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Nuova vita per i convenience store a Taiwan

Con margini bassi e un rapporto negozio/consumatore insolitamente alto, il settore della vendita al dettaglio di Taiwan, soprattutto con riguardo ai cosi detti convenience store di piccole dimensioni, è uno dei più competitivi al mondo. Complessivamente, le prime cinque catene di minimarket sull’isola (7-Eleven, Family Mart, Hi-Life, OK Mart e Million) gestiscono oltre 11.000 negozi, circa 1 ogni 2.000 abitanti, la seconda densità al mondo dopo la Corea del Sud. Con un mercato caratterizzato da tale capillarità che si avvicina chiaramente alla saturazione, Taiwan è diventato il precursore, utilizzando tecnologie sempre più sofisticate, nell’utilizzo delle smart vending machines. Bisogna comunque sottolineare che lo sviluppo del settore, anche grazie al Covid19, è un fenomeno globale. È stato infatti stimato un tasso di crescita mondiale (CAGR) di circa il 15% nel periodo 2021-2027 con l’Asia che ricopre un ruolo predominante nonostante le prime introduzioni delle macchine a gettoni si sia verificato storicamente negli Stati Uniti. Le smart vending machine offrono servizi interattivi con connessioni IoT e interfacce touchscreen, sistemi di elaborazione multi-pagamento abilitati anche per l’intelligenza artificiale, dati sulle vendite in tempo reale e il controllo remoto dei livelli di inventario che, oltre ad evitare le rotture di stock, aiuta a prevenire l’approssimarsi delle date di scadenza. Se torniamo al caso di Taiwan, bisogna aggiungere come anche condizioni particolari di marcato abbiano condizionato lo sviluppo di tali dispositivi; ad esempio, la carenza di manodopera nel mercato del lavoro a causa del basso tasso di natalità, le nuove regole per la settimana lavorativa di cinque giorni introdotte nel 2017 e gli aumenti nei salari minimi registrati negli ultimi anni. Guardando la loro genesi più recente, il pioniere 7-Eleven nel 2018 ha scioccato il settore della vendita al dettaglio con l’apertura di un “X-Store” (Fig.1), negozio non presidiato che è stato propagandato come il minimarket del futuro. Parallelamente l’altro big player del settore Family Mart annunciava una strategia diversa volta all’uso intelligente della tecnologia digitale per ridurre il carico di lavoro dei dipendenti impiegati nei negozi: i cartellini dei prezzi cartacei sugli scaffali sostituiti da etichette elettroniche che potevano essere facilmente aggiornate, la presenza di scaffalature interattive, la possibilità per consumatori di scansionare QR Code con i propri dispositivi mobili per visualizzare informazioni dettagliate sul prodotto, il monitoraggio IoT, ecc. Ben presto però queste innovazioni introdotte dai player di settore si sono dimostrate inefficienti: gli X-Store non presidiati richiedevano uno corposo staff di backup, maggiore di quanto richiesto dagli X-Store presidiati, troppo complesse le misure di autenticazione all’ingresso, l’atteggiamento reticente dei consumatori ad entrare in negozi senza personale e la necessità di riorganizzare continuamente gli scaffali. Allo stesso modo, Family Mart si è subito raffreddato sui concetti introdotti poco prima. Di fatto, l’esperienza fallimentare dei negozi non presidiati ha posto le basi per il lancio dei distributori automatici intelligenti e il loro successo è stato tale che la conseguente ampia diffusione ha visto molti operatori del settore abbandonare i loro piani di apertura di negozi fisici. In definitiva, il costo relativamente basso dei distributori automatici intelligenti, insieme al loro ingombro ridotto, ha fatto sembrare del tutto impraticabile qualsiasi investimento del retail tradizionale nel settore dei convenience stores. In termini di assortimento, avendo tre diverse opzioni di temperature di conservazione, tali distributori possono ospitare circa il 60% delle referenze offerte nei negozi tradizionali. Generalmente circa 600 articoli (su un totale di 10.000), che abbracciano alimentari, bevande, prodotti di uso quotidiano, cancelleria, souvenirs, ecc. Oltre ai principali operatori di settore, anche gli enti governativi hanno iniziato ad abbracciare questa innovazione, come, ad esempio, le autorità di Taipei che durante la pandemia dello scorso anno hanno introdotto distributori automatici di maschere al fine di evitare le file in farmacia, le scuole, le istituzioni accademiche, le basi militari e il governo che in alcune contee agricole ha sperimentato la vendita di prodotti agricoli locali tramite i distributori automatici intelligenti.

Fig.1: X-Store di 7-eleven

RIAPRE LO STORICO “SAMARITAINE” DI LVMH A PARIGI

Dopo una ristrutturazione durata 17 anni riapre l’iconico “Samaritaine” di Lvmh a Parigi. Con i suoi 3.400 metri quadrati, posto fra la Senna e Les Halles, il palazzo del 1870 si appresta a diventare il department store più esteso dell’Europa continentale, a metà strada tra grande magazzino e concept store. Samaritaine ospiterà oltre 600 marchi, distribuiti su sette piani. Ma dentro lo stesso immobile troveranno spazio servizi diversi, come l’hotel Cheval Blanc, 96 piccoli appartamenti, gestiti da Paris Habitat, e addirittura una nursery capace di ospitare fino a 80 bambini. La gestione è affidata al colosso DFS Group, di cui Lvmh è azionista di maggioranza. Il nuovo Samaritaine parla anche un po’ italiano. All’ultimo piano, riservato alla ristorazione, ci saranno i milanesi della Langosteria. Mentre sulla piazzetta antistante il palazzo inaugura, il 14 luglio, una pasticceria Cova.

PRIMARK METTE UNA BANDIERINA ANCHE A PRAGA

Il colosso britannico Primark apre il suo primo negozio di sempre in Repubblica Ceca, nella capitale Praga. Si tratta del 14esimo Paese al mondo, per un totale di negozi che ormai sfiora i 400. Lo store è nella centralissima piazza Venceslao, disposto su tre piani, per un totale di 4.600 metri quadrati e uno staff di circa 300 unità. Questa operazione fa parte di una strategia più ampia di ingresso nell’Europa dell’Est, iniziata a Lubiana in Slovenia e proseguita in Polonia, a Varsavia e Poznan. “É un altro mercato importante che rafforza la nostra espansione nell’Europa orientale e continentale” ha commentato il ceo, Paul Marchant. Secondo indiscrezioni, altre aperture potrebbero arrivare in Slovacchia, ancora in Polonia a Cracovia e Katowice e sarebbe già nel mirino un altro negozio in Repubblica Ceca, a Brno.

H&M RECUPERA: GIUGNO PIÙ FORTE DEL PRE-COVID

Arriva una sorpresa per H&M, che emerge dalla pubblicazione degli ultimi dati trimestrali. Per il colosso scandinavo del retail, le vendite nelle prime due settimane di giugno, grazie a una piena riapertura un po’ in tutti i mercati, sono state superiori del 2% rispetto allo stesso periodo del giugno 2019. Un dato, comunque, che comprende anche le vendite on line, ma che fa ben sperare. “Questo dimostra che i clienti apprezzano le collezioni, insieme all’opportunità di acquistare attraverso il canale che più preferiscono” afferma la società in una nota. Quanto ai dati finanziari, relativi al periodo 1 marzo-31 maggio, i ricavi sono aumentati del 75% a 46,5 miliardi di corone svedesi (circa 4,6 miliardi di euro) e il gruppo si avvia verso la riapertura quasi totale dei negozi. Alla pubblicazione dei dati, ne risultavano chiusi meno di 200 nel mondo, su oltre 4.000.

NELLA GRANDE MELA APRE LO STORE DI HARRY POTTER

Arriva con un anno di ritardo rispetto al previsto, ma adesso è pronto ad accogliere i visitatori lo store di New York tutto dedicato a Harry Potter, il mago più famoso del mondo frutto dell’invenzione di J.K. Rowling. Si possono trovare tutti i prodotti legati ai personaggi di Harry Potter e di Fantastic Beasts, cioè il prequel della storia. Il negozio è su tre piani, per circa 2.000 metri quadrati di superficie. Lo store è improntato all’interattività e in qualche modo alla magìa. Una volta all’interno, per esempio, gli iscritti alla app “Harry potter fan club” possono sbloccare alcuni schermi con chiavi magiche e far partire dei video. Si può entrare dentro vecchie cabine telefoniche in stile londinese o provare incantesimi con delle bacchette magiche. E all’ingresso si trova un enorme display dal peso di oltre 100 kg. Si trova all’incrocio tra la Broadway e la 22esima strada, vicino al Flatiron Building.

I FAST FOOD AMERICANI DI LUBY’S IN LIQUIDAZIONE

Si completerà tra un anno l’intero percorso di liquidazione approvato dagli azionisti della catena Luby’s, che prima della pandemia gestiva circa 120 ristoranti, alcuni a marchio Luby’s caffetteria, altri con il brand di fast food Fuddruckers. Una decina di questi sono stati rilevati direttamente da un gruppo di affiliati, in un’originale operazione di buy out, in cui i compratori hanno deciso di acquistare anche i terreni e gli immobili dei ristoranti. Secondo il progetto di liquidazione, assistito da JLL, ci sarebbero asset da vendere per circa un centinaio di milioni di dollari, così da ripagare i creditori, con l’obiettivo finale di mantenere in gestione, o convertire in franchising, la maggior parte degli store a marchio Luby’s.

ACTION TENTA I PRIMI ESPERIMENTI DI E-COMMERCE

La catena di discount Action, da poco sbarcata in Italia, sta mettendo in pista i primi tentativi di organizzare l’e-Commerce, per rispondere alle richieste dei consumatori che ormai pretendono una presenza di vendita in Rete anche per i marchi legati al basso costo. La prova avviene in Olanda. In una prima fase, è stato attivato un servizio di “click & collect” in alcuni punti vendita. Visto il successo, Action procederà ora con la creazione di un sito di e-Commerce, attivo almeno fino alla fine dell’anno e per ora con un numero ridotto di prodotti disponibili. Fissate le condizioni di spedizione: fra 3 e 5 giorni lavorativi, al costo di 3,99 euro. In una nota, la società ha spiegato comunque che si tratta di un test. Le catene low cost lavorano sempre sul filo dei margini e un investimento massiccio nel digitale va ponderato con attenzione.

STARBUCKS MUOVE LE PEDINE AI VERTICI OPERATIVI

Èun passaggio importante, quello messo a segno da Starbucks ai piani alti, con la nomina di John Culver a nuovo Chief operating officer, promosso anche a presidente del gruppo per tutto il Nord America. Culver è un veterano, in Starbucks fin dal 2002, e prima di questo ruolo è stato presidente del colosso per la parte “International” e responsabile dello sviluppo del brand in quasi 60 Paesi diversi. Prende il posto di Roz Brewer, andato a ricoprire la casella di Ceo di Walgreens Boots Alliance (farmacie). Il nuovo presidente International diventa Micheal Conway. “Con il nostro team proseguiamo un piano di sviluppo a livello mondiale, ma sempre attento ai valori della sostenibilità” ha commentato l’amministratore delegato, Kevin Johnson. Starbucks ha annunciato da poco un investimento da 100 milioni di dollari per sostenere i piccoli produttori di caffè locale e le relative comunità, con il piano Bipoc (Black, Indigenous and People of Color).

AVVIATO LO SPIN-OFF PER VICTORIA’S SECRET

L Brands ha presentato i documenti per dare avvio al processo di scissione, con l’obiettivo di dividere il business di Victoria’s Secret da quello di Bath & Body Works. “Un passo importante verso la creazione di due società pubbliche indipendenti, progettate per evolvere in un contesto retail in progress” ha dichiarato Andrew Meslow, ceo di L Brands. “Crediamo che Victoria’s Secret e Bath & Body Works raggiungeranno nuovi livelli di successo puntando su strategie di crescita più adatte al rispettivo parterre di clienti”. Completato l’iter, Meslow guiderà Bath & Body Works mentre il ceo di Victoria’s Secret, Martin Waters, il marchio di lingerie. Lo scorso primo maggio L Brands ha archiviato il primo trimestre totalizzando vendite nette per 3,02 miliardi di dollari, contro gli 1,65 miliardi dell’analogo periodo 2020. Il fatturato di Bath & Body Works è stato pari a 1,47 miliardi, mentre Victoria’s Secret è risalita a 1,55 miliardi dagli 893 milioni toccati nel Q1 2020. Tuttavia il risultato, complice numerose chiusure, è ancora lontano diversi punti percentuali dai tre mesi del 2019.

C’È ANCHE IL MARKETPLACE PER “UNDERLINE” A MOSCA

Èandato in Rete il nuovo sito e-commerce di Underline, l’innovativo centro dedicato alla moda dei millennials e della Gen Z di proprietà di Ingka Centres, da circa 6.000 metri quadrati, che si trova all’interno del complesso Mega Teply Stan di Mosca. Secondo una nota della società, il sito mescola le collezioni di oltre 50 designer locali russi insieme ai brand dei principali retailer internazionali. “Questa mossa va di pari passo con il successo di molti brand della moda, che hanno tratto beneficio da strategie omnicanale. È un esempio moderno di come il fashion local e a basso costo può essere offerto a una fascia trendy di consumatori” ha spiegato Ingka in una nota. Dall’apertura di Underline, nel 2017, si calcola che il centro abbia ricevuto già almeno 7 milioni di visitatori.

MCDONALD’S NEGLI USA LANCIA IL PROGRAMMA FEDELTÀ

Sembra quasi un elemento scontato del commercio, ma la famosa “M gialla” non aveva mai attività questa modalità. Negli Stati Uniti, il colosso del fast food ha lanciato il suo primo programma-fedeltà, chiamato My McDonald’s Rewards, che non sarà basato su una tessera plastificata ma su un’apposita app per cellulare. Proprio come in tutti i programmi a punti, al raggiungimento di determinate soglie, questi possono essere tramutati in acquisti, fra panini e nuggets. Naturalmente, queste iniziative servono come chiave di profilazione dei clienti, perché la app permette di capire le loro abitudini, le preferenze, così da inviare sconti, messaggi o campagne promozionali mirate. Negli Stati Uniti, le altre grandi catene come Burger King, Chipotle o Wendy’s sono già attive su questo terreno.

CARREFOUR, ALLO STUDIO L’ADDIO DI POLONIA E TAIWAN

Secondo indiscrezioni di stampa pubblicate in Francia, Carrefour avrebbe dato mandato alla società di consulenza Kpmg di rivedere nel complesso la strategia estera della catena, senza escludere nulla a livello di possibili chiusure. Potrebbe essere molto vicino lo stop totale delle operazioni in Polonia e Taiwan, anche se il gruppo ha bollato come “troppo premature” le ipotesi. Il piano potrebbe essere anche collegato a un eventuale cessione di Carrefour. A inizio anno era arrivata la proposta da circa 16 miliardi di euro da parte dei canadesi di Couche Tard, rifiutata e rispedita al mittente. Alexandre Bompard, amministratore delegato del gruppo, in una recente audizione al Senato ha negato che il management sia alla ricerca di nuovi compratori. Ma di certo, un taglio dei mercati più in difficoltà, potrebbe rendere Carrefour ancora più appetibile.

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Da Surgital la linea di Riso precotto Pastasì

Per un risotto mantecato bastano 5 minuti, per un riso bollito e al dente ne bastano 2. Con questa promessa Surgital si propone alla ristorazione veloce, puntando sul nuovo prodotto “Riso precotto” che fa parte del marchio Pastasì Soluzioni Express, il brand del gruppo dedicato appunto alla ristorazione veloce. Grazie ad una sofisticata tecnologia di precottura e surgelazione, i tempi di preparazione si riducono fino a un quarto rispetto al prodotto crudo e diventa più facile gestire porzioni singole, ampliare l’offerta e diversificare il menù senza perdere un chicco di qualità.

Tataki di tonno che mantiene tutta la freschezza

Un prodotto pronto all’uso, con zero scarti e con un risultato in tavola perfetto. Sysco propone una tataki di tonno versatile, adatta per creare piatti ricercati per i ristoranti ma ottima anche per un pranzo al bar veloce. Il “tonnetto” di Sysco è della specie Katsuwonus pelamis, confezionata in pratico flow pack singolo, in pezzature da 250-450 gr. Arriva congelata, basta tagliarla a fettine e servirla in tanti modi, perfetta anche come componente per le ormai celebri Pokè.

Da San Carlo la “limited edition” creata dai consumatori

San Carlo presenta “ZA’ATAR”, la nuova patatina in edizione limitata della serie Piùgusto, che ha vinto il concorso “Crea la nuova Piùgusto – Viaggia col gusto” in cui i consumatori potevano proporre una combinazione di sapori. ZA’ATAR è stata creata da un 45enne insegnante di Bari. Si tratta di un blend di spezie come timo, maggiorana, origano, cumino, che racchiude in sé tutti i sapori e gli aromi dell’Oriente. Al concorso hanno partecipato oltre 58.400 persone tra “taste hunter” e semplici appassionati, che hanno scelto fra 250 ingredienti disponibili. In soli due mesi, febbraio-marzo 2021, sono state create 305 mila combinazioni diverse di sapore.

Iper proteico il nuovo “zoccolino” di Panitaly

Per rispondere alla crescente domanda di alimenti con profili nutrizionali particolari, Panitaly ha ampliato la propria gamma di prodotti da forno precotti, strizzando l’occhio alle diete con una forte componente proteica. Da qui nasce il nuovo Zoccolino proteico, che contiene almeno 20 grammi di proteine ogni 100 di prodotto. In più, il gusto è salvaguardato grazie al topping che comprende semi di girasole, zucca, sesamo tostato, lino giallo, lino scuro, miglio e papavero. La fonte proteica è invece la soia. Per questo prodotto Panitaly i canali di vendita sono Ho.Re.Ca, Retail, Franchising e catene.

Yomo si arricchisce con lo “skyr” tipico islandese

Ricco di proteine e con zero grassi, il nuovo Yomo Skyr va ad arricchire la selezione di yogurt dello storico marchio fondato nel 1947, che Granarolo ha acquisito lo scorso anno e che è in fase di rilancio. Al 100% fatto con latte italiano, presenta un packaging da 150 g in PET 100% riciclabile. Viene venduto in sei gusti: bianco, vaniglia, mirtillo in pezzi, caffè, pesca in pezzi e maracuja. Lo “skyr” è una preparazione a base di latte vaccino tipica della tradizione islandese, consumato quasi come un formaggio, la cui domanda sul mercato è in costante crescita.

New York: Google ha aperto il suo primo negozio fisico, nel quartiere di Chelsea dove ha i suoi uffici regionali in cui lavorano 11mila dipendenti. All’interno dello store, i clienti possono acquistare tutti i prodotti del colosso del Web oppure ricevere assistenza per i dispositivi o per i software.

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