w w w .i l f a tto.n et Molfetta
Quindicinale gratuito di informazione.
Corsivo
Antonio de Gioia: giornalista da 50 anni. Per passione.
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giovedì 10 giugno 2010
n° 62
Attualità
In Città
Sport
Torna lo spettro della crisi nel settore della pesca. E l’Europa rema contro.
Un buon giorno per tutti: così i bambini imparano a mangiare.
Arrivano i Mondiali. All’interno il tabellone della manifestazione.
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Inchiesta
Pazzi per il gelato! Amato non ci sta!
Stop all’abusivismo
L’ex assessore alla Polizia Municipale condannato a 3 anni di reclusione convoca una conferenza stampa e da la sua versione dei fatti. Non risparmia accuse e solleva dubbi sull’operato della magistratura. Soprattutto sottolinea: “Non ho mai guadagnato dalla politica”.
Oltre 100 carabinieri impegnati. Decine di mezzi e una intera giornata di lavoro per smantellare le 30 postazioni per la vendita di frutta e verdura sorte negli ultimi anni nelle vie della città. L’operazione è stata disposta dalla Procura di Trani che ha configurato il reato di occupazione del suolo pubblico.
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Corsivo
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Auguri Direttore! Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2022
Antonio de Gioia da 50 anni al servizio dell’informazione locale.
Ci sono “persone” che con impegno, dedizione e passione per il proprio lavoro o per la propria missione diventano per la comunità dei “personaggi”. Coloro che rappresentano per gli altri un punto di riferimento, un esempio da seguire. Individui che meritano di essere non solo ammirati ma anche e soprattutto imitati. Si tratta di perso-
Antonio de Gioia. Maestro per vocazione prima che per professione. Appassionato opinionista delle vicende locali e tra coloro che, venticinque anni fa, diedero vita a una istituzione culturale ancora oggi esistente, forte e credibile: il periodico “l’altra Molfetta”. Antonio de Gioia di quel periodico è stato fondatore e primo direttore responsabile, un compito delicato che con i suoi modi da galantuomo, il suo fare discreto e la sua puntualità ha portato avanti per ben vent’anni fregiandosi di un record storico e difficilmente raggiungibile nel mondo dell’informazione locale e non solo. Venti anni vissuti a stret-
re la sua esperienza da “direttore responsabile”, rimanendo comunque per tutti “il direttore”. Decise di passare il testimone nelle mani del sottoscritto: un atto di coraggio condiviso allora da tutta la redazione de “l’altra Molfetta”. Lo fece con l’umiltà che solo le persone grandi sanno dimostrare. Facendo un passo indietro e mischiandosi “alla truppa”, pronto a sposare le decisioni di un nuovo e giovane direttore. Ma altrettanto pronto a dare consigli, a spiegare, a parlare ad aiutare. Antonio de Gioia è stato tra i formatori di una generazione di giovani cronisti, di ragazzi che hanno sposato l’arte del giornali-
to contatto con altri “personaggi”: Nicola Morgese e Pietro Pistone su tutti. Ma anche rincorrendo, e spesso superando, i grandi nomi della politica locale. Antonio de Gioia ha saputo raccontare la sua città con uno stile personale e inconfondibile. Ed ha avuto l’umiltà di farsi da parte, senza sparire, per dare spazio alle giovani generazioni. Pur rimanendo anima de “l’altra Molfetta” anni fa decise di conclude-
smo per passione e, in alcuni casi, anche per professione. Una risorsa per questa città. A lui, in occasione dell’importante traguardo dei 50 anni di attività, non possiamo che dire grazie e auguri per sempre nuovi successi. I successi che solo un grande “personaggio” merita di avere. Auguri Antonio de Gioia. Auguri Direttore!
ne rare che fanno la fortuna di chi ha avuto il piacere di incontrarle, seguirle, apprendere da loro. “Personaggi” che diventano “illustri” figli della terra in cui sono nati. A Molfetta tra questi non possiamo che annoverare “il Direttore”. Colui che proprio in questo mese ha festeggiato i suoi primi cinquant’anni di attività giornalistica:
Corrado Germinario
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Primo Piano
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Amato: innocente e perseguitato Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2023
L’ex assessore e consigliere comunale passa al controattacco. “Da nessuna parte nel corso del processo è mai stato detto, vericato e dimostrato che Pino Amato ha mai intascato soldi sfruttando la sua posizione politica. Questo perché non è mai accaduta una cosa del genere”. È questo il primo commento che il consigliere comunale dell’UdC, raggiunto nelle scorse settimane da una condanna a tre anni di reclusione disposta dal Tribunale di Trani, ha rilasciato ai numerosi giornalisti presenti alla conferenza stampa (la registrazione integrale è disponibile sul sito internet www.ilfatto.net n.d.r.) convocata per “fare chiarezza sulla intera vicenda giudiziaria”. Pino Amato è apparso molto provato e dopo aver cominciato a parlare ha dovuto interrompersi per qualche momento: l’emozione, le lacrime, forse anche la rabbia avevano preso il sopravvento. Poi però il più “amato” dai molfettesi ha indossato l’abituale abito del leone ed è stato un fiume in piena. “Tutti hanno dato risalto alla condanna: nessuno
però ha ricordato che sono stato assolto da 14 capi d’imputazione su 29 e parliamo dei capi di imputazione più gravi, quelli per i reati di concussione e corruzione. Sono convinto che la condanna sia stata
una forzatura e lo dimostreremo nel corso del processo di Appello a cui ci stiamo già preparando”. Amato ha poi ammesso una sua unica colpa “quella di aver voluto aiutare i più deboli, ciò che ho sempre
fatto nel corso della mia vita privata e pubblica”. E poi la ricostruzione di una vicenda che Amato continua a ritenere poco chiara. “Ho subito minacce nella mia veste di presidente del Consiglio e nessuno mi ha mai detto chi aveva interesse a farmi male. Poi sono diventato assessore e anche per questo ho ricevuto pressioni. Fino a quando da parte lesa mi sono ritrovato indagato venendo sottoposto ad intercettazioni ambientali e telefoniche e, forse, finendo sotto le attenzioni di persone che informavano il magistrato di ogni mio movimento”. Amato non ha paura a ricordare che il pubblico ministero che lo ha indagato è il cugino del suo predecessore alla guida dell’assessorato alla Polizia Municipale e Annona, il dottor Antonio Ancona, tra l’altro chiamato a testimoniare nel processo, e si chiede se sia questa una cosa normale. E poi si chiede ancora “perché si sia preferito indagare sui pochi mesi in cui continua a pag. 5
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segue da pag. 4 io ho retto l’assessorato ignorando gli anni delle gestioni precedenti”. Domande che Amato ha assicurato rivolgerà anche al Procuratore Capo della Repubblica di Trani, “confidando ancora nella giustizia e nella magistratura nonostante quanto ho subito”. Poi i ringraziamenti alla famiglia, agli amici, a chi gli è stato accanto e lo sarà ancora, ai suoi 1.028 elettori: “Continuerò a lottare per tutti loro, perché sono una persona pulita” ha detto Amato che ha anche precisato: “non mi dimetterò dalla carica di consigliere comunale, accetterò la sospensione ma appena dimostrata la mia estraneità ai fatti, ricomincerò la mia battaglia per il bene dei cittadini”. L’unica forza politica che si è interessata della vincenda è stata Rifondazione Comunista che ha diffuso una nota stampa. “La recente condanna in primo grado di Pino Amato a tre anni di reclusione per voto di scambio, falso ideologico e abuso d’ufficio ci induce ad alcune riflessioni. Ovviamente vale per l’imputato la presunzione di innocenza, fino al compimento dei tre gradi di giudizio, ma alcune considerazioni non possono essere sottaciute. La condanna evidenzia,
insieme alle dichiarazioni dello stesso Pino Amato e al di là di ogni dubbio, l’esistenza nella nostra città di una forte patologia nella raccolta e nel mantenimento del consenso. La politica non ha il compito precipuo di commentare tecnicamente
Primo Piano
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le sentenze ma di giudicare se sono rilevanti le dichiarazioni e le pratiche che il sistema politico e d’interessi locale produce. Ebbene fin dagli anni ‘90 un blocco di potere, indifferente al colore politico e fondato su meccanismi di tipo cliente-
lare, condiziona pesantemente le sorti della nostra città, impedendo alle istituzioni rappresentative il pieno espletamento delle proprie funzioni, influenzando pesantemente anche l’esercizio delle attività economiche. Auspichiamo che la vigilanza degli organi preposti ma soprattutto dell’opinione pubblica e degli elettori non si soffermi su quest’unico caso ma si appunti su ogni manifestazione che corrompe il libero confronto democratico nella nostra comunità. Non vorremmo che passato questo processo e messo all’indice qualcuno, dipinto come l’unica “mela marcia”, si credesse che nessun’altro qui a Molfetta si avvantaggia di pratiche clientelari. Ciò dimostra in maniera inequivocabile che l’alternativa a questa destra che malgoverna la città debba essere costruita non attraverso la semplice sommatoria di pacchetti di voti, ma sulla base di un progetto politico e sopratutto considerando la questione morale come dirimente nella costruzione di programmi, alleanze e coalizioni. Tocca alle forze progressiste lavorare intensamente perché si fuoriesca quanto prima da questo tunnel in cui Molfetta è piombata, senza silenzi di comodo e senza timidezza alcuna”.
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Politica
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Approvato il Bilancio di Previsione 2010 Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2024
Soddisfazione è stata espressa dall’assessore Giulio la Grasta. “È in assoluto uno dei migliori bilanci mai approvati dal Consiglio Comunale di Molfetta”. L’assessore al Bilancio, Giulio La Grasta, sintetizza così la propria soddisfazione per l’approvazione in Consiglio Comunale del Bilancio di previsione 2010. “La manovra finanziaria messa a punto dall’amministrazione comunale Azzollini è ispirata per il terzo anno consecutivo al rispetto del patto di stabilità interno imposto dalla Legge Finanziaria senza per questo intervenire sulla pressione fiscale: restano invariate tasse, imposte e tariffe dei servizi pubblici quali trasporti, mense scolastiche, rifiuti, affissioni, igiene urbana e allo stesso tempo migliora lo standard di qualità dei servizi offerti ai cittadini. L’azzeramento degli sprechi e delle spese non produttive sono le altre facce di questa manovra”. “Negli ultimi anni – commenta l’assessore al Bilancio – ci siamo concentrati sul duro lavoro di risanamento dei conti mettendo mano ad alcune gravissime emergenze eredi-
tate” spiega La Grasta “oggi posso dire con soddisfazione che il Bilancio 2010 rappresenta il definitivo passo che Molfetta compie sulla strada del rilancio. La stabilizzazione di 45 lavoratori precari; il ritorno all’assunzione degli agenti di polizia munici-
pale; 3 milioni di euro per il rifacimento delle strade; 3 milioni di euro per la manutenzione straordinaria di tutte le scuole cittadine; il potenziamento della raccolta differenziata; la previsione di 400 nuovi cassettoni al cimitero; 6 milioni di euro stanziati
per la nuova pista di atletica; il nuovo Piano sociale di Zona che tutelerà le famiglie più deboli, gli anziani e i diversamente abili; l’adozione definitiva dei nuovi comparti edilizi alle spalle della stazione e nei pressi dell’ex Lido Park Club; il piano di risanamento del quartiere Madonna dei Martiri per il quale aspettiamo ancora il finanziamento regionale; la riqualificazione in corso di Piazza Minuto Pesce e del centro storico; la ristrutturazione di Corso Umberto e del quadrilatero commerciale; oltre cento aziende che chiedono di insediarsi nella nuova zona artigianale; il rilancio del Carnevale, i grandi concerti, le manifestazioni di spettacolo dedicate al cioccolato e alla pizza: sono tutti fotogrammi di un lavoro straordinario che trova terreno fertile prima di tutto nel risanamento dei conti. Molfetta è nel novero dei comuni più virtuosi d’Italia – conclude La Grasta – il che è una garanzia enorme in un contesto internazionale di grande difficoltà finanziaria”.
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Rischio idrogeologico: si “asciuga” il problema? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2025
Un tavolo tecnico dovrà ridisegnare la mappatura della zona.
In città il rischio idrogeologico pende realmente come una spada di Damocle sopra le nostre teste? È la domanda che negli ultimi mesi si sono fatti in molti fra comuni cittadini, tecnici comunali, politici e ingegneri. Il PAI (Piano Assetto Idrogeologico), disegnato dall’Autorità di Bacino (AdB) non aveva lasciato dubbi circa il grave pericolo che la città avrebbe potuto correre in caso di forti piogge. Lo stesso PAI aveva inoltre bloccato l’inizio dei lavori finalizzati alla realizzazione della nuova zona PIP (Piano Insediamenti Produttivi) che avrebbe dovuto ospitare un centinaio di nuove aziende oltre che le due ambiziose “torri gemelle”, future sedi di un centro servizi. Il Comune di Molfetta immediatamente insorgeva contro la decisione dell’AdB e si rivolgeva al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma per richiederne l’annullamento o il ridimensionamento. In città nel frattempo si venivano a creare fazioni in accordo o meno con l’AdB. In completo accordo con l’ente si schieravano Legambiente, associazione presieduta da Antonello Mastantuoni, e il comitato dei proprietari dei terreni espropriati, necessari alla realizzazione della nuova zona PIP, rappresentati dal dottor Guglielmo Facchini. Fra talk show organizzati dal Comune di Molfetta per mettere al corrente i cittadini dell’ingiustizia che la città stava subendo e proteste varie siamo arrivati ad oggi. Adesso la situazione sembra essere giunta ad un nodo cruciale, abbastanza prossimo alla soluzione. Il 26 maggio scorso, infatti, il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche di Roma ha accolto la richiesta di riapertura dell’istruttoria da parte del Comune di Molfetta prendendo quindi atto dello studio effettuato dal professor Giustolisi sul territorio della città. Lo studio ha infatti evidenziato
un errore dell’AdB nella valutazione iniziale che ha portato ad un aumento dell’80% del rischio idrogeologico in città. Pertanto ha ordinato che questo studio venga inviato in tempi celeri alle parte costituitesi quali Legambiente, Autorità di Bacino e Provincia di Bari. Nei successivi venti giorni le parti saranno quindi tenute ad esaminare i suddetti documenti e successivamente a convocare un tavolo tecnico a cui dovrà partecipare anche il Comune di Molfetta. Nel caso il tavolo tecnico non dovesse portare a nessuna conclusione concreta il Tribunale Superiore delle Acque procederà autonomamente e tutte le parti si dovranno adeguare alla sua sentenza che verrà emessa il 13 ottobre 2010. Il Comune di Molfetta ha accettato di buon grado la decisione dell’ente senza comunque cantar vittoria. Il vice sindaco Pietro Uva ha specificato che non intende strumentalizzare la questione per inutili proclami e si dice fiducioso per quanto riguarda il raggiungimento di un accordo con l’AdB attraverso il tavolo tecnico. Non si è fatta attendere la risposta del portavoce dei proprietari dei terreni soggetti ad esproprio il dottor Facchini. Facchini ha tuonato contro le dichiarazioni del Comune facendo notare che la decisione del Tribunale Superiore delle Acque non è affatto positiva per Palazzo di Città che non può quindi permettersi di fare proclami. Secondo Facchini lo studio del professor Giustolisi non corrisponderebbe alla realtà visto che da questo risulterebbe come nessuna area di Molfetta sia a reale rischio. “Ma allora se non esiste nessun pericolo perché costruire il canale di contenimento?” continua Facchini sottolineando come in questo caso il Comune cada in netta contraddizione. Francesco Tempesta
Politica
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Politica
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Il Pd ancora guidato da Abbattista Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2026
Riconfermato alla guida della sezione locale del partito. Giovanni Abbattista è stato confermato segretario del circolo di Molfetta del Partito Democratico nel corso del congresso cittadino che si è svolto nei giorni 5 e 6 giugno scorsi. La sua è stata una elezione per acclamazione dal momento che tutto il partito, unitariamente, ha voluto convergere sulla candidatura del consigliere comunale e coordinatore uscente. “ È stato questo – ha dichiarato Abbattista – un importante segnale di forza e compattezza del partito che avrà un significato politico ancora maggiore nel lavoro quotidiano che tutti (militanti, dirigenti, rappresentanti istituzionali) sapranno esprimere per raggiungere gli importanti obiettivi che abbiamo davanti”. E l’attenzione del segretario e di tutto il Pd è già puntata alle prossime consultazioni amministrative del 2013: “Le elezioni comunali sono ancora distanti. Esiste, quindi, un lasso di tempo sufficientemente ampio perché il partito faccia le sue scelte senza essere condizionato dalle emergenze. Noi intendiamo svolgere fino in fondo e con senso di responsabilità il ruolo che spetta alla forza politica più grande della coalizione di centrosinistra, e cioè quello di contribuire alla costruzione di un’offerta politica che sia convincente per i cittadini, competitiva sul piano elettorale e alternativa all’attuale governo di centrodestra”. Il giudizio di Abbattista sull’amministrazione Azzollini è durissimo: “La gestione fallimentare dei lavori del nuovo Porto commerciale, la conduzione irresponsabile della vicenda della Capitaneria, l’osceno lassismo nell’affrontare il fenomeno dell’ambulantato commerciale su area pubblica, le scelte effettuate in materia di sviluppo senza preoccuparsi di considerare la sostenibilità degli interventi (si pensi alla questione lame e PIP), l’assenza di ogni attività di programmazione e di sistema nei diversi settori, i danni per svariati milioni di euro prodotti a dispetto di un tanto declamato quanto inesistente rigore nella gestione delle finanze pubbliche, sono solo alcuni esempi che dimostrano l’incapacità di
questa amministrazione di affrontare e risolvere i problemi della città. Per questo è quanto mai necessario profondere ogni energia per costruire una alternativa”. E per far questo Abbattista indica una strada ben precisa: “Il Pd deve diventare un partito di opposizione e di proposta. L’opposizione dovrà essere fatta dai consiglieri comunali con la stessa incisività di questi anni all’interno delle istituzioni, ma non potrà limitarsi a questo. È necessario rilanciare l’attività del partito all’interno della città con iniziative politiche e culturali che consentano al Pd di consolidare il rapporto con i cittadini e in particolare con quelle fasce di elettorato che tradizionalmente sono più distanti da noi. Su tutti i temi che impegneranno il partito nell’azione di opposizione al governo – ha spiegato Abbattista – bisognerà elaborare la propria idea alternativa. Su questo terreno il Pd dovrà mettersi alla prova nei prossimi mesi, spendendo tutte le pregiate competenze di cui dispone nei più disparati ambiti. Partendo da un’analisi dei bisogni e dei problemi della città, dovrà esprimere con chiarezza la propria visione, elaborare le proprie idee, indicare le soluzioni. Si tratterà in sostanza di dare un senso compiuto all’opposizione, passando
dalla critica alla proposta. Al termine di questo percorso da compiere sino alla prossima scadenza elettorale il Partito dovrà elaborare la sua idea di città da proporre all’elettorato unitamente alle altre forze di centro sinistra. Un’idea di città che abbia come pilastri lo sviluppo, le politiche sociali, il corretto utilizzo del territorio, le politiche culturali. Su tutto questo abbiamo molto da dire, e lo faremo con determinazione nei prossimi mesi”. La consapevolezza è quella di poter tornare presto al governo della città: “I dati elettorali delle ultime competizioni – ha argomentato, numeri alla mano, il segretario del Pd – dimostrano che il centrosinistra è maggioranza in questa città e Azzollini nel 2006 e nel 2008 è riuscito a vincere solo grazie alle nostre divisioni. È giunto il momento di mettere da parte personalismi e incomprensioni del passato. Il Partito Democratico si assume la responsabilità di accompagnare il percorso politico che porterà al 2013 alla costruzione di una coalizione alternativa al centrodestra, forte di un progetto di città condiviso e costruito in questi anni. Un progetto che – ha spiegato Abbattista nella sua relazione – dovrà essere attrattivo anche per quelle forze politiche e per quei cittadini che non sono tradizional-
mente organici al centrosinistra ma che, constata la conclamata incapacità del centrodestra ad amministrare, non intendono più assecondare l’assolutismo dispotico del sindaco Azzollini”. “Il lavoro sul nostro progetto di città – ha proseguito Abbattista – dovrà, quindi, essere assolutamente prioritario rispetto a quello della definizione della latitudine della coalizione. È un impegno assai ambizioso che il Partito democratico deve assumersi, sapendo che solo grazie a questo importante e faticoso lavoro non saranno commessi gli errori del passato e non si procederà all’allestimento di cartelli elettorali, ma si arriverà alla costruzione di un’autentica e credibile alternativa al centro destra”. Per far questo il Partito Democratico di Molfetta, nel corso del suo congresso, ha anche eletto il nuovo coordinamento, composto in larga misura da giovani e donne “anche al fine – ha spiegato Abbattista – di consentire quel necessario ricambio generazionale all’interno del Partito e un allargamento della stessa base”. “A dieci anni dalla chiusura dall’ultima esperienza di governo del centro sinistra a Molfetta – ha concluso il segretario eletto Giovanni Abbattista – il Partito Democratico intende contribuire fattivamente alla creazione delle condizioni indispensabili perché il centro sinistra torni a governare a Molfetta. È questo, da oggi, il nostro impegno”. Ecco di seguito i nomi dei componenti il Coordinamento Cittadino del Partito Democratico: Pietro Capurso, Teresa Zaza, Fabio Ciocia, Grazia Abbascià, Raffaele Tatulli, Olimpia Del Rosso, Michele Natalicchio, Maria Paola Marzocca, Cataldo Spadavecchia, Rosalba Gadaleta, Ignazio De Gennaro, Angela Mancini, Michele De Palma, Erika Pansini, Tommaso Amato, Lucrezia Farinola, Michele Farinola, Mariella De Bari, Saverio Zelano, Daniela Rana, Mauro De Bari, Girolamo Altamura, Oronzo Amato, Michele Sasso, Pierangelo Iurilli, Giovanni Pani, Ottavio Balducci, Michele Gadaleta, Lino Renna, Pasquale De Palma.
Attualità
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Pesca: è crisi profonda Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2027
In stato di agitazione la marineria molfettese. A rischio decine di posti di lavoro. Prima la crisi per il “caro gasolio” ora le normative europee che di fatto annientano il settore della pesca. E così da oltre una settimana circa 50 motopesca del compartimento di Molfetta sono fermi in banchina per protestare contro quella che i pescatori definiscono la loro “condanna a morte”. Le nuove direttive comunitarie, da poco entrate in vigore, impongono l’utilizzo di reti da pesca con “maglie” più larghe: si è infatti passati dai vecchi 20 millimetri agli attuali 50. Il risultato è che i pescatori hanno già registrato una diminuzione del pescato di circa il 70%. La direttiva è nata per salvaguardare le risorse ittiche dei nostri mari ma evidentemente non ha tenuto conto della grave ricaduta sul settore della pesca. “Nelle nostre reti – dicono i pescatori di Molfetta – oramai non rimane più nulla: ci sono solo pesci di grandi dimensioni e quando andiamo a vendere siamo costretti ad alzare i prezzi causando il malcontento del consumatore e la diminuzione delle vendite”. Il problema è anche che spariscono dai banchi di vendita tanti pesci che fanno parte della tradizione: dal pesce per la zuppa a quello per la frittura, passando per cicale e polpi e calamari. “Un vero disastro per tutti noi: a questo punto ci conviene più rimanere a casa che andare in mare”. Qualcuno ha pensato di continuare ad utilizzare le vecchie reti, ma i rischi sono elevatissimi: “La Guardia Costiera – proseguono i pescatori – fa il suo lavoro e se in un controllo dovesse trovarci ad utilizzare le vecchie reti per noi scatterebbero sanzioni pesantissime”. I pescatori chiedono che si modifichino le disposizioni. Una richiesta sposata anche dalle istituzioni e dai partiti politici. Il Partito Democratico di Molfetta si è schierato apertamente dalla parte dei pescatori della marineria locale. “Qui – ha dichiarato Giovanni Abbattista, consigliere comunale e coordinatore del Pd – è in gioco la sopravvivenza stessa di un comparto economico vitale per la nostra città e che ha fatto la storia di
Molfetta. Non possiamo lasciare soli i pescatori e tutti i lavoratori dell’indotto che, oggi, vedono seriamente in pericolo le loro occupazioni dal momento che l’entrata in vigore della normativa comunitaria penalizza pesantemente proprio le marinerie del basso Adriatico. L’entrata in vigore di questo regolamento non è altro che il colpo di grazia per un comparto che è già in ginocchio. La flotta peschereccia di Molfetta si è già più che dimezzata negli ultimi anni. Ora potrebbe addirittura estinguersi. È questo – ha proseguito Abbattista – il momento in cui le istituzioni, a tutti i livelli, devono fare fronte unico per difendere gli interessi della comunità. Ma non possiamo non evidenziare come il regolamento ‘incriminato’ dell’Unione Europea sia stato approvato nel 2006 e quindi il Governo centrale aveva tutto il tempo per programmare degli interventi che consentissero al settore di affrontare in condizioni migliori questo delicato passaggio. Invece il Governo di centro destra è arrivato del tutto impreparato a questo appuntamento e oggi cerca precipitosamente di trovare una soluzionetampone che appare sempre più difficile. L’amministrazione comunale di Molfetta ha già votato una deliberato con la quale si chiede al Governo nazionale “che si faccia promotore nei confronti dell’Unione Europea della richiesta di immediata sospensione del regolamento europeo CE n. 1967/2006 per un periodo di almeno dodici mesi, necessario a riaprire in sede comunitaria un negoziato che tenga conto organicamente dei problemi della pesca mediterranea e in particolare di quella adriatica. Le marinerie dell’Adriatico – si legge nella delibera – a seguito della sperimentazione avviata con le nuove reti da pesca e dei risultati negativi ottenuti, sono entrate in agitazione minacciando astensioni dell’attività di pesca, il che creerebbe ulteriori disagi a un’economia già provata dalla crisi internazionale con conseguente aumento della disoccupazione oltre che disagi alle abitudini e tradizioni
alimentari locali”. Secondo il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola “se, come appare, la via della deroga diviene difficilmente percorribile, le uniche risposte che si possono dare come misure di accompagnamento a questo nuovo scenario non possono che essere quelle di un fermo biologico, insieme a risorse e strumenti capaci di ammortizzare il disagio dei lavoratori. Penso che siano, queste, soluzioni attuabili, che ripercorrono precedenti azioni intraprese dal governo nazionale per andare incontro alle difficoltà degli allevatori settentrionali rispetto alle quote latte. In quella occasione, come certamente ricorderà, il governo fece ricorso ai Fondi Fas per arginare il disagio economico e sociale che quel provvedimento comunitario aveva provocato. Allo stesso modo, allora, anche oggi si potrebbe attingere nuovamente alle risorse Fas per interpretare queste misure che ci aiuterebbero ad attutire gli effetti traumatici della normativa europea sui nostri pescatori”. Per Antonio Camporeale, consigliere regionale del Pdl, “la giunta regionale deve sostenere la protesta delle marinerie locali e chiedere subito la sospensione immediata del regolamento del Consiglio Europeo 1967/2006 relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo. La protesta dei pescatori – sottolinea Camporeale – è motivata dai risultati estremamente negativi ottenuti durante la sperimentazione dei nuovi metodi di pesca. Pertanto, l’obiettivo della salvaguardia ambientale e delle specie marine, seppur condivisibile, non può essere realizzato sulle macerie di un’intera categoria economica”. Camporeale ha proposto, inoltre, di istituire una delegazione tecnica a livello regionale, che comprenda anche i lavoratori del settore pesca, con il compito di esaminare nel dettaglio i contraccolpi operativi che le marinerie pugliesi stanno subendo con l’entrata in vigore delle nuove regole. Camporeale ha anche rivolto sull’argo-
mento un’interrogazione al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’Agricoltura. Nell’interrogazione Camporeale ha chiesto di “conoscere se la Regione Puglia non ritenga di far proprie le indicazioni del mondo della pesca pugliese e dell’intero Adriatico al fine di elaborare una proposta unitaria all’organo comunitario”. Camporeale, inoltre, ha chiesto alla giunta regionale se intende “richiedere, senza indugi, al Governo nazionale che si faccia promotore nei confronti dell’Unione Europea della richiesta di immediata sospensione del regolamento del Consiglio Europeo 1967/2006 per un periodo di almeno 12 mesi, necessario a riaprire in sede comunitaria un negoziato che tenga conto organicamente dei problemi della pesca mediterranea ed in particolare di quella adriatica”. Nel frattempo gli armatori dei motopesca molfettesi si sono presentati presso la locale Capitaneria di Porto ed hanno consegnato nelle mani del personale militare le loro licenze di pesca. Un atto di protesta forte per dire “no” al regolamento comunitario che di fatto annienta l’intero settore. Il sindaco Antonio Azzollini che ha ribadito la necessità “di procedere in tempi brevi alla sospensione della efficacia del regolamento e alla istituzione di un tavolo di lavoro cui prendano parte non solo politici e dirigenti ma anche i lavoratori del mare per far si che le norme a tutela delle risorse ittiche non creino disagi all’attività lavorativa di centinaia di persone che hanno diritto di lavorare per vivere”. “Questi lavoratori – ha dichiarato Giuseppe Gesmundo della Federpesca Puglia– chiedono solo che venga rispettata la loro dignità e venga loro garantito il diritto al lavoro. A chi ci dice di esserci mossi in ritardo ricordiamo che, seppure il regolamento è stato approvato nel 2006, fino a questo momento tutti ci siamo battuti per tentare di modificarlo e che oltrettutto lo stesso era stato varato nonostante le opposizioni di tutte le organizzazioni di rappresentanza del settore”.
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Cronaca
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Le zone blu che “scottano” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2028
Il Giudice di Pace ha annullato una multa. E potrebbe essere solo il primo di una lunga serie di casi. Il “rischio” è che tutti gli accertamenti emessi dagli Ausiliari della Sosta in servizio a Molfetta possano essere dichiarati nulli e che l’amministrazione comunale si trovi a dover rimborsare gli automobilisti che decidano di ricorrere al giudice. Tutto questo a seguito di una sentenza emessa lo scorso 24 maggio dal Giudice di Pace di Molfetta, Giuseppe Picca, dopo che un automobilista molfettese, rappresentato dall’avvocato Alessandro Sinisi (nella foto), aveva presentato opposizione al verbale di accertamento emesso in seguito alla sosta non regolamentata accertata dagli ausiliari. L’avvocato Sinisi, per conto del suo cliente, aveva sostenuto che la violazione contestata doveva ritenersi infondata poiché non vi era alcuna violazione, il verbale risultava essere irregolare, era da considerarsi nulla la notifica. Ed ancora poiché vi era irregolarità nella realizzazione della “zona blu” poichè non vi era stato il cambio di destinazione d’uso della strada stessa e infine poiché è da con-
siderarsi illegittima l’oblazione prevista dalla delibera comunale che regolamenta le zone di sosta a pagamento. Secondo il Giudice di Pace, che ha disposto l’annullamento del verbale e
l’accoglimento della opposizione, la multa introdotta dalla giunta comunale di Molfetta risulta essere “in violazione del principio della gerarchia delle fonti”. La Corte di Cassazione
del reso in una sentenza del 2007 aveva sottolineato che “il principio della gerarchia delle fonti vieta ai comuni la possibilità di derogare alle previsioni del Codice della Strada introducendo una sorta di oblazione (quella pari ad 1,20 euro nel caso di Molfetta, ndr) in alcun modo prevista o autorizzata dal legislatore”. E oltretutto il Codice della Strada non prevede alcuna deroga ai comuni per l’introduzione di una tale oblazione. Tutto questo per dichiarare la illegittimità del verbale di contestazione emesso. Una bella gatta da pelare ora per l’amministrazione comunale che dovrà al più presto apportare delle modifiche alla gestione delle aree di sosta a pagamento. La più importante tra queste quella di annullare l’oblazione da 1,20 euro ed introdurre la contestazione prevista dal codice della strada pari circa a 30 euro. Un “salasso” per i trasgressori ma anche, evidentemente, un deterrente per quanti continuano a parcheggiare “gratis” nelle zone destinate alla sosta a pagamento.
Camping La Batteria: per una estate speciale La struttura immersa in un’ampia pineta sulla costa di Bisceglie.
Immerso nel verde di una pineta marittima che ombreggia tutta la struttura fornendo un fresco e gradevole riparo dal caldo estivo, il Camping la Batteria di Bisceglie si affaccia su uno splendido scorcio delle limpide acque del mare Adriatico (Bandiera Blu 2006). Dall’alto di una imponente scogliera di 10 metri d’altezza, il Camping La Batteria,
rappresenta una delle mete suggestive e caratteristiche della costa pugliese. Si tratta di una struttura a tre stelle che dispone di un’ampia pineta dove passeggiare e trascorrere ore tranquille per rilassarsi e recuperare dallo stress della vita quotidiana. Il Camping La Batteria dispone inoltre di un accesso diretto alla spiaggia per chi non vuol per-
parcheggio di caravan o per l’istallazione di tende da campeggio. Insomma tutto quanto necessario per trascorrere un’estate all’insegna del divertimento senza rinunciare alle comodità e con un occhio al portafogli. Quindi cosa aspettate: prenotate le vostre vacanze presso il Camping La Batteria di Bisceglie. La vostra estate sarà un’estate fantastica!
SPAZIO AUTOGESTITO A PAGAMENTO
dere la possibilità di godere delle meravigliose acque dell’Adriatico. Non manca l’opportunità di usufruire della piscina privata e del mini club con parcogiochi gestito da personale qualificato e pronto a rispondere alle esigenze dei più piccoli. Il Camping La Batteria offre anche la possibilità di affittare comodi e rifiniti bungalow oltre che zone per il
Cronaca
giovedì 10 giugno 2010
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I Carabinieri hanno fatto “Piazza Pulita” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2029
È scattata martedì 8 giugno l’operazione dei militari tesa a contrastare il commercio abusivo.
Tanto tuonò che piovve. Ed alla fine la “pioggia” l’hanno portata i Carabinieri della Compagnia di Molfetta che lo scorso 8 giugno, guidati dal capitano Domenico Del Prete, hanno fatto scattare l’operazione “Piazza Pulita” per liberare l’intera città dalle numerose postazioni di vendita di frutta e verdura spuntate come funghi agli angoli delle strade nel corso degli ultimi anni. Oltre 120 i Carabinieri impegnati nell’operazione provenienti oltre che dalla locale Compagnia anche dal Comando Provinciale di Bari e dall’11° Battaglione Carabinieri Puglia, supportati da uomini del Nucleo Anti Sofisticazioni
e da un elicottero del 6° Elinucleo di Bari. Nella operazione, durata per tutta la mattina, sono stati impegnati anche numerosi agenti del comando di Polizia Municipale coordinati dal capitano Mauro Giuseppe Gadaleta. I militari e gli agenti di polizia hanno notificato circa 30 ordinanze di sequestro preventivo di beni emesse lo scorso 26 maggio dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trani, Roberto Oliveri del Castillo su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, Giuseppe Maralfa. A carico dei titolari delle rivendite di frutta e verdura è stato configurato il reato di “invasione di terreni o edifici”, reato più conosciuto come “occupazione di suolo pubblico”. Nel corso dell’operazione non si è registrato alcun particolare momento di tensione salvo qualche protesta da parte dei commercianti che hanno assistito impotenti al sequestro di tutte le attrezzature utilizzate per la vendita e che sono state asportate con l’ausilio di camion fatti arrivare dai Carabinieri.
L’indagine è stata avviata congiuntamente lo scorso dicembre dalla Procura di Trani e dai Carabinieri di Molfetta che tra gennaio e aprile hanno accertato anche con documentazione video-fotografica, l’occupazione continua delle aree pubbliche da parte dei commercianti. Occupazione divenuta a tutti gli effetti abusiva poiché tutte le autorizzazioni rilasciate dagli uffici comunali erano scadute lo scorso 18 aprile, con la scadenza del piano comunale sul commercio, e non erano state più rinnovate. I Carabinieri, al termine delle indagini, hanno accertato diversi comportamenti da parte dei commercianti: c’era chi non aveva mai ottenuto una autorizzazione e occupava le aree di giorno o anche di notte, chi aveva le autorizzazioni scadute e non le aveva più rinnovate, chi infine seppur autorizzato al commercio in sede fissa non poteva più esercitare proprio per l’efficacia del piano sul commercio venuta meno nello scorso aprile. In tutta Molfetta solo due fruttivendoli sono risultati in regola con le autorizzazioni.
L’intervento effettuato dai Carabinieri è solo la prima fase di una indagine ben più ampia che nelle prossime settimane potrebbe portare anche a verificare responsabilità da parte degli uffici comunali addetti al rilascio delle autorizzazioni e quindi al coinvolgimento di dipendenti pubblici incaricati di effettuare controlli e concedere i permessi. Erano anni che da più parti si chiedeva un intervento da parte delle istituzioni per riportare il decoro in città e garantire anche il diritto al lavoro dei tanti operatori commerciali che svolgono la loro attività in locali idonei e con tutte le autorizzazioni necessarie. Alla fine sono stati i Carabinieri a intervenire, spiazzando anche l’opinione pubblica che aveva perso ogni speranza e che, comunque, si attendeva interventi mai avvenuti anche da parte della Guardia di Finanza. Resta ora da capire come l’amministrazione comunale intenderà gestire la situazione e soprattutto cosa faranno i tanti commercianti “sfrattati” in attesa di trovare una nuova collocazione per i loro esercizi commerciali.
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Attualità
giovedì 10 giugno 2010
I marittimi ancora in “alto mare” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2030
Dalla Capitaneria di Porto intanto assicurano che i controlli vengono effettuati. Gli armatori italiani, mentre stanno allestendo nuove navi da adibire al trasporto merci e passeggeri, non arruolano più marittimi italiani ma extracomunitari. La motivazione: il loro lavoro costa meno. Eppure il Codice della Navigazione detta all’art. 318: “Nazionalità dei componenti dell’equipaggio. L’equipaggio delle navi nazionali armate nei porti della Repubblica deve essere interamente composto da cittadini italiani o di altri Paesi appartenenti all’Unione europea”. L’Articolo 319 aggiunge: “Assunzione di personale straniero all’estero. Nei porti esteri della navigazione marittima o interna e nei porti nazionali ove non siano disponibili rispettivamente marittimi o personale navigante di nazionalità italiana, possono essere assunti anche stranieri in misura non superiore ad un quarto dell’intero equipaggio e per il solo tempo necessario al viaggio da compiere. In caso di speciali esigenze, l’autorità consolare o la capitaneria di porto può autorizzare l’assunzione di stranieri in misura superiore a quella indicata nel comma precedente”. “Per quanto riguarda la Capitaneria di Porto di Molfetta i controlli vengono sistematicamente fatti su tutti i natanti” ha dichiarato al nostro giornale il comandante della Capitaneria di Porto Capitano di Fregata Enrico Cincotti. “Il nostro compito è quello di fare rispettare le leggi
dello Stato. Quello che sta succedendo ai nostri marittimi nelle altre località e all’estero l’abbiamo appreso solo dai media. In ogni caso la Capitaneria di Molfetta è aperta a tutti, disponibile a dare qualsiasi chiarimento in merito”. Al Compartimento Marittimo di Molfetta Gente di Mare sono iscritti 32.250 marittimi. Poiché non esiste un parametro preciso di controllo per quantificare il numero di essi attivi al lavoro, si stima
che siano tra le 1.500 e le 2.000 unità. “Non possiamo più aspettare, abbiamo bisogno di lavorare, le spese per mantenere le nostre famiglie, le tasse, sono tante da pagare” ha denunciato Sabino, marittimo disoccupato da sette mesi ad un nostro collaboratore. “Le banche non ci fanno più credito. E intanto i politici se la prendono con comodo”, ha concluso con rammarico. “Non c’è più tempo da perdere, non possiamo stare
alla finestra a guardare, bisogna agire”, ha dichiarato Giuseppe Adesso, presidente del Comitato Seagull. Mancano i decreti attuativi per rendere operativa la Borsa continua del lavoro marittimo, che avrebbe la finalità di favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta nel settore marittimo, con trasparenza. (DPR 231/2006, art. 10). All’appello, al may day lanciato alle istituzioni dal Comitato Seagull di Molfetta, hanno risposto il Collegio Capitani di Lungo Corso e Macchinisti di Napoli, pronto a rendersi disponibile ad iniziative future, il presidente della Provincia Schittulli, i marittimi di Trapani, Mola di Bari, Torre del Greco e si prevedono adesioni da altre località della Sicilia, Sardegna, della Campania. Intanto a Molfetta è partita una raccolta di firme a sostegno della lotta dei marittimi. Anche la Camera Sindacale A.L.D.E.P.I. ha promesso di dare una mano al Comitato Seagull. I marittimi molfettesi chiedono almeno una turnazione che consenta un periodo adeguato di lavoro in alternanza con i marittimi di altre nazionalità, la revisione delle tabelle di armamento con cui si stabilisca in maniera equa il numero e la nazionalità dei marittimi a bordo, la tutela dei controlli in materia di sicurezza sulle navi, i corsi di formazione a carico degli enti pubblici. Pantaleo de Trizio
Vent’anni di mare e una medaglia Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2031
Il riconoscimento conferito a dieci marittimi molfettesi. Il comandante della Capitaneria di Porto di Molfetta, capitano di Fregata Enrico Cincotti e il sindaco Antonio Azzollini, mercoledì 2 giugno hanno consegnato una medaglia d’onore per lunga navigazione ai marittimi Catanzaro Mauro, Occhionigro Giuseppe, Amato Nicola, De Virgilio Francesco, Gaudio Gianbattista, La Candia Angelo, Spadavecchia Mauro, Messina Vincenzo, Spaccavento Leonardo, Petruzzella Giuseppe, lavoratori iscritti nelle liste della Gente di Mare del Compartimento Marittimo di Molfetta. Il riconoscimento spetta ai marittimi che hanno maturato più di 20 anni effettivi di attività lavorativa sul mare. La cerimonia, organizzata dalla Capitaneria di Porto di Molfetta, si è svolta nell’aula consiliare di Palazzo Giovene. Prima della consegna del prestigioso riconoscimento, rilasciato con Decreto del Presidente della Repubblica, il Comandante Cincotti ha reso
agli insigniti un sentito ringraziamento per aver raggiunto un traguardo così ambito con sacrificio e professionalità, restando per un periodo così lungo lontano dagli affetti familiari, dando lustro alla città e alla nostra terra. Auspicando che essi siano d’esempio per le giovani generazioni. “Questa è una manifestazione diversa dalle altre, più sentita e commovente” ha dichiarato il sindaco Antonio Azzollini ai presenti. “Tutti riconoscono il nobile lavoro dei
marittimi, anche in Senato se ne parla. E questo è un punto di vanto per la città di Molfetta. Ci sono casi irrisolti in fase di discussione”, ha proseguito il sindaco, “come il problema dell’amianto da riconoscere al personale che è stato imbarcato, anche sulle navi militari. Senza dimenticare il problema delle tabelle di armamento, che in questi ultimi giorni sta facendo sentire il peso della grave crisi occupazionale. Oggi sono quasi 1.100 i marittimi imbarcati.
Un pensiero va a loro che forse in questo momento stanno soffrendo il caldo dell’Equatore o il freddo del Nord Europa o dell’ Alaska”. In passato, si parla degli anni ’50 e ’70, non c’era nave italiana o straniera su cui non ci fosse un molfettese imbarcato. I marittimi molfettesi si trovavano ovunque, in qualsiasi porto, anche all’estero. In chiusura della cerimonia il senatore Azzollini ha ringraziato le mogli dei marittimi che con la consapevolezza dei sacrifici e dei pericoli affrontati dai loro cari, hanno saputo gestire la famiglia, hanno provveduto all’educazione della prole e soprattutto hanno saputo mettere da parte i risparmi con l’obiettivo di acquistare un’abitazione per sé e i propri figli. Con i loro investimenti, hanno contribuito allo sviluppo e al benessere della città di Molfetta. Pantaleo de Trizio
Attualità
giovedì 10 giugno 2010
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Centro Storico: torna il comitato di quartiere Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2032
L’intenzione è quella di creare un interlocutore istituzionale. Torna ad accendersi più forte l’attenzione sul Centro Storico di Molfetta. Torna per farsi sentire più vigorosa che mai la voce degli abitanti, dei lavoratori e degli utenti del Centro Storico che decidono di dare nuova forma e solidità all’organo del Comitato di Quartiere. Un nuovo ciclo di riunioni a cadenza mensile per la costituzione di uno statuto e di un direttivo più solido, capace di contrastare e porre rimedio al degrado che lentamente ed inesorabilmente attanaglia la perla medievale della città, nonostante i visibili lavori di riqualificazione che stanno interessando gran parte delle strade principali e secondarie e che sembrano, ad occhi esterni, procedere. Un’esigenza, quella di rifondare il Comitato di Quartiere, nata “dalla necessità di creare un interlocutore istituzionale, che collabori fattivamente con la pubblica amministrazione e sia di stimolo per creare le migliori condizioni di vita in un quartiere che presenta non poche problematiche”, si legge in una nota stampa. Pur essendo alle battute iniziali, sembrano essere però chiare le problematiche che ogni giorno chi vive ed opera nel Centro Storico deve affrontare. Primo fra tutti il parcheggio selvaggio e la
circolazione incontrollata di veicoli e ciclomotori, talvolta costituiscono vere e proprie minacce per l’incolumità dei passanti, e che vanno a intaccare le normali attività dei pochi commercianti presenti, ridotta essenza dell’economia di un quartiere. E proprio questo sembra imporsi come altra nota dolente, la mancanza di attività commerciali, ad esempio negozi di generi alimentari che costringono gli abitanti del Centro Storico a recarsi all’esterno anche per le piccole spese di sussistenza quotidiana. Ed ancora la spinosa vicenda legata
ai cinquantotto alloggi, di proprietà comunale, e attualmente occupati dai proprietari degli appartamenti della palazzine di Via Aldo Fontana, la cui ricostruzione ormai terminata fa presagire una imminente riconsegna ai legittimi proprietari. Cosa ne sarà di quegli alloggi nel Centro Storico? Saranno forse facile bersaglio di avventori abusivi, come riferiscono voci che circolano soffuse tra i vicoli, o l’Amministrazione comunale di Molfetta riuscirà a strapparli a questo infausto destino? A tal proposito, come riferito in una recente riunione,
è stato osservato da alcuni abitanti quasi una scissione all’interno dello stesso Centro Storico: una divisione in una zona di levante, in cui forte si leva in malcontento degli abitanti, ed una zona invece di ponente, abitata essenzialmente dalle utenze di Via Aldo Fontana che manifestano un certo disinteresse per il Centro, per quella che in fin dei conti è stata per un considerevole lasso di tempo la loro casa, atteggiamento in parte giustificato, in parte non condiviso. All’interno del risorto Comitato, unanime è quindi la volontà di impedire tutto ciò ed evitare che la già compromessa situazione possa ulteriormente degenerare, così come unanime è la volontà di farsi carico dei disagi affrontati da una comunità che rivendica la propria pari dignità di cittadinanza. Non un ghetto, ma un quartiere vivo e in sviluppo. Non problemi di singoli abitanti, commercianti e professionisti, ma quelli di un gruppo coeso che cerca il sostegno dell’amministrazione ma anche di tutti i molfettesi, perché non deve essere l’appartenenza ad un singolo quartiere a separare. Isabel Romano
Sanatoria “case fantasma”: per il Wwf è già condono Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2033
È polemica su uno dei provvedimenti introdotti con l’ultima manovra finanziaria. Per Stefano Leoni e Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidenti rispettivamente del Wwf Italia e del FAI (Fondo per l’Ambiente Italia), più che un condono mascherato è un condono di fatto quello che si cela dietro la regolarizzazione catastale delle cosiddette “case fantasma”, una delle misure d’urgenza previste dalla recente manovra fiscale, varata per motivi di stabilizzazione finanziaria e competitività economica dal governo Berlusconi. Essa dovrebbe consentire allo Stato un introito di poco più di 1,5 milioni di euro che diventerebbero 6 sulla carta in caso di condono non tenendo conto degli investimenti pubblici necessari per dotare di opere di urbanizzazione primaria e secondaria gli abusi edilizi così legalizzati. In Italia sono oltre 2 milioni gli immobili scoperti dall’Agenzia per il territorio costruiti abusivamente e mai denunciati di cui 200mila solo in Campania, oltre 180mila nel Lazio e 154 mila in Puglia: qui a guidare la
classifica è la provincia di Lecce con oltre 52mila case fantasma ed una ogni 19 chilometri quadrati in tutto il Salento mentre a Bari si contano 46mila abusi con punte particolarmente alte nelle zone di Andria e Altamura. Le foto dell’intero territorio, scattate dall’alto per mesi, sono state confrontate con le carte depositate al catasto, poi gli immobili catalogati ed i primi proprietari già individuati. In realtà il governo punta al terzo condono edilizio, nonostante si parli soltanto di una sanatoria per la registrazione degli immobili non dichiarati perché, sempre secondo Leoni e Crespi, “se da un lato è pacifico che non tutte le case fantasma costituiscono un abuso edilizio, cioè un illecito penale, dall’altro lato è probabile, anzi certo, che un immobile abusivo possa essere una casa fantasma. Quindi, se non si accompagna alla sanatoria il condono si potrebbero avere due risultati paradossali: la sanatoria catastale di un abuso edilizio
non estinto; il pagamento allo Stato di una sanatoria per un illecito penale non estinto. È noto, infatti, che solo un condono edilizio costituisce causa di estinzione del reato”. Le due associazioni ambientaliste temono anche che l’estensione a tutto il territorio nazionale di un nuovo condono possa essere introdotto nella conversione del decreto legge sulla sospensione, fino al 30 giugno 2011, delle demolizioni abusive in Campania (decreto legge n. 62/2010), relativa agli edifici realizzati entro il 31marzo 2003, non pericolanti, abitati da famiglie che non dispongono di altra abitazione e che non violino vincoli paesaggistici poiché, proprio in questi giorni, il senatore del PdL Orsi ha presentato un emendamento per chiedere, in qualità di relatore, la riapertura in Campania dei termini del condono edilizio. Per Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, “l’accertamento sulle case non censite, come viene ribattezzata la sanatoria delle case costruite
o ampliate illegalmente nell’ultima bozza di manovra, è addirittura peggio di un condono edilizio: si tratterebbe, semplicemente, di legittimare tutto l’esistente, senza nessun tipo di vincolo. Un’operazione indecorosa. I condoni, finora, escludevano quanto meno le aree vincolate”. Per aderire alla sanatoria e beneficiare delle sanzioni ridotte i proprietari degli immobili “fantasma” avranno l’obbligo di presentare una dichiarazione di aggiornamento catastale: se questo non verrà fatto l’agenzia del territorio, sempre in base alle foto di cui sopra, applicherà una rendita presunta agli immobili contestandone il valore anche in maniera retroattiva. Ci sarà, inoltre, l’obbligo di indicare, negli atti soggetti a trascrizione, identificazione catastale e relative planimetrie ed una maggiore integrazione tra le funzioni catastali dell’Agenzia del Territorio e quelle dei Comuni. Beatrice De Gennaro
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Attualità
giovedì 10 giugno 2010
Mezzogiorno e volontariato Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2034
Una riflessione del professor Alberto Caputi, presidente dell’Auser di Molfetta. Le immagini del Mezzogiorno, oggi dominanti, sono tutte monopolizzate dalla malavita, dalla delinquenza minorile, dall’inefficienza e dalla corruzione politica. Gli episodi ad essi collegati vanno dai delitti di camorra all’accumularsi dei rifiuti, alle case che crollano alle prime piogge, perché costruite in spregio, non solo delle leggi, ma anche delle più banali regole della prudenza. Si fa largo, sempre più, l’idea che il Sud è irredimibile per il quale non vale più la pena di preoccuparsi e che conviene lasciare a se stesso. Io direi, dal mio piccolo, che è ora di mettersi alle spalle questo odioso balzello e di incominciare a premiare tutte quelle forze vitali produttive di questo nostro Sud. Incominciamo dall’emigrazione dei nostri ragazzi che non sono più braccianti, poveri contadini, ma laureati, spesso i più ambiziosi e coraggiosi. Questo deve preoccuparci e farci pensare. Come si potrà mai colmare il divario fra Nord e Sud se vanno via le forze giovani e più qualificate? Come mai non riusciamo a capire che è il momento di incominciare a far gioco di squadra e di non esaltare sempre di più la propria
specificità allontanandosi gli uni dagli altri? Come si può non vedere che in questi anni i governi nazionali, sia di centro destra che di centro sinistra, non sono riusciti a costruire una sola opportunità degna di rilievo per collegare il Sud italiano al bacino mediterraneo? Come non vedere che i fondi destinati al Sud sono stati distratti dai ministeri e dirottati verso altri obiettivi? Il Mezzogiorno non è fatto solo di queste patologie, ma anche di cittadini che si battono per la difesa della legalità, che aiutano i più deboli, si aggregano e socializzano perché sentono ancora vivi i Valori ed i Principi sociali che vanno dall’accoglienza, all’amore verso il prossimo senza distinzione di razza, cultura, età e religione. Il Mezzogiorno è anche teatro di esperienze civili e culturali importanti, di leggi regionali all’avanguardia nel campo della tutela ambientale, dell’abusivismo, della produzione di energie rinnovabili, di eventi culturali che, pur essendo nati con poche risorse, sono diventati appuntamenti importanti. Non ci sono solo case che crollano per problemi geologici, ma anche eco-mostri che vengono abbattuti e teatri che vengono riaperti.
Segni di vitalità e di ribellione, volontà di riscatto contro tutti gli abusi. Queste sono le cose da mostrare, le esperienze da raccontare perché non tutti le conoscono. Fanno, di certo, più notizia, le storie di mafia, di ricatti, di omicidi, di violenza, di guerra, di soprusi, di intolleranza, di abusi, non certo quelle piene di solitudine, di mancanza di lavoro e di cibo. È famoso l’incipit che ricorda come le storie di infelicità siano molto più interessanti di quelle che narrano la felicità ed intanto continueremo a sorbirci i Tg colmi di notizie funeste e delittuose. Se si vuole conoscere il Sud, bisogna togliersi gli occhiali del pregiudizio e incominciare ad incontrare e conoscere quei gruppi e quelle associazioni di volontari che lavorano spesso nella penombra, ma che svolgono un ruolo vitale, ricostruendo reti, cucendo i tessuti lacerati dalla povertà, dall’incuria e dall’aggiramento della legalità. Non serve un bel discorso di pseudo politici nei giorni che precedono le elezioni, né una predica morale non seguita da proposte. Servono, fatti, comportamenti quotidiani, in un Paese che ritiene normale che ci si possa sottrarre alle regole, eludendo il fisco,
truccando i bilanci, offrendo lavoro a nero ed in modo precario, spendendo e depositando i propri capitali all’estero, moltiplicando i condoni. Non voglio andare oltre il lecito, non voglio giudicare nessuno, non voglio entrare nei processi decisionali o negli interessi di lobbies, ma non voglio nemmeno correre il rischio di far rimanere il nostro gruppo di volontari, vittima della propria nobiltà, patrimonio morale di pochi mentre si celebra la festa dell’utile immediato. L’azione volontaria deve divenire il lievito della cittadinanza attiva, non una compensazione di ciò che non c’è. Una continua pressione sulle istituzioni per sottrarle all’opacità e all’inerzia, esigerne il cambiamento liberandola dalla tentazione di voler solo far carriera, di moltiplicare posti e prebende. È utopistico pensare che al centro si deve porre il rispetto della legalità, la cura dei beni comuni e dell’ambiente, la giustizia sociale, la capacità di accoglienza, la disponibilità di tempo per la cura degli altri. Se tutto ciò è solo utopia, per il nostro amatissimo Sud non c’è speranza e l’idea, perversa, che il Sud sia l’unico responsabile dei propri mali, sarà la verità.
Libri in Festa Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2035
Torna l’appuntamento organizzato dalla scuola “San Giovanni Bosco”. Il 3° Circolo Didattico “San Giovanni Bosco” di Molfetta, diretto dalla dottoressa Tiziana Santomauro, in collaborazione con il Comune di Molfetta, ripropone la rassegna di letteratura per l’infanzia “Libri in Festa”, manifestazione giunta alla seconda edizione e organizzata in occasione della settimana europea intitolata “Fa... volare la fantasia con l’Europa”. La manifestazione si svolgerà nella sede della scuola dal 21 al 25 giugno con numerosi eventi in programma. Si comincia lunedì
21 giugno alle 10 con l’inaugurazione della rassegna che sarà poi aperta dalle 9 alle 12 e dalle 17 alle 20,30. Alle 19 si svolgerà la premiazione dei concorsi e competizioni nazionali cui hanno preso parte i piccoli alunni della “San Giovanni Bosco”. Martedì 22 alle 10 spazio alla manifestazione conclusiva per la pubblicizzazione delle iniziative realizzate con i fondi europei: inaugurazione del laboratorio linguistico e scientidico e alle 19 consegna degli attestati agli alunni delle classi quarte e quin-
te. Martedì 23 alle 19 consegna degli attestati ad alunni e genitori mentre giovedì 24 alle 18 rappresentazione teatrale intitolata “C’era due volte il Barone Lamberto” degli alunni delle classi quarte a cura de “il Carro dei Comici”. Grande chiusura venerdì 25 alle 10 con la conferenza sul tema “Apprendere con arte, gioco e fantasia” ed alla quale prenderanno parte il dirigente scolastico Tiziana Santomauro, il sindaco Antonio Azzollini, il direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Lucrezia Stel-
lacci, il dirigente tecnico dell’U.S.R. Donato Marzano, il direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale Giovanni Lacoppola, il professor Giuseppe d’Elia dell’Università di Bari, il professor Mario Di Rienzo direttore del Centro Studi “Gianni Rodari” di Orvieto, la signora Maria Teresa Ferretti Rodari e il pedagogista didattico creativo Mauro Caldera. Alle 18.30 poi “Rodarilandia: la musica della fantasia”, spettacolo realizzato dagli alunni della scuola dell’infanzia e primaria.
Inchiesta
giovedì 10 giugno 2010
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Piccola storia d’amore e di... gelati Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2036
Attimi intensi tra un cono ed una vaschetta. Si incontrarono ad una cena di primavera, dove erano stati invitati da amici comuni. Per tutta la sera non fecero altro che guardarsi e lanciarsi occhiate indagatrici, annusarsi e scrutarsi tra una portata e l’altra, aspettare il momento giusto per potersi finalmente conoscere. Proprio mentre si scambiavano il numero di telefono e l’indirizzo di posta elettronica venne servito un soffice gelato alla crema con cognac e pere William che toccarono appena, presi com’erano già l’uno dall’altra, persi negli occhi, nei discorsi, nei tentativi di apparire così come si erano immaginati. Si rividero la sera dopo e camminarono a lungo per le strade piene di gente portando tra gli altri i loro nuovi sorrisi e la voglia di un amore che stava per nascere: quando lui si fermò ad un chiosco di gelati e le chiese che gusto preferisse lei scelse prontamente un enorme cono con cioccolato e panna, lui lo stesso, ma con panna doppia e l’aggiunta di caffè. Divorarono i gelati ridendo e scherzando, fingendo di rincorrersi e darsi piccole spinte, fermandosi a guardare ogni cosa come se non l’avessero mai vista, dicendo già “noi”, pensando, come sempre, “per sempre”. Prima di salutarla lui le tolse un pezzetto di cialda dalle labbra e la baciò, le disse che era stato bene, le promise che l’avrebbe chiamata: aveva qualcuno, le faceva piacere? No, non aveva nessuno, sì, le faceva piacere, rispose lei toccando-
gli il viso mentre un ragazzo maldestro, inciampando, le versava addosso il suo sorbetto al limone. Per una serie di ragioni e circostanze, invece, non la chiamò ed il tempo rotolò via rapido ma sembrò lunghissimo a lei che non seppe spiegarsi quello strano silenzio e rimase in attesa pensando, chiedendosi, supponendo, ma evitò di telefonargli perché le cose accadono
se devono accadere, a volte si interrompono ma possono ricominciare e persino tornare. Si fece vivo mesi dopo, sul finire di un autunno caldo ed assolato, le diede appuntamento in un bar del centro dove, disse, servivano degli ottimi gelati... Qui si guardarono esitanti e un po’ timorosi, diversi da quella prima volta, consci del fatto che qualcosa si era
ormai perso per sempre, diluito nei giorni trascorsi a non vedersi né sentirsi, seccato al sole delle parole non dette, delle spiegazioni non fornite: lei ordinò un esangue cono alla mela verde, lui cincischiò in maniera svogliata, uno incolore allo yogurt, mentre raccontava e parlava, discorreva ma non diceva. Si salutarono a disagio davanti alla vetrina piena di coni e vaschette cremose, nel locale pieno di bimbi golosi, mamme spazientite, adulti solitari e un po’ malinconici che annegavano i loro preoccupati pensieri nella morbidezza di uno zabaione o di un tenero pistacchio misto a torroncino. Non si rividero più, né si cercarono. Si incontrarono per caso, a distanza di tempo, mentre erano con altre persone in una gelateria aperta da poco: lui, curioso, assaggiò, per la prima volta, un gelato dolce-amaro alla liquirizia, dall’inaspettato retrogusto intenso e stimolante, e lo porse premuroso alla ragazza di cui cingeva le spalle, lei, tranquilla, scelse con un’amica un rassicurante cono alla nocciola, privo di sorprese, “caldo” e familiare, poi andò via senza guardarlo né voltarsi. L’amore è così, somiglia ad un gelato. Va consumato con entusiasmo ed attenzione, prima che si sciolga e diventi una poltiglia incolore ed insapore. Lo si mangia a morsi, senza esitazioni. Declinare l’offerta se non è di qualità. Beatrice De Gennaro
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Inchiesta
Famiglia Cipriani: il gelato come passione 2037
Impossibile, oggi, trovare qualcuno che abbia assistito alla nascita della prima gelateria a Molfetta. Si tratta, infatti, del periodo perfino precedente alla seconda guerra mondiale: fine del 1800 e inizi del ’900. La prima gelateria Cipriani diede il via alla sua tradizione proprio in quel periodo, nello stesso luogo in cui è situata oggi, come per voler lasciare una traccia indelebile dell’ormai lontano passato. A testimonianza di ciò l’odierno proprietario, Domenico Cifarelli, porta esposta sul bancone una foto risalente al 1929 durante la festa della “Madonna dei Martiri”, nella quale il gabbiotto della gelateria veniva spostato nei pressi della Capitaneria di Porto, luogo strategico che faceva da scenario allo sbarco della Madonna e all’afflusso di gente. Il particolare curioso di quella foto è che non ci sono raffigurate donne: sono solo e tutti uomini, a dimostrazione di come un tempo solo ai maschi era permesso il “lusso” e lo “sfarzo” del gelato. “Erano diciotto i figli Cipriani – riporta Domenico Cifarelli – ognuno dei quali, quasi geneticamente, proseguì la scelta di famiglia, tra cui anche mia madre”. Zio Vincenzo, zio Nicola, zia Stellina ed altri ancora aprirono bar e gelaterie, molte delle quali oggi non portano più il distintivo Cipriani. Ai loro tempi, concedersi il piacere di un gelato era meno faticoso, poiché i gusti non erano svariati come oggi, ma si alternavano in una ripetitiva sequenza: cioccolato, fior di latte e nocciola. Apparente specialità era poi il cosiddetto gelato “wajiò”: battezzato in questo modo dagli anziani che si rivolgevano amichevolmente al garzone gelataio; in realtà non era altro che un mix di cioccolato e fior di latte. Più impegnativa era, invece, la conservazione dei gelati. Questi venivano tenuti freddi grazie ad un impasto di sale, la salamoia, che avvolgeva il recipiente garantendo un abbozzato effetto-frigo di oggi. Ora che i tempi sono altri e il gelato è diventata una arte raffinata, Cipriani ha creato anche un proprio gusto omonimo, riprendendo i sapori dell’antico spumone (caramello, pan di spagna, liquore di strega, nocciola). “Ogni ingrediente – commenta Cifarelli – rievoca il passato, con il tentativo di mantenere in vita la nostra datata tradizione”. Maria Sancilio
Gelato, piacere no Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2038
Da tempo abbiamo imparato a conoscere e a cogliere i riferimenti di tipo sessuale contenuti nelle pubblicità di certe marche di gelati e, forse, non ci sorprende più tanto la pretesa di coni, ghiaccioli, stecchi e cornetti di voler quasi assurgere a simboli fallici né quella delle più modeste ma ammiccanti coppette di voler ricordare e sottolineare l’accoglienza morbida ed avvolgente del sesso femminile: cibo e piacere vanno di pari passo, nel caso specifico del gelato la marcia è particolarmente cadenzata ed univoca. Dal profondo legame che esiste tra gelato e psiche e, soprattutto, tra gelato e sesso, i pubblicitari hanno sempre attinto a piene mani per il lancio di campagne, slogan e spot che fossero in grado di delineare i bisogni, gli atteggiamenti e le emozioni di ognuno di noi attraverso la scelta di un gusto, di una forma, di un colore che il gelato, prodotto ricco di valenze non solo alimentari, può assumere, così abbiamo scoperto che, dietro il consumo di questo o di quell’altro, può celarsi il desiderio di conquistare la persona che ci piace o l’esigenza di sentirci semplicemente appagati, la voglia di coccole e di abbracci, l’urgenza di esprimere le passioni senza inibizioni, il gusto della trasgressione, il piacere da sperimentare insieme ma anche da vivere in solitudine. Fu proprio con il concetto di piacere che il gelato venne identificato dai consumatori in una famosa ricerca di mercato commissionata alcuni anni fa dal settore del gelato artigianale (produttori di semilavorati e di macchine, distributori specializzati, gelatai, ecc.) ad una delle più grosse agenzie italiane: un piacere particolare, “freddo”, che fa addirittura sorridere, tanto che esso viene denominato l’alimento “smile” per eccellenza da quando l’IGI (Istituto del Gelato Italiano) ha reso nota in Italia una ricerca scientifica europea che ha esaminato il rapporto tra il cibo e la sfera emotivo-gratificatoria. Un sofisticato software è riuscito a mettere in relazione i mutamenti del tratto del viso con le emozioni che le determinano ed ha confermato che il volto degli italiani, mentre mangiano un gelato, esprime una vera e propria beatitudine per l’86% dei casi, lo sguardo è più luminoso ed i lineamenti più distesi, il che rivela e genera benessere fisico e mentale. Non è una novità, del resto, che, oltre a dietologi e nutrizionisti, anche psicologi ed antropologi studino e indaghino i bisogni reali e le pulsioni emotive e fisiche dei consumatori più o meno abituali di gelato e che riescano a decifrarne personalità, carattere e tendenze attraverso i gusti e le modalità di assunzione. Pare che il cono con cialda sia preferito dai tipi vogliosi che prediligono un’esperienza sensoriale completa e non si negano nulla, lo stecco venga scelto da persone intraprendenti ma anche un po’ insicure, il biscotto, simile alla merenda preparata dalla mamma, riveli un grande bisogno di rassicurazione, il ghiacciolo si addica ad una personalità effimero-indipendente che non tollera la frustrazione dell’attesa, la coppetta piaccia ai tipi controllati-misurati e che le praline siano sinonimo di personalità moderno-attuale. Esistono, inoltre, quattro possibili modi di mangiare il gelato: leccando, succhiando, a morsetti e a morsi. Lecca il gelato l’ottimista, colui che ama la vita sociale e conoscere gente nuova, lo succhia chi è orientato verso legami affettivi intensi, quasi simbiotici, lo mangia a piccoli morsi la persona attenta e cauta in ogni circostanza, lo ingerisce a veri e propri morsi il testardo, colui che decide di testa propria, ama lavorare ed è tendenzialmente sincero. È innegabile il valore “terapeutico” e rievocativo del gelato che richiama “i tempi mitici dell’infanzia e dell’adolescenza, attiva comportamenti e stati d’animo caratteristici di quelle fasi evolutive: senso di libertà, desiderio di allacciare nuove amicizie, possibilità di essere se stessi al di là delle apparenze e delle formalità…”. Lo si può gustare in maniera semplice e diretta
(senza posate e senza bisogno di sedersi a tavola), quindi permette alla persona di spogliarsi degli aspetti formali, le consente di vivere un momento di piacere privo di rigidità e controllo, contribuisce a disattivare o quanto meno ad abbassare le sue difese, scioglie il Super-io. È vincente anche come strumento di conquista perché la sua offerta non viene vissuta come minacciosa ma contribuisce ad abbassare le resistenze e si propone come gioco, libertà, fantasia. Nei sogni il gelato ha un simbolismo ambiguo che gli deriva dall’essere soffice e freddo, per cui attira ma nel contempo “raffredda”: sognare di mangiare un gelato mette in luce i timori nei confronti della sessualità o la difficoltà di esprimere le proprie emozioni e sensazioni; sognare che a mangiarlo sia il proprio partner vuol dire che la sua sessualità si sta raffreddando. Una curiosità: secondo gli esperti il gelato alla vaniglia ridurrebbe le inibizioni e fornirebbe benzina ai muscoli per il controllo dell’eiaculazione. Cosa aspettate, allora, amanti ultrarapidi? Di corsa in gelateria, il gusto alla vaniglia potrebbe essere già esaurito… Beatrice De Gennaro
giovedì 10 giugno 2010
on solo del... palato
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Aforismi sul gelato 2039
“Il gelato è squisito, strano che non sia illegale” (Voltaire) “Gli uomini, quando mangiano il gelato, sembrano tutti bambini intenti a poppare” (Charles DicKens) “Il bacio è come il gelato: se non ci metti la lingua non lo gusti” (anonimo) “Essere sposati significa poter mangiare il gelato a letto” (Brad Pitt, attore) “Un Oscar, il sesso, un gelato e una pizza… Se avessi questo per il resto della mia vita, sarei felice” (Dustin Hoffman, attore)
Quando il gelato incontra la crêpe... Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2040
Così è iniziata l’avventura di Corso Dante. Anche se il caldo sembra farsi ancora attendere, l’idea d’estate ha già preso posto nelle nostre menti e nella nostra quotidianità. E si sa, quando si fa riferimento alla stagione più calda in campo gastronomico un solo alimento la fa
da padrone, il gelato. Alla crema, alla frutta, al cioccolato, il gelato riscuote il consenso di tutti e ardua impresa sarebbe quella di trovare qualcuno che possa affermare il contrario. Quando poi il gelato si sposa a sapori nuovi e talvolta
insoliti, allora gustarlo diventa una vera scoperta. Chi dell’unione del gelato con altri dolci ingredienti ha fatto il proprio “cavallo di battaglia” a Molfetta è sicuramente la gelateria “Corso Dante”, situata nell’omonima e centralissima via. Da quattro anni, e precisamente il prossimo ventuno giugno, i proprietari del locale, Vito di Terlizzi e Lorenzo Mininni, propongono ai propri clienti varianti di gelato tradizionali e novità conciliati con la fragranza di crêpe e waffel preparati, nelle varianti anche salate, davanti agli occhi dei golosi di turno. Grazie alla pregressa esperienza nel settore, la gelateria Corso Dante si è ritagliata un notevole spazio tra quelle che sono le tradizionali e storiche gelaterie cittadine, riscuotendo il consenso di una clientela diversificata per fasce d’età che sceglie di affollare il locale durante tutto l’arco dell’anno. Come ci spiegano Vito e Lorenzo, il loro lavoro si svolge prevalentemente ai tavoli, con i circa ottanta posti a sedere disponibili, proponendo un ricco menu che
include crêpe francesi, salate, guarnite con un’ampia scelta di creme, cioccolato, frutta secca, ed ancora waffel, coppe di gelato per tutti i gusti e frappè, il tutto con una costante attenzione agli ingredienti. Altro punto forte sono sicuramente le composizioni di frutta fresca che si uniscono armonicamente al gelato in coreografie che conquistano non solo il palato ma anche la vista. Anche dalla gelateria Corso Dante giunge una conferma sui gusti più consumati e che ricalcano i trend generali: si prediligono i gusti alla frutta e anche granite come rimedio contro la calura nei mesi estivi, mentre durante quelli più freschi si preferisce consumare gusti alle creme e a base di cioccolato. Ma le leccornie non finiscono qui. Vito e Lorenzo ci anticipano l’arrivo a breve di una novità che unirà sorbetto e i cocktail più consumati dai giovani. Una gustosa sorpresa tutta da assaporare e da non perdere. Isabel Romano
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Inchiesta
giovedì 10 giugno 2010
Gelato sì o meglio no? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2041
Il parere della biologa nutrizionista Annalisa Mira.
La bella stagione è arrivata e con lei, immancabile compagno di serate o pomeriggi al mare o al fresco in giardino, il gelato. Di tutti i gusti: al cioccolato, al caffè, all’amarena, alla frutta, con o senza panna. Anche senza lattosio per chi è intollerante. Ma possiamo man-
giarlo senza porci troppe domande o ci fa male? Ecco allora qualche consiglio. Anche il gelato può fare tranquillamente parte della nostra alimentazione, sia per grandi che per piccini e non deve essere demonizzato neanche da chi ha un po’ di chili da buttar giù. Come per tutti gli alimenti però moderazione è la parola d’ordine. È inutile negare che sia un alimento ricco di nutrienti e anche ipercalorico. In genere i gelati alla frutta hanno meno calorie di quelli alla crema o al cioccolato e molto dipende dalla base con cui vengono preparati, dalla presenza o meno di uova, latte, panna, dalla quantità di zucchero. Come per tutti gli alimenti più al palato è gradevole più il gelato è ricco. Infatti a volte quello alla frutta, se fatto senza latte e uova, è meno calorico ma anche meno cremoso e gustoso. Se è vero che nella scelta ci dobbiamo far guidare dal gusto è anche vero che, come per tutti gli alimenti, per il gelato dovremmo imparare a leggere le etichette. Grassi vegetali idrogenati, conservanti e coloranti ci sono anche in questo dolce, quindi
scegliere quelli con una lista di ingredienti più semplice può essere meglio sia per chi non ha problemi di linea sia per chi ha deciso di perdere peso. C’è una grande differenza tra il gelato artigianale e quello industriale. Il primo, se di qualità, è composto da materie prime fresche, con l’aggiunta di alcuni additivi (peraltro innocui), come la farina di semi di carrube che funge da addensante. Il secondo, invece, contiene latte in polvere, oli vegetali (quindi grassi idrogenati da evitare), e additivi come coloranti, emulsionanti, stabilizzanti e aromi. Il gelato artigianale quindi è un prodotto qualitativamente più elevato di quello industriale, tuttavia occorre fare attenzione poiché non è raro trovare prodotti artigianali in cui viene usata una base liofilozzata che contiene gli stessi ingredienti del gelato industriale. A parte l’attenzione per la qualità del gelato, la coda nella gelateria preferita non è assolutamente vietata per nessuno. Chi però vuole stare attento alla linea deve fare i conti con le calorie. Innanzitutto non ha alcun senso sosti-
tuire un pasto principale con un gelato, perché è vero che sia nutriente ma non contiene tutto ciò di cui il nostro organismo giornalmente ha bisogno ed è troppo ricco di zuccheri semplici che non possono essere paragonati a quelli che ci danno pasta o pane. Inoltre i grassi che contiene non sono certo quelli contenuti nell’olio di oliva per esempio. Detto ciò, bastano solo dei piccoli accorgimenti per far quadrare il bilancio energetico: per esempio, una cena ipocalorica a base di proteine (150 gr di carne o pesce con un’insalata) può essere terminata tranquillamente con un gelato. Non tutti i giorni però! Se si è molto golosi andrebbero evitate cassette sempre a disposizione nel freezer ed è meglio evitare di mangiare direttamente dalla vaschetta: fermarsi è più dura e diventa così molto facile introdurre un eccesso di calorie difficili da smaltire. Una passeggiata in riva al mare gustando un cono al gusto preferito è la scelta più sana per tutti. dott.ssa Annalisa Mira
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giovedì 10 giugno 2010
Settimana corta: quali i risultati? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2042
Al termine dell’anno scolastico è possibile trarre un bilancio. Le porte delle scuole si stanno ormai chiudendo lasciandovi fuori una popolazione di studenti proiettata verso le vacanze tanto attese, sole, mare, divertimento e un po’ di quel “dolce far niente”. La fine di un anno scolastico è per altri, dirigenti, insegnanti, personale vario, il momento dei conti, dei bilanci, ma anche l’inizio della pianificazione delle attività per l’anno successivo. E si sa, tali questioni non sono facili da gestire se di tanto in tanto arriva qualche decreto ministeriale con l’intento di curare la “grande ammalata scuola italiana”, o qualche bel taglio al bilancio. Con la riforma Gelmini della scuola è introdotta nelle scuole primarie la cosiddetta “settimana corta” che sembra portare con sé sentori provenienti da oltre oceano e che finora siamo abituati a vedere solo nei telefilm. Cinque giorni di attività scolastica, invece dei sei delle scuole di altro grado, con sabato e domenica liberi. Conquista o sconfitta? A Molfetta le scuole primarie che hanno adottato la settimana corta sono due, il I circolo didattico “A. Manzoni” e il III circolo didattico “S. G. Bosco”. Nel caso della scuola “S. G. Bosco”, a cui fa capo anche il plesso della scuola primaria “V. Zagami”, la settimana corta è una realtà presente ormai da due anni, come ci spiega la dirigente scolastica, la professoressa M. Tiziana Santomauro: “La nostra scuola ha fatto un po’ da pilota sul territorio. Già tre anni fa, col mio insediamento, ho provato a proporre e informare le famiglie circa la possibilità di adottare la “settimana corta” ed il tempo pieno e c’è stato un buon riscontro in entrambi i plessi che comprendono utenze differenti”. Punto cardine è stata quindi l’informazione non solo dei genitori, ma anche degli stessi insegnati che hanno dovuto rimodulare le proprie giornate sullo stampo della “settimana corta” e di un tempo pieno: una fitta rete d’incontri chiarificatori a fatto in modo che si comprendessero i nuovi meccanismi e si arrivasse ad un’“adesione di massa”. Naturalmente adottare un orario scolastico continuato, che tenga i bambini all’interno della scuola dalle otto di mattina sino asse sedici del pomeriggio presenta difficoltà non solo in ambito dell’organizzazione degli orari e del personale, ma anche a livello strutturale. La scuola ha infatti dovuto attrezzarsi di un refettorio e di un servizio mensa adeguato e a tal proposito la professoressa Santomauro ribadisce il lavoro sinergico e la grande collaborazione con l’amministrazione comunale e l’Ufficio Igiene della Asl. I più soddisfatti del nuovo orario scolastico
sono stati sicuramente i giovani alunni, cui non è dispiaciuto prolungare la permanenza tra le mura scolastiche stando in compagnia dei propri compagni e liberandosi un po’ dei fastidiosi compiti a casa; a trarne vantaggio è stato altresì il rapporto insegnante-alunno, rafforzato dal fatto di dover condividere anche il momento del pranzo. A conclusione di questo anno scolastico il III circolo didattico sembra aver pienamente superato le perplessità e difficoltà iniziali, procedendo spedito sulla rotta del tempo pieno che con il nuovo anno accoglierà nuove classi incrementandone il numero in entrambi i plessi. Un discorso differente è lecito affrontare per il I circolo didattico “A. Manzoni”, a cui in questo caso fa capo il plesso “G. Cozzoli”, che solo nel trascorso anno scolastico ha adottato la settimana corta in modo sperimentale. Come ci spiega il dirigente scolastico, il professor Michele Laudadio, “la scelta di adottare la settimana corta è stata effettuata in modo democratico attraverso un referendum che ha interessato non solo genitori, docenti e personale Ata, ma anche gli stessi alunni” per un totale di più di mille schede da scrutinare. Anche in questo caso, nonostante le iniziali titubanze, la maggioranza si è espressa nettamente a favore della settimana corta, comprendente trenta ore settimanali (dal lunedì al giovedì in turno antimeridiano con orario di funzionamento per tutte le classi dalle 8 alle 13.30; il venerdì turno antimeridiano dalle 8 alle 13 e turno pomeridiano dalle 15 alle 18), e che è stata così adottata nel primo quadrimestre per poi essere mantenuta in seguito, offrendo nei mesi di aprile e maggio il servizio mensa a scuola. Una decisione, quella del Consiglio di Circolo, che delibera di “rendere ormai “ufficiale” e “permanente” questa modalità organizzativa dell’orario settimanale delle lezioni, a partire dal prossimo anno scolastico 2010/2011, valutato l’orientamento positivo di tutto il personale scolastico”. Non sono mancate per il I circolo didattico le difficoltà strutturali e organizzative legate al personale che, come ci conferma il professor Laudadio, sono state analizzate in modo da poter essere superate nel successivo anno scolastico già un fase di allestimento. Una realtà, quella della “settimana corta”, che divide e affascina allo stesso tempo, e che secondo molti docenti non tarderà ad essere adottata anche negli istituti scolastici di altri livelli. Isabel Romano
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In Città
giovedì 10 giugno 2010
Pulo: si ritorna alla cultura Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2043
Anche quest’anno ci saranno gli appuntamenti all’interno della dolina. Il presidente spera di bissare l’ottimo riscontro ottenuto un anno fa anche se ammette che il consorzio dovrà fare fronte a difficoltà logistiche ed amministrative maggiori del passato. “Un progetto difficile – ha detto continuando – soprattutto per Polje, un giovane consorzio, che deve fare i conti con le difficoltà di gestione di un ambiente fragile e prezioso come il Pulo e con la necessità di lanciarne la conoscenza oltre il territorio cittadino”. Anche per le prossime manifestazioni estive il consorzio intende tutelare al massimo, come tra l’altro ha sempre fatto, l’habitat naturale del Pulo come ha tenuto a sottolineare Betta Mongelli. “Saranno Tornano le escursioni notturne all’interno del Pulo. Dopo il successo riscosso durante la scorsa estate con l’iniziativa denominata “Nel grembo della Grande Madre” il consorzio Polje, gestore della dolina, ha deciso di riproporre nuove aperture al chiarore di luna durante le calde serate estive. Anche quest’anno saranno riproposte visite guidate alternate a spettacoli e concerti. Per questo il consorzio, formato da Archeoclub, Ictius, Legambiente, Pro Loco, Terrae e WWF, ha deciso di aprire il futuro palinsesto estivo a tutte quelle associazioni culturali, teatrali e musicali che vorranno parteciparvi. Tutte le proposte verran-
pertanto attivate iniziative condivise da tutte le espressioni culturali e associative presenti in Polje”. Per concludere una piccola frecciatina del presidente a quanti non hanno visto di buon occhio gli spettacoli e le visite notturne svoltisi l’anno passato. “Ad onor del vero, le apprezzatissime manifestazioni della scorsa estate non hanno prodotto i danni che da alcune parti erano state paventati e tuttavia saranno apportati dei correttivi, soprattutto nella gestione delle visite notturne, che non mancheranno di stupire con la loro bellezza i visitatori”. Francesco Tempesta
no valutate attentamente da Polje che terrà conto della reale fattibilità delle iniziative: tipologia, attinenza con il luogo della rappresentazione, economicità della produzione. “Polje vuole ascoltare il territorio, vuole esplorarne le sensibilità culturali, soprattutto fra i giovani artisti, che, scommettendo su un mestiere difficile, investono energie, saperi e, spesso, alta formazione” ha dichiarato la professoressa Betta Mongelli, neo presidente di Polje. “Con questa chiamata alle arti si vuole cercare di intessere un dialogo soprattutto con gruppi operanti nel territorio, per tentare un progetto di elaborazioni culturali non nel Pulo ma per il Pulo.”
Torna a splendere la chiesa di Sant’Andrea Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2044
Ultimati i lavori di restauro dell’edificio situato nel Centro Storico. Da domenica 30 maggio un’antica perla è tornata a splendere all’interno del centro storico di Molfetta. Si tratta della chiesetta di Sant’Andrea, sita lungo via Piazza, che ha riaperto il proprio portale ai fedeli dopo due anni di chiusura dovuti ai lavori di ristrutturazione. È dal lontano XII secolo che la comunità molfettese frequenta l’edificio dedicato a Sant’Andrea, santo che da il nome proprio all’isoletta sui cui sorge il centro antico. Questo storico edificio fu rinnovato nel 1546 per volere testamentario del nobile Capitano della Città di Conversano Gratiano de Judicibus. L’illustre uomo tramite le sue ultime volontà chiese esplicitamente di far costruire una cappella da intitolare alla SS. Visitazione all’interno del Duomo di Molfetta (cfr “il centro antico di Molfetta” di Corrado Natalicchio e Luigi d’Agostino). Purtroppo all’interno della “Chiesa Vecchia”
non vi era abbastanza spazio per una nuova costruzione e pur di rispettare il volere del de Judicibus gli eredi acquistarono l’antica chiesa di Sant’Andrea edificandovi la cappella della SS. Visitazione denominata qualche tempo
dopo chiesa della Visita di Santa Maria ad Elisabetta e dell’Apostolo Andrea. Il cambio di nome è testimoniato dall’iscrizione presente sul cornicione esterno della facciata. Più tardi la chiesa venne erroneamente dedicata
dai fedeli a Sant’Antonio da Padova divenendo la sede ufficiale dall’antica e prestigiosa confraternita di Sant’Antonio, custode a sua volta della veneratissimo e omonimo simulacro. A partire dal XVIII secolo all’interno del sacro edificio è custodito un pregiato organo in legno. Quest’ultimo, assieme alla statua di Sant’Antonio, è stato restaurato nel corso degli ultimi due anni parallelamente ai lavori di recupero della chiesa. Il costo dell’operazione si aggira attorno ai 350mila euro interamente finanziato dal Governo Italiano. Un novo tassello si va quindi ad aggiungere alle innumerevoli bellezze presenti nel centro storico molfettese che nel corso degli anni procede ad oltranza verso un complesso processo di recupero dopo i lunghi e bui tempi vissuti. Francesco Tempesta
In Città
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Un buon giorno per tutti Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2045
Premiati i vincitori del concorso legato al progetto di educazione alimentare.
La promozione della salute e le buone prassi alimentari ancora una volta passano dall’istituzione scuola. Si nelle scorse settimane l’appuntamento conclusivo de “Il buon giorno si vede dal mattino”, l’iniziativa promossa dal Comune di Molfetta insieme con l’associazione sportiva Pallavolo Molfetta, nell’ambito della rete “Città Sane dei Bambini – OMS” con il coordinamento del referente tecnico, Laura Cirillo, e con il supporto dell’Azienda Agricola “Colicello” e della testata giornalistica “il Fatto”.
Il progetto si è sviluppato in tutte le scuole primarie e medie di Molfetta attraverso un percorso di educazione alla sana alimentazione che ha visto protagonisti, nelle classi, gli atleti della Pallavolo Molfetta e le biologhe nutrizioniste Vincenza Cocozza e Annalisa Mira: diversi incontri con gli alunni che sono serviti a illustrare e approfondire concetti fondamentali per la salute dei bambini quali l’importanza di una sana prima colazione, la piramide alimentare, le buone prassi a tavola e i benefici dell’attività all’aria aperta. Dopo il successo delle
taboliche. Ed è stata sorprendente la risposta dei ragazzi che hanno posto domande agli atleti, recepito i consigli delle esperte nutrizioniste, partecipato a un concorso di disegno sul tema della buona colazione. “Mi piace sottolineare – ha aggiunto Roselli – il ruolo centrale che hanno avuto le scuole: la collaborazione dei dirigenti scolastici e l’entusiasmo delle insegnanti sono stati ingredienti preziosi senza i quali questo progetto non avrebbe avuto lo stesso esito. Portare queste tematiche tra i bambini significa investire nel futuro e nella
bambino su cinque è in sovrappeso mentre il 5% è obeso soprattutto nella fascia di età tra i 3 e 6 anni. Ancora: il 50% dei bambini italiani non gioca all’aria aperta (il dato è decisamente migliore nei paesi del Nord Europa, nonostante il clima più rigido). Il 13% dei bambini italiani passa più di due ore davanti alla tv, il 20% fa uso di merende preconfezionate durante la prima colazione, percentuale che sale al 50% se si considera la ricreazione a scuola”. Al termine del concorso sono stati premiati Michele Mezzina della V^ B “Alessandro Manzoni” e Gio-
salute dei nostri figli, significa avere maggiori possibilità di rimuovere le cattive abitudini alimentari” ha sottolineato Roselli sintetizzando il senso di una sfida importante che Molfetta ha raccolto con successo. “Una sfida non più rinviabile soprattutto alla luce di alcune ricerche internazionali che svelano i contorni di una vera emergenza epidemiologica: secondo le statistiche dell’Unione europea – ha ricordato Cosimo Damiano Ciannamea, consulente scientifico del progetto “Città Sane dei Bambini – OMS” – un
vannangelo de Pinto della 1^ C “San Domenico Savio” per la categoria “articolo di giornale”; Angela Altamura della V^ D “Cesare Battisti” e Annachiara Salvemini della 1^ F “Giovanni Pascoli” per la categoria “miglior slogan”; Giovanna Binetti della 1^ G “Corrado Giaquinto” e Domenico Tangari della 5^ B “Don Cosmo Azzollini” per la categoria “elaborato grafico”. Un premio speciale è stato assegnato alla 1^ G della “Corrado Giaquinto” per il “miglior elaborato grafico di gruppo”.
iniziative di promozione dell’attività sportiva, continua dunque “l’alleanza” tra Comune di Molfetta e le scuole cittadine sul fronte della promozione della salute e non solo (il Comune ha messo in cantiere un piano di manutenzione e miglioramento energetico in tutte le scuole cittadine), come ha sottolineato il dirigente comunale responsabile del progetto, Rocco Altomare. “L’adesione del Comune alla rete Città sane dei Bambini ha posto le basi affinché la promozione della salute sia una prerogativa di questa
amministrazione e ha spianato la strada a una collaborazione continua con il mondo della scuola” ha affermato l’assessore ai Servizi Socio Educativi Luigi Roselli. “In questo progetto abbiamo coinvolto le principali realtà che ruotano attorno ai bambini, prima fra tutti la scuola e, attraverso di essa, anche le famiglie”. Gli incontri nelle classi sono serviti a diffondere una nuova sensibilità su tematiche cruciali quali il contrasto alla obesità, i benefici di una sana alimentazione, la prevenzione di patologie cardiovascolari e me-
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Cultura & Spettacoli
giovedì 10 giugno 2010
Cantare la Costituzione Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2046
Lo hanno fatto gli studenti della scuola “Corrado Giaquinto”. Matura, giovane e bella. Così appare la Costituzione, la legge fondamentale dello Stato, a più di sessant’anni dalla sua creazione, agli occhi degli adolescenti che frequentano la Scuola Secondaria di 1° grado “Corrado Giaquinto” di Molfetta. Il progetto di istituto “Cantare la Costituzione” ha trasformato lo studio della Carta Costituzionale in un laboratorio di vita reale che prepara gli studenti a diventare cittadini liberi, consapevoli, responsabili; la scuola vissuta come un laboratorio di democrazia partecipata, dove lo studio non avviene più su un piano astratto e teorico ma si trasforma in un’esperienza reale, attraverso l’esercizio della libertà, della democrazia e della partecipazione. A conclusione del progetto “Cantare la Costituzione”, svolto nell’anno scolastico 2009-2010, sabato 5 giugno, presso la sede dell’Istituto è stato presentato il volume contenente i lavori degli studenti, scaturiti dalla partecipazione ai vari laboratori, illustrato e impaginato dall’artista molfettese
Pin, con il coordinamento generale del dirigente scolastico, prof.ssa Rosalba Maria Carabellese e con il patrocinio della regione Puglia e del Comune di Molfetta. Il laboratorio, curato dai docenti Elisabetta Mongelli e Domenico de Ceglia, è stato un percorso di conoscenza degli articoli della Costituzione, attraverso alcune parole chiave: libertà, accoglienza, paesaggio, pace, lavoro, famiglia, identità, istituzione, uguaglianza, democrazia. Gli studenti sono stati condotti in un percorso di ricerca e riflessione su questi valori, attraverso un sentiero musicale tracciato da testi e da musiche di cantautori italiani e stranieri. I linguaggi utilizzati permettono spazi di immaginazione e libertà: il testo musicale e il testo visivo, forme, colori, disegni, suoni e melodie in un caleidoscopio multiforme e coloratissimo. La Costituzione non è soltanto uno strumento normativo, è un vero e proprio uno strumento educativo: fornisce un esempio di condotta e convivenza che va messo in pratica quotidianamen-
te. L’articolo 16 sulla libertà e l’articolo 17 sul diritto di asilo, hanno invitato gli studenti a riflettere su temi di scottante attualità, in un momento storico, in cui gli spostamenti degli uomini e i tragici avvenimenti che accompagnano le migrazioni offrono tristi esempi di violazione di questo diritto; gli articoli 18 e 19 hanno invitato a riflettere sulla libertà di parola, di pensiero, di religione, in correlazione con il testo “La Libertà”, di Giorgio Gaber, che sembra descrivere perfettamente la contemporaneità e il rischio che libertà fondamentali siano violate come quella di esprimersi, di conoscere, di comunicare e il rischio che la tentazione di delegare, di sottrarsi alla responsabilità escluda dalla partecipazione. E poi ancora: il paesaggio, l’ambiente, spesso deturpato e violato; la pace con articolo 11; il lavoro con il testo di Caparezza “Vieni a ballare in Puglia” che ci ricorda come le morti sul lavoro siano una tragedia quasi quotidiana. Nonostante la complessità dei temi trattati gli studenti, semplici
alunni ma con molti “superpoteri nascosti” hanno confessato che non solo gli articoli della Costituzione non sono apparsi loro vecchi e noiosi, ma che li hanno trovati talmente belli e giusti che si sono chiesti quando verranno pienamente messi in pratica: si sono letteralmente innamorati della Costituzione, così matura, giovane e bella. Katia la Forgidf foto di Vincenzo de Pinto
Gaetano Salvemini: vivo nel ricordo dei molfettesi
Vampiri, iettatori e tarantate nel Centro Storico
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Tre giorni dedicati al ricordo dell’illustre concittadino.
Una conferenza “fuori dal normale” tenuta dal professor Francesco Paolo de Ceglia.
Le docenti di Storia e Filosofia presso i Licei Classico “da Vinci” e Scientifico “Einstein”, de Candia, La Piana, Musolino e Salvemini hanno coordinato i lavori per le Giornate Salveminiane che hanno avuto luogo a Molfetta dal 5 all’8 giugno. Ad aprire il convengo una sorta di autopresentazione di Gaetano Salvemini: è stata affidata alla lettura di un alunno la scheda sul suo conto, compilata dalla polizia segreta che ne teneva sotto controllo le attività. A seguire, un video, curato sempre dagli alunni, sui “luoghi salveminiani” a Molfetta. Nel primo giorno hanno relazionato il professor Cornovaglia, docente di Storia Contemporanea dell’Università di Bari e il professor Leuzzi, direttore dell’Istituto Pugliese degli Studi dell’Antifascismo. Mentre il primo ha presentato il tema delle questioni salveminiane e il rapporto tra Salvemini e Giolitti, il
secondo ha illustrato la figura dello storico molfettese, presentandolo come un “fuoriuscito”. Il giorno seguente sono intervenute altre due insigni personalità: il professor Tranfaglia, docente emerito di Storia dell’Europa all’Università di Torino e di Storia del Giornalismo alla LUMSA di Roma, che ha relazionato sul tema “Gaetano Salvemini ed il destino del Mezzogiorno”, a confronto con un politico locale, Guglielmo Minervini, che si è confrontato con il professor Tranfaglia e con la platea, sui problemi attuali del Mezzogiorno, soprattutto nell’ottica della questione giovanile. Nella giornata conclusiva il professor Tranfaglia ha parlato sulla validità nei giorni nostri dell’analisi del fascismo fatta da Gaetano Salvemini, e poi il professor Leuzzi ha relazionato sul tema “Salvemini e gli azionisti pugliesi”. Infine, prima del discorso conclusivo del professor Cannizzaro, c’è stata una commovente drammatizzazione e lettura di alcune pagine salveminiane, considerate non solo spunto di riflessione per la storia di fine ’800 e prima metà del ’900 ma soprattutto contestualizzabili ai giorni nostri. Gianfranco Inglese
Quando si parla di vampiri scatta qualcosa nell’immaginario comune che è più vicino ad un’inconsapevole fascino-attrazione, che al timore per queste oscure figure. Ma si sa per noi impavidi uomini del terzo millennio, i vampiri non esistono, albergano solo fantasiose leggende e lontane superstizioni, e quantunque ci fossero state ancora piccole scintille di dubbio allora queste sono state spazzate via dalle menti di chi ha assistito all’interessante e accattivante conferenza intitolata “Vampiri, iettatori e tarantate. La scienza nella Puglia del Settecento”, tenuta dal professor Francesco Paolo de Ceglia, docente di Storia della Scienza presso l’Università di Bari. Una Sala Tuttur, nel Centro Storico, presa d’assalto da curiosi di ogni età che hanno seguito, anche con inaspettati sorrisi, le teorie settecentesche sull’esistenza dei vampiri scaturite da menti illuminate come quella di Giuseppe Davanzati, arcivescovo di Trani e autore di una dissertazione sui vampiri nel 1739, circolata negli ambienti ecclesiastici solo in forma manoscritta. E si passa così da una prima ipotesi poco credibile di mortinon morti, ovvero presunti tali sepol-
ti prematuramente, a quella legata ad una malattia non epidemica ma genetica, la protoporfiria eritropoietina, che attacca i globuli rossi, fino ad approdare alle diverse concezioni di protestanti e cattolici sull’unione e cesura di anima e corpo e dell’incorruttibilità di quest’ultimo; o, secondo Davanzati, concludendo e attribuendo la colpa di tali fantasie ad un’errata alimentazione da parete delle popolazioni del nord-est. Il filo conduttore seguito ha portato poi gli intervenuti a sondare il mondo della concezione della fantasia settecentesca, forza mentale potente a capace d’influire su terzi sottoforma di popolare iettatura, espressione tipicamente napoletana, per finire con fenomeni di tarantismo di donne catturate da strane forme d’isteria conseguenti al morso di ragni e che potevamo essere scacciate solo con un intervento musicale. Una conferenza ricca di sorprese e curiosità, grazie anche alla capacità del professor de Ceglia di tener viva l’attenzione del pubblico, e che ha un po’ allontanato l’ormai familiare figura del Dracula di Bram Stoker, cui tutti siamo abituati. Isabel Romano
Recensioni
giovedì 10 giugno 2010
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Il SegnaLibro. Resetto. Cronaca oraria di una giornata precaria Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2049
“Mattina. Io, che non sono Cenerentola, non ho nessun uccellino che cinguetta sul davanzale e poi ti rifà il letto. Non ho nessun profumo di caffè appena fatto che penetra nella mia stanza stile spot televisivo, né una mamma supergiovane, superbella, supertruccata e senza bigodini, che già alle sei di mattina, con sorriso da paresi e vocina da usignolo, ti parla dei “cinque cereali”. Per fortuna, però, non ho neppure quella maledetta nazista della “nonna Ace” che ti insegue ovunque, brandendo la candeggina come fosse la bacchetta di Harry Potter e poi ti rimprovera, con la sua vocetta stridula e spocchiosa, perché tu a trent’anni non sai ancora “smacchiare senza strapp”, mentre invece lei, a ottanta suonati, è ancora capacissima di martoriarti i maroni! Qui, il mio io civico ed etico chiede venia e inorridisce per la scurrilità, mentre il mio io basso emeschino si gongola soddisfatto e si guarda bene dal chiedere scusa alla nonna Psycho-Ace. Né, ribadisco per fortuna, ho un’amica come la Marcuzzi a cui confidare quanto mi senta “un po’ gonfia la mattina”. Sarò out ma con le mie amiche, io, che non sono la Marcuzzi, tendo a parlare di argomenti più futili e superficiali della mia stitichezza cronica. Il problema, però, è mio, perché, in tanti anni, non sono stata in grado di instaurare con le mie amiche un rapporto così totalizzante, così profondo, così intimo, così… di merda, come la Marcuzzi”. Valentina Pansini, Resetto. Cronaca oraria di una giornata precaria, Editrice ZONA, 2009, pp. 122, €13. Valentina ha venticinque anni, la maggior parte dei quali trascorsa tra i banchi di scuola. È pigra, sonnolona e in guerra preventiva col mondo intero dalle sette alle dieci del mattino, ma non appena dischiude alla luce del giorno gli occhi “alla Cofferati”, strategicamente nascosti da un paio di Ray Ben, affila gli artigli e diviene irriducibilmente ironica, comica, pungente, sagace. A metà tra un’adolescente frivola e sognatrice e una donna acidula già arresasi al “Rimmel di Kate Moss” e ai consigli della sezione “In forma” di Glamour, Valentina non è una studentessa universitaria a suo agio tra feste Erasmus ed esami rimandati e mai dati, bensì una docente supplente di lettere, per la precisione
una giovanissima supplente precaria, rafforzativo al quadrato della già precaria condizione di chi, nel nostro Bel Paese, è costretto e condannato a recitare a vita, o quasi, la parte del rimpiazzo. Resetto. Cronaca oraria di una giornata precaria è una guida pratica, divertita e briosa, scandita di ora in ora, alla quotidianità vissuta da una prof più in sintonia e vicina ai suoi alunni che ai suoi colleghi, residui fossili di una scuola imbronciata, dimenticata e in decadenza. Valentina mastica alla perfezione il vocabolario della tv-qualunquista e dei miti trash nazional-POPolari contro cui scaglia invettive feroci e dissacranti senza risparmiare nessuno: dalla Marcuzzi alla nonna Ace, da Kate Moss a Totti,
dalle figlie immaginarie di Diego della Palma e di madre Teresa di Calcutta al “Padoa Schioppa nazionale”. La narrazione è un gioco abile di iperboli colte, metafore sarcastiche e litoti sapienti che descrivono e fanno a pezzi, con disincantato umorismo, una realtà votata al paradosso, in cui la precarietà quotidiana è l’unica cronaca possibile. Valentina Pansini (Molfetta, 1981) è laureata in Lettere Moderne e ha maturato esperienze nel campo della critica d’arte. Attualmente, vive e lavora a Roma come insegnante (precaria) di Lettere. Resetto è il suo primo romanzo. A cura di Angela Teatino
MovieNote. Sex and the City II Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2050
“Quando Samantha mi ha detto che Henry avrebbe potuto tradirmi con Erin, la prima cosa che ho pensato è stata: cavolo non posso restare senza tata!”. Charlotte York (Kristin Davis) New York City. Manhattan. Secondo trasloco al cinema per le quattro inseparabili amiche: l’affascinante Carrie Bradshaw (Sarah Jessica Parker), la seducente e disinibita Samantha Jones (Kim Cattrall) la rigorosa Miranda Hobbes (Cynthia Nixon) e la dolce e bella Charlotte York (Kristin Davis). Carrie è sposata da due anni con Mister Big, così come l’avevamo lasciata al termine del primo adattamento cinematografico della fortuna e raffinata serie televisiva, nata dalla penna di Candance Bushnell. La crisi dell’economia mondiale ha colpito anche il mondo di Sex and The City, Carrie e Big sono scesi di 12 piani, lasciando un attico paradisiaco per un appartamento più a portata d’uomo, ma dotato di ogni comfort, con un gusto per l’arredamento degno di una rivista di settore. Sì perché Carrie dichiara di aver messo da parte lo shopping compulsivo in materia di abiti e accessori (si fa per dire, il film è un lungo product placement tra Dior, Blahnik, Louboutin e Chanel) per dedicarsi alla ricerca del mobi-
lio perfetto. L’amore di Big e l’uscita di un suo nuovo libro non rendono Carrie soddisfatta, è come se la sua vita avesse perso quello che lei stessa chiama “lo scintillio”, non vuole cedere alla routine della coppia sposata, ha ancora voglia di andarsene in giro per la città, cenare ogni sera in un luogo diverso e non consumare le serate sul divano a sgranocchiare del cibo d’asporto come a volte Big vorrebbe. Miranda, la stacanovista e carrierista del gruppo, vittima di uno stalking, decide di licenziarsi e di essere più presente come madre. Charlotte ha costruito con Henry la famiglia che ha sempre desiderato, ma la vita con le due bambine è faticosa, a volte le sembra di impazzire e meno male che c’è una bravissima tata ad aiutarla, peccato che questa tata sia giovane e molto attraente e Samantha insidi nella mente di Charlotte il tarlo della gelosia. Samantha sta affrontando un rapporto molto difficile con la giovinezza, ingurgita pillole e si cosparge continuamente di unguenti per lottare contro rughe e possibili (ed
improbabili) cali del desiderio dovuti alla menopausa. Sarà proprio lei a coinvolgere le amiche in una vacanza da sogno negli Emirati Arabi, ad Abu Dhabi. Una storia tutta affidata ai personaggi, quattro donne che superati i 40 fanno i conti con quelli che erano i loro sogni da adolescenti. Chi sono diventate? Sono davvero felici come donne, come mogli, come madri? Di certo le loro avventure sembrano brillare molto meno rispetto alla serie. D’effetto lo scambio fra Charlotte e Miranda sulla difficoltà dell’essere madre. Chi ha consumato le 94 puntate delle sei serie annuali conosce le argute e a volte geniali battute e situazioni con le quali gli autori hanno dato forma e vita ai loro personaggi. In questo secondo tentativo cinematografico più di qualcosa scricchiola. Se il tutto fosse stato condensato in una puntata televisiva, selezionando gli eventi e le battute migliori, forse il risultato sarebbe stato più apprezzabile. Più di due ore di semplice intrattenimento e qualche risata per chi desidera rivedere le proprie beniamine.
Scheda del film Sex and The City II (2010) Un film di Michael Patrick King Genere Commedia Produzione USA Distribuzione Warner Bros Italia Durata 146 minuti Michael Patrick King è un regista, un produttore e uno sceneggiatore televisivo statunitense, vincitore di un Emmy Award. Ha partecipato come sceneggiatore a show di successo come Will & Grace, ma il successo più grande è stato il telefilm Sex and The City per HBO, di cui è stato produttore esecutivo, sceneggiatore di molti episodi tra cui tutti i finali di stagione e le prime puntate di ogni stagione (ad esclusione della prima scritta da Darren Star). Nel 2008 ha scritto, diretto e prodotto il film basato sulla serie televisiva, Sex and The City e ha diretto il sequel intitolato Sex and The City II. Le vicende ambientate ad Abu Dhabi, sono in realtà state girate in Marocco, causa immoralità del quartetto, inammissibile secondo le leggi locali. A cura di Alessandra Recchia
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Spazio Giovani
giovedì 10 giugno 2010
Tatoo: un accessorio alla moda Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2051
“A Molfetta però non c’è molta fantasia”. Tatuarsi oggi è esprimere attraverso il proprio corpo emozioni e relazioni, un modo originale per raccontare e raccontarsi. I tatoo nascono da un’esigenza intrinseca agli uomini, vale a dire comunicare. Come afferma uno dei più accreditati tatuatori molfettesi, Francesco Petruzzella del Body Art Tatoo Studio, “Ci sono diverse e numerose tipologie di tatuaggi che generalmente ricalcano eventi importanti della vita delle persone, quali nascite di figli o morte di persone care”. Sebbene diverse le tipologie, la tecnica del tatuaggio rimane sempre la stessa: vengono immessi sotto cute colore e inchiostro, ottenendo così straordinarie opere d’arte. La pelle sostituisce la tela, su cui poter dare libero sfogo alla propria creatività. Si passa dal tribale, ai personaggi mitologici, dai nomi in versione giapponese, a boccioli di fiori, lasciando agli altri ogni interpretazione. Fino a qualche tempo fa si pensava che il tatuaggio fosse il distintivo di galeotti e carcerati, ora invece può essere definito un accessorio di stile e alla moda che abbellisce la pelle persino dei cosiddetti divi. Non bisogna omettere di parlare anche delle
precauzioni necessarie che sia i tatuatori devono prendere nel momento in cui si accingono a disegnare qualsiasi cosa sulla pelle delle persone e sia queste ultime dopo che il tatuaggio è stato fatto. Mentre il tatuatore deve sterilizzare gli apparecchi, utilizzare aghi rigorosa-
mente monouso, distinguere nel proprio locale tre ambienti (sala d’attesa, sala del tatuaggio e una sala per la sterilizzazione), invece le persone che si fanno tatuare devono fare in modo di tenere il tatuaggio sempre pulito, per evitare possibili infezioni, idratare sempre il
disegno affinché non si formino croste e, infine, proteggere la zona di pelle tatuata da raggi UV. Non serve impedire a un figlio di fare il tatuaggio, però il criterio e la prudenza devono accompagnare fedelmente la scelta, in quanto a nessuno è permesso di mettere a rischio la propria vita. I giovani, a volte, volendo seguire pareri di amici e conoscenti che offrono proposte più allettanti dal punto di vista economico giocano con la loro incoscienza, convinti di non essere mai coinvolti direttamente in eventuali problemi. Per concludere, secondo quanto asserisce Francesco Petruzzella, i molfettesi non sono per niente stravaganti nei soggetti e anche nei luoghi in cui richiedono di farsi tatuare “soliti tatuaggi in soliti luoghi, però, sono parecchie le persone provenienti da città limitrofe che richiedono cose più strane e in posti molto insoliti e alquanto intimi, come ad esempio i genitali”. Insomma, tatuarsi, perché no? L’unica condizione che bisogna tener ben presente è la validità sia del tatuatore sia degli attrezzi del mestiere utilizzati. Gianfranco Inglese
Riassunto di emozioni
La classifica del tatoo
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Raccontarsi attraverso un simbolo.
I soggetti più di moda: dal tribale agli angeli.
Amori infranti ma vissuti, eventi indimenticabili, volti di idoli, assiomi etici, tutti lì, impressi nel nostro animo, anzi sulla nostra pelle. Restano indelebili piccoli o grossi tatuaggi che, un po’ come fanno le fotografie, sanno qualcosa di noi anche quando poi da anziani non viviamo più le stesse sensazioni. Chi disegna Madonne e Santi sulla pelle, dice sia un vero e proprio atto di fede, che vuole testimoniare l’attaccamento alla propria religione, come se ci fosse uno stretto e reale rapporto tra le due cose. Chi, ormai adulto, si ritrova il nome del primo piccolo grande amore di cui è rimasto un ricordo o solo poco più. Chi tatua il viso del proprio cantante preferito così da potersi ricordare ciò
che da lui ha imparato quando era giovane e cosa provava nei suoi concerti. Chi ancora vuole che piccoli personaggi fantastici come elfi o fatine facciano compagnia in ogni loro momento. Poi ci sono anche quelli che lasciano impresse frasi e aforismi in cui credono nell’età in cui si tatuano e magari divenuti anziani o adulti ripudiano quel concetto perché contro le loro idee. L’esibizionismo è sicuramente parte integrante di un tatuaggio. Molti credono davvero nel significato del proprio, altri invece credono fermamente nel’estetica e nell’armoniosità che può avere un semplice “tribale” o di un concetto (anche se banale e non necessariamente complesso) espresso in lingua cinese, confidando a volte nell’ignoranza linguistica di chi lo osserva. Riassunti di emozione, dunque, impressi sulla nostra pelle in modo da non scordarcene mai. Ma non è fondamentalmente meglio vivere le proprie emozioni e lasciare che ci invadono delle altre, piuttosto che pensare di non perdere mai le sensazioni di una soltanto?
Il tatuaggio oggi è definita un arte altamente raffinata, l’espressione di se stessi. Ma nonostante la loro vasta gamma in stretto rapporto con i gusti individuali, è stata stipulata una classifica in base alla loro popolarità. Primo posto: i tatuaggi tribali, i sempreverde del tattoo-art. Sono resi per la maggior parte con la tecnica del bianco e nero e raffigurano linee curve o rette, simmetriche o asimmetriche, lasciando sfogo alla fantasia dell’interessato. Date le sue antichissime origini, è proprio il caso di dire che si tratta di un tatuaggio immortale. Si chiamano “tribali”, infatti, perché questi venivano incisi sulla pelle delle antiche popolazioni per distinguere le diverse tribù, ma soprattutto per definire il ruolo di ogni singolo individuo all’interno di essa. Oggi, invece, sono considerati oggetto di fascino e mistero per chi li indossa. Secondo posto: i tatuaggi a stella, facili da disegnare in qualunque parte del corpo in diverse grandezze e colorazioni. Il loro significato è quello di dare un senso di protezione e guida, poiché anticamente stelle e compassi erano i due Gaetano de Virgilio temi più tatuati sulle braccia dei mari-
nai come simbolo di buon auspicio per i loro viaggi. Terzo posto: i tatuaggi ad angelo, considerati essere espressione di fede e spiritualità. Sono molto popolari per il loro inevitabile significato e richiamo alla pace. Ultimamente, però, si predilige maggiormente veri e propri quadri di angeli che combattono contro dèmoni, quindi, in senso lato si legano molto alla continua e instancabile lotta tra il bene e il male. Quarto posto: i tatuaggi a croce, popolari e comuni per la loro caratteristica di poter essere resi in diverse dimensioni e combinazioni. Infatti, questi soggetti sono spesso abbinati con altri simboli come per esempio rose, spade, serpenti, assecondando le svariate interpretazioni e i differenti significati che ognuno vuole affibbiare al proprio tatuaggio. Quinto posto: i tatuaggi ad ali, considerati simbolo di libertà oltre che di fede. Spesso raffigurati sulla schiena, sono tatuaggi versatili, poiché si associano ad altri oggetti come fate, draghi, uccelli senza alterarne il loro significato, anzi, completandolo e perfezionandolo. Maria Sancilio
giovedì 10 giugno 2010
il Fatto Summer Tour
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Ritorna in versione estiva “il Fatto Summer Tour” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2054
Ancora una volta protagonisti i ragazzi di Buena Vida.
Sono passati otto mesi ormai dalla prima tappa de “il Fatto Tour” ideato dal collettivo, organizzazione di eventi, Buena Vida; sono trascorsi molto velocemente come anche le serate stesse ospitate nelle varie location di Molfetta tanto da motivare un tour estivo. E dove se non sulle “nostre” coste? E allora ci sta tutto (concedeteci l’espressione), Buena Vida con il Fatto Summer Tour 2010 che si realizzerà nei lidi della nostra città andrà a valorizzare una litoranea
ad elevato potenziale di richiamo, se ben ottimizzato, e senza trascurare i principi che sono alla base dell’organizzazione: la voglia di socializzare, il protagonismo giovanile, un divertimento sicuro creato da e per i giovani… Molte le novità come i gadget, le modalità di intervista, un sound ancora più happy, lo scenario più “caliente”, le promozioni. Invitiamo tutti alla prima tappa che si svolgerà venerdì 18 giugno presso il Lido Bahia in concomitanza con l’inaugurazione
della stagione estiva e vi ricordiamo di avvisare gli amici dei paesi limitrofi così sembrerà proprio di essere già in vacanza. Quindi come dicevano Giuny Russo nel 1986 con “Alghero:…in compagnia di uno straniero”, i Righeira nel 1983 con “Vamos a la playa” o gli Articolo 31 nel 1996 “… e siamo tornati…” e ancora Caparezza “Vieni a ballare in Puglia”, auguriamo Buena Vida, Buena Vida a tutti, Buena Vida con il Fatto Summer Tour 2010.
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il Fatto Reggae
giovedì 10 giugno 2010
Nuova serie di appuntamenti con “il Fatto Reggae” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2055
Dal 10 si balla al ritmo di musica reggae e hiphop. della città. Accanto all’ormai collaudato tour in collaborazione con Buena Vida, al via giovedì da 10 giugno, come da tradizione partendo dal Silver Caffè, ecco il nuovo tour denominato “il Fatto Reggae - Dancehall & HipHop vibes”, con la collaborazione artistica di Zio Pino. Come già il tiolo lascia intendere, questa nuova esperienza è dedicata alla musica Reggae e HipHop, di cui la nostra città è da decenni ricca di artisti (Don Danny, Shanty Crew, Puni, giusto per citare alcuni degli ospiti del nostro tour). Il reggae e l’hiphop, son le musiche che più s’addicono alle temperature estive, essendo due generi musicali che nascono proprio nelle zone più calde del mondo: il Sud America, i caraibi e la Giamaica, in particolare. Da sempre Molfetta è punto di riferimento per la scena regionale e nazionale di eventi “dancehall” (la tipica festa di musica Reggae-HipHop), ed infatti sono Con l’arrivo dell’estate “il Fatto” tanti i giovani che nella nostra città raddoppia i suoi appuntamenti con amano recarsi a ballare lì dove c’ è il “tour” in giro per i migliori locali un Reggae Party. Instancabile promo-
tore di questo genere d’eventi è Zio Pino (all’anagrafe Andrea de Pinto), animatore dj e cantante, perno di due gruppi musicali quali i South Love Vibration e i Bad&BreakFunk, di cui molti ricorderanno un video su Italia 1, nella trasmissione Talent One, e le innumerevoli canzoni in dialetto locale, vero e proprio cult “underground” a Molfetta e in tutta la regione. Ad ogni tappa del tour saranno presenti le nostre telecamere e i nostri microfoni,
per poter conoscere più da vicino gli artisti che, di volta in volta, saranno ospiti e affiancheranno il resident-dj Zio Pino. Ora, le parole possono bastare, non ci resta altro che andare e ballare, e divenire protagonisti di questa nuova frizzante esperienza musicale tutta molfettese. Ci vediamo giovedì 10 giugno al Silver Cafè (in via Fremantle 19/i – Zona 167), dalle ore 22 per tagliare il nastro inaugurale de “il Fatto Reggae”.
giovedì 10 giugno 2010
La Rumba Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2056
Il fatto Danza
L’origine della Rumba si deve all’incrocio di alcuni ritmi spagnoli con altri africani. In particolare il canto ha forti influenze andaluse mentre le percussioni sono africane. Questa danza prende piede a Cuba nel 1878, dopo l’abolizione della schiavitù, e divenne al ballo dei contadini di origine africana “trapiantati” forzatamente per la coltivazione di tabacco e caffè. Gli strumenti musicali utilizzati erano prettamente strumenti “recuperati” dalla vita di ogni giorno come, nello specifico, maracas (composti con zucche svuotate e sassi), tamburi (qualsiasi tipo di cassone vuoto) e claves (composti da due bastoncini di legno). Originariamente la Rumba si diversificava in Columbi, Yambù o Guaguancò, a seconda dei passi e del significato allegorico che questi assumevano. Con la prima l’uomo dava un’importante prova della propria abilità: doveva seguire le improvvise variazioni ritmiche dei percussionisti con coltelli legati ai piedi. La Rumba Guaguancò, ballata in coppia, aveva come tema principale il corteggiamento e la fertilità. La Rumba Yambù, invece, era un ballo distensivo: doveva servire per scaricare le tensioni della giornata nei campi. Naturalmente questa danza ha poi subito modificazioni nei paesi
sudamericani ed europei. Anche oggi, comunque, la Rumba ha tre varianti principali: lenta, la più diffusa, accelerata e veloce. La versione più lenta, la Rumba-bolero, consiste in ancheggiamenti naturali del corpo e in passi in cui prevalentemente si appoggia a terra la pianta del piede “piatta”. In questa danza la posizione della coppia è piuttosto distanziata, rispetto ai nostri balli tradizionali, per lasciare ai partner buona libertà di movimento e, alla ballerina, la possibilità di eseguire lente rotazioni in assolo sotto l’arco delle braccia. Dopo esser stata “europeizzata”, la Rumba è entrata subito a far parte delle cinque danze Latino-Americane, con una serie di migliorie ed evoluzioni dei passi basilari originali. Il movimento del bacino, inizialmente eseguito in maniera naturale, sarà scalzato a favore di uno molto più articolato e ricercato, quale la Cucaracha Hips Movement (movimento cucaracha dei fianchi), che rende il movimento molto più morbido e “pastoso”. In ultimo, per quanto riguarda il carattere del ballo, la Rumba è da sempre considerata la “danza dell’amore”, non perdendo, quindi, le sue peculiarità originali, ritrovabili, andando a ritroso, nel Guaguancò e Yambù. Alberto Tridente
Sport
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Corrimolfetta: 1700 vincitori Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2057
Numeri straordinari per la manifestazione organizzata dalla Free Runners. Alla sua quinta edizione la Corrimolfetta, sesta prova del criterium regionale Corripuglia, ha suggellato non solo un importante riscontro di partecipazione, ma soprattutto l’ottimo livello tecnico e agonistico della competizione. Domenica 30 maggio sono stati oltre 1700 i partecipanti e ben 1.445 i finisher che si sono contesi il palco. “Non posso certo nascondere la soddisfazione per questo risultato – ha dichiarato il presidente della Free Runners Sergio Gervasio – che abbiamo costruito negli anni con un forte di un gioco di squadra per trasformare una gara agonistica in un evento sportivo fatto anche di convivialità e sana competizione”. Conclusi velocemente gli adempimenti formali con il ritiro dei pettorali e dei pacchi gara, la competizione ha avuto inizio con la classica fase della “scansione dei presenti”. L’annuncio dello speaker che rivela la presenza di Rodolfo Guastamacchia, recente vincitore delle maratone di Bari e della Bat, provoca qualche legittima delusione in chi non lo aveva trovato negli elenchi del giorno prima sul sito della Fidal regionale ma non manca
di generare quella voglia alla vittoria. Percorso veloce, senza particolari difficoltà altimetriche, ben protetto dal traffico grazie al capillare lavoro di coordinamento del corpo di Polizia Municipale, dell’ASM Molfetta, della Molfetta Mutiservizi e dei volontari della Croce Rossa Italiana, Sermolfetta, Misericordia, Emergenza Radio CB Giovinazzo, Guardie Ecozoofile dell’Anpana e Velo Club Molfetta. Dopo dieci chilometri tutti d’un fiato a tagliare per primo il traguardo Rodolfo Guastamacchia, tesserato per l’Aden Exprivia Molfetta. Secondo è Ivano Musardo, salentino tesserato per il 10° Reparto Trasmissioni dell’Esercito. Giunge terzo il marocchino Hamid Kadiri. In campo femminile il successo arride a Francesca Labianca, tesserata per la Nuova Atletica Acquaviva, 126^ assoluta, che precede Immacolata Ventrella (Olimpia Club Molfetta) e Rosalinda Pischetola (Santo Stefano Cerignola). Dopo la gara il “salto” sul palco per la premiazione avvenuta alla presenza del sindaco di Molfetta Antonio Azzollini e di Angelo Giliberto, presidente della Fidal Puglia.
Tutti in campo con il CSI Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2058
Fino al 22 giugno le iscrizioni per il torneo di calcio a 11. In esatta concomitanza con l’arrivo della bella stagione torna l’appuntamento con una delle iniziative calcistiche più importanti per l’estate molfettese. Si tratta del torneo di calcio a 11 promosso dal comitato territoriale molfettese del Centro Sportivo Italiano (CSI) arrivato alla sua terza edizione e divenuto ormai un cult per gli appassionati del genere. L’iniziativa è rivolta alla categoria “Open” che comprende tutti coloro che sono nati entro il 31 dicembre 1994. Tutte le partite del torneo si giocheranno tutti i giorni nelle ore serali presso il campo comunale “Petrone”. Le iscrizioni per quanti vorranno partecipare con una propria squadra composta da almeno undici atleti saranno aperte sino a martedì 22 giugno 2010 e potranno essere effettuate presso la sede del CSI sita in via Cairoli 35. Il comitato è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 17 alle 21. Per qualsiasi informazione o delucidazione circa il torneo è inoltre possibile contattare i responsabili sia via mail, molfetta@csi-net.it, che direttamente ai seguenti numeri di telefono: ufficio 349.6544681, Gaetano 349.292187
e Fabrizio 349.7921064. Seguendo perfettamente il perfetto stile CSI il torneo di calcio a 11 è senza dubbio un’occasione unica per trascorrere serate piacevoli e spensierate all’insegna dello sport, del divertimento e soprattutto della lealtà verso gli altri. Riproponendo anche per quest’anno questa importante iniziativa il CSI si pone senz’altro come leader indiscusso cittadino nel campo dell’animazione e dell’educazione sportiva, peculiarità fondamentali per la formazione personale e per vivere una vita sana e corretta.Intanto il Centro Sportivo Italiano fa inoltre sapere che la squadra molfettese “Edil Sancilio”, vincitrice del torneo di calcio a 7 targato CSI, si è anche laureata campione regionale della categoria stessa. Nelle successive fasi interregionali (Puglia, Basilicata e Campania) la Edil Sancilio ha ottenuto un ottimo secondo posto. Si tratta di un eccellente risultato per il comitato molfettese CSI che con il passare del tempo, attraverso i tanti tornei organizzati, sta sfornando squadre capaci di competere anche al di fuori degli ambiti regionali. Francesco Tempesta
giovedì 10 giugno 2010
Lavoro in Chiaro
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2000 nuove assunzioni per la Coop Italia Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2059
Nel numero 60 di questo periodico avevamo parlato di numerose assunzioni in ambito farmaceutico, dando anticipazioni relative alle nuove assunzioni riguardanti svariate aziende del settore. In questo numero, quindi, parleremo delle nuove assunzioni presso la Coop Italia. La Coop si appresta ad assumere circa 2000 persone entro il 2010, in funzione di un piano di sviluppo e assunzioni che interesserà l’intero territorio nazionale. Per il colosso italiano della grande distribuzione si prevede l’apertura di 20 nuovi negozi, tra cui 7 ipermercati. Oggi vi presentiamo alcune offerte di lavoro attualmente aperte per i supermercati del nord Italia. Nella nostra esposizione partiremo proprio dalla posizione lavorativa in qualità di farmacista. FARMACISTI:Sede di lavoro Biella per il Corner Salute dell’Ipermercato di Biella. La ricerca è rivolta a Dottori Farmacisti regolarmente iscritti all’Albo professionale. Il ruolo prevede la gestione dello spazio di vendita di SOP e OTC nei suoi aspetti di gestione dei prodotti e di ottimizzazione del servizio al cliente. Capacità di relazione, cortesia, attenzione al cliente, disponibilità agli orari di punto vendita costituiscono ele-
menti preferenziali. Le proposte di lavoro, prevalentemente part -time, saranno commisurate all’effettiva esperienza. FARMACISTI: Sede di lavoro Cantù (CO) per il Corner “Coop Salute” dell’Ipermercato di Mirabello di Cantù (CO). La ricerca è rivolta a laureati in Farmacia o in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche iscritti all’Ordine dei Farmacisti. È richiesta disponibilità a lavorare su turni ed al lavoro domenicale secondo quanto previsto dalle leggi regionali e comunali. FARMACISTI: Sede di lavoro Varese per il Corner “Coop Salute” del supermercato di Varese. La ricerca è rivolta a laureati in Farmacia o in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche iscritti all’Ordine dei Farmacisti. È richiesta disponibilità a lavorare su turni ed al lavoro domenicale secondo quanto previsto dalle leggi regionali e comunali. FARMACISTA: Sede di lavoro Parma e Mantova per il Corner salute dell’Ipercoop “Centro Torri” di Parma e “Virgilio” di Mantova. La ricerca è rivolta a dottori farmacisti regolarmente iscritti all’albo professionale ADDETTI ALLE VENDITE E FARMACISTI: Sede di lavoro
Albenga Coop Liguria, per il potenziamento dell’organico stagionale del proprio punto vendita di Albenga e in vista della prossima trasformazione in ipermercato seleziona addetti alle vendite da assumere nei settori food, casse e non food. Si ricercano persone dinamiche, volonterose, con buone capacità relazionali. Titolo di studio richiesto: scuola dell’obbligo. Sono gradite esperienze pregresse. Per il settore farmacia sono richiesti Laurea in Farmacia o titolo equipollente, abilitazione all’esercizio della professione, iscrizione all’Ordine dei Farmacisti e domicilio nella zona di Albenga. ALLIEVI CAPO REPARTO DI SUPERMERCATO: Sede di lavoro Torino e provincia, provincia del Verbano Cusio Ossola. I candidati ideali sono giovani diplomati o neolaureati, di alto potenziale, disponibili alla mobilità territoriale piemontese per un periodo di almeno dodici mesi, con caratteristiche di intraprendenza, energia, tenacia, serietà, motivazione, responsabilità e concretezza. È previsto l’inserimento in un progetto di formazione intensiva direttamente “sul campo” finalizzata all’acquisizione della qualifica definitiva. Al termine del percorso, il ruolo prevede
il coordinamento di un gruppo di collaboratori, la gestione organizzativa di un reparto del punto vendita, l’attenzione all’allestimento e al rifornimento delle merci. CAPI REPARTO MACELLERIA CANALE SUPERMERCATI: Sede di lavoro Lombardia. La ricerca è rivolta a persone che abbiano maturato una buona esperienza nel settore in posizione analoga e che sappiano misurarsi con una realtà fortemente orientata al servizio, ai risultati ed alla gestione delle risorse umane. È richiesta buona flessibilità oraria e disponibilità alla mobilità all’interno della regione Lombardia. La proposta retributiva sarà commisurata all’effettiva esperienza acquisita. MODALITA’ PER LE CANDIDATURE. Per candidarsi ad una o altre offerte di lavoro è necessario visitare la seguente pagina web www.e-coop.it di Coop e inserire il curriculum vitae successivamente alla selezione dell’annuncio di vostro interesse. “Gli invidiosi soffrono il doppio degli altri uomini: infatti non solo soffrono per i loro mali, come gli altri, ma soffrono anche per i beni altrui”. Ippia
Il fatto.net ha selezionato per voi dai motori di ricerca alcuni annunci di lavoro. Alcuni annunci saranno ripetuti ma vale sempre la pena consultarli tutti. Negli annunci diretti troverete gli annunci fatti direttamente alla nostra redazione. Il servizio di annunci è totalmente gratuito e la radazione non si assume alcuna responsabilità circa la bontà delle inserzioni. Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultate il sito www.ilfatto.net nell’area OFFRO LAVORO.
ORMANT SRL ORMANT SRL azienda settore industria ricerca un profilo esperto nell’uso del software SAP BUSINESS ONE. Se dotati di tale esperienza inviare cv a giulio.cosentino@ormant.it (Non inviate cv con altri profili o con conoscenze su altri prodotti SAP). EDITORE ACTIVA - IL FATTO CERCA GRAFICO PUBBLICITARIO La Casa Editrice ACTIVA S.R.L, produttrice de “il Fatto” cerca grafico freelance da affiancare alla struttura interna e ai progetti in corso. Si richiede fantasia creativa, capacità d’uso degli strumenti di editing grafici moderni, e voglia di entrare in un gruppo dinamico come quello giornalistico indipendente. Si richiede curriculum vitae con foto contenete esperienze creative e possibilmente demo. PER INFO: giulio.cosentino@gmail.com EDITORE ACTIVA - IL FATTO CERCA CONSULENTE COMMERCIALE La Casa Editrice ACTIVA S.R.L, produttrice de “il Fatto” cerca
consluentei commerciali da introdurre nel proprio organico. Cerchiamo gente dinamica e libera di mente con la voglia di affermarsi nel mondo del lavoro. Offriamo formazione e stabilià contrattuale da raggiungere dopo un percorso serio di crescita. PER INFO INVIARE C.V. CON PROPRIA PRESENTAZIONE COMPLETO DI FOTO A editore@ilfatto.net. BEFORE SRL BEFORE SRL, AGENZIA VODAFONE BUSINESS, sta selezionando persone dinamiche ed intraprendenti da inserire nel ruolo di Consulente Commerciale all’interno della propria rete di vendita rivolta alle piccole e medie aziende. Si richiede precedente esperienza di vendita, preferibilmente nel settore dei servizi ed in particolare in Agenzie del mondo di telecomunicazioni, motivazione e orientamento ai risultati. Offriamo: • Portafoglio prodotti che comprende, unitamente ai servizi mobili
voce e dati, anche gli innovativi servizi di rete fissa e connettività DSL • Provvigioni Top del mercato di riferimento • Percorso avanzato di formazione professionale • Inserimento in contesto dinamico in grado di supportare al meglio l’attività commerciale tramite i migliori servizi di Telemarketing e Backoffice • Sede di lavoro: CAMPANIA - PUGLIA -BASILICATA Le persone interessate sono invitate a trasmettere un curriculum vitae con attuale retribuzione e foto, corredato da espressa autorizzazione al trattamento dati personali, all’indirizzo di posta elettronica selezione@beforesrl.it, Fax 080 2143904.
La TECNA SAS, azienda meccanica, per ampliamento organico cerca operai specializzati e/o da formare previo regolare periodo di apprendistato. Per info inviare CV all’indirizzo S.P. Terlizzi/Mariotto 7, 70038 Terlizzi, o a mezzo fax al numero 080-351229. Per info chiamare lo 080-3542837 o recarsi presso la sede all’indirizzo sopra indicato.
BEATLES PUB Beatles Pub cerca personale con o senza esperienza per la stagione estiva. Per info: Beatles Pub, lungomare Colonna 122, Molfetta.
IL CIBO DEGLI DEI Il ristorante “Il Cibo degli Dei” - Molfetta seleziona personale di cucina e sala per la stagione estiva. Per info contattare al numero 392 99 68 233 o inviare il curriculum vitae all’indirizzo: info@ilcibodeglidei.com
PLAYA DEL SOL Ricerca personale qualificato con esperienza per la nuoca stagione: pizzaiolo, cuoco, aiuto cuoco, cameriere e factotum. Per info: telefonare al 348/9354757
Per inserire un’offerta di lavoro basta inviare il testo con l’inserzione alla nostra e-mail: editore@ilfatto.net
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giovedì 10 giugno 2010
www.i lfa t t o .net
IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni, puntuale come sempre il giovedì. Antica Salumeria del Centro - Via De Luca, 7 Bar Arcobaleno - Banchina San Domenico Bar Astoria - Corso Umberto I, 16 Bar Belvedere - lungomare Marcantonio Colonna Bar Caffetteria Paninoteca Grease - Via Molfettesi d’Argentina, 75 Bar Camera Cafè - Via XX Settembre, 43 Bar Cavour - Corso Fornari, 47 Bar Cin Cin - Corso Dante Alighieri, 30 Bar Degli Artisti - Via Gesmundo, 4 Bar Del Ponte - Via Ruvo, 18 Bar Europa - Via F. Cavallotti, 33/35 Bar Fantasy - Via Pio La Torre, 33 Bar Fausta - Corso Umberto I, 150 Bar Football - Via Ugo La Malfa, 11 Bar Giotto - Corso Margherita di Savoia, 91 Bar Haiti - Via San Domenico, 42 Bar Ideal - Via Terlizzi Bar Kennedy - Via Edoardo Germano, 49 Bar La Caffetteria - Via A. Salvucci, 46 Bar La Favola Mia - Via Baccarini, 35 Bar La Fenice - Corso Umberto I Bar London - Via Terlizzi, 6 Bar Mary - Corso Umberto I, 122 Bar Mezzina - Via Luigi Einaudi, 6 Bar Miramare - Via San Domenico, 9 Bar Mirror - Via Capitano Manfredi Azzarita, 124 Bar Mixer Cafè - 6^ strada ovest Lama Martina Bar Mongelli - Via Baccarini, 35 Bar Peter Pan - Via Vincenza Alma Monda, 48 Bar Rio - Via Bari, 92 Bar S. Marco - Corso Umberto I Bar Settebello - Via A. Salvucci, 28 Bar Seven - Via Edoardo Germano, 33 Bar Seventy - Via Tenente Michele Silvestri Bar Sottocoperta - Piazza Giuseppe Garibaldi Bar Stazione - Piazza Aldo Moro Bar Sweet - Piazza Giuseppe Garibaldi, 32 Bar Toto - Corso Fornari, 73 Bar Universo - Corso Umberto I
Betty Paige - Largo Municipio, 6 Biglietteria regionale FS - Piazza Aldo Moro Blues Cafè - Corso Dante Alighieri, 49 Buffetti - Piazza G. Garibaldi, 60 Caffe Al Duomo - Banchina Seminario, 10/12 Caffè Colorado - Via Guglielmo Marconi Caffè Metropolis - Via Cap. G. De Gennaro, 16 Caffè Silver - Via Framantle 19/i Caffetteria Gonzaga - Via Piazza, 23/25/30 Caffetteria Manhattan - Viale dei Crociati Caffetteria Roma 2 - Banchina San Domenico Caffetteria Venere - Via Martiri di Via Fani, 6 Calì Caffè - Via Giacomo Puccini, 7 Casa di riposo “Don Grittani” - Via Don Minzoni Coffee Room - Viale Pio XI, 9 Comune Di Molfetta - Piazza Vittorio Emanuele, 9 De Pinto - Via Edoardo Germano, 39 Edicola - Viale Pio XI Edicola - Via Tenente Michele Silvestri Edicola - Via Palmiro Togliatti Edicola - Piazza Giuseppe Garibaldi Edicola - Corso Dante Alighieri Edicolandia - Via Principe Amedeo, 45 Edicola delle Rose - Via Gen. C. A. Dalla Chiesa Edicola Gigotti - Via Bari, 74 Edicola Grosso - Via Don Pietro Pappagallo Edicola L’Altra Edicola - Via Terlizzi Edicola Sciancalepore - Via Madonna dei Martiri Edicola Sciancalepore - Piazza Cappuccini Euro Caffè - Via San Francesco d’Assisi Farmacia Grillo - Via S. Angelo, 37 Flory’s Caffè - Via Poli Generale Eugenio, 3 Giotto Cafè - Corso Margherita di Savoia, 91 Green Bar - Via Baccarini, 111 Gruppo FAMM Immobiliare - Via De Luca, 15 Guardia di Finanza - Madonna dei Martiri Le Chic J’Adore - Via Tenente Michele Silvestri, 69 Le Mimose - Viale Pio XI Lido Alga Marina - ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Bahia - località Torre Rotonda
Lido Belvedere - ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Lafayette - ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Marina Piccola - ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Nautilus - ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Nettuno - ss16 Molfetta-Bisceglie Lido Scoglio d’Inghilterra - località Torre Rotonda Marilù Cafè - Via Tommaso Fiore, 38/40 Mattia’s Cafè - Corso Dante Alighieri Mondocasa - Piazza Effrem, 12 Music Cafè - Via Ten. Silvestri, 11 Note & Book - Via Tommaso Fiore, 24 Off Street - Piazza Giuseppe Garibaldi, 15 Panificio Annese - Via Cappellini, 28 Panificio Biancaneve - Via Molfettesi del Venezuela, 41 Panificio Biancaneve - Via De Luca, 59 Panificio Cangelli - Via Cap. T. De Candia, 49 Panificio Centrale - Via Respa, 40 Panificio D’Oro - Via Madonna dei Martiri, 51 Panificio de Gennaro - Via Cap. T. De Candia, 155 Panificio Don Bosco - Corso Fornari, 67 Panificio Don Bosco - Via Raffaele Cormio, 36 Panificio Europa - Via Rattazzi, 41 Panificio Il Cugino - Via Massimo D’Azeglio, 91 Panificio Il Cugino - Via Alessandro Manzoni, 91 Panificio Il Forno - Via Fremantle, 42 Panificio Immacolata - Via Cappellini, 28 Panificio Jolly - Viale Pio XI, 9 Panificio La Sfornata - Via Enrico Fermi, 19 Panificio Mulino Bianco - Via C. Giaquinto, 46 Panificio Non Solo Pane - Via Paniscotti, 44 Panificio Non Solo Pane - Via Gen. Poli, 13 Panificio Petruzzella - Via Bovio, 18 Panificio Posta - Via Ricasoli, 29 Panificio Rinascente - Via Nino Bixo, 25 Panificio Sant’Achille - Via Martiri di Via Fani, 15 Panificio Trionfo - Via Ten. Fiorino, 71 Parrocchia Della Cattedrale - Corso Dante Alighieri Parrocchia Di San Corrado - Largo Chiesa Vecchia
Parrocchia Immacolata - Piazza Immacolata, 62 Parrocchia Madonna Della Pace - Viale Xxv Aprile Parrocchia Madonna della Rosa - Via Gen. C. A. Dalla Chiesa Parrocchia S. Achille - Via A. Salvucci Parrocchia S. Bernardino - Via Tattoli Parrocchia S. Gennaro - Via Sergio Pansini Parrocchia S. Giuseppe - Via Aurelio Saffi, 1/d Parrocchia Sacro Cuore Di Gesù - Via Sella Quintino Parrocchia San Domenico - Via San Domenico, 1 Parrocchia San Pio X - Viale Antonio Gramsci, 1 Parrocchia Santa Famiglia - Via Papa Innocenzo VIII Parrocchia Santa Teresa - Piazza V. Emanuele, 3 Petito Cafe - S.S. 16 Molfetta-Giovinazzo Place Blanc Cafè - Piazza Margherita di Savoia, 4 Qbo Interior Design - Via Federico Campanella, 24 Stazione di rifornimento AGIP - Via Terlizzi Stazione di rifornimento AGIP - Via Giovinazzo Stazione di rifornimento API - Zona Industriale Stazione di rifornimento Madogas - Strada Provinciale Molfetta-Terlizzi, Km. 2.050 Stazione di rifornimento Q8 - Via dei Lavoratori – Zona ASI Swing Pub - Viale Pio XI, 21 Tabaccheria - Viale Pio XI, 55 Tabaccheria - Corso Dante Alighieri Tabaccheria - Via Madonna dei Martiri, 2 Tabaccheria - Via Baccarini, 67 Tabaccheria - Via Rossini, 12 Tabaccheria - Piazza G. Garibaldi Tabaccheria Edicola - Via Raffaele Cormio Tabaccheria Pansini - Via Roma 32 Tabaccheria Spaccavento - Via Bari, 68 Tabaccheria Veneziano - Via L. Azzarita, 65 Tabaccheria Veneziano - Via Madonna dei Martiri, 67 Totoricevitoria “Del Cuore” - Via Baccarini, 77
Consigli per una sana alimentazione FACILE
DIFFICILE
SOLUZIONI
Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni. Fonte:(it.wikipedia.org)
Aumento di peso e menopausa Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2060
Ma perché ad un certo punto il corpo della donna tende a trasformarsi e cominciamo ad avere difficoltà nel controllo del peso? Purtroppo gli ormoni sono i responsabili di una serie di cambiamenti che accompagnano la menopausa, una tappa fisiologica della vita della donna. Incremento ponderale, aumento dei livelli ematici di colesterolo, trigliceridi e glucosio, tendenza ad accumulare grasso soprattutto a livello addominale, sono le maggiori e fastidiose modificazioni metaboliche che possono manifestarsi. Per molte donne l’aumento di peso inizia già nel periodo prima della menopausa e la tendenza è l’incremento di circa 0,5 kg all’anno. Tutto questo però può essere prevenuto. Il consiglio è innanzitutto quello di controllare il proprio peso con regolarità: sarà più facile perdere 1-2 kg, piuttosto che decidere di correre ai ripari quando ormai se ne saranno accumulati 10. Incrementate l’attività fisica: camminate molto, andate in
bicicletta, fate streaching per mantenere l’elasticità muscolare e la massa ossea. Per quanto riguarda l’alimentazione riducete di circa 200 kcal al giorno l’introito calorico rispetto a quello che mediamente assumevate prima; cercate di bere 2 litri di acqua al giorno; seguite sempre le regole della sana alimentazione con una dieta variata di frutta e verdura. Questo vi consentirà di saziarvi tenendo a bada le calorie e di introdurre molte vitamine e antiossidanti indispensabili per proteggere il vostro corpo dai radicali liberi che favoriscono l’invecchiamento, la comparsa delle rughe, l’insorgenza di ipertensione, artrite, ecc. Riducete l’introito di grassi e state soprattutto attente a quelli nascosti: insaccati e prodotti da forno ne sono molto ricchi. Leggete le etichette e troverete ovunque i grassi tra gli ingredienti. Inoltre scegliete le farine integrali e ricordate che “integrale” non vuol dire meno calorico, ma solo un maggiore contenuto di fibre che aiuteranno le funzioni intestinali. dott.ssa Annalisa Mira Biologa Nutrizionista Studio di Nutrizione e Alimentazione Tel. 080.335.45.29- 338.27.87.929
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Sedanini alla crudaiola con peperoni arrosto, acciughe e stracciatella Ingredienti • • • • • • • •
600 gr sedanini 300 gr pomodori 1 mazzetto di basilico 2 acciughe 150 gr olio extra vergine di oliva 1 spicchio d’aglio 150 gr peperoni 200 gr stracciatella
Procedimento
Arrostire e spellare i peperoni. Tagliare a piccoli rombi sia i peperoni che i pomodori. Condire il tutto con aglio, basilico, olio, sale e acciuga. Cuocere i sedanini in abbondante acqua salata. Una volta cotti, condirli con la crudaiola ottenuta e servire con al centro una forchettata di stracciatella.
I CONS IGL I DELLO ZODIAC O ARIETE Fareste bene a ad essere un pochino più puntuali del solito, in quanto le persone che vi saranno intorno avranno il loro bel da fare e quindi non avranno molto tempo da dedicarvi. Non potete lasciarvi scappare l’opportunità di finire ciò che avete iniziato.
LEONE Non dovreste aspettarvi troppo dalle persone che vi sono intorno, poiché non è bene contare su chi non ha fatto altro che deludervi in questo ultimo periodo. Avete una concezione un pochino distorta del bene e del male, per questo non riuscite a focalizzare il carattere delle persone.
SAGITTARIO Fareste bene a muovervi un pochino, nel senso fisico, quindi a fare ginnastica e a concedervi qualche ora di libertà in più solo per prendervi cura del vostro corpo, che ne ha davvero bisogno. Vi siete eccessivamente lasciati andare, quindi è tempo di rimediare.
www.i lf at t o.n et IL FATTO Quindicinale gratuito di informazione
EDITORE Activa S.r.l. con unico socio
PRESIDENTE Giulio Cosentino e-mail: editore@ilfatto.net
TORO Dovrete cercare di sfruttare le qualità migliori delle persone che vi capiteranno a tiro poiché, così facendo, riuscirete ad ottenere il massimo dal loro aiuto ed impegno e voi invece, dovrete sforzarvi il minimo.
VERGINE L’universo vi potrebbe apparire un pochino differente da quello che è in realtà, colpa forse del vostro pessimismo nei confronti della vita e colpa anche di chi vi sta intorno che non riesce a darvi una mano concreta. Forse dovreste puntare un pochino meno sugli altri.
CAPRICORNO Non dovreste essere molto o troppo interessati a voi stessi, poiché intorno c’è qualcuno che ha molto più bisogno della vostra attenzione di quanto non ne abbiate voi. Insomma siate presenti comunque, perché il loro affetto è troppo importante!
DIRETTORE RESPONSABILE Corrado Germinario
Collaboratori Angela Teatino, Pantaleo de Trizio, Isabel Romano, Lella Salvemini, Marilena Farinola, Francesco Tempesta, Annalisa Mira, Giordano Germinario, Beatrice De Gennaro, Gianfranco Inglese, Maria Sancilio, Gaetano de Virgilio. Registrato presso il Tribunale di Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07
GEMELLI Solitamente siete le persone meno adatte a mantenere dei segreti e per questo vorrete restare all’oscuro di alcuni pettegolezzi che i vostri amici o colleghi insisteranno a darvi. Farete bene a rimanere fuori da tutto ciò poiché vi distrarrebbe troppo dai vostri impegni.
BILANCIA Le vostre relazioni dovranno avere un risalto particolare, poiché ci sono degli aspetti che vanno approfonditi ed è proprio il momento giusto per affondare il colpo. Questo sarà abbastanza impegnativo, quindi non prendete troppi appuntamenti e cercate di focalizzarvi molto di più sulle argomentazioni da dare.
ACQUARIO Sarete emozionalmente coinvolti in qualche situazione che normalmente non vi desterebbe alcun sentimento. Probabilmente siete più vulnerabili in questo periodo perché avete attraversato un momento molto intenso con una persona che vi è vicina e quindi ogni sensazione vi sembrerà moltiplicata.
REDAZIONE Via degli Antichi Pastifici, Zona Artigianale A/8 · Molfetta redazione@ilfatto.net
PROGETTO GRAFICO Vincenzo de Pinto
IMPAGINAZIONE Marcello Brattoli
STAMPA
CANCRO I vostri amici si dimostreranno più svogliati del solito per cui, se avete voglia di uscire e di distrarvi, non pensate a loro e risparmiatevi le telefonate. Fareste meglio a rivolgervi a qualcuno che conoscete da poco e che quindi non ha molte pretese.
SCORPIONE Dovreste cercare di tenere le vostre relazioni fuori dalla vita professionale e cercare di tenere per voi quei particolari e quelle questioni che potrebbero diventare fastidiosamente di dominio pubblico tra i vostri colleghi.
PESCI Potreste trovarvi di fronte ad un bivio e questo è senza dubbio qualcosa che vi irrita parecchio nella vostra scala delle cose irritanti. Le decisioni non sono il vostro forte, soprattutto dopo che le avete prese, poiché avete quella tipica sensazione di aver sbagliato.
MASTER PRINTING S.R.L. VIA DELLE MARGHERITE 20/22 MODUGNO BA
CONCES. DELLA PUBBLICITA’ Ufficio Commerciale · tel. 080.3382096