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Contratti di Collaborazione più sempliCi nel retail in era post-Covid

Avv. Alessandro Barzaghi

Il difficile periodo che tutti si augurano sia alle spalle ha stimolato la fantasia dei brand e dei loro partner, vecchi e nuovi, per cercare soluzioni diverse riguardo all’operatività dei punti vendita da parte di questi ultimi.

Non sempre gli schemi ordinari, quali ad esempio il franchising o l’affido in gestione di reparto, hanno la meglio di questi tempi.

La parola d’ordine non può che essere infatti flessibilità, per garantire a tutti gli stakeholders agio di manovra nella gestione dei punti vendita: si fatica ad accordarsi se non per periodi molto limitati. Come è noto, per esempio, la legge sul franchising richiede un periodo minimo di 3 anni obbligatorio per legge per l’ammortizzazione degli investimenti. E molti non si sentono di impegnarsi nemmeno per questa durata tutto sommato non lunga.

Spesso sono gli stessi partner ad esigere durate più brevi e dunque se la necessità di protezione del contraente debole viene meno, il diverso accordo è possibile, sempre che non nasconda di fatto una vera e propria affiliazione commerciale.

Del resto queste nuove istanze sono del tutto normali di questi tempi, gli effetti della pandemia per i prossimi mesi sono ancora davvero poco chiari: a che livelli torneranno i consumi ed entro quanto tempo? Quali degli effetti immediati di questo periodo particolarissimo diverranno permanenti? Quale sarà la quota di mercato guadagnata dell’e-commerce a titolo definitivo? È ancora destinata a crescere, si arresterà oppure scenderà a favore di un ritorno agli acquisti in-store?

Ma anche: quali sono stati gli effetti sulla concorrenza? Alcuni concorrenti non hanno retto e sono usciti dal mercato? Altri si stanno affacciando con il favore di un certo rimescolamento delle carte? E quali sono i nuovi settori che si affacciano al mondo del retail (per esempio i servizi, sanitari e non)?

Quando tornerà, se tornerà, la possibilità di viaggiare attorno al mondo come facevamo prima del Covid? Non dimentichiamo che le vendite di tanti brand (soprattutto nel fashion) nel nostro Paese sono tourists-driven.

E dunque per tutti questi motivi gli accordi che i vari operatori retail stanno valutando esulano dalle categorie tipiche disciplinate da codice e leggi speciali, per approdare a schemi liberi e strutture nuove.

I punti comuni di questi accordi sono:

► Durate brevi, con accordi che in altri tempi sarebbero sembrati troppo vaghi in merito a rinnovi e impegni generici a “incontrarsi per rinegoziare e valutare assieme il prosieguo”. Di questi tempi, impegni di questo tipo appaiono logici e in ogni caso gli unici possibili; ► Impegni di acquisto minimi, diritti di reso spinti al massimo. Stock bassi. Si tratta di un trend in atto già prima del Covid: tutti sanno quanto i magazzini si siano ridotti in questi anni; ► Contaminazione con l’online: qualsiasi forma di vendita contempla l’online e lo prevede, sia come forma alternativa ai modelli distributivi classici, sia ai fini di coordinamento di politiche commerciali, sia per integrare la vendita in store (è il caso dei totem nei punti vendita dove il consumatore può ordinare quanto non presente in negozio sia come modello che come taglia o colore); ► Logistica migliorata: per competere con i colossi dell’online, tutti i brand devono migliorare la logistica, sia quella ordinaria che quella dell’ultimo miglio. Non vi è alternativa; ► Capex contenuti: trend fondamentale di questo periodo, probabilmente destinato a durare. Gli investimenti nei punti vendita si fanno più limitati, a favore di allestimenti più rapidi e più smontabili o più modificabili, ► Disciplina delle obbligazioni “light”: anche le multinazionali del retail sono disposte ad accantonare i propri standard confezionati con anni di esperienza e lavoro degli uffici legali, a favore di accordi, più simili a quelli che si scrivevano qualche decennio fa, vale a dire più scarni, ma mirati a disciplinare gli aspetti fondamentali del rapporto. A tutto vantaggio della fiducia reciproca con il partner. ► In generale sembra che gli operatori stiano abbandonando la loro naturale ritrosia a controllare capillarmente il futuro (obblighi post-contrattuali, etc.) a favore di un atteggiamento più “morbido”: necessaria evoluzione per sopravvivere. A tutto vantaggio di una certa vivacità degli accordi.

NUOVA FOOD HALL AL LEVANTE DI LIVORNO

Dopo un anno di lavori, è stata inaugurata la nuova area food del centro commerciale Parco Levante di Livorno, denominata “Porto del Gusto”. Il restyling ha portato all’allestimento di 2.000 metri quadrati in più, tra cui due dehor esterni da 150 mq ciascuno, e adesso l’offerta vede la presenza di marchi internazionali della ristorazione, come Roadhouse, Sushiko, Caffè Pascucci Ristorazione, accanto ad altri più locali come le pokè di Joylab, la piadineria La Pina e la pizzeria Pizza Ganza. L’ampliamento ha anche creato 40 nuovi posti di lavoro. Lo spazio esterno si completa con un’area kids, una superficie pronta a ospitare dei food truck più un nuovo ingresso verso la galleria commerciale. La proprietà del centro, il più importante per la provincia di Livorno, è di Levante srl (partecipata da Unicoop Tirreno e Unicoop Firenze), con la gestione e il leasing affidati a Savills. (foto: Il Prisma).

ROSSOPOMODORO SCOMMETTE SULLA CLOUD KITCHEN DI KUIRI

Rossopomodoro ha aperto all’interno di una Kuiri Cloud Kitchen a Milano, scelta che permette alla nota insegna di pizzerie napoletane di effettuare sia il servizio di delivery sia l’asporto. “È un test che abbiamo iniziato a metà marzo, sia a Milano con Kuiri sia a Londra con Food Start” ha commentato Roberto Colombo, amministratore delegato di Sebeto Spa, che controlla l’insegna. “I primi risultati sono in linea con le aspettative. Alla base della Cloud Kitchen Kuiri c’è il servizio in delivery e in asporto. che in tutti i Rossopomodoro Italia sono sempre stati complementari all’attività di sala. Prima della pandemia il delivery rappresentava circa il 7% del fatturato, mentre in questo ultimo anno è cresciuto fino a rappresentare circa il 20/25% per alcuni ristoranti. In futuro Rossopomodoro continuerà a implementare il delivery, in particolare nelle zone residenziali e nei quartieri business dove non è presente direttamente con i suoi ristoranti. L’obiettivo è di portare il delivery a raggiungere stabilmente una quota superiore al 10% del fatturato complessivo”.

GABETTI E SVICOM SI ALLEANO SUL REAL ESTATE

Gabetti e Svicom hanno annunciato l’avvio di una partnership, che punta a creare un polo di riferimento italiano per la consulenza nel retail real estate. I due soggetti coinvolti nell’operazione sono Gabetti Agency, società del gruppo Gabetti dedicata all’intermediazione e valorizzazione degli immobili, e Svicom Agency, società di intermediazione immobiliare dei Svicom specializzata nel retail real estate. L’intento dichiarato è unire le forze valorizzando le competenze, l’esperienza e le caratteristiche peculiari dei due gruppi, per svolgere insieme attività di consulenza, tanto ai Retailer quanto ai Landlord, con un focus specifico sull’intermediazione immobiliare nel mondo del “retail High Street” e “stand alone”. La collaborazione spazierà dall’analisi del territorio e delle opportunità per individuare nuovi spazi commerciali, alla promozione di servizi di consulenza immobiliare in ambito retail, dalla stesura di report riguardanti i principali contesti urbani ed extra urbani per identificare le soluzioni migliori per i retailer, all’elaborazione di survey sul mercato dei potenziali venditori o locatori.

ANTONY MORATO SPINGE SULL’INTEGRAZIONE FISICO-DIGITALE

Antony Morato, catena di abbigliamento presente in 40 Paesi nel mondo, guidata da Lello Caldarelli, ha annunciato un piano che prevede entro l’anno nuove aperture in Italia, Spagna e persino in Sudafrica, dove sarà inaugurato il secondo monomarca. Sul fronte on line, invece ha lanciato una “Digital revolution”, che negli intenti del management dovrebbe abbattere la barriera fisico-digitale. Da pochi giorni è disponibile il nuovo sito. L’e-commerce è stato dotato di servizi come la possibilità di richiedere una confezione regalo o il cambio taglia. Ma ora anche i negozi sono integrati nel processo, perché l’utente può verificare la disponibilità nello store vicino a casa di capi, taglie e colori preferiti. In quel caso, si può perfezionare l’acquisto on line e poi ritirare in negozio. A breve, inoltre, gli addetti alle vendite verranno dotati di tablet con uno specifico software, da utilizzare insieme ai clienti per verificare modelli e varianti dei capi ed eventualmente procedere con l’acquisto diretto, dei prodotti in quel momento esauriti in negozio. A oggi la società conta circa 60 negozi monomarca nel mondo (una dozzina in Italia) e oltre 2.000 rivenditori autorizzati.

Centri commerciali: protezione completa con la tecnologia Hikvision

Icentri commerciali si caratterizzano per la presenza di aree molto vaste (parcheggi, piazze interne, ampi magazzini etc), che esigerebbero l’installazione di più telecamere per assicurare un monitoraggio completo e costante. Per compattare i costi installando meno telecamere, mantenendo però la ricchezza di dettagli e l’alta risoluzione delle immagini, Hikvision propone le telecamere Ultra Wide Angle: con un solo dispositivo a risoluzione 4MP capace di produrre un singolo fl usso video a 180°, queste telecamere abbattono radicalmente i costi e i tempi necessari per la posa di cavi, l’installazione di più dispositivi di ripresa e l’acquisto di licenze e aggiornamenti software. Altri prodotti particolarmente indicati per il settore retail, e in particolare i centri commerciali, contraddistinti da un alto fl usso di visitatori nelle ore diurne e da un affl usso azzerato nelle ore notturne (con ambienti che restano però spesso aperti al pubblico: parcheggio, aree ristoro esterne), sono le telecamere della serie ColorVu, che restituiscono colori vividi anche al buio. Per ottenere informazioni sempre utili ed immediatamente fruibili, il colore può infatti essere essenziale: immaginiamo il colore di un’auto, dei capelli di una persona o di una maglietta per riconoscere un soggetto. Le telecamere ColorVu catturano dettagli vividi a colori in altissima defi nizione anche in condizioni critiche di illuminazione, controluce incluso, grazie alle tecnologie d’avanguardia incorporate. La tecnologia del colore 3D assicura una resa cromatica capace di rivelare immagini accurate anche di notte con un grado di dettaglio addirittura superiore a quello dell’occhio umano. La telecamera ColorVu incorpora poi la tecnologia a intelligenza artifi ciale Deep Learning AcuSense, che distingue persone e veicoli rispetto ad animali, pioggia, foglie o altro oggetto in movimento nella scena, abbattendo gli allarmi impropri fi no al 90%. La funzione di ricerca rapida incorporata consente poi di distinguere automaticamente le registrazioni contenenti persone e veicoli, riducendo il tempo di ricerca sull’NVR e velocizzando i tempi di intervento. E veniamo alla già accennata tecnologia AcuSense, che si mostra particolarmente interessante per i centri commerciali in funzione della sua capacità di effettuare una videoanalisi avanzata (umano/veicolo) anche su sistemi tradizionali e tecnologicamente obsoleti, semplicemente cambiando il DVR. Il suo valore retrofi t è quindi particolarmente vantaggioso, soprattutto in ambienti – come i centri commerciali – in genere già protetti, anche se da sistemi non sempre tecnologicamente all’avanguardia. Un altro vantaggio è che la tecnoUn altro vantaggio è che la tecnologia AcuSense riduce il numero di falsi allarmi fi no al 90%, con evidenti benefi ci sul piano della sicurezza e dell’effi cientamento delle azioni di risposta alle emergenze. Discriminando infatti gli oggetti in movimento all’interno della scena, AcuSense li analizza tramite i suoi algoritmi e quindi li classifi ca, distinguendo persone e veicoli rispetto ad altri tipi di oggetti: animali, pioggia, foglie o altro. I DVR di questa famiglia ottimizzano la modalità di ricerca, evitando la revisione di ore di fi lmati inutili e velocizzando i tempi di intervento. La tecnologia AcuSense attiva automaticamente l’allarme in caso di: ►attraversamento di una o più linee confi gurate precedentemente, fi ltrando l’oggetto per dimensioni; ► rilevamento di intrusione in una o più aree confi gurate, fi ltrando l’oggetto per dimensioni e tempo di permanenza; ► abbandono di un oggetto all’interno di un’area selezionabile, nella quale è possibile confi gurare il ritardo di attivazione; ► rimozione di un oggetto che si trova dentro un’area selezionabile, nella quale è possibile confi gurare il ritardo di attivazione; ►in caso di cambio improvviso di scena, integrata nei DVR AcuSense;

UNIEURO: NEL PIANO 2026 INVESTIMENTI PER 265 MILIONI

Unieuro ha presentato un piano al 2026, che prevede di investire in media 50 milioni l’anno per cinque anni, con l’obiettivo di completare la trasformazione digitale dell’azienda. La cassa generata nel quinquennio, al netto degli investimenti e del dividendo 2021 (54,2 milioni al massimo), consentirà alla società guidata da Giancarlo Nicosanti Monterastelli di registrare una posizione di cassa netta positiva per 370/390 milioni al termine del piano. Unieuro stima di continuare a guadagnare quote di mercato e di accrescere i ricavi fino ai 3,2/3,3 miliardi di euro previsti nell’esercizio 2025/26, ben superiori ai 2,4 miliardi ante-Covid. “Mentre ci accingiamo a staccare un dividendo da record e a debuttare nell’indice FTSE Italia Mid Cap, oggi compiamo un altro passo per noi storico, presentando al mercato un ambizioso Piano Strategico che si pone come obiettivo la definitiva trasformazione omnicanale di Unieuro” ha detto l’amministratore delegato. “È il passaggio definitivo da Market Leader a Market Setter”.

ESSELUNGA, IL TIMONE NELLE MANI DI MARINA CAPROTTI

L’ex amministratore delegato di Esselunga Sami Kahale ha lasciato il suo ruolo con risoluzione consensuale. Ora la guida del colosso della Gdo passa a Marina Caprotti, che concentra su di sé la guida operativa dell’azienda da 8,1 miliardi di fatturato annuo. Marina, figlia più giovane del fondatore Bernardo Caprotti, era già presidente esecutivo con gli stessi poteri dell’amministratore delegato Kahale. Il nuovo ceo ha dichiarato: “Esselunga ha continuato a crescere e ottenere risultati oltre le previsioni, non solo sul fronte del business ma anche nel posizionamento e nel radicamento territoriale, con nuove e significative aperture in città come Genova e prossimamente a Livorno e Roma. Sono sfide di peso che il gruppo continuerà ad affrontare, rafforzando ulteriormente la governance, nel pieno rispetto del piano industriale approvato dal cda, ha aggiunto”.

C’È ANGELO MORATTI PER LA CRESCITA DI MISCUSI

Miscusi, catena di ristorazione specializzata nella pasta, chiude un round di finanziamento da 20 milioni di euro e punta alla crescita all’estero. La nuova operazione è stata guidata da Mip (Milano Investment Partners), fondo d’investimento focalizzato sulle imprese italiane, lanciato nel 2018 da Angelo Moratti, a.d. di Sarint SA, che alla conclusione del deal diventerà primo azionista. Ma a questo round ha preso parte anche Kitchen Fund, importante fondo di private equity americano, che ha in portafoglio partecipazioni in una decina di realtà della ristorazione. Con l’operazione Miscusi, Kitchen Fund mette a segno il suo primo colpo in Europa. Oltre alla parte di equity, sei milioni di euro arrivano da un prestito contratto con Banco Bpm. Miscusi, fondata nel 2017 da Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese, conta attualmente 11 ristoranti in Italia, è in procinto di aprire a Padova e dopo l’estate aggiungerà un nuovo punto vendita a Milano. Ma il finanziamento servirà anche a sostenere la crescita all’estero e un paio di aperture oltre confine potrebbero essere annunciate già entro il 2021.

IL CNCC ADERISCE ALLA FEDERAZIONE OPTIME

Il Cncc (Consiglio nazionale dei centri commerciali) ha deciso di aderire a Optime. Si tratta dell’Osservatorio per la Tutela del Mercato dell’Elettronica in Italia, una federazione di scopo che riunisce i principali operatori nel retail dell’elettronica di consumo e degli elettrodomestici, che ha come obiettivo primario il monitoraggio del mercato dell’elettronica, la tutela della concorrenza leale tra gli operatori e la segnalazione agli organi competenti di ogni anomalia o violazione. “Sono entusiasta di dare il benvenuto al Cncc. Questa adesione rappresenta un nuovo stimolo ad ampliare il raggio d’azione delle attività svolte fino ad oggi” ha commentato Davide Rossi, presidente di Optime. “Abbiamo deciso di aderire per dimostrare la nostra vicinanza al mondo dell’elettronica retail e perché consapevoli che la collaborazione tra i diversi settori possa contribuire ad una maggiore tutela dei consumatori” secondo Roberto Zoia, presidente del Cncc. “In qualità di rappresentanti dell’intera filiera dei centri commerciali riteniamo, infatti, che il rispetto delle regole e della nostra clientela siano gli elementi portanti che rendono le nostre strutture dei presidi di legalità”.

DON NINO VOLA ALL’ESTERO, PRIMA SPAGNA POI CINA

Don Nino, brand romano di alta gelateria e pasticceria, va all’estero e aprirà un negozio in Spagna e cinque in Cina entro il 2022. La holding proprietaria, guidata dal socio e amministratore delegato Giovanni Pagliaro, procederà con la prima apertura oltre confine a Madrid, presso la Puerta del Sol. Per quanto riguarda l’Asia, invece, ha siglato un accordo con un master franchisee cinese che porterà all’apertura di 5 locali, il primo previsto per ottobre. L’espansione avverrà anche in Giappone, entro quest’anno, ma solo rispetto al prodotto. I gelati e la pasticceria di Don Nino saranno venduti nei punti vendita del network Tesori d’Italia, accanto ad altre eccellenze della nostra gastronomia. l’espansione in Asia avviene grazie alla collaborazione con il broker specializzato nel retail & food, Tramite. Attualmente Don Nino è presente sia nelle high street di Roma e Firenze sia in centri commerciali come I Gigli di Campi Bisenzio e Santa Maria Novella a Firenze.

ADR, NUOVA FOOD HALL IN DIRITTURA D’ARRIVO

Aeroporti di Roma ha pubblicato una nuova presentazione, questa volta agli utenti, del Piano di sviluppo da 8,2 miliardi attualmente sotto esame all’Enac, relativo agli investimenti fino alla fine della concessione, che cade nel 2046. Un progetto che prevede l’espansione ad Est, e non più a Nord come era stato precedentemente pianificato, così da ridurre il consumo di suolo. Adr, intanto, ha aggiornato sulle novità a breve termine. È stato attivato un nuovo sistema di accettazione e imbarco dei viaggiatori attraverso l’identificazione biometrica del volto sulle rotte per Atlanta e New York. Ed è ormai in fase di ultimazione l’espansione dell’attuale Terminal 1, che avrà un nuovo molo con 23 gate di imbarco, una nuova piazza di attesa e una nuova area commerciale. In arrivo tre ulteriori nastri per la riconsegna bagagli e un’intera area dedicata alla ristorazione. Entro fine anno partirà la ristrutturazione del Terminal 3.

A FIRENZE NASCE LA COOP DEI RIDER

Un protocollo d’intesa con Nidil Cgil per garantire la tutela dei lavoratori e il lancio di una campagna di crowdfunding per sostenere l’avvio delle attività, dall’acquisto delle bici elettriche allo sviluppo della presenza in rete: decolla il progetto di Robin Food, la cooperativa di delivery sorta a Firenze, interamente posseduta e autogestita da rider. Sono 7 i soci fondatori, che hanno lavorato in questi anni per le multinazionali del delivery e hanno deciso di auto-organizzarsi in cooperativa per costruire un modello alternativo di lavoro, impegnandosi ad applicare ai soci lavoratori la disciplina del lavoro subordinato secondo i Ccnl di settore. La campagna di raccolta è sul portale Eppela, la coop userà il software condiviso con CoopCycle, federazione internazionale di cooperative, e la realtà dichiara che sarà operativa da settembre.

A MAGGIO OUTLET MEGLIO DEI CENTRI COMMERCIALI

Secondo l’osservatorio su consumi Confimprese-EY, relativo al mese di maggio, gli outlet hanno messo a segno la migliore performance, rispetto ai centri commerciali che sono ancora in lenta risalita. Nel paragone fra maggio 2021 e quello del 2019, le vendite retail perdono il 27%, un risultato comunque in miglioramento rispetto ad aprile, quando il calo era addirittura del 63%. Il confronto del periodo gennaio-maggio 2021 contro il 2020 evidenzia una leggera flessione, pari all’1,8%. Sempre restando al dettaglio di maggio 2021 sul 2019, la ristorazione (-48%) paga ancora il conto più salato, seguita da abbigliamento-accessori (-22%), in ripresa rispetto al mese di aprile che aveva chiuso a -63% vs aprile 2019. Il non food si muove quasi in linea con l’andamento 2019 e chiude a -6%.

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