Il Fatto n. 042

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w w w . i l f a t t o . n et Molfetta

giovedì 3 settembre 2009

Quindicinale gratuito di informazione.

n° 42

Corsivo

Cronaca

Cultura

Sport

Dopo le ferie la città torna a vivere. In tanti pronti a mettersi in gioco per migliorare.

Spaccio ed estorsioni: a lavoro i carabinieri della Compagnia di Molfetta.

L’arte e le emozioni raccontate dalle opere dell’artista molfettese Raffaele Cappelluti.

Ancora un successo per gli atleti della Molfetta Golf Association.

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Inchiesta

LIBERI! Porto: gioie e dolori

Un meraviglioso 8 settembre

La Corte dei Conti bacchetta il comune. Il ministero chiede documentazione e i lavori procedono ancora a rilento. Legambiente torna a sollecitare maggiori controlli mentre Rifondazione Comunista ha chiesto ufficialmente che la Regione Puglia ritiri la delega alla gestione delle opere concessa al Comune di Molfetta.

Cinque giorni dedicati ai festeggiamenti in onore di Maria Santissima dei Martiri. A Molfetta attesi migliaia di visitatori oltre ai tantissimi emigranti che tornano a visitare la loro città d’origine. Ricco il programma di eventi predisposto dal Comitato Feste patronali. Vi proponiamo la storia della Festa attraverso un lavoro del professor Cosmo Tridente.

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Corsivo

giovedì 3 settembre 2009

Eccoci ritrovati cari lettori de “il Fatto”, dopo quasi un mese dedicato al relax, nuovamente sulle pagine del nostro quindicinale gratuito a commentare i cosiddetti “fatti e misfatti” molfettesi. Quella che si avvia a conclusione è stata tutto sommato un’estate certamente migliore rispetto a quella del 2008. Un anno fa, lo ricorderete certamente, la calda stagione era stata funestata da terribili incidenti stradali che avevano strappato la vita a tanti giovani. Quella fu l’estate del lutto e del dolore per questa città. Un’estate nel corso della quale fu davvero difficile pensare al divertimento quando invece attorno a molti di noi calavano le tenebre. L’estate 2009 è stata invece portatrice di buone notizie: la lieta conclusione del rapimento dei marinai molfettesi imbarcati sul “Buccaneer”, gli eventi culturali che hanno portato in città migliaia di visitatori. Gli straordinari appuntamenti notturni nel Pulo di Molfetta. E tanto altro ancora. La sensazione è che ci sia voglia di ripartire con nuovo slancio e con entusiasmo. Forse la fine della “crisi”, non solo quella economica, si sta avvicinando. Passeggiando per le strade, colloquiando con i cittadini, confrontando le idee, si ricevono segnali che lasciano immaginare che qualcosa di nuovo sia dietro l’angolo. Ci sono molfettesi che hanno voglia di cambiare e far cambiare. I mal di pancia cominciano a venire allo scoperto e in tanti hanno mostrato la loro disponibilità a mettersi in gioco in prima persona. Dal mondo del volontariato a quello del lavoro, sono tantissimi i giovani e meno giovani che pian piano stanno prendendo coscienza dell’importanza di un loro impegno che vada al di là del semplice “dovere”. I molfettesi, così sembra, stanno crescendo. E stanno crescendo anche lanciando chiari segnali al mondo della politica locale. Una politica che oramai diverte e coinvolge poco. Fatta sempre degli stessi nomi e delle stesse persone. E soprattutto “giocata” sempre con le solite strategie in un torpore dei sensi che adesso si vorrebbe cominciare a cancellare. Rimbalzano da più parti notizie sul futuro amministrativo di questa città: Azzollini si dimetterà entro il 31 dicem-

Ricominciamo! Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1367

Torna a farvi compagnia “il Fatto”. Parte lo sprint che porterà a tagliare il traguardo del secondo anno di vita.

bre, dice qualcuno che fa riferimento al “doppio incarico” (senatore e sindaco) che presto potrebbe non essere più accettato e tollerato. Ed ancora: Azzollini sarà candidato alla carica di presidente della Regione. Ed anche in quel caso dimissioni da primo cittadino. O forse non succederà niente di tutto ciò e il

sindaco-senatore potrà andare avanti sulla sua strada. Salvo, improbabili, levate di scudo dei fedelissimi che, seppur maltrattati, al loro leader non sanno proprio dire di no. Una estate che ha portato in dote anche il “terremoto” politico alla Regione Puglia. E così chi aveva fatto della

“questione morale” il suo cavallo di battaglia oggi si trova a doversi confrontare con scandali nel mondo della sanità, franchi tiratori e magistratura scatenata. Nichi Vendola è “fuggito” in Croazia per pensare la strategia di reazione rapida ma le prossime elezioni sono troppo vicine e tempo per recuperare quanto si è perso ce n’è poco. Per Molfetta la buona novella arriva dall’assessore Guglielmo MInervini che figura tra i candidati alla carica di presidente del PD pugliese: al di là dell’appartenenza partitica, infatti, i molfettesi non possono che essere contenti dell’impegno politico di un loro concittadino. Tante novità arrivano anche dal sempre vivo mondo dello sport: società sportive che crescono, atleti molfettesi che si distinguono nelle loro discipline, tifosi pronti a vivere nuove ed entusiasmanti avventure. Ed a proposito di sport, alla vigilia di una nuova stagione che siamo certi riserverà grandi successi a tutte le compagini molfettesi, il nostro più forte grido d’incitamento va ad un atleta, un professionista, un amico, impegnato nella partita più difficile della sua vita: Lorenzo Di Marcantonio, il “magnifico” della Virtus Basket Molfetta messo “in panchina” da problemi di salute e che tutti noi ci auguriamo di rivedere presto, prestissimo, sul parquet del PalaPoli. Forza Lollo! Per quanto ci riguarda, infine, ci tuffiamo nello sprint che ci porterà a tagliare il traguardo dei due anni di vita. A dicembre sarà nuovamente tempo di bilanci, di numeri, di analisi. Per il momento possiamo solo dirvi che il progetto de “il Fatto” e del suo editore Giulio Cosentino prosegue con il vento in poppa. L’entusiasmo non manca e la voglia di crescere, sotto tutti i punti di vista, è sempre di più. La nostra web tv continua ad essere punto di riferimento non solo per l’informazione locale ma anche per tanti colleghi che da altre città ci seguono con interesse. Tanti nuovi progetti sono pronti a prendere vita. Noi stiamo lavorando per Voi. Ai nostri lettori e ai nostri partner commerciali non possiamo quindi che dire grazie chiedendo loro di continuare a starci vicini come hanno fatto sinora. Corrado Germinario



Informazione pubblicitaria

giovedì 3 settembre 2009

Con Kids arriva la festa!

Comincia con i colori dell’arcobaleno la nuova stagione autunnale di una Molfetta rigenerata dalle ferie e pronta a tuffarsi in tante possibili mille avventure. Gli stessi colori che contraddistinguono un marchio nuovo che sta già entrando a far parte della quotidianità dei molfettesi: il marchio di “Kids” il nuovissimo open space, multibrand che aprirà i battenti con una grandissima festa giovedì 10 settembre alle ore 19 nella nuovissima sede di via Berlinguer 16. Tra stelle filanti e coriandoli, zucchero filato e caramelle, clown e trampolieri e centinaia di cappellini omaggio per i bambini che interverranno, sarà festeggiata l’apertura di uno spazio commerciale pronto a rivoluzionare il mondo della vendita delle calzature e dell’abbigliamento da bambini in città. Da un’idea di Pasquale Pisani, amministratore unico della società proprietaria di Kids, la

Glamour Srl, nasce uno spazio tutto nuovo in cui tra scarpe, accessori e altro ancora mamme e bambini potranno trovare il meglio dei prodotti con un occhio di riguardo al prezzo. Una novità che nasce grazie a trent’anni di lavoro nel settore. Infatti, rinomati marchi quali Laura Biagiotti, Mariella Burani e Alberto Guardiani si affidano da anni alle capacità e all’esperienza di Pasquale Pisani per la progettazione delle proprie collezioni di calzature per bambini. La Glamour Srl e quindi Kids proporranno alla città uno spazio dove sarà piacevole farsi “rapire” da mille colori, mille modelli, mille novità in esclusiva. “I nostri prodotti sono selezionati con cura – ha detto Pasquale Pisani – e scelti in base alla nostra esperienza di vendita e distribuzione maturata in oltre tre decenni di attività nel settore”. Un’esperienza che

per la prima volta si confronta con la vendita al dettaglio in uno spazio con caratteristiche uniche a Molfetta e non solo: spazi aperti in cui i clienti potranno muoversi liberamente, scegliere il prodotto, provarlo nella massima tranquillità. Un’ulteriore novità sarà il rilascio di un buono da utilizzarsi sul successivo acquisto. E poi un ampio parcheggio gratuito, collegamenti vicini anche con i centri limitrofi e soprattutto tantissimi prodotti da guardare e riguardare. “Abbiamo voluto portare in città – ha sottolineato Pasquale Pisani – l’idea di vendita di un centro commerciale applicato alla familiarità di un negozio cittadino supportata dalla professionalità del personale, con proposte vantaggiose rispetto ad altre attività commerciali grazie ad un particolare molto importante: il contatto diretto tra Kids e le aziende di produzione,

senza onerose intermediazioni”. Tra gli scaffali di Kids sarà possibile trovare calzature dei più noti marchi del settore: Laura Biagiotti, Mariella Burani, Cesare Paciotti, Bikkembergs, Alberto Guardiani, Docksteps, Pinko, Naturino, per le esigenze più glamour. Ed ancora Nike, Converse, Nero Giardini, Replay, Lulù, Lelly Kelly, Sweet Years, Alviero Martini, Frutta, per le esigenze più casual. Mentre per l’abbigliamento un marchio che è una garanzia di qualità: Geox, oltre ai marchi Brums, Rubacuori, Pucca e altro ancora. Prodotti per bambini ma anche per le loro mamme che potranno trovare calzature adatte anche a loro (disponibili nelle taglie dal numero 35 al 41). Insomma, arriva Kids: una ventata di novità e di allegria che metterà la felicità ai piedi dei più piccoli… Senza dimenticare la mamma!


Politica

giovedì 3 settembre 2009

Asm: Azzollini mischia le carte Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1368

Via Nappi arriva Mancini. Mezzina del Pdl esprime dubbi. Le opposizioni chiedono chiarezza.

Qualcuno a voce bassa lo diceva da tempo e alla fine gli squilli di tromba sono arrivati: cambio della guardia al vertice dell’Azienda Servizi Municipalizzati di Molfetta, la più importante delle muncipalizzate che attualmente da lavoro a circa cento dipendenti. La cosa ormai è nota, via Francesco Nappi posto di comando affidato a Pasquale Mancini, fedelissimo di Azzollini e vice segretario cittadino del PdL. Una decisione assunta dal sindaco sembrerebbe a causa di “inadempienze” da parte di Nappi nei confronti dell’Amministrazione. In poche parole l’ex assessore all’agricoltura avrebbe omesso di informare il sindaco di tutti i provvedimenti presi nel corso dei mesi in cui l’azienda gli era stata affidata. Per molti un “pretesto” legato a probabili indagini giudiziarie che la magistratura tranese sta svolgendo proprio sulla gestione dell’Asm. Tanti si dice e un’unica certezza: Mancini alla guida dell’Asm anche se ufficialmente la notizia non è mai stata diffusa. Né una nota del sindaco né una dell'Azienda per spiegare quanto accaduto. Solo voci e mezze verità raccolte dalla stampa locale che non si è certo fatta trovare impreparata. Il consiglio di amministrazione dell’azienda presieduto per la prima volta dal neo presidente, intanto si è già nuovamente messo all’opera. Alla riunione

hanno preso parte oltre che i componenti del CdA, Paolo Ragno, Biagio de Candia, Ignazio de Gioia ed Eleonora Caputi, anche il direttore generale dell’azienda Silvio Binetti, i componenti del collegio dei revisori, gli esperti e i capi servizio. “Ho trovato una azienda in buone condizioni – ha dichiarato Pasquale Mancini – e per questo continueremo a lavorare per migliorare il lavoro già avviato da Francesco Nappi, in particolar modo sui progetti Tabula Rasa e Isole Ecologiche Interrate”. Nel corso della riunione del consiglio sono già stati adottati alcuni provvedimenti su proposta proprio del presidente per garantire la massima trasparenza nell’attività di gestione. Verrà istituito un albo dei fornitori ed attivato un numero telefonico breve di facile memorizzazione che i cittadini potranno contattare per richiedere servizi ma anche per segnalare disservizi. I dati raccolti attraverso la nuova linea telefonica saranno poi oggetto di un “report” settimanale utile ad analizzare le situazioni di criticità all’interno del territorio urbano. Da subito verranno rafforzati i rapporti di collaborazione con gli uffici comunali, in particolare con l’Ufficio Tecnico e con la Polizia Municipale cui sarà chiesto supporto per il controllo delle modalità di conferimento dei rifiuti da parte dei cittadini e per sanzionare i proprietari degli animali domestici che non rispetteranno il decoro degli spazi comuni. Un impulso verrà dato anche alla pulizia delle aree esterne agli esercizi commerciali ai cui titolari verrà chiesta maggiore collaborazione e verranno implementati i servizi di pulizia nell’area del lungomare e della zona 167 dove i cittadini dovranno imparare a rispettare i divieti di sosta dei veicoli nei giorni destinati alla pulizia stradale. “Il mio incarico – ha sottolineato Mancini – è a termine e dettato solo dall’amore verso questa città: sono come un volontario chiamato a dare una mano nel momento del bisogno”. Un incarico che ha messo in fermento la politica cittadina di entrambi gli

schieramenti. Perplessità sono state espresse da Giovanni Mezzina, consigliere del PdL che ha dichiarato di aver saputo della nomina “solo attraverso le notizie di stampa e senza che il partito comunicasse nulla”. Una dichiarazione che non nasconde certo la delusione di colui che, applicando il principio di “scorrimento” per le nomine sinora adottato da Azzollini avrebbe dovuto sostituire Nappi. Il consigliere comunale dell’UdC, Pino Amato si chiede “perché il sindaco, in base alle motivazioni della revoca, non abbia destituito l’intero consiglio di amministrazione, in quanto sia gli atti, sia tutto l’operato dell’Azienda è sempre condiviso dal CdA”. Matteo d’Ingeo del Liberatorio Politico ha chiesto al sindaco Azzollini di approfondire alcune vicende interne all’azienda. “Le notizie di cronaca e alcune indagini giudiziarie in corso riguardanti l’ASM potrebbero travolgere anche la stessa amministrazione comunale” ha sentenziato d’Ingeo. “L’interramento politico di Nappi – hanno detto invece gli esponenti di

Rifondazione Comunista – segna una cesura nella compagine di governo e conferma quanto denunciamo da tempo rispetto alla gestione delle società municipalizzate e controllate dal Comune: la giunta Azzollini naviga a vista e sceglie personale che si dimostra alla luce dei fatti non all'altezza della situazione”. “La vicenda della revoca dell’incarico di presidente dell’Asm a Francesco Nappi presenta dei lati oscuri sui quali è doveroso che il sindaco Azzollini faccia al più presto chiarezza”, ha invece affermato Giovanni Abbattista, coordinatore locale del Partito Democratico. “Chiediamo a gran voce – ha proseguito – che il sindaco intervenga anche al fine di sgomberare il campo dalle voci sempre più insistenti che iniziano a circolare in città e che lasciano presupporre che i motivi dell’allontanamento di Nappi siano ben altri rispetto all’inosservanza di un obbligo di carattere formale o amministrativo”. Un intervento che forse (si spera) arriverà nel prossimo consiglio comunale. Azzollini volendo...


L’opinione

giovedì 3 settembre 2009

La fine di una estate Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1369

Dopo i festeggiamenti per la Santa Patrona i molfettesi archivieranno definitivamente la bella stagione. Ci rimane la festa della Madonna dei Martiri e poi sarà finita, anche l’estate 2009 potrà andare in archivio. Per i molfettesi non è necessario adeguarsi al calendario e attendere il 21 settembre, lo sanno tutti che, dopo la Madonna, al più al termine dell’ultima scarica di fuochi della ritirata, il tempo potrà pure continuare ad esser bello, ma l’estate sarà finita e bisognerà farsene una ragione. Una stagione che non ha dato molti motivi per essere ricordata. C’è chi prende anestetici per sopportare le proprie angosce esistenziali e magari ci lascia le penne, a Molfetta forse li dissolvono nell’aria, così il tempo scorre senza soprassalti e tutto viene accettato come naturale, quasi che non fosse possibile diversamente, magari basta poi spostarsi di poco oppure, manco a dirlo, andare all’estero, per capire che questo non è il migliore dei mondi possibili, anche se parrebbe di sì, vista l’inerzia imperante.

Anche per questa estate, così, è rimasto irrisolto il mistero di sempre, come facciano i molfettesi ad andare al mare; se manca nel bilancio famigliare il denaro per un lido, riescono stagione dopo stagione ad arrangiarsi con scogli, spazzatura ed alga tossica, che forse poi di alga non si tratta, ma di qualcosa di più pericoloso; si va la mare ed il rischio non è più quello tradizionale di tornare con la spina di un riccio infilzata nella pianta del piede e l’asciugamano sporco di catrame, quanto avendo la febbre a 40° senza saperne bene la causa. Ci sono quelli che non ce la fanno più e, traditori, scelgono le spiagge di Giovinazzo o di Bisceglie, ma chi ha resistito, a fine stagione tira quasi un sospiro di sollievo, è terminata la lotta per un parcheggio ed uno scoglio su cui appollaiarsi. Tanto caldo, ma quello è normale, al di là degli allarmismi di alcuni Tg, meno normale che una pioggia

una, solo un po’ violenta, si sia trasformata in un fiume in piena che ha attraversato la città. È capitato altre volte ed anche questa volta è andata bene, non ci sono stati danni gravi, ma non è normale che il campanello d’allarme sia suonato e sia rimasto ancora una volta ignorato; la questione della gestione del territorio rimane confinata ad un confronto fra tecnici o diventa l’ennesimo banco di prova del duello fra maggioranza ed opposizione, poi basta un acquazzone a dimostrare che forse c’è da riflettere con serietà su quel che è stato fatto al territorio ed impedire ulteriori devastazioni. Sempre per la serie “tutto come da copione”, sporcizia alle stelle, grandi annunci di campagne di questo e di quest’altro, ma la zozzeria per le strade, in riva al mare, dappertutto insomma è negabile solo da un cieco, anzi, neppure da quello, dato il tanfo. E non si può nemmeno dire che è per questo che il sindaco ha

sostituito il presidente dell’Asm, il buon senso suggerisce che le logiche dell’avvicendamento al vertice dell’azienda municipalizzata avranno avuto poco a che fare con l’obiettivo di avere una città più pulita. Per il resto proprio nulla da ricordare, se non che a cascata, anche qui, nella periferia dell’impero, ha attecchito l’idea che il popolo vada educato a botte di trivialità televisiva e quindi siano gli spettatori a decidere se il clou dell’estate sia stata l’elezione di miss Puglia o lo spettacolo di “Amici”. Forse l’errore è attendersi troppo da questa stagione, nuove passioni, soprassalti o cambiamenti, invece i molfettesi sono contenti del loro tran tran, di godersi le casette di campagna, di concedersi come massimo svago la passeggiata sul porto, lamentandosi, naturalmente, che questo è sport valido davvero per tutte le stagioni. Lella Salvemini


Cronaca

giovedì 3 settembre 2009

Droga ed estorsioni: la lotta continua Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1370

Grande lavoro per le Forze dell’Ordine: arrestato uno spacciatore. Aveva in casa mezzo chilo di stupefacenti. Si lavora per bloccare l’autore di alcune “micro estorsioni” ai danni dei negozi del centro.

La sensazione è che da una parte la crisi economica dall’altra l’apertura delle porte del carcere per tanti che hanno scontato o lo faranno a breve il loro debito con la giustizia, stiano ridando luce agli ambienti criminali cittadini. Dalle rapine alle piccole estorsioni, passando per il mercato della droga che sembra sia in fase di rinascita, non manca certo il lavoro per le forze dell’ordine che proprio nell’ultima settimana

hanno messo a segno un importante colpo nell'ambito dei servizi anti droga. “Lo faccio per campare”. Così si è giustificato con i carabinieri della Compagnia di Molfetta agli ordini del capitano Domenico Del Prete, un pregiudicato trovato in possesso di oltre mezzo chilo di marijuana e cento grammi di hashish. In manette è finito Mauro Dell’Olio, 36enne già noto alle Forze dell’Ordine, accusato di detenzione

ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I militari del Nucleo Operativo, comandati dal maresciallo Natale Selvaggi, durante uno specifico servizio, hanno eseguito una perquisizione all’interno dell’abitazione dell’uomo ed i risultati positivi non sono mancati. In una scatola di cartone nascosta tra le masserizie di un ripostiglio, i carabinieri hanno scovato lo stupefacente, contenuto in otto sacchetti in plastica da circa settanta grammi ciascuno, insieme ad un panetto di hashish da cento grammi. Tratto in arresto, l’uomo è stato poi richiuso nel carcere di Trani. Lo stupefacente, invece, è stato posto sotto sequestro. Preoccupazione destano invece le notizie riguardanti un giro di “micro estorsioni” che starebbero interessando numerosi commercianti. Da diverso tempo secondo alcune indiscrezioni, si aggira tra i locali commerciali del centro cittadino “chiedendo” agli esercenti un contributo in denaro per gli “amici in carcere”, un pregiudicato molfettese. Sarebbero numerosi i negozi visitati dall’uomo e altrettanti i commercianti che avrebbero ceduto alle richieste consegnando piccole somme di denaro.

Nessuno però, almeno finora, ha presentato formale denuncia ai carabinieri anche se le voci su quanto sta accadendo girano in città in maniera sempre più insistente. Il protagonista della vicenda sarebbe noto in città e alle forze dell’ordine come tossicodipendente e in passato autore di numerosi reati minori. È comunque probabile che le numerosi voci raccolte tra i commerciani siano già state raccolte dai militari dell’Arma che potrebbero intervenire già nei prossimi giorni. Magari anche grazie alle segnalazioni “ufficiali” di qualcuno che ha subito il tentativo di estorsione.

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C È s d Z C v t o a A S s Z n a i n


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Attualità

giovedì 3 settembre 2009

Oltre 1milione di euro da restituire Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1371

PM: denunce e salvataggi Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1372

L’ex comandante della Polizia Municipale condannato Sorpreso un uomo che rubava legna e salvato un cane dalla Corte dei Conti. gettato in un cassonetto.

Circa un milione e trecentomila euro. È quanto dovrà risarcire all’amministrazione l’ex comandante del corpo della Polizia Municipale, Vincenzo Zaza. A stabilirlo è stata la Corte dei Conti chiamata ad esprimersi sulla vicenda “contabile” che ha visto protagonista l’ex dipendente comunale oltre che altri agenti del corpo e l’ex assessore alla Polizia Municipale ed Annona, Pino Amato. Secondo i giudici del tribunale, presidente Francesco Paolo Romanelli, Zaza dovrà restituire la somma frutto non solo degli ammanchi sui verbali di accertamento, ma anche del danno di immagine subito dalla pubblica amministrazione.

A partire dal 2002, anno in cui Zaza fu messo a capo del Corpo, ma secondo i giudici anche precedentemente quando svolgeva mansioni di agente contabile, Zaza avrebbe sottratto decine di milioni di vecchie lire. Fatto per cui Zaza stesso è già stato condannato a tre anni di reclusione (pena condonata) dal Tribunale di Trani nel corso del procedimento penale ancora in atto. Una tesi, quella della sottrazione, a più riprese smentita dal protagonista della vicenda secondo cui non si trattò mai di “prelievi” ma di riduzioni delle multe, prassi evidentemente consolidata a Molfetta specie in periodo di campagna elettorale. In poche parole a fronte a sanzioni pecuniarie elevate ma “virtuali”, l’automobilista multato riusciva ad ottenere “sconti” che di fatto portavano ad una notevole riduzione dell’effettivo incassato. Nonostante questa tesi difensiva, i giudici hanno proceduto con la condanna “pecuniaria” nei confronti di Zaza che negli ultimi anni ha già restituito all’erario oltre 250mila euro.

È stata una telefonata anonima giunta al comando della Polizia Municipale di Molfetta ad allertare gli agenti che nella mattinata di domenica 30 agosto hanno sorpreso due uomini intenti a rubare legna in un fondo agricolo nei pressi di Lama Martina, a poche decine di metri dai nuovi quartieri residenziali sorti alle spalle dell’ospedale. All’arrivo degli agenti della Municipale i due, utilizzando una motosega, avevano già abbattuto nove alberi d'ulivo e raccolto dodici quintali di legna. I poliziotti sono riusciti a fermare una persona, l'altra è riuscita a darsi alla fuga. L’uomo, identificato, è stato denunciato a piede libero per furto e danneggiamento mentre la legna è stata sottopo-

sta a sequestro. Dell'episodio è stato informato il magistrato di turno, dottor Giuseppe Maralfa. E sempre agenti della Polizia Municipale sono stati protagonisti pochi giorni prima di Ferragosto di un salvataggio particolare in via Balice. Durante tutta la notte nella zona si erano uditi continuamente dei guaiti, attribuibili ad un cane, provenienti da un cassonetto per la raccolta degli indumenti usati. Intervenuti sul poso gli agenti non potendo introdursi nel cassonetto, lo hanno forato dall’esterno traendo così in salvo un cucciolo di cane di sesso femminile dell’apparente età di quattro mesi. L’animale è stato immediatamente visitato dai medici dell’Asl di Molfetta, intervenuti tempestivamente, che hanno constatato le sue buone condizioni di salute affidandolo poi alle cure del canile comunale di Molfetta dove gli è stato impiantato immediatamente il microchip e dove successivamente alla maturazione sessuale l'animale verrà sterilizzato per poi, se in buona salute, essere rimesso in libertà.


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Attualità

giovedì 3 settembre 2009

Un uomo scomodo per una città scomoda Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1373

Matteo d’Ingeo, nonostante le minacce ricevute nelle ultime settimane, continua la sua battaglia contro le illegalità.

A volte, parlando con la gente, si ha l’impressione che molti preferirebbero essere altro o altri e che tendano, in qualche modo, a recitare dei ruoli, a rappresentare se stessi più che a presentarsi, a mostrarsi personaggi e non persone, forse per una ostinata ricerca di visibilità che possa riscattarli da vite banali ed anonime o, più semplicemente, per l’impossibilità o l’incapacità di rivelarsi per come e per ciò che si è. A chi lo incontra per la prima volta suscita una sensazione totalmente opposta Matteo d’Ingeo, coordinatore del Liberatorio Politico, un movimento civico sorto a Molfetta in occasione delle amministrative del 2006 (allora la sua candidatura a sindaco, contrapposta a quella di Lillino Di Gioia, noto esponente storico della politica locale, assunse un significato provocatorio perché esprimeva la tanto decantata “voglia di rinnovamento”), di cui, per varie ragioni, i media, non solo locali, si sono molto occupati nel corso dell’estate 2009: per un’ora intera (tanto è durata la nostra chiacchierata) il suo parlare non enfatico, una certa naturale ritrosia, il semplice e quasi mai compiaciuto racconto di sé e della propria esperienza

come in un centro di ascolto per voci che non hanno interlocutori o punti di riferimento istituzionali e dove si racconta e si sviluppa, per quanto ciò sia possibile in una città oltraggiata ed abusata come Molfetta, la dialettica sociale e politica intorno alla cosa pubblica. Dunque, un uomo normale ma scomodo, per una città scomoda. “È vero, sotto molti aspetti è scomoda questa città che amo ma che non è più la stessa da tempo e che forse mi ama ma non sempre riesce a capire i tentativi ed i gesti che quest’amore esprime. Più di tutto, Molfetta pare abbia perso la sua memoria storica e quell’identità che la rendevano viva e vivida, capace di contenere ed esprimere fermenti culturali e sociali, oggi sempre più soffocati da certa negligenza, volontà ed incapacità politica, amministrativa, burocratica. Siamo una comunità in lotta, viviamo in emergenza. Lo abbiamo detto anche il 6 luglio scorso, in occasione del diciassettesimo anniversario dell’omicidio Carnicella,

spartiacque tra il prima e il dopo; da allora più nulla è stato semplice e gli avvenimenti grandi e piccoli, gli abusi di ogni tipo, l’illegalità diffusa, il degrado sociale ed ambientale, la desolazione delle periferie, la coscienza appannata di molti, quel malessere di cui parlò don Tonino Bello nella sua omelia allora, tutto ha assunto un significato diverso, pesante gravoso. Non possiamo ignorarlo, ecco perché devono continuare ed intensificarsi gli sforzi che molti di noi compiono per rimuovere indifferenza, disimpegno, rassegnazione, a dispetto di intimidazioni e minacce”, dice. Chiaro il riferimento all’ultima da lui ricevuta il 22 luglio scorso: un bossolo calibro 7,62, non ordinario, di forma allungata, avvolto in tre strati di carta igienica, un pacchetto ben confezionato trovato nella sede del movimento con su quella scritta degradante (“Il prossimo te lo metto nel…) che lo ha fatto quasi sorridere ma poi riflettere perché era diversa dalle altre e non tendeva a spaventarlo ma ad

nel movimento, diventato sempre più punto di snodo e di confluenza del dissenso generale cittadino nei confronti delle piccole e grandi questioni pubbliche (ambiente, salute, politica, cultura, amministrazione,ecc.), la consapevolezza estrema dell’alto prezzo da pagare, anche in termini personali, quando si diventa, magari senza volerlo, paladini di qualcosa o di qualcuno, il timore, a volte, di non essere compresi e di essere percepiti come una sorta di Grillo Parlante in una storia cittadina che non è quella di Pinocchio ma, come quella, è piena di “una montagna di balle” (dal titolo di un documentario-denuncia relativo alla questione dei rifiuti in Campania apparso sul blog del Liberatorio), il non celato bisogno della solidarietà della gente, linfa vitale per chi si muove nel terreno impervio dei diritti negati e per essi si batte, mosso unicamente dalla propria coscienza civica e sociale, hanno confermato l’immagine di un uomo cosiddetto “normale” dalla cosiddetta “vita normale”, eccessivamente sovraesposto e attaccato ma anche opportunamente nella conferenza pubblica intitolata: umiliarlo, a colpirlo nella sua digniseguito e sostenuto nelle assemblee “Fatti e misfatti in una città senza me- tà. Ora a Molfetta, dove sempre più del mercoledì sera, aperte a tutti, moria”: quell’omicidio fu una sorta di frequentemente e con troppa facilità


giovedì 3 settembre 2009

s’inviano e si ricevono proiettili grandi e piccoli, per qualunque motivo, quasi fossero pacchi dono (chi scrive ha già intervistato persone minacciate in questa maniera: la reazione di incredulità e stupore prima e di forte determinazione poi è quasi sempre la stessa; molti non rilasciano dichiarazioni, quasi nessuno confessa di aver paura, tutti “hanno fiducia nel lavoro degli inquirenti”), risulta difficile immaginare che un semplice venditore di angurie o patate (in quelle settimane d’Ingeo si stava occupando del commercio ortofrutticolo abusivo)

possa aver ideato e messo in atto una minaccia così “sofisticata”, dal forte significato simbolico: tutt’al più, com’era già accaduto in passato, si sarebbe limitato a danneggiargli l’auto o lo avrebbe aggredito personalmente (un passante ci ha detto: ”Avrebbe messo il proiettile in un…carosello, non nella carta igienica”); da qui l’accreditamento, sia da parte sua che degli inquirenti, di una pista politica, ritenuta la più attendibile, voce che arriva da più parti e circola insistentemente anche negli ambienti della malavita locale e barese. Sembrerà strano, ma non tanto: proprio in questi ultimi l’operato di d’Ingeo (ce lo conferma lui stesso perché così riferitogli da fonte sicura) viene addirittura apprezzato perché teso a colpire, più che le frange finali del fenomeno criminalità, le sue menti pensanti, coloro che, in qualche maniera, detengono il potere e sono inclusi nel famoso triangolo politica-imprenditoria-malavita esistente a Molfetta, di cui hanno spesso parlato i pentiti della Sacra Corona Unita. Il 19 agosto scorso il Liberatorio Politico ha inviato al Prefetto di Bari, al Procuratore della Repubblica di Trani, al Comando dei Carabinieri e della Capitaneria di Porto di Molfetta, un esposto relati-

Attualità

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vo al problema dell’alga tossica, più volte inutilmente segnalato al sindaco Azzollini ed alla Direzione ARPA Puglia per le gravi ripercussioni avute, negli ultimi tre anni, sulla salute di numerosi cittadini. Con l’esposto si chiedono precise verifiche e controlli anche sulle operazioni di bonifica da ordigni bellici dei nostri fondali marini e la possibile configurazione di un reato amministrativo o penale a carico dell’amministrazione e di altri enti per la mancata informazione e l’attività omissiva nei confronti della cittadinanza e dello stesso Libe-

ratorio. Per sdrammatizzare: proprio in riferimento a residuati ed ordigni bellici qualcuno in città ha già ironizzato sulla probabile forma che il proiettile potrebbe avere se la minaccia a d’Ingeo venisse concretizzata. Precisa, caustico, il signore di cui sopra (in dialetto molfettese): “O a forma di bomba o di supposta (termine usato dallo stesso d’Ingeo durante l’intervista per descrivere il bossolo ricevuto), sempre quella sarebbe la destinazione”. Beatrice De Gennaro


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Attualità

giovedì 3 settembre 2009

Il porto in “cattive acque” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1374

Troppe ombre sulla gestione dei lavori. L’amministrazione comunale colpevole di reiterate mancanze. Legambiente e Rifondazione non stanno a guardare.

Torna d’attualità (anche se a dire la verità non era mai passato “di moda”) il tema “nuovo porto” di Molfetta. E, ancora una volta, la mega struttura in costruzione fa notizia non certo per fatti positivi. A riaccendere il dibattito sono stati in tempi diversi ma ravvicinati il circolo locale di Legambiente e Rifondazione Comunista. “Il 27 marzo scorso – si legge in una nota diffusa alla stampa – il Circolo cittadino di Legambiente aveva presentato al sindaco di Molfetta, Antonio Azzollini, una richiesta di accesso a informazioni di carattere ambientale relative ai lavori della nuova sistemazione del porto. La richiesta era stata inviata anche al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, al Presidente della Regione Puglia, all’Assessorato Regionale dell’Assetto del Territorio, all’Assessorato Regionale dell’Ecologia e alla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio per le Province di Bari e Foggia.” “In particolare – si legge ancora nella nota – il Circolo chiedeva di accedere al “Progetto esecutivo” dei lavori di sistemazione dell’area portuale approva-

to con delibera di Giunta il 13 febbraio 2008. Le ragioni di questa richiesta stavano nella sconcertante impressione di assistere alla inadempienza sistematica delle prescrizioni di V.I.A. impartite dalla Regione Puglia, dal Ministro dell’Ambiente e dal Ministero per i Beni Culturali. In particolare il Decreto di compatibilità ambientale n. 648 del 23 giugno 2005, con il quale si concludeva l’istruttoria di V.I.A., evidenziava l’intenzione di salvaguardare il water-front dell’area urbana Madonna dei MartiriBorgo Vecchio, già soggetto a vincolo paesaggistico, puntando alla “riqualificazione degli attuali capannoni delle officine e cantieri ed in particolare quello della Cinet, che viene destinato a ‘Museo del Mare’, mentre, com’è noto, sul sito in precedenza occupato dal Cantiere Cinet sono in corso i lavori di realizzazione della nuova Capitaneria di Porto, essendo stato il vecchio fabbricato abbattuto per fare posto alla nuova costruzione”. “A fronte di questo precedente, la mancata pubblicizzazione del progetto esecutivo impedisce di capire quale sorte venga prevista per la ‘Banchina Seminario’ il cui ampliamento (lo sbandierato ‘lungomare di Ponente’) nelle pre-

scrizioni viene stralciato, trattandosi di area sottoposta a vincolo paesaggistico; impedisce di capire se e in che modo avverrà la riqualificazione dell’area dei ‘Cantieri Navali’; non dà conto dei lavori di sistemazione idraulica delle aree di pertinenza ed annesse alle lame; non mostra in che modo verranno resi compatibili con i lavori le aree archeologiche presenti nelle aree interessate e quando e in che modo verranno eseguite le prospezioni archeologiche richieste dal Ministero del Beni Culturali e come si potrà eventualmente tenere conto dei loro risultati”. “Gli unici riscontri alla richiesta di accesso agli atti, fatta ai sensi del D. Lgs. 195/2005 e dell’art. 28 del D. Lgs. n. 152/2006 – scrive ancora Legambiente – erano stati, fino a pochi giorni fa, una mail con la quale il Ministero dell’Ambiente dichiarava di non essere in possesso dei documenti richiesti e, in data 13 maggio 2009, una nota del Ministero dei Beni Culturali con la quale veniva demandata alla Soprintendenza per i Beni Culturali di Bari l’acquisizione di notizie, dicendosi anche in questo caso il Ministero sprovvisto di qualunque documentazione”. “Il 30 luglio è arrivata al Circolo una seconda nota da parte del Ministero dei Beni Culturali che, avendo a sua volta ricevuto dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia notizie dettagliate e preoccupanti sulla vicenda, chiede al Comune di Molfetta quanto sia stato fatto ad adempimento delle prescrizioni contenute nella V.I.A. e richiede che sia messo a disposizione delle autorità competenti il famoso e, a questo punto sembra lo si possa dire, misteriosissimo ‘Piano esecutivo’. Vale la pena riportare di seguito il testo della nota della Soprintendenza: Si rileva in proposito che, per quanto consti a questa Soprintendenza, non hanno avuto seguito di fatto le prescrizioni rilasciate nella nostra del 22.03.05, prot. n. 5321 in sede di esame del Progetto preliminare della nuova sistemazione portuale

di Molfetta, benché ritenute vincolanti nel parere prot. n. 07.08.408/4229.[leggasi 4129] del 22.04.05 del Dipartimento per i Beni culturali e paesaggistici – Direzione generale per i Beni architettonici e il Paesaggio in merito alla richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale, ex art. 6 l. 349/1986, avanzata dal Comune di Molfetta. Infatti, per quanto di competenza di chi scrive, ai sensi del D. 19s 22 gennaio 2004, n. 42, non è stato sottoposto a parere da parte dell’ATI incaricata (Cooperativa Muratori) il richiesto progetto esecutivo delle opere di realizzazione del parco a verde intorno all'area del complesso monunentale-archeologico della Madonna dei Martiri, in cui dovevano essere anche previsti gli oneri per l'assistenza alle opere di movimentazione terra, nonché per l'eventuale recupero di contesti archeologici emergenti. Il progetto esecutivo peraltro è stato approvato dal Comune di Molfetta con deliberazione di G.M n: 68 del 13.2.08. Si fa inoltre presente che non risulta, per quanto a noi noto, sia stato dato corso alla richiesta di prospezioni archeologiche subacquee preventive nello specchio d'acqua antistante il complesso monumentale citato, né alle prospezioni geofisiche preliminari alla movimentazione terra, come espressamente richiesto dalla Direzione generale per i Beni archeologici con nota prot. n. 3931 del 15.04.05”. “La richiesta che il Ministero ha inviato al Comune di Molfetta non sembra nei modi e nella sostanza troppo diversa da quella di chi con gentilezza chiede alla volpe notizie della gallina. Ma tant’è. Il Circolo di Legambiente non può far altro, a questo punto e di fronte a questo incredibile pastrocchio che sempre di più rivela di essere la vicenda del porto molfettese, che trasmettere questa nota alla stampa attendendosi che ne dia il risalto che merita e alla magistratura perché valuti l’esistenza di comportamenti illeciti e produttivi di danni all’ambiente.”


Attualità

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E Rifondazione chiede il ritiro della delega Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1375

Per il partito necessario che la Regione torni a gestire direttamente i lavori di realizzazione dell’opera.

Come detto, sulla stessa vicenda, è intervenuta anche la locale sezione di Rifondazione Comunista che ha approfondito la questione. “È incredibile come a distanza di più di un anno, dal 13 febbraio 2008 quando la Giunta Comunale ha approvato il ‘Progetto esecutivo del porto’, ci siano amministrazioni interessate che non risultano in possesso di tutti gli atti e delle informazioni relative al rispetto delle prescrizioni ambientali e paesaggistiche” si legge nel documento diffuso da Rifondazione. “Si tratta dell’ultimo tassello in ordine di tempo di un mosaico per nulla irreprensibile che vede il Comune di Molfetta operare come stazione appaltante nell’esecuzione dei lavori per il nuovo porto commerciale. Infatti, dopo il Consiglio dell’Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici che ha censurato il Comune sulla costruzione del nuovo porto inviando gli atti alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica e dopo l’invio alla Corte dei Conti da parte del Tar di Bari delle ordinanze (rigettate) di sospensione dei lavori di

costruzione della nuova foresteria della Capitaneria di porto, ora è la volta dei rilievi mossi dal Ministero dei Beni Culturali”. “Se queste sono le premesse, non possiamo che associarci alla richiesta del Circolo locale di Legambiente fatta in questi giorni a seguito della nota ricevuta ovvero sperare che la stampa dia il giusto risalto alla notizia in sé e che la magistratura valuti l’eventuale esistenza di condotte improprie. Dovere della politica però è anticipare laddove è possibile scenari compromessi e porre rimedi a condotte improvvide, ma prima di avanzare una proposta gioverà ricordare succintamente alcuni elementi di criticità emersi finora nella gestione della costruzione del nuovo porto da parte dell’Amministrazione comunale in carica”. “Il Consiglio dell’Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici di lavori servizi e forniture, un ente terzo, con Delibera n. 3 del 15 gennaio 2009 ha censurato l’operato del Comune disponendo la trasmissione degli atti relativi alla costruzione del nuovo porto alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, avendo ritenuto che “la condotta posta in essere dalla Stazione appaltante – il Comune – in ragione delle numerose irregolarità riscontrate (tutte strettamente lesive della corretta e tempestiva esecuzione dell’appalto) reca con ogni probabilità profili di potenziale danno erariale”. Si tratta della stessa autorità che riteneva non rispettosa la limitazione della concorrenza nell’appalto dei lavori a causa della presenza nel bando di gara di clausole che imponevano, a pena di esclusione, la dimostrazione della disponibilità di draghe di particolarissime caratteristiche esistenti in pochissime unità al mondo.” “Soltanto qualche tempo dopo, nell’aprile di quest’anno, vi è stata una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale di Bari, che ha accolto il ricorso proposto dal Ministero per le In-

frastrutture contro l’ordinanza con la quale il sindaco aveva sospeso i lavori di realizzazione della nuova Capitaneria di Porto. In quella circostanza il TAR non solo non ravvisò alcuna “situazione di pericolo effettivo ed eccezionale e imprevedibile per la pubblica incolumità e/o per la sicurezza urbana” e bacchettò il Comune per la “colpevole reiterazione delle ordinanze di sospensione in palese spregio all’ordinanza cautelare dello stesso Tar del 3 dicembre 2008”, ma ritenne doveroso trasmettere tutta la documentazione alla Procura regionale della Corte dei Conti, “ai fini dell’accertamento delle responsabilità amministrativocontabili ai sensi di legge”. Ciò vuol dire, in parole povere, che la comunità molfettese potrebbe essere chiamata a pagare i danni a causa della condotta del sindaco”. “E pensare che lo stesso Azzollini e la sua maggioranza avevano approvato il Piano regolatore del Porto (PRP) con la previsione della nuova Capitaneria esattamente lì dove sta sorgendo. A questi elementi aggiungiamo che il 2 marzo scorso, con Delibera di Giunta n. 51 avente ad oggetto il “Nuovo Porto Commerciale”, l’'Amministrazione comunale dava autorizzazione al Responsabile del Procedimento per la predisposizione, di fatto, di variante al Piano Regolatore Portuale poiché “gli operatori portuali, futuri fruitori del nuovo porto commerciale, hanno fatto richiesta all’Amministrazione comunale, per il tramite del Sindaco, di prevedere una portanza della banchina di Nord Ovest tale da consentire la movimentazione di containers”. Il progetto appaltato del porto subirà quindi una nuova variante che non è dato sapere se comporterà un aumento degli importi dei lavori, e questo sulla base di semplici segnalazioni di operatori portuali e non anche di studi economici a supporto che giustifichino la trasformazione in porto per movimentazione e stoccaggio container. Insomma, il progetto del porto

a un anno dalla sua approvazione subisce una variante forse perché non va più bene; a dimostrazione del fatto, più volte da noi segnalato, che così come concepito inizialmente il porto rischia di essere inutile nello scenario regionale, e invece utile può diventarlo a condizione che diventi un porto per il trattamento dei container, cioè una megastruttura che il contesto ambientale non può assolutamente reggere e che comunque abbisognerebbe di nuove e ulteriori procedure autorizzative con ulteriori ritardi e aggravi di spesa”. “Naturalmente a pagare le distrazioni del sindaco, le sue necessità propagandistiche potrebbero essere i cittadini, giacché ogni mancanza, ogni errore, ogni eventuale variante potrebbe significare un aumento dei costi dei lavori. Pensiamo che la misura sia ormai colma e, nell’attesa che i giudizi maturino nell’opinione pubblica e che altri organi dello Stato svolgano i loro compiti, nonché dopo ripetute denunce e critiche mosse all’Amministrazione comunale e al sindaco in questi mesi per come vengono gestiti i lavori della costruzione del nuovo porto e relativi ritardi connessi alla bonifica dei fondali dagli ordigni bellici, riteniamo che vi siano sufficienti e abbondanti elementi perché la Regione, ente che ha delegato il Comune nella gestione dell’affare Porto, torni a interessarsi di questioni così delicate e avvii con decisione la procedura per ritirare la delega alla stazione appaltante ossia al Comune di Molfetta conferita con Delibera di Giunta Regionale n. 2051 del 23 dicembre 2002. La richiesta si presenta come un atto dovuto a tutela della comunità cittadina, della corretta esecuzione dei lavori, del rispetto di tutte le prescrizioni previste e all'insegna della massima trasparenza amministrativa e del confronto pubblico istituzionale, cui ripetutamente in questi mesi il Sindaco e la sua amministrazione si sono sottratti anche nelle sedi deputate, disertando convocazioni di Consiglio Comunale”.



Inchiesta

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Il ritorno a casa: emozione unica Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1376

Anche una riunione straordinaria del consiglio comunale per festeggiare Ignazio Angione e Filomeno Troilo. Quasi quattro mesi da incubo e poi, tutto in una notte, la gioia per il rilascio e la tensione che è potuta sparire in pianti dirotti e in abbracci incontrollati. A casa di Ignazio Angione, direttore di macchia e Filomeno Troilo, cuoco, entrambi imbarcati sul rimorchiatore d’altura “Buccaneer” il Ferragosto è stato festeggiato nel migliore dei modi con l’annuncio del ritorno a casa dei propri cari tenuti ostaggio per tanto tempo da una banda di pirati somali. Un sequestro lungo, con trattative difficili e pericolose condotte tra l’ufficialità dei canali istituzionali e il sommerso lavoro dei servizi segre-

ti. La Farnesina, il ministero degli esteri italiano assicura che nessun riscatto è stato pagato per ottenere la liberazione. La sensazione è che difficilmente un gruppo di banditi, armati fino ai denti, possa dopo quattro mesi di “tira e molla”, decidere di liberarsi di un bottino “prezioso” per puro spirito umanitario. Una favola che non reggerebbe nemmeno di fronte ad un neonato. Ma va bene così, alla fine l’importante è che tutto si sia risolto nel migliore dei modi e che ora ci possa essere lo spazio giusto per ricominciare. Molfetta ha accolto “nel silenzio” la notizia della liberazione. Lo ha sot-

tolineato anche la corrispondente locale della “Gazzetta del Mezzogiorno”: niente fuochi d’artificio, niente clacson strombazzanti, niente cori e striscioni. Una notizia vissuta nell’intimità delle case, delle famiglie. Privata. Come privato è stato il dolore di quattro mesi. Mai una intervista, mai una protesta clamorosa. Solo il silenzio di chi aveva fiducia nelle istituzioni e poteva solo sperare. Poi alla fine la grande festa c’è stata: l’aula “Gianni Carnicella” di Palazzo Giovene, il sindaco, l’intera giunta comunale, i consiglieri e il vescovo, tutti schierati per accoglierli ufficialmente nel corso di una seduta straordinaria della massima assise cittadina.

“Voi non siete eroi – ha detto il sindaco Antonio Azzollini – siete il simbolo del lavoro, del sacrificio e della passione dei molfettesi che da sempre vivono per il mare e sul mare. È per questo che oggi vi festeggiamo con il massimo degli onori: una festa per voi e per tutti coloro che come voi danno onore alla nostra città con il loro lavoro”. E per suggellare degnamente il ritorno a casa non poteva mancare la consegna delle medaglie d’oro della municipalità che con grande emozione Angione e Troilo hanno ritirato ponendo la parola fine ad una vicenda che li ha segnati profondamente. Certamente più di quanto le parole ed i racconti possano oggi testimoniare.


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Inchiesta

Momenti di celebrità 1377

Telecamere e giornalisti hanno letteralmente preso d’assalto le abitazioni (e non solo) di Angione e Troilo. Una vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso l’intera città di Molfetta così come tutte le altre comunità cui appartengono gli altri 14 marittimi che hanno vissuto per quasi quattro mesi nelle mani dei pirati. Una vicenda che nell’epoca dei mass media non ha potuto non attirare giornalisti e telecamere come api al miele. La notizia c’era: prima quella del rapimento, poi il dolore e lo sconforto delle famiglie, ed ancora l’impegno delle istituzioni e i momenti di crisi. Per finire con l’annuncio della liberazione, l’aereo militare che trasportava gli ostaggi atterrato sulla pista dell’aeroporto di Ciampino, per finire all’arrivo a casa, l’abbraccio con i parenti e la seduta straordinaria del Consiglio Comunale. Tutto questo sotto le attente lenti delle decine di telecamere che hanno girato per Molfetta (e certamente per tutte le altre città di origine dei marittimi) a caccia dello scoop. Una caccia che ha pian pano trasformato in divi personaggi assolutamente marginali alla vicenda: dal vicino di casa impiccione, al marittimo che ne sa sempre una più degli altri, dal consigliere comunale che si è scritto sul bigliettino i nomi dei due rapiti (per non far brutte figure durante le interviste), ai familiari più prossimi che, in alcuni casi, hanno spalancato le porte delle proprie case a giornalisti, telecamere, tecnici e chi più ne ha più ne metta. Non è difficile immaginare quindi, in un futuro non tanto lontano, le comparsate varie: dalla Vita in Diretta a, Sabato&Domenica, passando per i tanti talk show del piccolo schermo non è escluso che Angione, Troilo e compagni possano continuare a vivere il loro momento di celebrità. E del resto non ci sarebbe nulla di male. È il minimo dopo ciò che hanno subito. L’importante è che si resti con i piedi di piombo ed umili. E non si chieda agli amici degli amici di farsi avanti per fare “proposte indecenti”. Una ce n’è già arrivata: abbiamo fatto finta di non sentire. La prossima, se mai dovesse esserci, potrebbe finire in altro modo. Per la serie: siamo buoni, mica fessi!

Quattro mesi e una vita Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1378

I ricordi di Ignazio Angione e Filomeno Troilo all’indomani del rilascio. Paura ed emozioni che si intrecciano e restano incancellabili. Accomunati dalla stessa città natale, dallo stesso lavoro e soprattutto dallo stesso destino, Ignazio Angione e Filomeno Troilo, due uomini semplici e semplici lavoratori del mare. Da poco più di quattro mesi la loro vita è cambiata, probabilmente definitivamente, non saranno più gli stessi, il peso del ricordo diventerà opprimente e ogni volta che quest’ultimo busserà alle loro menti il magone si farà asfissiante. È stato un periodo più nero del nero e peggiore del più terribile incubo, un lasso di tempo lungo, interminabile, in cui ogni singola parola poteva valere la vita oppure la morte. Gli occhi dei due lavoratori hanno ancora paura. Angione ripercorre timorosamente i momenti in cui i pirati lo hanno tenuto prigioniero assieme a Troilo e ad altri 14 marittimi. È stato un momento in cui hanno sentito scivolarsi la vita di dosso, in cui dinanzi a loro compariva in continuazione l’immagine dei cari lontani migliaia di chilometri e in cui il terrore cominciava a rendere irrazionale le azioni di ogni giorno e lo scorrere tragico del tempo. Angione è stato subito relegato nei locali macchine, nel cuore del Buccaneer, quasi all’inferno, ma forse l’inferno è un po’ più fresco dato che qua la temperatura sfiorava i 60 gradi centigradi. Il direttore di macchina è costretto con le armi dai pirati ad occuparsi delle apparecchiature di bordo assicurandosi che tutto stesse funzionando alla perfezione, pena la morte. Centoventi giorni di angoscia per il sig. Ignazio, in cui ha vissuto nell’assurda paura che magari un macchinario smettesse di funzionare e così anche la sua vita. Ha difficoltà a ricordare il momento in cui ha provato l’amara e terribile sensazione che non avrebbe mai più messo piede a Molfetta e non avrebbe mai più incrociato gli occhi dei propri cari, il momento più brutto in assoluto. Le scorte d’acqua erano terminate ed un dissalatore di bordo non era mai stato installato sul rimorchiatore. I pirati avevano sete e così tutti 16 marinai. I somali erano convinti che Angione avesse nascosto di proposito il dissalatore, magari per costringerli ad abbandonare la nave per necessità. Ed è qui che la loro ira si è abbattuta sull’ignaro direttore, percosso per una colpa non sua ma di colui che aveva preferito risparmiare piuttosto che acquistare uno stupido macchinario divenuto poi di vitale importanza. Angione, forse illuminato dal suo santo protettore o direttamente da Dio, si è inventato un sistema di fortuna per recuperare l’acqua di condensa dal condizionatore di bordo. Così i pirati si sono calmati e Angione è tornato a sperare nella vita e a sognare le torri gemelle del Duomo. Per Troilo, il cuoco di bordo che neanche doveva esserci su quella maledetta nave, la prigionia è stata come una spada di Damocle che pendeva egualmente sulla sua testa come su quella degli altri 15 marinai. La sua vita dipendeva paradossalmente anche dai litigi dei pirati che bisticciavano fra di loro. Litigi “lavati” a colpi di fucile, con proiettili sparati all’impazzata sul ponte della nave, che vagavano indisturbati e si riservavano il diritto di decidere fra la vita e la morte. “Ci si riparava come si poteva rivolgendo preghiere al Paradiso intero”, queste le

parole più eloquenti e più significative di un cuoco salito a bordo di una nave e fiero di averlo fatto per il bene della propria famiglia. Come non pensare a queste persone come a degli eroi, gente che ha conosciuto in questi quattro mesi di buio il reale valore della vita che a molti invece ancora sfugge, gente coraggiosa disposta a tornare a bordo di un rimorchiatore e magari disposta anche a tornare a solcare i mari somali soltanto per un tozzo di pane, gente di mare come del resto luna buona parte di molfettesi. Francesco Tempesta

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vita cambiata

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Anche la Chiesa è scesa in campo 1380

La preghiera dei fedeli per chiedere la liberazione dei due ostaggi. All’indomani del sequestro del Buccaneer che avvenne quasi in concomitanza con le tristi notizie degli espropri che arrivavano dal Venezuela, don Giuseppe de Candia, padre spirituale dell’Associazione Molfettesi nel Mondo e responsabile regionale della Migrantes, chiese alla stampa di abbassare i toni rifiutando anche di rilasciare dichiarazioni. La volontà era quella di attendere lo sviluppo degli eventi e di pregare per i concittadini in difficoltà. Così è stato come ha ribadito anche il vescovo Luigi Martella: “Oggi festeggiamo Ignazio e Filomeno per i quali tanto abbiamo pregato e il cui ritorno riempie di gioia i cuori di tutti i membri della nostra comunità”. Il vescovo, lo hanno dichiarato i familiari di Angione e Troilo, avrebbe anche voluto organizzare delle veglie di preghiera ma sono state le stesse famiglie a chiedere di non farlo.

Felicità espressa da tutti gli schieramenti politici Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1379

Del sindaco Antonio Azzollini la prima dichiarazione ufficiale cui hanno fatto seguito quelle de. Popolo della Libertà e del Partito Democratico. Numerose sono state le reazioni di felicità registrate nei momenti immediatamente successivi alla liberazione dei due ostaggi. “La notizia della liberazione degli ostaggi italiani tra cui i due marinai molfettesi, Ignazio Angione e Filomeno Troilo, è una gioia indicibile per l’intera comunità di Molfetta”. È quanto ha dichiarato il senatore Antonio Azzollini, commentando la notizia. “Ho seguito da molto vicino questa drammatica vicenda sin dall’inizio – ha proseguito il primo cittadino – e l’epilogo premia il delicato lavoro compiuto dalla Farnesina, oltre che lo straordinario coraggio civile dimostrato dalle mogli e dai figli dei due marinai molfettesi durante questi lunghissimi mesi.” “Finalmente – si è letto in una nota diffusa dalla segretaria locale del Popolo

della Libertà – possiamo tirare un sospiro di sollievo ed esultare. In questi lunghi mesi abbiamo rispettato la richiesta di riservatezza più volte espressa dalle famiglie di Filomeno Troilo e Ignazio Angione. La situazione, estremamente instabile e delicata, imponeva silenzio e silenzio è stato, nonostante in tutta la città non si parlasse d’altro e dovunque si trepidasse per la sorte dei nostri due lavoratori del mare.” Il Partito Democratico di Molfetta ha salutato con sollievo il buon esito della vicenda, ringraziando tutti coloro che a livello nazionale e internazionale hanno collaborato, e unendosi alla gioia dei marinai liberati e delle loro famiglie. “La storia di Ignazio e Filomeno, il direttore di macchina e il cuoco della Buccaneer – ha dichiarato il portavoce del partito, Giovanni Abbattista – rinsalda il doppio legame che lega Molfet-

ta al mare, i suoi uomini al lavoro sulle barche da pesca, sulle navi passeggeri, sui cargo che solcano gli oceani in tutto il mondo. Troppe volte i nostri marittimi hanno pagato un alto tributo al loro lavoro, spesso soffrendo in silenzio. Forse anche per questo, adesso che la paura è finita, la soddisfazione di tutti è più grande.” “Nei mesi d’attesa – ha detto ancora Abbattista – non sono mancati momenti di tensione, e un grande plauso va alle famiglie che con estrema discrezione e assoluta compostezza hanno vissuto questi difficili momenti. Nella speranza che l’opera di mediazione del governo si sia svolta con fermezza e nel pieno rispetto della legalità, c’è un piano umano in questa vicenda che non può essere ignorato. Ignazio e Filomeno restituiti all’abbraccio delle loro famiglie.”

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Inchiesta

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Una tragedia dimenticata Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1381

I parenti di Vito de Candia, marittimo morto mentre si trovava imbarcato, chiedono che venga fatta luce sulla tragica fine del loro caro.

Mentre l’intera città vive ancora l’euforia per la liberazione di Ignazio Angione e Filomeno Troilo, c’è un’altra famiglia molfettese che continua a chiedere che si faccia luce sulla tragica e misteriosa morte di un proprio caro. Lo scorso 11 aprile Vito de Candia, padre di due ragazze di 20 e 17 anni, cuoco imbarcato sulla motonave “Grand Galand’ di proprietà della Grimaldi di Napoli, dopo essere stato

soccorso a bordo dell’imbarcazione è deceduto nell'ospedale di Puerto del Rosario, nelle isole Canarie, dove era stato trasportato. La nave sulla quale l’uomo di trovava era di rientro dal nord Europa e si dirigeva in Africa. De Candia aveva avuto l’ultimo contatto con i familiari a Molfetta il 7 aprile, poi tre giorni dopo il ricovero in ospedale e quindi il decesso. Il signor Francesco Scisciolo, cognato

di de Candia, ci ha scritto per chiedere, attraverso le nostre pagine, che il sindaco di Molfetta possa interessarsi alla vicenda. “Mi chiedo – ha scritto Scisciolo – il maritimo Vito de Candia non era anche lui un rappresentante della nostra città nel mondo?”. La risposta è tanto dura quanto evidentemente reale: “A noi familiari pare proprio di no, visto che nessun rappresentante del Comune di Molfetta si è scomodato per

chiedere qualcosa ai parenti. Purtroppo è abitudine che quando le cose vanno bene allora i signori poilitici sono in primo piano a farsi complimenti, quando invece le vicende come nel nostro caso non hanno un buon fine allora vanno a finire nel dimenticatoio”. La speranza è, evidentemente, che Francesco Scisciolo si stia sbagliando. E che, soprattutto, qualcuno faccia luce su quanto accaduto.


In Città

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“Emilio Salgari”: protagonista della svolta della marineria molfettese Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1382

Quest’anno il “sorteggio” ha aggiudicato al motopeschereccio Emilio Salgari di Molfetta il ruolo di riserva nel portare la sacra immagine della Madonna dei Martiri. Il motopesca ha avuto l’onore di portarla per ben due volte: nel 1979 e nel 1989, con le “gemelle” Giovanna Francesca e l’Aviere Castriota, natanti già demoliti. La notizia, resa nota alcuni giorni fa dai mass-media del territorio, ha portato a commentare: chi è Emilio Salgari? Si sa che è un romanziere che ha scritto “Sandokan”, ma il peschereccio con l'omonimo nome chi lo conosce? La sua storia sarà uguale a quella dei tanti, altri pescherecci. Ma non è proprio così… Siamo negli anni ’60, con il boom economico. La cultura cantieristica molfettese era basata sul profitto degli armatori. I pescherecci di nuova generazione dovevano essere robusti, con motori potenti e tanto spazio per

le celle frigorifere al fine di contenere più quantità di pescato. Non si teneva conto del benessere né di rendere confortevole la vita a bordo... Il personale doveva lavorare di più se voleva guadagnare. Si riposava a prua, sottocoperta, insieme alle reti, con vestiti talvolta bagnati, anche per molti giorni, dipendeva da quando si riempivano le celle frigorifere. Si pranzava all’aperto, su un tavolo formato da cassette che poco prima avevano contenuto pesce e usando come sedie le stesse cassette bagnate. Il mozzo doveva lavare i piatti all'aperto e fare attenzione quando c'era mare mosso. Quando arrivava l’onda se qualche stoviglia sfuggiva la sanzione per il mozzo era di rimanere sveglio per una cala facendo lavori extra. Il mozzo di macchina doveva – mentre gli altri andavano a riposare – ogni due o tre ore riempire con una pompa a mano il serbatoio del combustibile per il motore. Una vita non proprio confortevole!

La svolta. Luglio 1965: il mare era calmo, il sole bruciava la pelle. All’orizzonte un natante: non si capiva la sua forma – strana per quel periodo – se si trattava di panfilo o peschereccio… Si avvicinava alle altre barche navigando a tutta forza, come se danzasse sulle onde: aveva la cabina prolungata, pitturata con colori vivaci e un disegno sotto la prora a forma di baffi. I pescatori degli altri natanti erano stupiti: mai visto un motopesca del genere! Al tramonto nel giro di dodici ore l’Emilio Salgari aveva fatto una calata di pesca in più e il suo pescato aveva superato di molto quello degli altri pescherecci. E non fu un episodio isolato… Era la prima barca con cabina “combinata”: l’equipaggio dell’Emilio poteva mangiare comodamente seduto a tavola. Il mozzo lavava le stoviglie usando il lavandino. I marinai riposavano in cuccette comode, pulite. Si poteva girare il timone di governo con un minimo sfor-

zo, poiché era idraulico, come un servosterzo. Il motorista e il suo aiutante non dovevano più pompare la nafta a mano ogni due ore. Il comandante, con abiti asciutti, manovrava i motori direttamente dalla cabina di comando. Era la prima barca ad avere come propulsore un motore potente da 195 CV Ansaldo turbo: attualmente questo motore si trova presso l’IPSIAM di Molfetta ed è oggetto di studio. Ormai la “febbre” dell’Emilio Salgari era alta. I maestri d’ascia di Molfetta capirono che i modelli che costruivano ormai erano obsoleti, bisognava tener conto anche della sicurezza e del benessere del personale. È stato chiesto all'attuale armatore, professor Leonardo de Pinto, perché, fra tante barche, suo padre, il comandante Peppino, detto "il Lungo" per la sua alta statura, scelse di comprare l’Emilio Salgari. “Mio padre come molti ne restò folgorato, se ne’innamorò, si appassionò tanto che con tanti sacrifici l’acquistò nel 1966. Il costo fu di 32 milioni e mezzo, prezzo molto alto per quel periodo. Iniziò così la sua avventura di comandante e armatore. Persona intelligente, generosa, curiosa, capace; dopo l’acquisto si trasferì a Taranto. Qui incominciò a scoprire nuovi mari pescosi, specialmente dei gamberi viola, una qualità pregiata, si spedivano ai ristoranti del nord”. Peppino era solito ospitare nella sua barca i marinai, a cui suggeriva che occorreva ormai dare una sterzata alla marineria molfettese. Oggi l’Emilio Salgari è la barca più “anziana” della flotta molfettese; ha 49 anni di età – la vita media di un peschereccio se ben curato si aggira intorno 30-35 anni di media – si è rifatta il look, sembra sempre giovane tra le sue concorrenti. È diventata una delle tante. Questa è solo una parte della vita dell'Emilio Salgari, la sua storia continua anche se la flotta dei pescherecci molfettesi è in palese declino, ma questa è tutta un'altra storia che merita di essere raccontata… Pantaleo de Trizio


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In Città

giovedì 3 settembre 2009

Paura in via Preti: residenti sgomberati Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1383

Si staccano pietre dai muri esterni del palazzo e sono comparse alcune inquietanti fessure. Presto via ai lavori di consolidamento.

“Sono anni che viviamo in queste condizioni e che il comune fa finta di niente: ora basta, non si può andare avanti così.” È lo sfogo di uno dei residenti nello stabi-

le comunale di via Preti, edificio situato nel centro storico a pochi passi dal Duomo, che negli ultimi giorni ha messo in allarme tecnici e amministratori dopo la

caduta di alcuni calcinacci e l’apertura di alcune inquietanti fessure lungo i muri di cinta. Tutto ha avuto inizio a ridosso di Ferragosto quando dallo stabile, realizzato nel 1700, si sono staccati alcuni frammenti di pietra che solo per puro caso non hanno colpito un passante. Dato l’allarme sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Molfetta, agenti della Polizia Municipale e tecnici comunali. Ad una prima occhiata tutto era sembrato regolare e, nonostante le proteste dei residenti, i tecnici avevano escluso possibili pericoli per cose e persone, disponendo comunque un primo sommario puntellamento dello stabile in attesa di procedere ad effettuare lavori di ripristino. Poi qualche giorno dopo il nuovo allarme e questa volta anche un ferito: un residente colpito ad un braccio da un altro frammento di pietra e per questo finito in ospedale. Di qui il nuovo intervento dei tecnici e la decisione di impedire il transito nella zona e di sgomberare le famiglie residenti per evitare conseguenze più

gravi e per velocizzare le procedure di intervento per il consolidamento. Uno sgombero accettato non certo di buon grado dagli inquilini cui, in prima battuta, era stato offerto un locale comunale, in larga parte semi interrato, situato sempre nel centro storico. In poche parole, in pochi metri quadrati avrebbero dovuto vivere nuclei familiari diversi e soprattutto tanti bambini. Una soluzione impossibile da accettare tanto da indurre i protagonisti della vicenda a piazzare mobili e brandine davanti a palazzo Giovene: un segno di protesta che, fortunatamente, non è passato inosservato e che ha spinto il sindaco ad individuare altri appartamenti di proprietà comunale da concedere temporaneamente alle famiglie allontanate da via Preti in attesa che vengano completati i lavori di ristrutturazione del vecchio immobile che ospita quattro appartamenti del comune ed uno di un privato e che, una volta totalmente recuperato, tornerà ad accogliere le famiglie dei cittadini indigenti che ne avranno diritto.


Speciale Sagra

giovedì 3 settembre 2009

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Pochi giorni e sarà di nuovo Fiera Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1384

Tutto è pronto per la grande festa. Quest’anno si parte il 6 settembre e si chiude cinque giorni dopo. Con agosto ormai alle spalle, e si spera lo sia anche la tortura del caldo, la città di Molfetta si prepara alla grande festa patronale della Madonna dei Martiri, o meglio “la Fiera”, che quest’anno anticipa l’apertura dei festeggiamenti al 6 settembre, giorno in cui, precisamente alle ore 20, migliaia di lampadine saranno accese e con loro lo spirito “festaiolo” di tutta la cittadinanza, o per lo meno di chi ancora aspetta la ricorrenza come una sorta di spartiacque dell’anno che decreta la fine della vacanze e la ripresa di tutte le attività lavorative e scolastiche. Anche quest’anno il calendario si presenta ricco di appuntamenti sia della sfera prettamente liturgica, con la tradizionale processione e sagra in mare del simulacro della Madonna, martedì 8 settembre, sia di quella paganeggiante e di carattere ludico, con le luminarie verso cui inevitabilmente si è portati a volgere lo sguardo fino a

ritrovasi col naso all’insù e la bocca aperta, con le bancarelle che sembrano moltiplicarsi ogni anno invadendo Corso Dante ed il porto e le giostre, che a dispetto di ormai puntuali dicerie mantengono la loro dislocazione presso la Secca dei Pali. Tra le novità, oltre all’anticipazione dell’inizio al giorno 6 settembre, coincidente con la domenica, si propone il concerto della Corale e Orchestra dell’Associazione Polifonica di Giovinazzo, diretta dal maestro Antonio Dangelico, gruppo concesso dalla Provincia di Bari e che si esibirà in Corso Dante proprio in occasione dell’apertura ufficiale delle celebrazioni in onore della compatrona molfettese. Accanto a questa ci saranno le esibizioni del Gran Complesso Bandistico “S. Cecilia” e “A. Inglese” di Molfetta, dello Storico Premiato Gran Concerto Bandistico di Conversano e del Premiato Gran Concerto Bandistico “F. Ferraioli” di Lan-

ciano, senza tralasciare la tipica e familiare Premiata Bassa Musica di Molfetta, che percorreranno le strade portando lo “spirito della fiera” un po’ in tutti gli angoli della città. Altra particolarità, come ci conferma il responsabile delle relazioni esterne del Comitato Feste Patronali, maresciallo Salvatore Binetti, è proprio nella copertina del opuscolo del programma, in cui è riportata un’antica stele risalente al XVIII secolo e custodita nel Duomo di Molfetta, da cui si pensa si sia tratto spunto per realizzare il simulacro mariano attuale, con l’intento di tutelare la festa patronale non solo negli aspetti più tradizionali, ma anche in quelli legati al prezioso bagaglio di beni artistici che costituiscono le basi della festa così come si presenta oggi ai nostri occhi. Ma la fiera è fatta soprattutto dai molfettesi, non solo coloro che per quattro giorni si riversano nelle strade principali, cuore della festa, coloro che af-

follano i locali del centro, che fanno le ore piccole alle giostre e aspettano con ansia la consueta gara di fuochi pirotecnici, coloro che non possono perdere il rito dell’imbarco e sbarco della statua della Madonna; la fiera è fatta soprattutto da chi ripone le proprie energie in quella complessa macchina organizzativa. Dai problemi logistici legati al traffico, ai vari iter burocratici da seguire, dalla raccolta delle offerte e dei finanziamenti, all’attinenza alle note episcopali, fino al rispetto delle regole igienico-sanitarie della fiera del bestiame che rischia di non aver più luogo a causa dell’inadeguatezza degli spazi finora utilizzati e ormai destinati alla costruzione del nuovo porto. Di tutto questo ed altro ancora si occupa il Comitato Feste Patronali che come ogni anno riesce a confezionare un evento da donare alla cittadinanza intera. Isabel Romano

L’ultimo sorteggio del “Gerardo I” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1385

Il motopesca degli armatori Lucrezia ed Elena Spadavecchia è oramai pronto per andare in disarmo. Condurre il simulacro della Madonna dei Martiri tra le onde del mare continua ad essere uno dei momenti più suggestivi della festività, soprattutto per chi da quell’elemento naturale trae il proprio sostentamento, per chi vive per e con il mare. Quest’anno l’onore, tutto marinaresco, di poter prendere in consegna la statua e portarla tra quelle acque familiari è toccato al motopeschereccio “Gerardo I”, degli armatoti Spadavecchia Lucrezia ed Elena, affiancato da altri due motopescherecci: “Emanuele Padre” degli armatori Germinario Mauro, Gadaleta Cosimo e Gadaleta Nicola, “Giubileo” degli armatori Brattoli Giovanni e Cappelluti Modesto. L’assegnazione di questo “privilegio”

avviene attraverso quello che ormai è diventato “il rito del sorteggio” presso la sede dell'Associazione Armatori di Pesca in via S. Domenico, il momento in cui si attende col fiato sospeso quel fatidico numero. Ad ogni peschereccio molfettese, come ci spiega il maresciallo Salvatore Binetti, è assegnato preventivamente un numero progressivo, ad eccezione del numero 8 che da sempre è considerato il numero della Madonna, proprio il numero del giorno che la vede protagonista in città. I numeri estratti prima dell’8 sono eliminati; si attende quindi l’uscita del numero 8 e finalmente quella del numero successivo: sarà proprio quello il numero fortunato, il numero che secondo una credenza popolareg-

giante è stata la stessa Santa Patrona a chiamare, a portare con sé dopo la sua uscita. Successivamente spetta all’armatore sorteggiato accettare tale compito e scegliere la proprie “damigelle”, le barche che lo affiancheranno e che possono variare da una a due, a seconda della grandezza strutturale della barca sorteggiata. L’estrazione di quest’anno arriva quasi inaspettata ma ben gradita per il “Gerardo I”: è questo infatti l’ultimo anno di attività di pesca per il motopeschereccio prima del suo “pensionamento”. Fortuita coincidenza, o piccolo intervento divino? Sta di fatto che l’armatore ha accolto l’avvenimento come segno di buon auspicio. Oltre alla contentezza, all’orgoglio

di essere i “prescelti”, ci sono altri aspetti da tenere in considerazione, come ci illustra il professor Leonardo de Pinto, vice presidente del Comitato Feste Patronali; i motopescherecci in questione dovranno far fronte a varie spese per l’evento, ma soprattutto perderanno il guadagno di tre giorni lavorativi, e ciò non di rado ha portato imbarcazioni sorteggiate a rinunciare all’ambito compito. Nonostante tutto anche quest’anno, per le ventitre imbarcazioni partecipanti al sorteggio, la fede marinaresca verso la Madonna dei Martiri è andata oltre qualsiasi crisi e ristrettezza economica. Isabel Romano


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Speciale Sagra

giovedì 3 settembre 2009

La Sagra di Settembre: un po’ di storia Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1386

A cura del professor Cosmo Tridente L’8 settembre è una data scolpita nel cuore di ogni molfettese. È la festa della Madonna dei Martiri, proclamata Compatrona della città di Molfetta dal cardinale Federico Tedeschini il 1° luglio 1951. Gli storici locali attestano l’autenticità di questa festa facendo risalire le sue origini al secolo XII. Sin d’allora ai molfettesi in festa si aggiungevano numerosissimi pellegrini giunti dai paesi vicini per venerare la sacra icona della Vergine e i mercanti esponevano le loro mercanzie lungo il litorale e la muraglia della città vecchia. Fino alla metà dell’Ottocento, veniva portato in processione dal Santuario alla Cattedrale il quadro, ritenuto miracoloso, raffigurante il busto della Vergine Maria che stringe al petto Gesù Bambino, sul fondale di un manto retto da due angeli. Da quando poi, a soddisfacimento di un voto, venne donata al Santuario una statua in legno della Madonna, si preferì recare quest’ultima in processione. Pertanto, a partire dal 1846, alla cosiddetta “fiera” si aggiunse la sagra folcloristica con i suoi momenti più suggestivi: l’uscita del simulacro della Vergine, l’imbarco su due barche sorteggiate annualmente, la processione dal porto alla Cattedrale e il suo rientro in Basilica, tra canti, inni

e preghiere che il popolo di Molfetta innalza a dimostrazione dell’intima fede e devozione alla Madre di Dio. La processione a mare non ebbe luogo nel 1940, date le tristi circostanze dovute alla guerra in atto. Infatti, quell’anno, il calendario della sagra settembrina dovette subire una variante, come da programma riportato su “Luce e Vita” n. 27 del 31 agosto 1940, di cui riporto il testo: Al mattino saranno celebrate numerose SS. Messe al Santuario e alle ore 8 terrà basso pontificale S.E. Mons. Achille Salvucci. Nel

pomeriggio di detto giorno sarà portato in processione per terra il simulacro della Vergine Santa dal Santuario alla Cattedrale. A S. Domenico, S.E. Mons. Vescovo, col Capitolo Cattedrale attenderà l’arrivo della Vergine. Per otto giorni la Vergine S.S. rimarrà in Cattedrale dove ogni sera, alle ore 19, sarà celebrata una funzione con la recita del S. Rosario, il canto delle Litanie a cui seguirà una preghiera per la Patria, per i soldati e la vittoria delle nostre armi. Tutto il popolo è invitato ad accorrere numeroso per pregare in questi decisivi momenti la Vergine Santissima dei Martiri. Il giorno ottavo e cioè il 15 settembre, nel pomeriggio, in processione sarà riportata la statua della Vergine nel suo Santuario. Negli anni ’50 del secolo scorso appena giunta la Madonna in Cattedrale dopo lo sbarco, il vescovo pro-tempore usava cantare la Salve Regina e dopo avere recitato l’Oremus della Santissima Vergine, rientrava in episcopio. Subito dopo aveva inizio la processione accompagnata dal Capitolo Cattedrale percorrendo via S. Pietro, via Chiesa Vecchia e giunta all’arco della terra il Capitolo rientrava in Cattedrale, mentre la processione continuava il suo percorso per le principali vie cittadine fino al suo rientro in Cattedrale a notte inoltrata. Nel pomeriggio del giorno seguente la Madonna rientrava processionalmente al Santuario. Il Capitolo accompagnava il simulacro fino al largo S. Angelo. Qui il clero si ritirava e il corteo processionale proseguiva con la partecipazione dei Frati Minori e di una innumerevole moltitudine di persone, secondo questo percorso: via Vittorio Emanuele (davanti all’abitazione di Mauro Oronzo Valente), via Sergio Pansini, via Madonna dei Martiri e via Bisceglie fino all’altezza del tempietto votivo fatto costruire nel 1840 da Pantaleo Poli per grazia ricevuta. A quell’epoca la strada litoranea per recarsi al Santuario era un sentiero sassoso, pressoché impraticabile. Quella del rientro era una processione davvero commovente: di tanto in tanto si udivano grida strazianti, invocazioni pietose, appelli di ammalati confinati nel

letto e imploranti aiuti, grazie e salute; gemiti di donne che raccomandavano i loro cari vicini e lontani alla protezione della Madonna; madri con in braccio i loro pargoletti in atteggiamento di volerli offrire alla Madonna; mani protese verso la statua in atto di dare e ricevere baci dalla stessa Madonna; qualche brevissima sosta per gli immancabili fuochi pirotecnici e per prendere dai devoti ori,

offerte in denaro e giù giù via di seguito sempre così fino alle ultime abitazioni. Tutta la folla immensa di fedeli si stringeva compatta attorno alla Vergine e con solidale impeto di fede recitava il S. Rosario fino all’arrivo della statua alla porta d’ingresso del Santuario. La permanenza di un solo giorno in Cattedrale suscitò un certo malcontento nel popolo molfettese, specie nelle persone anziane che, non potendo tanto camminare, l’unica possibilità di vedere la Santa Vergine era la sosta di una settimana in Cattedrale. Per cui, a partire dagli anni ’60, previo accordo del Comitato Feste Patronali con la Curia Vescovile, si decise di tenere in Cattedrale la statua della Madonna fino alla domenica successiva all’8 settembre. Una eccezione fu fatta nel 1973 allorquando, per episodi di colera, la processione a mare si tenne il 22 settembre di quell’anno e il 23 settembre il simulacro fece ritorno al Santuario. Nonostante le mutazioni dei tempi e delle consuetudini, l’attaccamento del popolo molfettese alla festa della Madonna dei Martiri – sia per la sagra a mare, sia per la ricorrenza della fiera – continua ad essere profondo ed intenso e all’amore per la tradizione si mescola un genuino senso religioso.


giovedì 3 settembre 2009

Cultura & Spettacoli

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La sorprendente arte di Raffaele Cappelluti Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1387

Miniature che raccontano emozioni e quotidianità realizzate su materiale rubato al tempo.

L’arte e gli artisti molfettesi non finiscono mai di stupire i fortunati che possono ammirare opere che nulla hanno da invidiare a quelle ben più famose di numerosi artisti internazionali. Sono tanti coloro che producono per il piacere “del bello” donando alla loro città momenti di assoluto valore culturale. Dal 29 agosto scorso, nell’ambito della manifestazione “Arte

Le vetrine espongono, le vetrine mostrano, le vetrine svelano e offrono, le vetrine sono gli spazi dove, sotto il chiarore insistente e abbagliante dei riflettori, gli oggetti allocati prendono luce, stimolano sogni e provocano desideri fuggevoli o incantesimi effimeri. La vetrina è il punto in cui frequentemente il reale e il fantastico abbandonano la propria connotazione,

e Solidarietà” in programma negli spazi espositivi del Molfetta Outlet Fashion District, ad esporre è l’artista molfettese Raffaele Cappelluti che, con le sue opere, torna ancora una volta “in vetrina”.

congiungendosi, sovrapponendosi, annullandosi, fino a divenire attrazione. Esistono anche delle vetrine dove al posto dell’invadenza e della pubblicità, si espongono storie. Come le librerie o le gallerie d’arte.

E così, oltre che al Fashion, in questi giorni nella vetrina dell’agenzia Einaudi di Mauro Altomare, come al solito immerso se non affogato nelle nuvolette di fumo delle sue sigarette, nascosto e risucchiato tra gli alti e affollati scaffali di libri d’arte straordinari, di altri mille libri sui quali saltella la quasi esile silhouette dello struzzo, vengono esposti alcuni quadretti di Raffaele Cappelluti. Sono piccole nature morte appoggiate su delle tavole di legno recuperate dagli abbandoni sul porto, ancora intrise di acqua di mare e macchiate di lubrificante e su cui i graffi e gli sfregi del tempo hanno lasciato vistose e laceranti ferite che non rimargineranno mai più. Quelle tavolette sono diventate il supporto ideale di una pittura minuta e intima, evocata attraverso il sentiero della memoria e della poesia. Le piccole nature morte di Cappelluti hanno il gusto dell’aneddoto, escludono dalla loro illustrazione qualunque forma di riferimento alla letteratura dell’angoscia e dell’ansia, a qualunque intromissione di mitologie e di miti rumorosi e sgargianti. In esse vengono allocati oggetti umili e senza valore, il cui accostamento molto spesso occasionale e inverosimile, pone la pittura di Cappelluti ad un passo dall’astrattismo e in un tempo indefinito. Un tempo senza misura e soprattutto senza l’ansia di emulare il reale poiché, come scrive lo storico d’arte Christian Deydier: “l’arte deve essere capace di sfidare il tempo. L’arte contemporanea invece è fatta di opere biodegradabili, destinate a scomparire, a non esserci, anche per i materiali con cui sono fatte. È un’arte legata alla moda e alla televisione”. Le nature morte di Cappelluti rappresentano oggetti dalle linee semplici, apparentemente inanimati e resi opachi dall’impercettibile strato di polvere che vi si deposita sopra durante l’abbandono. Lo sguardo che vi si poggia indugia su quella parte di mondo che preferisce scoprire le pro-

spettive più remote, senza farsi mai prendere dalla tentazione di smuovere l’ordine e la grazia di quell’angolo che si è salvato dalle sollecitudini e dalle frequenze moderne. È una pittura che si fa prendere dall’incanto leggero e fantasioso, assaporando il gusto del ricordo. Che fa stringere il cuore dalla tristezza di quegli oggetti di pessimo gusto di “gozzoniana” memoria. È una

pittura di interno, da camera, dai toni pacati, rarefatti e lenti, che non vuole apparire in nessun modo luccicante e invadente, che non vuole declamare, ma che ama le brevi declinazioni dei sentimenti quotidiani. In occasione della mostra in svizzera, il gallerista Luc Doret ha scritto a Raffaele Cappelluti che “…vos peintures sont touchants”, commoventi, toccanti. Questo è il contenuto della pittura di Raffaele Cappelluti. Questa è la sua pittura. Metodica. Senza soprassalti o tumulti. Senza simboli, eroi o killer. Una pittura iniziata nell’infanzia, copiando i quadri di Morandi o di De Pisis pubblicati nell’ultima pagina di Famiglia Cristiana o le immaginette stampate sulle scatole di latta profumate di spezie e di aromi lontani. Copiando le copertine sbiancate dei libri della Bur o le conchiglie avvolte da mille incrostazioni che rassomigliano alle mille storie che sbadatamente dimentichiamo ogni giorno ma che la nostra memoria trattiene silenziosamente nel cuore.


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Cultura & Spettacoli

giovedì 3 settembre 2009

Tra concerti e teatro una stagione estiva da ricordare Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1388

Soddisfatto dei risultati raggiunti il presidente della Fondazione Valente, Pietro Centrone.

Si è conclusa anche quest’anno la stagione estiva molfettese tutta dedicata al lieto intrattenimento. “Ricca di risultati positivi e grandi soddisfazioni ma anche molto impegnativa”, afferma il dirigente dell’amministrazione provinciale nonché presidente della Fondazione Valente, Pietro Centrone. “Abbiamo organizzato molti concerti di musica classica, di sinfonica, produzioni musicali e concerti con artisti di livello nazionale con grande successo ed enormi

consensi”. A regalare importanti risultati è stato uno dei più recenti appuntamenti, stiamo parlando del concerto dei Pooh, che si sono esibiti lo scorso 18 agosto presso la banchina San Domenico in occasione del loro ultimo tour dal titolo “Ancora una notte insieme”. “Potremmo definirlo un doppio avvenimento questo che abbiamo realizzato – ci spiega Centrone – in quanto non soltanto insieme abbiamo festeggiato i cinquant’anni di attività musicale del

gruppo, ma anche perché è stato sperimentato su un sito inedito e il fatto di aver registrato cinquemila presenze da stimolo per proseguire in concerti che abbiano il massimo dell’utenza possibile. Molfetta ha sempre il problema dei siti idonei ai grossi nomi per cui la possibilità di offrire il concerto solo a mille persone è un limite non soltanto per noi organizzatori e promotori ma anche per gli stessi artisti abituati a diverse migliaia di spettatori e che dunque non accettano facilmente una piazza nella quale il contenitore è limitato. Nonostante ciò tutti gli eventi e le manifestazioni organizzati hanno avuto il massimo del gradimento del pubblico e della congruità in termini numerici di affluenza e di adesione. Abbiamo fatto un riding con l’esemplare attore Giancarlo Giannini, una co-produzione con il cantante Ron e l’orchestra sinfonica della Provincia, tre spettacoli interessanti e gratuiti nell’auditorium di San Domenico e al cinema Odeon e di questo possiamo ritenerci più che soddisfatti; se pensiamo poi che l’ultimo ap-

puntamento con Antonello Venditti, in programma il 19 settembre prossimo, evento nazionale a favore della Lega Italiana per la Lotta contro i tumori e che gode del Patrocinio del Presidente della Repubblica, della Regione Puglia, della Provincia di Bari e del comune di Molfetta, ha registrato il tutto esaurito già da un mese, non si può che essere orgogliosi e felici. Tenteremo, ed in corso ci sono delle trattative, di far sì che questo evento possa essere fruito da tutta la città e da tutto il territorio spostandolo sulla banchina San Domenico”. Sicuramente è prematuro poter delineare un programma 2010. Normalmente verso la fine di ogni anno già si stilano le linee di intervento e si formulano progetti che poi si vanno a realizzare con i cast e i manager ma sappiamo che già nel mese di dicembre potremo assistere ad un concerto di classe sulle note del pianista cinese Lang Lang. L’inizio di una nuova meravigliosa stagione artistica? Marilena Farinola


Sport

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Tutti pronti per divertirsi Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1389

Dalla prossima settimana si fa sul serio. Comincia il calcio poi, via via, partiranno tutti gli altri campionati. Manca davvero poco al via dei vari campionati che vedranno protagoniste le tante società molfettesi attrezzatesi per raggiungere obiettivi certamente prestigiosi. La lotta per la promozione o per garantirsi una salvezza tranquilla coinvolgerà dirigenti, tecnici ed atleti e farà compagnia a tifosi e appassionati sino a maggio del 2010. Certamente sarà tra le squadre protagoniste del campionato nazionale di A1 l’Hockey Club del presidente Massimo de Palma affidato, per il terzo anno consecutivo, all’argentino Josè Vianna. I pattinatori biancorossi si presenteranno con una formazione in larga parte rinnovata e che potrà contare oltre che sui molfettesi veraci anche su atleti della vicina Giovinazzo e della lontanissima Argentina. L’avversario più difficile da superare, però, sarà senza ombra di dubbio il nuovo regolamento che metterà a dura prova le capacità degli atleti e, soprattutto, degli arbitri. Nel mondo del basket, campionato di A Dilettanti, la Virtus prova ancora a ri-

prendersi dallo shock legato alle notizie sulle condizioni di salute di Lollo Di Marcantonio e che ha sconvolto l’ambiente. In attesa di rivedere in campo il ragazzone romano, i suoi compagni di squadra lavorano con intensità per prepararsi alle sfide di Coppa Italia e poi, il 26 settembre al via del nuovo campionato con la difficile trasferta in quel di Matera, contro la stessa squadra con cui si era chiusa la passata stagione. Per l’esordio davanti al pubblico amico bisognerà attendere il 4 ottobre quando al

PalaPoli arriverà il Perugia. Terza serie nazionale anche per la pallavolo che avrà il battesimo del fuoco il 19 settembre quando per la prima giornata di campionato ad esibirsi al di là della rete ci saranno i coriacei avversari dell’Alberobello. Prima casalinga anche per l’Azzurra nella B2 femminile con il primo ostacolo targato Battipagliese. Nel mondo del calcio i primi passi della stagione li sta muovendo il neo promosso Real Molfetta che si prepara ad affrontare il campionato nazionale di se-

rie B con la prima sfida in programma a Molfetta contro il Loreto il 3 ottobre. Nel frattempo la prima squadra e le formazioni Under 18 e Under 21 saranno ufficialmente presentate a stampa e tifosi il 14 settembre a partire dalle 21 presso il Roof Garden della sala ricevimenti Nettuno. In chiusura spazio al Liberty del presidente Nicola Canonico: uno scossone è arrivato dopo il ritiro in Toscana. Via senza troppe spiegazioni mister Riccardo Di Giovanni e panchina affidata all’altro molfettese Vincenzo del Rosso, proveniente dalle brillanti esperienze in serie D con Noicattaro e Grottaglie. Mercato in entrata e in uscita ancora aperto e squadra attesa dalla prima uscita ufficiale il 6 settembre quando al Paolo Poli arriverà il Lucera per la prima giornata di campionato. Poi il 10 settembre subito derby contro il Bisceglie per la Coppa Italia, quindi il 13 trasferta a Massafra e il 17 (giovedì) ancora campionato con il derby casalingo contro il Trani.

Golfisti vincenti Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1390

Primo posto per la coppia Claudio-Ayroldi a Savelletri Ancora un prestigioso successo per la Molfetta Golf Association, l’associazione nata qualche tempo fa in città che raggruppa diversi appassionati di uno sport, il golf appunto, che sempre più sta prendendo piede tra gli appassionati italiani. Nello scorso week end del 29 e 30 agosto i portacolori molfettesi hanno preso parte alla tappa pugliese del diciottesimo Trofeo Lacoste svoltosi sul campo a diciotto buche del prestigioso percorso del San Domenico Golf di Savelletri. La partecipazione delle cinque coppie molfettesi è stata resa possibile Lacoste a Molfetta. Dopo due giorni di dalla coppia molfettese composta da grazie al fattivo interessamento di Livio gara, il gradino più alto del torneo di Bruno Claudio e Martino Ayroldi che Masciopinto, esclusivista del marchio Seconda Categoria è stato conquistato hanno sbaragliato la concorrenza di

altre 51 coppie e conquistato il diritto a partecipare alla finale nazionale in programma il 26 settembre presso le Terme di Saturnia. Tra le cinque coppie targate MGA una sola quella “mista” e composta da Dorina Ruggieri ed Ennio Centrone, quest’ultimo direttore sportivo dell’associazione. “Siamo felici del successo raggiunto – ha dichiarato proprio Centrone – è il segnale che stiamo crescendo e ci stiamo migliorando. Sono convinto che riusciremo a centrare in futuro altri prestigiosi obiettivi”. Magari cominciando dal Torneo Aci in programma il 6 settembre sul Percorso Acaja di Lecce. In bocca al lupo!


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Sport

giovedì 3 settembre 2009

Torna l’appuntamento con la grande marcia Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1391

Il 5 settembre la gara organizzata dall’Olimpia Club Molfetta. Archiviati da poco gli straordinari successi tecnico-spettacolari riportati con le organizzazioni del “Campionato Italiano di Società su Pista Allievi/Allieve” svoltisi sugli impianti dello stadio comunale Paolo Poli, i solerti dirigenti della benemerita società molfettese Olimpia Club sono già fortemente impegnati nel consueto e appassionante appuntamento annuale con la grande marcia giunto felicemente alla ventitreesima edizione. Infatti, come sempre, sarà il collaudatissimo circuito cittadino del borgo antico e del lungomare Colonna che, con il suo fascino e le sue tradizioni, ospiterà il classico evento su strada, la cui edizione di quest’anno è riservata alla “Terza Prova del Grand Prix Nazionale di Mar-

cia maschile e femminile km 10” per le categorie Seniores/Promesse/Juniores/ Allievi. Come si evince, continua e si rinnova, con sempre maggiore coinvolgimento, l’antico feeling tra la città di Molfetta e la marcia azzurra legate, da ben 23 edizioni, da un filo invisibile che di anno in anno ripropone sulle strade della nostra città il suo momento di spettacolo dall’elevato contenuto tecnico. Naturalmente, anche in occasione di questo prestigioso appuntamento, non mancherà lo spettacolo di sempre, grazie alla partecipazione dei migliori specialisti della marcia italiana e mondiale che, beneficiati dal fascino della notturna e motivati dai tantissimi sportivi ed appassionati, si contenderanno la vitto-

ria finale per aggiudicarsi il “Ventitreesimo Memorial Gino Del Re – Diciasettesimo Trofeo Gianni Carnicella”. Sarà certamente un importante test di verifica per gli atleti azzurri reduci dai Campionati Mondiali in programma a Berlino a metà agosto che avranno modo di confrontarsi con i tanti giovani emergenti della marcia italiana. A completare il complesso programma tecnico della manifestazione, si svolgerà la “Settima Prova del 13° Trofeo Puglia di Marcia” che la FIDAL Regionale ha affidato all’Olimpia Club e che vedrà sul circuito del borgo antico alternarsi le categorie Esordienti maschili e femminili (per 1 giro del percorso), Ragazzi e Ragazze (2 giri), Cadette (3 giri) e

Cadetti (4 giri), di cui certamente non mancheranno di mettersi in evidenza le future promesse della marcia pugliese. L’appuntamento, quindi, per i tanti sportivi ed appassionati anche delle altre regioni, è per sabato 5 settembre con inizio gare alle 18 per le categorie giovanili e alle 19 per la 10 km Sen/Prom/ Jun/All. maschile e femminile (10 giri del percorso). Il tradizionale circuito cittadino di 1 km si snoderà da corso Dante Alighieri (partenza altezza Cattedrale) con direzione piazza Garibaldi, via Mazzini, lungomare Colonna (giro di boa altezza via G.B. Verni) ritorno lungomare Colonna, via Nicolò Altamura, corso Dante (giro di boa) arrivo (altezza Cattedrale).

Buoni risultati per la Vogatori Molfetta Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1392

La squadra nata nel 2007 ha ben figurato alla XV regata dei Gonfaloni organizzata a Pescara. Grande e prestigiosissimo risultato dell’associazione “Nautilus Vogatori” alla XV regata dei Gonfaloni della città di Pescara. La competizione si è svolta nei giorni 8 e 9 agosto e ha visto la partecipazione di 14 equipaggi provenienti da tutta Italia. La prima giornata aveva già visto il Nautilus nelle posizioni di vertice grazie al tempo di 11’20”28 che gli è valso il secondo tempo in classifica. Purtroppo, però, durante le gare della seconda giornata, i vogatori molfettesi non hanno saputo replicare, complice l’imbarcazione pesante assegnatali dal sorteggio, chiudendo così con il decimo tempo di 11’40”31. Un tempo che certamente sta stretto ai ragazzi del Nautilus, abituati a prestazioni eccellenti e forse condizionati anche da un mix di emozione e nervosismo. A causa del decimo tempo la squadra è scivolata al quarto posto in classifica,

il che le è valso l’esclusione dalla finalissima per il primo posto e l’ingresso nella finalina per il terzo posto. Terza posizione che purtroppo è

la barca pesante. Alla competizione pescarese hanno partecipato anche altre squadre provenienti da Molfetta quali l’associazione sportiva “Vogatori Molfetta”, “la Bilancella Molfetta” e la “Lega Navale Molfetta”. Questi equipaggiamenti hanno un po’ deluso le aspettative classificandosi rispettivamente all’ottavo, nono e dodicesimo posto. L’associazione “Nautilus Vogatori” è nata nel 2007 grazie all’iniziativa di alcuni ex vogatori, allo scopo di rendere competitiva la città di Molfetta a livello nazionale. Si tratta di Damiano del Vescovo, attuale presidente, Luigi del Vescovo, attuale amministratore, e del mar. Salvatore Damato, attuale segretario. Una squadra che non si pone limiti e decisa a puntare sempre sfuggita grazie sia alla bravura della più in alto. Di sicuro i risultati finora squadra di Brindisi che all’ennesimo non le danno affatto torto. sorteggio sfortunato che ha assegnato ai vogatori molfettesi nuovamente Francesco Tempesta


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Non solo Ubuntu e Linux a volontà Una delle riviste più interessanti per tenersi aggiornati sul mondo Linux e Open source è Linux Magazine e proprio da questa estrapoliamo la “top ten” delle distribuzioni di Linux aggiornata. Abbiamo visto in passato che Linux durante la sua vita ha visto nascere decine di progetti paralleli che hanno dato vita a distribuzioni autonome e con proprie caratteristiche e funzionalità. Potete provarle tutte senza alcun problema e scegliendo quella che vi piace di più sia come filosofia di progettazione che gradimento estetico. Sono tutte belle e stabili. Per facilità d’uso ho ritenuto Ubuntu la base su cui organizzare le lezioni ma anche le altre non sono da escludere. Mandatemi le vostre impressioni: giulio.cosentino@gmail. com. Le descrizioni delle singole distribuzioni di Linux sono estrapolate dalla meravigliosa e sempre open source (CC) it.wikipedia.org

dotto open source, coinvolgendo la comunità nel processo di sviluppo. La versione di 10.0 di SUSE, rilasciata il 6 ottobre 2005, è stata la prima ad usufruire del contributo del progetto OpenSUSE. L'ultima versione, OpenSUSE 11.1, è stata rilasciata il 18 dicembre 2008. Quarta: Linux Mint è una distribuzione GNU/ Linux per personal computer. Si basa su Ubuntu e usa sia repository propri, sia quelli di Ubuntu. Mentre il nucleo di Linux Mint è basato su Ubuntu, il design, alcune applicazioni e in generale l’interfaccia utente, sono sviluppate direttamente dal team di Linux Mint: le differenze includono dei temi, codec multimediali, un menù personalizzato ispirato a quello Classifica di Linux Magazine (www.linux-magazine.it) di Windows Vista, una collezione di strumenti di sistema progettati per 1) Ubuntu (www.ubuntu.com) semplificare l’utilizzo del sistema agli utenti. Quinta: Mandriva S.A. è una software house francese, creatrice di Man2) Fedora (www.fedoraproject.org) 3) openSUSE (www.opensuse.org) driva Linux. Mandriva fu creata col nome di MandrakeSoft nel 1998. Attualmente ha 4) Linux Mint (linuxmint.com) uffici in USA, Brasile (Curitiba), Polonia 5) Mandriva (www.mandriva.com) 6) Debian (www.debian.org) (Poznan) e Francia (Parigi). Mandriva è tra i soci fondatori del Desktop 7) Sabayon (www.sabayonlinux.org) Linux Consortium. Attualmente ha circa 130 dipendenti. Gli utenti di Mandriva Linux sono stimati in circa 6-8 milioni. La decisione di cam8) Puppy (www.puppylinux.com) 9) FreeBSD (www.freebsd.org biare il nome dell’azienda è stata presa a seguito della causa intentata nel 2004 dalla Hearst Corporation che vantava diritti sul marchio registrato 10) Kubuntu www.kubuntu.org “Mandrake”, legato all’omonimo personaggio dei fumetti, Mandrake il Al primo posto troviamo la nostra amata Ubuntu (www.ubuntu.org) che mago. La MandrakeSoft perse la causa. Nel 2005 MandrakeSoft acquisì non ha bisogno ormai di presentazioni. Conectiva e Lycoris. Il nome Mandriva deriva appunto dalla fusione dei nomi Mandrake e Conectiva. Lo staff è composto da Jacques Le Marois, chairman, co-founder; François Bancilhon, chief executive officer; Paul Guillet, sales; Thierry Bossut, administration & finance; Frédéric Lepied, chief technical officer; Régis Wira, QA & support. Gaël Duval, co-fondatore di MandrakeSoft insieme a Jacques Le Marois, è stato responsabile della comunicazione nel team del management di Mandriva finché non è stato licenziato dalla compagnia nel marzo 2006. Continua sul prossimo numero Seconda: Fedora è una distribuzione GNU/Linux curata dal Progetto Fedora, un progetto Open Source sponsorizzato (ma non direttamente supportato) da Red Hat e supportato dalla community. L’obiettivo è quello di lavorare con la community di GNU/Linux per creare un sistema operativo completo, utilizzando esclusivamente software liberi e forum pubblici con processi aperti. Questo porta ad un continuo aggiornamento delle distribuzioni, aggiornamento che è diventato molto semplice, anche da una distribuzione all’altra. Fedora è indicata per qualsiasi utilizzo poiché contiene tutti gli strumenti per lavorare in ambiente server senza tralasciare una serie di tool grafici per la configurazione, utili per gli utenti alla ricerca di un desktop user-friendly. Basata sulla ricerca del massimo grado di aggiornamento è rilasciata su base fissa semestrale con le versioni più recenti di ogni pacchetto, compreso il kernel. La storia di Fedora è strettamente connessa a quella di Red Hat, la società fondata da Bob Young e Marc Ewing. Terza: OpenSUSE è un sistema operativo Linux sviluppato dalla comunità OpenSUSE e sponsorizzato da Novell. Secondo il sito del progetto gli obiettivi di OpenSUSE sono: rendere SUSE Linux la distribuzione più semplice per chiunque e la piattaforma open source più largamente utilizzata; fornire un ambiente per la collaborazione open source che renda SUSE Linux la migliore distribuzione Linux nel mondo sia per i nuovi utenti che per quelli più esperti; semplificare sensibilmente e aprire lo sviluppo e i processi di pacchettizzazione per rendere SUSE Linux la piattaforma di scelta per hackers Linux e sviluppatori di applicazioni. Dopo l’acquisizione di SUSE Linux nel gennaio 2004 Novell decise di rilasciare la distribuzione come pro-

Giulio Cosentino


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Lavoro in chiaro

giovedì 3 settembre 2009

Tirocini in Puglia con “Lest Quattro” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1394

La Promuovi Italia S.r.l. rappresenta una delle società di proprietà dell’Agenzia Nazionale del Turismo (ENIT) e svolge attività d’agenzia d’assistenza tecnica alle dipendenze del Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo della Presidenza Consiglio dei Ministri, a supporto degli interventi di settore. Tale società svolge, inoltre, anche compiti di assistenza tecnica specialistica per conto del Ministero dello Sviluppo Economico. La Promuovi Italia s.r.l., nell’ambito del progetto “Lest Quattro”, offre, proprio in questo periodo, oppor-

tunità di tirocinio d’orientamento e formazione, in base alla Legge 196/97, che prevede la mobilità geografica per soggetti disoccupati e/o svantaggiati residenti nelle Regioni Convergenza rappresentate da Puglia, Calabria, Campania, Sicilia. I tirocini in mobilità avranno una durata massima di cinque mesi e si svolgeranno presso imprese e strutture turistiche situate nelle regioni italiane del centro Nord. I percorsi formativi hanno il preciso intento di realizzare trasferimenti di competenze per mezzo d’esperienze acquisite direttamente sul campo di lavoro (on the job), successivamente spendibili nei territori d’origine dei partecipanti e presso il sistema delle Imprese operanti nelle regioni Convergenza. Proprio in queste settimane la Promuovi Italia S.r.l. apre i termini alle candidature per partecipare ai prossimi tirocini formativi. I profili professionali richiesti sono quelli di addetti alla reception e front office per cui si richiede la laurea in lingue e/o esperienza professionale, buona conoscenza di due lingue stra-

niere; addetti al marketing turistico e territoriale in possesso di laurea attinente e/o corsi specifici, conoscenza della lingua inglese; addetti all'amministrazione e contabilità (laurea pertinente e/o corsi specifici), conoscenza della lingua inglese; addetti al wellness (benessere) si richiede diploma di laurea e/o corsi specifici e abilitanti; programmatore turistico con diploma di laurea e/o corsi specifici, conoscenza lingua inglese; settore delle risorse umane con laurea e/o corsi specifici e conoscenza della lingua inglese. Numerosi i vantaggi introdotti per la partecipazione dei tirocinanti. Si prevedono, infatti, borse di studio e facilitazioni del tipo: indennità di prima sistemazione di 350 euro “una tantum” fornita all’avvio del tirocinio; borsa lavoro di 530 euro al mese commisurata ai giorni d’effettiva permanenza in mobilità; indennità sostitutiva di mensa del valore di 10 euro commisurata ai giorni d’effettiva permanenza in mobilità; alloggio; viaggio d’andata e ritorno per inizio e fine tirocinio più un rientro mensi-

le in residenza durante il tirocinio; rimborso dei costi del trasporto pubblico locale; copertura assicurativa Inail; copertura assicurativa del tipo responsabilità civile verso terzi (Rct); tutoraggio didattico-organizzativo; tutoraggio aziendale. Tutti gli interessati alla partecipazione ai tirocini formativi, possono inviare il proprio curriculum vitae tramite posta elettronica all’indirizzo cv@ promuovitalia.it, ricordando di indicare, nel testo del messaggio, la figura professionale prescelta. Per ulteriori informazioni o assistenza delle vostre candidature potete rivolgervi presso il Centro per l’Impiego o sportello Informagiovani presenti nella vostra città di residenza. Marco Roberto Spadavecchia Ci vogliono il tuo nemico e il tuo amico insieme per colpirti al cuore: il primo per calunniarti il secondo per venirtelo a dire. Mark Twain

Il fatto.net ha selezionato per voi dai motori di ricerca alcuni annunci di lavoro. Alcuni annunci saranno ripetuti ma vale sempre la pena consultarli tutti. Negli annunci diretti troverete gli annunci fatti direttamente alla nostra redazione. Il servizio di annunci è totalmente gratuito e la radazione non si assume alcuna responsabilità circa la bontà delle inserzioni. Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultate il sito www.ilfatto.net nell’area OFFRO LAVORO.

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JOBCRAWLER D.A.I. OPTICAL INDUSTRIES leader del settore dell’ottica, ricerca per ampliamento della propria rete di vendita un funzionario commerciale. La posizione offerta, riportando alla direzione commerciale, avrà: - la responsabilità di pianificare le strategie commerciali per il territorio di competenza; - sarà responsabile dell’attivazione di nuovi contatti di vendita e dell’implementazione di un network locale, grazie a strumenti di marketing forniti dalla sede; - si occuperà della gestione del proprio portafoglio clienti, perseguendo obiettivi di budget concordati con l’azienda. La ricerca è rivolta a giovani laureati in economia e commercio con residenza nel nord barese. Completano il profilo la forte logica imprenditoriale, determinazione, dinamicità, flessibilità, ottime competenze organizzative e gestionali, intraprendenza, forte orientamento al lavoro di gruppo unitamente ad un’ottima capacità di lavorare in autonomia e spiccate doti relazionali di vendita e negoziazione. Per invio curriculum vitae: onofrio@daioptical.com

Per inserire un’offerta di lavoro basta inviare il testo con l’inserzione alla nostra e-mail: editore@ilfatto.net


giovedì 3 settembre 2009

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w w w . i l f a t t o . n et

IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni,puntuale come sempre il giovedì. Bar Bayron piazza Roma Bar 2000 piazza Garibaldi 66 Bar Arcobaleno banchina S. Domenico Bar Ariston via Santa Lucia 11 Bar Astoria corso Umberto 16 Bar Blues via Dante 49 Bar Byblos piazza Principe di Napoli 6 Bar Caffetteria, via Salvucci 46 Bar Camera Cafè via XX Settembre 43 Bar Cavour via Fornari 47 Bar Central piazza Vittorio Emanuele 17 Bar Crystal via F. Campanella 33 Bar degli Artisti, via Gesmundo 4 Bar del Ponte, via Ruvo 18 Bar Euro via San Francesco d’Assisi Bar Europa, via Cavallotti 10 Bar Fausta, corso Umberto 150 Bar Filisia via M. di Savoia 67 Bar Football, via la Malfa 11 Bar Gabbiano, corso Umberto 48 Bar Gardenia via Respa 12 Bar Green, via Baccarini 111 Bar Haiti via San Domenico Bar Ideal, via Terlizzi Bar Kennedy, via Germano 49 Bar la Fenice, corso Umberto Bar Le chic j’adore, via G. Salvemini 15 Bar London via Terlizzi 6 Bar Mary corso Umberto 122 Bar Mezzina, via Einaudi 6 Bar Minervini, via Pio la Torre 33 Bar Miramare banchina S. Domenico Bar Miramare, via San Domenico 9 Bar Mirror via cap. Azzarita 124 Bar Mixer Cafè 6^ strada ovest Lama Martina Bar Moka via Annunziata 68 Bar Mongelli via Baccarini 35 Bar Mongelli via cap. de Candia 30 Bar Murolo piazza Paradiso 10 Bar New Meeting, via Alberto Mario Bar Orchidea via Fornari 50 Bar Pasticceria Casa del Dolce, via S. F. d’Assisi Bar Peter Pan, via Monda 48 Bar Rio, via Bari 92 Bar Roma 2, via San Domenico 4 Bar San Marco, corso Umberto

Bar Seven via Germano 33 Bar Seventy Bar Snack, via Giovinazzo 1 Bar Sottocoperta, piazza Garibaldi Bar Spadavecchia, via Papa Montini 60 Bar Sport corso Umberto I Bar Stazione piazza Moro Bar Sweet piazza Garibaldi 32 Bar Umberto corso Umberto I Bar Universo corso Umberto I Bar Venere, via Martiri di Via Fani 6 Bar Vittoria via Alighieri 68 Baro Oasi, via Cormio 18 Bettie Page piazza Municipio 6 Biblioteca Comunale, via San Domenico Blanc la Nuit lungomare M.A. Colonna Buffetti piazza Garibaldi Caffè al Duomo via Banchina Seminario 8/10 Caffè Colorado via XX Settembre Caffè Metropolis via cap. de Gennaro 16 Caffè Silver via Fremantel 19/I Caffetteria Gonzaga via Piazza Caffetteria Manattan viale dei Crociati Caffetteria Paninoteca Grease via Molfettesi d’Argentina 75 Caffetteria Venere via Martiri di via Fani 6 Calì Caffè via Puccini 7 Cin Cin Bar via Dante Coffee Room viale Pio XI Compagnia Carabinieri via Caduti di Nassiriya Edicola “l’altra Edicola” via Terlizzi Edicola Andreula via Baccarini 67 Edicola Caputi via San F. d’Assisi 55 Edicola De Palma via Bari 1 Edicola delle Rose via Madonna della Rosa Edicola di Sciancalepore Domenico piazza M. di Savoia Edicola Gigotti via Bari 74 Edicola Grosso via Pappagallo Edicola piazza Garibaldi Edicola Spazio Libero via gen. Poli Edicola Stazione piazza A. Moro Edicola via Cormio rione Paradiso Edicola via Dante Edicola via Einaudi rione Paradiso Edicola via Fornari nei pressi Istituto Apicella

Edicola via Giovinazzo 1 Edicola via Giovinazzo 45 Edicola via Paniscotti Edicola via ten. Silvestri Edicola via Togliatti zona 167 Edicola viale Pio XI Famm Immobiliare, via de Luca 15 Farmacia Grillo, largo Sant’Angelo Flory’s Cafè via gen. Poli 3 Lido Alga Marina, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Bahia, località Torre Rotonda Lido Belvedere, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Lafayette, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Marina Piccola, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Nautilus, ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Nettuno, ss16 Molfetta-Bisceglie Lido Scoglio d’Inghilterra, località Torre Rotonda Mattia’s Cafè, via Dante 14 Medi Max via Terlizzi Mister Toto via Losito Mondo Casa Immobiliare, piazza Effrem 12 Note&Book Cartolibreria, via Tommaso Fiore 24 Off Street piazza Garibaldi 15 Palazzetto dello Sport “G. Poli” via Martiri di Via Fani Panificio Annese via Cappellini 28 Panificio Biancaneve via de Luca 59 Panificio Biancaneve via Molfettesi del Venezuela 41 Panificio Cangelli via cap. de Candia 49 Panificio Centrale via Respa 40 Panificio de Gennaro via cap. de Candia 155 Panificio de Pinto via Edoardo Germano Panificio don Bosco corso Fornari 36 Panificio don Bosco via Cormio 36 Panificio Europa via Rattazzi 41 Panificio Il Cugino Via D’Azeglio Massimo,91 Panificio il Forno zona 167 Panificio Jolly viale Pio 11 9/a Panificio La Sfornata via E. Fermi Panificio Minervini via Bixio 25 Panificio Non Solo Pane via gen. Poli 13 Panificio Non Solo Pane via Paniscotti 44 Panificio Petruzzella via Bovio 18 Panificio Posta via Ricasoli 29 Panificio Sant’Achille via Martiri di via Fani 15 Panificio Trionfo via ten. Fiorino 71 Parrocchia Cattedrale, via D. Alighieri

Parrocchia Cuore Immacolato di Maria via Mascagni Parrocchia Immacolata, piazza Immacolata 62 Parrocchia Madonna della Pace viale XXV Aprile Parrocchia Madonna della Rosa via C. A. Dalla Chiesa 19 Parrocchia Sacro Cuore di Gesù c.so Umberto Parrocchia San Berardino via Tattoli Parrocchia San Corrado Duomo, banchina Seminario Parrocchia San Domenico via San Domenico 1 Parrocchia San Gennaro via S. Pansini Parrocchia San Giuseppe via A. Saffi 1 Parrocchia San Pio X viale Gramsci 1 Parrocchia Santa Famiglia via Innocenzo VIII Parrocchia Santa Teresa piazza V. Emanuele 3 Parrocchia Sant’Achille via A. Salvucci Place Blanc Cafè piazza M. di Savoia 4 Pizzeria I Monelli, via Madonna dei Martiri 112 Stazione di rifornimento AGIP via Terlizzi Stazione di rifornimento Madogas via Terlizzi Stazione di rifornimento AGIP via Giovinazzo Stazione di rifornimento API Zona Artigianale Stazione di rifornimento ESSO via Bisceglie Stazione di rifornimento Q8 via dei Lavoratori Zona Ar tigianale Supermercato Granrisparmio v. M. della Resistenza Swing Pub viale Pio XI 27 Pub Flower via Giovinazzo Tabaccheria corso Umberto 74 Tabaccheria piazza Garibaldi 6 Tabaccheria piazza Roma 4 Tabaccheria via Azzarita 65 Tabaccheria via Bari 68 Tabaccheria via Fiorini 41 Tabaccheria via Fornari 66 Tabaccheria via G. Salvemini 124 Tabaccheria via Hugo 3 Tabaccheria via Madonna dei Martiri 2 Tabaccheria via Madonna dei Martiri 67 Tabaccheria via Margherita di Savoia 5 Tabaccheria via Pansini 52 Tabaccheria via Paradiso 2 Tabaccheria via Roma 32 Tabaccheria via Rossini 12 Tabaccheria via Silvestri 68 Tabaccheria viale Pio XI Tenenza Guardia di Finanza viale dei Crociati Ufficio Relazioni con il Pubblico


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giovedì 3 settembre 2009

Consigli per una sana alimentazione FACILE

DIFFICILE

SOLUZIONI

Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni. Fonte:(it.wikipedia.org)

Congelati o surgelati

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Non sapere esattamente quale sia la differenza tra un cibo surgelato ed uno congelato è un dubbio di molti. L’unica cosa che cambia tra il processo di surgelazione (a cui sono sottoposte ad esempio le verdure o i pesci che trovate al supermercato) e quello di congelamento (che avviene nei comuni freezer di casa) è il tempo in cui l’acqua contenuta nell’alimento diventa ghiaccio. Nella surgelazione è molto breve: il prodotto viene subito raffreddato a temperature anche al di sotto dei -40°C, successivamente conservato a -26°C per poi essere esposto nei punti vendita a -18°C. Nei nostri freezer si parte invece da una temperatura non inferiore ai -18°C e quindi il processo è più lungo. La trasformazione rapida consente la formazione di cristalli di ghiaccio molto piccoli e ciò fa sì che con la surgelazione siano mantenute le qualità organolettiche e nutritive del prodotto fresco. Quindi da un punto di vista nutrizionale

la scelta tra spinaci freschi o surgelati può essere indifferente. Nel congelamento, invece, i cristalli che si formano sono molto grossi e determinano la rottura cellulare con fuoriuscita di ulteriore acqua in cui vengono persi i nutrienti e l’alterazione della consistenza dell’alimento. Questo è anche uno dei motivi per cui un prodotto non può essere congelato più volte. Un altro è dovuto al deterioramento ad opera dei batteri. L’importanza di tenere i cibi al di sotto degli 0°C nasce dal fatto che in tal modo si rallenta la crescita batterica e il prodotto può durare mesi, ma ha senso farlo se la carica batterica iniziale è bassa. Quando scongeliamo un panino da noi congelato i batteri riprendono a crescere velocemente raggiungendo uno stadio avanzato a cui non servirebbe ricongelarlo. In più per i cristalli di ghiaccio di cui vi ho parlato prima risulterebbe alterato. Se invece scongeliamo un prodotto comprato surgelato e lo cuociamo, i batteri si riducono grazie alle alte temperature e possiamo congelare il piatto preparato. dott.ssa Annalisa Mira Biologa Nutrizionista


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Salmone con farcia alle mandorle Ingredienti per 4 persone • 2 filetti di salmone di circa 250 gr l’uno • 25 gr di mandorle spellate • 1 limone non trattato • 15 gr di pancarrè senza crosta • 1 mazzetto di prezzemolo • 1 ciuffetto di drangoncello

• 30 gr di burro • sale e pepe qb • rafia naturale per legare

Procedimento Fate ammorbidire il burro a temperatura ambiente. Lavate il limone, prelevate solo la parte gialla della scorza e tritatela. Spremete il succo di mezzo limone e tenetene un cucchiaino da parte. Tritate il prezzemolo, tagliuzzate le foglie di drangoncello. Passate al mixer il pane con le mandorle e mettete il mix ottenuto in una ciotola con le erbe aromatiche, la scorza del limone e il burro. Impastate con le mani fino ad ottenere un composto omogeneo, salate e pepate. Foderate la placca con un foglio di carta da forno e posatevi sopra un filetto di salmone con il lato della pelle verso il basso. Distribuitevi sopra il ripieno e coprite con l’altro filetto, con il lato della pelle verso l’alto. Legate i filetti con qualche giro di rafia naturale, bagnata e strizzata, aggiungete sul fondo il limone restante affettato, e cuocete nel forno,preriscaldato a 175° per 20 minuti. Portate in tavola, eliminate la rafia, tagliate il salmone a fette spesse e distribuite nei piatti, irrorando ogni porzione con un po’ del fondo di cottura. Chef: Martino Cascione

I CONSIGLI DELLO ZODIACO ARIETE Se nel periodo estivo è mancato qualcosa nei vostri rapporti, ecco che il mese di settembre vi riporterà il maltolto e tornerà a splendere il sereno. Avevate perso un po’ di speranza e questo vi ha penalizzato in precedenza, ma ora è tornato il momento per creare nuovi sogni da realizzare.

LEONE Siete persone che amano il rischio e le sfide, quindi non si può certo dire che questo mese deluderete in tal senso. A volte sembrate degli incoscienti, ma il vostro istinto è molto forte e non c’è modo di trattenervi, anche se siete consapevoli di ciò a cui andate incontro.

SAGITTARIO Forse non avete ben considerato le emozioni che ultimamente vi hanno attraversato, oppure le avete sopravvalutate, credendo che qualcosa stesse per cambiare. Non che vada male dal punto di vista sentimentale, ma la prudenza non è mai troppa e quindi non dovreste farvi trascinare dagli impulsi.

www.ilfatto.net IL FATTO Quindicinale gratuito di informazione

EDITORE Activa S.r.l. con unico socio

PRESIDENTE Giulio Cosentino e-mail: giulio.cosentino@gmail.com

TORO Qualcosa torna a muoversi nonostante all’apparenza possa sembrare il contrario. I sentimenti si faranno più solidi e il coraggio per affrontare nuove sfide non mancherà. Non dovete avere paura di affrontare certi discorsi, altrimenti potreste pentirvene in futuro.

VERGINE Ci sono delle ripartenze importanti e anche dei ritorni di fiamma e tutti coloro che hanno perso le speranze nel trovare qualcuno di serio e affidabile, durante queste giornate potrà facilmente ricredersi.

CAPRICORNO Certo, alcuni di voi non possono certo dire di essere stati fortunati in questo anno in campo sentimentale, tra alti e bassi, però nel complesso ce l’avete fatta ed ora finalmente Venere vi aiuterà portandovi per mano, fino alla fine dell’anno.

DIRETTORE RESPONSABILE Corrado Germinario

Collaboratori Pantaleo de Trizio, Marta Marzocca, Paola Pansini, Isabel Romano, Roberto Sciannamea, Lella Salvemini, Marco Roberto Spadavecchia, Francesco Tempesta, Annalisa Mira, Giordano Germinario, Beatrice De Gennaro. Registrato presso il Tribunale di Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07

GEMELLI Tutto procederà bene, la tranquillità che siete riusciti a costruirvi intorno non dovrebbe essere messa a repentaglio nemmeno da qualche piccola discussione familiare, che in passato avrebbe invece arrecato danni.

BILANCIA Tutti avranno delle possibilità, anche quelli che ormai avevano gettato la spugna con l’amore perché scottati troppe volte. Questa ennesima volta sarete voi a condurre il gioco, quindi sarete voi a divertirvi.

ACQUARIO Qualcuno di voi è troppo confuso per pensare ad una storia d’amore, altri sono invece troppo convinti che la persona che piace ricambi gli stessi sentimenti. Le ultime due settimane potrebbe esserci una buona ripresa, ma qualche Acquario, potrebbe ormai essere un pochino troppo afflitto per quel periodo.

REDAZIONE Via degli Antichi Pastifici, Zona Artigianale A/8 · Molfetta redazione@ilfatto.net

PROGETTO GRAFICO Vincenzo de Pinto

IMPAGINAZIONE NELLOPOLI.com | HIDESIGN.it

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CANCRO Importanti novità a tutti voi nati sotto il segno del Cancro. Chi si è lasciato, chi ha iniziato una nuova relazione, chi ha in progetto qualcosa di importante con il partner, potrà contare sulle stelle per fare in modo che tutto vada per il verso giusto.

SCORPIONE Anche se siete molto istintivi e questo spesso vi porta a buttarvi in modo avventato in una storia senza uscita, in questo caso e in questo mese, il vostro istinto potrebbe essere un saggio consigliere e non vi deluderà.

PESCI Torneranno a trovarvi dei sentimenti che avevate accantonato, torneranno a trovarvi degli ex pentiti, oppure torneranno a tormentarvi vecchi amori mai dimenticati... potrebbero anche semplicemente tornare vecchi problemi mai risolti, ma dipende da voi quanto farvi pesare sulla vostra vita e quanto farvi condizionare.

MASTER PRINTING S.R.L. VIA DELLE MARGHERITE 20/22 MODUGNO BA

CONCES. DELLA PUBBLICITA’ Ufficio Commerciale · tel. 080.3382096



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