Il Fatto n. 023

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w w w . i l f a t t o . n et Molfetta

giovedì 13 novembre 2008

Quindicinale gratuito di informazione, Tiratura copie 20.000.

n° 23

Politica

Attualità

In Città

Sport

Foresteria: nuovo stop ai lavori di costruzione.

Cento anni e non dimostrarli: festa al Seminario Regionale.

Scout del mondo unitevi… via internet!

Arbitri nella storia: in due, insieme, in Champions League.

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Inchiesta

Un mare di schifezze? Ma che scuola è questa?

Francesco Padre: parte la petizione

In città la protesta degli studenti. Tutti contro la riforma del sistema dell’istruzione pubblica. Cortei, manifestazioni e dibattiti per interrogarsi sul futuro di tanti giovani studenti e di tanti insegnanti. E tra le tante iniziative ecco una nuova associazione libera da politica e partiti.

In questi giorni in distribuzione i moduli per la raccolta delle firme. Obiettivo: far riaprire l’inchiesta sul tragico e misterioso affondamento del motopesca molfettese. Tornano a parlarne anche quotidiani e televisioni nazionali.

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Il primo round va al Comune di Molfetta. Nell’udienza che si è tenuta il 6 novembre a Bari, la Terza Sezione del TAR di Puglia non ha dato seguito al ricorso del Ministero delle Infrastrutture contro le ordinanze comunali di sospensione dei lavori per la realizzazione della palazzina alloggi della Capitaneria di Porto lungo la banchina San Domenico. I giudici amministrativi, infatti, hanno accolto le ragioni del Comune di Molfetta, rappresentato dall’avvocato Carlo Tangari e hanno dichiarato improcedibile il ricorso in questione per essere intervenuto un nuovo provvedimento con il quale il sindaco Antonio Azzollini ha ordinato la sospensione dei lavori, fissando il termine del 31 gennaio 2009. Per questo motivo, quindi, almeno fino alla fine del prossimo gennaio, non potranno riprendere i lavori già partiti a luglio di quest’anno. “Abbiamo evitato che si realizzasse un vero e proprio ecomostro” ha commentato il sindaco Antonio Azzollini. “Le ragioni della nostra battaglia per superare questo grave rischio ambientale e urbanistico sono assolutamente fondate, sono gli stessi molfettesi che negli

Politica

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Foresteria: se ne riparla il 31 gennaio 2009 Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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I giudici del Tribunale Amministrativo Regionale hanno dichiarato improcedibile il ricorso del Ministero delle Infrastrutture. ultimi giorni ce lo hanno attestato con la loro solidarietà. Ora confido che, nel solco del principio di leale cooperazione tra diverse amministrazioni pubbliche, si possa arrivare nel più breve tempo possibile ad una soluzione che soddisfi i diversi interessi coinvolti”. In poche parole Azzollini si augura di riuscire nei prossimi mesi a raggiungere un accordo con il Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche affinché si possa spostare la realizzazione dell’edificio di alcuni metri verso via san Carlo evitando così l’ostruzione della banchina e di conseguenza rendendo possibile la costruzione del

tanto sospirato lungomare di Ponente. Nel corso delle ultime due settimane la vicenda della realizzazione della nuova caserma aveva attirato l’attenzione di numerose sigle associative. Con preciso ritmo di due o tre al giorno, tante associazioni ambientaliste, culturali, sportive, si erano affrettate a diffondere comunicati stampa con cui si dicevano contrarie alla realizzazione della nuova caserma sposando le tesi dell’amministrazione comunale. In alcuni casi a scrivere erano sodalizi ben noti e conosciuti in città, in molti altri casi a prendere posizione erano associazioni sinora mai sentite. Ed a più

di uno è saltato in mente che più che ad una “sollevazione popolare” contro la caserma, ci si trovasse di fronte ad una messa in scena mediatica studiata per rendere popolari le scelte del sindaco. Fatto sta che, almeno sino al momento in cui scriviamo, nessuna nota sulla vicenda è giunta da partiti di centrosinistra e associazioni ad essi storicamente legate. Forse che la tutela del paesaggio e del futuro economico di quella zona di Molfetta è ad esclusivo uso e consumo di una sola parte politica? Certamente la questione si sta riducendo ad una lotta tra partiti. Anche i partiti di centrosinistra, che siamo certi essere contro la realizzazione di quell’edificio nell’attuale posizione, si stanno guardando bene dal prendere una posizione. Giustamente criticano le scelte temporali del sindaco Azzollini e della sua maggioranza ma nessuna proposta è giunta sinora. E così come in un braccio di ferro le forze che si contrappongono sono due, spesso uguali e contrarie. Con il rischio che la città sia costretta, anche in questo caso, ad assistere ad un pericoloso quanto inutile stallo nelle scelte sul futuro di quell’area della zona portuale.

Di Molfetta va al Consiglio di Stato Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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L’esponente del PD non concorde con le decisioni del TAR Puglia. Non c’è pace per la massima assise cittadina. Potrebbe infatti nuovamente cambiare l’organico del Consiglio Comunale di Molfetta. La decisione sarà tra pochi giorni nelle mani del Consiglio di Stato che sarà chiamato ad esaminare il ricorso contro la sentenza del TAR Puglia che l’ex consigliere del Partito Democratico, Michele di Molfetta, è pronto a presentare. “La decisione è stata presa non senza prima procedere ad una profonda analisi della vicenda – ha dichiarato di Molfetta – dopo che assieme ai legali abbiamo avuto modo di leggere ed analizzare le motivazioni con cui il Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia ha accolto le richieste di Francesco Mangiarano ammettendolo in Consiglio Comunale al mio posto”. Secondo quanto dichiarato da Michele di Molfetta “il TAR non ha condiviso in toto le motivazioni di Mangiarano ma ha comunque deciso che dovesse subentrare al sottoscritto. Siamo convinti, per rispetto nei confronti degli elettori e dell’istituzione, che sia giusto proporre ricorso al Consiglio di Stato e siamo fiduciosi sull’esi-

to”. E qualcuno già pensa che Mangiarano, in quota Unione di Centro, difficilmente potrà riuscire a “mangiare il panettone”. Certamente la lotta, sempre che di lotta si possa parlare, non è tra le persone: “Francesco è un amico e per lui nutro massimo rispetto ma, mi sia consentito di agire per tutelare la volontà espressa dai miei elettori cui un giudice ha per il momento sottratto il diritto di rappresentanza in Consiglio Comunale”. Un ritorno di Michele di Molfetta a palazzo Giovene riporterebbe alla situazione originaria i livelli di equilibrio all’interno dell’opposizione con il Partito Democratico che tornerebbe ad avere cinque rappresentanti e l’UdC nuovamente due. “Di certo – ha concluso di Molfetta – il nostro impegno non si è interrotto dopo l’uscita dal Consiglio: abbiamo continuato a lavorare e ad interessarci ai problemi della città”.


L’opinione

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Vendesi Molfetta Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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Fine di un mito: case in abbondanza e prezzi in calo. Ai molfettesi stanno venendo meno le certezze, persino il mattone li tradisce. Possiamo aver smesso di credere all’esistenza di San Nicola, ma che il mercato della casa rimanesse immutato, quello era sicuro, anzi, sicurissimo. Sia pure con opposte scuole di pensiero – meglio un pianoterra in centro oppure tre stanze e cucina, da affittare in attesa di sistemarci il figlio che si sposa? – si trattava di investimento certo. Ci sarebbe stato bisogno di case e sarebbero costate sempre di più. Si fa fatica a ricordarlo, ma solo pochi anni fa per trovarne una in fitto c’era quasi bisogno della raccomandazione, accettando qualunque prezzo, versando caparre a fondo perduto o cifre più alte di quelle dichiarate, assumendosi l’onere della ristrutturazione. Gli sposi, pur di non perdere l’occasione di un appartamento, in attesa delle nozze lo tenevano vuoto per mesi, tutti

puntualmente pagati. Ai molfettesi è toccato anche emigrare, prima andando a comprar casa a Giovinazzo, con una sparuta minoranza a puntare pure su Terlizzi, poi a Bisceglie e, saturata anche questa piazza, è toccato a Trani; chissà fin dove si sarebbero spinti a far lievitare il mercato immobiliare, se nel frattempo non si fosse verificato l’imprevedibile. È cominciata in sordina, un paio di anni fa. Il primo cartello appiccicato su di un portone, poi su un altro, infine l’esplosione. Ora spuntano da tutte le parti, dalla bacheca del supermercato, dalla parete del panificio o del bar: vendesi e fittasi, a decine, a centinaia, ormai. Prima nei quartieri meno chic, infine dappertutto. Molfetta è in vendita. Case di cinque stanze per cui si chiedono cifre da vista sul Central Park a New York, stanze due termoautonomo più soppalco nella zona centrale, case vecchie e case di nuova

costruzione. Crisi depressive fra i costruttori, abituati a vender sulla carta, e che ora si trovano, inaudito, con appartamenti già pronti che nessuno più vuole, incapaci di abbassare i costi. All’inizio non ci ha creduto nessuno e i prezzi sono rimasti quelli. Chi aveva comprato a un tot, alto, non poteva rassegnarsi a perderci, chi aveva contato su una certa cifra per acquistare nelle zone di espansione, ha dovuto rifare i suoi conti. Ma gli annunci si sono moltiplicati e le richieste hanno iniziato a scendere. Chi solo un anno fa aveva rifiutato un’offerta, considerandola inadeguata, oggi ne accetta una inferiore. Chi contava sull’affitto dell’appartamento ereditato o comprato dopo una vita di lavoro come fonte di reddito, è costretto a rivedere i suoi piani. I pianoterra si svuotano, mano a mano che ci lasciano gli anziani che lì hanno vissuto, senza che nessuno più ci abiti o ci avvii un’attività. Mentre

si continua a costruire nuovi quartieri, non si capisce destinati a chi, visto che la popolazione non cresce e i giovani vanno via alla ricerca del lavoro. Non è semplicemente questione di case che non si vendono o si svendono, Molfetta cambia volto e se il cambiamento è connaturato alla vita, questo apparentemente non ha padri e non ha governo. Nel dibattito cittadino, quello da bar così come quello del Consiglio Comunale o degli altri luoghi della politica, questa vicenda non occupa spazio. Eppure un peso sulle nostre vite ce l’ha, vuol dire un centro cittadino svuotato, territorio distrutto, un’economia da ripensare. Vuol dire fermarsi e guardarla la città che cambia, provare a capirla, perché nulla è sicuro, nemmeno il mattone, che a Molfetta si sta trasformando in una tegola, pronta a caderci sulla testa. Lella Salvemini


Primo Piano

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Studenti in strada per protestare contro la riforma della scuola Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Il corteo funebre per celebrare la morte della scuola si è snodato per le vie della città nella serata del 29 ottobre scorso. Alla luce delle fiaccole gli studenti di Molfetta, e non solo loro, hanno manifestato tutto il proprio dissenso nei confronti di una riforma che mortifica l’istruzione. Quello è stato l’atto culminante di una protesta che andava avanti da giorni e che, in modo chiassoso e colorato, era cominciata la mattina del 27 ottobre. Armati di tamburi, striscioni colorati e accompagnati da una bara in cartone, gli studenti di tutti gli istituti superiori della città sono scesi in piazza per manifestare contro la riforma Gelmini. In migliaia hanno sfilato lungo le principali vie cittadine. Agli studenti di Molfetta si sono aggiunti anche quelli di Giovinazzo, tutti insieme per un no corale. Quel corteo ha tagliato la città partendo da via Togliatti, proseguendo per via Achille Salvucci, via Terlizzi, fino a raggiungere il centro cittadino, la villa comunale, il lungomare, la piscina comunale lungo via Giovinazzo. Gli stessi studenti, il giorno dopo, (il momento della partenza è stato ripreso anche dalle telecamere di www.ilfatto. net) hanno raggiunto con il treno Bari

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“La nostra è una protesta organizzata, fatta non possibilità di frequentare un’università per saltare giorni di scuola, ma per garantirci la sostenibile nei costi e ricca di spunti e possibilità di frequentare un’università sostenibile contenuti, volti alla crescita culturanei costi e ricca di spunti e contenuti”. le e morale del discente. Tutto questo oggi non è possibile, stando al decreto Gelmini-Tremonti, un emendamento che non è una riforma scolastica, ma una finanziaria ai danni della scuola. Tagli su spese, sul numero dei docenti, su quello degli istituti, non gioveranno mai alla salute futura dello Stato. Noi non ci identifichiamo con alcun colore politico. Il nostro futuro non è né di destra, né di sinistra. È nostro e basta”. Poi quella riforma è passata. La protesta è andata avanti. E così via alle assemblee negli istituti e ai dibattiti nei luoghi di ritrovo. Ma anche al volantinaggio e alle attività di informazione: “Vogliamo che anche coloro che si sentono lontani dal mondo della scuola e dell’istruzione in generale capiscano perché siamo contrari a questa riforma. È importante informare la gente, formare la loro coscienza critica”. E per e preso parte alla manifestazione orga- – precisarono gli organizzatori della fare tutto ciò incontri in orario pomerinizzata dagli studenti universitari. protesta – abbiamo deciso di unirci al diano e serale, lezioni al mattino. PerMa cosa volevano e cosa chiedono an- coro di proteste, per la salvaguardia ché non si dica che c’è solo voglia di cora gli studenti? Le loro ragioni sono del nostro futuro. La nostra è una pro- far festa. Nonostante qualche “pecora state affidate ad una serie di comuni- testa organizzata, fatta non per saltare nera” che, come sempre, diventa difficati. “Anche noi studenti molfettesi giorni di scuola, ma per garantirci la cile controllare.

Liberi dai partiti: è nata l’OAS Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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L’associazione è aperta a tutti gli studenti che abbiano voglia di impegnarsi a tutela del proprio futuro. Mentre a Roma la protesta studentesca si è tinta degli oscuri toni della lotta tra studenti di destra e di sinistra con violenti scontri consumatisi in piazza Navona a poche centinaia di metri da Palazzo Madama, a Molfetta sono gli stessi studenti che sottolineano la loro libertà da qualsiasi tipo di dipendenza partitica. E molti di loro per rimarcare questa scelta si sono uniti in associazione. “Difesa dei propri diritti, senza nessun padrino partitico, indipendentemente da qualsiasi associazione studentesca già esistente e costituzione di un punto di riferimento

per tutti gli studenti della provincia barese. Con questi principi – si legge in una nota diffusa alla stampa – noi studenti, abbiamo deciso di fondare a Molfetta, l’Onda Anomala Studentesca, l’O.A.S., associazione di liberi studenti senza nessun colore politico. L’emergenza in cui il mondo studentesco si sta trovando in questo periodo ci ha spinti ad unire le nostre forze, aprendo le porte della nostra neonata associazione a tutti quegli studenti delle scuole medie superiori e universitari, che come noi hanno l’unico obiettivo di far rispettare i nostri diritti e

tutelare il nostro futuro”. La dichiarazione è chiara: “Non siamo figli di nessun partito e non vogliamo esserlo, così come non siamo figli di nessuna associazione studentesca già esistente o politicamente schierata. Se i nostri obiettivi saranno gli stessi di altre associazioni presenti da prima di noi, saremo felici di poter lottare assieme a loro, senza rinunciare alla nostra autonomia, alla base della fondazione dell’associazione. Autonomia di cui siamo orgogliosi perché, soltanto noi studenti, viviamo quotidianamente la (pessima) situazione scolastica in cui il nostro

Stato verte. Nessun paladino del mondo studentesco o nessun “capo” ci sarà nel nostro sodalizio, ma solo l’assemblea di tutti gli aderenti che di giorno in giorno deciderà il da farsi, come nelle vere democrazie con libere votazioni e liberi dibattiti”. La neonata associazione ha sede a Molfetta in via Madonna degli Angeli numero 74 ed è aperta a qualsiasi studente che voglia impegnarsi per la difesa del proprio futuro e contro chi vuole affossare la già precaria situazione esistente. L’assemblea dell’associazione si ritrova ogni mercoledì alle ore 20 in sede.



Cronaca

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A Molfetta lo “scontificio” delle multe Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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Prime sconcertanti rivelazioni nell’ambito del processo, in corso a Trani, che ha coinvolto la polizia municipale, esponenti politici, funzionari comunali.

È appena cominciato e già fa scintille il processo in corso in Corte d’Assise a Trani per voto di scambio e per presunti favori concessi agli amici per la riduzione delle multe. Su tutte è emersa la notizia che a Molfetta, già prima del 2005, la gestione disinvolta delle multe era consuetudine. Lo ha dichiarato ai giudici del Tribunale di Trani l’ex co-

mandante della polizia municipale Vincenzo Zaza. Proprio lui che, nell’ambito dello stesso procedimento penale, ha patteggiato la pena, adesso, diventato teste dell’accusa, spara a zero e non fa sconti. Questo significa che è probabile che l’inchiesta presto possa coinvolgere anche altre persone. Secondo quanto Zaza ha dichiarato nel corso della sua

deposizione le richieste di riduzione degli importi delle multe arrivavano anche da persone che rivestivano ruoli istituzionali. I verbali venivano quindi prima alterati rispetto alla prima contestazione, poi venivano ridotte le sanzioni. Questi favori, secondo il pubblico ministero Giuseppe Maralfa, potevano servire anche per ottenere consensi alle elezioni amministrative. Il processo è stato aggiornato al prossimo 13 gennaio. Ma sono già fulmini e saette. Zaza nel corso della deposizione ha ammesso anche di avere lui stesso ridimensionato le contestazioni meno gravi. Le multe sistemate avevano a margine del verbale una sigla. E poi a sorpresa è stata citata l’esistenza del bollettario 39bis che serviva per aiutare alcune persone. E per finire, si fa per dire, c’erano alcune contestazioni che, sempre secondo quanto ha dichiarato Zaza, arrivano, per tramite di una dipendente da “da parte dell’assessore”. Zaza, però, ha anche affermato di non aver mai avuto richieste esplicite dal-

l’assessore ma non era difficile intuire il motivo per cui gli fossero recapitate le contestazioni. Nell’inchiesta che ha portato al processo in corso, rimasero coinvolti, a vario titolo, oltre a Pino Amato, all’epoca dei fatti assessore comunale alla polizia municipale, anche Girolamo Antonio Scardigno, Pasquale Mezzina, sottufficiale della polizia municipale, Vincenzo De Michele, ex dirigente Settore attività Produttive del Comune di Molfetta, Gaetano Brattoli, broker assicurativo, Vito Pazienza, lo stesso Vincenzo Zaza, ex comandante della polizia municipale, Gianfranco Piccolantonio, sottufficiale della polizia municipale, e Giovanna Anna Guido, rappresentante legale di un istituto di vigilanza. Vincenzo Zaza e Gianfranco Piccolantonio, chiesero ed ottennero il patteggiamento. La posizione di Giovanna Anna Guido fu stralciata. Nel procedimento il Comune di Molfetta si è costituito parte civile ed è rappresentato dall’avvocato Maurizio Masellis.


Cronaca

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Il TAR Puglia accoglie le istanze di Coop Estense e condanna il Comune al pagamento delle spese Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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Ipercoop non aveva alcun obbligo di chiusura domenicale così come prevede la normativa regionale per le città d’arte. La seconda sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia (Pietro Morea, Presidente, Antonio Pasca, Consigliere, Gianluca Rovelli, Referendario, Estensore) ha accolto il ricorso presentato da Coop Estense contro il sindaco di Molfetta che aveva imposto la chiusura domenicale a Ipercoop e per l’effetto annulla le ordinanze sindacali. Ha condannato l’amministrazione alle spese del giudizio in favore della ricorrente per un totale di 3.000 euro. Con riferimento ai verbali di accertamento di illecito amministrativo il collegio ha rilevato che restano allo stato privi di effetti. Fatto salvo il fatto che i verbali di infrazione fanno parte di un sistema di procedure partecipative e contenziose, dove è esclusa la giurisdizione in materia del giudice amministrativo. Come si ricorderà il Comune di Molfetta ha più volte sanzionato Ipercoop per aver violato le ordinanze del sindaco che autorizzavano l’apertura domenicale solo alle attività commerciali no food. Coop Estense si è opposta ai verbali elevati dal sindaco e a tutte le contestazioni mosse dal primo cittadino perché ha sempre fatto riferimento alla legge regionale sul commercio che, per le città d’arte e per quelle turistiche, autorizza le aperture domenicali per tutta l’estate. Di seguito riportiamo una sintesi dell’ordinanza del TAR Puglia. Il Sindaco del Comune di Molfetta, con l’adozione delle ordinanze impugnate, ha ritenuto di esercitare la discrezionalità che la legge gli conferisce all’art. 50 comma 7 del d.lgs. n. 267 del 2000, disponendo che “gli esercizi per la vendita al minuto del settore non alimentare hanno la facoltà di deroga alla chiusura domenicale nel rispetto della normativa di comparto come segue: giorni 3 – 10 – 17 – 24 e 31 agosto 2008” (ordinanza

essere contratta, dall’Autorità comunale, se non nei modi ed alle condizioni previste dalla legge (nazionale o regionale) che disciplina la materia”. Le ordinanze impugnate non si muovono affatto nell’ottica di quanto stabilito nell’art. 12, comma 2, del decreto legislativo n. 114 del 1998, né tantomeno di quanto stabilito dall’art. 18 comma 6 della L.R. n. 11 del 2003. Esse sono state adottate non soltanto in assenza di indirizzi consiliari, ma anche senza tenere effettivamente conto dell’inserimento del Comune di Molfetta nell’apposito elenco regionale delle Città d’arte. Le ordinanze impugnate devono ritenersi quindi illegittime anche per la violazione dell’art. 50 comma 7 del d.lgs. 267 del 2000.

prot. 43561 del 1 agosto 2008) e, con l’ordinanza prot. 47782 del 4.09.2008 che “gli esercizi per la vendita al minuto del settore non alimentare hanno la facoltà di deroga alla chiusura domenicale nel rispetto della normativa di comparto come segue: giorni 7 – 14 – 21 e 28 settembre 2008”. Con le citate ordinanze dunque, si dispone solo per due mesi e solo per il settore non alimentare tacendo per la restante parte dell’anno e nulla disponendo per il settore alimentare. Tali ordinanze sono illegittime e devono essere annullate. Il Comune di Molfetta è iscritto nell’elenco delle Città d’arte. Pertanto, la regolamentazione dell’apertura festiva e domenicale degli esercizi commerciali si riviene nell’art. 18 comma 6 della L.R. n. 11 del 2003 come da ultimo modificato dalla L.R. n. 5 del 2008.

Il Consiglio di Stato ha affermato che “finché permanga l’iscrizione (dell’intero territorio) del Comune nell’elenco regionale delle località turistiche o città d’arte, vale la deroga all’obbligo di chiusura settimanale sancita dall’articolo 12, comma 1, del decreto legislativo n. 114 del 1998” (Cons. Stato sezione V n. 850 del 28 febbraio 2006)”. In un ulteriore e condivisibile precedente, sempre il supremo consesso giurisdizionale amministrativo ha statuito che “ancorché non possa disconoscersi la natura ricognitiva degli elenchi, il penetrante potere conferito in proposito alla Regione e gli effetti che ne derivano per il libero esercizio delle facoltà contemplate dal 1° comma dell’art. 12 in capo agli esercenti operanti nel territorio, devono far ritenere che, fintanto che persista l’inserimento negli elenchi, la facoltà anzidetta non possa

A tal proposito è bene precisare che il potere conferito al Sindaco ex art. 50 comma 7 del d.lgs. 267 del 2000 non è affatto quello di determinare unilateralmente gli orari degli esercizi commerciali e, per quanto qui interessa, le deroghe alle chiusure domenicali. L’art. 50 comma 7 del Testo unico enti locali costituisce sostanziale riproduzione dell’art. 36 comma 3 della L. 142 del 1990 e il potere ivi conferito al Sindaco è per l’appunto di coordinamento e riorganizzazione sulla base di indirizzi regionali e di indirizzi espressi dal Consiglio Comunale al fine di armonizzare le politiche temporali utili al miglioramento della qualità dei tempi di vita dei cittadini ed altresì di armonizzare l’espletamento dei servizi con le esigenze complessive degli utenti. Non si tratta dunque di una semplice determinazione unilaterale di orari sulla quale il Sindaco non ha affatto competenza se non quella differente derivata dall’art. 54 d.lgs. 267 del 2000 per le particolari ipotesi ivi disciplinate, bensì di una potestà di coordinamento e organizzazione.


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Attualità

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Con i familiari delle vittime del Francesco Padre nel giorno del 14esimo anniversario della tragedia Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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Ancora lacrime e il dolore non si placa, amplificato da una serie di perché che non hanno ancora trovato risposta.

Quello che colpisce, dopo quattordici anni, è vedere gli occhi gonfi di lacrime per la perdita dei propri congiunti. È ovvio il dolore è ancora forte. È così per tutte le perdite. Ma le lacrime che solcano il viso quasi che la perdita sia vicina nel tempo colpisce davvero. Per poco più di venti minuti, tanto è durata la funzione religiosa, i parenti di Giovanni Pansini, Saverio Gadaleta, Luigi De Giglio, Francesco Zaza e Mario De Nicolo, armatore ed equipaggio

del Francesco Padre, motopeschereccio molfettese esploso, al largo del Montenegro, nel 1994, si sono riuniti attorno ad un altare per pregare e ricordare i loro cari. Con loro, il 4 novembre scorso, nel quattordicesimo anniversario della tragedia, c’era solo il dolore amplificato dai perché che, ad oggi, non hanno trovato risposta. Fuori dalla chiesa, la Madonna della Rosa, dopo la funzione religiosa, insieme si fermano per qualche minuto.

Scambiano qualche battuta, ma c’è poca voglia di parlare. “È inutile che raccontano storie. Mio marito – dice carica di rancore la moglie di Giovanni Pansini, l’armatore – quella sera stava pescando. Stava lavorando. Lo so perché io ho parlato con lui. Erano le dieci e un quarto. Ci siamo sentiti per telefono e lui mi ha detto che stavano pescando”. C’è chi sottolinea il fatto che la maggior parte di loro (è diverso solo per i familiari di Mario De Nicolo l’unico corpo venuto a galla dopo l’esplosione) non abbia una tomba su cui poter piangere. Chi ricorda con rabbia le accuse mosse ai componenti dell’equipaggio sospettati di trasportare esplosivo a bordo del peschereccio. “La loro tomba è diventata il mare. I pescherecci – dicono – evitano di passare sopra il Francesco Padre proprio per rispetto agli uomini dell’equipaggio. Qualche mese fa un peschereccio di Manfredonia si è accorto di averlo ag-

ganciato con le reti e le ha tagliate. Se in quel peschereccio ci fosse stato esplosivo non sarebbe intatto. Ci hanno negato la verità”. Il relitto del Francesco Padre si trova a circa venti miglia dalla costa del Montenegro a duecentoquaranta metri di profondità. Lo scafo è integro salvo che per la parte interessata dall’esplosione. “Ormai sono trascorsi quattordici anni – dice Antonio Pansini, uno dei fratelli dell’armatore – e non è più così importante individuare i colpevoli. Noi vogliamo che si riesca a dimostrare che questi uomini non sono mai stati colpevoli, sono vittime”. Anche per questo diventa importante sottoscrivere la petizione avviata da “il Fatto”, i cui modelli sono scaricabili anche dal sito www.ilfatto.net. Una petizione che ha subito attirato l’attenzione di decine e decine di molfettesi che hanno cominciato ad interessarsi alla modalità per poter aderire.

La stampa nazionale e quella regionale rilanciano il caso del Francesco Padre Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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L’interesse è stato suscitato dall’avvio della petizione popolare, lanciata da “il Fatto”, e dalla volontà di chiedere la riapertura dell’inchiesta.

Da Molfetta parte la petizione popolare per chiedere la riapertura dell’inchiesta per determinare le cause dell’affondamento del motopeschereccio Francesco Padre. Intanto la carta stampata nazionale e regionale (ne hanno parlato il quotidiano torinese “La Stampa” e “La Gazzetta del Mezzogiorno”) rilancia la notizia sul mistero legato a quella tragedia, avvenuta quattordici anni fa, la tv nazionale fa lo stesso. Nel giro di pochi giorni sono arrivate a Molfetta le telecamere del Tg5 con la rubrica “Indignato speciale” e quelle della trasmissione di Rai Uno “Sabato e Domenica” che già si era occupata della vicenda nel febbraio di quest’anno, e che è tornata a Molfetta dopo le notizie che riferiscono della volontà di presentare una istanza per chiedere la riapertura dell’inchiesta.

L’Indignato Speciale, con Maria Luisa accusa infamante. Secondo loro, ed il di, l’esplosione del peschereccio è staSgobba, ha evidenziato gli aspetti più concetto è stato ribadito, quegli uomi- ta determinata da un ordigno rimasto tristemente umani della vicenda. Le ni non trasportavano esplosivo, quin- impigliato nelle reti. telecamere del Tg5 hanno incontrato i familiari delle vittime all’uscita della funzione religiosa che, ogni anno, da quattordici anni, si tiene, in forma congiunta, nella parrocchia Madonna della Rosa. Ha incontrato i componenti di intere famiglie, a cui per tutti questi anni, al di là degli aspetti legati alle responsabilità dell’esplosione (che peraltro non sono mai state accertate fino in fondo) è stata negata perfino una tomba su cui piangere i loro cari. Il programma di Rai Uno, che ha ospitato in studio la corrispondente da Molfetta de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, Lucrezia d’Ambrosio, è tornato invece ad intervistare i pescatori di Molfetta. Ha incontrato uno dei fratelli dell’armatore del Francesco Padre, il direttore de “il Fatto” Corrado Germinario e gli amici, i colleghi, degli uomini dell’equipaggio per ricostruire una delle pagine più buie della storia della marineria locale che, assolutamente certa dell’innocenza di Giovanni Pansini, Saverio Gadaleta, Luigi De Giglio, Francesco Zaza e Mario De Nicolo, si ritiene macchiata da una


Attualità

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Miragica apre in primavera, anzi forse no Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

La notizia è di quelle che fanno davvero rabbia. L’apertura di Miragica, il parco tematico all’interno del Fashion District, rischia di slittare. Non per colpa delle maestranze, che stanno facendo i salti mortali per rispettare gli impegni assunti e consegnare tutto entro i tempi previsti. Non per volontà della proprietà, che sta già esaminando alcune miglia di curricula di persone che si sono candidate per lavorare nella struttura. Nulla di tutto questo. Miragica, forse, non aprirà in primavera perché non è stato ancora realizzato il rondò che consentirà alle autovetture di raggiungere “La Terra dei Giganti” senza intasare la via di accesso all’area industriale, già al collasso proprio a causa di un sistema viario assolutamente inadeguato allo sviluppo che la zona ha fatto registrare negli ultimi tre anni, da quando, cioè, prima il Fashion District, poi tutte le altre realtà commerciali si sono insediate in zona Asi. Lo slittamento dell’apertura di Miragica è stato preannunciato dall’amministratore delegato di Alfaparck, la società che sta costruendo il parco, Giuseppe

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Lo denuncia l’amministratore delegato di Alfapark, Giuseppe Taini. Tutta colpa della burocrazia e di una rotonda che non arriva. Taini. “Dal 2004 – ha dichiarato – at- verso il polo che sta sorgendo intorno tendiamo la realizzazione, così come all’outlet di Molfetta. Un’attesa intolprevisto dai contratti in essere e come lerabile. Si tratta già oggi di un’opera reiteratamente garantito dagli enti inte- di vitale importanza per garantire flussi ressati, di una seconda rotatoria in gra- in una zona di cospicui insediamenti do di alleggerire e convogliare il traffico commerciali che garantiscono occupa-

zione e attività economica. Ciò che più sorprende è che a parole è tutto pronto ed in procinto di partire: tuttavia non si muove nulla. In questi giorni i dirigenti di Alfapark stanno valutando oltre duemila curricula di pugliesi che per le più svariate attività si sono candidati a lavorare nel nostro parco a tema. Inoltre intorno a Miragica si svilupperà un indotto con ricadute significative sulle aziende locali. Un recente spettacolare evento nell’outlet di Molfetta ha richiamato migliaia di persone mettendo a nudo, ancora una volta, l’insufficienza dell’infrastruttura stradale. Speriamo – ha concluso – in un soprassalto di efficienza che consenta di non disperdere risorse e potenzialità in un territorio naturalmente orientato allo sviluppo, ma frenato dai ritardi di una burocrazia che non ha giustificazioni”. Resta da capire, in tutto questo, quale parte stiano giocando gli amministratori comunali che, se è vero, non hanno competenza in area Asi, non possono permettere che una struttura in grado di assicurare trecento nuovi posti di lavoro rischi di non aprire.


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Informazione pubblicitaria

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Ecco i professionisti dell’auto

Chilometri su chilometri. Spesso la maggior parte del tempo di una giornata. E poi il lavoro, le vacanze, il tempo libero. E i bambini da accompagnare a scuola, la nonna da portare a passeggio e decine di sacchetti della spesa da trasportare da una parte all’altra della città. Tutto questo in macchina. Quattro ruote, uno sterzo ed un motore, potrebbe pensare qualcuno. Molto di più diciamo noi! Perché dietro e dentro una carrozzeria c’è tanto altro: sicurezza, praticità, comfort e e anche la voglia di mostrare la propria personalità.

Tanti ingredienti che chi da oltre venti anni è nel settore commercio auto conosce bene. É per questo che a Molfetta, in via Molfettesi d’America ai numeri 30 e 34 è arrivata una nuova concessionaria auto, capace di offrire ai suoi clienti i prodotti migliori con il miglior rapporto qualità-prezzo. La AutoMotori Srl sa essere vicina alle esigenze dei suoi clienti e sa offrire loro il meglio che il mercato italiano ed internazionale propone. Anche in un momento di “crisi” come quello che il mondo intero sta attraversando. Da Auto Motori Srl è possibile tro-

vare l’auto giusta per tutti: dall’utilitaria alla city car, dalla berlina all’auto di lusso. C’è di tutto: auto nuove e usate, aziendali e chilometro zero. Tutte garantite e tutte con un servizio di assistenza post vendita qualificato e professionale. La AutoMotori Srl è concessionaria dei marchi Smart, Honda e Chevrolet e guida i suoi clienti anche nella scelta del finanziamento migliore per i propri acquisti. “Cerchiamo costantemente la massima soddisfazione del nostro cliente – ci hanno detto i responsabili della concessionaria – perché siamo con-

vinti che solo instaurando un rapporto di fiducia con chi si rivolge a noi è possibile offrire un servizio di qualità al giusto prezzo. Non facciamo promesse assurde: garantiamo però il rispetto del portafoglio degli automobilisti e per questo i nostri veicoli, sottoposti a scrupolose verifiche in fase di selezione e di vendita, sono i migliori prodotti che il mercato possa offrire”. Fra pochissimi giorni: in via Molfettesi d’America 30 e 34, zona 167, c’è un mondo tutto nuovo da scoprire: il mondo dell’automobile giusta per ogni automobilista.


Inchiesta

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Un grido d’allarme non raccolto Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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Al di là di ciò che continuano a dire i dati ufficiali, fa male l’assordante silenzio delle istituzioni. Prima i malori estivi. Poi dai malori si è passati alle irritazioni cutanee e agli occhi arrossati. E poi ancora la febbre alta e la nausea. Tutta colpa dell’alga tossica. Una minuscola, insignificante alga capace di mandare in tilt il sistema sanitario e di assestare un colpo micidiale all’economia turistica dell’intera provincia di Bari. Dopo un periodo in cui le attenzioni erano tutte rivolte alle nostre spiagge ecco calare il silenzio sul problema fino a quando ad un giovane pescatore molfettese non viene in mente di tornare a lanciare l’allarme. Ogni volta che va a pesca la situazione peggiora e lui sta male. È costretto a ricorrere alle cure dei medici. Non ci sta e si rivolge alla Capitaneria di Porto e alla stampa. Scatta l’allarme, partono le analisi (quelle ufficiali svolte dall’Arpa e quelle ufficiose svolte da altri organismi e poi smentite) e si solleva l’allarme e anche la polemica. Al di là dei dati scientifici (che pur riferendo solo della presenza dell’alga tossica, anche se in molti sostengono che nel nostro mare ci sia ben altro) resta il fatto che qualcosa di serio al nostro mare sta accadendo. La principale risorsa della nostra terra sta morendo ma, paradossalmente, sembra importare davvero a pochi. E così, a parte gli articoli di stampa e le conseguenti polemiche, sino al momento in cui scriviamo possiamo e dobbiamo annotare l’inquietante silenzio del mondo della politica, degli enti locali e regionali. Non una presa di posizione dell’amministrazione comunale e dei partiti di opposizione, non una dichiarazione ufficiale degli assessori regionali e provinciali. Tutti in silenzio. Tutti in attesa. Non certo tutti disinteressati. Forse si ha paura di innescare una pericolosa spirale: dall’allarme acque inquinate al divieto di pesca e balneazione il passo è breve. E tirarsi addosso le critiche, le accuse e le proteste di decine, centinaia di lavoratori del mare può essere “politicamente” svantaggioso. Il problema è che dai tanti che avrebbero potuto farlo

non è giunta nemmeno una dichiarazione per infondere tranquillità a lavoratori e consumatori. Tutto come se nulla fosse. Tutto come se fosse normale che le acque prelevate dal nostro mare siano nere e oleose. Come se sia di routine che i controlli, seppur richiesti anche in piena estate, siano stati effettuati solo ad ottobre inoltrato e solo perché un povero pescatore e parte della stampa hanno nuovamente lanciato l’allarme. La situazione è delicata e necessità di chiarezza: ecco un buon argomento su cui discutere, confrontarsi, anche scontrarsi se necessario. E invece in questa città si continua a discutere di aria fritta. Mentre una parte della nostra storia, il forziere della nostra città, la vita quotidiana di migliaia di molfettesi è condannato ad una lenta agonia. Nessuno che abbia chiesto una convocazione del Consiglio Comunale, nessuno che abbia commentato gli articoli di stampa. Nessuno che abbia ritenuto opportuno sedersi attorno ad un tavolo per discutere. Nessuno, forse, che abbia voglia di capire realmente quale rischio corre il futuro di questa terra. E di questo mare.


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Inchiesta Ecco i dati dell’Arpa 794

I risultati ufficiali resi noti nel corso di una conferenza stampa. Lo scorso 6 novembre, nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Bari, l’Arpa Puglia ha diffuso il seguente comunicato. I risultati ufficiali delle analisi di ARPA Puglia su aliquote di acqua di mare ed acqua di colatura delle reti da pesca campionate in località “Prima Cala” a Molfetta hanno evidenziato una concentrazione per i metalli indagati (tra cui l’arsenico) inferiore ai limiti previsti dalla normativa vigente. I valori misurati risultano anche inferiori a quanto considerato come concentrazione massima ammissibile nei pesci ed in genere nei prodotti ittici secondo le indicazioni della F.A.O. In particolare la concentrazione rilevata per l’arsenico nei campioni di acqua di mare è risultata compresa tra 1,03 e 1,12 microgrammi/litro, mentre la concentrazione nelle acque di colatura delle reti è risultata pari a 123 microgrammi/litro (0,12 mg/l). Sempre in merito ai risultati ufficiali di ARPA Puglia, la contaminazione microbiologica rilevata è risultata assolutamente trascurabile ed in linea con la costante idoneità dello specchio acqueo di riferimento rispetto alla balneabilità. Ricordiamo a tale proposito che le acque vengono considerate “non idonee alla balneazione” quando la concentrazione dei batteri coliformi fecali supera le 2000 ufc/100 ml, e quella dei coliformi fecali e degli streptococchi supera le 100 ufc/100 ml. Viene inoltre ribadito che l’unica effettiva anomalia riscontrata nei campioni è proprio quella relativa all’abbondante presenza della microalga Ostreopsis ovata, come già comunicato in precedenza dall’ARPA Puglia agli Enti e/o Istituzioni competenti; le stesse informazioni sono state pubblicate anche sul sito ufficiale dell’Agenzia (www. arpa.puglia.it), dove si riporta il rapporto di prova che evidenzia una concentrazione stimata di Ostreopsis ovata pari a 3840 cellule/litro nella colonna d’acqua e 112.000.000 cellule/litro nell’acqua di colatura delle reti, una concentrazione che, a causa della tossina prodotta dalla specie (palitossina-ovatossina) potrebbe giustificare gli eventuali effetti sulla salute dei pescatori. Comunque, insieme ad Ostreopsis ovata è stata riscontrata nel campione esaminato la presenza di altre specie microalgali dei generi Coscinodiscus e Navicula (non tossiche), che di per sé esclude la possibilità di contaminanti di origine antropica in concentrazioni tali da provocare danni alla vita marina (in caso contrario l’eventuale inquinante avrebbe indotto una mortalità della componente biologica).

Arsenico nel mare di Molfetta: il mistero Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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Negli esami attribuiti ai ricercatori dell’Università di Napoli, poi smentiti dalla stessa Università e da Arpa Bari, era stata evidenziata anche la presenza di coliformi fecali, di lewisite e di alga tossica. Il mare a Molfetta è blu. È pulito. Non presenta alcun tipo di problema. Soprattutto non è inquinato. Perché l’arsenico c’è ma è in percentuale irrilevante. L’alga tossica è presente in quantità industriali ma il freddo risolve tutto e il problema legato alla sua tossicità viene rinviato alla prossima estate. Nessun problema quindi grazie all’inverno ormai alle porte. Tra qualche mese se ne parlerà. Poi in estate torneranno i problemi e tutti quanti incroceranno le dita nella speranza che torni presto il freddo e ci metta, ancora una volta, una pietra sopra. Ma torniamo alle analisi dell’Università di Napoli e alla relazione che esiste ma non c’è. Per comprendere fino in fondo il significato di questa frase bisogna innanzitutto spiegare la differenza tra ciò che è ufficiale, cioè ciò che in qualche modo ha superato l’ok delle autorità per la divulgazione, e ciò che pur esistendo non può essere divulgato perché non ha superato il nulla osta delle autorità. Il caso delle analisi dell’Università di Napoli rientra in questa seconda categoria. Di conseguenza non essendo ufficiale (nel senso che non può finire nelle mani di un giornalista) deve essere smentita. Tutto chiaro, anzi fin troppo chiaro. Sta di fatto che a Molfetta, il 22 di ottobre scorso, è stato fatto un prelievo di acque marine da una persona fatta di ossa, carne e cartilagini. Il prelievo di acque è stato sottoposto ad esame e, ma per gioco, è emerso che “un’analisi superficiale e macroscopica, effettuata in laboratorio 48 ore dopo il prelievo ha immediatamente rilevato la notevole tossicità del campione per la presenza elevata di Ostreopsis ovata e di altre microalghe bentoniche responsabili del tipico colore marrone scuro del prelevato. I successivi esami spettrofotometrici – si legge nella relazione fantasma – hanno confermato la presenza di Ostreopsis ovata in quantità pari all’82,3%, ulteriormente quantificati attraverso colture cellulari in 3.145 cellule litro in acqua colonna. Dalle stesse colture cellulari eseguite con diluizioni differenti è evidente la regressione dell’Ostreopsis ovata in acqua colonna anche se in parziale stato di fioritura, che potrebbe essere ulteriormente favorita da una temperatura marina mite. La sua tossicità è maggiormente collegabile alla specie ittica in generale, la cui fisiologia può subire importanti variazioni in relazione all’assunzione totale o parziale dell’alga. Per la quantità di Ostreopsis ovata rilevata nei campionamenti eseguiti al largo di Molfetta si evince una tossicità marginale per la specie umana. Maggiori preoccupazioni desta invece la presenza di arsenico pentavalente”. Ma non c’è da temere. Questi sono dati non ufficiali. Per quelli bisogna rivolgersi all’Arpa.

Arpa: la carta d’identità 796

A v

Tutti parlano dell’Arpa e citano i suoi dati. Ma cos’è l’Arpa? Si tratta dell’Agenzia Regionale per la Protezione ambientale della Puglia, un organo tecnico della Regione, istituito nel 1999. L’Arpa è preposta all’esercizio di attività e compiti in materia di prevenzione e tutela ambientale ai fini della salvaguardia delle condizioni ambientali soprattutto in relazione alla tutela della salute dei cittadini e della collettività, nel rispetto dei principi di complementarietà e integrazione del proprio concorso tecnico ai compiti istituzionali di direzione politica, di amministrazione e di gestione di competenza della Regione Puglia, nonché degli obiettivi annuali e triennali della programmazione regionale. Il direttore generale dell’Arpa è il professor Giorgio Assennato mentre il direttore scientifico è il dottor Massimo Blonda.

“ d m i s m s s m d I n s p l m v m d i q


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stero della relazione che c’è ma non esiste

i e . i a , i e e o r

Per la ASL il pesce è ok 798

Alcuni esemplari sono stati analizzati visivamente dal personale del Dipartimento Prevenzione. Anche la ASL Bari è stata coinvolta nelle indagini per chiarire lo stato di salute del nostro mare. Il 16 ottobre scorso il dottor Livio Germinario, medico veterinario del Siav B del Dipartimento Prevenzione insieme all’assistente tecnico Edoardo Aruanno, ha proceduto all’ispezione di alcuni esemplari di mormora, salpa e cefalo pescati in occasione dell’ispezione e del prelievo di campioni da parte dell’Arpa Puglia. Nel corso dell’ispezione, avvenuta alla presenza di personale della Guardia Costiera di Molfetta, il medico veterinario ha accertato che il pesce si presentava in ottime condizioni di freschezza e senza lesioni rilevabili ad una normale valutazione. Insomma, nessun problema, almeno ad occhio, per quel pesce.

I pescatori continuano ad avere problemi Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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Ancora una volta in ospedale dopo una battuta di pesca. Al lavoro intanto si va vestiti come gli operai di una fabbrica, guanti in gomma, mascherina, tuta e occhiali protettivi. “Il 31 ottobre scorso sono dovuto andare di nuovo al pronto soccorso. I medici mi hanno refertato e mi hanno invitato ad andare a Bari, al pronto soccorso specialistico. Avevo problemi agli occhi. Allora il sabato successivo ci sono andato. Mi sono stati dati sette giorni di prognosi. Ma il problema non è questo. I medici mi hanno detto di rivolgermi ad uno specialista. I miei occhi non stanno bene. Adesso non mi fermo più. Voglio capire cosa sta succedendo”. Antonio Tedesco, il pescatore che, qualche settimana fa, lanciò l’allarme per la presenza di mare di una sostanza scura che provocava malore diffuso, vesciche alle mani e forte lacrimazione, vuole andare fino in fondo alla questione. Se in mare c’è solo alga tossica comunque bisognerà trovare una soluzione.

I pescatori non possono rischiare di compromettere la salute per colpa di un fenomeno naturale stagionale. Qualcuno dovrà risarcirli in qualche modo o dovrà aiutarli a convertire il loro lavoro in qualcosa di diverso, meno nocivo. Perché sembra impossibile ma, a Molfetta, quello del pescatore è un mestiere nocivo per la salute, neanche si lavorasse in fabbrica. Sempre che si tratti solo di alga tossica, di Ostreopsis ovata. “Noi – ha confermato il legale di Antonio Tedesco, l’avvocato Francesco Armenio – vista la confusione che si è venuta a creare, vogliamo che sia la Procura a fare chiarezza su questa vicenda. Ci stiamo preparando a depositare due diverse denunce contro ignoti, una alla Procura della Repubblica di Trani, l’altra alla Procura del-

la Repubblica di Bari. Per il momento stiamo raccogliendo le testimonianze di pescatori di Molfetta, di Giovinazzo e di Bisceglie. Subito dopo chiederemo che si faccia chiarezza”. Intanto i pescatori vanno al lavoro conciati come i tornitori. Occhiali protettivi sul viso, tuta da lavoro, stivaloni, guanti in gomma. “Noi ci copriamo tutto il corpo ma non basta perché – dice Antonio Tedesco – spesso i guanti si aprono e ciò che rimane attaccato alle reti in qualche modo finisce sulla nostra pelle e sono dolori. Per non parlare degli occhi e della sensazione di asfissia. Sono mesi che lavoriamo in queste condizioni. Siamo stufi. Di certo non abbiamo intenzione di stare fermi. È in gioco il nostro lavoro, la nostra salute, la nostra sopravvivenza”.

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Inchiesta

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“Ma quale inquinamento? Chi lo pensa è un pazzo!” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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Tra i pescatori si tende a minimizzare quanto sta accadendo, accusando chi ha lanciato l’allarme di mettere a rischio la categoria. La paura ora non è tanto quella di andar per mare con il cattivo tempo. O di rientrare con poco pesce. La paura è che in mare non si possa più andare. E così, come avveniva nel Medioevo, ad essere messi “al rogo” sono quei pescatori che per primi hanno lanciato l’allarme. Strano ma vero. Vero ed inquietante. “Quelli che hanno parlato con i giornalisti sono dei pazzi” ci ha detto un anziano pescatore, “gettano fango sul nostro lavoro, su quello che abbiamo per portare a casa il necessario per le famiglie”. Ma le irritazioni, gli occhi gonfi, i bruciori… “mettano i guanti, si coprano, stiano attenti” rincara la dose un altro che a pochi metri ascolta la conversazione e quando gli facciamo notare che non è normale che si vada per mare quasi come se si debba andare in fonderia se la ride e dà la colpa ai cefali. Sì, pelle dei cefali, è quella che provoca storia che davanti alle nostre coste ai cefali! “I bruciori sulle mani sono le irritazioni altro che l’acqua sporca ci sia una distesa d’acqua colma di la conseguenza del contatto con la e il mare inquinato”. Insomma alla sostanze “strane” non ci crede nes-

suno. O nessuno vuole crederci. Meglio ancora nessuno vuole ammettere che sia così. “Se qui vien fuori che il mare non è buono – dice un pescivendolo – succede il finimondo. Impediranno di andare a pescare e noi resteremo tutti senza lavoro oppure saremo costretti a mettere sui banconi solo pesce d’importazione”. Ma non avete paura che il pesce non sia buono, chiediamo? “Il pesce non è buono? Ma se è freschissimo, ha un profumo eccezionale e quando arriva sulle bancarelle è ancora vivo. Altro che le tante fesserie che qualcuno racconta in giro”. Sarà così. Forse. Ma i segni sulle mani di alcuni pescatori si vedono eccome. Le vedono tutti. Ma quasi tutti preferiscono far finta di niente. Il prezzo di uno stop della pesca sarebbe troppo alto da pagare e il settore è già in crisi. “Ci voleva solo pure l’arsenico…” mormora qualcuno stringendo la testa tra le spalle. Già, l’arsenico…


Attualità

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Il Seminario Regionale festeggia 100 anni Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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Gli eventi organizzati per la ricorrenza, iniziati l’11 novembre, si concluderanno nello stesso giorno del 2009.

Martedì 11 novembre si è tenuta la cerimonia per la solenne apertura degli eventi organizzati in occasione del Centenario del Seminario Regionale Pugliese di Molfetta. Alla cerimonia hanno preso parte tutti i vescovi di Puglia e i vescovi pugliesi sparsi nelle altre regioni. La relazione introduttiva è stata preparata dal cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica dei Seminari e degli istituti di Studi. Il cardinale ha trattato il tema “Il Seminario Maggiore e la formazione dei futuri presbiteri tra certezze e sfide”. Il prezioso contributo offerto dal Seminario Regionale in questi cento anni di vita è sotto gli occhi di tutti. Dall’edificio di Molfetta sono passati migliaia di giovani; sono stati formati 2.200 presbiteri; tra le fila dei docenti e degli ex alunni del seminario, 60 sono stati consacrati vescovi e 4 elevati alla dignità cardinalizia. L’attività del Seminario Regionale Pugliese ebbe inizio a Lecce nel 1908 per poi trasferirsi a Molfetta nel novembre del 1915, prima nel palazzo del Seminario Vescovile, poi nell’attuale sede, per interessamento dell’allora rettore monsignor Delle Nocche. Il 4 novembre 1926 fu solennemente inaugurata dal Legato Pontificio, Cardinale Gaetano Bisleti, Prefetto della Congregazio-

ne dei Seminari, la nuova sede, dono di Papa Pio XI. Qui sono accolti anche i seminaristi della vicina regione Lucana e il seminario assume la denominazione di “Pontificio Seminario Regionale Appulo-Lucano Pio XI”. L’ultimo trimestre del 1942 è destinato ad essere ricordato per sempre perché ha segnato in modo indelebile la vita spirituale del Seminario: la Direzione del Seminario, diretta dal Rettore monsignor Pietro Ossola, con propria lettera del 28 ottobre certifica che è arrivato a destinazione, in perfetto stato, il quadro “Madonna con Bambino”, dono del Papa Pio XII al Regionale Pugliese. Il 7 dicembre, vigilia della solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, il dipinto viene benedetto ed intronizzato nella cappella maggiore; la processione e l’atto di consacrazione compiuto da tutti il giorno successivo, 8 dicembre, suggella un rapporto d’amore e di venerazione che i giovani di Puglia che si preparano a servire come presbiteri la Chiesa e tutti i sacerdoti pugliesi avranno con la Madonna, modello di ogni chiamato. Il 1 luglio 1968 il Seminario Regionale Pugliese, come gli altri regionali, viene trasferito alla giurisdizione della Conferenza episcopale pugliese. Tale passaggio, che peraltro accoglie le aspirazioni dei vescovi, intende adeguare la realtà dei regionali italiani al dettato di

Optatam totius 7, in cui si stabilisce che i seminari regionali e nazionali siano retti “secondo le norme stabilite dai Vescovi interessati e approvate dalla Sede Apostolica”. La nota del 1968 ribadisce “l’impegno di ogni singola Conferenza episcopale di considerare il regionale come il proprio seminario maggiore, con obbligo da parte dei Vescovi cointeressati di inviare i propri alunni e di provvedere il personale dirigente e insegnante”; precisa, inoltre, che la giurisdizione sui seminari dovesse essere esercitata “in solidum”, con uguaglianza di diritti e di doveri, dai membri delle singole Conferenze. Dal 1 ottobre 1969, per decisione della Conferenza Episcopale Pugliese, il liceo è trasferito a Taranto presso il Seminario Arcivescovile di Poggio Galeso, mentre la sede di Molfetta è riservata agli studi filosofici e teologici. A seguito del riordinamento della regione ecclesiastica,

decretato dalla Congregazione per i Vescovi il Seminario Regionale accoglie anche i seminaristi delle diocesi della Capitanata e prende la definitiva denominazione di Pontificio Seminario Regionale Pugliese “Pio XI”. La formazione filosofica e teologica dei seminaristi negli anni seguenti è assicurata nel corso di studi del seminario, diventato Istituto Teologico Pugliese, affiliato dapprima alla pontificia Facoltà Teologica meridionale e, poi, ad essa aggregata nel 1992 con specializzazione in antropologia teologica. Istituita la Facoltà Teologica Pugliese dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, con decreto del 20 maggio 2005, essa opera nell’istituto Teologico Pugliese “Regina Apuliae” di Molfetta, e conferisce agli studenti che la frequentano i gradi accademici del baccellierato, della licenza e del dottorato in Sacra Teologia.


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Attualità

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Pioggia di finanziamenti per gli istituti superiori Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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La Provincia di Bari ha avviato numerosi interventi negli edifici scolastici della città. Sono iniziati la scorsa settimana i lavori di messa a norma dello storico immobile che ospita il Liceo Classico “Leonardo Da Vinci”, che prevedono il rifacimento degli impianti elettrico e idrico, la sostituzione dei pavimenti, salvo quelli artistici che saranno recuperati, la pitturazione dell’edificio e la sistemazione della nuova pavimentazione sportiva nella palestra di via Cavallotti. L’importo complessivo del progetto è di 500.000 euro di cui 300.000 (comprensivo del ribasso d’asta) per i lavori che dureranno 240 giorni. Al fine di evitare doppi turni e disagi agli studenti, al personale docente, amministrativo e ATA, il dirigente scolastico Cannizzaro ha opportunamente trasferito le classi del Liceo Classico presso la sede dello Scientifico; ciò consentirà all’impresa di velocizzare i lavori nella speranza di concluderli prima del tempo previsto e garantire il rientro delle classi prima della fine dell’anno scolastico. Resta il grande rammarico di non aver risolto l’annosa questione del rientro delle classi del Ginnasio, da anni stabilmente all’Apicella, nella sede del Li-

ceo: tale ipotesi, più volte auspicata dalla Provincia, avrebbe implicato l’utilizzo di alcuni spazi della ex biblioteca comunale, che invece, non più di un mese fa, l’amministrazione comunale ha destinato alla scuola media “Pascoli”. Nell’ultima riunione della Giunta provinciale del 4 novembre è stato approvato il progetto preliminare dell’ampliamento dell’ITIS “Galileo Ferraris”, per un importo totale di 3.583.000 euro che prevede la nuova costruzione di 15 aule, alcuni laboratori e la palestra; ciò consentirà il rientro nella sede centrale delle classi attualmente ospitate presso l’Apicella. Inoltre, tra due settimane circa, partiranno i lavori per il recupero dell’auditorium, incompiuto da sedici anni, dell’I.P.C.S.S. “don Tonino Bello”, per un importo di circa 170.000 euro. Il completamento della struttura consentirà non solo alla comunità scolastica ma anche alla città la fruizione di un ulteriore spazio pubblico per iniziative e manifestazioni di vario genere. Infine in questi giorni è partita la progettazione dei lavori per la creazione di nuove aule nell’I.T.C.G. “G. Salvemini” e nell’I.P.C.S.S. “don Tonino Bello” al fine di garantire il rientro delle classi delle due scuole attualmente ospitate rispettivamente nella scuola elementare “E. Berlinguer” e nei locali della “ex Kolbe”. Le risorse destinate a tali interventi sono di 500.000 euro per il “Salvemini” e 700.000 euro per il “don Bello”.

“Questi interventi – si legge in una nota diffusa dall’assessore provinciale Antonello Zaza – proprio nel momento in cui il Governo centrale taglia risorse economiche a scuole pubbliche e università, si pongono in continuità con quelli già realizzati in questi anni dalla Provincia di Bari che hanno consentito la messa a norma di oltre il 70% degli istituti del territorio, e la possibilità di superare gran parte delle sofferenze legate all’inadeguatezza delle strutture”.

Tarantella: non solo un ballo Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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photo: vincenzo.depinto

Un incontro organizzato dall’Aneb per scoprirne i segreti. L’8 novembre nella sede dell’associazione ANEB, presso la parrocchia San Pio X, si è tenuto un incontro - dibattito dal titolo “Tarantelle moderne”. L’incontro è stato un esperimento di tavola rotonda nel quale si sono incontrati vari ambiti disciplinari e varie forme di comunicazione: il video, la fotografia, la danza, la musica e la poesia. Tema fondamentale la riflessione sulla rinascita e sul rinnovato interesse per le tradizioni popolari e soprattutto per le espressioni musicali e coreutiche come la pizzica. I relatori, provenienti da mondi professionali diversi, hanno portato la propria esperienza di appassionati e la propria esperienza di ricerca sul campo. Il professor Domenico Copertino ha affrontato il tema della modernità, la professores-

sa la Forgia ha discusso sull’attualità degli studi di Ernesto De Martino, l’art director Vincenzo de Pinto ha presentato i suoi lavori fotografici e video tratti dalla manifestazione dell’edizione 2008 della Notte della Taranta, la professoressa Anna Sasso, organizzatrice dell’evento, ha mostrato alcune coreografie della danza popolare. L’incontro si è concluso con la lettura delle poesie di Luigi Armentano, il cui mondo poetico abbraccia il tema della donna e della musicalità della vita. Le poesie sono state presentate dal professor Gianni Palumbo e recitate da Antonio Annese e dallo stesso Palumbo. L’iniziativa rappresenta un esperimento di incontro di discipline, di interessi e di linguaggi differenti. É stato l’esempio di come

le tematiche attuali possano essere affrontate dai vari ambiti disciplinari non in un’ottica oppositiva ma di arricchimento reciproco. Ricordiamo che dietro il fenomeno della riscoperta delle tradizioni popolari si cela una profonda riflessione sull’identità, sulle memorie e sulle narrazioni del Sud Italia; l’iniziativa costituisce un invito, sulla scia dell’insegnamento di Ernesto De Martino, a fare in modo che la gente del sud riprenda il proprio ruolo di soggetto storico. I relatori ringraziano la Preside Anna La Candia, presidente dell’ANEB, per aver offerto loro questa possibilità e per aver dimostrato profonda sensibilità alle tematiche trattate. Katia la Forgia


In Città

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JOTA-JOTI: il mondo scout per aria e su Internet Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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Iniziativa resa possibile anche grazie alla rete Urban Hot Spot e alla caffetteria Grease.

Dal 1920 ad oggi di Jamboree Mondiali, momento di incontro per gli scout di tutto il Globo, ce ne sono stati ben ventuno: tutti diversi, ma uguali nella ricchezza delle diversità e nel senso di fratellanza che vi si poteva “respirare” tra i partecipanti. Il 1° Jamboree avvenne nel 1920, appena 13 anni dopo il primo esperimento di campo scout. Baden Powell, il fondatore dello Scoutismo, convocò a Londra il primo Jamboree della storia del movimento scout: presso l’Olympia Palace, un enorme padiglione per esposizioni dal tetto di vetro, si riunirono per otto giorni circa 8.000 scout provenienti da 21 Paesi diversi e da 12 colonie inglesi. Gare, sfilate, giochi scout, rappresentazioni nazionali dimostrarono ogni giorno alle migliaia di visitatori le esperienze di scoperta, accoglienza e condivisione che caratterizzavano e continuano a caratterizzare lo scoutismo. Baden Powell sciolse il Jamboree con queste parole: “Continuiamo concordi a sviluppare lo spirito scout della fratellanza, facendo regnare così tra

gli uomini la pace e la buona volontà che porta tutti al bene.” Da allora il Jamboree è un appuntamento partecipatissimo da tutte le associazioni scout WOSM tra cui il CNGEI, continuando ad essere uno dei più grandi raduni giovanili al mondo con cadenza ogni quattro anni: contingenti ufficiali di scout da ogni Paese del mondo, rappresentanze clandestine di scout da paesi in cui lo scoutismo (e l’associazionismo in genere) è attualmente vietato si incontrano per stringersi la mano, conoscere le culture, mangiare assieme, cantare tutto il giorno in tutte le lingue e idiomi, portare appeso al collo un cartello con la scritta “hug me” assicurandosi l’abbraccio di passanti scout sconosciuti, ma per sempre amici. L’ultimo Jam nel 2007, anno del centenario dal primo campo scout, ha accolto circa 40.000 tra ragazzi e ragazze scout da tutto il mondo. Eppure nel mondo gli scout sono molti ma molti di più dei 40 mila partecipanti al Jamboree 2007, così succede che non tutti possono parteciparvi!

Circa 51 anni fa uno scout propose di usare la radio perché si potesse svolgere un Jamboree ogni anno, sicuramente partecipato da molti più scout di quanti fisicamente si potrebbero di fatto radunare: un jamboree possibile per tutti incontrandosi anche solo attraverso ponti radio. Nacque così lo JOTA, acronimo di “Jamboree On The Air”, che negli ultimi 12 anni si è ulteriormente rinnovato con lo JOTI, acronimo di “Jamboree On The Internet”. Scout da tutto il mondo, in ogni nazione, attivano postazioni radio o postazioni internet per il solo piacere di conoscersi e confrontarsi, o solo salutarsi, mostrarsi e contarsi nella grande famiglia degli scout. A Molfetta la sezione scout CNGEI ha festeggiato i suoi 10 anni mentre lo scoutismo mondiale ha festeggiato i suoi 101. Per offrire ai nostri ragazzi una traccia concreta di internazionalità è stata allestita una semplice postazione, con un pc un po’ vecchio ma sufficiente per farci girare il programma di una chat e consentire

di visualizzare nomi di altre postazioni, nomi di altri scout come noi, dall’altra parte della città, della provincia, della regione, del bel Paese, del continente. Un network di persone che per 2 giorni attivano postazioni dunque per incontrarsi, confrontarsi su qualsiasi interesse, o semplicemente per trascorrere un po’ del proprio tempo in amicizia con chi forse non si vedrà mai, ma si ricorderà per sempre come qualcuno con cui si condivide qualcosa di veramente significativo: la promessa di essere buoni cittadini, nel mondo come a casa propria. “I dirigenti della Sezione scout CNGEI di Molfetta, ma soprattutto i ragazzi e ragazze che hanno vissuto il Jamboree su Internet 2008 ringraziano la Urban Hot Spot e soprattutto il Bar Grease, per averci ospitato garantendoci un canale vivo di connessione con il mondo e per averci dimostrato che ciascuno nel suo piccolo, facendo piccoli gesti di accoglienza e condivisione, scout e non che sia, può permettere grandi azioni di pace per le nuove generazioni”.


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In Città

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L’arte di far viaggiare: un premio dalla Costa Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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L’Agenzia Caputo Viaggi tra le migliori 250 di tutta Italia secondo una delle più importanti società crocieristiche del mondo.

Eccellenza molfettese in giro per il mondo. Anche senza spostarsi dalla propria città. Anzi, stando comodamente seduti in poltrona nel “salotto buono” di corso Umberto. È in pieno centro cittadino che nasce una realtà imprenditoriale con una storia di oltre sessant’anni. Una storia fatta di consigli, professionalità ed oggi ulteriormente “certificata” da uno dei marchi più importanti del settore turistico: Costa Crociere. A ricevere l’ennesimo riconoscimento è l’agenzia “Caputo Viaggi”, una istituzione per l’intera città e per le migliaia di pugliesi che, anche grazie ai consigli e all’aiuto di quella agenzia hanno girato il mondo. Magari facendo fortuna. Nel corso del mese di ottobre la storica agenzia molfettese è stata premiata dalla Costa Crociere che l’ha designata tra le 250 migliori agenzie partner d’Italia.

Un risultato importante se si considera che in tutto il “bel paese” sono circa diecimila le agenzie che trattano prodotti Costa. “Siamo orgogliosi del premio ricevuto: significa che il nostro sforzo è stato riconosciuto dalla Costa ma soprattutto dai nostri clienti”. Il premio, ritirato a Bari da Antonio e Sergio Caputo e da Marcello D’Aniello nel corso di una cerimonia organizzata dalla Costa, consiste in una Fiat 500 “marchiata” che già da qualche tempo è ben visibile in città. Ma chi sono i clienti che hanno “premiato” la professionalità della agenzia Caputo? “Può sembrare strano – ci ha detto Marcello – ma la gran parte di loro non sono molfettesi. Abbiamo numerosissimi clienti provenienti da tutta la provincia e in percentuale sono molti di più dei nostri concittadini”. Nella maggior parte dei casi sono i “viaggi di nozze” che attirano la clientela “anche se – ha ribadito Marcello – nell’ultimo periodo non manca un incremento di richieste da parte delle famiglie. Diciamo che la crociera è diventata per tutti e i novelli sposi sono sempre in cerca di viaggi particolari e fuori dal comune”. Ma dove vanno i molfettesi e i pugliesi che scelgono la crociera: “Le più gettonate, anche perché più economiche, sono quelle nel Mediterraneo. Non mancano però le partenze verso il Nord Europa e i paesi tropicali”.

La spesa poi può variare da un minimo di 1.400 euro per due adulti e due bambini sino ad oltre 6.000 euro per i viaggi più lunghi. Insomma, anche in un periodo di crisi come questo gli italiani non rinunciano al relax delle vacanze: “Diciamo che anche noi stiamo avvertendo un calo della richiesta ma penso che presto le cose cambieranno”. Nel frattempo in “casa Caputo” ci si prepara per un altro importante riconoscimento che sarà assegnato nel prossimo mese di dicembre. Si tratta del premio “Protagonisti del Mare”, assegnato sempre dalla Costa e che oramai vede stabilmente tra i vincitori l’agenzia di corso Umberto. “Siamo felici dei riconoscimenti che ci vengono assegnati anche perché è sempre bello che in giro per l’Italia e per il mondo si associ il nome della nostra agenzia al nome di Molfetta: pensiamo che in fondo il successo di qualsiasi attività imprenditoriale debba molto al tessuto sociale in cui nasce e cresce e per quanto ci riguarda la nostra storia professionale è un tutt’uno con la storia recente della nostra città”. Una storia che continua e che ha fatto da scuola per tante altre attività operanti nel settore sorte sul territorio ad opera di tanti bravi e giovani professionisti: un aspetto interessante e sinora sottovalutato del tessuto produttivo locale.


Sport

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Ayroldi – Altomare: coppia europea La telefonata deve essere stata certamente emozionante. Noi possiamo solo immaginarla perché la rigidità delle disposizioni dell’Associazione Italiana Arbitri non lascia “spazio di manovra”: niente dichiarazioni alla stampa per le “giacchette nere” e così il momento della “designazione europea” deve aver toccato le corde del cuore ad uno come Francesco Altomare. Un ragazzo serio, modesto, poco avvezzo ai riflettori. Un ragazzo che indossando la divisa degli arbitri di calcio ha scalato la montagna: dai campionati giovanili alla Serie A ed oggi anche l’Europa. Francesco Altomare è così entrato nella storia del mondo calcistico e arbitrale molfettese: una storia fatta di tanti successi, palcoscenici importanti e prestigiosi riconoscimenti. Una storia che oggi ha anche la “ciliegina” della presenza in Champions League, il più importante torneo europeo per club. Ed una storia resa “preziosa” da una circostanza più unica che rara: nella stessa gara, nello stesso stadio, per novanta minuti, Francesco Altomare non è stato l’unico molfettese a respirare aria d’Europa. Al suo fianco, anzi per essere precisi di fronte a lui, c’era un veterano delle competizioni internazionali: quello Stefano Ayroldi ormai candidato ad essere protagonista di competizioni intercontinentali. Insomma, per la prima volta nell’ultra

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I due assistenti arbitrali molfettesi nella storia: insieme in Champions League per la gara tra Arsenal e Fenerbahce diretta dal torinese Rosetti. settantennale storia della sezione “Paolo Poli” di Molfetta due assistenti molfettesi hanno calcato insieme un campo tanto importante come quello dell’Emirates Stadium di Londra per dirigere, assieme al fischietto “mondiale” Roberto Rosetti, la gara tra gli inglesi dell’Arsenal e i turchi del Fenerbahce. Un incontro di prestigio in uno stadio stupendo e con una cornice di pubblico a dir poco meravigliosa. E non importa che alla fine il risultato sia rima-

sto bloccato sullo 0 a 0. Importa che i due molfettesi in divisa rossa (la divisa degli arbitri internazionali) abbiano coronato la loro giornata europea con una prestazione eccellente, in linea con l’impegno, il lavoro e l’applicazione che da sempre si insegnano e si imparano nella “Paolo Poli”. “Voi in campo, noi nella storia” c’era scritto nella targa ricordo che gli arbitri molfettesi hanno voluto donare ad Ayroldi e Altomare per celebrare l’evento. A con-

Bari Sport sola al comando Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Il Real delude ancora Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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Nel campionato di Seconda Categoria supremazia dei Nonostante molfettesi. Continua l’entusiasmante cavalcata del Bari Sport Molfetta di mister Angelo Germinario nel campionato di Seconda Categoria. I biancorossi hanno oramai tolto definitivamente la maschera e sono candidati ad essere la “prima donna” del torneo. Nelle ultime due apparizioni altrettante vittorie. Dal 5-1 del 2 novembre in casa contro il fanalino di coda Mola al prezioso 1-0 conquistato sul campo del Trinitapoli la domenica successiva. Vittorie che consolidano il primato in classifica e servono a man-

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tenere a quattro punti di distanza l’inseguitrice più prossima. Nelle stesse due settimane per il Milan Club, altra squadra molfettese impegnata in Seconda, si registrano il pareggio esterno per 1-1 sul campo del Cellamare e la sconfitta interna per 1-0 contro l’E. Triggiano. Nelle prossime due settimane il Bari Sport dovrà vedersela prima in casa contro l’A. Triggiano poi in trasferta contro l’Adelfia. Per il Milan Club trasferta a Trani e gara casalinga contro il Cerignola.

segnarla nel corso di un incontro un ospite d’eccezione: Domenico Celi, barese della sezione di Campobasso, arbitro emergente nel campionato di Serie A. Ayroldi e Altomare meritano certamente il riconoscimento della comunità sportiva cittadina: andare in giro per l’Italia, per l’Europa, per il mondo ostentando la propria molfettesità è un atto di riconoscenza verso la propria comunità di appartenenza ma soprattutto motivo di orgoglio per l’intera città. Una città che le “giacchette nere” è oramai abituata a coltivarle, coccolarle, lanciarle verso importanti palcoscenici. E non è un caso se in Serie A diriga da dieci anni un certo Gianni Nicola Ayroldi (oramai prossimo alle 100 gare nella massima serie); se sempre tra A e B “sbandieri” anche Onofrio Fiore. Se in Prima e Seconda Divisione gli assistenti Grillo e Calò segnino presenze sempre positive. E poi dietro di loro l’enorme mondo del calcio dilettantistico e dei vari Abbattista, Illuzzi, Matera. Insomma un mondo sempre affascinante, che continua ad attrarre tanti giovani. Giovani che senza timore scelgono di fare sport. Di mettersi al servizio dello sport. Con serietà e sacrificio. Spesso vestendo i panni degli “educatori” anche di fronte a tanti adulti che l’educazione amano dimenticarla in fondo a qualche cassetto dell’anima.

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il cambio di allenatore i “galacticos” appaiono ancora sotto tono.

Crisi sempre più profonda in casa Real Molfetta. Il cambio di allenatore con Pazienza al posto di Grassi non ha ancora sortito gli effetti sperati. Una effi-

mera illusione si era avuta in occasione della gara del primo novembre contro il fanalino di coda Brindisi “asfaltato” con il risultato di 10 a 1. Sette giorni dopo, però, ritorno all’amara realtà con la sconfitta per 3-2 subita in quel di Noci. Il problema sembra essere oramai chiaro: qualcosa non funziona nello spogliatoio. E per una squadra costruita con ambizioni di successo si tratta di un gran problema. Necessario un pronto riscatto nelle gare del 15 in casa contro il Giovinazzo e del 22 a Fasano.


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Sport

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Virtus “seppellita” dai punti avversari Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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Hockey Club lontano dalla vetta Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

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Nelle due gare contro Ferentino e Osimo subiti ben 222 I pattinatori molfettesi non danno continuità al loro punti. Necessaria una inversione di rotta. campionato. Adesso si può parlare di crisi vera. Mettendo da parte prudenza ed eufemismi è sotto gli occhi di tutti che in casa Virtus Basket l’aria sia divenuta davvero pesante. Negli ultimi quindici giorni la compagine del presidente Andrea Bellifemine è stata seppellita sotto una valanga di punti dagli avversari, subendo i peggiori parziali che la storia decennale della società abbia mai raccontato. Due sconfitte, a Ferentino e in casa contro Osimo, che non lasciano spazio a spiegazioni filosofiche: è chiaro che nella macchina costruita in estate c’è qualche ingranaggio che non funziona. E il rischio di una stagione amara si fa sempre più pressante. Certo, ci sono i tempi e i modi per raddrizzare la nave e rimettersi in corsa ma bisogna agire con serenità e cercando di non farsi trascinare dall’onda dell’emotività. A Ferentino i biancoazzurri hanno subito 112 punti mettendone a referto 90. In casa, contro Osimo il tabellone nel riquadro “ospiti” segnava 110 a fine gara contro i 102 dei “loca-

li”. Insomma, si è segnato tanto ma si è anche difeso poco e male. E a nulla sono valse le eccezionali prestazioni di un Patrick Nanut tornato ad essere il giocatore che tutti si aspettavano e capace di metter nel ferro decine di punti. Attorno a lui, a parte un altrettanto epico Andrea Maggi, si è visto ben poco. Eppure in settimana si lavora sodo, con attenzione e soprattutto nel clima di assoluta serenità costruito dalla dirigenza. La domenica in campo però la squadra sembra sfaldarsi ed ognuno gioca più per sé che per il gruppo. È necessaria quindi una immediata inversione di tendenza. Certamente qualcosa all’interno dello spogliatoio dovrà cambiare. Certo le prossime due gare non consentiranno di dormire sonni tranquilli: il 16 si andrà nel palazzetto di Ostuni, luogo di amari ricordi per i molfettesi, poi si ospiterà un Potenza in ripresa. Solo uno scatto di orgoglio dei molfettesi potrà servire a far punti. In caso contrario si preannunciano due settimane assai difficili.

Hockey Club: ci risiamo. I pattinatori molfettesi non riescono a dare continuità al proprio campionato e così alternano settimane di buone prestazioni a periodi di buio da cui mister Vianna non riesce a tirar fuori i suoi uomini. Dopo le buone prestazioni contro Matera e Follonica tutti si aspettavano il rilancio definitivo della squadra. E invece altre due battute d’arresto che fanno scivolare gli uomini del presidente Massimo de Palma a centro classifica e a sei punti dalla capolista Sarzana. A far certamente più male e a far riflet-

tere maggiormente è stato il pareggio interno del primo novembre contro il Sandrigo. Sulle mattonelle del Pala Don Sturzo i biancorossi, in vantaggio per tre reti ad uno grazie alla doppia marcatura di Cirilli e al gol di Piscitelli, si sono fatti raggiungere sul pari 3, all’ultimo secondo di gara e dopo aver sprecato l’occasione di allungare sul 4 a 1 a causa del rigore fallito da Cirilli. Sette giorni dopo “ossa rotte” in quel di Correggio. Sulla pista emiliana capitan Agrimi e soci ne hanno incassati cinque riuscendo a segnarne solo due (doppietta di Vianna) quando oramai la gara era compromessa. In tutto questo da segnalare anche l’esclusione dai convocati di Daniele Persia: il materano tornato a Molfetta per fare la differenza è oramai in rotta di collisione con l’allenatore argentino Vianna. Nelle prossime due settimane ostacoli impegnativi per i molfettesi: prima in casa contro il Montebello (15 novembre) poi di scena sulla pista del Sarzana (22 novembre).


Sport

giovedì 13 novembre 2008

Avellis e Palumbo sono sulla strada giusta Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

I tecnici della Pallavolo Molfetta artefici del rilancio della pallavolo maschile molfettese. Ad inizio campionato mister Vito Avellis lo aveva detto: “Se scendiamo in campo sereni e consapevoli delle nostre capacità possiamo fare bene”. Il tecnico molfettese aveva ragione da vendere e così la Pallavolo Molfetta dopo il passo falso interno contro Sora non ha più avuto battute d’arresto e punta senza mezzi termini a quella prima posizione occupata attualmente proprio da laziali. I biancorossi scendono in campo con mentalità vincente e preparati a gestire anche le “emergenze” legate ad infortuni e momenti di appannamento di qualche atleta. Insomma il duo Avellis – Palumbo sta costruendo una squadra vera che si allena con continuità, professionalità e soprattutto con il sorriso sulle labbra e la consapevolezza dei propri mezzi. Poi quando sotto rete ci sono uomini del calibro di De Mori, Kunda, Bonati, Costantini e di seguito tutti gli altri, beh l’importante è lavorare sodo e crederci sino in fondo. Anche il pubblico se ne è accorto ed è tornato ad affollare le tribune del PalaPoli facen-

do rivivere le emozioni di alcuni anni fa. Negli ultimi quindici giorni i molfettesi hanno archiviato le pratiche Avellino e Brolo con serenità. In casa con i campani si sono importi per 3 a 1 (25-10, 20-25, 25-18, 25-19) cedendo un set più per provare a rendere l’incontro più interessante che per altro motivo. Sette giorni dopo sul campo caldo di Brolo la vittoria è stata ancora più netta: 3 a 0 (13-25, 2125, 19-25) ed altri tre punti conquistati. Insomma la Pallavolo Molfetta sta attraversando un momento di grazia che, non è difficile prevedere, potrebbe proseguire sino al termine della stagione. Intanto già domenica 16 i biancorossi dovranno affrontare una prova delicata: sul parquet del PalaPoli arriva la vice capolista Gela. Una vittoria potrebbe rappresentare molto in chiave campionato. Poi sette giorni dopo, il 23, si viaggia in Umbria per incontrare lo Spoleto, altra formazione di qualità del torneo. Prove impegnative che la Pallavolo Molfetta ha tutta l’intenzione di superare a pieni voti.

All’Azzurra manca il carattere Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Le

ragazze

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di Anna Grazia Matera sembrano “estranee” alla categoria.

Probabilmente, se non certamente, il presidente Vincenzo Giancaspro ha iniziato ad arrabbiarsi. Sul serio. L’Azzurra Volley Molfetta non riesce a togliersi di dosso i panni di giovane matricola e continua a collezionare prestazioni scoraggianti che la relegano nei bassifondi della classifica del campionato nazionale di serie B2. Le ragazze allenate da Anna Grazia Matera sembrano non aver ancora trovato la loro giusta identità e continuano a soffrire le avversarie più sotto il profilo psicologico che delle doti tecniche. Insomma quello che manca, più dell’esperienza, è il carattere e la grinta necessarie a gestire i momenti difficili degli incontri e a salire in cattedra quando necessario. Così se la sconfitta di Salerno per 3 a 0 (25-19, 25-18, 25-

HOCKEY

BASKET

Serie A2

810

ancora

15) ci poteva anche stare, aver permesso al Sala Consilina di venire a Molfetta a prendersi due dei tre punti disponibili è qualcosa di non tanto normale. Anche perché, parole del presidente, proprio con “Sala Consilina inizia il vero campionato dell’Azzurra”. Ed invece le campane hanno strappato un 3 a 2 al tie break dopo (25-20, 19-25, 25-22, 23-25, 14-16) che le molfettesi avevano avuto l’agevole possibilità di chiudere il match a proprio favore nella quarta frazione di gara. In settimana si torna a lavoro: la società certamente farà sentire la propria voce. Nei prossimi quindici giorni l’Azzurra è attesa dalla trasferta di Scafati (il 15) e dalla gara casalinga contro Potenza (il 22). Serve assolutamente raccogliere punti per la salvezza.

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Serie A dilettanti

Sarzana Montebello Correggio Thiene MOLFETTA Modena Matera Lodi Sandrigo Follonica

19 17 15 14 13 8 6 4 4 0

Latina Ferentino Fossombrone Trapani Ostuni Siena Osimo Potenza Palestrina Sant’Antimo Barcellona Matera MOLFETTA Firenze

12 10 8 8 6 6 6 6 4 4 2 2 2 2

PALLAVOLO Serie B1 Maschile Sora Gela Spoleto MOLFETTA Bari Terlizzi Ostia Fasano Terni Brolo Chieti Marcianise Galatina Foggia Squinzano Avellino

Serie B2 Femminile 20 19 19 18 15 14 13 11 11 10 8 8 8 8 6 4

Matera Salerno Trani Tuglie Taranto Benevento Scafati Sarno Sala Consilina Potenza MOLFETTA Aversa Nojaturi Montescaglioso Battipaglia Ostuni

CALCIO A5

CALCIO

Serie C1 Castellana Sammichele R. Mola Giovinazzo Pellegrino Modugno R. MOLFETTA Spinazzola V. Mola Ruvo Fasano Noci Cerignola Sava Brindisi Altamura

24 21 20 18 17 17 15 15 12 9 7 5 5 4 3 0

Seconda categoria 19 18 16 16 16 16 16 15 15 13 13 13 11 4 2 1

BARI SPORT Cellamare Palo del Colle Bisceglie Conversano Bitetto Altamura Adelfia Trinitapoli MILAN CLUB E. Triggiano Capurso A. Triggiano Trani Cerignola Mola

22 18 17 17 16 13 12 10 10 9 9 6 6 5 3 2


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Offro Lavoro

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Le istituzioni creano “rete” con la Borsa Nazionale del Lavoro Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice

Marco Spadavecchia

Da sempre il lavoro costituisce un’emergenza per il Sud. Per le amministrazioni locali l’occupazione giovanile rappresenta uno dei problemi più annosi, risultando quindi, tra gli ambiti strategicamente prioritari. Sicuramente le istituzioni della nostra Regione non brillano in termini di interazioni tra loro

sia in termini quantitativi che qualitativi ma, anche questa volta in aiuto delle istituzioni, al fine della costituzione di una “rete”, arriva Internet. Il tentativo, quindi, di creare una rete fra tutti quei protagonisti che da anni si occupano sul territorio delle tematiche legate al mondo dell’occupazione trova concretezza nella costituzione della Borsa Nazionale del Lavoro, attiva già da qualche anno e promossa dal Ministero del Lavoro. La Legge 30/2003, meglio conosciuta come “Legge Biagi”, infatti, ha reso obbligatorio l’avvio a livello nazionale e regionale di questo sistema informatizzato ( www.borsalavoro.it). Il network, è composto da una serie di soggetti pubblici e privati debitamente selezionati per l’erogazione di tutta una serie di servizi progettati per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro: sportelli Informagiovani, Centri per l’Impiego, le agenzie per il lavoro e le Università. A questi ultimi soggetti si vanno ad aggiungere anche le attività della Camera di Commercio e gli Istituti di scuola secondaria di secondo grado. Tutti questi soggetti, quindi, possono

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interagire con la Borsa Lavoro anche attraverso i vari nodi regionali, che per la Puglia è www.puglia.borsalavoro.it. Su questo ultimo nodo però, ad oggi, non abbiamo riscontrato un gran numero di offerte lavorative, vale comunque la pena “spulciare” le pagine del sito per acquisire, così, utili informazioni. Quali sono, quindi, nel dettaglio i servizi offerti dal network Borsa Lavoro Nazionale? I cittadini possono: consultare liberamente le offerte di lavoro e le informazioni dedicate al mercato del lavoro; inserire direttamente e senza necessità di intermediari la propria candidatura nel portale; rispondere ad offerte di lavoro di proprio interesse; aggiungere e stampare il proprio curriculum in formato europeo o il libretto formativo; richiedere servizi agli intermediari. Le imprese e i datori di lavoro, invece, possono: consultare le candidature dei lavoratori; ricevere informazioni e consultare documentazione; pubblicare annunci di lavoro e ricevere le candidature dei lavoratori; ricercare e selezionare cittadini il cui profilo soddisfi il proprio fabbisogno professionale; richiedere attraverso la compilazione di un apposito

modulo on line, i nuovi codici INAIL di accesso qualora ne siano sprovvisti o li abbiano persi. Mentre, gli intermediari pubblici e privati autorizzati e/o accreditati possono: visualizzare e pubblicare annunci relativi alle richieste di personale da parte delle imprese; utilizzare le candidature dei lavoratori per ricercare personale e segnalare i profili alle imprese; conferire i dati relativi alle candidature e alle offerte di lavoro raccolte; sviluppare i servizi in cooperazione con la rete pubblica e condividere informazioni; condividere risorse, notizie, documentazione e soluzioni operative. In conclusione vi forniamo alcuni dati che indicano il trend di crescita ottenuto dalla Borsa Nazionale del Lavoro. A fine marzo 2008, infatti, sono 337.571 i visitatori del portale, 36.329 le registrazioni, 15.848 gli annunci di lavoro pubblicati dalle aziende e 22.798 i profili inseriti dai cittadini. “Solo l’esperienza può attribuire concretezza al proprio progetto. L’esperienza va considerata come la madre di ogni certezza”. Leonardo Da Vinci

Il fatto.net ha selezionato per voi dai motori di ricerca alcuni annunci di lavoro. Alcuni annunci saranno ripetuti ma vale sempre la pena consultarli tutti. Negli annunci diretti troverete gli annunci fatti direttamente alla nostra redazione. Il servizio di annunci è totalmente gratuito e la radazione non si assume alcuna responsabilità circa la bontà delle inserzioni. Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultate il sito www.ilfatto.net nell’area OFFRO LAVORO.

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Rubriche

giovedì 13 novembre 2008

Parcheggio selvaggio Gentile Redazione, mi rivolgo a voi con questa mia nota per segnalare quanto segue, sperando di vederla pubblicata sul quindicinale “il Fatto”, affinché il signor Comandante ed il signor Assessore alla Polizia Municipale prendano i provvedimenti del caso. Il sottoscritto ha inviato ben tre note al suddetto comando, che ignorandone del tutto il contenuto, a tutt’oggi non ha preso alcun provvedimento. Qual è il motivo di tale comportamento? Sarà negligenza? Sarà favoritismo? Di sicuro si tratta di un caso di disparità di trattamento. La segnalazione riguarda la stradina di Corte via Bari (una strada senza uscita): vi sono strisce blu per il parcheggio a pagamento delle auto che vi sostano e che espongono per questo il “pass” o i “grattini”. Analoga stradina (sempre senza uscita) è situata in piazza Garibaldi di fronte ai civici 46, 47, 48, nelle adiacenze del Calvario e quindi in piena zona di sosta a pagamento. Questa stradina però non è dotata di strisce blu e non vi è alcun cartello che indica la sosta a pagamento. Per questo è sempre intasata di auto che creano

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caos e disagi ai residenti. Inoltre, all’imbocco di detta stradina è installato un segnale di “divieto di fermata” (articolo 172 comma 6 del Codice della Strada) che nessuno rispetta e per il quale mai un vigile abbia elevato una contravvenzione. Migliore soluzione sarebbe l’installazione del cartello di “divieto di circolazione”. Gentile Redazione, confido in voi e nella vostra correttezza e imparzialità nel pubblicare gli articoli, nel bene dei vostri lettori e della comunità. Grazie. Michele de Palma Pubblichiamo volentieri la lettera del nostro lettore (come di chiunque altro voglia scriverci all’indirizzo “il Fatto – Activa Srl”, Via degli Artigiani A/8 – Molfetta, oppure via mail all’indirizzo redazione@ilfatto.net) e confidiamo nella risposta puntuale ed in tempi brevi di chi di competenza, sperando di contribuire a risolvere il problema segnalato.

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ridurre traffico e smog con tutte le conseguenze del caso. Pertanto vada avanti Legambiente nella sua battaglia contro questi due nuovi distributori di carburante. Anzi, suggerisco la rac000. Niente Carnevale a Molfetta colta firme per una petizione popolare coinvolgendo tutta la cittadinanza su * Anche quest’anno Molfetta non una questione che ci tocca in prima avrà il suo Carnevale. Vi chiedo se è persona. normale che ogni anno devo lavorare Dario Farinola nelle città limitrofe quando posso realizzare un carro allegorico nella mia 751. Firme per il “Francesco Padre” città! Non tutti sanno che già ora si lavora la cartapesta in previsione del * Mi associo senza indugio alla racCarnevale. colta firme. Alle famiglie dei marittiGino “cartapestaio”. mi deceduti nel disastro va il mio più sentito cordoglio e che i loro cari pos000. Una buona idea per far soldi! sano riposare in pace. Luigi Armenio * Volete una buona idea imprenditoriale e geniale: a Molfetta manca 762. Storie di fantasmi un’impresa che trasformi la plastica raccolta in scaglie da rivendere alle * I fantasmi sono entità eteriche. ditte trasformatrici... Spesso sono i corpi eterici che vivevano in un determinato luogo e che 767. No ai due nuovi distributori desideravano rimanere lì anche dopo il decesso. Ma devono assorbire ener* Occorre disincentivare quanto più gia da qualche persona vivente. Non possibile l’uso dell'automobile pri- possono muovere alcun oggetto o fare vata potenziando ai massimi livelli rumori. Chi li vede o li sente significa il trasporto pubblico ecocompatibile che è impossessato da qualche entità e dotando l’intera città di piste cicla- eterica. bili con relativi parcheggi al fine di Max


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Rubriche

giovedì 13 novembre 2008

www.ilfatto.net

FACILE

DIFFICILE

SOLUZIONI n° 22

Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni. Fonte:(it.wikipedia.org)

IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni, puntuale come sempre il giovedì.

Caffè Duomo Bar Universo Bar Fenice Bar Mixed Bar Stazione Pasticceria Mezzina Bar Fantasy Bar Davis Sotto Coperta Bar Miramare Coffee Room Cin Cin Bar Bettie Page

Off Street Blanc la nuit Beatles Pub Swing Pub Grease Place Blanc Cafè Agip via Terlizzi Esso via Terlizzi API zona industriale Q8 zona industriale ESSO via Bisceglie Metropolis Silver Café Madogas via Terlizzi


Rubriche

giovedì 13 novembre 2008

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Gnocchetti di ricotta con crema di asparagi e gamberi Categoria: primo piatto

Ingredienti per 6 persone • • • • • • • •

500 gr. di gnocchetti di ricotta 300 gr. di asparagi cotti al vapore 400 gr. di panna 50 gr. di gorgonzola 50 gr. di burro 50 gr. di bacon 80 gr. di parmigiano Sale, pepe, noce moscata q.b.

Crema di gamberi • 200 gr. di salsa di pomodoro • 200 gr. di gamberi tritati • 100 gr. di panna

Procedimento In una padella far fondere il burro, unire il bacon, gli asparagi e lasciare stufare; unire la panna e far cuocere per 4-5 minuti, aggiungere il gorgonzola e mixare il tutto. Cuocere gli gnocchi in acqua e amalgamarli alla crema. Unire il parmigiano e regolare di sale e pepe. Per la crema di gamberi Versare nella salsa di pomodoro bollente i gamberi e lasciar cuocere per qualche minuto; unire la panna, aggiungere sale e pepe.

Chef: Domenico Lampedecchia

I CONSIGLI DELLO ZODIACO ARIETE Tirate le somme del lavoro svolto negli ultimi mesi e quantificate quanto avete fatto per voi e quanto vi siete spesi per gli altri. Decisamente vi siete svuotati. È arrivato il momento di pensare al singolare. Imprevisti all’orizzonte.

TORO Siete alla ricerca di un impiego più appagante, una occupazione che comunque vi stimoli e vi gratifichi anche finanziariamente. Nulla di negativo in tutto questo se non fosse che non fate nulla per realizzare i vostri obiettivi. Chiedete, cercate, non aspettate che le cose vi piovano in testa.

GEMELLI Preparatevi a combattere. La soluzione non è semplice ma neppure impossibile. Fate affidamento sulle persone care e sui familiari. La ciambella di salvataggio potrebbe arrivare da una persona amica che fino ad oggi avete sottovalutato.

CANCRO Fate attenzione ai mali di stagione, vi aspetta un periodo particolarmente intenso ed è necessario che voi siate nel pieno della forma fisica e mentale. Non dimenticate una importante scadenza perché la vostra superficialità potrebbe ferire qualcuno.

LEONE Essere concilianti vi aiuterà a risolvere a vostro vantaggio una questione che altrimenti è compromessa. Nei rapporti di coppia è arrivato il momento di fissare gli obiettivi insieme. È una specie di test che può rivelarsi determinante per continuare.

VERGINE La vostra gelosia è del tutto fuori luogo. Nessuno ha deciso di farvela sotto il naso. Non avete pensato neppure per un momento che forse la persona che amate vuole farsi notare proprio da voi e sa su quali tasti spingere? Regalatele qualche attenzione in più.

BILANCIA È arrivato il momento di risolvere quella questione a cui tenete tanto. Allora forza, rimboccatevi le maniche. Lasciate che l’estro e l’incoscienza, ogni tanto, prendano il sopravvento. L’unico modo per combattere e sconfiggere la monotonia è fare ricorso all’originalità. Non siate pigri.

SCORPIONE Pensate ad ogni vostra azione prima di lanciarvi in avventure tutte nuove. Usate sempre tatto per non urtare la sensibilità di chi vi è accanto. Dedicate un po’ più di tempo ai vostri affetti. Il lavoro e gli impegni esterni sono importanti ma non è il caso di trascurare tutto il resto.

SAGITTARIO Invece di puntare i piedi e fare le bizze perché non provate ad essere più chiari. Avete bisogno di coccole, ammettetelo senza pudore. Il periodo è favorevole per chi è alla ricerca di un nuovo amore o di una evasione momentanea. Ma non rischiate troppo.

CAPRICORNO Occorre essere sinceri fino in fondo e andare incontro alle conseguenze anche a costo di rimetterci. Sulla menzogna non si costruisce nulla forse per questo il rapporto con il vostro partner vacilla. Provate ad interrogarvi sulla opportunità di continuare la vostra storia.

ACQUARIO Non state attraversando il vostro periodo migliore ma invece di piangervi addosso dovreste provare a cambiare le cose. Spesso chi solleva il problema diventa il problema. La soluzione? Date fondo a tutta la vostra dolcezza, vi tornerà molto utile.

PESCI Avete solo bisogno di concentrazione per superare gli ostacoli. Tenete duro e lanciatevi in pista. Per troppo tempo avete sottovalutato il vostro intuito. Ora è arrivato il momento di cambiare atteggiamento. Vi tornerà utile.

www.ilfatto.net IL FATTO Quindicinale gratuito di informazione EDITORE Activa Srl con unico socio PRESIDENTE Giulio Cosentino | cell. 334.1758150 DIRETTORE RESPONSABILE Corrado Germinario Registrato presso il Tribunale di Trani aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07 REDAZIONE Via degli Antichi Pastifici, Zona Artigianale A/8 Molfetta redazione@ilfatto.net PROGETTO GRAFICO Vincenzo de Pinto IMPAGINAZIONE NELLOPOLI.com | HIDESIGN.it STAMPA Tipografia Sedit Srl Servizi Editoriali Via delle Orchidee 1 Modugno CONCES. DELLA PUBBLICITA’ Ufficio Commerciale tel. 347.57.25.019



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