www.ilfatto.net MOLFET TA giovedì 8 luglio 2010
Freepress gratuito di informazione
Corsivo
Crudeltà gratuita a due passi dalla città. Ecco lo specchio della società.
n° 64
Cronaca
In città
Sport
Torna a colpire la banda della “spaccata”. Colpito il Fashion District.
Consegnate le targhe di qualità ai migliori chef della provincia.
Caterina Minervini vestirà la maglia azzurra ai Campionati Europei.
pagina 3
pagina 10
pagina 19
pagina 26
Inchiesta
Oro bianco(blu) Frutta e verdura tengono banco
No alla “legge bavaglio”
Dopo l’operazione anti abusivi dei Carabinieri e l’ordinanza temporanea emessa dal sindaco Antonio Azzollini, monta sempre di più la polemica tra maggioranza e minoranza in un continuo rimbalzo di accuse che potrebbe non portare a nessun vantaggio per la città.
Anche la redazione de “il Fatto” ha partecipato alla lunga maratona web “LiberaRete” andata in onda giovedì 1 luglio e diffusa su oltre 400 portali internet di tutta Italia. Una lunga trasmissione realizzata per ribadire la necessità che venga tutelata la libertà di stampa e di informazione.
pag. 6
pag. 20
MOLFETTA - VIA CAVALIERI DI VITTORIO VENETO
La tranquillità e la riservatezza a due passi dal centro… In complesso residenziale VENDIAMO due luminose e rifinite ville di 5 vani + mansarda + tavernetta + box + cucina + giardini + tre bagni.
BISCEGLIE - VIA CARRARA LAMAVETA
MOLFETTA VIA MONS. DON TONINO BELLO
Vuoi abitare in un palazzo nuovo e rifinito? Ti interessa avere una veranda da sfruttare d’estate? Vendiamo luminosi appartamenti con box auto che ti permette di evitare lo stress del trovare parcheggio e quindi guadagnare tempo.
MOLFETTA - VIA TENENTE PAOLO POLI
“Affare dell’anno” Tranquillità, indipendenza, luminosità e I tuoi soldi in banca valgono sempre meno ed hai deciso di confort. In Complesso Residenziale inserito nel centro abitato di investirli nell’acquisto di un appartamento in centro? Eccoti Bisceglie, vendiamo incantevole e prestigiosa VILLA di 250 mq accontentato! 4 camere - libero interni dislocati su 4 livelli composta da 6 vani + 3 bagni, cucina, mansarda panoramica e delizioso e riservato giardino privato attrezzato di 250 mq.
Corsivo
giovedì 8 luglio 2010
3
Crudeltà Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2107
Lo specchio della società in cui viviamo. La manovra finanziaria, la legge bavaglio, i condoni, il legittimo impedimento. E poi, per passare a livello locale, il porto, il PIRP, la zona PIP, il lavoro, la pesca e la microcriminalità. Tanti problemi di cui discutere, tante soluzioni da cercare, tanto per riflettere. Ed invece abbiamo scelto di dedicare l’apertura di questo numero de “il Fatto”, il sessantaquattresimo, ad un argomento che forse a molti potrebbe non interessare e che invece secondo noi è lo specchio, crudele, della società in cui viviamo. Ma anche della volontà che in tanti hanno di cambiare per migliorare il nostro mondo. La storia è quella di un caldo pomeriggio di inizio luglio, con la temperatura a 35 gradi e il sole che alle tredici è tanto forte da annebbiarti la vista. Una storia che inizia con una telefonata: dall’altra parte c’è una ragazza, la sua voce è segnata dalla “disperazione” ma, anche e soprattutto dalla rabbia. Di fronte a lei, dice al telefono, sta osservando una “strage”. E le vittime sono innocenti creature: quattro, cinque, forse di più. Giovani e meno giovani. Maschi e femmine. Tutte quante da lei conosciute. Sono vittime a “quattro zampe”: cani randagi,
o meglio cani liberi. Tutti morti. Ammazzati. Qualcuno è stato avvelenato, qualcun altro invece ha sofferto ancor di più, è morto dissanguato a causa della profonda ferita alla gola. C’è chi il tempo di soffrire forse (e speriamo) non l’ha nemmeno avuto: una mano ignota lo ha colpito, in piena testa, con un’accetta e poi ha dato fuoco al suo cadavere. Tanta crudeltà, tutta insieme, non si era mai vista. Una mattanza, come quella che i pescatori siciliani fanno dei tonni, avvenuta nelle campagne molfettesi, in località Fondo Favale. A dare l’allarme alcuni cittadini, proprietari di terreni nella zona, che quei cani li conoscevano bene e li accudivano, tanto da aver cominciato a sterilizzare le femmine per evitare che il loro
numero potesse aumentare a dismisura e che sapevano anche quanto fossero buoni ed affettuosi. Invece la mano “omicida” di qualcuno non si è fermata di fronte agli sguardi imploranti dei quattro zampe. Magari chi ha ammazzato è rimasto lì a godere della scena, ha assistito, attimo dopo attimo, alle atroci sofferenze di quei cani. Randagi si ma, non per questo colpevoli. “Non riesco nemmeno a commentare quanto accaduto –aveva dichiarato ai microfoni de “il Fatto” Claudia, la volontaria della Lega per la Difesa del Cane che ci aveva contattato- tanta crudeltà è inspiegabile. Sappiamo bene che il randagismo può essere un problema e va risolto ma lo si fa nei modi giusti, con le sterilizzazioni, il controllo degli anima-
li, la loro microchippatura, non certo macchiandosi di delitti che, per giunta, sono punti dalla legge anche con la reclusione”. Ma evidentemente c’è chi queste cose non le capisce. Chi ha pensato bene di liberarsi di cani che vivevano in tranquillità lontani da case e centro urbano. Dove in teoria non avrebbero dato fastidio a nessuno. Nel loro ambiente. Nella natura. Un gesto purtroppo non isolato e più volte denunciato dai volontari. Un gesto che deve farci riflettere sulla deriva che sta prendendo la società: se un uomo ha la forza di colpire un cucciolo con un’accetta e poi di dare fuoco al suo cadavere, cosa potrebbe fare a casa sua. Quali atti violenti potrebbe compiere. Come potrebbe reagire in una semplice discussione tra “persone civili”. Chi fa del male agli animali può far del male a chiunque. In ogni momento. Ecco il pericolo che si cela dietro atti tanto crudeli ed inspiegabili. Dietro lo “sguardo di morte” dei poveri cani ammazzati brutalmente in località Fondo Favale. A pochi chilometri dalla città. Ad un soffio di vento dalla civiltà o presunta tale. Corrado Germinario
Gli appuntamenti de “il Fatto” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2108
Tutto quello che c’è da fare in città. Avviso importante per tutte le parrocchie, associazioni, società sportive, gruppi musicali cittadini e chi più ne ha più ne metta! “il Fatto” vi aiuterà, ancora di più, a farvi conoscere. Come? Ve lo spieghiamo subito. A partire da questo numero del nostro periodico quindicinale, distribuito a Molfetta gratuitamente in 10.000 copie, mettiamo a disposizione di tutti voi uno spazio in cui annunciare manifestazioni, eventi, spettacoli, con-
vegni. Insomma un “calendario degli appuntamenti” attraverso il quale farvi conoscere dai lettori e soprattutto farvi seguire. Per comparire “gratuitamente” sulle pagine de “il Fatto” è necessario inviare una mail all’indirizzo redazione@ilfatto.net segnalando tipo dell’evento, data e luogo in cui si svolgerà lo stesso. Pochi minuti per farvi conoscere da migliaia di molfettesi e non solo. Tutto questo grazie a “il Fatto”.
4
primo Piano
giovedì 8 luglio 2010
Torrino: l’Archeoclub attacca, la proprietaria risponde Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2109
Continuano a far discutere i lavori edili realizzati sul lastricato di un edificio del centro storico.
Nello scorso numero de “il Fatto” avevamo ospitato la lettera inviataci dai soci della sezione locale dell’Archeoclub relativa al “torrino” realizzato nelle scorse settimane sul solaio di un edificio storico a ridosso del Duomo Vecchio. In questo numero ospitiamo la “replica” dell’avvocato Annalisa Nanna, proprietaria dello stabile finito al centro delle polemiche. *** Mi riferisco al vostro articolo “Il torrino della discorsia”, pubblicato giovedì 24 giugno scorso, per pregarvi di ospitare queste mie note di risposta, augurandomi che possano servire ad affievolire l’animosità degli irriducibili del dissenso sistematico. Premetto che il mio caso è radicalmente diverso da quelli denunciati dall’Archeoclub, per la semplicistica ragione che il Comune di Molfetta, il Genio Civile e, soprattutto, la Soprintendenza, a cui è demandato il compito di esprimere pareri tecnici, hanno approvato il progetto che a fatica sto portando a termine. E ciò differenzia il mio “intervento” recuperatorio da quello di altri che ora strillano e battono i piedi, ma che proprio vicino al Duomo ne hanno
realizzato altri su cui molto di più si potrebbe discutere. Ma di ciò nessuno si è lamentato, forse per celestiali protezioni. L’Archeoclub certamente può non condividere il progetto approvato e liberissimo di protestare. Ma all’Archeoclub la legge non affida affatto alcun esame preventivo dei progetti edilizi da eseguire e né può fare di tutta un’erba un fascio, con affermazioni che lasciano poco spazio alla legittimità dell’operato altrui e molto a quella dello scempio burocratico prima ed urbanistico poi. La libertà di critica deve necessariamente finire dove inizia il rispetto verso il prossimo e la sua dignità. Mi son chiesta dove fossero il sindaco, lo stesso “padre custode” da voi citato, gli innumerevoli commentatori della vicenda, tanto anonimi quanto “professori ad honorem” d’architettura tutti, e lo stesso Archeoclub mentre l’immobile che sto recuperando era in procinto di crollare proprio sul monumento nazionale di epoca romanica, la cui dolcezza e la cui bellezza sono senz’altro più sentite ed apprezzate da me che da altri, che “donnescamente”, come avrebbe detto il Boccaccio, e soprattutto finanziariamente, mi sono assunta l’onere della costosa ristrutturazione, senza
chiedere aiuto allo Stato, al Comune e alla Provincia, ma ponendo mano alla mia tasca ed a quella dei miei familiari. Credo di aver tenuto molto più io al “patrimonio della storia” rispetto a chi adesso grida allo scandalo. L’Archeoclub ha citato Italo Calvino. Io, invece, voglio ricordare la storiella di quel giovane ateniese che, innamorato della bellissima figlia di Pisistrato, il noto spietato tiranno, incontrandola per strada la baciò pubblicamente. La madre della fanciulla, indignata, chiese subito al marito vendetta per l’onta subita. Ed addirittura il feroce Pisistrato, rispose: “Se eos, qui nos amant, interficimus, quid iis faciemus quibus odio sumus?” (se uccidiamo quelli che ci amano, cosa dobbiamo fare a quelli che ci odiano?). Non regge affatto l’accusa che con il torrino incriminato, avrei offuscato la “quinta bifora”, perché le opere d’arte si ammirano e si gustano a distanza ravvicinata, perché altrimenti, guardando sempre di sghembo, non sarebbero visibili nemmeno la settima e l’ottava bifora, per la sopraelevazione, di epoca moderna, esistente sugli immobili adiacenti al mio, di proprietà del Ministero delle Finanze. La realizzazione del torrino-scala è funzionale
all’accesso di una superficie pertinenziale (attesa la sua natura di volume tecnico ai sensi dell’art. 3, comma primo, lett. b) del Dpr 6 giugno 2001, n. 380- cfr. Cass. sez. III n. 42897/2008) anche per ragioni igienico-sanitarie, per poter rimuovere gli escrementi veri, benché non visibili dalla pubblica via, delle migliaia di piccioni presenti in loco. La demolizione del muro di prospetto e la sua ricostruzione in arretramento dal filo del fabbricato, e non già la sopraelevazione di un vano ex novo, arbitrariamente fermata dal Comune, per ordine che ritengo illegittimo del Sindaco e del responsabile dell’Ufficio Tecnico – che, bontà sua, ha deciso d’amblè di rimangiarsi il permesso dato – sono state progettate ed eseguite con le più ortodosse linee in materia di restauro dei beni vincolati: il ripristino delle caratteristiche formali della facciata, con la collocazione in secondo piano di quella che, visibilmente, si configura come superfetazione, ridando luce al filo del fabbricato in pietra, in sintonia – per gli occhi più attenti – con la costruzione dell’adiacente Palazzo Dogana. Al Tar l’ardua sentenza! Avv. Annalisa Nanna
Politica
giovedì 8 luglio 2010
5
Non dimenticare il Lungomare Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2110
Il grido d’aiuto dei commercianti raccolto e rilanciato dall’UdC.
Decoro urbano, vivibilità, socializzazione e sicurezza. Sono questi in sostanza i temi affrontati dall’UdC di Molfetta nel corso di un incontro con la stampa e con gli esercenti del Lungomare Marcantonio Colonna. Un incontro voluto per parlare, ancora una volta, della situazione di degrado in cui versa il “salotto costiero” della città. Ad esporre i problemi il commissario cittadino dell’UdC, Robert Amato, il segretario dei giovani del partito, Saverio Digioia e Francesco de Robertis, rappresentante dei commercianti e con un breve trascorso politico anche in quali-
tà di consigliere comunale. “Abbiamo deciso di prendere in carico le richieste dei commercianti del lungomare – ha esordito Amato – e non lo facciamo per fini elettoralistici dato che i prossimi appuntamenti con le urne sono ancora lontani, ma perché siamo convinti della necessità di dover lavorare per il bene di questa città e dei suoi cittadini”. Lo sguardo subito è passato a ciò che è oggi il lungmare di Molfetta: “Parliamo di una zona della città diventata terra di nessuno, dove regna l’illegalità e la sporcizia. Una via dimenticata dall’amministrazione e che ha urgente bisogno di una rinascita”. Le proposte, in sostanza le stesse già sentite da più parti negli ultimi anni, sono quelle di maggiore pulizia, un rifacimento dell’arredo urbano oramai ridotto ai minimi termini, la necessità di “decentrare” alcune manifestazioni capaci di attirare i cittadini e portare in città anche gli abitanti dei paesi limitrofi. In ultimo l’esigenza di garantire sicurezza e rispetto delle regole. “Non sono pochi gli episodi già verificatisi relativi ad atti di violenza
e prevaricazione – ha spiegato Amato – ci sono gruppi di persone che creano problemi, automobilisti e motociclisti indisciplinati, mancanza assoluta di controlli: ci chiediamo, quando le forze dell’ordine attueranno controlli più serrati?”. Una domanda che ha avuto risposta in tempo reale per tramite di una comunicazione giunta dall’assessore alla Polizia Municipale, Annamaria Brattoli, che ha annunciato l’estensione dei servizi di pattugliamento sino alla mezzanotte con particolare attenzione al tratto costiero della città che va dal rione Madonna dei Mariri sino al lungomare, comprendendo il porto e la città vecchia e, come avvenne lo scorso anno, le attività di controllo anche con l’utilizzo dell’etilometro. Risposte accolte con favore dall’UdC che ha però sottolineato la mancanza di risposte da parte del sindaco e dell’assessore al turismo Leo Petruzzella. “Sul lungomare – ha spiegato Saverio Digioia – non si organizzano manifestazioni, non si pensa ad un’isola pedonale programmata e degna di questo nome, non si agevola
lo sviluppo dell’economia locale: in poche parole non si lavora per il turismo”. E proprio di economia spicciola ha parlato Francesco de Robertis: “Non siamo più padroni delle nostre attività commerciali – ha spiegato con sarcasmo – lavoriamo in una strada sporca, senza servizi, poco appetibile per i frequentatori. Ci sono tanti problemi ma noi chiediamo, specialmente alla stampa, di darci una mano sponsorizzando il nostro lungomare, invitando la gente a frequentarlo e rispettarlo. In poche parole a vivere la loro città”. L’impegno che si chiede agli amministratori è quello di passare dalle promesse ai fatti e, soprattutto, di programmare. Perché, questo è certo, ben poco si potrà fare per l’estate 2010 ma, con il giusto impegno e la necessaria concertazione, tanto si potrà fare per il futuro e per il bene non solo di chi al lungomare lavora ma, anche e soprattutto, di chi ci vive e di chi lo frequenta nelle calde serate d’estate. Il nuovo grido d’allarme è lanciato. Arriverà una risposta? E se sì, quando?
6
politica
giovedì 8 luglio 2010
L’assessore Brattoli: “Stiamo lavorando per il commercio” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2111
Le parole dell’assessore al ramo raccolte e diffuse dall’Ufficio Stampa del Comune. All’indomani dell’operazione di polizia contro gli ambulanti abusivi e della scelta dell’Amministrazione Comunale di varare una “ordinanza temporanea” che ha di fatto consentito agli ambulanti di tornare alle origini, avremmo voluto ospitare i pareri dei rappresentanti della minoranza consiliare e della maggioranza. Nel primo caso ci è andata bene grazie alla disponibilità di Giovanni Abbattista, segretario del Partito Democratico, nel secondo non è andata come avremmo voluto. E questa volta non per indisponibilità del politico di turno ma, capita anche a noi, per una serie di circostanze che ci hanno impedito di raccogliere a tempo debito le dichiarazioni da proporvi su questo numero de “il Fatto”. Così, per rispetto alla par condicio, abbiamo deciso di proporvi l’intervista realizzata dall’Ufficio Stampa del Comune all’assessore al commercio ed annona Annamaria Brattoli e inviata a tutti gli organi di stampa locali. Assessore, parliamo di commercio ambulante partendo dall’ultimo Consiglio Comunale e dalle polemiche che ne sono derivate anche riguardo al Piano del commercio. Nell’ultima seduta consiliare la maggioranza di centrodestra ha presentato un ordine del giorno con il quale si è tracciato un percorso chiaro e definitivo verso la razionalizzazione del commercio ambulante in città. In quella sede è stato evidenziato, tra le altre cose, un aspetto finora sottovalutato: il problema dell’ambulantato è un qualcosa che viene
dal lontano, dai primi anni Novanta, quando le precedenti amministrazioni decisero di smantellare tutte – ma proprio tutte – le piazze-mercato di Molfetta. Basti ricordate piazza Baccarini, piazza Principe di Napoli, piazza delle Erbe, piazza Mentana, piazza Immacolata, piazza San Michele e infine piazza Paradiso: erano poli mercatali di grande importanza che oggi purtroppo non esistono più. Lo dico non per attribuire colpe a qualcuno, ma solo per fare capire a tutti che non si tratta di un problema che nasce oggi, ma di una realtà concepita da scelte sbagliate fatte in passato cui oggi siamo chiamati a rimediare con soluzioni definitive e serie. Ma è evidente che questa premessa a qualcuno non piace. Sulla stampa locale si è parlato di “gazzarra” in aula. In Consiglio Comunale abbiamo assistito a un confronto serrato e ruvido tra due parti politiche che hanno visioni e soluzioni differenti. Non sono mancati cinque minuti di tensione da entrambe le parti, tuttavia la situazione è tornata immediatamente sul binario della serenità grazie al tempestivo intervento del presidente del Consiglio Comunale Nicola Camporeale. Peccato, però, che alcune ricostruzioni giornalistiche abbiano dato un’immagine non esatta di quanto accaduto: del sindaco Azzollini sono state pubblicate foto di repertorio risalenti a oltre un anno fa (senza che ciò fosse specificato), offrendo ai cittadini un’immagine dei fatti volutamente distorta. Addirittura c’è chi ha riferito di rischio “ambulanze”
e parlo di qualcuno che in quel momento probabilmente non era nemmeno presente in aula. È la prova definitiva che è in atto il tentativo di cavalcare strumentalmente l’argomento “ambulanti” non per risolvere il problema, ma solo per attaccare l’amministrazione comunale. Qual è l’atteggiamento assunto dall’amministrazione comunale di fronte alla questione commercio ambulante? Il piano del commercio finora in vigore fu approvato prima che l’amministrazione Azzollini si insediasse. Oggi ci cono tutte le condizioni per far sì che entro la fine dell’estate sia presentato il nuovo piano. Esso avrà come elemento cardine il rispetto assoluto di tutte le norme in tema d’igiene ambientale e decoro urbano. Voglio affermarlo una volte per tutte: igiene e decoro sono elementi per noi imprescindibili, ovviamente. Allo stesso tempo, però, vogliamo evitare la desertificazione commerciale che costringerebbe i cittadini, anche i più anziani, a fare la spesa esclusivamente nei supermercati e nei centri commerciali. C’è poi un’altra fetta di cittadini che non vogliamo, e non possiamo, dimenticare: mi riferisco a quelle persone che, avendo avuto in passato problemi con la giustizia, oggi cercano di reinserirsi nella società lavorando in questo settore. Non vogliamo sottrarre loro la possibilità di lavorare onestamente. In sintesi, l’obiettivo del Comune è riuscire a contemperare decoro e sviluppo economico. A quale modello state pen-
sando? Chiariamo subito una cosa: chi suggerisce il ritorno alle piazze-mercato del passato finge di non sapere che servirebbero molti anni per ri-trasformare in mercati pubblici quelle piazze dove nel frattempo sono sorti giardini, giochi per bambini e arredo urbano. Oltre a buttare via i soldi già spesi, ne servirebbero altri per far fronte a nuovi investimenti pubblici. Per cui insistere su questa soluzione significherebbe, di fatto, rinviare a tempo indeterminato la soluzione del problema. Il sindaco e l’amministrazione comunale prima di tutto hanno avviato un costruttivo dialogo con i commercianti ambulanti per individuare alcuni punti di convergenza, primo fra tutti la necessità di esercitare la vendita di frutta e verdura in postazioni misurate e belle da vedere, senza che si vada oltre gli spazi pubblici assegnati. Parallelamente stiamo concludendo i lavori di riqualificazione di piazza Minuto Pesce mentre molto presto partiranno quelli di piazza Gramsci. Il nuovo piano del commercio conterrà anche una rimodulazione dell’intero sistema del mercato settimanale. Questo significa per noi attuare un modello di “mercato diffuso”: offrire servizi ai cittadini sia in centro che in periferia. È possibile pensare a una collaborazione con altre forze politiche? Certo, non rinunciamo mai a un confronto di idee con l’opposizione. Tuttavia, finché dall’altra parte si butterà fango contro sindaco e amministrazione, temo che assisteremo ancora a prove di sterile demagogia.
La replica di Guglielmo Minervini Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2112
L’assessore regionale, un tempo sindaco della città, chiamato in causa dell’attuale amministrazione ha risposto alle accuse rivendicando le scelte del passato e “bocciando” la strategia di Azzollini. Guglielmo Minervini, oggi assessore regionale alle infrastrutture strategiche e mobilità e in passato sindaco della città, non poteva non replicare alle accuse piovutegli addosso e così ha affidato la sua replica ad una nota stampa. “Sbagliare è umano, ma l’ottusità nell’errore, no” ha detto Minervini. “Quella è indice di scarsa intelligenza. L’amministrazione comunale continua ad indicare, come causa del fenomeno del commercio ambulante selvaggio esploso a Molfetta, i lontani anni ’90. Allora, a seguito di una coerente pianificazione, il commercio ambulante fu canalizzato verso le soluzioni moderne del posto fisso, attraverso la realizzazione di “vie commerciali” distribuite nel tessuto urbano, e dei grandi poli mercatali a levante (Piazza Gramsci) e ponente (piazza del Mattatoio) della città. La scelta – prosegue Miner-
vini – fu ragionata e consensuale: per la prima volta si pianificava e si realizzava un vasto ridisegno del commercio anche ambulante senza l’intervento delle forze dell’ordine. Il giorno in cui furono chiuse Piazza Mentana e Piazza Principe di Napoli non servirono nemmeno i vigili urbani: c’era una strategia e c’erano regole chiare e uguali per tutti, c’era un’amministrazione che arbitrava tra gli interessi dei cittadini e quelli degli operatori. Quell’azione ha funzionato: a Molfetta ha garantito una buona offerta commerciale e soprattutto una rete di piccolo commercio adeguata, civile, moderna, equa. Se si vuole rivedere il disegno del piccolo commercio di prossimità anche a seguito dell’espansione residenziale di Molfetta lo si faccia. Ma senza contraffare gli argomenti. Il degrado di questi ultimi anni non ha alcun movente sociale:
se nuovi operatori volevano incrementare l’offerta di frutta e verdura potevano farlo, con qualche sforzo e pochi adempimenti, semplicemente inserendosi in un posto fisso, come hanno fatto tutti gli altri commercianti onesti e rispettosi delle regole. L’indecente degrado verificatosi ha solo una natura, purtroppo non nuova a Molfetta: la forza che deriva dalla prepotenza e dall’arroganza. Solo i prepotenti arrivano a chiedere con forza la sospensione delle regole amministrative, fiscali, igienico-sanitarie. Il fatto grave è che questo fenomeno sia stato prima lasciato crescere dall’attuale amministrazione comunale poi addirittura politicamente coperto con un’ordinanza sindacale che mette in ridicolo la magistratura e le forze dell’ordine. Il fatto di una gravità inaudita è che l’amministrazione ha scelto di legalizzare l’illegali-
tà a scapito di quanti nel settore fanno semplicemente il loro dovere, pagando il fitto di un locale, conservando le merci in buone condizioni, emettendo gli scontrini ai clienti, garantendo la traccia delle provenienze dei prodotti che vendono ai cittadini. Anche nell’ultimo Consiglio Comunale l’amministrazione è sembrata paralizzata, forse anche impaurita, e sotto lo scacco dell’arroganza di alcuni degli ambulanti. Quando il sindaco perde libertà di difendere gli interessi della città, il livello d’allarme deve diventare massimo. La firma sotto un emendamento che impedisce di andare in pensione anche dopo 40 anni di contributi si può anche mettere allegramente e poi ritirare, ma dalla spirale dell’illegalità, una volta entrati, è difficile uscire. Molfetta questi incubi li ha già vissuti. Molte volte. Troppe”.
Politica
giovedì 8 luglio 2010
Ambulanti: “Un’area mercatale per risolvere il problema” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2113
La
propone
il
segretario del Partito Giovanni Abbattista.
Il blitz nei confronti del commercio molfettese, effettuato l’8 giugno dai Carabinieri dopo ampie indagini della magistratura, ha senz’altro segnato uno dei momenti più negativi per la storia di Molfetta, città ormai poco avvezza al rispetto delle regole. Numerosi posteggi ambulanti divenuti ormai fissi sono stati smantellati e parecchi negozi di frutta e verdura sono stati costretti dalle forze dell’ordine a non esporre all’esterno dell’esercizio i propri prodotti. L’operazione dei Carabinieri, che per molti è sembrata liberatoria, ha comunque lasciato senza lavoro parecchi venditori che dall’ambulantato traevano sostentamento per se stessi e per la proprie famiglie. Probabilmente è stata questa una delle motivazioni che ha spinto il sindaco Azzollini ad emettere nei giorni successivi al blitz un’ordinanza che di fatto ripristina temporaneamente, spostandole di qualche metro, le postazioni ambulanti in attesa del prossimo 30 settembre, data in cui il Comune si è impegnato ad approvare il nuovo Piano del Commercio. Naturalmente e immediatamente si è innescata la polemica fra maggioranza e opposizione circa la questione che ormai si trascina da troppo tempo. I toni sono stati da subito roventi e non sono mancate parole grosse volate specialmente durante il Consiglio Comunale del 26 giugno. In quella seduta, infatti, violento è stato lo scontro verbale fra i rappresentanti del Partito Democratico da una parte, Giovanni Abbattista e Mino Salvemini, e gli esponenti della maggioranza dall’altra, Angelo Marzano e il sindaco Antonio Azzollini. Il segretario cittadino del PD Abbattista è tornato sulla questione. “Vorrei evitare di alimentare uno scontro, quello accaduto durante il Consiglio – ha esordito il rappresentante PD – che non è
Democratico,
stato un belvedere. Noi esprimiamo un giudizio negativo fatto con la pacatezza che ci contraddistingue ma ci rendiamo conto che la maggioranza con il suo atteggiamento ha difficoltà a rispondere alle osservazioni che noi facciamo”. “Un tema scoppiato – ha continuato Abbattista puntando il dito contro l’Amministrazione – non per colpa della sinistra ma per colpa delle azioni della destra corrette dal blitz della magistratura”. Al consigliere del PD non piace minimamente il clima bollente che si è venuto a creare in città specialmente dopo le dichiarazioni del vice coordinatore cittadino del PdL che ha accusato la sinistra di aver remato contro negli ultimi anni ed essere stata soltanto da ostacolo, come nel caso del Porto, a tutti buoni propositi della maggioranza. Dal canto suo il PD, stizzito da queste accuse, vorrebbe delle soluzioni concrete da questa Amministrazione condividendo con la stessa la necessità di salvaguardare il posto di lavoro dei venditori ambulanti. Per il PD la priorità adesso, mettendo da parte le polemiche, è soltanto quella di localizzare un’area mercatale cittadina in cui dirottare questi lavoratori per assicurare loro un posteggio nel pieno rispetto di tutte le norme. Eventuali zone da destinare agli ambulanti potrebbero essere individuate in box comunali non ancora assegnati o meglio ancora individuando uno spazio adatto all’interno della nuova area di espansione. Così facendo, secondo Giovanni Abbattista, la creazione di un sistema di commercio mercatale in città sull’asse “piazza Gramsci-ex Mattatoio-area di espansione” offrirebbe alla città un’ottimale offerta di prodotti e potrebbe risolvere finalmente l’annoso problema dell’ambulantato. Francesco Tempesta
7
8
politica
giovedì 8 luglio 2010
SEL sarà il “collante” del centrosinistra? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2114
Ottimi riscontri dopo il primo incontro pubblico organizzato a Palazzo Giovene. Importanti scenari si sono aperti sul panorama del centrosinistra molfettese, e non, dopo l’incontro organizzato da Sinistra Ecologia Libertà (Sel) alcuni giorni fa. Un appuntamento importantissimo che ha consolidato le basi di una futura coesione fra i vari partiti centristi e di sinistra, da interporre allo strapotere della destra degli ultimi anni. “C’era per la prima volta una partecipazione molto composita, presenze importanti e significative di culture diverse” ha affermato Tommaso Minervini commentando l’esito dell’incontro e sottolineando come il tutto adesso carichi di impegno il nuovo cammino intrapreso. Per Minervini, uno dei fattori positivi della manifestazione è stata la massiccia presenza di associazioni ambientaliste ormai alla ricerca di un una sorta di percorso politico che marchi la difesa dell’ambiente. Ma non va trascurata nemmeno l’importante partecipazione dei ragazzi della Fabbrica di Nichi, una realtà complementare a Sinistra Ecologia Libertà e che costituisce una nuova modalità di partecipazione la quale sta prendendo sempre più piede in Italia riavvicinando la gente alla politica. Elemento importante per il nuovo cammino di Sel è inoltre la presenza di un sindacato, la Cgil. “Questo non fa che rafforzare il processo politico, concentrandolo anche sui temi scottanti del
lavoro che da sempre sono una delle priorità per la Sinistra” ha affermato concludendo lo stesso Minervini. Per il segretario cittadino del PD Giovanni Abbattista, il bilancio dell’incontro organizzato da Sel è assolutamente in linea con l’ultimo congresso organizzato dal Partito Democratico. “Sel, PD e Rifondazione comunista – ha affermato lo stesso Abbattista – sono pronti per un percorso politico comune in vista delle prossime elezioni comunali molfettesi del 2013. Occorre fare uno sforzo – secondo il rappresentante del PD – al fine di estendere il progetto alla società civile per andare oltre il tradizionale perimetro del centrosinistra: così facendo
non avremo difficoltà ad intercettare elettori che non votano per il centrosinistra ma che si sono accorti dei risultati negativi dell’attuale Amministrazione di Destra”. Per Abbattista, al fine di attuare questo ambizioso progetto, l’intero centrosinistra deve cominciare a cambiare, a mettersi in gioco, sperimentando nuovi linguaggi continuando comunque a mantenere i propri valori. Solo così – per il segretario PD – nel 2013 si potrà avere la possibilità di raggiungere quel 45% di elettori che non si è recato alle urne durante l’ultima tornata regionale. Anche il segretario cittadino di Rifondazione Comunista Beppe Zanna ha valutato positivamente
l’iniziativa di Sel “nel momento in cui, risultati elettorali alla mano, la destra è minoranza in città” anche se per lo stesso la strada per una futura coesione è ancora lunga. “Il mettere insieme tutto e il contrario di tutto non porta ad alcun risultato, come i due governi Prodi e il misero naufragio di coalizioni, che avevano come unico collante l’essere contro Azzollini, hanno dimostrato, a livello nazionale e locale. Senza progetti contenuti e idea condivisa di sviluppo della città non ci può essere alcuna alternativa alle destre” ha affermato Zanna che auspica un cambiamento di mentalità e soprattutto della concezione della parola “modernità” da parte degli altri movimenti di Sinistra. “La stessa modernità – ha detto continuando – che ha portato il centrosinistra, al governo della città negli anni ’90, a progettare un’espansione abnorme della zona industriale, sottraendo territorio all’agricoltura e alla creazione di un polo della grande distribuzione, direttamente responsabile della crisi, di uno dei settori tradizionalmente trainanti dell’economia molfettese, il commercio di prossimità”. Per Zanna un percorso unitario nel centrosinistra è possibile ma prima “occorre liberarsi da incrostazioni nuoviste e moderniste”. Francesco Tempesta
Giudice e giudicato: si può? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2115
Piano del Commercio: Gianni Porta denuncia un conflitto di interessi. La spinosa questione del Piano del Commercio, e di tutti gli annessi e connessi, sembra negli ultimi tempi irrompere prepotentemente sul palcoscenico politico molfettese per conquistarne il ruolo di protagonista; un monopolio dell’attenzione pubblica in parte sì giustificato, e che si spera possa trovare per questo capitolo un epilogo “felice” e concordante per le parti politiche in campo, ma soprattutto per la città intera, ma che rischia di far passare in sordina questioni e decisioni di altrettanta rilevante importanza. Una tra tante la Delibera n. 132 del 4 giugno scorso della Giunta Comunale, un’eco che si sarebbe smarrita tra lo stridore circostante ma che è stata ben captata dal consigliere comunale di Rifondazione Comunista, Giovanni Porta. Con tale Delibera si rinnova ad una commissione di professionisti l’incarico per l’istruttoria delle pratiche relative al rilascio delle autorizza-
zioni paesaggistiche; incarico, questo, in passato ricoperto dall’amministrazione regionale e che la stessa, con Delibera n.327 del 10 febbraio 2010 della Giunta Regionale, ha nuovamente delegato ad alcuni comuni che presentavano determinati requisiti, tra cui compare per l’appunto il Comune di Molfetta che, precisiamo, ha già beneficiato di tale delega lo scorso anno per un periodo di tempo che andava dal 25 febbraio 2009 al 31 dicembre 2009. Con la Delibera n. 132 della Giunta Comunale, quindi, è stata riconfermata la precedente commissione formata dai medesimi professionisti. Sembrerebbe non esserci alcunché di strano, se non fosse, come sottolinea il consigliere Porta, che all’interno della commissione è presente un membro, l’architetto Giambattista Del Rosso, cui è stato precedentemente affidato dal Dirigente del Settore Territorio, con Delibera n. 19 del 4 febbraio
2010, l’incarico di collaborazione e redazione di uno studio specialistico per l’ottenimento del parere paesaggistico e dell’autorizzazione paesaggistica, per il progetto di riqualificazione urbana di Corso Umberto e Largo S. Angelo. Sovrapposizione di ruoli, o si può chiaramente parlare di conflitto d’interessi? Colui che propone quello studio è la stessa persona che successivamente all’interno dell’organismo preposto lo valuta e lo approva, sorvolando quelli che dovrebbero essere elementari criteri di obiettività. Ma non è tutto, nella Delibera n. 132 sembrerebbe presente un’altra strana anomalia. Il nuovo contratto va a “completare” il precedente contratto, sottoscritto il 25 febbraio 2009 e della validità di 55 giorni (dal 1 gennaio al 24 febbraio 2010), essendo rinnovato quindi dal 56° giorno (25 febbraio 2010) e per altri 365 giorni. Come tutto ciò può essere possibile? Come
può il nuovo contratto coprire un arco di tempo in cui il Comune di Molfetta non era beneficiario della delega della Regione Puglia per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica? Si potrebbe dedurre, conseguentemente, che i professionisti della commissione dovrebbero ricevere un compenso relativo anche a quel periodo di inattività, ma solo l’amministrazione comunale potrebbe sciogliere questo dubbio. “Non è mia intenzione discutere la validità e la capacità del professionista in questione, ravviso semplicemente una inopportunità e conflittualità nel ricoprire due ruoli differenti”, afferma il consigliere Porta che, a tal proposito e per avere delucidazioni sulla vicenda, ha nei giorni scorsi presentato una interpellanza consiliare cui si auspica possa giungere in tempi non remoti una risposta. Isabel Romano
10
Cronaca
giovedì 8 luglio 2010
Furto con “spaccata” al Fashion Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2116
Banda di malviventi fugge via con la cassa continua dello sportello bancario. La zona artigianale della città sembra proprio essersi trasformata in un vero e proprio “bancomat” al servizio della criminalità organizzata che non esita a pianificare azioni in grande stile per impadronirsi di grosse somme di denaro. Questa volta ad essere presa di mira è stata la cassa continua dello sportello bancario situato all’interno del Fashion District Molfetta Outlet. Come era già successo nel centro distribuzione Alta Sfera, oltre che nel parco divertimenti Miragica e nel centro commerciale Mongolfiera, la banda ha utilizzato un escavatore per aprirsi un varco e poi asportare la cassa il cui contenuto non è stato ancora quantificato. Dovrebbe comunque trattarsi di una grossa cifra considerando gli incassi dei primi due giorni di saldi. I malviventi, almeno sei persone a volto coperto, sono entrati in azione attorno all’una e mezza della notte tra domenica 4 e lunedì 5 luglio. A bordo di una Wolksvagen Polo, di un’Audi di grossa cilindrata, di un camion e dell’escavatore, hanno raggiunto il centro com-
merciale e hanno sfondato il cancello d’ingresso principale puntando subito alla cassa continua posta ad una decina di metri dal punto dal quale erano entrati. Di quanto stava avvenendo si
è accorta la guardia giurata che si trovava all’interno del Fashion District per il consueto turno di controllo: il vigilante ha tentato di raggiungere i banditi ma gli è stato impossibile poi-
ché questi, avendo pianificato ogni mossa, avevano parcheggiato la Polo in maniera tale da impedire l’apertura della porta degli uffici. Questo espediente non ha però scoraggiato la guardia giurata che, dopo aver dato l’allarme, è salita sul tetto del Fashion e ha cominciato a sparare verso i rapinatori che a loro volta hanno risposto al fuoco: sul terreno sono stati ritrovati i bossoli di ben 24 colpi sparati dal vigilante e sei di fucile e quattro di pistola esplosi dai malviventi. Nel conflitto a fuoco nessuno è rimasto ferito. I banditi dopo aver asportato la cassa si sono dati alla fuga utilizzando l’Audi e il camion. Ai carabinieri, giunti sul posto pochi minuti dopo il termine dell’azione malavitosa, non è restato altro da fare che avviare le indagini partendo dal racconto della guardia giurata e dall’analisi dei filmati del sistema di videosorveglianza. Sequestrata anche la Polo, abbandonata sul posto e risultata rubata a giugno del 2009 a Noci e l’escavatore rubato pochi mesi fa ad Acquaviva.
Attualità
giovedì 8 luglio 2010
11
Lavori a Torre Gavetone: proprio ora? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2117
Utili gli interventi che però potevano essere realizzati prima dell’inizio della stagione balneare. Da sempre il tratto di mare antistante Torre Gavetone è finito sotto la lente d’ingrandimento per via della pericolosità delle sue acque, dovuta alla accertata presenza di ordigni bellici risalenti all’ultimo conflitto mondiale. Questa volta però la polemica su quello specchio di mare si è accesa in seguito all’inizio dei lavori di riqualificazione della spiaggia. I lavori, voluti e finanziati dalla Provincia di Bari, rimetteranno a nuovo un pezzo di costa molto gettonato dai bagnanti, rendendolo sicuramente più fruibile con l’abbattimento delle barriere architettoniche, la realizzazione di un nuovo percorso e il riciotolamento della battigia. Quindi, a conclusione degli interventi, le automobili, che alcuni sono abituati a parcheggiare a pochi metri dal mare, dovranno essere lasciate nel parcheggio antistante mentre i disabili potranno finalmente usufruire della spiaggia con maggiore sicurezza. Fin qui nessuna obiezione nei confronti di un’operazione che avrà un sicuro e futuro riscontro positivo per la città. La
tempistica dei lavori però lascia molto a desiderare. Perché aprire un cantiere nel mese di maggio, proprio a ridosso della stagione balneare? La conferma che la situazione venuta a crearsi non è delle migliori arriva proprio dal comportamento dei bagnanti. Questi, infatti, incuranti dei lavori in corso, penetrano all’interno del cantiere pur di raggiungere il mare. Del resto non hanno tutti i torti dato che la spiaggia del Gavetone è una delle poche fru-
ibili in città. In caso di malaugurati incidenti che ne sarebbe però responsabile? Domanda che evidentemente la Provincia di Bari non si è posta quando, dopo i lunghissimi tempi burocratici, lo scorso maggio ha portato le ruspe sulla spiaggia. Stizzito per la situazione è il responsabile provinciale di Marevivo, Onofrio Allegretta, che è stato il primo a denunciare la situazione paradossale in quella zona. L’associazione si è detta contraria ai
modi e soprattutto ai tempi di realizzazione dei lavori lungo quel tratto di litorale. “Vediamo positivamente – ha affermato Allegretta – le attività di ripristino del litorale ma è impensabile aprire un cantiere proprio nel mese di maggio. Il Gavetone ed i suoi fruitori – ha aggiunto lo stesso – già abbondantemente danneggiati dalla presenza degli ordigni, devono digerire anche quest’altro disagio; siamo convinti che la riqualificazione debba iniziare anche dal mare con la protezione della Poseidonia, il suo ripristino e la sua ripiantimazione”. Parole che anche questa volta sono lo specchio delle condizioni delle spiagge molfettesi ormai degradate e orfane della Poseidonia, la pianta nursery del mare che protegge le coste dalla furia delle acque. Non a caso Molfetta è inserita nei piani europei per la protezione della specie vegetale ma probabilmente chi di dovere non è ancora al corrente di questo. Francesco Tempesta
12
Attualità
giovedì 8 luglio 2010
Un parco naturalistico a Lama Cupa? Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2118
L’amministrazione ha presentato un progetto per ottenere i fondi dell’Unione Europea.
Un parco naturalistico all’interno di Lama Cupa si può. Lo ha reso noto negli scorsi giorni il Comune di Molfetta. Il progetto da sempre voluto in città non è mai stato preso in considerazione concretamente per via di una serie di cavilli burocratici. Rimangono comunque i dubbi sull’entità dell’impatto ambientale che la realizzazione di un percorso tematico potrebbe arrecare ad un ambiente tanto delicato quale quello di una lama. Le lame non sono altro che solchi perpendicolari alla costa che hanno il naturale compito di
presenta una serie variegata di specie vegetali e animali. Un pezzo di città di sicuro interesse naturalistico ma molto delicato. Ecco perché si auspica che si valuteranno tutti i pro e i contro per non rischiare di rovinare uno dei pochi posti ancora incontaminati a Molfetta. Il progetto per la realizzazione di un percorso escursionistico lungo l’alveo di Lama Cupa è stato redatto dall’ingegner Francesca Caldarola ed è stato approvato dalla riunione di Giunta del 4 giugno scorso. Adesso l’ambizioso convogliare le acque provenienti dalla “parco” verrà candidato al finanziaMurgia. È stata proprio la forza delle acque a scavare queste profonde ferite, divenute con il tempo assai fertili e frequentate dall’uomo fin dall’epoca preistorica. Lama Cupa, una delle numerose lame cittadine, denominata anche Lama Martina a seconda del tratto, taglia il territorio molfettese provenendo da quelli di Bitonto e Terlizzi. La “ferita” sfocia in località “Prima Cala” dove diventa ancor più profonda ed evidente. La lama stupisce per il suo singolare ed unico micro habitat che
mento europeo POFESR per il reperimento dei fondi e per la definitiva approvazione. Il Comune di Molfetta dal canto suo si impegna a finanziare il 25% dei lavori, pari ad un importo di 100.000 euro. Un impegno non da poco che sottolinea quanto stia a cuore dell’Amministrazione permettere la fruibilità del polmone verde cittadino, quello di Lama Cupa, non molto conosciuto fra i cittadini stessi e ancora poco considerato. Francesco Tempesta
Attualità
giovedì 8 luglio 2010
13
Pesca: la parola all’esperto Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2119
Abbiamo raccolto il parere del dottor Roberto Carlucci, ricercatore presso il Dipartimento di Biologia Animale ed Ambientale dell’Università degli Studi di Bari. I pescatori sono ritornati al lavoro dopo aver contestato il Regolamento Comunitario n. 1967/2006 che ordina di portare a 4 centimetri le maglie del sacco a forma quadrata e a 5 centimetri quelle romboidali. Dal 3 al 31 agosto andrà in vigore il fermo biologico. Il primo settembre sicuramente si ritornerà a parlare del caso pesca. Quali sviluppi si avranno? L’articolo 9 comma 3 ci consente entro il 2012, se ci saranno le condizioni favorevoli per la Commissione Europea, di riaprire il caso ed eventualmente ottenere delle modifiche. Nel frattempo il ministro delle Politiche Agricole Galan, durante l’audizione del 15 giugno scorso, ha puntualizzato che non ci saranno ulteriori deroghe, anzi ha invitato tutte le associazioni dei pescatori, operatori ed esperti a collaborare con l’Unità di crisi costituitasi presso il Ministero per trovare soluzioni sostenibili sia per salvare la fauna marina che per rendere equo il provvedimento anche per gli Stati Extra Comunitari che usano reti non convenzionali. La stampa ha dato ampio spazio al problema facendo nascere un dibattito tra politica, associazioni e consumatori che chiedono chiarimenti. Ci siamo rivolti al dottor Roberto Carlucci, ricercatore presso il Dipartimento di Biologia Animale ed Ambientale dell’Università degli Studi di Bari e membro del direttivo Necton e Pesca della Società Italiana di Biologia Marina. Dottor Carlucci, lei spesso s’imbarca con il suo team di ricerca per conto dell’Università di Bari. Le chiediamo: cosa è successo ai nostri mari di così grave da spingere il Consiglio Europeo ad emanare un Regolamento così restrittivo? Il regolamento 1967/2006, la cui applicazione, dopo 4 anni di successive deroghe, suscita malumori e finalmente dibattito nella comunità dei pescatori, non è un atto amministrativo imprevisto. Infatti, tale regolamento ha indicato in data 1 luglio 2008 una modifica alla forma della maglia al sacco della rete adoperata dalle
imbarcazioni a strascico, operanti nelle acque del Mediterraneo sotto la bandiera degli Stati Membri dell’Unione Europea, al fine di incrementare la selettività dell’attrezzo di pesca e garantire la sostenibilità del prelievo delle risorse alieutiche. In buona sostanza, si agisce sulla rete per consentire la sopravvivenza degli esemplari più giovani e spesso immaturi, consentendo loro di raggiungere una taglia/peso maggiore e contribuire, una volta raggiunta la maturità sessuale, ad incrementare l’abbondanza di pesci, crostacei e cefalopodi. Come vede, il fine perseguito dal Regolamento Comunitario attraverso le sue indicazioni non è quello di contrastare le imprese di pesca quanto, piuttosto, di salvaguardare gli stock sfruttati dal prelievo, aumentare le loro abbondanze in mare e garantire un’opportunità di impresa alle generazioni future di pescatori. Se il punto maggiormente contestato dai pescatori è il problema della misura e della forma del sacco della rete a strascico, ci spieghi dal punto di vista tecnico, la differenza fra la rete a maglia quadra e quella romboidale. I pescatori hanno dichiarato che con l’uso delle nuove reti si arriva a una perdita sul pescato fino al 50% .Quali sono i pesci che sfuggono alla cattura? Quali sono gli effetti che produce sul pescato? Le differenze esistono e sono accettabili tenendo in conto gli obiettivi di incremento della selettività della rete a strascico e della sostenibilità delle catture previsti dalla Politica Comune della Pesca in UE. A questo proposito, vorrei tranquillizzare, sulla base di numerose prove scientifiche, la comunità dei pescatori a strascico. Infatti, molto difficilmente si realizzeranno riduzioni di pescato così elevate. Il passaggio da una maglia di forma romboidale a quella quadrata di pari dimensione garantisce, data la nuova geometria e le linee di forza che scaturiscono durante il traino dell’attrezzo, che la maglia stessa non subisca stira-
menti e rimanga sempre aperta durante l’attività di pesca. La taglia di prima cattura di nasello e triglia, importanti risorse dello strascico, viene così certamente incrementata. Tuttavia, vorrei sottolineare che per entrambe le specie è prevista dalla normativa una taglia minima di sbarco rispettivamente pari a 20 e 11 centimetri di lunghezza totale. Analogamente, per lo scampo e per il gambero bianco, le modifiche nella forma della maglia consentiranno di risparmiare, nell’immediato, esclusivamente gli esemplari con taglie più piccole, i quali dopo qualche mese raggiungeranno dimensioni maggiori con rese economiche certamente migliori a favore del comparto pesca. Alcuni opinionisti sono dell’idea che il provvedimento in discussione non renderà mai la pesca dell’Adriatico sostenibile. E neppure il tempo ordinario del fermo biologico sarà sufficiente a far ripopolare la fauna marina. Qual è la sua opinione a riguardo? La pesca è un’attività economica molto importante in UE e lo sfruttamento sostenibile delle risorse alieutiche è un argomento estremamente complesso. Diffiderei delle opinioni disfattiste troppo spesso proclamate senza nessun supporto tecnico-scientifico! Le risorse biologiche marine vivono in stretta relazione fra di loro secondo cicli naturali. Lo sviluppo tecnologico ha consentito lo sfruttamento di queste risorse ben al di là delle naturali capacità di rinnovamento degli stock e sempre più frequentemente si parla di overfishing, in Italia come nel resto del mondo. Ora è quanto mai indispensabile correggere le distorsioni secondo un approccio precauzionale che preveda una profonda conoscenza dei cicli biologici delle specie ittiche target, oltre che della struttura e funzione che ogni specie ha all’interno di un ecosistema marino. A tal proposito, una rete a strascico più selettiva garantisce una maggiore sopravvivenza anche a quelle specie demersali che sono accidental-
mente catturate e che non essendo di alcun interesse commerciale vengono rigettate ormai morenti come scarto di pesca. Analogamente, un periodo di sospensione dell’attività di pesca, quale il cosiddetto fermo biologico, ovvero le zone di tutela biologica ZTB, diminuiscono per qualche tempo o in una ben delimitata area, lo sforzo di pesca favorendo il ripopolamento degli stock ittici oggetto di prelievo e producendo benefici sull’intera comunità demersale. Per ultimo, i pescatori hanno dichiarato che si sentono abbandonati dalle Istituzioni e non vedono soluzioni all’orizzonte. Il ministro Galan ha chiesto la collaborazione scientifica. In conclusione, la scienza potrebbe dare delle risposte rassicuranti ai nostri interlocutori? Il mondo della ricerca e soprattutto l’istituzione universitaria è da sempre al servizio della comunità. Infatti, dal 1985 a tutto oggi, numerose sono state le ricerche scientifiche e le campagne in mare realizzate dai ricercatori universitari per conto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per la valutazione delle abbondanze delle risorse alieutiche distribuite nei mari italiani. In particolare, sottolineo la ricchezza di informazione scientifica disponibile in Puglia, sia per il versante Adriatico che per il Mar Ionio, dove da anni sono al lavoro team di ricerca di rilevanza internazionale. Allo stato attuale, è più che mai necessario intensificare gli sforzi affinché si realizzi il trasferimento di queste conoscenze verso gli operatori del settore, magari attraverso la stipula di protocolli di intesa con le associazioni di categoria per la realizzazione di corsi di aggiornamento. In un contesto di questo genere sarebbe infatti più naturale analizzare i problemi che affliggono il settore pesca, realizzare il trasferimento delle informazioni scientifiche frutto della ricerca e individuare i meccanismi che disinnescano preventivamente gli allarmi di questi giorni. Pantaleo de Trizio
14
Attualità
giovedì 8 luglio 2010
Blue Mission di Marevivo: riflessioni sul mare ed altro Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2120
L’appuntamento organizzato dall’associazione ambientalista ha aperto numerosi temi di discussione. Osservata attentamente, la superficie del mare è un caleidoscopio mobile di forme e colori che, a seconda del vento, delle correnti e della distanza dalla costa, mutano di continuo, si susseguono rapide, diventano altro, poi altro ancora, rivelando insospettabili e sconosciute forme di vita animale e vegetale come, ad esempio, la Posidonia oceanica, specie protetta, dai frutti detti “olive di mare”, le cui foglie, con il movimento delle onde, arrivano sulle spiagge sotto forma di sfere brune, comunemente chiamate “palle di mare”. Decine di bambini e adulti le hanno ammirate e, forse, viste per la prima volta domenica 27 giugno, in località Prima Cala a Molfetta, durante la prima giornata che l’associazione ambientalista Marevivo, nata in Italia nel 1985 e riconosciuta con D.M. del 20/2/87, ha dedicato alla Blue Mission, campagna di educazione e cultura ambientale, soprattutto marina, rivolta in particolar modo ai giovani per stimolarli a vivere, attraverso la conoscenza e l’informazione, un rapporto corretto e consapevole con il mare che, non dimentichiamo, ricopre il 70% della superficie terrestre, produce l’80% di ossigeno, assorbe 1/3 del CO2, e si configura, quindi, come elemento essenziale per l’equilibrio dell’ecosistema. Durante la mattinata, dopo la pulizia della spiaggia da parte dell’ASM, che ha provveduto a liberare la battigia da cumuli di detriti e di alghe, Onofrio
Allegretta, presidente della sezione provinciale di Marevivo, l’unica nel meridione, attiva a Molfetta dal 2007, Raffaele Annese, della neonata Poseidon Blu Team, associazione sportiva dilettantistica per gli appassionati degli sport acquatici e subacquatici, ed altri volontari hanno intrattenuto bagnanti, appassionati, cultori del mare e non, inizialmente indifferenti e poi via via sempre più interessati, con la distribuzione di opuscoli e materiale informativo e con l’illustrazione della “valigia del mare”, contenente piccoli e vari esemplari di flora e fauna marina ma anche prodotti inquinanti come le candele delle auto spesso usate per pescare polpi e poi rinvenute sui fondali. Si è trattato di una manifestazione spartana e spontanea, essenziale, dal semplice carattere divulgativo, effettuata per sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi del mare, il trasporto delle sostanze pericolose, la strage dei cetacei, i metodi di pesca illegali, la distruzione e l’abbandono in acqua di sostanze tossiche. Non c’erano tartarughe marine da mostrare né telecamere o teleobiettivi in cui guardare, soprattutto mancavano i rappresentanti delle istituzioni, della politica, delle altre associazioni ambientaliste, il fronte vivo e compatto che dovrebbe legare i cittadini alla città, lì in uno dei punti nevralgici e simbolici di Molfetta come la Prima Cala, terra di tutti e di nessuno, spiaggia di frontiera, bivacco estivo e not-
turno ai limiti della decenza e della legalità. Nei giorni precedenti avevamo già incontrato Onofrio Allegretta che ci aveva parlato delle difficoltà e dei tentativi dell’associazione di instaurare contatti con l’amministrazione comunale e con lo stesso sindaco Azzolini, mostrandoci le lettere di sollecitazione e di invito inviate a quest’ultimo in diverse occasioni, come quella datata 8 giugno 2010 e rimasta anch’essa senza risposta, con la quale si chiedeva il patrocinio e la partecipazione attiva all’iniziativa “Blue Mission” mediante la stampa e l’affissione di manifesti su plance comunali. L’ostruzionismo subito da Marevivo è spiegabile, secondo Allegretta, con certe prese di posizione assunte dall’associazione su temi scottanti (non specifica bene quali) e con la mancanza di una figura di riferimento politico in Consiglio Comunale che un tempo c’era e ne presentava bene le istanze, tanto che, inizialmente, l’Amministrazione aveva riconosciuto ed appoggiato, erogandole anche un finanziamento di mille euro per un “Natale in acqua”, la sezione locale di Marevivo. Per quanto riguarda i rapporti, completamente inesistenti, con le altre associazioni ambientaliste della città, Allegretta lamenta una totale mancanza di comunicazione e collaborazione nonostante l’obiettivo comune della salvaguardia dell’ambiente. A riguardo, da noi contattato, Pasquale Salvemini, responsabile del Wwf locale, ha dichiarato: “Non ero a conoscenza dell’iniziativa di Marevivo, l’ho appresa dalla stampa, non so in cosa consista. Credo sia fondamentale che ci siano attività sinergiche tra le varie associazioni ma che queste debbano comunque mantenere la loro piena autonomia organizzativa nonché perseguire le finalità statutarie del singolo gruppo. La Prima Cala rimane per il Wwf un delicato lembo della città da custodire con cura perché l’abbiamo voluta a tutti i costi, il Wwf ci ha investito tempo e denaro per la piantumazione di centinaia di alberi. Ora l’Amministrazione comunale deve scendere in campo per evitare episodi spiacevoli quali accampamenti abusivi continui, grigliate estive e tendopoli gratuite. Mettiamo a disposizione dei bagnanti un angolo ideale per una tintarella senza sorprese”. La piena autonomia di cui parla Salvemini non dovrebbe, però, tradursi, a detta delle persone che abbiamo sentito (anche gente comune), con il limitarsi a coltivare con cura ed
attenzione solo il proprio orticello o a gestire in maniera personale e clientelare i rapporti con le istituzioni senza impedirne o, addirittura favorendone, in alcuni casi, scelte a danno della salute collettiva; le attività sinergiche a cui egli accenna andrebbero, di fatto, concertate e individuate ad un tavolo comune permanente dove poter stabilire linee operative di collaborazione e progettare forme mutualistiche di autocontrollo, promozione e condivisione impedendo alle associazioni di volontariato, soprattutto a quelle governative, di diventare, con il tempo, delle vere e proprie corporazioni, con finalità ben diverse da quelle formalmente dichiarate. Concludiamo riportando una scritta che non ha nulla a che vedere con quanto detto finora ma che abbiamo letto lì, con sorpresa, su un muro (un’altra, assai carina, diceva: Don’t touch my hearth… ): “Che differenza c’è tra amare e farsi male?”. Per noi nessuna, ma forse è il caso di pensarci. Domenica, 27 giugno, ore 11, località Prima Cala a Molfetta: riflessioni sul mare ed altro. Beatrice De Gennaro
Decalogo del Mare Unisciti a noi Non restare indifferente ai problemi del mare Mobilitati per la difesa del mare Aiutaci a pulire gli ambienti marini Rispetta il mare e tutte le forme di vita Evita di inquinare e sprecare le risorse naturali Vai dove la natura ha bisogno di te Iscriviti a Marevivo Vivi educando ad amare la natura Offri il tuo aiuto per il mare
Inchiesta
giovedì 8 luglio 2010
15
Dispensa, tavola e globalizzazione Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2121
Il caso della “mozzarella blu” e la nostra spesa quotidiana. Nelle ultime settimane la battuta più ricorrente tra commensali è stata “ci facciamo una bella mozzarella blu?”, il riferimento, ovvio, al caso fragorosamente scoppiato in tutta Italia e che ha coinvolto anche Molfetta con il suo bel quantitativo di latticini colorati, tredici tonnellate chilo più chilo meno, trovato e sequestrato dai Carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazioni del comando provinciale di Bari all’interno del centro distribuzione della Lidl, situato nella zona artigianale della città. Latticini, sia ben chiaro, mai finiti negli scaffali dei supermercati o sulle tavole dei consumatori. La Lidl stessa, infatti, dimostrando la sua serietà aveva provveduto a bloccare la distribuzione non appena il primo caso di mozzarella contaminata era stato segnalato a Torino. Si è trattato quindi di un sequestro cautelativo: impossibile dire se qualcuna di quelle mozzarelle, dal nome italianissimo ma prodotte e confezionate in Germania, avesse assunto la colorazione blu. Colorazione causata dalla presenza di
un batterio, lo pseudomonas. Un caso di cronaca “alimentare” che non interessa più di tanto Molfetta, se non per semplici ragioni commerciali ma che invece ci ha spinto a riflettere su quanto sta avvenendo al nostro modo di acquistare, su come cambiano le scelte dei consumatori. Soprattutto cosa finisce sugli degli scaffali dei negozi di alimentari dove abitualmente ci rechiamo a fare spesa. La domanda
è: perché un molfettese dovrebbe acquistare in supermercato mozzarella proveniente dalla Germania quando in città esistono numerose attività artigianali che vendono prodotti ottimi? E soprattutto cosa troviamo nei supermercati più conosciuti della città? Così abbiamo chiesto il parere del direttore di uno dei più importanti punti vendita cittadini, il supermercato Famila, quello di un produttore
artigianale, il signor Altamura del caseificio omonimo e quello di due esperti del settore, la biologa nutrizionista Annalisa Mira e il presidente dell’Associazione Cuochi Baresi, Giacomo Giancaspro. Per questa volta ci siamo limitati a parlare di mozzarella ed affini ma, lo stesso tipo di ragionamento potrebbe essere esteso all’olio d’oliva proveniente dalla Grecia, o agli ortaggi importati dalla Tunisia, o ancora all’aglio cinese. Per non parlare di vino, salumi, pasta e tanto altro ancora. Insomma, sulle nostre tavole “globalizzate” ormai finisce di tutto e di più. E forse non c’era bisogno della “mozzarella dei Puffi” per capire come sia cambiato il contenuto dei nostri frigoriferi e delle nostre dispense passati dall’ospitare i prodotti del contadino che vive sotto casa alla frutta e verdura di grandi aziende internazionali che della nostra cara vecchia agricoltura oramai conservano solo nomi e immagini. Magari falsificandoli. Per il bene del mercato globale.
16
Inchiesta
Prodotti caseari: ci possiamo fidare? 2122
Scegliere bene per tutelare la salute e mangiare sano. Latte e formaggi sono alimenti con un alto valore nutrizionale in quanto fonti di proteine nobili, grassi facilmente digeribili, sali come calcio e fosforo utili nell’accrescimento dei bambini o per combattere carenze nell’adulto. Come per tutti i prodotti alimentari, però, le scelte e i metodi di produzione devono essere ben selezionati per garantire il rispetto della salute del consumatore. In questi giorni l’attenzione è stata rivolta al caso della mozzarella blu che diventa tale per una sostanza prodotta da un batterio in presenza di ossigeno (ecco perché si colora dopo l’apertura della confezione). Ma non bisogna dimenticare che alterazioni o contaminazioni batteriche non sempre determinano modificazioni del prodotto in maniera così visibile. I prodotti caseari sono tra quelli più sensibili alle contaminazioni perché terreno fertile per la crescita batterica e a contraffazioni dato il loro largo impiego, quindi diventa importante essere certi della loro qualità. Nella preparazione dei formaggi le fasi sono lunghe: si parte dalla preparazione del latte che può essere usato crudo o pastorizzato per l’eliminazione di eventuali microrganismi patogeni e deve essere di qualità; segue la coagulazione del latte in cui viene fatta precipitare la caseina con la formazione della cagliata; quindi la rottura e la cottura di quest’ultima per i formaggi a pasta cotta; infine formatura, pressatura, salatura e maturazione. Ogni fase può essere soggetta a contaminazioni e quindi deve essere sottoposta a rigidi controlli: i formaggi più freschi sono i più a rischio perché più ricchi di acqua e siero che favoriscono la crescita microbica e quindi eventualmente anche di agenti dannosi. Viviamo in un Paese in cui la produzione di formaggi vanta una lunga storia ma almeno la metà delle confezioni in vendita nei negozi è fatta con latte o addirittura con cagliate importati dall’estero. I prodotti DOP (Denominazione di Origine Protetta) ci garantiscono la provenienza ma anche prodotti artigianali della nostra terra e senza marchio possono essere una garanzia. Per difenderci, una buona abitudine deve essere quella di consumare prodotti di fiducia, di cui si conosce la provenienza anche del latte, controllare le date di scadenza, e soprattutto usare tutti i nostri sensi, tra cui gusto e olfatto che servono proprio per difenderci. E ricordarsi che spesso convenienza non coincide con sicurezza. dott.ssa Annalisa Mira Biologa Nutrizionista
A Molfetta la mo Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2123
Come si lavora nello storico caseificio di Pietro Altamura. A Molfetta, inquinamento e condizioni metereologiche permettendo, solo il cielo ed il mare sono blu, le mozzarelle restano bianche, anzi bianchissime, come le mani degli operatori caseari che le lavorano secondo antiche tradizioni tramandate di generazione in generazione. Il signor Pietro Altamura, titolare del caseificio a conduzione familiare sito in via Molfettesi d’Argentina 28, produttore di mozzarelle e formaggi a pasta filata, le muove rapidamente mentre, tra una parola e l’altra, serve i numerosi clienti ai quali offre trecce, nodini, scamorze invitanti, dal profumo inimitabile e unico, che in molti rievoca le stanze lontane dell’infanzia, fatte di odori e sapori sempre più difficili da ritrovare. Ricordiamo che la mozzarella è un prodotto caseario fatto unicamente di latte vaccino, caglio e sale, ottenuto dalla coagulazione intorno ai 37° di latte crudo intero ad acidità naturale, talvolta termizzato, a volte addizionato di sieroinnesto naturale o selezionato. “Consumiamo 400 o 500 litri di latte al giorno per produrre 40 o 50 chili di mozzarelle e formaggi. Il latte che ci viene consegnato il martedì e il sabato con autobotti e giunge da aziende zootecniche murgiane autorizzate e controllate, viene poi trasferito in cisterne coibentate che possono contenerne anche 15 quintali. Il trasportatore lo acquista dall’azienda produttrice, noi lo acquistiamo da lui. È un latte che proviene da una o due mungiture, che è stato filtrato con colino a trama fitta o pulito con pulitrice centrifuga, poi posto in serbatoi refrigeranti a 4 gradi”. Il signor Altamura ci guida nell’azienda, ci indica le grosse cisterne e le apre, offrendoci lo spettacolo di un mare bianco e denso dove vorremmo immediatamente tuffarci, moderne Poppee amanti della pelle levigata e lunare. In questo latte, però, addizionato di caglio liquido di vitello (15-30 ml per quintale) non ci si tuffa: lo si riscalda, poi lo si coagula in un lasso di tempo che va, a seconda dell’acidità del latte, dai 30, 40 minuti fino ad un massimo di 60. Al rassodamento del coagulo segue, dopo 15, 20 minuti, la rottura (meccanica nei grossi caseifici) che è effettuata lentamente fino ad ottenere grani a dimensione di noce, con grossi mestoloni di legno o con spini metallici. La cagliata viene lasciata riposare per 30 minuti durante i quali viene prelevato il siero destinato all’innesto del giorno successivo, impedendo, mediante immissione indiretta di acqua calda, che la temperatura della massa scenda al di sotto di 30°. Poi si continua con la filatura, preceduta da prove per stabilire il giusto grado di maturazione della pasta, che, se effettuata in maniera tradizionale, vede l’uso di due bastoni di legno in recipienti di legno bassi e larghi da 6 a 7 quintali nei quali la pasta è filata con acqua a 85-90 gradi, quindi con la salatura (per immersione in salamoia o per addizione di sale durante la maturazione) e infine con il confezionamento. I grossi caseifici confezionano il prodotto meccanicamente in buste di carta pergamentata plastificata lasciando la mozzarella immersa in acqua come liquido di governo; il prodotto destinato al mercato locale viene confezionato al momento della vendita in buste di plastica con acqua. Il settore lattiero-caseario, uno dei motori trainanti dell’industria agro-alimentare, è sottoposto al controllo delle Regioni per le autorizzazioni di tipo igienico-sanitario e per i molteplici aspetti di impatto ambientale, diretti o indiretti, connessi a tutte le fasi del processo produttivo, dall’ingresso delle materie prime e dei materiali di consumo fino allo smaltimento dei residui del prodotto e durante le attività di supporto. Il signor Altamura ci dice che qui non vengono usate sostanze chimiche: i prodotti di sanificazione o reagenti chimici, quando sono presenti nei caseifici, dovrebbero, per legge, essere stoccati ed etichettati, in più il datore di lavoro ha l’obbligo di conservare e mettere a disposizione del
personale le schede di sicurezza di tutti gli agenti chimici presenti. I sistemi di gestione di controllo sono basati sulla valutazione di svariati elementi, come le emissioni in atmosfera, il rumore, le risorse idriche da utilizzare, i serbatoi interrati, i sottoprodotti, i rifiuti ed i reflui. La valorizzazione, in particolar modo, dei reflui caseari, soprattutto siero e scotta, consente di abbattere i costi di smaltimento e rappresenta un proficuo esempio di trasformazione di uno scarto in una risorsa economica. È proprio il caso di dire: non solo latte dietro (ma dentro sì…) le mozzarelle. Beatrice De Gennaro
giovedì 8 luglio 2010
ozzarella è bianca
17
ambienti umidi. Quindi il latte della Germania sembrerebbe sicuro ma i suoi prodotti tedeschi d’ora in poi un po’ meno. Dopo il sequestro delle famose 13 tonnellate presso il centro di distribuzione Lidl di Molfetta, sono cominciate a volare ipotesi, alcune a dire il vero al limite della diffamazione, su chi fossero in città i supermercati destinatari del carico. Si è parlato di hard discount ma anche di catene più o meno prestigiose che sono da sempre attente alla qualità dei prodotti offerti ai propri clienti. E sono stati proprio questi ultimi a chiedersi soprattutto di chi si sarebbero potuti fidare per i propri acquisti. Attualmente a Molfetta un pericolo reale di ritrovarsi le mozzarelle blu nel piatto non dovrebbe sussistere più. Lo ha assicurato il ministero delle Politiche Agricole e Forestali che si è immediatamente affrettato, dopo la scoperta del carico, ad effettuare dei controlli a tappeto in tutti i supermercati, i negozi di alimentari e i caseifici della città. Anche il direttore del vasto punto vendita “Famila” di Molfetta, Enzo Caterino, ha voluto rassicurare i molfettesi sull’entità del rischio latticini infetti in città. Molti supermercati molfettesi, infatti, acquistano prodotti caseari direttamente da caseifici pugliesi o dell’Italia meridionale in genere, prodotti che sono sottoposti a serrati controlli da parte degli ufficiali sanitari del ministero e delle Asl di competenza. “Presso il Famila, per esempio – ha rivelato Caterino – nessun tipo di mozzarella di provenienza tedesca è venduta nei banchi frigo. Si tratta di prodotti provenienti da importanti realtà locali che da tempo e tradizionalmente proInvia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2124 ducono latticini quali Sanguedolce e La conferma arriva dal direttore di uno dei più grossi punti vendita della città. Montrone di Andria e Del Giudice di Campobasso; la mozzarella di bufaLe mozzarelle dei “Puffi”, quelle blu molto più gustose e genuine moz- responsabile della strana colorazio- la, invece, arriva direttamente dalla provenienti dalla Germania, sono zarelle del Sud. Alcuni caseifici lo- ne cianotica delle mozzarelle è lo sua patria, la Campania” ha affermaarrivate anche in città. Ecco l’en- cali importano soltanto il latte dalla “pseudonomas”, un essere infinitesi- to concludendo il direttore. nesima dimostrazione che quando verde Germania. Non bisogna co- mamente piccolo che vive in scarse Francesco Tempesta scoppia un evento o un caso nazio- munque allarmarsi perché il batterio condizioni di igiene e predilige gli nale, Molfetta non può mai essere da meno e rimanere fuori dalle luci dei riflettori. Scherzi a parte, la situazione per quanto riguarda la salute dei consumatori, è sotto controllo. Lo spavento e la suggestione verso un fenomeno singolare e fuori dal comune hanno quasi fatto scoppiare una fobia in città e per un po’ si è temuto un crollo verticale del mercato dei latticini. Si tratta comunque di un paradosso per una terra che assieme alla vicina Campania è la patria delle mozzarelle. Sembra strano dirlo ma la Puglia importa tonnellate e tonnellate di derivati del latte proprio dalla Germania. Naturalmente la causa di questo è da ricercare nelle logiche di mercato che naturalmente collocano la mozzarella tedesca ad un prezzo nettamente inferiore a quello delle
Nei supermercati nessun rischio
18
Inchiesta
giovedì 8 luglio 2010
Cosa ne pensa un esperto Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2125
Il parere del presidente dell’Associazione Cuochi Baresi, Giacomo Giancaspro.
SPAZIO AUTOGESTITO A PAGAMENTO
Il caso della “mozzarella blu” ha allertato non solo chi consuma latticini a volontà, ma chiunque si rechi al supermercato per far spesa e acquistare un prodotto alimentare. Abbiamo incontrato Giacomo
Giancaspro, presidente dell’Associazione Cuochi Baresi ed esperto di gastronomia per sentire il parere di un professionista. “Il problema della mozzarella blu – ci ha detto – è molto semplice: noi da anni ne stiamo parlando e come associazione e come consumatori, portando avanti uno slogan mirato “Mangiare con il territorio”, uno slogan, questo, adottato per far comprendere a tutto il territorio, non solo ai professionisti del gusto, che dobbiamo cercar di valorizzare i prodotti locali e non quelli importati favorendo così l’ecologia, il chilometro zero, l’economia e quant’altro”. Oggi giorno la gente preferisce il prodotto importato ad un prodotto artigianale solo ed esclusivamente per un fattore economico, in quanto il primo ha un costo di gran lunga inferiore all’altro; ecco perché un prodotto deve avere il giusto prezzo alla giusta qualità, anzi, uno dei criteri fondamentali per poter individuare la qualità di
un prodotto è sicuramente il prezzo. “Altro punto essenziale su cui si basa il caso della mozzarella blu – aggiunge Giancaspro – è legato all’educazione al gusto dei consumatori: molta gente, a causa della forte crisi economica in cui ci troviamo, non presta molta attenzione al prodotto che sta acquistando, limitandosi solamente a prendere in considerazione solo il prezzo, non leggendo, dunque, le etichette, chi l’ha prodotto, in che modo è stato conservato, quanti giorni di conservabilità ha, parametri, che in un contesto di crisi quale noi stiamo attraversando, vengono meno sicuramente. Così si spiega il motivo per cui al bancone del supermercato troviamo il prodotto top che sarà sempre buono e quello scadente. Questo non significa però che se ci rechiamo in una pizzeria, un pub o un ristorante noi possiamo correre il rischio di assaporare un prodotto di misera qualità anche perché, nei locali i prodotti utilizzati ven-
gono conservati in un certo modo e nell’arco di tempo”. Fa impressione pensare, d’altro canto, quanti ristoratori sono costretti a chiudere le proprie botteghe. “Qui subentra un altro discorso, quello che noi chiamiamo la cultura dell’autocontrollo; mantenere un autocontrollo alimentare, all’interno di un’attività ristorativa, è un’esigenza di prioritaria importanza ma ha dei costi; significa sanificare continuamente la zona di lavaggio, evitare i processi incrociati tra cotto e crudo, tra sporco e pulito, soprattutto in estate, la bella stagione in cui i ritmi lavorativi sono intensificati”. In conclusione, ha assicurato Giancaspro “oggi c’è un controllo attento, quasi capillare da questo punto di vista, non a caso il sistema di controllo HACCP ha subito ritirato dal mercato il prodotto ed individuato il problema di natura esclusivamente batterica”. Marilena Farinola
Con Clubino i risparmi sono al sicuro Il libretto di risparmio pensato da Ubi Banca per i più piccoli. Dove mettere i risparmi di figli e nipoti? La risposta è semplice: per tutti i bambini da 0 a 12 anni la Banca Carime, appartenente al gruppo Ubi Banca, ha ideato “Clubino: il mondo dei giovani risparmiatori”. Nel libretto di risparmio “Clubino” è possibile versare quando e quanto si vuole, i risparmi crescono velocemente e in caso di necessità sono sempre disponibili. “Clubino” è il modo più libero e flessibile per risparmiare giocando inoltre è gratuito perchè non ha alcune spesa di apertura e gestione e l’imposta di bollo è a carico della banca. “Clubino” è conveniente perchè ha un tasso dell’1% fin dal primo anno; è divertente perchè ha tanti personaggi da scoprire, amici da conoscere e giochi da provare sul sito www.clubino. ubibanca.com ed inoltre è premiante perchè ci sono tanti fantastici premi a disposizione per tutti i piccoli risparmiatori. Per aprire il libretto di risparmio èsufficiente la firma di un solo genitore o del tutore. Il libretto viene intestato al bambino e solo i firmatari possono effettuare versamenti o prelievi: basta presentare il libretto presso lo sportello Banca Carime ove è stato acceso. Ogni versamento poi è un doppio regalo: i grandi non solo contribuiscono ad aumentare i risparmi dei bambini ma li aiutano anche ad ottenere fantastici premi. Infatti, il 30 settembre di ogni anno, per tutta la durata
dell’operazione a premi, i bambini riceveranno un fantastico premio adatto alla loro età, in base all’importo presente sul libretto e alla soglia di deposito raggiunta. Per il primo regalo poi basta solo aprire il libretto: subito in omaggio un Giotto Junior Cube per colorare le avventure nel mondo dei giovani risparmiatori. Ma le sorprese e le possibilità per i più piccoli non finiscono qui! Ubi Banca infatti ha promosso il concorso “Il calendario dei grandi lo disegniamo noi!”: Ubi Banca cerca piccoli artisti per il calendario del prossimo anno. Dovranno disegnare la loro città: una piazza, un paesaggio, un monumento famoso o un qualsiasi elemento caratteristico del luogo in cui vivono. Una giuria di qualità selezionerà i disegni da pubblicare e per i più bravi in regalò ci sarà una console Nintendo DSi e il nuovo Super Mario Bros! Infine tutti i bambini partecipanti concorreranno all’estrazione finale di un viaggio + soggiorno per 4 persone (2 adulti e 2 bambini) a Parigi con ingresso gratuito ad un magico parco divertimenti. Per maggiori informazioni su “Clubino” e sul concorso è possibile visitare il sito www.clubino.ubibanca.com, oppure chiedere notizie nelle filiali di Banca Carime o chiamando il Numero Verde 800.500.200.
In Città
giovedì 8 luglio 2010
19
Qui trovi un professionista Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2126
Le “targhe” consegnate dall’Associazione Cuochi Baresi. Si è tenuta lo scorso 23 giugno, per il secondo anno consecutivo, presso il Ristorante Alighieri di Terlizzi, la cerimonia di consegna delle targhe “Professionisti del Gusto” da parte dell’Associazione Cuochi Baresi. A ricevere le targhe gli chef Luigi Delfine, Giuseppe Frizzale, Leonardo Di Pinto, Giovanni Lorusso, Cataldo Tarantini, Adriano Aresta, Nicola Modugno, Nicola Furio, Diana Maurantonio, Alessandro Pendinelli, Domenico Tavella, Giuseppe Bellomo, Pasquale Inglese, Simone Petruzzella, Domenico Piccininni, Tania Torelli, Giuseppe Lombardi, Mario Musci, Domenico Verrini, Floriana Boragine, Giacomo Tarantini, Alessandro Caliolo. Il circuito di cui fanno parte, “Qui trovate un professionista”, fa riferimento ad un progetto promosso, su scala nazionale, dalla Federazione Italiana Cuochi. Mette in rete alcuni tra i più noti locali della provincia all’interno dei quali operano chef professionisti in grado di soddisfare le esigenze
degli amanti della buona cucina. È promossa in Terra di Bari dall’Associazione Cuochi Baresi. Quanti si rivolgeranno ai locali che espongono la targa di adesione al circuito potranno contare su una serie di garanzie a cominciare dalla qualità dei prodotti impiegati in cucina e dal rispetto delle norme igieniche. Il progetto coinvolge, in questa prima fase, alcuni tra i più quotati chef della provincia. L’obiettivo è quello di allargare l’offerta alla clientela e di diversificare l’offerta. Al momento fanno parte del circuito ristoranti, pizzerie,
Giacomo: l’artista nato due volte Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2127
Da un passato privo di regole a un futuro fatto di sculture e colori da mescolare.
Giacomo dell’Olio ha 45 e, fortunatamente per lui, da quale tempo ha messo una pietra sopra il suo passato. Un passato fatto di dipendenza dall’alcol e di una vita priva di regole. Una vita che aveva rischiato di travolgerlo e ucciderlo. Di Giacomo e del suo passato abbiamo già parlato in altre occasioni. Ed anche del suo presente abbiamo raccontato: l’incontro con il dottor Antonio Taranto e con gli altri medici e professionisti del Servizio per le Tossicodipendenze della Asl Bari, la passione per gli animali e l’ambiente che lo avevano portato ad avvicinarsi al Wwf di
Molfetta e poi, negli ultimi tempi, una nuova avventura, una passione che forse si sta già trasformando in una attività capace di garantire a Giacomo un futuro e una vita totalmente nuova: l’arte. Un arte che i critici definirebbero “povera” ma che nasconde in sé tutta la voglia di un uomo di ricominciare, di scoprire nuove possibilità, di provare nuovi sentimenti. Giacomo così ha cominciato a lavorare il legno, ad inventare, a scoprire nuove soluzioni, a dipingere sul compensato. Tutto nelle quattro mura di un locale nell’istituto “Vittorio Emanuele” di Giovinazzo, dove hanno sede gli uffici del Ser.T. Giacomo immagina nella mente le opere da realizzare, poi passeggia lungo la spiaggia che da Giovinazzo porta a Molfetta e raccoglie tronchi e radici trasportati dalla corrente. Li lavora, li leviga, li plasma. Sul legno appaiono visi ma, anche paesaggi, come quello del presepe regalato a dicembre scorso ai Carabinieri di Molfetta o dei tanti altri che ha realizzato e che oggi si trovano nelle case o negli studi di importanti professionisti. E poi c’è la pittura: colori solari, luminosi che disegnano forme astratte con significati nascosti e che solo l’animo di questo artista “nato due volte” è capace di decifrare. I segni di un Giacomo nuovo: i segni dell’esempio concreto di chi ha voluto ricominciare. Con tutte le sue forze. Con tutta la sua arte.
pasticcerie. Eventuali rimostranze per il trattamento ricevuto o per qualsiasi altro problema verificatosi nei locali che hanno aderito al Circuito potranno essere segnalati all’indirizzo di posta elettronica info@ assocuochibaresi.it. La targa è il simbolo di un vero e proprio “patto” con gli utenti, uno strumento di comunicazione e di informazione che permette loro di conoscere i servizi offerti, le modalità e gli standard promessi, di verificare che gli impegni assunti siano rispettati, di esprimere le proprie valutazioni anche attraverso forme di
reclamo. È uno strumento d’informazione e garanzia nei confronti dei propri clienti che posti al centro del processo produttivo, valutano la qualità del servizio ricevuto. La carta della qualità del circuito “Qui trovate un professionista” è annualmente elaborata, verificata e approvata dall’Associazione Cuochi Baresi in base a quanto emerso dal processo di valutazione delle strutture ristorative che ne fanno parte. Il controllo del rispetto degli impegni legati alla “Carta della Qualità” è affidato al Consiglio Direttivo dell’Associazione Cuochi Baresi che potrà agire di propria iniziativa o su segnalazione della clientela. L’adozione della Carta della qualità si inserisce in una serie di iniziative volte a promuovere una più ampia valorizzazione della professionalità degli Chef e Maestri facenti parte del circuito con l’impegno di valorizzare e promuovere la cultura gastronomica del proprio territorio. Marilena Farinola
Microcredito: prorogata la scadenza del bando Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2128
I termini per presentare le domande sono stati spostati al 15 luglio. Le domande di accesso al “microcredito” a favore dei giovani potranno essere presentate al Comune di Molfetta entro il prossimo 15 luglio. Il termine ultimo per la consegna dei progetti, inizialmente previsto per il 28 giugno, è stato prorogato da parte dell’assessorato ai Servizi Socio Educativi. Questo “per garantire una più ampia conoscenza dell’iniziativa e offrire a un maggior numero di giovani l’opportunità di accedere al prestito comunale” come spiega l’assessore Luigi Roselli. Realizzata nell’ambito della sperimentazione dei Piani Locali Giovani (Dipartimento della Gioventù – Presidenza del Consiglio dei Ministri con la collaborazione dell’Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani e la Rete Iter), l’iniziativa del Comune denominata “Credito al Futuro” ha già trovato grande interesse da parte di quei giovani – di età compresa tra 18 e 35 anni – che intendono realizzare un progetto imprenditoriale o professionale innovativo nei settori della cultura, dell’arte, delle nuove tecnologie o nel “terzo settore”. Per loro il Comune mette a disposizione fino a 5 mila euro di credito, mentre per società di persone o di capitali (composte per i due terzi da giovani) le possibilità di credito salgono a un massimo di 10 mila euro. Complessivamente, l’ammontare delle risorse disponibili è pari a 150 mila euro destinati ai soggetti cosiddetti “non bancabili”, cioè gio-
vani esclusi – per condizioni varie – dalla possibilità di ricevere sostegno dal mercato finanziario. All’iniziativa aderisce la Banca Popolare di Bari. L’assessore Roselli fa notare che “il microcredito è rivolto a quei giovani che non dispongono delle necessarie garanzie per ottenere mutui e altri prestiti dalle banche. Per molti di loro non ci sarebbe alcuna alternativa al microcredito garantito dal Comune, con la conseguenza che progetti imprenditoriali potenzialmente validi non avrebbero nessun futuro. La formula del micro credito è stata scelta per dare una chance a un maggior numero di giovani futuri imprenditori”. C’è, inoltre, un altro aspetto importantissimo da considerare, come spiega il dirigente del settore Servizi Socio Educativi, Giuseppe de Bari. “Il sostegno del Comune valorizza ulteriormente questi progetti imprenditoriali dando loro visibilità e ingenerando un effetto moltiplicatore del credito. In altre parole, di fronte a iniziative imprenditoriali particolarmente innovative, non è escluso che da parte del sistema bancario potrebbero aprirsi ulteriori possibilità di finanziamento a favore dei giovani. Il sostegno del Comune – conclude de Bari – diventa esso stesso una garanzia”. Tutte le informazioni sulla documentazione necessaria e il bando completo per aderire al microcredito sono disponibili sul sito internet del Comune di Molfetta (www.comune.molfetta.ba.it).
20
In Città
giovedì 8 luglio 2010
Successo per LiberaRete Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2129
La maratona web ideata per protestare contro la cosiddetta “legge bavaglio”. Otto ore di maratona sul web per dire no alla legge sulle intercettazioni. È andata in onda giovedì primo luglio, in diretta da Roma e ritrasmessa da oltre 400 piattaforme web tra cui “il Fatto”, LiberaRete. Milioni di contatti per la trasmissione, condotta da Giampaolo Colletti e organizzata da uno staff composto da soli volontari, che ha rilanciato sul web le immagini della manifestazione organizzata a Piazza Navona dalla Federazione Italiana della Stampa. Sul nostro sito diverse migliaia di connessioni per assistere alla lunga diretta. Diretta che ci ha visti anche protagonisti con un collegamento video trasmesso dalla nostra redazione e nel corso del quale il direttore Corrado Germinario ha raccontato l’esperienza della web tv de “il Fatto” e alcuni degli episodi che hanno segnato gli oltre due anni di lavoro trascorsi dal via della nostra avventura. Il giorno dopo, poi, Germinario si è collegato in diretta con Radio24 dove è intervenuto nel corso della trasmissione “NovaLab24” con-
dotta da Luca Tremolada per parlare del successo della nostra web tv. La lunga diretta è stata ideata e supportata dalla federazione delle micro web tv FEMI, Altratv.tv, Valigia Blu, Federazione Nazionale Stampa Italiana, Ipazia Promos e Current, e ha presentato per la prima volta “a rete unificata”
il ruolo di denuncia di internet e delle micro web tv italiane nel panorama dell’informazione del Paese: sono state trasmesse le inchieste più significative per mostrare quanto sia condizione necessaria per la democrazia e la legalità la libertà di fare stampa e di essere informati. Al progetto hanno aderito
anche Repubblica.it, Corriere.it, Rainews24, Il Fatto Quotidiano, Youdem, U-Station, Raduni, Agoravox, Articolo 21, Premio Ilaria Alpi, Anso, Micromega, Generazione Attiva, Istituto per le politiche dell’Innovazione. Come detto, la maratona ha seguito l’evolversi della manifestazione di piazza Navona e gli eventi correlati promossi dalla FNSI per la libertà di informazione e contro la “legge bavaglio”. Pertanto si sono alternate le immagini della manifestazione con le inchieste delle micro web tv e dei partner del progetto. Nel corso della maratona sono intervenuti in studio e in collegamento webcam via Skype giornalisti, magistrati, microeditori delle micro web tv. Uno spazio rilevante è stato dato alla finestra con l’estero, con la partecipazione di osservatori della stampa estera. Le micro web tv hanno portato all’attenzione del pubblico anche una proposta concreta: la compartecipazione delle imprese tlc ai costi delle intercettazioni, come peraltro avviene in altri Paesi Europei.
San Corrado: una storia che si rinnova Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2130
A luglio i festeggiamenti in onore del Santo Patrono. A mezz’ora di macchina da Molfetta, in un’oasi alla periferia di Modugno, si trova l’Abbazia della Madonna della Grotta. In questo luogo verso la metà di marzo di ogni anno, come da tradizione, una’associazione culturale dona l’olio votivo per alimentare la lucerna che da secoli dà luce al punto preciso della grotta dove si ritirava a riposare e pregare Corrado, divenuto poi Patrono della Diocesi di Molfetta. Il prossimo anno sarà la volta dell’associazione culturale Luigi Capotorti di Molfetta. Alla solenne cerimonia partecipano fedeli e autorità politiche e militari. “La storia santifica di Corrado parte da una disubbidienza – ha raccontato il dottor Armamdo Riveli, storico di Modugno – verso i genitori e la sua famiglia che lo volevano principe della Chiesa Secolare”. Corrado rinunciò ad essere prelato dell’aristocrazia della Chiesa Tradizionale per passare a quella Regolare dei Monaci Francescani. Un Ordine religioso i cui principi si basavano esclusivamente sul massimo rispetto dei rigidi precetti della vita monastica. Vivere nella piena povertà pregando. “Poiché sulla vita e sugli spostamenti di san Corrado è stato scritto poco – ha chiarito dottor Riveli durante l’ultima cerimonia – i vari episodi sono stati co-
struiti in base ad alcune date che testimoniano la sua presenza in determinati luoghi dell’Italia”. Di certo si sa che Corrado era di origine italiana. Il padre faceva parte della famiglia dei Guelfi e aveva sposato una donna tedesca di Baviera. All’età di 16-17 anni Corrado lasciò la sua terra natia per raggiungere la Terra Santa. Percorse la via Traiana, che accorciava le distanze, per immettersi sulla via Appia Antica. Prima di partire per Gerusalemme si fermò a Bari per far visita e pregare san Nicola. “Forse Corrado non c’è mai stato – ha proseguito lo studioso – in Terra Santa. Non esistono testimonianze e scritti che lo confermano. L’unico elemento di studio è il tempo stretto trascorso dalla partenza della Germania fin quando raggiunse Modugno in relazione al momento del
decesso”. Corrado si ammalò durante il viaggio ed essendo monaco fu ospitato nell’Abbazia dei monaci benedettini di Modugno, la più vicina a Bari. Per essere curato fu trasferito all’Ospedaletto dei Crociati di Molfetta e lì vi rimase per 5-6 mesi. In questo lasso di tempo il nostro patrono fu un esempio di vita cristiana. Chi lo ascoltava rimaneva colpito dal suo fascino, aveva qualcosa di diverso, molto carisma. “Chissà cosa avrà trasmesso – ha detto Riveli – ai molfettesi per indurli ad acclamarlo Santo Protettore. San Corrado era come una calamita, il suo fluido misterioso attirava”. Non si sa di cosa soffrisse. Curato e dimesso, fece ritorno a Modugno dove morì dopo alcuni mesi. Corrado è stato definito santo locale, però non esistono testimonianze che attestano suoi
miracoli. Nella grotta di Modugno non è stata rilevata traccia di dna. La storia racconta che nel 1303 il Convento dei benedettini fu soppresso da Roberto D’Angiò e dato ai Monaci secolari di San Nicola i quali, per la lunga distanza da Bari, non vi riuscivano a far arrivare le provviste giornaliere. Incapaci di gestirlo, lo abbandonarono. Dopo 180 anni i marinai molfettesi che adoravano san Corrado, saputo dell’incuria in cui versava la tomba del Santo, decisero di andare a prelevare i resti per portarli a Molfetta. Detto fatto: ai modugnesi fu lasciata una falange che ora è depositata nella Chiesa Madre della città di Modugno. Di San Corrado si ricordano alcuni episodi che riguardano la sua protezione su Molfetta: nel 1529 protesse Molfetta dalla peste (non vi fu neanche un morto per contagio) e l’avvertimento dato ai molfettesi dell’imminente attacco del Conte Caracciolo per espugnare la città nel 1627. “San Corrado lo possiamo definire – ha detto padre Nicola di Modugno – il Santo della grazia, chi lo si invoca per sua intercessione riceve pace e serenità per lo spirito. Forse per questo i molfettesi lo hanno voluto Santo per acclamazione”. Pantaleo de Trizio
Cultura & Spettacoli
giovedì 8 luglio 2010
21
Molfetta a ritmo di flamenco Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2131
Dal 13 al 25 luglio spazio alla danza manche alle mostre e all’approfondimento. L’associazione Flamenco del Sur organizza la prima edizione del “Festival Internazionale di flamenco – Vento flamenco… veleggiando tra mare e culture mediterranee”. Raccontare il flamenco e la sua cultura attraverso molteplici e caleidoscopiche manifestazioni. Questo è l’obiettivo della prima edizione del Festival, evento unico in Italia, in programma a Molfetta, dal 13 al 25 luglio. Mostre d’arte e di fotografia, percorsi sensoriali per coinvolgere il visitatore attraverso i cinque sensi, dibattiti culturali, spettacoli di danza flamenca nella sua manifestazione più propria, itinerari enogastronomici attraverso le spezie e gli odori andalusi, su un unico raffinato file rouge: il flamenco. Una danza che non si esaurisce nel ballo ma che si estende in tutte le forme dell’esistenza. Dalla
danza alla musica, spaziando attraverso la cultura accademica di illustri docenti della Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università
“Ti Fiabo e Ti Racconto” apre il sipario
degli Studi di Bari a convegno sul tema “flamenco”, per raggiungere il non plus ultra delle cultura mediterranea. Vento flamenco farà da
ponte a due culture prettamente mediterranee: quella spagnola e quella italiana. Tra i partner dell’evento, Malaga, culla del flamenco e fucina di numerosi bailadores, cantaores e musicisti che raggiungeranno la Puglia direttamente dall’Andalusia per portare nella nostra terra una tessera del grande mosaico flamenco. Tra gli appuntamenti più esclusivi del Festival, la regata velica Trofeo Sancilio, organizzata dal Circolo della Vela di Molfetta. L’idea di Vento flamenco nasce dal centro di divulgazione della cultura flamenca Flamenco del Sur, una realtà che da sette anni divulga la cultura flamenca in Italia con attività di compagnia, produzione di spettacoli in collaborazione diretta con le realtà spagnole, organizzazione di grandi eventi culturali e attività didattiche.
Ma dove vai se la vuvuzela non ce l’hai?
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2132
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2133
Il festival nazionale di teatro per bambini torna dal 16 al 25 luglio.
Invadono anche il vecchio continente le nuove (ed insopportabili) trombette da stadio.
Torna a Molfetta l’attesissimo festival “Ti Fiabo e Ti Racconto”, organizzato dal Teatrermitage con il sostegno del Comune di Molfetta e della Regione Puglia Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo, oltre che da alcune prestigiose imprese, che giunto alla 15esima edizione si terrà dal 16 al 25 luglio 2010. La formula del festival resta invariata: dal 16 al 18 luglio spazio al consueto prologo de “Le strade che ridono”, una invasione di spettacoli e animazione per tutti nelle strade e nelle piazze di Molfetta con appuntamenti di grande rilievo, mentre dal 19 luglio sino a domenica 25 luglio il festival si sposterà nell’Anfiteatro di Ponente dove continuerà a proporre al numeroso pubblico alcune fra le migliori pro-
duzioni teatrali nazionali per ragazzi. Anche per questa 15esima edizione al festival sono associati i premi “L’uccellino Azzurro” e il “Premio Silvia” che vedono con una giuria composta da 25 bambini, presieduta quest’anno da Michele Lobaccaro dei Radiodervish e il pubblico degli abbonati, premiare lo spettacolo migliore e il miglior interprete del festival. Il cartellone de “Le strade che ridono” è gratuito mentre per gli spettacoli in programma dal 19 al 25 luglio gli abbonamenti potranno essere acquistati in prevendita dal 13 al 17 luglio presso la libreria “Il Ghigno”. A partire dal 19 luglio le prevendite continueranno anche per i biglietti giornalieri direttamente presso il botteghino del Parco di Ponente (dalle ore 18 alle 20).
Sarà che sono coloratissime ed ecologiche rispetto a quelle a gas ma ormai ognuno di noi la vorrebbe con sé: stiamo parlando dei suoni di queste trombette, di origine africana, che hanno ormai invaso le nostre orecchie e sono oggetto di conversazione anche fra i giovani. Le vuvuzelas. Cosa sono le vuvuzelas? I più risponderanno “delle trombette che si suonano agli stadi dei mondiali del Sudafrica”. Ma per dare una risposta concreta bisogna cercare notizie che risalgono a più di 40 anni fa. Ci sono testimonianze di questo tipo di corno o di tromba di plastica negli stadi messicani dal 1970. Originariamente fatta di latta, la vuvuzela divenne popolare in Sud Africa nel 1990. L’inventore della trombetta è stato un supporter di una squadra sudafricana che a cavallo fra gli anni ‘70 e ‘80 inventò una versione più corta di quella che attualmente vediamo (o, se volete, ascoltiamo) negli stadi sudafricani. Resosi conto della non perfetta invenzione, dal punto di vista stilistico, cercò di allungarla dando ad essa una forma più simpatica, producendo allo stesso tempo un suono “più delicato”. Già dai Mondiali del lontano 1970 compaiono le prime vuvuzela per poi diffondersi nelle Olimpiadi successive sino ai Mondiali del 2006. La “globalizzazione” delle vuvuzelas ha sicuramente prodotto un suono milionario: nel 2001 l’oggetto viene brevettato, lanciato sul mercato da una
grossa azienda sudafricana (Masicendane Sport). La vera magia delle vuvù, insomma, sembra essere quella di portare soldi. Un euro e mezzo per una trombetta, oltre un milione quelle già vendute per un totale di un milione e mezzo di euro già nelle casse della Masicendane Sport. Altri due milioni dovrebbero essere incassati nei mesi immediatamente successivi al Mondiale. Il suono delle vuvù sembra piuttosto stimolare la creatività e il business. Vuvuzela per iPhone, di casa Apple, è al momento l’applicazione gratuita più scaricata in Sudafrica e nel Regno Unito: oltre 750 mila download per riprodurre il fastidiosissimo suono sul proprio cellulare. Ulteriore pericolo per questo oggetto cult di questi mondiali di calcio è il suo rumore assordante durante le partite. Guerra alle “vuvu” quindi. Il mondo del calcio è infatti in rivolta contro i rumorosissimi “corni” di plastica, suonati continuamente durante le partite dei Mondiali di Sudafrica 2010. Messi da parte i tradizionali tappi alle orecchie e le “suppliche” di intervento respinte dalla Fifa, mezzo mondo sta disperatamente cercando soluzioni per zittire le vuvuzelas sudafricane. I più agguerriti sono i telespettatori che sul web si lasciano andare a commenti “arrabbiatissimi”. Vuvuzelas: o le ami o le odi! Voi che ne pensate? Domenico de Stena
22
Recensioni
giovedì 8 luglio 2010
Il SegnaLibro. Ritorna, Dottor Caligari Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2134
“Mercoledì 26 aprile Henry Mackie, Edward Asher e Howard Ettle sfidarono un temporale per dimostrare contro la condizione umana (e, Marie, avresti dovuto usare vernice impermeabile; dopo mezz’ora le scritte dei cartelli erano un guazzabuglio). Cominciarono a San Giovanni il Precursore sulla Sessantanovesima Strada all’una e trenta del pomeriggio formando picchetti con cartelli che recavano gli slogan L’UOMO MUORE! IL CORPO E’ DISGUSTOSO! COGITO ERGO NIENTE! ABBANDONATE L’AMORE! e distribuendo inviti per la conferenza di Henry Mackie ai Playmor Lanes la sera dopo. Ci fu molto interesse tra gli astanti nei paraggi della chiesa. Un uomo che disse di chiamarsi William Rochester venne a incoraggiarli: “È così che si fa!”, disse. All’una e cinquanta circa un sacrestano grasso e ben vestito venne fuori dalla chiesa per discutere il nostro diritto di picchettaggio. Aveva un doppio mento che si agitava sgradevolmente e, mi duole dirlo, non sembrava un brav’uomo. “Va bene”, disse, “ora sgombrate, dovete sgombrare,non potete picchettarci!” Disse che non c’erano mai stati picchetti attorno alla chiesa, che non si potevano fare senza il loro permesso, che il marciapiede era di proprietà della chiesa, e che avrebbe chiamato la polizia. Henry Mackie, Edward Asher e Howard Ettle avevano già ottenuto il permesso della polizia per la dimostrazione grazie a un fortunato senso di previdenza, e lo confermammo mostrandogli il foglio che avevamo ottenuto al comando di polizia. La cosa irritò vivamente il sacrestano, che rientrò brontolando in chiesa per riferire a qualche superiore. Henry Mackie disse: “Be’, preparate il parafulmine!”, e Edward Asher e Howard Ettle risero”. Donald Barthelme, Ritorna, Dottor Caligari, trad. italiana di Claudio Gorlier, Minimum Fax, Roma, 2003, pp. 204. “Prendete due parole come naftalina e vagina, mettetele insieme e scoprite se significano qualcosa di nuovo; magari non sarete soddisfatti da questo accostamento, nel qual caso potrete buttarlo via, e prendere le prossime due parole, e così via.” Nascono così le storie di Donald Barthelme, geniale artigiano del collage, del riciclo, della parola usa&getta. Nato a Philadelphia nel 1931, vive il XX secolo fino al 1989. Autore di numerosi racconti e firma, spesso anonima, delle pagine del New Yorker, occupa uno scaffale importante nella libreria della
narrativa americana del ‘900, sebbene ai margini del mercato editoriale. In Italia, purtroppo, i soli quattro titoli disponibili in traduzione lo collocano su una mensola dalle dimensioni ridotte e ancora poco visibile. Cosa racconta Donald Barthelme è un surrogato del come lo racconta, i personaggi sono ridotti a mero attrezzo ginnico di un bizzarro e singolare allenamento di parole che rifiutano la disciplina, il rigore del senso. Le sue storie muovono da impressioni del quotidiano e ambienti piccolo-borghesi su cui improvvisare una lingua sperimentale e un
immaginario pop, in cerca di riferimenti culturali ‘alti’ da James Joyce a Samuel Beckett, di cui Baerthelme si sentiva orfano, per mescolarli all’immondizia, al trash: intuizioni stilistiche innovatrici si contaminano con bizzarri accostamenti di senso e riscritture dal sapore postmoderno. È il 1964 e Barthelme si affaccia nel panorama letterario con questa raccolta di racconti, un collage di quattordici virtuosismi narrativi in cui immaginario pop e cultura alta si contaminano con scenari borghesi e atmosfere immaginarie: pianoforti assassini, prosciutti ormai
morti, voli supersonici dalla disquisizione retorica su un oggetto come il forcipe fino al commento delle pagine di Vogue e così via. Innamorato della parola quanto della citazione, Barthelme conquista il lettore con una scrittura sperimentale mai connotativa, eppure fortemente evocatrice. Perché, come asserisce lo scrittore Baskerville nel primo racconto della raccolta (“Florence Green ha ottantun anni”) “lo scopo della letteratura è la creazione di uno strano oggetto coperto di pelo che vi spezza il cuore”. A cura di Angela Teatino
MovieNote. Bright Star. Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2135
“Vorrei quasi che fossimo farfalle e vivessimo appena tre giorni d’estate, tre giorni così con te li colmerei di tali delizie che cinquant’anni comuni non potrebbero mai contenere...”. John Keats (Ben Whishaw).
1818. Hampstead village, nord est di Londra. Fanny Brawne (Abbie Cornish), tra fantasiosi capi d’abbigliamento a cui dar vita, lezioni di danza rigorosamente in francese e salotti da frequentare per sfoggiare le estrose creazioni, ballare e civettare con gentiluomini colti e affascinanti, incontra il poeta John Keats (Ben Whishaw), un giovane cagionevole e senza averi, ma dall’incommensurabile
sensibilità lirica. La caparbietà di Fanny nel voler approfondire la conoscenza di John, creatura quasi ineffabile, li porta ad avvicinarsi e ad entrare in profonda relazione. A John piace l’umore gioioso di Fanny e l’uso tagliente che lei sa fare delle parole. Nulla riesce a distoglierli dal loro tenero cosmo, né il malcontento del burbero Charles Brown, fedele amico di Keats, né la presenza costante dei fratelli minori di Fanny, che come volevano gli usi dell’epoca avevano ordine di non lasciarla mai sola con il suo spasimante. La passione di Fanny e l’ambizione di John si fondono. La stroncatura dell’Endymion da parte della critica ferisce Keats, ma non gli impedisce di andare avanti, John soffre profondamente per l’incapacità di guadagnarsi da vivere con la sua poesia. Quando Brown cerca di ostacolare la relazione con Fanny, John gli risponde che da quando c’è lei, sua fulgida stella (bright star), si sente vivo e riesce nuovamente a comporre. Tra il 1818 e il 1819 John Keats scrive tutte le sue odi più grandi, “To Psyche”, “On Melancholy”, “To a Nightingale” e “On a Grecian Urn”. Purtroppo John soffre di tisi e si aggrava. Fanny cerca di prendersi cura di lui, nel momento in cui anche
Brown lo ha abbandonato a se stesso. I due giovani si fidanzano ufficialmente. Il clima umido britannico non aiuta Keats, il medico gli suggerisce allora di trasferirsi in Italia. Fanny è distrutta dall’idea di separarsi dal suo infinito amore, ma è l’ultima flebile speranza perché John sopravviva. Il 15 Novembre 1820 Keats si trasferisce a Roma, dove purtroppo il 23 Febbraio 1821, a soli 25 anni, si abbandonerà alla morte, credendosi un uomo e un poeta fallito. Fanny Brawne si cucì un vezzoso abito nero da vedova che, le cronache raccontano, portò per due anni, in seguito sposò un ricco ebreo di 12 anni più giovane, dal quale ebbe tre figli, nel 1865 morì senza mai togliersi l’anellino che Keats le aveva donato. Bright Star è un biopic che fa dimenticare la sua trama, si ha come l’impressione che non ci sia né inizio né fine, ci si immerge nella storia d’amore, dolce e pura, fra due ragazzi, i cui scambi amorosi sembrano così reali d’aver l’impressione di poterli toccare e di sentire le loro profonde emozioni vibrare. Meravigliosi quadri si susseguono, al ritmo della poesia di Keats, tra il verde della vecchia Inghilterra e il viola delle lavande, il giallo delle foglie, la pelle d’alabastro dell’incantevole Fan-
ny e variopinte farfalle. “Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua”, questa è l’epitaffio che John Keats chiese agli amici per la sua tomba, ignaro del mutamento culturale che la sua opera avrebbe fornito alla storia della letteratura mondiale. Scheda del film Bright Star (2009) Un film di Jane Campion Genere Drammatico Produzione Gran Bretagna, Australia, Francia Distribuzione 01 Distribution Durata 120 minuti circa Jane Campion, nata a Wellington il 30 Aprile 1954, è una regista e sceneggiatrice neozelandese. È la sola donna regista ad aver vinto la Palma D’oro a Cannes nel 1993 con Lezioni di Piano, un film che le frutterà anche l’Oscar come Miglior Sceneggiatura Originale. I suoi film sono ricchi di riferimenti colti alla letteratura, alla musica e al cinema. L’originalità dei temi e la complessità dello stile ne fanno una delle maggiori registe cinematografiche contemporanee. A cura di Alessandra Recchia
Spazio Giovani
giovedì 8 luglio 2010
23
Dopo gli esami: la strada si fa in salita Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2136
Anche a Molfetta centinaia di studenti hanno affrontato la fatidica prova di fine quinquennio.
I tanto temuti esami di maturità sono giunti ormai alle battute finali in un clima alquanto sereno e tranquillo per docenti e ragazzi che hanno dovuto confrontarsi con una delle prove più inquietanti e importanti della vita. C’è chi già all’uscita del primo giorno d’esami festeggia, chi ha trascorso la notte precedente vagando sui più vari motori di ricerca con la vana speranza di riuscire a trovare qualche anticipazione, chi si lamenta delle tracce e chi si avvicina al cassonetto più vicino per gettare via la cintura di carta piena di bigliettini con saggi letterari di ogni tipo e autore, tranne Primo Levi. A ritmo sempre più incalzante sono volate via le prove scritte e subito dopo è stata affronta-
ta anche la parte colloquiale, seppure con qualche agitazione di sottofondo e qualche incertezza. Ora, invece, è il tempo dei calcoli matematici per riuscire a fare qualche pronostico sul voto finale oppure per accertarsi che la commissione abbia valutato bene e riuscire a raggiungere il tanto agognato 100 magari addobbato da una bella lode. Due novità hanno dominato in particolar modo gli esami di maturità ormai trascorsi: una a carattere locale, la seconda invece disposta direttamente dal ministero dell’Istruzione. Parecchie persone, soprattutto gli anziani abitudinali dei bar limitrofi, hanno notato che durante i giorni degli esami non c’è stato nessun giovane studente ad attendere fuori al cancello
dello storico liceo classico di Molfetta. Forse per i liceali non ci sono stati gli esami di maturità? La risposta non può che essere negativa, infatti, anche gli studenti del liceo classico di Molfetta hanno dovuto affrontare gli esami ma non è stato consentito loro di farlo nella sede di Corso Umberto I a causa dei problemi, precedentemente riscontrati, nell’impianto fognario. E così i maturandi sono stati costretti a spostarsi presso la sede del liceo scientifico di Molfetta. Ultima novità è che i giovani che hanno affrontato gli esami dovranno attendere a lungo, si pensa per la metà di settembre, per ricevere i tanto faticati diplomi, poiché a partire da quest’anno cambierà la stampa degli attestati: infatti una
speciale filigrana dovrebbe impedirne la duplicazione e la falsificazione. Come conclusione ecco una frase tratta dal libro Notte dopo gli esami del russo V. Tendrjakov che esprime sia l’importanza degli esami di stato sia che, acquisendo la maturità e, dunque, facendosi carico delle proprie responsabilità, il percorso di vita assume via, via sempre una maggiore inclinazione, diventando davvero faticoso: niente sarà più come prima. “Ivan Ignat’evic pronunciò un’allocuzione commossa: ‘Dinanzi a voi si aprono migliaia di strade….’. Saran migliaia, le strade, e tutte aperte, ma è probabile che non lo siano allo stesso modo per tutti”. Gianfranco Inglese
Il prima e il dopo
Esami: studio e la scaramanzia
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2137
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2138
In molti hanno trascorso le ore di attesa in compagnia.
E tanta tensione prima della attesa fine.
Rimarrà deluso colui che si aspetta di leggere riguardo alla giornata passata a casa o della notte prima degli esami trascorsa sui libri in bianco. L’ansia che caratterizza quella notte c’è, ma si pensa a come bloccarla o a come attutirne i forti colpi. Durante la serata prima dell’inizio degli esami i ragazzi sono euforici, sembrano impazziti, posseduti da uno strano spirito non identificabile che si alterna tra voglia di dare il massimo di se stessi per concludere questa impegnativa avventura e il ripetersi continuamente di non sapere nulla, anche se si sanno a memoria perfino le figure dei libri. Quest’anno a Molfetta sono stati pochi coloro che hanno deciso di rimanere a casa la sera prima del fatidico giorno: più della metà della “popolazione di esaminandi” si è goduta fino in fondo l’ultimo giorno, rispettando però ciò che la moderazione saggiamente propone. La giornata, nella maggioranza, è trascorsa stando tutti insieme, le classi si sono riunite per assaporare gli ultimi momenti, i più critici, insieme, sostenen-
Quando si inizia a camminare su un sentiero, la meta non interessa quasi a nessuno, è lontana. Poi però ti accorgi che un giorno all’improvviso, se non ci pensi tu al traguardo, nessuno lo farà al posto tuo. Gli esami di stato sono un traguardo da dover passare per tutti gli studenti, che arrivano a questo appuntamento con in spalla uno zaino colmo sì di libri e cancelleria, ma anche di paura, speranza e tutto ciò che serve quando ci si trova una commissione pronta a giudicarti davanti agli occhi. Poi gli esami finiscono e ci si ritrova fuori da scuola, privi della sicurezza di aver passato l’esame con un buon punteggio, ma sicuri di averli passati, ed è proprio allora che pensi che gli esami sono ormai conclusi pur non avendo ascoltato una determinata canzone la sera precedente perché convinti che potesse portare sfortuna, pur non avendo indossato una maglietta, magari quella usata in una serata in cui l’Italia ha perso un’importanMaria Sancilio te partita o ancora pur avendo portato
dosi a vicenda. Chi in campagna, chi in un locale, i ragazzi non hanno optato per l’angosciante solitudine. Ipotizzano le tracce o la lettera dell’alfabeto che verrà estratta per gli esami orali e confidano nella sorte, sperando che le parti studiate poco non vengano richieste loro. Una volta, poi, terminati gli scritti, gli studenti vedono la fine sempre più vicina, sono a metà strada. In loro affiora sempre più il pensiero della vacanza, questa magica parola lievita nelle loro menti. Anche se manca ancora l’ultimo step, per il quale dovranno concentrare tutte le loro forze, vogliono concedersi una pausa: mare. La tappa e la trasgressione più comune è proprio quella. Luogo tanto amato e desiderato dagli esaminandi, esasperati dal caldo e dai libri. Si ritrovano lì, ho hanno fatto anche quest’anno. Rinfrescano e riposano i pensieri, magari anche con qualche libro sotto mano sempre utile per una ripassata tra una tintarella e l’altra.
con sé legato al polso per settimane il braccialetto regalato dal proprio ragazzo sperando potesse portar fortuna. Studenti attaccati alle scaramanzie come gatti che prendono dalla coda i topolini. “La ricerca della felicità”, “la musica”, “la possibile esistenza degli alieni” o ancora Primo Levi per l’analisi del testo, e le foibe per il tema storico; questi sono i temi affrontati dagli alunni maturandi quest’anno e abbastanza positive son state le loro prime impressioni. Poi arrivano i tanto attesi orali e finalmente finiscono i cinque anni trascorsi aggrappati ad ogni tipo di speranza, finiscono momentaneamente qui anche tutte le ore di pomeriggio passate su i libri o gli attimi di paura prima di ogni interrogazione. La notte dopo gli esami non avrà la stessa tensione della notte prima degli stessi ma in compenso sarà ricca e colma di sentimenti inversi e forse più facili da dover vivere. Gaetano de Virgilio
24
il Fatto Tour
giovedì 8 luglio 2010
La costa al “ritmo” del Fatto Tour Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2139
Prossimo appuntamento venerdì 23 luglio presso il Lido Belvedere. pare, nessuno è rimasto a casa visto che sono accorsi in tantissimi. Mani al cielo, braccia tese, tutta la spensieratezza e l’allegria che le vacanze portano hanno permesso un elevato coinvolgimento decretando ancora una volta il successo dell’organizzazione Buena Vida costituita da Danilo Sancilio, Davide Mezzina ed Enrico Giovine, come sempre pronta ad organizzare al meglio le serate dance proponendo location
Continua lo straordinario successo de “Il Fatto Tour” in versione estiva! Venerdì 2 luglio tantissimi giovani molfettesi si sono ritrovati presso il Lido Alga Marina per la seconda tappa a ritmo dei successi dance di ieri e di oggi. La proposta musicale eccellente con i successi dell’estate e le hit che spopolano da sempre hanno echeggiato lungo la nostra costa ravvivando una calda serata di inizio estate dove, a quanto
sempre diverse ma con il massimo del divertimento garantito, immortalato dalle nostre telecamere e fotocamere per il concorso fotografico “Mi Piace”. Chi vuole rivedersi non deve far altro che collegarsi al nostro sito dove sono visibili anche le interviste che durante la serata sono state fatte dalle nostre animatrici. Vi aspettiamo alla prossima tappa che si terrà venerdì 23 presso il Lido Belvedere. Buena Vida a tutti!
Top Happy song Il Fatto tour (by Mastromauro d.j.): 1) Shakira – Waka Waka (This Time for Africa) 2) Robert Miles – Children 1) Yolanda be cool & dcup – We no speak americano
il Fatto Reggae
giovedì 8 luglio 2010
25
Il Blues Cafè ospita “Il Fatto Reggae” Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2140
Terzo appuntamento con il tour organizzato da Zio Pino. L’estate è sempre più bollente e “Il Fatto Reggae”, ideato a condotto da Zio Pino, ritornerà puntuale come sempre giovedì 8 luglio al Blues Cafè di Molfetta. Dopo aver ospitato Don Danny e la Shanty Crew, questa volta toccherà a Puni. Veterano della scena hip hop molfettese, si è sempre contraddistinto per eclettismo e originalità mischiando hip hop con elettronica, rock, classica, funk e reggae in una miscela esplosiva. Con all’attivo ben tre album (“Tolleranza Zero”, “Tequila” e “Tabula Rasa”), di cui due sotto l’etichetta milanese Family Affair e l’ultimo in download gratuito da www.puni.biz, Puni si è sempre rinnovato in ogni suo disco collaborando con artisti del calibro di Caparezza, Cor Veleno, Liv L’Raynge (NY), Sista Neish (LA), Lady-B, Kosmi, Huga Flame e tanti altri, compreso lo stesso Zio Pino. Da anni, oltre a calcare numerosi e importanti palchi, continua a lavorare incessantemente anche come
dj selezionando accuratamente il meglio della musica black statunitense, dall’hip hop all’r&b, dal reggae all’electrofunk, dal crunk al reggaeton: un mix esclusivo di brani urban e buone vibrazioni a cui è
impossibile resistere. Preparatevi a muovervi e ballare ancora come in ogni tappa de “Il Fatto Reggae”: la gente non mancherà, così come il divertimento e le nostre telecamere con le immancabili interviste dei
Pistoni. I presupposti per una serata indimenticabile ci sono tutti e anche questa volta le sorprese non mancheranno! Ci vediamo l’8 luglio al Blues Cafè di Molfetta dalle 22 fino a notte fonda... more faya!
26
Sport
giovedì 8 luglio 2010
A Molfetta vincono Nkouloukidi e Di Vincenzo Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2141
Assegnati i sei titoli di Campione Italiano di Marcia su Strada. Con l’assegnazione dei sei titoli di Campione Italiano di Marcia su Strada km 20 per le categorie Assoluti, Promesse e Juniores maschili e femminili che sono stati appannaggio rispettivamente di Jean Jacque Nkouloukidi (FF. GG. Ostia), Riccardo Macchia (FF.OO. Padova) e Massimo Stano (Atl.Aden Exprivia Molfetta) in campo maschile e di Sibilla Di Vincenzo (Assindustria Sport Padova), Federica Ferraro (Aeronautica Militare) e Antonella Palmisano (FF.GG. Ostia) per il settore femminile, si è brillantemente concluso il 24° Memorial ‘”Gino Del Re” – 18° Trofeo “Gianni Carnicella”, svoltosi sabato 12 giugno e organizzato con la consueta meticolosità dall’A.S. Olimpia Club Molfetta. Ancora una volta, si è rinnovato il grande successo tecnico spettacolare grazie alla partecipazione dei migliori specialisti della marcia italiana
e mondiale che hanno fatto rivivere ai tantissimi sportivi e appassionati della marcia un’altra indimenticabile giornata di autentico puro sport. In campo maschile assoluto, assente l’olimpionico di Pechino ’08 Alex Schwazer impegnato nella specifica preparazione in altura relativamente ai Campionati Europei di Barcellona 2010, che contattato dal presidente dell’Olimpia Club Luigi De Lillo si è detto dispiaciutissimo di non poter essere a Molfetta in quanto ci teneva tanto per la particolare accoglienza sempre ricevuta nelle passate edizioni, impegnandosi contestualmente ad intervenire il prossimo anno, il pronostico è stato ampiamente rispettato con la vittoria di Jean Jacque Nkouloukidi delle FF.GG. Ostia che ha prevalso sul campione Promesse Riccardo Macchia delle FF.OO. Padova e Mirko Dolci dell’Aeronautica Militare. Per la cate-
goria Juniores, indiscussa e particolarmente esaltante è risultata la vittoria di Massimo Stano dell’Atl. Aden Exprivia Molfetta allenato da Giovanni Zaccheo che ha ben distanziato l’altro atleta pugliese Giovanni Renò della Don Milani Mottola e Giacomo Viganò dell’Atl. Lecco Colombo Costruzioni. Passando al settore femminile assoluto, assente per maternità Elisa Rigaudo, il titolo è andato alla favorita della vigilia Sibilla Di Vincenzo, già convocata dal Responsabile Nazionale Vittorio Visini, presente anche lui a Molfetta, per gli Europei di Barcellona, che ha ben distanziato la Campionessa Promesse Federica Ferraro dell’Aeronautica Militare ed Eleonora Giorgi dell’Atl.Lecco Colombo Costruzioni. Tra le Juniores, altra vittoria ad una atleta pugliese Antonella Palmisano da poco tesserata per le FF.GG. Ostia che ha prevalso su Maria Corcella
della Fondiaria Sai-Atletica, su Carolina De Rosa dell’Atl.Agg. Hinna e sull’atleta dell’Olimpia Club Sara Loparco. Al termine di questa terza prova di società, lo scudetto a squadre è stato assegnato per la categoria Assoluta Maschile all’Aeronautica Militare con 285 punti, per gli Juniores alle Fiamme Gialle Simoni con 212 punti, per le assolute femminili all’Atl. Tyndaris Pattese con 344 punti e infine per le Juniores all’Atl. S. Giacomo Banca di Marca Treviso con 259 punti. Contestualmente al Campionato Italiano Assoluto di Marcia i dirigenti dell’Olimpia Club al fine di favorire sempre più la diffusione di tale disciplina nell’ambito pugliese, hanno fortemente voluto la quarta prova del 14° Trofeo Puglia – 9° Trofeo del Mediterraneo che ha visto la partecipazione di oltre 200 giovani promesse di età compresa tre i 7 e i 18 anni.
Caterina Minervini vestirà l’azzurro
CSI: un mare di impegni
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2142
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2143
La molfettese convocata nella nazionale italiana di reining.
Numerosi impegni per l’associazione che promuove l’educazione allo sport.
Non finisce mai la “corsa” verso il successo della giovane amazzone molfettese Caterina Minervini. Una vittoria dopo l’altra la ventenne, allenata da papà Gregorio, sta scalando le classifiche italiane dell’equitazione western, specialità reining, e si sta imponendo a livello nazionale per la sua bravura e professionalità. E così dopo tante vittorie in campo regionale e nazionale ecco arrivare l’ambita e prestigiosa convocazione nella Nazionale Italiana Under 21 di Equitazione Western che dal 14 al 17 luglio sarà impegnata nei Campionati Europei di specialità in programma a Manerbio, in provincia di Brescia. “Una convocazione giunta in maniera del tutto inaspettata – ha commentato con modestia Caterina– dopo essere stata visionata durante alcu-
ne gare in Puglia e le preselezioni svoltesi sempre a Manerbio”. E proprio nel corso delle preselezioni Caterina è stata notata dal coach della nazionale Filippo Masi che l’ha voluta in azzurro per difendere il titolo europeo conquistato nella edizione 2009. “Non posso che essere felice per la convocazione – ha detto ancora Caterina che ogni giorno unisce l’allenamento nel maneggio con gli studi universitari di Scienze Motorie presso l’Università di Foggia – sono 15 anni che gareggio ed ho affrontato oltre 100 competizioni ufficiali: questa volta ho la possibilità di confrontarmi con un prestigioso palcoscenico di caratura internazionale”. La speranza, ovviamente, è quella di ben figurare anche grazie alla sua compagna d’avventura: Light Real Sonita, una cavalla di 8 anni avuta “in prestito” da Rossano Pitardi: “Mi serviva un cavallo con buone doti e che avesse almeno 6 anni: tra i miei non c’erano animali con queste caratteristiche e così mi sono guardata attorno e a Cursi, in provincia di Lecce, ho trovato Sonita: con lei mi alleno da gennaio e abbiamo trovato il giusto feeling”. Un feeling che si spera duri anche nelle gare: per portare prestigio al Centro Ippico “Macchia degli Esperti” che sponsorizza Caterina e a papà Gregorio, il “cavaliere” di Molfetta. Colui che in sella ai suoi cavalli continua a vincere, a correre ed, evidentemente, a indicare la giusta strada alla giovane Caterina.
Continua la sua incessante attività il Centro Sportivo Italia Comitato Territoriale di Molfetta. Da sempre impegnato nella promozione allo sport a tutte le età per la continua valorizzazione di valori quali la lealtà, l’amicizia e il rispetto altrui, il CSI Molfetta, a conclusione della ricchissima stagione 2009/2010, può tracciare un bilancio sicuramente positivo per quanto riguarda le proprie iniziative. Dopo più di sei mesi di gare si sono conclusi i campionati giovanili di calcio a 6 che hanno visto la partecipazione delle categorie “Under 10 (2000/01)” e “Under 12 (1998/99)” per un totale di circa 150 atleti. La competizione si è svolta quasi per intero presso il campetto del Seminario Regionale mentre alcune gare si sono giocate nelle strutture annesse alla chiesa di San Giuseppe e alla basilica delle Madonna dei Martiri. Per le categorie “Under 10” l’ha spuntata la squadra dell’Apulia B su quella dell’Apulia A. I campioni Under 12, invece, sono stati i ragazzi dell’Apulia C che hanno battuto in finale l’Apulia G. Il terzo e il quarto posto sono stati rispettivamente assegnati alla Madonna dei Martiri e all’Apulia F. Grande e assidua partecipazione si è avuta anche da parte dei genitori dei piccoli calciatori coinvolti dall’iniziativa che li ha trasformati in veri e propri dirigenti-mister. Un plauso caloroso va fatto anche e specialmente all’organizzatore dell’intera
competizione, Nicola Azzollini, da quasi cinquant’anni impegnato a promuovere lo sport nel mondo dei ragazzi. Il 27 giugno si è inoltre concluso il torneo di calcio a 5 femminile svoltosi presso i campetti “Santa Margherita” a Giovinazzo. È stata la squadra Giovinazzo Rosa ad aggiudicarsi ai rigori l’evento, dopo una finale davvero combattuta con le rivali della Virtus Ruvo. Ma il Centro Sportivo Italiano di Molfetta è stato anche impegnato nell’organizzazione della seconda tappa del “Trofeo dell’Adriatico 2010” svoltasi a Brindisi lo scorso 27 giugno. Alla prestigiosa manifestazione hanno preso parte ben nove equipaggi fra maschili e femminili. Ottimo risultato per i ragazzi molfettesi della Vogatori Molfetta che si sono piazzati al secondo posto alle spalle dei padroni di casa, i Vogatori Remuri di Brindisi, e davanti ai Vogatori “M. Cervone” di Giovinazzo. Ma le iniziative del CSI non sono finite qui. È in corso di svolgimento il consueto torneo estivo di calcio a 11. Sul manto verde del campo “B. Petrone” di Molfetta si stanno sfidando ben 12 squadre. La regolarità delle gare sarà garantita, oltre che dagli organizzatori del CSI, anche dalle terne arbitrali messe a disposizione dallo steso CSI. Il torneo a 11 chiuderà quindi in bellezza una stagione davvero soddisfacente per l’ente sportivo molfettese per eccellenza. Francesco Tempesta
Oltre la Realtà
giovedì 8 luglio 2010
27
La “Genesi” dei Sumeri Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2144
Chi erano i Sumeri? Perché l’archeologia misteriosa e anticonvenzionale ha sempre dato eccezionale importanza a questa antichissima civiltà? Vissuti più di 6000 anni fa nella fertile terra, l’attuale Iraq, a cavallo dei fiumi Tigri ed Eufrate, i Sumeri si contraddistinsero per l’alto grado di evoluzione spirituale, culturale e scientifica. Furono i primi ad utilizzare la numerazione che serviva per la composizione di com-
plesse operazioni matematiche e algebriche. Alcune operazioni arrivavano anche a quindici cifre. La loro abilità con i numeri li permise di divenire degli straordinari ingegneri rinomati per la costruzione di colossali templi detti “ziqqurat”, grandiose strutture in argilla molto simili alle piramidi a gradoni. Ma i Sumeri furono anche i primi ad utilizzare la scrittura, detta “cuneiforme”, che incidevano su tavolette d’argilla. Come altre antichissime popolazioni anche il popolo di Sumer era ossessionato dall’osservazione del cielo, delle stelle e dello spazio. Dalla sommità delle ziqqurat essi indagavano continuamente sui movimenti degli astri e delle costellazioni, disegnando vere e proprie mappe astronomiche. Nonostante l’enorme portata di testimonianze archeologiche rinvenute, i Sumeri, “la gente dalla testa nera” come essi stessi si definivano, rimangono ancora un popolo misterioso. Le numerose tavolette ritrovate hanno permesso ricostruzione del Pantheon sumero. Sette erano le divinità principali adorate (foto), i figli di An, il dio del
cielo. Si trattava dei misteriosi Annunaki. Quattro di essi non erano altro che le divinità creatrici dei quattro elementi, Aria, Acqua, Cielo e Terra. Ma vi sono elementi di questa civiltà che si ricollegano direttamente a uno degli scritti più importanti per la storia “conosciuta e convenzionale” dell’Umanità, il Libro della Genesi. Si tratta del primo volume della Torah ebraica e della Bibbia cristiana che narra la “preistoria biblica” dalla Creazione al peccato originale di Adamo ed Eva al diluvio universale sino ad arrivare ai tempi dei grandi patriarchi, Abramo, Isacco Giacobbe, ecc. I Sumeri descrivevano perfettamente l’Eden, il Paradiso terrestre, nella stessa maniera in cui è descritto nel primo volume della Bibbia. Stessa cosa vale anche per l’allontanamento di Adamo, che si identifica nel dio Enki sumero, dal Paradiso dopo aver assaggiato il frutto proibito. Ma le analogie non finiscono qui. Anche il mito della Creazione dell’Uomo è ben descritto sulle tavolette e sembra la fotocopia di quello della Bibbia in cui si narra che Dio diede vita all’Uomo, fatto a propria im-
magine e somiglianza, attraverso modelli in argilla. Non manca nemmeno il parallelismo con il racconto del diluvio universale. Il racconto sumero che descrive tale evento si può sovrapporre a quello del Libro Genesi, cambiando soltanto i nomi dei protagonisti. Il Noè dei Sumeri era Utnapishtim che, per ordine del Dio Enki, costruì un’enorme imbarcazione per sfuggire al diluvio scatenato dal dio Enlil, infastidito dalla malvagità umana. Che siano stati allora i miti tramandati dai Sumeri ad ispirare la Bibbia? Sono tantissimi gli studiosi che rispondono affermativamente e senza dubbi a questa domanda. Gli eventi del Libro Genesi sono stati comunque narrati anche da altre antichissime civiltà vissute molto prima della stesura del libro stesso. Questo testimonia che ciò che è scritto non è solo frutto di fantasie ma è l’esatto racconto di qualcosa che realmente accade diversi millenni fa sulla terra, qualcosa che la mente umana non è ancora pronta a cogliere. Francesco Tempesta
28
Lavoro in Chiaro
giovedì 8 luglio 2010
Nuovo bando di concorso per Confindustria Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2145
Bandito il nuovo concorso di Confindustria per la partecipazione ad un percorso formativo denominato “Cento Giovani Per Cento Anni”. Il concorso è organizzato in occasione del centenario di Confindustria ed è riservato a giovani laureati tramite un percorso di durata non superiore a 12 mesi di stage. L’inizio di tale stage è previsto per il mese d’ottobre del 2010 con svolgimento nelle varie sedi del sistema di rappresentanza, situate su tutto il territorio nazionale. È previsto per i partecipanti un doppio rimborso: il primo relativo alle spese e il secondo è rappresentato dal riconoscimento di un rimborso spese mensile pari a 1.000 euro lordi. Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro la data del 24 luglio 2010. I requisiti per partecipare sono i seguenti: possesso, entro il 1 ottobre 2010, del diploma di laurea, di laurea magistrale e/o dottorato di ricerca. I titoli di laurea in discipline tecniche-scientifiche e/o economico-giuridiche costituiranno titolo preferenziale per la relativa ammissione al percorso formativo. Per quanto attiene il bando di concorso pubblico e la domanda di partecipazione, gli interessati potranno trovare tutta la documentazione visitando il sito www.confindustria. it, cliccando sul link di destra denominato “Cento giovani per cento anni“. Per poter partecipare alla selezione i candidati devono compilare l’apposita domanda di partecipazione e inviare la stessa sia tramite posta elettronica, all’indirizzo e-mail: centogiovani@confindustria.it, sia mediante raccomandata al seguente indirizzo: Unimpiego
Confindustria s.r.l. – Corso Stati Uniti 38 – 10128 Torino. Tutta la procedura di partecipazione deve svolgersi obbligatoriamente entro e non oltre il 24 luglio 2010. L’invio della candidatura dovrà essere integrato con la spedizione dei seguenti documenti: un certificato o un’autocertificazione attestante il conseguimento del titolo di laurea, indicando il nome del professore relatore e del titolo della tesi, degli esami sostenuti e delle votazioni e dei crediti conseguiti; un curriculum vitæ, eventuali ulteriori attestati (corsi di perfezionamento, attività svolte presso istituti di ricerca ed altro). *** La Marion Materassi assume in provincia di Bari In periodo di crisi economica e occupazionale, qualche raro segnale di ripresa giunge in seguito all’avvio di selezioni di personale da parte d’alcune aziende locali. Proprio in quest’ultimo periodo la Marion, azienda produttrice di materassi in lattice, con sede a Casamassima (Bari), realizza un nuovo piano d’assunzioni. L’azienda è alla ricerca di molte figure professionali da introdurre nella propria struttura. Le offerte di lavoro sono comprese all’interno dei seguenti settori aziendali: call center, web, vendita e contabilità. Ecco quindi le offerte di lavoro dell’azienda Marion. Area Call Center. Rif. Operatore di centralino. A questa figura si affiderà l’incarico di ricevere le chiamate in entrata da parte di
potenziali clienti, curerà lo smistamento dei vari appuntamenti per i consulenti in tutte le regioni italiane. Caratteristiche richieste: predisposizione al lavoro per obiettivi; buona dialettica, capacità d’ascolto, attitudine al problem solving, conoscenza geografica del territorio italiano, capacità relazionali, flessibilità e disponibilità a lavorare in team, disponibilità full time con fascia oraria 09-13 e 15-18 dal lunedì alla domenica (con turnazione nel fine settimana), residenza in provincia di Bari. Grafico-Web designer. Rif. G.w.d. Per la figura di grafico/web designer si richiedono competenze nella creazione di siti web e capacità d’elaborazione delle immagini. Il grafico provvederà alle creazioni digitali d’elementi grafici destinati al web e il disegno, progettando anche l’interfaccia utente per ogni tipologia di pagina. Deve possedere anche senso estetico e creatività. Sarà gradita, oltre all’invio del proprio curriculum, una descrizione dettagliata dei siti e/o lavori effettuati nel settore. Caratteristiche richieste: conoscenza dei principali applicativi per la grafica 2D (Fireworks, Photoshop, Illustrator); pacchetto Adobe (Flash, Dreamweaver), conoscenza base di HTML e CSS, gradita passione per il 3D e animazione multimediale, esperienza minima di 1-2 anni, disponibilità full-time. Area post vendita. Rif. P.v. La figura dell’addetta al post-vendita dovrà affiancare il responsabile di divisione. I suoi compiti consisteranno nella gestione e la soddisfazione delle domande provenienti dai clienti,
la gestione dei consulenti di vendita e dei corrieri esterni. Caratteristiche richieste: esperienza minima nel settore post-vendita o customer care; capacità di problem solving, gestione dello stress, capacità organizzative, gentilezza e pazienza, capacità d’ascolto, doti relazionali, età 20/35, disponibilità dal lunedì al venerdì, residenza zone limitrofe a Casamassima. Area contabilità. Rif. Ragioniere. I ragionieri che saranno assunti si occuperanno dello svolgimento delle pratiche di finanziamento. Importante è, inoltre, la compilazione della prima nota, la fatturazione e le conoscenze amministrative. Caratteristiche richieste: diploma di ragioneria; precedente esperienza in contabilità aziendale, gestione contabilità Iva, prima nota, modello F24, conoscenze informatiche (pacchetto Office), affidabilità e precisione, capacità di ragionamento matematico, attitudine al problem solving, disponibilità full time con fascia oraria 09-13 e 15-18 dal lunedì al venerdì, residenza in provincia di Bari. Modalità per le candidature: gli interessati potranno candidarsi alle offerte di lavoro proposte inviando il proprio curriculum specificando in oggetto la mansione e il riferimento a cv@marionlatex. com. Per maggiori informazioni vi invitiamo a visitare il consueto spazio “lavora con noi” al sito: www.marionlatex.com. “Nessuno conosce le proprie possibilità finché non le mette alla prova”. Publio Sirio
Il fatto.net ha selezionato per voi dai motori di ricerca alcuni annunci di lavoro. Alcuni annunci saranno ripetuti ma vale sempre la pena consultarli tutti. Negli annunci diretti troverete gli annunci fatti direttamente alla nostra redazione. Il servizio di annunci è totalmente gratuito e la radazione non si assume alcuna responsabilità circa la bontà delle inserzioni. Per maggiori informazioni e aggiornamenti consultate il sito www.ilfatto.net nell’area OFFRO LAVORO.
ORMANT SRL ORMANT SRL azienda settore industria ricerca un profilo esperto nell’uso del software SAP BUSINESS ONE. Se dotati di tale esperienza inviare cv a giulio.cosentino@ormant.it (Non inviate cv con altri profili o con conoscenze su altri prodotti SAP). EDITORE ACTIVA - IL FATTO CERCA GRAFICO PUBBLICITARIO La Casa Editrice ACTIVA S.R.L, produttrice de “il Fatto” cerca grafico freelance da affiancare alla struttura interna e ai progetti in corso. Si richiede fantasia creativa, capacità d’uso degli strumenti di editing grafici moderni, e voglia di entrare in un gruppo dinamico come quello giornalistico indipendente. Si richiede curriculum vitae con foto contenete esperienze creative e possibilmente demo. PER INFO: giulio.cosentino@gmail.com EDITORE ACTIVA - IL FATTO CERCA CONSULENTE COMMERCIALE La Casa Editrice ACTIVA S.R.L, produttrice de “il Fatto” cerca consluentei commerciali da introdurre nel proprio organico. Cerchiamo gente dinamica e libera di mente con la voglia di affermarsi nel mondo del lavoro. Offriamo formazione e stabilià contrattuale da raggiungere dopo un percorso serio di crescita. PER INFO INVIARE C.V. CON PROPRIA PRESENTAZIONE COMPLETO DI FOTO A editore@ilfatto.net. STUDIO MULINELLI Studio di consulenza cerca laureati da avviare alla consulenza del lavoro. Se sei interessato contattaci per un appuntamento tel. 080 3975429 int. 4.
BEFORE SRL BEFORE SRL, AGENZIA VODAFONE BUSINESS, sta selezionando persone dinamiche ed intraprendenti da inserire nel ruolo di Consulente Commerciale all’interno della propria rete di vendita rivolta alle piccole e medie aziende. Si richiede precedente esperienza di vendita, preferibilmente nel settore dei servizi ed in particolare in Agenzie del mondo di telecomunicazioni, motivazione e orientamento ai risultati. Offriamo: • Portafoglio prodotti che comprende, unitamente ai servizi mobili voce e dati, anche gli innovativi servizi di rete fissa e connettività DSL • Provvigioni Top del mercato di riferimento • Percorso avanzato di formazione professionale • Inserimento in contesto dinamico in grado di supportare al meglio l’attività commerciale tramite i migliori servizi di Telemarketing e Backoffice • Sede di lavoro: CAMPANIA - PUGLIA -BASILICATA Le persone interessate sono invitate a trasmettere un curriculum vitae con attuale retribuzione e foto, corredato da espressa autorizzazione al trattamento dati personali, all’indirizzo di posta elettronica selezione@beforesrl.it, Fax 080 2143904. BEATLES PUB Beatles Pub cerca personale con o senza esperienza per la stagione estiva. Per info: Beatles Pub, lungomare Colonna 122, Molfetta. PLAYA DEL SOL Ricerca personale qualificato con esperienza per la nuoca stagione: pizzaiolo, cuoco, aiuto cuoco, cameriere e factotum. Per info: telefonare al 348/9354757
Per inserire un’offerta di lavoro basta inviare il testo con l’inserzione alla nostra e-mail: editore@ilfatto.net
giovedì 8 luglio 2010
Rubriche
29
www.i lfa t t o .net
IL FATTO è disponibile in questi esercizi ogni 15 giorni, puntuale come sempre il giovedì. Antica Salumeria del Centro - Via De Luca, 7 Bar Arcobaleno - Banchina San Domenico Bar Astoria - Corso Umberto I, 16 Bar Belvedere - lungomare Marcantonio Colonna Bar Caffetteria Paninoteca Grease - Via Molfettesi d’Argentina, 75 Bar Camera Cafè - Via XX Settembre, 43 Bar Cavour - Corso Fornari, 47 Bar Cin Cin - Corso Dante Alighieri, 30 Bar Degli Artisti - Via Gesmundo, 4 Bar Del Ponte - Via Ruvo, 18 Bar Europa - Via F. Cavallotti, 33/35 Bar Fantasy - Via Pio La Torre, 33 Bar Fausta - Corso Umberto I, 150 Bar Football - Via Ugo La Malfa, 11 Bar Giotto - Corso Margherita di Savoia, 91 Bar Haiti - Via San Domenico, 42 Bar Ideal - Via Terlizzi Bar Kennedy - Via Edoardo Germano, 49 Bar La Caffetteria - Via A. Salvucci, 46 Bar La Favola Mia - Via Baccarini, 35 Bar La Fenice - Corso Umberto I Bar London - Via Terlizzi, 6 Bar Mary - Corso Umberto I, 122 Bar Mezzina - Via Luigi Einaudi, 6 Bar Miramare - Via San Domenico, 9 Bar Mirror - Via Capitano Manfredi Azzarita, 124 Bar Mixer Cafè - 6^ strada ovest Lama Martina Bar Mongelli - Via Baccarini, 35 Bar Peter Pan - Via Vincenza Alma Monda, 48 Bar Rio - Via Bari, 92 Bar S. Marco - Corso Umberto I Bar Settebello - Via A. Salvucci, 28 Bar Seven - Via Edoardo Germano, 33 Bar Seventy - Via Tenente Michele Silvestri Bar Sottocoperta - Piazza Giuseppe Garibaldi Bar Stazione - Piazza Aldo Moro Bar Sweet - Piazza Giuseppe Garibaldi, 32 Bar Toto - Corso Fornari, 73 Bar Universo - Corso Umberto I
Betty Paige - Largo Municipio, 6 Biglietteria regionale FS - Piazza Aldo Moro Blues Cafè - Corso Dante Alighieri, 49 Buffetti - Piazza G. Garibaldi, 60 Caffe Al Duomo - Banchina Seminario, 10/12 Caffè Colorado - Via Guglielmo Marconi Caffè Metropolis - Via Cap. G. De Gennaro, 16 Caffè Silver - Via Framantle 19/i Caffetteria Gonzaga - Via Piazza, 23/25/30 Caffetteria Manhattan - Viale dei Crociati Caffetteria Roma 2 - Banchina San Domenico Caffetteria Venere - Via Martiri di Via Fani, 6 Calì Caffè - Via Giacomo Puccini, 7 Casa di riposo “Don Grittani” - Via Don Minzoni Coffee Room - Viale Pio XI, 9 Comune Di Molfetta - Piazza Vittorio Emanuele, 9 De Pinto - Via Edoardo Germano, 39 Edicola - Viale Pio XI Edicola - Via Tenente Michele Silvestri Edicola - Via Palmiro Togliatti Edicola - Piazza Giuseppe Garibaldi Edicola - Corso Dante Alighieri Edicolandia - Via Principe Amedeo, 45 Edicola delle Rose - Via Gen. C. A. Dalla Chiesa Edicola Gigotti - Via Bari, 74 Edicola Grosso - Via Don Pietro Pappagallo Edicola L’Altra Edicola - Via Terlizzi Edicola Sciancalepore - Via Madonna dei Martiri Edicola Sciancalepore - Piazza Cappuccini Euro Caffè - Via San Francesco d’Assisi Farmacia Grillo - Via S. Angelo, 37 Flory’s Caffè - Via Poli Generale Eugenio, 3 Giotto Cafè - Corso Margherita di Savoia, 91 Green Bar - Via Baccarini, 111 Gruppo FAMM Immobiliare - Via De Luca, 15 Guardia di Finanza - Madonna dei Martiri Le Chic J’Adore - Via Tenente Michele Silvestri, 69 Le Mimose - Viale Pio XI Lido Alga Marina - ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Bahia - località Torre Rotonda
Lido Belvedere - ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Lafayette - ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Marina Piccola - ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Nautilus - ss16 Molfetta-Giovinazzo Lido Nettuno - ss16 Molfetta-Bisceglie Lido Scoglio d’Inghilterra - località Torre Rotonda Marilù Cafè - Via Tommaso Fiore, 38/40 Mattia’s Cafè - Corso Dante Alighieri Mondocasa - Piazza Effrem, 12 Music Cafè - Via Ten. Silvestri, 11 Note & Book - Via Tommaso Fiore, 24 Off Street - Piazza Giuseppe Garibaldi, 15 Panificio Annese - Via Cappellini, 28 Panificio Biancaneve - Via Molfettesi del Venezuela, 41 Panificio Biancaneve - Via De Luca, 59 Panificio Cangelli - Via Cap. T. De Candia, 49 Panificio Centrale - Via Respa, 40 Panificio D’Oro - Via Madonna dei Martiri, 51 Panificio de Gennaro - Via Cap. T. De Candia, 155 Panificio Don Bosco - Corso Fornari, 67 Panificio Don Bosco - Via Raffaele Cormio, 36 Panificio Europa - Via Rattazzi, 41 Panificio Il Cugino - Via Massimo D’Azeglio, 91 Panificio Il Cugino - Via Alessandro Manzoni, 91 Panificio Il Forno - Via Fremantle, 42 Panificio Immacolata - Via Cappellini, 28 Panificio Jolly - Viale Pio XI, 9 Panificio La Sfornata - Via Enrico Fermi, 19 Panificio Mulino Bianco - Via C. Giaquinto, 46 Panificio Non Solo Pane - Via Paniscotti, 44 Panificio Non Solo Pane - Via Gen. Poli, 13 Panificio Petruzzella - Via Bovio, 18 Panificio Posta - Via Ricasoli, 29 Panificio Rinascente - Via Nino Bixo, 25 Panificio Sant’Achille - Via Martiri di Via Fani, 15 Panificio Trionfo - Via Ten. Fiorino, 71 Parrocchia Della Cattedrale - Corso Dante Alighieri Parrocchia Di San Corrado - Largo Chiesa Vecchia
Parrocchia Immacolata - Piazza Immacolata, 62 Parrocchia Madonna Della Pace - Viale Xxv Aprile Parrocchia Madonna della Rosa - Via Gen. C. A. Dalla Chiesa Parrocchia S. Achille - Via A. Salvucci Parrocchia S. Bernardino - Via Tattoli Parrocchia S. Gennaro - Via Sergio Pansini Parrocchia S. Giuseppe - Via Aurelio Saffi, 1/d Parrocchia Sacro Cuore Di Gesù - Via Sella Quintino Parrocchia San Domenico - Via San Domenico, 1 Parrocchia San Pio X - Viale Antonio Gramsci, 1 Parrocchia Santa Famiglia - Via Papa Innocenzo VIII Parrocchia Santa Teresa - Piazza V. Emanuele, 3 Petito Cafe - S.S. 16 Molfetta-Giovinazzo Place Blanc Cafè - Piazza Margherita di Savoia, 4 Qbo Interior Design - Via Federico Campanella, 24 Stazione di rifornimento AGIP - Via Terlizzi Stazione di rifornimento AGIP - Via Giovinazzo Stazione di rifornimento API - Zona Industriale Stazione di rifornimento Madogas - Strada Provinciale Molfetta-Terlizzi, Km. 2.050 Stazione di rifornimento Q8 - Via dei Lavoratori – Zona ASI Swing Pub - Viale Pio XI, 21 Tabaccheria - Viale Pio XI, 55 Tabaccheria - Corso Dante Alighieri Tabaccheria - Via Madonna dei Martiri, 2 Tabaccheria - Via Baccarini, 67 Tabaccheria - Via Rossini, 12 Tabaccheria - Piazza G. Garibaldi Tabaccheria Edicola - Via Raffaele Cormio Tabaccheria Pansini - Via Roma 32 Tabaccheria Spaccavento - Via Bari, 68 Tabaccheria Veneziano - Via L. Azzarita, 65 Tabaccheria Veneziano - Via Madonna dei Martiri, 67 Totoricevitoria “Del Cuore” - Via Baccarini, 77
30
Rubriche
giovedì 8 luglio 2010
GLI APPUNTAMENTI DE w w w . i l f a t t o . n e t
PARTNER
8 luglio, ore 22 Blues Cafè, il Fatto Reggae 9 luglio, ore 19.30 campo “Petrone”, Torneo di Beneficienza pro Caritas Diocesana 9 luglio, ore 21 Anfiteatro di Ponente, Ray Gelato in concerto 10 luglio, ore 20.30 lungomare Colonna, Disconovità 15 luglio, ore 20.30 Anfiteatro di Ponente, Estate con Teatrarte 13-25 luglio Festival Internazionale di Flamenco 16-25 luglio vie cittadine e Anfiteatro di Ponente, “Ti fiabo e ti racconto” 22 luglio, ore 21 La Darsena, Festa del Giovane Donatore Avis 23 luglio, ore 23 lido Belvedere, Summer il Fatto Tour Vuoi inserire il tuo evento nella nostra agenda? Scrivici a redazione@ilfatto.net
Consigli per una sana alimentazione FACILE
DIFFICILE
SOLUZIONI
Sudoku (giapponese: su-doku, nome completo: Su-ji wa dokushin ni kagiru) è un gioco di logica nel quale al giocatore o solutore viene proposta una griglia di 9×9 celle, ciascuna delle quali può contenere un numero da 1 a 9, oppure essere vuota; la griglia è suddivisa in 9 righe orizzontali, nove colonne verticali e, da bordi in neretto, in 9 “sottogriglie”, chiamate regioni, di 3×3 celle contigue. Le griglie proposte al giocatore hanno da 20 a 35 celle contenenti un numero. Scopo del gioco è quello di riempire le caselle bianche con numeri da 1 a 9, in modo tale che in ogni riga, colonna e regione siano presenti tutte le cifre da 1 a 9 e, pertanto, senza ripetizioni. Fonte:(it.wikipedia.org)
Al fresco con l’anguria
Invia un sms sull’articolo al 3471136778 inserendo il codice 2146
Fresca e dolce, per molti il frutto preferito dell’estate, ma c’è anche chi la vorrebbe tutto l’anno. Piace a tutti: anziani, adulti e bambini ne sono ghiotti e in questa stagione non manca mai sulle nostre tavole. Questo frutto ideale nelle giornate afose, a casa o in riva al mare è ricco di proprietà benefiche. Innanzitutto comune a tutti è la sensazione di rigenerazione che si avverte quando viene gustata nei giorni in cui la temperatura esterna è molto elevata. Questo è dovuto all’elevato contenuto di acqua (la polpa ne è costituita per oltre il 90%), che la rende dissetante, ma anche al discreto contenuto di sali minerali come il potassio e il magnesio utili per combattere quel senso di spossatezza che ci assale quando il caldo incalza. L’anguria però contiene anche una modesta quantità di zucchero come il fruttosio e vitamine. Tra queste la vitamina A che stimola la produzione di melanina e quindi ci aiuterà nella tanto ricercata
tintarella, la vitamina C che dà energia e rinforza le nostre difese e le vitamine del gruppo B che favoriscono il ricambio e l’ossigenazione delle cellule. In più il colore rosso si deve alla presenza di carotenoidi, tra cui il licopene, un potente antiossidante che potenzia il sistema immunitario. L’insieme di questi nutrienti la rendono un alimento disintossicante, diuretico, indicato in caso di ritenzione idrica, ipertensione, cellulite e gonfiori alle gambe. Tra l’altro, nonostante la dolcezza della polpa, l’apporto calorico è piuttosto modesto (solo 30 calorie per 100 grammi) e quindi può essere gustata senza limiti e in ogni momento della giornata liberamente anche da chi sta seguendo un regime ipocalorico. Per questo può anche essere utilizzata come strategia per mangiare meno: tutta l’acqua che contiene servirà a gonfiare lo stomaco inducendo il tanto ricercato senso di sazietà senza compromettere la linea. dott.ssa Annalisa Mira Biologa Nutrizionista Studio di Nutrizione e Alimentazione Tel. 080.335.45.29- 338.27.87.929
Rubriche
giovedì 8 luglio 2010
31
La “laganèdda” di cime di rape con aglio, acciughe e vongole su crema di pomodori arrosto Ingredienti per 10 persone • • • • • •
Per la laganédda: 400 gr di farina 200 gr di semola 6 tuorli d’uovo 300 gr di cime di rape pulite 0,5 dl di olio extra vergine di oliva 10 gr di sale
• • • • • • •
1 kg di pomodori rossi 50 gr di aglio 100 gr di cipolla rossa 500 gr di vongole 100 gr di acciughe salate 1 dl di olio extra vergine di oliva basilico q.b.
Procedimento Cuocere in poca acqua salata le cime di rape, scolare, raffreddare con ghiaccio, sgocciolare e frullare. Preparare la laganédda come una normale pasta all’uovo aggiungendo le cime di rape. Tagliare a metà i pomodori, eliminare i semi, condirli con olio e sale e cuocerli in forno o grigliarli. Tritare l’aglio e la cipolla rossa. Prendere una casseruola e far appassire a fuoco dolce la cipolla, aggiungere i pomodori, il basilico e cuocere per qualche minuto, frullare e verificare il gusto. Dissalare le acciughe, far aprire a fiamma vivace in una padella con coperchio le vongole, sgusciarle e filtrare l’acqua. Far soffriggere in un sautè olio, aglio, acciughe e vongole, aggiungere l’acqua delle vongole; cuocere in abbondante acqua salata la laganèdda e condirla con il fondo prima ottenuto. Sistemare il piatto in una fondina: fondo di salsa di pomodori arrosto e laganèdda al centro, guarnire.
I CONS IGL I DELLO ZODIAC O ARIETE In qualche modo sarete vostro malgrado coinvolti in qualcosa che vi lascerà perplessi e potrebbe riguardare sia la vostra vita privata che quella lavorativa. In entrambi i casi, dovrete cercare di liberarvi da questo fastidio al più presto.
LEONE Sarebbe bene non cadere subito nella trappola di chi cerca di mettervi ansia o di farvi deconcentrare, poiché sareste davvero degli allocchi se ci cascaste. Dovete capire che questo è solo un metodo per mettervi alla prova.
SAGITTARIO I vostri sentimenti sono senza ombra di dubbio più chiari, quindi, approfittando di ciò, dovreste avvicinarvi alle persone che amate e dimostrare loro il vostro affetto, ma non solo.
www.i lf at t o.n et IL FATTO Quindicinale gratuito di informazione
EDITORE Activa S.r.l. con unico socio
PRESIDENTE Giulio Cosentino e-mail: editore@ilfatto.net
TORO Sarete sicuramente portati, dal vostro istinto, ad agire secondo metodi poco ortodossi per il vostro carattere e per il vostro modo di comportarvi, ma per una volta vi lascerete andare e abbandonerete la razionalità per dare spazio all’incoscienza.
VERGINE Eviterete senza ombra di dubbio di partire con il piede sbagliato nei rapporti con gli altri, in quanto sapete che sarà indispensabile mantenere un certo grado di benevolenza in ogni ambito della vostra vita, in visione di alcuni cambiamenti che dovrete fare a breve.
CAPRICORNO Fareste bene a dare un’occhiata più profonda nell’animo di chi vi circonda, poiché dietro ad una frase, si potrebbe nascondere un pensiero ulteriore, completamente differente da quello che cercano di farvi passare.
DIRETTORE RESPONSABILE Corrado Germinario
Collaboratori Angela Teatino, Pantaleo de Trizio, Isabel Romano, Lella Salvemini, Marilena Farinola, Francesco Tempesta, Annalisa Mira, Giordano Germinario, Beatrice De Gennaro, Gianfranco Inglese, Maria Sancilio, Gaetano de Virgilio. Registrato presso il Tribunale di Trani · aut. del 19 ottobre 2007 n. 17/07
GEMELLI Dovreste chiedervi se sia meglio essere chiari e onesti, oppure fare i misteriosi con la persona che vi interessa. Dovrete comunque scoprirvi alla fine, dovete decidere voi quando e come, ma non potete di certo mantenere un ruolo che non vi appartiene.
BILANCIA Qualcuno che significa qualcosa di importante per voi, ma che nel tempo avete perso di vista, potrebbe magicamente riapparire e mandarvi ancora una volta dei messaggi ambigui. Il passato a volte ritorna: non servirà a niente scappare o fare finta che non esista.
ACQUARIO Se avanzerete troppi dubbi sulla persona che avete affianco o su chi lavora per voi, resterete molto delusi nello scoprire che non ve ne sarà alcuna ragione, poiché queste persone sono assolutamente oneste nei vostri confronti.
REDAZIONE Via degli Antichi Pastifici, Zona Artigianale A/8 · Molfetta redazione@ilfatto.net
PROGETTO GRAFICO Vincenzo de Pinto
IMPAGINAZIONE Marcello Brattoli
STAMPA
CANCRO Probabilmente un po’ di noia e un po’ di monotonia hanno fatto sentire il loro peso, per cui cercherete di fare il minimo indispensabile senza alcuno sforzo. Vedrete che questa sensazione in poco tempo passerà.
SCORPIONE Cercherete in tutti i modi di ottenere dei benefici, poiché sono proprio questi che vi mancano ultimamente, quindi vi ingegnerete per averli, proprio come li hanno gli altri. Si tratta pur sempre di una questione economica, quindi andrà trattata con la massima delicatezza.
PESCI Qualcuno potrebbe avere da ridire sui vostri modi di fare, che sembreranno alquanto esagerati. Per questi motivi, al minimo sentore di dissenso o comunque di fastidio provocato, dovrete innanzitutto restare calmi e poi, farvi un esame di coscienza.
MASTER PRINTING S.R.L. VIA DELLE MARGHERITE 20/22 MODUGNO BA
CONCES. DELLA PUBBLICITA’ Ufficio Commerciale · tel. 080.3382096