TERZA PAGINA LOTTA ALLA CORRUZIONE
lotta alla corruzione nelle aziende sanitarie italiane: situazione attuale, attori e sfide per il futuro*
20 APRILE 2018
*Tratto da TEME 11/12/17
Il fenomeno della corruzione rappresenta un tema molto dibattuto nel nostro Paese. Tuttavia, solo di recente, la percezione crescente del fenomeno ha profondamente modificato l’attitudine generale verso la corruzione e ha generato una progressiva intolleranza dell’opinione pubblica, delle istituzioni internazionali e della classe dirigente verso pratiche corrotte. Nella complessità dei sistemi di funzionamento delle amministrazioni pubbliche e, in particolare, delle aziende del sistema sanitario, risulta difficile isolare il fenomeno della corruzione da quelli dell’inadeguata gestione organizzativa e degli sprechi, che si traducono in sottrazione di risorse alle attività istituzionali. Infatti, il concetto di corruzione investe non solo pratiche penalmente rilevanti, legate a fenomeni di reato, ma anche una gestione superficiale e approssimativa degli aspetti economico-aziendali, che si concretizza nella mal-administration (cattivo utilizzo delle risorse aziendali) e mal-practice (cattiva gestione). Il ruolo della burocrazia e dell’inefficienza gestionale favoriscono quindi fenomeni distorsivi che determinano sia spreco di risorse pubbliche, sia, in misura rilevante, fenomeni di rilievo penale. L’intrecciarsi di questi due fenomeni è particolarmente dannoso per la gestione delle amministrazioni pubbliche: è l’inefficienza a creare
di Fabio Amatucci*, Alberto Ricci**
ampie zone oscure, nelle quali più facilmente si possono inserire e nascondere i conflitti di interesse, i comportamenti opportunistici, la corruzione e la mal-administration. Proprio le diverse accezioni che nel tempo sono state fornite costituiscono un ostacolo alla pur necessaria misurazione dell’effettiva portata del fenomeno, soprattutto nel settore sanitario. Risulta molto complesso (Fiorino e Galli, 2013), infatti, ottenere una stima dei dati, per diverse motivazioni: un “convergente interesse al silenzio”, sia del corrotto che del corruttore, la scarsa visibilità del reato (l’eventuale scambio monetario non è facilmente rintracciabile); la presenza, all’interno del fenomeno corruzione, di differenti aspetti, di difficile quantificazione (Corte dei Conti, 2014). Spesso i media riportano stime sui costi della corruzione per il sistema sanitario del nostro Paese. I più reputati studi internazionali (World Bank, 2014) valutano la corruzione intorno al 4-5% della spesa sanitaria pubblica, dunque attorno ai 5-6 miliardi. Resta il fatto che misurare il livello di corruzione nelle aziende sanitarie è molto difficile, ed è altrettanto difficile distinguere tra inefficienza, inappropriatezza, frodi e corruzione. Tutto questo porta, a volte, a numeri sensazionalisti che aumentano lo scoraggiamento sterile oppure la diffidenza nei confronti di ASL e ospedali. O ancora, potrebbe condurre a proposte semplicistiche, come la riduzione del 5% della spesa sanitaria, con la convinzione di elimi-
nare automaticamente il 5% di corruzione. Tuttavia, senza comprendere le cause profonde di un fenomeno così complesso e dannoso e interventi mirati, i tagli lineari finiranno per diminuire solo la copertura del bisogno. Il tema è molto dibattuto nel nostro Paese dal punto di vista dell’etica, del diritto e degli impatti socioeconomici, ma ancora poco studiato sul piano degli impatti organizzativi e gestionali. Si ritiene che, a prescindere dalla solidità delle stime, non sia ipotizzabile una strategia generale, ma sia invece necessario studiare i meccanismi micro-organizzativi delle aziende. Alla luce degli elementi sopra citati, si ritiene utile affrontare l’argomento da una prospettiva diversa, per capire il punto di vista di chi, quotidianamente, si dedica alle attività di prevenzione dell’illegalità. È stato pertanto strutturato un questionario, sottoposto ai Responsabili Anticorruzione di tutte le Aziende Sanitarie pubbliche italiane, figura istituita dalla Legge 190/2012. Il Responsabile per la Prevenzione alla Corruzione (RPC) dovrebbe essere anche Responsabile alla Trasparenza e risulta, dunque, la figura di ruolo dirigenziale più indicata a raccogliere informazioni sulle risorse dedicate e sulle modalità con cui le attività anticorruzione vengono condotte. In totale, hanno risposto al questionario i Responsabili anticorruzione di 83 aziende sanitarie (figura 1), che rappresentano il 41% del totale delle aziende sanitarie pubbliche italiane (202). Coerentemente con il profilo “maturo” della dirigenza sanitaria pubblica