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News International
from retail&food 06 2022
by Edifis
Apre in California il primo negozio (fisico) di Zuckerberg
Meta (ex Facebook Company) scommette sul retail fisico e apre nel campus di Burlingame, in California, il suo primo store. Il punto vendita dell’azienda di Marck Zuckerberg ha una superficie di 140 mq e sarà aperto a chiunque vorrà sperimentare e acquistare le ultime novità del gruppo Meta, come gli altoparlanti intelligenti Portal e i visori Meta Quest 2, porta di accesso alla realtà virtuale. Un’area speciale è riservata gli occhiali smart creati in collaborazione con Ray-Ban che consentono a chi li indossa di registrare video tramite fotocamere integrate da 5 Megapixel. Oltre ai dispositivi di ultima generazione, è possibile acquistare anche altri accessori come cuffie, auricolari e cavi per la ricarica. “Non vendiamo il metaverso, ma ci auguriamo che attraverso il negozio fisico le persone imparino un po’ di più sul suo funzionamento”, ha spiegato Martin Gilliard, Head di Meta Store. “Il nostro obiettivo è aprire una porta di accesso al metaverso, un mondo virtuale parallelo in cui le persone operano come avatar. Inoltre, avere il negozio a Burlingame, vicino alla sede della divisione Reality Labs dove Meta sta lavorando allo sviluppo del metaverso, ci dà l’opportunità di sperimentare meglio mettendo al centro l’esperienza dei clienti. E tutto quello che impariamo qui aiuterà a definire la nostra futura strategia nel retail”, ha continuato Gilliard.
Starbucks e McDonald’s dicono addio al mercato russo
Il marchio americano di fast food ha comunicato la vendita definitiva dei suoi 850 ristoranti al licenziatario locale Alexander Govor, che dovrebbe ribattezzarli con un nuovo nome, pur mantenendo i propri trademark. Il nuovo proprietario ha accettato di finanziare gli stipendi dei dipendenti aziendali che lavorano in 45 regioni del paese fino alla chiusura, oltre che coprire le passività esistenti nei confronti dei fornitori McDonald’s. Per quanto riguarda Starbucks, invece, dopo l’annuncio della sospensione delle attività commerciali in Russia all’inizio di marzo, il gigante del caffè ha dichiarato che non avrà più una presenza del marchio in Russia e che chiuderà le sue 130 sedi. Il gruppo ha reso noto che pagherà tutti i duemila lavoratori russi per sei mesi e che li aiuterà nella transizione verso nuovi posti di lavoro.
Iniziati i lavori del nuovo Alpes The Style Outlets di Neinver
Riparte in Francia il cantiere dell’Alpes The Style Outlets del Gruppo Neinver che, una volta terminato, porterrà a 17 il numero di centri outlet dell’azienda nei 6 paesi europei dove è presente. L’azienda ha ripreso i lavori lo scorso marzo e le attività stanno procedendo secondo i tempi previsti, con lo sviluppo di tre aree che ospiteranno l’edificio principale e il parcheggio, tutti a buon punto. Alpes The Style Outlets, che sorgerà nell’area Grand Genève, quindi vicino al confine svizzero, sarà il secondo outlet center di Neinver in Francia. “Il nostro obiettivo è quello di sviluppare e gestire questo centro coinvolgendo pienamente la comunità locale, proponendo attività per il tempo libero e contribuendo anche a migliorare lo sviluppo economico e sociale dell’area”, ha commentato Daniel Losantos, Ceo del Gruppo. Il centro si svilupperà su una GLA di 20.400 mq, con oltre 90 boutique e ristoranti di cucina locale e internazionale.
Gorillas rallenta: tagli in arrivo e focus solo sui mercati chiave
Gorillas, il principale brand di delivery ultraveloce, nato in Germania, annuncia un drastico cambio di strategia, con tagli al personale e focus sui mercati chiave (non l’Italia). Dopo la rincorsa all’espansione rapida, è venuto il momento per Gorillas di puntare, se possibile, ai profitti. Un passaggio che non si può realizzare senza agire sui costi. Come spiega la società in una nota, al momento il 90% dei ricavi proviene da cinque mercati chiave: Germania, Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Stati Uniti. “Per questo abbiamo deciso di concentrarci ancora di più su questi mercati, dove vediamo un grande potenziale e dove è già avviato il percorso verso la profittabilità” si legge. “Qui lavoreremo ancora di più su assortimento, pricing, logistica, esperienza per il cliente in fase di ordine”. Dopo arrivano Italia, Spagna, Danimarca e Belgio, “mercati di per sè molto interessanti, dove stiamo cercando tutte le migliori opzioni strategiche per il brand Gorillas”. La nota non va oltre questo commento, ma è chiaro che per ora un’ulteriore espansione è esclusa. E non è chiaro se l’azienda possa addirittura operare un passo indietro, cercare partner o diverse forme commerciali. Gorillas, inoltre, annuncia il taglio di 300 persone a livello degli uffici in tutto il mondo, senza ancora specificare i mercati di riferimento. Le consultazioni e le considerazioni per ciascun Paese iniziano in questi giorni. “Una decisione difficile, ma necessaria, per rendere Gorillas più forte, con un focus chiaro sul cliente” la motivazione.
AFM (Mulliez) mette in vendita Pimkie
La holding della famiglia Mulliez AFM ha comunicato l’intenzione di cercare un acquirente per la catena di abbigliamento Pimkie. In una nota, l’azionista di maggioranza ha affermato che questa è la soluzione migliore per tentare il rilancio del marchio. E che ora il management si dà “alcuni mesi di tempo per portare a termine la ricerca”. Attualmente Pimkie conta su una rete di 232 negozi a gestione diretta e 81 in franchising. Nato nel 1971, alla fine degli anni ‘90 era arrivato a contare oltre 400 negozi in Europa. Ma prima in Francia e poi nel resto del Continente, è da anni che sono iniziate le chiusure di punti vendita nel tentativo di razionalizzare la rete e raddrizzare i conti. Nello stesso tempo, si sono avvicendati diversi manager alla guida, ultimo dei quali l’attuale ceo Philippe Favre. Le vendite 2020 erano state di circa 200 milioni di euro e attualmente il brand impiega 1.500 persone. Pimkie fa parte della maxi holding della famiglia Mulliez AFM (association familiale Mulliez), che ha un patrimonio stimato in oltre 25 miliardi di euro. Secondo un approfondimento del rapporto Mediobanca del 2018, prima del Covid gli interessi italiani del gruppo ammontavano ad almeno 8 miliardi di euro, tra i vari marchi come Auchan-Simply, Decathlon, Leroy Merlin, Bricocenter, Bricoman, Norauto, Kiabi e Pimkie.