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DUTY FREE WORLD

PECHINO METTE UN FRENO AL FENOMENO DAIGOU DA HAININ

PECHINO – Il Governo centrale cinese cerca di mettere una pezza sulla fuga di prodotti acquistati nella zona franca di Hainan, dove le vendite duty free hanno letteralmente preso il volo, ma che sono sempre più oggetto del cosiddetto “daigou”. Ossia la rivendita degli stessi prodotti nella parte restante del Paese, da parte di individui o addirittura gruppi organizzati. Pechino ha imposto ai retailer presenti ad Hainan, dal 1 agosto, di praticare una tracciamento assoluto dei codici prodotti, per tutta la merce venduta all’interno dell’area duty free. L’obiettivo è fare in modo che il business di Hainan cresce nel lungo periodo, ma senza creare distorsioni nel mercato interno.

IN DECISO CALO I CONTI 2020 DI HEINEMANN

AMBURGO – Gebr Heinemann, nel 2020, ha riportato un calo dei ricavi del 67%, a 1,6 miliardi di dollari, nel complicato anno della pandemia, contro i 4,8 miliardi del 2019. il business degli aeroporti, il principale del gruppo, vale il 63% dei ricavi, seguito dal canale “border shop”. Rispetto alle categorie merceologiche, il 55% delle vendite è appannaggio di liquori e tabacchi, seguiti al 33% da profumi e cosmetica e al 9% da fashion e accessori. L’Europa rimane largamente il mercato più importante con circa l’80% della quota. “Crediamo sempre fortemente nel travel retail e stiamo ottimizzando la nostra organizzazione per intercettare la ripresa, pronti a tornare più forti di prima” ha detto l’amministratore delegato, Max Heinemann. La società segnala di aver rafforzato la posizione finanziaria, con un prestito erogato a gennaio dell’anno scorso da un pool di 5 grandi banche.

Time to open up È tempo di riaprire

Frustration over the lack of a coherent strategy to restart air travel came to head in the UK on 23 June when the travel industry held a day of action using the hashtags #TravelDayofAction and #SpeakUpForTravel. Airports in the UK – and their retail concession partners like Dufry – are struggling. Last year, the Switzerland-based travel retailer’s global sales fell by 71% and then by 68% in the first quarter of 2021. On 23 June, Manchester Airport said on social media: “We must get Britain flying again.” The UK’s third busiest airport in normal times protested by sending out a tweet for every flight that departed on that day in 2019, pre-pandemic. That’s 319, compared to the 47 that took off on the same day in 2020. The traffic hit to Manchester pushed the gateway out of Europe’s top 20 airports last year while London Heathrow dropped to third, overtaken by Paris Charles de Gaulle and Istanbul Airport, now at the top. But there were no real winners in Europe. Among the top 30 gateways, passengers were down by between 42% and 79%. The lower declines were largely in Russia – where domestic travel helped airport retailers to retain some sales. The bigger traffic losses came from big hubs and from tourist-dependent gateways like Palma de Mallorca. The need for tourism income is driving some relaxation of Covid-19 border measures for vaccinated passengers, for example in Spain and France. But the International Air Transport Association is “disappointed” and “deeply frustrated” at the lack of harmonised measures across Europe and any worldwide coordination for a data-driven approach to re-establishing travel. Willie Walsh, IATA’s director general, said: “Large air travel markets like Australia, China, the UK, Japan, and Canada remain essentially closed. Data should help these and other countries to keep populations safe (by) setting a risk-managed framework for restarting travel.” Without a consistent framework, the EU’s Digital Covid Certificate will not be workable. In addition, governments will need to allow digital certificates to be integrated into apps such as IATA’s Travel Pass to speed Covid checks at airports as numbers rise. Right now all this looks a long way off and another summer of potential duty-free sales could go down the drain.

La frustrazione per la mancanza di una strategia coerente utile per far ripartire i viaggi aerei ha toccato il suo apice, almeno nel Regno Unito, il 23 giugno, quando l’industria del turismo dei viaggi ha dato vita a una giornata di protesta in Rete tramite gli hashtag #TravelDayofAction e #SpeakUpForTravel. Gli aeroporti nel Regno Unito, e i loro partner retail come Dufry, stanno letteralmente lottando. L’anno scorso, le vendite globali del colosso svizzero del retail, sono crollate del 71% e sono scese ancora del 68% nel primo trimestre del 2021. Sempre il 23 giugno, l’aeroporto di Manchester ha dichiarato sui social media: “Dobbiamo far volare di nuovo la Gran Bretagna”. Il terzo aeroporto più trafficato di sua maestà ha sottolineato su Twitter che in tempi normali decollano 319 al giorno dallo scalo, in confronto ai 47 decollati lo stesso giorno del 2020. Il calo del traffico ha spedito Manchester fuori dai primi 20 aeroporti europei lo scorso anno, mentre Londra Heathrow è scesa al terzo posto, superata da Parigi Charles de Gaulle e dall’aeroporto di Istanbul, ora in cima. Ma in realtà non ci sono stati veri vincitori in Europa. Tra i primi 30 gateway, i passeggeri sono diminuiti tra il 42% e il 79%. I cali più contenuti si sono registrati in Russia, dove i viaggi nazionali hanno aiutato i retailer a conservare alcune quote di vendite. Le maggiori perdite di traffico sono arrivate dai grandi hub e dai gateway dipendenti dal turismo come Palma di Maiorca. La necessità di ricavi provenienti dal turismo sta consigliando un certo allentamento delle restrizioni agli ingressi per i passeggeri vaccinati, ad esempio in Spagna e Francia. Ma la Iata (International Air Transport Association) è “delusa” e “profondamente frustrata” dalla mancanza di misure armonizzate in tutta Europa e di qualsiasi coordinamento mondiale per un approccio basato realmente sui dati, al fine di ristabilire le connessioni.

Willie Walsh, direttore generale della IATA, ha dichiarato: “I grandi mercati come Australia, Cina, Regno Unito, Giappone e Canada rimangono sostanzialmente chiusi. I dati dovrebbero aiutare questi e altri Paesi a mantenere le popolazioni al sicuro (mediante) la definizione di un quadro di gestione del rischio”. Senza un quadro coerente, il certificato digitale Covid (green pass) dell’UE di fatto non funzionerà. Inoltre, i governi dovranno consentire l’integrazione dei certificati digitali in app come il Travel Pass della IATA, per accelerare i controlli Covid negli aeroporti man mano che il numero aumenta. In questo momento, tutto questo sembra molto lontano e un’altra estate di potenziali vendite duty-free potrebbe andare in malora.

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