TERZA PAGINA
NEI RIFIUTI
LE TRACCE DEL PASSATO di Guido Viale
I
l romanzo 1984 dello scrittore anarchico inglese George Orwell, pubblicato nel 1949 e disponibile in diverse traduzioni italiane - la più recente, traduzione di Luigi Maria Sponzilli, introduzione di David Bidussa, Chiareettere, 2021, edizione digitale – è la più importante distopia del XX secolo, quella che ci porta nel cuore del totalitarismo che ha continuato a incombere come una possibilità reale su tutta la prima metà del secolo, e che il suo autore aveva già rappresentato sarcasticamente nel 1945 con il libro, altrettanto celebre, La fattoria degli animali. Protagonista di 1984 è Winston Smith: un suddito qualunque tra i tanti di un regime totalitario ormai pienamente affermato, il Grande Fratello: un nome che diventerà il simbolo prima di tutti i totalitarismi, poi della perdita della propria autonomia promossa dal consumismo e dal controllo dei media, per approdare alla farsa di trasmissioni televisive che trasformano in spettacolo la vita intima e priva di senso di personaggi insignificanti. Il Grande Fratello costringe la popolazione a una obbedienza cieca facendogliela interiorizzare con un sistema di controllo che penetra fin nei più intimi recessi delle abitazioni, del lavoro, e dell’intimità – perduta - della vita
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GSA IGIENE URBANA
Winston Smith, il protagonista di 1984, alla ricerca di un passato da abolire che solo i robivecchi fanno rivivere. quotidiana. La propaganda è l’essenza stessa del regime che non arretra nemmeno di fronte ai paradossi in cui si esprime la sua volontà di imporre la propria “verità”, come negli slogans che campeggiano sulla facciata del “Ministero della Verità”: “La guerra è pace; la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza” e che rappresentano il completo sovvertimento della realtà che il regime ha imposto ai suoi sudditi attraver-
so una vera e propria “Polizia del pensiero”. Ma in realtà, sotto quel regime, sono tutti quanti spie. Nella distopia immaginata da Orwell il Partito ha pieno potere non solo sul presente e sul futuro, ma anche sul passato. Il controllo del passato avviene attraverso quella che viene definita una “educazione della memoria”, la quale implica di fatto un suo azzeramento: nel romanzo nessuno riesce a ricordare il passato, neanche il proprio, come se un’amnesia collettiva avesse colpito l’intera popolazione. Winston trova un’apparente oasi di pace dal controllo del Grande Fratello in una stanza collocata al di sopra della bottega di un robivecchi, chiamata significativamente the junkshop, all’interno della quale prova fin dal principio una sensazione di nostalgia, una reminiscenza legata al suo personale passato che non riesce a descrivere a parole. Apparentemente in quel negozio non c’è niente che valga la pena di venir preso in considerazione. “Lo spazio per muoversi era assai ridotto, perché alle pareti erano appoggiate cataste di cornici polverose. In vetrina erano esposte vaschette piene di bulloneria, scalpelli smussati, coltellini con la lama spezzata, orologi anneriti che non avevano certo l’aria di funzionare, GENNAIO-MARZO 2021