Il Fatto n. 036

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w w w . i l f a t t o . n et Molfetta

giovedì 21 maggio 2009

Quindicinale gratuito di informazione.

n° 36

Politica

Cronaca

Cultura

Sport

Nomi, volti e partiti dei 37 candidati molfettesi alle elezioni provinciali.

C’era una volta l’hotel Tritone. Forse domani ci saranno degli appartamenti.

Bella, simpatica e sorprendentemente brava: parliamo di Lucrezia Gigante.

Bari Sport condannato ai play off. A Cellamare amara sconfitta.

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Inchiesta

Una città per molti. Non per tutti. Finalmente se ne vanno!

Arrivano le isole ecologiche

Dopo settimane di rinvii legati a motivi di esclusiva natura politica, sono cominciate le operazioni di brillamento dei residui bellici a caricamento speciale recuperati nel mare di Molfetta. In una cava di Bisceglie distrutta una bomba da 100 libre.

Tre aree dotate ognuna di sei cassoni interrati per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. Prevista anche la possibilità di effettuare raccolta differenziata. Entreranno in servizio a partire da giugno. Per l’Azienda previsto risparmio economico e di personale.

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Politica

giovedì 21 maggio 2009

Due collegi, 37 candidati, e tante curiosità Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1203

Tutta la città in piena corsa in vista della tornata elettorale del 6 e 7 giugno. Le plance elettorali hanno cominciato a colorarsi di nuovi e fantasiosi manifesti mentre i siti internet delle testate giornalistiche molfettesi offrono giorno dopo giorno le ultime notizie sulla campagna elettorale dei 37 candidati nei due collegi in cui è suddivisa Molfetta per la designazione del nuovo consiglio provinciale della Provincia di Bari. È oramai entrata nel vivo la campagna elettorale che fino al 6 e 7 giugno prossimi sarà la “colonna sonora” di questo inizio d’estate. In città si sono già affacciati i due principali aspiranti alla poltrona di presidente: Vincenzo Divella e Francesco Schittulli hanno moltiplicato le loro comparsate facendosi affiancare dai loro uomini di punta sul territorio. Da una parte l’assessore uscente Antonello Zaza dall’altra il sindaco Antonio Azzollini. Tutti a caccia di voti per confermarsi o migliorarsi. Ancora nell’ombra invece il terzo candidato: il dottor Giuseppe Rana,

sindaco di Modugno, che in città ha comunque trovato il sostegno di alcuni “cavalli di razza” grazie alla rinascita del’UdC firmata da Lillino Di Gioia, Pino Amato, Rino Lanza e Doriana Carabellese. Spulciando il lungo elenco di aspiranti alla poltrona, non si può certo fare a meno di sottolineare alcune curiosità. Cominciamo da alcuni nomi che ancora agiscono nell’ombra: a ponente e levante i Verdi (di quali “verdi” si parla è altro argomento da discutere visto che il simbolo di questo partito appare già a sostegno della lista “Sinistra e Libertà”) candidano la “ignota” Francesca Faleo, mentre Luigi Rosa e Pasquale Cormio sono gli uomini di Realtà Pugliese. Ci sono poi le signore Fara Della Rosa e Cosimina Saponaro che corrono per i “Pensionati Invalidi”. Da non dimenticare la candidatura di Cosimo Naglieri, in entrambi i collegi, per il Nuovo PSI. Ed ancora gli illustri sconosciuti Biagio Gregorio

(Lega Meridionale), Giovanni Dalla Serra (Popolari Liberali), Cecilia Bellomo (Democrazia Cristiana), Liuni Michelangelo (PLI), Giuseppe De Lucia (La Destra), Isabella D’Elia (Lega Meridionale), Davide Murgolo (Popolari Liberali) e Marcella Manuti (Democrazia Cristiana). C’è poi il più “noto” pescatore Vitantonio Tedesco, candidato per Io Sud in entrambi i collegi, diretta espressione del coordinatore provinciale del partito, Francesco Armenio, e in passato salito agli onori delle cronache per aver denunciato la presenza di sostanze tossiche nel mare di Molfetta. Certamente più noto ma assolutamente assente (modo di fare evidentemente ricorrente per lui…) in campagna elettorale il consigliere uscente Domenico Cives, candidato nei due collegi per l’Italia dei Valori dopo aver abbandonato il Partito Democratico. Pezzi da “90” quelli schierati dal Movimento per l’Autonomia: a ponente l’assessore allo

sport Enzo Spadavecchia a levante il consigliere comunale Lele Sgherza. C’è poi la storia di Adele Claudio che, mentre in consiglio è formalmente ancora all’opposizione e rappresenta il movimento civico “Molfetta Prima di Tutto” dell’onorevole De Cosmo, alle provinciali è candidata nella lista “Per Schittulli” e si fa promuovere dal sindaco “nemico” Antonio Azzollini. E così i “prima di tutto” alle elezioni si faranno rappresentare da Carmela Minuto e Pietro Capursi Nappi. Insomma, ce n’è proprio per tutti i gusti. Per il momento noi non possiamo ricordarvi che si potrà votare sabato 6 giugno dalle 15 alle 22 e domenica 7 dalle 7 alle 22. Negli stessi giorni, dalle 19 alle 20, “il Fatto” in collaborazione con Primaradio trasmetterà in diretta il programma “Il voto alla radio”: notizie e curiosità nei giorni delle consultazioni. Poi, lunedì 8 giugno dalle 14 diretta “no stop” per commentare in tempo reale i risultati delle urne.

Ecco tutti i candidati alle prossime Provinciali Collegio 24 (Levante - Giovinazzo)

Mancini Pasquale Maria (PdL) Minuto Anna Carmela (La Puglia prima di tutto) Candidato Presidente: Vincenzo Divella Naglieri Giovanni (Nuovo PSI) Gregorio Biagio detto Moviola (Lega MeridioCANDIDATI CONSIGLIERI nale) Sallustio Cosmo Alberto detto Nino (PD) Dalla Serra Giovanni (Popolari Liberali) Turturro Francesco (Primavera in Movimento) Bellomo Cecilia in Montecalvo (Democrazia Azzollini Francesco (Sinistra per la Provincia) Cristiana) Cives Domenico (IdV) Liuni Michelangelo (PLI) Zaza Antonello (Rifondazione Comunisti Ita- De Lucia Giuseppe (La Destra) liani) Pisani Antonio (Udeur-PSDI-Socialisti) Faleo Francesca (Verdi) Sgherza Raffaele (MpA) Rosa Luigi (Realtà Pugliese) Roselli Rossana (Alleanza di Centro) Della Rosa Fara (Pensionati Invalidi) Candidato Presidente: Giuseppe Rana Candidato Presidente: Francesco Schittulli CANDIDATI CONSIGLIERI CANDIDATI CONSIGLIERI Lanza Gennaro detto Rino (UDC) Gadaleta Giovanni (Schittulli Presidente) Tedesco Vitantonio (Io Sud)

tulli Presidente) Tammacco Saverio (PdL) Candidato Presidente: Vincenzo Divella Capursi Nappi Pietro Angelo (La Puglia prima di tutto) CANDIDATI CONSIGLIERI Naglieri Giovanni (Nuovo PSI) Amato Tommaso (PD) D’Elia Isabella detta Isa (Lega Meridionale) De Robertis Mauro (Primavera in Movimento) Murgolo Davide Ettore (Popolari Liberali) Piergiovanni Nicola (Sinistra per la Provincia) Manuti Marcella (Democrazia Cristiana) Cives Domenico (IdV) Liuni Michelangelo (PLI) Mongelli Vincenzo Francesco Paolo (Rifondazione De Lucia Giuseppe (La Destra) Comunisti Italiani) Pisani Antonio (Udeur-PSDI-I Socialisti) Faleo Francesca (Verdi) Spadavecchia Vincenzo (MpA) Cormio Pasquale (Realtà Pugliese) Squeo Mauro (Alleanza di Centro) Saponaro Cosimina (Pensionati e Invalidi) Candidato Presidente: Giuseppe Rana Candidato Presidente: Francesco Schittulli CANDIDATI CONSIGLIERI CANDIDATI CONSIGLIERI Amato Giuseppe (UDC) Claudio Adele Maria Serena in Baldassarre (Schit- Tedesco Vitantonio (Io Sud) Collegio 25 (Ponente)


Politica

giovedì 21 maggio 2009

Di Pietro: “Un’opposizione seria per l’emergenza democratica nazionale” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1204

Abbiamo incontrato il leader nazionale dell’Italia dei Valori in occasione di una manifestazione a Terlizzi per parlare di Puglia ed Europa.

Per Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, solo valorizzando in maniera concreta e razionale il dissenso così diffuso tra i cittadini, si può dare una spallata all’attuale governo Berlusconi definito “un regime di ritorno razzista, fascista e xenofobo, che controlla l’informazione, paralizza l’economia, non permette al Parlamento di legiferare né alla giustizia di essere assicurata e allontana l’Italia dall’Europa”. Questi, in sintesi, i punti nodali del suo intervento a Terlizzi la sera di sabato 9 maggio quando ha ribadito che le elezioni del 6 e 7 giugno saranno “un banco di prova per eletti ed elettori ed un’occasione per porre fine alle follie di un Nerone che distoglie l’attenzione dai problemi reali con le

sue vicende personali”. Avvicinato a fatica dopo un comizio attentamente seguito e lungamente applaudito da un pubblico vasto ed eterogeneo ha poi risposto ad alcune nostre domande. Dal numero degli iscritti al suo partito, 7800 in tutta la regione di cui 3600 in Bari e provincia, si deduce che l’Italia dei Valori ami la Puglia e che la Puglia ami l’Italia dei Valori… Certo, questa è una regione che ci ha seguiti e sostenuti sin dall’inizio, quando eravamo un movimento che è poi lentamente cresciuto ed ha conosciuto varie fasi e connotazioni politiche. La Puglia è una splendida regione, che forse qualcuno ha massacrato, piena di risorse e potenzialità che

vanno convogliate, portate alla luce, indirizzate in comparti produttivi efficienti e trasparenti. …nonostante un recente studio di Legambiente, presentato giorni fa a Roma, la inserisca con la Campania, la Calabria e la Sicilia, tra le regioni in cui vengono commessi metà dei crimini contro l’ambiente che nel 2008 sono stati ben 25.776? Sì, è vero, questo è emerso dal dossier annuale di Legambiente e se n’é anche occupata la stampa estera, in particolare “El pais”. L’articolo in questione ha trattato l’argomento delle ecomafie e delle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici, facendo cenno anche alla questione del ponte di Messina. L’IDV da tempo andava affermando che anche lì c’erano stati tentativi di infiltrazioni della criminalità. Comunque il Presidente di Legambiente Vittorio Cogliati dichiara, tra l’altro, che la mafia ha esteso i suoi tentacoli su una vasta parte del nord. Voi avete anche puntato il dito sulla sanità pugliese parlando di un buco di 700 milioni di euro… Non siamo noi a dirlo, sono dati di fatto. Sta emergendo un sistema in cui sarebbero prevalsi il voto di scambio, il conflitto di interessi, il controllo degli appalti anche ad opera di organizzazioni criminali a discapito dell’efficienza sanitaria e dei diritti del cittadino-paziente. Lo dico nella sua città: dov’erano il presidente Vendola e i suoi consiglieri quando ciò accadeva? C’è grossa preoccupazione tra le organizzazioni sindacali per i tagli nella scuola in Puglia… Le 337 cattedre in via di sparizione sul piano dell’offerta formativa in Puglia ci fanno pensare ad una vera e propria ipoteca sul futuro del nostro Paese perché non è tagliando in questi settori che si possono ridurre gli sprechi. È in discussione anche la tanto declamata autonomia scolastica… Dario Franceschini ha affermato

che il voto dato a voi è un “voto di protesta” quindi un voto non utile… È vero il contrario. Noi siamo gli unici che concretamente si oppongono a questo governo proponendo e difendendo valori tradizionali come la libertà, l’uguaglianza, la legalità e la giustizia con i valori nuovi del nostro tempo come: pari opportunità, sviluppo sostenibile, solidarietà e sussidiarietà, responsabilità, iniziativa, partecipazione, europeismo nel quadro di un sempre avanzato federalismo europeo. Non dimentichiamo la nostra raccolta di un milione di firme contro il lodo Alfano di Berlusconi. Lei ha più volte dichiarato che i fondi destinati alle aree sottosviluppate del Sud vengono convogliati in tutt’altre direzioni da Berlusconi… In realtà sono serviti a soddisfare i suoi interessi: a togliere l’ICI ai ricchi ed anche per gli ammortizzatori sociali. Perché non dire che per dare un fondo ai disoccupati del nord sono stati impiegati i soldi di chi al sud non ha mai lavorato? E che vengono dati soldi solo ai Comuni che hanno certe coalizioni politiche? Perché la scelta di presentarsi alle europee? Perché grazie a Berlusconi noi siamo lontani dall’Europa. Lui si separa dalla moglie ma ha separato l’Italia dall’Europa facendo a pezzi l’economia, imbavagliando l’informazione, irridendo la giustizia, impoverendo le famiglie, riducendo gli spazi partecipativi di tutti i tipi. Nei mesi scorsi ben 800 donne le hanno inviato il proprio curriculum per potersi candidare in politica rispondendo ad un suo appello… Qualcuno si era lamentato della bassa presenza femminile nel nostro partito. Abbiamo voluto dimostrare che non abbiamo preconcetti e che siamo contro gli stereotipi di ogni genere riguardanti il sesso femminile. Beatrice De Gennaro


L’opinione

giovedì 21 maggio 2009

Ti voto o non ti voto… chi offre di più? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1205

Come ogni anno tornano a farsi sentire notizie di “compensi e ricompense”. La campagna elettorale per la provincia è cominciata con ben 37 candidati a Molfetta, occasione di confronto su scelte e prospettive per la terra di Bari, ma anche riapertura mercato delle vacche. Si vota perché si sceglie, perché si appartiene ad uno schieramento o ad un partito, si può anche non votare proprio, perché non si crede più; oppure, non avendo le idee chiare, a quanto pare vale soprattutto per i più giovani, si vota chi offre di più. “Io – dice Michele (tutti i nomi sono di fantasia) – ho incontrato uno che m’ha chiesto: ‘Sai già chi devi votare?’. Quando ho risposto di no, m’ha proposto di indicarmi un nome, per premio 50 euro”. Un’offerta fatta in modo più o meno chiaro. In genere si preferisce un canale più indiretto, quello dell’incarico di rappresentante di lista. In un’epoca ormai preistorica era per passione e per difendere all’ultimo sangue ogni voto al proprio partito e candidato che i militanti andava-

no al seggio come rappresentanti di lista, gratis ovviamente. Oggi è una maniera per catturare il consenso dei più giovani; fai il rappresentante per me e – è sottinteso – quindi mi voti. Anche se c’è chi, come Serena, candidamente confessa: “Io l’anno scorso promisi la mia preferenza al candidato che mi dette 50 euro come rappresentante di lista, ma poi ho votato un altro”. E si becca pure la riprovazione dei suoi compagni che lo giudicano un comportamento poco onesto. Come a dire, che fine ha fatto l’onestà. C’è anche un altro meccanismo per intercettare il voto giovanile. Come ogni anno elettorale anche in questo sono spuntati ad ogni angolo vari comitati. “Ci troviamo lì – dice Francesca – teniamo aperto, distribuiamo materiale, parliamo, avremo 100 euro ciascuno ”. Alla domanda se voterà il candidato, afferma di sì; ma lo avrebbe fatto comunque senza il lavoro al comitato? Allora la risposta è “no”.

“Per me uno vale l’altro – interviene Lucia – non ho una posizione politica precisa, i politici sono tutti uguali, così alla fine voto chi mi ha dato questa opportunità, 100 euro mi fanno comodo”. E in molti concordano su questa posizione. Tranne che per una sparuta minoranza, non c’è scandalo nel constatare come una parte, a quanto pare consistente, della classe politica molfettese, ritenga che il voto giovanile sia da acquistare più che da conquistare. Presi dalle loro vite, amori, musica e canzoni, non è che le Provinciali e le Europee destino grande interesse, un candidato vittorioso piuttosto che un altro non fa la differenza, allora se qualcuno offre, perché non accettare? A quanto pare, voci di corridoio tutte da confermare, vi sono anche promesse di ricompense “in natura”, a chi è interessato al genere, come grazioso dono per aver scelto lui, c’è chi offre “fumo”, che naturalmente non è quello delle pro-

messe elettorali mai mantenute, ma ben altro. “Ma è sempre successo”, dice Giovanni, che avendo ben 19 anni, vota per la seconda volta e si sente scafato, “anche lo scorso anno ho avuto delle offerte”. “Veramente – è Simona a parlare – lo scorso anno davano anche gli occhiali da sole”. Detto quasi con una sfumatura di rimpianto. Certo non vale per tutti, che c’è chi la sua campagna se la fa onestamente, ma i giovani in gran parte non sanno o non vogliono sapere, così sono facile preda di chi in un’elezione vede la possibilità di sistemarsi e quindi è disposto a puntare tutto e non proprio in idee ed energie. Tempo di campagna elettorale, quindi, tempo di mercato, che a Molfetta non risente delle crisi economica, anzi, in tempi di poco lavoro pare più fruttuoso investire in un incarico politico che in un inutile master. Lella Salvemini


primo piano

giovedì 21 maggio 2009

Le bombe lasciano il porto di Molfetta Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1206

La più grande, quella al fosforo da cento libre, è stata brillata in una cava in territorio di Bisceglie, la stessa indicata a marzo scorso dai Guastatori dell’Esercito. Spettacolare le operazioni di trasferimento.

Non c’erano alternative valide a garantire le condizioni di sicurezza previste dai protocolli che si attuano quando bisogna rendere inoffensivi ordigni a caricamento speciale. Per questo, alla fine di una lunga quanto inutile polemica a sfondo prettamente politico-campanilistico, la bomba da aereo da cento libre, caricata con fosforo e ritrovata a ridosso dell’area portuale di Molfetta, è stata trasportata nella cava di Bisceglie individuata a marzo scorso. Lì è stata fatta brillare martedì 19 maggio. Sarebbe potuto accadere prima se il Comune di Bisceglie non avesse alzato veti. Sono stati gli specialisti dell’undicesimo genio guastatori dell’esercito ad indicare come idonea la cava in contrada Piscinelle, in territorio di Bisceglie. Sono stati loro ad accompagnare l’ordigno in cava per farlo esplodere. Sempre loro, nei prossimi giorni, si preoccuperanno di rendere inoffensive le altre bombe al momento accantonate nei pressi della

Diga Salvucci, portandole in una cava che si trova a Ruvo di Puglia. Quanto è accaduto non ha comunque precedenti specie in relazione al piano di sicurezza che è scattato per trasportare l’ordigno, una bomba da aereo. I sommozzatori della Sdai della Marina Militare hanno portato a riva la bomba, i guastatori hanno provveduto a metterla in sicurezza caricandola su un autocarro circondata da sacchi di sabbia. Poi, a metà mattinata, è cominciato il trasferimento vero e proprio che ha visto impegnati carabinieri, polizia municipale, polizia di stato, vigili del fuoco, guardia di finanza, personale medico a bordo di un’ambulanza, rappresentati di Prefettura e Questura. Per l’occasione il comandante del compartimento marittimo, capitano di fregata Antonio Cuocci, ha emanato una ordinanza per vietare ogni attività subacquea nel giro di mille metri; il transito di mezzi navali e persone nel raggio di centocinquanta metri;

la sosta ad una distanza inferiore a duecentocinquanta metri. Qualche disagio per gli automobilisti ma il traffico non è mai stato interdetto. Lungo il tragitto che porta dalla Diga Salvucci alla cava di Bisceglie, l’autocarro con la bomba ha viaggiato ad una velocità di circa quaranta chilometri orari scortato da auto militari che nei fatti hanno costretto tutti a rallentare. Complessivamente l’ordigno ha viaggiato per quindici chilometri, dopo aver lasciato la Diga è passato vicino alla caserma della Guardia di Finanza, poi ha raggiunto la statale, quindi la 16 bis. Durante le operazioni di brillamento la zona attorno alla cava è stata evacuata fino ad una distanza di quattrocento metri. È stato interdetto anche il traffico aereo. Tutti gli interventi sono stati coordinati dalla Prefettura che si occuperà anche di raccordare le operazioni per il brillamento degli altri ordigni.



Cronaca

giovedì 21 maggio 2009

Appartamenti al posto dell’hotel? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1207

In attesa del pronunciamento del Tar il mistero sulle autorizzazioni concesse aumenta, anche perché ciò che nel 2001 non è stato consentito ora è “praticamente obbligatorio”.

È mistero sulle autorizzazioni concesse dal Comune per la trasformazione dell’’Hotel Tritone, situato sul lungomare, in un edificio residenziale con appartamenti. Sulla questione esistono pareri contrastanti rilasciati dallo stesso ufficio tecnico comunale a distanza di anni. Poco più di un anno fa il capo dell’ufficio tecnico comunale, l’ingegner Rocco Altomare, ha espresso parere favorevole per la realizzazione di opere di risanamento conservativo,

finalizzate all’adeguamento ad esigenze abitative con cambio di destinazione d’uso. “L’adeguamento funzionale dell’immobile – ha specificato l’ingegnere – è praticamente obbligatorio atteso che tutta la zona è residenziale e l’edificio ha perso ormai da decenni le caratteristiche di albergo dal punto di vista edilizio, igienico-sanitario e tecnologico”. Ad aprile del 200 l’ingegner Giuseppe Parisi, allora capo dell’ufficio tecnico,

per lo stesso immobile negò la concessione edilizia, che nella sostanza portava alla stessa conclusione. Allora, con la pratica edilizia numero 2277 del 2000, i proprietari chiedevano la concessione edilizia per la “trasformazione da albergo Tritone ad edificio residenziale dello stabile”. Secondo Parisi l’hotel “trattandosi di fabbricato inserito dal Piano regolatore generale adottato, in zona A2, l’intervento del cambio di destinazione d’uso non è ammissibile ai sensi dell’articolo 32.2 delle Norme Tecniche di Attuazione. Tali norme, per detta zona, in mancanza di piano particolareggiato o piani di recupero, ammettono solo interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e risanamento conservativo, ai sensi della Legge 457 del 19878 con in linea generale, la conservazione della destinazione d’uso attuale”. Una posizione diametralmente opposta rispetto alle conclusioni a cui è giunto oggi lo stesso ufficio pur non essendo cambiate le norme.

Al rifiuto dell’ufficio tecnico la proprietà si oppose ricorrendo al Tar. La risposta del Tar non si fece attendere con una sentenza depositata a gennaio del 2003, “…l’inserimento di diciassette unità abitative – scrissero i giudice del tribunale amministrativo – in una zona completamente urbanizzata e destinata ad uso residenziale, pone all’evidenza problemi di congestione dell’esistente, vedi traffico, parcheggi, spazi destinati a verde pubblico o ad attività collettive”. “Il mutamento di destinazione d’uso con lavori ha una incidenza urbanistica”. In seguito a quella sentenza i proprietari dell’immobile furono chiamati anche a coprire le spese legali sopportate dal Comune dinnanzi al tribunale amministrativo regionale. Nel frattempo la proprietà dell’hotel Tritone è in parte cambiata. I progettisti sono cambiati. I vertici dell’ufficio tecnico sono cambiati. Ora bisognerà capire come si esprimerà il Tar.

P n m i q n N d c r c f s c t n c d C G t l i n u p d


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Cronaca

giovedì 21 maggio 2009

Continua l’assalto ai parchi Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1208

Distruzione, sporcizia e soprattutto assenza delle istituzioni nei polmoni verdi della città. Probabilmente non serviranno nemmeno le telecamere, più volte promesse ma mai effettivamente installate, a fermare le invasioni barbariche che sempre più frequentemente interessano parchi e giardini pubblici molfettesi. Nelle ultime settimane il tasso di incidenza è cresciuto notevolmente. Ad accorgersene per primi e a denunciare a più riprese gli atti vandalici sono i cittadini che sempre più spesso inviano lettere e fotografie ai giornali che pure, da sempre, si occupano della vicenda. Se ne sono accorti anche i consiglieri comunali del Partito Democratico che sulla vicenda hanno presentato anche una interrogazione consiliare chiedendo di ascoltare il parere dell’assessore ai lavori pubblici, Mariano Caputo. Gli unici a non essersene accorti, evidentemente, sono gli amministratori comunali che continuano ad ignorare il problema, i partiti di maggioranza che sulla vicenda non hanno mai ritenuto opportuno dire una sola parola (forse per paura di essere poi costretti al silenzio) e le forze dell’ordine che, salvo qualche breve e sporadi-

ca apparizione “a chiamata” nei parchi, ignorano completamente la necessità di garantire sicurezza anche e soprattutto in zone della città che, per la loro stessa natura, dovrebbero servire ad accogliere anziani, donne e bambini. I parchi di Ponente e Levante sono oramai trasformati in un’enorme discarica a cielo aperto: è stato già distrutto tutto ciò che poteva essere danneggiato. Assalti che si susseguono da tempo e che non si riesce mai a fermare: non si identificano gli autori dei gesti, non si fanno denunce, non si chiedono risarcimenti danni. E non si fa manutenzione. Quindi, anche quando il danno è obiettivamente piccolo, ci pensano il tempo e l’incuria ad aggravare tutto. “Qualche giorno fa – ci ha scritto una lettrice – mi sono avventurata con mio figlio nel parco di ponente e ho notato subito qualcosa di strano: c’erano erbacce alte dappertutto, cestini porta rifiuti divelti, porte in legno per terra tra l’erba, pochissima gente e un gruppetto misto di ragazzi e ragazze di diversa età che avevano occupato una panchina. Poiché

il bambino doveva andare in bagno quando ho chiesto al custode dove fosse questi dispiaciuto mi ha detto che era stato distrutto e mi ha invitato ad osservare lo scempio. Mi sono affacciata all’ingresso dei locali dove prima c’erano il bagno, gli spogliatoi e le docce: sembrava ci fosse stato un terremoto devastante”. E non finisce certo qui! “Bisogna stare attenti dove si cammina – scrive un altro lettore riferendosi al parco di Levante – qui è tutta la città di Molfetta che sta andando a rotoli”. Nel frattempo, mentre i vandali continuano ad accanirsi anche sulle rinnovate villette in piazza Mentana e piazza Roma, il Comune ha annunciato l’avvio dei lavori nel parco di Mezzogiorno, quello mai aperto in zona 167. “L’area – si legge in una nota del Comune – resa inagibile da continui atti vandalici, sarà sottoposta ad un articolato intervento di messa in sicurezza mediante lavori edili sugli immobili, riparazione e integrazione degli impianti tecnologici (impianti elettrico, idrico-fognante e irrigui), ripristino degli arredi (panchine e cestini per i rifiuti),

ripristino delle strutture ludiche, sistemazione del verde”. Leggendo la nota del Comune non si può però fare a meno di fare alcune considerazioni. Quando si parla di “lavori urgenti” viene subito in mente che “tutto è relativo” se per urgente si intende che prima di dare avvio ai lavori (oltretutto in un parco realizzato e mai aperto) sono passati mesi e anni nonostante le continue sollecitazioni all’amministrazione da parte della stampa e dei cittadini. È facile chiedere: sinora che cosa si è atteso? Forse che i vandali terminassero il loro lavoro per poi consentire di buttare letteralmente altre vagonate di soldi pubblici. Soldi dei cittadini!


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Attualità

giovedì 21 maggio 2009

Arrivano le isole ecologiche Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1209

Tre zone in cui sono stati collocati i cassonetti interrati per la raccolta dei rifiuti urbani. pegno dell’Azienda Servizi Municipalizzati e del Comune di Molfetta. Si tratta di tre aree, individuate in piazza Vittorio Emanuele, piazza Mazzini e via Dante Alighieri, in cui sono stati posizionati alcuni contenitori “interrati” per la raccolta dei rifiuti urbani. In ciascuna delle tre isole sono stati collocati sei contenitori, tre dei quali verranno destinati alla raccolta differenziata di carta, plastica e vetro. I contenitori avranno funzionamento meccanico evitando così problemi legati alla manutenzione delle parti elettroniche e da un loro possibile Tre “isole ecologiche” di ultima ge- danneggiamento con il passare del nerazione stanno nascendo in queste tempo. settimane a Molfetta grazie all’im- L’intera operazione costerà alle cas-

se dell’Azienda Servizi Municipalizzati circa 120mila euro, soldi necessari all’acquisto dei contenitori e al loro posizionamento. A questi soldi va aggiunto il costo per l’acquisto di un mezzo idoneo allo svuotamento dei contenitori stessi, mezzo che per i primi sei mesi di utilizzo del nuovo sistema di raccolta è stato noleggiato. Le tre isole ecologiche, lo ha promesso il Comune, saranno monitorate costantemente grazie al posizionamento di appositi sistemi di videosorveglianza che serviranno a tutelarle dagli atti vandalici. “L’azienda – ha dichiarato il presidente Francesco Nappi – con l’introduzione di questo nuovo sistema di raccolta riuscirà anche ad abbas-

sare notevolmente alcuni capitoli di spesa, grazie all’impiego di un solo operatore per la raccolta dei rifiuti, rispetto ai tre necessari in precedenza e alla riduzione del numero di interventi di raccolta poiché ogni cassonetto interrato ha una capacità notevolmente superiore rispetto ai classici cassonetti stradali”. Le tre nuove isole ecologiche entreranno in funzione a giugno. Prima è in programma la presentazione ufficiale dei lavori che dovrebbe tenersi il 30 maggio. In quell’occasione saranno anche presentate le opere di sostituzione di tutti i cassonetti e cestini gettacarta nella zona compresa tra la città vecchia, il borgo, il lungomare e Corso Umberto.

Scavando, scavando... emerge la storia Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1210

Dai cantieri aperti in piazza Mazzini e via Dante sono emersi alcuni ricordi del passato. Procedono, o quasi, i lavori per la sistemazione dei cassonetti interrati. Sono stati aperti tre cantieri, uno in piazza Mazzini, uno in via Borgo e l’altro in piazza Vittorio Emanuele II. In due di questi, piazza Mazzini e via Borgo, la storia si è opposta ai lavori visto che gli scavi hanno portato alla luce i resti di alcune antiche strutture. Nella prima è stata evidenziata la presenza di un antico canale di scolo in cui in passato (ma anche tuttora?) scorrevano le acque piovane provenienti dai tombini a feritoia posti sul resto del Borgo e nel rione Catacombe. Non avendo, secondo l’ufficio Settore Territorio del Comune di Molfetta, alcuna rilevanza storica si è proceduto con il prosciugamento del canale (che non avrebbe dovuto più riempirsi se si fosse trattato di una struttura non funzionante ma che puntualmente è tornato a riempirsi

d’acqua!) e con la sistemazione delle ossature interrate dei nuovi cassonetti. Adesso nel cantiere, ancora aperto, si nota che una parte è occupata dalle nuove strutture in ferro mentre l’altra e completamente allagata. Situazione diversa in via Dante, nei pressi della chiesa del Purgatorio. Qui i lavori hanno subito un brusco stop a causa del rinvenimento di un antica muratura. Dinanzi ad una possibile scoperta archeologica, gli uffici comunali hanno fermato tutto e allertato la Soprintendenza dei Beni Archeologici chiedendo un tempestivo sopralluogo. L’entusiasmo iniziale aveva portato a suffragare che il muretto appartenesse all’antico fossato che in passato cingeva la città vecchia fra l’Arco della Terra e piazza Castello. Piazza Castello corrispondeva all’attuale piazza Municipio. L’architetto Lazzaro Pappagallo, in-

caricato dal Comune di accertarsi della reale collocazione storica del muro, ha smorzato un po’ gli entusiasmi ritenendo che, con molta probabilità, la parete potrebbe avere all’incirca un secolo di vita. Ad avvalorare tale ipotesi ci sono anche le carte idriche fornite dall’Acquedotto Pugliese in cui si è appurata la presenza di un condotto di fogna bianca che da via Sant’Angelo, percorrendo via Borgo e passando vicinissimo al cantiere dei pressi del Purgatorio, da via Altamura sbocca in mare all’estremità Nord del lungomare, dove vi è quel grande spiazzo sul quale si affacciano gli uffici comunali di Piazza Municipio. Quindi, in base alle carte, la possibile scoperta archeologica non sarebbe altro che la parete esterna del canale succitato. L’architetto Pappagallo non esclude comunque che ci si possa trovare di-

nanzi ad un importante ritrovamento storico anche se le possibilità sono minime. La Soprintendenza fugherà ogni dubbio. Francesco Tempesta


Attualità

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Scuole sicure? Obiettivo ancora da raggiungere Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1211

Se n’è parlato in un convegno organizzato a Molfetta dalla Camera Sindacale ALDEPI e dalla Sigma Group.

È un problema di cultura se la sicurezza nei posti di lavoro in Italia è insufficiente, specialmente nelle scuole. È quanto è emerso nel dibattito “Edilizia scolastica e sicurezza nelle scuole”, organizzato sabato 9 maggio presso la sala consiliare “G. Carnicella” di Palazzo Giovine. Nell’immaginario collettivo l’ambiente scolastico è simile a quello domestico. Lo si ritiene tranquillo, non si ammette che possa verificarsi un qualsiasi infortunio, non si percepisce il pericolo, eppure nella realtà non è così.

Nella maggior parte degli istituti scolastici mancano gli adeguamenti alle norme di sicurezza: impianti elettrici non a norma, infissi obsoleti, termosifoni sporgenti, scale e pavimentazione sconnesse. In Italia il 10% delle scuole non ha un piano di valutazione del rischio, il 40% del personale scolastico non ha mai partecipato alla formazione e informazione prevista dal decreto legislativo 626/94. Eppure il rischio infortunio è ineliminabile, lo si può solo ridurre, basta seguire delle linee guida. Il pre-

side della Scuola Media “G. Pascoli”, Matteo Azzollini, nel corso dell’incontro ha affermato che i capi d’istituto sono datori di lavoro, pertanto sono responsabili della sicurezza; tuttavia negli interventi non hanno l’autonomia finanziaria sufficiente, sono soggetti alla burocrazia. Ha quindi aggiunto che le esercitazioni periodiche sono indispensabili al buon esito dell’evacuazione: infatti durante la prova antincendio svoltasi nell’Istituto da lui diretto, in soli 4 minuti sono state evacuate circa 570 persone. “Il rapporto scuola-famiglia-alunni è fondamentale”, ha proseguito il preside Azzollini, “per arricchire la cultura del rispetto alla vita. I genitori devono curare il corredo scolastico, mettere negli zaini il necessario, evitare pesi inutili”. “I giovani sono il nostro futuro, tutelarli e abituarli alle responsabilità è compito dello Stato”, ha dichiarato il dottor Massari, dirigente dell’ITIS di Molfetta. “Rendere gli istituti scolastici accoglienti, piacevoli e sicuri è indispensabile per tutti i lavoratori della scuola. L’obiettivo può

essere raggiunto istituendo un gruppo di lavoro che controlli periodicamente le strutture scolastiche”. “È necessario che si ritorni alla cultura delle priorità, delle responsabilità, dei controlli o siamo perduti” ha precisato il sindaco Antonio Azzollini a conclusione dell’incontro. “Occorre elaborare un piano coordinato, individuare insieme, amministrazione, scuola, famiglia, le priorità nel rispetto dell'ambiente. I lavori di manutenzione devono essere sempre certificati e verificati con severità.. “Però il punto complesso da gestire sono i finanziamenti”, ha proseguito il sindaco. “In Italia mancano le risorse economiche. Le somme a disposizione non bastano a coprire le spese correnti. Sarebbe indispensabile la nomina di un funzionario a cui affidare la gestione delle risorse e la manutenzione delle strutture scolastiche”. E nel frattempo, spesso, troppo spesso, l’unica soluzione è… “incrociare le dita e sperare che tutto vada bene”. Pantaleo de Trizio


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In Città

giovedì 21 maggio 2009

Zona PIP: è crisi tra Altomare e Legambiente Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1212

Dopo le ultime notizie diffuse dalla stampa interviene il capo settore territorio del comune di Molfetta. Subito la replica degli ambientalisti.

Non accenna a trovare un chiarimento definitivo la situazione riguardante la progettazione della nuova zona PIP di Molfetta. Da una parte l’ingegner Rocco Altomare, capo del settore territorio del Comune di Molfetta getta acqua sul fuoco dopo le ultime notizie diffuse dalla stampa, dall’altra il circolo di Legambiente replica sostenen-

do la tesi del grave danno ambientale. “Le ultime notizie riportate sulla stampa locale – ha dichiarato l’ingegner Altomare- mi inducono a inviare alcune note esplicative affinché non si cada nell’errore di considerare vere le dichiarazioni di personaggi fuori dall’ambito scientifico e professionale. Le lame del territorio di Molfetta sono in più parti caratterizzate dalla presenza di trasformazioni evidenti subite negli scorsi decenni che hanno compromesso la funzionalità di esse determinando un potenziale fattore di rischio per la città. Bisogna però definire con certezza sia il rischio associato agli eventi tanto annoverati, sia chiarire ciò che si è fatto o si sta facendo in merito”. “Sono solo due le lame che, marginalmente, interessano la Zona Artigianale: la “Marcinase” e lama “Pulo”. Entrambe costeggiano, senza intercettarla, l’intera Zona Artigianale. La lama “Scorbeto” attraversa la vicinale Fondo Favale, l’azienda Muscard (funghi) e la parte inferiore del P.I.P. ma rappresenta ormai una formazione minore, che ha perso le caratteristiche che la classificherebbero a tutti gli effetti come lama, in quanto del suo

alveo originario ne rimane solo un tratto oltre a presentare un bacino di confluenza di modestissima entità. L’unica lama che lambisce, senza arrecare danni, la zona di ampliamento del PIP è la lama “Pulo”, che non interessa né nel suo alveo né nelle aree annesse la zona in cui verrà ad essere eseguita l’urbanizzazione prevista”. “Il Piano per gli Insediamenti Produttivi approvato dal Comune di Molfetta – conclude quindi Altomare – è il più avanzato piano che un comune della Regione ha mai prodotto negli ultimi anni, per l’impianto urbanistico e tipologico, per la normativa e per gli interventi ambientali sull’aria, sull’acqua e sull’energia rinnovabile”. Ad Altomare replica Legambiente: “Lo scorso 20 aprile l’Autorità di Bacino della Puglia ha modificato, ampliandola, la perimetrazione delle aree del territorio comunale di Molfetta comprese fra l’autostrada e la costa, ampliando l’individuazione delle zone ad elevato rischio idrogeologico. Con questa delibera l’AdB, che non aveva mai approvato il Piano di espansione del Piano di insediamenti produttivi, comunemente noto come PIP3, quello, per intenderci,

delle torri gemelle alte 100 metri, lo ha reso incompatibile con la presenza di vincoli idrogeologici e quindi non attuabile. La delibera dell’AdB è stata emanata in seguito allo studio idrogeologico che la stessa Autorità aveva effettuato negli anni scorsi e i cui risultati aveva invano cercato di condividere con il Comune di Molfetta, ottenendo in cambio una feroce opposizione”. “Tutte le osservazioni formulate dal dirigente dell’Ufficio tecnico – prosegue Legambiente – sono state confutate e rigettate perché “generiche e prive di alcun contenuto tecnico” e “derivate da una superficiale lettura dei documenti”, come si legge in una nota dell’AdB del 10 marzo, data dopo la quale nulla altro è stato prodotto dall’UTC a suffragio delle proprie tesi”. “I cittadini che vogliano saperene di più – concludono i volontari – possono accedere facilmente alla documentazione presente sul sito dell’Autorità di Bacino ( www.adb.puglia.it ): si tratta certo di documenti tecnici, ma, con un po’ di pazienza e attenzione, alla portata di tutti quelli che vogliano impegnarsi a capire da che parte stia la verità”.


In Città

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A Palazzo Dogana approda un albergo extra lusso Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1213

Aggiudicata la gara per la ristrutturazione e la concessione per i prossimi cinquant’anni. Per il centro storico è l’avvio di una nuova era. La gara era stata bandita meno di un anno fa.

Sarà l’associazione temporanea di imprese, composta da Magna Grecia s.r.l. – Marina di Lecce – Hotel Pineta s.r.l. ed Excursus s.r.l, a gestire la struttura ricettiva che sorgerà all’interno di Palazzo Dogana. Verserà, per tutta la durata della concessione in gestione dell’immobile (cinquant’anni), settantottomila euro all’anno. Si preoccuperà di recuperare, ristrutturare e riqualificare l’immobile

che resterà comunque di proprietà dell’Agenzia del Demanio. I lavori di ristrutturazione partiranno forse già entro la fine dell’estate. Comunque per Palazzo Dogana e per Molfetta è la vigilia di un nuovo periodo. Molfetta sarà sede di un albergo extra lusso con una serie di servizi, un roof garden sul terrazzo e zone riservate ad attività ricreative. La gara per l’affidamento in concessione

e la ristrutturazione dell’immobile era stata lanciata, a livello europeo, a luglio del 2008. Per partecipare alla gara era necessario presentare un progetto di restauro e riutilizzo dell’immobile che tenesse in considerazione le caratteristiche storiche della struttura e prevedesse la “gestione orientata alla corretta manutenzione e conservazione, inserendo attivamente l’immobile all’interno del tessuto urbano della città di Molfetta, al fine di incrementarne il valore economico e sociale”. Palazzo Dogana è un immobile di grande pregio che appartiene al demanio storico-artistico dello Stato. Realizzato nel ’700, è situato nel borgo antico, sul tracciato della prima cinta muraria del nucleo storico di Molfetta, in un contesto unico dal punto di vista architettonico e urbano. La proposta immobiliare ha riguardato il recupero, la valorizzazione e la gestione dell’immobile mediante una concessione assegnata al miglior progetto di riqualificazione e valorizzazione economica del bene.

In pratica chi si è aggiudicato la gara, proponendo anche un piano di riqualificazione turistico-alberghiero convincente, si sobbarcherà di tutte le spese di ristrutturazione dell’immobile, sotto la supervisione della Sovrintendenza archeologica di Puglia, e pagherà un canone di locazione all’Agenzia per cinquant’anni. Dopo, salvo rinnovo e rivalutazione, l’immobile tornerà nella disponibilità della Stato. La base d’asta del canone di locazione era stata fissata a quarantamila euro annui, in fase di aggiudicazione si è assestato intorno agli ottantamila euro. Il recupero di Palazzo Dogana apre, senza ombra di dubbio, la strada per la riqualificazione urbanistica dell’intera area del centro storico, la presenza di una struttura turistico-alberghiera a ridosso del centro storico e dell’area portuale apporterà notevoli cambiamenti, e della fascia costiera. Senza ombra di dubbio contribuirà alla valorizzazione del patrimonio storico, architettonico, gastronomico, culturale e paesaggistico della città.



Inchiesta

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E non lo chiamate eroe? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1214

Vito ha 32 anni. Da quasi venti la distrofia muscolare lo costringe sulla sedia a rotelle. Ma non ha voglia di arrendersi. Sveglia alle 7, la colazione, la lettura del quotidiano. E poi pronti per una nuova giornata di lavoro. O di studio. O anche di dolce far niente. Una passeggiata con gli amici in centro, il solito caffè nel bar dove ci si conosce tutti, due chiacchiere con l’edicolante. Poi di corsa a casa per organizzare il pomeriggio. Magari a sera, prima di uscire per incontrare la ragazza, un’oretta di sana corsa per le vie di periferia. Tanto per non perdere la forma. Routine quotidiana per molti, ma non per tutti. Non per Vito Fuzio, 32 anni, da quasi venti costretto a muoversi su di una sedia a rotelle. Costretto ad essere dipendente dagli altri per molte necessità quotidiane. Costretto a combattere giorno dopo giorno, contro la malattia distrofia muscolare e contro l’insensibilità della gente, il menefreghismo delle istituzioni. La quotidianità che per lui si trasforma in battaglia. “Gli inconvenienti che maggiormente

incontro – ha scritto Vito in una mail inviata a tutte le testate giornalistiche – sono le rampe non fatte a regola d’arte, livellate male e molto spesso impraticabili e pericolose che recano danni sia al fisico e soprattutto alle parti meccaniche e elettroniche della mia carrozzina. Poi non parliamo delle strade quasi tutte poco percorribili per via delle buche e quindi non molto piacevoli per una persona nelle mie condizioni e non solo”. Problemi che tutti noi, almeno per una volta, ci siamo trovati ad analizzare, salvo poi tirare dritto e non pensarci più. “Mi chiedo – ha detto ancora Vito – come mai la nostra amministrazione non si dia da fare per risolvere questa situazione”. E poi un invito: “Mi rivolgo a tutta l’amministrazione comunale compreso il nostro sindaco, affinché renda le strade più sicure è più percorribili senza buche con rampe accessibili e meno pericolose a norma di legge per dare modo

a noi disabili di vivere la città pienamente senza pericoli e difficoltà”. Un invito che, lo leggerete nelle prossime pagine, gli uffici comunali hanno promesso di raccogliere. Un invito che deve essere raccolto. Perché a noi è bastato trascorrere qualche ora in compagnia di Vito per conoscere una persona straordinaria, forte, molto più forte di quanto il fisco, provato dalla malattia, possa far pensare. Una persona che ha deciso di non arrendersi. Di ritagliarsi la sua indipendenza: “All’inizio – ci ha detto Vito, che vive alla 167 con il papà e la mamma – non uscivo di casa. Passavo le giornate nella mia stanza. Poi ho conosciuto degli amici, ho iniziato a pensare che dovevo vivere la mia vita ad ogni costo. Così ho iniziato a mettere il naso fuori dalla porta, poi ho provato a riprendermi ciò che la malattia aveva provato a togliermi: la libertà”. E Vito la libertà se la prende giorno dopo giorno:

con la sua carrozzella elettronica gira la città, entra nei negozi, si ferma a parlare con amici e conoscenti. Ma tutto per lui è reso più difficile dalle barriere che incontra sul suo cammino. Quelle fisiche, fatte di auto parcheggiate davanti le rampe sui marciapiedi, o quelle mentali di chi ha progettato interi nuovi quartieri non pensando a chi è un “diversamente abile” o, nel migliore dei casi, “pulendosi la coscienza” con strutture che a ben vedere sono a dir poco inutili. Vito ci ha fatto vedere tutto ciò. Ci ha fatto aprire gli occhi. Si è fatto riprendere ed intervistare per realizzare un video che potrete trovare sul sito www.ilfatto.net. Lo ha fatto non certo per mettersi in mostra. Forse nemmeno per sé stesso. Lo ha fatto per chi come lui non ha ancora trovato il coraggio di affrontare il mondo esterno. Quello fatto di pericoli e difficoltà ma anche di chi è pronto a tendere una mano.


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Inchiesta Dal Comune una promessa: “Subito al lavoro”. 1215

Sono tanti gli ostacoli che Vito deve affrontare e superare ogni giorno per poter “portare a spasso se stesso” con la sua carrozzina elettrica. Ostacoli al limite dell’insormontabilità per lui ma che costituiscono l’assoluta normalità per gli altri. Piccoli ma estremamente grandi per le ruote della sua carrozzella, piccoli e basta per i forzuti muscoli delle gambe di chi conduce una vita normale. Una rampa fatta male, la sede stradale sconnessa, un’auto parcheggiata su di un marciapiede, costituiscono soltanto una minima parte delle “avventure” che questo ragazzo deve affrontare in ogni momento della sua giornata. Lui come altri nella sua stessa condizione, molti dei quali preferiscono rimanere “al sicuro” nella propria abitazione piuttosto che correre rischi. Ma la protesta di Vito in nome di tutti i disabili della città è riecheggiata anche fra gli uffici del Comune di Molfetta. A raccoglierla è stato il Settore Lavori Pubblici nella veste del suo responsabile l’ingegner Vincenzo Balducci che si è reso immediatamente disponibile, accogliendo le richieste del ragazzo, ad attuare una serie di interventi per migliorare la viabilità degli individui disabili in città. Infatti verranno sistemati a norma i tombini a caditoia che secondo gli ordinamenti dovrebbero avere le fessure in maniera perpendicolare al senso stradale. Verranno riviste molte delle rampe presenti in città, alcune delle quali sistemate in maniera approssimativa in recenti lavori come nel caso di Piazza Efrem. Verrà sistemata un’ulteriore rampetta nei pressi del sovrappasso di Rione Paradiso, luogo in cui i disabili, con le loro carrozzelle, rimangono spesso bloccati, a ridosso dell’ascensore (lato parrocchia San Giuseppe), attendendo l’aiuto di qualche cittadino di cuore che li aiuti a scendere. Più complesso un possibile intervento presso la stazione ferroviaria. Qui il tronco del binario 3 è raggiungibile soltanto da gente che cammina sulle proprie gambe. Ma, nonostante le difficoltà che il Comune potrebbe trovare, visto che eventuali interventi alla struttura sono di competenza delle Ferrovie dello Stato, l’ingegner Balducci si è detto ottimista circa la questione. Tra l’altro si tratta di problemi burocratici che risultano microscopici se paragonati a quelli di un disabile che cerca in tutti i modi di vivere una vita normale. Francesco Tempesta

Una corsa ad ostacoli… Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1216

Abbiamo trascorso alcune ore in giro per le strade in compagnia di Vito Fuzio. Sono le 10 di un venerdì mattina di maggio quando citofoniamo a casa di Vito Fuzio. L’appartamento, in uno palazzo di via Pio la Torre, nella zona 167, si trova al piano rialzato. Ad aprirci la porta è la mamma di Vito, con lei in casa c’è la fisioterapista della ASL che periodicamente viene a trovare Vito. Vito è raggiante: si esce insieme. Sarà lui a farci diventare testimoni delle tante piccole-grandi difficoltà che è costretto ad affrontare, tentando di superarle, ogni giorno. Un ultimo controllo: telefono cellulare a posto e chiavetta elettronica per l’ascensore del sovrapasso ferroviario di via Samarelli. Si può andare, giù per la rampa che dal balcone di casa porta direttamente nel giardinetto e poi fuori sulla strada. Iniziano qui le difficoltà di Vito. Poche decine di metri, troppo pochi per rendercene conto mentre procediamo di fianco alla sedia a rotelle elettrica ed ecco il primo ostacolo. Lungo via la Torre, strada con marciapiedi tutti dotati di rampe per disabili, l’imbecille di turno ha parcheggiato l’auto esattamente davanti la rampetta. Vito non può passare. Per fortuna che di fianco c’è un’altra rampetta libera, altrimenti sarebbe rimasto prigioniero di quel marciapiede. “Cominciamo bene!” esclamiamo mentre Vito, sorridendo, ci dice: “E siamo solo all’inizio…”. Ed effettivamente è solo l’inizio di una calda mattinata che ci farà rendere conto di quanti ostacoli nasconde la nostra città. Andando più avanti Vito è costretto a “tuffarsi” con la sua carrozzella in un cespuglio di erbacce infestanti: coprono per intero una rampa di un marciapiede. Un problema che si ripete in molti altri punti della 167. Arrivati alla fine di via Pio la Torre, procedendo non senza difficoltà, decidiamo di tornare indietro, questa volta sfruttando il marciapiede sul lato opposto della strada: Vito sale dalla rampa, percorre una decina di metri e poi l’amara sorpresa: il marciapiede si interrompe improvvisamente: c’è un dislivello di una ventina di centimetri da superare. Per Vito è impossibile procedere, quindi si torna indietro. “Il problema – ci dice Vito – non è tanto il mio che conoscendo bene la zona evito certi punti, ma di chi dovesse trovarsi a passare per la prima volta”. E in quel caso la soluzione, scontata, sarebbe una sola: procedere direttamente sulla strada tra auto in transito e parcheggio selvaggio. Con Vito raggiungiamo il marciapiede nei pressi del Liceo Scientifico: impercorribile anche quello. Come impercorribile è il marciapiede che costeggia la ferrovia nei pressi del sottopasso di via Ruvo: disconnesso in più punti e disseminato di pali della segnaletica è impossibile da percorrere con una carrozzella. Decidiamo di arrivare in via Samarelli, al rione Paradiso. Dobbiamo superare i binari utilizzando l’ascensore installato a servizio del sovrapasso pedonale. L’ascensore funziona, ed è già tanto. Saliamo, percorriamo con Vito il ponte pedonale e scendiamo dall’altra parte con l’ascensore. Una volta scesi l’amara sorpresa: dall’altra parte del sovrapasso non c’è rampa per disabili e Vito è costretto a fare un nel saltello con la sua carrozzella per poter scendere. Lo stesso saltello fatto per utilizzare la rampa all’incrocio del sottopasso di via Terlizzi e poi dall’altra parte, su via Achille Salvucci dove di rampe non ce ne sono affatto. “Vi ho fatto vedere solo una minima parte dei problemi che incontro ogni giorno – ci ha detto Vito – ma sono convinto che le cose si possano cambiare. Non chiedo l’impossibile: chiedo solo di poter vivere la mia vita!”. E non ci auguriamo che chi di competenza aiuti Vito a farlo. Magari andandolo ad incontrare, facendosi indicare cosa non va. Perché no, nominando Vito “consulente”: chi meglio di lui potrebbe fare aprire gli occhi e le menti di chi di competenza?

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V V d d fi c m c n fi c c n a d g f c d d s r


giovedì 21 maggio 2009

li… in città

Rendersi utile: si può fare 1218

Nei sogni di Vito c’è un lavoro. Sa usare il computer ed ha entusiasmo da vendere. Vito ha anche un altro grande problema. Un problema, anche questo, non impossibile da risolvere. A lui piacerebbe tanto poter lavorare. Rendersi utile. Magari contribuire al sostentamento economico della famiglia. Con il computer ci sa fare: se ne intende di internet, programmi di scrittura e di grafica. E poi ha tanto entusiasmo. “Mi piacerebbe lavorare in qualche ufficio, magari in biblioteca o dovunque possa rendermi utile”. Al comune sono a conoscenza del caso di Vito e non è escluso che tra qualche tempo possano avere per lui buone notizie. Nel frattempo Vito non si perde d’animo: smanetta sulla tastiera del suo pc in camera. I suoi occhi sono felici: è fiero della denuncia che ha lanciato e di averci fatto da guida. Ci ringrazia. Ma a ringraziarlo siamo noi. Perché ci ha dato l’opportunità di conoscerlo e di apprezzarlo. Grazie Vito.

Disabile e lavoro, mondi vicini Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1217

Il datore di lavoro che assume un “diversamente abile” dimostra di voler crescere e migliorarsi. Vivere probabilmente non è facile. Vivere da disabili forse lo è ancora di meno.Convivere ogni giorno con difficoltà che per alcuni sono insignificanti, per altri inesistenti; convivere con chi, nello sguardo ha impresse mille domande sulla tua “particolare condizione” e che crede di capire, ma non è così. Essere disabile non significa non avere la possibilità di agire e creare; essere disabile significa avere capacità e potenzialità differenti, ma non sicuramente inferiori. Anche le attuali norme per il diritto al lavoro dei disabili, legge 68/99 che ha abrogato la precedente legge 482/68, afferma la volontà d’individuare le reali capacità lavorative del disabile, al fine di promuovere e inserirlo all’interno del circuito produttivo e della realtà socio economica, cercando anche di realizzare un’uguaglianza formale ri-

spetto ai lavoratori normodotati. Tale legge individua le categorie interessate e ne sancisce i criteri d’assunzione all’interno delle imprese, quasi accompagnando il disabile passo dopo passo nel suo approccio al mondo del lavoro, affinché quel mondo non sia estraneo e lontano. Il collocamento vero e proprio inizia, per questi lavoratori, con l’iscrizione in apposite liste tenute dagli “uffici competenti” presso gli Uffici di Collocamento, dove vengono stilate graduatorie pubbliche compilate da un comitato tecnico di funzionari ed esperti del settore sociale e medico-legale, che predispone dei controlli periodici sulla permanenza delle condizioni di disabilità, come sancito dal decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469. La legge 69/99 prevede, anche, che i datori di lavoro siano tenuti all’assunzione di lavora-

tori appartenenti alle categorie protette secondo particolari misure: 7% dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti; due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti; un lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti. Assumere un lavoratore disabile all’interno del proprio organico non deve essere considerato un limite dal datore di lavoro, bensì una vera opportunità di crescita soprattutto personale, per vedere il mondo in prospettive differenti che completano il quadro nel suo insieme. In fondo chi è un disabile se non una persona come tante; ed è questo che si deve considerare, perché prima di tutto vi è il sostantivo “persona”. Le attribuzioni “disabile e normodotato” sono solo sfumature. Isabel Romano

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Inchiesta

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Centro diurno per disabili: un’isola felice a Molfetta? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1219

Un posto dove nessuno si sente escluso e che accoglie 50 utenti. Il viaggio non facile, tortuoso e, per certi versi, incomprensibile nella disabilità a Molfetta ha come tappa obbligata il centro socio-educativo per disabili di Via Fremantle, gestito dal 1° gennaio 2004 dalla cooperativa sociale GEA che si occupa anche di anziani, malati di Alzheimer e minori in condizioni di disagio, con un’offerta di assistenza e servizi certificati qualitativamente. Il coordinatore, Pino Amato, consigliere comunale e neo commissario cittadino dell’UDC, candidato alle Provinciali nel collegio di Ponente, precisa che il suo impegno in politica è finalizzato soprattutto all’integrazione, nel contesto cittadino, di questa fascia sociale “di cui conosco ed affronto quotidianamente problemi e difficoltà di ogni tipo da ben 20 anni”. In realtà il passaggio da semplice autista nell’allora cooperativa Progresso a quello di coordinatore nella successive gestioni Ferrante-Aporti prima e GEA dopo gli hanno consentito che i disabili e le loro famiglie devo- suo carico di piccole e grosse questioni di toccare con mano i numerosi osta- no affrontare giorno per giorno. “Non da risolvere, è un problema della facoli sociali, culturali ed anche politici dimentichiamo che la disabilità, con il miglia e non del singolo. Le famiglie

hanno bisogno di aiuto anche psicologico e questo è uno dei servizi che noi offriamo” aggiunge sottolineando lo sforzo che i 25 dipendenti della cooperativa, tra educatori, ausiliari, terapisti, animatori, assistente sociale, psicologo, tutti lavoratori part-time, compiono ogni giorno nel centro frequentato da circa 50 utenti, di cui 42 la mattina e 8 il pomeriggio. Non si pagano rette, si presenta una domanda con relativa documentazione medica al Comune, non esistono limiti di età né di alcun genere, si ha diritto al trasporto ed i bambini vengono persino accompagnati a scuola e in ospedale per le loro terapie mediche. Numerose le attività svolte come i laboratori di bricolage, pittura, cucito, giardinaggio, teatro e le iniziative tese soprattutto all’inserimento degli utenti nel tessuto sociale cittadino, diventato sempre più recettivo, attento e sensibile. La struttura costa al Comune quasi 500 mila euro all’anno. Beatrice De Gennaro


Cultura

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Torna l’appuntamento con Mr. Villain Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1220

In distribuzione il secondo albo della saga pensata e disegnata da Salvatore Modugno.

Torna a distanza di qualche mese l’appuntamento con “Mr. Villain” la straordinaria e sorprendente storia a fumetti scritta e disegnata dall’ancor più straordinario vignettista molfet-

tese Salvatore Modugno. Anche il secondo albo sarà disponibile (al prezzo di 5 euro) nelle migliori edicole della città. Edito da “Activa Srl”, società editrice anche de “il Fatto”, il secondo albo sarà ancora una volta capace di stupire i lettori e, a giusta ragione, entrerà a far parte delle raccolte dei collezionisti perché, ne siamo certi, tra qualche anno quando l’autore sarà oramai famoso, i fortunati possessori di questi suoi “primi esperimenti” potranno dire a gran voce: “Io ci ho creduto”. “Quando fu pubblicato il primo albo – ci ha confidato Salvatore Modugno – i lettori ne furono entusiasti e questo non può che compiacermi! Nonostante il tratto piuttosto grossolano che avevo due anni fa (periodo in cui realizzai i primi 2 albi), devo constatare che tra chi ha letto Mr. Villain non vi è nessuno che abbia espresso un parere negativo e questo mi fa capire che devo continuare ad insegui-

re il mio obiettivo perché sono sulla buona strada”. “Tuttavia – prosegue Salvatore sfogliando le tavole del suo ultimo lavoro – c’è una frase che una mia amica mi disse lo scorso dicembre, che credo sia un ottimo punto di partenza per una presentazione dell’albo numero 2 della saga. Dopo aver letto la prima parte delle avventure di Mr. Villain, questa mia amica, che si chiama Antonella, fece questa osservazione: ‘da come lo presentavi prima che fosse pubblicato, mi aspettavo un Mr. Villain più cattivo. Invece non lo è, anzi, in alcune scene sembra anche un po’ stupido’. La mia pronta risposta? Aspetta di leggere il secondo albo!”. “E, se ci pensate, non ci vuole molto a capire perché. Alla fine del primo episodio, avevamo lasciato il nostro antieroe rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Rockville, dove era finito a causa di un losco raggiro opera di Koopydo e dove era

stato, per giunta, smontato per evitare che fuggisse utilizzando i suoi mille marchingegni. Beh, avete conosciuto il personaggio. Secondo voi come reagirà a simili circostanze? Come potrebbe comportarsi un tremendo nanerottolo iracondo che non ha alcun rispetto per il prossimo e per la vita umana? Cosa farebbe se una simile, angosciante situazione minacciasse il suo smisurato orgoglio di criminale sognatore? Beh, la risposta sta tutta nel secondo albo. Ma anche dentro le vostre teste, se avete capito il tipo con cui abbiamo a che fare! In questa parte della storia, conoscerete unMr. Villain che, prima delle sue mostruose macchine, usa il suo pericolosissimo cervello! Un Mr. Villain astuto, senza scrupoli,vendicativo e distruttore!”. Un Mr. Villain, insomma, ancora tutto da scoprire e magari da commentare con l’autore scrivendo all’indirizzo mail mistervillain@ salmodugno.it.

Trent’anni di passione per “la Bari” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1221

Raccontati da Angelo Alfonso Centrone e da Lino Carella. Il volume presentato nella sala consiliare del Comune di Bari. Il Bari ormai in Serie A e arriva un libro per celebrare la passione per i colori biancorossi. Si chiama “Ultras dal 1976 la passione della curva Nord” il volume scritto dal giornalista Angelo Alfonso Centrone con la collaborazione del tifosissimo Lino Carella, collezionista di materiale della tifoseria barese e proprietario delle oltre 250 foto contenute nelle 150 pagine del testo. Otto capitoli di ricordi che vanno dal 1978 ad oggi: epiche trasferte in lungo e in largo per l’Italia, dalla serie C ai fasti del massimo campionato. Storie fatte di soprannomi, episodi, momenti di euforia e di sconforto. Un libro nato

quasi per caso come ha ricordato l'autore Angelo Alfonso Centrone: “Ero in trasferta a Frosinone con Lino Carella, è lì che ci è venuta l’idea di dedicare un libro a tutti coloro che da sempre amano il Bari e lo seguono in lungo e in largo per l’Italia”. Alla presentazione del testo, tenutasi nella sala consiliare del Comune di Bari, non potevano mancare volti noti che da sempre hanno legato la loro vita “alla Bari”: dallo storico del calcio pugliese Gianni Antonucci, all’ex arbitro di serie A, Gianluca Paparesta, fino ai capi della tifoseria organizzata Alberto Savarese e Roberto Sblendo-

rio. Nascosto tra il pubblico, uno dei di 15 euro, è disponibile presso la tipobeniamini del Bari che ha dominato grafia Mezzina che ha anche curato la il campionato di Serie B, Andrea Ma- realizzazione del progetto. siello. E poi il “primo tifoso del Bari” per eccellenza, il sindaco Michele Emiliano, che ha ricordato i suoi primi “approcci” con la tifoseria organizzata ringraziando Alfonso Centrone per l’ottimo lavoro svolto. Così dopo la festa per la presentazione di un libro che racconta una parte della storia della squadra del galletto ai tifosi del Bari non è restato altro da fare che tuffarsi nei festeggiamenti per il ritorno inSerie A. A Molfetta il libro, in vendita al costo


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Cultura

giovedì 21 maggio 2009

Bella, simpatica e soprattutto intelligente Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1222

licati e i colori chiari. Bella com’è, se Lucrezia Gigante, 19 anni, studentessa del Liceo Classico credessimo ai modelli imperanti in Ita“da Vinci”, prima al Certame Nazionale Alfieriano. lia, ce la immagineremmo impegnata a presentarsi a provini, con un proprio book di foto e l’obiettivo di apparire in Tv. E, infatti, Lucrezia Gigante ne ha di ambizioni e voglia riemergere e di dimostrare quanto vale, come tante altre giovani donne delle sua età, ma nel mondo reale, quello vero. Così si veste in modo normale e non fa provini, piuttosto studia, che la maturità Classica (al “da Vinci” di Molfetta) è vicina; di concorsi, sì, ne ha fatti, ma non di bellezza, pur avendone il fisico. Uno l’ha pure vinto, il “Certame Nazionale Alfieriano”, organizzato dal Liceo Classico “Vittorio Alfieri” e svoltosi ad Asti, la città natale del letterato. Per mesi, guidata dalla sua docente di Italiano, Maria Teresa Mezzina, Lucrezia Gigante ha approfondito lo studio delle opere di Alfieri, delle pagine critiche, della letteratura del periodo. Con il suo sorriso dolce, come se fosse normale in questa Italia malata, dice di essere stata attirata in parLucrezia ha 19 anni, una cascata di sembra appena dipinta da un pittore ri- ticolare dalla tematica proposta quecapelli rossi ricci e un sorriso dolce; nascimentale, con i suoi lineamenti de- st’anno: “Maria Stuarda e Antigone,

due eroine contro la ragion di Stato”. “È stato affascinante approfondire la figura di Antigone ed anche – continua – scoprire, attraverso la lettura integrale delle opere di Alfieri, un autore che nella preparazione scolastica mi era sembrato diverso”. Ne fa anche una questione di ricerca personale: “Ho compreso che potevo studiare in un modo differente, più autonomo, slegato dalle necessità scolastiche, anche se ammetto che la professoressa Mezzina mi ha sostenuta, quando ho avuto qualche momento di stanchezza”. Il 13 marzo Lucrezia, assieme ad un’altra cinquantina di alunne e alunni di tutta Italia ha affrontato un saggio breve che le proponeva brani di opere alfieriane, di studi critici e di altre autori. Qualche settimana fa ha saputo di essersi classificata prima, il 9 maggio è tornata d Asti per esser premiata con una borsa di studio di mille euro. È contenta del successo, ma ora pensa agli esami vicini e alla scelta dell’università, sorride, scuotendo i ricci rossi, così giovane e vera, molto di più delle sue coetanee in Tv o suoi giornali, anche se ha vinto l’Alfieriano e non Miss Italia. l.s.



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Cultura

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“Lariagira”: storie molfettesi di malavita Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1223

Progetto cinematografico amatoriale nato dall’idea di un gruppo di amici. Metti insieme due successi che hanno raccontato in vernacolo barese e con un pizzico di ironia le vicissitudini di alcuni individui del mondo malavitoso di Bari, “LaCapaGira” e “Lariamara”, ed ecco che nasce “Lariagira”. “Lariagira” è un progetto cinematografico amatoriale tutto molfettese partorito dall’idea di alcuni amici. Tutto è nato per divertimento, come ha spiegato lo sceneggiatore, regista e attore del lungometraggio, Damiano Mezzina, che, assieme ad un suo amico, che purtroppo non è più di questo mondo, Domenico Spadavecchia, una sera mise su carta tutta d’un fiato l’intera sceneggiatura originale. Parte di questa sceneggiatura è andata ad integrare una nuova, con nuovi personaggi, che ha dato vita appunto a “Lariagira”. Il piccolo capolavoro molfettese è stato montato senza particolari accorgimenti e senza alterare l’effetto handly-cam (telecamera manuale) che lo contraddistingue. I dialoghi sono prettamente in molfettese coadiuvati da sottotitoli che facilitano la comprensione a chi ha poca dimestichezza con la lingua locale. La trama del lun-

gometraggio segue la falsa riga di quella de “Lariamara” e di quella de “LaCapaGira” narrando con grande semplicità e linearità le vicende di alcuni buffi personaggi della malavita molfettese. Oltre a Damiano Mezzina, il registra, hanno par-

tecipato al progetto anche diversi ragazzi molfettesi che hanno sacrificato i proprio week-end per la causa comune. Si tratta di Michele Salvemini, Vincenzo Bisceglie, Vito Onofrio Lazzizzera, Pasquale Antonaccio, Daniele Gadaleta, Fabio Bi-

sceglie e Andrea De Iudicibus. Tutti ragazzi che hanno messo insieme i propri interessi e sposato con forte coinvolgimento lo stesso progetto al solo scopo di divertirsi e passare qualche piacevole ora insieme. I frutti del lavoro, tra l’altro inaspettati, sono arrivati con il tempo e per essi la soddisfazione si è rivelata doppia. Tutto ciò a dimostrazione che per realizzare qualcosa del genere non servono tanti soldi ma basta armarsi di una telecamera, anche economica, di parecchia fantasia e soprattutto di tanta tanta passione. Per quanti non hanno ancora avuto il piacere di poter guardare “Lariagira” e vogliano maggiori informazioni, è possibile fare riferimento al sito internet all’indirizzo www.lariagira.tk o sull’archivio video in alta risoluzione de “il Fatto” all’indirizzo http://www.vimeo. com/4454050. Quelli che invece l’hanno già visto ed hanno appurato che il divertimento è assicurato non devono far altro che attendere il sequel: “Lariagira 2: La Caccia”. Francesco Tempesta


Cultura

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Il Gruppo Farfa porta il cinema tra i ragazzi Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1224

Un corso per stimolare la voglia di imparare, scoprire nuovi mondi e soprattutto essere parte di un gruppo attivo.

Un corso per stimolare la conoscenza del “sapere”, ma anche quella del “saper fare”. Questo uno degli obiettivi che il Gruppo Farfa – Cinema Sociale Pugliese, diretto da Domenico de Ceglia, si propone di conseguire attraverso il “Corso di Alfabetizzazione

Mediatica”, che ha coinvolto i ragazzi frequentanti gli istituti scolastici di Molfetta, dalla terza media al quinto superiore. Tanti i ragazzi che hanno deciso di accostarsi al progetto, ma solo in trenta, dopo complesse fasi di selezione, ne hanno potuto bene-

ficiare seguendo laboratori d’analisi filmica, dal cinema classico ai video sperimentali con approfondimenti iconografici, laboratori di recitazione, con sezioni d’approfondimento sulla voce, la danza, il canto, laboratori di scrittura dell’idea filmica e del soggetto. “Dopo una prima fase di studio e analisi di film della tradizione cinematografica, abbiamo intenzione d’immergerci in un percorso creativo finalizzato alla realizzazione di un cortometraggio”, ci ha spiegato Domenico de Ceglia, regista, sceneggiatore, filmaker, nonché responsabile del progetto, cercando d’incentivare la creazione nel suo atto più pratico e con il coinvolgimento anche d’individui sociali particolari. Il progetto, della durata di un anno, vedrà, infatti, confluire tutte le idee e le energie di ragazzi e coordinatori in un cortometraggio in cui si dovranno concretizzare tutti gli insegnamenti, ma soprattutto dove ancora una volta sarà testata la volontà dei ragazzi di mettersi in gioco in un gruppo, uti-

lizzando la propria vis creativa. È da qualche anno che il Gruppo Farfa si occupa della realizzazione di cortometraggi “low budget” autofinanziandosi, andando sicuramente incontro a limitazioni del caso; ma quest’anno ecco giungere la grande svolta con il contributo di “Principi Attivi”, con una sovvenzione pari a 25000 euro, significativa non solo per l’associazione, ma per la realizzazione di questo valido progetto. Secondo de Ceglia “In molti sostengono che questa azione di finanziamento ‘a pioggia’ di “Principi attivi” nasconda un fine politico ed elettorale. Questo è un legittimo sospetto, ma credo che nella situazione di aridità culturale nella quale soggiace da anni la nostra città, la pioggia sia vitale”. Probabilmente quella della pioggia è una della metafore più appropriate per inquadrare la situazione di Molfetta, di una terra e di una cittadinanza assetata di conoscenza e novità. Isabel Romano


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Cultura

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Al “magistrale” i progetti profumano d’Europa Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1225

La scuola apre le porte al mondo esterno grazie a progetti che mettono in relazione gli studenti con la quotidianità. L’Unione Europea entra nelle aule del Liceo Psicosociopedagogico Statale “Vito Fornari” di Molfetta attraverso i finanziamenti del FSE (Fondo Sociale Europeo) nell’ambito del piano operativo nazionale denominato “Competenze per lo sviluppo”, e dal FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) per il progetto “Ambienti per l’apprendimento”. I fondi hanno contribuito al miglioramento e aggiornamento degli strumenti e delle capacità didattiche, rendendo possibile lo svolgimento di interessanti progetti nel piano dell’offerta formativa. È stato possibile, infatti, dotare l’Istituto di strumenti tecnologici come nuovi computer, televisori, telecamere, utili alla vita scolastica ordinaria ed extra-ordinaria. Importante è stato anche il potenziamento del nuovo laboratorio di scienze, grazie all’acquisto di microscopi ottici che permettono la visualizzazione della materia analizzata direttamente su schermi; ciò ha ri-

chiesto un corso d’aggiornamento alle nuove apparecchiature che ha interessato tutti i docenti di scienze e che è stato ampiamente documentato da un video presentato proprio in occasione della “Festa Europa FSE-FESR” organizzata dal “Magistrale” presso l’auditorium della parrocchia Madonna della Pace. Durante la manifestazione, voluta in concomitanza della “Settimana nazionale della musica a scuola”, sono stati presentati dal professor Ragno tutti i 9 progetti Pon realizzati nel corso di quest’anno scolastico, con contributi video: oltre al già citato corso d’aggiornamento dei docenti di scienze, il laboratorio “Professione animatrice” mirato a fornire competenze tecniche e pratiche nel campo dell’animazione, non solo dei più piccoli, partendo da valide basi di carattere pedagogico; il Pon “Puzzle delle scienze” per preparare ai test universitari gli studenti che vorranno intraprendere un percorso scientifico; ed

ancora il progetto “Pronti a rientrare”, della durata di 120 ore, rivolto ad adulti intenzionati a riprendere contatto con il sapere e conseguire il diploma superiore; infine i quattro laboratori di lingue tenuti da insegnanti madrelingua e volti al conseguimento di certificazioni, e quelli di recupero di latino e matematica per permettere ai ragazzi di colmare lacune soprattutto in vista degli esami di maturità. Come in tutte le feste che si

rispettino, non sono mancate la musica e la creatività degli alunni dell’Istituto che, coordinati dal professor Prodon, hanno portato sul palco pezzi cantati egregiamente, ma anche balletti del musical “Mary Poppins” e simpatiche scenette tratte da “Pericolosamente” di Eduardo de Filippo, in un’atmosfera che sa davvero d’Europa e libertà. Isabel Romano


Sport

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Bari Sport: play-off amari Il Bari Sport non ce l’ha fatta. Sarà costretto a disputare i play-off, cominciando con l’incontrare in doppia sfida il Conversano, per sperare nel ripescaggio in prima categoria. Dopo aver condotto per quasi tutto l’anno il proprio girone, i biancorossi di Carlo Tattoli hanno dovuto abdicare sotto i colpi, non solo calcistici, del Cellamare. E proprio a Cellamare, in occasione dell’ultima gara di campionato, i molfettesi hanno vissuto un pomeriggio che con lo sport non ha certamente molto a che spartire. “Siamo sconvolti, amareggiati ed offesi per quanto ci è accaduto domenica pomeriggio a Cellamare” si legge in una nota diffusa dalla dirigenza del Bari Sport. “La denuncia che qui facciamo è quantomeno doverosa. Avevamo, probabilmente, perso di fatto la possibilità di vincere il campionato. Prima giocando male e venendo meritatamente sconfitti a Palo del Colle, poi giocando bene solo un tempo e perciò pareggiando il derby molfettese della penultima giornata. Ma la matematica diceva che arrivare primi era ancora possibile, e per questo avevamo il diritto di giocarci la partita con il Cellamare 2005. E laddove non si fosse verificato il miracolo, il secondo posto ci avrebbe garantito una posizione di privilegio nella disputa dei play-off e poi nella graduatoria degli eventuali ripescaggi. Per la verità, avevamo anche il dovere di farlo. Evidente-

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I molfettesi costretti agli spareggi per sperare in un ripescaggio in prima categoria. mente la cultura sportiva del Cellamare 2005 non si nutre degli stessi principi. Siamo stati prima contattati in settimana nel tentativo di dissuaderci dall’affrontare la partita cercando di vincerla. E abbiamo risposto, con fermezza e dignità, che intendevamo giocarci le nostre carte fino in fondo, sperando contro ogni speranza, oltre che essere assolutamente leali nei

confronti di chi si aspettava che giocassimo la gara con l’impegno di sempre. Non avevamo compreso che era solo il preludio di quello che avremmo trovato a Cellamare”. Accuse forti che, evidentemente, interesseranno già nelle prossime settimane i vertici regionali della Figc. “Non c’è stata alcuna accoglienza al nostro arrivo. Il gol del nostro vantaggio è stato visto

praticamente come una colpa. Il suo autore raggiunto e colpito con un pugno da un calciatore giunto direttamente dalla panchina. I gol del Cellamare, del pareggio prima e del vantaggio poi, sono stati il frutto già marcio, però di questo clima che si era creato. Nel quale i nostri giocatori non hanno potuto esprimere in tutta serenità le doti tecniche e di collettivo mostrate, pur tra alti e bassi, nelle precedenti ventinove giornate”. Ed ancora, “Che c’entra tutto questo con il calcio e con lo sport...? Crediamo che se lo chiederebbe, e forse alcuni se lo sono già chiesto, anche il civilissimo e caloroso pubblico che affollava il campo sportivo di Cellamare, che avrebbe meritato una vittoria più limpida della propria squadra. Ovviamente, ci sarà chi smentirà questo nostro racconto. Chi sminuirà la gravità dei fatti. Chi non riterrà di intervenire in alcun modo. E a noi resterà il triste ricordo di un brutto pomeriggio, che poteva essere di sport e che di sport non è stato. Che poteva suggellare un’amicizia e che invece ha creato una spiacevole frattura. Continueremo, però, a credere con John Naismith, l’inventore del basket, che la vittoria non deve essere il premio per la squadra più possente e più violenta, ma per quella più capace, meglio organizzata e più educata. E i nostri traguardi li raggiungeremo così. Diversamente li lasceremo anzi, li abbiamo già lasciati, ad altri”.

Reining: si torna a correre

È scomparso Manlio Memola

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È ricominciato il campionato regionale della specialità Lutto nel mondo del tennistavolo. Stroncato a 61 anni equestre. da un malore improvviso. Domenica 26 aprile scorso è ricominciato il campionato regionale di equitazione, specialità “reining”. Il team del centro ippico di Molfetta “La Macchia degli Esperti” si è recato presso il Centro Ippico “Villaggio Agrituristico Villa Pino” di Lizzanello (LE), per disputare la prima tappa regionale della competizione. L’amazzone molfettese Caterina Minervini ha preso parte alla competizione nella categoria “Intermediate Non Pro e Non Pro” classificandosi al secondo posto con il suo fedelissimo

cavallo “Ot Taris High”. Nicola Loiacono, allievo di Gregorio Minervini, ha partecipato nella categoria “Novice Horse Non Pro” classificandosi al secondo posto. La seconda tappa regionale si disputerà il 24 maggio a Bari.

Il mondo del tennistavolo e dello sport in genere di Molfetta e non solo ha perso un importante protagonista. È improvvisamente scomparso all'età di 61 anni Manlio Memola, fondatore e vice presidente del Circolo Tennistavolo Molfetta oltre che consigliere regionale della Federazione Tennistavolo. Federazione in cui aveva anche ricoperto la carica di segretario regionale e presidente provinciale del comitato di Bari. Sino a pochi giorni prima della scomparsa aveva seguito da vicino

le sorti del tennistavolo molfettese essendone uno dei promotori di più antica data. “Con la sua scomparsa – ha detto Domenico Valente, presidente regionale della Fitet – Molfetta perde un uomo di valore oltre che un riferimento nel mondo dello sport”. Ai funerali, celebrati da don Ignazio Pansini nel Duomo Vecchio, hanno preso parte decine di atleti e dirigenti del tennistavolo regionale oltre che numerosissimi amici che negli anni avevano imparato a stimare Manlio Memola.


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Sport

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Tra calcio e… fantacalcio Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1229

Fanno notizia le prestazioni della famiglia Ayroldi. Nicola Ragno chiamato ad allenare il Terlizzi. Tiene banco la possibilità del ritorno in città del grande calcio.

In questo scorcio di fine stagione calcistica si susseguono le notizie che coinvolgono il mondo calcistico cittadino. Ad essere coinvolti sono la classe arbitrale, le vicende societarie e gli allenatori. Andiamo con ordine. Sul fronte arbitrale continua a fare notizia la famiglia Ayroldi. Gianni, l’arbitro, è oramai prossimo al traguardo delle 100 gare dirette in Serie

A: una tappa importante a coronamento dei suoi 10 anni di direzione nella massima serie calcistica. Stefano, assistente arbitrale con qualifica da “internazionale”, in attesa di partecipare ai Mondiali di Calcio del 2010, continua a collezionare presenze di prestigio. Dopo i quarti e le semifinali di Champions League, è arrivata anche la direzione all’Olimpico

di Roma, della finale di Coppa Italia tra Lazio e Sampdoria. A fischiare il “numero uno” Roberto Rosetti da Torino. L’altro assistente Calcagno. Stessa terna che pochi giorni dopo, in Qatar, ha diretto la finale della Coppa dell’Emiro tra Al Rayaan e Al Garfaa. Intanto, domenica 10 maggio sul manto erboso del Paolo Poli, è andata in scena la finale di ritorno dei play off del campionato di Eccellenza: si è imposto il Liberty per 2 a 1 sull’Ostuni ma in virtù del risultato della gara di andata (Ostuni-Liberty 2-0) sono stati i brindisini a qualificarsi per le fasi nazionali. Ciò che però ha fatto più notizia è stato verificare la massiccia presenza di spettatori sugli spalti dello stadio e le sempre più insistenti voci del ritorno del grande calcio in città. Si parla di una squadra impegnata nel campionato di Eccellenza, Serie D o, addirittura, Serie C. Le opzioni sarebbero diverse: il Liberty impegnato in Eccellenza anche nella prossima stagione potrebbe scegliere di cambiare sede e denominazione sposando Molfetta. Si dice anche che un

noto professionista cittadino sia in procinto di acquisire il Bitonto (Serie D) per poi trasferire la società in riva all'Adriatico. L'ultima e più fantasiosa opzione vorrebbe a Molfetta il trasferimento del titolo del Noicattaro (Seconda Divisione ex Serie C2), società acquistata da Nicola Canonico (attuale proprietario del Liberty) che di questa opzione avrebbe già parlato con i tifosi molfettesi. Fantacalcio? Forse sì, sta di fatto però che quest’ultima voce si fa sempre più insistente e che in occasione di Liberty-Ostuni a Molfetta erano presenti in tribuna sia Canonico che il nuovo direttore sportivo del Noicattaro... Ultima notizia dal fronte allenatori: Nicola Ragno, già alla guida di Noicattaro, Bitonto, Monopoli, Noci e Francavilla, sarà nel prossimo campionato il mister del Terlizzi del presidente D’Alesio. Ragno porterà avanti un progetto destinato a portare la squadra rossoblu in Serie D. Accanto a lui ci saranno i collaboratori di sempre: Pasquale de Candia e Michele Ventura. Per la serie: successo assicurato.


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Open Source: saperne di più Parte da questo numero de “il Fatto” la nuova rubrica in dieci puntate su Linux, Ubuntu e sull’open source in genere. Vedremo come senza spendere neanche un centesimo e rimanendo nella legalità attrezzarsi informaticamente e riutilizzare anche hardware vecchio e non più utilizzabile. Non disprezzeremo le piattaforme a pagamento come i prodotti Microsoft e Mac perché in molte attività sono ancora insostituibili ma integrabili facilmente con i software open source. Ma approfondiamo i concetti di opensource e Linux Ubuntu che saranno i pilastri principali di questa rubrica e lo faremo utilizzando strumenti presenti in internet. In informatica, open source (termine inglese che significa “sorgente aperto”) indica un software i cui autori (più precisamente i detentori dei diritti) ne permettono, anzi ne favoriscono il libero studio e l’apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. Questo è realizzato mediante l’applicazione di apposite licenze d’uso. Wikipedia è un chiaro esempio dei frutti di questo movimento. Attualmente l’open source tende ad assumere rilievo filosofico, consistendo di una nuova concezione della vita, aperta e refrattaria ad ogni oscurantismo, che l’open source si propone di superare mediante la condivisione della conoscenza. La definizione è presa da it.wikipedia.org che è un esempio di enciclopedia libera contenente ad oggi 567.624 voci in ita-

liano. Un esempio di realtà collaborativa dove migliaia di persone esperte in una singola voce hanno messo gratuitamente a disposizione dei cyber utenti le loro conoscenze. Per trovare un’informazione vi basterà andare sul sito o in maniera breve digitare in google o firefox (sistema di navigazione open source) la chiave di ricerca seguita dalla parola wiki. Es: in google “open source” wiki. Mentre Ubuntu è un sistema operativo open source basato sul kernel Linux e leggiamo direttamente dal loro sito di presentazione www.ubuntu-it.org di cosa tratta. La comunità di Ubuntu è fondata sull’idea insita nella filosofia di Ubuntu: il software deve essere disponibile gratuitamente, gli strumenti del software devono essere disponibili agli utenti nella loro lingua madre a prescindere dalle loro abilità e gli utenti devono avere la libertà di personalizzare e modificare il software in qualunque modo lo desiderino. “Per queste ragioni: Ubuntu non sarà mai a pagamento e non è prevista alcuna quota aggiuntiva per l’edizione “enterprise”; il meglio del nostro lavoro sarà sempre disponibile a tutti, gratuitamente. Ubuntu comprende il meglio che la comunità del software libero offre in termini di traduzioni e infrastrutture per l’accesso universale, così da rendere Ubuntu utilizzabile dal maggior numero di utenti possibile; Ubuntu è rilasciato regolar-

mente a scadenze previste; ogni 6 mesi si rilascia una nuova versione ed è possibile scegliere di usare la versione stabile o di sviluppo. Ogni edizione è supportata per almeno 18 mesi; Ubuntu è votato completamente ai principi del software libero e open source; gli utenti sono incoraggiati all’uso, al miglioramento e alla diffusione del software libero e open source”. Finanziato dalla società Canonical Ltd (registrata nell'Isola di Man), questo sistema è rilasciato come software libero sotto licenza GNU GPL ed è gratuito e liberamente modificabile. L’ideatore dell’iniziativa è Mark Shuttleworth, un giovane imprenditore sudafricano diventato sostenitore del software libero al cui servizio ha posto le sue risorse. Ubuntu, infatti, prende il nome da un’antica parola africana che significa “umanità agli altri”, oppure “io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo tutti”. Il 1º luglio 2005 è nata la Fondazione Ubuntu con un fondo iniziale di 10 milioni di dollari, il cui scopo è lo sviluppo della distribuzione nel caso in cui Canonical Ltd dovesse cessare le attività. La fondazione è al momento dormiente. Utilizzo Ubuntu già da parecchi anni e ad oggi posso contare su oltre 27.000 applicativi open source. I cyber utenti vedono in Linux un sistema per proteggersi dai virus ed in effetti questo è vero, ma non è soltanto questo. Ci sono delle ottime suite da ufficio come it.openoffice. org, programmi di disegno come gimp o di elaborazione tridimensionale come www.blender.org. Potentissima la dota-

zione per gestire la rete lan (interna) e wan (esterna) ed è da questa possibilità che Linux è diventato il sistema operativo preferito dai pirati informatici e operatori di polizia che da sempre si scontrano nell’infinito cyber spazio. Ubuntu è una delle tante distribuzioni derivate da Linux ed è stata scelta per la sua diffusione e facilità d’uso. Non ci limiteremo a scrivere una semplice rubrica ma organizzeremo in questo percorso degli incontri dove faremo della pratica installando prima di tutto l’ultima versione di Ubuntu 9.04 (9 sta per 2009 e 04 sta per aprile) e nelle successive tutti gli applicativi open source necessari per poter lavorare con un pc senza aver acquistato nessun software. Alla fine imparerete anche a gestire la rete e a difendervi dagli attacchi degli hacker e quindi, mi dispiace per voi, ma sarete costretti ad imparare a rubare password, bucare server e altre cosette che sono indispensabili per imparare a difendersi. Quasi pronto il game server e il server test per fare tanti ma tanti errori... questo solo da www.ilfatto.net. Per maggiori informazioni o suggerimenti iscrivetevi al gruppo su facebook “Ubuntu e software liberi a Molfetta” oppure mandando una e-mail a editore@ilfatto.net. La rubrica sarà sponsorizzata da tre negozi che ci seguiranno applicando dei super sconti a chi vorrà comprare hardware nuovo ma garantito per Ubuntu. Giulio Cosentino editore@ilfatto.net


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Lavoro in chiaro

giovedì 21 maggio 2009

Lavorare per il Servizio Civile Nazionale Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1231

Da qualche tempo i nostri giovani si sono resi conto di essere di fronte ad un cambio epocale. La legge che ha istituito il Servizio Civile Nazionale ha apportato grandissime novità sociali, in grado di contribuire in maniera decisiva alla crescita personale e culturale. Quindi possiamo considerare il Servizio Civile Nazionale come quel primo passo verso una riforma più organica ed esaustiva del Servizio Militare. Infatti, solo con il Decreto Attuativo n. 77 del 5 aprile 2002 “Organizzazione del Servizio Civile Nazionale” si riuscirà ad operare un ulteriore approfon-

dimento definendo i soggetti, i requisiti e le modalità pratiche. Ma i vantaggi che, solo oggi, ne derivano hanno origini lontanissime nel tempo quando nel 1949 ci fu il primo gesto di rifiuto nei confronti del Servizio Militare per scelta non violenta. Durante gli anni ’60, ma soprattutto nel successivo decennio, il desiderio di sviluppare una forma alternativa al servizio militare trova espressione con l’approvazione della Legge n. 772 del 15 dicembre 1972 “Norme per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza”. Ma solo nel maggio del 1985, con la sentenza n. 164, la Corte Costituzionale affermerà la pari dignità tra servizio militare e civile considerando entrambi come forma di difesa della Patria. A questo fece seguito, il 10 marzo 1987, l’atto con cui la commissione riconobbe l’obiezione di coscienza al sevizio militare come un diritto dell’uomo e, il 31 luglio 1989 la sentenza n. 470 con cui la Corte Costituzionale decise la pari durata (12 mesi) del Servizio Civile rispetto al servizio Militare. Purtroppo, l’iter burocratico sarà caratterizzato da un estenuante percorso,

infatti, se gli anni ’90 possono essere considerati gli anni in cui si registra un primo sviluppo sostanziale del numero di richieste per il Servizio Civile, gli anni 2000 rappresentano la svolta decisiva per il cambiamento definitivo del Servizio Militare con la legge del 6 marzo 2001 ma soprattutto con il Decreto Attuativo n. 77 del 5 aprile 2002. Dopo l’entrata in vigore di quest’ultima legge, infatti, il servizio Civile Nazionale sarà operativo il 1 giugno del 2004 con il primo bando in cui saranno richiesti i primi 275 volontari da impiegare su territorio italiano, per 12 mesi rivolto a giovani, con età compresa tra 18 e i 28 anni, in progetti riguardanti l’ambito sociale, culturale, ambiente e protezione civile con un importo mensile di 433 euro. In base ai dati relativi al 2007, forniti dall’ufficio Nazionale del Servizio Civile, il settore dell’assistenza rappresenta l’ambito nel quale sono impiegati più volontari, che da solo, occupa il 51%. Tale assistenza può essere rivolta agli anziani, ai disabili, ai malati, ai tossicodipendenti, alle famiglie disagiate, agli extracomunitari

nei centri di accoglienza ed ai carcerati. Segue l'educazione e il patrimonio artistico e culturale con il 40%, mentre nell'ambiente e nella protezione civile sono impiegati il 7% dei volontari. La fascia d'età più rappresentata va dai 21 ai 23 anni (33,57%), cospicua anche quella dai 24 ai 26 anni (31,12%), mentre dai 27 ai 28 anni i volontari sono il 12,83% del totale. I prossimi bandi saranno pubblicati a giugno 2009 sul sito e sulla Gazzetta Ufficiale; per ogni chiarimento, oltre al sito, c’è un call center che risponde all’848-800715 o rivolgetevi agli uffici Informagiovani e/o Centro per l’Impiego presenti nella vostra città di residenza. Marco Roberto Spadavecchia Chiedete consiglio agli anziani, poiché i loro occhi hanno guardato in faccia gli anni e le loro orecchie hanno ascoltato le voci della Vita. Anche se i loro consigli vi risultano sgraditi, prestate loro attenzione. KAHILIL GIBRAN

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Il Centro Studi Levante organizza a Molfetta un corso di formazione per esperto di web market per lo sviluppo e commercializzazione delle botteghe artigiane locali. Il corso mira, a creare e perfezionare figure professionali in grado di gestire attraverso nuove tecnologie nel settore ICT, e innovative tecniche di comunicazione, la “vetrina” e il “negozio virtuale” del sistema commerciale locale e soprattutto del piccolo artigianato di qualità. Destinatari: 18 giovani e adulti non occupati, in possesso di qualifica, diploma di scuola media secondaria o laurea attinenti ai settori interessati dall’intervento. Durata: 100 ore Indennità di frequenza: Ai partecipanti sarà riconosciuta una indennità di frequenza pari a € 2,00 ad ora. Gli interessati in possesso dei requisiti sopra esposti devono presentare domanda di iscrizione ai corsi presso l’Ente di Formazione Professionale Centro Studi Levante – Piazza Aldo Moro 16 – Molfetta entro e non oltre il 9 maggio 2009. Qualora le domande di iscrizione dovessero essere più numerose dei posti disponibili, si procederà a selezione per l’ammissione ai corsi. Al termine del corso si rilascia un attestato di frequenza riconosciuto dalla Regione Puglia Per informazioni rivolgersi presso la sede del Centro Studi Levante sita a Molfetta in Piazza Aldo Moro 16 ore 9.30 - 12.00 / 17.00 – 19.30. Tel. 080.3354439. Fonte: Centro Risorse Informa

Per inserire un’offerta di lavoro basta inviare il testo con l’inserzione alla nostra e-mail: editore@ilfatto.net


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w w w . i l f a t t o . n et

IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni,puntuale come sempre il giovedì. Baby Roon piazza Roma Bar 2000 piazza Garibaldi 66 Bar Arcobaleno banchina S. Domenico Bar Ariston via Santa Lucia 11 Bar Astoria corso Umberto 16 Bar Blues via Dante 49 Bar Byblos piazza Principe di Napoli 6 Bar Caffetteria, via Salvucci 46 Bar Camera Cafè via XX Settembre 43 Bar Cavour via Fornari 47 Bar Central piazza Vittorio Emanuele 17 Bar Crystal via F. Campanella 33 Bar degli Artisti, via Gesmundo 4 Bar del Ponte, via Ruvo 18 Bar Euro via San Francesco d’Assisi Bar Europa, via Cavallotti 10 Bar Fausta, corso Umberto 150 Bar Filisia via M. di Savoia 67 Bar Football, via la Malfa 11 Bar Gabbiano, corso Umberto 48 Bar Gardenia via Respa 12 Bar Green, via Baccarini 111 Bar Haiti via San Domenico Bar Ideal, via Terlizzi Bar Kennedy, via Germano 49 Bar la Fenice, corso Umberto Bar Le chic j’adore, via G. Salvemini 15 Bar London via Terlizzi 6 Bar Mary corso Umberto 122 Bar Mezzina, via Einaudi 6 Bar Minervini, via Pio la Torre 33 Bar Miramare banchina S. Domenico Bar Miramare, via San Domenico 9 Bar Mirror via cap. Azzarita 124 Bar Mixer Cafè, 6^ strada ovest Lama Martina Bar Moka, via Annunziata 68 Bar Mongelli via cap. de Candia 30 Bar Murolo piazza Paradiso 10 Bar New Meeting, via Alberto Mario Bar Orchidea via Fornari 50 Bar Pasticceria Casa del Dolce, via San F. d’Assisi Bar Peter Pan, via Monda 48 Bar Rio, via Bari 92 Bar Roma 2, via San Domenico 4 Bar San Marco, corso Umberto Bar Seven via Germano 33

Bar Seventy Bar Snack, via Giovinazzo 1 Bar Sottocoperta, piazza Garibaldi Bar Spadavecchia, via Papa Montini 60 Bar Sport corso Umberto I Bar Stazione piazza Moro Bar Sweet piazza Garibaldi 32 Bar Umberto corso Umberto I Bar Universo corso Umberto I Bar Venere, via Martiri di Via Fani 6 Bar Vittoria via Alighieri 68 Baro Oasi, via Cormio 18 Bettie Page piazza Municipio 6 Biblioteca Comunale, via San Domenico Blanc la Nuit lungomare M.A. Colonna Buffetti piazza Garibaldi Caffè al Duomo via Banchina Seminario 8/10 Caffè Colorado via XX Settembre Caffè Metropolis via cap. de Gennaro 16 Caffè Silver via Fremantel 19/I Caffetteria Gonzaga via Piazza Caffetteria Manattan viale dei Crociati Caffetteria Paninoteca Grease via Molfettesi d’Argentina 75 Caffetteria Venere via Martiri di via Fani 6 Calì Caffè via Puccini 7 Cin Cin Bar via Dante Coffee Room viale Pio XI Compagnia Carabinieri via Caduti di Nassiriya Edicola “l’altra Edicola” via Terlizzi Edicola Andreula via Baccarini 67 Edicola Caputi via San F. d’Assisi 55 Edicola De Palma via Bari 1 Edicola delle Rose via Madonna della Rosa Edicola di Sciancalepore Domenico piazza M. di Savoia Edicola Gigotti via Bari 74 Edicola Grosso via Pappagallo Edicola piazza Garibaldi Edicola Spazio Libero via gen. Poli Edicola Stazione piazza A. Moro Edicola via Cormio rione Paradiso Edicola via Dante Edicola via Einaudi rione Paradiso Edicola via Fornari nei pressi Istituto Apicella Edicola via Giovinazzo 1 Edicola via Giovinazzo 45 Edicola via Paniscotti

Edicola via ten. Silvestri Edicola via Togliatti zona 167 Edicola viale Pio XI Farmacia Grillo, largo Sant’Angelo Flory’s Cafè via gen. Poli 3 Istituto Industriale di Stato “G. Ferraris” via P. Togliatti 2 Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione sede centrale via Fornari 1 c/o Istituto Apicella Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione sede succursale via Giovinazzo Istituto Professionale per i Servizi Turistici “A. Bello”, viale XXV Aprile Istituto Professionale per le Attività Marinare località Prima Cala Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “G. Salvemini” via Martiri della Resistenza Liceo Classico “L. da Vinci” e Liceo Scientifico “A. Einstain” via P. Togliatti 4 Liceo Ginnasio “L. da Vinci” sede succursale via Fornari 1 c/o Istituto Apicella Liceo Sociopsicopedagogico “V. Fornari” via gen. L. Amato Medi Max via Terlizzi Mister Toto via Losito Mondo Casa Immobiliare, piazza Effrem 12 Off Street piazza Garibaldi 15 Palazzetto dello Sport “G. Poli” via Martiri di Via Fani Panificio Annese via Cappellini 28 Panificio Biancaneve via de Luca 59 Panificio Biancaneve via Molfettesi del Venezuela 41 Panificio Cangelli via cap. de Candia 49 Panificio Centrale via Respa 40 Panificio de Gennaro via cap. de Candia 155 Panificio de Pinto via Edoardo Germano Panificio don Bosco corso Fornari 36 Panificio don Bosco via Cormio 36 Panificio Europa via Rattazzi 41 Panificio il Forno zona 167 Panificio Jolly viale Pio 11 9/a Panificio La Sfornata via E. Fermi Panificio Minervini via Bixio 25 Panificio Non Solo Pane via gen. Poli 13 Panificio Non Solo Pane via Paniscotti 44 Panificio Petruzzella via Bovio 18 Panificio Posta via Ricasoli 29 Panificio Sant’Achille via Martiri di via Fani 15

Panificio Trionfo via ten. Fiorino 71 Parrocchia Cattedrale, via D. Alighieri Parrocchia Cuore Immacolato di Maria via Mascagni Parrocchia Immacolata, piazza Immacolata 62 Parrocchia Madonna della Rosa via C. A. Dalla Chiesa 19 Parrocchia Sacro Cuore di Gesù corso Umberto Parrocchia San Berardino via Tattoli Parrocchia San Corrado Duomo, banchina Seminario Parrocchia San Domenico via San Domenico 1 Parrocchia San Gennaro via S. Pansini Parrocchia San Giuseppe via A. Saffi 1 Parrocchia San Pio X viale Gramsci 1 Parrocchia Santa Famiglia via Innocenzo VIII Parrocchia Santa Teresa piazza Vittorio Emanuele 3 Parrocchia Sant’Achille via A. Salvucci Place Blanc Cafè piazza M. di Savoia 4 Stazione di rifornimento AGIP via Terlizzi Stazione di rifornimento Madogas via Terlizzi Stazione di rifornimento AGIP via Giovinazzo Stazione di rifornimento API Zona Artigianale Stazione di rifornimento ESSO via Bisceglie Stazione di rifornimento Q8 via dei Lavoratori Zona Artigianale Supermercato Granrisparmio v. Martiri della Resist. Swing Pub viale Pio XI 27 Pub Flower via Giovinazzo Tabaccheria corso Umberto 74 Tabaccheria piazza Garibaldi 6 Tabaccheria piazza Roma 4 Tabaccheria via Azzarita 65 Tabaccheria via Bari 68 Tabaccheria via Fiorini 41 Tabaccheria via Fornari 66 Tabaccheria via G. Salvemini 124 Tabaccheria via Hugo 3 Tabaccheria via Madonna dei Martiri 2 Tabaccheria via Madonna dei Martiri 67 Tabaccheria via Margherita di Savoia 5 Tabaccheria via Pansini 52 Tabaccheria via Paradiso 2 Tabaccheria via Roma 32 Tabaccheria via Rossini 12 Tabaccheria via Silvestri 68 Tabaccheria viale Pio XI Tenenza Guardia di Finanza viale dei Crociati Ufficio Relazioni con il Pubblico


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Consigli per una sana alimentazione FACILE

DIFFICILE

SOLUZIONI

Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni. Fonte:(it.wikipedia.org)

L’ago della bilancia

Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1232

Chi stabilisce quando l’ago della bilancia segna il fatidico peso ideale? Ognuno di noi con il suo corpo e la sua storia ha un proprio peso ragionevole da raggiungere e mantenere non perché qualcuno ha deciso che certi canoni estetici siano più belli, ma per mantenersi in salute. L’eccesso di grasso corporeo (sopratutto a livello addominale) aumenta il rischio di cardiopatie, ipertensione, diabete, alcuni tipi di cancro, apnee notturne, problemi articolari, dismetabolismi. Altrettanto rischiosa è la condizione opposta: se le riserve di grasso sono eccessivamente ridotte l’organismo intacca muscoli e organi interni con la compromissione di molte funzioni: si riduce la resistenza a infezioni, si indeboliscono le ossa, si alterano la regolarità del ciclo mestruale, l’umore, le facoltà mentali, le relazioni interpersonali. Calcolate l’Indice di Massa Corporea dividendo il peso per il quadrato dell’altezza: se è compreso tra 20 e 25 siete soggetti

normopeso, tra 25 e 30 sovrappeso, tra 30 e 40 obesi moderati e oltre 40 obesi gravi. Allo stesso modo sotto il 20 si parla di sottopeso, magrezza moderata e grave. Dove siete? Più vi allontanate dalla fascia di normalità più aumentano i rischi. Come vedete non esiste un peso ideale da raggiungere ad ogni costo ma degli intervalli (anche di 10 kg tra un estremo e l’altro) in cui rientrare. Bisogna tenere conto dell’ossatura, della composizione corporea, della storia personale: per un soggetto da sempre obeso un IMC anche di 25 o poco più è un obiettivo ragionevole; una persona minuta che ha sempre avuto un IMC pari a 20 può avere un disagio con soli 5 kg in più; un atleta potrebbe avere un IMC alto per il peso dei suoi muscoli; per un anziano qualche chilo in più invece ha un ruolo protettivo. Quindi controllate se rientrate nel normopeso almeno una volta al mese, mantenete un regime alimentare equilibrato senza abbuffate o restrizioni esagerate e svolgete attività fisica. Non dimenticate di stare attenti anche ai bambini! Dott.ssa Annalisa Mira Biologa Nutrizionista


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Ricotta di pecora con mandorle, frutta e zabaione al moscato di Trani Ingredienti • • • • • • •

50 gr. di burro 50 gr. di zucchero 200 gr. di mandorle 1 cestino di fragole 1 cestino di lamponi 1 grappolo di uva 6 fichi

• • • •

PER LO ZABAIONE: 3 tuorli 50 gr. di zucchero 3,5 dl di moscato di Trani 2,5 dl di panna fresca

Procedimento Frullare il burro ammorbidito con lo zucchero, la ricotta e metà delle mandorle tostate; formare 6 tortine, disporle su carta oleata o da forno e porle a rassodare in frigo. Per lo zabaione montare a bagnomaria i tuorli d’uovo con lo zucchero, versando gradualmente il moscato fino a raddoppiare il volume e ad ottenere una crema gonfia e spumosa. Montare la panna, incorporarla delicatamente al composto e conservare la crema così ottenuta in frigorifero. Per la guarnitura frullare una parte dei frutti di bosco e passare il purè ottenuto al setaccio, sistemare i tortini di ricotta sui piatti, ricoprire con lamponi e fragoline e nappare con lo zabaione al moscato, decorare con chicchi di uva, i fichi e il purè di rosso di frutti di bosco. Chef: Vincenzo Guastamacchia

I CONSIGLI DELLO ZODIACO ARIETE Sarete chiamati a dare fondo a tutta la vostra pazienza. Una incomprensione di troppo sarà causa di grattacapi. Per questo prima di assumere una decisione ponderate bene ogni possibilità. La strada che sembra più ovvia per superare la crisi non è detto sia la più giusta.

LEONE Prendetevi un fine settimana tutto per voi. Rilassatevi, incontrate gente. Non parlate di lavoro. Aumentano i vostri impegni. Diminuiscono le vostre energie e il nervosismo che vi ha accompagnato nelle ultime settimane non accenna ad allontanarsi.

SAGITTARIO Cercate le risposte dentro di voi evitando di accusare gli altri. Il sereno è ormai all’orizzonte. Adesso tocca a voi riuscire ad apprezzare tutti i cambiamenti che vi attendono. Qualche complicazione nelle faccende di cuore.

www.ilfatto.net IL FATTO Quindicinale gratuito di informazione

EDITORE Activa S.r.l. con unico socio

PRESIDENTE Giulio Cosentino | cell. 334.1758150 e-mail: giulio.cosentino@gmail.com

TORO Tiratevi su, sta per tornare il sereno. Non fatevi cogliere impreparati. Il periodo negativo è alla fine. Nelle ultime settimane avete risentito non poco della marcia avversa dei pianeti ma finalmente tutti insieme hanno deciso di cambiare direzione.

VERGINE Calma piatta nei sentimenti, nel lavoro, nello studio, nei rapporti con gli altri. Approfittatene per dedicarvi alle cose che più vi piacciono. Vi siete chiesti da quanto tempo vi dedicate più ai vostri hobby. Troppo. Allora non indugiate ancora.

CAPRICORNO Avete appena superato un periodo di forte stress. Concedetevi qualche giorno di tempo, poi tutto tornerà alla normalità. Il progetto che avete messo in cantiere produrrà buoni frutti. Non subito si intende. Ma si sa, per le cose importanti bisogna portare pazienza.

DIRETTORE RESPONSABILE Corrado Germinario

Collaboratori Pantaleo de Trizio, Marta Marzocca, Paola Pansini, Isabel Romano, Roberto Sciannamea, Lella Salvemini, Marco Roberto Spadavecchia, Francesco Tempesta, Annalisa Mira, Giordano Germinario, Beatrice De Gennaro. Registrato presso il Tribunale di Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07

GEMELLI Dietro l’angolo ci sono importanti novità. Moderate gli impegni. Sono ancora troppi. Forse è arrivato il momento di darvi una calmata. Dopo un inizio d’anno scoppiettante grazie anche al favore degli astri, conviene fermarsi un attimo per recuperare le forze.

BILANCIA Ormai vi siete fatti i muscoli e tutto sembrerà facilissimo. Regalatevi un bagno di coccole con la persona che amate. Davanti a voi ci sono due settimane di grande serenità. Certo non mancheranno i piccoli problemi quotidiani ma non ci sarà nessuna prova veramente difficile.

ACQUARIO Il periodo non felicissimo che ha caratterizzato i mesi scorsi si allontana sempre più. Avevate un piccolo sogno in un cassetto. Vi aspetta una sorpresa. È in arrivo un treno carico di buone notizie. Accomodatevi e aspettate. Non lasciatevi prendere dall’ansia.

REDAZIONE Via degli Antichi Pastifici, Zona Artigianale A/8 · Molfetta redazione@ilfatto.net

PROGETTO GRAFICO Vincenzo de Pinto

IMPAGINAZIONE NELLOPOLI.com | HIDESIGN.it

STAMPA

CANCRO Al periodo di calma che vi siete lasciati alle spalle segue ora un periodo di grandi impegni. La cosa non vi dispiacerà, al contrario vi consentirà di fare nuove e importanti conoscenze. Tutto comincia ad andare proprio come desiderate.

SCORPIONE Il temporale esploderà all’improvviso. Procuratevi un ombrello specie quando siete in compagnia della vostra metà per evitare scenate di gelosia e tensioni in pubblico. Tenete a freno gli ormoni e il vostro naturale sex appeal.

PESCI È arrivato il vostro momento. Occorre una prova di carattere. E voi, in fondo in fondo, ne avete da vendere. Allora, preparatevi ad uno sprint. Avete nicchiato per due intere settimane in qualche modo lasciandovi cullare dagli eventi e piangendovi addosso. Basta.

MASTER PRINTING S.R.L. VIA DELLE MARGHERITE 20/22 MODUGNO BA

CONCES. DELLA PUBBLICITA’ Ufficio Commerciale · tel. 334.17.58.150



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