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by edicomsrl
A Buon rendere, molto più di un vuoto
di Sergio Capelli
Compie un anno la campagna lanciata da Associazione Comuni Virtuosi per l’introduzione di un Sistema di Deposito Cauzionale per gli imballaggi monouso per bevande (plastica, alluminio, vetro). Oltre 4.000 firme sulla petizione per l’introduzione di un Sistema di Deposito Cauzionale di portata nazionale.
Chiunque sia nato almeno negli anni ’70 ricorda sistemi di vuoto a rendere attivi in Italia. Ricorda come il latte fosse distribuito solo in bottiglie di vetro che andavano riportate dal lattaio, ricorda macchine “mangia bottiglie” presenti nei supermercati, in cui si riconsegnavano i vuoti delle bottiglia d’acqua minerale ottenendo la restituzione della caparra versata all’acquisto con uno sconto sul totale della spesa. Poi fummo travolti dall’ondata del monouso che ha radicalmente cambiato le nostre abitudini d’acquisto e di consumo. Almeno dal punto di vista ambientale, decisamente in peggio.
Un passato che è presente e futuro
Ricordi lontani, ma che non devono far pensare ad una prassi antiquata e fuori dal tempo: in buona parte d’Europa questa prassi si è mantenuta, in altre parti è stata reinserita. Anche in Italia, il tema è ormai in agenda da tempo, pur osteggiato e rallentato da parte del mondo produttivo. A Buon Rendere – Molto più di un vuoto è la campagna nazionale per l’introduzione di un Sistema di Deposito Cauzionale (DRS) per gli imballaggi monouso per bevande (plastica, alluminio, vetro) lanciata dall’Associazione Comuni Virtuosi insieme alle organizzazioni partner e si prefigge di favorire la transizione verso un’economia circolare nel settore degli imballaggi. Obiettivo primario è l’introduzione di un sistema di raccolta efficiente dei contenitori per bevande, volto a migliorare il sistema di riciclo e ridurre sensibilmente l’inquinamento ambientale. Il panel dei soggetti aderenti è molto vario: associazioni ambientaliste (Legambiente, Lipu, Greenpeace, WWF, Italia Nostra…), Istituzioni (Città Metropolitana di Torino, Comune di Bergamo), soggetti internazionali (Zero Waste Europe, European Environmental Bureau).
La Petizione popolare per il DRS
La campagna punta a sensibilizzare i cittadini, la politica, l’industria delle bevande e della distribuzione sui benefici di un Sistema di Deposito Cauzionale per i contenitori di bevande attraverso petizioni, sondaggi, eventi pubblici, attività di citizen science, produzione di studi e di materiali divulgativi. La prima petizione lanciata con la richiesta dell’introduzione di un Sistema di Deposito Cauzionale di portata nazionale, obbligatorio per i produttori e che copra tutte le tipologie di bevande in bottiglie di plastica, vetro e lattine al fine di proteggere il nostro ambiente, favorire la transizione verso l’economia circolare e raggiungere gli obiettivi europei in materia di raccolta selettiva e riciclo, ha raccolto oltre 4000 firme. L’approccio della campagna è assolutamente costruttivo. A Buon Rendere intende concentrarsi sul merito delle proposte, senza seguire narrazioni “acchiappa like” contro la plastica o altri materiali, perché, si legge sul sito “non sarebbe una narrazione corretta, anche dal punto di vista del rigore scientifico. Non esistono materiali sostenibili o insostenibili a prescindere, ma cicli e modelli di consumo sostenibili (o meno)”.
DRS in Italia?
L’attuale ciclo sembrerebbe non essere particolarmente virtuoso, in particolare per quello che riguarda gli imballaggi in plastica: l’Italia ha pagato 744 milioni di euro di “penale” annuale legata al mancato riciclo degli stessi. Sono infatti oltre 7 miliardi i contenitori di bevande (plastica, lattine, vetro) che sfuggono al riciclo con tutti gli effetti collaterali negativi del caso, sull’economia (materie prime preziose perse in un momento in cui i costi energetici sono alle stelle) e sull’ambiente. “Invece di paventare costi enormi per l’implementazione di un sistema cauzionale nazionale che, a detta di alcuni soggetti, ricadrebbero sui contribuenti (falso perché non dimostrato da alcun studio) perché non cominciamo a calcolare quali sono i costi documentabili che ogni anno ricadono sui comuni e contribuenti senza un DRS?” chiedono i responsabili della campagna attraverso i canali social della stessa.
DRS nel mondo
Se il focus principale è sull’Italia e su quanto accade (o non accade) nel nostro Paese, A Buon Rendere è molto attenta anche a quanto succede in Europa e nel mondo. Se in Paesi come Germania e Olanda e in genere molti dei Paesi del Nord Europa il vuoto a rendere è prassi consolidata, è in corso un avvicinamento generalizzato al tema del vuoto a rendere da parte di molti Paesi esteri. Il 12 settembre scorso, infatti, la Ministra per la Protezione del Clima e l’Ambiente Leonore Gewessler (Verdi), ha presentato in conferenza stampa i primi dettagli del DRS austriaco, che saranno oggetto di una prossima consultazione pubblica propedeutica all’emanazione dei decreti attuativi. Primo fra tutti l’importo del deposito, pari a 25 centesimi di euro, che sarà lo stesso per bottiglie e lattine e di qualsiasi formato, “facile da ricordare e sufficientemente alto per favorire la restituzione dei contenitori”. Presenti anche due membri del consiglio direttivo dell’ente no profit che amministrerà il sistema Cauzionale Robert Nagele (Billa AG) e Philipp Bodzenta (Coca Cola). L’Austria è il primo paese europeo confinante con l’Italia dove entrerà sicuramente in vigore un Sistema Cauzionale entro i prossimi due anni. Ma anche in posti molto distanti geograficamente e culturalmente dall’Europa il vuoto a rendere sta prendendo piede. A Singapore, dove si stima che ogni anno vengano immessi sul mercato più di un miliardo di contenitori per bevande, a fine settembre il governo ha avviato una consultazione pubblica sulla proposta di un sistema di restituzione dei contenitori per bevande. La consultazione fornirà dettagli sul funzionamento dello schema previsto, compresi i tipi di contenitori per bevande che verranno assoggettati al sistema e l’importo adeguato del deposito rimborsabile.