GESTIONE INQUINAMENTO DA PLASTICA
Plastica in natura: WWF fra appelli e azioni possibili in collaborazione con WWF
Il nuovo report WWF sull’inquinamento da plastica nel Mediterraneo risveglia l’attenzione su un problema che seguiamo da tempo con grande interesse. Ecco l’invito ai Governi, alle industrie e ai cittadini. L’appello è urgente: serve un’azione sinergica da parte di tutti, ad ogni livello. 40 GIUGNO 2019
® Visual Persistance
E’ un argomento molto attuale che stiamo seguendo da tempo, e che ora riprendiamo perché c’è un’importante novità. Il WWF, che da tempo lancia l’allarme sull’inquinamento da plasti-
che e microplastiche disperse in natura, con il suo nuovo Report ci fa particolarmente riflettere, anche perché parla proprio del Mediterraneo, il mare nostrum che fu dei Romani e che adesso, senza tema di esagerazione, pare proprio essere… della plastica.
Nel Mediterraneo è ovunque
“La plastica –si legge nel Report “Stop the flood of plastic – How Mediterranean countries can save their sea”, pubblicato nei giorni scorsi- è diventata un materiale ubiquitario nel Mediterraneo, il cui bacino rappresenta il quarto più grande al mondo in fatto di produzione di materiali plastici. Questo materiale
ormai fa parte della vita quotidiana delle persone ed è una presenza abituale sulle sue spiagge e in mare. Ogni anno, 0,57 milioni di tonnellate di plastica entrano nelle acque del Mediterraneo: questo equivale a scaricare 33.800 bottiglie di plastica in mare ogni minuto. Un numero che, se non si farà nulla, è destinato a mantenere un alto tasso di crescita, fino a quadruplicare entro il 2050. Ora, la plastica ha effetti negativi e spesso letali, si sa, sulla vita marina. Fino a distruggere anche la ricca economia blu del Mediterraneo. Le perdite, non certo irrisorie, sono stimate a 641 milioni di euro all’anno, e ad essere più colpito è il settore turistico.