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Rifl essioni… in formazione – Paola Sabbatini

Qualche tempo fa, ho assistito alla conversazione tra due venditori. Erano appena usciti da un appuntamento con un potenziale cliente. La visita non era andata bene. Il cliente, dopo mezz’ora, li aveva congedati con le solite frasi di circostanza ed entrambi concordavano sul fatto che diffi cilmente il cliente li avrebbe richiamati. Solo che i due avevano una visione diversa del motivo per cui era andata così. Il primo attribuiva le responsabilità al cliente, poco interessato alla proposta; il secondo le attribuiva a loro stessi e alla scarsa gestione della relazione con il cliente. Ognuno di noi ha il proprio personale punto di vista, com’è naturale; ma alle volte le posizioni possono divergere molto profondamente. Cosa determina questa diff erenza? È solo una lettura soggettiva di alcune informazioni, o c’è altro? E quanto il modo di leggere gli eventi ha un impatto sulla nostra vita? Il cervello elabora sempre ciò che accade intorno a noi, attraverso processi di pensiero per lo più inconsapevoli; nel fare questo, si pone domande importanti: quanto di quello che accade dipende da noi e quanto dal fato? Gli eventi sono infl uenzati dalle nostre decisioni oppure dalla fortuna? Li determiniamo noi oppure gli altri? Quanto controllo abbiamo sulle cose che accadono? Le risposte a queste domande determinano non solo la diff erenza di vedute, ma anche l’impatto che queste avranno sulle nostre decisioni e sul nostro modo di agire. Se pensiamo che ciò che ci accade abbia una causa esterna, troveremo sempre qualcosa di cui lamentarci, a cui attribuire la colpa – il comportamento del cliente; la situazione svantaggiosa; la sfortuna del momento e così via – spostando sempre al di fuori di noi la responsabilità delle conseguenze. Ci sentiremo costantemente vittime delle circostanze, intrappolati tra le briglie di un destino infausto che ce l’ha con noi, convinti di non avere suffi ciente forza per fare la diff erenza. È un sistema di credenze e convinzioni legate a noi, alle nostre capacità e a quanto pensiamo di essere in grado di infl uenzare gli eventi; a quanta stima pensiamo di meritare; a quanto conosciamo

Chi ha il controllo della tua vita?

noi stessi, i nostri talenti e le nostre potenzialità. Pensiamo di non potercela fare da soli, per cui, dipendiamo dagli altri e ne diventiamo succubi. Da un certo punto di vista, potremmo dire che è un modo inconsapevolmente “furbo” di vivere la vita, poiché ci fa stare in una costante zona di comfort in cui niente è mai realmente sotto la nostra responsabilità, nemmeno i successi; non è mai nostra la colpa (ma purtroppo nemmeno il merito); niente è imputabile a noi, alimentando il circolo vizioso della scarsa autostima e conoscenza di sé. Tuttavia, è furbo, poiché ci fornisce il giusto alibi per evitare qualsiasi sforzo! Se, al contrario, pensiamo che ciò che ci accade dipenda anche da noi (in tutto o in parte a seconda degli eventi), allora il nostro atteggiamento sarà completamente diverso, opposto! Ci chiederemo cosa abbiamo fatto noi per contribuire a quanto occorso, cosa avremmo potuto fare diversamente e quali altre conseguenze avremmo potuto ottenere. Sono domande intime, introspettive, che ci collocano all’interno del sistema di cui facciamo parte non come meri spettatori inerti, ma come parte attiva, responsabile e infl uente. Assumersi le responsabilità, grandi o piccole che siano, permette di aumentare il nostro potere personale, poiché ha come radici un sistema di convinzioni a supporto del nostro senso di effi cacia. Siamo convinti che la costruzione della nostra vita sia nelle nostre mani e dipenda dalle nostre scelte. Pensiamo che le nostre decisioni infl uenzino inevitabilmente il mondo che ci circonda, e che i successi e i fallimenti sono irrimediabilmente connessi a ciò che abbiamo fatto e a come abbiamo agito. In questo modo, diventiamo progettisti e progettiste, costruttori e costruttrici del nostro destino e agenti di cambiamento per noi e per coloro che ci stanno a fi anco. Papa Giovanni Paolo II ha detto un giorno ai giovani che lo stavano ascoltando: «Non “lasciatevi vivere”, ma prendete nelle vostre mani la vostra vita e vogliate decidere di farne un autentico e personale capolavoro!». Ma per creare capolavori, abbiamo bisogno di credere di avere dentro di noi tutte le risorse e le forze necessarie a combattere.

PAOLA SABBATINI Formatore, coach e senior partner Newcom Consulting paola.sabbatini@newcomconsulting.it newcomconsulting.it/digital-trainer

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