddisfacente di genitorialità in collaborazione con la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Verona; e il centro di riferimento e sperimentazione per il Liceo delle Scienze Umane “Guarino Veronese” di San Bonifacio (si tengono laboratori e progetti pedagogico/didattici che coinvolgono i bambini del Centro e gli allievi del Liceo Guarino Veronese, al fine di creare una coscienza ecologica e far conoscere questa metodologia e tecnica costruttiva). Fondamentale era anche applicare nuove tecnologie al fine di migliorare il benessere all’interno delle strutture e a favore di un costruire sostenibile e costruire in questi luoghi nuovi legami nel tessuto sociale finalizzati all’acquisizione di valori di identità e relazione.
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16 / Centro Polifunzionale del Bambino / Edilizia ex novo/edilizia non residenziale: 1° premio
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/5/ Pianta del piano terra /6/ Copertura in legno /7/ Aule /8/ Sezione A-A /9/ Sezione B-B / 10 / Sezione D-D
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interno: infatti una particolare attenzione si è data nel definire gli spazi verdi sia dal punto di vista microclimatico (uso dell’arredo vegetale per abbattere l’effetto termico dell’irraggiamento nei mesi estivi o per ridurre l’inquinamento acustico esterno) che da quello relazionale (luogo di incontro e scambio), didattico (osservazione, sperimentazione, acquisizione, modificazione, azione) ed infine cromatico (i paesaggi cromatici creati con piante, fiori e legni possono cambiare al variare dell’ora del giorno e delle stagioni). Le aree a verde sono differenziate per fasce d’età e attrezzate collocandovi vari elementi naturali. Inoltre è presente un orto laboratorio, specificamente destinato a rivestire la funzione di luogo di incontro e sperimentazione per i piccoli. È presente anche anche una serra solare.
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e dell’architettura; in particolare si sviluppa la progettazione delle “soft qualities”: luce, colori, materiali, acustica, odori, microclima. Gli obiettivi ambientali raggiunti possono essere tradotti in nove “parole chiave” (Reggio Children): complessità morbida, relazione, osmosi, polisensorialità, epigenesi, comunità, costruttività, narrazione, normalità ricca. Importante è anche il controllo dell’inquinamento “indoor” (ovvero all’interno dell’edificio) evitando i campi elettromagnetici eccessivi, l’uso di materiali che presentano radioattività (pietre granitiche o tufiche) o rilasciano sostanze tossiche (colle tossiche, materiali non stabili, presenza di microfibre inalabili,...) e attraverso gli impianti di ricircolo dell’aria. Ogni sezione si apre direttamente verso il giardino
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Categoria edilizia ex novo residenziale
Eco2house Chivasso Localizzazione: Chivasso, Torino Progettisti: arch. Giovanni Izzo: Studio Gianni Izzo architettura
verificare e ottimizzare ogni scelta progettuale, scegliere la prefabbricazione come sistema per limitare i rifiuti indifferenziati, utilizzare solo la materia necessaria, limitando gli sfridi e usando materiali omogenei, dagli scarti riutilizzabili in altre lavorazioni, per un cantiere pulito e poco inquinante. La verifica di questa aspirazione è stata possibile grazie alla realizzazione del progetto di due abitazioni indipendenti, che da marzo 2015 sono abitate e che sono state costruite in circa un anno.
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ecologica ed economica, a basso costo di costruzione e basso consumo energetico, con prestazioni e finiture di livello a meno di 1200 €/m2. Una casa che non solo sfrutti le risorse rinnovabili, consumando scarse risorse per il suo funzionamento, ma che generi anche pochi rifiuti e inquinamento per essere costruita. La costruzione di un edificio con simili caratteristiche trova il suo fondamento nella progettazione, che deve consentire la sua concreta realizzazione. L’Eco2house è stata pensata fin dall’inizio in ragione del suo scopo, garantire basso costo di costruzione e basso consumo energetico: tutte le scelte progettuali sono state fatte in funzione delle esigenze del committente ma sin da subito coordinate per perseguire tali obiettivi. Per un edificio a risparmio energetico è essenziale usare principi di logica ed economia, seguire principi fermamente determinati: scavare un solido dalla caratteristiche ottimali per generare ambienti privi di ponti termici,
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Realizzare un edificio che consumi poco e non inquini, usando risorse rinnovabili, è fondamentale in questa fase storica. Si hanno molti esempi di edifici a basso consumo energetico, ma uno dei fattori frenanti per la loro diffusione è il costo aggiuntivo connaturato a queste costruzioni: per proteggere gli ambienti dall’esterno e per sfruttare le energie rinnovabili, specie se si progetta l’edificio e poi si decide di renderlo a basso consumo, per cui ai costi della progettazione ordinaria si aggiungono quelli per migliorarne le prestazioni. Per questo è nata l’idea di studiare e riuscire a costruire un edificio che offrisse la migliore classe energetica con il più basso costo possibile, addirittura uguale a quello di un edificio costruito con tecniche tradizionali, con i costi necessari per impiantistica e miglioramento delle prestazioni dell’involucro reperiti nell’ottimizzazione delle lavorazioni e delle fasi di cantiere, per mezzo dei principi di una progettazione integrata. Un’abitazione
Casa B Curtatone
Localizzazione: Curtatone, Mantova Progettisti: arch. Federico Fedel: unostudio architetti associati Consulenti: ing. Paolo Lotti
La scelta di costruire una casa, l’idea di proiettare la propria esperienza domestica in modalità diverse da quelle del vivere in alloggi collettivi o in contesti urbani, genera una serie di aspirazioni, di suggestioni, di esigenze. Compito nostro è la traduzione di queste istanze in un progetto che, almeno in parte le sintetizzi. L’aspirazione, il fine è di migliorare la propria quotidianità, aumentando la qualità degli spazi e il comfort. Il difficile è quando, come in questo caso, il luogo è un estraniante lotto di terreno circondato da costruzioni semplicemente brutte, che non appartengono né alla tradizione né ad un presente pensato. Diventa quindi impossibile trovare relazioni interessanti con un contesto privo di identità sulle quali impostare un’idea. Il pericolo che si corre diviene quello di pensare ad un oggetto autoreferenziale che trova nel bel segno la sua ragione, senza rispondere a quelle istanze di qualità del vivere che stanno alla base della scelta stessa di costruire una casa.
Da queste riflessioni si è sviluppato un progetto, che trova al proprio interno una natura ricostruita, con la quale instaurare quei rapporti negati da un contesto disarmante. Una scelta di autosufficienza, che ha le proprie radici nella casa romana e che pone al centro del progetto la volontà, la ricerca, la necessità di una qualità del vivere in relazione con un’idea di natura. Il risultato è un progetto dilatato che si allarga per generare al proprio interno i vuoti da inventare in sostituzione di un luogo assente. Si sceglie, di utilizzare il tetto della costruzione con funzioni che normalmente trovano posto a terra. Così il tetto è vissuto come un giardino, con spazi di relazione organizzati in aree distinte: una dedicata alla piscina ed al solarium, ed una dedicata al cibo e alla convivialità. Tra queste zone nel cavedio centrale, trova posto un corbezzolo la cui chioma domina il vuoto al centro del progetto.
Gli attici delle parti alte nascondono completamente gli impianti di produzione energetica rinnovabile. Tutto il racconto è volto a scoprire lentamente la meccanica degli spazi che si articolano a partire da un’alternanza tra esterni ed interni. Quello che si intravede dall’esterno si comprende a pieno solo percorrendo ciò che la luce entrando nei vuoti rivela, in un crescendo che culmina con la luce che entra dalla lanterna di corten posta in facciata. La successione spaziale della casa romana si traduce verticalmente in un organismo che, come nella tradizione, pone l’impluvium al centro della composizione.
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Edificio in X-Lam – Palazzo Montagnoli Arsago Seprio Localizzazione: Arsago Seprio, Varese Progettisti: arch. Alessandro Vanoni e arch. Giovanni Vanoni: ETC+Architettura Consulenti: termoconsult s.r.l. per. ind Fusetti Roberto, ing. Bertinotti Matteo
CentroZero Arezzo
La tenuta all’aria dell’edificio è stata realizzata mediante l’utilizzo di nastri butilici posti in corrispondenza dei nodi geometrici e delle discontinuità materiche e poi valutata attraverso dei Blower Door Test eseguiti alla diverse fasi di cantiere. La climatizzazione degli ambienti, perciò sia il fabbisogno per riscaldamento che quello per raffrescamento, avviene mediante una pompa di calore aria-acqua centralizzata, che serve dei terminali fan-coil a bassa inerzia termica, che non comportano variazioni entalpiche nella reversibilità caldo-freddo. In ogni unità immobiliare è stata, infine, installata una macchina per la Ventilazione Meccanica Controllata, dotata di recuperatore di calore.
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sanitaria, che coprono l’80% dei fabbisogni energetici richiesti. L’involucro è stato progettato scegliendo materiali e soluzioni tecnologiche in grado di garantire all’edificio un’elevata inerzia termica sia invernale che estiva, oltre ad un adeguato isolamento acustico. A questo scopo è stato scelto un isolante in fibra naturale con spessore e densità differenti a seconda della tipologia di struttura. Per i serramenti, si è deciso di impiegare il PVC per il telaio, con vetrocamera triplo e una trasmittanza complessiva pari a 0.81 W/m2K. Sono stati adottati due tipi differenti di schermature solari: uno attivo e regolabile a lamelle avvolgibili in alluminio, che riducono la radiazione solare sulle superfici vetrate; e un altro passivo, costituito dalle balconate continue sul fronte sud e dalle pale frangisole fisse a sezione ogivale, poste sopra di esse.
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Il progetto è relativo alla nuova costruzione di un edificio residenziale su 3 piani, costruito con struttura portante in legno lamellare X-Lam e utilizzando quasi esclusivamente tecnologie di esecuzione a secco. Il cantiere si può definire didattico e sperimentale: è stato, infatti, oggetto di diverse conferenze tra professionisti del settore, che ne hanno illustrato le modalità esecutive al fine di promuovere l’architettura ad elevata efficienza energetica nella provincia di Varese e di test sperimentali, in particolar modo sull’abbattimento acustico delle strutture. L’intervento ha ricevuto le targhe energetiche CENED A+ e CasaClima A. L’edificio ha un impianto tipologico lineare, scelto per ottimizzare il rapporto S/V, orientato con i fronti principali esposti a sud e nord. La copertura, ad unica falda, è esposta verso sud e inclinata di circa il 30%. Qui sono posti i pannelli fotovoltaici in silicio monocristallino e i pannelli solari per la produzione di acqua calda
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Localizzazione: Marciano della Chiana, Arezzo Progettisti: arch. Andrea Polvani Studio arch. Polvani Marciano della Chiana (Ar), geom. Paolo Alvelli, (consulente CasaClima) Studio Sintesy Foiano della Chiana (AR), per. ind. Sergio Cantoni (Consulente CasaClima, progettazione impiantistica) Termoprogetti snc Reggio Emilia, ing. Erika Rossi, (Consulente CasaClima, progettazione e verifica requisiti acustici passivi) studio Erika Rossi, Assisi.
CentroZero non è solo un edificio, è un pensiero e un concetto, una norma di vita. È un Centro che pone al Centro la persona e la qualità della vita abitativa, e partendo da zero, ecco il gioco di parole, avvia una strada nuova, segna un punto di inizio nel rispetto dell’ambiente e delle risorse. Il concetto di riduzione del consumo di suolo si concretizza con l’idea di CentroZero. La realizzazione del nuovo edificio nasce infatti dal riutilizzo di un’area antropizzata ubicata nel centro abitato di Cesa in Valdichiana, piccola frazione del Comune di Marciano della Chiana in Provincia di Arezzo, attraverso lo strumento del Piano di Recupero. Primo edificio polifunzionale in Toscana costruito seguendo il protocollo CasaClima, nel CentroZero il progetto imprenditoriale si coniuga armonicamente con il tema della salvaguardia ambientale e del risparmio energetico, mettendo al centro l’abitante, il suo benessere e il suo comfort. Il pen-
siero CasaClima permea questa struttura, alimenta il CentroZero, trasformandolo da cantiere edilizio a officina di vita e di benessere. Per il CentroZero è in corso la certificazione volontaria attraverso l’Agenzia per l’Energia Alto Adige – CasaClima – puntando ad ottenere la categoria CasaClima A per le elevate prestazioni di efficienza energetica ma anche, e soprattutto, per una qualità abitativa garantita da un elevato standard di qualità. Il certificato CasaClima infatti non identifica uno stile architettonico o un sistema costruttivo ma uno standard energetico. Il nostro edificio è così in grado di assicurare un’alta efficienza energetica, quindi un forte risparmio di energia e un’ingente riduzione dei costi per la climatizzazione. Il CentroZero interpreta pienamente la filosofia CasaClima, per arrivare alle seguenti performances: minimizzare i fabbisogni energetici (per riscaldamento, raffrescamento, illuminazione); garantire un alto grado di comfort indoor; coprire
il fabbisogno energetico residuo con un’impiantistica moderna ed efficiente, possibilmente attraverso l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Grazie alla coibentazione dell’edificio, agli impianti e alla conformazione architettonica, le unità che compongono CentroZero raggiungono la Classe A+ individuata dalla normativa italiana. La certificazione CasaClima, che impone verifiche molto più rigide rispetto alla normativa nazionale, restituisce quindi una qualità dell’edificio di altissimo livello, ben superiore a quanto previsto dalla vigente normativa nazionale per gli edifici appartenenti alle classi energetiche più elevate. L’immobile è realizzato secondo i dettami delle recenti normative internazionali in merito al contenimento energetico ed emissioni atmosferiche, e risponde pienamente ai criteri di edificio nZeb (edifici ad energia quasi zero) così come introdotti dalla Direttiva Europea n° 31/2010 e recepiti dalla normativa nazionale con Legge 3 agosto 2013 n° 90.
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Edificio Residenziale Marano sul Panaro Localizzazione: Marano sul Panaro, Modena Progettisti: arch. Cecilia Marzi, Tèkne studio associato di Architettura e Ingegneria Consulenti: ing. Biagioni Andrea (progettista impianti meccanici) Tecneco studio tecnico,per.ind. Alex Fantini (progettista impianti elettrici)
(potenzialmente unica fonte di energia necessaria per quest’ultimo), agli impianti relativi alla piscina e a tutto l’impianto elettrico condominiale. Per quanto riguarda gli impianti meccanici è presente una pompa di calore supportata da una piccola caldaia a gas, entrambe collegate ai pannelli radianti; inoltre sono stati installati i pannelli solari per la produzione di acqua calda igienico sanitaria e in tutti i miscelatori sono stai montati riduttori di flusso o rompigetto. Sono state individuate le due linee di fognatura, acque nere e bianche, quest’ultime sono collegate ad una cisterna di raccolta delle acque piovane interrata per innaffiare il giardino.
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U = 0,19 W/m2K). I serramenti, in lega di alluminio verniciati, hanno lastre stratificate di sicurezza di tipo basso emissivo magnetronico, con gas argon nelle intercapedini e canalini distanziatori in silicone. Prioritaria è stata la verifica puntuale, sia in fase di progetto che di cantiere, dell’isolamento corretto degli eventuali ponti termici intorno alle strutture orizzontali, porte e finestre. Per quanto riguarda gli impianti, il sistema domotico permette di regolare il consumo energetico anche attraverso il controllo tramite remoto dei corpi illuminanti, dell’impianto di riscaldamento, di raffrescamento, di allarme, di filodiffusione, della piscina e infine dei sistemi di oscuramento a lamelle dei serramenti e delle tende, collegati a una sonda solare. È stato installato un impianto di pannelli fotovoltaici per una potenza pari a 10 kW, che è collegato alla pompa di calore, all’impianto di raffrescamento,
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ll fabbricato è una abitazione bifamiliare, sita nel comune di Marano sul Panaro in provincia di Modena. Il corpo di fabbrica con le funzioni abitative è orientato secondo l’asse eliotermico e sono stati realizzati dei pannelli frangisole, in larice naturale, che riparano dall’esposizione solare tutto il prospetto sud-ovest e l’ampio portico; inoltre sono state mantenute le alberature esistenti e piantumate essenze autoctone caducifoglie con lo stesso scopo. L’edificio è stato realizzato in materiali eco-compatibili certificati, con una struttura in legno ben coibentata, dal punto di vista termico e acustico, materiali riciclabili e tutti assemblati a secco, impianti di contenimento energetico e impianti di energia rinnovabile. La struttura costruttiva è in legno lamellare, con sistema a telaio, prefabbricata con pareti ed elementi edilizi realizzati e certificati nei laboratori della ditta esecutrice; con isolamento in fibra di legno, (parete esterna:
Casainsieme San Felice sul Panaro
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Localizzazione: San Felice sul Panaro Progettisti: arch. Mauro Frate MFBologna (Progetto architettonico), ingg. Giovanni Benedetti e Elena Santini, Benedetti & Santini studio associato, Cesena (Progetto energy engineering ed Acustica), ing. Franco Piva, Studio Ergodomus, Pergine Valsugana, Trento (Progetto stutture in legno), ing. Sabrina Aldrovandi, Technical Group Soc. Coop. a R.L., Modena, (Progetto strutture di fondazione).
Il progetto “Casainsieme” si inserisce nell’insieme di progetti e realizzazioni conosciuto come Microresidenze Assistite Diffuse, elaborato in più tempi per l’area della Bassa Modenese. Nei giorni immediatamente successivi al sisma del Maggio 2012 il gruppo dirigenziale di ASP (Azienda Pubblica di Servizi alla Persona dei Comuni Modenesi Area Nord) costituì un gruppo di lavoro con l’obiettivo di definire i caratteri di un prototipo di Social Housing da proporre per la ricostruzione ai Sindaci del “cratere” quale modello per successive azioni. I requisiti da perseguire fissati in quella sede ruotavano intorno ad una idea di Welfare capace di alimentarsi dei paradigmi della sostenibilità: un’idea di resilienza a tutto tondo – economica, sociale, procedurale, urbana – con una finalità concreta: realizzare edifici meno costosi e più intelligenti, meno sofisticati ma capaci di elevate prestazioni offerte agli ospiti in termini di comfort. Forse meno lussuosi ma più acco-
glienti e funzionali: user-friendly. Si è così immaginata la progressiva costruzione di un nuovo patrimonio di edifici per i servizi rispondente alle nuove istanze, la cui ideazione prevedesse fin dalle prime mosse la realizzazione di manufatti edilizi in legno. Le qualità dei sistemi costruttivi in legno sono già da tempo unanimemente riconosciuti in termini di sicurezza sismica e risparmio energetico. Nel caso della Microresidenza di San Felice il risultato ottenuto è in parte testimoniato dalle prestazioni verificate: l’edifico è ascrivibile alla Classe Energetica “A”, ha un Indice di Prestazione Energetica Globale per riscaldamento ed acqua calda sanitaria 4,64 kWh/m3 anno, le emissioni in atmosfera di CO2 evitate sono pari a 2.839 kg CO2/anno. Si tratta di numeri che indicano prestazioni energetiche di elevata qualità ottenute attraverso una accorta miscellanea di dispositivi spaziali, involucri efficienti sia in fase invernale che in fase estiva, soluzioni impiantisti-
che virtuose. Per rendere efficacemente operativa la riflessione intorno al Social Housing è utile considerare i grandi cambi socio-demografici di questi ultimi anni, che hanno già delineato nuove domande abitative molto diverse da quelle di cinquant’anni fa, quando la famiglia tradizionale costituita da padre, madre e figli rappresentava il nucleo di convivenza dominante. Si tratta di offrire un panorama abitativo in grado di soddisfare anche le esigenze dei singoli, delle persone divorziate, degli anziani che vivono soli e che esprimono la volontà di continuare a vivere una vita in piena autonomia.
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Cohousing Sangiorgio Ferrara Localizzazione: Ferrara Progettisti: arch. Giovanni Franceschelli, Rizoma Architetture
impiantistiche adottate consentono di calcolare un indice di prestazione globale Eptot (riscaldamento +acqua calda sanitaria) = 2,2 KWh/m2a, collocando la costruzione in classe CLASSE A+ regionale. È un edificio off-grid: non ha la connessione alla rete del gas, il sistema di smaltimento delle acque reflue viene effettuato in sito senza collegamento alla rete fognaria pubblica ed è stata installata una vasca di raccolta dell’acqua piovana che consente l’irrigazione del giardino e dell’orto. Buona parte dell’energia elettrica viene prodotta dai pannelli fotovoltaici.
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dizionato il disegno di una “Falda Solare” di superficie maggiore rispetto a quella orientata a nord. Il fabbricato è composto da sette unità abitative e dei relativi spazi comuni, sviluppati su tre piani fuori terra, si dispone parallelamente rispetto alla linea del confine di proprietà verso il fiume e perpendicolarmente rispetto al confine di proprietà verso nord. L’edificio è stato realizzato con materiali naturali e riciclabili, con tecnologia costruttiva a pannelli portanti di legno tecnologia X-LAM, di spessore variabile dai 10 ai 14 cm, coibentati verso l’esterno da cappotto termico in fibra di legno spessore 20 cm. Anche i solai interpiano e quello di copertura sono stati realizzati in pannelli portanti di legno di spessore 20 cm; la copertura presenta una coibentazione di 24 cm in pannelli di fibra di legno a densità variabile e manto di copertura in lamiera. Il volume compatto del fabbricato consente di avere un buon rapporto S/V, mentre le soluzioni progettuali ed
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Il Cohousing Sangiorgio è sito su un lotto di circa 3500 m2 a 2 km dal centro storico di Ferrara. L’edificio ospita persone di diverse fasce di età e backgrounds, single e famiglie con bambini. L’obiettivo è promuovere nuove forme di vicinato solidale nell’ambito della sostenibilità ambientale e della solidarietà tra generazioni. Il progetto è stato pensato in modo da rispondere in pieno alle esigenze individuali e collettive ed oltre alle unità immobiliari verranno realizzati numerosi spazi di condivisione. La realizzazione dell’edificio avviene in linea con i principi progettuali delle strutture in legno nearly zero energy. Gli aspetti compositivi principali definiscono un volume di tre piani con un fronte aperto verso il lato sud-ovest con la presenza di sporti e logge che consentono un ombreggiamento naturale delle bucature durante i mesi estivi; mentre la necessità di installare le strutture per i pannelli fotovoltaici verso sud, ha con-
E.R.P. 19 alloggi per anziani Modena
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Localizzazione: Modena Progettisti: arch. Grazia Nicolosi ACER Modena, ing Bruno Moratelli, SAITRE Società Architetti Ingegneri Trento Consulenti: ing. Marinella Zaccarelli (consulenza architettonica) Od’A, ing. Sara Bruschi (consulenza acustica) BioTeco, per. ind. Ermanno Gandolfi (consulenza elettrica e domotica), per. ind. Simone Marangon (consulenza idraulica e termotecnica)
L’edificio sorge all’interno di un quartiere sito a sud della città di Modena. La sua realizzazione è frutto dell’accordo stipulato tra ACER, Provincia e Comune di Modena sulla disponibilità di un’area di completamento, destinata ad usi sociali in un quartiere residenziale tranquillo e ben servito. La grande area verde e la possibilità di costruire senza impattare urbanisticamente il territorio erano tutte caratteristiche adatte per un intervento da destinare prevalentemente ad anziani. L’edificio di forma compatta, con spazi a misura d’uomo, immersi nella natura circostante, progettati a basso impatto ambientale, si sviluppa su cinque piani. Per contenere la sagoma volumetrica dell’intervento è stato arretrato il perimetro dell’ultimo piano e si è proposto un aggetto svasato del cornicione che, oltre a caratterizzare l’edificio, permette di occultare i pannelli tecnici del solare termico e del fotovoltaico posti sulla copertura. L’intervento ha 19 alloggi di varia metratu-
ra, il piano terra destinato a servizi per le abitazioni. Il volume esterno intonacato con colori chiari è caratterizzato da un basamento ed un cornicione rivestititi con pannelli Trespa, finitura legno. L’edificio realizzato con tecnologia a secco, ha strutture in legno XLAM, isolate con cappotto esterno ed interno di origine naturale e massetti dei solai a secco con granuli di perlite sfusa. Le tramezzature interne, anch’esse eseguite a secco sono di fibrogesso su struttura metallica. Le fonti di energia rinnovabile, una centrale termica condominiale con generatore di calore ad alto rendimento e a condensazione fumi, un sistema di contabilizzazione dell’energia termica e dei consumi idrici consentono di classificare la costruzione in classe A, anche senza l’utilizzo di un impianto a ventilazione controllata con recuperatore di calore. Per una migliore illuminazione dei vani distributivi si sono usati dei sola-tube ed è stato realizzato un grande lucernario sulla sommità del
vano scala. Oltre agli obiettivi di risparmio energetico, di benessere ambientale e psicofisico dei locali e di attenzione all’utilizzo dei materiali da costruzione, in questo caso la qualità dell’abitare e della sostenibilità ecologica è stata migliorata anche mediante l’applicazione di superfici e pavimentazioni fotocatalitiche e con lo studio della piantumazione degli spazi verdi e degli orti per anziani, utenti a cui è principalmente rivolto l’intervento.
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TunaTower residence Lignano Sabbiadoro Localizzazione: Lignano Sabbiadoro, Udine Progettisti: Tomasella Franco, AR.Co. Studio Associato di Architettura Consulenti: Prata s.r.l., Wolfsystem
Villa Malvina Rimini
grado di soddisfare tutte le moderne esigenze abitative, dagli isolamenti termici e acustici, alla stabilità contro ogni evento geologico, rendendole le case più confortevoli e più sicure al mondo. Risparmio energetico e compatibilità ambientale, sono i punti di forza di queste costruzioni pensate per un futuro sostenibile. Tutto questo è TunaTower, un residence dal design moderno e funzionale, sviluppato su cinque piani e composto da varie soluzioni abitative che rappresentano l’eccellenza dell’abitare contemporaneo. Le finiture sono curate dalla ditta Wolfhouse. Le unità sono dotate di riscaldamento autonomo, pannelli solari, impianto fotovoltaico, serramenti a taglio termico, per soddisfare le più restrittive normative europee in fatto di efficienza energetica e confort acustico.
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un rivestimento decorativo in contrasto con le tinte tenui dei corpi laterali così da enfatizzare i volumi. L’edificio è realizzato con tecnica mista, c.a. strutturale per platea di fondazione e solaio del piano terra; solai dei piani successivi, tamponamento e pareti interne portanti in telaio di legno costituito da elementi a lastre composte da telaio in legno e da 2 pannelli di chiusura in masonite. Il rivestimento esterno è realizzato con isolamento a cappotto in E.P.S. tinteggiato bianco. I terrazzi a sbalzo sono perimetrati da parapetti in vetro su telaio in acciaio a scomparsa. Le finiture interne sono di alta qualità con rivestimenti in ceramica nel vano scala e interno appartamenti in legno preverniciato. I serramenti sono realizzati in PVC di colore bianco muniti di tapparelle motorizzate a scomparsa con un elevato coefficiente termico ed acustico come previsto dalla normativa vigente. Queste abitazioni sono in
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Vivere il mare a Lignano Sabbiadoro, in un ambiente confortevole e rispettoso dell’ambiente. Un elegante complesso residenziale realizzato in “Bioedilizia” attraverso l’innovativo sistema costruttivo della “WolfSystem” caratterizzato da un basso impatto ambientale e altissima efficienza energetica. Grazie alla continua ricerca e sperimentazione di materiali, oggi questa soluzione abitativa offre indubbi vantaggi e migliori garanzie di durabilità delle costruzioni tradizionali. Il nuovo edificio è composto da 2 corpi simmetrici sospesi da pilastri e collegati tra loro dal vano scala centrale. L’immagine architettonica è prevalentemente costruita su linee moderne di volumi semplici dove i terrazzi a sbalzo in vetro e acciaio ricordano una “cassettiera aperta”. L’orientamento è stato studiato per garantire un buon soleggiamento di tutti gli spazi abitabili anche in funzione delle grandi aperture finestrate rivolte a sud-ovest. Per il vano scala si prevede
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Localizzazione: Rimini Progettisti: ing. Sergio Pesaresi - studio logicagotica, (progettazione generale, architettura) ing. Sergio Para - studio engineering design, (concetto energetico: strutture), per. ind. Luca Maldini - studio Newton (impianto termo-idraulico), per. ind. Luciano Zavaglia - studio Newton (impianto elettrico e FV) ing. Massimo Feletti - studio Newton (acustica) Consulenti: ing. Ruben Erlacher – studio Erlacher (fisica edile), dott. Guglielmo Vannoni – studio Vannoni (geologia), geom. Daniele del Bianco – studio San Giuliano (sicurezza)
La sostenibilità dell’intervento è riscontrabile su più livelli. Innanzitutto è un intervento a consumo di suolo zero che ha, anche, determinato una riqualificazione di un contesto edilizio che rischiava di degradarsi. Il secondo aspetto di sostenibilità è stata la scelta di optare per un intervento di demolizione con fedele ricostruzione della sagoma preesistente. In questo modo la struttura è stata realizzata utilizzando i più avanzati criteri di progettazione e di calcolo: Eurocodici con verifiche agli stati limite ultimi. La risposta sismica della struttura è pertanto adeguata alla forza del sisma previsto. Inoltre l’intervento di ricostruzione fedele della sagoma permette di perpetuare una riconoscibilità dell’agglomerato urbano al quale l’edificio appartiene, senza stravolgerne l’impatto volumetrico. Un altro livello della sostenibilità è contenuto nella scelta di realizzare un edificio a energia quasi zero con
un elevato standard di comfort abitativo interno. La progettazione ha seguito il protocollo dell’Agenzia CasaClima per la classe A: l’involucro, ben progettato e con alte prestazioni sia in regime invernale che in regime estivo, garantisce un elevato comfort abitativo e determina un basso carico termico per il riscaldamento e la climatizzazione. Villa Malvina ha un fabbisogno energetico per il riscaldamento pari a 23,6 kWh/m2 anno. Ogni appartamento è dotato di un impianto di VMC con recuperatore di energia ad alta efficienza. L’impianto di VMC garantisce anche la corretta percentuale di umidità relativa in regime estivo. Un unico impianto centralizzato con pompa di calore aria-acqua, con alto COP, gestisce il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo utilizzando il medesimo impianto a pannelli radianti posti sotto il pavimento. In copertura sono stati installati quaranta pannelli
fotovoltaici che garantiscono una potenza di picco pari a 10 kW. La produzione di energia elettrica derivante da questi pannelli garantisce la copertura dell’intera quota di energia richiesta dall’impianto per la climatizzazione e per la produzione di ACS. Così Villa Malvina non consuma alcuna fonte di energia fossile non rinnovabile (nemmeno nelle cucine), non emette fumi di scarico e non produce CO2! La sfida progettuale era chiaramente legata alla possibilità di realizzare una CasaClima in classe A in un contesto di alta densità edilizia, con forti vincoli determinati dall’adiacenza con altri immobili e dall’obbligo di rispetto della sagoma e della volumetria (e quindi del fattore S/V) preesistenti.
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Villetta in legno Marano sul Panaro Localizzazione: Marano Sul Panaro, Modena Progettisti: arch.Rita Zanantoni, studio Rita Zanantoni (architettonico), Rubner Haus (strutture), ing. Agnese Ronchetti, ing. Alberto Pacchiarini ExA Engineering for Architecture, (Impianti-Energetica) Consulenti: geom Pierino Bernardi (sicurezza)
all’interno dell’abitazione, racchiudendo in una unica unità tutti gli elementi dell’impianto: una pompa di calore ad alto rendimento, il recuperatore termodinamico attivo, il pannello solare sottovuoto. Un’unica centralina gestisce: il riscaldamento, il raffrescamento, l’acqua calda sanitaria, il rinnovo e la purificazione dell’aria, il controllo dell’umidità. Il rendimento medio stagionale dell’impianto risulta particolarmente. L’edificio è in classe A+ secondo la certificazione Emilia Romagna: il fabbisogno di energia primaria per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria è 6,6 kWh/m2 anno. I valori di trasmittanza media della strutture opache sono:pareti verticali 0,12 W/m2K, copertura 0,13 W/m2K, pavimento verso l’autorimessa 0,19 W/m2K, componenti finestrati 1,023 W/m2K.
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camere è sempre quella che affaccia sul giardino a sud-ovest; dalla finestre si vedono le colline circostanti e il castello di Guiglia. La distribuzione architettonica degli ambienti consente di sfruttare in maniera ottimale la luce, il sole ed il vento che in quella zona, soprattutto nelle sere d’estate, raffresca gratuitamente.Il lato ovest del portico e della loggia al piano primo sono stati schermati con un frangisole realizzato con doghe di legno di larice naturale. Il piano seminterrato è stato realizzato in cemento armato mentre i due piano fuori terra sono stati realizzati con struttura prefabbricata in legno; le pareti hanno uno spessore di 37,5 cm con cappotto esterno in sughero. Il tetto piano con copertura in ghiaia ospita le fonti di energia rinnovabile, pannelli solari sottovuoto e campo fotovoltaico da 5,32 kWp con batterie di accumulo. L’impianto a servizio del fabbricato è costituito da una centrale monoblocco capace di generare il comfort
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Casa CZ è ubicata all’interno della lottizzazione denominata “Fossetta tre”, area pianeggiante nel comune di Marano sul Panaro; la zona è prevalentemente residenziale con palazzine di varie epoche, una scuola materna e due parchi attrezzati e frequentati. Il lotto su cui è stato realizzato l’intervento di circa 745 m2, di forma rettangolare, orientato con il lato maggiore secondo l’asse est ovest e delimitato dalla viabilità principale ha consentito di distribuire gli spazi in modo ottimale. La casa è sviluppata su 3 livelli, il seminterrato è destinato ai locali di servizio e all’autorimessa, il piano terra ospita il living, il piano primo è riservato alla zona notte. La casa è circondata da un giardino pianeggiante di 420 m2, l’accesso carrabile è posto sul lato nord mentre quello pedonale è ubicato a sud nella parte più significativa del giardino, dove si affacciano anche lo studio, la cucina con la zona pranzo e il soggiorno. Anche al primo piano la vista privilegiata per le
CASA P+F Fagagna
Localizzazione: Fagagna, Udine Progettisti: Arch. Margherita Mattiussi, Studio Margherita Mattiussi Architetto
Un progetto sostenibile non è solo caratterizzato dall’efficienza energetica né è una ricetta applicabile expost. È piuttosto un approccio ex-ante che abbraccia riflessioni di tipo energetico, ambientale, ma anche culturale e sociale, inscrivendosi all’interno di un contesto e ottimizzando le scelte rispetto a luogo, contesto e situazione. Lo studio dei caratteri architettonici friulani è stata la base della riflessione progettuale, che rideclina con linguaggio contemporaneo il tipico sviluppo del corpo edilizio e del suo intorno. Tre sono i temi principali: La corte, unità fondamentale edilizia friulana, tipicamente racchiusa a nord ed est da un corpo edilizio ad “L”. Il volume si apre verso la corte sfruttando i percorsi solari e si chiude verso l’esterno. Il recinto, che racchiude la corte. Il filtro, che orna le grandi aperture forate dei fienili del passato per l’aerazione del fieno. A fianco alle riflessioni sui caratteri tipologici del
luogo, il progetto è stato sviluppato ex-ante anche nelle strategie sostenibili dal punto di vista ambientale ed energetico. Orientamento, forma dell’edificio e distribuzione dei locali sono pensati per massimizzare il guadagno solare gratuito a sud e minimizzare le dispersioni di calore a nord. Le grandi aperture a sud sono schermate da un portico fisso o da sistemi di ombreggiamento entro vetro che regolano l’ingresso del sole. I venti locali vengono sfruttati per la ventilazione interna mentre gli spazi esterni sono schermati dai venti freddi prevalenti. È stata prima di tutto massimizzata la prestazione dell’involucro edilizio. Si è scelto un sistema costruttivo “a secco” e pre-assemblato in legno x-lam con isolamento in fibra di legno a diverse densità e in cellulosa sulle coperture. La terrazza piana è sistemata a verde pensile. L’abitazione è dotata di impianto fotovoltaico per soddisfare il fabbisogno di elettricità, compresa l’alimen-
tazione della pompa di calore aria-acqua. Le acque piovane sono recuperate in serbatoio e riutilizzate a scopo irriguo e negli sciacquoni dei wc. Tutti gli apparecchi di illuminazione sono a led, alcuni con dimmer per la regolazione dell’intensità luminosa. L’abitazione è dotata anche di impianto di ricambio aria meccanico con scambiatore di calore al alta efficienza. Fin da subito è stata pensata la reale adattabilità per il superamento delle barriere architettoniche. Sono stati evitati gradini dovuti a soglie, una zona dei solai è libera dallo scorrimento impianti per una futura piattaforma elevatrice, gli interruttori sono più bassi e gli spazi ampi e con arredi fissi a parete.
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Categoria edilizia ex novo non residenziale Scuola per l’infanzia di Cascina Localizzazione: Cascina, Pisa Progettisti: arch. Giuseppe Colucci, Colucci And Partners Consulenti: ing. Mirko Giuntini – Consulente CasaClima Mdr Studio
L’impianto VMC è centralizzato con recuperatore di calore di tipo entalpico. L’impianto è dotato di particolari filtri che non consentono la proliferazione di pollini e allergeni all’interno degli ambienti. Possibilità di free-cooling estivo. L’edificio è dotato di un impianto che recupera le acque piovane all’interno di una cisterna di 5.000 litri. Le acque piovane vengono perciò riutilizzate per l’irrigazione del prato e l’adduzione idrica delle cassette dei wc. L’impianto assicura un risparmio di circa 200 l/g di acqua potabile.
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Per quanto riguarda il riscaldamento: impianto a pavimento radiante alimentato da caldaia a condensazione con Pmax 98 kW (modulante) a gas metano di rete. L’impianto è combinato con i collettori solari termici. L’impianto fotovoltaico è costituito da rotoli in silicio amorfo incollati sul manto di copertura in pvc, che garantiscono una produzione di circa 14 kWp. Nell’anno scolastico 2013-2014 la bolletta elettrica della scuola è stata pari a 0. I collettori solari per ACS e combinazione con riscaldamento generano 300 kW/anno di energia, coprendo il 100% del fabbisogno per ACS. L’impianto è dotato di un sistema che impedisce di avere acqua eccessivamente calda ai lavabi dei bambini, per evitare scottature. Sono installate tre pale a rotazione verticale MiniEolico, che possono produrre circa 1 kW cadauna. La produzione di questo impianto si assesta intorno ai 1000 kWh annui.
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L’edificio si compone di tre blocchi di cui il primo posto a nord dove sono inseriti i servizi di carattere generale e locali tecnici, nella parte centrale trovano luogo gli spazi per uso collettivo come l’ingresso, l’agorà e il refettorio infine il blocco posto sul lato sud dove si sviluppano le sezioni e le attività ad esse correlate. Le caratteristiche dell’involucro edilizio sono: fondazione in cls armato con intercapedine aerata (Igloo) e isolamento in XPS. Struttura portante in pannelli di abete certificato FSC, realizzato con tecnologia X-Lam sia per le pareti verticali che per gli orizzontamenti. Isolamento a cappotto in fibra di legno 100% bio a densità diversificata con finitura a intonaco, tranne alcune parti rivestite con lamelle di larice. Pareti interne in fibrogesso rivestite con lana minerale. Infissi in alluminio a taglio termico con doppio vetro basso emissivo muniti sui lati est, sud e ovest di sistema frangisole esterno a lamelle in alluminio a comando elettrico.
Zero Emission School in Valsamoggia – Casa Clima Gold
Localizzazione: Valsamoggia, Bologna Progettisti: arch. Enrico Termanini (Progetto Esecutivo E Dl), ing. Davide Bedogni (Progetto Impianti), ing. Enrico Rombi (Progetto Strutture), Ccdp Centro Cooperativo Di Progettazione S.C.
L’edificio è situato in area pianeggiante posta in località aperta e soleggiata e lontano dalle linee principali di traffico. Esso si presenta come un volume articolato costituito da 6 corpi di fabbrica collegati organicamente con giunti antisismici. La progettazione dell’intervento ha mirato a realizzare un edificio a basso impatto ambientale che si prefigge di incidere in misura minima sul territorio rispetto ad “un edificio tradizionale”, un edificio capace di diversificarsi sotto il profilo estetico, dei contenuti e delle prestazioni energetiche; un edificio “autonomo” sotto il profilo energetico e che non produce CO2: Zero Emission. Obiettivo progettuale primario è stato quello della riduzione drastica dei consumi energetici rispetto ad un edificio “tradizionale”, unitamente ad una progettazione attenta a garantire benessere e comfort indoor agli utenti. Il fabbricato è certificato CasaClima Gold. La conformazione dell’area di intervento (aperta e
soleggiata) ha consentito di orientare il fabbricato ottimizzando l’apporto solare gratuito. L’immobile risulta organizzato con asse principale eliotermico (est-ovest) con una leggera inclinazione di circa 11° verso est; i fronti est e ovest dei corpi aule e mensa/servizi (corpi A, C, E ed F) sono privi di aperture significative in termini di apporto solare. Prevalentemente sono stati privilegiati gli affacci verso sud e verso nord. Tale sistema permette un maggiore controllo dell’incidenza dei raggi solari sia in inverno (le vetrate meridionali captano i raggi incidenti caldi invernali) che in estate (la conformazione volumetrica ed i profondi sporti di copertura evitano l’incidenza diretta dei raggi estivi minimizzando il surriscaldamento) ed ottimizza così l’apporto solare. L’assetto strutturale dell’edificio (c.a.) è stato dettato dalla volontà di realizzare una struttura antisismica. Sono stati utilizzati materiali costruttivi, con caratteri-
stiche capaci di ottimizzare le “prestazioni” dell’edificio e raggiungere un notevole risparmio energetico. Per il sistema di riscaldamento e di raffrescamento è stata predisposto un sistema di pompe di calore aria/acqua e pannelli radianti a soffitto. L’impianto di ricambio d’aria forzato è stato dotato di recuperatori di calore con efficienza superiore al 90% (UTA Menerga). È stato realizzato un impianto fotovoltaico da 40 kWp, in copertura, che sopperisce completamente al fabbisogno di energia elettrica del fabbricato (per riscaldamento, ricambio d’aria, illuminazione): zero emission. L’impianto di illuminazione è realizzato con lampade a basso consumo e a LED.
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Sede NetIdea WebRanking Correggio Localizzazione: Correggio, Reggio Emilia Progettisti: arch. Luca Malavasi Consulenti: ing. Emanuele Guidetti, (strutture in C.A.), ing. Hermann Giuseppe (strutture in legno), per. ind. Emanuele Bonato (impianti meccanici), per. ind. Maurizio Costantini (impianti elettrici), ing. Rudi Bellesia (acustica), ing. Alessandra Ramelli (strutture), Wolf System (opere e strutture in legno)
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Ulteriore attenzione alla sostenibilità è stata posta nella scelta dell’illuminazione dei locali e degli esterni. In particolare i corpi illuminanti sono stati scelti prevalentemente a led e all’interno degli spazi di lavoro è stato installato un sistema domotico per la gestione del flusso luminoso in conseguenza dell’apporto di luce naturale presente e per la rilevazione di presenza di persone all’interno dei locali, oltre alla definizione all’interno del locale ristoro e del locale conferenze di scenari variabili in funzione degli utilizzi. Tali scelte hanno permesso di certificare l’edificio in classe casa clima A per quanto attiene all’involucro ed in classe D per l’efficienza complessiva
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Sede MISTERWEB Vignola
ed un fabbisogno energetico pari a 23,30 Kwh/m2a. La scelta impiantistica, con produzione di calore e raffrescamento mediante pompa di calore si è indirizzata alla massima semplicità di gestione, prevedendo un sistema di distribuzione dell’aria a canali con mandata e ripresa e suddividendo il controllo termico dell’edificio in sole quattro zone con attenzione più all’esposizione delle stesse che ai desideri degli utilizzatori dei singoli uffici. L’impianto alimentato ad energia elettrica si avvale di ulteriori contributi energetici al fine di conseguire la miglior efficienza. L’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico presente sulla copertura ad ovest di potenza pari a 10 kw, l’energia prodotta dal termocamino installato nel locale ristoro con funzione anche estetica, e l’utilizzo mediante scambiatori del deposito d’acqua della piscina come collettore solare a bassa temperatura.
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L’approccio progettuale sin dall’inizio è stato chiaramente indirizzato verso soluzioni a basso consumo energetico ed elevata prestazione degli involucri. Ovviamente l’uso ad uffici, dimensionato su una potenzialità di oltre 60 addetti, e la filosofia del progetto caratterizzata da una forte integrazione interno esterno e da una elevata flessibilità degli orari lavorativi ha fatto propendere per scelte non eccessivamente rigorose ed estreme in termini di tenuta dell’involucro, in quanto era difficile gestire e regolare il controllo delle aperture dei singoli uffici e delle parti comuni. Per tale motivo si è optato per impianti ad aria più rapidi nel riequilibrare il fabbisogno termico dei singoli ambienti. In ogni caso l’attenzione a soluzioni complessive di parete, di solaio e di strutture opache trasparenti ha consentito di ottenere un coefficiente medio di trasmissione dell’involucro edilizio Um pari a 0,22 W/m2K
Localizzazione: Vignola, Modena Progettisti: arch. Flavio Quintavalli Consulenti: ing. Grandi Francesco, Vignola (calcoli c.a.), ing. Giulia Ranfagni, Montese (calcoli legno), dott. Giorgio Masotti, Vignola (geologo), per. ind Daniele Credi, Savignano sul Panaro, (impianto termico), Studio di Tecnica Industriale Minghelli, Vignola (impianto elettrico)
La nuova sede MISTWERWEB è un edificio a uso commerciale per vendita ed assistenza computer, telefonia, gaming e tutto ciò che ruota attorno al mondo dell’informatica. È situato in posizione di recente forte sviluppo urbanistico a ridosso della circonvallazione di Vignola ma urbanisticamente ancora territorio agricolo. Nella progettazione sono state considerati alcuni punti di partenza fondamentali, quali la visibilità del negozio, l’accessibilità dalla viabilità con particolare attenzione al ciclopedonale e l’impronta “verde” di tutto il complesso, caratteristica di spicco del brand MISTERWEB. Trattandosi di punto vendita con decine di computer e monitor accesi l’approccio alla “sostenibilità” è stato giocoforza più tecnologico che bioclimatico in quanto la problematica da risolvere è lo smaltimento dei notevoli apporti interni nel periodo estivo piuttosto che la climatizzazione invernale, cercando quindi di risolverlo
con una profonda integrazione fra edificio ed impianto, evitando però di dare un aspetto eccessivamente tecnicistico. Si è quindi scelto, anche per motivi logistici, di rinunciare completamente alla parete sud come elemento bioclimatico, creando una grande copertura giustamente orientata per ospitare impianto fotovoltaico, mentre la luce e visibilità interna è demandata alla parete nord, affacciata sulla strada di grande frequentazione quale è la Circonvallazione con relativa pista ciclabile. Le vetrine poste ai lati est e ovest sono invece riparate dal soleggiamento estivo da piante rampicanti. Tutto l’apparato impiantistico è stato posizionato nell’interrato e lo scambio aria-aria di mandata e ripresa avviene tramite grate; è un impianto speculare formato da pompa di calore, recuperatore e ventilante, ognuno per parte di negozio. L’impianto fotovoltaico,
mediante scambio sul posto, dovrebbe garantire una copertura di oltre il 55% del fabbisogno. La scelta della struttura in legno è risultata azzeccata per la rapidità di costruzione (poco più di 6 mesi compreso l’interrato in c.a.) ed anche per le ottime caratteristiche termiche, che associate alle scelte impiantistiche posizionano l’edificio in classe energetica B. Particolare attenzione è stata posta nella eliminazione dei ponti termici, in particolare quello fra vetrata e pavimento è stato risolto mediante l’uso di vetro cellulare. È stata predisposta impiantistica per accumulo energia elettrica da fotovoltaico e per colonnine ricarica auto elettriche.
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Sede Gruppo GR Informatica Lecco Localizzazione: Lecco Progettisti: ing. Matteo Brasca (progettazione edile), ing. Oscar Luigi Pagani (strutture), ing. Oscar Luigi Pagani (coordinamento sicurezza), AIACE srl – società di ingegneria. Ing. Gabriele Ghilardi (impianti meccanici e antincendio), studio ing. Gabriele Ghilardi, per. ind. Gianluigi Magri (impianti elettrici) Elettrostudio Snc Consulenti: dott. Pietro Alborghetti (indagini geologico-geotecniche), Pietro Alborghetti studio geologo, arch. Ezio Riva (interni), Studio Architettura Ezio Riva
re verticali ed orizzontali, il controllo degli apporti solari in fase invernale (trasparenze a sud) ed estiva (schermature customizzate per differenti esposizioni), l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, i sistemi di controllo domotico e di building automation, la ventilazione naturale nelle mezze stagioni, concorrono all’obiettivo di un comportamento per lo più passivo che lascia agli impianti solo una funzione di ultima regolazione delle condizioni di benessere termico degli ambienti interni. I rivestimenti esterni sono stati realizzati con materiali leggeri (fibrocemento e rame) in grado di garantire una variazione cromatica e materica all’immagine dell’edificio.
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ostruzione orografiche (monti) e antropomorfe (residenze) limitanti il contributo della radiazione solare a sud, hanno imposto alcune delle scelte distributivo funzionali. L’edificio si articola attraverso una sovrapposizione di volumi irregolari le cui facce sono state scolpite in funzione degli aspetti energetici legati all’orientamento.
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L’idea di un nuovo edificio manifesto, sia a livello estetico che prestazionale, del progresso e di un metodo consapevole di progettare/costruire è stata tradotta in un “edificio ad energia quasi zero” espressamente voluto dalla committenza. Lo studio di un sistema edilizio in grado di svolgere una mediazione il più possibile spontanea tra forzanti esterne ed interne si rivolge verso la concezione di un climate sensitive building. L’orientamento, le prestazioni d’involucro per le chiusu-
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La nuova sede del Gruppo GR Informatica a Lecco nasce dalla combinazione di elementi compositivi e tecnologici finalizzata al risparmio energetico (Classe A+ C.EN.ED. Lombardia) e alla massimizzazione delle condizioni di comfort per l’utenza. Il nuovo fabbricato si confronta con la preesistenza di un’antica Villa storica degli inizi del XX secolo. L’idea di contrapporre alla matericità dell’esistente la leggerezza di una edificio attuale, costruito con tecnologie moderne, enfatizza il confronto dialettico tra tradizione e innovazione. La composizione dei volumi dell’edificio deriva dalla combinazione tra principi di efficienza energetica e vincoli urbanistici. Le principali criticità normative, rappresentate dall’insistenza, su un lotto di dimensioni contenute (circa 500 m2) di un vincolo idrogeologico, di limiti di costruzione in elevazione/altezza (12,50 m dal piano di campagna), di due zone urbanistiche, di
Stabilimento Comer Industries Reggiolo
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Localizzazione: Reggiolo, Reggio Emilia Progettisti: arch. Antonio Malaguzzi, arch. Andrea Malaguzzi, ing. Enrico Rombi, ing. Tiziano Ferri, ing. Andrea Albertini, geom. Libero Bedogni (Progettisti Urbanistica, Architettura e Ingegneria) società di ingegneria: CCDP-Centro Cooperativo di Progettazione. ing. Paolo Visentin (perito Elettrotecnico e Anti-incendio), Marco Venturi (perito Termotecnico), società di ingegneria: Cavazzoni e Associati
COMER INDUSTRIES è leader internazionale nella progettazione di sistemi avanzati di ingegneria e meccatronica, destinati ai principali costruttori mondiali di macchine per l’agricoltura e l’industria e la produzione di energia rinnovabile. Nel 2010 la proprietà decideva di realizzare un nuovo edificio produttivo al fine di concentrare funzioni prima diffuse in più sedi in un unico grande stabile, il nuovo “Centro di montaggio” per 300 addetti. Gli obiettivi erano chiari: sfruttare il vantaggio di posizione, disponendo di un’area di 39.000 m2 circa fronte Autobrennero, suddividere i lavori per step, utilizzare le migliori tecnologie costruttive e impiantistiche. Ad Agosto 2015 sono terminati i lavori, con il risultato di un nuovo edifico produttivo di circa 20.000 m2 in classe energetica “A”, considerando anche il gravissimo sisma del 2012. L’integrazione tra involucro, strutture e impianti ha
consentito di raggiungere la classe energetica “A” con un indice Eptot pari a 7,55 Kwh/m3/anno, che può essere equiparato ad un risparmio di 168T di CO2, pari a un albero/46 Kg di CO2 per complessivi 3.650 alberi e 37.000 m2 di area, come a un risparmio di 72 Tep di petrolio. Si può considerare un altro principio generale: definiti gli spazi in relazione alle funzioni, sono stati diversificati i sistemi impiantistici con almeno quattro sistemi di climatizzazione, pompe di calore elettriche e impianto fotovoltaico da 490 Kwp, illuminazione interna e pubblica a led, impianti di sicurezza antincendio e sorveglianza, il tutto coordinato da un sistema domotico di controllo e gestione integrato. Gli spazi funzionali e impiantistici hanno così trovato una forma compatta S/V = 0,23, articolata in un assetto planivolumetrico che ha razionalizzato il processo nel rispetto dei seguenti principi: rispetto e integrazio-
ne con l’ambiente naturale e artificiale, riduzione consumi materie non rinnovabili (acqua..), il controllo dei consumi di energia: gestione smart dei consumi energetici – utilizzo di fonti di energia rinnovabili: riduzione dispersioni di calore – benessere indoor ambienti produttivi Impiego di materiali e tecniche non inquinanti e non nocive per la salute dell’uomo: riduzione inquinanti in atmosfera. La sostenibilità sociale ed economica: riduzione consumi energetici – utilizzo fonti rinnovabili – benessere indoor innovazione: massima sicurezza sismica degli impianti produttivi a tutela degli addetti, della Proprietà e del territorio: il progetto strutturale e impiantistico è stato realizzato per il massimo livello di sicurezza.
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Nuovea sede HDQ Mirandola Localizzazione: Mirandola, Modena Progettisti: Ingg. Marco e Fausto Gandini – STUDIO GANDINI Ingegneria Architettura Consulenti: per. ind. Riccardo Caleffi (impianti elettrici) Studio Progetti Integrati, per. ind. Andrea Tassi (impianti meccanici) Studio A+. Consulenza LEED: arch. Carlotta Cocco, Evotre S.r.l.
gia prodotta dai due impianti fotovoltaici, della potenza complessiva di 300 kWp, aventi una produzione annua stimata intorno ai 332260 kWh pari a più del 50% del fabbisogno energetico. Il consumo energetico medio è pari a meno della metà del consumo di riferimento di un edificio in classe A. Il progetto aspira al conseguimento della certificazione LEED il protocollo di sostenibilità ambientale che si è affermato come standard mondiale per la classificazione delle costruzioni ecocompatibili che si basa su un sistema di valutazione a crediti raggruppati in sette aree tematiche: Sostenibilità del Sito; Gestione delle Acque; Energia ed Atmosfera; Materiali e Risorse; Qualità ambientale Interna; Innovazione nella Progettazione; Priorità Regionale.
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L’impianto di condizionamento è suddiviso in quattro zone termiche alimentate da generatori a pompa di calore e dotate di unità di trattamento aria con recuperatore di calore ad alta efficienza. L’impianto di illuminazione interna utilizzata corpi illuminanti a led e a fluorescenza. I locali sono dotati di sensori di presenza e illuminamento e tutti i corpi illuminanti sono dimmerizzati e regolano il flusso luminoso in base all’apporto di luce naturale. Se il sensore di presenza non rileva l’occupazione di un locale per un certo periodo di tempo l’illuminazione si disattiva. L’edificio è dotato di un sistema domotico (BMS) di gestione degli impianti di climatizzazione, illuminazione, movimentazione serramenti, gestione varchi basato su protocollo KONNEX e di sistema di supervisione e segnalazione delle anomalie di funzionamento. Il BMS esegue anche il monitoraggio dei consumi energetici per condizionamento e forza motrice e dell’ener-
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HDQ Spa è un gruppo di quattro aziende di Mirandola in provincia di Modena: DiQuattro srl, Meccanica DiQuattro srl, AUnoTec srl e Micronica srl. La nuova sede del gruppo HDQ spa nasce come ricostruzione e ampliamento della sede di una delle società del gruppo (DiQuattro srl) condizionata dai crolli e dai gravi danni provocati dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 alla struttura prefabbricata in c.a. Il nuovo fabbricato, completamente realizzato in acciaio, è caratterizzato da soluzioni costruttive strutturali evolute e da forme e materiali di finitura innovativi, tra i quali spiccano le facciate continue vetrate degli ingressi e il rivestimento di facciata degli uffici in alucobond che varia la sua colorazione in base all’angolo di incidenza della luce e al punto di vista dell’osservatore passando dal grigio silver al blu elettrico. L’illuminazione notturna ricrea, in negativo, il gioco di volumi visibili di giorno.
HONEYCOMB L’Aquila
Localizzazione: L’Aquila Progettisti: ing. Pierluigi Bonomo, Studio di ingegneria Edile/Architettura L’Aquila Consulenti: Berardino Bonomo.
Il progetto trae origine da uno degli innumerevoli edifici colpiti dal sisma del 2009. L’immobile pre-esistente, un piccolo capannone destinato a laboratorio per attività artigianale apiaria, era un manufatto autocostruito senza alcun valore testimoniale o costruttivo che, a seguito degli ingenti danni subiti, ha lasciato spazio ad una sostituzione edilizia e all’idea di riqualificazione del complesso insediativo con l’obiettivo di dare nuova immagine e qualità al complesso. Viste le dimensioni esigue dell’intervento, si fa avanti la suggestione di basare il concept progettuale sulla reinterpretazione della morfologia esagonale dell’alveare, prendendo spunto dall’attività svolta nell’edificio stesso. L’idea portante, poi tradotta nella linguistica architettonica e nella tecnologia dell’intervento, in omaggio alla capacità costruttiva e all’ingegno delle api diviene una trama strutturale appositamente progettata ispirata alle caratteristiche celle esagonali
perfettamente regolari costruite una accanto all’altra nell’alveare. Una costante cura per il dettaglio, dall’idea iniziale, al progetto esecutivo e strutturale fino al cantiere, consente di ricucire suggestione e realtà in questa piccolo progetto di sperimentazione. La scelta dei materiali e delle tecnologie è finalizzata a valorizzare il messaggio architettonico attraverso la cura di tutti gli elementi di giunzione, dei diversi pezzi d’unione, degli attacchi e dei pezzi speciali che sono disegnati su misura e sempre considerati il fondamentale strumento di espressione architettonica e di caratterizzazione progettuale. La scelta dei sistemi d’involucro, ritagliato all’interno dell’alveare strutturale, in base a criteri di progettazione bioclimatici finalizzati all’elevato confort termoigrometrico e luminoso, permettono il conseguimento di elevati standard energetici ed ambientali. L’integrazione di un sistema fotovoltaico in copertura e in una pensilina semitrasparente
che corona il manufatto entra in questo dialogo figurativo d’insieme e rende l’intera attività a “consumo” zero ed energeticamente sostenibile.
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Working in the nature Varese Localizzazione: Varese Progettisti: arch. Luca Compri (architettonico) LCArchitetti, AEI PROGETTI SRL (strutturale), ing. Alessandro Giuliani (impiantistico).
estremamente confortevole per chi vi lavora. L’edificio ha ricevuto il certificato casa clima classe A. Il giardino alterna aiuole a prato, bambù, aceri giapponesi, sassi neri e deck in legno utilizzati nella stagione più calda come ulteriori spazi di lavoro e relax. Sostenibilità e architettura sono i principali elementi di progetto e i caratteri fondanti della filosofia tipica dello studio LCA.
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corti ospitando a est l’ampia sala riunioni in aggetto e ad ovest una loggia che guarda verso un piccolo parco. Il tetto, in parte integrato con pannelli fotovoltaici, è a due falde e richiama le case senza sporti di gronda disegnate dai bambini; il rivestimento della copertura è il medesimo delle pareti verticali del piano primo: si tratta di una lamiera graffata color antracite; in questo modo, l’edificio acquista un aspetto estremamente contemporaneo pur mantenendo il suo carattere di casa-studio. La struttura a telaio di legno, l’isolamento e il cappotto in fibra di legno, l’utilizzo di pochissime colle, i consumi ridotti, le alte prestazioni dell’edificio, la pompa di calore e l’impianto a ventilazione meccanica controllata (VMC), il pavimento radiante, l’illuminazione interna ed esterna gestita completamente con lampade a LED e altre caratteristiche garantiscono un altissimo risparmio energetico e rendono questo edificio
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Il sito scelto per costruire la nuova sede dello studio TAU/LCA è caratterizzato da un’area vicina al centro di Varese inizialmente occupata da un piccolo capannone. Il fabbricato esistente è stato demolito e sul medesimo sedime si è sviluppato il nuovo stabile; la volontà di realizzare un’architettura sostenibile si è manifestata fin dall’inizio scegliendo di non consumare altro territorio. L’idea di progetto è molto semplice: si tratta di un edificio prefabbricato in legno a pianta rettangolare alto otto metri. Il piano terra è costituito da tre “scatole” intonacate, e quindi opache, alternate a due “box” trasparenti; le grandi superfici finestrate mettono in stretta relazione trasversale gli ambienti interni con il giardino. In questo modo il verde di pertinenza diviene protagonista dello spazio di lavoro: work in the nature. Al piano primo la direzionalità è opposta, non più trasversale ma longitudinale; l’edificio si apre sui lati
Nuova sede di HOVAL Zanica
Localizzazione: Zanica, Bergamo Progettisti: ing. Stuffer Oscar, arch. Barbara Wörndle, Solarraum Srl
L’idea principale del progetto di Casa Hoval è quella di trasmettere attraverso la nuova sede principale dell’azienda, i valori e la missione dell’azienda. L’edificio si divide in due settori: il blocco uffici rivolto verso nord e il magazzino orientato verso sud. Il collegamento è fluttuante e la tettoia rossa unisce i due corpi. Il complesso si presenta elegante e compatto, con una struttura lineare ed elementi costruttivi particolari. La facciata nord viene spezzata da un cubo rosso con la sua forma aggettante che già da lontano funge da richiamo e segno di riconoscimento. Attraverso il suo orientamento e la grande vetrata panoramica rivolta verso le Alpi richiama le origini dell’azienda. Il benessere sul posto di lavoro è di fondamentale importanza per il progetto. Così, tramite la corte verde e nonostante il volume compatto, si sono creati degli spazi ampi e gradevoli, con un contatto visivo tra il livello del terreno e primo piano.
Il collegamento tra i due piani, focalizzato dalla luce proveniente dall’alto, viene garantito da una scala ampia e lineare che porta al piano superiore lungo un percorso di alberi verdi. Avvicinandosi all’edificio si nota il secondo cuore pulsante di Casa Hoval. L’utente, prima di entrare nell’edificio, grazie alla trasparenza delle pareti, può dare uno sguardo al “cuore” tecnologico-funzionale dell’edificio: la centrale termica. Quest’ultima, come uno “scrigno” presenta i prodotti commercializzati dall’Azienda: caldaie e generatori di calore. Casa Hoval non è il solito edificio prefabbricato in cls, ma è una costruzione in legno ottimamente termoisolata. L’edificio è certificato secondo Cened in classe “A+”, secondo CasaClima in classe “A” e “Work&Life” e in fase di certificazione Minergie. Inotre copre quasi l’intero fabbisogno energetico con fonti rinnovabili. Una sala riunione è molto particolare: si
tratta della Alpenstube. È utilizzata in parte come spazio di ristoro o come sala riunione per occasioni speciali. Subito dopo la Alpenstube è situata una grande sala per corsi di formazione, il cosiddetto “cubo rosso” o “sala climatica”. Il Cubo Rosso non è solo una sala di formazione, ma anche uno showroom multimediale vero e proprio. Il visitatore sperimenta con tutti i sensi cosa è possibile ottenere con la tecnologia Hoval. In un arco di tempo molto limitato possono essere simulate le sei zone climatiche dell’Italia. In questo modo i partecipanti dei corsi possono sperimentare in pieno il potenziale della tecnologia degli impianti Hoval.
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Ampliamento Caserma dei Carabinieri di Saluzzo Localizzazione: Saluzzo, Cuneo Progettisti: arch. Maurizio Bradaschia, Studio Bradaschia Srl Consulenti: ing. Fausto Benussi (Strutture), ing. Antonio Masoli (impianti)
una simulazione dinamica dell’edificio con energypluss e openstudio. Questo in particolare ha permesso di verificare la risposta dell’edificio ai sovraccarichi termici estivi e valutare, oltre ai consumi anche le condizioni di confort nei singoli ambienti. Le verifiche hanno indotto a preferire alcuni materiali più massivi (fibre di legno) al posto di materiali sintetici più leggeri (eps) dimostrando il loro miglior funzionamento durante il periodo estivo. La stessa cosa si è verificata per la scelta della finitura interna in cui i pannelli in argilla hanno dimostrato, in regime dinamico, di avere un comportamento estremamente più performante rispetto al comune fibrogesso.
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di facciata a corsi verticali di diversa larghezza, per dinamicizzare il fronte. La particolare natura dell’opera (caserma) e la sua collocazione direttamente confinante con la strada, ha comportato la necessità espressa dalla committenza di utilizzare una struttura muraria in CLS per ragioni di sicurezza (resistenza a sfondamento veicolare...). Per tutti gli altri elementi sono stati utilizzati sitemi realizzati con materiali naturali o riciclabili. La coibentazione delle pareti verticali è garantita da un sistema di 25 cm. in fibra di legno, così come la copertura. Tale materiale ha garantito un corretto comportamento sia invernale che estivo della struttura. Internamente le pareti verticale presentano un’intercapedine per gli impianti riempita con fibra di cellulosa e chiusa con pannelli in argilla. Le pavimentazioni sono state coibentate con vetro cellulare. Per garantire un corretto funzionamento sia in ambito invernale che estivo dell’edificio si è effettuata
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L’ampliamento della Caserma Carabinieri di Saluzzo è stato realizzato mediante la costruzione in adiacenza al fabbricato esistente di un nuovo fabbricato a “L” dell’altezza di due piani fuori terra. La nuova costruzione ospita la parte di caserma destinata a fini abitativi. Al piano primo sono state realizzate cinque camere da due posti letto cadauna comprensive di wc con doccia interna, oltre alla realizzazione di un locale lavanderia – stenderia comune alle stanze. Nel piano sottostante invece oltre a un piccolo spogliatoio con relativo wc, è stata realizzata una sala mensa dotata di cucina e magazzino che all’occorrenza potrà essere utilizzata come sala riunioni. La struttura è stata realizzata integralmente in cemento armato (fondazioni, pilastri, solette piene, ecc.) e rivestita in lamiera metallica tinteggiata di verde, una sorta di rivestimento in rame tendente al “mimetico”: una “fortezza”, un edificio rassicurante per solidità, caratterizzato da una texture
Edificio multifunzionale a Felino
Localizzazione: Felino, Parma Progettisti: arch. Marco Contini, arch. Elisa Paletti, arch. Matteo Mascia arch. Matteo Zaccarelli (progetto architettonico) Studio Contini, ing. Marco Pedrini (statica), ing. Massimo Bocchi (Controllo energetico)
In questa costruzione, realizzata nelle prime pendici appenniniche del parmense, il tema della sostenibilità è stato affrontato a diverse scale e con tematiche fra loro interconnesse: il rapporto con il paesaggio e la sua storia, la biodiversità vegetazionale, l’uso di risorse rinnovabili, il risparmio energetico e delle risorse idriche. A livello insediativo, l’obiettivo del progetto è stato quello di instaurare un rapporto armonico con il paesaggio agrario dell’Appenino attraverso la disposizione del volume e l’utilizzo critico di materiali, come il sasso e il legno, che rimandano alla tradizione del luogo. Il parco che circonda gli edifici aiuta l’integrazione con le aree agricole attraverso l’uso di alberature autoctone, querce, frassini, ornielli, aceri campestri, che caratterizzano il paesaggio agrario collinare. Oltre a queste sono state previste una serie di siepi arbustive miste che garantiscono una integrazione ecologica grazie alla diversità vegetazionale.
L’edificio, che riprende planimetricamente la tipologia degli edifici agricoli, svolge molte funzioni con un alto grado di flessibilità di uso: garage, spazio giochi, residenza, laboratorio di falegnameria, depositi. Dal punto di vista energetico la grande superficie della copertura è stata interamente utilizzata per la collocazione di un impianto fotovoltaico composto da 192 pannelli da 248 w integrato ad un sistema di accumulo con batterie collocate nell’interrato che garantiscono l’approvvigionamento di 96 kW. L’utilizzo di una pompa di calore per la produzione di riscaldamento e raffrescamento rende completamente autosufficiente dal punto di vista energetico questo edificio e in parte anche l’abitazione principale a cui l’impianto è collegato. L’energia prodotta è inoltre utilizzata per la ricarica delle due automobili elettriche a disposizione della famiglia. Nell’interrato oltre ad un deposito è stata prevista una vasca di accumulo dell’acqua piovana con una capaci-
tà di 400 m3. L’acqua è utilizzata per l’irrigazione della grande superficie a parco che circonda i fabbricati. La struttura dell’edificio è interamente in c.a. per le parti interrate, mentre il piano superiore è caratterizzato dall’uso di una struttura mista in acciaio e pannelli di legno X-Lam. L’involucro è formato da pareti in legno, isolamento in lana di roccia e rivestimento esterno in pietra ricostruita e tavole in larice; la parte destinata ad autorimessa è circondata da pareti vetrate altamente prestazionali. Per l’isolamento della copertura, con struttura portante in acciaio e pannelli XLam, si sono utilizzati fogli in materiale composito termoriflettente con spessore di 2 cm.
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Centro Polifunzionale del Bambino Fondazione O.A.S.I. San Bonifacio Localizzazione: San Bonifacio, Verona Progettisti: architetto Maria de Rossi, studio di Architettura Consulenti: ing. Alberto Olivieri, ing.Filippo Belviglieri, Planex Srl, Wolf System S.r.l.
logica e far conoscere questa metodologia e tecnica costruttiva). Il nuovo intervento ha posto tra gli obiettivi prioritari il recupero della forma originaria del manufatto al fine di ridare leggibilità alla originaria connotazione architettonica che nel corso degli anni era stata “nascosta” da nuovi volumi aggiunti. Si sono ricostruite in muratura le facciate timpanate agganciandole alla struttura prefabbricata in legno.
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ecocompatibile. Quale testimonianza dell’alto livello di qualità di progettazione e costruzione con ridotto impatto sull’ambiente la Scuola dell’Infanzia “Paolo Crosara” ha ottenuto, per prima in Italia, il più elevato livello di certificazione secondo il protocollo LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), ovvero il “Platinum”. Il progetto dell’edificio è caratterizzato da altissimo livello di integrazione tra le diverse specializzazioni, condizione assolutamente indispensabile per il raggiungimento della certificazione LEED. Inoltre si è voluto creare non solo un contenitore per una moderna didattica ma anche un luogo di riferimento per l’intera Comunità attraverso la promozione di azioni volte alla crescita culturale e sociale (si tengono laboratori e progetti pedagogico/didattici che coinvolgono i bambini del Centro e gli allievi del Liceo Guarino Veronese, al fine di creare una coscienza eco-
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La realizzazione delle strutture scolastiche del Centro Polifunzionale del Bambino della Fondazione O.A.S.I. a San Bonifacio è avvenuta attraverso la progettazione e costruzione ex novo di un Asilo Nido per 60 bambini (3 sezioni) e la demolizione e ricostruzione di una Scuola dell’Infanzia per 180 bambini (6 sezioni) utilizzando la tecnologia della prefabbricazione in legno. In due anni (gennaio 2010 – gennaio 2012) sono state progettate e realizzate le due scuole: l’Asilo Nido è stato assemblato in 3 mesi, la Scuola dell’Infanzia in 4 mesi. L’opera costituisce un esempio in grado di assumere il ruolo di modello, di modus operandi attraverso l’applicazione di metodologie di progettazione e realizzazione volte ad offrire un risultato di alta qualità e sostenibilità attraverso l’innovazione architettonica, tecnologica ma anche di gestione e uso; si vuole definire come un laboratorio formativo per le nuove generazioni finalizzato alla conoscenza di un costruire responsabile ed
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Centro Diurno per anziani Mirandola
Localizzazione: Mirandola, Modena Progettisti: arch. Mauro Frate (progetto architettonico) MFa Bologna, Protecno Engineering Srl Grisignano, Vicenza (Progetto energy engineering), Elena Santini, Benedetti & Santini studio associato, Cesena (Acustica), ing. Andrea Rigato, ing. Giorgio Carraro, Treviso (Progetto strutture)
Oggi la nozione di welfare ha perso i suoi connotati utopici per essere assorbita in quella più generica di «servizi»: diviene allora fondamentale riproporre come centrale la dimensione spaziale delle politiche di welfare, perché è proprio lo spazio della città il terreno fisico e simbolico dove possono affermarsi nuove cittadinanze, e dove possono riconfermarsi i vecchi diritti come ancora solidi e attuali. Lo spazio non può essere considerato il supporto inerte delle politiche, ma va considerato non solo come strumento attivo per una riflessione sullo sviluppo del benessere e dei diritti sociali, ma come l’ambito privilegiato dove testare e promuovere sperimentazioni e nuove utopie. Anche una piccola architettura come un Centro Diurno può rappresentare una grande occasione di riflessione in questo senso. Quella realizzata a Mirandola è una struttura di carattere semi-residenziale rivolta ad anziani non autosufficienti affetti da patologie tipiche dell’età senile o con problematiche
relazionali e/o sociali la cui realizzazione era stata immaginata immediatamente dopo il sisma che ha colpito l’Emilia centro-settentrionale nel Maggio 2012. L’edificio è inserito in grande spazio verde a Parco entro il quale insistono diverse strutture di servizio alla collettività, tra cui l’Ospedale e la Casa Protetta C.I.S.A., di cui il centro diurno costituisce un servizio complementare. Si tratta dunque di un ambito senza soluzione di continuità, privo di recinti, fittamente alberato, collocato subito a ridosso del limite meridionale del centro antico di Mirandola e fa parte di un più ampio sistema di spazi verdi pubblici e privati che nell’insieme media le relazioni fra il centro consolidato e quel tessuto urbano di edilizia residenziale a bassa densità che caratterizza la quasi totalità dell’espansione urbana al di fuori del contesto storico. L’articolazione volumetrica è quella di un edificio di un piano fuori terra con impianto ad “L”, organizzato attorno ad una cortile pertinenziale definito dal-
l’edificio stesso, da una lunga vasca di terra che lo connette alla centrale termica e da un sistema di recinzione rivolto verso la casa residenza C.I.S.A. La stereometria e l’introduzione di alcuni dispositivi passivi quali l’ambito pergolato di relazione fra l’interno ed il giardino, è l’esito anche di una ricerca volta all’ottimizzazione dell’apporto solare nel periodo invernale e alla protezione dai raggi incidenti nel periodo estivo. L’inclinazione delle falde di copertura, predisposte ad accogliere, in forma integrata, i campi fotovoltaici o solari termici, è volta alla ricerca della massima performance nella captazione dei raggi del sole. Il sistema strutturale è costituito da pareti multistrato di legno con funzione portante (xlam), e solai di copertura formati da moduli prefabbricati in legno: tale concezione costruttiva ha permesso il conseguimento di una forte integrazione edificioimpianti in fase di progettazione, oltre ad una realizzazione della struttura in tempi estremamente contenuti.
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Categoria ristrutturazione e restauro
Edificio a Concordia Localizzazione: Concordia sulla Secchia, Modena Progettisti: geom. Vincenzi Paolo, ing. Bignardi Gianni, Studio Tecnico Vincenzi Geom. Paolo Consulenti: per. ind. Ciroldi Luca, Fluid System
camente mediante l’inserimento di portali metallici ed il recupero dei paramenti murari originali, attraverso opportune cordolature in c.a.; tutto l’intervento ha così preso forma a partire dai muri portanti dell’edificio, che costituiscono la spina dorsale dello stesso, consentendo così di recuperare e reinterpretare gli spazi e l’architettura originale dell’edificio in chiave moderna; l’impiego poi, di materiali e tecnologie bio, hanno permesso, laddove possibile, la ristrutturazione in chiave sostenibile, consentendo la realizzazione di un edificio ad emissioni zero in classe “A+”.
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terizzanti le tipologie costruttive in essere nella zona, valgano ad esempio i voltini in laterizio ed i solai in legno, resi qui collaboranti con l’impiego delle moderne tecniche costruttive. Il recupero della facciata principale, consta nella valorizzazione dell’intero complesso, e passa attraverso l’uniformazione della stessa alla porzione contigua; diverso approccio per il prospetto interno, dove sono state eleminate alcune superfetazioni, risalenti a periodi diversi, costituite da elementi molto disomogenei. Sul fronte si è inteso recuperare elementi architettonici comuni quali il portoncino d’ingresso nella stessa forma e dimensione del suo reciproco posto nell’identico prospetto, analogo ragionamento è stato seguito per il recupero integrale delle aperture finestrate e di tutti gli elementi architettonici caratterizzanti le viste; come le cornici a tetto ricostruite secondo il disegno originale. Strutturalmente il fabbricato è stato adeguato sismi-
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L’intervento in oggetto, si è posto come scopo principale il recupero di una porzione di fabbricato residenziale nel centro storico del Comune di Concordia s/S; l’ubicazione e la destinazione si ponevano come condizione essenziale per la ristrutturazione e valorizzazione dello stesso. Durante le fasi di studio iniziale, la geometria del fabbricato e l’intenzione di realizzare un edificio ad emissioni zero, sono stati le linee guida di tutto il progetto; tenendo in considerazione, che gli ultimi interventi edilizi sul fabbricato erano datati intorno agli anni trenta, occorreva senz’altro prendere in considerazione un progetto globale di risistemazione delle viste prospettiche oltreché della statica intera dello stesso. Il criterio guida dell’intera progettazione è stato l’integrità prospettica nel rispetto della semplicità degli elementi connotanti le facciate stesse, recuperando per quanto possibile, internamente anche elementi carat-
Una CasaClima per il pianista Santarcangelo di Romagna
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Localizzazione: Santarcangelo di Romagna, Rimini Progettisti: ing. Sergio Pesaresi (progettazione generale, architettura, concetto energetico) studio logicagotica, per. ind. Luca Maldini (impianto termo-idraulico) studio Newton, per. ind. Luciano Zavaglia (impianto elettrico e FV), studio Newton, ing. Massimo Feletti (acustica) studio Newton Consulenti: ing. Ruben Erlacher (Blower Door test) studio Erlacher, geom. Daniele del Bianco (sicurezza) studio San Giuliano
L’aspetto principale relativo alla sostenibilità dell’intervento risiede nella scelta di riqualificare in termini architettonici ed energetici l’edificio, per evitare altro consumo di suolo. La casa del celebre pianista Meyer è situata a Santarcangelo di Romagna ed è parte di un insediamento residenziale con villette a schiera, realizzato negli anni ‘90. La zona è vincolata dalla Soprintendenza per le emergenze archeologiche, per la tutela paesaggistica e per la conservazione dell’unitarietà del disegno del quartiere. Il progetto di fattibilità ha dovuto confrontarsi con questa moltitudine di vincoli che, pur condizionandolo inevitabilmente, sono stati anche di stimolo per calibrare e migliorarne il risultato finale. L’insediamento residenziale ha una forte connotazione unitaria con una ripetizione modulare dei fronti delle singole case (skyline, finestrature) e con una alternan-
za regolare fra le parti intonacate e le parti con mattoni a faccia vista. Il progetto si è posto questi obiettivi: il risanamento energetico dell’edificio secondo il protocollo CasaClima R e il conseguente aumento del comfort interno sia in clima invernale che estivo; l’eliminazione di fonti energetiche non rinnovabili da sostituire totalmente con energia elettrica fornita da pannelli fotovoltaici; la modifica della distribuzione interna degli ambienti per adeguare la casa alle attuali esigenze della famiglia; la realizzazione di una stanza con correzione acustica per il pianoforte; l’isolamento acustico e lo sviluppo di un concetto innovativo di interior design. Sono state sviluppate varie ipotesi che sono state di volta in volta analizzate e discusse nei loro molteplici aspetti e alla fine valutate in termini di sostenibilità economica. L’obiettivo del risanamento energetico si è dovuto fin
da subito confrontare con due realtà problematiche: l’obbligo di conservazione delle parti in muratura a faccia vista, che ha impedito il ricorso ad un cappotto esterno integrale, e la conformazione molto “movimentata” delle piante dei piani, che nasconde una moltitudine di ponti termici da correggere. Sono stati installati un impianto di VMC e 20 moduli fotovoltaici con potenza di picco pari a 5 kWp che alimentano la pompa di calore elettrica aria-acqua che scalda attraverso pannelli radianti a pavimento. Iil fabbisogno energetico per il riscaldamento prima dell’intervento era pari a 180 kWh/m2a, ora è 13,1 kWh/m2a. ed è interamente coperto dai pannelli fotovoltaici posti in copertura.
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Restauro e risanamento conservativo di fabbricato residenziale San Lazzaro Localizzazione: San Lazzaro di Savena, Bologna Progettisti: arch. Patrizio D’Errigo, ing. Nicola Somà
la zona giorno è stata prevista al piano primo in quanto consente una maggiore libertà strutturale ed una migliore illuminazione dei locali. L’intervento risponde a criteri di eco sostenibilità, pertanto si è operato sia per contenere i consumi energetici, sia per utilizzare energia proveniente da fonti rinnovabili. L’impianto idro-termosanitario è alimentato da un circuito geotermico a bassa entalpia con sonde verticali e pompa di calore, in futuro integrato con pannelli fotovoltaici, pertanto l’immobile non è allacciato alla rete gas. Il campo sonde geotermico, anche in funzione della stratigrafia e della stima termica del terreno, è composto da tre elementi che raggiungono la profondità di circa 100 ml, al quale sono abbinati una pompa di calore, un accumulo inerziale localizzati nel locale interrato, ed un impianto di riscaldamento a pannelli radianti.
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efficace consolidamento antisismico della struttura, creando uno scheletro connettivo tra gli elementi. Sotto il profilo strutturale, le murature esterne sono state consolidate con la posa di bettoncino di calce sismica armato con reti in fibra di vetro e connettori passanti, la connettività degli elementi strutturali e della copertura mediante inoltre è stata migliorata con la posa di una capriata lignea, terzere e travi di collegamento. Per quanto concerne l’isolamento termico della struttura, il benessere microclimatico ed il contenimento dei consumi energetici, le partizioni esterne sono state isolate mediante la posa di un cappotto esterno di circa 12 cm di lana di roccia, la copertura in legno ventilata è stata isolata con pannelli di lana di roccia di 16 cm, mentre il solaio contro terra è stato ventilato con un cavedio areato. Sotto il profilo della distribuzione degli spazi interni, si è scelto di allocare la zona notte al piano terra, mentre
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La matrice progettuale trae spunto dalle conclusioni contenute nell’indagine storica condotta sull’immobile, dalla quale emerge che il fabbricato subì trasformazioni tali da disarticolare il tipico rapporto identitario della casa rurale bolognese. Tali modifiche, in particolare, hanno indebolito i legami strutturali tra gli elementi, rendendo necessario un rilevante intervento strutturale. Il carattere tipologico dell’architettura rurale della pianura bolognese è definito nell’aspetto formale e funzionale da elementi chiaramente riconoscibili e dotati di una loro individualità ed autonomia, che riflette la capacità della costruzione di influenzare e suggestionare i luoghi. L’intervento rielabora lo schema tipologico strutturale tipico della casa bolognese, dove il corridoio centrale funge da asse strutturale e di distribuzione degli spazi interni, assicurando una adeguata ventilazione estiva; tale soluzione consente anche un
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Recupero energetico sopraelevazione Modena
Localizzazione: Modena Progettisti: geom. Roberto Sentimenti, Studio Sentimenti – Bomporto (Mo) Consulenti: ing. Alberto Borghi (calcoli strutturali e sismica), p.a. Gianmaria Santostasi (calcoli impiantistica), Studio EFFE Associato, Modena, p.a. Fabio Giliberti (collaudo acustico), studio F.I.A. Futura Industria Ambientale snc – Carpi
Il fabbricato attuale è una civile abitazione costituita da due alloggi con ingresso indipendente e soffitte al sottotetto. La dimensione del lotto (appena superiore a m2 500) e la sua conformazione ha permesso la costruzione di un edificio di forma rettangolare con un maggior affaccio dei fronti ad est ed ovest. Edificato agli inizi degli anni ‘60, presenta alcune caratteristiche architettoniche comunemente utilizzate all’epoca di edificazione: una copertura a due falde asimmetriche, la presenza di un rivestimento in listelli lapidei sul prospetto stradale (fronte nord) ed una doppia pannellatura in listelli di mattone a vista sui prospetti maggiori, con la chiusura del paramento mediante due lesene sui restanti fronti. L’intervento in progetto è finalizzato alla realizzazione di una terza unità residenziale mediante la sopraelevazione strutturale omogenea su tutti i fronti dell’edificio, senza interventi edilizi nelle due abitazioni poste ai
piani inferiori, nelle quali dovrà essere garantita e mantenuta in totale sicurezza la presenza di inquilini per tutta la durata dei lavori. Con la nuova abitazione si dovranno raggiungere tre obiettivi: l’accessibilità a tutte le unità abitative a persone portatrici di handicap ivi residenti (ottenuta mediante la realizzazione di un ascensore esterno), il miglioramento sismico dell’intero fabbricato (ottenuto mediante la demolizione delle murature al sottotetto e della copertura con sostituzione delle stesse utilizzando pannelli in x-lam e legno lamellare) ottimi requisiti prestazionali di consumo energetico (classe A). Stante l’impossibilità di intervenire all’interno delle abitazioni esistenti, il miglioramento della prestazione energetica ai piani inferiori si è ottenuta con la formazione di un rivestimento esterno a cappotto con pannelli di EPS addizionati con grafite dello spessore di mm 180, mentre nella nuova abitazione al sottotetto si
è realizzato un intervento completo che comprende sia l’impiantistica (riscaldamento e raffrescamento a pavimento azionato con pompa di calore alimentata da fotovoltaico della potenza nominale di 6,0 kW/h, controllo dell’umidità interna e recupero del calore, piano cottura ad induzione) sia i componenti opachi (isolamento in copertura con lana di roccia di mm 240, serramenti in pvc con vetri basso emissivi, oscuramento azionato elettricamente), il tutto predisposto per il controllo domotico.
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Restauro edificio Federici Sabbioneta Localizzazione: Sabbioneta, Mantova Progettisti: arch. Riccardo Caffarella, Studio Progettazione Architetto Riccardo Caffarella Consulenti: arch. Franco Zappaterra, Studio Zappaterra, ing. Davide Costanzi (Studio Costanzi)
murature, preservandone l’integrità. Le condotte sono state integralmente rivestite di materiale termici e fonassorbente. Per il sistema di riscaldamento si sono adottate soluzioni con le pompe di calore in tutti i locali, e gli scambiatori posti nel vano creato con lo scannafosso sotto il marciapiede. Lo scannafosso creato è nato dalla necessità di abbassare la quota di attacco dell’umidità permettendo una maggiore traspirabilità alla base delle murature. Per l’umidità sono state scelte varie soluzioni che operano simultaneamente: formazione scannafosso, intonaco traspirante, nuovi vespai, e sistema elettrofisico. I serramenti in legno con vetrocamera e posa senza scassi delle murature.Nel complesso, l’intervento attuato ha permesso un uso pressoché nullo di sostanze cementizie, eliminando praticamente qualsiasi operazione di scasso murario. Questo ha permesso di ridurre drasticamente le ore complessive di mano d’opera, portando ad avere una riduzione considerevole dei costi.
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legno. Le piastre di facciata sono state realizzate in maniera da rendere chiaramente leggibile l’intervento attuato, ma al tempo stesso possano risultare in sintonia con le finiture e i materiali originari. Le finiture, in larga misura lignee, sono state trattate con materiali atossici, naturali certificati, così come le pitture a base di calce naturale. Le porte originarie sono state interamente restaurate e riutilizzate integralmente. I pavimenti di cotto antico sono stati puliti, consolidati e trattati con prodotti protettivi naturali e rispettosi del materiale originario. L’isolamento termico in copertura è stato risolto con l’uso di Kenaf, traspirante e naturale, proveniente da pochi chilometri di distanza, così come quasi tutti i materiali adottati: laterizi, pavimentazione in cotto, intonaci a base di calce naturale, tinteggiatura a calce, serramenti, etc. La copertura è in legno, è in legno con travetti lamellari, fogli traspiranti e ventilazione. Gli impianti sono stati eseguiti senza operare nessuna traccia nelle
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Operando in un contesto storico come quello di Sabbioneta (MN), sito UNESCO di recente istituzione, si è provveduto a redigere un progetto che potesse essere in perfetta sintonia con il contesto, non solo, riqualificandolo e valorizzandolo. La presenza di finiture originarie riscontrabili nelle pavimentazioni, insieme agli elementi strutturali lignei dei soffitti, la murature stessa e la struttura portante della copertura, insieme ad alcuni elementi decorativi rinvenuti, costituivano gli elementi materici e tipologici storici da mantenere e conservare, rendendoli partecipi nella nuova vita dell’immobile, non solo esteticamente, ma anche funzionalmente. Il complesso presentava dei problemi di “slegatura” tra i solai e le murature testimoniato da un leggero fenomeno di “spanciamento” delle facciate longitudinali e leggere fuoriuscita delle travi dalle basi di appoggio. Si sono posate delle travi in acciaio che legano l’edificio e contemporaneamente collaborano con i solai originari in
Casa P – Ristrutturazione Sassari
Localizzazione: Sorso, Sassari Progettisti: arch. Alessandra Piras, architetto Alessandra Piras
Il presente progetto, rientra tra gli interventi di riqualificazione e ampliamento di edifici esistenti. Il progetto di riqualificazione ed ampliamento della casa unifamiliare in Località Marritza, presso il Comune di Sorso (Provincia di Sassari – Sardegna) si è posto come obiettivo il raggiungimento della qualità ambientale, sensoriale ed emotiva degli spazi realizzati, la dimensione umana: la qualità dell’abitare viene raggiunta mediante opportune scelte dell’arredo, finalizzate al confort, alla massima vivibilità dello spazio interno ed esterno, in tutte le sue forme. L’innovazione in fase d’ideazione e costruttiva sono stati al contempo punto di partenza e di arrivo del progetto: materiali e strutture sono stati impiegati sapientemente per suscitare emozioni e sensazioni differenti in ogni ambiente, secondo le funzioni in essi svolte. La costante ricerca di linee essenziali ha portato risultati ottimali, e in particolare alla pulizia formale e alla
cura del dettaglio, sia in fase di progettazione che in fase realizzativa. Tutti questi principi hanno saputo coniugare e far confluire nel progetto tre aspetti spesso in contrasto tra loro: estetica, funzionalità e sostenibilità. Il progetto ha una forte interrelazione con il paesaggio circostante: quest’ultimo assume ruolo centrale nelle scelte formali dei volumi dell’edificio riqualificato. Il processo progettuale ha voluto utilizzare linee semplici e volumi puri, in grado di stabilire un rapporto chiaro con il paesaggio, per avere una doppia valorizzazione: da un lato l’enfasi del contesto naturale, ed in particolare del mare e dei colori, e dall’altro l’antropizzazione, identificata dall’edificio, con i suoi colori neutri e austeri, che si distingue per le sue forme minimali. la bioarchitettura e l’efficienza energetica hanno guidato le scelte tecniche e tecnologiche nella riqualificazione, sfruttando i fattori climatici per quanto possibi-
le, e operando scelte impiantistiche ad hoc, dove le esigenze di confort fossero prioritarie. La sostenibilità dell’intervento si manifesta anche attraverso la scelta di rivolgersi a maestranze locali, in grado di realizzare mobili ed elementi d’arredo unici e di grande pregio, grazie all’esperienza e le tecniche artigianali. In questo modo si è cercato di promuovere l’economia locale e, per quanto possibile, i materiali locali e a km 0.
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Recupero rustico ad Agna Localizzazione: Corniglio, Parma Progettisti: arch. Marco Contini, arch. Sara Chiari, arch. Matteo Zaccarelli (progetto architettonico) Studio Contini, ing. Simone Leoni (statica), ing. Alessio Brugnoli (controllo energetico)
sorgente situata in prossimità dell’edificio. Il sistema di smaltimento degli scarichi fognari avviene tramite un impianto di fitodepurazione. Per il controllo dell’inquinamento luminoso non sono stati collocati apparecchi di illuminazione nelle aree aperte. Nei pressi dell’edificio è stata collocata anche una piccola la centralina metereologica sempre alimentata a cellule fotovoltaiche che permette a chiunque di conoscere le condizioni del sito attraverso una semplice connessione internet.
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dizionali integrate con le sole e necessarie componenti tecnologiche, al fine di conservarne l’aspetto di semplice costruzione rurale collocata sul prato. In questa ottica del mantenimento storico testimoniale, le pareti perimetrali in sasso sono state recuperate e consolidate senza utilizzare isolamenti. L’edificio è reso totalmente autonomo dal punto di vista energetico tramite la collocazione di un impianto fotovoltaico composto da 12 pannelli da 290 W collocati sulla copertura del portico ligneo e collegati a 8 batterie di accumulo al gel da 3 kW ciascuna. L’energia elettrica prodotta è utilizzata per l’illuminazione, le piastre a induzione, il riscaldamento dell’acqua sanitaria e il funzionamento dei radiatori elettrici per il riscaldamento, integrato da una stufa a legna con potenza di 6,5 kW. L’approvvigionamento idrico per le esigenze sanitarie è garantito da una vasca d’accumulo alimentata da una
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Questa realizzazione è situata a Tufi d’Agna, un piccolo nucleo abitato nel comune montano di Corniglio, all’interno dell’appenino Tosco-Emiliano riconosciuto recentemente come riserva MaB Unesco (Man and the Biosphere Programme). Il piccolo edificio, un fabbricato rurale un tempo destinato al ricovero dei pastori e degli animali, è stato recuperato come rifugio in cui l’uso abitativo, considerato la posizione isolata e le difficoltà per il suo raggiungimento, è saltuario e legato al periodo estivo. Questa condizione, insieme alla disponibilità di acqua sorgiva e di legname del sottobosco, ha portato a scelte in cui gli obiettivi di sostenibilità sono raggiunti mantenendo e recuperando i caratteri originari dell’edificio che prima dei lavori versava in uno stato di forte degrado in special modo per la parti lignee della copertura soggette a dilavamento per le condizioni precarie del manto, e utilizzando tecniche di recupero tra-
Classe A in borgo antico Pescia
Localizzazione: Pescia, Pistoia Progettisti: arch. Giulia Bertolucci, arch. Rodolfo Collodi Studio Architettura x Sostenibilità Consulenti: geom. Mantovi Monica, Geobiologia
Riqualificazione di un antico fabbricato in pietra, all’interno di un borgo storico della provincia di Pistoia tutelato architettonicamente, arroccato sulle colline a circa 750 metri slm. Dalle analisi e simulazioni preliminari è emersa la necessità di intervenire prima a livello strutturale, per poi procedere con un generale miglioramento delle prestazioni energetiche e ambientali con lo sfruttamento solare e l’efficientamento dell’involucro. Trattandosi di un immobile che si inserisce nella cortina storica e avendo come obiettivi la quasi totale autonomia energetica e la salubrità indoor, l’edificio è stato isolato a cappotto, per 3/4 posato all’interno e 1/4 all’esterno. Per le pareti perimetrali fibra di canapa (sp. 8/12 cm) dall’interno; per le parti contro terra e la copertura un materiale sottile termoriflettente posato all’intradosso; per impedire le dispersioni verso la cantina uno strato di pannelli in fibra di legno (sp. 12 cm);
per la facciata nord isolamento in sughero bruno (sp. 12 cm) posato all’esterno così da risolvere i ponti termici in modo più efficace. Infine sono state sostituite tutte le finestre con nuove in legno e vetrocamera basso emissivo, alcune dotate di bocchette igroregolabili per l’immissione controllata di aria di rinnovo. Il raggiungimento dell’alto livello di isolamento termico ha consentito l’ottimizzazione impiantistica ottenuta con l’uso di una termo-cucina, che assolve a: cottura, riscaldamento ambienti e acqua sanitaria, integrata con impianto solare termico. Il risultato è un abbattimento di consumi e dispersioni di oltre il 90%, e la riduzione dei costi di esercizio. A questo si aggiunge l’impianto fotovoltaico per soddisfare gran parte del fabbisogno elettrico dell’abitazione. L’impianto elettrico è dotato inoltre di un sistema domotico di base che, con l’uso di una linea a 12 volt, riduce i campi elettromagnetici nelle camere e in sala meditazione.
Per la qualità ambientale interna sono stati privilegiati materiali bio ed ecocompatibili. Le finiture di pareti, pavimenti e solai sono realizzate con sostanze traspiranti e igroscopiche, e prodotti a base di resine vegetali o olii e cere naturali esenti da sostanze tossiche ed emissioni nocive. Da sottolineare: la preferenza per la posa a secco che permette la disassemblabilità e il recupero di molti materiali impiegati; l’attenzione posta anche alle energie sottili con l’analisi geobiologica a cura di un tecnico specializzato, e all’inquinamento elettromagnetico con un rilievo degli elementi perturbanti esterni.
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Riqualificazione palazzo “San Nicolao” Milano Localizzazione: Milano Progettisti: arch. Massimo Roj, Progetto CMR S.r.l. Consulenti: ing. Guido Davoglio, (impianti),Tekser S.r.l. ing. Domenico Insinga (strutture) studio ing. Domenico Insinga, ing. Luciano Nigro (antincendio) studio Hughes Associates europe S.r.l., arch. Sergio Morandi (acustica) Si. Eng.
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dell’edificio, è a tutti gli effetti uno spazio verde fruibile dagli utenti. Il team di progettazione è riuscito a raggiungere un obiettivo ambizioso, quello di creare un edificio di alta qualità ambientale, portando lo stabile dalla classe Classe G (EPh = 82.85 kWh/m3a) in classe A (EPh = 5.62 kWh/m3a), garantendo spazi interni di elevato comfort e migliorando la qualità dell’ambiente circostante. La nuova ipotesi ha generato un’architettura contemporanea caratterizzata da scansioni pieni-vuoti fortemente simmetriche e secondo proporzioni riconducibili all’architettura Neoclassica, permettendo grande versatilità e mantenendo la continuità con l’esistente cortina urbana.
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Green House Zogno
namento delle aperture, che consente di massimizzare l’efficienza termica, minimizzando le dispersioni ed assicurando un adeguato comfort luminoso. Un design che si sviluppa dall’interno verso l’esterno e consente di organizzare gli spazi in maniera razionale e flessibile con la possibilità di configurare differenti distribuzioni interne. Una facciata altamente performante che grazie ad un articolato gioco di geometrie interagisce con le ombre e con l’incidenza naturale dei raggi solari. Essa è in grado di ottimizzare la captazione della luce naturale ed allo stesso tempo proteggere i fruitori degli spazi dall’abbagliamento creando, quando osservata dall’esterno, scenari sempre diversi e mutevoli e dialogando costantemente con il contesto urbano circostante. Dagli uffici è possibile accedere al tetto-giardino che, oltre al contributo dato alla termoregolazione interna
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Il progetto di riqualificazione dell’edificio “San Nicolao” in piazza Cadorna a Milano, ridisegnato da Progetto CMR per Beni Stabili Siiq, è caratterizzato da uno stretto legame tra design ed alta efficienza energetica, peculiarità che hanno permesso di ottenere il Premio Rebuild 2014 nella categoria “Terziario”. L’intervento volto a valorizzare e riqualificare in chiave di qualità e sostenibilità ambientale ed energetica un edificio esistente, sottolinea la centralità dei processi di riqualificazione nel Real Estate e l’impegno necessario per tutelare il patrimonio immobiliare del nostro Paese. L’edificio, che si sviluppa su una superficie di 12.170 m2, risale agli anni ‘60 e viene reinterpretato in chiave contemporanea con l’introduzione di una nuova immagine contraddistinta da forme geometriche pure e da una scansione ritmica regolare; una superficie modulare materica, intervallata da un ragionato dimensio-
Localizzazione: Zogno, Bergamo Progettisti: arch. Pierluigi Carminati, arch. Edoardo Carminati (progettazione edile) studio d’architettura Carminati, ing. Oscar Luigi Pagani (progettazione tecnologica e strategie per la sostenibilità) AIACE srl – società di ingegneria, ing. Oscar Luigi Pagani (progettazione strutture), ing. Gabriele Ghilardi, (progettazione impianti meccanici e antincendio) studio ing.
Gabriele Ghilardi, per. ind. Gianluigi Magri, (progettazione impianti elettrici) Elettrostudio Snc, geom. Gianbattista Fenili (coordinamento per la sicurezza), studio tecnico geom. Gianbattista Fenili Consulenti: per. ind. Massimo Locatelli (indagini e progettazione acustica) Studio Ambiente Snc, Dott. Geol. Filippo Leopardi (indagini geotecniche) studio tecnico Dott. Geol. Filippo Leopardi
L’obiettivo progettuale della realizzazione della “Green House” di Zogno è stato quello di intervenire su un edificio esistente a Zogno nella area ex Falck, in modo da renderlo modello e simbolo di edificio” ad emissioni zero”. A partire dall’analisi dello stato di fatto, sono state ricavate le strategie e gli accorgimenti orientati al risparmio energetico necessari per rendere l’edificio esistente un edificio innovativo ad emissioni zero. La realizzazione di un edificio ad altissime prestazioni energetiche (ZEB – Zero Energy Building) deve essere il risultato di un approccio olistico alla sostenibilità, in cui ogni aspetto della progettazione è analizzato e ottimizzato in tale prospettiva. L’intervento è quindi consistito in una riqualificazione globale dell’edificio, dal punto di vista architettonico, strutturale, tecnologico e impiantistico. La soluzioni architettoniche adottate sono: creazione nuovo sopralzo, nuovo tetto ad una falda, serra biocli-
matica, riqualificazione facciate cappotto e facciata ventilata, tetto giardino su corpo basso, nuova distribuzione interna, razionalizzazione delle aperture vetrate, schermature solari esterne motorizzate. Per la copertura del corpo basso è stato previsto un tetto verde realizzato con una soluzione intensiva (in modo da limitare gli spessori, i carichi traferiti sulla struttura esistente e i lavori di manutenzione). In tal modo è stata aumentata l’inerzia della copertura in modo da limitare e sfasare il picco dei carichi termici in estate (l’edificio sarà utilizzato di giorno e nelle prime ore della sera). Durante le fasi di definizione delle strategie di sostenibilità energetica si è fatto uso delle maschere solari per valutare l’efficienza delle varie strategie a seconda dell’esposizione (vetrature, serra solare, ecc) Similmente per la definizione dei frangisole esterni motorizzati si è fatto uso della maschera solare applicata alle varie esposizioni. Per
studiare l’efficacia delle varie strategie, in particolare quelle che fanno affidamento a strategie naturali (ventilazione naturale, inerzia, night cooling) è stata effettuata una simulazione dinamica dell’edificio (tramite il software energy plus).
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Premio Sostenibilità 2015 / 63
Capannone industriale Manifattura Modenese Novi di Modena Localizzazione: Novi Di Modena, Modena Progettisti: arch. Corradini Zelmira – Arch. Giuseppe Mazzoli (architettonico), Megaron Studio D’architettura Associato, ing. Serafini Giorgio (strutture), studio ing. Serafini Giorgio, ing. Agnese Ronchetti – per. ind. Giuliano Berselli, per. ind. Ivano Guagliumi (impiantienergetica) ExA Engineering for Architecture Consulenti: ing. Sandro Menozzi (Sicurezza) studio Ing. Sandro Menozzi
lamiera micronervata e 20cm di lana minerale. I canali di gronda, anch’essi coibentati, hanno la parte esterna in acciaio inox come i pluviali e sono stati portati all’esterno dell’edificio con una cassetta di raccolta. Sulla parte verticale degli sheds sono stati installate fasce di finestrature apribili a sporgere motorizzate. I serramenti per finestre e porte sono realizzati con profili estrusi in alluminio a taglio termico con vetrocamera basso emissivo Il nuovo edificio garantisce una buona prestazione energetica sia nella stagione invernale che nella stagione estiva, il valore di trasmittanza periodica delle strutture opache è sufficientemente basso per garantire all’involucro la capacità di sfasare ed attenuare il flusso termico che lo attraversa nell’arco delle 24 ore.
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Il capannone realizzato ha le stesse dimensioni del fabbricato costruito nel 2001. Nella prima campata, adibita ad uffici a piano terra è presente un impalcato, mentre le altre cinque campate sono utilizzate a laboratorio con una altezza di m. 5,1. Il capannone è stato realizzato con una struttura metallica con le dimensioni di quello precedente in c.a., utilizzando gli stessi passi di colonne così da poterle innestare sulle fondazioni esistenti. Le colonne sono collegate superiormente da travi reticolari tra le quali sono state inserite una serie di travi inclinate per la formazione degli sheds di copertura. In copertura perfettamente integrati si sono posizionati i pannelli fotovoltaici e solari. La struttura portante è stata irrigidita da una serie di controventi, sia verticali tra le colonne che orizzontali sulle falde della copertura. Tutta la struttura è protetta superficialmente con zincatura a caldo per immersione. Il tamponamento è in pannelli sandwich, con doppia
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A seguito del sisma del maggio 2012 lo stabilimento della Manifattura Modenese, realizzato nel 2001, è stato completamente distrutto. Trattandosi di un edificio recente, la volumetria e la distribuzione degli spazi del vecchio capannone erano per il Committente ideali per svolgere la propria attività: produzione di nastri, pizzi e passamaneria con appositi telai. L’edificio di nuova costruzione doveva quindi soddisfare i seguenti requisiti: - realizzare un fabbricato con idonee caratteristiche antisismiche utilizzando le fondazioni del vecchio edificio per contenere i tempi di realizzazione e i costi; - garantire il comfort estivo e invernale delle persone che lavorano all’interno dell’edificio contenendo al massimo i consumi di fabbisogno di energia primaria invernale ed estivo, costruendo un edificio CLASSE A. Garantire all’interno del fabbricato un buon comfort acustico.
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Restauro scientifico ex refettorio S. Illaro Localizzazione: Faenza, Ravenna Progettisti: Paolo Rava A+4STUDIO: Paolo Rava Architetto – Carroli Daniele Designer – Rita Burbassi Architetto Consulenti: ing. Marco Peroni, studio Marco Peroni Ingegneria, ing. Gionata Sancisi,Studio Termotecnico Gionata Sancisi
Situato nei pressi delle antiche mura premanfrediane, l’edificio in oggetto risale al XVII° secolo. In origine l’edificio costituiva il refettorio del convento aggregato all’adiacente chiesa di S. Illaro del 1100. In seguito fu adibito a palestra, magazzino e a laboratorio artigiano. La rifunzionalizzazione dell’edificio, adibito a studio di architettura al piano superiore e a spazi espositivi e per conferenze ai piani inferiori, è avvenuta tramite un progetto di restauro bio-energetico, previo studio, comprensione e selezione dei materiali e delle tecniche costruttive originariamente utilizzate. È stata messa in campo un’idea semplice: l’uso delle tecniche “caso per caso” e quelle del recupero energetico in retrofit anche in edifici vincolati, usando tecniche a secco e a strati materici, reinserendo come materiali la fibra, l’aria e la massa per mantenere inalterate le caratteristiche energetiche di confort estivo insite nel manufatto. È stato utilizzato il sistema a cappotto interno ed ester-
no, l’impianto meccanico ad aria controllata con il supporto delle energie rinnovabili (fotovoltaico). Un restauro “scientifico energetico” del sistema originale per portarlo energeticamente a consumo quasi zero. Il progetto ha messo in pratica queste linee guida attraverso le seguenti scelte operative: La costruzione di un sistema stampella: costruzione di un manufatto che funge da serra solare. Il nuovo manufatto serve anche per posizionare i sistemi di collegamento verticale fra i diversi livelli nonché l’integrazione di una copertura fotovoltaica. Apertura di una “bocca di lupo” a fianco dell’interrato con la costruzione di una parete di contenimento inclinata ed utilizzata come parete radiante per il raffrescamento estivo e in grado di fornire aria fresca allo scambiatore che alimenta il sistema ad aria controllata. Il recupero della copertura con struttura in legno di
abete, coibentazione con lana di legno e manto di copertura microventilato in laterizio di recupero. L’applicazione di sistema a cappotto in canna palustre su muratura in laterizio; intonacatura all’interno con argilla cruda ed esternamente in calce idraulica; inserimento di finestre a bow-window sigillate con vetro triplo; facciata ventilata costituita da griglia in legno di larice a sostegno di rampicanti; riapertura delle aperture originali e recupero della comprensione delle forme spaziali originali; destinazioni d’uso compatibili in soluzione openspace con partiture indispensabili in legno; reversibilità degli interventi.
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