Il Fatto n. 059

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Quindicinale gratuito di informazione.

Corsivo

L’Italia divisa in due. Non solo per colpa di una frana.

giovedì 29 aprile 2010

n° 59

Politica

In città

Sport

Che fine ha fatto l’impianto di compostaggio?

Il Giro d’Italia colorerà di rosa anche Molfetta.

Anche l’Hockey Club può festeggiare la salvezza.

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Inchiesta

La fine di un inizio Annegare nel silenzio

Una firma per difendere l’acqua

Un tragico incidente ed una bambina che ha lottato tra la vita e la morte. Ora la famiglia, ambulanti di origine marocchina, ha bisogno di aiuto e della solidarietà di tutta la comunità molfettese. Anche per rompere lo strano muro del silenzio.

È scattata la protesta e la lotta per far sì che, almeno l’acqua, non finisca nelle mani dei privati. Allestiti banchetti per la raccolta delle firme, aperto il dibattito, spiegate le ragioni di chi si oppone alla privatizzazione di una risorsa di prima necessità.

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Corsivo

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Tutte le strade portano a Roma? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1904

Non è proprio così da quando una frana ha isolato la Puglia dal resto d’Italia.

Un tempo tutte le strade portavano a Roma e, si presuppone, consentivano anche il tragitto di ritorno. Ora non sempre o con difficoltà. Così che da un lato si parla di mondo globalizzato, di flessibilità del lavoro, di necessità di cogliere le occasioni là dove si presentano, poi basta una frana a far affiorare le difficoltà di chi è costretto a lasciare la propria città ed anche i limiti della politica, che propone grandi opere, si sfianca in battaglie ideologiche, ma non sa stare al servizio del cittadino, quando oggettivamente serve. Così andare a Roma, non ad Hong kong, dalla Puglia, da Molfetta, è diventa un’impresa. Da quasi due mesi, infatti, questo collegamento ferroviario è interrotto. A Montaguto, vicino Avellino, una frana ha invaso i binari, impedendo il passaggio dei treni. All’inizio la cosa è stata pure tenuta sotto silenzio, i viaggiatori prendevano posto tranquilli, per scoprire a Foggia di dover scendere, montare su autobus sostitutivi e poi a Benevento rimettersi in treno.

Tempo di percorrenza stimato: non meno di sei ore in Eurostar, rispetto alle quattro ordinarie. Nessun avviso alla biglietteria, nessun annuncio sul sito di Trenitalia, perlomeno fino a che è montata la protesta. La capitale è diventata più lontana e l’utilizzo dei mezzi pubblici più difficile, chi può ripiega sull’auto e si complica la vita dei tanti pendolari del fine settimana, anche di Molfetta. Soprattutto giovani, andati via alla ricerca di una sistemazione professionale, che non vogliono perdere le loro radici e tornano volentieri tutte le volte che possono, per la famiglia, per gli amici, per mantenere le abitudini della vita di sempre. Emigranti, è il caso di cominciare ad usare le parole precise, già danneggiati dalla soppressione della tratta Easyjet Bari-Roma, che consentiva di volare a basso costo, raggiungendo in tempi rapidi e a prezzi accessibili la capitale. Ne abbiamo già parlato qualche numero fa, i pendolari si sono mobilitati, hanno fondato, come usa ora, un gruppo su Facebo-

ok, che ha millecinquecento iscritti, hanno mandato mail, lanciato appelli, provato a coinvolgere istituzioni e politici. Praticamente senza alcun risultato. La compagnia non ripristinerà i voli low cost e, informa Cristina, giovane ingegnere con lavoro a Roma ma intenzionata a non abbandonare Molfetta, protagonista di questa battaglia: “Nessun’altra compagnia lo farà”. Adesso, però, le cose si sono complicate. La frana ostacola le comunicazioni via treno, Alitalia ha aumentato ulteriormente i prezzi dei biglietti e, conclude Maria Cristina: “Noi siamo sempre più isolati e non garantiti da nessuno. Abbiamo scritto a Vendola mille volte, ad Emiliano, al sindaco di Molfetta e agli enti che potevano essere pertinenti. Ma niente, mai neanche una risposta. Solo il sindaco Emiliano ha fatto finta di risentirsi. In quanto a Vendola, quando lui ha avuto bisogno di noi, ci siamo mossi a nostre spese da ogni dove in Italia pur di vedere la Puglia Migliore ed ora che abbiamo bisogno di lui...” .

Dopo molte proteste, come questa di Cristina, in effetti qualcosa si è mosso, la Regione Puglia ha concluso una convenzione che porterà alla riduzione sul biglietto ferroviario tra il 20 e il 50 per cento sulla tratta che da Roma raggiunge la Puglia e pure un accordo con Alitalia, che si farà carico fino al 30 aprile di mille posti in più a tariffe low cost, che, però, sono già esauriti. L’appena rieletto presidente della Regione, al suo ritorno dalla pausa post elettorale, si è recato proprio sul luogo della frana a Montaguto; è già qualcosa, per far sentire i cittadini meno soli. Quando si fanno le analisi del voto e si invoca un maggior radicamento con il territorio, bisognerebbe ricordare proprio questi casi, le esigenze concrete di chi combatte giorno dopo giorno e vorrebbe dalle istituzioni almeno sentirsi ascoltato, per non ritrovarsi ad affermare, come Cristina: “Possibile che sti maledetti politici ci cerchino solo quando serve a loro e poi ci lasciano per strada quando ne abbiamo bisogno?”. l.s.


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Primo Piano

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La Cittadella degli Artisti nelle mani di Fantarca Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1905

Un gruppo noto e di provata esperienza proverà a far rivivere il sogno. Continua sempre più a delinearsi concretamente il progetto che porterà alla nascita della Cittadella degli Artisti a Molfetta. L’intera struttura sta nascendo presso l’ex capannone dell’Asm in prossimità della strada statale che conduce a Bisceglie. I lavori per la realizzazione dell’opera, finanziati dal programma Bollenti Spiriti e dal Comune di Molfetta, cominciarono nel febbraio del 2009 e furono interrotti dall’improvvisa rinuncia da parte della ditta vincitrice della gara d’appalto nello scorso giugno. Adesso la situazione sembra essersi definitivamente sbloccata perché l’appalto è stato affidato all’impresa seconda classificata. Un’ulteriore novità arriva anche sul piano della gestione della Cittadella che è stata affidata al prestigioso e conosciutissimo consorzio “Fantarca”. Nato come centro socio-culturale polivalente nel 1985, il consorzio adesso opera come cooperativa sociale nelle sedi dei quartieri San Paolo e Libertà presso Bari. Numerosissime sono state le iniziati-

ve di Fantarca in questi anni diffuse in tutta Bari e provincia. La sua priorità è quella di offrire ai bambini, agli adolescenti e alle scolaresche di tutti i gradi strumenti didattici di crescita quali laboratori creativi per minori, rassegne di cinema per ragazzi e attività ludiche in genere. I notevoli

successi ottenuti durante queste iniziative hanno permesso a Fantarca di ricevere le attenzioni di giornali del calibro del “Corriere della Sera”, de “L’Espresso”, de “La Gazzetta del Mezzogiorno “ e de “Il Manifesto”. Sull’onda del successo ottenuto il consorzio ha aumentato sempre più le

sue ambizioni e il suo raggio di azione arrivando ad organizzare rassegne di cinema e teatro di caratura internazionale che hanno visto la presenza di illustri ospiti e la partecipazione di numerosissimi giovani. Meritati sono stati quindi gli importanti riconoscimenti della Comunità Europea prima, che nel 1996 l’ha proclamata “Sala Europea per i ragazzi”, e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali poi, che ha concesso a Fantarca il riconoscimento nazionale. Con un’associazione di questo calibro e il lavoro utile ed incessante del Comune di Molfetta e della Regione Puglia, sicuramente il progetto della Cittadella degli Artisti potrà esprimersi nella miglior maniera possibile rivalorizzando l’intero mondo della creatività artistica molfettese e non. Visti questi positivi presupposti si potrebbe ormai dire, fatti i relativi scongiuri, che la Cittadella degli Artisti sarà un successo annunciato. Francesco Tempesta


L’opinione

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E se partissimo da patate e melanzane? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1906

È scaduto il Piano del Commercio: forse è il caso di darsi da fare per cambiare qualcosa. Qualcosa si può fare sempre, si potrebbe partire da quest’assunto, qualcosa da cui cominciare per cambiare, se non proprio il mondo, almeno il proprio quartiere, qualcosa su cui pungolare chi ci governa, perché badi agli interessi dei cittadini e non ai propri. A Molfetta ci sarebbe solo da scegliere in merito alle questioni su cui intervenire. E da qualche parte, appunto, si dovrà pur iniziare. Qualche giorno fa, il 18 aprile per la precisione, è scaduto, dopo quattro annidi validità, il Piano del Commercio che riguarda gli ambulanti, vale a dire il complesso di norme cittadine che regolamenta dove, in quali spazi e chi ha il diritto di piazzare le sue bancarelle per vendere frutta, verdura e quant’altro. A rigor di logica, visto che in quattro anni la situazione s’è fatta scottante, un nuovo piano avrebbe dovuto già essere pronto. Così non è. In questi ultimi mesi sarebbe stata opportuna una ricognizione dello stato delle cose, l’ascolto delle istanze dei cittadini, portatori di interessi diversi,

da quello di circolare liberamente e di veder garantita igiene e pulizia di strade e marciapiedi, a quello di poter fare acquisti a prezzi modici e il più vicino possibile, sentire anche i commercianti, quelli che dai loro negozi guardano in cagnesco agli ambulanti, che poi ambulano assai poco. Insomma, ci sarebbe stato bisogno di un’azione politica, che facesse mediazione fra interessi e soggetti diversi e individuasse una soluzione non perfetta, che la perfezione a Molfetta ed altrove non è dato di trovare, ma almeno decente. Sì, che si puntasse almeno alla decenza, che in questo campo è perduta da tempo. Prima erano i carretti e le Apecar che circolavano per le strade, portando i prodotti vicnino ai consumatori, magari qualche camion con le patate e le angurie di Zapponeta, fermo all’angolo a magnificare i propri prodotti, pronto a spostarsi alla ricerca di acquirenti. Poi si son conquistati ognuno un proprio angolo fisso e sono arrivate pure le mozzarelle, il pesce, il pane, l’intero

campionario merceologico; in seguito hanno cominciato ad ingrandirsi, non solo il carretto o il camion, ma le cassette sparse intorno e immediatamente dopo i banchi di esposizione; in una fase ulteriore, la proliferazione in ogni dove di questi veri e propri punti commerciali, la conquista delle nuove zone della città e, ultima evoluzione, la sistemazione in strutture semipermanenti, camion che ormai non sarebbero in grado di camminare, da tanto sono fermi ad un angolo, gazebo e pure strutture di ferro. A questi si aggiunge la categoria degli ortolani che offrono i loro prodotti davanti l’uscio di casa. Potrebbe essere una soluzione di commercializzazione a “chilometro zero”, merci vendute lì dove sono prodotte, senza consumi di carburante, costi aggiunti e inquinamento, ma anche in questo caso i controlli sono inesistenti, sia quelli igienici, perché questi punti vendita improvvisati non sono dotati di celle frigorifere, acqua corrente e quant’altro potrebbe garantire il giu-

sto trattamento delle merci stesse, sia quelli fiscali e soprattutto nessuno garantisce che le cime o i mandarini vengano dalla campagna molfettese e non siano stati acquistati piuttosto al mercato all’ingrosso e rivenduti per ricavarne una guadagno a netto di tasse. Insomma, ricominciare da qualche parte si può, per esempio da qui, progettando un Piano del Commercio serio, che prenda atto di un problema, delle abitudini di vendita ed acquisto dei cittadini, della necessità di avere un lavoro per campare, ma senza danno per la collettività. A chi amministra chiedere raziocinio, scelte fatte in base non alla costruzione di un possibile bacino di consenso, ma dell’interesse di tutti, ai cittadini di non alimentare situazioni insostenibili nel miraggio di risparmiare qualche centesimo. Niente discorsi astratti, ma un’assunzione collettiva di responsabilità, sia pure a partire dalle patate e dalle melanzane. Lella Salvemini


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Politica

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Impianto di compostaggio: Porta chiede lumi Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1907

Presentata una interrogazione consiliare per capire come si intende risolvere la questione. Il consigliere comunale di Rifondazione Comunista, Gianni Porta, è tornato ad interessarsi di igiene urbana ed in particolare dell’impianto di compostaggio “Mazzitelli” che, nonostante sentenze e proclami, continua a rimanere chiuso. “Abbiamo appreso in questi giorni dalla stampa – ha detto Porta – che l’Azienda Servizi Municipalizzati si appresta a far ripartire la raccolta della frazione umida dei rifiuti, oltre ad altre iniziative di segno positivo come la raccolta porta a porta della carta e l’annuncio dell’ordinanza che rimuoverebbe i contenitori per i volantini pubblicitari. Approfittiamo dell’occasione per rimettere al centro della discussione e all’attenzione della cittadinanza un problema annoso che rischia di vanificare la ripresa della raccolta dell’umido: l’impianto di compostaggio in contrada Torre di Pettine, da tempo al centro di questioni legali e giudiziarie che hanno visto contrapposti il Comune di Molfetta, proprietario dell’impianto di com-

postaggio, e l’azienda Mazzitelli”. Il compost sarebbe, in estrema sintesi, il risultato della decomposizione e umificazione di materie organiche biodegradabili, utilizzabile come fertilizzante (o, meglio, ammendante) che migliora la resa produttiva del suolo. “Nell’arco di quasi un ventennio – ha precisato Porta – l’impianto è stato attivo soltanto per alcuni mesi ed è fermo dal sequestro del settem-

bre 2004 e, nonostante ci sia stato un giudizio arbitrale che ha disposto la restituzione dell’impianto di compostaggio al legittimo proprietario, cioè al Comune, ad oggi l’impianto non è ancora nelle disponibilità dell’amministrazione. Ora, considerato che la riattivazione dell’impianto, possibile grazie ai 2.300.000 euro di finanziamenti messi a disposizione dall’ultima Giunta Divella sin dall’aprile

2009, potrebbe determinare un ritorno economico per i bilanci del Comune e che la sua mancata attivazione limita significativamente la crescita della raccolta differenziata, chiediamo quali iniziative siano state messe in campo per riottenere un bene della collettività. Tra l’altro raccogliere l’umido e poi conferirlo in discarica oppure presso impianti di compostaggio privati per il contribuente non sarebbe certo un guadagno. Tenuto conto anche delle difficoltà economiche, nel frattempo non alleviate, degli ex lavoratori della impresa Mazzitelli che grazie alla riattivazione di tale impianto potrebbero ottenere una possibilità di reinserimento lavorativo, su tali questioni e al fine di sollecitare l’amministrazione lo scorso 20 aprile è stata presentata dal sottoscritto un’interpellanza consiliare, anche per sapere quanto prima dall’amministrazione comunale, in qualità di proprietaria dell’impianto, quali intenzioni abbia rispetto alla gestione futura della struttura”.

Parlerà anche “spagnolo” il nuovo porto Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1908

Affidato lo studio del moto ondoso del bacino. Dopo la brusca frenata per i lavori di costruzione del nuovo porto di Molfetta che sono costati alla nostra amministrazione ben 7,8 milioni di euro a seguito del contenzioso con la ditta appaltatrice e le successive indagini da parte della Procura di Trani, l’ambizioso progetto che dovrebbe rivelarsi una delle più grandi opere pubbliche di tutti i tempi continua, seppur lentamente, ad andare avanti. Circa 87mila euro andranno infatti a finanziare uno studio approfondito del moto ondoso all’interno del bacino portuale. Queste analisi si sono rese necessarie e indispensabili per il proseguimento dei lavori del porto. Lo studio verrà condotto mediante delle

simulazioni in canaletta all’interno della quale si ricreeranno le condizioni del moto ondoso dovuto al susseguirsi dei diversi venti. I risultati scientifici serviranno principalmente a valutare se sia il caso di sostituire nel progetto portuale la banchina nord-ovest (che sarà destinata al traffico mercantile e crocieristico) su pali con una banchina su cassoni. Il tutto si rende particolarmente utile dato che la banchina in questione non è ancora stata realizzata e così facendo si eviterebbe l’ennesimo spreco di denaro pubblico. Ma lo studio servirà anche a comprendere meglio quale tipo di correnti continuano a danneggiare le imbarcazioni ormeggiate durante particolari con-

dizioni di vento. Ricordiamo che, a detta di pescatori e marinai, l’esordio di questi moti ondosi anomali coincise con la creazione di alcuni moli del nuovo porto e si rivelò particolarmente importante per l’incolumità delle imbarcazioni. Al bando di gara per ottenere l’affidamento dello studio delle correnti in questione si sono presentate circa una decina di imprese, fra cui alcune università italiane ed estere. Ad avere la meglio, secondo la commissione interna del Comune di Molfetta, è stata l’Università Politecnica di Catalogna di Barcellona che si è aggiudicata lo studio. Sarà infatti il CIEM Lab, Canal d’Investigaciò i Experimentaciò Marìtima, dell’Univer-

sità catalana ad occuparsi di risolvere l’importante problema delle correnti all’interno del porto di Molfetta. Un laboratorio prestigioso per un progetto altrettanto prestigioso come quello voluto fortemente dalla amministrazione comunale. Un’ulteriore orgoglio per la città di Molfetta arriva dal fatto che all’interno dello staff del CIEM sia presente come ricercatore anche un molfettese. Si tratta dell’ingegner Corrado Altomare, figlio d’arte, che ha seguito le orme di suo padre, l’ingegner Rocco Altomare attualmente a capo del Settore Territorio del Comune di Molfetta. Francesco Tempesta


politica

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L’UdC resta targata Amato Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1909

Dopo le dimissioni di papà Pino l’incarico di commissario passa nelle mani di Robert.

Robert Amato, figlio del più noto Pino, è il nuovo commissario dell’Unione di Centro molfettese. Nel suo percorso sarà affiancato da due vice: Doriana Carabellese, già assessore comunale all’Annona e Polizia Municipale e Domenico Minervini. Il coordinamento dei giovani UdC di Molfetta, incarico precedentemente ricoperto dallo stesso Amato, è stato affidato a Saverio Digioia. Questi i nuovi quadri del partito di Pierferdinando Casini a Molfetta, comunicati nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede del partito in via Baccarini. Il giovane commissario, Robert Amato, ha le idee ben chiare sul futuro del suo partito: “Nostro compito precipuo e costante sarà quello di essere tra la gente, e soprattutto di ascoltarne le istanze,

le problematiche e le urgenze. Per quanto mi riguarda intendo coinvolgere i giovani mostrando loro che la politica non è sporca o corrotta, ma mettendo in evidenza che c’è una faccia pulita, attenta, seria, competente, onesta”. Entrambi concordi i due vice commissari Carabellese e Minervini sul fatto che “grande e ambiziosa è la sfida che attende l’UdC molfettese poiché si stanno ponendo le basi per la costruzione di una nuova classe dirigente. È rilevantissimo che nella nostra città, per la prima volta alla guida di un grande partito, ci sia un giovane al quale sono riconosciute capacità professionale e entusiasmo di operare al servizio del territorio. In questo modo – continuano i due vice – parlando da giovani a giovani saremo maggiormente credibili e potremo

coinvolgere e avvicinare altri ragazzi alla politica attiva”. Sulla stessa lunghezza d’onda il neo-responsabile del movimento giovanile UdC Molfetta Saverio Digioia il quale lancia un invito alle sezioni giovanili degli altri partiti “a incontrarsi e confrontarsi sulle problematiche della città in quanto solo le occasioni di incontro e confronto segnano la reciproca crescita umana e politica”. Presente all’incontro anche il coordinatore regionale dei giovani UdC Sergio Adamo: “L’Unione di Centro è un partito che crede fortemente nei giovani non demagogicamente, ma attribuendo loro fiducia e responsabilità. Se poi aggiungiamo che le ragazze e i ragazzi dell’UdC come Robert hanno un humus di preparazione culturale, politica e civica questo ci inorgogli-

sce e ci motiva ancora di più a far bene”. Sostegno alla famiglia, alle politiche ambientali e giovanili, al lavoro, alla sicurezza costituiscono i temi che Robert Amato avrà come prioritari sull’agenda politico-amministrativa del partito. Il neo-commissario cittadino accenna anche a eventuali alleanze amministrative: “Valuteremo i programmi, noi restiamo al centro, ascolteremo attentamente i programmi e se convergeranno con i nostri siamo disponibili a dialogare con tutti”. Il giovane Robert Amato è anche l’unico candidato per il Sud Italia dell’Unicentro per il Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu), composto da 25 studenti in tutta Italia ed è l’organo preposto per dialogare direttamente con il Ministero dell’Istruzione.


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Cronaca

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Dopo la strage il processo Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1910

È cominciato il procedimento a carico dell’unico superstite del grave incidente dell’agosto 2008. Si è tenuto lo scorso 27 aprile, presso il Palazzo di Giustizia di Trani, l’udienza preliminare del processo a carico di Elvis Ramaj, il 22 albanese accusato dal pubblico ministero Michel Ruggiero del reato di omicidio colposo consumato nella notte del 24 agosto 2008, quando a seguito di un incidente stradale avvenuto sulla 16 Adriatica tra Molfetta e Bisceglie, persero la vita Dritaj Hoxma, Lazzaro Rizzi, Annalisa de Ceglie, Elisabetta Cagnetta e Sergio de Gennaro. Come si ricorderà, attorno alle 3.30 di quella notte, la Mercedes con a bordo i quattro ragazzi molfettesi e la Volvo (nella foto) condotta da Elvis Ramaj, entrarono in collisione in un punto situato a poche centinaia di metri dall’ingresso di Molfetta. L’impatto fu tanto violento da causare la morte immediata delle cinque vittime e lesioni gravi all’unico sopravvissuto ed attualmente unico imputato nel processo. Secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero, Elvis Ramaj, che procedeva da Molfetta in direzio-

ne Bisceglie, “teneva una condotta di guida colposa giacché imprudente per la velocità di marcia paria a 77,5 chilometri orari”, superiore quindi al limite imposto in quel tratto di 50 chilometri orari. “Giunto in prossimità del km 744+350 investiva ed entra-

va in collisione con la fiancata destra dell’autoveicolo Mercedes Classe E che, proveniente nel senso inverso a velocità non commisurata alle situazioni ambientali e pari a 92,3 chilometri orari, dopo ripetuti sbandamenti impegnava in posizione trasversale,

ormai fuori dal controllo del proprio conducente, la corsia della Volvo”. Un impatto causato, sempre secondo il pubblico ministero, dalla “condotta di guida del Rizzi, genericamente colposa perché imperita a causa della perdita del controllo del mezzo, oltre che specificamente colposa perché inosservante del prescritto limite di velocità, ma concausato da quella del Ramaj, genericamente colposa perché imprudente e specificamente colposa, giacché inosservante anch’essa del prescritto limite di velocità”. Nel processo, in cui Elvis Ramaj è difeso dagli avvocati Vittoria Tesoro e Giacomo Ragno, il pubblico ministero ha individuato come “parti offese” che si sono costituite in giudizio i familiari di Annalisa de Ceglie, rappresentati dall’avvocato Alberto Mastropasqua, quelli di Sergio de Gennaro ed Elisabetta Cagnetta, rappresentati dall’avvocato Tommaso Poli e quelli di Lazzaro Rizzi rappresentati dagli avvocati Francesco Santoro e Angela Maralfa.

Sgominata banda di ladri d’auto Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1911

Fermati a Cerignola dalla Polizia. Le indagini partite da Molfetta. È partita da Molfetta l’indagine che lo scorso 13 aprile ha consentito agli agenti del Commissariato della Polizia di Stato di Cerignola, in provincia di Foggia, di scoprire un’officina clandestina in cui venivano smontate le auto rubate per ricavarne pezzi di ricambio. Due persone, di 37 e 26 anni, con precedenti penali, sono state arrestate con le le accuse di riciclaggio e ricettazione. Le indagini sono partite da un furto di una Ford C Max avvenuto a Molfetta. La vettura, un’auto a noleggio di proprietà della Hertz Italia, era dotata di un impianto satellitare di nuova generazione di quelli perfettamente mimetizzati all’inter-

no dell’abitacolo. La ditta fornitrice dell’impianto ha fornito alla Polizia le coordinate per giungere sul luogo in cui veniva segnalata la presenza dell’auto. Gli agenti hanno cercato a cinque chilometri dal centro abitato e ad un certo punto hanno udito dei rumori di sega elettrica e ferraglia provenire da un capannone in muratura situato in aperta campagna. Lì gli agenti hanno scoperto due uomini intenti a sezionare la parte anteriore della Ford. Dopo aver bloccato i due pregiudicati, è partita la perquisizione all’interno e all’esterno del capannone che il primo ha dichiarato di aver preso in fitto. Sparsi per terra c’era-

no decine di arnesi utili allo scasso, seghe elettriche, gruppi elettrogeni; la Ford, dalle cui targhe si risaliva al mezzo che si stava cercando, era ormai composta solo dalla scocca e presentava il telaio abraso. Sono stati sequestrati anche due furgoni ritrovati nelle immediate vicinanze, di cui uno privo di targhe e con il telaio abraso, che conteneva i pezzi appena smontati dell’auto rubata a Molfetta, mentre l’altro, intestato ad una ditta di Andria, conteneva una bombola d’ossigeno con fiamma ossidrica utilizzata per tagliare più velocemente possibile e facendo pochissimo rumore le autovetture.


Cronaca

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Una notizia che non fa notizia Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1912

Caduta in mare ha rischiato di morire. Ora la famiglia ha bisogno d’aiuto.

Cari lettori, sono l’insegnante di una bambina marocchina di appena 9 anni, caduta in mare sabato 4 aprile scorso, durante la processione del Sabato Santo. Purtroppo la bimba è rimasta in acqua parecchio tempo prima di essere soccorsa, perciò il suo cervello è rimasto senza ossigeno ed è entrata in coma. I suoi genitori sono disperati, tristi, stanchi e soli, dignitosi nel loro dolore, che non chiedono nulla e che ringraziano anche solo per un sorriso. Noi insegnanti abbiamo cercato di essere accanto a questa famiglia il più possibile e con ogni mezzo, ma con tutta la nostra volontà, da sole non ce la facciamo; crediamo che sia nostro dovere tentare di aiutarla, ma abbiamo bisogno anche dell’aiuto di tanti di Voi. Per questo motivo ho organizzato una raccolta di beni di prima necessità (alimentari, abbigliamento, ecc.), presso l’oratorio di San Filippo Neri. Della raccolta si occuperà la sig.na Piepoli Mercedes. Per ulteriori informazioni potete contattare il n. 340-4140713, e-mail mercy86@ hotmail.it. L’amore ha molte facce ed infinite sfaccettature e non dobbiamo dimenticarci di donare il nostro amore alle persone che ci stanno accanto,

che vediamo ogni giorno, coloro che soffrono. Guardiamoci intorno, basta poco, anche solo un sorriso, un gesto, uno sguardo... Questa lettera, giunta in redazione il 21 aprile scorso, inviataci da un’insegnante attenta e sensibile con cui avevamo già parlato e che ha dimostrato, scrivendola, quanto le doti personali possano valere e contare, a volte, più delle competenze professionali, anticipa un nostro articolo sulla vicenda, che avevamo rimandato per rispetto alla famiglia, estremamente provata dal dolore e dalle condizioni economiche precarie da quando, per dedicarsi ad assistere e a seguire la bambina, è costretta a trascurare l’attività di commercio ambulante, unica ed esigua fonte di sostentamento. Anche se non può camminare ed avrà forse dei ritardi cognitivi, la bambina ora pare stia meglio, é stata trasportata all’Ospedale Giovanni XXIII e si è svegliata dal coma: un miracolo, secondo i medici, visto che è stata in acqua senza ossigeno per più di 35 minuti prima di essere soccorsa dai sanitari del 118 che l’avevano portata al Pronto Soccorso dell’ospedale “Don Tonino Bello” e poi al Policlinico di Bari per le condizioni di estrema gravità . Una bambina

ferita, per sempre segnata, ma, occorre ribadirlo, “invisibile”, che non c’è e non c’è stata, di cui non si è fatta menzione nei giornali locali, figlia di genitori marocchini da tempo residenti nella città di Molfetta, caduta in mare sabato 3 aprile, mentre giocava con un cuginetto su uno dei pontili realizzati anni fa dall’amministrazione comunale nella zona del porto: zona “ufficialmente” chiusa al pubblico, estremamente pericolosa, incustodita e priva di ogni tipo di sorveglianza, facilmente accessibile da chiunque, specie da bambini e ragazzi, ma anche da adulti, pescatori e curiosi, che vi stazionano abitualmente e vi svolgono varie attività. Pare che in passato diversi cittadini avessero più volte segnalato il problema alla Guardia Costiera chiedendo di rafforzare le misure di sicurezza e di sbarrarne l’ingresso, più che vietarlo solo con un semplice cartello, ma inutilmente. Dalle due inchieste avviate, una dei Carabinieri e l’altra della Guardia Costiera, finora non sono emersi particolari di alcun rilievo. La notizia non ha fatto notizia, né suscitato scalpore, forse perché priva di dettagli interessanti e scabrosi, di quell’impatto emotivo che potesse renderla degna della prima pagina o

collocabile nella cronaca bianca oppure nera: nera proprio come il colore della pelle di questa gente che, accanto a noi ma, in fondo, lontana, vive e consuma un dolore composto e taciturno, non lo urla e non lo mostra, continua ad aspettare e a sperare che tutto torni come prima, lì, sulla banchina San Domenico, dove il padre espone le sue merci tra tante altre bancarelle da oltre 20 anni e dove spesso un po’ tutti ci fermiamo a curiosare, a contrattare per pochi spiccioli, senza neanche guardare chi abbiamo di fronte. Una notizia che non è stata sapientemente utilizzata neanche dagli stessi protagonisti che l’hanno tenuta per sé, con umiltà e riservatezza, traendo forza dal silenzio e dall’affetto dei pochi familiari, dando quasi l’impressione di voler sparire forse per un inconscio senso di colpa: altri usi ne sarebbero stati fatti, da altra gente ed in altri contesti sociali e politici. Forse è mancata la solidarietà delle istituzioni, il sorriso e l’abbraccio che fanno di una città una comunità che accoglie, aiuta, sostiene. Se fosse caduta in mare una pera, in un pomeriggio d’aprile, di sole e di giochi, avrebbe fatto più rumore. Beatrice De Gennaro


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Attualità

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Fonte di vita. O di guadagno? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1913

Privatizzare l’acqua: ecco perché non è giusto.

L’acqua come merce e come oggetto di profitto. È questo quello a cui l’umanità sta andando incontro. Qualcosa di incredibile, di inammissibile, di folle. Qualcosa di cui l’uomo non deve andarne particolarmente fiero, una diavoleria. L’acqua è uno degli ingredienti principali della vita. Privatizzarla significherebbe di conseguenza privatizzare la vita. Fra alcuni decenni vivrà solo chi potrà permettersi di acquistarla e il divario fra poveri e ricchi mostrerà la sua espressione più subdola e meschina. Secondo fonti scientifiche a cavallo

fra il 2020 e il 2030 circa tre miliardi di persone non avranno più acqua. Questo perché il prezioso liquido trasparente sta cominciando a scarseggiare in maniera allarmante sull’intero pianeta. La sua privatizzazione quindi potrebbe essere una manovra mossa da forti interessi di chi ne sta già fiutando il futuro e remunerativo business. Immaginatevi il prezzo di un bene che scarseggia sulla Terra. Si arriverebbe ai livelli del petrolio ma vista l’importanza vitale l’acqua potrebbe avere un prezzo di gran lunga superiore trasformandosi in “oro

blu”. A riprova di ciò vi è un’inquietante affermazione del vice presidente della Banca Mondiale che ha affermato che nel XXI secolo potrebbero scatenarsi le “guerre dell’acqua”. La netta diminuzione del bene potrebbe scatenare una serie di conflitti. Ed è stata proprio questa la motivazione che ha accelerato il suo processo di privatizzazione destando sconcerto planetario. A risentirne maggiormente per il momento saranno state le popolazioni del Terzo Mondo che non godono di cero di una buona situazione economica. Questa gente non può nemmeno permettersi un tozzo di pane e adesso dovrà cominciare a comprarsi addirittura l’acqua. Qualcosa di sconvolgente che non può lasciare il Mondo indifferente anche perché un domani molto ma molto vicino la stessa sorte toccherà alle classi più povere dell’Occidente. Allora i ricchi rimarranno ricchi e i poveri diventeranno sempre più poveri. Ecco perché non bisogna assolutamente lasciarsi scoraggiare da un mondo sempre più insensibile ai suoi problemi. L’esempio di ciò arriva dalla Bolivia dove, dopo la privatizzazione dell’acqua affidata in monopolio alla Betchel Corporation, la popolazione sotto la spinta di un semplice calzolaio protestò ferocemente contro il Governo ottenendo la revoca del provvedimento. Privatizzare l’acqua significherebbe vedere il suo costo raddoppiato se non addirittura triplicato e l’incombere di nuovi e loschi giri di corruzione

attorno alla sua commercializzazione. Di conseguenza la qualità del liquido scenderebbe perché la politica intrapresa sarebbe quella dell’ottenimento del massimo dal minimo investito. E che dire di coloro che non potranno permettersi di bere un bicchiere d’acqua in più? Un bel giorno aprendo la manopola del rubinetto di casa scopriranno amaramente che il “privato” di turno ha deciso di staccare la fornitura solo perché dopo la triplicazione del prezzo essi non avevano i mezzi economici per far fronte a questi aumenti. Un incubo mondiale a cui si potrebbe far fronte solo e soltanto svegliandosi in tempo sempre se qualcuno non decida di privatizzare anche il sonno e il suono della sveglia! f.t.

Un referendum per l’acqua Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1914

Tre quesiti per tutelare un bene di tutti. Il 24 e 25 aprile ha preso il via in tutta Italia la raccolta firme per richiedere il referendum finalizzato alla ripubblicizzazione dell’acqua. Sono state centinaia le piazze italiane in cui sono stati allestiti punti in cui è stato possibile firmare. La campagna referendaria dal titolo “L’acqua non si vende” si pone come obiettivo quello di abrogare la legge attualmente vigente approvata nel novembre del 2009 dall’attuale Governo e altre controproducenti norme approvate dai Governi passati che hanno privatizzato l’acqua rendendola una merce da profitto. Quindi attualmente tutte le compagnie che si occupano della fornitura idrica italiana cominciano a farlo a scopo di lucro e non

più per offrire un servizio alla collettività che non preveda ritorni economici. Ed è proprio questa la concezione sbagliata di un bene che dovrebbe essere assolutamente pubblico, un bene che è un indiscusso diritto universale. La Costituzione Italiana prevede per l’indizione di un referendum popolare il raggiungimento di 500.000 firme. Nel caso questa iniziativa dovesse raggiungere la suddetta soglia si andrebbe al voto nella prossima primavera. Sulla scheda del referendum verrebbero sottoposti al parere di tutti gli elettori italiani tre quesiti. Il primo prevederebbe la proposta di abrogazione dell’art. 23 bis della Legge n. 133 del 2008 che impone ai comuni

la messa a gara e di conseguenza la mercificazione delle risorse idriche. Il secondo quesito invece chiederebbe l’abrogazione dell’art.150 del Decreto Legislativo n.152 del 2006 allo scopo di impedire il ricorso alle gare e all’affidamento della gestione del servizio idrico a società di capitali favorendo quindi il ritorno della gestione pubblica. Il terzo, invece, proporrebbe l’abrogazione dell’art.154 del Decreto Legislativo 152 del 2006 che limita al 7% la quota di remunerazione del capitale investito, cosa che eliminerebbe la possibilità di ottenere profitti attraverso la gestione dell’acqua. Qualora questi tre quesiti dovessero essere approvati la gestione del servizio idrico,

visto finalmente e nuovamente come bene pubblico, tornerebbe ad essere regolamentata dal già vigente art.114 del Decreto Legislativo n. 267/2000. La raccolta firme ha avuto inoltre il decisivo appoggio di uno dei social network più in voga del momento: Facebook. Sono tantissimi i gruppi formatisi con lo scopo comune di scongiurare la privatizzazione del servizio idrico. Fra i più popolari spicca quello denominato “Referendum per l’acqua pubblica” che conta ben 23.000 iscritti ed è direttamente collegato al sito promotore dell’iniziativa www.acquabenecomune.org. Francesco Tempesta


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giovedì 29 aprile 2010

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In funzione il nuovo mammografo Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1915

Il macchinario del “don Tonino Bello” è costato 270mila euro. che invece va letto sotto un’ottica diversa dalle apparenze. “Al nostro presidio e ai nostri medici si rivolgono utenti provenienti da tutta la regione ed oltre, questo significa che nonostante le 35 visite giornaliere assicurate, la richiesta è superiore alle nostre possibilità”. E pensare che in strutture sanitarie limitrofe per ottenere gli stessi esami (ma con altri medici e macchinari non certo di ultima generazione) l’attesa è di gran lunga ridotta. “Naturalmente – ha precisato la dottoressa Altomare È in funzione dallo scorso 22 marzo ed è già un punto di riferimento per i bisogni sanitari non solo della città ma di tutta la Regione. Parliamo del nuovo mammogrfo in uso al reparto di senologia dell’ospedale “don Tonino Bello” di Molfetta ed affidato alla équipe guidata dal dottor Paolo Salatino. Il macchinario, costato circa 270mila euro, è uno strumento di ultima generazione capace di sottoporre le donne ad esami notevolmente precisi ed in tempi rapidi con risultati ad alta definizione

utili per l’analisi clinica delle pazienti. “Si tratta – ha detto la dottoressa Annalisa Altomare, direttore sanitario del presidio ospedaliero – di una strumentazione all’avanguardia che innalza ulteriormente il livello di qualità della nostra struttura”. Una struttura sempre più punto di riferimento per le pazienti. “Così tanto – ha aggiunto la dottoressa Altomare – che le liste per le visite senologiche sono già piene fino alla fine del 2011”. Un dato che a prima vista non dovrebbe costituire un vanto ma

– i casi urgenti e le pazienti già colpite da tumore, hanno precedenza e le visite vengono loro assicurate nel corso dei dieci giorni successivi alla richiesta”. Soddisfatto per essere riusciti ad ottenere il nuovo macchinario è il dottor Salatino: “Abbiamo a disposizione uno strumento importante ed utile grazie al quale oggi possiamo migliorare ulteriormente il servizio che offriamo alle pazienti. Un altro tassello nel mosaico di buona sanità che ci stiamo sforzando di realizzare a favore della comunità”.


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giovedì 29 aprile 2010

Il 30 aprile di don Tonino Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1916

Tutto pronto per la solenne cerimonia. A conclusione della celebrazione del prossimo 30 aprile 2010, che si svolgerà nella Cattedrale di Molfetta alle 18.30, avrà luogo la Prima Sessione Pubblica del Processo di Canonizzazione del Servo di Dio Antonio Bello. Dopo la Santa Messa, presieduta da S.E. mons. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, si insedierà e presterà giuramento nelle mani del vescovo mons. Luigi Martella il Tribunale. La composizione dell’organo ecclesiastico è la seguente: S.E. mons. Agostino Superbo (postulatore), mons. Domenico Amato (vice postulatore), dott. ssa Silvia Correale (vice postulatore), don Antonio Neri (delegato episcopale), mons. Luca Murolo (promotore di giustizia), don Nunzio Palmiotti (notaio), don Fabio Tangari (notaio aggiunto), dott.ssa Franca Maria Lorusso (notaio aggiunto). La Commissione Storica inoltre è composta da mons. Luigi M. de Palma, mons. Salvatore Palese, don Ignazio Pansini. Secondo quanto disposto dalla Sanctorum Mater, l’Istruzione per lo svolgimento delle inchieste diocesane nelle cause dei santi, i Membri del Tribunale

“giurano di adempiere fedelmente il loro incarico e di mantenere il segreto d’ufficio”. Successivamente a questo evento si darà così inizio alla fase di ascolto dei testimoni circa le virtù

eroiche del Servo di Dio. Per l’accoglienza delle migliaia di fedeli che si prevede possano arrivare a Molfetta, sono stati decisi i piani di accoglienza. I parcheggi, in spazi individuati dalla

Polizia Municipale di Molfetta verranno diversificati per pullman e automobili. I pullman giungeranno in piazza Garibaldi e, dopo aver fatto scendere i passeggeri, andranno a parcheggiare nell’area dello stadio comunale (su via Giovinazzo, nei pressi della caserma dei Carabinieri), mentre le auto sosteranno nell’area del porto, sul lungomare e presso lo stadio comunale. L’accesso alla Cattedrale averrà dal portale centrale e dall’ingresso laterale ubicato in via Entica della Chiesa, stradina a destra della Cattedrale. Per consentire la partecipazione anche a quanti non riusciranno ad entrare in Cattedrale sarà collocato all’esterno, su corso Dante, un maxischermo digitale ed un adeguato impianto audio e circa 1000 posti a sedere. La celebrazione sarà trasmessa in diretta da Telenorba. Si potrà usufruire dei servizi igienici per tutta la serata presso la villa comunale e la zona porto. Per consentire un’agevole organizzazione saranno dislocati sulle diverse zone alcuni giovani del servizio d’ordine, riconoscibili da apposito distintivo, i quali saranno in grado di dare ogni indicazione cui attenersi strettamente.

Torna l’appuntamento con il premio “Azzarita” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1917

La manifestazione si svolgerà il prossimo 15 maggio nella sala “Finocchiaro”. Sono stati definiti i vincitori 2010 del Premio “Leonardo Azzarita”, tradizionale appuntamento per discutere di giornalismo e comunicazione, organizzato anche quest’anno dal Centro Studi Leonardo Azzarita con il patrocinio della Regione Puglia, Provincia di Bari e Comune di Molfetta nonché di alcune aziende partner. La cerimonia si terrà il prossimo 15 maggio alle 19 nella sala “Finocchiaro” della Fabbrica di San Domenico, alla presenza di autorità civili, politiche e militari. Per la sezione Giornalisti di Puglia, il Premio sarà assegnato quest’anno al giornalista dottor Rodolfo Calò (nella foto), Capo Servizi Esteri dell’Ansa a Roma, la più grande agenzia di stampa italiana. Calò, molfettese di nascita, ha ricoperto ruoli di capo servizio anche nelle sedi Ansa di Bonn, Bruxelles, Berlino, Milano e Roma. Laureato in lettere alla Sapienza a Roma, è stato anche Capo servizio aggiunto all’Ansa per le regioni Abruzzo e Molise nonché collaboratore dei quotidiani “La Repubblica” e “La Stampa”. A Calò sarà

assegnato uno speciale premio realizzato per l’occasione dallo scultore Michelangelo de Virgilio ed una targa del sindaco di Molfetta. In questa sezione erano stati premiati gli anni scorsi Francesco Giorgino del Tg1, Michele Mirabella di Rai Tre, Daniele Rotondo del Tg2, Piero Ancona di Skytg24, Paola Laforgia, presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia e Saverio Montingelli della Domenica Sportiva della Rai. Per la sezione Comunicazione ed Istituzioni, invece, sarà premiato un volto noto della televisione, il colonnello dell’Aereo-

nautica Militare Vitantonio Laricchia, metereologo per la Rai e per molte emittenti televisive regionali, nonché per prestigiose testate giornalistiche come La Repubblica, il Corriere della Sera, consulente scientifico dell’Arpa, al quale andrà un Premio realizzato per l’occasione dai fratelli Leonardo e Margherita La Forgia ed un targa. In questa sezione erano stati premiati gli anni scorsi don Tonino Bello alla memoria, il colonnello dei Carabinieri Paolo La Forgia della Dia di Roma, mons. magg. Mauro Amato Cappellano dell’Arma dei Carabi-

nieri, Chicca Maralfa capo redattrice di Bari Economica della Camera di Commercio di Bari. Premio Speciale 2010 ad Antonio Stornaiolo, attore, conduttore televisivo per Antenna Sud, giornalista, volto noto della televisione anche per aver duettato con Emilio Solfrizzi. Stornaiolo ha girato numerosi film ed oggi è uno dei conduttori televisivi più attivi della nostra regione con trasmissioni molto note, alcune delle quali indirizzate ai bambini. Anche per Stornaiolo, targa e premio dell’artista molfettese Maria Addamiano. In questa sezione lo scorso anno era stato premiato il dottor Michelangelo Borrillo, Capo Servizi economia del “Corriere del Mezzogiorno”. La commissione che ha assegnato i premi, presieduta da Giuseppe Pansini, è composta da Francesco Bisceglie vice presidente, Giuseppe Adesso segretario, Paola Copertino addetta alla pubbliche relazioni e come componenti Sergio Camporeale, Michelangelo de Virgilio, Michele Sancilio, Luigi Bisceglie, Leonardo e Margherita La Forgia.


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giovedì 29 aprile 2010

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Zaza vince il Memorial “Misino” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1918

Il concorso organizzato dall’Amira per ricordare l’amico e collega. È stato il molfettese Fabio Zaza ad aggiudicarsi la terza edizione del “Memorial Franco Misino”, manifestazione organizzata lo scorso 20 aprile dalla AMIRA (Associazione Maitre Italiani Ristoranti ed Alberghi) per ricordare la figura del collega e amico Franco Misino, biscegliese, prematuramente scomparso alcuni anni fa. Fabio Zaza ha superato nella gara svoltasi presso la sede dell’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione di Molfetta i colleghi Giuseppe Strippoli di Ruvo di Puglia, Francesco Vangi di Monopoli e Antonio Fasciano di Molfetta. Il maitre molfettese ha partecipato al concorso, che aveva come tema “Preparazione di un dessert flambè, con sporzionatura della frutta, elaborazione al flambè e abbinamento del vino”, presentando un dessert a base di pere caramellate, intinte in salsa nandolo ad un vino primitivo dolce quattro concorrenti è stato giudicato di vaniglia e gelato al fior di latte delle Cantine Barsento denominato da una giuria composta da Salvatoal profumo di aceto balsamico abbi- “Malicchia Mapicchia”. Il lavoro dei re Turturro, in rappresentanza della

Federazione Italiana Cuochi, Isabel Romano, giornalista della testata “il Fatto”, Mauro Iaccarino e Michele Mastropierro in rappresentanza della Associazione Italiana Sommelier. A presiedere la giuria il Gran Maestro della Ristorazione, Mario Ficarelli. Il vincitore del concorso, che ha ricevuto il trofeo “Terzo Memorial Franco Misino”, si è qualificato per le semifinali del Concorso Nazionale Maitre dell’Anno, il cui vincitore finale prenderà parte ad ottobre al World Competition Flambè in programma a Grado presso il Grand Hotel Astoria. La giornata dedicata a Franco Misino si è conclusa con una cena di beneficenza presso l’Osteria del Seminario di Bisceglie, nel corso della quale sono stati raccolti fondi da destinare ad opere caritatevoli da realizzare in Africa in continuità con quanto già fatto nel 2009 quando venne realizzato un pozzo per garantire acqua potabile ad un villaggio del Kenya.

Una pizza da campioni Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1919

A Molfetta una competizione a colpi di gusto! Sbarca a Molfetta un “campionato” che vedrà sfidarsi tanti “atleti” a colpi di... gusto! Dal 9 al 10 maggio, infatti, lo splendido scenario del porto e della Banchina Seminario faranno da cornice al “Primo Campionato Nazionale Pizza ai Sapori di Puglia”, una competizione in cui si sfideranno i migliori pizzaioli provenienti da tutta la regione e che avrà una serie di eventi collaterali a coronare la tre giorni. L’organizzazione, curata a Molfetta da Vincenzo Florio, titolare della pizzeria “I Monelli”, è affidata all’Associazione Pizzaioli Pugliesi con il patrocini di Provincia di Bari e Comune di Molfetta e la collaborazione della Nazionale Italiana Pizzaioli, di Pizza Point,

dell’Associazione Italiana Celiachia e dell’Istituto Alberghiero di Molfetta. I pizzaioli partecipanti si contenderanno il Trofeo SpigAmica. Si comincia domenica 9 maggio alle 10 con le pre-

sentazioni di rito, poi dalle 11 lo spettacolo si sposterà direttamente sull’acqua del porto con una esibizione degli acrobati pizzazioli che arriveranno a bordo di una imbarcazione. Non man-

cheranno i convegni su argomenti assolutamente “gustosi”: la focaccia barese, gli impasti tradizionali, la sana e corretta alimentazione, la celiachia e le nuove forme di produzione del prodotto. Lunedì 10 maggio alle 15 avrà inizio la gara riservata agli “allievi” degli istituti alberghieri che si confronteranno per proporre la migliore “pizza in miniatura”. Il clou martedì 11 maggio alle 11.30 con il via alla competizione riservata ai pizzaioli professionisti che si contenderanno il “Primo Campionato Nazionale Pizza ai Sapori di Puglia”. Inutile dire che nel corso della tre giorni tra musica e divertimento ci sarà anche tanta pizza per tutti!


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giovedì 29 aprile 2010

Un successo per Rita 101 Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1920

La diretta web trasmessa anche da “il Fatto” per festeggiare il compleanno di Rita Levi Montalcini. In tanti lo scorso 22 aprile, hanno festeggiato Rita Levi Montalcini sul web con Rita101 (www.rita101.tv), l’omaggio della rete a Rita Levi Montalcini e ai suoi 101 anni. La festa è stata ideata e coordinata da Altratv.tv (www.altratv.tv) e Ipazia Promos con Wired, Current, Nòva24 ed ha visto la partecipazione anche de “il Fatto”. Grazie ad E’ TV sul canale Sky 891 l’evento è stato trasmesso sul satellite e online su decine di portali e piattaforme. Hanno aderito all’iniziativa Rainews24, Corriere.it, Repubblica.it, Sapere.it, Treccani, Youdem, Rete7, Odeon, Il Fatto Quotidiano. La diretta è andata online sulle micro web tv italiane, sulle web tv e web radio universitarie, sui micro media iperlocali e sui blog e videoblog. Hanno aderito oltre 250 piattaforme. L’evento è stato trasmesso da un piccolo studio tv nell’Associazione SqueezeZoom Bottega di Bologna. La co-produzione dell’evento ha visto impegnati tanti partner che in modo volontaristico hanno abbracciato l’iniziativa e creduto nel progetto. Nel corso della diretta sono intervenuti i ricercatori collegati in webcam via Skype da ogni parte del mondo e i gruppi d’ascolto posizionati nelle redazioni delle web tv e delle università. Collegamenti in simultanea con Torino (Libre-idee, network creativo online), Milano (Radiobocconi, web radio dell’Università Bocconi), Padova (Radiobue, web radio dell’Università di Padova),

Bologna (Codec TV, web tv dell’ufficio giovani del Comune di Bologna), Roma (Luiss TV, web tv dell’Università LUISS), L’Aquila (Collettivo 99), Villalta Irpina (Uànm TV), Lecce (Salento Web TV), Messina (dal CNR con Messina Web TV). In collegamento in webcam via Skype anche un gruppo d’ascolto in USA, dall’Università di Idaho situata a Moscow nella contea di Idaho, USA. Durante l’evento condotto da Giampaolo Colletti di Altratv. tv è stata trasmessa la video-intervista realizzata dal direttore di Wired Ric-

cardo Luna a Rita Levi Montalcini. In diretta anche il videomessaggio di auguri di Clio Napolitano, moglie del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In collegamento telefonico sono intervenuti Riccardo Iacona (Rai3), Pieluigi Celli (Università LUISS), Luca De Biase (Nòva24). “Rita101 è stata una straordinaria festa online per omaggiare la grande ricercatrice. Stimiamo che si siano collegati 80mila utenti, tra la rete e la trasmissione sul satellite. In rete solo sul server che irradiava il segnale su

www.rita101.tv e sulle piattaforme delle micro web tv abbiamo avuto 40mila contatti, 20mila ip diversi collegati e 1300 connessioni contemporanee. Alla diretta hanno aderito 252 piattaforme. Tutti questi numeri senza contare la trasmissione dei grandi player, Corriere.it e Repubblica.it, Sapere.it e Rainews24. E senza calcolare il satellite. Grazie al contributo di E’ TV siamo riusciti a moltiplicare le piattaforme trasmissive”, afferma Giampaolo Colletti, Altratv.tv. Rita101 ora prosegue online. Su www.rita101.tv il team continuerà a raccogliere le storie delle ricercatrici e dei ricercatori italiani in giro per il mondo. Intanto con Wired Italia verrà incentivata nelle prossime settimane la sottoscrizione del 5x1000 per l’European Brian Research Institute. L’EBRI è stato fondato e ispirato scientificamente proprio da Rita Levi Montalcini. È un centro di ricerca internazionale dedicato allo studio delle neuroscienze. “Rita Levi Montalcini è un’icona dei nostri tempi, una delle persone più amate dagli italiani, e un modello per tutti i giovani che si avvicinano alla scienza e alla ricerca ed è stata proprio lei che ci ha ispirato la campagna per candidare Internet al Premio Nobel per la Pace. Per tutti questi motivi in occasione di Rita101, Wired Italia sosterrà la donazione del 5 per mille alla Fondazione creata dalla professoressa per le ricerche sul cervello”, ha dichiarato Riccardo Luna direttore di Wired Italia.


Inchiesta

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Una scelta. Una traccia. Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1921

facile e dolce di farlo, possono crearsi problemi, che rischiano di destabilizzare la persona. Al punto tale che sono state classificate dalla comunità scientifica internazionale tre dimensioni patologiche legata all’aborto: la psicosi post-aborto, lo stress postaborto e la sindrome post-abortiva. Quest’ultima comprende un insieme di disturbi che possono insorgere subito dopo l’interruzione o anche dopo anni, rimanendo a lungo latente a livello inconscio, motivo per il quale non è facilmente prevedibile né riconoscibile. Anche perché le stesse donne non associano i sintomi connessi a questa specifica sindrome a un aborto apparentemente affrontato e vissuto con razionalità. Tutto ciò a netta smentita dell’assunto teorico che la donna non soffra, ma che al contrario provi sollievo nel liberarsi di un figlio non vo-

Non è mai una scelta facile e sempre lascia traccia. Si discute tanto oggi, spesso strumentalmente, di interruzione di gravidanza, di pillola abortiva o di quella del giorno dopo, argomento di facile effetto nella contrapposizione politica. Ne parlano politici e preti, con troppa facilità. Si ascoltassero le donne si capirebbe che, pur nella disparità delle loro storie, età, motivazioni, condizioni famigliari e sociali, dover ricorrere all’aborto, qualunque sia la tecnica usata, è sempre uno “strappo” nel tessuto più profondo della loro femminilità, che può certo essere riparato, ma di cui rimangono segni, più o meno profondi e dolorosi. Anche per tutta la vita, se la scelta viene vissuta come vergognosa o condannabile, se viene compiuta e poi sotterrata nei meandri della coscienza, se non viene sufficientemente elaborata e accettata.

Prima di discuterne in modo tecnico, che sia legislativo o medico, di dibattere sulle tecniche da utilizzare, bisognerebbe prendere in considerazione la dimensione psicologica dell’aborto e, andando a ritroso, quella della gravidanza in se stessa, che comporta, oltre alla preparazione biologica di un utero accogliente, anche l’elaborazione di un “grembo psichico” dove il bambino che nascerà possa essere atteso e quindi pensato ed amato ancor prima di venire alla luce; perché, in definitiva, ciò che fa di una creatura un figlio è il desiderio materno, la capacità della donna di rendere presente e anticipare l’esistenza dell’altro dentro di sé. Ecco perché, visto quel che la gravidanza rappresenta nella vita di una donna, è indubbio che interrompendola in modo traumatico, poiché qualunque tecnica venga utilizzata, non esiste un modo

luto o considerato impossibile da mettere al mondo. Anche se l’esistenza e la morte del suo bambino non sono riconosciute da nessuno attorno a lei, il legame che la lega a lui è totalizzante e la sua rottura traumatica. Quando la scelta di non portare avanti la propria gravidanza viene compiuta e accantonata, può arrivare a diventare un blocco nel “costruire il proprio futuro”, in special modo se viene a mancare un’elaborazione adeguata, da compiere secondo il proprio stile personale, serenamente, senza intenti direttivi o moralistici sulla scelta stessa, la cui insindacabile libertà deve rimanere un assunto imprescindibile, per rendere meno traumatica l’integrazione di questa esperienza nella propria storia di donna. Cosa che il dibattito attuale, con le sue asprezze ideologiche, certo non favorisce. l.s.


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Inchiesta

Per saperne di più 1922

La Puglia è tra le regioni in cui si ricorre più spesso all’IVG: il tasso di abortività, infatti, è di 318 contro i 241,8 della media nazionale, ma lo si fa soprattutto nelle cliniche private, perché il numero dei medici obiettori di coscienza è altissimo. Lei è uno di questi…. Sì, per una serie di motivi ma soprattutto perché ho effettuato molti studi sulla vita e sui movimenti fetali, che hanno confermato le mie convinzioni etiche e religiose. Preciso, però, che ho un atteggiamento “laico” nei confronti dell’aborto. Cosa vuol dire? Credo che ognuno debba agire secondo coscienza e che la donna debba essere messa in condizione di poter sceglier la soluzione migliore. Mettiamole a disposizione tutto ciò che la scienza sa e conosce: la decisione finale spetta a lei. La RU486 è la soluzione migliore? Pare che in America abbia provocato numerosi decessi…. Gli stessi che vengono provocati da anni con i metodi tradizionali: si muore lo stesso per raschiamento o per complicanze di quest’ultimo. La pillola abortiva è usata da anni in parecchi Paesi del mondo, perché non dovremmo farlo anche noi? Un medico obiettore di coscienza favorevole all’aborto: non le sembra un controsenso? No, affatto, perché il vero problema non è l’aborto ma la contraccezione. Tanti anni di professione mi hanno insegnato che la prevenzione serve davvero ed è efficace, non solo nella lotta contro i tumori… La prevenzione si effettua con il potenziamento dei Consultori che non è certo considerata una priorità dal nostro Governo attuale… È vero, la politica non dovrebbe solo limitarsi a fare delle leggi nuove ma renderle attuabili ed applicabili quelle che già esistono. Come la 194? Guardi, la 194 è un’ottima legge che ha dato i suoi frutti, facendo diminuire di molto gli aborti in Italia. Per me non va toccata, occorre solo farla funzionare. Beatrice De Gennaro

Achille Della Ragion Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1923

Storia di un medico e di 54.000 aborti. Lo hanno conosciuto donne di ogni età ed estrazione sociale, tra gli anni ’70 ed ’80 (molte anche dopo), quando in tutta Italia si organizzavano pullman e voli charter per andare a fargli visita nel suo studio di via Manzoni a Napoli, nell’elegante quartiere del Vomero, dove si poteva abortire per una somma irrisoria, cento mila lire, come in una catena di montaggio, una dopo l’altra, senza parlare, con il cuore in gola e la mano fredda di un’assistente che stringeva per infondere coraggio. Era un altro tempo ed un’altra Italia, sì, ma le donne che aspettavano in quella sala d’attesa disadorna erano le stesse di oggi: tutte con la faccia voltata, a tratti inespressiva, intente ad inseguire pensieri di ogni tipo, alcune impaurite, altre recidive e più esperte, gli uomini pochi, impacciati e taciturni, qualche amica che dava sostegno, parecchie mamme in preda ai rimorsi, e i “compagni” a fare cerchio intorno per rimarcare il senso politico di una scelta. Una scelta ardua, non facile, che lui, Achille Della Ragione, medico appena più che trentenne, rendeva possibile, offrendo tempi rapidi (40, 50 secondi), poco dolore e poche parole, soprattutto l’assenza di un qualsiasi pensiero etico che potesse minimamente turbare, disturbare, rallentare. Si era laureato in medicina nel 1972 ed aveva conosciuto, nello stesso anno, a Los Angeles, Harvey Karman, psicologo scomparso di recente a 84 anni, inventore dell’omonimo metodo per abortire nella fase iniziale della gravidanza attraverso l’aspirazione con cannule soffici e sottili al posto degli strumenti metallici, un metodo che, sia pure in maniera rudimentale, con cannucce di bambù, veniva adoperato già in Cina 3000 anni prima della nascita di Cristo. Karman se ne era occupato in seguito al suicidio di una studentessa per una gravidanza inattesa ed alla morte di un’altra per le complicanze di un aborto ma venne arrestato e scontò due anni e mezzo di carcere; il suo metodo, ostacolato dal mondo medico forse perché troppo semplice (lo praticarono, per un po’ di tempo, le stesse femministe) e poco lucrativo, si fondava sul concetto secondo il quale l’embrione, nei primi giorni di gestazione, non ha un sistema nervoso centrale, e, dunque, non può essere considerato essere umano (la Chiesa, invece, sancisce l’inizio della vita con la fecondazione). Della Ragione lo introdusse in Italia dove si diffuse rapidamente anche grazie all’incontro del medico con Adele Faccio, storica esponente radicale e fondatrice della CISA, che aiutava le donne in difficoltà per gravidanze indesiderate. Furono i radicali a condurre la battaglia per legalizzare l’aborto e a schierarsi poi contro di lui, accusandolo di praticare aborti clandestini dopo avergli inviato essi stessi le donne che avevano bisogno del suo aiuto. Nel 1978, il giorno in cui la legge 194 veniva discussa al Senato, della Ragione dichiarò ad un giornalista de “La Stampa” di Torino di aver eseguito in 2 anni 14.000 aborti ed allora cominciarono i suoi guai giudiziari perché venne licenziato dall’ospedale in cui lavorava ed il fisco gli presentò una tassazione di un miliardo e mezzo: dopo una causa ventennale l’Asl fu poi condannata a risarcirgli 900 milioni di lire. Personaggio estroso e bizzarro, esperto d’arte e di storia, ha continuato sempre a far parlare di sé, inventando il “vaginometro”, un apparecchio ideato per favorire l’orgasmo, collaborando con giornali e riviste, dichiarando ancora, nel 1996, di aver praticato altri 40.000 aborti, scrivendo un libro sulla “monnezza napoletana”, finendo in carcere per essere stato accusato di induzione all’aborto, presentandosi come candidato al Senato con i radicali nel 2001. Nelle sue interviste ha sempre sottolineato la doppia morale dei ginecologi italiani, obiettori di coscienza nelle strutture pubbliche e attivi abortisti nel privato e fatto dichiarazioni sulla libertà della donna che dovrebbe poter scegliere il medico con cui abortire, così come fa per qualsiasi altro tipo di intervento:

non ha senso, quindi, parlare di aborto clandestino ma di aborto privato, che molte scelgono per evitare tempi di attesa, lungaggini burocratiche, e per motivi di privacy. Per Achille Della Ragione, definito a suo tempo “aspirator veloce” e “ pescecane”, è giunto il tempo di rivedere una legge anomala e obsoleta, la stessa che gli ha consentito di praticare, a suo dire, 54.000 aborti e di condurre una vita agiatissima facendo la spola tra la sua villa di Posillipo e lo studio, sempre affollato ma stranamente silenzioso, di Via Manzoni. Beatrice De Gennaro


giovedì 29 aprile 2010

one, l’aspirator veloce

L’aborto dalla parte di lui Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1924

Spesso ci si dimentica dell’uomo. E delle sue responsabilità. Nella vicenda tutta al femminile dell’aborto, l’uomo si colloca al margine, appare quasi sempre figura defilata e secondaria, nonostante ne sia il reale ispiratore, il manovratore più o meno occulto, e, così come nei secoli ha fatto con la cura e l’accudimento dei figli nati, delega, anche in questo caso, alla donna il dolore, la fatica, la “cancellazione” dei figli inattesi, indesiderati, capitati. Dietro le storie d’IVG (Interruzione Volontaria di Gravidanza) gravita un mondo di uomini che avrebbero dovuto, che non hanno voluto, che sono andati via o stanno per farlo, che non torneranno perché a nulla servirebbe e che, se qualche volta restano, è come se non ci fossero. A differenza della compagna, l’uomo non elabora, con l’inizio della gravidanza, quel “grembo psichico” in cui la donna pensa (a volte anche quando ha subito violenza), ama, attende il bimbo che nascerà e che, il suo desiderio e la sua capacità di anticipare l’esistenza dell’“altro” dentro di sé,contribuiscono a rendere già “figlio”; non affronta in prima persona

un evento che si rivela traumatico dal punto di vista fisico e psicologico perché sopprime gli elementi di identificazione di lei con il bambino e quindi con quella parte del Sé che viene negata; non rischia i disturbi emozionali, della relazione, del pensiero, della comunicazione, ecc., che per psichiatri ed esperti, quasi sempre insorgono, anche a distanza di anni, persino nei casi in cui esso era stato percepito come atto “liberatorio”. Alla donna toccheranno il senso di una perdita e di una colpa infiniti e rimetterà in discussione le dinamiche collegate alla propria femminilità, alla sessualità, al rapporto con il partner: la sua scelta, in ogni caso, sarà connotata dalla solitudine come causa e come effetto, dall’assenza reale dell’uomo, dalla non condivisione di quella aspettativa che, inevitabilmente, la gravidanza aveva creato. Del malessere dell’uomo, quando e se c’è, non si ha traccia né notizia alcuna: egli lo disperde facilmente all’esterno di sé, della coppia o della famiglia, se ne libera in fretta, non gli consente di diventare rimorso o rimpianto, anche

quando, come ci riportano raramente alcuni casi di cronaca, si rivolge alla magistratura per impedire che l’aborto avvenga. Racconta Nicky (nome fittizio), 34 anni ed un lavoro precario in un’azienda locale: “Stavo con la mia ragazza (32) da quasi tre anni: un rapporto che sembrava stupendo, caratterizzato dall’allegria e dalla spensieratezza, nonostante i problemi legati al lavoro. Anche lei è impiegata ma sempre con contratto a termine e, forse anche per questo, non abbiamo mai fatto progetti né pensato di convivere:

ci andava bene stare a casa dei nostri genitori, vederci la sera, divertirci, andar fuori con gli amici, il futuro poteva aspettare. Non abbiamo mai fatto una contraccezione seria, ci siamo affidati al caso, per pigrizia, per forma mentale, perché pensavamo che non sarebbe mai potuto accadere: invece è accaduto e questo è stato il banco di prova del nostro rapporto. Quando mi ha detto di essere incinta – continua – aveva negli occhi una luce che non dimenticherò mai, era felice, nonostante tutto, e pensava lo fossi anche io, ma io non lo ero, come potevo? Un figlio, a questa età? Ho ancora voglia di uscire, di divertirmi, di fare tutte quelle cose che non ho ancora potuto fare, un figlio è impegno, responsabilità sotto tutti i punti di vista. Comunque l’amavo, è che la cosa mi ha colto impreparato”. “Cosa avete fatto?” chiedo. “Ne abbiamo parlato per giorni, cioè parlava più lei, tentava di convincermi, mi ha anche detto che potevamo aspettare a sposarci, la madre avrebbe capito, ma io non me la sono sentita. Si è creato un muro tra di noi, una rabbia incredibile che non sapevamo come sfogare, siamo diventati due estranei, anzi due nemici che si accusano a vicenda. Un giorno ha avuto una crisi di nervi, mi ha preso a calci e pugni, mi ha urlato che ero un vile, che non valevo nulla… Ha fatto tutto da sola con un’amica, sono andati da un medico che non è della zona, non ha voluto dirmi né come né quando, non ha voluto soldi e nemmeno che l’accompagnassi”. “Tu, dunque, non sei andato con lei?”. “No, no l’ho più sentita per alcuni giorni, non rispondeva al cellulare, a casa non c’era. Quando l’ho rivista era completamente cambiata, sembrava un’altra persona. Una sera abbiamo parlato un po’ a telefono ma non mi ha mai raccontato cosa è veramente accaduto, mi ha detto che non sentiva niente, che non provava emozioni, solo schifo per me e che il tempo passato insieme era stato tempo perduto, da cancellare, ma forse è una reazione normale. Avrei dovuto restarle vicino, sostenerla, ma lei non me lo ha consentito…”. “Credi di aver vinto in questa storia?”. “No, so che non ha vinto nessuno, abbiamo perso entrambi.”. Beatrice De Gennaro

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Inchiesta

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Baby gravidanze e aborti: un fenomeno in rapido aumento Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1925

Un “problema” che può condizionare la vita. La maturità sessuale oggi si acquisisce molto prima della maturità psicosociale. Infatti l’età media del primo rapporto sessuale è tra i 15 e 16 anni. Ecco, dunque, da dove trae le mossa il progressivo dilagare delle gravidanze precoci, ritenute da alcuni come un serio problema sociale da arginare a qualsiasi costo, da altri come l’inizio di nuove vite da conservare e rispettare. Questo fenomeno riguarda in maggior misura i giovani appartenenti a classi sociali svantaggiate e a gruppi familiari con problemi disfunzionali. Ad esempio, non di rado le ragazze che rimangono incinte giovanissime sono a loro volta figlie di madri rimaste incinte in età precoce. Una gravidanza in adolescenza non è in genere voluta e programmata e per questo motivo essa rappresenta un problema abbastanza grave a livello personale, familiare e sociale. Dunque, che fare dinanzi ad un tale “problema”? La cittadinanza molfettese sembra essere fortemente schierata sia per quanto riguarda una posizione, in un certo senso, più “dra-

stica”, ovvero l’aborto, sia per una più “moderata”, il mantenimento della gravidanza. Alcuni vedono l’interruzione delle baby gravidanze con grande fiducia per la tutela delle vite delle giovani ragazze che si ritrovano da un giorno all’altro ad avere in braccio anziché un bambolotto un vero e proprio bebè. “Io – dice Maria una giovanissima ragazza

di 16 anni – sarei a favore dell’aborto nel caso di un’eventuale baby gravidanza, perché avere un bambino in giovane età è un fattore discriminante e oltremodo limitante per quelle che possono essere le occasioni importanti della vita come ad esempio andare a vivere fuori città”. Altri non sono dello stesso parere in quanto ritengono che

aborto stia a significare in poche parole: andare contro la vita, seppure non si può parlare di essere umano a poche settimane o, addirittura, a pochissimi giorni di gestazione. Pertanto Angelica, anche lei giovanissima, dice che “bisogna chiudere ogni porta al reato di aborto poiché risulta essere alla pari di qualsiasi altro reato contro la vita di qualsiasi altra persona, sebbene la legge non la pensi alla stesa maniera”. Sia nel primo sia nel secondo caso gli effetti prodotti sulle giovani mamme sono irreversibili e traumatici per tutta una serie di fattori che vanno dai problemi strettamente fisici ai problemi familiari, sociali e medici. Sarebbe, quindi, molto più conveniente e, allo stesso tempo, molto più saggio cercare di estendere la rete di informazione ad adolescenti e giovani per limitare non solo il fenomeno delle baby gravidanze ma soprattutto il problema degli aborti per cui la Puglia detiene il primato in Italia. Gianfranco Inglese


In Città

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Il Giro d’Italia passerà da Molfetta Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1926

E chissà che in un futuro si possa ottenere la partenza o l’arrivo di una tappa.

Pasquale de Palma, presidente provinciale della Federazione Ciclistica Italiana (FCI) è colui che, assieme a Tommaso de Palma, vicepresidente regionale della FCI, è riuscito a riportare il Giro d’Italia sulle strade molfettesi dopo circa un ventennio. Ci racconti come è riuscito a convincere i tecnici e gli organizzatori del Giro a modificare la decima tappa a favore di Molfetta. In primo luogo la rinuncia al circuito di

circa 12 chilometri, dell’amministrazione di Bitonto, sede di arrivo, che ha permesso di realizzare un percorso alternativo, senza apportare modifiche alla lunghezza della tappa. Inoltre il percorso originario avrebbe fatto mancare alla carovana il calore della nostra gente, atteso che, partendo da Avellino, il gruppo avrebbe attraversato solo la città di Melfi per poi arrivare a Bitonto, senza attraversare altre città. È iniziata quindi l’attività martellante mia, ma soprattutto di Tommaso de Palma nella nostra qualità rappresentanti federali, per ottenere il passaggio da Molfetta e Giovinazzo. Quale sarà il percorso previsto all’interno della città? La carovana, provenendo da Terlizzi, procederà lungo la provinciale sino all’incrocio con corso Fornari e via Galileo Galilei, quindi percorsa questa ultima arteria, svolterà per via Baccarini, sino all’incrocio con le vie Tenente Fiorino e Giovinazzo, procedendo per quest’ultima via in direzione Giovinazzo, con traguardo volante nei pressi della Caserma dei Carabinieri, in via Caduti di Nassiriya.

Allo stato attuale (l’asfalto della città e pieno di buche) i tecnici della RCS farebbero transitare il Giro in città? Gli addetti al percorso dell’organizzazione sono molto attenti alle condizioni del manto stradale, per la ovvia e scontata esigenza di garantire la massima sicurezza ai corridori; non è da escludere che, a seguito di nuovo sopralluogo, qualora ritenessero, nella denegata ipotesi che nulla fosse fatto per migliorare le condizioni delle nostre strade, che tali garanzie manchino, potrebbero modificare il percorso, escludendo il passaggio da Molfetta. Ho provveduto a depositare una richiesta in tal senso, indicando le strade interessate dalla tappa e mi risulta che anche l’organizzazione abbia comunicato in via ufficiale all’amministrazione il passaggio del giro. Ho anche dato la mia disponibilità a collaborare, lasciando tutti i miei recapiti alla segreteria del sindaco. So che stanno organizzando il lavoro affinché non si giunga impreparati all’appuntamento. Che tipo di visibilità comporterà il transito della carovana rosa per la città? L’occasione è unica ed impedibile per

promuovere la nostra città, in quanto, allorché la carovana attraverserà Molfetta, mancheranno all’incirca venti chilometri al traguardo, per cui sicuramente avremo la diretta su Rai Due e saremo in fascia collegamento eurovisione con le più importati reti televisive internazionali, trattandosi della fase finale della tappa. Ci promette che l’anno prossimo proverà a portare un arrivo di tappa proprio a Molfetta che non ne ha mai avuto uno? È il sogno che vorrei realizzare; dipendesse solo da me o dalla federazione non avrei difficoltà a coronarlo. La più importante manifestazione ciclistica italiana è organizzata dal gruppo RCS, con il quale io e Tommaso abbiamo ottimi rapporti. Tuttavia l’arrivo o la partenza di una tappa del Giro richiede un investimento economico notevole, per cui è centrale il ruolo dell’amministrazione di una città, che potrebbe coprire l’investimento anche consorziando in un comitato tappa degli imprenditori che credono nella iniziativa. Francesco Tempesta


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In Città

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La politica dei giorni nostri Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1927

Ne ha parlato il professor Aldo Cormio presso l’Università Popolare Molfettese.

Quasi la metà della popolazione molfettese non è andata a votare durante lee “razionale”, per il quale ultime elezioni regionali: è un segnale di distacco e delusione verso una politica che risolve solo in minima parte i bisogni dei cittadini, tanti dei quali vivono in uno stato d’incertezza. Da tempo si discute sulla questione morale riferita ai politici e sulla incapacità di realizzare riforme atte risanare bilanci e debito pubblico globalizzati. Perché succede questo? Il professor Aldo Cormio, ordinario di Storia Moderna presso l’Università degli Studi di Lecce, nella sede dell’Università Popolare Molfettese ha spiegato le cause e l’evoluzione di tale fenomeno, dalle poleis greche fino ai tempi nostri. Argomento della relazione “Il politico moderno: dall’auctoritas al potere, dalla virtù alla scienza”. “La storia delle democrazie moderne e le forme di potere esercitate dagli uomini nella politica – ha spiegato il prof. Cormio – trovano la loro fonte primaria nell’auctoritas (autorevolezza) espressa nella condotta morale esercitata per il bene popolare. Secondo Socrate e Aristotele con il termine auctoritas si intendeva il riconoscimento di un potere limitato e legato solo alla gestione del bene pubblico, concesso dai rappresentanti del popolo ai citta-

dini che si distinguevano per capacità e doti morali: uomini virtuosi al servizio dell’umanità. Una politica, quella greca, mirata esclusivamente alla realizzazione dell’uomo: si trattava di un periodo in cui i politici facevano a gara per conquistarsi l’onore governando. Gli antichi greci consideravano l’etica una virtù per educare il popolo al rispetto delle leggi e al controllo degli eccessi di potere. La stessa idea di auctoritas, adottata nell’antica Roma, fu attribuita dal Senato all’imperatore

Augusto, ritenuto cittadino esemplare per imprese militari e l’arte di governo. Tale concezione del potere si sviluppò fino ad attecchire nei principi della religione cristiana che, mediante le Sacre Scritture, guidò la politica per tutto il Medioevo”, ha proseguito il prof. Cormio, “l’Era Moderna e il Rinascimento diedero inizio a una nuova fase storica che vide l’affermarsi di nuove forme di pensiero filosofico. La scienza apriva nuove frontiere nella ricerca e l’auctoritas cedeva il passo alla ratio, ritenuta l’unico valore grazie al quale l’uomo afferrava il principio dell’essenziale, si riconosceva un essere capace di pensare e agire, soddisfaceva nuovi desideri rapportandosi con altri uomini. Le popolazioni occidentali si proiettavano in una logica di sviluppo e si istituivano laboratori di arte e di ricerca proiettati ad un solo fine: economia e benessere. È il periodo delle grandi scoperte: nasce l’homo oeconomicus – materialista ed egoista – che per tutto il ’600 cerca di accumulare ricchezze, cose su cose. È un essere insaziabile: una volta raggiunto il suo scopo non si ferma, ha bisogno di altri stimoli, altri obiettivi per soddisfare i propri bisogni. È un potente che vuol diventare sempre più potente e non esistono rimedi per frenare questa smania. Nella politica il pensiero va alla ricerca di nemici inesistenti, di ideologie superate – ha spiegato il relatore – si crea un nemico da abbattere per rendersi forte. L’etica religiosa conta poco. L’homo oeconomicus è visto come “razionale”, per il quale tutti i mezzi sono leciti. Nel “Principe” Machiavelli affermava: ‘per raggiungere il fine di conservare e potenziare lo Stato, qualsiasi azione giustifica il Principe nelle sue funzio-

ni anche se in contrasto con le leggi della morale. Si devono vedere le cose realizzate non gli strumenti usati. Il fine giustifica i mezzi; per conseguire la salvezza dello Stato per il bene comune’. Tale concezione è ripresa dal filosofo Thomas Hobbes, – ha proseguito il professore – secondo il quale ‘la natura umana è fondamentalmente egoistica, e a determinare le azioni dell’uomo sono soltanto l’istinto di sopravvivenza e quello di sopraffazione. E se gli uomini si legano tra loro in amicizie o società, regolando i loro rapporti con le leggi, ciò è dovuto soltanto al timore reciproco’. Tornando ai nostri giorni, si assiste ad una limitata partecipazione attiva dei cittadini alla politica. Pare che la gente sia influenzata dai gossip offerti da una televisione fatta di reality che cambiano lo stile di vita senza che nessuno se ne accorga. L’immaginario collettivo vede un cambiamento sociale senza futuro, privo di certezze”. Il professor Cormio ha concluso il suo intervento ponendo degli interrogativi, chiedendosi che ne sarà dell’Italia globalizzata e se, quando il boom economico della Cina e dell’India invaderà l’Europa, il nostro Paese riuscirà a reggere. La democrazia post-moderna ha appiattito le gerarchie familiari: si è tutti uguali, non esiste differenza tra anziano e giovane, genitore e figlio. Sono eventi molto complessi, ragion per cui la politica diventa scienza architettata, espressa in formule matematiche utilizzate come stratagemma per risolvere la crisi sociale, per risolvere teoremi di natura politica, teoremi che non trovano soluzioni”. Pantaleo de Trizio


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Culutra & Spettacoli

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Studenti, professionisti ed anche artisti Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1928

È tornato l’appuntamento dell’Ipssar di Molfetta con le giornate dell’Arte e Creatività studentesca. Con il patrocinio del Comune di Molfetta, l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione di Molfetta, presieduto dal dirigente scolastico professor Pellegrino de Pietro, in occasione della decima edizione della Giornata dell’Arte e della Creatività studentesca, apre i battenti a “La scuola è… ricerca e sapere”, un’occasione per studenti e professori per ribadire il loro concetto di “scuola” inteso come luogo nodale di ricerca e formazione, agenzia educativa preminente nei processi di crescita e spazio entro il quale il futuro si lascia intravedere nei suoi molteplici e possibili orizzonti. Il tema trattato dall’Ipssar di Molfetta nell’edizione 2010 di Arte e Creatività, si snoda in diversi eventi e attività: il concorso interscolastico “Alfonzo Mezzina”, momento di incontro per rispondere alle esigenze di crescita culturale dei giovani che continuano a mostrare la loro costante maturazione creativa e per dare a tutti i concorrenti maggiore visibilità delle loro doti umane e artistiche; ancora stand espositivi curati dai dipartimenti disciplinari, una ricca proposta formativa per confermare

l’importanza di essere scuole nel territorio; seminari formativi aperti al pubblico per evidenziare sempre il carattere di agenzia formativa della scuola al servizio del territorio; spettacoli teatrali dove la sensibilità degli studenti e dei docenti si fa arte; performance artistiche degli studenti per esprimere l’armonia del corpo e della mente; tornei sportivi individuali e a squadre, momenti di sana competizione e correttezza comportamenta-

le; il premio civiltà da assegnare alla classe che meglio ha saputo vivere il momento formativo con capacità relazionale e con merito scolastico; la premiazioni per gli studenti meritevoli, un momento in cui la scuola valorizza le eccellenze per il senso di responsabilità, sicure competenze culturali e professionali; la premiazione degli studenti diplomati con la lode in cui vengono riconosciuti i meriti di un percorso scolastico se-

rio e qualificato; e poi momento prezioso culturale che l’Ipssar di Molfetta ha voluto sostenere nel tempo e proporre come valore sensibile di crescita umana e culturale: l’Opera di Gala. L’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione di Molfetta, dunque, oltre ad essere un istituto dotato di laboratori tecnologicamente avanzati di cucina, di sala e bar, di ricevimento, di informatica, multimediali, di aule attrezzate e palestra e proporre attraverso corsi di studio triennali e quinquennali, il conseguimento di titoli di studio validi per l’immediato inserimento nel mondo del lavoro o l’accesso ad ogni facoltà universitaria, coinvolge di anno in anno gli studenti e i professori durante manifestazioni ed eventi di questo genere, in qualsiasi tipo di attività ricreativa con l’unica finalità di mostrare la formazione polivalente acquisita nella scuola, capacità professionale e la crescita formativa, ispirando nuovi curricula, con un possibile inserimento nel quadro occupazionale così variegato come quello attuale. Marilena Farinola

Luci e Suoni a Levante Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1929

Presentato il cartellone ufficiale dei concerti per la primavera e l’estate. Se fino a qualche settimana fa si parlava solo di voci e di poche certezze, oggi c’è l’ufficialità sul cartellone di eventi programmati per la primavera e l’estate dall’amministrazione comunale in collaborazione con la Fondazione “Vincenzo Maria Valente”. Saranno dieci gli eventi che animeranno la città e che senza ombra di dubbio riusciranno a calamitare l’attenzione non solo dei molfettesi ma anche di chi arriverà dalle città limitrofe e non solo. “Luci e Suoni a Levante”, così è denominata l’iniziativa che farà di Molfetta una delle capitali della musica italiana e internazionale. Di alcuni protagonisti si era già parlato, di altri si è avuta notizia nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte il sindaco Antonio Azzollini e il presidente della Fondazione Valente, Pietro Centrone. Si comincia lunedì 24 maggio alle 20.30 in Catterdrale con il concerto di Aldo Ciccolini, uno dei più grandi pianisti del mondo che si esibirà in uno spettacolo assolutamente unico

e imperdibile. A giugno, il 12 presso l’anfiteatro e con la possibilità di allestire un maxi schermo all’esterno, saranno le note di BB King a far vibrare le corde dei cuori dei presenti. Sempre a giugno, il 25, nella fabbrica di San Domenico spazio allo stage e poi al concerto di Steve Pots e Tiziana Ghiglioni. A luglio saranno tre gli appuntamenti: il 9 nell’anfiteatro, con

la collaborazione della Camerata Musicale Barese, torna l’appuntamento con “Anteprima di Notti di Stelle”. Sul palco salirà Ray Gelato e di certo ci sarà da divertirsi. Il 18, con location ancora da definire tra l’anfiteatro e la banchina San Domenico l’eccezionale concerto di uno dei più grandi tenori del mondo, Josè Carreras che sarà accompagnato dall’Orchestra

Sinfonica della Provincia di Bari. Il mese di luglio si chiude con il ritmo dei Gotan Porject che si esibiranno il 29 sulla banchina San Domenico. Ad agosto saranno due gli appuntamenti: il 5 sulla banchina San Domenico con Mario Biondi e l’8 nell’anfiteatro o in piazza Municipio con Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. Gran chiusura a settembre. Il primo giorno del mese nell’anfiteatro si esibirà la talentuosa Malika Ayane e quindi il 18 sempre nell’anfiteatro Fiorella Mannoia. I prezzi dei biglietti per gli spettacoli varieranno da un minimo di 15 euro ad un massimo di 60. Prezzi assolutamente competitivi rispetto al costo consueto dei biglietti per assistere a spettacoli di artisti di questo calibro. Da parte del Comune ci sarà solo una partecipazione per la copertura dei costi, il resto delle somme necessarie sarà recuperato direttamente dagli organizzatori tramite la vendita dei biglietti che avverrà presso il circuito Booking Show o nella Tabaccheria Farinato.


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Recensioni

giovedì 29 aprile 2010

Il SegnaLibro. Il Paese delle Spose Infelici. Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1930

“Torna spesso quell’immagine della sposa nel torrente. Nel paese delle spose infelici ogni diceria era il segnale di questa maledizione. Non è certo una coincidenza che da queste parti la maledizione in dialetto si chiami affascino. Sono avvolto in una coperta grezza, la tramontana batte sugli spiragli dell’uscio sigillato, sono in un posto dove nessuno va se non è costretto. Sto mettendo ordine nei quaderni di questa storia dove si mischiano ragioni e colpe, confidenze e incanti. Dovrei iniziare da Annalisa D’Efebo, dovrei iniziare a raccontare di come la conobbi. Dovrei narrare della sua seduzione, di quel fascino, che poco alla volta diventò affascino. Annalisa svettava sulle vite di Martina Franca, tutte apparentemente secondarie, ma tutte indispensabili a dare il ritmo al corso degli eventi come minuscoli tamburi militari.” Desiati, M., Il paese delle spose infelici, Mondadori, 2008, pp. 224. Nel paese delle spose infelici, capita spesso che giovani donne si uccidano il giorno delle nozze. Nel paese delle spose infelici, gli antichi riti della terra sono liquefatti dagli scarichi inquinanti del petrolchimico di Taranto, sinonimo beffardo di lavoro, guadagno, progetti, speranza. Il paese delle spose infelici si stende tra le gravine della valle d’Itria, dove il rosso della terra accende la calce bianca dei trulli e infiamma il velo argenteo degli ulivi. Contrade agresti, truccate da sapori e sudori di una terra di fascino che affascina, maledice, uccide, innamora. E dà ritmo ai ricordi di Veleno, il giovane Francesco che abbandona la crème borghese a cui appartiene per incontrare la vita attraverso gli occhi e l’amicizia di Zazà, sottoproletario incline al bene verso gli altri misto a violenza, e la sua banda di esclusi,

emarginati, giovani pugliesi degli anni Ottanta. La scalata al potere di Cito e il populismo trionfante nella provincia di Taranto costituiscono lo sfondo di un romanzo biografico di sconfitta, noia, amore e destini miseri che gli eccessi di desiderio di una menade mediterranea incrociano. Annalisa, “bionda e spigolosa officiante dell’affascino”, matta e puttana, amante consolatoria , è il magnete di una memoria infelice che sopravvive calda, viva, onirica, a tratti magica. Desiati, alla sua terza prova narrativa, è giovane scrittore capace di ricreare il fascino della terra antica, rituale, misteriosa e di intrecciare storie ricche di immagini poetiche, descrizioni sensoriali di gratitudine alla terra d’origine che però faticano a ritmare il racconto inciampando a volte in una retorica un po’ tediosa, un po’ artefatta.

Da leggere a piccole dosi, come un distillato di pozioni magiche. Classe ’77, nato a Locorotondo (BA), Mario Desiati è scrittore, poeta e giornalista. Dopo aver vissuto a Martina Franca si è trasferito a Roma, dove ha lavorato come caporedattore della rivista Nuovi Argomenti e come editor junior della Mondadori. Dal 2008 si occupa della direzione editoriale di Fandango Libri. Collabora con “Panorama” e “La Repubblica,. Tra le sue pubblicazioni il romanzo Vita precaria e amore eterno (2006) e la curatela dell’antologia A occhi aperti (2008). Il paese delle spose infelici ha ottenuto il premio Ferri-Lawrence nel 2008 e il premio Mondello per la narrativa italiana. A cura di Angela Teatino

MovieNote. Basilicata Coast to Coast Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1931

“La Basilicata esiste, è un po’ come il concetto di Dio, ci credi o non ci credi”. Nicola Palmieri (Rocco Papaleo).

Basilicata. Maratea. Quattro amici con velleità musicali sono selezionati al Festival del teatro-canzone di Scanzano Jonico. Seppur i quattro strimpellino assieme da tempo immemore, il gruppo al momento della selezione non ha ancora un nome, la scelta ricade sull’alquanto bizzarro “Le Pale Eoliche”. Il leader della band, Nicola Palmieri

(Rocco Papaleo), insegnante di matematica, si lascia folgorare dall’idea di raggiungere il Festival a piedi. Eccellente strategia di marketing, a suo dire, peccato che alla conferenza stampa organizzata prima della partenza non si presenti nessuno, eccetto un prete accompagnato da un’annoiata e stralunata giornalista, Tropea Limongi (Giovanna Mezzogiorno). Nicola insieme a Salvatore (Paolo Briguglia), sensibile e irrisolto chitarrista, Franco (Max Gazzé), contrabbassista muto per scelta da anni e Rocco (Alessandro Gassman), belloccio di provincia che milita nei giri romani di provini e ospitate televisive senza mai raggiungere il vero successo, intraprendono un picaresco viaggio coast to coast, una traversata a piedi dalla costa Tirrenica alla costa Ionica della Lucania. La giornalista Tropea Limongi si ritrova a filmare il viaggio dei quattro amici per una TV parrocchiale, diventando il quinto membro dello sgangherato gruppetto. Un ritorno alle origini per l’esordio alla regia di Rocco Papaleo, l’attore, sceneggiatore e musicista sceglie di raccontare una storia partendo dalla sua terra natia, espri-

mendo la volontà di rendere omaggio alla Basilicata sin dalla scelta del titolo. Una commedia musicale genuina e sincera. Immagini, musica e poesia s’intrecciano in un viaggio che porterà ciascun protagonista a dipanare sepolti grovigli interiori. Intelligente e indovinato spot pubblicitario per una Lucania troppo spesso sottovalutata e dimenticata. Borghi rurali e natura inviolata esprimono con vigore l’incanto di un Sud che racchiude sogni ed esistenze complesse. Il cast eccellente aggiunge valore ad una storia semplice, ma ricca di quella necessità espressiva che l’autore sembra rivelare con la scrittura e la messa in scena. Una divertente commedia all’italiana, con iniezioni alla Kaurismaki. La distanza dagli spasmodici ritmi contemporanei e l’incontaminato che i personaggi affrontano nel loro peregrinare immerge lo spettatore in uno stato quasi magico che sembra per un istante rendere possibile una realtà in cui ciò che conta è l’interiorità armoniosamente dialogante con se stessa e con quel pezzo di mondo che si è scelto essere il proprio mondo.

Basilicata Coast To Coast (2010) Un film di Rocco Papaleo Genere Commedia musicale Produzione Italia Distribuzione Eagle Pictures Durata 105 minuti circa Rocco Papaleo nasce a Lauria il 16 Agosto 1958, attore di cinema e teatro, autore, cabarettista, musicista e regista, lascia la Basilicata e si trasferisce a Roma per inseguire il sogno della recitazione. La sua carriera è costellata di film di successo diretti da Paolo Virzì, Leonardo Pieraccioni, Francesca Archibugi, Giovanni Veronesi, Michele Placido. Nel 1997 recita nel corto “Senza Parole” di Antonello di Leo, corto candidato all’Oscar. Sempre nel 1997 pubblica l’album “Che Non Si Sappia In Giro”, edito da Ricordi, dove è anche autore di musiche e testi. Indimenticabile la sua performance nei panni del caporale Rocco Melloni nella popolare serie “Classe di Ferro”, trasmessa da Italia Uno negli anni ’80. A cura di Alessandra Recchia


Spazio Giovani

giovedì 29 aprile 2010

Il motorino: uno status symbol Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1932

Il primo mezzo di spostamento a cui gli adolescenti, sia ragazzi sia ragazze guardano con irrefrenabile desiderio, è il motorino. Non c’è ragazzo che non sia stato ore a contemplare il motorino di un amico, che non abbia visto con un pizzico d’invidia chi lo ha avuto prima di lui e che non abbia cercato di convincere i genitori del bisogno imprescindibile di “possederne uno”. Il motorino fa sognare i giovani, viene visto come una tappa dell’indipendenza importante e pressoché indispensabile, una sorta di passaggio “iniziatico” che simboleggia il raggiungimento di un primo traguardo di crescita. Il motorino però è qualcosa di molto più “simbolico” per i giovani, qualcosa che sembra sancire a tutti gli effetti lo stato di “adolescente”. Il ciclomotore è molto più vicino di altri mezzi all’immaginario del guerriero di un tempo, sicuramente è un mezzo che dà energia, è “giovanile” nel senso più puro della parola; qualcosa che, a torto o a ragione, viene visto come il vero primo passo verso la libertà e verso la possibilità di stare in gruppo. Un unico grande problema: i genitori

non sono sicuri e, da buoni controllori quali sono, devono fare ai propri figli tutte le paranoie possibili ed inimmaginabili. D’altro canto gli “enormemente paranoici” hanno le loro buone ragioni, infatti da un recente sondaggio è emerso che un ragazzo su tre alla guida di un motorino è a rischio di incidente. Il motivo? “Sono molti i giovani che multiamo perché senza gli adeguati mezzi di protezione, quale il casco” ecco una delle più ricorrenti motivazioni esposte da un agente del comando di polizia municipale di Molfetta. Certamente non passano inosservati oltre alle coppie di ragazzi che viaggiano a bordo di un ciclomotore, cosa questa irregolare perché bisogna che si sia da soli almeno per i minorenni, addirittura i gruppi di tre o quattro ragazzi che riescono a rannicchiarsi, stringersi e incollarsi l’uno all’altro su un sellino dalle dimensioni alquanto ristrette. Tra le altre motivazioni degli incidenti c’è senz’altro, come dimostrato da un recente studio, una psicosi mentale che attacca e dilaga nei conduttori delle autovetture alla vista di qualche motorino che riesce abilmente a sorpassare, tagliare la strada e uscire fuori da quell’infernale traffico cittadino. Infine un importante fattore di rischio è costituito dalla irrefrenabile voglia insita negli adolescenti di voler conquistare il mondo, di sentirsi padroni della vita, questo porta a muovere più velocemente il polso destro, accelerando per una destinazione ignota a tutti.

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Mamma voglio il motorino Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1933

Iniziativa pensata dall’amministrazione comunale per progettare un futuro migliore. “Mi compri il motorino?”. Tutti hanno detto o sentito pronunciare almeno una volta questa frase. Oggi si chiama motorino quel mezzo con cui molti giovani si spostano, l’oggetto del loro desiderio adolescenziale, la soluzione alle noiose dipendenze per il “passaggio” di mamma e papà. Non tutti i genitori asseconderanno questa richiesta del loro figlio poiché i rischi che si corrono sono numerosi. Strana presa di posizione se si considera che ogni giorno il progresso aumenta anche per garantire maggiore sicurezza. La mamma ansiosa non si fida, la mamma ottimista dice che “il ragazzo deve diventare grande” quindi è giusto che faccia le proprie esperienze, la mamma rassegnata per i tanti guai del figlio non vede l’ora che metta piede fuori casa, la mamma più sognatrice, invece, rivede i vecchi tempi e, facendo un paragone azzardato con la vecchia generazione, non accetta. Questa è la mamma che ripensa all’ormai anda-

to “Paperino” degli anni ’50. Quella motocicletta che per essere messa in funzione aveva bisogno di una spinta manuale alla leva del motore oppure di un’accelerata corsetta. Ripensa alla Vespa simbolo di avanguardia a quei tempi, perfetta per il fidanzato che voleva portare a spasso la propria signorina che, elegantemente, sedeva con entrambe le gambe dallo stesso lato. Oggi invece la realtà è ben diversa. I motorini più moderni sono quelli più problematici poiché la loro potenza e velocità aumenta, ma la prudenza dei ragazzi no. Il progresso, quindi, ha fatto la propria parte, anche i caschi infatti sono diventati molto più sicuri di una volta, ma non vengono adeguatamente utilizzati. Gli incidenti rimangono perciò all’ordine del giorno. Ecco che la mamma, alla domanda del figlio, risponde prudente: “E’ mëgghië le mëcchn. Put aspttà!”. Maria Sancilio

Gianfranco Inglese

La prudenza non è un optional. L’estetica sì! Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1934

È ormai palese l’incoscienza e l’imprudenza dei giovani sui motorini, che ormai di davvero omologato hanno forse soltanto le due ruote. A Molfetta la maggior parte dei ragazzi sono vittime o artefici di un sistema sbagliato. Molti dei motorini in circolazione sono “truccati” con marmitte, cilindri e variatori che rendono il mezzo sicuramente più veloce ma soprattutto con un’estetica più piacevole. L’estetica è qualcosa che incentiva ciò che è sbagliato. Molti giovani infatti non indossano neanche il casco omologato per paura o timore di rovinarsi la capigliatura accuratamente modellata, ma portano sul capo la classica “scodella” che serve soltanto come convenzione ma che in compenso scompiglia meno i capelli e “dovrebbe” servi-

re a non avere problemi con le forze dell’ordine. E poi ci sono alcuni meccanici, pochi speriamo, che non si sottraggono dal modificare i ciclomotori per renderli più veloci. Ma il “motorino” è anche un premio da raggiungere: quello promesso da alcuni genitori che per motivare sotto il profilo didattico i propri figli, promettono come ricompensa l’acquisto di un motorino bello, veloce e dinamico come se il momento dello studio andasse ad essere complementare con gli attimi di adrenalina vissuti ad alta velocità. E se invece fosse meglio una bicicletta ecologica, economica e tranquilla? Quella si che sarebbe una bella ricompensa da meritarsi! Gaetano de Virgilio


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Sport

giovedì 29 aprile 2010

Hockey Club: salvezza raggiunta Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1935

Storica impresa per i pattinatori molfettesi. Real fuori dai play off. Liberty in finale contro il Trani. Ultime gare per la pallavolo maschile e femminile.

Grande festa in casa Hockey Club Molfetta per una salvezza storica, la prima nella vita del sodalizio sportivo nel massimo campionato di hockey su pista. Con due brillanti vittorie la formazione del presidente Massimo de Palma e di mister Nico Caricato ha consegnato alla città un premio importante e che entra di diritto a fare parte degli annali sportivi cittadini. La matematica salvezza è giunta nella gara esterna disputata a Sarzana lo scorso 13 aprile. I biancorossi, tutto cuore ed orgoglio, si sono imposti per 5 a 4 dando il via ai festeggiamenti subito dopo il suono della sirena finale. Festeggiamenti con-

tinuati il 20 aprile nell’ultima gara di campionato disputata sulle mattonelle del “vecchio” palasport don Sturzo. Dieci i gol rifilati all’ospite Breganze a fronte dei sei subiti in una gara in cui hanno trovato posto in pista anche gli elementi meno utilizzati nel corso della stagione. Una stagione che l’Hockey Club Molfetta chiude a quota 34 punti con Federico Ambrosio miglior realizzatore della squadra grazie alle 38 reti realizzate. All’indomani della salvezza la società si sta già muovendo per capire come affrontare la prossima stagione. Inutile dire che bisognerà programmare bene nel corso dell’estate e soprattutto trovare risorse per affrontare il prossimo anno un campionato con meno sofferenze e, magari, da protagonisti. Felicità c’è anche in casa del Real Molfetta nonostante il sogno promozione sia sfumato. Dopo aver superato il turno nel doppio confronto contro i cugini della Olimpiadi Bisceglie (5 a 5 all’andata, 5 a 1 nel ritorno del 13 aprile), i molfettesi del duo presidenziale Gigi Metta e Leonardo Mele hanno affrontato il triangolare confrontandosi con Acireale e Latina. Nella prima gara in terra siciliana il 17 aprile i molfettesi hanno perso per 3 a 2 dopo aver agguantato il pareggio e subendo la rete della sconfitta solo a pochi secondi dal

fischio finale. In parità invece (2 a 2) si è chiusa la gara del 24 aprile contro il Latina. In virtù di questi risultati il Real ha dovuto abbandonare la corsa alla promozione. Un abbandono giunto però con l’onore delle armi e con la cosapevolezza che partendo da queste basi il prossimo anno sarà possibile fare ancora di più. Certamente cercheranno di fare di più i calciatori della Liberty di patron Nicola Canonico che, senza realizzare nemmeno una rete (e senza subirne, ovviamente) accedono alla finale play off regionale. Il doppio confronto contro il Terlizzi ha segnato un doppio “0 a 0” e in virtù della migliore posizione di classifica al termine della stagione regolare, è stato il Liberty ad accedere alla finale. Finale che si disputerà in gare di andata e ritorno (2 e 9 maggio) contro il Trani che in semifinale ha superato il Copertino vincendo in Salento per 3 a 1 e perdendo all’ombra della cattedrale per 1 a 0. La prima gara si disputerà al “Poli”, il ritorno al comunale di Trani. La vincente dovrà poi conquistare la Serie D passando per gli spareggi nazionali. Si gioca ancora la stagione regolare per quanto riguarda invece i tornei di pallavolo. Nella serie B1 maschile la Pallavolo Molfetta dice definitivamente addio al sogno play off. La squadra

affidata all’ex Pino Lorizio dopo la burrascosa rescissione del contratto con Alessandro Lorenzoni, ha centrato due vittorie nelle ultime due uscite. Non male ma le altre evidentemente corrono di più e hanno più testa e grinta. Il 18 aprile la prima vittoria è arrivata per 3 a 0 nell’incontro casalingo contro il Potenza. Meno facile spuntarla sul Galatina che nonostante la posizione di classifica ha constretto i molfettesi al tie break. Nelle ultime due gare della stagione regolare i biancorossi incontreranno il Casoria nell’incontro interno del 1 maggio e faranno visita all’Heraclea Gela il 9. Per l’Azzurra, impegnata nel campionato di B2 di volley femminile, al termine della stagione non ci saranno certamente rimpianti. La formazione del presidente Vincenzo Giancaspro ha già stupito tutti conducendo una stagione da incorniciare. Questo anche senza la ciliegina sulla torta dei play off. Del resto le ultime due sconfitte contro San Pietro Vernotico (3 a 1) e Napoli (3 a 1 in casa) fanno capire la differenza di caratura tra la seconda e la terza in classifica e le molfettesi. Molfettesi che comunque potranno chiudere in bellezza la stagione affrontando fuori casa il Taranto il 1 maggio e ospitando la Leonessa Altamura l’8 maggio.

La Free Runners corre in tutto il mondo Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1936

È appena iniziata la stagione podistica 2010 per la ASD Free Runners Molfetta, e già si intravede un gran correre in lungo e largo in ogni parte del mondo. La gara di apertura è avvenuta il 7 febbraio a Gravina di Puglia con la partecipazione al “X° giro del Falco valevole come 3^ prova di cross per amatori master”, che ha portato sul podio la brillante Silvana Iania classificatasi prima nella sua categoria con ottimi piazzamenti degli altri runners, tra cui Leonardo Del Vescovo che ha conseguito il suo personale sulla distanza. Domenica 7 marzo la società podistica molfettese era presente con i suoi atleti su più gare di grande prestigio: in Spagna a correre la bellissima maratona di Barcellona c’erano De Pinto Raffaella, De Gennaro Francesco e Centrone Agostino Fulvio, mentre alla “Prima Federico II Marathon” ottimamente organizzata nella neoprovincia BAT con partenza dal Ca-

stel del Monte Andria, Barletta ed arrivo sulla piazza della cattedrale di Trani, percorrevano i 42 km Fasciano Domenico che stabiliva il miglior tempo stagionale della società in 3 ore e 22 minuti nella scia arrivava, Roselli Raffaele e poi De Gioia Giuseppe Antonio con buone prestazioni personali. Ed infine a Bari l’atleta Silvana Iania bissava il risultato dell’anno scorso classificandosi prima nella “X^ Barincorsa Rosa Avon Running”, gara divenuta oramai un classico appuntamento in apertura di stagione per le donne amanti del podismo in tutto il mondo, che ha visto a Dublino la massima partecipazione con oltre 35000 partecipanti. Domenica 14 marzo è stata la volta di Noci dov’è ufficialmente iniziato il “Corripuglia 2010” con la prima delle 22 prove che si svolgeranno in tutte le più importanti città della regione Puglia. La gara, che si è svolta su un percorso molto duro, per le continue

salite e discese, ha visto tra le donne l’atleta Silvana Iania giungere prima nella sua categoria ed a seguire tutti gli altri 19 atleti, piazzarsi tutti in buone posizioni, sia nel settore femminile che maschile. Domenica 21 marzo il sodalizio molfettese non poteva mancare a Roma nella classica Maratona d’Italia, la più numerosa. Buoni i piazzamenti dei 10 atleti partecipanti: Fasciano Domenico, Calò Andrea, Gadaleta Paolo, Gadaleta Key, Visaggi Nicolò, Caldarola Paolo, Milone Gaetano, Gadaleta Domenico, ed alla loro prima maratona Marzocca Luigi e De Ceglie Nicolò che hanno brillantemente concluso l’intero percorso giungendo visibilmente emozionati sul traguardo per la loro splendida prestazione. Tutti gli altri atleti nella stessa giornata sono stati impegnati sulla distanza di 10 chilometri, nella seconda prova del Corripuglia a Putignano. Nel programma annuale la Free Runners

Molfetta prevede la partecipazione con tutti i suoi atleti alle gare del Corripuglia e alle più importanti manifestazioni podistiche del circuito nazionale ed estero di Parigi, Londra e per concludere il prossimo novembre a New York dove parteciperà con un gruppo al momento formato da sei atleti. Quindi una società che non teme confini, dando la giusta visibilità sportiva alla città di Molfetta in ogni parte del mondo, affrontando autonomamente viaggi e spese, che qualche sponsor più attento a questa disciplina traendo i suoi benefici pubblicitari, potrebbe far ridurre. Inoltre da tempo è già attivata tutta l’organizzazione per la quinta Corrimolfetta, valida come settima prova del “Corripuglia 2010” il cui appuntamento quest’anno è previsto per domenica 30 maggio, sul collaudato percorso interamente cittadino di 10 chilometri che porterà a Molfetta oltre 1500 partecipanti.


Sport

giovedì 29 aprile 2010

Paso Doble: tra energia e carattere Il Fatto Danza.

Il Paso Doble, che letteralmente significa passo doppio, è la danza di “carattere” per antonomasia. A differenza dal creder comune, questa danza non è originariamente spagnola, bensì i tratti principali sono da ritrovarsi in una danza popolare francese. Quando poi dalla Francia inizia a diffondersi in tutta Europa, approda anche in Spagna, dove verrà modificata e migliorata, attingendo sia dal Fandango che dal Flamenco, e prenderà il nome di Paso Doble. Il ritmo del Paso assomiglia molto a quello della Passacaglia, una forma musicale tipica spagnola, che già nel XVII secolo veniva utilizzato durante le feste pubbliche e le grandi cerimonie politiche e militari. La cultura e il folklore spagnoli hanno aggiunto sia la maestosità stilistico-formale che la caratterizzazione attinente all’atmosfera delle arene piene di focosi spettatori. Inoltre, al motivo musicale, fin dai primi anni, si aggiunse la base ritmica delle nacchere che in Spagna, ancor oggi, sono la costante delle principali danze popolari. Lo stile che caratterizza questa danza è quello tipico della corrida, dove l’uomo interpreta il Torero, determinato ed elegante, mentre la donna si identifica con la Capa (drappo rosso utilizzato per provocare le carica del toro), segno di mobilità e velocità. Durante la danza i ballerini devono esprimere una storia di sfida, tra sottomissione e attacco. Importantissimo è l’atteggiamento e

PALLAVOLO Serie B1 Maschile E. Gela Turi Atripalda MOLFETTA Brolo Chieti Potenza Reggio Calabria Ortona Casoria H. Gela Galatina Blue College Catania Alberobello

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l’espressione corporea che soprattutto l’uomo deve assumere: la postura di questa danza è caratteristica, con la parte pelvica pronunciata in avanti e con il peso corporeo spostato più verso le dita dei piedi in posizione quasi di over balance (fuori bilanciamento). La posizione delle braccia, nell’uomo, riprende la posizione tipica del torero, quasi come maneggiasse costantemente la Capa, creando in modo fluido shape (inclinazioni) a destra e sinistra; per la donna invece la posizione tipica delle braccia viene ripresa dal Flamenco, sia per la rotazione dei polsi, che per il carattere nel mantenere la gonna ampia fra le mani. L’espressione del viso deve avere carattere aggressivo con uso di forti focus verso il partner e lo spazio intorno a dove si danza. Per quanto riguarda i passi, i movimenti basilari potrebbero essere di origine greco-siriana, anche se il Paso Doble moderno ha più similarità con il Flamenco; ad esempio lo zapateo (battito dei tacchi) tipico dello stile andaluso, viene oggi ripreso ed utilizzato anche per danzare il Paso Doble. A mio avviso l’elemento fondamentale per eseguire al meglio questa danza non è da ritrovarsi solo nell’esecuzione energica e precisa dei passi, ma soprattutto nell’espressione di sfida, nel carattere e nel folklore che hanno reso famosa questa danza in tutto il mondo. Alberto Tridente

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Serie B2 Femminile 59 54 54 49 47 42 38 38 29 29 27 25 16 3 rit.

Sarno San Pietro V. Napoli Battipaglia MOLFETTA Arzano L. Potenza A. Benevento A. Potenza V. Benevento V. Altamura Oria Taranto L. Altamura Acquaviva Salerno

70 67 66 61 60 58 45 40 36 33 32 30 27 26 21 -3

CSI: lo sport che ci piace! Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1938

L’associazione da sempre punto di riferimento per la città.

Da sempre ritenuto una realtà importante per la città di Molfetta, il Centro Sportivo Italiano (CSI) continua ad ottenere importanti successi grazie alle innumerevoli ed importanti manifestazioni ludico-sportive che organizza. Attualmente il CSI è considerato uno dei punti di riferimento in città da giovani e meno giovani che partecipano assiduamente alle varie iniziative programmate. Naturalmente la prerogativa fondamentale per il Centro Sportivo è da sempre l’educazione allo sport, visto come momento di unione, socializzazione e fraternizzazione fra i partecipanti alle varie competizioni. L’abitudine a praticare lo sport costituisce uno dei requisiti fondamentali per una vita sana ed equilibrata nel rispetto di se stessi e degli altri. Il CSI è protagonista proprio in questo senso e le sue iniziative costituiscono la vera espressione della sua incessante attività. Il calendario delle manifestazioni è zeppo di appuntamenti per il prossimo mese di maggio. Per il 2 maggio infatti è in programma, in collaborazione della “Gazzetta dello Sport”, la “Gazzetta Cup” che vedrà

impegnati per la prima fase del torneo nazionale di calcio a 7 i ragazzi della categoria Young (1997-1999) e della categoria Junior (2000-2001) presso il Seminario Regionale. Il 2 maggio il CSI sarà inoltre impegnato nella quarta tappa del Trofeo Polisportivo Regionale (calcio a 5, minivolley, minibasket, danza sportiva, salto in lungo, corsa pana e ciclismo di abilità) per la fascia d’età 1996-2001. Lo stesso giorno il Centro Sportivo, assieme all’associazione Logos e all’Associazione Italiana Arbitri sarà presente a Molfetta presso la scuola Zagami, la parrocchia San Filippo Neri, il Palazzetto don Sturzo e piazza Paradiso dove i ragazzi saranno protagonisti in vari sport. Il 9 maggio sarà in programma la “Festa del Nuoto” presso la piscina comunale di Molfetta. Il 29 e30 maggio, invece, presso il Seminario Regionale i ragazzi delle categorie Esordienti e Pulcini si sfideranno in un torneo di calcio a 5 organizzato da Molfetta City in collaborazione con CSI e Ser Molfetta. Attualmente il CSI, che sta offrendo un prezioso supporto per lo svolgimento delle Ecclesiadi, è impegnato nell’organizzazione del torneo Coppa Primavera di calcio a maschile e del torneo “Calcio in Rosa” di calcio a 5 femminile. Entrambi si svolgono presso l’impianto S. Margherita a Giovinazzo. Tutti i tornei e le manifestazioni organizzate dal CSI si avvalgono della preziosa collaborazione della classe arbitrale CSI che opera sia sui campi che come volontaria durante le varie iniziative. Si tratta di gente che merita un plauso per ciò che ha fatto e continua a fare nel campo del volontariato. Un assoluto esempio per la città di Molfetta e per il mondo sportivo intero. Francesco Tempesta


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il Fatto Tour

giovedì 29 aprile 2010

Fatto Tour chiama, Molfetta risponde!!! Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1939

Ed eccoci in dirittura d’arrivo con il progetto il Fatto Tour. Progetto locale con appuntamento quindicinale ideato e realizzato dal gruppo Buena Vida composto da Danilo Sancilio, Enrico Giovine e Davide Mezzina con la partecipazione attiva del Dj Mastromauro e la completa disponibilità della testata giornalistica “il Fatto”. Un’niziativa nata dall’entusiasmo e le capacità di gente che, lavorando da anni nel settore turistico-ricreativo, credendo nelle risorse e le potenzialità del proprio paese, si è messa in gio- e dimostrando che, con ampia veduta, co conservando successi su successi anche a Molfetta le cose possono migliorare da tutti i punti di vista. È facile lamentarsi senza provare a cambiare le cose, oppure trasferirsi nei paesi limitrofi dove il piatto è già pronto, difficile invece, soprattutto per i giovani di oggi, è porsi degli obiettivi e trovare il modo di raggiungerli. A partire dal mese di dicembre interviste, riprese, ottima musica, animazione, concorso fotografico “Mi piace” e promozioni hanno rappresentato il cocktail ideale da permettere, per due venerdì al mese, a tutti i partecipan-

ti anche provenienti da altri paesi, di gustarsi una serata all’insegna dell’intrattenimento e del sano divertimento serale ma soprattutto di trovarsi in un bellissimo clima di cui la gente stessa si è resa protagonista. Silver Cafè, Calì Cafè, La Darsena, Place Blanc cafè, Bettie Page, Off Street, questi sono i nomi dei locali molfettesi in cui fino ad ora il tour è stato realizzato mentre adesso non vi resta che partecipare il 30 aprile presso il nuovissimo Petito Cafè (situato all’interno del centro commerciale Famila) ed il 7 maggio presso il Blues

cafè per goderci nella suggestiva zona portuale la serata conclusiva del tour. Non vogliamo accennarvi niente ma al momento opportuno verrete informati a dovere visto che, anche quest’estate, la collaborazione tra la testata giornalistica “il Fatto” ed il gruppo Buena Vida continuerà per la realizzazione di altri progetti con l’intento di non lasciarvi mai insoddisfatti. Naturalmente: Buena Vida! Buena Vida a tutti! Buena Vida con il Fatto Tour! Enrico Giovine


Oltre la Realtà

giovedì 29 aprile 2010

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Il mistero di Rennes-Le-Château Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1940

Arroccata su una collina frequentata in tempi antichi da Celti, Romani, Visigoti, Saraceni e Franchi, Rennes-Le-Château, un piccolo paesino di poco meno di cinquanta abitanti, sorge nel cuore della Francia Meridionale. Nonostante la posizione sperduta e le sue dimensioni, il minuscolo borgo è conosciutissimo a livello planetario a causa dell’incredibile mistero che qui aleggia da più di un secolo. Tutto ebbe inizio nel 1892 quando cominciarono i lavori di ristrutturazione della chiesa del paese dedicata a Santa Maria Maddalena. Per finanziare l’opera il parroco, François Berengere Saunière, riuscì a stento a raccogliere i fondi necessari visto che egli era poverissimo e viveva di stenti. La prima cosa che fu ristrutturata fu l’altare. Quando la sua lastra di marmo venne sollevata Sanière si accorse che all’interno della colonna che la sorreggeva vi era qualcosa. Si trattava di manoscritti risalenti al XIII secolo. Secondo le varie fonti questi documenti, firmati da Bianca di Castiglia, contenevano alcune importanti informazioni. In una era riportato il passo del Vangelo dedicato alla visita di Gesù a Betania, città di Lazzaro, in cui Maria Maddalena lava Lui i piedi asciugandoli con i suoi stessi capelli. Nell’altra vi era un insieme di codici relativi ai Vangeli di Luca, Marco e Matteo. Nell’ultima invece era raffigurato l’albero genealogico del re Dagoberto II. Si trattava senz’altro di una scoperta importantissima ed eccezionale perché il prete da quel famoso giorno non ebbe più problemi economici. Ma quale messaggio così importante contenevano i rotoli all’interno della colonna dell’altare? Di sicuro si trattava di qualcosa di veramen-

te scomodo probabilmente per l’Umanità intera. Saunière subito dopo l’inaspettata scoperta mostrò i manoscritti al vescovo di Carcassone. Dopo questo incontro il prete ottenne un lauto finanziamento per recarsi a Parigi a far esaminare le pergamene da un esperto. Nella capitale francese, dove non si fece mancare nulla, rimase almeno tre settimane acquistando anche alcune riproduzioni di quadri famosi. Fra queste spiccava quella del pittore francese Poussin dal titolo “Pastori in Arcadia”. L’opera, risalente alla metà del XVII secolo, raffigurava un sarcofago avente un’iscrizione in latino: “Et in Arcadia ego”. Inoltre lo sfondo della tela in questione ritraeva l’inconfondibile paesaggio di Rennes-Le-Château. Effettivamente l’oggetto del quadro, ovvero il sarcofago, esisteva a poca distanza dalla chiesa di Saunière. Tornato a Rennes il prete fece immediatamente riprendere i lavori. Sotto il pavimento fu rinvenuta una lapide detta “Lastra dei Cavalieri” su cui era chiaro il riferimento ai Cavalieri Templari. Su un lato della lastra vi erano due cavalieri che salivano sullo stesso cavallo mentre sull’altro vi era un cavaliere che suonava il corno. Inspiegabilmente nessuno ad eccezione di Saunierè ebbe la possibilità di vedere cosa ci fosse sotto. Che cosa trovò sotto l’impiantito? Mistero. I lavori dopo quest’ultima scoperta cessarono improvvisamente. Il prete nel frattempo cominciò ad esplorare a tappeto assieme alla sua inseparabile perpetua la zona. Cosa cercava? Non passò molto tempo che Saunière ordinò nuovamente la ripresa dei lavori. Questi però ripresero senza badare a spese e il prete dette sfoggio di essere in possesso di un’enorme

quantità di denaro che sembrava infinita. Acquistò i terreni circostanti, finanziò nuove opere attorno alla chiesa, divenne proprietario di una villa che chiamò guarda caso “Villa Betania” e fece erigere una torre chiamata Torre di Magdala in onore di Santa Maria Maddalena. Terminati lavori di ristrutturazione, inoltre, il prete fece scrivere sull’ingresso della sua chiesa le parole “Terribilis este locus iste”: “questo è un luogo terribile”. Ma cosa c’era di tanto terribile in una chiesa così piccola? Sino alla sua morte, avvenuta nel 1917, Saunière diede sfoggio dei suoi beni e del denaro che inspiegabilmente fluiva nelle sue tasche. Ma da dove arrivava? E da chi? Se si osservano i particolari all’interno della vecchia chiesa risaltano agli occhi alcuni davvero inquietanti. Spicca innanzitutto un’immagine della Maddalena sotto l’altare. Ancora una volta Maria Maddalena molto ma molto importante per Saunière per la chiesa stessa. Si notano inoltre parecchie e fondamentali anomalie nelle stazioni della Via Crucis che sono differenti da quelle che si ritrovano generalmente

nelle chiese. Vi è un’acquasantiera sorretta dal demone alato Asmodeo. Il demone fu colui che aiutò Salomone a trasportare l’acqua per la costruzione del Tempio di Gerusalemme e di questo ne divenne il guardiano. Era quindi il guardiano del tesoro del Tempio. Ma a Rennes cosa doveva proteggere? All’interno della chiesetta fu trovato nella zona della sacrestia un vano fatto costruire da Saunière la cui funzionalità è ancora misteriosa ed alcuni studi effettuati con il GPR hanno stabilito come la zona sotto la chiesa sia piena di gallerie e probabilmente vi sia una cripta. Diversi studiosi concordano nel pensare che il parroco durante i lavori avesse ritrovato qualcosa di sconvolgente. Qualcosa così terribile da non poter essere divulgata. Per gli esperti qualcuno pagò il silenzio di Saunière. C’è da dire che la zona fu in passato frequentata dai Cavalieri Templari ed è evidente che la chiesa abbia avuto l’influsso dell’ordine che secondo alcuni vi avrebbe nascosto una scomoda prova proveniente direttamente dal tempio di Gerusalemme. Ma quale prova? Alcune rivoluzionarie teorie parlano di un segreto che avrebbe sconvolto la Chiesa e che avrebbe minato le basi del Cristianesimo. Secondo queste teorie Gesù ebbe dei discendenti direttamente da Maria Maddalena dando vita alla dinastia Merovingia per secoli erede al trono di Francia. Un’ipotesi inquietante che non può comunque essere provata come non può essere provato cosa accadde realmente un secolo fa a Rennes. Le varie teorie hanno portato ad uno scontro fra Chiesa e mondo laico, uno scontro infinito che anche in altri ambiti va avanti da millenni. Francesco Tempesta


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Lavoro in chiaro

giovedì 29 aprile 2010

La Regione Puglia finanzia nuove borse per la ricerca Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1941

L’Adisu, Agenzia per il Diritto allo Studio, ha destinato dei fondi per finanziare borse di ricerca destinati ai giovani pugliesi intenzionati a proseguire le proprie attività di ricerca all’interno di strutture accademiche e di ricerca straniere. Per sostenere tal intenti, dediti alla promozione dello sviluppo della ricerca scientifica, la Regione Puglia (Assessorato al Sud e Diritto allo Studio), ha assegnato la somma di 400mila euro da attribuire all’Adisu. L’Adisu potrà, grazie a questo finanziamento della Regione Puglia, erogare borse di studio per agevolare e contribuire alla formazione di studiosi pronti a portare avanti progetti di ricerca da sviluppare in modo originale. Per l’assegnazione delle borse di ricerca, destinate a favorire i giovani ricercatori pugliesi, è prevista la selezione di procedura pubblica per i pugliesi di età non superiore a 40 anni. Queste borse di ricerca daranno la possibilità ai ricercatori di continuare o terminare le attività di ricerca scientifica già avviate tramite la collaborazione con le strutture accademiche e di ricerca stranieri che si sono affermate in campo internazionale. La cifra finanziabile per ogni borsa sarà pari a massimo 10.000 euro e servirà a sostenere le spese relative all’attività di ricerca

all’estero e con una durata non superiore a 6 mesi continuativi. Oltre al limite d’età eccovi alcuni tra i principali requisiti da possedere per poter concorrere alla borsa di ricerca: residenza in Puglia da almeno 5 anni oppure avere la residenza in Puglia da almeno 25 anni, trasferita altrove da non più di 5 anni; bisogna essere dottori di ricerca ovvero dottorandi di ricerca o titolari di assegno di ricerca presso Università e istituti AFAM. Sono, in ogni caso, esclusi i dipendenti di aziende pubbliche e/o private. Gli interessati dovranno avanzare domanda di partecipazione redatta su carta libera seguendo il fac-simile allegato al bando (Allegato A). I termini di presentazione delle domande sono fissati per il 31 luglio 2010. Tale data potrebbe subire delle variazioni nel caso di esaurimento fondi prima della data di scadenza. Potrete visionare il bando completo e reperire la relativa domanda di partecipazione su www.adisupuglia.it, e sul sito della Regione Puglia www. regione.puglia.it. “La libertà d’espressione è necessaria… i cittadini silenziosi sono dei perfetti sudditi di un governo autoritario.” Robert Dahl

Asl Bari: concorso per 30 fisioterapisti Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1942

Nuovo concorso pubblico presso l’Asl di Bari. Il concorso, per titoli ed esami, prevede la copertura di trenta posti di collaboratore professionale sanitario-fisioterapista, cat. D. Il 60% dei posti è destinato alla stabilizzazione del personale precario in servizio presso l’Asl Bari con contratto di collaborazione coordinata e continuativa. Gli interessati dovranno indirizzare le domande al direttore generale Asl Bari - c/o Istituto Vittorio Emanuele II – Piazza Vittorio Emanuele II, 14 – 70054 Giovinazzo. Le domande dovranno essere redatte su carta semplice e corredate dei documenti richiesti.

Potrete reperire il bando integrale e il fac-simile di domanda da redigere, con le relative modalità e requisiti da possedere per la partecipazione al concorso, sul Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 28 dell’11 febbraio 2010. Per ulteriori informazioni rivolgersi all’Ufficio Concorsi – Area gestione risorse umane Piazza Vittorio Emanuele II, 14 – 70054 Giovinazzo – tel. 080/3357111 (centralino) nei giorni di martedì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15.30 alle ore 17.30; giovedì dalle ore 10 alle ore 12. Il termine per la presentazione delle domande è il 17 maggio 2010.

Il fatto.net ha selezionato per voi dai motori di ricerca alcuni annunci di lavoro. Alcuni annunci saranno ripetuti ma vale sempre la pena consultarli tutti. Negli annunci diretti troverete gli annunci fatti direttamente alla nostra redazione. Il servizio di annunci è totalmente gratuito e la radazione non si assume alcuna responsabilità circa la bontà delle inserzioni. Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultate il sito www.ilfatto.net nell’area OFFRO LAVORO.

EDITORE ACTIVA - IL FATTO CERCA GRAFICO PUBBLICITARIO La Casa Editrice ACTIVA S.R.L, produttrice de “il Fatto” cerca grafico freelance da affiancare alla struttura interna e ai progetti in corso. Si richiede fantasia creativa, capacità d’uso degli strumenti di editing grafici moderni, e voglia di entrare in un gruppo dinamico come quello giornalistico indipendente. Si richiede curriculum vitae con foto contenete esperienze creative e possibilmente demo. PER INFO: giulio.cosentino@gmail.com EDITORE ACTIVA - IL FATTO CERCA CONSULENTE COMMERCIALE La Casa Editrice ACTIVA S.R.L, produttrice de “il Fatto” cerca consluentei commerciali da introdurre nel proprio organico. Cerchiamo gente dinamica e libera di mente con la voglia di affermarsi nel mondo del lavoro. Offriamo formazione e stabilià

contrattuale da raggiungere dopo un percorso serio di crescita. PER INFO INVIARE C.V. CON PROPRIA PRESENTAZIONE COMPLETO DI FOTO A editore@ilfatto.net.

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TECNA SAS La TECNA SAS, azienda meccanica, per ampliamento organi-

co cerca operai specializzati e/o da formare previo regolare periodo di apprendistato. Per info inviare CV all’indirizzo S.P. Terlizzi/Mariotto 7, 70038 Terlizzi, o a mezzo fax al numero 080-351229. Per info chiamare lo 080-3542837 o recarsi presso la sede all’indirizzo sopra indicato. PLAYA DEL SOL Ricerca personale qualificato con esperienza per la nuoca stagione: pizzaiolo, cuoco, aiuto cuoco, cameriere e factotum. Per info: telefonare al 348/9354757 IL CIBO DEGLI DEI Il ristorante “Il Cibo degli Dei” - Molfetta seleziona personale di cucina e sala per la stagione estiva. Per info contattare al numero 392 99 68 233 o inviare il curriculum vitae all’indirizzo: info@ilcibodeglidei.com

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IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni, puntuale come sempre il giovedì. Antica Salumeria del Centro - Via De Luca, 7 Bar Arcobaleno - Banchina San Domenico Bar Astoria - Corso Umberto I, 16 Bar Belvedere - lungomare Marcantonio Colonna Bar Caffetteria Paninoteca Grease - Via Molfettesi d’Argentina, 75 Bar Camera Cafè - Via XX Settembre, 43 Bar Cavour - Corso Fornari, 47 Bar Cin Cin - Corso Dante Alighieri, 30 Bar Degli Artisti - Via Gesmundo, 4 Bar Del Ponte - Via Ruvo, 18 Bar Europa - Via F. Cavallotti, 33/35 Bar Fantasy - Via Pio La Torre, 33 Bar Fausta - Corso Umberto I, 150 Bar Football - Via Ugo La Malfa, 11 Bar Giotto - Corso Margherita di Savoia, 91 Bar Haiti - Via San Domenico, 42 Bar Ideal - Via Terlizzi Bar Kennedy - Via Edoardo Germano, 49 Bar La Caffetteria - Via A. Salvucci, 46 Bar La Favola Mia - Via Baccarini, 35 Bar La Fenice - Corso Umberto I Bar London - Via Terlizzi, 6 Bar Mary - Corso Umberto I, 122 Bar Mezzina - Via Luigi Einaudi, 6 Bar Miramare - Via San Domenico, 9 Bar Mirror - Via Capitano Manfredi Azzarita, 124 Bar Mixer Cafè - 6^ strada ovest Lama Martina Bar Mongelli - Via Baccarini, 35 Bar Peter Pan - Via Vincenza Alma Monda, 48 Bar Rio - Via Bari, 92 Bar S. Marco - Corso Umberto I Bar Settebello - Via A. Salvucci, 28 Bar Seven - Via Edoardo Germano, 33 Bar Seventy - Via Tenente Michele Silvestri Bar Sottocoperta - Piazza Giuseppe Garibaldi Bar Stazione - Piazza Aldo Moro Bar Sweet - Piazza Giuseppe Garibaldi, 32 Bar Toto - Corso Fornari, 73 Bar Universo - Corso Umberto I Betty Paige - Largo Municipio, 6

Biglietteria regionale FS - Piazza Aldo Moro Blues Cafè - Corso Dante Alighieri, 49 Buffetti - Piazza G. Garibaldi, 60 Caffe Al Duomo - Banchina Seminario, 10/12 Caffè Colorado - Via Guglielmo Marconi Caffè Metropolis - Via Cap. G. De Gennaro, 16 Caffè Silver - Via Framantle 19/i Caffetteria Gonzaga - Via Piazza, 23/25/30 Caffetteria Manhattan - Viale dei Crociati Caffetteria Roma 2 - Banchina San Domenico Caffetteria Venere - Via Martiri di Via Fani, 6 Calì Caffè - Via Giacomo Puccini, 7 Casa di riposo “Don Grittani” - Via Don Minzoni Coffee Room - Viale Pio XI, 9 Comune Di Molfetta - Piazza Vittorio Emanuele, 9 De Pinto - Via Edoardo Germano, 39 Edicola - Viale Pio XI Edicola - Via Tenente Michele Silvestri Edicola - Via Palmiro Togliatti Edicola - Piazza Giuseppe Garibaldi Edicola - Corso Dante Alighieri Edicolandia - Via Principe Amedeo, 45 Edicola delle Rose - Via Gen. C. A. Dalla Chiesa Edicola Gigotti - Via Bari, 74 Edicola Grosso - Via Don Pietro Pappagallo Edicola L’Altra Edicola - Via Terlizzi Edicola Sciancalepore - Via Madonna dei Martiri Edicola Sciancalepore - Piazza Cappuccini Euro Caffè - Via San Francesco d’Assisi Farmacia Grillo - Via S. Angelo, 37 Flory’s Caffè - Via Poli Generale Eugenio, 3 Giotto Cafè - Corso Margherita di Savoia, 91 Green Bar - Via Baccarini, 111 Gruppo FAMM Immobiliare - Via De Luca, 15 Guardia di Finanza - Madonna dei Martiri Istituto Professionale Alberghiero Di Stato Corso Fornari Istituto Professionale Di Stato Per Le Attivita Marinare - Via Giovinazzo Istituto Professionale per i Servizi Turistici “A. Bello” - Viale XXV Aprile

Istituto Tecnico Industriale Di Stato “G. Ferraris” Via Palmiro Togliatti Le Chic J’Adore - Via Tenente Michele Silvestri, 69 Le Mimose - Viale Pio XI Liceo Ginnasio Di Stato “L. Da Vinci” - Corso Umberto I Liceo Scientifico Di Stato - Via Palmiro Togliatti Liceo Sociopsicopedagogico “V. Fornari” - Via Generale Luigi Amato Marilù Cafè - Via Tommaso Fiore, 38/40 Mattia’s Cafè - Corso Dante Alighieri Mondocasa - Piazza Effrem, 12 Music Cafè - Via Ten. Silvestri, 11 Note & Book - Via Tommaso Fiore, 24 Off Street - Piazza Giuseppe Garibaldi, 15 Panificio Annese - Via Cappellini, 28 Panificio Biancaneve - Via Molfettesi del Venezuela, 41 Panificio Biancaneve - Via De Luca, 59 Panificio Cangelli - Via Cap. T. De Candia, 49 Panificio Centrale - Via Respa, 40 Panificio D’Oro - Via Madonna dei Martiri, 51 Panificio de Gennaro - Via Cap. T. De Candia, 155 Panificio Don Bosco - Corso Fornari, 67 Panificio Don Bosco - Via Raffaele Cormio, 36 Panificio Europa - Via Rattazzi, 41 Panificio Il Cugino - Via Massimo D’Azeglio, 91 Panificio Il Cugino - Via Alessandro Manzoni, 91 Panificio Il Forno - Via Fremantle, 42 Panificio Immacolata - Via Cappellini, 28 Panificio Jolly - Viale Pio XI, 9 Panificio La Sfornata - Via Enrico Fermi, 19 Panificio Mulino Bianco - Via C. Giaquinto, 46 Panificio Non Solo Pane - Via Paniscotti, 44 Panificio Non Solo Pane - Via Gen. Poli, 13 Panificio Petruzzella - Via Bovio, 18 Panificio Posta - Via Ricasoli, 29 Panificio Rinascente - Via Nino Bixo, 25 Panificio Sant’Achille - Via Martiri di Via Fani, 15 Panificio Trionfo - Via Ten. Fiorino, 71 Parrocchia Della Cattedrale - Corso Dante Alighieri

Parrocchia Di San Corrado - Largo Chiesa Vecchia Parrocchia Immacolata - Piazza Immacolata, 62 Parrocchia Madonna Della Pace - Viale Xxv Aprile Parrocchia Madonna della Rosa - Via Gen. C. A. Dalla Chiesa Parrocchia S. Achille - Via A. Salvucci Parrocchia S. Bernardino - Via Tattoli Parrocchia S. Gennaro - Via Sergio Pansini Parrocchia S. Giuseppe - Via Aurelio Saffi, 1/d Parrocchia Sacro Cuore Di Gesù - Via Sella Quintino Parrocchia San Domenico - Via San Domenico, 1 Parrocchia San Pio X - Viale Antonio Gramsci, 1 Parrocchia Santa Famiglia - Via Papa Innocenzo VIII Parrocchia Santa Teresa - Piazza V. Emanuele, 3 Petito Cafe - S.S. 16 Molfetta-Giovinazzo Place Blanc Cafè - Piazza Margherita di Savoia, 4 Qbo Interior Design - Via Federico Campanella, 24 Stazione di rifornimento AGIP - Via Terlizzi Stazione di rifornimento AGIP - Via Giovinazzo Stazione di rifornimento API - Zona Industriale Stazione di rifornimento Madogas - Strada Provinciale Molfetta-Terlizzi, Km. 2.050 Stazione di rifornimento Q8 - Via dei Lavoratori – Zona ASI Swing Pub - Viale Pio XI, 21 Tabaccheria - Viale Pio XI, 55 Tabaccheria - Corso Dante Alighieri Tabaccheria - Via Madonna dei Martiri, 2 Tabaccheria - Via Baccarini, 67 Tabaccheria - Via Rossini, 12 Tabaccheria - Piazza G. Garibaldi Tabaccheria Edicola - Via Raffaele Cormio Tabaccheria Pansini - Via Roma 32 Tabaccheria Spaccavento - Via Bari, 68 Tabaccheria Veneziano - Via L. Azzarita, 65 Tabaccheria Veneziano - Via Madonna dei Martiri, 67 Totoricevitoria “Del Cuore” - Via Baccarini, 77


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Consigli per una sana alimentazione FACILE

DIFFICILE

SOLUZIONI

Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni. Fonte:(it.wikipedia.org)

La prova costume

Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 1943

Maggio ormai è alle porte e si iniziano già a scegliere i costumi che tra un po’ sfoggeremo sulle spiagge: gioia per molti e dramma per alcuni. La tanto temuta prova costume è arrivata anche quest’anno e con lei le più svariate proibizioni a tavola: la dieta del pompelmo, del petto di pollo, l’abolizione totale di alcuni alimenti, pillole e creme magiche di ogni genere. Come comportarsi? Innanzitutto è necessario ribadire che prendersi cura del proprio corpo è qualcosa che dobbiamo fare per tutto l’anno perché i risultati migliori e duraturi si hanno solo con il tempo: in quindici giorni si possono perdere al massimo uno o due chili di grasso, il resto sarà solo acqua e massa magra che invece dobbiamo tenerci stretti. Ma siamo all’inizio di maggio e forse non è troppo tardi per correre ai ripari in maniera corretta. Primo: evitate di punirvi con restrizioni caloriche esagerate o con l’abolizione totale di alimenti necessari a garantirvi il corretto funzionamento di tutto l’organi-

smo. Ricordatevi che i carboidrati devono essere presenti tutti i giorni: riducetene o dimezzatene le quantità ma non eliminate pane e pasta da pranzo e cena. Però se mangiate il pane non mangiate la pasta e viceversa! Secondo: abbondate in frutta e verdura. La verdura non pesatela neanche: sceglietela come condimento, contorno, spuntino; saziatevi di sedano, carote, finocchi, pomodori, cetrioli, insalate miste, a foglia verde, cruda e cotta ridurrà il senso della fame, aiuterà nell’idratazione perché è ricca di acqua, aiuterà l’intestino a funzionare meglio grazie alle fibre. Terzo: attenzione ai condimenti. Usate sempre il cucchiaino per verificare quanto olio state versando. Quarto: bevete almeno due litri di acqua al giorno. Quinto: se scegliete una fonte proteica non associatene altre (o pesce o carne o derivati del latte o uova). Infine i dolci: solo una volta a settimana. Dopo il pasto rinfrescatevi la bocca con un frutto. Dimenticavo: niente zucchero sulle fragole! dott.ssa Annalisa Mira Biologa Nutrizionista Studio di Nutrizione e Alimentazione Tel. 080.335.45.29- 338.27.87.929


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Zuppa fredda di anguria con tartar di frutta e gelato allo yogurt Ingredienti per 6 persone: • • • •

350 gr di purea di anguria 450 gr di frutta mista di stagione 6 palline di gelato allo yogurt foglioline di menta

Procedimento

Frullare l’anguria e privarla dai semi. Unire qualche foglia di menta e lasciarla in fusione per due ore in frigorifero. Mondare e tagliare la frutta a cubettini. In sei piatti fondi versare la salsa a specchio adagiare sopra la frutta e sistemare una pallina di gelato allo yogurt. Chef: Carlo Papagni

I CONS IGL I DELLO ZODIAC O ARIETE Curare nel dettagio ogni vostra azione non è una cosa che vi viene così semplice da fare, soprattutto dovete perdere del tempo prezioso che al contrario potreste dedicare ad altro. Siete sempre in ritardo e super attivi, per cui un giorno in più o in meno non cambierà nulla.

LEONE Il vostro chiodo fisso potrebbe essere quello di voler acquistare per forza un oggetto, un vestito o qualcos’altro, poiché riterrete che questo qualcosa vi sia indispensabile. Ovviamente sarà solo una scusa per riempire un vuoto e dovreste proprio scavare dentro di voi per capire di cosa si tratta.

SAGITTARIO Avvertirete il vostro lavoro e le vostre responsabilità come qualcosa di un tantino oppressivo e questo non è da voi che siete sempre così ligi e perfetti sul luogo di lavoro. Evidentemente avete sopportato anche abbastanza quindi adesso volete rivalervi.

www.i lf at t o.n et IL FATTO Quindicinale gratuito di informazione

EDITORE Activa S.r.l. con unico socio

PRESIDENTE Giulio Cosentino e-mail: editore@ilfatto.net

TORO Sarete portati a prendere meglio in considerazione alcune questioni che riguardano la vostra vita professionale, perché soltanto in questo modo potrete decidere come agire nei prossimi giorni. Avete bisogno di molto più tempo ma dovete capire che non sempre si può avere ciò che si desidera.

VERGINE Il vostro umore avrà un punto interrogativo, poiché ci sono questioni che non vi sono chiare, ma che non volete risolvere al momento e quindi preferirete tacere ed altalenare sorrisi a momenti di tristezza, piuttosto che parlare e risolvere.

CAPRICORNO Sarete pensierosi e abbastanza riflessivi sulle vostre azioni e questo non potrà non essere un bene, soprattutto se vi andrà di riflettere su un rapporto di amore o di amicizia che vi sta a cuore e che ultimamente ha subito qualche scossone.

DIRETTORE RESPONSABILE Corrado Germinario

Collaboratori Angela Teatino, Pantaleo de Trizio, Isabel Romano, Lella Salvemini, Marilena Farinola, Francesco Tempesta, Annalisa Mira, Giordano Germinario, Beatrice De Gennaro, Gianfranco Inglese.

Registrato presso il Tribunale di Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07

GEMELLI Sarà meglio sedersi e prendere un bel respiro, prima di farsi trascinare dall’istinto e dal dire cose di cui ci si potrebbe pentire. Non è da voi perdere le staffe poiché siete abbastanza abili nel calcolare e nel fare in modo che le cose accadano quanto volete che accadano.

BILANCIA Vi sentirete un pochino spossati rispetto a qualche giorno fa in cui, al contrario, eravate molto più sprint e molto più allegri. Qualche evento nei giorni passati ha fatto in modo che ci fosse un cambiamento, ma neinte paura, tornerete a splendere più di prima.

ACQUARIO Vi sentite molto vicini a qualcuno in questo periodo, ma non volete ammetterlo. È possibile che qualcuno ve lo faccia notare in modo esplicito e che qualcun altro vi prenda anche in giro.

REDAZIONE Via degli Antichi Pastifici, Zona Artigianale A/8 · Molfetta redazione@ilfatto.net

PROGETTO GRAFICO Vincenzo de Pinto

IMPAGINAZIONE Marcello Brattoli

STAMPA

CANCRO Una telefonata potrebbe cambiare le vostre prospettive e soprattutto potrebbe cambiare quello che fino a questo momento avevate ritenuto non essere possibile. Sia in campo affettivo che professionale, troverete delle conferme.

SCORPIONE Non lasciate che questi giorni trascorrano in modo poco creativo e costruttivo per voi, per i vostri affari e per le persone che vi amano. Ci sono questioni che potete risolvere anche ad occhi chiusi, quindi dedicare più tempo alle vostre idee o a chi amate.

PESCI Se volete trascorrere il vostro tempo in compagnia di qualcuno, non esitate a farlo, soprattutto se questa persona per voi è davvero speciale. Cercate di migliorare il vostro rapporto se vi manca qualcosa. Vedrete che nei prossimi giorni ci saranno interessanti sviluppi.

MASTER PRINTING S.R.L. VIA DELLE MARGHERITE 20/22 MODUGNO BA

CONCES. DELLA PUBBLICITA’ Ufficio Commerciale · tel. 080.3382096



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