Il Fatto n. 038

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w w w . i l f a t t o . n et Molfetta

giovedì 18 giugno 2009

Quindicinale gratuito di informazione.

n° 38

Politica

Cronaca

Cultura

Sport

Elezioni: numeri e considerazioni all’indomani del voto per provinciali ed europee.

Entra nel vivo il processo per la strage della Truck Center. Le prime verità.

Assegnato il Premio Azzarita 2009. Il riconoscimento a Saverio Montingelli della Rai.

Maria Teresa: storia di una giovane donna divisa tra università e motociclette.

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Inchiesta

Dimenticati? Nuove opportunità dalla Regione

SOS dal Rione Catecombe

Grazie ai progetti finanziati dall’Ente la possibilità di creare nuova occupazione consentendo ai giovani pugliesi di specializzarsi e lavorare al servizio della propria terra d’origine. Abbiamo incontrato per parlarne l’assessore alla trasparenza e cittadinanza attiva Guglielmo Minervini.

I residenti lanciano l’ennesimo allarme: criminalità e assoluta mancanza delle istituzioni mettono a dura prova la pazienza di tanti cittadini onesti. Sinora non sono servite a nulla le denuncie alle forze dell’ordine e le lettere inviate al sindaco. Non si escludono azioni clamorose.

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Politica

giovedì 18 giugno 2009

Schittulli presidente. Ma Molfetta non festeggia Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1257

Vittoria al candidato del centrodestra. La nostra città però non elegge alcun rappresentante in consiglio provinciale. Non sarà evidentemente necessario il ballottaggio per decidere chi sarà il nuovo presidente della Provincia di Bari. Il voto dei cittadini ha infatti decretato la vittoria del candidato del centrodestra Francesco Schittulli che ha raccolto il 50,66% dei consensi contro il 44,14% del candidato del centrosinistra e presidente uscente Vincenzo Divella. Giuseppe Rana, candidato sostenuto da Io Sud e UdC ha collezionato il 5,19% dei voti. La Provincia di Bari quindi dopo dieci anni di governo della sinistra sceglie di cambiare ed affida le sorti dei prossimi cinque anni all’oncologo di Gravina di Puglia. Una vittoria del centrodestra che paradossalmente punisce oltremodo Molfetta, i suoi cittadini e la sua classe politica. La nostra città, infatti, non avrà alcun rappresentante all’interno del consiglio provinciale. L’unica speranza, al momento al quanto remota, è nel “ripescaggio” di Savero Tammacco del PdL che potrebbe essere chiamato a sostituire qualche eletto nel frattempo nominato assessore. Una situazione a dir poco imbarazzante per una delle più grandi città della provincia. Certamente la più attiva dal punto di vista economico. Per un pugno di voti non ce l’hanno fatta Nino Sallustio e Nicola Piergiovanni. Fuori dal consiglio provinciale anche l'’assessore uscente Antonello Zaza che pur essendo stato il più suffragato del suo partito non

tornerà nelle stanze del “palazzo dell'orologio” poiché Rifondazione e Comunisti non hanno conquistato alcun seggio. Nonostante i proclami di vittoria del sindaco Antonio Azzollini e dei suoi fedelissimi, il PdL molfettese incassa una sonora lezione: evidenti gli errori di strategia politica che hanno portato ad una frammentazione del voto dell’elettorato di centrodestra con tanti candidati capaci di raccogliere decine di voti più per il proprio personale tornaconto che con la speranza di arrivare a Bari. “Abbiamo contribuito in maniera significativa alla vittoria del Presidente Schittulli e alla riconquista della Provincia di Bari al centrodestra” ha dichiarato Pasquale Mancini. “Il PdL si è confermato primo partito nella città e nei due collegi. Sono mancate le ciliegine sulla torta, anche a causa della moltitudine di liste e listarelle minori, ma il dato politico appare chiaro e positivo per il PdL, nonostante l’evidente astensionismo abbia penalizzato i partiti di massa. Molfetta – ha concluso Mancini – ha perso una occasione, forse irripetibile, per dotarsi di una forte rappresentanza provinciale direttamente collegata all’amministrazione comunale ma conferma nei fatti piena fiducia all’operato dell’amministrazione Azzollini”. Nel centrosinistra al contrario c’è poco da condannare: si è lavorato abbastanza bene e i numeri sono lì a dimostrarlo.

Oltretutto se la vittoria fosse andata a Divella oggi Molfetta festeggerebbe ben tre consiglieri: Sallustio, Piergiovanni e Zaza e qualcun’altro sarebbe stato pronto a seguirli per il gioco delle nomine. Senza dimenticare il brillante risultato del giovanissimo Francesco Azzollini e del consigliere provinciale uscente Domenico Cives. In città, non bisogna dimenticarlo, ha vinto solo il partito dell’astensionismo: il 50% dei molfettesi, infatti, non si è recato alle urne. La colpa va evidentemente divisa in parti uguali tra i cittadini che non si interessano della cosa pubblica e i partiti, specie quelli di centrodestra, che allontanano ed escludono sempre di più porzioni di popolazione capaci e abili ma “umiliate” dalla presenza anche in ruoli di prestigio, di personaggi che senza la politica sarebbero illustri sconosciuti e certamente nullafacenti questuanti. L’altra vittoria di questa tornata elettorale, lasciatecelo dire, è stata ancora una volta quella degli organi di informazione locali. Tutti, indistintamente, hanno svolto un servizio al massimo delle loro possibilità, garantendo informazione costante e in tempo reale alla città. Da parte nostra non possiamo che sottolineare il successo della trasmissione radiofonica “il Voto alla Radio” trasmessa in diretta dagli studi di Primaradio. Nelle sei ore di diretta, dalle 14 alle 20 di lu-

nedì 8 giugno (cui si aggiungono le dirette di sabato e domenica dalle 19 alle 20), abbiamo diffuso i dati ufficiali dello scrutinio in tempo reale e offerto una lunga serie di interventi ai nostri ascoltatori. Oltre alla collaborazione dei giornalisti Lucrezia d’Ambrosio de “la Gazzetta del Mezzogiorno”, Giulio Calvani de “l’altra Molfetta”, Pasquale Caputi di “Molfettalive”, Francesco Verdesca del “Biancorosso”, tutti ospiti in studio, ricordiamo i collegamenti da Giovinazzo con Nicola Miccione di “Giovinazzolive” e da Barletta con Alba Di Palo di Telenorba. Fondamentale il supporto giornalistico di Francesco Tempesta e tecnico di Giulio Cosentino e Pasquale Sasanelli. Lungo poi l’elenco degli ospiti in studio o in collegamento: dal presidente della Regione Nichi Vendola al sindaco Antonio Azzollini, dall’assessore regionale Guglielmo Minervini all’ex sindaco e coordinatore provinciale dei Socialisti, Tommaso Minervini. Sino ai tanti candidati che non si sono sottratti alle nostre domande: Antonello Pisani, Pasquale Mancini, Nino Sallustio, Tommaso Amato, Rino Lanza, Pino Amato, Antonello Zaza e Francesco Azzollini. Il ringraziamento più grande, ovviamente, va ai nostri radioascoltatori che ancora una volta ci hanno premiato con la loro attenzione ed ai quali diamo appuntamento alle prossime iniziative firmate “il Fatto”.

I voti e le percentuali di preferenza di tutti i candidati Collegio 24 (Levante - Giovinazzo) Candidato Presidente: Vincenzo Divella 8.596 – 49,93% CANDIDATI CONSIGLIERI Sallustio Cosmo Alberto detto Nino (PD) 3.661 – 21,57% Turturro Francesco (Primavera in Movimento) 734 – 4,36% Azzollini Francesco (Sinistra per la Provincia) 1.108 – 6,58% Cives Domenico (IdV) 1.182 – 7,02% Zaza Antonello (Rifondazione Comunisti Italiani) 1.360 – 8,08% Faleo Francesca (Verdi) 121 – 0,71% Rosa Luigi (Realtà Pugliese) 55 – 0,32% Della Rosa Fara (Pensionati Invalidi) 62 – 0,36% Candidato Presidente: Francesco Schittulli 8.207 – 49,20% CANDIDATI CONSIGLIERI Gadaleta Giovanni (Schittulli Presidente) 730 – 4,33% Mancini Pasquale Maria (PdL) 4.176 – 24,82%

Minuto Anna Carmela (La Puglia prima di tutto) 1.784 – 10,60% Naglieri Giovanni (Nuovo PSI) 16 – 0,09% Gregorio Biagio detto Moviola (Lega Meridionale) 7 – 0,04% Dalla Serra Giovanni (Popolari Liberali) 9 – 0,05% Bellomo Cecilia in Montecalvo (Democrazia Cristiana) 45 – 0,26% Liuni Michelangelo (PLI) 38 – 0,22% De Lucia Giuseppe (La Destra) 49 – 0,29% Pisani Antonio (Udeur-PSDI-Socialisti) 319 – 1,89% Sgherza Raffaele (MpA) 531 – 3,15% Roselli Rossana (Alleanza di Centro) 278 – 1,65% Candidato Presidente: Giuseppe Rana 584 – 3,35% CANDIDATI CONSIGLIERI Lanza Gennaro detto Rino (UDC) 502 – 2,98% Tedesco Vitantonio (Io Sud) 58 – 0,34%

Collegio 25 (Ponente) Candidato Presidente: Vincenzo Divella 5.534 – 39,89% CANDIDATI CONSIGLIERI Amato Tommaso (PD) 1.610 – 11,89% De Robertis Mauro (Primavera in Movimento) 688 – 5,08% Piergiovanni Nicola (Sinistra per la Provincia) 1.571 – 11,60% Cives Domenico (IdV) 815 – 6,02% Mongelli Vincenzo Francesco Paolo (Rif. Comunisti Italiani) 549 – 4,05% Faleo Francesca (Verdi) 71 – 0,52% Cormio Pasquale (Realtà Pugliese) 35 – 0,25% Saponaro Cosimina (Pensionati e Invalidi) 39 – 0,28% Candidato Presidente: Francesco Schittulli 7.027 – 50,65% CANDIDATI CONSIGLIERI Claudio Adele Maria Serena in Baldassarre (Schittulli Presidente) 889 – 6,56%

Tammacco Saverio (PdL) 3.611 – 26,68% Capursi Nappi Pietro Angelo (La Puglia prima di tutto) 289 – 2,13% Naglieri Giovanni (Nuovo PSI) 11 – 0,08% D’Elia Isabella detta Isa (Lega Meridionale) 15 – 0,11% Murgolo Davide Ettore (Popolari Liberali) 12 – 0,08% Manuti Marcella (Democrazia Cristiana) 37 – 0,27% Liuni Michelangelo (PLI) 10 – 0,07% De Lucia Giuseppe (La Destra) 28 – 0,2% Pisani Antonio (Udeur-PSDI-I Socialisti) 549 – 4,05% Spadavecchia Vincenzo (MpA) 1.070 – 7,9% Squeo Mauro (Alleanza di Centro) 343 – 2,53% Candidato Presidente: Giuseppe Rana 1.312 – 9,45% CANDIDATI CONSIGLIERI Amato Giuseppe (UDC) 1.226 – 9,05% Tedesco Vitantonio (Io Sud) 65 – 0,48%


L’opinione

giovedì 18 giugno 2009

Tutto “frutto” di una strategia… Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1258

Non è escluso che la frammentazione del voto sia stata “voluta” per mantenere il primato… Non ci sarà l’incombenza di tornare a votare dopo due settimane: niente ballottaggio. Anche Molfetta ha convintamente scelto Schittulli quale presidente della Provincia di Bari; il 21 giugno rimarrà solo da capirci qualcosa rispetto ai referendum. Campagna elettorale per le provinciali archiviata, difficile individuare vincitori e vinti o semplicemente un segnale di cambiamento nelle dinamiche politiche locali. Da un certo punto di vista ha perso la città tutta, che non avrà suoi rappresentanti nel Consiglio Provinciale, le risorse saranno con tutta probabilità dirottate verso altri comuni del barese, nell’ottica con cui a livello locale si concepisce e distorce l’idea di rappresentanza politica. I consensi sono stati divisi fra una folla di candidati, di quelli che contano. Si tratta di persone che non avranno frequentato le Frattocchie o assorbito l’insegnamento di Moro, ma la politica a li-

vello locale la praticano da un po’ e pure la capiscono, non si può pensare, quindi, che non sapessero che in troppi puntavano alla stessa mangiatoia. A meno che proprio questo fosse l’obiettivo di chi a Molfetta politicamente comanda, favorire la frammentazione per non crearsi avversari interni, evitare che dentro il proprio schieramento si delinei un possibile antagonista per la conquista della ribalta. Il potere è assai allettante, per difesa dei propri interessi o per la libidine di sentirsi padrone del proprio e dell’altrui destino, anche ad aver iniziato con le migliori intenzioni, se ne diventa gelosi, non fa piacere pensare che sorga all’orizzonte qualcuno a cui si rischia un giorno di dover passare il testimone. Chissà, le logiche politiche sono imperscrutabili e soprattutto comportano una grande discrepanza fra quel che pubblicamente si professa e quel che si fa, magari nelle stanze appartate. Quel

che è sicuro è che il panorama politico cittadino è assai asfittico, ovunque si guardi. Il voto a Molfetta si è come sclerotizzato, con qualcuno che tira le fila e ragiona con logiche tese a costruire la propria carriera politica, più che il bene della città e addirittura del proprio schieramento, e una serie di personaggi che coltivano la politica come un proprio orticello e si ripropongono puntuali ad ogni un appuntamento, non potendo permettersi il rischio di lasciare libero il proprio elettorato, che potrebbe così diventare terra di conquista di altri e non essere più recuperabile. Riecco così Pino Amato, ormai patron dell’UdC, che ripropone i suoi mille e passa voti, inutili a fargli far carriera verso la Provincia, stessa cosa per Carmela Minuto, sicura di non aver perso i suoi sostenitori, nonostante abbia dovuto migrare verso altra lista, sempre con mille e passa voti, ma rimasta nel confine cittadino. La

stessa cosa vale per gli altri, quelli capaci di conservare ed aumentare il loro bottino di voti e solo di questo. Nel centro sinistra, c’è stata l’affermazione personale di Antonello Zaza, che ha raccolto i risultati dell’impegno di assessore, i cui meriti nessuno gli ha contestato, ma che vede vano lavoro ed impegno nella campagna elettorale. Ora si alzano i lamenti per Molfetta senza neppure un consigliere provinciale, posto che vi sono catastrofi peggiori, sarebbe bastato fare i conticini prima. Giochini elettorali, divertenti per chi ha davanti il cartellone del Risiko/Molfetta e pensa a come avvantaggiarsene, ma tali da far capire le ragioni di tutti quelli che, a Molfetta sono stati tanti, hanno detto, come quando eravamo piccini: “Io con te non gioco più”. E a votare non ci sono proprio andati. Lella Salvemini

Si torna alle urne: c’è il Referendum Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1259

Italiani nuovamente al voto domenica 21 e lunedì 22 giugno. Il 21 e 22 giugno i cittadini italiani saranno nuovamente chiamati alle urne per esprimere il loro parere su tre quesiti referendari. Si potrà votare domenica dalle 7 alle 22 e lunedì dalle 7 alle 15. Subito dopo la chiusura dei seggi si procederà con lo spoglio delle schede. Ma vediamo quali sono i quesiti referendari che verranno sottoposti agli elettori. Il primo (scheda verde) e il secondo (scheda bianca) quesito riguardano il premio di maggioranza alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramento. Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di

maggioranza. Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. Esso è attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che ottiene il maggior numero di voti. Il primo ed il secondo quesito (valevoli rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) si propongono l’abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste. In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior

numero di seggi. Un secondo effetto del referendum è il seguente: abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento. Per ottenere rappresentanza parlamentare, cioè, le liste debbono comunque raggiungere un consenso del 4% alla Camera e 8% al Senato. In sintesi: la lista più votata ottiene il premio che le assicura la maggioranza dei seggi in palio, le liste minori ottengono comunque una rappresentanza adeguata, purché superino lo sbarramento. All’esito dell’abrogazione, resteranno comunque in vigore le norme vigenti relative all’indicazione del “capo della forza politica” (il candida-

to premier) e al programma elettorale. Il terzo quesito (scheda rossa) riguarda l’abrogazione delle candidature multiple. Oggi è infatti possibile proporre la propria candidatura in più circoscrizioni facendo sì che gli eletti, optando per uno dei vari seggi ottenuti, permettono che i primi dei candidati “non eletti” della propria lista in quella circoscrizione gli subentrino nel seggio al quale rinunciano. Nell’attuale legislatura, questo fenomeno coinvolge circa 1/3 dei parlamentari. Con l’approvazione del terzo quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.


Attualità

giovedì 18 giugno 2009

Un tuffo nel blu... si può? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1260

Emessa l’ordinanza balneare ma ci sono divieti che nessuno ha mai fatto rispettare. Come ogni anno, e in anticipo ai tempi a cui ci si era abituati, l’amministrazione comunale a firma del sindaco Antonio Azzollini, ha emesso la consueta “ordinanza balneare”. Le spiagge vietate alla balneazione e al prelievo acque saranno spiaggia libera Torre Calderina in prossimità dei due sbocchi fognari, spiaggia libera in Contrada San Giacomo, spiaggia libera Secca dei Pali (compreso Molo Pennello), zona portuale compreso Banchina Seminario, Banchina San Domenico e zona retrostante la Capitaneria di Porto, Lungomare Colonna, angolo Municipio. Questa ordinanza però è utile soltanto a delimitare le zone in maniera astratta e non con l’utilizzo di delimitazioni concrete. Così facendo il Comune di Molfetta ha ignorato il Decreto Legislativo datato 30 maggio 2006 (www.camera.it/parlam/ leggi/deleghe/08116dl.htm) che stabilisce che sono di competenza comunale la delimitazione, prima dell’inizio della stagione balneare, delle acque non adibite alla balneazione e delle acque di balneazione permanentemente vietate

ricadenti nel proprio territorio, in conformità a quanto stabilito dall’apposito provvedimento regionale; la delimitazione delle zone vietate alla balneazione qualora nel corso della stagione balneare si verifichi o una situazione inaspettata che ha, o potrebbe verosimilmente avere, un impatto negativo sulla qualità delle acque di balneazione o sulla salute dei bagnanti; la revoca dei provvedimenti adottati sulla base delle disposizioni precedenti; l’apposizione, nelle zone interessate, in un’ubicazione facilmente accessibile nelle immediate vicinanze di ciascuna acqua di balneazione, di segnaletica che indichi i divieti di balneazione; la segnalazione in un’ubicazione facilmente accessibile nelle immediate vicinanze di ciascuna acqua di balneazione, di previsioni di inquinamenti di breve durata. Probabilmente di questo decreto non è stato rispettato nemmeno un punto dall’amministrazione comunale. Vediamo il perché. Il primo punto prevede la limitazione delle zone, limitazione che attualmente rimane soltanto sulla carta e non vi è traccia sulle zone

interessate. L’anno scorso ci furono numerosi casi di bagnanti vittime di alga tossica. Secondo il successivo punto le acque teatro di questi casi avrebbero dovute essere segnalate con appositi segnali ma così non è stato. Di conseguenza anche il terzo punto è stato ignorato perché non è stato emanato nessuna ulteriore ordinanza per precludere le zone coinvolte da questi eventi alla balneazione. Anche i punti che parlano di segnaletica apposita sia nel caso di acque balneabili che nel caso di acque non balneabili non sono stati affatto rispettati. Quindi l’ordinanza balneare del 25 maggio 2009 e pressoché inutile. Inutile già lo era già in partenza perché i bagnanti hanno cominciato a prendere d’assalto qualsiasi spiaggia già a partire dai primi giorni del mese di maggio. Poi del resto a cosa serve questo pezzo di carta se nessun punto dedicato alla sicurezza del bagnante viene rispettato? Ne è esempio la spiaggia della “Bussola” in questo periodo stracolma di gente incurante, come lo è l’amministrazione, del pericolo che comporta quel muro crollato a ridosso

del mare. Non è possibile permettere la balneazione di quel tratto di costa fino a che non si effettuino degli interventi di ricostruzione. Sono passati circa otto mesi dal crollo ma finora nessuno ha mosso un dito. Ci sarebbe anche da dire che a ridosso del parapetto crollato il Comune ha fatto delimitare la zona in maniera tale da permettere ai bagnanti di parcheggiare motorini e biciclette nel cuore della zona pericolosa a ridosso del terreno franoso e del “vuoto”. Un’altra zona che dovrebbe essere “off-limits” secondo l’ordinanza, quella alle spalle del Duomo e della sede della Capitaneria di Porto, invece sembra la spiaggia di Miami e non c’è nessuno che si curi del divieto né tanto meno nessuno che provi a farlo rispettare. Due domande sorgono spontanee: ma il Governo italiano che prepara a fare i decreti per i comuni se poi i comuni non li rispettano? I comuni perché emettono le ordinanze se poi nessuno le rispetta e nessuno le fa rispettare? Francesco Tempesta


Primo Piano

giovedì 18 giugno 2009

Dalla Regione nuovi fondi per i giovani e per la scuola Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1261

Intervista a Guglielmo Minervini, assessore alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva per le Politiche Giovanili.

Diventa sempre più stretto e forte il “patto etico” tra nuove generazioni e la Regione Puglia, la prima ed unica in Italia ad avere investito 200 milioni di euro in un piano di interventi ed azioni strategiche denominato “Bollenti spiriti”, varato nel 2005 e destinato a valorizzare e canalizzare i talenti, le energie e la creatività dei giovani in una realtà sociale, economica e politica, quale quella pugliese, per certi versi dura e refrattaria ai cambiamenti. Risale, infatti, ai giorni scorsi la presentazione ufficiale di una nuova “tappa” del percorso anticrisi che la Puglia ha deciso da tempo di intraprendere accanto ai giovani, in un legame, oseremmo dire, di mutuo soccorso, che renda raggiungibili gli obiettivi di entrambe le parti: la realizzazione personale e la crescita dell’intera comunità, attraverso il coinvolgimento di soggetti diversi con diverse modalità di partecipazione e progetti fatti di fiducia, attenzioni ma, soprattutto, di opportunità concrete in un disegno sociale, armonico e coerente, sovrapponibile a sogni e bisogni, ad aspettative non più disattese.

Il piano, costato 43 milioni di euro, prevede il “sostegno allo start up di microimprese di nuova costituzione realizzata da soggetti svantaggiati” per le quali mette a disposizione, a fronte di un coinvestimento degli aspiranti giovani imprenditori, fino a 400mila euro: 150mila potranno essere spesi per costi iniziali (acquisto di locali, suoli, attrezzature, strumenti) e 250mila per quelli di funzionamento e gestione (stipendi, affitti, leasing, bollette, ecc.), il tutto per tre anni di esercizio. Molti i settori che potrebbero ricevere aiuti in questo senso, dal manifatturiero a quello dei servizi (escluso quello turistico), mentre il sostegno alle imprese commerciali è possibile solo per le aree confluite, o che sarebbero dovute confluire, nelle Zone Franche Urbane per situazioni di disagio. Per Guglielmo Minervini, assessore regionale alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva per le Politiche Giovanili che ha presentato il progetto con il presidente Nichi Vendola ed il collega Losappio e che ha gentilmente accettato di incontrarci, anche in questo senso ci sono novità: “Il Gover-

no, istituendo le Zone Franche, ne ha riconosciuto in Puglia solo tre (Foggia, Taranto ed Andria) escludendo la nostra città ma la Regione ha esteso l’incentivo a tutte, allargando le agevolazioni anche in quelle non riconosciute. Ciò vuol dire che la nostra non è solo un’utopia ma azione concreta per raccogliere il guanto di sfida della crisi e rilanciare in innovazione e conoscenza”. L’inversione di tendenza adottata dal Governo Vendola che vede i giovani come risorse da attivare in una regione che molto può ricevere da essi, per arrivare addirittura, con il loro contributo, a superare la forte crisi economica, parve all’inizio più che rivoluzionaria. Sembrava che non ci credesse nessuno, commentiamo. “Qualcuno non ci credeva, altri sì, come me che, soprattutto in qualità di sindaco di Molfetta, avevo già fatto esperienza in questo senso per alcuni anni. Noi non abbiamo rinunciato al dialogo con i giovani né abbiamo instaurato con essi un rapporto di tipo paternalistico: abbiamo deciso di confrontarci con essi, di metterli al centro del nostro interesse e renderli protagonisti del cambiamento globale aprendo insieme varchi per la riappropriazione della cittadinanza ed il

recupero di una soggettività persa o mai avuta. La precarietà occupazionale rischia di diventare precarietà esistenziale, ma i loro sogni sono i nostri ed investire su questi vuol dire, in fondo, fare anche i nostri interessi”. Con Bollenti Spiriti avete aiutato i giovani a scardinare le porte di una società che è, in pratica, ostaggio degli adulti… “Sì, l’abbiamo guardata con i loro occhi: una società vecchia e di vecchi, di generazioni lontane ed adulte che, a pugni stretti, detengono e difendono il potere in tutti i sensi e non vogliono mollarlo, marcando territori ben segnati e delimitati, colonizzando,spesso impropriamente ed immeritatamente, ruoli e posizioni, ma anche una società fragile, muta, disillusa, incapace di scrivere storie nuove e diverse, dove andrebbero ricucite le smagliature di una solidarietà allentata, di una comprensione infiacchita, arricchiti i linguaggi ed i vari aspetti della cultura e della produzione artistica, scientifica, imprenditoriale. Accogliere ed ascoltare i fermenti nuovi delle nuove generazioni è un vantaggio concreto e reale per tutti e dare loro forme e contenuti non può che rallentare il disincanto, rinvigorire questa società affannata,distratta,


Primo Piano

giovedì 18 giugno 2009

tra giovani creativi), i Contratti Etici di formazione post-universitaria per 8800 ragazzi. Questi ultimi potranno usufruire anche dei finanziamenti sullo start up ed essere accompagnati nell’esperienza dell’autoimpresa se vorranno investire su se stessi”. La Regione ha anche elaborato un accordo di programma per eliminare le classi sovraffollate imponendo un tetto massimo di 25 alunni e salvare dai tagli un quarto dei docenti pugliesi a rischio per i prossimi due anni... “Sì, con un finanziamento di 22 milioni di euro che genererà un aumento di ol-

ma anche preoccupata per problemi reali”. Dunque Bollenti Spiriti come investimento sociale ma anche economico in una Puglia dove, secondo la relazione annuale della Banca d’Italia, nel 2008 c’è stata una riduzione del PIL pari all’1,0%?. “La contrazione di cui lei parla è in tendenza con le altre aree del paese e comunque la relazione sottolinea, tra l’altro, anche il buon andamento del settore dei servizi e del turismo. L’obiettivo di

Bollenti Spiriti non era “risolvere il problema dei giovani” ma fare di essi il motore principale della rinascita globale della Puglia interconnettendo idee e progetti, scrivendo un racconto collettivo di forze, talenti, inventiva. Sono nati così i Laboratori Urbani (130 immobili in disuso ristrutturati come spazi creativi giovanili), Principi attivi (300 idee e progetti giovanili finanziati dalla Regione), Creative Camp (eventi per l’incontro

tre trecento classi saranno collocate quasi mille cattedre in più rispetto alla pianta organica pugliese messa in ginocchio dalla riforma del governo. Ciò garantirà anche un minimo di qualità didattica e favorirà la relazione diretta e personale tra insegnanti e ragazzi”. La proposta è stata già presentata al Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini? “Sì, attendiamo solo la firma che non dovrebbe tardare considerando che l’operazione è a costo zero per lo Stato”. Beatrice De Gennaro


Cronaca

Ancora un incidente sul lavoro a Molfetta Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1262

giovedì 18 giugno 2009

Brucia casa e finisce al fresco Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1263

I condomini presentano denuncia e chiedono per l’uomo una perizia psichiatrica. Già in passato era stato protagonista di episodi inquietanti nei loro confronti.

Donato Pansini, 24 anni, ricoverato al Cardarelli di Napoli non ce l’ha fatta: aveva ustioni sul 90 per Solo per un caso l’incendio, divampato cento del corpo. La Procura indaga. nell’appartamento al terzo piano delÈ morto nella tarda mattinata di domenica Negli ultimi giorni i carabinieri, che inda- lo stabile al civico 14 di viale Pio XI, 14 giugno Vito Donato Pansini, ventiquat- gano su quanto è avvenuto, hanno interro- non è diventato tragedia. Solo per una tro anni. Il giovane, intorno alle 15 del 4 gato tutte le persone presenti sul cantiere al strana alchimia del destino le taniche giugno scorso, rimase ustionato in seguito momento dell’incidente. Non è escluso che di gasolio e le bombole di gas che si ad un incendio divampato nel vano ghiac- presto possano essere sentite altre persone. trovavano nell’appartamento non sono ciaia di un peschereccio in costruzione nel Molto dipenderà dalle risultanze delle rela- esplose. Per questo Giuseppe Amato, cantiere di suo padre e di suo zio. Pansini zioni dei tecnici dello Spesal della Asl e dei l’uomo che secondo gli inquirenti ha aveva ustioni sul novanta per cento del cor- Vigili del Fuoco. Si sperava anche di poter appiccato l’incendio nel suo appartapo. Era ricoverato in rianimazione, dalla ascoltare Donato Pansini ma, purtroppo, mento, resta in carcere. Lo ha disposto notte del 5 giugno, presso l’ospedale Car- non è stato possibile sentire il giovane. Si il gip del Tribunale di Trani, Roberto darelli di Napoli. In netto miglioramento sperava che lui stesso potesse fornire un Oliveri del Castillo, che ha accolto la Cosimo La Forgia, trentanove anni, pro- quadro più preciso in relazione alla dina- richiesta avanzata dal titolare dell’inprietario del peschereccio che, al momen- mica dell’incidente. Secondo quanto rife- chiesta, Carla Spagnuolo. L’esigenza to dell’esplosione, si trovava a poppavia, rito dai carabinieri il giovane, nonostante cautelare è necessaria perché sussiste all’esterno dello scafo, e che ha riportato nel vano ghiacciaia fossero state da poco il pericolo di reiterazione del reato ferite guaribili in tre settimane. Nel frat- utilizzate sostanze altamente infiammabili, da parte del quarantanovenne che nel tempo le indagini per stabilire le cause come hanno accertato i tecnici dei vigili frattempo è stato affidato alle cure di dell’ennesimo incidente sul lavoro, conti- del fuoco, avrebbe utilizzato un flessibile uno specialista all’interno della casa nuano. Il procuratore capo di Trani, dottor le cui scintille avrebbero causato l’incen- circondariale di Trani. Ma i condomini Carlo Maria Capristo, ha affidato l’inchie- dio. Si allunga quindi la catena di “morti hanno paura che l’uomo possa tornare sta al sostituto procuratore della Repubbli- bianche” che hanno colpito Molfetta. Una in libertà e soprattutto possa tornare ca, Giuseppe Maralfa, lo stesso pubblico catena difficile da spezzare nonostante de- in quell’appartamento per completaministero che ha costruito l’impianto accu- creti, controlli e proteste. Forse per colpa re il lavoro lasciato a metà. Proprio satorio per la tragedia della Truck Center. anche degli stessi lavoratori. per questo tutti si sono rivolti ad un

legale, l’avvocato Bepi Maralfa, e insieme hanno presentato denuncia con la quale, insieme ad una serie di altre richieste, chiederanno di sottoporre Amato, già in precedenza protagonista di episodi inquietanti mai denunciati, ad una perizia psichiatrica. I condomini vogliono anche rassicurazioni in merito all’agibilità dello stabile e dell’appartamento distrutto dalle fiamme e dalla notte dell’incendio sottoposto a sequestro. Giuseppe Amato fu arrestato nell’immediatezza dell’incendio. L’uomo, confuso tra i curiosi, era sotto casa e si godeva lo spettacolo. Per motivi ancora oscuri aveva appiccato l’incendio a casa sua intorno alle 23 e poi si era allontanato aspettando, a distanza di sicurezza, l’arrivo di pompieri e carabinieri, restando a guardare i condomini che, disperati e impauriti, lasciavano le loro abitazioni. Tornato in prossimità di casa sua era stato quasi “linciato” dai condomini: a “salvarlo” erano stati i carabinieri.

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Cronaca

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Truck Center: una tragedia annunciata Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1264

Nel processo in corso è emersa la mancanza di dispositivi di sicurezza, l’assenza di documentazione idonea per attestare la pericolosità della sostanza trasportata dalla cisterna killer e l’assenza di schede di rischio.

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Il quadro delle responsabilità, oggettive e soggettive, della morte di Vincenzo Altomare, Biagio Sciancalepore, Michele Tasca, Guglielmo Mangano e Luigi Farinola (i cinque uomini deceduti nella cisterna killer della Truck Center a marzo del 2008) comincia a delinearsi. Il processo in corso, già dalle prime udienze, ha al-

zato il velo sulle cause della tragedia; sulle superficialità commesse nella gestione di sostanze pericolosissime; sull’inesistenza dei dispositivi di sicurezza anche minimi sul posto di lavoro (la conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, è arrivata da Cosimo Ventrella, nella foto, scampato alla tragedia e ora responsabile della sicurezza pur senza aver mai seguito alcun corso); sull’assenza di documentazione idonea ad attestare la pericolosità delle sostanze che la cisterna incriminata aveva trasportato. Per questo è presumibile che, presto, si arriverà alla conclusione del processo e alla sentenza di primo grado. D’altra parte i ritmi imposti dal giudice monocratico della sezione distaccata del Tribunale di Trani a Molfetta, dottor Lorenzo Gadaleta, (il processo si svolge a Trani per motivi logistici, infatti l’aula di Molfetta è risultata essere troppo piccola oltre che priva di microfoni ed altre attrezzature), la dicono lunga.

L’impianto accusatorio messo in piedi dal titolare dell’inchiesta, il pubblico ministero Giuseppe Maralfa, è solido e continua ad arricchirsi di nuovi spunti, nuove verità. I cinque uomini sono morti a seguito di un’intossicazione acuta da acido solfidrico. Lo ha dichiarato il consulente tecnico anatomopatologo presso il reparto di Medicina legale dell’Università di Bari, Giancarlo Divella. In azienda non c’erano schede di rischio relative al trattamento dello

zolfo allo stato solido o liquido. Tra i responsabili della tragedia, per il momento, viene in qualche modo indicata anche l’Eni. Non è mai stata trovata, e quindi non è agli atti, la scheda di sicurezza europea, la cosiddetta scheda a “sedici punti”, che indica la pericolosità del prodotto trasportato, documento che l’Eni avrebbe dovuto rilasciare. Al momento sono sette gli imputati a giudizio (quattro persone fisiche e tre società) per i reati, contestati a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro. Si tratta di Mario Castaldo e Alessandro Buonapane, dirigenti di Fs Logistica, proprietaria della cisterna in rimessaggio alla Truck Center; Pasquale Campanile, dirigente della società La 5 Biotrans, incaricata del trasporto, e il suo autista Filippo Abbinante, che trasportò la cisterna. Le tre società a giudizio sono la Truck center, la Fs Logistica l e La 5 Biotrans.



Inchiesta

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Storie di dittatori e pirati Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1265

Dal Venezuela alla Somalia le storie dei “molfettesi del mondo” in difficoltà. Mentre l’Italia decide di regolare, con le buone o con le cattive, il fenomeno dell’immigrazione clandestina che negli ultimi anni ha creato più di qualche problema al paese mettendo a dura prova i servizi di controllo e accoglienza, il dramma dell’emigrazione italiana, molfettese in particolare, torna a farsi largo tra le centinaia di notizie che ogni giorno piovono sulle nostre teste. Un dramma reale e concreto che, pur mettendo in allarme centinaia di nostri concittadini, rischia di non raccogliere in Italia la giusta attenzione. In Venezuela, per ordine del governo dittatoriale di Chavez, sono infatti partiti gli “espropri” delle aziende appartenenti a cittadini stranieri. Da un giorno all’altro il re-

gime ha preso il possesso di attività economiche presenti da anni nel paese e che oggi divengono formalmente di proprietà dello stato lasciando nella disperazione chi con fatica ed impegno le aveva create partendo dal nulla. Tra questi sfortunati anche tanti molfettesi. Una situazione che sinora ha interessato solo marginalmente il Governo italiano. Il mondo della politica, forse troppo preso dalle competizioni elettorali, ha ignorato il grido d’aiuto dei connazionali vittime di una violenza che non è solo economica ma è anche fisica e morale. L’unica ad intervenire, non appena diffusasi la notizia di quanto avveniva in Venezuela, è stata la senatrice Adriana Poli Bortone che ha inviato una interrogazione par-

lamentare al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro degli Esteri. “La delirante politica in materia di diritto di proprietà del governo Venezuelano – ha scritto la Poli Bortone – ha già comportato la confisca di oltre 2,5 milioni di ettari posseduti da incolpevoli cittadini. Una confisca che viene utilizzata dal Chavez come vero e proprio strumento di ricatto verso chi si oppone alla sua politica”. “Tra i molti, oramai ex, proprietari terrieri ai quali è stata sottratta la terra – ha precisato la senatrice – risultano esserci molti nostri connazionali, soprattutto del Mezzogiorno d’Italia, emigrati in Venezuela durante gli anni ’60: quelle terre costituiscono il frutto di duro lavoro e della loro caparbietà di nostri emigranti. Oggi si chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro degli Esteri se intendono intervenire per fermare questa inopinata sottrazione di terreni da parte del

governatore Chavez e se non sia il caso di intraprendere un contenzioso internazionale con il Venezuela al fine di tutelare il lavoro e gli sforzi di tanti nostri concittadini”. Richieste legittime che si spera facciano da apripista ad una decisa presa di posizione del Governo italiano a tutela dei suoi cittadini che oggi, lontani dalla propria patria, vivono una situazione drammatica. Come drammatica è la situazione dei sedici marittimi, tra cui due molfettesi, imbarcati sul rimorchiatore d’altura “Buccaneer” attualmente tenuti ostaggio da una banda di pirati nel mare somalo. Di queste due vicende abbiamo deciso di parlare oggi: affinché tutti i molfettesi possano sentirsi coinvolti e non dimentichino i sacrifici e le sofferenze di chi, partito da questa città, è divenuto “cittadino del mondo” senza però scordare l’orgoglio e il senso di appartenenza a questa comunità.


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Inchiesta Le associazioni chiedono silenzio 1266

La paura è che i nostri emigranti possano correre rischi ancora più concreti. Partire, lasciando il proprio suolo natio, verso un’avventura che sa di speranza di raggiungere condizioni di vita migliori; verso una fortuna tante volte sognata tra quelle quattro mura familiari. L’emigrazione è un fenomeno che sembra conoscere un inizio, ma ne si ignora la fine, interessa tutti, senza distinzione di lingua, di religione, di cultura e ha interessato anche molti nostri concittadini che si sono sparsi come semi portati dal vento in tutte le direzioni, in tutti gli angoli del mondo. Molti di questi semi hanno trovato terreno fertile nelle terre sud americane come il Venezuela, sono germogliati e hanno dato notevoli frutti. Oggi i frutti di una vita di lavoro sono stati strappati, o meglio “espropriati” dal presidente venezuelano Chavez che sta procedendo alla nazionalizzazione di numerose imprese nei diversi settori economici, molte delle quali di proprietà di cittadini italo-venezuelani, anche nella zona di Maracaibo. Notevole è la preoccupazione delle nostre comunità, come ci spiega don Giuseppe de Candia, responsabile dell’associazione “Migrantes”. Difficili risultano anche le comunicazioni con i nostri concittadini in Venezuela, che hanno visto vanificare il lavoro di una vita senza la minima prospettiva di poter un giorno rientrarne in possesso. Ciò è stato possibile anche a causa dell’approvazione da parte del parlamento venezuelano di una legge che facilita le espropriazioni, lusingando le ignare vittime con indennizzi di valore irrisorio rispetto alla proprietà persa. A livello americano, da parte delle grandi ditte estrattrici di petrolio, sempre più croce e delizia dell’uomo, non mi cono particolari mobilitazioni, né tanto meno prese di posizioni rispetto a questa situazione che talvolta appare invisibile agli occhi dei molti. Una situazione che sembra essere sul punto di precipitare in ogni momento senza che una soluzione immediata sia visibile. Anzi, a Molfetta si preferisce non parlare. Le stesse associazioni che riuniscono i molfettesi nel mondo chiedono silenzio per non compromettere ulteriormente la situazione. Una situazione che, in questo momento, appare sempre più avvolta nel mistero. Isabel Romano

“Ahora esta impresa Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1267

I cartelli apparsi sui cancelli delle aziende che, fino al 7 maggio scorso, appartenevano a molfettesi si commentano da soli. Cosa sta succedendo in Venezuela? Il silenzio delle istituzioni fa paura. Non sono per nulla rassicuranti le notizie che, in maniera del tutto confusa, arrivano da Maracaibo, in Venezuela, la terra in cui, decenni fa, molti molfettesi si sono trasferiti e, lavorando, hanno dato vita a grandi aziende. Per certo si sa che a partire dall’8 maggio scorso il presidente Chavez ha avviato un processo di nazionalizzazione delle imprese private collegate all’indotto del settore petrolifero. Nei fatti il processo di nazionalizzazione che, sulla base di una legge promulgata dal suo stesso parlamento il 7 maggio scorso, lascia presupporre un fase di trattativa e vendita, si è tradotto, almeno per il momento, in un vero e proprio esproprio. L’esercito è entrato nelle aziende e si è impossessato di ogni cosa. Le trattative si faranno poi, nei termini e nei modi che, a questo punto è evidente, deciderà di adottare il presidente. “Ahora esta impresa es del Pueblo” è questo il cartello che campeggia sui cancelli delle imprese acquisite. Dal 1975 l’estrazione del petrolio in Venezuela è stata nazionalizzata. Le aziende molfettesi espropriate, ma ce ne sono altre anche di proprietà di olandesi, spagnoli, tedeschi e italiani in genere, oltre ottanta complessivamente, fornivano servizi al governo nell’ambito del settore petrolifero, compreso il trasporto di merci e persone. Nei fatti è da gennaio di quest’anno che il governo non ha più pagato per i servizi ottenuti. Ora, in qualche modo, ha saldato i conti. Si è preso tutto e, cosa assai più grave, ha cominciato a negare il lavoro anche ai dipendenti occasionali delle aziende sotto sequestro, con quali conseguenze è facile immaginare. Nel frattempo le autorità italiane e internazionali su questa vicenda tacciono. Perché? Difficile riuscire a dare una spiegazione al silenzio che avvolge la storia. Tacciono, fatta eccezione per qualche timido tentativo dettato più dalla disperazione che dalla ragione, anche le vittime di questa vicenda che hanno paura di ripercussioni nella speranza di poter ancora trattare con Chavez, di riuscire a recuperare qualche spicciolo a fronte di attività pluridecennali. I molfettesi del Venezuela non si vogliono esporre così come, almeno ufficialmente, non si stanno esponendo le autorità che, l’impressione è questa, si preoccupano di non urtare la suscettibilità di un uomo che, in barba a qualsiasi regola etica e morale, si è preso tutto ciò che altri avevano costruito, e non muovono un dito per tutelare, anche da ritorsioni personali (la guardia nazionale fa paura per motivi e potere) gli italiani, i molfettesi che con il loro lavoro hanno contribuito alla crescita economica del Venezuela e delle loro città di origine. La percezione del pericolo che stanno vivendo in quella terra i nostri connazionali è data anche dal silenzio della Chiesa locale. La paura non ha confine.

Chi è il presidente Chavez

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Colui che dal 1998 governa in Venezuela e che oggi spaventa gli italiani. Hugo Rafael Chávez Frías è l’attuale presidente del Venezuela. Come leader della Rivoluzione Bolívariana Chávez promuove la sua visione di socialismo democratico, integrazione dell’America Latina e anti-imperialismo. È inoltre un fervente critico della globalizzazione neoliberista e della politica estera statunitense. Chávez fondò il Movimento Quinta Repubblica dopo aver organizzato, nel 1992, un fallito colpo di Stato contro l’allora presidente Carlos Andrés Pérez. Fu eletto presidente nel 1998 grazie alle sue promesse di aiuto per la maggioranza povera della popolazione del Venezuela e fu rieletto nel 2000 e nel 2006. In patria Chávez ha lanciato le Missioni Bolívariane, i cui obiettivi sono quelli di combattere le malattie, l’analfabetismo, la malnutrizione, la povertà e gli altri mali sociali. In politica estera si è mosso contro il Washington Consensus sostenendo modelli di sviluppo economico alternativi, richiedendo la cooperazione dei paesi più poveri del mondo, specialmente di quelli sudamericani.

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I molfettesi nel mondo 1270

Oltre che in Venezuela sono numerose le comunità molfettesi in tanti altri Paesi. Oltre che in Venezuela si possono contare numerose altre comunità molfettesi sparse in tutto il mondo. In Europa certamente il numero più consistente di nostri concittadini emigrati e di loro discendenti si trova in Germania anche se non mancano i molfettesi anche in Francia, Svizzera e anche Grecia. La parte più consistente di emigrati si trova, però, negli Stati Uniti, specie nella zona di Hoboken con presenze anche in Florida e California. In Sudamerica numerosa è la comunità molfettese che in Argentina, a Buenos Aires e dintorni in particolare. Emigranti molfettesi risiedono da anni anche in Australia, tra Sidney e Melbourne. Non mancano poi casi particolari: molfettesi attualmente vivono anche in Giappone, in India, in Kenya e in molti altri paesi Africani. In questi ultimi casi, comunque, si tratta di una emigrazione più recente nel tempo e comunque spesso legata ad attività professionali di alta specializzazione.

Maracaibo: gioie e dolori dei molfettesi Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1269

Si tratta di una delle più importanti città del Sudamerica. La sua economia si basa sull’estrazione del petrolio e del carbone oltre che sulla produzione agricola. I principali interessi economici degli italiani residenti in Venezuela e dei molfettesi in particolare, sono concentrati nella zona di Maracaibo, città che dispone di uno dei più importanti porti commerciali dell'intero Sud America. È li che da anni i molfettesi e i loro discendenti hanno avviato attività economiche capaci non solo di garantire loro il necessario sostentamento ma anche di favorire il lavoro per gli operai locali trasferendo evidentemente ricchezze sul territorio. La città di Maracaibo, infatti, è il principale centro finanziario dell’occidente del Venezuela nonché capitale del maggior stato produttore di petrolio del Venezuela e del Sudamerica. Durante gli anni Sessanta e Settanta, la regione da sola produceva oltre 3,5 milioni i barili di petrolio al giorno, che venivano venduti ad una cifra tra i 2 e 4 dollari al barile. L’estrazione del petrolio ha provocato la subsidenza di molte zone della Costa Oriental del Lago ed il petrolio rimasto è poco, garantendo l’estrazione per forse soltanto altri 40

anni, di qualità molto solforata e salata. Sempre nella zona di Maracaibo, ad un centinaio di chilometri verso la Sierra de Perija, si trova il Guasare, un’enorme miniera di carbone a cielo aperto, la cui produzione è destinata all’esportazione. La zona è sempre al centro degli interessi economici nazionali e internazionali, motivo per cui il governo venezuelano sta cercando di estromettere dagli affari le imprese appartenenti a cittadini stranieri. A Maracaibo si trova anche l’enorme stabilimento petrolchimico di El Tablazo, dove dall’etano, propano e butano del gas naturale si producono fertilizzanti, alcool isopropilico ed una intera filiera di materie plastiche, dove dominano polietilene e poli-vinile cloruro. La zona di Maracaibo è una delle regioni venezuelane con la maggiore produzione di latte e derivati, e di carne sia bovina che di maiale, oltre ad allevamenti di pollame e di gamberi. Si distingue anche per l’enorme produzione di banane, sia nella varietà piccola e dolce guineo sia in quella molto grossa

ed aspra (da friggere) il platano. Esistono produzioni minori, ma di alta qualità di ananas (alle pendici delle Ande), di cacao, di papaia e alberi di mango in molte case. Come industria leggera si possono segnalare quella della birra, con i moderni stabilimenti della Cervecera Polar e della Cervecera Regional. Da ricordare anche la torrefazione Café Imperial. La città di Maracaibo è stata la sede della storica prima banca privata del paese, recentemente fallita. Oggi giorno la principale banca (ed una delle poche superstiti delle circa 20 bancarotte fraudolente degli anni ’90) è il solo Banco Occidental de Descuento. Inoltre, Maracaibo è il principale porto del Lago di Maracaibo, da dove si esportano i prodotti agricoli, e la città importa grano e orzo necessari per la birra, e frutti per loro “esotici” come mele o pere. Si può dire che, se non in tutte ma in molte delle attività commerciali di cui abbiamo parlato, c’è attualmente, o c’è stato, lo “zampino” degli emigranti molfettesi o comunque italiani.

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Inchiesta

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Ci sono anche gli ostaggi Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1271

Se in Venezuela i molfettesi subiscono gli espropri, in Somalia ce ne sono due nelle mani dei pirati da oltre due mesi.

Molfettesi popolo di emigranti ma anche di naviganti. Generazioni e generazioni di marittimi impegnati a solcare con ogni tipo di imbarcazione e in ogni circostanza le acque di tutto il globo. Con i problemi che ne derivano. L’ultimo, quello della “pirateria”. La storia sembra venir fuori dai libri di favole. Purtroppo, invece, è reale. Non nasconde alcuno scherzo o fantasia. Dall’11 aprile scorso, infatti, Ignazio Angione, direttore di macchina e Filomeno Troilo, cuoco, sono ostaggi assieme ad altri quattordici colleghi, dei quali otto

italiani, di una banda di pirati somali che ha assaltato il rimorchiatore d’altura “Buccaneer” sul quale si trovavano e che stava facendo rotta verso l’Italia proveniente dall’estremo oriente. Armati fino ai denti i pirati, criminali disposti a tutto che imperversano al largo delle coste somale, hanno conquistato la nave italiana e da oltre due mesi starebbero chiedendo un riscatto per la liberazione dell’equipaggio. Il condizionale è d’obbligo poiché dal momento del rapimento le notizie ufficiali giunte in Italia sono poche. Pochissime.

Il Ministero degli Esteri continua a predicare calma confermando che sono in corso trattative, nelle quali è coinvolto anche il governo somalo, per arrivare alla liberazione degli ostaggi. Trattative che sinora non hanno portato ad alcuna soluzione. Anzi. I pirati hanno fatto sapere, tramite alcune telefonate giunte dai membri dell’equipaggio ai loro familiari in Italia, che sei degli ostaggi sono stati sbarcati dal “Buccaneer” e condotti in alcuni villaggi costieri. Forse una strategia messa in piedi per tentare di evitare qualsiasi assalto da parte delle forze speciali italiane presenti nella zona a bordo di alcune navi militari. L’operazione militare, infatti, oltre che mettere a rischio le persone presenti a bordo del rimorchiatore, potrebbe determinare conseguenze gravissime per i sei uomini nascosti sulla costa. A Molfetta la preoccupazione intanto cresce. Le famiglie dei due rapiti si sono chiuse in assoluto silenzio dal giorno del rapimento: nessuna uscita pubblica, nessuna dichiarazione alla stampa. Insomma, niente che possa far capire se ci sono con-

tatti con i congiunti rapiti e se una soluzione è vicina. L’unico a parlare è il sindaco Antonio Azzollini che però non può fare altro che confermare l’interessamento del Ministero degli Esteri chiedendo all’intera città di essere solidale con le famiglie dei rapiti. Una calma, quella predicata dal mondo della politica, che stride però con le notizie raccolte dal “Corriere della Sera” che, sul suo sito internet, qualche giorno fa ha diffuso la registrazione di una telefonata partita proprio dal “Buccaneer” da parte di un membro dell’equipaggio di Torre del Greco. L’uomo chiedeva aiuto immediato, lamentando le condizioni di vita a bordo sempre più difficili. Dichiarazioni forse “pilotate” dagli stessi pirati nella speranza di riuscire nell’impresa di estorcere denaro all’armatore del rimorchiatore. Tutte supposizioni comunque in cerca di conferme. Conferme necessarie in una storia dai troppi lati oscuri e nella quale, in più occasioni, ha fatto capolino anche la possibilità che il “Buccaneer” fosse utilizzato per attività illecite. Un altro mistero nel mistero.


In Città

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Dimenticati da tutto e da tutti Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1272

Gli abitanti del quartiere Catecombe si sentono abbandonati dalle istituzioni e minacciano gesti eclatanti.

La pazienza si è oramai ridotta ai minimi termini e non è escluso che qualche gesto eclatante possa essere compiuto quantomeno per attirare l’attenzione delle istituzioni. Istituzioni che, evidentemente, hanno del tutto abbandonato al sua destino, sempre più amaro, l’interno rione Catecombe. I residenti del quartiere, i tanti cittadini onesti che lo abitano, sono esasperati. Si sentono esclusi

dal mondo. Dimenticati da tutto e da tutti. Costretti a riunirsi in “comitato di quartiere” per tentare di far sentire la loro voce. In una lettera, firmata da oltre quaranta cittadini ed inviata al sindaco lo scorso 9 giugno, i residenti hanno espresso il loro “profondo rammarico e rabbia per la totale anarchia che regola le scorribande di minori e adolescenti con ripetuti atti vandalici che hanno invalidato ogni tentativo di arredo urbano comunale e di iniziativa dei cittadini residenti”. “Oggi – si legge ancora nella lettera – i residui di tali arredi, assi in legno, spezzoni di guaina, terra vegetale e sassi vengono usati per giochi di dubbia intelligenza nonché come oggetti da lanciare presso le abitazioni o le attività dei malcapitati presi di mira”. Ed in effetti, nel “bunker” di piazza delle Erbe succede tutto ed anche di più. L’intera piazza è oramai il covo di bande di minori che imperversano, forse complici se non in prima persona esecutori, anche di attività criminali. C’è chi parla di droga, chi di furti, chi di nascondigli (all’interno di locali comunali abbandonati) dove si può trovare di

tutto. E poi ci sono addirittura le borsette, probabilmente frutto di scippi consumati in città, svuotate del loro contenuto e poi lanciate sul solaio di un immobile in disuso. C’è evidentemente un problema legato alla “micro e macro” delinquenza. Una delinquenza agevolata dall’assoluta mancanza di controllo: nessun pattugliamento da parte delle forze dell’ordine, nessun sistema di videosorveglianza. Nessuna attività sociale che possa servire per “riconquistare” il territorio e sottrarlo alla illegalità. La sensazione è che qui, in questo angolo di Molfetta, si stia ricreando l’habitat naturale per la proliferazione di una criminalità sempre meno occasionale e più organizzata. I problemi per i residenti del quartiere non finiscono certo qui: “segnaliamo le pessime condizioni igienico-sanitarie peggiorano di giorno in giorno e le strade del quartiere godono solo di una superficiale pulizia settimanale”. Per evitare che piazza delle Erbe e piazzetta Catecombe possano continuare ad essere luogo di ritrovo per veri e propri delinquenti, i residenti hanno finanche chiesto la rimozione dei resti delle fioriere, panchine e quant’altro possa favorire il ritrovarsi delle bande: chiedono insomma che tutto ciò per cui hanno lungamente lottato venga eliminato. Un atto che potrebbe significare la resa della società civile di fronte alla barbarie di elementi “avariati” della popolazione. L’ultimo problema riguarda poi la collocazione e attivazione di un ri-

petitore per la telefonia mobile sul solaio di un immobile di proprietà comunale: “Ce lo siamo ritrovati praticamente in casa nel giro di poche ore – hanno lamentato i residenti – senza che nessuno chiedesse il nostro parere. Non solo il Comune ed il sindaco ci hanno abbandonati, ma ora hanno anche deciso di farci subire questa ulteriore pena. Non ne possiamo più”. E mentre alcuni cittadini hanno chiesto che vengano effettuati controlli sulle emissioni del ripetitore, altri hanno minacciato: “Se non verrà garantita la nostra sicurezza saremo pronti a blindare il quartiere, anche installando cancellate e assoldando agenti della

vigilanza privata”. Un ritornello che riporta alla mente le tanto condannate “ronde padane”, evidentemente un sistema di autotutela pronto a sconfinare anche nella nostra Molfetta.


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In Città

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“Affidarsi” ai bambini per comprendere l’affido Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1273

Presentati i risultati del progetto promosso da Assessorato ai Servizio Socio-Educativi, centro Liberitutti e Circolo Didattico “Rosaria Scardigno”. Donare un sorriso ad un bambino talvolta è semplice, ma anche donare serenità ed una vita normale ad un bambino che vive una situazione di disagio può esserlo altrettanto attraverso l’affido familiare. Proprio al fine di sensibilizzare all’affido familiare, l’Assessorato ai Servizi Socio-Educativi del Comune di Molfetta, con la collaborazione del Centro per le famiglie “Liberituttti” e del V Circolo Didattico “Rosaria Scardino”, ha promosso il progetto dal titolo significativo “Affidarsi”, che ha coinvolto non solo i genitori ma soprattutto i bambini. Proprio i bambini sono stati i protagonisti di questa interessante iniziativa, in particolare gli alunni delle classi IV A-B del plesso “V. Valente” del V circolo didattico, pazientemente condotti dai docenti e dalla psicologa Claudia Aufieri, responsabile del Centro Aggregativo per le famiglie “Liberitutti”, durante tutto

l’anno scolastico, in un percorso formativo che permettesse loro di acquisire una maggiore consapevolezza del concetto di accoglienza, partendo però dalla conoscenza dei propri diritti e doveri, per arrivare poi a comprendere il delicato tema dell’affido familiare vista da nuova prospettiva. Durante una manifestazione che ha avuto luogo nel complesso della scuola primaria “Rosaria Scardino”, in concomitanza dei festeggiamenti per la chiusura dell’anno scolastico, sono stati presentati gli elaborati prodotti dagli alunni, testimonianze di come i bambini si siano avvicinati a queste particolari e delicate tematiche attraverso attività ludiche e la rivisitazione di alcune tecniche tipiche della terapia familiare. In un primo modulo i bambini si sono confrontati con la comprensione e la riflessione sul concetto di famiglia, utilizzando tecniche quali il blasone, la scultura fami-

liare e stimolando la fantasia di ognuno a creare storie sulla famiglia da narrare ad immaginari amici venuti dallo spazio; nel secondo modulo il lavoro si è incentrato più propriamente sull’accoglienza e l’affido, verso la comprensione di cosa realmente un bambino ha bisogno per poter vivere serenamente e verificando la loro ricezione sull’affido con la scrittura di lettere in cui hanno cercato di spiegare a coetanei disagiati in cosa consiste l’affido familiare. Come ha affermato la dottoressa Aufieri, l’affido è un concreto intervento di aiuto “a tempo determinato” di quei bambini che vertono in situazioni difficili, situazioni che minacciano di strappare loro l’infanzia; tutti, se lo vogliono, possono essere genitori affidatari e sventare quelle minacce dalla vita di un bambino. Proprio in quest’ottica si pone la campagna “Affidarsi”, verso la sensibilizzazione al-

l’affido di una cittadinanza molfettese che sembra ancora titubante e in cui vi sono presenti ancora lacune su questo provvedimento sociale. Nel corso della manifestazione oltre all’intervento del dirigente scolastico Nicoletta Paparella, significativo è risultato quello della signora Bice Grandi, pluri-madre affidataria, una donna che fin da piccola ha conosciuto l’importanza dell’affido grazie a sua madre che a sua volta è stata genitore affidatario. Anche l’assessore ai Servizi socio-Educativi, Luigi Roselli, ha ribadito l’importanza dell’affido, attraverso lo slogan di una vecchia campagna pubblicitaria “Prendere in affido è il modo più generoso di essere genitori”, e di tutto il lavoro fin qui svolto per la salvaguardia dei diritti dei bambini e di conseguenza della famiglia intera. Isabel Romano

Torna a splendere il Calvario Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1274

Via ai lavori di recupero finanziati da Rotary Club di Molfetta e Comune. Dopo anni e anni di totale abbandono tor- bolo della città. Il Calvario riacquisterà la nerà a splendere uno dei monumenti sim- sua antica bellezza grazie all’iniziativa del Rotary Club di Molfetta e alla collaborazione del Comune. L’antica struttura subirà un vero e proprio lifting che consentirà il consolidamento del piccolo tempio neogotico, costruito in piazza Garibaldi nel lontanissimo 1856. L’intervento consisterà nella pulizia generale e sistemazione del verde circostante. Quel che serve, insomma, per recuperare e valorizzare “uno dei più suggestivi simboli di Molfetta”, come ha ricordato il sindaco Antonio Azzollini. Per l’intervento di consolidamento si farà uso esclusivamente di strumenti “dolci” come pennellesse, spazzole, spugne, soffioni d’aria e d’acqua, il tutto con l’approvazione della Sovrintendenza per i beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia.

In particolare, il progetto proposto al Comune di Molfetta dal presidente del Club Rotary di Molfetta, Tommaso Mastrototaro, prevede un investimento complessivo pari a 50 mila euro. La spesa sarà sostenuta in maniera congiunta dallo stesso Rotary Club e dall’amministrazione comunale. Si tratterà di un lavoro estremamente minuzioso, svolto da esperti specialisti in diverse fasi: rimozione a secco di tutti i depositi superficiali incoerenti con pennellesse, spazzole ed aspiratori; rimozione di depositi superficiali quali terricci e guano mediante acqua, spruzzatori, pennelli, spazzole, spugne, procedendo con la protezione delle superfici circostanti; disinfestazione mediante applicazione di biocidi e rimozione manuale della vegetazione; cancellazione di scritte e altre macchie solubili mediante irrorazione di

acqua con impianto di nebulizzazione ad aria; rimozione di incrostazioni attraverso l’applicazione di soluzioni sature di carbonato o bicarbonato di ammonio; revisione dei giunti con microstuccatura di malta a base di calce idraulica; protezione finale del manufatto in pietra per rallentare il degrado del monumento. Gli interventi in programma sono stati resi noti nel corso di una conferenza svolta all’interno della sala consiliare del Comune di Molfetta nel corso della quale il presidente del Rotary Club di Molfetta ha ricordato che l’operazione di recupero è nata dal desiderio, più volte espresso, di Dino Petruzzella, imprenditore molfettese e socio del Club scomparso pochi mesi fa e che proprio in questo anno sociale avrebbe dovuto ricoprire la carica di presidente dell’associazione.


Cultura

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È tornato il Premio Azzarita Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1275

La manifestazione organizzata dal Centro Studi che premia i giornalisti pugliesi distintisi nella loro professione.

Il Centro Studi e Documentazioni “Leonardo Azzarita” anche quest’anno ha organizzato la tradizionale cerimonia di consegna del “Premio Leonardo Azzarita”, riconoscimento conferito ai giornalisti pugliesi che con impegno e dedizione hanno contribuito alla crescita del nostro Paese, come Leonardo Azzarita, giornalista molfettese che fu anche alla direzione dell’agenzia di stampa ANSA. Azzarita fu uomo di fede legato al Sud, propenso all’etica e alla promozione umana, attento al principio

della sovranità popolare. Dopo la caduta del Fascismo fu uno dei promotori della libertà di stampa. Eletto vicecommissario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Leonardo Azzarita contribuì alla crescita dell’Ordine dei Giornalisti inteso come garanzia di stabilità professionale non assoggettata alla politica. Riteneva che la libertà di stampa nelle democrazie moderne fosse fondamento di ogni libertà e di ogni progresso civile. Infatti, proprio durante il periodo post-fascista, i pareri, le indicazioni, le aspettative del giornalismo italiano, portarono l’Assemblea Costituente a riconoscere il principio della libertà di stampa sancito dall’articolo 21 della Costituzione. Lo scorso 6 giugno scorso, presso la sala conferenze “Beniamino Finocchiaro” della Fabbrica di San Domenico, il presidente del Centro Studi Giuseppe Pansini ha aperto l’evento con l’assegnazione dei premi al dottor Saverio Montingel-

li giornalista della Rai; alla dottoressa Chicca Maralfa per la comunicazione istituzionale, responsabile dell’Ufficio Stampa della Camera di Commercio di Bari; al dottor Michele Borillo giornalista del “Corriere del Mezzogiorno”, capo redattore della pagina economica. Ai premiati il presidente Pansini ha posto la domanda: “La libertà di stampa esiste, oppure rimane virtuale?”. “La professione di giornalista è bella, offre stimoli, solo che ora è cambiato il ruolo del corrispondente, si sono affermate le tecnologie – ha precisato Montingelli – il vero cronista è testimone, è colui che raccoglie notizie e scrive pezzi e racconta i fatti reali, stando sul posto, interrogando la gente. Oggi la professione del giornalista è divenuta più sedentaria, l’articolo lo si può scrivere stando in redazione, attingendo notizie da internet e da altre fonti mediatiche. Oggi la società è carente di etica e nel giornalismo, come in ogni altra profes-

sione, quanto più alta è la responsabilità più aumentano i condizionamenti. Libertà di stampa significa avere la schiena dritta, non farsi condizionare dalla legge dell’audience”. Prendendo la parola il dottor Borillo ha ricordato che “Molfetta è la Milano della Puglia”, con due società molfettesi quotate in borsa. Si è poi soffermato sul mondo ostico della borsa, di cui la stampa parla poco e i cittadini poco informati, lasciano spesso la possibilità agli operatori economici di far cassa. La dottoressa Maralfa ha commentato: “Più che parlare mi piace esprimermi per iscritto. Ringrazio gli insegnanti del Liceo Classico di Molfetta che mi hanno trasmesso la passione per lo scrivere”. Al termine del grande evento non poteva mancare l’atteso arrivederci alla edizione 2010 del Premio Azzarita. Pantaleo de Trizio

I Lions vicini al dolore dell’Abruzzo Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1276

Promossa una raccolta fondi per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto del 6 aprile. Lo scorso 6 aprile il terribile terremoto ha devastato la splendida città de l’Aquila e i comuni viciniori dell’Abruzzo. In quella occasione il Distretto Lions 108 AB che comprende la nostra regione indisse una gara di solidarietà perché tutti i Lions pugliesi si tassassero per sostenere i progetti di ricostruzione di quella martoriata regione. Il Lions Club di Molfetta, sotto la presidenza del dottor Carlo Lentini, si impegnò immediatamente per poter essere presente con le quote previste dal distretto e, contemporaneamente, avviò le procedure per procedere ad una raccolta straordinaria di fondi fra la cittadinanza coinvolgendo l’Istituzione Concertistica della Provincia di Bari che ha messo a disposizione la sua prestigiosa orchestra per un concerto che si è tenuto in Cattedrale lo scorso 28 maggio. Un nutrito, caloroso e attento pubblico ha

seguito l’esibizione dell’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, diretta dal Maestro Stephen Alltop e con il flauto solista del Maestro Mario Carbotta, che ha eseguito l’ouverture dal Tancredi di Rossini, il Concerto “Dubrovnik” in Re maggiore per flauto ed orchestra di Rolla, una fantasia brillante per flauto ed orchestra su temi della Carmen di Bizet ed orchestrata da F. Rolla riservando la chiusura ad una splendida Sinfonia n. 6 “Pastorale” di L. van Beethoven. Il ricavato del concerto sarà versato al Distretto Lions dell’Abruzzo parché venga realizzato un progetto di ricostruzione di opere di interesse sociale con i fondi che tutti i Lions italiani, insieme alla Fondazione Internazione dei Lions Clubs, raccoglieranno così come avvenne nel 2002 quando un analogo terremoto sconvolse il Molise

e rase al suolo il paese di San Giuliano di Puglia. In quella occasione tutto il mondo si mobilitò per portare aiuti e lo scorso 6 gennaio è stata consegnato al sindaco di

Casalnuovo Monterotaro, in provincia di Foggia, un Centro polivalente per i ragazzi progettato, finanziato e realizzato interamente dai Lions Italiani.


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Sport

giovedì 18 giugno 2009

Il 20 e 21 atletica protagonista

Corri Molfetta a un passo

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Va in scena il Campionato Italiano di Società su Pista Torna la festa dello sport. Obiettivo: superare i 1000 Allievi e Allieve, Finale A2. partecipanti. Sempre più legata al tradizionale appuntamento con l’Atletica, che ormai da un trentennio ben si concilia con la città di Molfetta, anche per quest’anno l’Associazione Sportiva Olimpia Club è impegnata nello svolgimento di un altro importante avvenimento che certamente non mancherà di far rivivere ai tanti appassionati momenti di puro spettacolo e di autentiche emozioni. Si svolgerà a Molfetta il Campionato Italiano di Società su Pista Allievi e Allieve, Finale A2, valido per il “26° Memorial Franco Acquaviva” e il “4° Trofeo Giosuè Poli”, programmato per sabato 20 dalle 15 alle 19,30 e domenica 21 giugno dalle 9 alle 13. Saranno gli impianti atletici del glorioso Paolo Poli ad ospitare le 12 squadre femminili e le altrettante maschili qualificatesi per questa importante finale che vede proprio l’Olimpia Club impegnata a confermare la prima posizione acquisita con 11.505 punti contro le forti squadre del Nord quali l’Atletica Brugnera Friulintagli (11.450 punti) e il CUS

Perugia (11.365 punti). Lotta aperta anche in campo maschile tra l’Atletica Imola Sacmi Avis con 11.522 punti, la Libertas Pol. Amatori Atl. Benevento 11.462 punti e l’Atletica Cairatese 11.440 punti. Naturalmente l’Olimpia Club per mantenere la prima posizione punterà sulle forti atlete Lucia Vantaggiato (m.100-200-staff.4x100), Maria Luisa Montenegro (m.400-staff.4x100 e 4x400), STEFANIA PEPE (m.800staff.4x400), ILENIA SANTERAMO (m.1500-staff.4x400), Miriana Ameruoso (m.2000st.-3000), Daniela de Trizio (m.100hs.-staff.4x100), Dalila Sasso (alto-staff.4x100 e 4x400), Irene Carlucci (asta), Sara Tricarico (lungotriplo), Maddalena di Corato (pesodisco), Maria Scarafile (martello-giavellotto) e Martina Settimo (marcia km.5). Una due giorni di grande festa per l’atletica italiana e pugliese in un “Paolo Poli” i tanti futuri campioni dell’atletica italiana impegnati nelle diverse specialità tecniche.

Poco più di una settimana separa i molfettesi dalla quarta edizione della Corri Molfetta. Il 26 giugno atleti provenienti dalla Puglia e dall’Italia intera si sfideranno sul percorso allestito a Molfetta sulla distanza di 10 chilometri. Un percorso che partirà e si concluderà a Corso Dante, lì dove da anni la città vive una ormai classica festa della corsa. La gara, organizzata dalla Free Runners Molfetta, avrà inizio alle 9.15 e sarà riservata ad assoluti, amatori e master. Sono al via le iscrizioni per gli atleti liberi. Chi vorrà a partecipare alla Corri Molfetta, potrà iscriversi alla sede della Free Runners in via Tenente Bufi 12, tra le 19 e le 21.30. Obiettivo degli organizzatori è superare la quota dei 1000 iscritti. Obiettivo ambizioso, favorito però dal nuovo status della gara che da quest’anno fa parte del trofeo Corri Puglia. Tra i motivi di interesse della corsa ci sarà la partecipazione di Silvana Iania, che occupa la prima posizione nella classifica del Corri Puglia. La Iania,

che fa parte del team Free Runners, e che quindi correrà in casa, è reduce dalla brillante vittoria di Fasano. Accanto a lei ci saranno atleti di valore nazionale, che spiccano nel panorama podistico, che contribuiranno a rendere la gara divertente e agonisticamente ancor più interessante. A tale proposito va detto che la corsa si disputerà sulla distanza di 10 km anche per i liberi. Servirà un allenamento intenso e mirato, che non lasci nulla al caso, che consideri anche il clima della giornata, presumibilmente caldo. Ci siamo, dunque. Anche stavolta la festa dello sport, come la definiscono in tanti, non mancherà di riservare divertimento. I Free Runners si stanno dando un gran da fare per organizzare una giornata speciale. Per questo, chiunque volesse contribuire al perfetto e ordinato svolgimento della corsa, collaborando con la società nella gestione della corsa stessa, può contattarla alla sede in via Tenente Bufi 12, o chiamare al numero 3460184987.

Una vita per le moto Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1279

Ventiquattro anni, studia psicologia, corre sulla sua moto da “enduro” ed è… donna! Quattro chiacchiere davanti ad un caffè e un tè freddo, quattro chiacchiere scambiate in una mattina di sole con Maria Teresa Belgiovine, una ragazza della nostra città di soli ventiquattro anni; simpatica e cordiale, con lei le parole fluiscono libere e veloci ed in men che non si dica trascorriamo ore a parlare di tutto, di esperienze passate, di progetti vicini e lontani, ma soprattutto della sua più grande passione: le moto. Maria Teresa mi racconta della sua voglia di andare in moto nata anni fa, con il desiderio di possedere un motorino, il sogno di molti adolescenti che vogliono sentirsi un po’ più liberi grazie ad un mezzo che può portarli in giro dove vogliono. Ma ben presto la sua passione cresce e la porta ad entrare in un mondo che

nell’immaginario collettivo sembra popolato quasi esclusivamente da uomini, ma in cui riesce ben presto a ritagliarsi uno spazio tutto suo, a dare libero sfogo alla voglia di percorrere strade e attraversare posti su quelle due ruote, sulla sua moto da enduro. L’enduro, infatti, è una particolare disciplina del motociclismo che si svolge su terreni prevalentemente naturali con l’uso di moto da cross ma in regola con il codice della strada, come ci spiega Maria Teresa, una disciplina che mette a dura prova la resistenza fisica del pilota, che si trova a dover affrontare percorsi tutt’altro che facili, strade sterrate, terreni dissestati, ripide salite quasi da scalare, da percorrere più volte prestando attenzione a controlli orari e affrontando, in aggiun-

ta, prove speciali. Ed è anche questo che spinge Maria Teresa a intraprendere questo sport, la possibilità di trovarsi così a stretto contatto con il paesaggio naturale, di vivere così profondamente luoghi non ancora antropomorfi. Da alcuni anni Maria Teresa è impegnata nel campionato nazionale italiano di enduro, con una ridotta presenza femminile, che la vede seconda in classifica e nel campionato italiano di moto rally in cui è terza, oltre ad aver meritatamente vinto la selezione per il Team Rosa di moto rally, naturalmente in sella alla sua inseparabile compagna di avventure, una KTM 250 cilindri EXC-F 4 tempi. Il timore di cadere, di farsi male non sembra fermarla: “Molte volte mi chiedo come riesco a non farmi male; mi trovo in

situazioni in cui mi metto a urlare e mi domando chi me lo ha fatto fare, ma subito la paura scompare per lasciare il posto ad un’incontenibile voglia di andare avanti, di finire il percorso e superare me stessa”. Di prove difficili Maria Teresa ne supera tante e altrettante ne ha superate, non ultima (l’abbiamo raccontata dalle pagine del nostro free press n.d.r.) quella di essere fatalmente scampata al terremoto che ha devastato l’Abruzzo e l’Aquila, città in cui ha portato avanti i suoi studi universitari in Psicologia Clinica e della Salute applicata all’analisi criminale, fino ad un passo dalla laurea. Per la serie “donne… libri e motori”. Isabel Romano


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Come installare i quasi 27.000 programmi a disposizione su Linux Ubuntu Nella scorsa lezione avete installato Ubuntu usando Wubi o magari i più temerari l’avranno installato su una partizione come suggerito dalla bibbia che trovate su www.ubuntuit.org, ed ora avrete sicuramente notato che è un magnifico sistema. Immuni da virus e altra robaccia potete navigare ovunque, godervi i video di youtube, vedere film o sentire musica come con qualsiasi altro sistema operativo a “pagamento”. La suite di programmi in dotazione, come già visto nella scorso articolo di tutto rispetto, può essere completata dai quasi 27.000 programmi che oggi impareremo ad installare. Quindi passiamo alle tre possibilità che abbiamo per installarli. Per la prima, semplicissima, basta seguire il menu “Applicazioni → Aggiungi/Rimuovi”. Fatto questo avrete la schermata come nella foto numero 1 dove poter agevolmente scegliere i programmi suggeriti con

una breve spiegazione degli stessi. Tutte le attività di controllo delle dipendenze o controlli di programmi complementari indispensabili saranno fatti automaticamente da Ubuntu. Finita l’installazione non dovrete far altro che usare il programma e senza la necessità di controllare se è l’ultima versione o se compatibile con il vostro Ubuntu. Non è uno spettacolo? Se invece volete controllare e scegliere personalmente il programma che vi necessita tra i 27.000 programmi a disposizione dovete utilizzare una programma interno che si chiama Synaptic. Quindi passiamo alla seconda possibilità e questa volta seguiremo sempre dal menù principale “Sistema → Amministrazione → Gestore pacchetti Synaptic”.

Semplicissimo trovare il programma usando il campo di ricerca e poi una volta selezionato non dovrete far altro che premere il tasto applica e Ubuntu farà il resto. Finita la ricerca del programma e successiva

installazione non dovrete far altro che usarlo. Non è uno spettacolissimo? La terza possibilità un pochetto più difficile è quella di usare il terminale, chiamato anche Shell. Importante conoscere anche questa procedura perché se vi capita di non avere a disposizione un sistema Linux con interfaccia grafica dovrete necessariamente utilizzare la modalità terminale. Tipo come accadeva con il caro vecchio MS Dos o come accade per i server che imparerete a creare alla fine della nostra rubrica. In questo caso non avete un elenco di applicativi da cui scegliere (in realtà c’è ma ne parleremo quando sarete diventati bravini) e lo dovrete indicare già nella riga di comando. Mettiamo di voler installare il mitico K3B (http://k3b.plainblack. com/download) programma di masterizzazione gratuita (tipo Nero ma open source) quindi apriremo il terminale seguendo dal menù “Applicazioni → Accessori → Terminale”. Aperto il terminale digiteremo: “sudo apt-get install k3b”

ed il vostro Ubuntu cercherà tutti i programmi necessari chiedendovi di poterli poi installare ovviamente dopo avervi chiesto la password di amministrazione. Una volta installato troverete il programma nel menù o da terminale basterà digitare il singolo nome, in questo caso scriverete semplicemente “k3b”, e vi partirà il programma. Bene, ora avete i 27.000 programmi tutti a vostra disposizione, anche se in realtà sono molti di più ma imparerete a trovarli da soli facendo una ricerca su google inserendo nel campo di ricerca la parola “Ubuntu”. In pratica se vi serve un programma per masterizzare su Ubuntu lo troverete scrivendo: “masterizzare ubuntu 9.04” e ve ne compariranno diversi. Smanettate pure per questi prossimi 15 giorni nel prossimo articolo passeremo al mondo audio e video sempre in salsa open source e rigorosamente gratuita. Preparatevi a registrare musica legalmente senza usare i vietati peer to peer. giulio.cosentino@gmail.com

costo delle tecnologie

utilizzate

ZERO


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Lavoro in chiaro

giovedì 18 giugno 2009

Opportunità per aspiranti imprenditori Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1281

Disponibile dal 22 giugno, sul sito www.sistema.puglia.it alla pagina “bandi attivi – Start up”, la domanda per la partecipazione al bando per il sostegno all’avvio di microimprese, realizzate da soggetti svantaggiati. Il bando, attivato dall’Assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Puglia, darà la possibilità a donne, giovani, disoccupati, lavoratori in procinto di perdere il posto, cassintegrati, ragazzi di “Bollenti Spiriti”, di avviare un’attività in proprio. Ogni microazienda potrà avere fino a 400 mila euro per la sua costituzione, su un fondo comples-

sivo di 43 milioni di euro. Di questi 400 mila se ne potranno impegnare 150 mila per investimenti, acquisto di locali, suoli, strumenti per attrezzature e 250 mila per i costi di funzionamento di un’impresa, riferiti a stipendi, affitti, leasing, bollette per tre anni di esercizio dell’attività imprenditoriale. Un’importante novità deriva dal fatto che, in questo bando, la Regione estende l’incentivo a tutte le “Zone Franche”, includendo così anche Molfetta, in precedenza limitate a Foggia, Taranto e Andria. I destinatari del bando sono: giovani tra i 18 e i 25 anni di età, persone tra i 26 e i 35 anni che non abbiano ancora ottenuto il primo impiego regolarmente retribuito, soggetti con età non superiore ai 35 anni che nell’ultimo biennio, dalla data di presentazione della domanda abbiano completato percorsi coerenti con l’attività da intraprendere, finanziati o autorizzati dal sistema pubblico della formazione professionale; persone di età tra i 45 e i 55 anni prive di un posto di lavoro o in procinto di perderlo; disoccupati di lungo

periodo, ossia persone senza lavoro per 12 mesi dei 16 mesi precedenti o per 6 degli 8 mesi precedenti se hanno meno di 25 anni; donne di età superiore ai 18 anni. I soggetti richiedenti il finanziamento, per l’avvio di microimprese, dovranno avviare imprese di nuova costituzione e inattive al momento della presentazione della domanda. Vasti gli ambiti interessati dal finanziamento. Si va, infatti, dalla produzione di pasti e piatti preparati alla fabbricazione di tappeti; articoli in paglia, prodotti farmaceutici, computer, autoveicoli, costruzioni e attività di produzione cinematografica, design, interpretariato, attività di pulizia e organizzazione convegni, imprese commerciali. Sono esclusi, invece, i settori, pesca, acquacoltura, costruzioni navali, industria carboniera, siderurgia. Il bando completo è reperibile sul Burp (Bollettino Ufficiale della Regione Puglia) n. 77 del 28 maggio 2009. Ritornando alle modalità di compilazione on line della domanda è importante sapere che non vi è una

scadenza per inoltrarla, in quanto si accetteranno richieste di finanziamento fino ad esaurimento fondi. La domanda, una volta compilata, sarà trasformata dal sistema in formato PDF su base dei dati inseriti. Successivamente si dovrà stampare e spedire la stessa domanda, allegando tutta la documentazione richiesta, con raccomandata A.R., indirizzandola a Puglia Sviluppo S.p.A., via Amendola 168/5, 70126 Bari. Per una corretta realizzazione delle procedure di candidatura vi consigliamo vivamente di leggere attentamente il bando oppure rivolgetevi presso l’ufficio Informagiovani o Centro per l’Impiego presente nella vostra città di residenza. Marco Roberto Spadavecchia Chi tradisce la fiducia la perde per sempre, qualunque cosa faccia e chiunque egli sia; e non tarderà a raccogliere i frutti amari di quella perdita. Arthur Schopenhauer

Il fatto.net ha selezionato per voi dai motori di ricerca alcuni annunci di lavoro. Alcuni annunci saranno ripetuti ma vale sempre la pena consultarli tutti. Negli annunci diretti troverete gli annunci fatti direttamente alla nostra redazione. Il servizio di annunci è totalmente gratuito e la radazione non si assume alcuna responsabilità circa la bontà delle inserzioni. Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultate il sito www.ilfatto.net nell’area OFFRO LAVORO.

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Rubriche

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w w w . i l f a t t o . n et

IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni,puntuale come sempre il giovedì. Baby Roon piazza Roma Bar 2000 piazza Garibaldi 66 Bar Arcobaleno banchina S. Domenico Bar Ariston via Santa Lucia 11 Bar Astoria corso Umberto 16 Bar Blues via Dante 49 Bar Byblos piazza Principe di Napoli 6 Bar Caffetteria, via Salvucci 46 Bar Camera Cafè via XX Settembre 43 Bar Cavour via Fornari 47 Bar Central piazza Vittorio Emanuele 17 Bar Crystal via F. Campanella 33 Bar degli Artisti, via Gesmundo 4 Bar del Ponte, via Ruvo 18 Bar Euro via San Francesco d’Assisi Bar Europa, via Cavallotti 10 Bar Fausta, corso Umberto 150 Bar Filisia via M. di Savoia 67 Bar Football, via la Malfa 11 Bar Gabbiano, corso Umberto 48 Bar Gardenia via Respa 12 Bar Green, via Baccarini 111 Bar Haiti via San Domenico Bar Ideal, via Terlizzi Bar Kennedy, via Germano 49 Bar la Fenice, corso Umberto Bar Le chic j’adore, via G. Salvemini 15 Bar London via Terlizzi 6 Bar Mary corso Umberto 122 Bar Mezzina, via Einaudi 6 Bar Minervini, via Pio la Torre 33 Bar Miramare banchina S. Domenico Bar Miramare, via San Domenico 9 Bar Mirror via cap. Azzarita 124 Bar Mixer Cafè 6^ strada ovest Lama Martina Bar Moka via Annunziata 68 Bar Mongelli via Baccarini 35 Bar Mongelli via cap. de Candia 30 Bar Murolo piazza Paradiso 10 Bar New Meeting, via Alberto Mario Bar Orchidea via Fornari 50 Bar Pasticceria Casa del Dolce, via S. F. d’Assisi Bar Peter Pan, via Monda 48 Bar Rio, via Bari 92 Bar Roma 2, via San Domenico 4 Bar San Marco, corso Umberto

Bar Seven via Germano 33 Bar Seventy Bar Snack, via Giovinazzo 1 Bar Sottocoperta, piazza Garibaldi Bar Spadavecchia, via Papa Montini 60 Bar Sport corso Umberto I Bar Stazione piazza Moro Bar Sweet piazza Garibaldi 32 Bar Umberto corso Umberto I Bar Universo corso Umberto I Bar Venere, via Martiri di Via Fani 6 Bar Vittoria via Alighieri 68 Baro Oasi, via Cormio 18 Bettie Page piazza Municipio 6 Biblioteca Comunale, via San Domenico Blanc la Nuit lungomare M.A. Colonna Buffetti piazza Garibaldi Caffè al Duomo via Banchina Seminario 8/10 Caffè Colorado via XX Settembre Caffè Metropolis via cap. de Gennaro 16 Caffè Silver via Fremantel 19/I Caffetteria Gonzaga via Piazza Caffetteria Manattan viale dei Crociati Caffetteria Paninoteca Grease via Molfettesi d’Argentina 75 Caffetteria Venere via Martiri di via Fani 6 Calì Caffè via Puccini 7 Cin Cin Bar via Dante Coffee Room viale Pio XI Compagnia Carabinieri via Caduti di Nassiriya Edicola “l’altra Edicola” via Terlizzi Edicola Andreula via Baccarini 67 Edicola Caputi via San F. d’Assisi 55 Edicola De Palma via Bari 1 Edicola delle Rose via Madonna della Rosa Edicola di Sciancalepore Domenico piazza M. di Savoia Edicola Gigotti via Bari 74 Edicola Grosso via Pappagallo Edicola piazza Garibaldi Edicola Spazio Libero via gen. Poli Edicola Stazione piazza A. Moro Edicola via Cormio rione Paradiso Edicola via Dante Edicola via Einaudi rione Paradiso Edicola via Fornari nei pressi Istituto Apicella

Edicola via Giovinazzo 1 Edicola via Giovinazzo 45 Edicola via Paniscotti Edicola via ten. Silvestri Edicola via Togliatti zona 167 Edicola viale Pio XI Famm Immobiliare, via de Luca 15 Farmacia Grillo, largo Sant’Angelo Flory’s Cafè via gen. Poli 3 Lido Alga Marina, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Bahia, località Torre Rotonda Lido Belvedere, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Lafayette, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Marina Piccola, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Nautilus, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Nettuno, ss16 Molfetta-Bisceglie Lido Scoglio d’Inghilterra, località Torre Rotonda Mattia’s Cafè, via Dante 14 Medi Max via Terlizzi Mister Toto via Losito Mondo Casa Immobiliare, piazza Effrem 12 Note&Book Cartolibreria, via Tommaso Fiore 24 Off Street piazza Garibaldi 15 Palazzetto dello Sport “G. Poli” via Martiri di Via Fani Panificio Annese via Cappellini 28 Panificio Biancaneve via de Luca 59 Panificio Biancaneve via Molfettesi del Venezuela 41 Panificio Cangelli via cap. de Candia 49 Panificio Centrale via Respa 40 Panificio de Gennaro via cap. de Candia 155 Panificio de Pinto via Edoardo Germano Panificio don Bosco corso Fornari 36 Panificio don Bosco via Cormio 36 Panificio Europa via Rattazzi 41 Panificio Il Cugino Via D’Azeglio Massimo,91 Panificio il Forno zona 167 Panificio Jolly viale Pio 11 9/a Panificio La Sfornata via E. Fermi Panificio Minervini via Bixio 25 Panificio Non Solo Pane via gen. Poli 13 Panificio Non Solo Pane via Paniscotti 44 Panificio Petruzzella via Bovio 18 Panificio Posta via Ricasoli 29 Panificio Sant’Achille via Martiri di via Fani 15 Panificio Trionfo via ten. Fiorino 71 Parrocchia Cattedrale, via D. Alighieri

Parrocchia Cuore Immacolato di Maria via Mascagni Parrocchia Immacolata, piazza Immacolata 62 Parrocchia Madonna della Pace viale XXV Aprile Parrocchia Madonna della Rosa via C. A. Dalla Chiesa 19 Parrocchia Sacro Cuore di Gesù c.so Umberto Parrocchia San Berardino via Tattoli Parrocchia San Corrado Duomo, banchina Seminario Parrocchia San Domenico via San Domenico 1 Parrocchia San Gennaro via S. Pansini Parrocchia San Giuseppe via A. Saffi 1 Parrocchia San Pio X viale Gramsci 1 Parrocchia Santa Famiglia via Innocenzo VIII Parrocchia Santa Teresa piazza V. Emanuele 3 Parrocchia Sant’Achille via A. Salvucci Place Blanc Cafè piazza M. di Savoia 4 Stazione di rifornimento AGIP via Terlizzi Stazione di rifornimento Madogas via Terlizzi Stazione di rifornimento AGIP via Giovinazzo Stazione di rifornimento API Zona Artigianale Stazione di rifornimento ESSO via Bisceglie Stazione di rifornimento Q8 via dei Lavoratori Zona Ar tigianale Supermercato Granrisparmio v. Martiri della Resistenza Swing Pub viale Pio XI 27 Pub Flower via Giovinazzo Tabaccheria corso Umberto 74 Tabaccheria piazza Garibaldi 6 Tabaccheria piazza Roma 4 Tabaccheria via Azzarita 65 Tabaccheria via Bari 68 Tabaccheria via Fiorini 41 Tabaccheria via Fornari 66 Tabaccheria via G. Salvemini 124 Tabaccheria via Hugo 3 Tabaccheria via Madonna dei Martiri 2 Tabaccheria via Madonna dei Martiri 67 Tabaccheria via Margherita di Savoia 5 Tabaccheria via Pansini 52 Tabaccheria via Paradiso 2 Tabaccheria via Roma 32 Tabaccheria via Rossini 12 Tabaccheria via Silvestri 68 Tabaccheria viale Pio XI Tenenza Guardia di Finanza viale dei Crociati Ufficio Relazioni con il Pubblico


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Rubriche

giovedì 18 giugno 2009

Consigli per una sana alimentazione FACILE

DIFFICILE

SOLUZIONI

Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni. Fonte:(it.wikipedia.org)

Che voglia di gelato

Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1282

Anche il gelato fa parte della nostra alimentazione nella bella stagione e non va demonizzato neanche per chi ha un po’ di chili da buttar giù. Come per tutti gli alimenti però moderazione è la parola d’ordine. È inutile negare che sia un alimento ricco di nutrienti e anche ipercalorico. In genere i gelati alla frutta hanno meno calorie di quelli alla crema o al cioccolato e molto dipende dalla base con cui vengono preparati, dalla presenza o meno di uova, latte, panna, dalla quantità di zucchero. Come per tutti gli alimenti più al palato è gustoso più il gelato è ricco. Sicuramente un ghiacciolo è più semplice, fresco e meno calorico di un cornetto doppia panna e cioccolato. Chi non ha problemi di linea non si pone il quesito di quale gelato scegliere anche se leggere le etichette dovrebbe essere una buona abitudine comune: magari evitare quelli con grassi vegetali idrogenati può essere una giusta scelta. Al contrario, chi è a dieta lo vede come un

miraggio oppure pensa che sia saggio farlo diventare l’unico alimento per i pasti principali. Non c’è cosa più sbagliata perché, come ripeto sempre, per il benessere del nostro organismo l’alimentazione quotidiana deve essere equilibrata e bilanciata e anche il gelato ne può far parte. Una sera, per esempio, può essere tranquillamente gustato dopo un pasto proteico (pesce o carne) e tanta verdura. Oppure qualche volta lo spuntino con lo yogurt può essere sostituito da una pallina di gelato bianco con frutta fresca spezzettata. Per aiutare chi sta facendo tanti sacrifici per superare la prova costume qualche consiglio: evitate di comprare la vaschetta da tenere nel freezer, è una tentazione troppo forte; se proprio la volete leggete i valori nutrizionali e scegliete con saggezza; cercate di decidere prima se quella sera avete voglia di un gelato così da organizzare una cena più semplice (insalatona a base di pesce ad esempio) per poi concedervi un premio per il vostro palato; se riuscite evitate però la doppia panna! dott.ssa Annalisa Mira Biologa Nutrizionista


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giovedì 18 giugno 2009

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Zuppetta di lenticchie con frutti di mare e croste di pane raffermo Ingredienti per 4 persone • • • • • • •

300 gr di lenticchie piccole 1,500 kg fra cozze e vongole Una seppia di 300 gr 3 dl di olio extravergine di oliva 100 gr di passata di pomodoro 1/5 bicchiere di vino bianco secco 1 cipolla piccola

• • • • • •

½ costa di sedano 1 carota piccola 2 spicchi d’aglio 1 peperoncino 1 mazzetto di prezzemolo sale q.b.

Procedimento Lavate bene le vongole e lasciatele immerse per alcune ore in abbondante acqua salata leggermente tiepida. Sciacquate le lenticchie, mettetele in una casseruola e copritele di acqua fredda che sopravanzi di 2 dita. Unitevi la cipolla, il sedano e la carota mondati quindi salate, incoperchiate e lasciate cuocere a fuoco lento per circa 1 ora finché le lenticchie saranno tenere. Raschiate le cozze con un coltello e passatele con uno spazzolino sotto l’acqua. Pulite le seppie, lavatele e tagliatele a pezzettini. Scaldate leggermente un poco d’olio in una padella larga, unitevi le cozze e le vongole, quindi coprite e lasciatele aprire sulla fiamma. Sgusciatele e conservate il liquido di cottura dopo averlo filtrato. Scaldate un poco d’olio in un tegame e lasciate imbiondire i 2 spicchi d’aglio spellati e il peperoncino; quindi unitevi i pezzettini di seppia, salate leggermente e fateli insaporire a fuoco vivace. Quando prendono colore, unite il vino, fatelo sfumare, aggiungete il passato di pomodoro e lasciate cuocere per 10 minuti a fuoco lento. A questo punto unite le lenticchie ben scolate dal liquido di cottura, aggiungete il liquido dei molluschi, lasciate insaporire il tutto e infine aggiungete i molluschi. Servite ben caldo con una spolverata di prezzemolo finemente tritato e croste di pane raffermo saltate all’olio d’oliva. Chef: Michele d’Agostino

I CONSIGLI DELLO ZODIACO ARIETE Date fondo alla vostra pazienza e tenete lontano quanti sanno parlare ma non sono capaci di dire niente. Dare ascolto a chi non sa costruire potrebbe condizionare le vostre scelte. Fate attenzione. Evitate di assumere decisioni avventate.

LEONE Vi siete innamorati c’è poco fa fare e da dire. Non è un male qualunque età voi abbiate. Se è successo ci sarà un perché ed è su quello che dovete interrogarvi. Forse c’è un rapporto da recuperare e se ci tenete allora è arrivato il momento di correre ai ripari.

SAGITTARIO Una persona che avete sempre considerato amica è pronta a pugnalarvi. Guardatevi le spalle ma non lasciatevi abbattere. Avete grinta e volontà da vendere. Piuttosto evitate di aprirvi troppo per non scoprire le carte. Anche i muri hanno orecchie.

www.ilfatto.net IL FATTO Quindicinale gratuito di informazione

EDITORE Activa S.r.l. con unico socio

PRESIDENTE Giulio Cosentino | cell. 334.1758150 e-mail: giulio.cosentino@gmail.com

TORO Non potete pensare di imporre sempre e comunque le vostre idee a tutti. Esiste anche lo strumento della mediazione, un punto di contatto. Provate a trovarlo. Da un po’ di giorni il vostro umore è in caduta libera. Un consiglio? Prendetevi meno sul serio e godetevela.

VERGINE Una volta per tutte prendete una decisione e soprattutto portate a termine il lavoro che avete cominciato. È inutile lasciare tutto a metà, non vi aiuta e non aiuta la vostra ambizione. Amore corsaro in vista. Provate a stare lontani dai guai.

CAPRICORNO Le stelle dalla vostra parte contribuiranno alla realizzazione di quell’idea che state accarezzando da tempo e che più volte siete stati costretti a mettere da parte. C’è un viaggio nel futuro prossimo di molti di voi. Cambierà la vostra vita.

DIRETTORE RESPONSABILE Corrado Germinario

Collaboratori Pantaleo de Trizio, Marta Marzocca, Paola Pansini, Isabel Romano, Roberto Sciannamea, Lella Salvemini, Marco Roberto Spadavecchia, Francesco Tempesta, Annalisa Mira, Giordano Germinario, Beatrice De Gennaro. Registrato presso il Tribunale di Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07

GEMELLI Prendetevi un periodo di riposo, anche breve, e ricaricate le pile. Avete chiesto troppo al vostro organismo. Ora concedetegli qualcosa. Vi attendono due settimane intense e, per chi è alla ricerca di avventure, ci sono sorprese intriganti all’orizzonte.

BILANCIA Chi è alla ricerca dell’anima gemella dovrà aspettare ancora. In compenso ci sarà da divertirsi. Colpa del sole, colpa dell’estate e degli ormoni in libertà, sta di fatto che sarete irresistibili. Tuffatevi senza risparmiarvi. Senza cadere, però.

ACQUARIO La data della partenza si avvicina. Mettete dentro tutto ciò che vi potrà servire, anche una buona dose di ottimismo. Ci sono amici che vi reclamano. Non fateli aspettare. Ce ne sono altri che non sapete di avere e che vi attendono.

REDAZIONE Via degli Antichi Pastifici, Zona Artigianale A/8 · Molfetta redazione@ilfatto.net

PROGETTO GRAFICO Vincenzo de Pinto

IMPAGINAZIONE NELLOPOLI.com | HIDESIGN.it

STAMPA

CANCRO Vi siete scoperti improvvisamente spendaccioni. Poco male. Ci saranno entrate improvvise e impreviste. Meglio così ma non esagerate con le spese. Pensate piuttosto a vacanze intelligenti tutto relax e a basso costo. Non riducetevi all’ultimo momento.

SCORPIONE È da un po’ che non vi prendete una pausa tutta per voi. Forse sarebbe il caso di chiudere il mondo fuori dalla vostra vita per riflettere e rilassarvi. Ne avete bisogno. In ogni caso imparate a lasciarvi alle spalle i problemi tanto non potete risolvere i mali del mondo.

PESCI Periodo favorevole in tutti i settori. Bene il lavoro, l’amore, le amicizie, il denaro. È il momento di osare. Se avete progetti nel cassetto, idee da sviluppare, il momento è propizio, non lasciatevelo sfuggire. Mettete da parte la pigrizia.

MASTER PRINTING S.R.L. VIA DELLE MARGHERITE 20/22 MODUGNO BA

CONCES. DELLA PUBBLICITA’ Ufficio Commerciale · tel. 334.17.58.150



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