w w w . i l f a t t o . n et Molfetta
giovedì 2 luglio 2009
Quindicinale gratuito di informazione.
n° 39
Politica
Cronaca
In Città
Sport
Prosegue la “guerra mediatica” tra sindaco Azzollini e partiti dell’opposizione.
Quattro pozzi abusivi individuati dalla Guardia di Finanza: siamo solo all’inizio.
Sono molfettesi i nuovi Campioni d’Italia di danze argentine: li abbiamo incontrati.
Partenze, arrivi, speranze ed illusioni per il mondo sportivo molfettese.
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Inchiesta
Apriti Sesamo… Di lavoro si muore. Ancora.
Pulo di Molfetta: bello di notte
Dopo la morte del giovane operaio Vito Donato Pansini la città torna ad interrogarsi sul perché nel 2009 si possa ancora perdere la vita sul posto di lavoro. Le indagini stabiliranno le cause della morte del 24enne ma le statistiche non fanno che confermare la drammaticità di un fenomeno che non accenna a scomparire.
Un’idea capace di attirare migliaia di visitatori e di dare nuova luce al settore turistico e culturale molfettese. Il consorzio Polje vara una serie di appuntamenti all’interno della dolina carsica di via Ruvo. Comune denominatore: il fascino della luce della luna.
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Politica
giovedì 2 luglio 2009
La città che ci meritiamo Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1283
Botta e risposta tra il sindaco Antonio Azzollini e i consiglieri di opposizione. Per il primo cittadino tutto va bene: nella realtà dei fatti i problemi ci sono e si moltiplicano di giorno in giorno.
Continuano ad essere tesi i rapporti tra il sindaco di Molfetta Antonio Azzollini e i consiglieri di opposizione. L’ultima occasione di attrito nasce da alcune dichiarazioni rese dal primo cittadino ai mensili locali “Quindici” e “l’altra Molfetta”. Dichiarazioni che hanno portato Giovanni Abbattista, consigliere comunale e portavoce del Partito Democratico, a replicare punto su punto. Al centro della discussione, ancora una volta solo mediatica e sempre più rara all’interno della sala consiliare del Comune di Molfetta, i numerosi problemi con cui la Città deve fare i conti ogni giorno e che sembrerebbero non preoccupare il sindaco. “L’interruzione del black out, del corto circuito informativo che ha fatto seguito alle ben note intemperanze del sindaco nei primi consigli comunali – ha dichiarato Abbattista in una nota inviata alla stampa – getta uno squarcio di luce inquietante su que-
sto primo anno di governo cittadino, rivelando le ragioni delle scelte fatte e tutti i limiti delle stesse.” Nelle interviste concesse ad oltre un anno dal suo ritorno a Palazzo di Città, Azzollini nega che vi siano problemi legati alla realizzazione del nuovo porto commerciale, i cui lavori invece sarebbero in netto ritardo su quanto previsto dal programma, non da peso alla questione della realizzazione della foresteria della Capitaneria di Porto e alle richieste di danni avanzate al Comune da parte della impresa costruttrice e del Ministero delle Infrastrutture. Ed ancora replica a chi gli fa notare che la città è oramai invasa da bancarelle di venditori ambulanti che ciò avviene per garantire lavoro a tutti. In ultimo, dopo aver detto più volte che a Molfetta non esiste un problema sicurezza, demanda la questione alla responsabilità delle forze dell’ordine dimenticando le promesse fatte in
campagna elettorale. Affermazioni che il portavoce del Partito Democratico non condivide affatto, “questa amministrazione – ha aggiunto Abbattista – è incapace di svolgere qualsivoglia attività pianificatoria e programmatoria, questa amministrazione non ha un’idea chiara di città: sostanzialmentenaviga a vista”. Accuse dure che si aggiungono a quelle di non aver sinora approvato un piano per il commercio, di aver dato il via ai lavori del porto senza prima attendere la bonifica del fondale che fino a pochi giorni fa nascondeva migliaia di ordigni bellici risalenti alla seconda guerra mondiale, di aver gestito male la vicenda del nuovo edificio militare in costruzione sul porto. Insomma, se da una parte Azzollini difende l’operato della sua amministrazione convinto che in città tutto vada più che bene, dall’altra i consiglieri di opposizione, ma anche numerosi esponenti della maggioranza, non sono d’accordo con lui. Con la differenza che mentre i primi denunciano e protestano, gli altri attaccano di fronte ai microfoni spenti e nelle stanze ben chiuse salvo poi allinearsi e fare quadrato attorno al primo cittadino quando si è di fronte alla cittadinanza. Cittadinanza che se da un lato non può non apprezzare il dinamismo produttivo che caratterizza la nostra città, continua a chiedersi il perché della presenza di problemi quotidiani che sembrano interessare poco chi ha in mano le redini del potere. Cittadinanza che ignora le assurdità di una città divenuta la più importante della Provincia di Bari e nella quale continuano a proliferare comportamenti degni di sperduti villaggi di montagna. Una città dove, per fare un esempio, il corpo di Polizia Municipale è sotto organico da decenni e dove agli agenti non vengono so-
stituite radio e divise da anni. Dove, nonostante gli annunci dell’ufficio stampa del comune (suo malgrado imbrigliato nelle lentezze dettate dai vertici dell’amministrazione) i tanto sbandierati “palmari” destinati ad elevare il livello di sicurezza non sono mai arrivati. Dove le moto del Corpo sono ferme in garage perché vecchie e insicure e dove non si riescono (o nessuno si interessa) ad acquistare nuovi veicoli. Una città dove il sindaco piuttosto che pensare ad aree mercatali attrezzate e controllate, preferisce elargire permessi a tutti con il risultato che marciapiedi, piazze, strade e chi più ne ha più ne metta vengono sottratti all’uso comune. Dove ai giornalisti (così come ai privati cittadini) si impedisce di entrare con i “pantaloni corti” negli uffici del comune e dove (ne siamo stati testimoni) personaggi dalla fedina penale non proprio immacolata riescono ad arrivare direttamente negli uffici dei dirigenti senza farsi nemmeno annunciare. Questa è la Molfetta che oggi abbiamo. La città che abbiamo scelto. La città che evidentemente ci meritiamo.
L’opinione
giovedì 2 luglio 2009
Orfani in cerca di un padre… Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1284
Diagnosi di sindrome da abbandono, per i molfettesi. Magari non proprio tutti, ci sono i fortunati che abitano nelle zone chic e non si lamentano o, se lo fanno, utilizzano altri canali. Per il resto è tutto un gran professare di esser stati lasciati soli. Cittadini di molti quartieri alle prese con problemi di ogni tipo, su tutto la sporcizia, cassonetti insufficienti, rifiuti abbandonati, escrementi di animali e così via; altrettanto importante la questione sicurezza, atti di vandalismo piccoli e
grandi, scarsità di controlli e di presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine. E il degrado continuo, l’arredo urbano in questa città è destinato a scendere tutti i gradini della decomposizione. Bastino come esempio le plance con la piantina della città e informazioni varie; sono state gradatamente distrutte e lo scheletro di metallo, praticamente ciò che ne è rimasto, sta lì con spunzoni sporgenti che rischiano di ferire il passante distratto. E, giusto per tornare su un argomento che fa molto parlare in città, il proliferare delle bancarelle di fruttivendoli sui marciapiedi, che ormai pare siano stati creati per questo a Molfetta e non per farci camminare i pedoni; è salutare, dicono i medici, mangiare molta frutta e verdura, in questa città allora non dovrebbe ammalarsi più nessuno, le quantità di vegetali consumate devono essere altissime, visto che ne vendono in ogni angolo, non si sa con quali garanzie di igiene, con le lattughe e le pesche lasciate lì alla polvere e ai gas di scarico e chi cammina a fare
la gimcana lanciando maledizioni. Ai cittadini pare che nessuno si prenda cura di loro, quelli di Rione Catecombe che si sono riuniti, e non è certo la prima volta, per lamentare lo stato di degrado di Piazza delle Erbe, con lavori mai finiti e mancata pulizia nelle strade. Ma pure quelli della Madonna delle Rose si fanno sentire con richieste simili: cassonetti mancanti, strade dissestate e scarsa pulizia. Non va meglio se si va verso il mare, spazzatura da tutte le parti e la difficoltà di capire dove il cane inizi a mordere la coda, se siano i cittadini a sporcare o se sia l’Asm ad essere insufficiente nel suo operato. Anche qui i cittadini protestano, quasi una discarica a cielo aperto a partire dall’inizio del Viale dei Crociati, finendo nel trionfo di cala San Giacomo, che potrebbe essere uno spazio aperto importante per coloro che la villa in campagna o al mare non l’hanno e che nelle sere d’estate cercano spazio e fresco. Stessa cosa per chi vuol andare al mare nell’altro litorale, verso Giovinazzo. Hanno qualcosa da
dire anche coloro che abitano a Rione Paradiso: danni alle abitazioni, alle autovetture e all’arredo urbano, insicuro il viale alberato che costeggia la linea ferroviaria. “Ci sentiamo abbandonati”, manco a dirlo è il commento dei residenti della zona. Il padre della cui assenza ci si lamenta quasi mai ha un nome o cognome o ricopre una carica precisa, è semplicemente l’Istituzione tout court da cui i cittadini si attendono protezione, risposte, presenza sul territorio, con una delega praticamente totale. E se fosse venuto il momento di cambiare strategia, magari pensarci un tantino di più al momento del voto, ma soprattutto smettere di pensarsi figli minori e passibili di abbandono, fare piuttosto in prima persona, non limitarsi a mandare lettere ai giornali, pretendere di essere ascoltati, dare per primi l’esempio, rompere le scatole, selezionare i posti dove si acquista, proporre, partecipare. Magari funziona. Lella Salvemini
Attualità
giovedì 2 luglio 2009
Il nostro mare: condannato a morte Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1285
Torniamo a parlare dei problemi che affliggono l’Adriatico e le acque di fronte alle nostre coste in particolare. Crescono i problemi e in pochi se ne preoccupano.
Sono sempre maggiori i dubbi circa il reale stato di salute del basso Adriatico. Il mare di Molfetta ne è forse l’esempio più emblematico dato che non a caso la Nato lo ha inserito fra le sei emergenze ambientali del pianeta a causa dei numerosissimi ordigni bellici a carica chimica sommersi. Tuttavia il problema sembra non toccare direttamente l’amministrazione comunale, l’Arpa e gli stessi bagnanti. Sembra che si sottovaluti la situazione chissà per quale oscura ragione. Gli ultimi rilevamenti
dell’Arpa parlano “chiaroscuro” visto che secondo i dati la situazione del mare molfettese non è poi così grave. Ma sarà realmente così? I rilevamenti effettuati sono gli stessi previsti per tutto il territorio italiano, quindi si tratta di analisi standardizzate. Purtroppo, però, non è possibile adottare per Molfetta queste misure standard in quanto le nostre acque avrebbero bisogno di esami molto più specifici ed approfonditi. Il tema del mare “assassinato” dalle bombe chimiche, specialmente quel-
le all’iprite, è stato ripreso da un libro presentato nei giorni scorsi dal titolo In fondo al mare. Il libro è una sorta di denuncia alla collettività di ciò che sta accadendo alle nostre care acque salate. Secondo il segretario provinciale di Marevivo, Onofrio Allegretta, il mare di Molfetta versa in condizioni che potrebbero essere definite critiche. L’attività di sminamento avvenuta negli scorsi anni, specialmente presso Torre Gavetone, e quella che è attualmente in atto immediatamente fuori il porto, non serviranno a debellare il pericolo costante di inquinamento chimico dell’acqua. Questo perché molti siti sottomarini pieni zeppi di materiale bellico sono stati individuati ad oltre 500 metri dalla costa a profondità maggiori a 150 metri. Il tratto oggetto di bonifica, invece, non va oltre i 500 metri dalla costa. Per il momento, sempre secondo Onofrio Allegretta, non esistono dei dati oggettivi che attestino possibili pericoli per i bagnanti ma solo perché non ci sono delle approfondite analisi. Se queste analisi venissero realmente effettuate tutto potrebbe tornare in discussione. “Oltre
all’inquinamento bellico – conclude il rappresentante di Marevivo – occorrerebbe monitorare maggiormente lo stato di inquinamento superficiale alimentato soprattutto dall’inciviltà umana e in alcuni casi degli stessi pescatori”. Altro problema evidente è quello dello sbocco fognario sito in località Torre Calderina. Lo sbocco si trova a ridosso della costa (nella foto, caso non raro, un pescatore che pesca tranquillamente sullo sbocco) è ciò va già contro le leggi in materia in quanto questo si sarebbe dovuto trovare al largo. Per questo il Comune di Molfetta ogni anno dichiara non balneabile la zona, zona su cui aleggia un cattivissimo odore e in cui il mare assume un colore “fuori dal mondo”. Un’altra ferita, l’ennesima, nei confronti del mare che per centinaia di anni ha contribuito a sostenere la vita delle nostre genti e che noi stessi oggi, con i nostri comportamenti e la nostra incuria, stiamo condannando a morte. Tutto questo senza clamore e nella indifferenza generale. Francesco Tempesta
Primo Piano
giovedì 2 luglio 2009
Una morte già archiviata Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1286
Tante parole, lacrime, applausi. Ma morire di lavoro è oramai “normale”. Ed è un miracolo che non capiti più spesso. Sarà l’inchiesta condotta dal magistrato Giuseppe Maralfa della Procura di Trani a stabilire perché è morto Vito Donato Pansini, il 24enne molfettese rimasto coinvolto in un incidente sul lavoro lo scorso 4 maggio mentre si trovava in un peschereccio in costruzione nel cantiere navale di proprietà del padre. Nel fascicolo del pubblico ministero entreranno anche i risultati dell’autopsia eseguita sul corpo del giovane dal professor Solarino, dell’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari. Tutti elementi che serviranno a chiarire le cause di una morte, l’ennesima, che ha segnato la storia della città. Certamente non serviranno a restituire Donato ai suoi cari.
“Una tragedia di fronte alla quale è difficile fare commenti” ha dichiarato il sindaco Antonio Azzollini. “Ancora una volta – ha aggiunto – possiamo solo augurarci che fatti del genere non si ripetano più.” Un augurio che suona come un macabro ritornello, ripetuto ogni volta che eventi del genere si ripetono. E si ripeteranno anche in futuro. Nonostante le proteste, le denunce, i controlli. Nonostante l’illogica retorica del bello e del brutto, del buono e del cattivo. Di chi ha colpe e di chi non ne ha. Anche quando i fatti dimostrano che spesso gli incidenti potrebbero essere evitati con l’attenzione e la collaborazione di tutti. Elementi che spesso sfuggono e che lasciano
pensare al fatto che sia un miracolo che di episodi gravi se ne verifichino in percentuale pochi rispetto al numero di lavoratori che non osservano le norme di sicurezza e di datori di lavoro che a volte “dimenticano” di garantire i loro dipendenti. Basta del resto farsi un giro in città: dare una occhiata ai tanti cantieri allestiti per il restauro dei palazzi, per esempio. Non serve un esperto per rendersi conto che in pochi usano abbigliamento da lavoro, elmetti, scarpe anti-infortunistica e quant’altro prevede la legge. E poi ci sono le tante piccole, piccolissime industrie dove si lavora seguendo la “tradizione” e difficilmente si presta attenzione a protocolli, decreti e leggi varie. Paro-
loni utili per i giornali e assolutamente “fumosi” nel lavoro di tutti i giorni. Ed ancora: ci sono i datori di lavoro che chiedono, pretendono, impongono. E chiudono gli occhi anche di fronte a evidenti mancanze. Infine i controlli, sempre troppo pochi e sempre troppo inutili e i sindacati, i primi a salire sulla passerella quando si è a favore di telecamera così come a defilarsi quando c'è da lottare fino in fondo. E fino a quando tutto procederà così si continuerà a morire di lavoro. Ad applaudire le bare all'uscita delle chiese. Ad argomentare sul perchè. A maledire la tragedia. La stessa tragedia che troppo spesso non nasce dal nulla ma cresce nelle mancanze di ogni giorno.
Infortuni sul lavoro: diminuiscono ma in Puglia si muore di più Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1267
A raccontarlo i dati raccolti nell’Atlante Regionale degli Infortuni curato dall’Assessorato Regionale alle Politiche della Salute in collaborazione con l’Inail. Il numero degli infortuni sul lavoro diminuisce ma aumentano quelli mortali e gravi a livello nazionale e regionale: in Italia si è passati da un tasso del 3,5% del 2000 al 5,2% del 2005 mentre in Puglia, sempre in relazione agli stessi anni, dal 4,3% al 5,1%. Nella nostra regione 84 gli incidenti mortali indennizzati nel 2005, 85 nel 2006 e 76 nel 2007. Questi alcuni dei dati contenuti nel primo “Atlante Regionale degli Infortuni” curato dall’assessorato regionale alle Politiche della Salute in collaborazione con l’Inail e presentato il 29 gennaio scorso dal Presidente della Regione Nichi Vendola che, per l’occasione, non mancò di sottolineare “il silenzio ciclico della politica sulla morte nel lavoro, quest’ultima relegata alla rubrica della cronaca nera”. “l’assenza di una mano direttamente incidenti che ogni anno si registrano in È qui, infatti, che sembrano finire le responsabile che le provoca”), i 15- Italia sui luoghi di lavoro con una me1.000 morti bianche (così definite per 20.000 feriti, le centinaia di migliaia di dia di tre decessi al giorno: edilizia e
agricoltura i comparti più colpiti, sia per l’incidenza che per la gravità ma un alto indice di pericolosità esiste anche nel settore sanitario e metalmeccanico. I più esposti sembrano essere i precari ed i parasubordinati e la causa più frequente sono le cadute dall’alto; gli infortuni si verificano soprattutto nelle prime ore del mattino, il giorno più infausto è il lunedì, il mese più a rischio maggio. L’Atlante Regionale degli Infortuni, prima iniziativa del genere nel meridione, nato dal Protocollo d’intesa Nazionale del luglio 2002 tra Inail, Regioni ed Isples, pur registrando una tendenza alla diminuzione del numero degli incidenti per quanto riguarda gli anni che vanno dal 2000 al 2006, rivela che sempre alto è il tasso degli infortuni nei luoghi di lavoro pugliesi rispetto alla media nazionale: la provincia di Taranto è quella dove essi si concen-
Primo Piano
giovedì 2 luglio 2009
trano di piùmentre la provincia di Bari, che detiene il record negativo del più alto numero in valore assoluto degli incidenti, è ritenuta dall’Inail la più sicura considerato l’elevato numero degli addetti. La pubblicazione, che consente una lettura degli infortuni in relazione al territorio ed alla realtà produttiva, ha come obiettivo “lo sviluppo di una rete per la conoscenza del fenomeno ed il miglioramento della vita del cittadino” e si presta a diventare strumento importanteper la programmazione di interventi mirati che tendano a ridurrefrequenza e gravità degli stessi. La sicurezza negli
ambienti di lavoro rappresenta senza dubbio uno dei principali problemi per i sistemi di produzione delle economie industriali ma sembrano ancora tante le imprese che continuano a sottovalutarlo e, in molti casi, addirittura ad ignorarlo nonostante le modifiche apportate alla relativa legge 626/94 tese a migliorarla e a renderla più efficace. Di sicuro quest’ultima ha introdotto nel settore importanti innovazioni ma, più di tutto, ha cambiato l’impostazione delle tecniche di prevenzione passando da una normativa di “intervento riparatorio” ad una incentrata sulla prevenzione e sull’in-
formazione, riuscendo a coinvolgere tutti i soggetti e gli elementi delprocesso produttivo: lavoratori, struttura medica (obbligatoria per le grandi aziende), segnali, attrezzature di sicurezza. Il decreto legislativo numero 81 del 9 aprile 2008 (varato un mese dopo la tragedia della Truck Center) ha introdotto il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro che riunisce e modifica la precedente normativa e prevede, in particolare l’inasprimento delle sanzioni per i datori di lavoro che non rispettano le regole, la maggiore tutela per lavoratori precari e stranieri, l’obbligo della valutazione dei rischi e quelli legati allo stress, la maggiore formazione di lavoratori, datori di lavoro e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, l’introduzione di nuovi requisiti per le imprese che operano nei cantieri temporanei e mobili, la nullità dei contratti di appalto, subappalto e somministrazione che non indichino in modo chiaro i costi della sicurezza. Le sanzioni rischiano di essere notevolmente ridotte dal decreto legislativo correttivo in discussione proprio in questi giorni nelle Commissioni Lavoro del Senato e della Camera poiché esso propone un abbassamento dei livelli di tutela dei lavoratori, deresponsabilizza i datori di lavoro, riduce le regole di sicurezza nei cantieri ed i
poteri e le funzioni degli organismi di vigilanza. L’idea che emerge dal provvedimento è che la sicurezza sul lavoro rappresenti un costo non remunerativo per le imprese e che vada abbattuto per quanto possibile o “proporzionato” al valore economico dell’appalto, alla sua durata, alle dimensioni dell’impresa, al numero dei dipendenti. Insomma, una sovrastruttura troppo onerosa per l’impresa e non una necessaria infrastruttura dei processi produttivi. Non a caso il testo è stato bocciato da Regioni, sindacati e giuristi. Beatrice De Gennaro
Cronaca
giovedì 2 luglio 2009
Troppo acido solfidrico nelle partite di zolfo trasportate in cisterna Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1288
Prosegue il processo sulla strage della Truck Center. La Procura di Trani ha disposto sequestri in tutta Italia. Presto l’Eni sul banco degli imputati? La risposta al quesito è nella documentazione acquisita nelle scorse settimane.
L
Sequestri in tutta Italia per arrivare alla verità, per inchiodare le persone che direttamente o indirettamente hanno causato la morte di Vincenzo Altomare, Michele Tasca, Guglielmo Mangano, Luigi Farinola e Biagio Sciancalepore all’interno della Truck Cneter a Molfetta. I carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Trani e i carabinieri del Noe di Bari nei giorni scorsi hanno messo sotto la lente di ingrandimento l’Eni effettuando perquisizioni, sequestri ed acquisizioni di atti nella divisione commerciale di Roma della Società, nelle raffinerie Eni di Taranto e Livorno, nella sede romana della Zolfital Spa, leader nella gestione e commercializzazione dello zolfo liquido, nella sede della Nuova Solmine a Scarlino in provincia di Grosseto. La Nuova Solitine è la società acquirente della partita di zolfo trasportata nella cisterna poi finita nella Truck Center per essere
Q d d d è z t d q s e t c L s m è s s T p z t p p z
sottoposta a lavaggio. L’operazione, disposta dalla Procura di Trani, si è resa indispensabile e rientra nell’attività di indagini disposta dal titolare dell’inchiesta, il pubblico ministero, Giuseppe Maralfa, per accertare la
corretta applicazione delle procedure di predisposizione e di consegna delle schede “16 punti” (un documento su in cui è annotata la pericolosità del prodotto) che devono accompagnare le cisterne destinate al trasporto di
zolfo liquido e di tutte le sostanze che possono provocare morte; e per verificare se nelle partite di zolfo liquido, commercializzate tra il 2007 ed il 2008, ce ne siano state alcune in cui il tasso di acido solfidrico fosse superiore rispetto a quanto previsto da contratto. Per questo non si esclude, anzi, è prevedibile che presto si possa passare ad una vera e propria perizia, l’ennesima. In pratica, a questo punto, del processo il pubblico ministero vuole chiarire, senza ombra di dubbio, se le cause della forte concentrazione di acido solfidrico nella cisterna killer siano imputabili a questioni inerenti le procedure di trasporto (è stato ormai appurato che non c’è stata alcuna reazione con reagenti durante le operazioni di pulizia), oppure tutto sia riconducibile a problemi in fase di produzione. Se così fosse le responsabilità maggiori sarebbero da attribuire a soggetti che, al momento, non figurano nell’elenco degli imputati.
Cronaca
giovedì 2 luglio 2009
È guerra agli abusivi dell’acqua Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1289
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La Guardia di Finanza ha sequestrato quattro pozzi in due settimane. In elenco ce ne sono molti altri ancora. Pioggia di denunce per i “gestori” dei pozzi fai da te.
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Quattro pozzi abusivi per l’estrazione di acqua scovati e sequestrati. Decine di persone denunciate all’autorità giudiziaria. E l’inchiesta, c’è da giurarci, è solo all’inizio. La Guardia di Finanza di Molfetta, al comando del sottotenente Leonardo Rossi, ha deciso di dichiarare guerra agli abusivi dell’acqua, a quelle persone che sfruttano il sottosuolo senza pagare un centesimo e non si preoccupano neppure di controllare la “genuinità” di quell’acqua che, in molti casi, viene pure venduta. L’indagine è solo all’inizio. Gli investigatori sugli accertamenti in corso mantengono il più stretto riserbo. Ma è probabile che, entro le prossime due settimane, si possa assistere ad altri sequestri, altre denunce. Tre dei pozzi sequestrati si trovano in pieno centro cittadino e venivano utilizzati da una vita, alla luce del sole. Ventiquattro ore su ventiquattro. Il quarto pozzo si trova in un fondo agricolo di proprietà del Consorzio Asi. Era utilizzato, a cuor leggero, da due grosse real-
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tà di quella zona. È stato scovato dalle guardie volontarie del Wwf, coordinate da Pasquale Salvemini, e dalla Finanza. Ora dopo le denunce e le multe (30.000 euro per ogni responsabile dell’abuso) i vertici aziendali hanno pensato di mettersi in regola con impianti autorizzati e tutte le concessioni necessarie. Decisamente debole, fino a questo mo-
mento, invece la difesa delle persone denunciate e multate per l’utilizzo, ormai non più possibile, almeno non in quelle condizioni, dei pozzi nel centro urbano. “Erano anni che li utilizzavamo”, allora per anni c’è stata la possibilità di mettersi in regola e non è stato fatto; “adesso restiamo senza lavoro”, proprio per evitare il rischio si sarebbe
dovuti correre ai riapri prima. Secondo quanto accertato dalle “fiamme gialle”, tre persone, proprietarie di tre pozzi situati in via Santa Scolastica e in vico XII Madonna dei Martiri, da diverso tempo prelevavano acqua dal sottosuolo per poi rivenderla servendosi di autobotti che ogni giorno effettuavano diverse decine di carichi. L’attività non era mai stata autorizzata e nessun tipo di analisi era mai stata effettuata sull'acqua prelevata che, comunque, non veniva utilizzata per scopi alimentari. I finanzieri hanno provveduto a diffidare le tre persone dal continuare a prelevare acqua e nel contempo hanno segnalato le tre attività non autorizzate al Comune di Molfetta che dovrà provvedere agli interventi di sua competenza. Al di là delle sanzioni per il prelievo abusivo delle acque, a carico delle persone denunciate, i “gestori” dei pozzi nel centro abitato, è in corso anche una verifica fiscale per accertare l’ammontare del danno alle casse della Regione.
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Attualità
giovedì 2 luglio 2009
Da Corte di Giustizia a Corte dei Panni Stesi Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1290
Molfetta rischia di perdere per sempre uno dei luoghi storici più affascinanti del centro storico.
Negli ultimi anni le condizioni del centro storico di Molfetta sono migliorate di parecchio. Il periodo buio sembra essere definitivamente passato Un periodo in cui i molfettesi, ma soprattutto, il mondo dell’arte e della cultura, hanno rischiato di perdere una gemma. Era infatti il 22 novembre del 1964 anno quando, in via Macina il cedimento strutturale di un fabbricato, causò la morte di una donna anziana e della sua nipotina. Da quella funesta data la psicosi collettiva di possibili nuovi crolli, crolli che comunque si ebbero negli
anni successivi, fece si che il centro antico si svuotasse rapidamente e si trasformasse in una zona “fantasma”. Oggi invece, la maggior parte delle strade, chiuse per pericolo di crolli, sono state riaperte grazie soprattutto alla ristrutturazione e al riconsolidamento degli edifici fatiscenti. Molti tesori dell’antichità sono stati salvati e preservati dall’incuria dell’uomo e dall’azione inesorabile del tempo. Molte perle sono state totalmente o parzialmente recuperate. Altre invece attendono da anni di essere “salvate”. È senz’altro il
caso della “Corte di Giustizia”. Ubicata fra i numeri civici 17 e 19 in via San Pietro, la “Corte” è costituita da un piccolo slargo. Secondo la tradizione, non molto attendibile comunque, il luogo in passato svolgeva le funzioni di corte di giustizia di Molfetta. All’interno, sulla sinistra di chi vi accede, vi è un vano, raggiungibile superando quattro gradoni, sormontato a due archi a tutto sesto. Sotto il primo vi era una colonna ormai scomparsa, mentre sotto il secondo un affresco raffigurante il Santo Crocifisso attorniato da alcuni santi. Le credenze popolari hanno alimentato varie leggende su questo posto. Secondo queste infatti gli imputati subivano la loro condanno presso il civico 6 di via San Pietro e successivamente rinchiusi presso le celle poste ai civici 2 e 4. La Corte di Giustizia, quindi, era il luogo in cui i condannati dovevano pentirsi dinanzi al Crocifisso dei loro peccati. Anche attorno al Crocifisso aleggiavano credenze inquietanti, che attribuivano al dipinto dei poteri paranormali. A dimostrazione di questo, vi sarebbero alcune storie, tramandate nel corso dei secoli secondo le quali chi osava toccare
l’affresco andava incontro a pesanti sciagure. Attualmente la Corte di Giustizia versa in condizioni pietose. Il piazzale è pericolante e per questo è stato chiuso al transito. Paradossalmente, però, il posto che sembra divenuto di proprietà privata, è frequentato. Infatti la sua utilizzazione odierna è quella di deposito e probabilmente di domicilio per una famiglia. Vi si stendono regolarmente i panni, vi si parcheggia la motocicletta, vi si depositano contenitori d’acqua, il tutto in barba ad una cosa astratta detta “vincolo storico”. Ci si domanda come sia possibile lasciare un luogo, anzi uno dei luoghi più ricchi di storia e credenze della città, in mano a privati che lo utilizzano come se fosse una specie di cortile domestico? Ci si attende naturalmente la risposta di chi di competenza perché quello che sta accadendo è a dir poco sconcertante. Si spera in un immediato intervento preservativo altrimenti con il tempo non la si ricorderà più come Corte di Giustizia ma bensì come “Corte dei Panni stesi”. Francesco Tempesta
Quando l’amore inquina… Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1291
Un po’ di sana ironia per discutere di un problema tutt’altro che divertente. Sono mesi che sulle testate locali rimbalzano notizie circa la sporcizia, l’inquinamento e l’inciviltà nella nostra città. Si è parlato sempre e comunque in tutti gli articoli che hanno trattato la questione, di discariche abusive, città fortemente sporca e molfettesi che ignorano le sane e buone maniere. Ci sono posti nella città, che tutti conosciamo che, specie nelle ore serali, si trasformano in luoghi abituali di ritrovo di coppiette in cerca di intimità. Per farla breve, lo specchio di quanto avviene in città si riflette anche in questi posti più periferici. Si tratta di luoghi quali Cala San Giacomo e Seconda Cala perlopiù (ma ce ne sono sicuramente molti altri probabilmente
più occasionali di quelli citati) in cui vi è la famosa e diffusissima “pratica” dell’abbandono del condom o preservativo. In questi posti, che sono prospicienti al mare e quindi d’estate si riempiono di bagnanti, il suolo ormai è divenuto un letto in lattice. Non si tratta di un nuovo tipo di letto asettico, anallergico e ortopedico ma di una situazione sgradevole per chi è costretto a percorrere o a calpestare tali zone. Chi decide di farsi una passeggiata fra la macchia mediterranea (ma ci sarà ancora?) a ridosso del mare e degli scogli accarezzati dalle onde, rischia di scoprire che le proprie calzature sono rimaste “incinte”. E adesso come si farà a risalire all’identità del futuro papà? È facile an-
che osservare strani arbusti con dei fiori, il cui colore ricorda vagamente il giallino, che hanno un profumo particolare e la peculiarità di non appassire mai. Una mutazione genetica? Vi è poi il granchietto che decide di cercarsi un nuovo guscio ma non si accorge poi di andare in giro con la scritta Durex sul proprio tetto casalingo. L’occhio più attento dirà che si tratta di stranezze della natura. Fin qui si è scherzato ma il problema è veramente serio e ha bisogno di più attenzione da parte di tutti noi. I preservativi non sono per nulla biodegradabili, come qualcuno crede, e dulcis in fundo sono anche tossici per l’ambiente in cui vengono abbandonati. Infatti, essi con-
tengono varie sostanze chimiche fra cui spermicidi e additivi conservanti. Molte volte vanno a finire in mare depositandosi sul fondale e sconvolgendone l’habitat naturale, ma il più delle volte li troviamo in maniera massiccia ed esagerata sulla terraferma e, se non vengono rimossi, vi rimarranno per oltre cinquant’anni. Forse sarebbe il caso che l’Asm faccia “tabula rasa” anche nei luoghi dell’amore. Chissà magari, dopo aver fatto tabula rasa di tali zone, si potrà finalmente dormire sonni tranquilli dato che non si potrà più incappare nell’incubo di ritrovarci in casa una “scarpa madre”! Francesco Tempesta
Inchiesta
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Il Museo Diocesano, la nuova casa delle muse Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1292
Dopo anni di lavori ha riaperto i battenti un luogo magico, scrigno che conserva ricordi di un passato destinato a rivivere tra sale luminose, marmi immacolati e suoni che rapiscono la mente del visitatore. Tre anni di lavori, tre anni intensi fatti di gesti volti a riscoprire, a recuperare, a ricollocare, per un unico e importante risultato finale oggi visibile a tutti: il Museo Diocesano a Molfetta. Allestito in una vasta area del complesso del Seminario Vescovile, il Museo è stato ufficialmente inaugurato giovedì 18 giugno, alla presenza di autorità politiche, militari, religiose, ma soprattutto di chi in questo progetto ha creduto fortemente, di chi ha trasportato sul piano della realtà quest’idea, Monsignor Luigi Martella, Vescovo della Diocesi. La concezione di un “contenitore della cultura locale” affonda le sue radici addirittura nel 1881 con Monsignor Filippo Giudice Caracciolo, ma solo oggi riesce a vedere la luce, ad aprire le porte di una struttura in cui il passato e la modernità dei nostri tempi sembrano aver raggiunto un punto d’equilibrio, un tacito accordo di condivisione
di spazi, tra reperti provenienti dai siti archeologici pugliesi, tra cui il Pulo di Molfetta, fino ad opere pittoriche e scultorie donate alla Diocesi da artisti contemporanei del territorio. La realizzazione del progetto, che ha visto la partecipazione attiva dell’architetto Fernando Russo, di don Michele Amorosini, della dottoressa Maria Zaza e di don Pietro Rubini rettore del Seminario Vescovile, nonché direttore dello stesso Museo, è stata possibile grazie ai finanziamenti pervenuti dalla Regione Puglia, nell’ambito del rapporto Stato-Regioni, per 1.200.000 euro, dal Ministero dell’Economia e Finanze per 1.000.000 di euro e dalla Diocesi che ha contribuito con la somma di 250.000 euro. Il nuovo Museo Diocesano s’inserisce in un circuito costituito da quattro principali aree d’interesse religioso-culturale, nello specifico il Pulo di Molfetta, il Museo
Diocesano di Bari ed il Museo Diocesano di Otranto, siti uniti dal filo conduttore dell’arte, ma che possono costituire potenziali poli di attrazione per l’industria del turismo dell’intera regione, sempre a condizione che gli enti competenti sappiano valorizzarli nel modo più ottimale possibile. Questo, infatti, dovrebbe essere il passo successivo per la “neo-casa delle muse” molfettese: mettere in risalto l’intera opera nella sua completezza e nella frammentarietà delle sue singole opere in quella contenute, facendola conoscere a tutta la cittadinanza molfettese, a tutte le diocesi riunite, iniziando in particolar modo dalle giovani menti. Per questo intento, il Museo sarà liberamente visitabile fino al mese di ottobre su richiesta, anche per agevolare la conclusione dei lavori di ristrutturazione, mentre da allora in poi sarà fruibile tutti i giorni secondo un calendario di orari ancora da stabilire.
Il Museo Diocesano non costituisce solo un percorso capace di allietare i sensi, in particolare la vista, di farci girare tra le sale con gli occhi sbarrati dallo stupore per tanta magnificenza di forme e colori nell’ammirare reperti talvolta strappati all’incuria umana, ma come ha affermato lo stesso don Pietro Rubini, “diviene un’opportunità per fermarsi a riflettere sulle proprie origini, sulla sfera religiosa che accompagna la vita dei credenti, un momento in cui possono affiorare alla mente quelle stesse domande sulle nostre esistenze e identità che hanno attanagliato la ragione umana in tutte le ere del mondo”. Un progetto davvero ambizioso e prezioso che può certamente diventare la punta di diamante per la Diocesi, ma concedetecelo, soprattutto per la città di Molfetta. Isabel Romano
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Inchiesta Quando l’arte sposa la tecnologia 1293
Strumenti didattici e multimediali di ultima generazione aiuteranno il visitatore e lo accompagneranno nella visita mettendolo in “connessione” con altri luoghi di cultura nazionali e internazionali. Il Museo Diocesano di Molfetta apre i battenti, ma tutto ciò non sarebbe mai stato possibile senza l’accurato lavoro e impegno di figure di esperti e professionisti che per tre anni hanno incanalato le proprie attenzioni ed energie in questo progetto. A supervisionare i lavori di ampliamento e ristrutturazione l’architetto Fernando Russo, che ha confermato gli obiettivi principali del museo: non solo l’intento di essere una grande vetrina espositiva di reperti e opere preziose, dalle pitture alla statuaria, dai manoscritti ai reperti archeologici che rendono il museo unico nel suo genere in tutta la Puglia; ma anche e soprattutto l’intento di amalgamare alla tradizionale cultura religiosa ed artistica la nuova “cultura della tecnologia”. “Questo è un museo altamente tecnologico, non solo nella sua struttura, ma anche per quanto riguarda il sistema virtuale interno”, ci ha confermato l’architetto. Il Museo, infatti, sarà a breve attrezzato da un sistema multimediale capace di collegare il sito di Molfetta con altri siti culturali e religiosi pugliesi, come i Musei Diocesani delle città di Bari e Otranto. Ma anche un sistema multimediale che permetterà la condivisione di materiali, seguendo il percorso delle opere d’arte settecentesche fiorite nelle maggiori corti europee, con altri musei stranieri, come il Museo del Prado di Madrid, in cui è conservata un’importante collezione di pitture del molfettese Corrado Giaquinto. Altra novità della struttura sarà la possibilità, da parte del visitatore, di compiere un vero tour virtuale del Museo, comodamente seduto in poltrona nella nuova ed attrezzata “Sala d’accesso”, in cui potrà anche navigare su internet, e così conoscerne la storia e le peculiarità. Il Museo “non vive solo su quello che vi è al suo interno”, ma è in continuo cambiamento, un cantiere sempre aperto che vedrà l’avvicendarsi di opere diverse prestate alla diocesi da collezionisti e altre diocesi, fornendo inoltre spazi espositivi per artisti contemporanei. Isabel Romano
Che splendore il “museo Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1294
La presentazione dell’importante contenitore culturale nelle parole del vescovo della Diocesi, monsignor Luigi Martella. La riapertura del Museo Diocesano di Molfetta (“un museo non museo” come ha detto il Vescovo) è senza dubbio un grande successo per tutta la comunità. Un successo raggiunto grazie all’impegno di chi in questo progetto ha creduto sin dall’inizio. Di chi ha sempre sostenuto l’importanza di restituire alla comunità molfettese e non solo un pezzo importante della sua storia. Di chi ha creduto e crede che un museo non sia “un luogo di esposizione di oggetti ma un luogo di interazione tra chi lo visita e ciò che esso conserva”. È dal 2001 che don Luigi Martella, Vescovo della Diocesi, ha lavorato assieme ai suoi collaboratori (in primis don Pietro Rubini e don Michele Amorosini) per ridare splendore a quello che oggi è a tutti gli effetti uno dei gioielli più preziosi di cui può vantarsi la nostra terra. “ll Museo della Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi – ha detto il Vescovo nel messaggio pubblicato sul numero speciale del settimanale diocesano Luce e Vita – è la testimonianza del vissuto ecclesiale diocesano, documenta visibilmente il percorso fatto lungo i secoli dalla Chiesa nella liturgia, nella catechesi, nella cultura e nella carità”. Nello stesso messaggio il Vescovo ha spiegato il perché della nascita di questo importante contenitore culturale: “Nasce dall’intento di valorizzare il patrimonio storico-artistico degli enti ecclesiastici per una maggiore custodia, promozione e fruizione. Assolve ad una funzione pastorale perché comunica il sacro, il bello, l’antico, il nuovo. Nel conoscere l’opera d’arte il visitatore rivive la storia, la cultura, il dinamismo religioso ad essa sottesi, ne percepisce il genio artistico che l’ha prodotta, l’input teologico-liturgico che l’ha generata”. Ma la presentazione di don Luigi Martella è anche attenta alla parte tecnica: “Le sale espositive, attraverso una trama storico-artistico-sociale-religiosa offerta dai manufatti, presentano allo sguardo del visitatore la storia multiforme di una Chiesa particolare. Lungi dall’essere un luogo separato dall’oggi immutabile, statico, il museo ecclesiastico ha l’impegno di coniugare il passato e il presente proiettandoli nel futuro”. “Espressione della memoria storica, permette di riscoprire il cammino di fede attraverso le opere delle varie generazioni. Le opere d’arte – ha concluso il pastore della Chiesa locale – rivelano la capacità creativa di
artisti artigiani e maestranze locali e non, che hanno saputo imprimere nel sensibile il proprio senso religioso e la devozione della comunità cristiana. Così che interagendo con il visitatore lo coinvolgono suscitando emozioni ed elevando l’animo alla dimensione del bello”.
D s s f a o l s “ n d i r n S t p B n s f l q A c s
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eo non museo”
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Alcuni dei tesori nascosti 1296
Ma c’è tantissimo altro da scoprire, ammirare e ricordare. Tra le opere presenti nella sezione della Pinacoteca si segnalano: la tavola della Dormitio Virginis (sec. XVI) attribuita a Marco Cardisco; la Pietà (sec. XVII) di Bernardo Cavallino; il San Nicola Pellegrino (sec. XVIII) di Corrado Giaquinto. Nella sezione della Statuaria lignea sono da ammirare le antiche statue della Settimana Santa molfettese (secc. XVII-XX). Nella sezione dei Paramenti liturgici sono presenti le pianete dei Vescovi di Molfetta. Nell’area archeologica, invece, figurano manufatti litoidi provenienti dalla stazione neolitica del Pulo di Molfetta. In mostra anche apparati e vasi sacri per la liturgia, manufatti, corali, libri miniati, una selezione degli oggetti del Tesoro appartenenti al Capitolo Cattedrale di Molfetta e 39 opere dell’artista molfettese Vito Zaza. Nel percorso museale si inserisce anche la visita alla Biblioteca del Seminario il cui patrimonio librario è costituito da circa quarantasettemila volumi.
Che fine ha fatto la Casina Cappelluti Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1295
Ma c’è tantissimo altro da scoprire, ammirare e ricordare. Dopo la riapertura del maestoso “Museo Diocesano” nei giorni scorsi, ci si domanda che fine abbia fatto l’altro museo della città la cui apertura era prevista alcuni mesi or sono. Si tratta del museo dell’antica casina “Cappelluti” conosciuta meglio con l’appellativo di “ex Lazzaretto”. L’edificio si trova nelle vicinanze del Pulo a ridosso di via Ruvo. Il museo sarà dedicato interamente a reperti archeologici rinvenuti all’interno della dolina e nei fondi Azzollini e Spadavecchia. Si tratta di una collezione di importante portata custodita attualmente presso il Museo Archeologico di Bari. I reperti risalenti al periodo neolitico, del bronzo e ad epoche successive saranno trasferiti a Molfetta allorché sarà tutto pronto per l’apertura del nuovo museo. Ma per quando è prevista l’inaugurazione? Attualmente la casina Cappelluti, completamente ristrutturata, necessita di importanti interventi per la
fruizione del museo anche da parte dei portatori di handicap. L’inizio di questi interventi è previsto in tempi brevissimi e, come ha dichiarato l’Assessore al Turismo Pantaleo Petruzzella, “i lavori saranno mirati all’abbattimento delle barriere architettoniche e prevederanno l’installazione di un ascensore, con cui potranno accedere anche le carrozzine dei disabili, all’interno dell’edifico”. I fondi per il completamento dell’opera, circa 250 mila euro, provengono dal progetto Cipe. “Un elemento di eccellenza del nuovo museo – ha concluso Petruzzella – è da ricercare nel tipo di allestimento che sarò eseguito: le teche che ospiteranno i reperti archeologici del Pulo sono concepite per valorizzare gli oggetti esposti in mostra”. L’apertura del museo dell’ex Lazzaretto sarebbe un’ulteriore apporto culturale per la città di Molfetta e potrebbe contribuire se inserito in
un “sistema” a rendere un sostanziale apporto turistico alla città. Nel frattempo gli uffici del Comune di Molfetta fanno sapere che a breve sarà fruibile presso la Fabbrica di san Domenico il “Museo virtuale, centro d’arte e cultura della città”. Il progetto, interamente finanziato dalla Regione Puglia, si pone come importante strumento di ricerca a disposizione dei cittadini. All’interno di alcuni locale nel chiostro di San Domenico è stato allestito un laboratorio multimediale nel quale i visitatori potranno utilizzare i computer messi a disposizione per la navigazione in internet. Il progetto prenderà il via contemporaneamente alla diffusione di un pieghevole illustrativo di tutta la struttura e ad un sito web interamente dedicato. Il link sarà presto disponibile sul sito del Comune di Molfetta. Francesco Tempesta
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Inchiesta
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Beni culturali: risorsa da sfruttare Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1297
Oltre all’aspetto culturale, la presenza sul territorio di musei, gallerie artistiche e risorse storiche, può diventare una straordinaria opportunità di crescita economica del territorio. Quando si parla di musei, opere d’arte, stazioni archeologiche e tutto quanto può ruotare attorno alla storia e alla cultura, spesso si è portati a pensare che ci si trovi di fronte unicamente a “strumenti” utili per riempire qualche giornata estiva da dedicare al relax. O, nel migliore dei casi, a buoni “prodotti” da offrire a qualche turista di passaggio. In pochi si soffermano invece a pensare che per ogni luogo di cultura che apre i battenti è possibile creare nuove opportunità per il territorio: non solo di crescita e promozione ma anche di sviluppo dell’economia con un occhio di riguardo al lavoro di tanti giovani preparati e formati nelle migliori scuole ed università d’Italia, che hanno la possibilità di mettersi a disposizione del territorio in cui sono nati e di progettare il loro futuro senza dover essere condannati alla vita da emigrati. Nel corso della conferenza stampa di presentazione della riapertura del Museo Diocesano, il vescovo Luigi Martella ha detto qualcosa di molto importante: “Bisogna fare sistema”. Appunto, bisogna far sì che dopo aver riaperto la struttura essa venga
inserita in un “sistema” che le consenta di vivere di “luce propria” e di diventare “produttiva”. Consentendo così la creazione di nuovi posti di lavoro con la naturale ricaduta economica positiva sul territorio. Immaginate quali novità positive potrebbe portare l’inserimento nei circuiti “crocieristici” del Museo Diocesano, del Pulo di Molfetta, del centro storico e delle sue chiese. Nel porto di Bari giungono praticamente quotidianamente numerose navi
da crociera che sbarcano migliaia di turisti provenienti da tutti il mondo. Decine di pullman (alcuni anche di note aziende molfettesi) li portano in giro per la provincia: dai Trulli di Alberobello, al Castel del Monte; dalla cattedrale di Trani alla Basilica di San Nicola. In quel circuito è necessario che ora entri anche Molfetta. E non solo a parole con le dichiarazioni dette e ridette che provengono dalle Istituzioni. Ma con fatti concreti.
Facciamo un altro esempio: immaginate di rendere Molfetta punto di attrazione per quello che viene definito “turismo sociale”. Si tratta dei viaggi organizzati dai Cral aziendali, Dopolavori, parrocchie e organizzazioni religiose, dalle scuole, dai circoli culturali e sportivi e dai comuni. Un comparto che in Italia vale oltre un miliardo di euro di fatturato per un milione e quattrocentomila vacanze nel 2008. Una vera enormità. Questo tipo di turismo corrisponde al 4,2% delle vacanze prenotate in Italia nel corso di tutto l’anno. Nel 2008, i fruitori di questo tipo di vacanze hanno speso nelle destinazioni turistiche italiane, oltre un miliardo di euro. Solo un esempio delle tante possibilità offerte dalla possibilità di offrire “prodotti di qualità” a chi visita la nostra città. Possibilità che oggi più che mai vanno colte e sfruttate fino in fondo. Senza perdere tempo. Magari tentando anche di anticipare l’apertura quotidiana del Museo Diocesano: l’estate è nel pieno e probabilmente si potrebbe avviare già immediatamente quel percorso di crescita che tutti si augurano.
In Città
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I pleniluni raccontano il Pulo Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1298
Spettacoli e affascinanti visite nella dolina illuminata dalla luce della luna.
Il Pulo. Un luogo in cui il tempo non va più avanti, un posto in cui i sensi ritrovano una rara armonia, un magico intreccio fra mito e leggenda. Anche la storia e la preistoria, là da millenni, sono di casa e l’impronta dell’evoluzione umana ne è la concreta testimonianza. È una cavità ma per i molfettesi è stata una culla, la culla delle loro origini. Il sole si diverte a creare giochi di luce nella luce, la luna
bianche atmosfere che squarciano il buio. Ed è proprio durante la notte che il Pulo si mostra generoso agli occhi dei visitatori in tutta la sua misticità. Anche l’olfatto ne è stimolato dai naturali e soavi profumi che dall’umidità notturna vengono sprigionati. Sensazioni uniche che soltanto una discesa nelle tenebre all’interno della dolina potrebbe regalare. A questo ha pensato il consorzio “Polje”, che offrirà
nei prossimi giorni a quanti lo vorranno, questa splendida occasione. “Nel grembo della Grande Madre. I pleniluni raccontano il Pulo”. È questo il titolo dell’iniziativa, geniale nella sua concezione, che abbinerà alla discesa spettacoli teatrali e musicali. Questi gli appuntamenti. Si comincerà i giorni 10, 11 e il 12 luglio, presso la dolina, si potrà assistere al “Concerto Ensemble Calixtinus detto L’amor che move il sole e l’altre stelle”. Le visite notturne riprenderanno poi il 7, 8 e 9 agosto. Durante la serata dell’8 agosto il gruppo “Terre di Musicanti”eseguirà “Lunaticanto” all’interno del chiostro dell’ex convento dei Cappuccini sito sul ciglio del Pulo. Proseguendo nei giorni 28, 29 e 30 agosto la dolina sarà nuovamente aperta nelle ore notturne e andrà in scena, il giorno 29, sempre presso il chiostro, lo spettacolo poetico-teatrale di Federico Ancona e Ninì Vernola intitolato “Itaca”. Le ultime volte in cui il Pulo aprirà i suoi battenti al buio, cadranno nei giorni 4, 5
e 6 settembre e vedranno l’esibizione, questa volta sul fondo della dolina, del “Carro dei Comici” che porterà in scena “Il sogno di Gea” nella serata del 5. Durante tutte le serate le visite scatteranno fra le ore 21 e le ore 23 con intervalli di quindici minuti l’una dall’altra. La prenotazione è obbligatoria. I biglietti si potranno acquistare presso la sede della Pro Loco in piazza Municipio. Lo spettacolo abbinato alla visita costerà 12 euro mentre la visita singola avrà il costo di 3 euro per gli adulti e 2 per i ragazzi fra i 6 e i 18 anni e gli anziani over 65. I bambini fino a sei anni e i disabili entreranno gratuitamente. È prevista anche la possibilità di comprare il pacchetto completo, una sorta di abbonamento a tutti e 4 gli spettacoli estivi al costo di euro 40. Per motivi di sicurezza agli spettacoli potranno prendere parte massimo 80 persone. Il sogno è stato scritto, ora spetta a noi parteciparvi... Francesco Tempesta
Un futuro migliore grazie al trapianto Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1299
Ne ha parlato a Molfetta il professor Tursi, chirurgo specializzato in trapianti, invitato dal locale Lions Club. Il Lions Club di Molfetta, presieduto dal dottor Carlo Lentini, ha realizzato sabato 13 giugno presso l’hotel Garden di Molfetta assieme al Lions BitontoPalo del Colle, un importante dibattito sul tema: “Il trapianto cardiaco” dagli albori ai giorni nostri. All’evento hanno partecipato numerose persone che hanno subito trapianto di cuore e che hanno testimoniato l’elevata specializzazione del dottor Tursi, ospite della serata, e di tutta la sua equipe. Il dottor Tursi ha mostrato numerose diapositive illustrando come in pochi anni, i risultati della scienza hanno portato ad un allungamento della vita del paziente, ad una bassissima possibilità di rigetto ma soprattutto ad un tenore di vita pari a quello di una qualsiasi altra persona sana.
“Ormai –ha dichiarato il medico – nel 2009 dopo oltre 400 trapianti i risultati diventano sempre più incoraggianti per un futuro sempre più florido per i pazienti.” Nato a Taranto, il dottor Tursi dopo la laurea presso l’università di Bari diventa medico volontario, dal 1983 presso l’istituto di chirurgia cardiovascolare dell’università di Padova. Dal 1985 è medico presso la divisione di cardiologia dell’opsedale di Padova. Si specializza in Cardiochirurgia presso l’università di Bari nel 1986. Dal 1999 presta servizio presso la SOC di chirurgia cardiotoracica dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Udine, occupando dal 2002 la posizione di “Alta professionalità di chirurgia dello scompenso e del trapianto cardiopolmonare”. È anche autore di nu-
merose pubblicazioni in tutto il mondo. L’incontro con il dottor Tursi è solo l’ultimo di una serie di appuntamenti organizzati dai Lions di Molfetta che continuano
nella loro costante opera di informazione a disposizione del pubblico investendo energie e tempo per sostenere le missioni per la prevenzione della salute.
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In Città
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Giovani, campioni d’Italia e… molfettesi Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1300
Vito Raffanelli e Giorgia Rossello eccezionali interpreti di danze argentine.
C’è chi balla per diletto, chi per professione. Chi invece ha deciso di unire le due cose per vivere la propria vita al ritmo di musica. Musica che nasconde emozioni, incontri, amori e gelosie. La musica dalle sfumature sud americane. Che rievoca immagini cinematografiche e storie d’altri
tempi. La musica del “tango”, che ti rapisce, ti emoziona. Che accende la passione e che ti porta via, lontano dalla quotidianità. Dallo stress di ogni giorno, cancellando i momenti bui e restituendo serenità al corpo e alla mente. Tutte cose che Vito Raffanelli e Giorgia Rossello sanno così bene da essere riusciti a conquistare un titolo ambito, prestigioso, importante. Vito e Giorgia, poco più di quarant’anni in due, lo scorso 22 giugno a Rimini si sono laureati Campioni Italiani di Danza Argentina in “classe A”. Un successo ottenuto dopo aver sbaragliato la concorrenza delle altre migliori undici coppie giunte da tutta Italia. Una vittoria che arriva a coronamento di anni di studio, approfondimento e allenamento. Oltretutto in una disciplina difficile, fatta di tanta improvvisazione, dove il ballerino inventa seguendo la musica e dove la sua compagna si lascia cullare improvvisando gesti, posizioni, espressioni. Quasi una recita. Un dipinto: colori che disegnano immagini fantastiche dando vita alla bianca tela. Tutto questo è, o potrebbe essere, il tango. Vito, che è titolare della scuola di danza Copacabana e Giorgia (che della stessa
scuola è istruttrice), come detto, giungono a questo importante traguardo non certo per caso: ballano da quando erano piccolissimi. Entrambi crescono e conoscono nuove tecniche e nuovi stili. Poi l’incontro con le danze argentine ed un amore che cresce ogni giorno di più e che, è il loro sogno, potrebbe portarli a raggiungere i Campionati del Mondo in programma a Buenos Aires, in Argentina, nell’agosto del 2010. Ma perché si decide di dedicarsi alla danza argentina? A spiegarcelo è Giorgia: “Si tratta di una disciplina completa che non è fatta di gesti meccanici. Ti arriva dentro e ti prende. È una continua comunicazione fatta di gesti e di sguardi, dove si improvvisa e si diventa tutt’uno con il proprio partner e con la musica”. Una disciplina che attira ogni giorno nuovi appassionati: “Abbiamo allievi di ogni età – precisa Vito – dai giovanissimi fino agli over 70. Tutti si divertono e si appassionano. Specie tra gli adulti, di solito sono le donne a convincere gli uomini a ballare. Poi dopo qualche mese i signori non possono più fare a meno di provare l’ebbrezza della pista e diventano i veri
trascinatori delle loro compagne di ballo”. A testimoniare tutto ciò gli oltre 200 allievi della scuola Copacabana che da settembre tornerà ad aprire i battenti dopo la meritata pausa estiva e che si proporrà con una nuova veste, nuovi collaboratori tra cui la ballerina montenegrina Ivana Djukic e tante specialità dalle danze caraibiche ai balli di gruppo, dalle danze standard al ballo da sala. E poi baby dance, rumba cubana, breakdance, danza del ventre e danze brasiliane. Senza dimenticare la ginnastica medica con il qi gong e la danza terapia fino ad arrivare alla ginnastica dolce a quella per le donne in gravidanza ed al pilates. “Puntiamo sempre a migliorarci – ha detto Vito – è per questo che io e Giorgia approfondiamo quotidianamente lo studio della danza confrontandoci con i migliori maestri del mondo. Da settembre avremo la collaborazione di Ivana e ci presenteremo alla città con il nome di Passione Danza Molfetta entrando a fare parte di un circuito di scuole di danza con sedi in tutta Italia e anche all’estero”. Tutto questo per continuare ad emozionare ed emozionarsi facendosi cullare dalle note di un inebriante tango argentino.
Cultura
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Calcio, storia e passione in un libro
L’arte inossidabile di de Virgilio
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Presentato lo straordinario lavoro ideato, redatto e Fino al 5 luglio nella Sala dei Templari la personale curato da Gianni Pansini. dell’artista molfettese.
Dal 1949 al 1957, quasi dieci anni di ricordi, emozioni e passione. Gianni Pansini, molfettese appassionato di calcio, ha raccontato nel libro Olio, petrolio, benzina minerale, presentato a Molfetta nella Fabbrica di San Domenico alla presenza di un pubblico numeroso e felice di poter fare un salto indietro nel tempo, gli anni in cui la Molfetta Sportiva, squadra calcistica cui è dedicato il testo, calcava i campi di gioco dei più importanti stadi d'Italia vantandosi di militare in quella che fu la serie C nazionale. Gianni Pansini, figlio di uno dei presidenti del sodalizio sportivo, a distanza di oltre cinquant’anni ha voluto così onorare il ricordo di epiche
battaglie sportive giocate al suono del ritornello che ha dato il nome al libro. Duecento pagine di ricordi che certamente rapiranno l’attenzione del lettore e dei collezionisti, chiamati ad un vero e proprio tuffo tra pagine di vecchi giornali, foto in bianco e nero, dati e statistiche che raccontano certamente molto di più che la semplice passione per lo sport più bello del mondo. Alla presentazione del testo hanno preso parte volti noti del mondo sportivo cittadino: da Sandro Fiore, presidente negli anni ’90 quando si disputava il campionato di serie C2, a Lillino di Gioia che nello stesso periodo fu dirigente della squadra. Presenti anche alcuni protagonisti biancorossi degli anni narrati da Pansini, che si sono lasciati andare ai ricordi e alle emozioni, colpiti dall’entusiasmo con cui sono stati accolti dal pubblico presente. In una città che attende con ansia di sapere se e quale sarà il futuro del calcio locale, per il momento non resta altro da fare che farsi rapire dai ricordi di vittorie che, comunque, resteranno nella storia calcistica biancorossa.
Raccontare la propria città, ma anche i problemi quotidiani attraverso l’arte. Nulla di particolare se non fosse che, Michelangelo de Virgilio, artista autodidatta molfettese, lo fa utilizzando un materiale insolito, difficile da modellare, faticoso da piegare alla volontà della mente: l’acciaio inossidabile. Nascono così opere d’arte dal fascino antico con lo sguardo rivolto al futuro. Caratterizzate da forme morbide che si contrappongono alla
materia con cui sono state realizzate. Opere che, fino al 5 luglio, saranno esposte nella Sala dei Templari in occasione della personale dell’artista dal titolo “L'arte inossidabile”. Un’arte diversa dal solito attraverso cui de Virgilio racconta la vita. Dalla metà degli anni ’80 ad oggi, de Virgilio, che nella vita di tutti i giorni fa l’operaio specializzato in un’azienda metalmeccanica, ha dato vita ad opere che raccontano Molfetta, come la riproduzione della muraglia o del Duomo. Ma anche Trani, con la sua cattedrale. I riti della Settimana Santa e i problemi di ogni giorno: dal dolore della guerra all’inquinamento. Opere che hanno anche collezionato premi e riconoscimenti in tutta Italia. In oltre venti anni di attività l'artista si è anche misurato con la pittura ad olio, il bronzo, il legno. Ma è stato l’acciaio a diventare il suo fedele compagno. Con caratteristiche di questo tipo, l’arte di de Virgilio non può che rimanere perenne nel tempo, legandosi allo scorrere delle ore senza subire variazioni. Restando... inossidabile.
Due foto per raccontare il Sud Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1303
Realizzate da Vincenzo de Pinto fanno ora parte di una mostra che girerà l’Italia.
Ambiente, cultura, solidarietà, eccellenze del Sud Italia. Il bello va raccontato. Un’esperienza positiva e concreta, da raccontare con una foto o un breve messaggio. Per la serie: come vorremo che fosse il nostro Meridione?
Tutto questo in una iniziativa che ha dato voce a chi ha voglia di testimoniare e raccontare un Mezzogiorno diverso dal solito, partendo proprio da esempi positivi e concreti. L’ambiente, la cultura, la solidarietà, la legalità, l’innovazione. Le migliori foto e messaggi sono state pubblicate sul sito internet e sul bilancio di missione della Fondazione per il Sud, e verranno proiettate nelle principali città del Meridione, all’interno degli eventi MArteLive, festival multi-artistico rivolto ai giovani talenti. L’iniziativa ha raccolto tantissime im-
magini e messaggi che testimoniano un Mezzogiorno insolito, dinamico, attento. Una iniziativa cui ha preso parte con successo anche il molfettese Vincenzo de Pinto che ha presentato due scatti si-
gnificativi (i tamburelli tipici della cultura pugliese e una vittoria “speciale”) e che, insieme alle altre migliori foto, è finita anche sul sito internet di Repubblica nell’area Media center. Anche le foto di Vincenzo de Pinto faranno parte della mostra che sarà presentata alla finalissima romana del festival MArteLive, che si svolgerà il 4 e 5 luglio presso l’Alpheus, in Viale del Commercio. Un altro successo per un giovane e brillante artista della fotografia e della grafica autore, tra le altre cose, anche della ideazione grafica del nostro periodico.
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Sport
giovedì 2 luglio 2009
La calda estate dello sport locale Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1304
Tra allenatori che restano, altri che vanno e poi tornano, nuovi giocatori e sogni non più impossibili. Come sempre accade, l’estate torna ad essere “rovente” per lo sport locale. In vista dell’avvio della nuova stagione sportiva presidenti, dirigenti e collaboratori vari si attivano per costruire squadre capaci di raggiungere gli obiettivi che tutti si sono prefissati. Come sempre non mancano i dubbi e i lamenti: specie in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando, diventa sempre più difficile tuffarsi nell’avventura sportiva. Ma, come spesso si dice, chi fa sport lo fa per passione e così alla fine i problemi si risolvono e si riesce ad andare avanti. La maggiore rappresentante sportiva della città sarà certamente l’Hockey Club del presidente Massimo de Palma che parteciperà al campionato di serie A1. I biancorossi, dopo aver
confermato alla guida lo “special one” Vianna, hanno messo a segno i primi colpi di mercato: al pala don Sturzo si esibiranno il portiere Mauro Puzzella, proveniente dal Valdagno e l’attaccante Federico Gabriel Ambrosio, entrambi argentini ma con passaporto italiano. Sul fronte pallavolistico restano al loro posto i tecnici delle due maggiori compagni: Alessandro Lorenzoni sarà ancora l’allenatore della Pallavolo Molfetta che tenterà il salto dalla B1 alla A2 e Anna Grazia Matera guiderà l’Azzurra ripescata in B2 e che potrà contare sulle prestazioni di Virginia Alfieri, palleggiatrice barese proveniente dalla Rolleri Vigolzone. La notizia che ha fatto certamente più rumore è stata quella del “ritorno di fiamma” tra Nuova Virtus Basket
Molfetta e coach Sergio Carolillo: dopo gli annunci di divorzio, conditi da emozionate parole di saluto, le strade della formazione molfettese anche l'anno prossimo impegnata nel torneo di A Dilettanti e dell’allenatore di Monopoli tornano ad incontrarsi. L’obiettivo dichiarato è fare meglio di quanto ottenuto nella scorsa stagione: degli uomini che comporranno la squadra si parlerà a partire dalle prossime settimane. Capitolo a pare merita la pagina del calcio cittadino: il Bari Sport quasi certamente disputerà dopo il ripescaggio il campionato di Prima Categoria con il nome di Molfetta Sportiva. Mentre il Liberty dovrebbe traslocare da Molfetta a Bari cambiando denominazione in Molfetta Calcio, un movimento che riporterebbe la nostra
città nel campionato di Eccellenza con una squadra costruita dal presidente Nicola Canonico per puntare ai piani alti della classifica. Oltre al numero uno di Palo del Colle in società potrebbero trovare spazio imprenditori molfettesi come Ennio Cormio (che fu direttore generale della Molfetta Sportiva in C2) e Tony Lisena. Certamente non ci sarà Giuseppe De Nicolò, il presidente capace due anni fa di “vendere” la squadra a Putignano e che da qualche giorno è entrato a far parte della dirigenza del Terlizzi. Se l’affare Liberty dovesse andare in porto a Molfetta tornerebbero giocatori come Uva, Carlucci e Tridente, oltre che il “mago” della panchina Riccardo di Giovanni. Ritorni certamente capaci di rinforzare il mai sopito entusiasmo della tifoseria.
Due giorni straordinari per l’atletica Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1305
Successo per la manifestazione promossa e organizzata dall’Olimpia Club. Con l’ennesimo successo tecnico e organizzativo si è conclusa l’intensa due giorni di gare che ha dato vita al Campionato Italiano di Società su Pista Finale A2, valido per il “26° Memorial Franco Acquaviva” e il “4° Trofeo Giosuè Poli” svoltosi sugli impianti dello stadio “Paolo Poli” il 20 e 21 giugno. Grazie all’ultratrentennale infaticabile impegno dei dirigenti dell’Olimpia Club, la città di Molfetta, ancora una volta, ha ospitato un importante evento, confermandosi così un indiscusso punto di riferimento per l’intero movimento atletico in tutto il Centro-Sud. Da qui la necessità che la nuova pista ad 8 corsie programmata nella zona 167, possa essere realizzata quanto prima per poter ospitare manifestazioni ancor più prestigiose. La partecipazione degli oltre 400 atleti in gara provenienti da tutte le
regioni italiane, ha dato la possibilità ai tanti sportivi ed appassionati presenti al “Paolo Poli” di assistere a delle gare avvincenti e spettacolari grazie all’impegno e al sano agonismo espressi dagli atleti rivolti non solo a portare punti per la classifica della propria squadra, ma anche di poter conseguire il minimo di partecipazione necessario per prendere parte ai prossimi mondiali di categoria in programma l’8 luglio a Bressanone. E le aspettative non sono state disattese grazie agli ottimi riscontri tecnici scaturiti nel corso della manifestazione dove la gara dei 100 metri ostacoli Allieve è risultata particolarmente spettacolare grazie all’ottimo 13’99 di Rachele Gerardi dell’Atletica Spezia Carispe che ha prevalso su Carol Boccardo dell’U.S. San Vittore Olona che ha chiuso in 14’44. Ottimo
anche il 12’19 nei 100 metri di Perez Sportini dell’Atletica Sport Fermo. In campo Allievi, da sottolineare la prestazione di Mikael Piccoli dell’Atletica Insieme New Foods Savona che si è aggiudicato la gara del salto in alto con un promettente 2,01, nonché quella di Augusto Bianchi dell’Atletica Udinese Malignani che ha fatto segnare un significativo 14’49 nei 110 metri ostacoli. Particolarmente stimolante, ma con l’onere di dover difendere a tutti i costi il primo posto in classifica, è risultato il difficile impegno delle atlete dell’Olimpia Club, alle quali va il meritato encomio per aver dimostrato grande attaccamento ai colori sociali nonché buona maturità tecnica nell’aver, quasi tutte, migliorato le proprie prestazioni. Naturalmente tutte vanno accomunate in un unico grande
plauso per la conferma del primo posto a cominciare dai primi posti ottenuti da Martina Settimo nella marcia 5 chilometri in 28’23”88, Maddalena di Corato nel disco con 32.83 e Dalila Sasso, Maria Luisa Montenegro, Stefania Pepe e Sara Greco nella staffetta 4x400 in 4’20”. A conclusione di questa due giorni di grande festa per l’atletica italiana e pugliese sono stati assegnati il Memorial Acquaviva è stato assegnato all’Atletica Imola e il Trofeo Poli all’Olimpia Club. Intanto, la società molfettese presieduta da Luigi de Lillo è già proiettata all’organizzazione dei prossimi importanti eventi: il 23 luglio il Meeting Nazionale Assoluto su Pista in notturna e il 5 settembre la terza prova Grand Prix Nazionale di Marcia su strada. Insomma: ci sarà ancora da divertirsi con l’Olimpia Club.
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Ubuntu: musica e video a volontà. per tipologia musicale. Se volete il metal basta andare su: www.internet-radio.org.uk/stations/metal/, io ascolto sempre classic metal ed ora che scrivo ci sono 595 persone in ascolto. (foto stream1) Ubuntu par-
Macchina eccezionale un PC con su Linux: ti fa sentire libero e principalmente onesto perché non hai su software illecito. Chi è libero sente tanta musica, guarda o crea video e disegna tanto... Per questo in questo articolo vedremo come rilassarci con il nostro Ubuntu. La versione base di Ubuntu è già comprensiva di tutti gli applicativi per ascoltare musica proveniente da tutte le fonti. Come fonti principali abbiamo i cd e file musicali ottenibili in mille maniere ma non ne parleremo perché su questo siete già esperti. Bensì parleremo della musica proveniente da internet attraverso le mille web radio tematiche senza pubblicità e gratuite che internet ci offre. Per prenderne uno che uso tantissimo basta andare su www.internet-radio.org.uk/e troverete centinaia di stazioni mondiali divise
tirà con l’applicativo per l’ascolto semplicemente premendo sull’icona dei vari tipi di streaming. Il bello arriva se volete salvare la programmazione della radio e sentirla comodamente in differita. Niente di più semplice con Ubuntu basta installare il programma streamripper con le procedure automatiche viste nello scorso articolo, (sudo apt-get install streamripper) avviare la schell copiare con il tasto destro del mouse l'indirizzo della stazione radio e digitare streamripper + “indirizzo della radio”... dopo pochi secondi il programma vi salverà la programmazione in cartelle con nome del gruppo e nome della canzone senza
nessuna pubblicità e senza commettere illecito perché non la stare condividendo. (foto stream2) Togo no? Potete lavorare sui brani musicali con applicativi come Rosegarden, Ardour o Audacity che trovate negli archivi gratuiti di Ubuntu. Il resto tutta fantasia vostra :-)) (stream3)
a disposizione parecchi applicativi ma il più famoso al momento è KINO che vi permette di acquisire direttamente da videocamera e fare un semplice montaggio potendo poi esportare in parecchi formati audio e video. (stream 4) E so già che state pensando:“Come mi rippo un dvd video?” (rippo = copiare per scopi “personali”). Anche qui mille programmi ma i più famosi sono AcidRip DVD Ripper per le donne
Nessun problema per i codec perché Ubuntu li trova da solo e li scarica dai vari server. Anche per i video alcun problema basta inserire il dvd o il file in qualsiasi formato e vedremo aprire il programma apposito. Semplicissimo e gratuito. Anche il montaggio video vi mette
(ovviamente scherzo) e dvd: rip che io preferisco. Che dire… è tutto automatico e sapete come scaricarlo e installarlo. :-))) giulio.cosentino@gmail.com
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Lavoro in chiaro
giovedì 2 luglio 2009
Regione Puglia: formazione riservata alle donne Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1307
Dopo l’emanazione nel mese d’aprile 2009, delle prime cinque misure dedicate alla formazione professionale nella Regione Puglia è pubblicata, proprio in queste ultime settimane, la graduatoria di ulteriori progetti formativi ammessi a finanziamento dalla Regione Puglia. Il documento, consultabile sul Burp n. 89 del 18 giugno 2009, fa riferimento ai Programmi Operativi Regionali della Puglia 2000 – 2006 Asse III: misura 3.14, azione D. I progetti formativi in questione saranno riservati alle donne e prevedono frequenza completamente gratuita, conseguimento d’attestato di frequenza rilasciato dall’organismo di formazione professio-
nale. Mentre altre agevolazioni probabili saranno: rimborso spese viaggio per le non residenti, indennità di frequenza per ogni ora effettivamente frequentata. Tale graduatoria, quindi, darà la possibilità di avviare complessivamente 56 corsi di formazione professionale in cinque province pugliesi. Alla provincia di Bari saranno attribuiti 22 corsi di formazione professionale, a quella di Brindisi 6, Foggia 9, Lecce 11 ed infine alla provincia di Taranto 8. L’intera azione (D) sarà coperta da un finanziamento pari a 10.886.400 euro, mentre 168 sono i soggetti proponenti ammessi ai finanziamenti e 455 i progetti ritenuti idonei. Di seguito approfondiremo la graduatoria dei ventidue progetti formativi relativi alla sola provincia di Bari, specificando la città in cui si svolgeranno i progetti formativi, il numero dei corsi attivati per ogni città, la denominazione del progetto formativo e infine l’ente che attuerà il progetto formativo stesso. Nella città di Bari dovrebbero svolgersi complessivamente i seguenti nove corsi di formazione professionale: operatrice turistica (Opera Santa Famiglia), confezionatore artigianale caseario (Associa-
zione Kronos), esperta dei mercati esteri e regista multimediale (A.I.M. 2001), modellista metalli preziosi (Cifir), tecnico del turismo integrato (Consorzio Tecfor), visual designer (Spegea Scarl), amministratore di sistemi (Celips), operatrice di computer (Cnos-Fap). Ad Andria due corsi di formazione: lavorazioni artigianali casearie e information system integrator (Enaip). A Terlizzi due corsi di formazione professionale: tecnico vivaista (Basile Ceramia), aiuto cuoco (Epcpep). A Locorotondo due corsi di formazione professionale: esperta di promozione turistica (Programma Sviluppo), tecnico specialista nella organizzazione e gestione informatizzata (Basile Ceramia). A Ruvo di Puglia un corso di formazione professionale: pastaio artigianale (Enaip). A Trani un corso di formazione professionale: cameraman (Cifir). A Monopoli un corso di formazione professionale: operatrice terminalista di computer (Enaip). Ad Altamura un corso di formazione professionale: tecnico controllo ambientale (Murgia For). A Conversano un corso di formazione
professionale: tecnico del controllo, ispezione e recupero crediti (Epcpep). A Gravina di Puglia un corso di formazione professionale: responsabile servizi di ricevimento (I.I.P.). Ad Alberobello un corso di formazione professionale: chef (Ifoa). Tutti i progetti formativi, che si svolgeranno in provincia di Bari, prevedono un monte ore complessivo di 600 ore per ogni singolo corso. A tutti gli interessati ai corsi di formazione professionale sopraindicati, consigliamo di contattare direttamente l’ente proponente per ricevere, nel dettaglio, informazioni inerenti il corso o i corsi di formazione di vostro interesse. In alternativa rivolgetevi presso l’ufficio Informagiovani o Centro per l’Impiego presenti nella vostra città di residenza. Marco Roberto Spadavecchia “Lasciali dire che al mondo quelli come te perderanno sempre... perché hai già vinto, lo giuro, e non ti possono fare più niente...” Roberto Vecchioni
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w w w . i l f a t t o . n et
IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni,puntuale come sempre il giovedì. Bar Bayron piazza Roma Bar 2000 piazza Garibaldi 66 Bar Arcobaleno banchina S. Domenico Bar Ariston via Santa Lucia 11 Bar Astoria corso Umberto 16 Bar Blues via Dante 49 Bar Byblos piazza Principe di Napoli 6 Bar Caffetteria, via Salvucci 46 Bar Camera Cafè via XX Settembre 43 Bar Cavour via Fornari 47 Bar Central piazza Vittorio Emanuele 17 Bar Crystal via F. Campanella 33 Bar degli Artisti, via Gesmundo 4 Bar del Ponte, via Ruvo 18 Bar Euro via San Francesco d’Assisi Bar Europa, via Cavallotti 10 Bar Fausta, corso Umberto 150 Bar Filisia via M. di Savoia 67 Bar Football, via la Malfa 11 Bar Gabbiano, corso Umberto 48 Bar Gardenia via Respa 12 Bar Green, via Baccarini 111 Bar Haiti via San Domenico Bar Ideal, via Terlizzi Bar Kennedy, via Germano 49 Bar la Fenice, corso Umberto Bar Le chic j’adore, via G. Salvemini 15 Bar London via Terlizzi 6 Bar Mary corso Umberto 122 Bar Mezzina, via Einaudi 6 Bar Minervini, via Pio la Torre 33 Bar Miramare banchina S. Domenico Bar Miramare, via San Domenico 9 Bar Mirror via cap. Azzarita 124 Bar Mixer Cafè 6^ strada ovest Lama Martina Bar Moka via Annunziata 68 Bar Mongelli via Baccarini 35 Bar Mongelli via cap. de Candia 30 Bar Murolo piazza Paradiso 10 Bar New Meeting, via Alberto Mario Bar Orchidea via Fornari 50 Bar Pasticceria Casa del Dolce, via S. F. d’Assisi Bar Peter Pan, via Monda 48 Bar Rio, via Bari 92 Bar Roma 2, via San Domenico 4 Bar San Marco, corso Umberto
Bar Seven via Germano 33 Bar Seventy Bar Snack, via Giovinazzo 1 Bar Sottocoperta, piazza Garibaldi Bar Spadavecchia, via Papa Montini 60 Bar Sport corso Umberto I Bar Stazione piazza Moro Bar Sweet piazza Garibaldi 32 Bar Umberto corso Umberto I Bar Universo corso Umberto I Bar Venere, via Martiri di Via Fani 6 Bar Vittoria via Alighieri 68 Baro Oasi, via Cormio 18 Bettie Page piazza Municipio 6 Biblioteca Comunale, via San Domenico Blanc la Nuit lungomare M.A. Colonna Buffetti piazza Garibaldi Caffè al Duomo via Banchina Seminario 8/10 Caffè Colorado via XX Settembre Caffè Metropolis via cap. de Gennaro 16 Caffè Silver via Fremantel 19/I Caffetteria Gonzaga via Piazza Caffetteria Manattan viale dei Crociati Caffetteria Paninoteca Grease via Molfettesi d’Argentina 75 Caffetteria Venere via Martiri di via Fani 6 Calì Caffè via Puccini 7 Cin Cin Bar via Dante Coffee Room viale Pio XI Compagnia Carabinieri via Caduti di Nassiriya Edicola “l’altra Edicola” via Terlizzi Edicola Andreula via Baccarini 67 Edicola Caputi via San F. d’Assisi 55 Edicola De Palma via Bari 1 Edicola delle Rose via Madonna della Rosa Edicola di Sciancalepore Domenico piazza M. di Savoia Edicola Gigotti via Bari 74 Edicola Grosso via Pappagallo Edicola piazza Garibaldi Edicola Spazio Libero via gen. Poli Edicola Stazione piazza A. Moro Edicola via Cormio rione Paradiso Edicola via Dante Edicola via Einaudi rione Paradiso Edicola via Fornari nei pressi Istituto Apicella
Edicola via Giovinazzo 1 Edicola via Giovinazzo 45 Edicola via Paniscotti Edicola via ten. Silvestri Edicola via Togliatti zona 167 Edicola viale Pio XI Famm Immobiliare, via de Luca 15 Farmacia Grillo, largo Sant’Angelo Flory’s Cafè via gen. Poli 3 Lido Alga Marina, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Bahia, località Torre Rotonda Lido Belvedere, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Lafayette, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Marina Piccola, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Nautilus, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Nettuno, ss16 Molfetta-Bisceglie Lido Scoglio d’Inghilterra, località Torre Rotonda Mattia’s Cafè, via Dante 14 Medi Max via Terlizzi Mister Toto via Losito Mondo Casa Immobiliare, piazza Effrem 12 Note&Book Cartolibreria, via Tommaso Fiore 24 Off Street piazza Garibaldi 15 Palazzetto dello Sport “G. Poli” via Martiri di Via Fani Panificio Annese via Cappellini 28 Panificio Biancaneve via de Luca 59 Panificio Biancaneve via Molfettesi del Venezuela 41 Panificio Cangelli via cap. de Candia 49 Panificio Centrale via Respa 40 Panificio de Gennaro via cap. de Candia 155 Panificio de Pinto via Edoardo Germano Panificio don Bosco corso Fornari 36 Panificio don Bosco via Cormio 36 Panificio Europa via Rattazzi 41 Panificio Il Cugino Via D’Azeglio Massimo,91 Panificio il Forno zona 167 Panificio Jolly viale Pio 11 9/a Panificio La Sfornata via E. Fermi Panificio Minervini via Bixio 25 Panificio Non Solo Pane via gen. Poli 13 Panificio Non Solo Pane via Paniscotti 44 Panificio Petruzzella via Bovio 18 Panificio Posta via Ricasoli 29 Panificio Sant’Achille via Martiri di via Fani 15 Panificio Trionfo via ten. Fiorino 71 Parrocchia Cattedrale, via D. Alighieri
Parrocchia Cuore Immacolato di Maria via Mascagni Parrocchia Immacolata, piazza Immacolata 62 Parrocchia Madonna della Pace viale XXV Aprile Parrocchia Madonna della Rosa via C. A. Dalla Chiesa 19 Parrocchia Sacro Cuore di Gesù c.so Umberto Parrocchia San Berardino via Tattoli Parrocchia San Corrado Duomo, banchina Seminario Parrocchia San Domenico via San Domenico 1 Parrocchia San Gennaro via S. Pansini Parrocchia San Giuseppe via A. Saffi 1 Parrocchia San Pio X viale Gramsci 1 Parrocchia Santa Famiglia via Innocenzo VIII Parrocchia Santa Teresa piazza V. Emanuele 3 Parrocchia Sant’Achille via A. Salvucci Place Blanc Cafè piazza M. di Savoia 4 Stazione di rifornimento AGIP via Terlizzi Stazione di rifornimento Madogas via Terlizzi Stazione di rifornimento AGIP via Giovinazzo Stazione di rifornimento API Zona Artigianale Stazione di rifornimento ESSO via Bisceglie Stazione di rifornimento Q8 via dei Lavoratori Zona Ar tigianale Supermercato Granrisparmio v. Martiri della Resistenza Swing Pub viale Pio XI 27 Pub Flower via Giovinazzo Tabaccheria corso Umberto 74 Tabaccheria piazza Garibaldi 6 Tabaccheria piazza Roma 4 Tabaccheria via Azzarita 65 Tabaccheria via Bari 68 Tabaccheria via Fiorini 41 Tabaccheria via Fornari 66 Tabaccheria via G. Salvemini 124 Tabaccheria via Hugo 3 Tabaccheria via Madonna dei Martiri 2 Tabaccheria via Madonna dei Martiri 67 Tabaccheria via Margherita di Savoia 5 Tabaccheria via Pansini 52 Tabaccheria via Paradiso 2 Tabaccheria via Roma 32 Tabaccheria via Rossini 12 Tabaccheria via Silvestri 68 Tabaccheria viale Pio XI Tenenza Guardia di Finanza viale dei Crociati Ufficio Relazioni con il Pubblico
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Consigli per una sana alimentazione FACILE
DIFFICILE
SOLUZIONI
Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni. Fonte:(it.wikipedia.org)
Insalatone e frutta contro il caldo Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1308
Fa caldo, sudiamo di più, ci sentiamo fiacchi e spesso stanchi, dove troviamo l’energia per affrontare queste giornate? Gli alimenti possono darci una mano per sentirci in forma e perché no, per arrivare in spiaggia anche più in linea. E proprio la natura ci viene incontro nelle giuste scelte. Pensate a quanto sia varia la frutta di questa stagione: fragole, ciliege, pesche, albicocche, nespole… Niente di più gustoso e ricco di sali minerali e vitamine che perdiamo facilmente col sudore e che sono elementi importantissimi per tenerci in forza. Tutti i frutti che vi ho elencato sono, ad esempio, ricchi di vitamina C, che dà energia e rinforza le nostre difese. La stessa vitamina C che si ritrova in peperoni, patate o verdura a foglie. E allora un piatto con pomodori, patate, pesce, carote, cetrioli e tutta la verdura che vi viene in mente non è un pranzo completo? Tra l’altro è ricco di acqua e fibre che assicurano la
funzionalità intestinale e vitamine che proteggono la pelle dai raggi del sole e aiutano a raggiungere l’abbronzatura perfetta. Le carote, per esempio, sono ricche di betacarotene, precursore della vitamina A, che stimola la produzione di melanina, responsabile della tanto ricercata tintarella. Un piatto del genere condito con olio extravergine di oliva è anche ricco di vitamina E, preziosa contro l’invecchiamento di tutto il corpo. Non dimenticate che un’insalatona cotto e mozzarella può essere una perfetta cena anche in un regime ipocalorico in una sera afosa d’agosto per di più molto gradita dal nostro palato. Se solo imparassimo ad ascoltare i reali segnali che il nostro corpo ci manda e ad assecondarli con ciò che è più tipico della stagione in cui siamo non avremmo problemi a mantenere un corpo in salute anche in estate: in una giornata molto calda di estate non avete più il desiderio di un pranzo fresco, non molto grasso, idratante seguito anche da un pochino di gelato, piuttosto che ad esempio di un piatto di lasagna? dott.ssa Annalisa Mira Biologa Nutrizionista
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Orecchiette pugliesi con pomodorino e pesto di rucola in cialda di pane di Altamura Ingredienti per 2 persone • • • • • •
80 gr. di orecchiette pugliesi 10/20 pomodorini ciliegia 5/6 mazzetti di rucola 50 gr. di pinoli 50 gr. di pecorino grattugiato 2 fette di pane di Altamura tagliate sottilmente • Olio extravergine d’oliva q.b. • Sale e pepe q.b. Procedimento Mondare la rucola, lavarla, scolarla e farla asciugare bene in un panno asciutto, dopo di che metterla in un mixer con i pinoli, il formaggio pecorino grattugiato e di tanto in tanto aggiungere l’olio extravergine d’oliva e procedere fino ad ottenere il pesto. Portare ad ebollizione dell’acqua con il sale. A parte, in un soutè, fare rosolare uno spicchio d’aglio con dell’olio extravergine d’oliva, aggiungere i pomodorini precedentemente lavati e tagliati in 4 spicchi, far sfumare e condire con sale e pepe. Mettere a cuocere le orecchiette per 5 minuti circa, scolarle e aggiungerle alla salsina sopraccitata. Adagiare il tutto in un piatto da portata guarnito in precedenza con il pesto di rucola e completare il piatto con la cialda di pane di Altamura ed un filo d’olio extravergine d’oliva. Chef: Nicola Furio
I CONSIGLI DELLO ZODIACO ARIETE Evitate di essere banali, prevedibili. Di solito siete esigenti con gli altri. Vi aspettate comportamenti degni di voi. Imparate a fare lo stesso. A pretendere da voi stessi che pretende da chi vi sta vicino. La pazienza non è mai infinita e qualcuno potrebbe decidere di mollare.
LEONE Toglietevi dalla testa quella idea folle che vi tiene compagnia da qualche giorno. Non avete valutato bene i rischi ed è inutile lanciarsi alla cieca in una situazione che vi trascinerà in una situazione pericolosa che potrebbe mettere in forse tutto ciò che avete costruito.
SAGITTARIO Vi siete circondati di ficcanaso che a tutti i costi vogliono esservi amici. Forse sarebbe il caso di guardarsi le spalle, non è bene fidarsi ad ogni costo. Tutto tranquillo nella vita di coppia e con gli amici. Un po’ meno in ambito lavorativo.
www.ilfatto.net IL FATTO Quindicinale gratuito di informazione
EDITORE Activa S.r.l. con unico socio
PRESIDENTE Giulio Cosentino | cell. 334.1758150 e-mail: giulio.cosentino@gmail.com
TORO Quanta fretta. Concedetevi un momento di pausa prima di riprendere la corsa. Certo, vi piace raggiungere i risultati nel minore tempo possibile ma questo non è sempre un bene. Fate scorta di energie ne avrete bisogno. Tra qualche settimana vi travolgerà uno tsunami.
VERGINE Il vostro cuore è ballerino. Siete instabili, lunatici, irresistibilmente insopportabili. Ma quando è troppo, è troppo. Risultato: correggete il tiro o vi ritroverete con un pugno di mosche. La persona che vi è accanto sta per esaurire le batterie.
CAPRICORNO Tutto quello che dovete fare è mettere in valigia un po’ di cose e partire. Dovete staccare la spina per un po’. Ne ha bisogno il vostro organismo. Non potete più rinviare. Il lavoro e gli impegni, per una volta, possono aspettare. Voi no.
DIRETTORE RESPONSABILE Corrado Germinario
Collaboratori Pantaleo de Trizio, Marta Marzocca, Paola Pansini, Isabel Romano, Roberto Sciannamea, Lella Salvemini, Marco Roberto Spadavecchia, Francesco Tempesta, Annalisa Mira, Giordano Germinario, Beatrice De Gennaro. Registrato presso il Tribunale di Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07
GEMELLI Grandi novità per tutti. Quello che stavate cercando adesso è a portata di mano. Non vi aspettate però che vi finisca addosso. Coraggio, le stelle sono dalla vostra parte. È il momento di osare. E voi quando volete sapete farlo.
BILANCIA Ma quando metterete la testa a posto? Ogni tanto fermatevi a riflettere per evitare di sembrare ridicoli, grotteschi. D’altra parte state abusando della pazienza di tutti quelli che vi sono vicino, a cominciare dai colleghi di lavoro.
ACQUARIO Mare e sole, in questo momento non avete altro in mente. E il resto? Il lavoro, gli amici, la famiglia. Datevi una mossa per recuperare i rapporti prima che le persone su cui credete di poter contare sempre non vi voltino le spalle. Come si dice, chi la fa, l’aspetti.
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CANCRO Cercate di cambiare direzione prima che sia troppo tardi. Prima che sia troppo tardi ammettete di aver preso un granchio. Un errore di valutazione può capitare a tutti. Ma continuare a far finta di niente può solo portarvi problemi.
SCORPIONE Periodo tranquillo, forse troppo. Evitate di farvi travolgere dalla noia. Uscite di casa, incontrate amici, scontratevi con tutti ma non restate immobili. La stanchezza accumulata nei mesi scorsi comincia farsi sentire. Provate a distrarvi.
PESCI Dalle persone che vi sono vicine vi aspettate sempre più di quanto sono disposte a dare. Imparate piuttosto a non aspettarvi nulla. Soffrirete meno e riuscirete ad evitare cocenti scottature. E’ arrivato il momento di pianificare le vostre vacanze. Non indugiate.
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