w w w .i l f a tto.n et Molfetta
Quindicinale gratuito di informazione.
giovedì 21 gennaio 2010
n° 52
Approfondimento
Attualità
Recensioni
Sport
Da Molfetta ben 22 progetti presentati per il bando Principi Attivi.
Sono già 800 e vogliono salvare… il loro volo!
Torna l’appuntamento con i consigli per la lettura.
Tutte le news dai campi sportivi molfettesi.
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Tra storia e mare Parla l’ingegnere Altomare
Disperazione e povertà. Nel 2010.
Pericolo lame, ordini del giorno presentati dalle opposizioni, Autorità di Bacino e nuova Zona Artigianale. E per completare il tutto una indagine della magistratura ed oltre 20 indagati. Cosa accade nell’Ufficio Tecnico. Ne parla il responsabile Rocco Altomare.
La storia di Rosa e di sua figlia Melania. Tra disagio sociale, malattia e solitudine. Una vita in quotidiana emergenza tra privazioni e voglia di ricominciare. Ma, soprattutto, con il desiderio di essere aiutati a costruire una vita migliore.
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Comune, Autorità di Bacino, PIP, PAI, Lame e... altro. Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1688
Il responsabile del Settore Territorio tenta di fare chiarezza. Le vicende legate alle lame, vere o presunte, con il sequestro cautelativo da parte della magistratura di diversi fascicoli del Comune, le indagini su oltre 20 tra tecnici, funzionari e dirigenti e l’Ordine del Giorno dell’ultimo Consiglio Comunale ci spingono a tentare di fare chiarezza su tutta la questione. Per far ciò abbiamo rivolto alcune domande all’ingegner Rocco Altomare, Dirigente del Settore Territorio del Comune di Molfetta. Ingegner Altomare, la questione ambientale sta interessando Molfetta da diversi mesi: tra lame, il PIP, il PAI, l’autorità di Bacino, il PUTT/P , i ricorsi e tanto altro è difficile districarsi e venire a capo di una matassa sempre più ingarbugliata. Il problema ambientale in generale e quello delle acque in particolare, non è materia di facile comprensione e assimilazione atteso che le leggi che nel tempo si sono succedute, a partire dal lontano 1865 con la legge n. 2248, sono state quasi tutte di emergenza e mai organiche. Il primo vero anello di congiunzione tra cultura urbanistica e cultura di tutela ambientale è stata la cosiddetta legge Galasso (n.431 del 1985). Solo l’ultimo Decreto Legislativo n. 152 del 2006 – chiamato anche Testo Unico Ambientale – ha tentato di fornire una lettura organica e di indicare regole e norme per il “governo delle risorse”. A questo D.Lgs si deve la prima definizione del Piano di Bacino come “lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo e alla corretta utilizzazione delle acque”. Lo stesso D.Lgs prima e la L.R. n. 19 del 2002 poi istituiscono l’Autorità di Bacino che dovrebbe ispirare “la propria azione ai principi della leale cooperazione… con gli enti locali operanti sul territorio,… e in particolare… indirizza, coordina e controlla le attività conoscitive di pianificazione…”. Finora la cooperazione è stata difficile e a intermittenza, ma confido che nel futuro possa esserci maggior collaborazione tra gli enti. Le autorità di Bacino
redigono e approvano il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) per l’intero bacino (Puglia, parte delle Campania e parte delle Basilicata) o per stralci funzionali per territori più limitati come Molfetta. Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT/P) è invece il piano che disciplina gli ambiti che hanno valenza paesaggistica. Tutto il sistema dovrebbe essere interconnesso ma la distinta competenza a legiferare tra lo Stato e la Regione porta spesso – come nel nostro caso – a sovrapposizioni e incongruenze difficili da comprendere. Dover poi applicare le norme diventa un’impresa ardua. Le lame, argomento principale, si presentano come linee di scorrimento preferenziale superficiale dell’acqua per eventi meteorici statisticamente poco frequenti ma molto intensi; generalmente esse risultano idraulicamente “inattive”. Le lame solitamente presentano un profilo a “U” definito da fondo piatto e pareti sub-verticali. I fianchi possono essere articolati su ampi terrazzamenti, porzioni di antichi fondi valle e testimonianza di una fase di scarsa erosione. Nel territorio di Molfetta secondo lo studio commissionato al Dipartimento di Architettura e Urbanistica di Bari (DAU) nel 2000 erano presenti tre lame importanti: Lama Martina, Lama Marcinase, Lama Pulo. Con i nostri studi abbiamo completato la mappa delle lame e ne abbiamo studiato le possibili opere di mitigazione ben un anno prima della perimetrazione AdB dell’aprile 2009. Per la zona artigianale abbiamo individuato e cartografato come elemento idraulico non significativo la cosiddetta Lama Scorbeto che nasce come ramo secondario delle Lama Pulo. Questa lama è riportata solo nel PUTT/P secondo il quale non ha rilevanza morfologica né consistenza orografica e non è sottoposta ad alcune prescrizioni ambientali. Fino al 2009 per l’AdB questa lama non esisteva. Solo il nostro studio idraulico allegato al progetto PIP si era occupato di questa lama e ne aveva previsto un’opera di mitigazione alla quale abbiamo recentemente aggiunto l’opera per mitigare i fenomeni della lama principale (Pulo) che interessa
anche gli altri comparti produttivi, la zona portuale e la Madonna dei Martiri. In questo caos legislativo e normativo è possibile commettere errori di valutazione? Chi è incaricato dell’applicazione delle leggi e delle normative, sia esso dirigente comunale o funzionario regionale, potrebbe essere indotto in errore. È stato sufficiente, ad esempio, non riuscire a comprendere che le lame non sono “corsi d’acqua” secondo la definizione che i testi scientifici danno di questa emergenza, per far nascere sospetti, indagini, sequestri cautelativi di documenti su presunte opere prive di autorizzazione ambientale, ecc. Nessuno si è preoccupato di far notare che il Comune sta semplicemente eseguendo un Piano regolatore approvato dalla Regione con tutte le sue componenti comprese quelle paesaggistica e idrogeologica. Il Comune non ha, e non avrebbe mai potuto farlo, modificato alcuna disposizione o norma regionale essendosi limitato semplicemente a rilasciare atti dovuti. Basterà annotare che persino la Regione, che è ente sovraordinato al Comune e che esprime parere paesaggistico sui piani, ha regolarmente rilasciato pareri favorevoli per quasi tutti i comparti della nuova zona di espansione e si è inspiegabilmente fermata non rilasciando alcun parere, dal lontano giugno 2006, (comparti 3, 5, 10, 11 e 13) senza alcuna comunicazione o motivazione. La polemica sulle lame che interesserebbero la zona artigianale è infatti figlia di queste incongruenze tutte interne alla Regione e alla Autorità di Bacino. Per l’approvazione del PRG il Dipartimento di Architettura e Urbanistica di Bari, alcuni professori universitari nel 2000 – su incarico retribuito da parte del Comune – fornirono uno studio sulle lame che diventò parte integrante e sostanziale del PRG approvato dalla Regione; gli stessi professori entrati nell’AdB, nel 2006, hanno dimenticato il lavoro fatto e hanno approvato una perimetrazione nella quale alcune lame – esistenti secondo loro nel 2000 – non esistevano più. Poi, sempre gli stessi professori, nel 2009 fanno riapparire le lame scomparse e ne
“scoprono” altre. Per l’ente locale è difficile emanare provvedimenti validi con questi continui ripensamenti succedutesi in nove anni! Uno stesso terreno che nel 2000 è stato incluso nell’area annessa a una lama e quindi dichiarato inedificabile, è stato successivamente liberato dal vincolo nel 2006 tornando edificabile per poi ritrovarsi nel 2009 di nuovo vincolato e sempre per mano degli stessi professori. Lei ci vuol far credere che tutta la polemica di questi giorni sulla lama del PIP e sull’Ordine del Giorno della minoranza è pretestuosa? Tralasciando ogni riferimento ai giornali “di parte” e a quei “dottori” che si sono improvvisamente scoperti esperti ambientali, dico quel che penso su quell’OdG. Molto è stato già detto dall’amministrazione in Consiglio e sulle motivazioni politiche non mi avventuro perché non mi competono. Tento di fare chiarezza tecnica per i lettori affinché non debbano leggere e credere alle “artificiose inesattezze” che sono state riferite in quella sede. In Commissione consiliare ho definito quel documento “carente sotto il profilo giuridico, urbanistico e scientifico”. Eppure era stato sottoscritto anche da due avvocati oggi consiglieri di minoranza! Guardi, ogni individuo decide se dare priorità alla propria professionalità e all’onestà intellettuale oppure alla carica e alla situazione del momento alterando le conoscenze, gli insegnamenti e gli studi per piegarli alla ragione dell’appartenenza politica. Conoscendo la loro professionalità devo desumere che, in quel giorno e in quel momento, hanno scelto di mortificarla per una ragione politica; hanno fatto credere di non essere in grado di comprendere gli aspetti giuridici (su quelli urbanistici e scientifici è comprensibile una carenza) tentando di far passare quel documento come atto per una corretta e saggia amministrazione. E la scelta dei consiglieri di maggioranza di non rispondere a una simile incredibile provocazione dimostra che l’argomento non meritava più del tempo speso dai continua a pag. 4
4 segue da pag. 3 consiglieri stessi ad ascoltarli. Ai firmatari potrei fornire un buon testo di diritto urbanistico – per il paragrafo sulla “fase d’efficacia”–, un testo commentato sulla pubblica utilità e procedura d’esproprio e la raccolta delle leggi, della dottrina e della giurisprudenza sui Piani di Bacino. Per la parte scientifica, per la quale hanno dimostrato di avere solo “ripreso” e riportato la maggior parte degli strafalcioni apparsi sui giornali e sulle dichiarazioni e interrogazioni o interpellanze dei soliti ambientalisti di comodo, mi piacerebbe intrattenermi volentieri con loro quando sono fuori dal ruolo politico. E gli allagamenti della città nelle ultime piogge? Attribuire gli allagamenti per le piogge nella parte urbanizzata e quindi impermeabile, alla mancata regolamentazione e regimentazione delle lame è demenziale. L’allagamento può ascriversi al ruscellamento su superfici impermeabili, alla mancanza o cattivo funzionamento delle fogna bianca, in generale all’inadeguatezza del sistema di drenaggio urbano, alla particolare e inusuale intensità dell’evento ma mai alle lame che al verificarsi degli stessi eventi risultavano prive di qualsiasi tipo di ruscellamento superficiale, dimostrando dunque una sconnessione tra queste ed i problemi registratisi in città. Anche i sequestri della documentazio-
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ne comunale è frutto di incomprensioni e errate valutazioni? Ad oggi la Procura di Trani ha sequestrato diversi fascicoli riguardanti comparti edificatori, singoli interventi, ristrutturazioni, permessi in zona urbana, in zona di espansione, in zona artigianale e in zona ASI, portando via ogni tipo di documento. Tentare di capire il filo conduttore di questa attività di indagine giudiziaria è impossibile per noi. Il PM certamente ne avrà chiara l’idea. Mia unica preoccupazione è la possibilità di lasciarsi influenzare, in buona fede, dal polverone che i mass media con l’appoggio di altri enti e istituzioni, hanno in questi mesi sollevato o da posizioni assunte nell’ambito giudiziario nei confronti di quest’ufficio per altri fatti precedenti dove, a dire il vero, il sistema ha mostrato qualche cedimento. Io credo comunque nella corretta conduzione delle indagini e sull’onestà intellettuale dei magistrati; esprimo solo alcune comprensibili perplessità in merito all’articolo di legge per il quale sarebbero scattate alcune informazioni di garanzia e cioè il n.181 del DPR 42/2004 (Codice Urbani) che prevede responsabilità per opere realizzate senza la prescritta autorizzazione paesaggistica. Non mi risulta siano mai stati consegnati permessi per i quali era prevista l’autorizzazione paesaggistica che non sia stata rilasciata. Attenderemo l’esito delle indagini per
tentare di capirci qualcosa. Ma crede che dietro a questo procedimento ci possa essere un disegno politico? Non sono in grado di certificarlo. Posso solo annotare strane cicliche contemporaneità. Si spieghi meglio, se può. È solo la valutazione di un cittadino di questa meravigliosa città. Siamo alle soglie della più importante campagna elettorale per la Puglia con quale si potrebbe disegnare il futuro di questa terra per almeno dieci anni, e il possibile cambiamento di rotta potrebbe non essere condiviso da alcuni anche a livello locale. Prenda ad esempio il Comune di Molfetta che non ha mai messo in campo contemporaneamente tanti progetti e piani come in questi anni per disegnare la città dei prossimi vent’anni! Da Dirigente del Settore Territorio registro strane e inquietanti coincidenze: il continuo, assillante e duro attacco alla costruzione e gestione del nostro porto commerciale da parte dell’attuale compagine regionale (vedi l’ultima esclusione del porto dai pur modesti fondi del Piano Strategico per “lesa maestà” nei confronti del Porto di Bari); il continuo disinteresse, quando non è diventato aperto conflitto con questa amministrazione per i suoi ambiziosi piani urbanistici, da parte degli uffici regionali (vedi pareri paesaggistici sospesi
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dal giugno 2006); l’incredibile univoca perimetrazione delle aree a diversa pericolosità idraulica che bloccano ogni attività economica da parte di un ente, l’AdB, nominato e gestito dalla stessa Regione; l’esclusione dai fondi PIRP per la riqualificazione del quartiere Madonna dei Martiri, sul cui progetto ancora una volta gli stessi firmatari del su indicato OdG e il loro assessore regionale avevano sentenziato che avevamo sbagliato il progetto; la magistratura ha obbligato la Regione a rimettere in graduatoria Molfetta; l’attribuirsi poteri e diritti sul demanio marittimo da parte della Regione con una discutibile interpretazione della legge regionale che prevede invece il trasferimento di tutti i compiti ai Comuni; l’esclusione da parte della Regione dai finanziamenti per i progetti del Piano Strategico Bari 2015 anche per quelle opere di mitigazione – vedi progetto Lama Martina di 9 milioni di euro – tanto richieste. Non le sembra quanto meno singolare la contemporaneità di tanti “ostacoli” per questa città? Se il nostro periodico dovesse organizzare un dibattito pubblico sul problema ambientale o anche sulla programmazione urbanistica lei parteciperebbe? Sì, a patto che i partecipanti siano persone qualificate o che almeno conoscano l’argomento.
L’opinione
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Qual è il prezzo dello sviluppo? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1689
Ci dicano se è sviluppo della ricchezza di pochi o dell’intera comunità. Si complica la vicenda dell’ampliamento della zona artigianale di Molfetta. L’Amministrazione ritiene che ve ne sia un gran bisogno e procede nell’assegnazione dei 104 lotti disponibili, con richieste che arrivano giusto da un centinaio di aziende; progetta pure un’opera che riduca nell’area il rischio di alluvioni. Atti che si intersecano con un’indagine della Procura della Repubblica di Trani che coinvolgerebbe circa venti persone tra tecnici, funzionari del Comune di Molfetta oltre che altri professionisti, proprio per aver rilasciato autorizzazioni e concessioni edilizie per la realizzazione di immobili in zone del territorio comunale a rischio idrogeologico. Ricapitoliamo le puntate precedenti, per chi le avesse dimenticate. La giunta Azzollini decide di allargare l’area destinata agli insediamenti artigianali in una zona fra Molfetta e Bisceglie che, per la presenza di lame, l’Autorità di Bacino ha indicato nel
PAI (Piano per l’Assetto Idrogeologico) come area a emergenza idrologica; di qui l’invito a subordinare la concessione per gli insediamenti delle aziende alla costruzione di opere a riduzione di tale rischio. Un’indicazione rispetto alla quale il Comune ha giocato su più tavoli, facendo ricorso al Tribunale Superiore delle Acque di Roma, procedendo comunque, come detto sopra, all’esame delle richieste pervenute da parte delle aziende e ai relativi provvedimenti di assegnazione provvisoria dei lotti e contemporaneamente accogliendo l’idea di rischio idrogeologico, progettando una specie di gigantesco canale di scolo – e ci perdonino i tecnici per la definizione grossolana – lungo 584 m, con sezione di 2,7 m per 3 e portata pari a circa 400 mila metri cubi, che dovrebbe scongiurare ogni rischio di inondazione a valle della lama, convogliando le acque fino alla depressione Gurgo, una dolina naturale nei pressi del Pulo.
Per dirla ancor più semplice, a ridosso del Pulo, verrebbe costruita al costo di 1 milione di euro una struttura destinata in caso di piena a raccogliere le acque e ad evitare, quindi, che allaghino gli insediamenti industriali, comprese le due torri di 100 m previste nella nuova zona artigianale. Si intuisce che l’Amministrazione, pur proseguendo la sua azione giuridica contro la Autorità di Bacino, intenda risolvere così la faccenda, vale a dire, costruire il canale e permettere così pure che lì si insediano le aziende che ne hanno fatta richiesta, posto che l’opera ottenga tutte le autorizzazioni del caso e che non ci si mettano di mezzo i tribunali. Rimarrebbe comunque in piedi la questione politica, la necessità di fermarsi a riflettere sullo sviluppo possibile. Se passa davvero attraverso le cento nuove aziende pronte ad insediarsi nella nuova zona artigianale, se queste produrranno ricchezza e lavoro e migliora-
mento della qualità della vita per tutti o solo per pochi, magari i progettisti e i proprietari di terreni e gli speculatori che sempre allignano in queste situazioni. E se la riposta è sì, rimane sempre da risolvere la questione del prezzo da pagare. Un milione di euro, devastazione di altra porzione di territorio, per cosa? Per proteggere la città da un rischio che la città stessa ha creato? Non proprio la città, quanto chi la governa. È proprio necessario che la zona artigianale occupi un’area che per caratteri morfologici, paesaggistici e per l’identità stessa di Molfetta è tanto importante? E poi, ce lo immaginiamo questo canalone, per di più in una zona che il Comune stesso nel Prg ha posto sotto tutela, chi ne garantirà la manutenzione e che non diventi una discarica a cielo aperto? Va bene lo sviluppo, ma ci dicano se è sviluppo della ricchezza di pochi o dell’intera comunità. Lella Salvemini
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Approfondimento
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I Principi Attivi a Molfetta Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1690
I ben 22 progetti presentati fanno della nostra città uno dei centri più “attivi” della Regione. Sarà sicuramente capitato a tutti, prima o poi, di sentir parlare di Bollenti Spiriti e Principi Attivi in relazione ai giovani pugliesi; per i neofiti, si è lontani da “strane idee” o non identificati miscugli di sostanze. Come già anticipato nello scorso numero de “il Fatto”, Bollenti Spiriti si pone come una grande macchina sempre in movimento, un insieme d’intervento e d’azione che costituisce una fitta rete di progetti nell’ambito delle politiche giovanili promosse dall’Assessorato alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva della Regione Puglia. In questo sfaccettato apparato, ruotano svariati progetti tra cui ritroviamo proprio Principi Attivi, “finalizzato alla promozione delle capacità progettuali, creative e d’intraprendenza dei giovani pugliesi attraverso la concessione di contributi per la realizzazione e sperimentazione di idee innovative”. Come ci viene illustrato dai responsabili dell’ufficio tecnico del progetto, Principi Attivi nasce sulla scorta dell’indagine di respiro regionale sui giovani pugliesi, “Cosa Bolle in Pentola”, realizzata dal Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali dell’Università degli Studi di Bari e finanziata dalla Regione Puglia. Per un anno, un gruppo di ricercatori ha sondato il territorio pugliese alla ricerca di esperienze significative, di singoli e collettività, di attivazione e partecipazione giovanile, rilevando l’importanza di quell’apprendimento non-formale, di quella stessa esperienza pregressa
che spinge i giovani a intraprendere nuove attività. Questo, quindi, il senso del progetto, mettere i ragazzi di fronte alla possibilità di agire, di aprire finalmente quel cassetto e realizzarne i sogni, traducendoli dal mondo delle idee a quello delle cose. E la novità dove sarebbe? Nell’idea più semplice, dare i finanziamenti direttamente ai giovani, senza la creazione di enti, uffici, agenzie di consulenza e supporto capaci di dispensare alla fine solo parole. Il primo bando di Principi Attivi, pubblicato sul “Bollettino Ufficiale della Regione Puglia” n. 85 del 2008 e scaduto il 31 luglio 2008, ha posto i giovani vincitori di fronte alla costituzione di un nuovo soggetto giuridico capace di aggregare persone dai medesimi intenti, alla stesura di uno statuto, a relazionarsi con le banche per la richiesta di una fideiussione, aprendo così le porte a quella “cultura” burocraticoamministrativa, che talvolta potrebbe intimorire se vista dall’esterno, e che risulta carente o totalmente assente nelle nuove generazioni. 424 i progetti vincitori che hanno potuto accedere al contributo massimo di 25.000 euro (per un totale di 10.500.000 euro), e che hanno saputo rispondere ai criteri di valutazione richiesti, tra cui qualità dell’idea, innovazione, impatto sul territorio. Anche la città di Molfetta, o meglio le sue giovani forze, è riuscita a ritagliarsi una sua significativa parte in questo scenario, risultando uno dei comuni più attivi con la presentazione
di ben 22 progetti. Variegati i contenuti dei progetti vincitori che coinvolgono il territorio molfettese, diversificati gli ambiti, dal sociale alla valorizzazione territoriale, dal culturale al tecnologico. Eccone alcuni esempi. Il progetto primo classificato in graduatoria, presentato dal gruppo MiNiBeCa, pur essendo di Bari ha indicato Molfetta come uno dei luoghi di realizzazione grazie alla presenza della sede locale della Lega del Filo d’oro, e s’incentra sull’innovazione tecnologica di un guanto capace di migliorare la comunicazione con persone cieche e sordo cieche. All’ambito della tutela e valorizzazione del territorio sono rivolti i progetti delle seguenti associazioni: Dinosauria Adriatica, indirizzata allo studio della orme di dinosauro ritrovate sul nostro territorio e la conseguente creazione di un geosito visitabile dal pubblico; Movida propone la web fiction a episodi “Chiamami” con la formula del “made” in Puglia; l’associazione Mediterranea ha incentrato il proprio lavoro sulla creazione di un sistema informativo geografico per l’analisi ambientale delle lame di Molfetta. Ricco d’idee e iniziative l’ambito riguardante l’inclusione sociale e cittadinanza attiva. Il gruppo Farfa ha proposto un corso di alfabetizzazione mediatica confluito nella realizzazione di un cortometraggio, progetto entrato già nella fase conclusiva; l’associazione Rete 32 offre su Molfetta e Terlizzi assistenza socio-
sanitaria alle popolazioni immigrate del nostro territorio; Alzheimer Project mira a creare una rete assistenziale domiciliare per i malati di Alzheimer; il progetto dell’associazione In Cerchio pone la propria attenzione verso i processi di crescita, relazioni affettive e self-empowerment. Tante le iniziative che animano tutta la Puglia grazie a Principi Attivi. Una “palestra”, così definiscono il progetto gli organi responsabili, quell’occasione che pone nelle mai dei giovani la chiave per rendere efficace il proprio potenziale, incanalando e valorizzando così tutte quelle giovani forze desiderose di agire, senza però trascurare la sfera del vantaggio economico. Nel corso del prossimo Bollenti Spiriti Camp, che si svolgerà a Bari nei padiglioni della Fiera del Levante il 6 e 7 febbraio, tra le varie attività in programma sarà ufficialmente presentato il nuovo bando di Principi Attivi che sarà pubblicato prima delle imminenti elezioni regionali. Una mossa questa che, a detta degli organizzatori, non andrà a intaccare l’efficacia dell’iniziativa, assicurando comunque correttezza nella valutazione dei progetti concorrenti la cui graduatoria sarà resa nota solo dopo la chiusura dei giochi politici nel quadrante regionale. L’augurio, naturalmente, è di lunga vita per tutto il sistema Bollenti Spiriti, qualunque sarà la parte politica eletta. Isabel Romano
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Cronaca
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Armi ai Vigili: “Una necessità” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1691
Approvato il nuovo regolamento del Corpo. Non sono mancate le polemiche. Il oomandante Gadaleta difende la scelta dell’Amministrazione. Negli ultimi giorni in città la notizia della approvazione del nuovo regolamento di Polizia Municipale e il conseguente armamento degli agenti ha suscitato non poche reazioni fra la gente e fra le forze politiche. Reazioni che non hanno risparmiato critiche al corpo e all’Amministrazione Comunale, rei di aver attuato un simile provvedimento. Si tratta di una soluzione del tutto giustificata e normale a detta del comandante della Polizia Municipale dottor Mauro Giuseppe Gadaleta. Tutto ciò si è reso necessario per adeguare il corpo alle esigenze di una città in costante crescita. Ecco perché si è deciso di rivedere il vecchio regolamento risalente al 1995. Con l’entrata in vigore del nuovo verranno inoltre regolamentati figure e ruoli all’interno della Polizia che sinora sono esistiti soltanto per consuetudine. Un regolamento, secondo Gadaleta, più che utile che metterà i suoi uomini in condizioni di svolgere il proprio dovere in migliori e più sicure condizioni. Adesso la palla passa alla Regione Puglia che dovrebbe
finalmente decidersi a modificare la legge regionale n. 2 del lontano 24 gennaio del 1989 per adeguarsi alla modifica del titolo V della Costituzione circa l’autonomia e i compiti delle regioni. Se la nuova legge venisse emanata, in Puglia si potrebbero finalmente istituire scuole di formazione per i vari corpi di Polizia Locale (seguendo il modello della regione Lombardia), cosa che aumenterebbe il livello e le competenze dei poliziotti. In città il corpo ha il dovere di assolvere
a diversi compiti, dovere che presta in maniera impeccabile. Invece e paradossalmente, da sempre il vero ruolo della Polizia Municipale è troppo spesso sottovalutato dai più. Purtroppo è inutile dire che il numero di agenti è ridotto all’osso e ogni volta questi uomini si trovano a fare i salti mortali per poter coprire una città in costante crescita. Una coperta corta che l’Amministrazione Comunale dovrebbe allungare con l’immissione di nuovo personale attraverso un con-
corso pubblico. Ma si tratta soltanto di indiscrezioni. La realtà dei fatti mostra invece una Polizia Municipale presa di mira da cittadini, politici e a volte anche dai media. Quante volte sentiamo fra i cittadini domande del tipo: “Ma i vigili stanno dormendo?”, “Ma che cosa fanno tutto il giorno?”. Domande che non meriterebbero nemmeno una minima risposta dato che comunque la Polizia Municipale non ha il dovere di andare dietro a questo o a quell’altro cittadino per evitare che questi compia il suo abituale atto di inciviltà. Inciviltà che essendo all’ordine del giorno rende sempre più difficile il lavoro degli agenti. Anzi c’è di più. Quando in giro si intravedono i poliziotti intenti a fare multe alle solite auto parcheggiate in maniera scandalosa c’è qualcuno che non esita a fare la classica domanda: “Ma questi vigili non hanno nulla da fare oggi?” È quindi evidente che in città più di uno predica bene ma non razzola per nulla! Francesco Tempesta
Attualità
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Salvate quell’aereo! Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1692
L’appello di una giovane molfettese che vive a Roma e che da febbraio rischia di dover spendere un sacco di soldi in più per tornare a casa di tanto in tanto.
La nostra è città di pendolari, che sia per necessità di studio o di lavoro, i molfettesi sono abituati a sottostare ai capricci dei mezzi di trasporto o a sottoporsi allo stress e ai costi del trasferimento in auto. Solo che il mondo
cambia e soprattutto s’è trasformato il mercato del lavoro, così che, soprattutto i giovani, debbono fronteggiare qualcosa di più che i disservizi del locale Foggia-Bari. Sono sempre di più quelli, soprattutto neolaureati, che per trovare occupazione si spostano su Roma e Milano, trovano casa, costruiscono una nuova rete di relazioni, ma non per questo intendono perdere il legame con Molfetta. Così eccoli prendere l’aereo per tornare, un week end sì ed uno no, e cercare in qualche modo di non sentirsi sradicati, approfittando dei voli low cost, fino a quando questi ci sono, mentre sarebbe praticamente impossibile se questi venissero soppressi. È il senso dell’appello “Salvate la tratta Easyjet Bari-Roma” lanciato da una nostra giovane concittadina che da un anno lavora a Roma: “Grazie a questa compagnia ho avuto la possibilità per tutto il 2009 di viaggiare e poter usufruire di una tratta a basso costo – racconta – per cui con pochissimi euro ho passato un anno comunque felice, col vantaggio
di vedere spesso la famiglia, gli amici e la mia terra stupenda, senza dover regalare letteralmente lo stipendio ad aziende succhia-soldi come Alitalia o Ferrovie dello Stato”. Una storia comune a molti altri molfettesi: “Nonostante qualche piccolissimo disagio creato da Easyjet, posso garantirvi – continua nel suo appello – che grazie a questa compagnia abbiamo avuto la possibilità di poterci sentire davvero con un pezzetto del nostro cuore a casa”. Una maniera positiva di affrontare la difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro, peccato che dal 22 febbraio 2010 la tratta di Easyjet Roma-Bari sarà eliminata. “In questo modo – prosegue l’appello – noi poveri ragazzi dobbiamo non solo subire la sventura di procacciarci il lavoro onestamente andando fuori dalla nostra regione d’origine tanto amata, con tutti i disagi in più (affitto da pagare, spese, tristezza e malinconia annesse) ma siamo anche costretti a non tornare a casa se non ogni tanto. La mia è una protesta perché spero che qualcuno al-
meno una volta dia voce a questo forte disagio e dia ascolto a quei giovani che qui in Italia sono così snobbati e che invece sono l’anima del nostro paese”. La nostra concittadina è combattiva, ha scritto ai responsabili della compagnia aerea, la loro spiegazione è che la tratta non sarebbe remunerativa, mentre la sua esperienza è che i vettori partono sempre al completo, più probabile che in paese in cui il libero mercato è spesso solo apparente, a qualcuno dia fastidio la concorrenza fatta all’Alitalia. Ha scritto anche al Sindaco Azzollini, che evidentemente non ha lo stesso suo problema nello spostarsi verso Roma e non le ha riposto; fondato anche un gruppo su Facebook, cui hanno aderito circa 800 persone che si chiama “Save the easyjet route from Rome to Bari”. “Siamo in un paese democratico? Siamo dalla parte dei giovani o no? Che futuro questo dannato paese vuole darci?”. Così si conclude il suo appello, buone domande, avere riposte concrete e sensate sarebbe ancor meglio. l.s.
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Attualità
giovedì 21 gennaio 2010
Storia di Rosa, di Melania e di tutti gli altri Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1693
L’assessore Roselli: “C’è la volontà e l’intenzione, da parte delle istituzioni preposte, a seguire, in tutti i modi possibili la vicenda di Rosa e della sua famiglia”. Certe storie difficili di vita hanno inizio da altre e in altre facilmente confluiscono, con intrecci lunghi, complicati, a volte inenarrabili: si somigliano, si ripetono, appaiono infinite e pare che nulla possa interromperle, modificarne i contorni, l’epilogo quasi mai felice. Per fortuna non è sempre cosi e raccontarle, ascoltarle, portarle adeguatamente alla luce, può servire a creare attenzione, a svegliare gli animi di chi è intorno, a sensibilizzare coloro che, in qualche modo, molto o poco possono e devono fare per evitarne la pericolosa deriva sociale ed umana. Quella di Rosa, di sua figlia Melania e dell’intera famiglia è una storia di forte disagio economico, ma non solo, e si consuma da tempo nella nostra città, come tante altre che non conosciamo o, forse, sì, nel silenzio e nell’indifferenza generali, a non molta distanza dal centro cittadino, sfavillante di musica e luci, ad un tiro di schioppo da centri commerciali, outlet e multisale gremitissime, dove sembrano disperdersi, con-
fondersi, anestetizzarsi le vite irrisolte di molti di noi, in un delirio collettivo fatto di corse e acquisti frenetici, di riti edonistici e ludici, di occhi chiusi su realtà abnormi che, tutto sommato, pensiamo non tocchi a noi indagare, denunciare o risolvere. La raccontiamo su richiesta dell’interessata, non per cercare consensi o per fare del giornalismo spicciolo ed accattivante
ma per ricordarla a noi stessi e alle istituzioni che, pur conoscendola, non le hanno, forse, prestato finora la dovuta attenzione. L’appuntamento con Rosa è alle 17.15 di un sabato grigio e ventoso, nei pressi del liceo scientifico a Molfetta. Parcheggio l’auto vicino alla Parrocchia di Sant’Anchille e penso che, visto il tempo avverso, resteremo a
parlare proprio qui, nella mia Cinquecento, ma quando la incontro (non la conoscevo eppure la individuo immediatamente) mi dice di andare a casa sua, che è un po’ più distante, in via Vico Palmiro Togliatti, perchè vuol farmi vedere dove abita, mostrarmi le condizioni di estremo disagio del suo alloggio. Da circa due anni occupa abusivamente un locale condominiale di 40 metri quadrati dove ha innalzato piccole pareti di cartongesso e ricavato un minuscolo bagno in cui è difficile entrare, muoversi, lavare e vestire la piccola Melania, sua figlia di 9 anni, affetta da emiparesi ed epilessia, costretta su una sedia a rotelle ed impossibilitata ad usare persino il girello a causa dello spazio ristretto. Melania frequenta la seconda elementare alla scuola Manzoni dove, accompagnata quotidianamente dal pulmino del centro disabili cittadino, non arriva mai in perfetto orario a causa della seduta di fisioterapia che le ruba parecchio continua a pag. 11
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segue da pag. 10 tempo per motivi organizzativi; è nata con tre mesi di anticipo e per tre mesi è stata in incubatrice, forse deve le sue condizioni di salute ad una mancanza di ossigeno avuta al momento della nascita. È figlia del secondo marito di Rosa, Felice, presente anch’egli all’intervista, di 41 anni, intonachista, senza un lavoro fisso, alla ricerca di un’occupazione stabile. Vivono, in pratica, con l’assegno di accompagnamento della bambina (480 euro al mese); i Servizi Sociali, che lamentano perenne scarsità di risorse finanziarie, hanno loro erogato, in via straordinaria, un assegno di 250 euro che da novembre scorso non sono ancora riusciti ad incassare. Rosa, 46 anni, ha altri due figli, uno di 19 e l’altra di 15 anni, Alessio ed Annamaria, avuti dal primo marito, un uomo con altre storie difficili alle spalle, scomparso tre mesi fa; vive nello stesso stabile della mamma con cui ha difficili rapporti così come difficili, sporadici e quasi inesistenti sono quelli con fratelli e sorelle (sei in tutto). Durante l’incontro vedo che Melania si contorce e capisco che, come i neonati, ha bisogno di essere cambiata così dico alla madre di provvedere, di non badare a me; nell’attesa provo a parlare con Annamaria, che finora ha ascoltato in silenzio, le chie-
do cosa le piace studiare, se ha amici, cosa fa durante il giorno. Mi dice che frequenta l’IPSIAM, che ama il disegno e vorrebbe fare la stilista, che non ha amicizie e frequenta solo qualche parente (“sono molto timida”); del rapporto con il padre, che deve averla profondamente segnata, confessa “non lo vedevo, né lo frequentavo, perché non si faceva mai trovare”. Rosa ha alle spalle una storia di violenze e percosse familiari che, come spesso succede, ha tentato, a sua volta, di ripetere sui figli; è stata seguita per un po’ dalla psicologa del Consultorio familiare ed
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ora è convinta di potercela fare, sostiene di aver capito quanto sia importante parlare, discutere con i ragazzi che, a suo dire, non le danno problemi. Squilla il cellulare (ne ha uno ma lo usa solo per ricevere), è un’offerta temporanea di lavoro per Alessio che ha studiato fino al terzo anno delle superiori ed è ora, anch’egli, alla ricerca di un’occupazione (idraulico, o qualunque altra cosa). Mi mostrano i pochi pacchi di pasta avuti dalla parrocchia, la stufa a gas spenta, una perdita d’acqua sui muri, le medicine di Melania, le reti piegate con i mat-
erassi che ogni sera, in quello spazio claustrofobico, sono costretti ad aprire per poter dormire, tutti segni esteriori di vite al margine, di esistenze soffocate dalla mancanza di occasioni, possibilità, denaro (“è soprattutto questo il nostro problema principale” ribadisce Rosa). È l’unica a parlare, a raccontare il dolore, i problemi, le difficoltà burocratiche, ma non si piange addosso, sembra piena di energia, in questa piccola stanza allietata da qualche suppellettile e rischiarata dai sorrisi dei ragazzi che, nonostante tutto, hanno sguardi aperti e speranzosi, solo a tratti venati da una leggera preoccupazione, una vaga perplessità. Fuori un piccolo stendipanni, alcuni vasi di fiori, una tenda all’ingresso che si muove al vento, piccoli sogni domestici da realizzare, sospesi nell’aria e nelle parole di questa sera così simile a tante altre, eppure diversa. Melania mi scruta e ride, quando le accarezzo una guancia andando via: proprio come quel giorno in cui, accompagnata dai volontari dell’Unitalsi, ha visto liberare in acqua due tartarughe recuperate dal WWF. Le tartarughe portano addosso il loro eterno rifugio, la loro piccola casa, Melania lo sta ancora cercando. Beatrice De Gennaro
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Attualità
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Per la scuola c’è sempre tempo
Un giovanotto di 95 anni
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Al “Fornari” saranno attivati corsi di studio pomeridiani. Iscrizioni ancora aperte.
È festa per il Cav. Uff. Onofrio Bufo, simbolo vivente della storia della città. E non solo.
È sempre tempo per ricominciare, per riprendere a studiare e arrivare al diploma, anche da grandi, se si cerca un lavoro o si vuole migliorare la posizione in quello che già si ha. L’opportunità la offre l’Istituto Magistrale Statale “Vito Fornari” di Molfetta con il PON “Pronti a rientrare”, in pratica un corso pomeridiano, in partenza da febbraio, del tutto gratuito, finanziato dalla Comunità Europea, che permette ad adulti che hanno interrotto gli studi di scuola superiore o non li hanno mai cominciati, magari perché dopo le medie hanno dovuto mettersi subito a lavorare o si sono dedicati alla famiglia, di essere preparati da docenti qualificati in lezioni intensive pomeridiane della durata complessiva di 120 ore, in modo da poter affrontare a settembre gli esami di qualifica al terzo anno del Liceo delle Scienze Sociali. In questo modo potrebbero es-
Il 4 gennaio scorso, il Cav. Uff. Onofrio Bufo ha compiuto 95 anni fra la gioia di sua moglie Isabella Azzollini dei suoi sette figli, sedici nipoti e cinque pronipoti. In città è conosciuto come il presidente dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, sempre presente in tutte le manifestazioni. Le vicende belliche hanno segnato la sua vita da quando nel 1936, imbarcato sull’incrociatore Montecuccoli, prima di tante avventure che lo portarono anche in Cina e in Albania sul fronte greco-balcanico sere ammessi, qualora ritenuti idonei, a subendo gravi ferite. Nel 1943 venfrequentare nel prossimo anno le classi ne deportato nel campo di concenconclusive del corso serale attivo pres- tramento di Lipsia dove rimase priso lo stesso Istituto Magistrale e poter prendere, quindi, un regolare diploma, avendo però abbreviato l’usuale iter di cinque anni. Il percorso formativo si articola in due moduli: area delle competenze matematico-scientifiche e area delle competenze storico-socio-economiche. Per favorire la partecipazione dei corsisti è previsto un servizio gratuito di assistenza rivolta ai bambini, in età prescolare e scolare, o ad anziani, rispettivamente figli o genitori dei corsisti, svolto da personale qualificato. È ancora possibile iscriversi, per chiarimenti rivolgersi alla segreteria della scuola in Via Gen. Amato n. 37 a Molfetta, tel. 080-3344902. Ulteriori informazioni sono reperibili consultando il sito www.vfornari.it.
gioniero fino al 1945 e purtroppo, in seguito ad un bombardamento angloamericano sul campo dove lavorava, persero la vita tutti i suoi compagni di avventura. Finita la guerra e tornato dopo molti anni di assenza a Molfetta, partecipò attivamente alla nascita del nuovo partito della Democrazia Cristiana e in generale alla vita politica locale. Moltissimi sono i riconoscimenti avuti per la sua laboriosa carriera, tanto da meritare l’onoreficenza a Cavaliere Ufficiale. Oggi è presidente i carica dell’ANMIG, carica che ricopre dopo la morte del Cav. Uff. Mauro Raguseo; nel 2000 partecipa alla nascita della Fondazione ANMIG, sodalizio che raccoglie i soli eredi in linea diretta dei mutilati di guerra per mantenere vivo la memoria e il sacrificio di quegli uomini. Ebbe allora l’idea di creare anche un’associazione che raccogliesse inizialmente tutti gli eredi di combattenti, e decorati al valor militare per non escludere tutti quei giovani che volevano condividere gli ideali; nel 2001, con l’aiuto di molti volontari eredi di quegli eroi, fondò l’associazione Eredi della Storia fra il plauso e l’orgoglio di tanti valorosi anziani che vedevano immortalato il sogno di consegnare la loro storia amando l’Italia. Biagio Stoia
Dall’avvocato Rocco Nanna riceviamo e pubblichiamo la seguente precisazione in merito ad un articolo da noi pubblicato in altro numero del nostro periodico. Tanto si deve in ossequio al diritto dovere di replica. In nome e per conto della Magliafil Srl, nonché dei signori Nanna Michele, Nanna Claudio e de Robertis Costanza Vi significo quanto segue: nella pagina 8 Cronaca de “il Fatto” di giovedì 10 dicembre 2009, avete pubblicato nell’ambito del quale è stata data una rappresentazione non corretta dei fatti. Preme evidenziare che Magliafil Srl ha avviato in danno della Banca Popolare di Bari un giudizio risarcitorio di € 3.000.000,00 per aver costei segnalato all’Uic di Roma (id est Banca d’Italia) l’operazione come sospetta e di provenienza illecita. Con la presente segnalazione all’Uic da parte della BpB in data 11.10.2006, la banca precisava che Magliafil Srl aveva regolarmente dichiarato che il bonifico estero pervenutole dalla corrispondente estera Hsbc Bank Plc e disposto dalla banca ordinante Dresdner Bank-Swiss era da “riferire alla vendita di opificio industriale
in Olbia di proprietà della Magliafil Srl e relative incombenze e pagamenti parcelle a professionisti per procedimenti civili e penali”. La segnalazione all’Uic comportava il sequestro delle somme, che la banca ha remunerato a tassi quasi pari a zero, anziché nella misura concordata del 5% lordo, e un’attività investigativa durata oltre tre anni, al termine della quale il P.m. presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Trani richiedeva al Gip l’archiviazione per “totale infondatezza della prospettazione accusatoria formulata dalla Banca Popolare di Bari, non avendo le somme sequestrate alcuna provenienza illecita. Per la ipotesi di truffa non vi sono elementi sufficienti a ritenere ipotizzabile tale reato”. Il Tribunale di Trani, con sentenza 4.12.2008 (presidente Russi), liberando parzialmente le somme colpite da sequestro civile ad impulso del “sir inglese”, che rimaneva nella
disponibilità dei miei assistiti, ribadiva che “il collegio reputa davvero ardua la qualificazione giuridica della condotta del Nanna in termini tali da integrare un’ipotesi di truffa; invero la stessa sostanzialmente sull’omessa indicazione da parte dell’amministratore della società promittente venditrice di un’ulteriore trascrizione pregiudizievole, oltre quelle già conosciute dalla controparte, debitamente inserite nel contratto preliminare (redatto per notar Campi da Ruvo di Puglia ndr) tanto impone di escludere la sussistenza anche del mero fumus boni iuris dell’azione risarcitoria prospettata dalla ricorrente con riferimento alla responsabilità aquiliana dei resistenti per una condotta omissiva tale da non integrare in alcun modo gli estremi del delitto di truffa”. Il Gip di Trani ha invitato il Pm a riformulare l’accusa, non già perché sia convinto dell’ipotesi di truffa, ma perché venga
chiarito in dibattimento se gli indagati abbiano o meno “lucrato sulla base di una prospettazione infondata, ovvero l’acquisto di petrolio nella loro presunta disponibilita’”. Al riguardo, sempre il tribunale di Trani, a proposito dei citati barili di petrolio, ha ancora precisato che “ferma l’asserita responsabilità della Banca per non aver consentito la libera disponibilità del danaro, non possono certo ricadere su Sidney Phillips Limited le conseguenza delle iniziative assunte dall’autorità giudiziaria… Invero dalla scrittura privata del 26.10.2006 si evince chiaramente che la causale del bonifico eseguito dalla società e costituito dal prezzo dell’opificio industriale” (e non già per i barili di petrolio, come è stato erroneamente segnalato dalla Banca Popolare di Bari, ndr). avv. Rocco Nanna
Inchiesta
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Un viaggio nel tempo Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1696
Decine di reperti, testimonianze e documenti per raccontare il rapporto tra Molfetta, i molfettesi e il mare. to dell’attività peschereccia. I maestri d’ascia e i calafati molfettesi erano particolarmente abili e ambiti in tutto il territorio nazionale. All’interno dell’esposizione sono documentate in maniera precisa, accurata e straordinaria tutte le fasi che hanno contraddistinto lo sviluppo dell’attività portuale e cantieristica della città. Il tutto sotto l’accurata cura e gestione dell’Archeoclub che l’ha realizzata nel 2005. La maggior parte dei materiali in esposizione sono stati e continuano ad essere donati dagli artigiani del mare alla città di Molfetta. Gli oggetti, dopo essere stati attentamente restaurati dai soci dell’Archeoclub, sono stati messi in mostra. Ognuno di questi cimeli è correlato di schede tecniche, pannelli didattici e un dettagliato apparato iconografico. Il museo può essere definito uno dei fiori all’occhiello della città di Molfetta sia per il suo contenuto, sia per la sua gestione. Si divide in diverse sezioni. La prima è dedicata a Vincenzo Da sempre adagiata sul suo Mare Adriatico, la città di Molfetta non ha mai smesso di avere un rapporto simbiotico con lo specchio d’acqua in cui si riflette. Il mare, da sempre una risorsa unica e insostituibile per chi da esso trae sostentamento. Ed è proprio questo concetto che ha contraddistinto i molfettesi che da secoli e per secoli hanno avviato un profondo rapporto con il loro mare. Non a caso il primo nucleo della città è nato proprio all’interno dell’antica isoletta di Sant’Andrea, zona che offriva una particolare protezione dalle avversità esterne. Il mare che dava e il mare che toglieva. Quanti attacchi pirateschi sono arrivati da qui? E quante mareggiate hanno spazzato via ogni cosa? Nonostante tutto il rapporto dei molfettesi con l’Adriatico è rimasto inalterato come quello fra padre e figlio. Odio e amore, infatti, si sono susseguiti nel corso dei secoli dando vita a strutture e innovazioni sempre più evolute. Ed è proprio
l’amore che fece sorgere le prime strutture portuali e successivamente i cantieri. Le dighe e gli antichi moli furono dettati dall’odio, dalla paura nei confronti di chi in certi periodi dell’anno si dimostrava un padre davvero crudele nei confronti dei propri figli. Figli del mare che hanno imparato nel corso degli anni tantissimo dal proprio padre. Ed è proprio questo che i molfettesi sono, cosa che è a pieno testimoniata dai numerosissimi reperti della “Mostra Etnografica Permanente del Mare”. Ospitata nei suggestivi ambienti della “Neviera”, presso la settecentesca Fabbrica di San Domenico, la mostra è uno scrigno preziosissimo di testimonianze che ricostruiscono perfettamente l’antico rapporto di Molfetta con il mare fra il Medioevo e l’Età Contemporanea. Tale rapporto si fece particolarmente vitale a partire dal XIX secolo quando un sensibile sviluppo della cantieristica navale fu favorito dallo sviluppo del nuovo porto e dal conseguente aumen-
Estere Uva, importante maestro d’ascia molfettese, e alle sue realizzazioni. La seconda sezione ospita una vasta esposizione di reti, di produzioni del funaio, di strumenti per la navigazione nonché testimonianze circa la storia dei punti di ancoraggio e dello sviluppo del Porto di Molfetta. Le tecniche antiche a attuali delle varie fasi del processo costruttivo di un’imbarcazione in legno sono l’argomento della terza sezione del museo. La quarta sezione è composta da una serie di collezioni di attrezzi di maestri calafati della prima metà del Novecento. La quinta e ultima è composta invece da numerosi documenti. Fra questi vi sono gli originali di antichi libretti d’immatricolazione per la pesca, patenti di sanità e atti di nazionalità. Un viaggio unico, attraverso il tempo, fra le meraviglie che l’uomo e la natura hanno saputo creare a testimonianza del loro splendido rapporto. Francesco Tempesta
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Inchiesta Tra contenuti e contenitori... 1697
Tanta la storia, la cultura e le opere d’arte che talvolta giacciono in attesa di essere riscoperte, legate alla città di Molfetta; carenti e dal destino altalenante e incerto i contenitori che potrebbero permettere un reale accesso e una facile fruibilità di questo patrimonio. Facendo una rapida carrellata dei musei cittadini, si nota come accanto a spazi museali ed espositivi funzionanti e liberamente visitabili – ad esempio la raccolta civica d’arte contemporanea “Leonardo Minervini” presso Palazzo Giovene (con più di sessanta opere tra artisti molfettesi e maestri di fama internazionale), la Sala dei Templari, la Chiesa della Morte, il museo della Pietà Popolare presso la Basilica della Madonna dei Martiri, la Gipsoteca della Fabbrica di San Domenico contenente sculture e lavori preparatori del maestro Giulio Cozzoli – ve ne sono altri dal destino finora infelice. Uno di questi esempi è sicuramente il Museo Archeologico del Pulo, ospitato nell’ex Lazzaretto Casina Cappelluti, il museo che “c’è, ma non c’è”. Ormai da due anni si sono conclusi i lavori di allestimento del progetto: sono stati selezionati e accuratamente schedati i reperti da esporre, posizionati gli arredi, la pannellistica con percorsi illustrativi per facilitare il contatto col visitatore, tutto sembra essere pronto, ma le porte del museo rimangono inspiegabilmente chiuse. Date fittizie dell’inaugurazione si susseguono, mentre l’ex Lazzaretto cade inevitabilmente nelle mani dell’incuria e di atti vandalici che richiedono di conseguenza ulteriori lavori di ripristino. Un museo che sembra invece scomparso nel nulla è quello archeologico del Seminario Regionale, nonostante compaia in rete tra i complessi museali visitabili nella città di Molfetta. La raccolta di monete antiche, dipinti, ceramica locale, vasi di Gnathia e a figure rosse sembra essere stata accantonata per consentire l’ampliamento delle sale dedicate alla biblioteca dello stesso Seminario. Infine, come non parlare di quel contenitore che è stato quasi annunziato come una “rivoluzione” per la cultura locale, quella che avrebbe dovuto essere la punta di diamante sia per Molfetta, sia per un sistema museale capace di valicare i confini regionali e nazionali: il Museo Diocesano “A. Salvucci”. Inaugurato il 18 giugno 2009, dopo alcuni mesi in cui è stato possibile accedervi solo attraverso prenotazione, il museo in questo periodo non è visitabile, in attesa della tanto agognata apertura prevista, a detta dei responsabili, per la fine di questo mese, mantenendo sempre il sistema di prenotazioni. Con gli occhi rivolti al cielo, si spera questa sia la volta decisiva. Isabel Romano
La nostra sto Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1698
Un viaggio che comincia dove tutto ha origine: dagli storici cantieri navali molfettesi che hanno visto “nascere” decine e decine di imbarcazioni pronte a solcare i mari.
Fonti storiche documentano l’esistenza dei cantieri navali molfettesi già a partire dal lontano 1353, anno in cui vengono datati alcuni reclami riguardanti diritti di riscossioni dell’Università di Molfetta nei confronti di maestri lavoranti vascelli e nei confronti di ormeggi e ancoraggi di diverse imbarcazioni. A partire da tale data si susseguono negli archivi storici documenti che testimoniano una sempre più vivace attività cantieristica in città, attività svolta prevalentemente nella zona di “Cala dei pali” e nei pressi del Largo della Porticella. Il periodo d’oro per la cantieristica molfettese arrivò nel XIX. In questo periodo in città erano registrati 25 calafati residenti e 3 lavoranti fuori città; le città limitrofe richiedevano manodopera specializzata e Molfetta all’avanguardia nel settore poteva tranquillamente offrila. Nel frattempo i cantieri si spostarono presso la spiaggia della Maddalena (attuale collocazione) che nel 1892 risultava interamente occupata dalla sempre più fiorente attività. Nella zona sorsero inoltre alcuni caseggiati adibiti a deposito di attrezzi. Nel 1903 il Rapporto dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Molfetta riportava la presenza di ben 200 barche da pesca, 164 fra maestri d’ascia e calafati 2 operai addetti alla costruzione in ferro. A partire dagli anni ’20, l’avvento della propulsione meccanica favorì un incremento della produzione e della grandezza dei natanti a Molfetta. Il periodo della Seconda Guerra Mondiale portò nuovi tipi di specializzazioni per i cantieri navali molfettesi che subirono in seguito un netta crisi a causa della loro requisizione da parte degli Alleati. Dopo la guerra l’attività si riprese fiorendo nuovamente e continuando a progredire seguendo le orme del veloce sviluppo tecnologico sino ai giorni nostri. f.t.
Saperne di più 1699
I “genitori” della mostra. Ospitata presso la Fabbrica di San Domenico, la Mostra Etnografica Permanente del Mare è presente a Molfetta dal 2005. Il progetto, fortemente voluto dall’amministrazione guidata da Tommaso Minervini, è nato grazie alla donazione della famiglia di Vincenzo Estere Uva di disegni e strumenti utilizzati durante la sua vita, è in continua espansione. Autore di numerosissimi disegni e progetti esposti nella mostra, Vincenzo Estere Uva nasce ad Alessandria d’Egitto l’11 ottobre del 1907 da genitori molfettesi lavoratori del mare emigrati nel continente africano. Nel corso della sua breve ma intensa vita Vincenzo fin da giovanissimo si afferma per le sue innate doti di grafiche di disegno, nella progettazione e nella realizzazione di barche di diversi tipi. Muore il 18 marzo del 1947 e può essere tranquillamente collocato fra gli “illustri e sconosciuti molfettesi” che hanno lasciato una profonda impronta durante la propria vita.
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Cos’è l’Archeoclub 1700
Si tratta dell’associazione che gestisce il museo.
Gli antichi ormeggi molfettesi Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1701
I “lavoratori del mare” avevano preso ad ormeggiare le proprie paranze presso un luogo denominato “Cala dei Pali”. Si trattava di una vecchia rada ben riparata dalle intemperie utilizzata anche come cantiere navale. Le prime tracce di attività portuali nella città di Molfetta risalgono al lontano XII secolo data a cui gli archivi storici fanno risalire l’insediamento dell’antichissimo porto presso Cala San Giacomo. Il luogo, distante circa 2 km dalla città, si prestava parecchio all’attività di scalo dato che, oltre alla sua collocazione in un’insenatura ben riparata che all’epoca era assai più ampia, si trovava vicino a strutture di accoglienza di pellegrini e viandanti quali S. Cosma, SS Filippo e Giacomo, S. Maria dei Martiri e S. Margherita. Nel corso dei secoli il piccolo porticciolo fu dotato di due colonne per favorire l’approdo e l’ormeggio dei vascelli. Con ogni probabilità il piccolo porticciolo fu utilizzato fino al XVIII secolo, secolo in cui lentamente cadde in disuso. In tale epoca i “lavoratori del mare” avevano preso ad ormeggiare le proprie paranze presso un altro luogo denominato “Cala dei Pali”.
Si trattava di una vecchia rada ben riparata dalle intemperie utilizzata anche come cantiere navale. La zona infatti pullulava di postazioni di maestri d’ascia, di calafati ed era sede di un canapificio. Il toponimo “Cala dei Pali” deriva quasi certamente dal fatto che all’epoca per tirare in secca le imbarcazioni si piantavano dei pali che più tardi furono sostituiti da dei pilastri in pietra. Attorno alla fine del XIX secolo la cala divenne poco utilizzabile a causa dell’azione di riempimento del mare che continuava a depositare detriti. Nel 1893 la Capitaneria di Porto dispose l’abbandono di tale zona e la costruzione di un nuovo approdo presso lo scoglio di San Domenico assieme ad uno scalo d’alaggio sulla spiaggia via Crucis. La Cala dei Pali fu completamente interrata e appianata (da qui il nuovo toponimo Secca dei Pali) a causa del deposito dei detriti provenienti dallo scavo del sottopasso di via Terlizzi. f.t.
L’ A r c h e o c l u b d ’ I t a l i a , s e d e di Molfetta “G.M. Giovene” è un’associazione attiva da oltre vent’anni sul territorio cittadino nella salvaguardia e nella valorizzazione del patrimonio storico-artistico e ambientale. Dal 2005 cura e gestisce, nella Fabbrica di San Domenico, la Mostra Etnografica Permanente del mare, un’esposizione che documenta in modo originale la storia di Molfetta marinara e della cantieristica navale attraverso arnesi e utensili da lavoro dei maestri d’ascia, disegni e modelli di imbarcazioni, documenti della vita di bordo. La collezione, unica nel suo genere in tutta la regione, continua ad arricchirsi con nuove donazioni, provenienti da un indotto un tempo fiorentissimo nella città, la cantieristica navale, oggi purtroppo in crisi profonda. E insieme al collasso economico si registra anche la perdita progressiva di tutto un patrimonio di conoscenze, tecniche, linguaggi, che per secoli sono stati un tratto distintivo del nostro patrimonio.
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Inchiesta
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Storia del porto di Molfetta Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1702
Una infrastruttura decisiva per lo sviluppo economico e sociale della città. Le prime opere risalgono al XVI secolo. In corso le opere per la realizzazione dei nuovi approdi.
Nel XVI secolo fu realizzato un piccolo molo nei pressi del Duomo per proteggere l’ansa naturale a ponente della città dal vento Greco-Levante. Nel 1824, viste le incessanti richieste della marineria locale, il Comune di Molfetta dispose a Francesco Spinelli, il quale si avvalse della consulenza del grande uomo di scienza Giuseppe Maria Giovene, la progettazione del nuovo porto. Il progetto prevedeva la costruzione di due bracci, uno interno e l’altro esterno. Su quest’ultimo
era prevista l’edificazione di un faro e di alcuni locali adibiti a lazzaretto per la quarantena dei marinai in caso di epidemie. Il progetto fu modificato nel 1825 dall’architetto de Tomasi e fu approvato definitivamente nel 1841. Tre anni più tardi, il giorno dell’onomastico dell’allora sovrano Ferdinando I (30 maggio), fu posta la prima pietra. I lavori si protrassero sino al 1846 ma ripresi nel 1848. Questo perché il re Ferdinando II di passaggio a Molfetta, compiaciuto
dell’opera, ordinò il completamento definitivo del porto. Dopo la realizzazione il flusso commerciale a Molfetta crebbe a tal punto da prendere in considerazione un possibile ampliamento. Ampliamento che scattò nel 1882 alla presenza dell’allora Ministro dei Lavori Pubblici Alfredo Baccarini che inaugurò i lavori per il congiungimento dei due moli e la costruzione del nuovo molo foraneo. Successivamente il porto fu ulteriormente completato dal molo Pennello
nel 1890, dallo scalo d’alaggio nel 1900, dalla banchina S. Domenico (anni ’20). Un fortunale avvenuto nel gennaio del 1949 accrebbe l’idea di una nuova diga di protezione. Diga che fu realizzata, a partire dal 1951, nella zona compresa fra l’antica Cala S. Giacomo e la basilica della Madonna dei Martiri. Attualmente è in corso la fase per la costruzione del nuovo porto che muterà in maniera considerevole la conformazione dell’attuale scalo. f.t.
In Città
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Anziani scatenati al Centro Comunale Polivalente Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1703
Una serata tra allegria e spensieratezza. Perché chi ha i capelli bianchi vuole ancora divertirsi. Se insostenibile e immensa è la solitudine di certi anziani, altrettanto può esserla quella degli adulti, i loro figli, costretti spesso a lasciarli e a non poterli accudire così come vorrebbero, perché ingabbiati in vite rigide e schematiche, fatte di lavoro-casa-doveri, tracciate su ruoli, ritmi e percorsi ben definiti, che poco spazio lasciano alla fantasia, alla creatività ed alle emozioni. È quanto è emerso dagli interventi di alcuni parenti degli utenti del Centro Anziani Polivalente di Molfetta durante una sera dedicata alla musica, al ballo, ma anche alla riflessione, all’autoconsapevolezza, alla ricerca di sé e del proprio vissuto che può raffiorare, rafforzarsi o essere superato grazie a questi momenti di gioia ed entusiasmo collettivi. Liberare ansie e paure, riscoprire il proprio corpo, considerato spesso portatore di disturbi e malattie, viverlo così com’è ora, accettarlo con i segni del tempo e di quanto si è vissuto, muoverlo al ritmo dei ricordi ma anche di nuove energie serve a genitori e figli, li avvicina e li
accomuna, fa nascere in essi una nuova solidarietà e comprensione. Sono intervenuti l’assessore alla Socialità Luigi Roselli, il nuovo dirigente Giusi De Bari, il sindaco Antonio Azzollini a testimoniare “l’attenzione delle autorità cittadine verso questa parte della popolazione che aumenta sempre di più ed è costretta quotidianamente ad affrontare problemi di ogni tipo, di certo non ignorati dall’Amministrazione comunale”. Per il presidente della cooperativa Gea, Giuseppe Maiorano, che gestisce il Centro, “numerosi ed importanti sono quelli correlati, come l’assistenza domiciliare che va senz’altro potenziata” mentre portare gli anziani fuori, farli uscire dal loro guscio e dallo stesso centro, per accompagnarli in gite, escursioni, viaggi , serate in pizzeria e all’aperto al fine di favorirne l’integrazione e l’inclusione, pare essere uno degli obiettivi dell’amministrazione, più volte sollecitata, sotto questo aspetto, dagli utenti in sala che hanno anche richiesto, a gran voce, ancora una volta, “una
struttura più grande, idonea e capiente”. Il sindaco ha conversato e ballato amabilmente, si è lasciato fotografare, è stato vigorosamente abbracciato e baciato da alcune ospiti che non volevano lasciarlo, lo toccavano, gli recitavano poesie con voci da bambine. L’assessore Roselli ha riso parecchio ma timidamente, educatrici e volontarie si sono trattenute dall’invitarlo, lo guardavano di continuo. Non si è mangiato né bevuto, anche se si sarebbe giurato il contrario, alcuni cantavano e si agitavano sulle sedie, altri stavano per addormentarsi, coperti di coriandoli, fili e strani cappellini luccicanti. Una signora, dall’andatura incerta, ha rischiato di cadere ma ha continuato imperterrita a danzare, la figlia l’ha trascinata a forza su una sedia ordinandole di non alzarsi più; un’altra, stretta in un paio di jeans a vita bassa, con cintura di strass, andava di continuo in bagno ma non voleva dire perché; un’altra ancora, scorgendo il figlio che l’aspettava fuori, ha finto a lungo di non vederlo poi è uscita nervosamen-
te, lo ha sgridato, quasi malmenato e mandato via: come si era permesso di venire a prenderla così presto? I pochi giovani presenti non credevano ai loro occhi, si chiedevano se fosse tutto vero. Molti tacchi alti, vecchie collane, pesanti orecchini, pose ed occhiate allusive durante i balli di gruppo. A chi telefonava una signora con un cellulare che ha immediatamente nascosto all’arrivo della nipote? Chi aveva pettinato un’ospite di oltre ottanta anni con un vestito aderentissimo che le impediva di camminare? Scarseggiavano ma ancheggiavano anche gli uomini, le signore hanno ballato tra di loro, teneramente allacciate, scambiandosi carezze e frasi d’amore: impossibile capire se facessero sul serio o no. Attraverso i vetri alcuni passanti guardavano attoniti. La “Blues men band” ha suonato e cantato fino allo sfinimento. È successo davvero, sabato 9 gennaio, nel centro anziani di Via Fremantle, e non è la prima volta. Beatrice De Gennaro
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In Città
giovedì 21 gennaio 2010
Che tempo fa? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1704
Se ne è discusso in un incontro organizzato dall’Università Popolare Molfettese.
Non esistono più le mezze stagioni. Pare che il tempo sia impazzito, fa caldo, fa freddo. Non si sa se stendere la biancheria al balcone oppure in casa. Il disorientamento si fa strada, non si capisce quali indumenti indossare. Incombe la paura di essere contagiati dall’influenza H1N1. Tutti interessati a seguire le previsioni del tempo. Cosa sta accadendo? Il professor Giuseppe Masciopinto, già docente di chimica e scienze naturali al Liceo Classico di Molfetta, ha cercato di chiarire il problema delle trasformazioni subite dal clima, durante la videoconferenza sul tema “Meteorologia e Cambiamenti Climatici”. L’incontro si è tenuto presso l’Università Popolare Mofettese lo scorso 12 gennaio. “Molfetta, grazie alla sua posizione geografica, è da ritenersi una città vivibile e fortunata, il cui clima è ottimo”, ha sottolineato la professoressa Ottavia Scherza Altomare, presidente dell’Università, aprendo il dibattito. Interessanti, dettagliate e mi-
nuziose le spiegazioni del relatore, che ha precisato che la meteorologia è una materia scientifica complessa, che cerca di interpretare i vari fenomeni atmosferici. Con la “climatologia” – dottrina giovanissima – i ricercatori, facendo leva sulle memorie storiche, studiano gli eventi che si sono verificati e succeduti nei tempi più remoti. La parola clima vuol dire propriamente “inclinazione”: il clima infatti è in massima parte in funzione dell’inclinazione dei raggi solari sulla superficie della Terra al variare della latitudine, ed è in relazione ai due movimenti del nostro pianeta di “rotazione”, che dà vita al giorno e alla notte e di “rivoluzione” intorno al Sole, che dà origine alla formazione delle quattro stagioni. Le stagioni influenzano le attività economiche, le abitudini, la cultura, lo stato di salute e benessere delle popolazioni. Masciopinto ha precisato che il primo servizio meteorologico italiano nacque nello Stato Pontificio. Ritenuta
poi la meteorologia materia strategica militare e civile, passò sotto la direzione dell’Aeronautica Militare, che tuttora gestisce e trasmette quotidianamente le condizioni meteo. “In passato nelle credenze popolari molfettesi vigeva l’idea che bastava osservare il colore del tramonto o dell’aurora – rosso di sera buon tempo si spera – per pronosticare la realizzazione di una bella o cattiva giornata. La luna coperta da alone, il gatto che si lecca il pelo, il ragliare dell’asino, le rondini volare basse e male – cielo a pecorelle… – erano segni che annunciavano l’arrivo di piogge, burrasche…”, ha ricordato il professor Masciopinto. Il parametro che determina lo stato di salute della Terra è la temperatura; da essa dipende l’equilibrio, il sistema bio-ecologico degli esseri viventi. In ogni caso ci sono gli ottimisti che affermano di stare tranquilli perché i cambiamenti nella storia ci sono sempre stati. “Io ho udito dire a mio padre, che in sua gioventù, a
Roma, la mattina di Pasqua di Resurrezione, ognuno si rivestiva da estate…”, scriveva il Magalotti nel 1683. I possibilisti invece pensano che le cause dei mutamenti sono del tutto naturali e l’uomo non può intervenire sul magnetismo terrestre, sull’eruzione dei vulcani, sui terremoti sull’effetto Sole. Gli ambientalisti, i no-global spiegano che la colpa è nostra, è dell’industria capitalistica, che continua ad emettere CO2 nell’atmosfera. I “margini di incertezza ci sono e permangono e questa incertezza va colmata con la scienza’’. Così Franco Prodi, climatologo, docente di fisica dell’atmosfera all’Università di Ferrara. ‘’In Italia non c’è rispetto per la ricerca – ha sottolineato il professor Prodi – ma il rispetto per la ricerca è gratis’’. “È dal dubbio che nasce la soluzione’’, ha aggiunto ricordando che ‘’siamo di fronte al destino del pianeta”. Pantaleo de Trizio
Ristorante Enoteca Desserteria Pizzeria
Cultura & Spettacoli
giovedì 21 gennaio 2010
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La storia nascosta dal sottosuolo Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1705
Una cisterna di notevoli dimensioni sotto piazza Giovene. E non è la sola nel territorio di Molfetta. La storia da sempre ci insegna che, nonostante il costante avanzare del progresso, essa trova sempre il modo e il tempo di far parlar di sé e far sentire la propria antica voce nel rumoroso e disattento presente. È il caso dei ritrovamenti archeologici all’interno della chiesa della Morte, della basilica della Madonna dei Martiri e del Pulo. Ma come non ricordare anche le continue e casuali scoperte storiche all’interno del centro storico e del rione Catecombe? Negli ultimi mesi ulteriori testimonianze di un passato che continua a vivere sotto i nostri piedi e la nostra quotidianità sono venute fuori durante alcuni lavori comunali presso via Domenico Picca, dove è emersa un’antica cisterna, nei pressi della chiesa del Purgatorio, dove
è riaffiorato un antico muro, e all’interno di piazza Minuto Pesce in cui sono venuti alla luce numerosissimi resti ossei. Lo scorso mese invece ecco che d’improvviso in piazzetta Giovene due basole spariscono, inghiottite dalla terra, e viene fuori un passaggio molto profondo che sembra uscito da uno di quei film di Indiana Jones. Si tratta dell’ennesima cisterna, ambiente sotterraneo di cui il sottosuolo molfettese è veramente ricco. Essa con ogni probabilità risale al XIX e, opera del noto architetto Corrado de Judicibus, ha una profondità poco inferiore ai dieci metri. Sono parecchi i libri e i documenti storici che attestano e descrivono la loro esistenza il più delle volte in luoghi alquanto inaspettati. La “Piscina Comune” si trovava e si trova
ancora in largo Domenico Picca mentre la Piscina Nuova è nascosta sotto piazza Vittorio Emanuele II. Altre grandi e profonde vasche si trovano al di sotto di piazza Paradiso, piazza Immacolata, piazza Municipio, sotto le chiesa di San Domenico e della Madonna dei Martiri e nei pressi della villa Comunale. A quelle elencate è necessario aggiungere numerosissimi altri ipogei presenti in città e altri localizzati in campagna. Ma a cosa servivano? La funzione principale era naturalmente quella di raccolta dell’acqua piovana. In un territorio poco piovoso come la Puglia, infatti, queste cisterne erano indispensabili per la sopravvivenza dei cittadini data la mancanza di un vero e proprio sistema idrico che sarebbe arrivato soltanto nel ’900
con l’Acquedotto Pugliese. Le piscine venivano prese d’assalto durante i duri periodi di carestia dal popolo esausto. Per raccontare gli sfondi, i retroscena e le vicende legate a queste antiche costruzioni non basterebbe un libro, dato che gli intrecci storici sono molteplici e costellati di numerosi accadimenti. Fatto sta che dopo la costruzione dell’Acquedotto Pugliese le cisterne cominciarono lentamente a perdere la propria funzione principale e le più volubili furono adattate ad altri utilizzi. Alcune invece finirono nel dimenticatoio collettivo e di tanto in tanto vengono fuori come funghi quasi a rivendicare i propri meriti ad una società con una memoria corta ed ingrata. Francesco Tempesta
Il debutto per l’Ensemble Melphicta
Vito Vilardi e la sua chitarra
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Il concerto dell’Epifania tenutosi presso il teatro San Filippo Neri ha rappresentato il debutto per una formazione di archi composta da studenti del Conservatorio caratterizzati dalla giovanissima età. L’Ensemble Melphicta – questo il nome della formazione – si è esibito offrendo al pubblico un repertorio eterogeneo: dal classico al contemporaneo, quest’ultimo arricchito della partecipazione nelle insolite vesti di cantante della dottoressa Annalisa Altomare, che affianca alla sua attività di medico, un appassionato impegno nel capo musicale. Sebbene sia composto da giovani di età compresa tra i 17 e 24 anni, l’Ensemble Melphicta ha dimostrato una preparazione e professionalità eccezionali: questi giovanissimi musicisti sono un esempio positivo per i giovani molfettesi perché, come ha sottolineato il parroco don Vincenzo Di Palo, hanno compiuto delle scelte importanti, studiano ogni giorno, compiono uno sforzo quotidiano e silenzioso nella solitudine delle loro
stanze, non inseguono i modelli vuoti che troppo spesso abbagliano i giovani. L’incontro dell’ensemble con la cantante Annalisa Altomare ha dato origine ad una performance originale e frizzante, con la proposta di brani come White Christmas, Eye in the sky e Silent night che hanno ricondotto il pubblico nel pieno dell’atmosfera natalizia. L’Ensemble Melphicta è composto dai primi violini Gabriella Cipriani, Antonella Altamura, Marina Sciancalepore; dai secondi violini Vito Donato Pansini, Flavia Carabellese, Mariateresa Piumelli; dalle viole Saverio de Robertis, Emanuela Dell’Olio; dai violoncelli Paola Damiana de Candia, Vincenza Raimondi e da Orazio Saracino al piano; l’ensemble è stato accompagnato dal chitarrista Alessandro Grasso per il brano Eye in the sky ed ha accolto, per l’esecuzione di un’opera, anche un suonatore di triangolo, scelto direttamente dal pubblico.
Un altro giovane talento con un grande futuro davanti.
Continua il nostro viaggio alla scoperta dei giovani talenti molfettesi. Imbracciando la sua inseparabile chitarra da concerto del 1981 appartenuta al suo maestro, Vito Vilardi inizia a raccontarci la sua carriera. Diplomando in chitarra classica presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari sotto la guida del maestro Pasquale Scarola, incomincia giovanissimo lo studio dello strumento rilevando ben presto particolari doti e sensibilità musicali. Da subito ha partecipato a numerosi concorsi internazionali classificandosi sempre nei primi posti. Grazie all’associazione “De Falla”, frequenta regolarmente Master Class e corsi di perfezionamento tenuti da alcune della più importanti personalità del panorama chitarristico internazionale. Ha tenuto numerosi concerti in Italia ed all’estero come di solista e in formazioni di musica da camera per importanti associazioni e istituzioni musicali tra le quali la Camerata MuKatia la Forgia sicale Barese. È da sempre impegnato
in svariate situazioni artistiche che lo hanno portato anche alla realizzazione di alcune performance musico-teatrali abbracciando diversi generi musicali. In questa stagione invernale è impegnato in un progetto in duo con il violinista Marco Misciagna, docente di violino e viola presso il “Conservatoire Italien” di Parigi, che lo porterà all’ interpretazione di alcune delle più importati opere dei grandi virtuosi italiani come M. Giuliani e N. Paganini. Vito Vilardi insegna inoltre chitarra classica presso l’Accademia “Martucci” di Bari e l’associazione “Domenico Sarro” di Trani e tiene laboratori musicali in scuole statali di ogni ordine e grado. Prossimo appuntamento per viaggiare sulle note della sua musica il 31 gennaio alle 20 presso la sala San Felice a Giovinazzo in cui si esibirà in un duo con Marco Misciagnia sulle musiche dei compositori N. Paganini e M. Giuliani. Marilena Farinola
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Recensione
giovedì 21 gennaio 2010
Il SegnaLibro. Stupore e tremori. Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1708
“Certo, puoi anche non suicidarti. Ma allora, prima o poi, non reggerai e in un modo o nell’altro cadrai nel disonore: ti troverai un amante, o ti metterai a mangiare, o diventerai pigra – tutto può accadere. È stato notato che gli esseri umani in generale, e le donne in particolare, faticano a vivere a lungo senza cadere in uno di quei piccoli vizi legati al piacere carnale. Se diffidiamo di quest’ultimo non è per puritanesimo: lungi da noi questa ossessione americana. A dire la verità, si deve evitare la voluttà perché favorisce la traspirazione. Non c’è niente di più vergognoso del sudore. Se mangi a quattro palmenti un bel piatto di fettuccine, se ti abbandoni alla rabbia del sesso, se passi l’inverno a dormicchiare vicino al camino, suderai. E nessuno avrà più dubbi sulla tua volgarità. Tra il suicidio e la traspirazione, non esitare. Versare il proprio sangue è ammirevole quanto è immondo versare il proprio sudore.” Amélie Nothomb, Stupore e tremori, trad. italiana di Biancamaria Bruno, Le Fenici Tascabili, Guanda, 2006, pp. 128. Abbandonate le vostre più esotiche fantasie sulla terra del Sol Levante a base di sushi fresco e profumato, aromatico e terapeutico tè verde, geishe ammalianti e giardini di pietre e sabbia dove arrendersi alla perfezione: un anno di lavoro alla Yumimoto, importante multinazionale giapponese, può diventare l’esperienza zen più infernale di tutta la vita. Lo racconta Amélie, giovane occidentale di origine belga, che l’8 gennaio 1999 avvera il suo sogno di tornare a vivere nel Paese dove è nata. Assunta come interprete con un contratto annuale, Amélie diviene ben presto vittima di una lenta, inarrestabile e quanto mai surreale retrocessione,
fatta di umiliazioni e soprusi. Così lei, che da piccola voleva diventare Dio poi crescendo ha limitato le proprie ambizioni e si sarebbe accontentata di essere Cristo, decide più pragmaticamente di diventare martire. E mentre i suoi superiori, appollaiati su una scala gerarchica retta da onore e ossessione, le affidano via via compiti sempre più degradanti, dal servizio del tè all’aggiornamento dei calendari degli uffici, Amélie penetra con disincanto nella società giapponese, descrivendone i costumi, l’etica e le contraddizioni in un crescendo di acuto umorismo, invettive divertenti ed esilaranti riflessioni. La mente occidentale di una ragazza con
sangue nipponico svela come il codice etico dell’umiliazione e del disonore abbia segni e convenzioni spesso antitetiche che neanche l’amorfo mondo degli affari – “non luogo” per antonomasia – riesce ad avvicinare. Romanzo con notazioni autobiografiche, Stupore e tremori è una prova di scrittura solare e caustica, un divertissement ironico e originale che in tempi di denunce di mobbing e precariato lascia un sapore amaro a beneficio del benessere di corpo e mente. Come il tè verde. Amélie Nothomb nasce a Kobe in Giappone il 13 agosto del 1967. Figlia di un diplomatico belga, ogni tre anni cambia Paese, a seconda delle desti-
nazioni stabilite dal ministero degli Esteri belga. Pechino, New York, poi il Bangladesh, la Birmania, il Laos. A Bruxelles mette piede solo a 17 anni. È perfettamente bilingue – francese e giapponese – e ha scritto più di venti libri (il 1° settembre di ogni anno in Francia esce puntualmente il suo nuovo romanzo), tradotti in quasi 40 lingue. In Italia per i tipi di Voland, Robin e Guanda sono usciti “Libri da ardere”, “Biografia della fame”, “Sabotaggio d’amore”, “Antichrista Metafisica dei tubi”, “Mercurio”, “Ritorno a Pompei”, “Le catilinarie”, “Igiene dell’assassino” e “Acido Solforico”.
“Solo i folli possono cambiare il mondo” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1709
A Molfetta un incontro in preparazione del Meeting dei Giovani tenutosi a Bari. Il Meeting dei Giovani che si è tenuto a Bari dal 19 al 21 gennaio con l’obiettivo di perseguire uno sviluppo sostenibile è inserito nell’ambito dell’iniziativa “Ni, mondlokaj civitanoj-Noi, cittadini globali-locali” (NMC), che mira a promuovere la partecipazione dei giovani nei processi decisionali su scala globale e locale. Nel corso del meeting 500 giovani delegati, provenienti da 90 Paesi e più di altri 1000 partecipanti sono stati coinvolti nella ricerca di idee innovative e di promozione del cambiamento. Le attività del meeting sono state suddivise in cinque macroaree tematiche: educazione, cittadinanza/impegno civico, ambiente, sicurezza umana e sviluppo, lavoro ed economia. In preparazione a questo
evento martedì 12 gennaio si era tenuto a Molfetta un convegno a cui hanno preso parte il Liceo Ginnasio “L. Da Vinci” e l’Istituto Tecnico “G. Salvemini”. L’incontrro è stato promosso dall’associazione Cittadinanzattiva che si propone in primo luogo di far prendere consapevolezza soprattutto ai giovani di vivere in una realtà, quale quella della propria città, in cui tutti sono importanti alla stessa maniera e in secondo luogo Cittadinanzattiva sprona i giovani a farsi avanti per emergere dalla massa e apportare un contributo significativo, seppure piccolo, per migliorare le condizioni culturali, sociali e ambientali della città in cui si vive. All’incontro è stata invitata in qualità di relatrice anche
una docente universitaria che insegna presso la facoltà di Scienze politiche di Bari, la dottoressa Gabriella Sforza, che ha proposto all’attenzione dei ragazzi presenti alcune tematiche inerenti la società, quali le differenziazioni, attuate quotidianamente tra gli appartenenti a dei ceti sociali differenti, l’instabilità della vita e il valore di identità sociale dato dal lavoro ed anche dall’istruzione. Insomma degli argomenti che sono “all’ordine del giorno” nelle discussioni dei giovani a scuola, in famiglia e, perché no, anche tra gli amici. Dopo la relazione si è aperto un breve dibattito, conclusosi troppo presto, tra i giovani presenti e la docente universitaria. Da alcuni giovani è emersa una considerazione
importante e sicuramente in attinenza con l’obiettivo dell’incontro: iniziare dal proprio piccolo, dalla cerchia degli amici e dal mondo circostante a dire di no a certi comportamenti classisti e stereotipati che sono proposti dalla società in cui si vive. Una cosa è certa: se i giovani devono costituire la parte attiva della cittadinanza, è necessario che ne abbiano anche la possibilità, perché i giovani solo discutendo e confrontandosi con i giovani e per i giovani che saranno i cittadini del futuro potranno maturare la consapevolezza che dopotutto non bisogna essere necessariamente dei supereroi o dei folli, come recitava un noto spot televisivo, per cambiare il mondo. Gianfranco Inglese
Sport
giovedì 21 gennaio 2010
Si vince e si perde
HOCKEY
settimane
in
chiaroscuro molfettesi.
Vanno certamente presi con filosofia gli ultimi, inattesi stop, della Liberty Molfetta. La compagine di patron Nicola Canonico riesce a godere della vetta della classifica del campionato di Eccellenza solo all’indomani della gara esterna del 6 gennaio stravinta contro il Trani per 3 a 1. Il Nardò ha però approfittato già dalla giornata successiva della marcia a ritmo lento di capitan Suarez e compagni. Il doppio 0 a 0 raccolto prima nella gara casalinga contro il Sogliano (con gol regolare di Suarez annullato al 93’ e il censurabile tentativo di aggressione alla terna arbitrale) e poi sul neutro di Putignano “in casa” del Manduria, ha scavato un solco di 4 punti tra il Molfetta e la testa della classifica. Certamente bisogna ritrovare la strada della vittoria nella gara interna del 21 gennaio contro il Tricase e poi negli appuntamenti del 24 a Locorotondo e del 31 contro il Copertino. Senza perdere di vista la coppa dopo che la semifinale di andata disputata a Corato si è conclusa sul risultato di 1 a 1. Anche nel campionato di serie B di calcio a 5 il distacco tra il Real Molfetta secondo e la capolista Pescara è aumentato a 5 punti. Nelle ultime uscite il Molfetta è riuscito nell’impresa di battere gli abruzzesi sul parquet del “PalaPoli” per 8 a 1. Risultato di prestigio che ha fatto il paio con la vittoria a Modugno per 6 a 5 ma che non si è ripetuto il 16 gennaio nella sfida interna al Team Matera che ha fermato sul 2 a 2 i padroni di casa. Prossimi appuntamenti il 23 gennaio a Barletta e il 30 in casa contro il Manfredonia. C’è tanto da dire anche sul mondo del volley. A ritmo alternato le due molfettesi impegnate nei campionati di B1 maschile e B2 femminile. I ragazzi allenati da Alessandro Lorenzoni hanno inaugurato il 2010 con l’inattesa sconfitta interna per 3 a 1 contro l’Heraclea Gela. Dopo il turno di riposo osservato il 17 dovranno provare a rifarsi il 23 nella gara interna contro
per
BASKET
Serie A1
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Ultime
21
le
compagini
il Chieti. Poi il 29 e 30 gennaio arriveranno a Molfetta le Final Four di Coppa Italia. Si sfideranno oltre alla Pallavolo, il Brolo, il Genova e il Cantù. Si comincerà venerdì 29 alle 18 con la gara Genova-Brolo, poi alle 20.30 toccherà a Pallavolo Molfetta-Cantù. Sabato 30 alle 17 finale per il 3° e 4° posto e alle 19 la finale che assegnerà la Coppa. Le ragazze di Annagrazia Matera si dividono tra gioie e dolori. Le gioie del 10 gennaio per il 3 a 1 conquistato lontano da casa contro il Volley Altamura e i dolori per la confitta per 3 a 1 del 17 a Battipaglia. Si torna in campo il 23 per ospitare la Living Potenza. Nel basket la cura Russo non porta ancora punti anche se qualcosa di diverso nel gioco della squadra si comincia a vedere. Ma continuando di questo passo sarà davvero dura arrivare a fine campionato. Nel giorno dell’Epifania Virtus fermata in casa dal Matera con il passivo di 58 a 56. Altro stop, più largo e senza opporre reazione all’avversario, il 9 gennaio a Perugia. In Umbria i molfettesi hanno realizzato solo 57 punti a fronte degli 82 subiti. Ultimo risultato dal campo quello del 17 gennaio con il derby casalingo contro Ostuni conclusosi solo all’ultimo secondo con il risultato di 85 a 83 per i brindisini. Andrea Maggi e soci proveranno a tornare a vincere il 23 ad Agrigento e poi il 31 nel derby interno contro il San Severo. Chiudiamo con l’hockey su pista dove arriva clamorosa la notizia dell’esonero di mister Josè Vianna, sostituito in panca da Nico Caricato, già tecnico del Matera e in passato straordinario giocatore tra le fila del “magico” Giovinazzo. Caricato ha avuto il battesimo del fuoco nella gara esterna del 19 contro il Viareggio. Prima Vianna si era congedato con la vittoria del 5 gennaio per 5 a 2 contro il Sarzana e la sconfitta a Breganze con lo stesso identico risultato.346/0184987 o inviando una mail per essere contattati a info@freerunners.it.
Serie A dilettanti
Valdagno Follonica Bassano 54 Lodi Viareggio Breganze Sarzana Giovinazzo Forte dei Marmi Seregno MOLFETTA R. Bassano Correggio Trissino
33 28 27 25 23 21 20 19 18 17 15 13 5 4
Barcellona Ostuni Ferentino Siena Perugia San Severo Palestrina Trapani Sant’Antimo Ruvo Matera Agrigento MOLFETTA Potenza
26 24 20 18 18 18 18 18 16 14 14 12 4 4
PALLAVOLO Serie B1 Maschile E. Gela Atripalda MOLFETTA Turi Brolo Chieti Reggio Calabria H. Gela Potenza Ortona Galatina Casoria Blue College Catania Alberobello
Serie B2 Femminile 37 35 28 28 26 23 21 21 20 19 15 11 6 1 rit.
Sarno Napoli San Pietro V. MOLFETTA Arzano Battipaglia A. Benevento L. Potenza A. Potenza L. Altamura V. Benevento Taranto Oria Acquaviva V. Altamura Salerno
CALCIO A5
CALCIO
Serie B Pescara MOLFETTA Loreto Bisceglie D. Matera T. Matera Ortona Modugno Barletta Venafro Altamura Manfredonia Giovinazzo
39 38 36 34 33 32 31 23 20 19 19 18 17 14 11 0
38 33 29 28 26 25 24 23 13 13 13 12 11
Nardò MOLFETTA Trani Terlizzi Copertino Castellana Lucera Bisceglie Sogliano Manduria Corato Cerignola Taurisano Tricase Massafra Maglie Locorotondo Altamura
Eccellenza 48 44 43 40 38 36 33 32 32 31 28 22 22 18 17 15 15 12
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Benessere e Salute
Studio Radiologico Lovero: rinnovarsi nella tradizione. -
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Lo Studio Radiologico Lovero s.r.l. accreditato con il S.S.R., operativo a Molfetta sin dagli anni ’60 e che eroga prestazioni specialistiche di diagnostica per immagini, medicina fisica e riabilitazione, ha trasferito la sua sede da via Dante Alighieri 78 alla III Trversa via Caduti sul Lavoro 2 sempre a Molfetta. La lunga esperienza nel settore di diagnostica strumentale e terapia fisica, il patrimonio strumentale adeguato all’evoluzione tecnico-scientifica, il personale altamente qualificato: medici specialisti in radiologia ed ecografia, in fisiatria, medici specialisti in diverse branche che si occupano degli esami d’interesse internistico, ginecologico, cardiaco, vascolare ed osteoarticolare e tecnici di radiologia e di fisioterapia specializzati, fanno sì che lo Studio sia in grado di offrire un qualificato servizio di diagnostica per immagini e terapia fisica. Il continuo aggiornamento tecnologico dello Studio è stato affiancato da un percorso di continuo miglioramento della qualità del servizio offerto, fino ad arrivare nel 2007 al conseguimento della certificazione di qualità UNI EN ISO 9001:2000, in seguito confermata annualmente. La nuova sede, a pochi passi dal Parco di Ponente e dalla statale 16 Adriatica, è ottimamente servita dai mezzi pubblici, si trova infatti a circa 500 m dalla stazione ferroviaria e a circa 200 m dalle fermate delle li-
nee urbane ed extraurbane. Nella zona sono inoltre presenti ampi parcheggi. Lo studio è quindi facilmente raggiungibile dai pazienti che abitano non solo in città e nell’hinterland, ma anche nell’intera area del Nord Barese. L’attività sanitaria è svolta all’interno della nuova struttura articolata su due piani: al piano terra sono ubicati il servizio di accettazione, una sala d’attesa ampia e confortevole, una sala di diagnostica radiologica digitale e di ortopantomografia, una sala di ecografia, box per fisioterapia e palestra per riabilitazione . Al primo piano, servito da ascensore, sono dislocate una sala d’attesa, le sale per la diagnostica ecografica ed elettromiografica, una sala per l’esecuzione della densitometria ossea e mammografia, una sala per la risonanza magnetica aperta osteoarticolare . L’attività del centro si esplica con il seguente orario: lunedì - venerdì ore 8:00-12:30 e 15:30-20:00. Sabato ore 8:00-11:00. È possibile effettuare le prenotazioni: recandosi presso gli sportelli dell’accettazione, telefonicamente ai numeri 080-3971546 o 338-4616553. In entrambi i casi i pazienti sono agevolati dall’ampio orario per l’attività di prenotazione nelle ore di apertura all’utenza. È possibile chiedere informazioni anche scrivendo all’indirizzo mail loverorocco@libero.it.
giovedì 21 gennaio 2010
“L’orto è un laboratorio dove noi dovremmo servirci più spesso” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1712
Il giardino è un laboratorio, i prodotti elementari del giardino si trovano in cucina e nella dispensa. A mio avviso una sana alimentazione e quindi una sana dieta consisterebbe nel guardarci intorno, essere curiosi delle possibilità che i mercati ci offrono e lasciare lavorare la fantasia in cucina. Guardando tra gli scaffali di un market ho visto lì, verde, di forma strana, un ortaggio che mi osservava speranzoso in mezzo a noci e nocciole: l’avocado. Ho così scoperto che è un alimento quasi completo, molto digeribile, equilibratore nervoso, è indicato in caso di crescita, superlavoro, nervosismo, gravidanza oltre che per aumentare l’acidità urinaria e nelle affezioni gastriche, intestinali ed epatobiliari. Molto povero di minerali, contiene aminoacidi, precursori delle proteine quali cisteina, triptofano, tirosina, ed vitamine A, B e C, oltre che acido folico. Attenzione al potere energetico: 100g forniscono 218 Kcal. Un modo veloce di impiego: ottimo in insalata che piace sempre, con lattuga, pomodoro, peperone, arancio, aceto di vino, olio, sale e pepe. Un altro ottimo alimento è la borragine, una verdura con foglia medio-larga, leggermente spinetta, a ciuffi. Dotata di discrete quantità di calcio e potassio, oltre ad altri sali minerali, vitamine del gruppo B, mucillagini ed un precursore di un composto importantissimo nel corretto svolgersi delle funzioni ormonali femminili e nei processi di apprendimento che risultano seriamente compromessi nei
malati di Alzheimer. Inoltre è dotata di proprietà antinfiammatorie, antipiretiche, anticatarrali, tipiche dell’apparato respiratorio sofferente nei mesi invernali. Lessa e condita con i pinoli è utile nelle forme depressive, in frittata è gustata dai bimbi che non stanno mai fermi, mentre nei pazienti e non, con morbo di Alzheimer le foglie fritte in pastella di farina ed acqua, sotto forma di involtini con mozzarella ed alici sono un tono di vitalità al sistema nervoso e al palato. Vorrei concludere questa carrellata di curiosità ortobotaniche di buona salute con due giorni di dieta per donne in menopausa: Sono importanti alimenti ricchi di calcio come le noci, i broccoli, verza e rucola appartenenti alla famiglia delle crucifere, ricchi inoltre di iodio, attivatore del metabolismo, i ceci e tra la frutta menzionerei la fragola, ricca di vitamina C, povera di sodio ma ricchissima di magnesio ad azione sedativa. I° giorno: alici infarinati e fritti con una buona quota dei grassi w3, insalata verde a volontà, 50g pane ed ¼ ananas, per cena riso bollito con 2 cucchiai di parmigiano, cavolo cappuccio crudo con olio e limone, 50g pane e fragole; II°: petto di pollo con salvia, fondamentale per le donne in carenza di estrogeni, insalata di sedano e carciofi, 50g pane ed 1 pompelmo. Dott.ssa Sagliano Amelia Studio BioNutrizione tel.fax.0803340920 cell. 3495791015 www.studiobionutrizione.net
oltre la realtà
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2012: verità o leggenda? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1713
“Al termine della quinta era tutto ciò che siamo e che conosciamo verrà distrutto”, sono le terribili parole che compongono la misteriosa profezia Maya prevista per il 21 dicembre 2012. Verità o leggenda? Catastrofe o evoluzione spirituale? Vissuto in America Centrale fra il Messico meridionale e l’Honduras, il popolo dei Maya ha conservato da sempre un alone di mistero. Si sa poco delle sue origine, collocate attorno al 1500 a.C, e molto meno della sua scomparsa avvenuta qualche decennio dopo lo sbarco di Colombo (1492). La sua storia è un enorme rebus ancora da risolvere pieno di comportamenti inspiegabili. Attorno all’800 d.C. i Maya cominciarono inspiegabilmente ad abbandonare i grandiosi edifici da loro costruiti proprio al culmine del loro splendore e scomparvero lentamente nei successivi sette secoli. Le loro conoscenze astronomiche e matematiche andavano oltre ogni immaginazione mentre la loro ossessione per il tempo li portò ad una assidua osservazione dell’ordine cosmico e ciclico dei pianeti e delle stelle. Avevano progettato ben 17 precisissimi calendari. Fra questi vi era il calendario “del lungo computo”, il più temuto. Il calendario teneva il conto di 26000 anni di storia suddivisi per cinque ere cosmi-
che della durata di 5125 anni ciascuna: “Era dell’Acqua”, “dell’Aria”, “del Fuoco”, “della Terra” e “dell’Oro”. Attualmente ci troviamo nell’ultima era, quella dell’Oro che, cominciata il 13 agosto 3114 a.C, terminerà proprio il 21 dicembre del 2012. Secondo alcune interpretazioni ogni era al proprio termine era scossa da violenti cataclismi che sconvolgevano ogni volta la Terra. Ma come facevano i Maya con i loro poco sofisticati mezzi ad osservare le stelle e a formulare calendari tanto precisi? Ricordiamo che il loro calendario ha previsto persino la data e l’ora precisa dell’ultima eclissi di sole; qualcosa che farebbe sobbalzare anche il più scettico. Secondo gli studiosi la profezia del 21 dicembre si riferisce ad un rarissimo allineamento che avverrà proprio in tale data. La Terra, infatti, fra meno di tre anni si troverà allineata perfettamente con il centro della Via Lattea. Questo fenomeno avviene ogni 26000 anni che per una inquietante coincidenza corrispondono al numero degli anni riportati dal calendario. 26000 anni è anche la durata di uno dei moti della Terra detto “precessione” che si concluderà secondo la maggior parte delle fonti scientifiche proprio il 21 dicembre 2012. Un’altra coincidenza? Tralasciando queste supposizioni
legate all’antico calendario Maya proviamo a fare luce circa la faccenda in maniera un po’ più scientifica e astronomica. Ed ecco arrivare l’ennesima coincidenza: il 21 dicembre 2012 è guarda caso la data in cui è previsto il passaggio del testimone fra l’Età in cui viviamo, quella del Leone, e quella dell’Acquario. La ripetizione zodiacale è un fenomeno ciclico e naturale che interessa la Terra: ogni Età ha la durata di circa 2160 anni. Rappresentazioni dell’avvicendarsi delle varie età potrebbero essere secondo gli esperti la Sfinge in Egitto e un particolare rosone della ex cappella dei Templari (chiesa S. Agostino) a Trapani. Rappresentazioni che probabilmente sono nate allo scopo di ricordare ai posteri un importante evento avvenuto durante il passaggio fra un’Età e l’altra. La Sfinge, per esempio, dal corpo per metà leone e per metà umano che guarda verso la costellazione del Leone, raffigurerebbe le due età avvicendatesi all’epoca della sua costruzione: quella della Vergine e quella attuale del Leone. Si tratta dunque di un’altra coincidenza il fatto che la fine di un’Età zodiacale e quella di un’Era cosmica nel 2012 vengano a coincidere? Alcune illustri fonti hanno dichiarato negli ultimi anni di aver rilevato qualcosa di strano proprio al cen-
tro della Via Lattea. Una serie di emissioni radio ad alta energia, quasi dei brontolii. Questi proverrebbero dalla nube di particelle ad alta energia rilevata nel 2008 dal “Fermi Gamma-Ray Space Telescope”. Una nube di particelle che si comportano come lampi in un temporale. Che si tratti di Unab-Ku, la farfalla cosmica raffigurata simbolicamente dai Maya che secondo l’antico popolo si celava proprio al centro della nostra galassia? Fra meno di tre anni la nostra Terra si troverà allineata perfettamente con il centro della Via Lattea e di sicuro almeno capiremo qualcosa circa la nostra esistenza e circa i meccanismi dell’Universo. Fatto sta che anche il noto settimanale “Famiglia Cristiana” si è scomodato per l’argomento che non ha nulla di religioso, invitando comunque i Cristiani ad essere pronti perché la venuta di Gesù potrebbe essere improvvisa e questa profezia incerta non sarebbe che un solenne avvertimento per i fedeli. Per il momento non ci resta che attendere e sperare che per una volta i Maya nella loro incredibile precisione nel conteggio del tempo abbiano preso per una volta un granchio. Francesco Tempesta paranormale@ilfatto.net
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Lavoro in chiaro
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Formazione retribuita per lavoratori licenziati Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1714
In arrivo nuove opportunità di formazione nella nostra regione. Questa volta i percorsi formativi sono riservati ai lavoratori somministrati (ex lavoratori interinali). In molti si chiederanno: ma quando possiamo definire un lavoratore “somministrato”? Questa tipologia di lavoratori riguarda quei casi in cui la lavoratrice o il lavoratore vengono assunti da un’agenzia di somministrazione (ex interinali) offrendo, così, tale prestazione presso e a favore di un’altra impresa (o altro datore di lavoro non imprenditore). Questi percorsi formativi detengono un importante obiettivo: attuare politiche attive per il lavoro riservate a migliorare l’accesso e l’integrazione nel mercato del lavoro dei lavoratori sopracitati. Tutto questo viene realizzato attraverso la partecipazione dei lavoratori a percorsi formativi professionalizzanti che consentono di acquisire altre com-
petenze da impiegare durante lo svolgimento di altre occupazioni. Tutti i corsi sono gratuiti in quanto finanziati dalla Regione Puglia, POR Puglia 2007-2013 Fondo Sociale Europeo, Avviso n. 13/2009 – Ob. 1 Convergenza – Asse II Occupabilità. Ogni allievo percepirà una quota di 5 euro per ogni ora di corso frequentata (per un totale massimo di 1.300 euro). Entriamo ora, però, nei dettagli di questa nuova proposta di formazione. Sono disponibili, quindi, per questi corsi 90 posti, riservati ai lavoratori, per l’appunto, in somministrazione (18 allievi per singolo corso) in possesso dei seguenti requisiti maturati tra l’1 gennaio 2008 e fino all’inizio delle attività formative: • in possesso di almeno 78 giorni di lavoro in somministrazione a partire dal 01/01/2008; • risultino disoccupati da almeno 45 giorni; • non siano beneficiari di alcun sostegno al reddito; • non siano beneficiari di interventi di politica attiva definito dall’accordo nazionale del 13/05/2009; • non devono possedere i requisiti per poter accedere al trattamento di disoccupazione o che abbiano presentato la relativa domanda nei termini previsti. I percorsi formativi sono i seguenti: Addetto reparti freschi GDO – sede di Alberobello; Addetto settore turistico
ricettivo – sede di Alberobello; Operatore settore fotovoltaico – sede di Bari; Programmatore C++ Java – sede di Bari; Operatore Call Center in bound e out bound – sede di Bari. Ogni singolo percorso di formazione avrà una durata di 260 ore, concluso il percorso formativo i partecipanti conseguiranno un attestato di aggiornamento, i corsi si svolgeranno presso le rispettive sedi di Bari e Alberobello dell’ente attuatore Ifoa. Per poter essere ammessi alla frequentazione dei corsi bisogna, oltre a possedere i requisiti sopra descritti, far pervenire la domanda completa della documentazione richiesta nel relativo bando entro le date di scadenza. Si procederà ad ammissione delle domande basandosi sull’ordine cronologico di arrivo (con rilascio di ricevuta di consegna). A seguire vi indichiamo le date di scadenza relative alla consegna delle domande: - 1° scadenza ore 12.00 di venerdì
29/01/2010: per i corsi in partenza nel mese di febbraio - 2° scadenza ore 12.00 di lunedì 19/02/2010: per i corsi in partenza nel mese di marzo. Per chi vuole ricevere informazioni più dettagliate in riferimento ai progetti formativi, ai bandi dei singoli corsi e alle relative domande di iscrizione , requisiti ecc., consigliamo di rivolgersi presso l’Ufficio Informagiovani o Centro per l’Impiego presente nella propria città di residenza. Marco Roberto Spadavecchia Guardando bene, ci si rende conto che ne disprezzo v’è poco di segreta invidia. Considerate bene ciò che disprezzate, e vi accorgerete che è sempre una libertà che non vi concedete, un coraggio, un abilità, dei vantaggi che vi mancano, e della cui mancanza vi consolate con il disprezzo. Paul Valery
Il fatto.net ha selezionato per voi dai motori di ricerca alcuni annunci di lavoro. Alcuni annunci saranno ripetuti ma vale sempre la pena consultarli tutti. Negli annunci diretti troverete gli annunci fatti direttamente alla nostra redazione. Il servizio di annunci è totalmente gratuito e la radazione non si assume alcuna responsabilità circa la bontà delle inserzioni. Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultate il sito www.ilfatto.net nell’area OFFRO LAVORO.
TECNEDIL Tecnedil ricerca giovane collaboratore uomo/donna da inserire nel proprio organico. Sono richiesti bella presenza, buona conoscenza dei software CAD e grafici oltre ad uno spiccato gusto per l’arredamento d’interni. Inviare curriculum all’inidirizzo e-mail: lavoro@tecnedil.net
presentazione delle domande si rimanda alle versioni integrali degli avvisi disponibili a partire dal 30/12/2009 sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali www.lavoro.gov.it, su quello istituzionale www.italialavoro.it, sezione bandi, e suwww. servizilavoro.it nella sezione riservata al “Programma AR.CO.” Fonte: Italia Lavoro
AVVISI PUBBLICI DEL PROGRAMMA AR.CO Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con l’assistenza tecnica di Italia Lavoro S.p.A. finanzia a favore di piccole e medie imprese dell’artigianato e del commercio (turismo): - contributi finalizzati all’inserimento occupazionale - contributi finalizzati all’assistenza tecnica/consulenza specialistica - contributi finalizzati al sostegno alla creazione d’impresa Per i requisiti di partecipazione, le condizioni e le modalità di
H3G Per importante azienda operante nel mondo delle telecomunicazioni mobili, ricerchiamo un venditore/venditrice full time per presidio punto vendita su MOLFETTA e su BARI. L’azienda offre: Fisso + percentuale sul venduto, Pc, Data Card, Formazione, Affiancamento costante, Requisito fondamentale esperienza di vendita, in particolare nel campo della telefonia. Le persone interessate posso inviare il proprio curriculum, completo di foto al seguente indirizzo mail: supervisor_h3g_pu-
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www.i lfa t t o .net
IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni,puntuale come sempre il giovedì. Bar Arcobaleno - Banchina San Domenico Bar Astoria - Corso Umberto I, 16 Bar Caffetteria Paninoteca Grease - Via Molfettesi d’Argentina, 75 Bar Camera Cafè - Via XX Settembre, 43 Bar Cavour - Corso Fornari, 47 Bar Cin Cin - Corso Dante Alighieri, 30 Bar Degli Artisti - Via Gesmundo, 4 Bar Del Ponte - Via Ruvo, 18 Bar Fantasy - Via Pio La Torre, 33 Bar Fausta - Corso Umberto I, 150 Bar Football - Via Ugo La Malfa, 11 Bar Giotto - Corso Margherita di Savoia, 91 Bar Haiti - Via San Domenico, 42 Bar Ideal - Via Terlizzi Bar Kennedy - Via Edoardo Germano, 49 Bar La Caffetteria - Via A. Salvucci, 46 Bar London - Via Terlizzi, 6 Bar Mary - Corso Umberto I, 122 Bar Mezzina - Via Luigi Einaudi, 6 Bar Miramare - Via San Domenico, 9 Bar Mirror - Via Capitano Manfredi Azzarita, 124 Bar Mixer Cafè - 6^ strada ovest Lama Martina Bar Mongelli - Via Baccarini, 35 Bar Peter Pan - Via Vincenza Alma Monda, 48 Bar Rio - Via Bari, 92 Bar Settebello - Via A. Salvucci, 28 Bar Seven - Via Edoardo Germano, 33 Bar Seventy - Via Tenente Michele Silvestri Bar Sottocoperta - Piazza Giuseppe Garibaldi Bar Stazione - Piazza Aldo Moro Bar Sweet - Piazza Giuseppe Garibaldi, 32 Bar Universo - Corso Umberto I Betty Paige - Largo Municipio, 6 Biglietteria regionale FS - Piazza Aldo Moro Blues Cafè - Corso Dante Alighieri, 49 Buffetti - Piazza G. Garibaldi, 60 Caffe Al Duomo - Banchina Seminario, 10/12 Caffè Colorado - Via Guglielmo Marconi Caffè Metropolis - Via Cap. G. De Gennaro, 16 Caffè Silver - Via Framantle 19/i
Caffetteria Gonzaga - Via Piazza, 23/25/30 Caffetteria Manhattan - Viale dei Crociati Caffetteria Roma 2 - Banchina San Domenico Caffetteria Venere - Via Martiri di Via Fani, 6 Calì Caffè - Via Giacomo Puccini, 7 Coffee Room - Viale Pio XI, 9 Comune Di Molfetta - Piazza Vittorio Emanuele, 9 De Pinto - Via Edoardo Germano, 39 Edicola - Viale Pio XI Edicola - Via Tenente Michele Silvestri Edicola - Via Palmiro Togliatti Edicola - Piazza Giuseppe Garibaldi Edicola - Corso Dante Alighieri Edicola delle Rose - Via Gen. C. A. Dalla Chiesa Edicola Gigotti - Via Bari, 74 Edicola Grosso - Via Don Pietro Pappagallo Edicola L’Altra Edicola - Via Terlizzi Edicola Sciancalepore - Via Madonna dei Martiri Edicola Sciancalepore - Piazza Cappuccini Euro Caffè - Via San Francesco d’Assisi Farmacia Centrale - Via Annunziata, 91 Farmacia Cervellera - Via Tenente Damiano Ragno Farmacia Clemente - Via Guglielmo Marconi, 1 Farmacia De Pinto - Via Baccarini, 14 Farmacia De Trizio - Via Terlizzi, 2 Farmacia Dott.Ssa Viola - Via Roma, 135 Farmacia Dr. Caputo - Via Baccarini, 89 Farmacia Dr. Lovero - Piazza Garibaldi, 38 Farmacia Dr. Mastrorilli - Piazza Immacolata, 56 Farmacia Dr. Minervini - Corso Umberto I, 54 Farmacia Egidi - Via Giuseppe Di Vittorio Farmacia Fiore - Viale Papa Giovanni XXIII, 8 Farmacia Grillo - Via S. Angelo, 37 Farmacia Pesca - Via Papa Montini, 20/22 Farmacia Poli - Via Nino Bixo, 89 Farmacia Tatulli - Via Sergio Pansini, 14 Flory’s Caffè - Via Poli Generale Eugenio, 3 Giotto Cafè - Corso Margherita di Savoia, 91 Green Bar - Via Baccarini, 111 Gruppo FAMM Immobiliare - Via De Luca, 15 Guardia di Finanza - Madonna dei Martiri
Istituto Professionale Alberghiero Di Stato Corso Fornari Istituto Professionale Di Stato Per Le Attivita Marinare - Via Giovinazzo Istituto Professionale per i Servizi Turistici “A. Bello” - Viale XXV Aprile Istituto Tecnico Industriale Di Stato “G. Ferraris” Via Palmiro Togliatti Le Chic J’Adore - Via Tenente Michele Silvestri, 69 Le Mimose - Viale Pio XI Liceo Ginnasio Di Stato “L. Da Vinci” - Corso Umberto I Liceo Scientifico Di Stato - Via Palmiro Togliatti Liceo Sociopsicopedagogico “V. Fornari” - Via Generale Luigi Amato Marilù Cafè - Via Tommaso Fiore, 38/40 Mattia’s Cafè - Corso Dante Alighieri Mondocasa - Piazza Effrem, 12 Note & Book - Via Tommaso Fiore, 24 Off Street - Piazza Giuseppe Garibaldi, 15 Panificio Annese - Via Cappellini, 28 Panificio Biancaneve - Via Molfettesi del Venezuela, 41 Panificio Biancaneve - Via De Luca, 59 Panificio Cangelli - Via Cap. T. De Candia, 49 Panificio Centrale - Via Respa, 40 Panificio D’Oro - Via Madonna dei Martiri, 51 Panificio de Gennaro - Via Cap. T. De Candia, 155 Panificio Don Bosco - Corso Fornari, 67 Panificio Don Bosco - Via Raffaele Cormio, 36 Panificio Europa - Via Rattazzi, 41 Panificio Il Cugino - Via Massimo D’Azeglio, 91 Panificio Il Cugino - Via Alessandro Manzoni, 91 Panificio Il Forno - Via Fremantle, 42 Panificio Jolly - Viale Pio XI, 9 Panificio La Sfornata - Via Enrico Fermi, 19 Panificio Mulino Bianco - Via C. Giaquinto, 46 Panificio Non Solo Pane - Via Paniscotti, 44 Panificio Non Solo Pane - Via Gen. Poli, 13 Panificio Petruzzella - Via Bovio, 18 Panificio Posta - Via Ricasoli, 29
Panificio Rinascente - Via Nino Bixo, 25 Panificio Sant’Achille - Via Martiri di Via Fani, 15 Panificio Trionfo - Via Ten. Fiorino, 71 Parrocchia Della Cattedrale - Corso Dante Alighieri Parrocchia Di San Corrado - Largo Chiesa Vecchia Parrocchia Immacolata - Piazza Immacolata, 62 Parrocchia Madonna Della Pace - Viale Xxv Aprile Parrocchia Madonna della Rosa - Via Gen. C. A. Dalla Chiesa Parrocchia S. Achille - Via A. Salvucci Parrocchia S. Bernardino - Via Tattoli Parrocchia S. Gennaro - Via Sergio Pansini Parrocchia S. Giuseppe - Via Aurelio Saffi, 1/d Parrocchia Sacro Cuore Di Gesù - Via Sella Quintino Parrocchia San Domenico - Via San Domenico, 1 Parrocchia San Pio X - Viale Antonio Gramsci, 1 Parrocchia Santa Famiglia - Via Papa Innocenzo VIII Parrocchia Santa Teresa - Piazza V. Emanuele, 3 Place Blanc Cafè - Piazza Margherita di Savoia, 4 Qbo Interior Design - Via Federico Campanella, 24 Stazione di rifornimento AGIP - Via Terlizzi Stazione di rifornimento AGIP - Via Giovinazzo Stazione di rifornimento API - Zona Industriale Stazione di rifornimento Madogas - Strada Provinciale Molfetta-Terlizzi, Km. 2.050 Stazione di rifornimento Q8 - Via dei Lavoratori – Zona ASI Swing Pub - Viale Pio XI, 21 Tabaccheria - Viale Pio XI, 55 Tabaccheria - Corso Dante Alighieri Tabaccheria - Via Madonna dei Martiri, 2 Tabaccheria - Via Baccarini, 67 Tabaccheria – Piazza G. Garibaldi Tabaccheria Edicola - Via Raffaele Cormio Tabaccheria Pansini - Via Roma 32 Tabaccheria Spaccavento - Via Bari, 68 Tabaccheria Veneziano - Via L. Azzarita, 65 Tabaccheria Veneziano - Via Madonna dei Martiri, 67
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Consigli per una sana alimentazione FACILE
DIFFICILE
SOLUZIONI
Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni. Fonte:(it.wikipedia.org)
L’olio extravergine di oliva Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1715
L’olio extravergine di oliva è uno dei prodotti fondamentali dell’agricoltura mediterranea, di alto valore nutrizionale: può avere benefici sull’organismo e costituisce il condimento migliore anche nelle diete ipocaloriche. È stato dimostrato che riduce il colesterolo LDL (quello cattivo) e aumenta la frazione HDL, diminuisce la glicemia, ha un’azione antiossidante, previene le malattie cardiovascolari, protegge da alcune forma tumorali, limita gli effetti dell’invecchiamento cellulare, consente l’assorbimento delle vitamine liposolubili, l’assunzione di acidi grassi essenziali e la lubrificazione del colon favorendo le funzioni intestinali. Inoltre ha una digeribilità più elevata rispetto a qualsiasi altro condimento. Queste proprietà derivano dalla sua composizione: 99% di grassi, prevalentemente insaturi e una serie di componenti minori come i polifenoli, la protovitamina A (beta-carotene), la vita-
mina D e la vitamina E che con il loro potere antiossidante hanno un effetto benefico sulla nostra salute e migliorano la stabilità dell’olio. Ricordate poi che gli oli si differenziano tra di loro per il tipo di acidi grassi (saturi o no), ma sono costituiti dalla stessa percentuale di trigliceridi apportando tutti 9 calorie per grammo. Non esistono oli leggeri o magri ed è assolutamente falso che l’olio extravergine di oliva sia il più grasso: è semplicemente più viscoso al palato rispetto a quello di semi. Inoltre è il miglior grasso da frittura in assoluto: infatti il suo punto di fumo (quella temperatura a cui cominciano a rompersi le molecole e si producono sostanze dannose per la nostra salute) è alto. Tra quelli di semi, solo gli oli di arachidi e di palma hanno un punto di fumo alto, ma dovete essere certi che siano puri. Comunque fritti e soffritti solo nelle occasioni e preferite sempre l’olio crudo. Vietati i grassi trans come margarine e grassi vegetali idrogenati: fanno male. E sappiate che la dicitura generica oli vegetali non significa olio di oliva! dott.ssa Annalisa Mira Biologa Nutrizionista
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Zuppetta di lenticchie con frutti di mare e croste di pane raffermo Ingredienti per 10 persone: • • • • • • •
300 gr lenticchie piccole 1,500 kg fra cozze e vongole 1 seppia di 300 gr 3 dl di olio extra vergine di oliva 100 gr di passata di pomodoro 1/2 bicchiere di vino bianco secco 1 piccola cipolla
• • • • • •
1/2 costa di sedano 1 piccola carota 2 spicchi d’aglio 1 peperoncino 1 mazzetto di prezzemolo sale quanto basta
Procedimento Lavate bene le vongole e lasciatele immerse per alcune ore in abbondante acqua salata leggermente tiepida. Sciacquate le lenticchie, mettetele in una casseruola e copritele di acqua fredda che sopravanzi di due dita. Unitevi la cipolla, il sedano e la carota mondati quindi salate, incoperchiate e lasciate cuocere a fuoco lento per circa un’ora finché le lenticchie saranno tenere. Raschiate le cozze con un coltello e passatele con uno spazzolino sotto l’acqua. Pulite le seppie, lavatele e tagliatele a pezzettini. Scaldate leggermente un poco d’olio in una padella larga, unitevi le cozze e le vongole, quindi coprite e lasciatele aprire sulla fiamma. Sgusciatele e conservate il liquido di cottura dopo averlo filtrato. Scaldate un poco d’olio in un tegame e lasciate imbiondire i due spicchi d’aglio spellati e il peperoncino; quindi unitevi i pezzettini di seppia, salate poco e fateli insaporire a fuoco vivace. Quando prendono colore, unite il vino, fatelo sfumare, aggiungete il passato di pomodoro e lasciate cuocere per 10 minuti a fuoco lento. A questo punto unite le lenticchie ben scolate dal liquido di cottura, aggiungete il liquido dei molluschi, lasciate insaporire il tutto e infine aggiungete i molluschi. Servite ben caldo con una spolverata di prezzemolo finemente tritato e croste di pane raffermo saltate all’olio d’oliva. Chef: Michele d’Agostino
I CONS IGL I DELLO ZODIAC O ARIETE In queste settimane il vostro principale scopo sarà quello di controllare che tutto vada per il verso giusto, soprattutto a lavoro, in cui applicherete tutta la vostra diligenza e tutta la vostra professioanlità. Nessuno potrà quindi rimproverarvi e voi tornerete a casa molto soddisfatti.
LEONE Dovreste essere più concentrati per poter capire di cosa avete bisogno. Ci potrebero essere delle persone pronte a soddisfare tutte le vostre esigenze, ma se non permetterete loro di avvicinarsi, difficilmente potrete gioire della loro presenza.
SAGITTARIO Dovrete fare i conti con i vostri sentimenti, poiché è probabile che non siate stati sinceri ultimamente con una persona che invece prova qualcosa per voi. Se non ricambiate fareste bene a farlo presente.
www.i lf at t o.n et IL FATTO Quindicinale gratuito di informazione
EDITORE Activa S.r.l. con unico socio
PRESIDENTE Giulio Cosentino e-mail: editore@ilfatto.net
TORO Qualcuno vi inciterà ad essere maggiormente intraprendenti e anche più attivi, soprattutto sul fronte del lavoro, in cui vi applicate già abbastanza secondo il vostro punto di vista. Questi inviti vi causeranno un po’ di noia.
VERGINE Avrete sicuramente modo di prendere in considerazione più lati dal carattere di una persona che vi piace e che vi sta vicino, poiché avrete molto tempo a disposizione e dovreste spenderlo proprio in sua compagnia.
CAPRICORNO Finalmente deciderete di dare una occasione all’ambiente che vi sta intorno e quindi fare un passo fuori dall’uscio di casa. Qualcuno griderà al miracolo e voi sapete bene perché.
DIRETTORE RESPONSABILE Corrado Germinario
Collaboratori Angela Teatino, Pantaleo de Trizio, Isabel Romano, Lella Salvemini, Marco Roberto Spadavecchia, Marilena Farinola, Francesco Tempesta, Annalisa Mira, Giordano Germinario, Beatrice De Gennaro, Gianfranco Inglese. Registrato presso il Tribunale di Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07
GEMELLI In questo periodo diventerete particolarmente sospettosi nei confronti di chi cercherà di nascondervi le proprie sensazioni e forse ne avrete ben donde.
BILANCIA È giunto il momento di rilassarsi per voi, poiché vivete con troppa ansia le ultime giornate e credete che niente possa andare per il verso giusto quando si parla di voi. Ed invece dovrete ricredervi poiché anche voi avete diritto a sperare nella fortuna.
ACQUARIO Anche se in questo momento non vi piacciono le persone con cui dovete avere a che fare, mandate giù il boccone amaro e continuate per la vostra strada, poiché dovete giungere ad un obiettivo per il quale sarà necessario qualche sforzo e qualche sacrificio.
REDAZIONE Via degli Antichi Pastifici, Zona Artigianale A/8 · Molfetta redazione@ilfatto.net
PROGETTO GRAFICO Vincenzo de Pinto
IMPAGINAZIONE Marcello Brattoli
STAMPA
CANCRO Sarebbe meglio dare spazio a qualche argomentazione in più se volete che tutto sia perfetto e vada secondo i vostri piani. Dovreste essere più espliciti nei vostri sentimenti e nei vostri modi di fare.
SCORPIONE Le persone che vi saranno intorno avranno delle serie difficioltà ad essere in accordo con voi e con le vostre idee, poiché farete di tutto per andare contro a qualsiasi parere venga dato e contro ogni opinione non vi sembri abbastanza trasgressiva.
PESCI Preferirete di gran lunga attendere che qualcosa accada spontaneamente, piuttosto che sporcarvi le mani in prima persona. È tipico da parte vostra, ma le persone che vi sono intorno potrebbero al contrario prendere la palla al balzo ed anticiparvi.
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